Guida turistica Università Carlo Cattaneo - LIUC

Page 1


• • • ! •

"

#

$"

% " & '

( )

*

*

)+ ,

,.

/ ,

)

" 0

1 23

/

$

"

%

& 22


!

"

#$

%"

&

'

'' &

" ( )

#

'# # *

a cura di Andrea Mazza

Milano è comunemente conosciuta come la capitale economica dell'Italia. Eppure questa città ha molto da offrire anche dal punto di vista culturale e dei divertimenti. L'immagine di una Milano sempre seria e grigia appartiene a chi non conosce la capitale meneghina, che invece ha tanto da dare ai suoi visitatori. Si potrebbe cominciare dallo spazio verde dal Parco Sempione che fa da cornice al Palazzo Sforzesco, simbolo del potere della Milano ducale del passato. Passando per il conosciutissimo Duomo, capolavoro dell'architettura gotica, che domina l'omonima piazza. La Galleria Vittorio Emanuele II, uno dei primi esempi di Liberty in Italia, fino ai navigli, che solleticarono persino la fantasia di un genio come Leonardo da Vinci, che ha donato a questa città uno dei suoi più grandi capolavori: il Cenacolo, dipinto nel refettorio di Santa Maria delle Grazie. La zona di San Babila con la bella chiesa in stile neo-romanico, oggi fulcro della Milano città della moda e polo del lusso. Insomma, le cose da fare e vedere in questa città non sono certo poche. Per questo motivo, riportiamo di seguito alcuni interessanti spunti utili per organizzare una visita ragionata di questa città, rendendo la giornata piacevole e gradevole.

& #

#

%

$

Punto di partenza obbligato per chi visita Milano è piazza del Duomo, cuore storico e simbolo della città, da cui si irraggiano le principali vie del capoluogo lombardo. La chiesa, dedicata a Santa Maria Nascente e costruita per volere di Gian Galeazzo Visconti a partire dal 1386, rappresenta il più significativo esempio italiano di architettura gotica e l’unico in cui si fondono caratteri nordici ed elementi lombardi. La bellezza di questo monumento stupendo, dotato di meravigliose vetrate e di bellissime decorazioni scolpite, è completata dalla guglia maggiore dove troneggia la celebre Madonnina, senza dubbio la più caratteristica effigie di Milano. Se visitata in una bella giornata di sole, potrete godere dalle terrazze una splendida vista sull’intera città e sulle Alpi.


%

#(

(

, ( #$

Guardando la facciata del Duomo, sul lato destro potete osservare l’imponenza del Palazzo Reale, un tempo simbolo del potere civile e oggi sede di mostre ed eventi culturali. Costruito dove nel Trecento sorgeva dimora dei Visconti, con alle spalle novecento anni di storia, l’edificio ha oggi un aspetto neoclassico e ospita al piano nobile la Sala delle Cariatidi, l'ambiente più significativo sopravvissuto al pesante bombardamento anglo-americano. Sull’ala destra si innesta l’Arengario, esempio di architettura fascista realizzato alla fine degli anni Trenta e oggi sede del Museo del Novecento, che espone le grandi opere dei futuristi e della prestigiosa Collezione Jucker, ed è gratuito per tutti i giovani under 25.

,

(

! ""# ( #

$

Proseguendo la visita, una volta usciti dal Duomo, fermatevi un momento ad ammirare sulla destra la famosa Galleria Vittorio Emanuele II, il cosiddetto salotto di Milano, voluta nella prima metà del XIX secolo durante il regno di Vittorio Emanuele II di Savoia nel tentativo di emulare le grandiose evoluzioni urbanistiche delle più importanti capitali europee. Opera dell’architetto Giuseppe Mengoni, il passaggio coperto che collega piazza Duomo con quella della Scala è nato con vocazioni commerciali e sociali e oggi rappresenta uno dei luoghi più amati dai turisti. Esso è costituito da quattro bracci di lunghezza diversa che si incrociano al centro in un ottagono sovrastato da una cupola, nelle cui lunette sono raffigurate le allegorie dei quattro continenti: Africa, Asia, Europa e America. Il pavimento a mosaico riporta invece gli stemmi delle maggiori città italiane. +


"

"(#

'

$

Collocato in una caratteristica piazza allo sbocco della Galleria, il Teatro alla Scala è senza dubbio il tempio mondiale della lirica, o secondo le parole ancora attuali di Stendhal “il primo teatro al mondo, perché è quello che dà il massimo godimento musicale”. Edificato in soli due anni tra il 1776 e il 1778 su progetto di Giuseppe Piermarini, inaugurato da Antonio Salieri e ristrutturato dall’architetto svizzero Mario Botta a seguito dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, esso deve il suo nome alla trecentesca Chiesa di Santa Maria alla Scala, di cui ha preso il posto. Nei suoi due secoli di storia ha ospitato i più importanti compositori, direttori d’orchestra e interpreti lirici: da Giuseppe Verdi a Toscanini, da Maria Callas a Pavarotti.

