Analisi trimestrale dell edilizia slovacca

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Analisi trimestrale del settore edile slovacco

del 9/4/2013

L’edilizia slovacca si è ridotta di più di un quarto rispetto al suo valore massimo ...... 2 Le predizioni dei direttori delle imprese indicano che il calo continuerà anche nel 2013 .................................................................................................................................................................... 2 Il calo nel 2013 dovrebbe raggiungere il 4,3% .............................................................................. 4 Le predizioni delle grandi e piccole/medie imprese .................................................................. 5 Le predizioni del settore edile e di quello civile ............................................................................ 5 Le prospettive per il 2014 ........................................................................................................................ 7 Il margine richiesto ...................................................................................................................................... 8 Un terzo delle imprese è disposta a lavorare anche con margine zero oppure negativo ............................................................................................................................................................. 9 La situazione nel settore delle grandi imprese .......................................................................... 10 La situazione nel settore delle piccole e medie imprese ........................................................ 10 Il rinvio dei pagamenti- accreditamento investitori................................................................. 10


Dopo l’apice raggiunto nel 2008, a partire dal 2012 il settore edile ha perso più di un quarto del suo rendimento. Il confronto tra i primi quattro mesi del 2013 e quelli del 2008 mostra un calo del 52%. Secondo i direttori delle imprese edili, rispetto al 2012, quest’anno il settore edile dovrebbe registrare una diminuzione del 4,3%. Una stabilizzazione, o eventualmente una moderata crescita, potrebbe presentarsi nell’arco del prossimo anno.

L’edilizia slovacca si è ridotta di più di un quarto rispetto al suo valore massimo I dati statistici relativi ai primi quattro mesi dell’anno in corso indicano che il rendimento dell’edilizia slovacca sta continuando a calare. La produzione edilizia, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, è diminuita del 9,5%. La quantità del lavoro delle nuove costruzioni, delle modernizzazioni e delle ristrutturazioni è diminuita del 15,4%. I lavori di restauro e manutenzione sono invece aumentati del 6,9%. L’edilizia slovacca, nel primo trimestre del 2013, ha visto ridurre il suo valore massimo raggiunto nel 2008 del 52%. L’edilizia slovacca ha grandi aspettative in merito ad imponenti progetti pubblici infrastrutturali che se si riuscissero ad ottenere, potrebbero portare ad un grande rifornimento di appalti che allevierebbero la tensione presente sugli altri progetti. Se invece non dovesse velocemente aversi la realizzazione di questi progetti, alcune imprese non ce la faranno e andranno in bancarotta, in quanto non riuscirebbero a sfruttare le loro capacità nemmeno ai prezzi dumping. Jiří Vacek Direttore,CEEC Research s.r.o.

Le predizioni dei direttori delle imprese indicano che il calo continuerà anche nel 2013 Secondo le predizioni dei direttori delle aziende edili, la dinamica del progresso del settore non dovrebbe essere drammatica come all’inizio di quest’anno. Le previsioni attuali sullo sviluppo dell’edilizia slovacca per l’intero anno 2013 indicano un moderato miglioramento rispetto alle prognosi dei direttori effettuate nel marzo dell’anno in corso -


il calo del rendimento dell’edilizia slovacca nel 2013 dovrebbe raggiungere il 4,3%, mentre le previsioni di marzo indicavano un calo annuale del 4,6%. Due direttori su tre

(il 61%) continuano ad aspettare il declino nel settore nel corso del 2013; tre mesi fa la quota era lievemente più alta (63%). Le predizioni dei direttori sono illustrate nel grafico sotto riportato.

