HUGO DE PAGANO NORMANNO DI LUCANIA

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HUGO DE PAGANO


HUGO DE PAGANO NORMANNO DI LUCANIA di riceratore Gianni Glinni

La questione della provenienza del Primo Gran Maestro dei Templari e dell’Ordine da lui fondato, era stata apparentemente risolta da una ricerca condotta da Malcom Barber e dalla Blust-Thiele che ne attestarono l’origine Franca. Quasi tutti gli studi, i saggi, i testi storici, le fictions, i documentari che riguardano l’ argomento, danno per acquisito che i primi Templari, compreso il Primo Gran Maestro, provenissero dalla Francia. Solo uno sparuto numero di testi poco considerati sostenevano una versione differente e cioè che il primo Gran Maestro provenisse dall’Italia del Sud: una tesi rigettata con risolutezza dagli storici ufficiali e considerata come pura “fantasia italica”. Tuttavia negli ultimi tempi questa versione dei fatti è stata rimessa in discussione per merito di un lavoro di ricerca svolto sul territorio che ha fatto sorprendentemente riemergere dalle nebbie del passato documenti e tracce importanti. Lo scenario di questa ricerca è una piccola e meravigliosa regione nel cuore del Sud Italia: la Lucania. Questa Terra trascurata non solo dalla Storia, come scriveva Carlo Levi, ma dai grandi flussi economici e sociali, ha attraversato indenne migliaia di anni sfuggendo a quel saccheggio del territorio che ha impoverito culturalmente ed in modo irreversibile tante terre d’Italia e d’Europa. La trasformazione storico-culturale dei paesaggi viene troppo facilmente interpretata come “evoluzione economica”, ma consiste invece in una distruzione sistematica dell’armonia che le antiche genti ci hanno trasmesso come frutto del loro lavoro e come preziosa eredità dello spirito. La “dimenticanza” che contraddistingue la Lucania da millenni, si può trasformare oggi in un tesoro di inestimabile valore, perché qui più che in qualsiasi altro luogo le tracce di un lontano e straordinario passato sono ancora genuine ed incorrotte. In questo scenario va collocata la singolare vicenda che vede alcuni piccoli paesi dimenticati dalla Storia, come Acerenza, Castelmezzano, Forenza, Vaglio, rivendicare un ruolo importante come quello di essere stata la culla dell’Ordine dei Templari. Nella nota che presento, ripercorreremo insieme le tappe della singolare vicenda che ha fatto riscoprire questa storia dimenticata, l’ha fatta rivivere fino a ridarle una giusta e nuova visibilità. In questo processo di ricerca un ruolo fondamentale lo hanno svolto il Maestro dell’ Ordine Templare O.S.M.T.J. dott. Zampolli e Nicola Barbatelli, ricercatore e studioso degli Ordini Cavallereschi, che con il loro intuito, la loro intelligenza ed il loro genuino interesse volto alla ricerca della verità, hanno abbracciato da subito questa “versione alternativa” sostenendola e contribuendo ad essa con apporti decisivi. l’Esordio