%

#"

&

( ( $

Attraversando via Giuseppe Verdi, dietro al Teatro alla Scala, vi ritroverete nel quartiere di Brera, una delle aree più rinomate e caratteristiche di Milano, che ospita tra gli altri edifici il Palazzo di Brera, sorto su un antico convento trecentesco e in seguito concesso ai Gesuiti. Nel 1773 divenne proprietà dello Stato e sede di alcuni dei più importanti istituti culturali della città, mentre a partire dal 1776 nacque al suo interno l’Accademia delle Belle Arti, istituita da Maria Teresa d’Austria. La Pinacoteca avrebbe dovuto originariamente accogliere opere significative destinate alla formazione degli studenti ma, quando Milano venne proclamata capitale del Regno Italico, la collezione del museo si arricchì di quadri provenienti da tutti i territori acquisiti dalle armate francesi, crescendo sempre di più fino agli anni Settanta. Se siete amanti dell’arte, da non perdere i capolavori di artisti quali Giovanni Bellini, Mantegna, Bramante, Piero della Francesca, Raffaello, Caravaggio, Hayez e Lega. Ricordatevi, in questo come in molti altri musei, di portare con voi il vostro tesserino universitario per ottenere uno sconto sul biglietto d’ingresso! -


'

"/

(# , # $

Fondata nel IV secolo da Sant’Ambrogio, patrono di Milano, sull’area dove erano sepolti i martiri Gervasio e Protasio, la basilica, nota soprattutto per i due campanili che la affiancano e per il quadriportico che la precede, assunse l’aspetto attuale tra il XI e il XII secolo, divenendo uno straordinario esempio di architettura romanica. Da vedere, all’interno dell’edificio, il ciborio a baldacchino, l’altare rappresentante scene di vita del santo, e il sacello di San Vittore in Ciel d’Oro, rarissima testimonianza di età paleocristiana a Milano e voluto per ospitare le spoglie del martire.

'"

# '0# ( ' # $

Il Castello Sforzesco è uno dei più celebri monumenti che hanno accompagnato la città nel corso di gran parte della sua storia e per secoli ha rappresentato il cuore pulsante del potere repressivo esercitato dai Signori di Milano o dai conquistatori stranieri. Il suo nome fa riferimento al Nel Novecento al condottiero italiano e duca di Milano, Francesco Sforza che nel 1450 volle riedificare l'intera struttura, ma le sue origini risalgono alla seconda metà del Trecento, quando venne eretto per volontà di Galeazzo II Visconti. Esso dal Novecento divenne un luogo di cultura e oggi ospita numerosi musei e opere di diversa estradizione, tra cui la famosa Pietà Rondanini, ultima opera di Michelangelo Buonarroti e testamento dell’artista che, scegliendo uno schema inconsueto, volle raffigurare Maria e Gesù in piedi, con la Madre in atto di sostenere a fatica il corpo morto del Figlio.

.


% ( #'

%#

( #&

%

$

Sul lato opposto all’ingresso principale, a due passi dalla Stazione Cadorna, il Castello Sforzesco si affaccia sul parco Sempione, già giardino ducale poi realizzato all’inglese nel 1893. Esso rappresenta il polmone verde della città con i suoi 50 ettari di alberi secolari e aiuole, luogo ideale dove fare jogging o riposarsi lontano dal traffico delle strade centrali. All’interno, l’ottocentesca Arena Civica di gusto neoclassico; la Fontana Bagni Misteriosi, tra le ultime opere di Giorgio de Chirico; il Palazzo della Triennale, sede di mostre d’arte e di design e, infine, l’imponente Arco della Pace, arco trionfale in marmo di Crevola, progettato da Luigi Cagnola, tributo a Napoleone e a Francesco I d’Austria e dedicato alla pace che riunì le diverse potenze europee nel 1815.

"(

$

La Triennale di Milano, massiccio edificio degli anni Trenta realizzato in cemento armato rivestito da clinker, ospitata all’interno del Palazzo dell’Arte, è un’istituzione culturale internazionale che produce convegni ed eventi di arte, design, architettura, moda, cinema, comunicazione e società. Organizza mostre di grande visibilità e attenzione come quelle dedicate all’arte contemporanea, agli architetti e designer di fama nazionale e internazionale, ai grandi stilisti che hanno cambiato il gusto e il costume, ai temi sociali. Essa si pone come obiettivo, sin dalla sua nascita, lo stimolo dell'interazione tra l’industria, il mondo produttivo e le arti applicate. Il suo grande ruolo innovativo è manifestato sin dalle prime esposizioni, tanto che molti rinomati artisti come Giorgio De Chirico, Mario Sironi, Massimo Campigli e Carlo Carrà parteciparono esponendo loro opere.

