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NE/BZ0103/2008

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Con maggiore luminosità, a raggiungimento dell’obiettivo Realizzare corone estetiche con IPS e.max® Press

Un buon legame Ricostruzione di dente singolo con IPS e.max® CAD-on su impianti

Compositi – Il materiale di scelta Ricostruzione nei settori anteriori con IPS Empress® Direct

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Editoriale

Gentile lettrice, gentile lettore, Recentemente insieme ad un gruppo di odontoiatri ed odontotecnici ho visitato il meraviglioso porto di Sydney. Mentre abbiamo ammirato la bellezza dell’ Opera, un odontoiatra del luogo ci ha spiegato i retroscena dell’innovativa architettura e dell’attenzione universale, di cui gode sempre questo edificio. Molti dei presenti erano già attivi nel campo dentale da molti anni e quindi non era da sorprendersi se abbiamo iniziato a parlare di odontoiatria. Abbiamo parlato di innovazione e del processo che porta all’innovazione. Una domanda sembrava interessare tutti: le aziende dentali ed in particolar modo Ivoclar Vivadent come giungono alle “innovazioni”? Era una buona domanda ed il dialogo che ne è derivato è stato così interessante da non volervene privare.

dotti e sulla sua esperienza quotidiana, per poter condividere le sfide che si pone. Volevo capire i suoi problemi, onde poter orientare l’attenzione della nostra ricerca e sviluppo su queste esigenze. Mi è stato in seguito chiesto se anch’io svolgo attività nella ricerca e sviluppo ed io ho risposto: “Sì, ed in un certo senso la svolge anche lei.”

Ho risposto che l’innovazione può essere definita dal punto di vista scientifico e pratico.

Così è il processo di innovazione e così è anche in Ivoclar Vivadent e nelle altre aziende. La comunicazione assume un ruolo importante quanto la chimica. Cerchiamo di essere buoni ascoltatori; cerchiamo di sviluppare nuovi prodotti che soddisfino le esigenze della clientela.

Queste definizioni sono necessarie, per poter apprezzare in modo adeguato il significato della domanda. Analizziamo in primis la definizione scientifica: dal punto di vista scientifico innovazione significa, creare qualcosa di nuovo: in questo caso può trattarsi di una nuova formula oppure di un nuovo processo, che però deve essere nuovo. In questa definizione l’innovazione risulta dall’orientamento dell’azienda. Normalmente in tal caso riguarda le nuove tecnologie. Nella definizione pratica invece l’attenzione è rivolta perlopiù all’utilizzatore del prodotto e non al produttore. Per l’utilizzatore l’innovazione è qualcosa che migliora una situazione oppure risolve un problema. La domanda è quindi: cosa sono innovazioni, applicazioni scientifiche oppure soluzioni? Questo è il punto centrale, poiché riguarda la domanda secondo il valore dell’ innovazione. Questa è stata anche la domanda basilare durante il nostro discorso al porto di Sydney. Ad uno degli odontoiatri presenti ho detto che prima gli avrei posto domande su pro-

Da sempre il processo di innovazione è relativamente facile da spiegare: nella nostra azienda ed in altre la maggior parte degli sforzi di ricerca sono orientati alle esigenze della clientela. Si determinano le esigenze della clientela, ponendo domande ed ascoltando. Con questo processo si creano ponti – un ponte dal cliente al produttore ed un ponte dalle esigenze del cliente al processo di sviluppo. Questi ponti supportano la ricerca nel trovare soluzioni. Quando l’architetto, incaricato della costruzione dell’Opera di Sydney, per la prima volta ha incontrato i rappresentanti delle autorità preposte alla costruzione, ha chiesto loro quali fossero le loro esigenze e richieste relative alla nuova costruzione. Proprio così anche le aziende dentali devono sapere cosa desiderano e di cosa necessitano i loro clienti. Lo scambio può avvenire formalmente ed in modo spontaneo. Altrimenti la scienza è fine a se stessa.

Il nostro obiettivo è quello di creare innovazioni che aprono nuove possibilità agli odontotecnici, odontoiatri ed ai pazienti. Espresso semplicemente: offriamo prima un orecchio attento ed in seguito innovazioni sensate. Cordialmente

Robert A. Ganley CEO Ivoclar Vivadent

L’immagine di copertina presenta una faccetta in IPS e.max® Press Impulse con il canale di pressatura (Foto: Nicole Schweizer).

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Indice Editoriale Il valore dell’innovazione ......................... ........ 02 Robert A. Ganley (USA)

Odontoiatria Compositi – Il materiale di scelta ........................ 0 4 Dr. Gabriel Krastl (CH) 50+: per un sorriso naturale .............................. 0 8 Dr. Giovanni Molina Lugo, Dr. Francisco Paul Curiel Aguilera e Dr. Carlos A. Ramirez Schleske (MX) 04

Teamwork La “gestione” del sorriso ..................................1 2 Dr. Stephen Phelan (CA) e mastro Odt. Harald Heindl (USA)

Odontotecnica Con maggiore luminosità, a raggiungimento dell’obiettivo .........................1 6

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Mastro Odt. Benjamin Votteler (D) Un buon legame ............................................ 2 0 Mastro Odt. Oliver Morhofer e mastro Odt. Bernd Kobus (D)

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IMPRESSUM Editore

Ivoclar Vivadent AG Bendererstr. 2 FL-9494 Schaan / Liechtenstein Tel. +423 / 235 35 35 Fax. +423 / 235 33 60

Coordinamento

Lorenzo Rigliaco Tel. +423 / 235 36 98

Redazione

Dr. R. May, N. van Oers L. Rigliaco, T. Schaffner

Pubblicazione

3 per anno

Servizio lettori

info@ivoclarvivadent.com

Tiratura complessiva

70.200 (versioni in lingua tedesca, inglese, francese, italiana, spagnola e russa)

Produzione

teamwork media GmbH, D-Fuchstal

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Odontoiatria

Compositi – Il materiale di scelta Ricostruzione nei settori anteriori con IPS Empress® Direct Dr. Gabriel Krastl, Basilea/Svizzera

Il dente naturale, quale esempio da imitare per un restauro estetico, richiede elevati requisiti sia da parte dell’operatore che del materiale. Con i moderni materiali e specifiche tecniche di stratificazione si creano presupposti ottimali per il raggiungimento di risultati estetici predicibili. Il seguente caso evidenzia il restauro di un dente anteriore fratturato e dimostra le proprietà biomimetiche di IPS Empress Direct. La giovane paziente, in seguito ad un trauma anteriore sul dente 11 avvenuto alcuni anni prima, non era soddisfatta dell’aspetto estetico dei suoi denti anteriori superiori e desiderava una correzione. Dopo il trauma era stato eseguito un restauro diretto in composito. L’anamnesi clinica ha evidenziato una dentatura adeguata all’età, priva di carie ed un’ottima igiene orale da parte della paziente (fig. 1). A confronto con i denti contigui, la componente naturale del dente 11 ha un effetto leggermente giallastro mentre la ricostruzione in composito appare traslucente e grigiastra. Ad eccezione del dente 11, tutti i denti reagiscono al test di

Fig. 1 La situazione iniziale presenta una ricostruzione in composito antiestetica sul dente 11.

