REFLECT 1/ 16
Restauri di successo in denti latero-posteriori L’efficiente otturazione di cavità con compositi Bulk Fill
Restauro implantare avvitato La realizzazione di una struttura fresata in ossido di zirconio
Vedere, riconoscere, realizzare L‘analisi del colore e l‘attuazione nella ceramica da rivestimento estetico
EDITORIALE
Gentile Lettore Benvenuto alla prima edizione di Reflect dell’anno 2016! Il mercato dentale si trova tuttora in piena pressione concorrenziale. In tutto il mondo i pazienti si aspettano soluzioni estetiche da parte di competenti esperti che lavorano con materiali dentali e procedimenti innovativi ed affidabili. A Lei, in qualità di nostro stimato cliente, vogliamo offrire anche quest’anno prodotti innovativi, che Le porteranno vantaggi tangibili per lo studio dentistico o il laboratorio odontotecnico. Di questi non approfitterà soltanto Lei, bensì ne trarranno benefici anche i Suoi pazienti. I nostri moderni prodotti e processi vengono commercializzati da una crescente rete di filiali e rivenditori autorizzati in tutto il mondo. Ci impegniamo con passione per poter offrire ai nostri clienti ottimali prestazioni, possibilità di formazione e supporto. Questa edizione di Reflect presenta una panoramica della nostra versatile gamma a disposizione. Colga l’occasione per leggere la rassegna di esperienze da tutto il mondo. Apprenda ulteriori informazioni sul composito modellabile Tetric EvoCeram Bulk Fill, sul composito di elevata qualità IPS Empress Direct, sull’affermato ossido di zirconio Wieland Zenostar e naturalmente su IPS e.max, il nostro disilicato di litio di successo. Spero che apprezzerà la nostra nuova edizione di Reflect!
Cordiali saluti
Christian Brutzer Global Region Head – Asia/Pacific
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INDICE
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ODONTOIATRIA
Realizzazione efficiente ed estetica di restauri nei settori posteriori Una nuova era di materiali Bulk-Fill Dr. Rafael Piñeiro Sande
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Restauri di successo in denti latero-posteriori L’efficiente otturazione di cavità con compositi Bulk Fill Dr. Michael J. Koczarski
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TEAMWORK
Disponibile in versione tablet
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Restauro implantare avvitato nel mascellare edentulo Protocollo operativo per la realizzazione di una struttura fresata in ossido di zirconio Dr. Octavian Fagaras e Milos Miladinov 12 Estetica nei settori anteriori superiori Un approccio operativo orientato al team Sofie Velghe e Aryan Eghbali
ODONTOTECNICA
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Vedere, riconoscere, realizzare L‘analisi ottica del colore e la loro attuazione nella ceramica da rivestimento estetico Bastian Wagner 20
Approfitti delle svariate possibilità della Newsletter digitale per tablet, sfogliando l’articolo ”Restauro implantare avvitato nel mascellare edentulo” di Dr. Octavian Fagaras e Milos Miladinov (pag. 12) in versione tablet. Ammiri le gallerie fotografiche interattive con le ulteriori immagini, si informi sui prodotti utilizzati ed apprenda ulteriori informazioni sugli autori.
La disponibilità di determinati prodotti può variare da paese a paese.
IMPRESSUM
Editore
Pubblicazione
Ivoclar Vivadent AG Bendererstr. 2 9494 Schaan/Liechtenstein Tel. +423 / 2353535 Fax +423 / 2353360
Coordinamento
André Büssers Tel. +423 / 2353698
Redazione
A. Büssers, Dr. M. Dieter, Dr. R. May, N. van Oers, T. Schaffner
Servizio lettori
info@ivoclarvivadent.com
Produzione
teamwork media GmbH, Fuchstal/Germania
3 per anno
Tiratura complessiva 63.100 (versioni in lingua tedesca, inglese, francese, italiana, spagnola, russa e greca)
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O D O N T O I AT R I A
Realizzazione efficiente ed estetica di restauri nei settori posteriori Una nuova era di materiali Bulk-Fill Dr. Rafael Piñeiro Sande, Cambados-Pontevedra/Spagna
Con il completamento del composito modellabile per settori posteriori Tetric EvoCeram Bulk Fill con la variante fluida, Ivoclar Vivadent ha portato i compositi Bulk fill su un altro livello di estetica.
I restauri in composito nei settori posteriori sono di routine nello studio dentistico [1, 2]. Gli odontoiatri osservano con interesse l’ulteriore sviluppo dei materiali e delle tecnologie, per poter offrire ai loro pazienti un trattamento ancora più efficiente. Proprio in tal senso sono stati ottimizzati i convenzionali compositi, portando sul mercato i cosiddetti compositi Bulk Fill. Attraverso una semplificazione della tecnica di stratificazione si possono realizzare in modo razionale otturazioni esteticamente “belle“ nei settori posteriori [3]. Come i convenzionali compositi da stratificazione, anche i moderni materiali Bulk Fill offrono un buon adattamento marginale [4]. Per esempio, offrono una contrazione comparabile o addirittura minore rispetto ai convenzionali, ed un indurimento fino a 4 mm di spessore [5]. Per ottenere risultati ottimali, in generale è consigliabile attenersi ai consigli del produttore in riguardo alla polimerizzazione, rispettivamente all’irradiazione [6].
Il livello successivo Tetric EvoCeram® Bulk Fill disponibile dal 2011, è un composito modellabile per settori posteriori per spessori fino a 4 mm. Il materiale si basa sulla composizione chimica dell’affermato composito universale Tetric EvoCeram, un composito di successo ed affermato clinicamente da dieci anni [10]. Una differenza ed allo stesso tempo un grande vantaggio rispetto ad altri compositi Bulk-Fill è da ricondurre al brevettato foto-iniziatore Ivocerin® [11-13]. Grazie ad Ivocerin si possono indurire in modo affidabile spessori fino a 4 mm.
I compositi fluidi Bulk Fill di regola trovano impiego come primo strato volumetrico in restauri di classe I e II [7-9] e vengono ricoperti con un composito convenzionale o Bulk-Fill.
Il nuovo Tetric EvoFlow® Bulk-Fill annuncia il prossimo passo in avanti riguardo l’ottimizzazione estetica dei materiali Bulk-Fill. Il composito fluido per settori posteriori serve come primo
Fig. 1: Otturazioni di classe II infiltrate sul lato mesiale e distale dei denti 36 e 37. 4
I compositi Bulk Fill modellabili, grazie alla loro stabilità, consentono la riproduzione della naturale morfologia (fessure, cuspidi, ecc.).
Fig. 2: Dopo la rimozione della vecchia otturazione sul dente 37: profondità della cavità di oltre 5mm.
Fig. 3: Mordenzatura selettiva dello smalto con Total Etch per 30 secondi.
Fig. 4: La sostanza dentale dura viene pretrattata con Adhese Universal.
Fig. 5: Applicazione di Tetric EvoFlow Bulk-Fill. È seguita quindi la polimerizzazione con la Bluephase Style per 10 secondi.
strato volumetrico in restauri di classe I e II, nonché come materiale da otturazioni per denti decidui. In interazione con il foto-iniziatore Ivocerin, la tecnologia “Aessencio®“ sviluppata dalla Ivoclar Vivadent consente una fotopolimerizzazione in spessori fino a 4 mm e contemporaneamente quella traslucenza ridotta simile alla dentina, che durante l’indurimento scende dal 28% a < 10%. In tal modo si possono mascherare nella dentina anche aree discromiche del dente. Ulteriori importanti caratteristiche sono il buon comportamento di scorrimento e la consistenza autolivellante nella cavità [14]. Entrambe i compositi riducono lo stress da contrazione poiché oltre ai riempitivi standard, è contenuto un riempitivo speciale: l’inibitore dello stress da contrazione. In tal modo i compositi ottengono caratteristiche simili ai materiali stratificati convenzionalmente [15].
