Bacanika Ed39

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SPECIALI

__Sabato 10 ottobre 2015__

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Dopo il via libera dell’Europa

Allevare gli insetti sarà un affare Da grilli, formiche e cavallette si ottengono proteine che costano un decimo rispetto a quelle del manzo ::: MARIANNA BAROLI

Gay (Confindustria): «Occhio al dopo Expo»

■■■ Ricchi di proteine, a

basso impatto ambientale, per molti prelibati, presto europei. Gli insetti commestibili si preparano a invadere anche il Vecchio Continente per finire in tavola. Come accade in molti Paesi del mondo. Il via libera agli artropodi in cucina è arrivato dall’Efsa, l’Agenzia europea per l’alimentazione, che li ha sdoganati imponendo una sola condizione: che siano correttamente allevati, con criteri sanitari precisi.Dunque niente catture estemporanee: per essere posti in vendita, grilli, formiche e cavallette devono avere la carta d’identità ed essere tracciabili. Come accade per le altre specie animali di cui ci cibiamo regolarmente. «L’uso di insetti come fonte di alimenti e mangimi», ha specificato l’Efsa, «ha potenzialmente importanti benefici per l’ambiente, l’economia e la sicurezza della disponibilità alimentare». La crescita della popolazione mondiale e i modelli alimentari sui quali l’umanità ha puntato ben preso non saranno più sostenibili per l’ambiente. Come risolvere però la richiesta di proteine legata all’incremento demografico? Con gli insetti. Tabù culinario per eccellenza nell’emisfero occidentale ma apprezzati da millenni a Oriente. Insomma, prima di tutto è una questione disoldi: un chilo di cavallette, per esempio, offre lo stesso apporto di proteine garantito da 10 hot dog e, addirittura, 6 Big Mac. Numeri destinati a far riflettere anche i meno entusiasti. L’allevamento degli insetti impatterà in modo sostanziale anche in termini ambientali ed economici. Se oggi con 10 chilogrammi di mangime siproduce 1 chilo di carne bo-

«Il bilancio dell’Expo si fa sulle presenze dei visitatori. Quattro milioni a settembre, cinque previsti a ottobre». Così Marco Gay, vice presidente di Confindustria e numero uno dei giovani di Viale dell’Astronomia. «A Fab Food, il padiglione di Confindustria, siamo oltre i 350mila visitatori», ha aggiunto, «ora l’attenzione si sposta sul dopo Expo: un patrimonio del genere, un luogo così infrastrutturato e conosciuto nel mondo, non può essere lasciato vuoto».

McDonald’s sceglie i fornitori under 40

vina, 3 di carne di maiale o 5 chili di pollo, con la medesima quantità di mangime si possono ottenere 9 chili di insetti. Il tema è uno dei più discussi in questi sei mesi di Expo. E ieri al Parco Tecnologico di Lodi, dopo il flop delle salse a base d’insetti offerte al padiglione del Belgio e l’assenza di qualsiasi altro tipo di artropode commestibile all’interno del sito espositivo, si è parlato di cibo del futuro e neldettaglio proprio delle abitudini e delle normative sull’alimentazione a base di invertebrati di ogni genere. Difficile dire se locuste,grilli, vermi e cavallette, in salsa o sotto forma di carne, serviti dolci e salati, come contorno o come portata principale, siano destinati davvero a con-

quistarsi un posto d’onore nella dieta degli italiani. A confermare che questi cibi non convenzionalihanno tutte le carte in regola per diventare un alimento del futuro, è Carlo Spinelli, in arte Doctor Gourmeta, autore di «Bistecche di formica e altre storie gastronomiche» che paragona gli insetti alla «blasfemia gastronomica che era considerato il mangiare pesce crudo o il sushi in un ristorante solo 15 anni fa». Ma di cosa sanno gli insetti? Le locuste se saltate in padella, assicura Spinelli, ricordano il bacon, mentre il gusto del grillo si avvicina molto a quello della frutta fresca. Per non parlare poi della borsa melaria dell’ape, una gocciolina simile alla rugiada contenuta nel torace dell’in-

settino giallo e nero e che, come sottolinea Spinelli «è un’esplosione di miele a tutto tondo». Gli insetti sono entrati stabilmente nella dieta di base in molti Paesi come il Belgio o la Danimarca. E perfino nelle mete chic come Londra e Parigi in cui i risotti arricchiti con formiche o cavallette so-

no diventati un vero cult. Difficile dire se possano sfondare anche da noi. D’altronde bisognerà pazientare poco per verificarlo. L’apertura decisa dell’Agenzia alimentare europea ha fatto cadere gli ultimi vincoli sanitari alla loro diffusione sulle tavole del Belpaese. Non resta che assaggiarli.