1


'

"

(

&

,(

$

Gotico e Rinascimento dialogano tra loro nel complesso domenicano di Santa Maria delle Grazie, massimo esempio milanese di arte e architettura del Quattrocento cui collaborò anche il Bramante, e inserito non a caso nella lista dei Patrimoni Mondiali dell’Unesco. Del complesso fa parte anche il convento domenicano nel cui refettorio è gelosamente custodito il celebre capolavoro di Leonardo da Vinci, L’Ultima Cena (149598), opera tanto amata e discussa, eseguita con l’insolita tecnica “a secco” e realizzata nel corso della signoria di Ludovico il Moro. L’affresco racconta con straordinario realismo l’episodio evangelico dell’ultima cena e ritrae Gesù a tavola con i Discepoli. Grazie ai numerosi restauri, oggi è possibile ammirare la bellezza del dipinto nei suoi colori originali, ma per evitare che esso possa essere danneggiato, è conservato in particolari condizioni ambientali ed è visitabile soltanto da gruppi di massimo 25 visitatori per volta, ogni 15 minuti.

' #

#

&

'

&

"

# #,

#

(& # & !

$

Non lontano da Santa Maria delle Grazie e dalla Basilica di Sant’Ambrogio, ubicato nell’antica sede del monastero di San Vittore al Corpo, si trova il più grande museo tecnico-scientifico italiano, con la più vasta collezione al mondo di modelli di macchine realizzati a partire dai disegni di Leonardo da Vinci. Il materiale, esposto su una superficie di 40.000 metri quadrati, è rappresentativo di tutto il prodotto dell'ingegno scientifico e tecnologico dell'uomo in ogni epoca, anche se l’attrattiva centrale è sicuramente costituita dall'esposizione permanente dedicata ai lavori e alle opere di Leonardo, cui è adibita un'intera galleria. Tra i vari reparti e padiglioni, alcune sale del museo vengono dedicate ad esposizioni temporanee, conferenze e concerti. Per ragazzi e adulti, sono presenti diversi laboratori interattivi, dove è possibile svolgere attività pratiche sotto la supervisione e la guida di un animatore scientifico. Gli argomenti sono adatti a tutti i gusti: energia, metalli, ceramica, movimento, elettricità, chimica, colori e molto altro. 2


!,

&

#$

L'affascinate storia dei Navigli comincia nella seconda metà del XII secolo, con la costruzione del primo tratto navigabile. Per la loro realizzazione furono messi all'opera importanti ingegneri e ancora oggi è possibile apprezzare il geniale sistema di chiuse concepito da Leonardo da Vinci verso la fine del Quattrocento: era infatti il lontano 1482 quando Ludovico il Moro affidò a Leonardo il compito di progettare un sistema per consentire la navigazione dal lago di Como fino a Milano. I Navigli un tempo erano molto popolari ed erano il ritrovo di negozietti e mercatini. Attualmente questa è diventata una zona molto esclusiva, dove modelle, artisti e giovani universitari vagano da un bar all'altro scambiando quattro chiacchiere. L'atmosfera che si respira ai Navigli è davvero molto particolare, forse perché accanto ai locali "in" sopravvivono ancora le modeste botteghe artigianali, o forse perché i cortili delle case si colorano di tinte vivaci e intense con il calar del sole: ovunque si posi il vostro occhio, c'è qualcosa di bello ed emozionante da ammirare.

3


% (" #

(

%

!#

"

( (#

% &$

La città del ‘panetun’ ha molto altro da offrire al di fuori dei soliti circuiti turistici. Sono infatti tutte da scoprire le viuzze del quartiere di Brera, che la sera si animano con caffè e ristorantini; mentre, proseguendo con una passeggiata che da largo Foppa segue Corso Garibaldi, si può facilmente raggiungere la zona di Corso Como, nota per essere uno dei poli della ‘movida’ milanese: sosta obbligata al n.10, “Caffè Como”, con bar e galleria fotografica. Infine, da non perdere, i super moderni grattacieli del nuovo centro direzionale, risultato di un’attenta riclassificazione e di un importante intervento architettonico-urbanistico, fino a salire con scala mobile alla piazza Gae Aulenti. Un’ultima chicca consiste in una sosta presso il caffè letterario del piccolo teatro, con libreria e ristorantino doc, collocato nel chiostro, ingresso da via Rovello. Da non trascurare, specialmente per giovani studenti universitari, è la vita notturna di Milano, che offre alcuni dei Club più esclusivi in Italia: tra i vari locali, si ricordano Just Cavalli, The Club, Le Banque e Old Fashion.


