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I colori delle nonne N. Costa

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Il verbo temere

Il verbo temere

I colori delle nonne

Io e mia cugina Francesca avevamo due nonne colorate, una per ciascuna. La mia nonna si chiamava Bianca ed era una nonna dolcissima, con i capelli bianchi, avvolti in una crocchia, gli occhi chiari e le guance rosa. Questa nonna Bianca cucinava pranzetti deliziosi e mi regalava sacchetti pieni di dolci, ogni domenica. Francesca, invece, aveva una nonna di nome Rosa che aveva anche lei capelli candidi, occhi azzurri, guance rosa e che cucinava molto bene. Quando ero molto piccola, a causa di una buffa coincidenza di nomi, pensavo veramente che tutte le nonne avessero un colore… bianco, oppure rosa, al massimo azzurro, ma di un azzurrino pallido pallido… Poi ho capito che non era affatto così anche perché avevamo, io e Francesca, un’altra nonna, in comune, che indossava vestiti dai colori vivaci, si chiamava Ida e non cucinava quasi mai. La nonna Ida non aveva i capelli bianchi e si dipingeva un pochino le gote con il rossetto… La nonna Ida era di Milano ed era quindi molto buffa quando cercava di parlare il dialetto triestino; non era portata per le lingue, ma in cambio era laureata in matematica, cosa straordinaria per una donna di quei tempi, se si pensa che era nata alla fine dell’800. Ogni tanto ci raccontava le sue avventure di quando frequentava il Politecnico di Milano e doveva entrare in aula immediatamente dopo il professore, per non essere assalita dai fischi degli ammiratori… «Perché sapete…» ci diceva la nonna Ida sorridendo maliziosa… «Ero l’unica signorina…». Noi tre cugine l’ascoltavamo a bocca aperta, forse un po’ invidiose. La nonna Ida mi dava molti consigli di bellezza, una volta mi ha messo i bigodini e il giorno dopo, a scuola, non mi riconosceva più nessuno… una disperazione!

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Nicoletta Costa, I miei nonni, «Andersen», collana «I Quaderni di Barbara»

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