Al cluster del caffè 10 milioni di accessi Illy, official coffee partner dell’Expo, a poche settimane dalla chiusura dell’esposizione milanese, ha superato all’interno del Cluster Caffè i 10 milioni di accessi. «Un record assoluto - si legge in una nota della società - con una media di circa 153 mila accessi giornalieri». Le visite guidate tradizionali sono state oltre 22mila, più di 4mila quelle digitali realizzate con gli occhiali Epson Moverio. Oltre 8.000 persone hanno partecipato ai corsi dell’Università del caffè.

Turismo a tavola

Italiani conquistati dalla Colombia Quasi uno su tre pensa di visitarla ■■■ La Colombia diventa

meta turistica prediletta dagli italiani. Complice l’Expo 2015, senza ombra di dubbio. Il padiglione, uno dei più visitati e ammirati ditutta l’esposizione milanese, raccoglie al suo interno una perfetta riproduzione del territorio, delle aree climatiche colombiane, dell’offerta culturale e gastronomica. Proprio per la vivacità di quest’area, animata da concerti e spettacoli di musica, frutti esotici proposti come spuntini e offerti a chi sosta per ore in coda all’esterno dell’area espositiva, la Colombia è divenuto uno dei Paesi che più stanno incuriosendo gli italiani. Quasi uno su tre, una volta concluso il tour del padi-

glione,chiede informazioni turistiche. La Colombia si propone come meta praticabile in ogni periodo dell’anno, grazie anche all’alta concentrazione di italiani nel Paese. A Cali, per esempio, la terza città per dimensione ditutto lo Stato e capitale della salsa, a richiamare gli italiani non solo è la numerosa comunità di emigrati dal Belpaese, ma anche la tradizione e il clima piacevoli che distinguono questa regione affacciata sul Pacifico. «Cali è inoltre la seconda destinazione gastronomica della Colombia», ci spiega Maria Helena Quinonez Salcedo, segretaria della Cultura e del Turismo di Cali, «grazie ai suoi piatti tradi-

zionali del Valle del Cauca e un’attenzione particolare alla cucina internazionale». «La cucina italiana», sottolinea il ministro «è particolarmente apprezzata all’interno delterritorio colombiano e subisce le influenze della cucina tipica locale». Nell’area gastronomica del padiglione, oltre alle molteplici qualità di caffè proposte all’interno di un locale frequentatissimo, il Cafè de Colombia, si possono assaggiare alcunidei piattipiù noti della tradizione locale che vengono preparati quotidianamente nella cucina a vista del piccolo ristorante. Sedetevi a uno dei tavolini all’esterno del padiglione o la-

McDonald’s Italia ha presentato ieri all’Expo i venti giovani agricoltori selezionati per «Fattore Futuro», il progetto nato con l’obiettivo di accompagnare i giovani imprenditori agricoli nello sviluppo delle loro aziende. La multinazionale del panino ha selezionato fra 130 candidature di under 40 i venti che entrano a far parte dei fornitori italiani di McDonald’s per tre anni. I giovani operano all’interno di sette diverse filiere: carne bovina, carne avicola, grano, insalata, patate, frutta, latte.

Cresce ancora l’export dei formaggi italiani Una colombiana in abito tradizionale accoglie i visitatori

sciatevi cullare da una della amache disponibili per chi vuole concedersi un po’ di siesta dopo una lunga giornata di peregrinazioni fra Cardo e Decumano. Ordinate un’arepa con carne, una piccola frittella di pane preparata con farina di mais acqua e sale e tagliata come fosse un saccottino per essere imbottita di sfilaccetti di carne, In alternativa potete gustare una patacon con queso, una cialda prepa-

rata con banane schiacciate e servita con pomodoro e formaggio. Accompagnate il tutto con le più classiche empanadas e un succo fresco, in vero stile colombiano. Il più buono? Quello con la maracuja, il frutto della passione. Dolce e al contempo aspro, delicatissimo, ed estremamente dissetante è la bevanda più richiesta dai visitatori che desiderano un momento di relax dopo aver visitato il padiglione.

I formaggi italiani sono una delle eccellenze del made in Italy a tavola. Ma nella classifica dell’export al di fuori d’Europa, a dispetto della notorietà mondiale, siamo soltanto quarti con 49.100 tonnellate di formaggi vendute da gennaio a luglio, in crescita del 2,5% sul 2014. Restiamo distanti dalle 76.800 tonnellate dell’Olanda, il principale produttore europeo. Fanno meglio di noi pure Francia (61.800) e Germania (53.700).


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