J A D E I T E *
Dio ha voluto spesso compensare la durata della vita con la sua intensità, affinché nei nostri cuori non andasse perduto l’amore generoso per le cose effimere. Jules-Amédée Barbey d’Aurevilly
PHOTOGRAPHER: Michele Vittori EDITING E GRAPHIC PROJECT: Simone Mancini
DANDY A TUTTI I COSTI
In principio era Brummel, Lord o semplicemente Beau. Dandies: rampolli esteticamente devianti della middle class che hanno insegnato ai Re il buon gusto e la maniera. Perché l’eleganza, di solito, i Re ce l’hanno nel sangue. Poi arrivarono Wilde, Whistler, Beardsley e Baudelaire. La protesta vivace del genio contro il grigiore borghese, l’affermazione dell’ego in forme evolute, l’arte di trasformare sé stessi in un’opera d’arte. E poi Proust, Cocteau, Drieu e Vailland. E lo sguardo antimoderno e franco di Albert Camus: “Il dandismo è una forma depravata di ascetismo”. Bavero rialzato e sigaretta eternamente in bocca. Per il dandy ogni destino è apparenza… In seguito fu la moda. L’invadenza di un mondo sempre più affollato: sempre più luce, sempre più rumore… la freddezza delle logiche, la massificazione e la miniaturizzazione. Il numero di fronte alla solitudine di un verso. La sciatteria dell’acquisto online, l’amore in cifre, il disincanto. Il brand vissuto come marchio… L’equivoco più marchiano per l’uomo elegante. Perché l’uguaglianza è un dis-valore: se vuoi essere unico, devi essere diverso. Il dandy contemporaneo sente il bisogno vitale di imporsi al suo tempo, di ritagliare uno spazio. Tempo e spazio. Che siano quelli diluiti della rete e di un bosco millenario, o quelli di un’attualità che esige intelligenza e garbo, il dandy non può rinunciare al suo egotismo coraggioso. E’ la missione dell’unicità. Gesti, colori, aggiornamenti di stato, tweet. C’è la moda e c’è un modus, c’è la tendenza e pure ciò che è, semplicemente, eccentrico. Ma al centro di tutto, in connessione wi-fi con la fonte del bello c’è lui. Il dandy del terzo millennio: nel web vede un mirabile specchio, nello smartphone un diario di viaggio, nel lettore mp3 la sua inesauribile sala concerto. Perché oggi, come in ogni epoca, il dandy è un sopravvissuto che non può rinunciare, per semplice buon gusto, al suo genio. Il contemporaneo, in fondo, è come sempre un pretesto. Una “deliziosa, piccola fama” per il dandy è abbastanza. Agli altri, tutto il resto.
“Lo stile è l’abito dei pensieri, e un pensiero ben vestito come un uomo ben vestito, si presenta molto meglio” Lord Chesterfield
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MODEL: Simone Mancini PHOTOGRAPHER: Michele Vittori LOCATION: Jadeite Studios, Italy FASHION EDITOR: Beatrice Vittori
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“Nell’arte, come nell’eleganza, la domanda più inutile è: che cosa significa?” Filippo De Pisis
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MODEL: Simone Mancini PHOTOGRAPHER: Michele Vittori LOCATION: Monte Fogliano, Italy FASHION EDITOR: Daniele Dolci
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“L’amore e l’arte non abbracciano ciò che è bello, ma ciò che grazie al loro abbraccio diventa bello” Karl Kraus
“Il sentimento va bene come fiore all’occhiello. Ma la cosa essenziale per la cravatta è lo stile. Una cravatta ben annodata è il primo passo serio nella vita” Oscar Wilde
“Il modo di vestirsi è la rappresentazione esteriore della nostra filosofia della vita.â€? Charles Baudelaire
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MODEL: Simone Mancini PHOTOGRAPHER: Michele Vittori LOCATION: Jadeite Studios, Italy FASHION EDITOR: Beatrice Vittori
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