In interazione con il foto-iniziatore altamente reattivo ed il foto-controllore, entrambi brevettati, rispetto ad altri compositi, [16] alle stesse condizioni di luce, offrono un tempo di lavorazione più lungo e tuttavia un breve tempo di polimerizzazione [17].
Fig. 6: La tecnologia Aessencio: la modifica della traslucenza durante la polimerizzazione è visibile. Questo favorisce una migliore integrazione del restauro.
Caso clinico: IPS Empress Direct vs. Tetric EvoCeram Bulk Fill come strato coprente Il paziente presentava nelle superfici prossimali dei denti 36 e 37 restauri di classe II delle infiltrazioni (fig. 1). L’otturazione del dente 36 doveva essere sostituita con Tetric EvoFlow Bulk Fill come primo strato e Tetric EvoCeram Bulk Fill come strato coprente. Per il dente 37 doveva essere utilizzato come strato coprente il composito estetico IPS Empress® Direct, in modo tale da poter valutare le differenze estetiche e rilevanti del processo. Restauro del dente 37 Dopo la rimozione dell’otturazione e l’accurata detersione della lesione cariosa del dente 37, è stata misurata una profondità cavitaria di oltre 5 mm (fig. 2). Prima è avvenuta una mordenzatura dello smalto con acido fosforico al 37% Total Etch per 30 secondi (fig. 3). Come adesivo è stato utilizzato Adhese ® Universal con il confezionamento Vivapen®, per un’efficiente applicazione tramite frizione (fig. 4). Dopo la distribuzione con getto d’aria, è avvenuta la polimerizzazione (Bluephase® Style) per 10 secondi (fig. 5). Grazie alla tecnologia Aessencio, la traslucenza si modifica durante la polimerizzazione, favorendo una migliore integrazione del restauro. Anche in questo caso è stato possibile massimizzare l’estetica (fig. 6). Quindi l’otturazione è stata costruita strato per strato con IPS Empress Direct e modellata con OptraSculpt® (figg. 7 e 8). L’ultimazione del
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Fig. 7: Strato per strato si ricostruisce il dente 37 con … Fig. 8: … l’estetico IPS Empress Direct. Fig. 9: Ultimazione del restauro (Tetric EvoFlow Bulk-Fill e IPS Empress Direct) sul dente 37 con lo spazzolino per lucidatura a specchio Astrobrush.
restauro è avvenuta con lo spazzolino per lucidatura a specchio Astrobrush® con carburo di silicio (fig. 9). Restauro del dente 36 La vecchia otturazione del dente 36 è stata rimossa. Anche in questo caso la profondità cavitaria era di oltre 5 mm (fig. 10). Il pretrattamento del dente è avvenuto analogamente al dente 37 (figg. 11 e 12). Quindi è stato applicato in cavità il composito fluido Tetric EvoFlow Bulk Fill (fig. 13) polimerizzando
con la Bluephase Style per 10 secondi. Come ultimo strato volumetrico, è stato applicato il composito modellabile Tetric EvoCeram Bulk Fill. Con lo strumento OptraSculpt è possibile modellare la superficie occlusale nell’anatomia desiderata (figg. 14 fino a 16). Dopo la lucidatura a specchio con Astrobrush si è presentato un risultato comparabilmente ottimo dei restauri dei denti 36 e 37 (fig. 17). Come provvedimento preventivo è stato infine applicato uno strato di fluoro (Fluor Protector S) (fig. 18).
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Fig. 10: Dopo la preparazione, sul dente 36 si presenta una profondità cavitaria di oltre 5 mm. Fig. 11: Mordenzatura dello smalto del dente 36 con Total Etch. Fig. 12: Pretrattamento della sostanza dentale dura con Adhese Universal.
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Fig. 13: Applicazione di Tetric EvoFlow Bulk Fill sul lato mesiale e distale. La successiva polimerizzazione è avvenuta per 10 secondi con la Bluephase Style.
Fig. 14: Applicazione di uno strato volumetrico di Tetric EvoCeram Bulk Fill.
Fig. 15: Con OptraSculpt si modella la superficie occlusale, …
Fig. 16: … elaborando l’anatomia desiderata.
Fig. 17: Risultato: aspetto comparabile dei restauri dei denti 36 e 37.
Fig. 18: Come provvedimento preventivo, si applica quindi Fluor Protector S.
Conclusioni Tetric EvoFlow Bulk Fill e Tetric EvoCeram Bulk Fill sono materiali da restauro, che possono essere utilizzati in modo sicuro nei settori posteriori. Le differenze estetiche in confronto a compositi stratificati convenzionalmente sono solo minime. L’utilizzo clinico è semplice, pratico e rapido. Bibliografia disponibile su richiesta presso la redazione
Corrispondenza: Dr. Rafael Piñeiro Sande Clínica Dental Piñeiro Sande Riveiro 1, Corbillón 36634 Cambados-Pontevedra Spagna info@pineirosande.com
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O D O N T O I AT R I A
Restauri di successo in denti latero-posteriori L’efficiente otturazione di cavità con compositi Bulk Fill Dr. Michael J. Koczarski, Woodinville/USA
Attraverso l’uso dei moderni materiali Bulk Fill viene scongiurato lo stress da contrazione e le temute fessure marginali, diminuendo così il rischio di carie secondaria e di insuccessi.
La rimozione di restauri posteriori insufficienti, può rappresentare una sfida per il clinico. Al ripristino di un restauro con chiusura marginale ermetica ed all’osservanza dei parametri funzionali, si aggiunge il requisito di una forma dentale estetica. Nell’utilizzo della convenzionale tecnica di stratificazione, in seguito allo stress da contrazione, si può verificare una qualità dei margini insufficiente nonché bolle di aria fra gli incrementi di composito. Il rischio di carie secondaria aumenta. Un’alternativa unica nel loro genere è rappresentata dai compositi Bulk Fill. Questi materiali necessitano di una minima preparazione, consentono l’efficiente riempimento della cavità e consentono, grazie alla loro stabilità, l’elaborazione di una forma dentale anatomica. Grazie alla creazione di un cosiddetto strato ibrido, in combinazione con un buon composito Bulk Fill, si possono realizzare restauri di denti latero-posteriori di eccellente estetica, contorno anatomico e minimo rischio. Creazione di uno strato ibrido Per poter creare un sicuro legame fra dentina, smalto e composito Bulk Fill, dopo la rimozione della carie dovrebbe essere applicato un adesivo e creato uno strato ibrido. Con acido fosforico al 30 – 40 % si mordenza lo smalto ed allo stesso tempo si condiziona la dentina. Il risultato è una superficie dentale idonea all’ancoraggio micromeccanico dell’otturazione [1]. Nella tecnica Total-Etch viene disciolto lo smear layer e la superficie dentinale demineralizzata, garantendo un’ottimale adesione [2, 3]. Tuttavia il condizionamento dentinale può talvolta condurre a ipersensibilità. Per evitare questa complicazione, che riguarda dal 5 – 7 % degli adulti [4], è consi-
Fig. 1: Carie recidivante in zona marginale del dente 37 e carie distale sul dente 36 diagnosticata radiologicamente. 8
gliato Telio® CS Desensitizer. Questo prodotto riduce l’ipersensibilità dentinale e le sensibilità postoperatoria. Attraverso la combinazione di due importanti componenti per la sigillatura dei tubuli dentinali (polietilenglicoldimetacrilato, glutaraldeide) si impedisce un’ulteriore interazione con i materiali utilizzati nella terapia. Un adesivo a cessione di fluoro (ExciTE® F) crea quindi il legame fra sostanza dentale dura e composito. ExciTE F crea un passaggio fra la sostanza dentale idrofila ed idrofoba ed aderisce al composito. Con monomeri idroliticamente stabili, l’adesivo ha un minore contenuto di solvente rispetto ad altri prodotti, facilitando in tal modo un’accurata polimerizzazione dello strato di composito. ExciTE F si distingue per un pratico confezionamento, il VivaPen®.