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sensibilità. La profondità del sondaggio del solco ammonta a meno di tre millimetri. Il dente 11 da trattare presenta una leggera sensibilità alla percussione e dalla radiografia periapicale si presume una lesione apicale (fig. 2). Il canale radicolare sembra ampiamente obliterato. In accordo con la paziente si pianifica un trattamento del canale radicolare sul dente 11. Il dente deve essere sbiancato internamente, per poterlo successivamente ricostruire con un nuovo composito. Trattamento del canale radicolare La trapanazione avviene sotto diga. Nonostante l’impiego di un microscopio operativo, la ricerca del canale radicolare risulta difficile; lo si trova ad una profondità di 13 mm. Dopo la preparazione ed un’applicazione di idrossido di calcio per due settimane, il canale radicolare viene riempito termoplasticamente con guttaperca e sigillante. Il bleaching interno della sostanza dura cervicale sull’11 é stato eseguito con perborato di sodio, fino a quando il colore dentale è risultato adattato al dente contiguo.

Fig. 2 La radiografia con parodontite apicale sull’11


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Fig. 3 Visione dettagliata dei denti 11 e 21

Fig. 4 L’otturazione vecchia è stata rimossa ed è stato preparato il dente 11.

Analisi della forma e del colore dentale Analizzando in dettaglio entrambi gli incisivi centrali si osserva una leggera asimmetria (fig. 3) data dalla configurazione della corona del dente 11, di effetto leggermente più ampio. La paziente conferma di aver avuto un diastema mesiale prima dell’incidente, che era stato chiuso unilateralmente durante il trattamento restaurativo.

sarie soltanto la parte palatale nonché il bordo incisale della mascherina in silicone, quest’ultima viene adeguatamente tagliata con uno scalpello.

La scelta di corrette masse smalto e dentina avviene utilizzando la scala colori del composito IPS Empress Direct. La massa dentina viene scelta in base al colore della zona cervicale del dente da restaurare e la massa smalto viene scelta in base alla corrispondenza cromatica della zona incisale del dente contiguo. La ricostruzione di un dente è molto complessa e deve essere considerata in modo differenziato. Per rendere rilevabile e chiaro il risultato finale desiderato è consigliata una mappatura delle caratterizzazioni del dente. In tal caso fra l’altro si mettono in evidenza le zone di elevata traslucenza oppure di opacità. A questo proposito nella successiva stratificazione può essere di ausilio un’immagine della situazione iniziale e la sua osservazione sul display della fotocamera. È da notare tuttavia che l’immagine digitale fornisce soltanto indicazioni sul posizionamento delle diverse masse di composito ed eventuali supercolori. Il colore giusto non si riproduce attraverso l’immagine fotografica. Nel caso della giovane paziente per la ricostruzione in composito si scelgono le seguenti masse: A3 Dentina, A2 Enamel, Trans Opal e Tetric® Color bianco. Mock-up e mascherina in silicone Per la realizzazione di una mascherina in silicone viene elaborato prima il mock-up. La forma ed il contorno del restauro da eseguire sono ampiamente corrispondenti al dente contiguo 12, in modo tale da rendere necessarie soltanto alcune piccole correzioni della forma. Così p.es. in zona distale viene allungato minimamente il bordo incisale. Il mock-up così realizzato viene fissato con un silicone putty. Poiché per la ricostruzione della zona incisale del dente 11 sono neces-

Preparazione, pretrattamento adesivo e correzione additiva sul dente contiguo Si rimuove il vecchio restauro in composito mediante strumenti ruotanti e si smussano i bordi dello smalto. Per far apparire invisibile il successivo bordo dell’otturazione, si deve eseguire una preparazione leggermente più ampia particolarmente in zona vestibolare (circa 2 mm) (fig. 4). In zona anteriore (fino al primo premolare) viene utilizzata una diga, che fra l’altro assicura la visuale durante il trattamento. Le legature aiutano a isolare completamente i denti anteriori da trattare ed a retrarre la diga fino al bordo gengivale. Per il pretrattamento adesivo della sostanza dentale dura s’impiega un sistema tri-fase di mordenzatura con acido ortofosforico (p.es. Syntac® Classic). Per far apparire simmetricamente entrambi i denti anteriori e per chiudere il diastema, il dente 21 in zona mesiale deve essere leggermente ampliato con masse smalto. Ricostruzione delle superfici palatali e prossimali L’obiettivo della tecnica di stratificazione anatomica è anzitutto la ricostruzione di una “faccetta di smalto” artificiale, che stabilisce palatalmente e prossimalmente il contorno desiderato del restauro. A tale scopo nella mascherina al silicone tagliata, si posiziona prima una piccola quantità di massa smalto trasparente (A2 Enamel), lisciandola con una spatola. Il difetto deve essere coperto completamente con composito. Sul dente 11 preparato, sul limite palatale del difetto si applicata un piccolo (!) quantitativo di Composite “fluido“ (Tetric EvoFlow®). Quindi si può posizionare la mascherina in silicone con la massa smalto dalla zona palatale alla regione anteriore del dente, controllandone la posizione corretta. Qualora la posizione della massa smalto sulla mascherina in silicone risulti corretta, questa basterà fino al limite cervicale del difetto. Il composito fluido applicato sul dente potrà essere parzialmente rimosso assicurando in tal modo un ottimale adattamento marginale.

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Fig. 5 Dopo il pretrattamento adesivo si ricostruisce una “faccetta di smalto“ palatale.

Fig. 6 La ricostruzione del nucleo dentinale avviene volutamente in maniera ampia.

Fig. 7 Il nucleo dentinale ricostruito lascia soltanto poco spazio alla massa smalto.

Fig. 8 Dopo la caratterizzazione con masse traslucenti e opacobiancastre, e successiva modellazione, il restauro è pronto per la lucidatura.

La polimerizzazione avviene anzitutto dalla zona vestibolare. Quindi la mascherina in silicone può essere rimossa con attenzione ed il composito può essere polimerizzato dalla zona palatale. Minimi residui in zona palatale o prossimale possono essere facilmente rimossi con l’ausilio di uno scalpello (gr. 12). La parete palatale elaborata in zona incisale raggiunge esattamente l’estensione desiderata del restauro, tuttavia in zona prossimale non ha alcun contatto con il dente contiguo. Per ottenere contorni prossimali il più naturali possibili, la scelta di una tecnica di stratificazione con una matrice adeguata è decisiva. Poiché il difetto in zona mesiale e distale si trova chiaramente a livello sopragengivale, in questo caso vengono fissate delle matrici trasparenti con cunei in legno. In un minuzioso e difficile lavoro si procede con la ricostruzione della parete prossimale. Dopo la rimozione delle matrici e dei cunei una sottile superficie in composito riproduce in modo ideale i contorni incisali, palatali e prossimali del dente (fig. 5).

ricostruisce il nucleo dentinale (fig. 6). Rispetto al dente naturale esso è più grande ed in zona vestibolare lascia soltanto poco spazio per la massa smalto coprente. È sensato ricoprire ampiamente anche la smussatura dello smalto con massa dentinale. In tal modo si può assicurare che il bordo del restauro non sia visibile come linea grigia. L’estensione e la morfologia del nucleo dentinale in direzione incisale sono stabiliti dai denti contigui o controlaterali. In questo caso si modellano le strutture dei mameloni ed in zona incisale si lascia adeguato spazio per le masse smalto traslucenti (fig. 7). Ogni incremento viene fotopolimerizzato per 20 secondo con la lampada bluephase® LED.

Ricostruzione del nucleo dentinale La successiva stratificazione avviene con massa dentinale opaca (IPS Empress® Direct Dentina, A3). Si

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Caratterizzazione incisale La zona incisale fra i mamelon viene riempita con uno speciale composito (IPS Empress® Direct Opal). In tal modo si può simulare la naturale opalescenza del bordo incisale. Una successiva caratterizzazione avviene attraverso l’applicazione mirata di un supercolore bianco (Tetric Color bianco), per ricreare le opacità biancastre dello smalto.


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Fig. 9 Dopo la lucidatura: con una adeguata tecnica di lucidatura si ottiene una brillantezza superficiale naturale ed una morfologia strutturale naturale.