&" & ! ( ' a cura di Micaela Zanzi

Varese è la provincia italiana in cui si trova Castellanza, il comune che ospita la nostra Università. E’ quindi d’obbligo un giro in città e per la Provincia, che vi riserveranno molte piacevoli quanto inaspettate sorprese: «Visione magnifica! Al tramonto del sole si vedevano sette laghi. Credetemi si può percorrere tutta la Francia e la Germania, ma non si potranno mai provare simili sensazioni. » (Stendhal: “Roma, Napoli e Firenze”) Nulla di più vero: la Provincia di Varese conta ben sette laghi (Lago di Varese, Lago Maggiore, Lago di Lugano o di Ceresio, Lago di Comabbio, Lago di Ganna, Lago di Ghirla e Lago di Monate) e inoltre ospita diversi splendidi siti dichiarati patrimonio dell’UNESCO. Ma andiamo con ordine e partiamo da una breve descrizione della città, la cosiddetta “Città Giardino”. Varese si è guadagnata questo appellativo grazie ai numerosi giardini e parchi che si trovano sul territorio comunale, in gran parte pertinenze di ville edificate tra il 1700 e l’inizio del 1900 da famiglie di nobili e, più recentemente, da industriali e rappresentanti dell'alta borghesia, originari soprattutto di Milano (Varese infatti ha rappresentato per anni il luogo di villeggiatura della “Milano bene”). Avete voglia di un pic-nic? Di una passeggiata nel verde? Semplicemente di sdraiarvi sull’erba e rilassarvi? Varese è la città che fa per voi! Avrete solo l’imbarazzo della scelta tra: I Giardini di Palazzo Estense, villa settecentesca che ospita il comune, si trovano in pieno centro a Varese e sono facilmente raggiungibili anche a piedi dalla stazione. Progettati secondo lo stile “alla francese”, sono oggi tra i più interessanti giardini settecenteschi della Lombardia e accolgono presentano una grande fontana a forma circolare; I Giardini di Villa Toeplitz, che con i suoi percorsi romantici e bucolici e i suoi giochi d’acqua è stata compresa tra i 10 finalisti nell’edizione 2013 del concorso “Il Parco più bello d’Italia”. Da non perdere!

Il Parco Mantegazza con ben 103 differenti varietà di alberi e arbusti. All’interno del parco sorge un castello del XV secolo con una torre di epoca medievale e, all’interno, cicli di affreschi tardogotici. E’ attualmente adibito a Museo d’arte moderna e contemporanea. Il Parco Zanzi e il Lido della Schiranna, che si affaccia sul Lago di Varese, è la scelta adatta per i più romantici. Chi resisterebbe infatti al fascino del paesaggio lacustre? E per i più sportivi, una pista ciclabile parte dalla Schiranna e fa il giro dell’intero lago, per un totale di 27,4 km. Un buon posto per fare jogging o una semplice passeggiata godendosi il panorama. Per i più temerari è raggiungibile a piedi dalla Schiranna sia il volo a vela, in cui è possibile ammirare la città a bordo di un aliante, sia il centro di canottaggio.


!

0# , #

"" %

$

Continuando a parlare di ville e parchi, Villa Menafoglio Litta Panza merita un capitolo a sé. Situata a Biumo Superiore, frazione di Varese, è entrata nel 1996 a fare parte del patrimonio del Fondo Ambientale Italiano, FAI. La Villa è un grande fabbricato a tra piani, a forma di U risalente al XVIII secolo, che si apre verso un ampio giardino all’italiana. Una ristrutturazione del XIX secolo portò all’ampliamento dei locali. Oggi la villa è celebre nel mondo grazie alla sua collezione di arte contemporanea che conta più di 100 opere di artisti contemporanei e opere d’arte ambientale, istallazioni e giochi di luce. Uno spettacolo da non perdere!

'

& '

! ""# ( $

Ma Varese non è solo parchi e giardini. Se siete in città vale la pena andare a visitare la Basilica di San Vittore, raggiungibile a piedi dalla stazione. La Basilica fu edificata tra il XVI e XVII secolo su struttura trecentesca e la facciata è in stile neoclassico. L’interno, a tre navate e con volte ottocentesche riccamente decorate, è caratterizzato da stili profondamente diversi tra loro, che riescono però a fondersi con incredibile armonia. Sul fianco della chiesa si trova il campanile di gusto barocco, alto un’ottantina di metri, risalente al XVII secolo e considerato uno tra i più bei campanili Lombardi. Accanto alla Basilica, oltre il campanile, non perdete l’occasione per entrare nel graziosissimo Battistero di San Giovanni, in stile romanico - gotico e costruito su uno precedente del VIII secolo. All’interno, conserva una grande fonte battesimale monolitica del XIII secolo e affreschi quattrocenteschi.


,# & ! ( '

'#

# ! (,

$

E’ d’obbligo parlarvi a questo punto del Lago di Varese. Caratterizzato dalla sua inconfondibile forma a “scarpa”, bagna 9 comuni ad ha un eccellente campo di gara di canottaggio. Ma il luogo di maggiore interesse del Lago è l’Isolino Virginia: nel 1863 sono stati ritrovati resti un rilevamento preistorico. Successive ricerche hanno portato alla luce uno dei più importanti siti palafitticoli del Neolitico, risalente al 3500 a.C. Grazie ai numerosi e importanti ritrovamenti, il Lago di Varese è diventato nel 2011 sito UNESCO rientrante tra i “Siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino” più importanti al mondo.