La situazione attuale dal punto di vista degli investimenti pubblici comunali è grave. La città di Žilina lotta con i problemi riguardanti l’impossibilità di investire in qualsiasi progetto grande. Questo problema viene collegato all’altissimo indebitamento contratto della città negli anni scorsi e, a causa di questa situazione, attualmente devono essere ripagati i prestiti non rendendo possibile l’utilizzo di nuove fonti finanziarie. La situazione è risolvibile solo con un duro regime finanziario nella gestione di tutte le funzioni vitali della città. Igor Choma Sindaco della città di Žilina La situazione non è molto promettente e il bisogno di investire nell΄infrastruttura comunale rimane alto. La legislazione attuale consente di effettuare investimenti attraverso i contratti di concessione che non vengono inclusi nel debito complessivo comunale e regionale ai sensi della legge sul bilancio comunale, e questo potrebbe essere d΄aiuto soprattutto per la manutenzione stradale e la ristrutturazione degli edifici pubblici. Alexander Slafkovský Sindaco della città di Liptovský Mikuláš


Il calo nel 2013 dovrebbe raggiungere il 4,3% Il mercato è in attesa di grandi progetti riguardanti l΄infrastruttura e nel caso in cui entro un anno si riuscisse ad avviarli almeno al 70-80%, si registrerebbe una crescita elevata. Nonostante ciò, gli effetti della crescita verrebbero percepiti solo tra due anni. Magdaléna Dobišová Direttore generale, Skanska SK a.s.

Personalmente non mi aspetto degli impulsi considerevoli nell΄edilizia slovacca per l΄anno in corso. Essa continua a soffrire non soltanto per la carenza di appalti, ma


anche per l΄irrazionale guerra dei prezzi che influenza significativamente l‘attuale e futura competitività. Anton Barcík Direttore della presidenza e direttore generale, Považská cementáreň, a.s.

Le predizioni delle grandi e piccole/medie imprese Le grandi e piccole/medie imprese indicano un altro peggioramento nel settore delle grandi imprese. La causa si ritrova soprattutto nella mancanza di grandi appalti nel mercato e nella mancanza di trasparenza durante le procedure di selezione. La media ponderata attuale dell΄intero segmento delle grandi imprese indica la contrazione del 5,7% del settore edilizio per il prossimo anno (a marzo è previsto il declino del 3,1%). Anche il numero delle imprese che presumono il declino è notevolmente più alto di quello di tre mesi fa: esso nel corso del 2013 è atteso da sette imprese su dieci di grandi dimensioni (72%, a marzo 58%). Gli investimenti annunciati sicuramente non influenzeranno in nessun modo i risultati delle imprese edili di quest´anno, perché non sono stati valutati ancora nemmeno i primi tender per la costruzione delle autostrade. Miroslav Zobaník Direttore generale Metrostav SK, a.s.

Le predizioni del settore edile e di quello civile Il settore delle piccole e medie imprese ha invece migliorato le sue previsioni rispetto a quelle di marzo e il numero delle imprese che presumono la diminuzione del rendimento è diminuito del 6% (attualmente 58%, a marzo 64%). La media ponderata delle previsioni delle piccole e medie imprese attualmente indica il declino del 3,9% (a marzo del 4,8%). Se prendiamo in considerazione le imprese che si occupano delle costruzioni edili oppure civili, i rispettivi direttori hanno migliorato le loro aspettative riguardo lo sviluppo dell´edilizia nel 2013. Nonostante ciò, la maggior parte dei direttori prevedono un declino del 58% (del 70% a marzo) e la media delle loro previsioni per l´anno 2013 indica un declino nel settore del 4% (a marzo del 5%). La crescita intensiva della prospettiva negativa è presente soprattutto nelle aziende che si occupano dell’ingegneria civile. Sette direttori di imprese su dieci prevede un declino del settore nel 2013 pari al 70% (44% a marzo). La media delle predizioni dei direttori dimostra un declino dell’intero settore del 5,3% (a marzo era del 3,3%).