Fig. 10 Dopo quattro settimane il controllo mostra una situazione clinica congrua.

Fig. 11 La radiografia finale con riempimento del canale radicolare e restauro in composito Fig. 12 L’immagine del sorriso della paziente soddisfatta

Ricostruzione della zona vestibolare Con l’ultimo sottile strato di smalto in zona vestibolare (IPS Empress® Direct Enamel A2) si può ultimare il restauro (fig. 8). Già in questo momento si crea il rilievo superficiale del restauro attraverso l’adattamento del composito morbido con un pennello. La forma del dente dovrebbe essere modellata in modo tale da ridurre al minimo le fasi operative di rifinitura. Rifinitura e lucidatura Minimi residui vengono rimossi con uno scalpello (n. 12). Con adeguate tecniche di rifinitura e lucidatura la brillantezza superficiale e la micromorfologia sono quasi perfettamente adattabili ai denti contigui. Nella zona dei bordi del restauro nonché per correzioni delle zona prossimali ed incisali si utilizzano dischetti flessibili. In zona vestibolare il loro impiego avviene soltanto molto cautamente. In tal modo si evita che venga livellata la morfologia modellata o che inavvertitamente venga addirittura asportata la massa smalto. Le concavità in zona vestibolare qua e là vengono perfezionate con uno strumento per lucidatura al silicone. La lucidatura finale avviene con spazzolini in carburo di silicio (Astrobrush®) (fig. 9).

Ricontrollo Dopo quattro settimane dall’ultimazione del trattamento si dimostra una situazione clinica stabilizzata. Il restauro sul dente 11 è pressoché invisibile ed è riprodotta la simmetria della parte anteriore superiore (fig. 10). Anche durante il ricontrollo radiologico non si denota alcuna particolarità (fig. 11). La paziente non sente disturbi ed è assolutamente soddisfatta del risultato globale (fig. 12). q Corrispondenza: Dr. Gabriel Krastl Leiter Zahnunfallzentrum Basel Klinik für Parodontologie, Endodontologie und Kariologie Universitätskliniken für Zahnmedizin der Universität Basel Hebelstrasse 3 CH-4056 Basel gabriel.krastl@unibas.ch

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Odontoiatria

50+: per un sorriso naturale La protesi totale estetica, supportata da impianti, realizzata con il sistema BPS® Dr. Giovanni Molina Lugo, Colonia Polanco, Dr. Francisco Paul Curiel Aguilera, San Francisco del Rincón, e Dr. Carlos A. Ramirez Schleske, Granada/tutti Messico

Persone vitali e consapevoli della qualità, che vogliono essere attraenti anche nelle tappe più avanzate dell’età vorrebbero un restauro protesico rimovibile in grado di soddisfare la loro vita attiva. Per loro é importante l’estetica e si godono la vita. Affinché l’operatore possa soddisfare questi requisiti sono necessari determinati concetti e materiali. Nel seguente articolo, gli autori descrivono il Sistema Protesico Biofunzionale (BPS) per il trattamento protesico di elevata qualità di pazienti esigenti. Negli ultimi decenni, il Sistema Protesico Biofunzionale si é affermato nel trattamento di pazienti edentuli. Il concetto deriva dall’interazione di prodotti calibrati, dal loro corretto impiego sul paziente, nonché dalla collaborazione professionale di odontoiatra ed odontotecnico. Ne fanno parte fra l’altro strumenti necessari ad ottenere una funzione masticatoria dinamica (per esempio articolatori) oppure specifici materiali calibrati (per esempio resine) con il cui aiuto si possono unire denti per protesi e sovrastrutture e con le quali si riproducono i tessuti morbidi. La gamma di prodotti comprende tutte le componenti cliniche e tecniche, consentendo un ottimale flusso di comunicazione fra gli attori principali, e cioè: fra paziente, odontoiatra ed odontotecnico. La sempre maggiore richiesta di restauri dentali supportati da impianti é comprensibile – anche ad età avanzata i pazienti sono vitali ed attivi. Si godono la vita. Con trattamenti implantari si può raggiungere senza dubbio un notevole miglioramento della qualità della vita. Il vantaggio del sistema BPS: offre tutte le componenti necessarie dalla pianificazione fino alla realizzazione, per ottenere un risultato di successo. Con l’introduzione sul mercato di una nuova

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generazione di denti per protesi – SR Phonares® NHC – é stato possibile aumentare ulteriormente il livello del restauro protesico per il paziente edentulo. Grazie alle sue innovative caratteristiche, quali la resistenza all’abrasione, il minimo accumulo di placca, la ridotta tendenza a decolorazioni, nonché le forme ed i colori naturali, questi nuovi denti per protesi sono la prima scelta per soluzioni protesiche di elevato standard qualitativo. Diagnosi e pianificazione Una paziente di 57 anni si é presentato nel nostro studio dentistico. Desiderava un miglioramento della sua funzione masticatoria nonché un miglioramento estetico della sua protesi. Dall’accurata anamnesi clinica e radiologica, seguita da un’analisi dei modelli in articolatore, é risultata una complessa patologia cronica del parodonto con una prognosi negativa. Ne era colpita l’intera dentizione residua naturale (figg. 1 e 2). Dopo aver discusso varie possibilità terapeutiche con la paziente, é stato accordato il seguente piano terapeutico: q estrazione dei denti compromessi e realizzazione di una protesi provvisoria, q inserimento di cinque impianti nel mascellare superiore e cinque nel mascellare inferiore, q riabilitazione protesica mediante protesi fissa supportata da impianti nei mascellari superiore ed inferiore. Il trattamento provvisorio La prima fase di lavoro é stata quella della realizzazione di protesi immediate secondo il sistema BPS (fig. 3). Contemporaneamente sono state effettuate le estrazioni multiple adattando, ove necessario, la cresta alveolare. Con la protesi provvisoria abbiamo potuto rilasciare la paziente dallo studio.


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Fig. 1 Situazione iniziale: a causa della patologia parodontale anche la dentatura residua é compromessa

Fig. 2 La radiografia illustra l’allentamento dei denti naturali nonché i restauri difettosi.

Fig. 3 Dopo l’estrazione dei denti compromessi avviene l’inserimento di una protesi immediata (realizzata secondo il sistema BPS).

Fig. 4 La protesi provvisoria in cavo orale. Durante la fase di guarigione di tre mesi l’osso si rimodella.

Fig. 5 Pianificazione dell’intervento chirurgico. L’immagine sovrapposta della protesi immediata rappresenta la base per un corretto posizionamento degli impianti.

Fig. 6 Foratura della base dell’impianto con dima chirurgica e posizionamento degli impianti

In tal modo, durante il tempo di guarigione di tre mesi, la paziente era trattata in modo idoneo (fig. 4).

3D. Le protesi provvisorie sono servite come riferimento. In tal modo si sono assicurati il corretto posizionamento e la corretta angolazione di inserimento degli ancoraggi endo-ossei in relazione alla ricostruzione protesica pianificata (fig. 5). Nell’ambito di questo processo, sono state realizzate anche delle dime chirurgiche stereo-litografiche per l’inserimento degli impianti. Questo rende il procedimento meno traumatico per il paziente e garantisce un’elevata precisione (fig. 6).