Nell’Ottobre 2004 l’Ambasciatore d’Irlanda, sua Eccellenza Frank Cogan, sorprese tutti giungendo ad Acerenza con una nutrita delegazione di Irlandesi. Il motivo che portò Cogan in Lucania, era quello di ristabilire un contatto con l’antica famiglia Gaelica dei Glinni, che mi pregio di rappresentare. I Glinni arrivarono ad Acerenza all’incirca nel 1610 dal Nord d’Irlanda in seguito alla drammatica vicenda della “Fuga dei Conti”: un pezzo di storia d’Irlanda trapiantato nel Sud dell’Italia. Ad accompagnare la visita dell’Ambasciatore c’era tra gli altri il Principe Guglielmo Giovannelli Marconi. Ambedue grandi esperti di storia degli Ordini Cavallereschi e di storia medievale, Cogan espresse la sua meraviglia nel notare i tanti simboli di matrice “celtica” presenti nella Cattedrale di Acerenza e nel notare come la stessa architettura della Cattedrale rimandi in modo inequivocabile ad architetture Romaniche di stile Anglo-Normanno. Giovannelli collegò la singolarità di questo luogo con un’altra stranezza e cioè con la tesi che in opposizione a quella ufficiale, sostiene che il Primo Gran Maestro dei Templari Hugo de Pagano provenisse da un paese a pochi chilometri da Acerenza: Forenza. In effetti in questo paese si celebra ancora oggi la Investitura del Primo Gran Maestro dei Templari. Si trattò di una vera sorpresa: situazioni note da sempre viste da una prospettiva diversa si presentano come un enigma. Una antica famiglia Gaelica in fuga nel 1607 da un’Irlanda invasa dagli Inglesi, giunge in un lontano paese del Sud Italia nel quale troneggia una Cattedrale in stile Anglo-Normanno carica di simboli celtici e non distante da un altro paese dove una tradizione apparentemente avulsa da qualsiasi logica storica colloca la nascita del primo Gran Maestro dell’Ordine dei Templari. Il mistero si infittì ulteriormente quando cercai di trovare studi che potessero spiegare tali circostanze. Trovai un libro edito nel 1970 che trattava della presenza dell’Ordine dei Templari in Italia (....). In questo libro era stato pubblicato come allegato uno studio di Filiberto Campanile scritto nel 1610 nel quale si affermava con decisione che un Hugo de Pagano infeudato di Forenza è stato il Primo Gran Maestro dei Templari, questo in accordo con alcuni documenti appartenuti alla Regina Giovanna I d’Anjou che l’ autore sosteneva di aver consultato. Nello stesso libro mi colpì un’altra circostanza: vi era infatti riportata una vecchia immagine della Cattedrale di Acerenza degli inizi del 1900 senza nessun commento o spiegazione che si riferisse ad essa. Ogni altra immagine di luoghi o simboli contenuta nel testo era commentata, tranne quella di Acerenza. Oltre alla Cattedrale, vi era riportata anche l’immagine dello stemma del paese. Non si comprendeva il motivo per cui l’autrice aveva inserito nel testo queste due immagini senza alcun commento, tuttavia la presenza della Cattedrale creava un collegamento tra Acerenza ed i Templari. Devo precisare che il testo era estremamente preciso e dettagliato nel descrivere le vicende e luoghi dei quali trattava. Un’altra anomalia rendeva il tutto ancora più enigmatico: l’immagine riprodotta nel libro era una vecchia immagine della Cattedrale degli inizi del 1900, quando al posto della attuale croce, a sovrastare l’ingresso principale c’era il busto di Giuliano l’ Apostata. E questo costituisce un mistero nel mistero, perché il busto dell’imperatore Giuliano, considerato dalla Chiesa Cattolica


