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La trappola dei sogni R. Piumini

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Il verbo temere

Il verbo temere

La trappola dei sogni

La principessa Rosalia non era contenta. Ma perché non era contenta? Una principessa ha tutto quello che serve per essere felice. Il fatto è che i sogni di Rosalia, all’alba, volavano via. Lei si svegliava, dopo aver fatto un bellissimo sogno, ma il sogno svaniva in un attimo, e questo la rendeva molto, molto triste. «Come mi piacerebbe che i sogni rimanessero con me anche al mattino!» sospirava. «Anzi, vorrei che rimanessero con me per sempre!». Un giorno Rosalia diede un ordine: «Voglio che la mia camera da letto sia completamente chiusa, sbarrata, senza neppure una fessura piccolissima: questo è quello che voglio!». Una squadra di falegnami, fabbri, muratori, si mise al lavoro, e con materiali speciali tappò ogni apertura della stanza da letto, anche la più piccola: neppure un piccolissimo insetto poteva passare, neppure un filo d’aria. Rosalia si addormentò beata, pronta a sognare cose meravigliose, belle, dolci, allegre, felici. Invece, quella notte, ecco arrivare sogni tremendi, mostri orribili, minacce, angosce, paure di ogni tipo. Rosalia si svegliò di colpo, sudata e ansimante, e per un attimo fu contenta di essersi svegliata: ma la sua contentezza fu breve, perché i brutti sogni, che volevano andarsene via, non trovavano nemmeno un buchino per uscire dalla stanza. Si scagliavano contro le pareti, contro il soffitto, strisciavano sul pavimento, ma non c’era niente da fare: la camera era sigillata. Rosalia se li trovò tutti attorno a letto, che si agitavano disperati, urlando, litigando, facendo un baccano infernale. La povera principessa, tappandosi gli occhi per non vedere e le orecchie per non sentire, cominciò a strillare e chiamare, fino a quando la sentirono e aprirono la porta: e i sogni, come una nuvola nera, uscirono tutti insieme, fischiando e stridendo. Rosalia era sul letto, sconvolta, pallida e tremante. «Forse è meglio lasciare qualche apertura in questa stanza, principessa…» suggerì il consigliere, dopo aver sentito quello che era successo. Rosalia aprì gli occhi, e disse: «Ho un’idea migliore». In quello stesso giorno il letto della principessa fu trasportato su una grande terrazza, in mezzo a piante di glicine, limoni, rose e calicanto: e da allora, in qualsiasi stagione, Rosalia dormì lassù, perché i suoi sogni, belli o brutti, al mattino potessero volarsene via.

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Roberto Piumini, Storie in un fiato, Einaudi Ragazzi

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