Evitare la contrazione da polimerizzazione Nel polimerizzare un composito si può verificare lo stress da contrazione. Per evitarlo, è stata introdotta la tecnica di stratificazione incrementale, che però necessita di tempo. Inoltre, in questa tecnica sussiste il pericolo che venga inglobata aria fra i singoli strati. I compositi Bulk Fill invece, sono stati specificatamente sviluppati per essere induriti in un incremento. In tal modo il tempo di trattamento si accorcia ed aumenta l’efficienza nello studio dentistico. Tetric EvoCeram Bulk Fill modellabile può essere indurito completamente in uno strato fino a 4 mm [7], in modo tale che in molte situazioni la tecnica di stratificazione incrementale risulti superflua. Tetric EvoCeram Bulk Fill è un composito nano-ibrido. Grazie all’utilizzo di piccoli riempitivi, il materiale si distingue per una
Fig. 2: Prima vengono rimosse le otturazioni in amalgama insufficienti nonché “grossolanamente” la carie.
Fig. 3: Nel prossimo passo è stato rimosso lo strato superficialmente infettato dalla carie.
Il materiale cede inoltre fluoro, per ridurre il movimento del liquido dentinale e per ridurre la sensibilità postoperatoria. I risultati di studi mostrano, che l’impiego della tecnica Total-Etch è clinicamente di successo [5, 6].
minima usura ed una minima ruvidità superficiale. Oltre ad un ottima lucidabilità ed un’elevata lucentezza. Uno speciale riempitivo, “attenuatore dello stress da contrazione”, riduce lo stress da contrazione in modo tale da impedire gap marginali.
Otturazioni latero-posteriori di successo con Bulk Fill Dopo la creazione dello strato ibrido, il composito Bulk Fill ( Tetric EvoCeram® Bulk Fill) è stato applicato in cavità. I restauri adesivi latero-posteriori diretti offrono il grande vantaggio, che deve essere rimossa soltanto la sostanza dentale cariosa.
Moderni materiali Bulk Fill dovrebbero presentare diverse caratteristiche. A queste appartengono il minimo stress da contrazione, l’ottimale qualità dei bordi, un’elevata stabilità nonché eccellenti caratteristiche di lucidatura ed un aspetto estetico.
Tempo di lavorazione ed estetica Grazie al nuovo foto-iniziatore brevettato da Ivoclar Vivadent Ivocerin ®, Tetric EvoCeram Bulk Fill può essere indurito in modo più rapido e profondo rispetto ad altri materiali compositi. In interazione con l’attenuatore dello stress da contrazione, è possibile ottenere un’ottimale qualità dei margini. Ulteriori vantaggi del foto-iniziatore in combinazione con il controller della luce, sono un tempo di lavorazione prolungato ed un tempo di polimerizzazione rapido, una combinazione unica nel suo genere. Grazie alla consistenza plastica, il materiale può essere facilmente applicato e contornato con convenzionali strumenti. In Tetric EvoCeram Bulk Fill inoltre, l’indice di rifrazione dei riempitivi è calibrato con l’indice di rifrazione del monomero. Questo aumenta l’effetto “camaleontico”. Il restauro si integra armonicamente nell’arcata dentale naturale.
Sia che il composito venga applicato in uno o più strati, sono importanti tempi di lavorazione idonei per la modellazione e rifinitura. L’obiettivo è di ottenere una forma naturale, una corrispondenza cromatica estetica e lunga durata.
Il caso Una signora 45enne si è presentata con una carie recidiva sul dente 37 ed una carie visibile radiograficamente sul dente 36 (fig. 1). Per l’isolamento dei denti cariati, è stata applicata una diga. Prima sono state rimosse le otturazioni insufficienti in
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Fig. 4: Dopo l’applicazione di una matrice parziale, lo smalto è stato mordenzato per 5 secondi (Total Etch).
Fig. 5: L’area dentinale della preparazione è stata trattata per ulteriori 10 secondi con gel mordenzate. In tal modo sono risultati tempi di mordenzatura di 15 secondi per lo smalto e 10 secondi per la dentina.
Fig. 6: Per chiudere i tubuli dentinali e ridurre l’ipersensibilità postoperatoria, dopo il risciacquo, è stato applicato per 20 secondi Telio CS Desensitizer.
Fig. 7: Applicazione dell’adesivo sulla superficie preparata del dente 36.
Fig. 8: Le aree di adesione sono lucide, il che indica un’ottimale strato ibrido.
Fig. 9: Tetric EvoCeram Bulk Fill è stato applicato in colore IVA e compattato con un otturatore a sfera.
Fig. 10: I restauri sono stati modellati con la parte finale appuntita di uno strumento P1, elaborando la forma anatomica definitiva.
Fig. 11: Dopo la rimozione della matrice, uno strumento diamantato a fiamma serve ad ultimare la forma dentale.
Fig. 12: I restauri in composito dopo una settimana: chiusura marginale ermetica, forma anatomica e colore naturale.