Il sistema BPS come strumento di pianificazione nella chirurgia dentale computerizzata E’stata effettuata una registrazione Cone-Beam-CT. Sulla base di questa é avvenuta la pianificazione dell’intervento chirurgico per l’inserimento degli impianti con l’aiuto di un programma di pianificazione digitale

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Fig. 7 Montaggio dei denti in articolatore (Stratos 300)

Fig. 8 Sovrastruttura in titanio realizzata al CAD/CAM per il mascellare superiore

Fig. 9 Sovrastruttura in titanio realizzata al CAD/CAM per il mascellare inferiore

Fig. 10 Le protesi ultimate pronte per l’inserimento definitivo

La realizzazione delle protesi La realizzazione delle protesi comprende le seguenti fasi: 1. Sviluppo di una funzione masticatoria dinamica Per le nuove protesi della paziente sono stati utilizzati i denti per protesi SR Phonares NHC. Il montaggio é avvenuto secondo il metodo di montaggio BPSPhonares, lavorando con l’articolatore Stratos® 300 e con i relativi accessori. I dati individuali della paziente sono stati rilevati tramite arco di trasferimento UTS e trasmessi al modello (fig. 7). 2. Realizzazione della sovrastruttura in titanio In considerazione dell’allineamento dei denti, tramite procedimento CAD/CAM abbiamo realizzato una sovrastruttura in titanio. Abbiamo optato per il titanio, perché questo materiale unisce precisione, passività, biocompatibilità, elevata resistenza alla frattura ed un peso ridotto (figg. 8 e 9). 3. Ultimazione delle protesi definitive I denti montati in occlusione dinamica sono stati uniti grazie ad un sistema per la realizzazione di basi protesiche (SR Ivocap® System). Il materiale SR Ivocap HI (high impact) elaborato nel sistema ad iniezione, offre un’elevata resistenza, assenza di rialzo occlusale e

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pertanto un’elevata precisione. Si ottiene un’affidabile unione fra base protesica, denti e sovrastruttura, nonché un passaggio estetico fra i denti ed i tessuti molli adiacenti (fig. 10). 4. Fissaggio della protesi ultimata in cavo orale Le protesi ultimate sono state avvitate con gli impianti ed i fori delle viti sono stati prima coperti con un nastro in teflon e poi chiusi con materiale da otturazione provvisorio (Systemp®.inlay). Per le superfici occlusali dei denti, é stato utilizzato IPS Empress® Direct, in zona gengivale SR Adoro® Gingiva 4. Con il procedimento descritto, la precisione é elevata, in particolare in riferimento alla dimensione verticale ed alla centrica (fig. 11). L’integrazione estetica dei denti per protesi utilizzati nel cavo orale nonché l’eccellente funzione si distinguono notevolmente dalle precedenti generazioni di denti in resina. I denti estetici in interazione con le capacità professionali, manuali nonché la collaborazione in team del’operatore e dell’odontotecnico rendono le protesi supportate da impianti un successo (figg. 12 e 13). Conclusioni Con il procedimento descritto secondo il sistema BPS per il mascellare edentulo é ottenibile un’efficiente


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Fig. 11 Le protesi avvitate in bocca del paziente

Fig. 12 L’eccellente integrazione estetica dei denti (SR Phonares NHC) nonché della componente di tessuti morbidi nell’ambiente naturale

Corrispondenza: Dr. Giovanni Molina Lugo Homero 655 PB – A01 MX-Colonia Polanco, D.F. C.P. 11550 begol@prodigy.net.mx

Fig. 13 Le immagini parlano da sé: la paziente con le nuove protesi a supporto implantare.

funzione masticatoria, nonché elevata estetica e confort. Questo migliora sostanzialmente la qualità della vita del paziente. Per l’odontoiatra che realizza la protesi i vantaggi sono evidenti: può offrire al paziente trattamenti di elevato standard qualitativo, che vengono realizzati con un sistema standardizzato ed affidabile e con il quale si possono risolvere anche casi complessi in modo rapido ed efficiente in termini di costi. q

Dr. Francisco Paul Curiel Aguilera Prol. Josefa Ortiz de Domínguez #408, Zona Centro MX-San Francisco del Rincón, Gto. C.P. 36300 pacocuriel@prodigy.net.mx

Dr. Carlos A. Ramirez Schleske Hospital Español Sala 4 Consultorio 7 Ave. Ejercito Nal 613 004 MX-11520 Granada carsch54@prodigy.net.mx

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Teamwork

La “gestione” del sorriso Correzione mininvasiva di un diastema con faccette in IPS d.SIGN® Dr. Stephen Phelan, Oakville, Ontario/Kanada, e mastro Odt. Harald Heindl, Mill Creek, WA/USA

I nostri pazienti si aspettano restauri che non presentano soltanto una certa funzionalità, bensì che siano allo stesso tempo estetici. Diversamente da quanto accadeva ancora pochi anni fa, i pazienti oggigiorno sono maggiormente informati tramite i diversi media in riguardo alle possibilità ed al potenziale di moderni materiali e procedimenti. Giustamente sperano, che nella “gestione del loro sorriso” otteniamo risultati ottimali. L’obiettivo principale rimane tuttavia sempre il ripristino della salute orale in modo mininvasivo. Nella scelta dell’opzione di trattamento gli odontoiatri e gli odontotecnici non devono considerare soltanto gli aspetti clinici, ma contemplare nella pianificazione anche i desideri del paziente. Nei casi in cui i pazienti rifiutino un trattamento ortodontico, le faccette in ceramica cementate adesivamente rappresentano una possibile opzione, dovendo modificare la forma, la posizione di denti o il colore del dente, chiudere diastemi o spazi cervicali interdentali. In riguardo ai criteri biologici, funzionali, meccanici, nonché estetici queste faccette in ceramica sono un’eccellente possibilità di trattamento. In tal senso il mantenimento dello smalto é l’obiettivo del trattamento.

Fig. 1 Situazione iniziale: per gli uni un ideale di bellezza, per gli altri un difetto – la nostra paziente era insoddisfatta del diastema fra i denti 11 e 21.

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Nella convenzionale tecnica delle faccette, spesso é necessaria la rimozione di molta sostanza dentale sana, il che non è a favore del mantenimento del dente. Moderne tecniche e materiali consentono di ottenere un risultato estetico e funzionale di lunga durata con una minima preparazione. Grazie a strumenti di orientamento diagnostico, come per esempio un wax-up, ed una vetroceramica a base di fluoroapatite (IPS d.SIGN) odontoiatri ed odontotecnici possono realizzare faccette ceramiche mininvasive. Il paziente ottiene in tal modo un trattamento fedele alla natura, estetico e che soddisfa tutti i criteri funzionali. Presentazione del caso La paziente di 52 anni era insoddisfatta della forma e della grandezza dei propri incisivi superiori e voleva inoltre chiudere il diastema fra gli incisivi centrali (fig. 1). Durante un colloquio e consulto della paziente abbiamo deciso di trattare i denti 11 e 21 con due faccette in ceramica (IPS d.SIGN). Con un procedimento a mantenimento dei tessuti volevamo quindi soddisfare il desiderio della paziente. La ceramica da stratificazione a base di fluoroapatite rafforzata con leucite (per esempio IPS d.SIGN) é partico-

Fig. 2 Dopo la preparazione mininvasiva é avvenuta la presa del colore (A1).