come il più grande nemico della Cristianità, è stato posto per secoli a proteggere l’ingresso della Cattedrale e come se non bastasse questo busto di Acerenza è uno dei due soli esistenti al mondo di Giuliano l’Apostata, trovandosi l’altro a Parigi. Tuttavia la coincidenza che avviò decisamente la ricerca, fu una vicenda che riguardava ancora una volta l’Irlanda: le famiglie Gaeliche Irlandesi giunte in Italia nel 1608 provenivano tutte dall’Irlanda del Nord e principalmente dall’Ulster. In particolare i Glinni, o meglio gli “Scots de Glynny” provenivano da un’area che si estendeva lungo la costa a nord di Dublino (.....). Questi Scots of Glynny erano da sempre alleati degli O’Neill e degli O’ Donnell regnanti in quelle terre. Nel 1312 appoggiarono la rivolta Scozzese di Robert Bruce, vicenda è nota perché ha ispirato il famosissimo film “Braveheart”. Rifornirono armi ma soprattutto un contingente scelto di cavalieri reduci dalle Crociate. Si ritiene che questi cavalieri fossero Franchi e fossero in fuga dalla Francia per una persecuzione avviata dal Re di Francia Filippo il Bello nei loro confronti: si trattava dunque di Templari! In effetti molti ricercatori ritengono che alcune navi Templari riuscirono a partire prima di quel fatidico Venerdi 13 Ottobre 1307 data di inizio della persecuzione dei Templari, dal porto di La Rochelle. Le destinazioni più ovvie furono il Portogallo e la Scozia dove potevano trovare protezione. Tuttavia prima di arrivare in Scozia approdarono sulle coste dell’Irlanda del Nord per un motivo pratico: affidare i numerosi possedimenti Templari che sapevano sarebbero stati confiscati, a famiglie affiliate all’ Ordine. Tracce di questi possedimenti sono menzionati negli “Annales Hiberniae”. Gli stessi casati coinvolti in questa vicenda li ritroviamo in fuga nel 1607. O’Neill e O’Donnell morirono a Roma sostenuti dal Vaticano ma non reintegrati dei beni perduti in Irlanda. Le loro tombe sono oggi visitabili nella chiesa di San Pietro in Montorio. Neal mcGlinny seguì una sorte diversa. Si stabilì in un primo momento a Napoli quindi fu in parte ricompensato dei beni persi in Irlanda dandogli in gestione alcuni possedimenti ad Acerenza. E’ da rilevare che Neal fu raggiunto a Napoli da lady Catherine Magennis, la moglie di O’Neill, che giunse a Napoli dopo la morte del marito nel 1616. Non è chiaro chi reintegrò i beni a Neal mcGlinny, ma si trattò sicuramente di una confraternita collegata ai Benedettini o ai Cistercensi ed i beni dati in gestione appartenevano a questa confraternita. I Glinni acquistarono questi beni da loro gestiti nel corso del tempo. La curiosa coincidenza che lascia pensare ai Templari è che i terreni dati in gestione a Neal mcGlinny si trovavano in prossimità di proprietà che furono oggetto di alcune donazioni fatte nel 1084 da Pagano de Paganis a Berengario, priore dei benedettini di Venosa, e Pagano de Paganis era il padre di Hugo de Paganis, primo Gran Maestro dei templari, secondo la cronaca di Filiberto Campanile. Altra strana coincidenza è che questa cronaca fu pubblicata proprio nel periodo di soggiorno a Napoli di Neal mcGlinny e di lady Catherine Magennis. Tutta questa storia si inserisce quindi con straordinaria coerenza nella strana versione “apocrifa” che vorrebbe il Primo Gran Maestro dei Templari proveniente da Forenza. I testi storici


