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Le vie appenniniche verso Roma
Levante ligure, Emilia, Toscana, Lazio
Duilio Citi
L’esigenza di sviluppare, in questo capitolo, la trattazione di zone della penisola italiana caratterizzata da così forti componenti storiche spesso da emergere – in realtà solo apparentemente – come estremamente diversificate fra loro, e di operare scelte che potrebbero sembrare pesantemente selettive nei riguardi delle usuali ripartizioni geografiche e amministrative, è dovuta al fatto che questo territorio, così come si è ritenuto di doverlo raggruppare, è stato la sede dei più importanti tracciati stradali dall’antichità ai nostri giorni.
Le aree interessate, perciò, sono comprese nelle zone appenniniche centro-settentrionali, ma dell’arco ligure viene considerata solo la parte nord-orientale e il suo versante emiliano; si collocano, invece su tutta la dorsale tosco-romagnola e altomarchigiana, ma si esclude quella umbra, mentre, a meridione, si estendono all’Alto Lazio, regione in cui venivano a confluire, provenienti da Siena e da Orvieto, tutti i principali percorsi per Roma, attraverso i nodi fondamentali di Bolsena e soprattutto, di Viterbo. Se più aspri contrafforti appenninici erano stati aggirati ed evitati dalle principali arterie consolari romane –Flaminia e Aurelia – sia per le insidie che celava il territorio montano, sede di popolazioni ostili, sia per l’orografia accidentata che rendeva difficile e impossibile la costruzione di