La percentuale di rispondenti

Lo sviluppo previsto dell’edilizia (media ponderata)

Lo sviluppo previsto del settore riguardo ai singoli segmenti

aumento 0-5% decremento 6-10%

Grandi imprese

Piccole⁄medi e imprese

aumento 610%

aumento 1115%

decremento 11-15%

decremento 16-20%

Settore edile aumento 16-20% decremento >20%

Settore civile aumento >20%

decremento 0-5%

non sa

media

Come indicano i paragrafi precedenti, le prospettive dei direttori per il 2013 non sono molto ottimiste. Lo sviluppo nella seconda metà dell’anno in corso e, soprattutto dell’anno prossimo, dipenderanno in misura notevole dalla capacità del governo di preparare e realizzare in tempo le procedure di selezione e successivamente assegnare la realizzazione di grandi progetti già annunciati all’Incontro dei leader dell’edilizia slovacca nell’aprile del 2013. Tali progetti saranno determinanti per l’intera edilizia slovacca, poiché gli 8 miliardi di euro annunciati per gli investimenti nei prossimi anni sarebbero di notevole aiuto al settore. Già ad aprile ero del parere che il comunicato non avrebbe influenzato il settore edile per quest’anno e ora lo posso confermare. Spero che entro quest’anno si riescano a


concludere i contratti e che si arriverà alla preparazione delle nuove costruzioni per il prossimo anno. Július Mihálik Segretario generale, Doprastav Export & Partner s.r.o.

L’informazione viene percepita in maniera positiva, ma partendo dalle nostre esperienze suppongo che aiuti al mercato slovacco edile avverranno soltanto nel prossimo periodo, dal 2014 fino al 2016. Branislav Lukáč Amm.re della società e direttore TG, STRABAG s.r.o.

Le prospettive per il 2014 In merito alle informazioni riportate si può intravedere un lieve ottimismo tra le imprese, ma allo stesso tempo anche qualche preoccupazione. I direttori delle imprese al momento presuppongono una crescita moderata dell’edilizia slovacca (dell’ 1%) e anche in confronto alle indagini di tre mesi fa si tratta di un lieve miglioramento delle previsioni. I direttori delle piccole imprese edili sono più ottimisti rispetto a quelli delle grandi imprese, che invece predicono un altro declino per l’anno 2014 (temono che il governo non riesca a realizzare i grandi progetti). Dal mio punto di vista, questo annuncio è abbastanza ambizioso ma ancora troppo impreciso per quanto riguarda i tempi e la struttura. L’elemento importante sarà la distribuzione proporzionale del tempo e le condizioni presentate, in modo tale da non deformare il mercato edile. Negli ultimi anni vediamo che alcuni elementi risultano essere nocivi per il mercato: appalti presentati con condizioni non esplicite, presenza delle imprese non competenti e contratti a costo irrealmente basso. Pavol Kováčik Direttore della presidenza, Inžinierske stavby a.s. Košice Per quanto mi ricordo io, si parlava degli 8 miliardi di euro entro il 2015 non nell’ intera edilizia, ma soltanto nell’ infrastruttura - strade, autostrade, ferrovie. Considerando la velocità dei lavori, questa somma è assolutamente irreale. Sarebbe opportuno che i governatori dividessero l’importo per poter finanziare i progetti concreti con le scadenze concrete. Igor Fillo Amm.re, Keller špeciálne zakladanie spol. s.r.o.


Penso che non sia reale investire la parte significativa dei fondi ancora quest’anno. La cosa importante ed essenziale è l’avviamento della realizzazione dei tender esistenti e finirla con le innumerevoli obiezioni. Se ci riusciamo, il 2014 lo vedo positivo. Peter Knap Managing director, TERRASTROJ spol. s.r.o.

Il margine richiesto Con i direttori delle imprese edili abbiamo anche discusso la questione del margine minimo attualmente richiesto per un appalto standard. In media, il margine richiesto (non necessariamente anche realizzato) oscilla verso l’11%; la media è però marcatamente influenzata dal segmento delle piccole e medie imprese. Il margine richiesto dalle imprese grandi è notevolmente più basso rispetto alle imprese piccole (4,4% contro 12,2%). La situazione nella Repubblica Ceca è analoga - il margine richiesto delle imprese grandi è marcatamente più basso rispetto alle imprese piccole (in media il 2,3% contro il 10,8%). A causa del calo consistente del numero totale degli appalti sul mercato, a partire dall’ultima indagine è aumentato il numero delle imprese disposte ad accettare un appalto con un margine zero, oppure negativo. Attualmente si tratta di un terzo delle società (il 35%, un anno fa il 28%). La differenza nell’atteggiamento tra grandi e medio/piccole imprese è notevole.