'

(#

# " & ! ( ' $

Da non perdere se siete a Varese il panorama della città e dei sobborghi che potete godere dal Sacro Monte, dichiarato a merito Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. Per arrivare in vetta, percorrete la Via Sacra realizzata a partire dal 1604, un acciottolato di circa 2 km su cui si snodano ben 14 Cappelle del XVII secolo ornate con affreschi e statue che mettono in scena I Misteri del Rosario. Sulla parete esterna della terza cappella potrete ammirare anche uno splendido affresco raffigurante il tema della Fuga in Egitto ad opera di Renato Guttuso (molto più recente, è databile 1983). C’è chi giurerebbe sia il più affascinante itinerario mariano al mondo. E’ stimato che sulla via che porta al Sacro Monte siano passati, in circa 300 anni, 60 milioni di pellegrini. Arrivati in cima (per i più sfaticati o per la stagione invernale è possibile raggiungere la vetta del monte anche in auto, in pullman o con una caratteristica funicolare), non accontentatevi del meraviglioso panorama: merita una visita anche il Santuario di Santa Maria del Monte, chiesa del IV secolo ristrutturata nel Seicento, caratterizzata dall’esterno rinascimentale e dall’interno barocco.

# " '

, # (, # $

Continuando a parlare di monti, al confine tra la Provincia di Varese e il Canton Ticino Svizzero si trova il Monte San Giorgio, appartenente alle Alpi Lepontine, alto 1097 metri e circondato da due rami del Lago di Lugano. Nel 2003 le rocce triassiche nel versante Svizzero del monte sono state iscritte nel Patrimonio Mondiale dell’UNESCO, grazie in particolare a recenti ed eccezionali ritrovamenti di tipo paleontologico distribuiti su serie di cinque livelli fossiliferi distinti (stiamo parlando di resti di 230-245 milioni di anni fa, incredibile!) che hanno così permesso l’analisi e lo studio dell’evoluzione di alcune specie animali e vegetali. Nel 2010 anche il versante italiano del Monte San Giorgio è stato inserito nel World Heritage List. Il Monte San Giorgio è da annoverare tra i più importanti giacimenti fossiliferi al mondo del Triassico medio, il periodo geologico compreso tra 247 e 236 milioni di anni fa. +


( # ' " /'

%(# !

& ! ( '

a cura di Micaela Zanzi

'

"

" (

&

' ''# $

Situato nel comune di Leggiuno, l’Eremo di Santa Caterina del Sasso è un monastero sorto a strapiombo sulla sponda orientale del lago Maggiore. Alla Chiesa si accede attraversando un portico di impronta rinascimentale costituito da quattro archi a tutto sesto. L'edificio attuale ha una struttura davvero singolare, unica, frutto della fusione di tre cappelle, che erano originariamente distinte e che sono sorte in epoche differenti. Per quanto riguarda i cicli pittorici coprono un periodo che va dal XIV al XIX secolo e sono presenti sia all’interno che all’esterno della chiesa. Sul lato sinistro, veramente a strapiombo sul lago, sorge la torre campanaria, di origine Trecentesca, alta 15 metri. Oggi l’eremo è retto da alcuni Oblati benedettini. Abbarbicato sullo strapiombo di parete rocciosa a picco sul lago, l'Eremo di Santa Caterina del Sasso è senza dubbi uno tra gli scenari più suggestivi del Lago Maggiore. Dal 1914 è stato considerato monumento nazionale. Vi consigliamo di andare a visitarlo, ne vale davvero la pena!

-


(#

# ((#

#$

Situata nel comune di Angera, sulla sponda sud-orientale del Lago Maggiore, il castello, ovvero la Rocca Borromeo (conosciuto anche semplicemente come Rocca di Angera) è un raro esempio di un edificio medievale fortificato e soprattutto integralmente conservato. La rocca si erge su uno sperone di roccia calcarea e costituiva uno dei principali punti di controllo strategici del Lago Maggiore in epoca antica. Oggi la Rocca di Angera è conosciuta anche per la Sala di Giustizia, uno tra i più importanti esempi della pittura italiana del primo Trecento, e per il Museo della Bambola e del Giocattolo, che espone oltre 1000 bambole realizzate dal 1700 ad oggi. Il museo rappresenta un unicum in Italia e ha la collezione più importante in Europa. Recente è infine l'apertura del Giardino Medievale.

'" ' %( # $ Comune in provincia di Varese, è famoso per i ruderi dell'abitato distrutto nel XIII secolo, ora protetto da una zona archeologica dichiarata nel 2011 Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO quale parte del sito seriale “Longobardi in Italia: i luoghi del potere”. Castelseprio sorse come postazione difensiva nell'epoca delle invasioni barbariche intorno al IV secolo. Dopo numerose vicende, nel 1287 fu distrutta dai milanesi a causa del tradimento di alcuni alpigiani. Per cinque secoli la vegetazione ricoprì i resti del castrum, oggi considerato un sito archeologico di importanza europea. Importante da visitare se decidete di fare una gita a Castelseprio è anche la Chiesa di Santa Maria Foris Portas, poco fuori dalle mura dell’antico castrum e unico edificio sopravvissuto alla distruzione del XIII secolo. Davvero imperdibile l’originalissimo e straordinariamente conservato ciclo di affreschi che decora il vano absidale.

.


( ' (!