amalgama e la carie. È rimasta della dentina discromica (fig. 2), dalla quale, nel prossimo passo, è stato rimosso cautamente soltanto lo strato superficiale infetto da carie (fig. 3). Le preparazioni giustificano restauri diretti, in quanto le larghezze dell’istmo si trovavano nell’area di 1⁄3 delle superfici occlusali. In base ai vantaggi citati, Tetric EvoCeram Bulk Fill è stato scelto come materiale da restauro. Nella scelta del colore, il paziente in genere viene abbinato ad una delle tre categorie: colore universale A ( IVA), colore universale B ( IVB) oppure bianco per denti decidui oppure denti chiari ( IV W). In questo caso, è stato scelto il colore universale IVA. Sul dente 36 è stata applicata la matrice parziale ed effettuata la tecnica Total-Etch. A tale scopo il gel mordenzante (Total Etch) è stato applicato per 5 secondi sul bordo dello smalto e quindi la rimanente preparazione è stata mordenzata per 10 secondi (figg. 4 e 5). Con questo procedimento, si possono rispettare i tempi di reazione di 15 secondi per lo smalto e 10 secondi per la dentina. Per evitare un’ipersensibilità post-operatoria della dentina, dopo l’accurato risciacquo è stato applicato Telio CS Desensitizer (fig. 6) (tempo di azione 20 secondi). Infine è stato applicato l’adesivo ExciTE F, lasciandolo agire prima per 20 secondi (fig. 7) e poi indurire 10 secondi ad un’intensità luminosa di oltre 500 mW/ cm2. Lo strato ibrido definitivo è stato creato. Tutte le zone trattate erano lucide ed erano pronte per la tecnica di restauro diretta (fig. 8). Tetric EvoCeram Bulk Fill è stato distribuito uniformemente nella cavità con un otturatore a sfera (fig. 9) La modellazione in forma anatomica desiderata è avvenuta con la parte terminale appuntita di uno strumento P1 (fig. 10). Il composito è stato polimerizzato per 10 secondi ad un’intensità luminosa di oltre 1 000 mW/cm2. Dopo la rimozione della matrice, è stata necessaria soltanto la rimozione di minime eccedenze ed la lucidatura. A tale scopo è stato utilizzato uno strumento diamantato da 40 μm con il quale è stata creata una forma
dentale anatomica (fig. 11). È seguita la lucidatura finale per un’ottima brillantezza. La paziente era molto soddisfatta del risultato (fig. 12). Conclusioni Con la creazione di uno strato ibrido e l’utilizzo di un moderno composito Bulk Fill, si possono realizzare in modo prevedibile ed estetico restauri diretti nei denti latero-posteriori. Lo strato ibrido, in combinazione con la tecnica Total Etch, è l’ideale base per un sicuro legame fra sostanza dentale e composito. L’applicazione di Tetric EvoCeram Bulk Fill minimizza la contrazione da polimerizzazione e lo stress da contrazione. Il risultato è un restauro di lunga durata con buona qualità marginale. La tecnica descritta può ridurre la probabilità di carie secondaria e porta a risultati funzionali ed estetici. Bibliografia disponibile su richiesta presso la redazione
Corrispondenza: Dr. Michael J. Koczarski Koczarski Aesthetic & Laser Dentistry 17000 140th Ave. NE, Suite 202 Woodinville, WA 98072 USA drmike@nwsmiles.com
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TEAMWORK
Disponibile anche per tablet
Restauro implantare avvitato nel mascellare edentulo Protocollo operativo per la realizzazione di una struttura fresata in ossido di zirconio Dr. Octavian Fagaras, Bucarest, e Milos Miladinov, Timis‚oara/Romania
Il rivestimento estetico di una struttura in ossido di zirconio richiede un’abilità manuale ed un know-how tecnico-merceologico. L’uso corretto dei materiali è determinante per il successo.
Un restauro avvitato e quindi dovutamente rimovibile è un concetto affermato per il trattamento protesico implantare del mascellare edentulo. Quale materiale da struttura p.es. l’ossido di zirconio può supportare un risultato a lungo termine. I moderni ossidi di zirconio, come Zenostar ® T (Wieland Dental) e gli innovativi sistemi ceramici di rivestimento estetico (IPS e.max® Ceram) consentono di conferire in modo efficiente al trattamento protesico un gioco naturale di colori. Fondamentalmente l’ossido di zirconio è un materiale impegnativo, che richiede un impiego tecnicamente corretto. Introduzione al caso Era pianificato un ponte avvitato, supportato da impianti, nel mascellare superiore edentulo. Sulla base di un mirato backward planning sono stati inseriti sei impianti nel mascellare del paziente. Dopo la guarigione, nella zona visibile gli impianti sono stati muniti di abutment per l’avvitamento trasversale. Nella zona dei molari il ponte definitivo doveva essere avvitato occlusalmente. Parametri importanti per la realizzazione della struttura Quale base per la realizzazione supportata da CAD/CAM (Zenotec, Wieland Dental) della struttura in ossido di zirconio, è servito un setup del restauro pianificato, che dopo la digitalizzazione nel software design è stato ridotto come un cut-
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Fig. 1: Costruzione fresata in cera per il controllo dell’adattamento.
back. In tal modo si è potuto creare sufficiente spazio per il rivestimento estetico. Per il controllo la costruzione digitale è stata fresata prima in cera, per controllare l’adattamento e la precisione (fig. 1). È seguito il fresaggio della struttura in Zenostar T. Nella realizzazione della struttura è stato sottolineato che sinter drops per il sostegno occlusale del restauro durante la sinterizzazione in un forno Zenotec portano ad un risultato di sinterizzazione a bassa deformazione. Il restauro non deve essere quindi separato dai perni della barra occlusale di sinterizzazione (fig. 2). In tal modo si possono evitare deformazioni di sinterizzazione indesiderate. Il processo di sinterizzazione ha avuto luogo nel compatto forno per sinterizzazione ad alte temperature Zenotec Fire P1, che viene fornito con programmi preinstallati. La programmabilità libera del forno per sinterizzazione consente inoltre l’impiego di altri programmi di sinterizzazione. Abbiamo scelto il cosiddetto “programma long”. Per ottenere un risultato esatto si regola un tempo di riscaldamento e raffreddamento possibilmente lungo. Attenzione: il tempo di sinterizzazione per quanto possibile non dovrebbe essere ridotto. Dopo la sinterizzazione, la struttura si è presentata con la precisione desiderata. Il restauro era stato supportato in modo ottimale dalle sinter drops posizionate occlusalmente (fig. 3).
Fig. 2: La struttura è stata trasformata in ossido di zirconio (Zenostar).
Fig. 3: Sinterizzazione della struttura. Piccole gocce di sinterizzazione sulla struttura supportano il restauro durante la sinterizzazione.
Fig. 4: Controllo dell’adattamento delle capsule in titanio dopo la sinterizzazione.
Fig. 5: Confronto della costruzione in cera della struttura sinterizzata.
Le capsule in titanio per gli avvitamenti erano facilmente inseribili nella struttura (figg. 4 e 5).
Attenzione: di conseguenza i programmi devono essere modificati prima della cottura ZirLiner (IPS e.max Ceram ZirLiner): · lungo termpo di preriscaldo · lungo tempo di raffreddamento
Il programma di sinterizzazione consigliato: · 20 – 900 °C per 1 h 30 min. (600 °C/h) · Tempo di tenuta 900 °C per 30 min. · 900 – 1 450 °C per 2 h 45 min. (200 °C/h) · 1 450 °C per 2 h · Raffreddamento 600 °C/h di 1 450 a 900 °C · 900 – 300 °C per 1 h 12 min. Preparazione per il rivestimento estetico Per i passi successivi oltre all‘abilità tecnica, erano importanti la conoscenza dei parametri di cottura dei materiali e le impostazioni del forno.
Poiché l’ossido di zirconio rispetto ad altri materiali è un cattivo conduttore di calore, la velocità di riscaldamento deve essere corrispondentemente bassa. Soltanto in tal modo si può garantire una distribuzione equilibrata della temperatura nella zona di legame fra la struttura ed il rivestimento estetico. Da questo a sua volta risulta un legame ottimale nonché una contrazione uniforme dello strato ceramico. Un raffreddamento lento del restauro evita il rischio di tensioni nel restauro sottoposto a cottura; in tal modo il rischio di distacchi è minimizzato. Un corrispondente risultato esatto giustifica la lunga durata della cottura.
Fig. 6: La struttura cotta con IPS e.max Ceram ZirLiner per il rivestimento estetico.