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Fig. 3 Il modello di lavoro per la realizzazione delle faccette

Fig. 5 Masse dentina, conoscenze odontotecniche e manualità – in tal modo in diversi singoli strati si crea una faccetta dentale simile al dente naturale.

larmente indicata per restauri ceramici cementati adesivamente come le faccette. Alla particolare qualità del materiale contribuiscono le eccezionali caratteristiche ottiche nonché i buoni valori di abrasione. Le caratteristiche fisiche si avvicinano notevolmente a quelle dei denti naturali. Questo rende IPS d.SIGN il materiale di prima scelta per il trattamento mininvasivo con faccette. Con la tecnica di stratificazione diretta su monconi refrattari, gli odontotecnici possono offrire ai loro clienti ed ai pazienti dei restauri dall’aspetto vitale e la cui fluorescenza non é pressoché distinguibile da quella dei denti naturali. L’elevato valore di luminosità, la consistenza cromatica, l’opalescenza naturale ed un’ampia gamma di possibilità di caratterizzazione offrono allo specialista numerose possibilità creative. Un ulteriore punto a vantaggio é il fatto che con la ceramica IPS d.SIGN è possibile limitare in gran parte la preparazione alla zona dello smalto, minimizzando in tal modo il rischio di dentina scoperta. La preparazione clinica Dopo il consenso della paziente al concetto di trattamento, l’odontotecnico ha realizzato un wax-up diagnostico. Al fine della preparazione mininvasiva, ha modellato esclusivamente addizionando. La forma dentale desiderata é stata applicata sul modello con cera. Questo wax-up diagnostico é stato trasformato in resina (mock-up).

Fig. 4 La stratificazione é avvenuta su monconi refrattari. La mascherina in silicone del wax-up é servita come riferimento.

Pertanto la paziente ha potuto rendersi conto del risultato aspettato già prima della preparazione. La paziente ha acconsentito alla proposta ed il mock-up inserito é servito come modello per la riduzione dello smalto. Dopo l’anestesia é stata determinata la profondità di preparazione nel terzo cervicale. Per questa determinazione della profondità si è utilizzata una fresa diamantata, la mascherina é servita come guida. Con una matita abbiamo contrassegnato il foro in modo da renderlo facilmente riconoscibile. È stato rimosso il mock-up ed é stato asportato lo smalto dentale secondo i requisiti delle preparazioni per faccette con uno strumento diamantato arrotondato (fig. 2). Infine la preparazione é stata controllata con mascherine in resina verticali e palatali. La mascherina era stata precedentemente realizzata secondo il wax-up diagnostico ed offre la sicurezza di aver preparato correttamente la forma della faccetta. E’ stato inserito e controllato il trattamento provvisorio. Alla conformazione degli spazi interdentali é stata prestata particolare attenzione. In questa zona é stato lasciato un po’ di spazio in modo da dare alla gengiva la possibilità di rigenerarsi. Dopo la mordenzatura puntiforme con soluzione di acido fosforico, si sono cementati i provvisori con cemento composito. Dopo alcuni giorni é stata determinata la posizione occlusale con un sistema di arco di trasferimento trasmettendo la documentazione al laboratorio odontotecnico (fig. 3). Lavorazione in laboratorio Le faccette sono state stratificate con ceramica IPS d.SIGN su monconi refrattari (fig. 4). Prima della stratificazione vera e propria, é stato necessario applicare e cuocere materiale Margin in strato sottile sulle zone marginali. E’ seguita l’applicazione di Deep Dentin in zona vestibolare, prossimale ed incisale. Per la stratificazione seguente, la mascherina in silicone del wax-up é servita come base. Con le relative masse dentina e con abilità manuale si sono ricostruiti gli strati in diverse gradazioni di luminosità e traslucenza (figg. 5 e 6).

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Fig. 6 Gli strati sono stati ricostruiti in diverse gradazioni di luminosità e traslucenza

Fig. 7 In zona incisale sono stati applicati i mamelons in strato sottile con specifici materiali di color avorio e crema miscelati manualmente

Fig. 8 Le faccette cotte

Fig. 9 Per poter valutare e gestire la morfologia superficiale le faccette sono state coperte con polvere d’argento.

Fig. 10 Dopo la glasura termica é avvenuta la lucidatura meccanica.

Fig. 11 Le faccette ceramiche filigrane sono risultate convincenti già sul modello.

Infine sono stati applicati sottilmente i mamelons in zona incisale miscelati con materiali di colore avorio e crema (fig. 7). Una miscela di smalto traslucente ed opalescente é servito come copertura per l’intero lato vestibolare delle faccette (fig. 8).

tura i lati interni delle faccette sono stati mordenzati con acido fluoridrico al 9,5% per 60 secondi. Le faccette estremamente sottili in ceramica erano quindi pronte per la cementazione e consegnate all’odontoiatra (fig. 11).

Dopo la prima cottura é avvenuto un primo controllo sul modello maestro. La forma nonché il contorno sono stati completati e le faccette sono state inserite in forno per la seconda cottura (fig. 9). La forma finale e la conformazione superficiale sono state effettuate con frese diamantate e strumenti per lucidatura al carburo di silicio (fig. 10). Dopo la lucida-

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La cementazione Dopo la rimozione dei provvisori era importante lucidare i denti con pomice e quindi detergerli accuratamente. L’adattamento delle faccette é avvenuto prima singolarmente e poi insieme. Soltanto in questo modo si possono controllare in modo ottimale le zone di contatto. Per mostrare alla paziente il risultato delle faccette molto sottili prima della cementazione definitiva, le faccette sono state applicate con un gel Try-in.


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Figg. 12 e 13 Il trattamento cementato

Fig. 14 A due anni dalla cementazione: la gengiva é sana, la paziente tuttora soddisfatta.

Il risultato é stato molto convincente e quindi le faccette sono state cementate secondo il procedimento per la cementazione adesiva con un cemento composito. E’ seguita la lucidatura finale e l’adattamento nonché il controllo dell’occlusione. Il desiderio della paziente é stato soddisfatto: con i restauri é stato chiuso il diastema. Con la “nuova conformazione” dei denti incisivi é stato possibile soddisfare il desiderio di estetica della paziente. Il suo sorriso é ora più spontaneo, si sente completamente a proprio agio (figg. 12 e 13). Conclusioni Faccette cementate adesivamente possono rappresentare un’opzione di trattamento mininvasiva. Qualora si voglia migliorare rispettivamente modificare l’aspetto dei denti incisivi le faccette sono una buona alternativa al trattamento ortodontico. Il materiale a base di fluoroapatite IPS d.SIGN si avvicina notevolmente alle caratteristiche ottiche, alla resistenza all’abrasione ed alle caratteristiche fisiche dei denti naturali. Con questo

materiale si possono realizzare faccette, che non sono pressoché distinguibili dai denti naturali. Il nostro procedimento in questo caso ha consentito la realizzazione di un restauro con faccette altamente estetiche e mininvasive. Sono stati soddisfatti in modo ottimale sia i desideri del paziente che i requisiti funzionali (fig. 14). q

Corrispondenza: Dr. Stephen Phelan 1500 Heritage Way CA-Oakville, Ontario dr.sphelan@cogeco.ca

Ztm. Harald Heindl Aesthetic Dental Creations USA-Mill Creek, WA, 98012 aedecr@comcast.net

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Odontotecnica

Con maggiore luminosità, a raggiungimento dell’obiettivo Realizzare corone estetiche con IPS e.max® Press Mastro odt. Benjamin Votteler, Pfullingen/Germania

La perdita di sostanza dentale dura può avere molteplici cause – ne sono esempio la carie, l’abrasione o anche un trauma. Il restauro del difetto con trattamenti in ceramica cementati adesivamente è generalmente ottimale. Oltre alla stratificazione su monconi refrattari ed alla metodica CAD/CAM, la tecnica di pressatura (pressatura a caldo) rappresenta un’ulteriore variante di realizzazione. Nel caso a seguire l’autore esamina più da vicino questa tecnica. La tecnica di pressatura rappresenta una soluzione ideale per la realizzazione di corone: otteniamo un’elevata qualità (colore, precisione) eseguendo una metodica razionale. Se alla fine il restauro si integra perfettamente nel cavo orale, non dipende soltanto dal concetto di stratificazione dell’odontotecnico, bensì vi è un notevole influsso della ceramica per pressatura utilizzata. Con il nuovo kit IPS e.max® Press Impulse sono a disposizione nuovi grezzi per pressatura, con cui si possono realizzare risultati impressionanti.

