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La leggenda del grillo G. Selden

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Il verbo temere

Il verbo temere

La leggenda del grillo

Una volta i grilli non esistevano, ma c’era un uomo che sapeva tutte le cose. Quest’uomo si chiamava Shishuai e diceva soltanto la verità. Conosceva tutti i segreti del mondo. Conosceva i pensieri degli uomini. Sapeva la lingua dei fiori e degli alberi. Tutto il mondo era per lui una pagina di libro da leggersi a prima vista. La gente veniva da tutte le parti per vedere Shishuai. A uno diceva: «Sei un brav’uomo. Vivrai a lungo come un albero della montagna». Ad un altro: «Sei un uomo cattivo. Sarai punito». A tutti diceva la verità, ma gli uomini cattivi erano scontenti di ciò. Dicevano: «Ora sapranno che noi siamo uomini cattivi». Perciò, pensarono di ucciderlo. Shishuai sapeva benissimo che volevano ucciderlo. Egli sapeva tutto. Ma non se ne preoccupava. Come il fiore di loto aveva il profumo, così Shishuai aveva nel suo cuore la pace. I Geni, che vivevano in un palazzo nella sommità del cielo, non volevano che Shishuai morisse. Perciò quando gli uomini cattivi levarono le spade su di lui, lo trasformarono in un grillo. E l’uomo che conosceva le cose e diceva la verità, ora canta canzoni, che nessuno intende, ma tutti amano. E i Geni che abitano nel palazzo dei cielo sorridono alle canzoni del grillo perché sono le canzoni di uno che dice ancora la verità.

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George Selden, Un grillo a New York, Vallecchi

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