Sistema ceramica e struttura Il materiale da rivestimento estetico da noi preferito (IPS e.max Ceram) si compone di una nano-fluoro-apatite a bassa fusione. Il materiale presenta una struttura cristallina che si rifà al dente naturale e consente una combinazione regolabile in modo mirato di traslucenza, luminosità ed opalescenza. La struttura (Zenostar T) rappresenta la base ideale per il rivestimento estetico in ceramica. Sulla base del cut-back mirato è possibile realizzare efficientemente un rivestimento estetico. In seguito alla forma dentale ridotta, si garantisce uno spessore costante del rivestimento estetico in ceramica. Ciò favorisce il riscaldamento uniforme della ceramica da stratificazione in fase di cottura del rivestimento. Per il rivestimento estetico della gengiva protesica favoriamo le masse IPS e.max Ceram Gingiva, creando in tal modo parti gengivali di effetto naturale. Le masse vengono applicate e cotte come le masse dentina e smalto. Cottura liner Il primo passo è stato la cottura ZirLiner con IPS e.max Ceram ZirLiner, che ha più funzioni. Da un lato attraverso l’applicazione del ZirLiner raggiunge un ottimale legame fra il rivestimento estetico e la struttura. D’altra parte il restauro conferirà colore e fluorescenza dalla profondità. Si sconsiglia di omettere lo ZirLiner, poiché comporterebbe il rischio di crepe e scheggiature. Prima dell’applicazione dello ZirLiner la struttura deve essere priva di imbrattamenti e polvere. È da evitare qualsiasi contaminazione. L’IPS e.max Ceram Liner dovrebbe coprire completamente la struttura; prediligiamo applicare il materiale in spessori irregolari. Dopo una breve asciugatura segue il processo di cottura (fig. 6). È da modificare l’impostazione del forno. Temp. avvio
Tempo asciugatura
403 °C
8 min.
Temp. salita
Temp. finale
25 °C/min.
960 °C
Tempo tenuta
Vuoto
1 min.
450 °C – 959 °C
Cottura wash In seguito alla bassa conduttività termica dell’ossido di zirconio, la cottura wash è indispensabile. La ceramica da rivesti-
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Fig. 7: Preparazioni per la cottura wash: sia le zone gengivali che quelle dentali sono state ricoperte con le specifiche masse.
Fig. 8: Scelta delle masse dentina desiderate (IPS e.max Ceram).
mento estetico sinterizza miratamente sulla superficie della struttura, ottenendo un legame omogeneo con lo ZirLiner cotto. Per prima avviene la cottura wash nella zona dell’estetica rosa. Il restauro viene posizionato sul portaoggetti e cotto (fig. 7). Quindi si procede con la cottura wash con IPS e.max Ceram Transpa Clear.
Fig. 9: La struttura preparata per la prima stratificazione.
Programma di cottura consigliato per la prima cottura dentina: Temp. avvio
Tempo asciugatura
Temp. salita
Temp. finale
403 °C
8 min.
25 °C/min.
750 °C
Tempo tenuta
Vuoto
1 min.
450 °C – 749 °C
Programma consigliato per la cottura wash: Temp. avvio
Tempo asciugatura
Temp. salita
Temp. finale
403 °C
8 min.
25 °C/min.
750 °C
Tempo tenuta
Vuoto
1 min.
450 °C – 749 °C
Rivestimento estetico individuale dell’estetica bianca Quale colore di base del dente nel restauro presentato abbiamo utilizzato l’A2. Per ottenere un risultato possibilmente caratteristico ed individuale, abbiamo individualizzato le masse ceramica lavorando fra l’altro con Deep Dentin, masse Impulse, masse Intensiv e masse Opal-Effect (fig. 8). Sulla struttura preparata in modo ottimale (fig. 9) abbiamo applicato la ceramica in base allo schema di stratificazione. Per la miscelazione di IPS e.max Ceram abbiamo utilizzato i liquidi Build-up. Ci siamo avvicinati quanto possibile alla forma dentale definitiva (figg. 10 e 11) ed infine abbiamo cotto il restauro.
Figg. 10a e b: Stratificazione della ceramica secondo lo schema di stratificazione definito. 14
Dopo la cottura il ponte è stato rifinito e deterso. Questo passaggio avviene in modo ideale con ultrasuoni in bagno d’acqua o mediante vaporizzatore. Quindi è stata completata la forma con ceramica e si è eseguita una seconda cottura dentina. I parametri di cottura si sono orientati a quelli della prima cottura dentina. Rivestimento estetico individuale dell’estetica rosa Per una conformazione simile alla natura della gengiva protesica sono a disposizione 13 colori IPS e.max Ceram. Con questa molteplicità è possibile elaborare quasi per gioco una conformazione gengivale individuale. Per poter fare la scelta corretta, la scala colori facente parte del sistema offre un supporto ideale. La riproduzione naturale si orienta alle basi anatomiche. P.es. stratifichiamo la zona della gengiva cheratinizzata con una massa ”rosa chiaro“, poiché in questa zona la circolazione sanguigna è di natura meno forte. Contrariamente la zona muco-gengivale viene imitata con masse più inten-
Figg. 11a e b: La struttura prima e dopo la prima cottura dentina.
Figg. 12a e b: Rivestimento estetico della gengiva protesica. È stato creato un design tridimensionale e si è agito con masse di diverso colore.
Fig. 13: Situazione dopo la prima cottura gengivale.
Fig. 14: Il restauro dopo la lucidatura manuale finale.
Fig. 15: Il restauro avvitato sugli impianti.
sive (fig.12). Con un po’ di abilità creiamo un design gengivale tridimensionale e cuociamo il ponte. I parametri di cottura vengono nuovamente adattati e la temperatura viene corretta leggermente verso il basso. Anche nel caso presentato abbiamo proceduto in tal senso.
Programma di cottura consigliato per la cottura di glasura:
Programma di cottura consigliato per la prima cottura gengivale: Temp. avvio
Tempo asciugatura
Temp. salita
Temp. finale
403 °C
8 min.
25 °C/min.
745 °C
Tempo tenuta
Vuoto
1 min.
450 °C – 744 °C
Per la seconda cottura gengivale è stata completata la forma ed è stata nuovamente abbassata la temperatura del forno di 5 °C (fig. 13). Dopo questa cottura il restauro si è presentato tridimensionale e molto naturale. I denti avevano un bel colore di profondità ed una traslucenza calda. Ultimazione In fase di rifinitura del restauro tutta l’attenzione si è rivolta alla tessitura ed alla morfologia. Attraverso il gioco armonico di zone in rilievo ed in profondità abbiamo lasciato inalterate i riflessi di effetto naturale. Oltre alle creste ed alle convessità, l’effetto delle strutture fini non è da sottovalutare (microstruttura). Intenzionalmente abbiamo pertanto introdotto lievi irregolarità, imitando in tal modo una certa vivacità. Infine abbiamo lucidato con gommini e completato con una cottura di glasura (senza massa glasura). Abbiamo raggiunto il grado di lucentezza desiderato attraverso una lucidatura manuale (figg. 14 e 15).
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Temp. avvio
Tempo asciugatura
403 °C
6 min.
Temp. salita
Temp. finale
60 °C/min.
725 °C
Tempo tenuta
Vuoto
1 min.
450 °C – 749 °C
Conclusioni Oltre all’abilità manuale ed ai materiali ottimali, in odontotecnica sono da osservare le conoscenze relative alla merceologia e le caratteristiche specifiche al materiale. In particolar modo in restauri complessi su una struttura in ossido di zirconio, l’impiego corretto è un criterio di successo essenziale. Nel caso presentato siamo riusciti ad armonizzare la struttura ( Zenostar T) ed il rivestimento estetico in ceramica, in modo tale da ottenere un gioco di colore vivo. Sulla base dei parametri di cottura esattamente scelti non sono da aspettarsi distacchi o successive crepe.
Corrispondenza: Dr. Octavian Fagaras Soseaua Nordului Nr. 62, Sector 1 014104 Bucarest Romania office@indent.ro
Milos Miladinov Str. Ardealului Nr. 77 300154 Timis‚oara Romania dentaltech@dentaltech.ro www.dentaltech.ro 15
TEAMWORK
Estetica nei settori anteriori superiori Un approccio operativo orientato al team Sofie Velghe, Kortrijk, e Aryan Eghbali, Bruxelles/Belgio
La collaborazione multidisciplinare è di grande rilevanza per il raggiungimento di un risultato prevedibile. In questo articolo vorremmo sensibilizzare in merito all’esatta analisi del caso e la pianificazione pre-operativa.