ufficiali non ci forniscono nessun aiuto per appurare questa circostanza. Alcuni documenti ritrovati nella biblioteca di famiglia che si avvale di testi che risalgono fino al 1580, inducono a credere ad una antica connessione con i templari ma i documenti che ne parlano sono della fine del 1700, epoca di logge massoniche e di Illuminati. Purtroppo la maggior parte dei documenti furono bruciati in circostanze misteriose da Joseph Ottomano Glinni, filologo di chiara fama ed amico intimo di Mario Pagano. Joseph morì forse avvelenato nel 1786. Non restava dunque che cimentarsi in una difficile ricerca sul territorio di documenti, segni, tracce che potessero aiutare a ricostruire l’origine di questa versione storica. A intraprendere questa ricerca, oltre a me, c’era mio fratello Raffaello, Guglielmo Giovannelli e a sorpresa un brillante regista di Rete4 Fabio Tamburini con il suo collaboratore Marco Marini. La prima domanda che ci ponemmo fu: cosa si sa di Hugo de Pagano o Hugues de Payen? Si potrebbe pensare di poter facilmente rispondere a questo quesito rispondendo alla domanda: “Esistono documenti che permettano di individuare con sufficiente certezza il Primo Gran Maestro dei Templari?” La risposta è affermativa solo parzialmente. Sono infatti giunti fino ad oggi alcuni documenti ed alcune cronache storiche che attestano la presenza del Primo Gran Maestro del Tempio, ma non permettono di definirne la provenienza e presentano alcune incertezze anche sul nome. I documenti più certi almeno riguardo al nome del Gran Maestro, consistono in alcune registrazioni di donazioni fatte all’Ordine dei Templari tra il 1126 ed il 1131, alle quali il primo Gran Maestro dei Templari era presente. La maggior parte di queste donazioni sono raccolte e catalogate nel “Cartolaire Général de l’Ordre du Temple”, una raccolta di documenti pubblicata nel 1913 a Parigi dal Marchese D’Albon. Il Primo Gran Maestro viene nominato con il suo nome completo in modo inequivocabile in sette documenti scritti in Latino: Hugo de Pagano oppure Hugone de Paganis Solo in un documento registrato il 20 Maggio del 1130 è chiamato Hugo de Paianis. Su questo nome non c’è incertezza, essendo stato scritto in modo identico in tutti i documenti registrati in luoghi e date diverse. La stessa cosa non può dirsi per i nomi di altri di cavalieri, che sono evidenti traduzioni di nomi franchi in latino e che subiscono variazioni a seconda del funzionario che registrava l’atto. Il nome di Hugo de Pagano viene confermato anche in un documento registrato a Cahors, dove viene chiamato Hugo de Pagano, e in un’altro ancora riportato nel “Regesta Regni Hierosolymitani” di Rohricht dove Pagano compare assieme ad Arnaldus priore di “Nostra signora di Sion”, atto datato 2 Maggio 1125. Dunque il nome del primo Gran Maestro dei Templari che ci è stato tramandato dai documenti storici redatti con il Gran Maestro presente, è HUGO DE PAGANO. Diversa è invece la situazione che si riscontra nelle fonti narrative. Nelle cronache del Concilio di Troyes del 1129 in latino, il fondatore dell’ordine si chiama semplicemente Hugo.


Nella traduzione franca delle stesse cronache, fatta molto dopo quella originale in latino, viene aggiunto il nome di famiglia: Hugue de Paiens. In quattro manoscritti del XIII secolo studiati di recente dalla ricercatrice Simonetta Cerrini, il Gran Maestro compare come Hugo Paiens (manoscritti di Baltimore e di Dijon) e come Paens (manoscritti di Parigi). Proseguendo ancora in questa riesamina dei nomi dati ad Hugo, Robert de Torigny abate di MontSaint-Michel chiama Hugo nel 1186 come Hugo de Paens raccontando della sua visita in Inghilterra. Tuttavia Robert de Torigny si riferisce al “The Anglo-saxon Chronicle, 1128 AD” dove viene invece chiamato con il solo nome di Hugo. La cronaca storica più importante resta quella di Guglielmo di Tyro: “Historie rerum in partibus transmarinis gestarum” scritta intorno al 1180. Nel Cap XII al par. 7 della sua Historie, egli narra la vicenda di alcuni cavalieri di nobile rango che rimettendosi nelle mani del Patriarca di Gerusalemme, si propongono di vivere come i Canonici Regolari del Tempio accettando la regola della povertà, castità ed obbedienza. Tra di loro… “ primi et praecipui fuerunt, viri venerabiles, Hugo de Paganis et Gaufredus de Sancto Aldemaro”. La versione originale di Guglielmo, in Latino, non fornisce quindi indicazioni sulla provenienza dei due cavalieri. La prima indicazione sulla provenienza di Hugo de Paganis viene fornita successivamente, in una traduzione in Franco del testo in latino di Guglielmo avvenuta tra il 1220 ed il 1223, che aggiunge “Hugues de Paien delez Troie”. Dunque la informazione di base assunta dagli storici per ricostruire la origine di Hugo de Paganis, è l’aggiunta al testo originale che un traduttore postumo a Guglielmo ha pensato di apporvi. Il riferimento a Troye nella Champagne risultava naturale per due motivi: primo perché l’ordine fu riconosciuto proprio a Troyes nel famoso concilio del 1129; secondo perché molti dei personaggi che hanno favorito la nascita ed il riconoscimento dell’Ordine provenivano dalla Champagne, primi fra tutti San Bernardo di Chiaravalle e Hugo di Champagne. Come se non bastasse, l’intera vicenda Templare ha avuto nella Francia il maggiore sviluppo ed il suo drammatico epilogo, quindi è naturale indagare innanzitutto in Francia per ritrovare le tracce della sua origine. Una alternativa a questa localizzazione potrebbe essere Troia, in terra di Puglia, Italia Meridionale, ma per il momento, nello svolgere delle nostre considerazioni, questa alternativa sembra incomprensibile sebbene possibile. Perché dunque nella quasi totalità degli studi, dei saggi, delle ricerche che riguardano l’argomento, Hugo de Pagano compare con il nome di Hugues de Payen o Payns? Tale consuetudine trova la sua giustificazione in una ricerca che lo storico Malcom Barber ha condotto per rintracciare Hugo de Paganis o Hugues de Paiens nella Champagne nei dintorni di Troyes. Essenzialmente la ricerca è consistita nel cercare traccia di Hugo in documenti databili tra il 1100 ed il 1114. Ne ripercorriamo brevemente il cammino.