Fig. 1 Situazione iniziale: frattura orizzontale con scheggiatura dello smalto

La paziente di 19 anni, all’età di 14 anni, giocando è caduta sullo spigolo di una sedia, con conseguente frattura orizzontale in zona incisale, con scheggiatura dello smalto estesa notevolmente alla zona palatale.

Il materiale giusto In genere impiego un grezzo, che è di una tonalità più chiara rispetto all’effettivo colore del dente. In questo caso non è stato possibile. I grezzi IPS e.max® Press LT (low translucency) nei colori Bleach-BL presentano valori cromatici che in questo caso non erano idonei. Inoltre i grezzi Bleach per corone su colori non discromici risultano troppo saturi ed impediscono il passaggio del colore dei monconi naturali nel restauro. Anche le eccezionali proprietà foto-ottiche dei grezzi per pressatura IPS e.max® Press HT, altamente traslucenti (high translucency) in questo caso non risultavano idonee.

Fortuna nella sfortuna: i due denti incisivi danneggiati rimangono vitali. Fino al termine della fase di crescita la paziente è stata trattata provvisoriamente con otturazioni dirette in composito. Si è dovuti quindi passare al restauro definitivo (fig. 1). Poiché il colore dei denti incisivi in zona dentinale rispettivamente al centro del dente sembrava leggermente più chiaro dell’A1, la scelta del grezzo di pressatura risultava piuttosto difficile.

Tuttavia, come voluto dal caso, alcuni giorni prima durante una formazione interna degli opinion leader nell’ambito della ceramica integrale organizzato da Ivoclar Vivadent, ho ricevuto i primi grezzi da pressatura del nuovo IPS e.max Press Impulse-Kit ed ho potuto già visionarli in bocca al paziente. I nuovi grezzi sono disponibili come grezzi IPS e.max® Press Value (in tre gradazioni di luminosità) e come due grezzi IPS e.max® Press Opal in differenti gradi di opalescenza.

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Fig. 2 Preparazione conservativa per la corona a 360°

Fig. 3 Le strutture modellate per la cappetta in IPS e.max Press

La preparazione è stata eseguita in modo conservativo. Al fine di realizzare una corona a 360° è stata asportata un po’ di sostanza dentale sia vestibolarmente che palatalmente (fig. 2).

Fig. 4 Le cappette dopo la pressatura dei grezzi

Nel caso qui descritto volevo inoltre stratificare individualmente. I nuovi grezzi Value mi sono sembrati proprio i più indicati. La trasparenza di questi grezzi si trova fra quella dei grezzi IPS e.max Press HT e quella dei grezzi IPS e.max Press LT. Inoltre presentano una fluorescenza naturale. La gradazione del croma avviene a tre livelli (V1, V2, V3). Le seguenti informazioni sono risultate importanti per la realizzazione del lavoro: Value 1 si trova nel colore fra HT BL1 e HT BL2, Value 2 e Value 3 si trovano fra LT A1 e HT BL1. Dal mio punto di vista in questo caso il gap nella scelta del grezzo per quanto riguarda la luminosità è stato chiuso perfettamente. L’opalescenza è comparabile a quella del materiale IPS e.max Press HT.

Fig. 5 Si presenta un effetto opalescente naturale delle strutture.

Dopo la presa dell’impronta e la realizzazione del modello sono state modellate in cera delle strutture dello spessore da 0,4 a 0,5 mm (fig. 3) e pressate con grezzi IPS e.max Press Impulse nel colore Value 1 (fig. 4). La temperatura di pressatura dei grezzi corrisponde a quella dei grezzi HT. Lo strato reattivo è quasi completamente rimovibile in fase di smuffolaggio, a 2 bar di pressione e perle in vetro con una granulosità di 50 µm. Il corretto forno per pressatura, secondo il mio parere, assume un ruolo importante per il raggiungimento del risultato – per esempio il Programat® EP 5000 durante il processo di pressatura tratta con riguardo il materiale. La stratificazione oculata Dopo la cottura wash avviene la caratterizzazione con i supercolori IPS e.max® Ceram (Shade ed Essence) in zona cervicale e prossimale (fig. 5). È stato applicato uno strato di dentina, ridotto nella saturazione verso la zona incisale con Transpa Neutral (Tn). In zona prossimale ed incisale si sono potuti imitare gli effetti opalescenti giovanili con Opal Effect 1 (OE1) (fig. 6).

Fig. 6 In zona prossimale ed incisale l’opacità giovanile del dente naturale dovrebbe essere imitata con massa Effect.

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Fig. 7 La ricostruzione dei mamelloni

Fig. 8 Le corone stratificate sul modello

clusione. La lucidatura manuale obbligatoria al motore di lucidatura con una miscela fine di pietra pomice/Sidol e disco in feltro sotto getto d’acqua hanno completato la realizzazione odontotecnica del restauro (fig. 11).

Fig. 9 La messa in prova in bocca al paziente

Già durante la scelta del colore non mi è passata inosservata la struttura dei mamelloni. Con una miscela di masse per mamelloni IPS e.max Ceram è stato possibile riprodurli in modo naturale. Con dentina/OE3 è stato creato un passaggio delicato fra le strutture interne ed il corpo, controllando inoltre il valore di luminosità. In zona vestibolare si è potuta completare la forma del dente con diverse masse smalto ed opalescenti. La stratificazione della cottura principale è stata terminata, incorniciando il restauro con dentina, come effetto alone. La contrazione delle corone è stata compensata attraverso un sovracontorno, per cui non è risultata necessaria una cottura di correzione (fig. 7). Poiché questo è stato il mio primo caso realizzato con il nuovo grezzo Value, ho voluto controllare l’effetto estetico in bocca (fig. 8). L’immagine della messa in prova evidenzia chiaramente che la trasparenza risultava equilibrata: nessun ingrigimento, ma anche nessuna forte copertura del sottofondo (fig. 9). La rifinitura precisa Dedico molta attenzione alla rifinitura della forma e della funzione. Prima della cottura di glasura la struttura superficiale è stata rifinita con strumenti ruotanti – polvere dorata in questo caso è un ausilio idoneo (fig. 10). Dopo la cottura di glasura sul modello non separato si sono dovuti controllare i contatti prossimali, nonché l’oc-

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Il momento emozionante – la cementazione La superficie dello smalto dei denti preparati è stata mordenzata per trenta secondi con acido ortofosforico al 37% e quindi sciacquata per sessanta secondi con spray aria/acqua. L’impiego dell’adesivo a tre flaconi (Syntac® Classic) è avvenuto in base al protocollo d’impiego del produttore. Parallelamente i restauri in ceramica integrale sono stati mordenzati con acido fluoridrico al 9% e dopo venti secondi sciacquati accuratamente con acqua. Quindi i restauri sono stati detersi con alcool ed infine silanizzati con Monobond S. Attenzione: i restauri dopo la fase di bonding (in questo caso Heliobond®) devono essere protetti da luce. Per evitare una contaminazione della superficie condizionata, devono essere mordenzati e silanizzati appena poco prima della cementazione e non già nel laboratorio odontotecnico. Un cemento composito fotoindurente (Variolink® Veneer) in diverse gradazioni di luminosità rappresenta una buona base per la cementazione di queste corone. Il vantaggio di un composito fotoindurente consiste nel fatto che le eccedenze possano essere rimosse senza troppa fretta. Le corone a 360°, preparate e riempite con materiale da fissaggio sono state posizionate esattamente sui monconi preparati e sono state rimosse le eccedenze. In zona prossimale a tale scopo è servito il filo interdentale, in zona marginale un pennello ed in zona palatale una spugnetta. Quindi le corone sono state pre-polimerizzate per 5 sec. ciasc. in zona palatale e quindi vestibolare. Per impedire un contatto con l’ossigeno durante la polimerizzazione (strato inibito da ossigeno) l’operatore ha


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Fig. 10 La polvere dorata é di ausilio per la rifinitura della forma e della funzione.