Il caso descrive la realizzazione di due incisivi superiori mancanti. Dopo l’estrazione del dente 11 sono state prese misure per preservare la cresta alveolare. Otto settimane più tardi si è potuto inserire un impianto e si è realizzato un ponte provvisorio avvitato. Prima della cementazione del ponte provvisorio è stato estratto il dente 21, sostituendolo immediatamente con un impianto. Introduzione La minaccia di perdere un dente nella zona estetica può causare reali difficoltà ai pazienti [1]. Poiché il tasso di successo e la prevedibilità degli impianti sono migliorati nel corso degli anni, i trattamenti implantari stanno diventando sempre più popolari [2, 3]. Il successo della terapia implantare è determinata non solo dall’osteo-integrazione, bensì anche dall’estetica del risultato.
Un restauro implantare estetico è per definizione un restauro in conformità con le strutture facciali periorali del paziente.
L’aspetto del tessuto peri-implantare, per quanto riguarda l’altezza, il volume, il colore ed i contorni deve armonizzare con quello della dentatura restante. Il restauro dovrebbe imitare l’aspetto naturale del dente mancante, in riguardo a colore, forma, struttura e dimensione, nonché alle proprietà ottiche [4]. Nell’approccio multidisciplinare dovrebbero essere contemplate diverse procedure, quali tecniche mininvasive, misure per il mantenimento della cresta alveolare, innesti di tessuti, trattamenti provvisori e chirurgico-parodontali estetico-plastici. Inoltre è essenziale un’analisi completa, p.es. con Digital Smile Design [5]. Il caso Alcuni anni fa in un giovane paziente sono stati trattati entrambi gli incisivi centrali con corone in metallo-ceramica. Dal punto di vista attuale il restauro è da classificare come insuccesso estetico (fig. 1). Si sono evidenziate significative recessioni gengivali, margini coronali visibili ed una disarmonia fra l’architettura gengivale ed il restauro. Il piano di trattamento prevedeva la sostituzione dei due incisivi centrali con due impianti con corone monolitiche in disilicato di litio. Per raggiungere un’armonia estetica, gli incisivi laterali dovevano essere ricostruiti con composito. Fase chirurgica È stato elaborato un piano di trattamento che prevedeva la sostituzione di entrambi gli incisivi con impianti (NobelActive, Nobel Biocare). Per poter mantenere la papilla fra i denti incisivi, i denti sono stati successivamente rimossi. Si è iniziato con il dente 11. Alcune settimane più tardi è stato estratto il dente 21, trattandolo subito con un impianto. Un ponte provvisorio con una estensione in regio 21 fungeva da modellazione dei tessuti molli. Le immagini da 2 a 5 illustrano la fase chirurgica, in cui è stato forzato il mantenimento del tessuto molle.
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Fig. 1: Passaggio disarmonico fra il margine gengivale ed i restauri in metallo-ceramica. È chiaramente visibile il “collasso” del profilo d’emergenza in regio 11.
Fase protesica Il mantenimento del tessuto molle è un aspetto importante per il successo del trattamento ed la trasmissione delle informazioni all’odontotecnico una sfida [6]. Per simulare l’architettura del tessuto molle, è stata individualizzata la cappetta
Fig. 2: Otto settimane dopo l’estrazione del dente 11. Sono riconoscibili il contorno concavo della cresta alveolare ed il mantenimento dei tessuti molli.
Fig. 3: Dopo l’inserimento dell’impianto in regio 11. Dieci settimane più tardi è stata eseguita la presa dell’impronta della situazione e realizzato un ponte provvisorio con un’estensione per il dente 21.
Fig. 4: Subito dopo l’estrazione del dente 21 è stato inserito il secondo impianto.
Fig. 5: Il ponte provvisorio con l’estensione regio 21 è stato avvitato sull’impianto 11. Dopo due mesi il contorno vestibolare in regio 21 è stato corretto con il trapianto di tessuto connettivo.
per impronta standard dell’impianto 11 ed infine modellati gli impianti in regio 11 e 21 (figg. 6a e b). A tale scopo sono servite una cappetta per impronta individualizzata ed una standard. Il modello in gesso risultante è stato fresato in regio 21. Con un materiale d’impronta in silicone è stato registrato infine il profilo d’emergenza dell’elemento intermedio 21 del ponte provvisorio (figg. 7a fino a c). Questi dati sono stati trasmessi su una cappetta per impronta standard. Il risultato era un’impronta individualizzata della zona implantare 21 (figg. 8a e b)
troppo stretti. Per ottenere un aspetto armonico, il volume dovrebbe essere distribuito su tutti e quattro i denti anteriori. Sono stati realizzati nuovi provvisori avvitati. Precedentemente un adattamento di una modellazione in cera è servita per valutare l’aspetto.
Nella seconda fase si è proceduti con l’analisi della situazione secondo il concetto DSD (figg. 9a e b). Risultava un disequilibrio fra gli incisivi centrali e quelli laterali. Gli incisivi laterali rispetto agli incisivi centrali di forma quadrata risultavano
6a
6b
Per poter ricostruire provvisoriamente gli incisivi laterali con composito, sono state realizzate mascherine in silicone [7]. Con le corone provvisorie ed il mock-up in composito degli incisivi laterali è stato possibile trasmettere la forma della modellazione in cera. Questa “pausa blu“ è servita a controllare il “nuovo sorriso“ in bocca, prima di realizzare i restauri permanenti. La scelta del colore è stata eseguita con l’ausilio di luce polarizzata incrociata. Con il filtro Polar-Eyes si sono potuti eliminare riflessi indesiderati. Per il trattamento protesico
7a
7b
7c
Figg. 6a e b: Realizzazione della cappetta per impronta individualizzata per l’impianto in regio 11. Il profilo d’emergenza del provvisorio deve essere trasmesso sul restauro finale. Con questa procedura si può evitare un “collasso” del profilo d’emergenza durante la presa dell’impronta.
Figg. 7a fino a c: Presa dell’impronta degli impianti in regio 11 e 21 con una cappetta per impronta individualizzata e standard, nonché il modello risultante. 17
Figg. 8a e b: Modello implantare. La zona di base in regio 21 è stata fresata ed è stato registrato con silicone il profilo d’emergenza dell’elemento intermedio in regio 21 del ponte provvisorio.
Figg. 9a e b: Analisi e pianificazione con il concetto Digital Smile Design (DSD). Gli incisivi centrali rispetto agli incisivi laterali erano troppo larghi. Il volume totale dovrebbe essere distribuito sui quattro incisivi.
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Fig. 10: I singoli passaggi della realizzazione intraorale delle ricostruzioni in composito per gli incisivi laterali.
