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Il guardiano dell'albero
Anja Klauss
Isidoro si voltò.
Tutto sembrava tranquillo. Nessuno lo aveva seguito. In pochi balzi, salì la scala che portava alla capanna appollaiata in cima.
Nessuno doveva sapere che andava da Minoa, altrimenti gli avrebbero fatto delle storie. Al villaggio, la gente ne diceva di tutti i colori!
Per alcuni, Minoa non era altro che una vecchia pazza che parlava agli alberi. Ma per altri, la maggior parte, era una strega.
Isidoro preferiva lasciarli parlare e custodire il suo segreto.
Minoa era seduta al centro della sua capanna. Accolse Isidoro con aria solenne.
– Oggi, ragazzo mio, ho scelto io la scatola. Credo che tu sia pronto.
Di solito, Isidoro prendeva una scatola a caso, tra tutte quelle, variopinte, che ricoprivano le pareti della capanna. Ne tirava fuori un seme, lo dava a Minoa, e la donna iniziava il suo racconto.
Raccontava del paese da cui proveniva il seme, disegnava l’albero che l’aveva prodotto, e spiegava le virtù dei suoi frutti.
Ma quel mattino, per la prima volta, fu Minoa a porgergli una scatola.
Era bianca, un po’ più grande delle altre. Isidoro non l’aveva mai vista.
– Prendila e aprila, Isidoro.
La voce di Minoa tremava per l’emozione.
Ilre Leandro accolse il falco con curiosità e lesse il messaggio con attenzione. Un uomo, senza dubbio pazzo, prevedeva che Giangiàr sarebbe stata inghiottita dalle acque... Leandro era un uomo saggio. Per scrupolo, inviò delle guardie a ispezionare il fiume. Queste furono presto di ritorno per dare l’allarme.
Una diga stava per crollare!
Tutti gli uomini di Giangiàr si unirono per arginare il fiume. Grazie ai loro sforzi e grazie a quel misterioso messaggio, la città fu salva.