" (

%

&

(

$

La Riserva Naturale Palude Brabbia è la più importante area umida della provincia di Varese e una delle più importanti della Lombardia. Il suo territorio, di circa 5 km2 è compreso all’interno di 5 comuni (Casale Litta, Cazzago Brabbia, Inarzo, Ternate, Varano Borghi) ma se volete organizzare una gita dovete recarvi nel paese di Inarzo, sede del centro visite e punto di partenza del percorso principale di visita alla riserva. Dal 1994 la LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) gestisce l’area in Convenzione con la Provincia di Varese. La palude, di origine glaciale, deriva da una torbiera sfruttata dal 1847 per l'estrazione della torba per poco più di un secolo. Gli scavi realizzati per l'estrazione hanno permesso la formazione di numerosi piccoli specchi d'acqua di forma regolare. Oggi la Riserva è principalmente dedicata all’accoglienza degli uccelli. Con oltre 150 specie presenti nel corso delle varie stagioni, è un importante sito di nidificazione per specie acquatiche e una fondamentale area di sosta per gli uccelli migratori. Se siete degli amanti della natura e volete vedere delle specie animali rare, che non avete mai visto altrove, questo è il luogo che fa per voi!

1


#

#)

4

' #0

# '# 5(

# 6*

a cura di Andrea Mazza

%

&

& #

#

%

#&

(#

""# $

Piazza del Duomo rappresenta sicuramente il cuore della vita cittadina, racchiusa da eleganti palazzi di epoche diverse e sede della bellissima cattedrale gotica dedicata a Santa Maria Maggiore, con innesti rinascimentali, e del duecentesco Palazzo del Broletto, simboli della vita religiosa e civile della comunità. Sulla facciata del Duomo, ornata da favolose vetrate colorate, spiccano la decorazione e i bassorilievi dei tre portali, mentre all’interno, da non perdere, la serie di arazzi fiorentini e fiamminghi del XVI secolo e i dipinti di Bernardino Luini. Addossato alla cattedrale è il Palazzo del Broletto, contraddistinto da fasce marmoree bianche, grigie e rosse e chiuso a nord da una caratteristica torre del XIII secolo in pietre bugnate: l’edificio è costituito da un pianoterra a porticato aperto, e da un piano superiore con grande salone, oggi utilizzato per mostre temporanee, anche se nei secoli il Broletto, oltre ad essere sede dell’autorità civile, fu più volte rimaneggiato cambiando spesso destinazione d’uso. A fianco del Duomo, sorge il Teatro Sociale, centro di una vivace vita culturale, che ebbe tra i suoi primi illustri spettatori Foscolo e Stendhal.

'

"/

# & #$

Annunciata da una coppia di torri campanarie e dalla facciata a scalare, la basilica cittadina di Sant’Abbondio rappresenta un vero e proprio gioiello della città comasca. Risalente al V secolo e sorta al di fuori della cinta muraria, la chiesa, dedicata al santo patrono di Como, è stata oggetto di un pionieristico restauro filologico nella seconda metà dell’Ottocento, che le ha restituito l’aspetto originario dell’XI secolo. L’interno, a cinque navate con copertura lignea, è semplice e solenne. Da vedere, nell’abside, il ciclo di affreschi trecenteschi del Maestro di Sant’Abbondio, che ha per tema la vita di Cristo. 2


'

0 &

$

Seppure a ridosso delle case, questa piccola basilica, fondata nel V-VI secolo e ubicata nell’omonima piazza, conserva intatto il suo fascino: la facciata esterna è sobria, ingentilita da un rosone romantico, e l’edificio merita senz’altro una visita all’interno. E’ infatti molto particolare la struttura tribolata a pianta centrale del X-XI secolo, cui successivamente sono stati aggiunti matronei e tribune. Uscendo dalla porta sul retro in via Vittorio Emanuele II, si possono ammirare l’abside poligonale sormontata da una loggia e il portale ornato con figure di santi e creature fantastiche.

(

" $ Brunate, il balcone del Lario, è il luogo migliore da cui guardare il lago: il modo più suggestivo per raggiungere questo piccolo borgo cittadino è la funicolare. Lungo il percorso, alberghi di lusso e ville liberty raccontano della gloriosa stagione ottocentesca di Brunate e, una volta giunti a

destinazione, non mancate di visitare la chiesa parrocchiale dedicata a Sant’Andrea Apostolo, girare per il centro storico di Brunate, caratterizzato da viuzze a scalinata che si arrampicano sul pendio, e raggiungere a piedi San Maurizio, dove si trova il Faro Voltiano sul Monte Tre Croci, da cui si gode di un magnifico panorama, che nelle giornate limpide arriva fino ai monti dell’arco alpino occidentale.