Figg. 11a e b: Risultato: Un quadro armonico in forma, colore e dimensione dell’arcata anteriore superiore.
finale i provvisori sono stati duplicati ed è stata realizzata una copia 1:1 in IPS e.max® Press (disilicato di litio monolitico). Gli impianti sono stati trattati con corone avvitate in IPS e.max Press ed il foro della vite è stato riempito con teflon (PTFE) nonché coperto con composito. Dopo la cementazione gli incisivi laterali sono stati ricostruiti in composito IPS Empress® Direct. Quale strumento ausiliario è servita una mascherina palatale in silicone. La concordanza cromatica del composito scelto con la ceramica IPS e.max è da considerare ideale. Per l’isolamento del campo operatorio è stata impiegata una diga (OptraDam® Plus). La ricostruzione in composito è stata eseguita con tecnica di stratificazione (fig. 10). È stato irruvidito leggermente lo smalto e dopo la mordenzatura (acido fosforico al 37 %, 15 sec., Total Etch) è stato applicato un adesivo foto-indurente (Adhese® Universal), frizionato, nonché foto-indurito il bonding (Bluephase® Style). Nel primo passaggio è stato ricostruito il “guscio dello smalto” palatale. In questo caso sono stati impiegati IPS Empress Direct Enamel colore A2, nonché una mascherina palatale in silicone realizzato con l’ausilio del mock-up. Per il nucleo dentinale è stata scelta la dentina A3, che è servita inoltre per la realizzazione dei mamelloni. Grazie alla traslucenza incisale, creata fra i mamelloni con l’ausilio di IPS Empress Direct Trans Opal, l’effetto è risultato molto naturale. Quindi è stata sovra-stratificata la ricostruzione con IPS Empress Direct Enamel A2. Le strutture morfologiche sono state contornate ed accentuate con strisce diamantate fini, pietre d’Arkansas, strumenti di rifinitura e lucidatura verdi. Per la lucidatura è servita una combinazione di gommini per lucidatura e pasta diamantata. Il risultato è armonico in forma, colore e dimensione dell’arcata anteriore superiore (figg. 11a e b). Discussione Sebbene la presenza di papilla dopo l’inserimento degli impianti singoli non rappresenti una tematica determinante [ 8-10], l’ottenimento della papilla fra i due impianti rappresenta una sfida. Per il mantenimento della papilla in questo caso si è optato per una graduale estrazione di entrambi i denti ed un impiego di provvisori. Inoltre i trapianti di tessuto connettivo in diversi momenti assicurarono un ideale contorno dei tessuti molli. Sebbene nella bibliografia siano presenti poche indicazioni sulla stabilità di trapianti di tessuto connettivo, recenti studi presentano risultati promettenti [11].
Poiché in termini di estetica bianca si auspica un equilibrio armonico fra i denti, si consigliano una pianificazione preoperativa ed un’analisi completa del caso [12]. Anche per quanto riguarda il materiale è importante un’attenta riflessione. Rispetto all’ossido di zirconio o al titanio, restauri in disilicato di litio monolitico non stimolano il legame sub- gengivale verso i tessuti [13]. Abutment ibridi in ossido di zirconio o titanio possono rappresentare un’alternativa. Conclusioni Un approccio multidisciplinare è indispensabile, per ottenere un risultato di trattamento prevedibile. Un’esatta analisi del caso ed una pianificazione pre-operativa sono di estrema importanza. A tale scopo l’analisi foto e video è uno strumento importante.
I lavori protesici sono stati realizzati dalla protesista Sofie Velghe ed il restauro è stato ultimato dall’odontotecnico Stephan van der Made. Gli autori ringraziano il Dentallabor Kwalident ed in particolar modo Stephan van der Made per la sua collaborazione. Bibliografia disponibile su richiesta presso la redazione
Corrispondenza: Sofie Velghe Policlinic Tandheelkunde Veemarkt 16 8500 Kortrijk Belgio Sofie.velghe@me.com
Aryan Eghbali Tandheelkundige Kliniek Vrije Universiteit Brussel Laarbeeklaan 103 1090 Bruxelles (Jette) Belgio aryan.eghbali@vub.ac.be 19
ODONTOTECNICA
Vedere, riconoscere, realizzare L‘analisi ottica del colore e la loro attuazione nella ceramica da rivestimento estetico Bastian Wagner, Monaco/Germania
La varietà di assortimenti ceramici fornisce all‘odontotecnico la possibilità di riprodurre effetti ottici dinamici naturali. Tuttavia, il riconoscere le proprietà ottiche e la loro implementazione è una sfida che può essere vinta solo con molta pazienza e conoscenza. Ogni caso richiede da parte di tutti i soggetti interessati – paziente, odontoiatra ed odontotecnico – la piena attenzione per i piccoli dettagli di tutto il complesso lavoro. Il compito dell’odontotecnico è di realizzare restauri protesici di lunga durata e che per quanto riguarda la perfezione funzionale, biologica ed estetica, soddisfino le esigenze individuali del paziente. Negli ultimi anni, con il progresso delle tecnologie e dei materiali, la professione di odontotecnico è cambiata enormemente. Tuttavia, una grande sfida spesso si presenta tuttora: copiare la natura nella sua perfezione e realizzare un‘armonia orale. In particolare nella realizzazione di restauri nei denti anteriori sono necessarie coerenza e disciplina. Nel caso di una ricostruzione esteticamente piacevole, l‘odontotecnico deve conoscere l‘interazione tra forma del dente, tessitura superficiale, la funzione e l‘azione di fonetica e di colore. Con molta passione per le proprie azioni, la necessaria sensibilità e competenza si possono imitare bene i fenomeni naturali. Tuttavia, è spesso faticoso e richiede una certa pazienza, perché a volte sono necessari più tentativi per il raggiungimento del risultato desiderato. Per ottenere un sorriso estetico ed armonico, la comunicazione tra il paziente, l’odontoiatra e l‘odontotecnico è essenziale. Le aspettative del paziente devono essere comunicate in modo chiaro e comprensibile a tutti i soggetti coinvolti ed i suoi desideri devono essere elaborati nel team. Questo articolo è dedicato al colore dei denti ed alla riproduzione del colore con il sistema di ceramica integrale IPS e.max® Ceram. Sulla base di un caso si realizza la riproduzione di un dente anteriore.
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Proprietà foto-ottiche dei denti naturali Per valutare il colore naturale dei denti si devono considerare tre caratteristiche cromatiche: la tonalità (Hue), la luminosità (Value) e la saturazione (croma). La tonalità è la caratteristica più evidente di un colore. La luminosità determina quanto il colore sia chiaro o scuro. La saturazione descrive la purezza di un colore. Grande attenzione dovrebbe essere prestata alla luminosità del colore. Se il valore di un restauro non è
adattato in modo ideale alla dentatura naturale, possono essere percepite anche le più piccole differenze all’interno della normale distanza di dialogo con un interlocutore [2].
In linea di massima, è importante capire le tre proprietà foto-ottiche, calibrandole individualmente alla situazione con il sistema ceramico impiegato. Principi di selezione del colore Per la scelta del colore viene utilizzata una scala colori, che nella tonalità si presenta come segue: A = arancio C = grigio/arancio
B = giallo/arancio D = marrone/arancio
Affinché l‘analisi del colore non sia compromessa dalla sostanza dentale naturale asciutta, il colore del dente dovrebbe essere determinato prima dell’inizio del trattamento restaurativo. Per la determinazione della tonalità, della saturazione e della luminosità sono d’ausilio campioni di colore dello specifico assortimento ceramica, realizzati individualmente (fig. 1). Le masse ceramica sono calibrate in modo che i colori complessi e le caratteristiche dei denti naturali possano essere valutati meglio. Il colore della gengiva o altre influenze dall‘ambiente influiscono la determinazione del colore. In tal modo ad esempio nella selezione dei colori lo sfondo può modificare la saturazione e la tonalità percepita. Per evitare errori di interpretazione, ha senso coprire la cavità orale scura con una carta grigia di colore neutro. Un‘altra possibilità è quella di impiegare i singoli campioni cromatici sotto contrasti simultanei e successivi attraverso di un supporto di colore gengivale (Gumy, Shofu, Germania). I campioni quindi si trovano sempre esattamente davanti allo sfondo naturale. Il campione del Gumy è disponibile in quattro colori. Se si determina il colore di un dente, il campione cromatico nel Gumy deve essere adattato alla gengiva.