Un terzo delle imprese è disposta a lavorare anche con margine zero oppure negativo La disponibilità di accettare il margine zero o negativo Sì 35%

No 65%

Non conosciamo il modo di stabilire i prezzi di altre imprese, ma la realtà conferma che le imprese che hanno deciso di seguire questa strategia stanno al momento vivendo dei grossi problemi. Magdaléna Dobišová Segretario generale, Skanska SK a.s. Pensiamo di saper individuare le situazioni in cui il fornitore stabilisce un prezzo marcatamente sottocosto. Spesso ci ritroviamo in situazioni in cui il fornitore che collabora con noi su vari appalti, volendo preservare la sua posizione all’interno della nostra catena dei subfornitori, offre un prezzo che copre soltanto i costi variabili, cercando di recuperare l’eventuale perdita dagli altri appalti. Juraj Hirner Segretario generale, ZIPP Bratislava spol. s.r.o. Ci ritroviamo in queste situazioni molto spesso. Július Mihálik Direttore generale, Doprastav Export &Partner s.r.o. Sì, è un fenomeno relativamente frequente con il quale la nostra società non si identifica. Miroslav Zobaník


Direttore generale, Metrostav SK a.s.

La situazione nel settore delle grandi imprese Nonostante la bassa quantità di appalti sul mercato, solo un’impresa su quattro (24%) è disposta ad accettare un appalto con margine zero o negativo. I motivi sono il declino delle riserve di capitale e la conclusione degli appalti acquisiti durante gli anni di crescita settoriale e con margine più alto, grazie ai quali le imprese durante la crisi potevano permettersi di prendere un appalto ad un prezzo dumping in modo tale da mantenere l’impiego delle capacità e il lavoro per i loro dipendenti. Infine, un altro motivo è dato dall’esperienza di alcune imprese con appalti a margine zero o negativo e la loro accettazione di un altro appalto metterebbe in pericolo la loro stabilità (cosa che peraltro in qualche caso già avviene).

La situazione nel settore delle piccole e medie imprese È cresciuta invece in maniera considerevole la quantità delle piccole e medie imprese che sono disposte ad accettare un appalto con margine zero o negativo (dal 27% dell’anno scorso all‘attuale 37%). Alcune di queste imprese, non avendo lavoro, cercano di allontanare il loro declino in questo modo. Il concomitante problema della riscossione (il pagamento delle somme dovute da parte degli investori o dei fornitori) provoca soltanto l’accellerazione del declino e porta problemi all’intero settore (le complicazioni per l’investitore sono ad esempio causate dal non completamento del lavoro e dall’assenza della possibilità di interporre gli acconti, mentre per i subfornitori e per i partner sono il non pagamento degli appalti ai loro fornitori, ecc..).

Il rinvio dei pagamenti- accreditamento investitori Più di sette aziende su dieci (il 72%) sono disposte, al fine di ottenere un appalto, a offrire al cliente anche il rinvio dei pagamenti (c.d. “accreditamento investitori”). Non si registrano differenze significative in singoli segmenti, ma le grandi imprese del settore edile sono maggiormente disposte a ricorrere al rinvio dei pagamenti. In molti casi viene anche richiesto direttamente dal cliente.

La disponibilità ad offrire al cliente il rinvio dei pagamenti


No 28%

Sì 72% In Repubblica Ceca quasi sei aziende su dieci (59%) sono disposte ad offrire al cliente il rinvio dei pagamenti. Nel caso delle grandi imprese, ben l‘83% di loro avrebbe aderito a questa possibilità.


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