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Leggiamo le fiabe di Hans Christian Andersen
La teiera
C’era una teiera orgogliosa, orgogliosa della sua porcellana, del suo lungo beccuccio, del suo largo manico. Aveva qualcosa davanti e qualcosa dietro, il beccuccio davanti e il manico dietro, e parlava sempre di quelli, ma non parlava mai del coperchio che era scheggiato; quello era una mancanza, e delle proprie mancanze non si parla volentieri non lo fanno nemmeno gli altri. Le tazze, la zuccheriera e il bricco del latte, tutto il servizio da tè avrebbe certamente ricordato il coperchio rotto più che non quel manico e quello splendido beccuccio; la teiera lo sapeva bene…
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L’acciarino
Un-due, un-due! Un soldato veniva avanti marciando per la strada principale. Con lo zaino sulle spalle e la sciabola al fianco, perché era stato alla guerra, e adesso tornava a casa. Sulla strada s’imbatté in una vecchia strega: era davvero orribile, col labbro che le scendeva fino al petto! «Buonasera, bel soldatino!» disse. «Che bella sciabola che hai, che grande zaino! Sei davvero un bel soldatino! Ora sì che potrai avere tutti i soldi che vuoi». «Grazie tante, vecchia strega!» rispose il soldato…
Il vecchio lampione
Hai mai sentito la storia del vecchio lampione? Non è mica tanto diversa, ma per una volta si può anche ascoltare. C’era un buon vecchio lampione che era in servizio da molti anni, ma adesso doveva essere licenziato. Era l’ultima sera che stava sul palo a illuminare la strada e provava un po’ la sensazione di essere una vecchia comparsa di balletto che danza l’ultima sera e sa che domani dovrà restare in soffitta. Il lampione aveva un gran timore del domani…