Fig. 1: Campioni cromatici individuali per il sistema ceramico IPS e.max Ceram.
Per l‘identificazione del colore di base si consiglia di fissare su una foto tre differenti asticelle di campione cromatico. In tal modo ne risulta un valore di confronto. A tale scopo è adatto un campione cromatico con una luminosità del dente da ricostruire, nonché uno con un po’ meno valore ed uno con un po’ più valore. Nell‘analisi cromatica pre-operativa dovrebbero essere inoltre valutate informazioni importanti per la scelta dei materiali idonei. Documentazione fotografica della determinazione colore Oltre alla scelta del colore è indispensabile un’esatta documentazione fotografica. Il confronto cromatico fotografico del colore dentale naturale con i tabs cromatici corrispondenti fornisce importanti informazioni. Fondamentalmente le fotografie digitali offrono al team di trattamento uno strumento di comunicazione insostituibile e dovrebbero avere un posto fisso nel corso del trattamento [1]. Durante la realizzazione delle fotografie sono da osservare le seguenti procedure. Il campione cromatico nonché il dente naturale devono essere posizionati parallelamente al piano del sensore della telecamera e ricevere la stessa quantità di luce del flash. Le informazioni sul colore ottenute dalla documentazione fotografica e le caratteristiche anatomiche-morfologiche possono ora essere analizzate sullo schermo. Per evitare informazioni falsificate, il monitor deve essere regolato perfettamente con un “ragno di calibrazione”. Attraverso l‘uso di una carta grigia
Fig. 2: Ricostruzione del dente 11. Determinazione cromatica della situazione iniziale.
durante la realizzazione della fotografia, in caso di valori della telecamera differiti, si mantengono tutte le informazioni mediante allineamento del colore bianco con il programma di elaborazione delle immagini (per esempio Adobe Photoshop Lightroom). Le informazioni non vanno perse o non vengono alterate. Se inoltre le fotografie digitali vengono convertite in una foto in bianco e nero mediante il programma di elaborazione immagini, possono essere visualizzate bene la tessitura superficiale e le differenze di luminosità. Per illustrare meglio differenze e caratteristiche interne, il regolatore di contrasto dovrebbe essere impostato sul “massimo” ed il regolatore “luci” al “minimo”. In tal modo si evidenziano i dettagli in modo ottimale. Le informazioni raccolte vengono trasmesse ad un diagramma di colore, confrontate con i materiali ceramici utilizzati e si ricrea un concetto di stratificazione. Il seguente caso clinico illustra una possibile procedura per la realizzazione del colore del dente valutato. Il caso Sulla base del caso presentato con la ricostruzione del dente 11 è chiaro come possa essere attuata l’analisi cromatica descritta. L’analisi cromatica preoperativa sul dente contiguo 21 presentava una luminosità molto elevata in zona cervicale, nonché nella zona del corpo (figg. 2 e 3). Nel dente naturale si trovavano creste marginali opalizzanti/trasparenti e parti di smalto. La struttura dei mamelloni presentava un valore molto elevato ed un croma leggermente giallognolo
Fig. 3: Scelta del colore con supporto di colore gengivale per le asticelle cromatiche.
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Fig. 4: Determinazione cromatica delle strutture interne.
Fig. 5: Scelta delle masse opalescenti individuali con taps di campioni cromatici individualmente.
(figg. 4 e 5). Come colore di base è stato determinato un BL 3. Per aumentare la luminosità della ceramica IPS e.max Ceram, esistono diverse possibilità. In questo caso, in seguito all’elevato valore di luminosità, la massa dentina B1 è stata aumentata con la massa ceramica molto fluorescente MM-light dall’assortimento IPS e.max. Come materiale portante è servito il grezzo per pressatura MO1 (fig. 6). Nella cottura wash la struttura è stata rivestita con MM light e infine cotta (fig. 7). Nella prima cottura dentina è stata eseguita una sovra-stratificazione uniforme con dentina B1 e MM light. La zona verso le creste marginali con elevata componente di valore è stata inoltre sovrastratificata con Deep Dentin B1 e MM light in un rapporto di 4:1 (fig. 8). Ora la forma del dente è stata completata con dentina BL 3 (fig. 9). Un cut-back in zona incisale e sulle creste marginali è servito per creare spazio per le masse Effect. Per la struttura di mamelloni prima della stratificazione è stata miscelata massa MM light con Essence Lemon e White, fino a quando si è ottenuto il rapporto di miscelazione ideale; quindi è stato fatto un campione di cottura. La miscelazione esattamente calibrata è stata quindi applicata sul piatto incisale del dente (fig. 10) e le creste marginali sono state ricostruite con OE 1. Per completare il piano incisale si è eseguita una stratificazione alternata con OE 2 e OE 3 (fig. 11). Infine è stato imitato l’effetto alone con Incisal Edge sul brodo incisale fino
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Fig. 6: La struttura della corona IPS e.max Press (grezzo MO1) prima della cottura wash.
Fig. 7: Cottura wash e caratterizzazione con MM light prima della cottura.
Fig. 8: La struttura coronale è stata sovrastratificata con dentina B1 e MM light e verso le creste marginali ricostruita con Deep Dentin nonchè MM light (rapporto 4:1).
Fig. 9: Completamento della struttura interna con dentina BL 3.
Fig. 10: Ricostruzione della struttura dei mamelloni con una miscela di MM light e masse Essence.
Fig. 11: Completamento del piatto incisale con masse Opal.
Fig. 12: Risultato dopo la prima cottura.
Fig. 13: Controllo della tessitura superficiale.
Fig. 14: Lavoro ultimato dopo la cottura di glasura.
Fig. 15: Il restauro ultimato del dente 11 in situ.
alla zona prossimale; quindi la corona è stata cotta (fig. 12). Nella seconda cottura sono state eseguite minime correzioni di forma. Per un aspetto esteriore naturale, la struttura superficiale è stata trasferita sulla ceramica e rifinita con la cottura di glasura (figg. 13 fino a 15).
Power dentina e smalto. Sono particolarmente indicate per il rivestimento estetico di strutture più traslucenti, che riflettono meno la luce. In casi di pazienti con luminosità molto elevata, come nel caso qui presentato, in combinazione con le masse Power - anche su strutture più opache – con un minore dispendio individuale, si possono realizzare restauri con la luminosità desiderata.
Conclusioni L’ampio spettro di un moderno assortimento ceramica offre ad ogni ceramista la possibilità di riprodurre una versatilità di effetti foto-dinamici. Riconoscere e realizzare il colore dei denti rimarrà tuttavia sempre una grande sfida. Pertanto, la comprensione della teoria del colore e il confronto intensivo con la propria gamma di ceramica, sono indispensabili. Sebbene vi siano i presupposti merceologico-tecnici per un restauro naturale, ogni odontotecnico deve allenare e sviluppare le sue abilità. La sfida della ricostruzione del colore, in ogni caso di paziente, sarà sempre una nuova. Nell’autunno 2015 Ivoclar Vivadent ha introdotto le masse da stratificazione ad elevata luminosità, le masse IPS e.max Ceram
Bibliografia disponibile su richiesta presso la redazione
Corrispondenza: Bastian Wagner Zahnarztpraxis Dr. Markus Regensburger Effnerstrasse 39a 81925 Monaco Germania wagner.zahntechnik@gmail.com
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