Come si è già detto, si assume che l’aggiunta “delez Troies” fatta nella tarda traduzione in Franco dell’opera in latino di Guglielmo di Tiro, sia corretta e che Troies sia proprio la Troies nella Champagne. Si è cercato quindi un Hugue de Paiens nella zona di Troies e nel periodo di tempo compreso tra il 1100 ed il 1118. Si è individuato cosi un nobile di secondo piano il cui nome era Hugues Peanz o Hugues Paeanz che compare in due atti assieme al Conte Hugues de Champagne: uno datato 1100, l’altro datato 1114. Sia ben chiaro che non esiste niente negli atti che colleghi questo Hugues de Paeanz o Peanz ad Hugo de Pagano Gran Maestro dell’Ordine del Tempio, se non la vaga somiglianza dei nomi e la presenza di Hugues de Champagne. Nei documenti non v’è il benché minimo accenno ne all’Ordine del Tempio ne alle Crociate o a qualunque attività che possa far pensare a pellegrinaggi in terra Santa. Pertanto la ricostruzione operata da Malcom Barber partendo da tali documenti è una speculazione non dimostrabile. La prima questione da risolvere era relativa proprio al nome Payen o Peanz: dove si trovava questo posto? All’epoca dei fatti non esisteva un luogo che avesse questo nome e che stesse vicino Troies. Esisteva un villaggio molto piccolo il cui nome era Pedennaggio che nel corso del tempo ha cambiato il suo nome prima in Peden fino all’ attuale Payen. Dunque se Hugues de Peanz proveniva da Pedennaggio, avrebbe dovuto chiamarsi Peden ma certo non Peanz . Si è cercato di aggirare l’ostacolo dicendo che forse il villaggio fu dato in feudo ad Hugues de Peanz solo successivamente quando Hugues era già Gran Maestro dei Templari. Ma anche questa ipotesi non regge perché Hugues per statuto dell’Ordine non poteva accettare possedimenti personali e per altro non esistono atti che attestano donazioni di Pedennaggio all’Ordine dei Templari. Resta dunque non chiaro di dove fosse Hugues de Peanz. In ogni caso questo nome suppone anche un passaggio successivo non dimostrabile, e cioè che Hugues de Peanz si firma in tal modo prima di diventare Gran Maestro dell’Ordine, cambiando successivamente il suo nome in Hugo de Pagano.

2008


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