Internazionale 1047

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Ucraina Il vero volto dell’ideologia di Mosca

scettici britannici Nigel Farage, il leader dei nazionalisti ungheresi di Jobbik, Gabor Vona, il partito Alternativa per la Germania, sostenuto dagli industriali tedeschi, i bulgari di Ataka e i greci di Alba Dorata: tutti, in un unico slancio, hanno appoggiato l’autodeterminazione della Crimea e sostenuto la “primavera russa” come segno dell’inizio di una rivoluzione conservatrice.

Oleg Bondarenko, Izvestia, Russia Mentre Putin sostiene che in Ucraina si batte contro i “fascisti di Kiev”, un quotidiano molto vicino al Cremlino esalta la “rivoluzione conservatrice” e il “risveglio della nazione russa” lle nostre latitudini quest’anno la primavera è cominciata in perfetta armonia con il calendario. Questi giorni, che stanno diventando noti con il nome di “primavera russa”, entreranno nei manuali di storia del paese – e spero anche in quelli ucraini – come l’era del risveglio russo. Per la prima volta da quando l’Unione Sovietica si è dissolta, nel 1991, i russi che, di certo non per loro volontà, erano rimasti al di fuori dei confini della patria stanno difendendo i loro diritti e le loro libertà. Non solo in Ucraina, ma in tutto lo spazio postsovietico le loro paure troveranno ora la comprensione di una nazione che si sta risvegliando. Una nazione che ha organizzato da sola il referendum del 16 marzo in Crimea. Poi è stato il turno del Donbass. Come recita uno slogan molto popolare su internet, “organizziamo quindici Maidan e riprendiamoci l’impero”. Senza un’ideologia formulata con chiarezza, tuttavia, ogni pianificazione strategica è impossibile e non ci saranno vittorie. Questa ideologia, però, oggi sta prendendo forma. Quali sono le sue caratteristiche? Il ritorno alle radici, la rinascita dello spirito nazionale, la ricostruzione di uno spazio storico. La riunificazione dei territori abitati da russi, a cui farà seguito la riunificazione dello spirito. Ma quale spirito può offrire al mondo la Russia di oggi? Uno spirito conservatore: la famiglia, la fede, la tradizione. La libertà di avere più di due figli e di andare in chiesa la domenica. La libertà di educare i figli nello spirito della cultura nazionale e di celebrare feste nostre, non straniere. È per questo che è insorta l’Ucraina orientale. Questi valori oggi sono minacciati non solo

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Internazionale 1047 | 18 aprile 2014

in Ucraina, ma in tutta l’Europa. In occidente la dittatura delle minoranze ha fatto piazza pulita della tradizione e ha sovvertito le norme della morale. Il genitore n.1 e n. 2, cinquanta diverse definizioni del sesso di una persona e la legalizzazione dell’incesto hanno contaminato la coscienza occidentale. In Europa chi vuole vivere in modo normale diventa oggetto di persecuzione. A vessazioni ancora peggiori è sottoposta la chiesa. Indossare una croce spesso porta al licenziamento. Non sorprende, quindi, che nel continente stiano crescendo gli umori conservatori e i partiti di destra mietano successi elettorali, come in Francia e in Ungheria. E per tutte queste forze che nel passato recente hanno combattuto contro il comunismo la Russia di Putin è diventata un’oasi in cui le tradizioni e i valori conservatori sono preservati. Il politologo americano Patrick Buchanan, la presidente del Front National francese Marine Le Pen, il leader degli euro-

Dio dalla parte dei russi Le sanzioni approvate dagli Stati Uniti e dall’Europa contro alcuni alti funzionari russi sono un’altra conseguenza della “primavera russa”. Nell’ambito del processo di purificazione dell’élite statale queste sanzioni possono avere effetti positivi. Solo una drastica limitazione della ricchezza dei dirigenti statali e dei deputati può smascherare i “traditori della nazione”, salvaguardando l’immagine dei dipendenti statali onesti. Per questo dobbiamo essere grati ai nostri partner occidentali. Senza il loro aiuto dovremmo sopportare ancora a lungo i satrapi emigrati a Londra che tornano in Russia solo per i fine settimana. La propaganda del consumismo, spero, scomparirà con loro. In un recente articolo sull’Ucraina Patrick Buchanan si poneva una domanda: “Da che parte sta Dio?”. La risposta che dà è univoca e chiara: dalla parte dei russi. Chi avrebbe potuto dubitarne? X af

Le opinioni

Equilibri e sanzioni “Quando il presidente russo Vladimir Putin parla di quello che succede oggi in Ucraina è come se si stesse guardando allo specchio”, scrive il New York Times. “Sostiene che i fascisti stanno seminando il panico a Kiev, e si è annesso la Crimea nel nome della ‘Grande Russia’; afferma che i russi sono minacciati, quando è Mosca a sostenere i secessionisti che occupano gli edifici pubblici in diverse città; chiede al presidente statunitense Barack Obama di usare la sua influenza per evitare l’uso della forza, e intanto am-

massa truppe al confine. L’obiettivo di Putin è alimentare la tensione per obbligare Kiev ad accettare una frammentazione del paese che permetterebbe a Mosca di guadagnare una considerevole influenza sulle aree industrializzate dell’est e del sud. Ma gli Stati Uniti e l’Europa devono mettere in chiaro che non accetteranno una divisione dell’Ucraina”. Di tutt’altro tenore è l’analisi del politologo russo Dmitri Trenin sul Financial Times: “L’idea secondo cui la Russia sta ripetendo nell’Ucraina

dell’est lo scenario della Crimea è sbagliata. Il Cremlino è accusato di alimentare l’instabilità per avere un pretesto per l’invasione. In realtà, l’obiettivo di Putin è aiutare le regioni russofile ad affermare i propri interessi e a dar vita a un nuovo equilibrio politico con Kiev”. Nel piano russo c’è, tra le altre cose, “l’elezione diretta dei governatori, che nell’est del paese creerebbe un’élite locale fedele al Cremlino, e il mantenimento di stretti rapporti economici, soprattutto in campo militare, con Mosca”.


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