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La patata affettata R. Piumini

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Il verbo temere

Il verbo temere

La patata affettata

La signora Patata Cruda andò a trovare il signor Coltello Affilato. – Buongiorno! – disse lui. – Prego, si accomodi! –. La signora Patata Cruda entrò, ma faceva molto caldo, e disse: – Che caldo, qui! Potrei togliermi la buccia? – Ma certo! Posso aiutare? – disse Coltello Affilato. – Sì, grazie! – e il signor Coltello Affilato cominciò a togliere la buccia alla Patata Cruda. – Basta così, signora? – No, ho ancora caldo… – Va bene così? – No, ho caldo ancora… Alla fine, la signora Patata Cruda fu senza buccia, e allora cominciarono a parlare.

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– Come sta? – chiese il signor Coltello Affilato. – Sa, a volte, mi sento sola… Mi piacerebbe essere in due… – rispose la signora Patata Cruda. – Posso tagliarla a metà – propose il signor Coltello Affilato. – Così sarebbe in coppia… – Davvero? Lo faccia subito! – disse lei, e lui, zac, la tagliò in due parti. – Come sta, anzi, come state, adesso? – Bene, benissimo! – dissero le due mezze patate. – Talmente bene che ci piacerebbe essere anche di più! – Posso tagliarvi ancora un po’. – Grazie, sì! Zac, zac! – Eccovi divise in quattro! – Ancora! Ancora! Zac, zac, zac, zac! – Eccovi divise in otto! – Che bella compagnia! Ancora, ancora! – Eccovi divise in sedici… Basta così? – Ancora, ancora! Il signor Coltello Affilato tagliò tanti piccoli pezzettini, che parlavano, ridevano, così contenti, che alla fine dissero: – Ci piacerebbe fare un bagno insieme! – C’è qui vicina una padella piena d’olio, – disse il signor Coltello Affilato. – Volete tuffarvi lì? È un po’ caldo, ma così profumato… – Sì, sì! – gridavano le fettine di patata, e tutte si tuffarono nell’olio, e saltando e ridendo diventarono patatine fritte, e finirono nella bocca di due bambini, e così la storia finì: perché la storia di una patata finisce quando è mangiata.

Roberto Piumini, C’era una volta, ascolta, Einaudi Ragazzi

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