3


,#

,#

/"

( (#

% &$

Una delle più belle attrazioni di questo magnifico gioiello è sicuramente il suo splendido lungolago, percorso ogni giorno, specialmente durante le soleggiate giornate estive, da una miriade di turisti italiani e stranieri. Da piazza Cavour partono battelli e motonavi per brevi crociere sul Lario, ma per chi vuole restare in città ci sono anche due classiche passeggiate sul lungolago che portano, verso est, a Villageno e, verso ovest, a Villa Olmo. Per dormire e godere della vista panoramica sul lago, si può fare sosta all’Hotel Villa Flori, oppure al Terminus, edificio in stile Liberty, e all’Hotel Metropole Suisse, sempre alla fine dell’Ottocento, nella centralissima piazza Cavour. Per pranzare, un indirizzo sicuro è Il Carrettiere: ristorante-pizzeria con ottimi piatti di pesce, oppure il Ristorante-Pizzeria Riva, dove è possibile gustare aperitivi di ogni genere in riva al Lario. Punto d’arrivo obbligato della passeggiata a bordo lago è Villa Geno, dimora ottocentesca oggi di proprietà comunale, dal cui giardino si abbracciano con uno sguardo la città e i dintorni. Suggestivi sono anche i voli turistici in idrovolante sul bacino del lago, organizzati dall’Aeroclub, al termine di viale Puecher. Se si vuole fare una sosta ristoratrice con vista sulla città e sul lago, c’è Cube, in via Fratelli Rosselli 10: wengé e acciaio nel ristorante e un lungo balcone-bar, ideale per sorseggiare cocktail e drink. Se si prosegue lungo il lago, è possibile percorrere la romantica passeggiata aperta nel 1957 che tocca alcune tra le più belle dimore nobiliari. E’ il caso della settecentesca Villa Saporiti, detta “La Rotonda” perché sembra protendersi verso il lago e che ricalcala forma ovale del salone per le feste. Nelle stanze della neoclassica Villa Olmo, realizzata per la famiglia Odescalchi, hanno soggiornato tra gli altri celebri personaggi Napoleone Bonaparte, Ferdinando I d’Austria, il primo ministro Metternich e il maresciallo Radetzy: la splendida villa, che deve il proprio nome ad un superbo olmo ultra centenario ora non più esistente e che ospita annualmente delle mostre artistiche temporanee, è adagiata proprio al centro di un magnifico parco pubblico con giardino all’italiana che declina verso il lago.


!

& '# , #

#

0

$

Lungo la sponda occidentale del Lario, fra i parchi e le grandi ville della nobiltà lombarda, per chi ama percorrere sentieri lungo il lago ammirandone il panorama, una sosta nella bellissima Cernobbio con la sua caratteristica balconata sul lago, costituirà sicuramente una piacevolissima passeggiata all’aria aperta e vi darà modo di godere delle bellezze naturali del paesaggio che vi circonda. Lungo il percorso che vi guiderà agli altri favolosi paesi che costeggiano il Lario, vale sicuramente la pena soffermarsi a visitare qualcuna delle più belle ville di tutta Italia! Tra di esse, è doveroso citare Villa Carlotta, che viaggiatori dell’Ottocento chiamavano “un angolo di paradiso” per il giardino botanico e le strutture museali, arricchite di alcune sculture di Canova, e Villa Melzi, bella residenza neoclassica nel cui meraviglioso giardino piante e fiori si alternano a statue di gusto classico e rinascimentale. Da non perdere inoltre Villa d’Este, reggia del Cinquecento affacciata sul lago, oggi grand hotel di lusso, tra i più esclusivi del mondo, dotato di un bellissimo giardino all’italiana, con cascate, scalinate e mosaici, e la cinematografica Villa del Balbaniello, che sorge su un promontorio a picco sul lago, di fronte a Bellagio, in un luogo protetto e incantevole, abbellito da una magnifica loggia e un parco a terrazze. Punto di collegamento tra il Lario e il Lago di Lugano, Menaggio è un antico nucleo che ha mantenuto la sua vivacità: due le mete per un fuori programma, la prima delle quali è Villa Mylius Vigoni, già residenza nobiliare con un magnifico parco all’inglese e oggi sede congressuale. La seconda è Grandola e Uniti, dove, immerso nel verde, si trova il prestigioso ed esclusivo Golf Club. All’ingresso del paese si incontra l’imbarcadero con i traghetti che fanno la spola tra le due sponde, comasca e lecchese: una corsa di circa un quarto d’ora e si arriva infine a Bellagio, la perla del lago, il cui fascino, creato secondo la definizione di Flaubert “per il piacere degli occhi”, è per Stendhal superiore a ogni altro del Belpaese. Non perdete l’occasione di visitare questi gioielli unici al mondo!


#

#

% (

&

( #$


/'

(' #

"(

,#

,, #(

, # & /# ("

a cura di Micaela Zanzi

'#

# ((#

$

L’arcipelago delle Isole Borromee, composto da quattro isole, è situato nel medio Lago Maggiore, a occidente, quindi nella parte piemontese del lago, e sono contrapposte a Stresa e Pellanza. Le isole furono dal XIV secolo sotto la proprietà dei Borromeo, a cui devono il loro nome e che tutt’oggi posseggono due delle quattro isole, l’Isola Bella e l’Isola Madre. Le isole facenti parte dell’arcipelago sono: Isola Madre; Isola Bella; Isola dei Pescatori; Isolino San Giovanni.