Fig. 11 Le corone a rifinitura ultimata sul modello

Fig. 12 I restauri cementati si integrano perfettamente con la dentatura residua.

Fig. 13 Il risultato è un’immagine armonica delle labbra ...

Fig. 14 ... corone con un effetto opalescente naturale, una luminosità ideale ed ...

Fig. 15 ... infine una paziente felice.

applicato precedentemente del Liquid Strip sulle fughe del cemento. Qualora ciò non avvenisse, vi é il pericolo che le fughe si decolorino già dopo breve tempo.

fluorescenza ed opalescenza contenuta nel materiale per pressatura. La resistenza alla flessione di 400 MPa tipica di IPS e.max Press fornisce inoltre la sicurezza necessaria al team operativo. q

Infine i restauri sono stati polimerizzati da tutti i lati per sessanta secondi ciascuno e quindi sono stati rimossi i fili di retrazione. È obbligatorio il controllo finale del solco in riguardo ad eventuali residui di cemento composito. Dopo il controllo dell’occlusione statica e dinamica, il trattamento era ultimato (figg. da 12 a 15). Conclusioni I nuovi grezzi IPS e.max Press Impulse Value per quanto riguarda la trasparenza si trovano fra i grezzi di pressatura IPS e.max Press HT e IPS e.max Press LT. Essi supportano perfettamente l’estetica del restauro, grazie alla

Corrispondenza: Ztm. Benjamin Votteler Dentaltechnik Votteler GmbH & Co. KG Arbach ob der Straße 10 D-72793 Pfullingen benni@votteler.eu www.votteler.eu

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Odontotecnica

Un buon legame Ricostruzione di dente singolo con IPS e.max® CAD-on su impianti Mastro Odt. Oliver Morhofer e mastro Odt. Bernd Kobus, Recklinghausen/Germania

Materiali ottimali nonché relative capacità manuali rappresentano il presupposto per risolvere casi complessi, in modo tale che il colore risulti identico in tutti i denti restaurati. Il mastro odontotecnico Oliver Morhofer ha avuto buone esperienze con IPS e.max® e presenta il caso di un paziente, nel quale un restauro di denti lateroposteriori supportato da impianti é stato realizzato con la tecnica IPS e.max CAD-on.

industrialmente in forma di blocchetto. Da questi blocchetti, mediante la tecnica CAD/CAM, si possono realizzare in modo relativamente semplice corone e ponti provvisori indicati per la permanenza in bocca fino a 12 mesi. I provvisori così realizzati possiedono buone caratteristiche fisiche e sono polimerizzati industrialmente in modo tale da non irritare le mucose ed avere una buona compatibilità. Grazie alla superficie compatta la sensazione sulla lingua é notevolmente più gradevole rispetto a molti classici materiali per restauri provvisori. Se si desidera, i restauri in Telio CAD possono anche essere individualizzati.

Per i pazienti l’estetica di un restauro assume un ruolo importante. Sempre più pazienti desiderano pertanto un restauro protesico in ceramica integrale. Così é stato anche per la paziente del caso descritto qui di seguito. L’obiettivo del trattamento erano corone di dente singolo sui denti naturali 44 e 47 nonché un intervento implantare in regio 45 e 46 (Frialit® 2, Dentsply Friadent) (fig. 1). Per motivi di cosmesi, contrariamente alla pianificazione iniziale, nel trattamento é stato incluso anche il dente 43. A tale scopo, é stato necessario ridurre la ricostruzione in metallo presente (fig. 2). Come colore dentale abbiamo optato per la tonalità di base A2. Il trattamento provvisorio é avvenuto con un ponte provvisorio in Telio® CAD. Questa é una resina altamente condensata e realizzata

Poter finalmente rimasticare Nel caso descritto il provvisorio é stato fresato con il sistema inLab-System (Sirona). Quindi é stato necessario soltanto un disco di separazione per rimuovere i punti di distacco. Il provvisorio é stato adattato al modello ed i bordi della corona, gli spazi interdentali, le superfici occlusali nonché la superficie con creste marginali, sono state lisciate con il manipolo e con un disco in silicone. Quindi si lucida a specchio con spazzolino in pelo di capra e panno in cotone e pasta per lucidatura a basso regime di giri e con poca pressione.

Fig. 1 I denti 44 e 47 sono stati preparati per restauri coronali. É stata lasciata la ricostruzione del moncone.

Fig. 2 Contrariamente alla pianificazione é stato incluso anche il dente 43 ed é stata ridotta la ricostruzione metallica presente.

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Fig. 3 Il provvisorio é stato fresato in Telio CAD.

Secondo la nostra esperienza, i pazienti attendono con più gioia il loro trattamento definitivo, se il provvisorio è realizzato in modo funzionale ed estetico. Pertanto utilizziamo – qualora é desiderato – soprattutto in caso di restauri di denti anteriori – le possibilità estetiche del sistema Telio® – con i suoi compositi fotoindurenti ed i materiali per individualizzazione compatibili. In considerazione del breve tempo di permanenza in bocca previsto, in questo caso abbiamo rinunciato alla caratterizzazione individuale con supercolori o con ulteriori masse da stratificazione (fig. 3). Poiché le ricostruzioni metalliche del 43 e 44 comprometterebbero notevolmente il passaggio della luce del restauro, l’operatore le ricopre con composito di colore dentale (fig. 4). Insieme, senza individualizzazione, abbiamo pertanto ottenuto un restauro provvisorio gradevole, che ha pienamente soddisfatto la paziente durante il periodo del trattamento provvisorio. La paziente era contenta di poter masticare nuovamente bene, grazie al ripristino dell’occlusione (fig. 5). La moltitudine di possibilità La paziente era stata trattata con il provvisorio e noi avevamo sufficiente tempo per la realizzazione del restauro definitivo in laboratorio. A tale scopo abbiamo utilizzato la tecnologia CAD-on di nuova concezione, facente parte del sistema IPS e.max. Grazie a questa nuova tecnica, con una nuova vetroceramica di unione (IPS e.max® CAD Crystall./Connect) si possono unire strutture altamente estetiche di rivestimento estetico in vetroceramica al disilicato di litio (LS2) IPS e.max® CAD con sottostrutture in ossido di zirconio stabile (ZrO2) in IPS e.max® ZirCAD. Grazie alla loro elevata resistenza, questi restauri CAD-on sono indicati per ponti con fino a quattro elementi. Poiché la struttura opaca in ossido di zirconio impedisce il trasparire di abutment metallici, IPS e.max

Fig. 4 Si é reso necessario coprire le ricostruzioni in metallo con composito di colore dentale.

Fig. 5 La paziente era soddisfatta dell’occlusione ripristinata con il provvisorio.

