ANALISI di
CINEMA
Michele Invernizzi 776741
Tesina di cinema
Invernizzi Michele 776741
Paolo Castelli & Sergio Giusti Storia dell’arte contemporanea e linguaggi della comunicazione visiva
A.A. 2012/2013
Michele Invernizzi | Tesina Cinema
IL TEMPO IMMAGINARIO
Guardando un film è difficile che la durata dei fatti raccontati coincida con la durata del film stesso. Si parla di durata del racconto in riferimento alla lunghezza effettiva del film, mentre si parla di durata della storia intendendo “la durata supposta dell’insieme degli eventi su cui si articola la storia” (cit. Gianni Rondolino, Manuale del film). L’analisi approfondita dei vari rapporti che il regista può creare tra durata del racconto e quella della storia esula dagli obiettivi di questo studio, che si limiterà invece ad approfondirne solo uno: il Sommario. Utilizzato frequentemente nel cinema, si distingue dalle altre forme perché il tempo del racconto è inferiore a quello della storia, in modo da eliminare particolari inutili alla narrazione e velocizzare il ritmo degli eventi raccontati. Ai fini di questo esame saranno presi in considerazione due esempi molto diversi e distanti tra loro, anche a dimostrazione della varietà di soluzioni utilizzabili per manipolare il tempo di una narrazione.
3
Michele Invernizzi | Tesina Cinema
SOMMARIO ATTRAVERSO PIANO-SEQUENZA Scena tratta da: Anna Karenina, regia di Joe Wright, Inghilterra 2012 In questo film, tratto da un’ opera di Lev Tolstoj del 1875, Wright decide di creare un’interessante relazione tra teatro e cinema, unendo ai linguaggi del primo tutti gli effetti del secondo. Un’ opera ideale alla rappresentazione teatrale per la sua tipologia e durata viene così arricchita grazie alle tecniche e alle potenzialità dell’espressione cinematografica. Forse ispirato a quell’ Arca Russa di Sokurov (Russki Kovcheg, Russia 2002) dove varie epoche della Russia per l’intera lunghezza del film vengono raccontate in un unico, affascinante piano-sequenza, Anna Karenina contiene al suo interno varie ellissi temporali e sequenze ad episodi mostrate attraverso elaborati e spettacolari cambi di scenografia, quasi ci si trovasse realmente in un teatro, tutti espressi tramite il piano-sequenza. Probabilmente uno dei più interessanti è mostrato già nei primi momenti del film: Konstantin Levin (Domhnall Gleeson) va a Mosca a parlare col fratello di Anna Karenina (Keira Knightley), Stepan “Stiva” Oblonskij (Matthew Macfadyen), per confidarsi con quest’ultimo riguardo alla sua intenzione di chiedere in sposa Katerina “Kitty” Ščerbackaja (Alicia Vikander), sorella minore della moglie di Stiva. Nel passaggio che sposta la storia dal primo incontro tra Levin e Stiva alla loro cena, lo spettatore è guidato attraverso carrellate e panoramiche in un vortice di personaggi e luoghi coordinati e studiati alla perfezione: girando su se stessi in questo teatro idillico si esce dalla fabbrica di Stiva, si attraversa Mosca per le sue strade e botteghe fino ad arrivare al club sede dell’appuntamento. Time-code:
4
00:08:26 – 00:10:05
Michele Invernizzi | Tesina Cinema
5
Michele Invernizzi | Tesina Cinema
SOMMARIO ATTRAVERSO MONTAGE-SEQUENCE Sequenza tratta da: Snatch, regia di Guy Ritchie, Inghilterra 2000 Richiamando Pulp Fiction (Pulp Fiction, Quentin Tarantino, USA 1994) nel vorticoso intrecciarsi di diverse storie e nella vivacità dei dialoghi, Snatch è un notevole esempio di pellicola in cui nonostante la presenza di molti racconti che si sovrappongono, non si riesce a definire un vero e proprio protagonista: è la dinamica totale che conta, la storia è la vera protagonista. Il ritmo incalzante degli avvenimenti è realizzato attraverso inquadrature complesse e un montaggio frenetico che risucchia lo spettatore all’interno di questo mondo grottesco ed irriverente. L’impeto delle vicende è espresso molto efficacemente in una montage-sequence che verrà poi riutilizzata altre due volte dal regista durante il film: Abraham “cugino Avi” Denovitz (Dennis Farina), mafioso newyorkese, chiama Doug “la zucca” Denovitz (Mike Reid) per accertarsi che abbia sotto controllo Franky “quattro dita” (Benicio Del Toro) e quindi il suo diamante da 84 carati. Quando Avi scopre che Franky, nonostante gli avvertimenti, è andato a scommettere su un match di boxe e conoscendo la sua dipendenza dal gioco, va su tutte le furie e decide di recarsi a Londra in persona per sistemare l’affare. Inizia così una sequenza di sei immagini velocizzate e mostrate in rapida successione, una ogni secondo, in cui viene riassunto il viaggio di Avi da New York a Londra attraverso sei significative figure: cornetta del telefono sbattuta al suo posto; portiera di un taxi giallo (chiaramente newyorkese) che si chiude; Avi che prende delle pillole probabilmente contro la nausea da aereo; l’aereo che decolla; il timbro dell’ufficio immigrazione che vidima il passaporto; la luce sul tetto di un taxi londinese che si spegne.
