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Momenti indimenticabili B. Mosca
Momenti indimenticabili
Per il pranzo di Pasqua mio padre dipingeva le uova. Gliele preparava, sode, mia madre; e per lei e per ciascuno dei commensali lui, servendosi di colori a tempera e di un pennellino, inventava un piccolo capolavoro. C’era l’uovo con la chiesetta di un paesino di montagna («Vi piace questa?» chiedeva); c’era l’uovo con i fiori di campo e quello con la colomba della pace; c’era l’uovo con il mare e infine, ambito fra tutti, l’uovo con il cielo attraversato da un volo di rondini. Ogni anno ci proponevamo di conservare le uova dipinte; poi, invece, già alla metà del pranzo di Pasqua le avevamo sgusciate. L’uovo con il cielo attraversato da rondini era l’ultimo ad essere aperto. Mio padre ne rompeva il guscio delicatamente in modo che la parte dipinta rimanesse intatta. «Guardate, guardate ragazzi…». Così dicendo s’era alzato e, sollevando quel che aveva salvato del guscio, sovrapponeva nel vano della finestra il suo pezzetto di cielo dipinto a quello vero di primavera. «Guardate ragazzi: le rondini volano via… attenzione…». Mia madre sorrideva. Noi quattro figli anche, inteneriti da quel sorriso pieno d’amore. E con noi le nostre mogli, che anno dopo anno avevano fatto la tavola pasquale della famiglia più grande e più felice. I bambini, invece, guardavano il nonno con trepidazione, aspettando l’avverarsi di quel prodigioso avvenimento. «Volano, attenzione, volano via…». Il nonno diventava mago e il garrire delle rondini sembrava farsi assordante.
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Benedetto Mosca, Caro papà. Ricordi di un figlio, Rizzoli
Sottolinea nel testo le frasi che secondo te spiegano il titolo.