CAD-on é indicato anche per restauri supportati da impianti. La struttura e la sovrastruttura di rivestimento estetico vengono costruite con il supporto di software e fresate l’una dopo l’altra nella stessa unità di fresaggio. Dopo la sinterizzazione della struttura in ossido di zirconio, entrambi gli elementi vengono uniti con la vetroceramica di unione IPS e.max CAD Crystall./Connect, così che il restauro da un lato fornisce eccellenti risultati estetici e contemporaneamente é notevolmente resistente e duraturo. Vantaggio della varietà Nel nostro caso qui presentato i monconi e gli impianti dovevano essere trattati singolarmente. Noi sfruttiamo la versatilità di materiali di IPS e.max per ottenere quindi un risultato estetico e di lunga durata. Poiché il colore dei monconi dentali influisce su un restauro in ceramica integrale, é necessaria la comunicazione del preciso colore del moncone all’odontotecnico. Inoltre per la scelta del corretto colore dentale e quindi del corrispondente materiale di una precisa comunicazione fra operatore ed odontotecnico. Per poter coprire la ricostruzione del 44 nonché entrambi gli impianti, abbiamo realizzato delle cappette in ossido di zirconio con il software inLab, fresandole da un blocchetto colorato IPS e.max ZirCAD del colore MO 1. Il software per la lavorazione multistrato consente di realizzare virtualmente la struttura di rivestimento estetico CAD-on per il 45 e per il 46 nello stesso processo di costruzione digitale.

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Fig. 6 Gli abutments sono stati trattati con un restauro IPS e.max CAD-on.

Fig. 7 Le strutture di rivestimento estetico sono state adattate allo stato non sinterizzato e leggermente rielaborate.

Fig. 8 Prima dell’unione si dovrebbe in ogni caso controllare l’occlusione.

Fig. 9 Le corone per il 43 e 44 sono state stratificate individualmente. Soltanto dopo abbiamo unito e cristallizzato le corone per il 45 ed il 46.

Secondo il consiglio di Ivoclar Vivadent abbiamo fresato la struttura di rivestimento estetico in LS2 nel colore HT A2 (high translucency) (fig. 6). Prima di proseguire con l’ulteriore lavorazione, le strutture ZrO2 sono state asciugate, sinterizzate nel Programat® S1 ed adattate. Per la parte visibile preferiamo generalmente una stratificazione individuale in ceramica. Pertanto abbiamo fresato come struttura per il dente 43 una cappetta di rivestimento estetico in IPS e.max CAD in MO (medium opacity). Il restauro del dente 47 é stato costruito e realizzato come corona totalmente anatomica in IPS e.max CAD LT A2 (low translucency). Questa scelta evidenzia la versatilità ed il concetto di opacità e traslucenza di IPS e.max. Le diverse possibilità di combinazione offrono la soluzione ideale per pressoché qualsiasi indicazione odontotecnica in ceramica a base di ossido di zirconio e vetroceramica al disilicato di litio.

l’unione è stata effettuata una messa in prova sulla paziente (fig. 8). La cristallizzazione della corona 47 totalmente anatomica in IPS e.max CAD é avvenuta nel forno per cottura ceramica Programat® P500 con due fasi di tenuta. Il rivestimento estetico sulle strutture dei denti 43 e 44 é stato stratificato individualmente con IPS e.max® Ceram (fig. 9). Quindi abbiamo unito le strutture di rivestimento estetico CAD-on 45 ed il dente premolarizzato 46. La specifica vetroceramica di unione IPS e.max CAD Crystall./Connect é disponibile in nove colori. Con questa scelta possiamo riprodurre in modo ottimale il colore dentale desiderato. Per il colore dentale A2 necessario a questo caso, abbiamo utilizzato un blocchetto in ossido di zirconio del colore MO1 ed una struttura di rivestimento estetico in disilicato di litio in colore HT A2, risultanti dalla tabella di combinazione. Nella tecnica CAD-on, la cottura di unione é contemporaneamente la cottura di cristallizzazione per la struttura di rivestimento estetico. A tale scopo prima si applica un po’ di Connector con IPS Spatola nel rivestimento estetico, distribuendolo uniformemente con il vibratore Ivomix (fig. 10). Quindi si integra la struttura nell’esatta posizione nella struttura di rivestimento estetico, esercitando una leggera pressione. Tutt’intorno fuoriesce quindi la massa Connector. Questa massa é scorrevole soltanto quando sottoposta a vibrazione, altrimenti solidifica subito. Per questo motivo, prima della cottura, é possibile controllare l’esatta occlusione della struttura in articolatore.

Un’elevata sicurezza I bordi delle strutture fresate sono stati cautamente rielaborati con uno strumento in silicone. Secondo i consigli di Ivoclar Vivadent, le strutture di rivestimento estetico sono state adattate, in modo tale da appoggiare soltanto sul gradino cervicale della struttura IPS ZirCAD. Infine le superfici occlusali sono state rifinite con strumenti diamantati fini, conferendo una tessitura naturale (fig. 7). Per garantire che il trasferimento occlusale attraverso il provvisorio corrisponda effettivamente all’occlusione desiderata, prima del-

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Fig. 10 La struttura e la struttura da rivestimento estetico sono state unite con massa IPS e.max CAD Crystall./Connect.

Fig. 11 Già per la cottura di unione abbiamo conferito al restauro blu alcune caratteristiche cromatiche.

Fig. 12 Stabile ed estetica – la combinazione fra IPS e.max ZirCAD ZrO2 ed IPS e.max CAD LS2

Fig. 13 Una sicurezza – restauri in IPS e.max CAD-on minimizzano il pericolo di fratture e creano un aspetto vitale.

Piena scelta, miglior risultato Poiché la cottura di unione e di cristallizzazione avvengono contemporaneamente e pertanto si caratterizza il restauro allo stato “blu“, si utilizzano sempre i supercolori IPS e.max CAD Crystall./Shades per le individualizzazioni (fig. 11). Dopo la cottura a 840 °C entrambi gli elementi sono uniti fra di loro in modo omogeneo e duraturo. In un’ulteriore cottura le superfici occlusali delle corone sono state individualizzate con Add-onIncisal ed Add-on-Dentin. Quindi dopo la cottura di glasura si è ottenuto un risultato vitale (fig. 12). Anche osservando dal lato vestibolare l’arcata dentale, le corone sono ben calibrate cromaticamente, nonostante l’impiego di diversi materiali e di diverse gradazioni di traslucenza e della diversa struttura dei monconi. Anche la superficie omogenea risalta in modo ottimale (fig. 13). I trattamenti stabili così realizzati minimizzano il rischio di fratture e l’impiego su impianti é particolarmente sensato, se nella mandibola inferiore, in seguito alla minima disponibilità ossea, non può essere conformato un profilo di emergenza. Con materiali di questo tipo l’odontoiatria protesica é veramente un piacere e dopo la cementazione del restauro, crea gioia al paziente, all’operatore e naturalmente all’odontotecnico (fig. 14).

Fig. 14 Semplicemente belli – nonostante i diversi materiali utilizzati, i restauri sono calibrati cromaticamente in modo ottimale.

Corrispondenza: Ztm. Oliver Morhofer High-Tech-Dental GmbH Große Geldstraße 18 D-45657 Recklinghausen o.morhofer@high-tech-dental.de www.high-tech-dental.de

Ztm. Bernd Kobus High-Tech-Dental GmbH Große Geldstraße 18 D-45657 Recklinghausen b.kobus@high-tech-dental.de www.high-tech-dental.de

Ringraziamenti Ringraziamo: Dr. Baris Yanik, Dr. Dr. Thomas Olivier e Dr. Tobias Wienhöfer di Recklinghausen per la buona collaborazione e per l’ottimale preparazione. q

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L'innovazione fa la differenza Un sorriso splendente grazie a denti sani. Giornalmente ci impegnamo per raggiungere questo obiettivo. Ci ispira a ricercare costantemente soluzioni innovative, economiche ed estetiche. Per la terapia restaurativa diretta nonchĂŠ per i trattamenti indiretti fissi o rimovibili, per far sorridere le persone con prodotti di elevata qualitĂ .

www.ivoclarvivadent.com Ivoclar Vivadent AG 638373

Bendererstr. 2 | FL-9494 Schaan | Liechtenstein | Tel.: +423 / 235 35 35 | Fax: +423 / 235 33 60


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