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Diventare grandi Maestra Paola

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Il verbo temere

Il verbo temere

Diventare grandi

Angelica si era appena svegliata e guardava sconsolata fuori dalla finestra. «Un’altra giornata di pioggia» pensò rattristata «anche oggi non potrò uscire in giardino a giocare». Si alzò e senza nessuna voglia andò in bagno a lavarsi. Si vestì e scese al piano di sotto, in cucina, dove la mamma aveva già cominciato a preparare la colazione. «Mamma, che cosa posso fare oggi?» le chiese appena entrata. «Dunque, anche oggi dovremo trovarti una occupazione» la prese in giro la mamma. «Hai già chiesto a tuo fratello se vuole giocare con te?». «Ma mamma! Giocare con Alessandro è una vera noia! A lui piacciono solo macchinine e palloni!». Angelica cominciava a preoccuparsi veramente; neanche il papà, che si era appena svegliato ed era sceso per bere il suo caffè, aveva un’idea che potesse soddisfarla. Ma a quel punto i problemi di Angelica scomparvero. Samuele, il fratellino più piccolo, era entrato in cucina trascinando il suo orsacchiotto di pezza. «Ho trovato!» esclamò Angelica, sorridendo per la prima volta da quando si era svegliata. «Insegnerò a Samuele come ci si può divertire in un giorno di pioggia!». E se ne andò, dimenticando la colazione e la noia. La mamma e il papà si guardarono sollevati: Angelica aveva risolto da sola il suo problema. Forse cominciava a diventare grande.

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Maestra Paola

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