6
Michele Invernizzi | Tesina Cinema
La concitazione del momento è aumentata dall’interrompersi della colonna sonora, sostituita dai rumori amplificati e distorti dei vari oggetti mostrati. Lo spettatore riesce a percepire distintamente le emozioni provate da Avi: la rabbia, l’irritazione, la frustrazione per l’incompetenza di chi gli sta intorno, la paura di perdere il diamante e perciò la fretta di arrivare a Londra. Lo spettatore rivedrà ancora la stessa sequenza (o meglio una simile, le tipologie di taxi vengono invertite) quando Avi, distrutto dall’improbabile evolversi della storia, decide di abbandonare l’impresa e tornarsene a New York. Verrà infine riproposta come sequenza finale dopo che Turco (Jason Statham), trovato per caso il diamante, fa l’errore di portarlo a Doug per venderlo, il quale avverte immediatamente Avi: il film si chiude con il timbro che imprime “THE END” sul passaporto. Time-code:
00:34:31 - 00:34:37
7
Michele Invernizzi | Tesina Cinema
8
Michele Invernizzi | Tesina Cinema
9
Michele Invernizzi | Tesina Cinema
ANALISI TITLE DESIGN Game of Thrones è una serie TV creata da David Benioff e D.B.Waiss per la HBO, trasmessa per la prima volta negli Stati Uniti il 17 Aprile 2011. Ambientata in un mondo che non è la Terra, in un’epoca storica simile al nostro Medioevo, Game of Thrones è la storia della lotta al potere tra le quattro casate che si contendono il dominio di Westeros ed Essos attraverso intrighi, tradimenti, magia e guerre. La sequenza di titoli d’entrata è stata creata dalla Elastic, agenzia guidata da Angus Wall. Nelle prime scene viene mostrata una sfera armillare al cui centro brilla una potente fonte luminosa. Sui cerchi metallici della sfera sono incise come in un arazzo storie di guerre antiche, suggerendo subito allo spettatore i tratti medioevali ed epici della narrazione. Dalla sfera armillare la visuale si sposta all’esterno e ci si accorge che probabilmente la fonte luminosa è un sole, racchiuso all’interno di un’altra sfera che contiene i continenti di Westeros ed Essos. Il territorio è rappresentato come fosse un plastico militare, dove re e regine pianificano le mosse di complessi piani di conquista, mentre a poco a poco dal terreno imponenti città e fortezze sorgono come innalzate da ingranaggi e leve meccaniche. Complotti, sotterfugi, macchinose trame politiche, tutto è rappresentato dall’inarrestabile sorgere dei reami. I titoli sembrano incisi nell’oro, in eleganti caratteri romani, affiancati da pezzi di stoffa che indicano la casata dei vari componenti del team di creazione dello show. Alla fine la camera ritorna sulla sfera armillare mostrando gli stemmi delle case nobili: drago, lupo, leone e cervo.
10
Michele Invernizzi | Tesina Cinema
11