'#

&( $ Anticamente chiamata Isola di San Vittore e successivamente Isola Maggiore, l’attuale Isola Madre è la più grande isola dell’arcipelago delle isole Borromee. Non è abitata ed è occupata prevalentemente da giardini, tra cui spicca il giardino botanico, tra i più antichi d’Italia. Il giardino, all’”inglese”, si sviluppa su più terrazze e permette di ammirare vere rarità, alberi bicentenari, piante subtropicali e volatili orientali. Sembra quasi di trovarsi in una località tropicale!


'#

$

L’isola Bella, o come era anticamente chiamata Isola Inferiore, è interamente occupata dal palazzo Borromeo e dal suo splendido parco. Si tratta di un giardino all’”italiana” composto da dieci terrazze sovrapposte a piramide mozza, in cui si possono trovare statue, fontane, piante esotiche e arbusti rari. Abilmente progettato nei secoli, il parco presenta fioriture multicolori per tutto l’anno, a rotazione tra le varie specie floreali.

'#

% '

"# ( $

L’isola dei Pescatori, anticamente chiamata Isola Superiore, è l’unica nell’arcipelago ad essere abitata durante tutti i mesi dell’anno. Ospita infatti un piccolo villaggio di cinquanta abitanti.

'#

#'

, #!

$

La più piccola isola dell’arcipelago, è famosa perché fu residenza per molti anni del celebre direttore d’orchestra Arturo Toscanini. Sia il palazzo che l’isola sono però privati e non visitabili.

+


(#

$

Sulla sponda opposta del Lago Maggiore rispetto ad Angera troviamo Arona. La città in provincia di Novara, quinta della provincia per popolazione, offre numerosi modi per trascorrere il tempo libero. Non perdetevi la passeggiata lungo il lago, ne riscoprirete le magia. Notevole anche la Chiesa dei Santissimi Martiri, di origine romanica, con bassorilievi del ‘400, vetrate, tele e dipinti del ‘500. Potete andare a visitare anche la Collegiata della Natività di Maria Vergine iniziata nel XV secolo, con facciata rinascimentale, un portale marmoreo del ‘400 e l’annesso campanile romanico. Da visitare inoltre la bella Piazza del Popolo, vicina al lago, che costituisce il cuore dell’Arona medievale, con la Casa del Podestà del XV secolo, e la Chiesa della Madonna di Loreto. Piacevole anche la camminata per il Sacro Monte, fino ad arrivare al Colosso di San Carlo Borromeo, il cosiddetto Sancarlone. La Statua, eretta su volontà dell’arcivescovo cugino Federico e successore di Carlo Borromeo, domina il lago Maggiore. La statua è stata fatta costruire in rame e, compresa di basamento granitico, è alta ben 35 m (pensate che la Statua della Libertà è alta complessivamente 46,5 m). L’indice della mano di san Carlo è lungo 1,95m, misure davvero impressionanti! Vi consigliamo anche di entrare nella statua, si può salire e arrivare tramite una scala a chiocciola e successivamente a pioli fino alla testa del San Carlone, da cui si gode di una meravigliosa vista del lago Maggiore. Se siete in zona, non potete farvelo scappare!

! (

$

Verbania è un comune italiano situato sulla sponda piemontese del Lago Maggiore. In base ai risultati ottenuti dalla XVI edizione di Ecosistema urbano di Legambiente, Verbania è la migliore città italiana in campo ambientale grazie ai miglioramenti nelle PM10, nella raccolta differenziata (leader in Italia con il 72,8 %), nel rapporto di emissioni di CO2 per passeggero del trasporto pubblico. Verbania è un esempio da seguire! Il principale luogo di interesse turistico di Verbania sono i Giardini Botanici di Villa Taranto. Realizzati da un capitano scozzese nel 1931 con l’intento di realizzare un giardino all'inglese in terra italiana. Durante la costruzione furono importate da tutto il mondo decine di esemplari botanici. Ancora oggi i giardini comprendono esemplari di circa 1.000 piante e circa 20.000 varietà e specie di interesse botanico. Ma si trovano a Verbania numerosi altri luoghi d’interesse: Oratorio di San Remigio, in stile romanico, dichiarato monumento nazionale nel 1908; Chiesa di Madonna di Campagna, in stile rinascimentale e costruita su un preesistente edificio romanico di cui rimane il campanile, è anch’essa stata riconosciuta monumento nazionale per la sua bellezza e il suo fascino particolare; Palazzo Dugnani, sede del Museo storico artistico del verbano e del Paesaggio. -


# (" '

,

#$

L’antico borgo di Orta San Giulio si affaccia sulle acque del Lago D’Orta.

Piazza Motta è il salotto di Orta e, sin dal 1228, al mercoledì, si svolge il mercato. Escludendo quello che si affaccia sul lago, i 3 lati rimanenti della piazza sono chiusi da vecchi palazzotti con ampi portici. Distaccato dai palazzi, si erge il Palazzo della Comunità, o Broletto: risale al XVI secolo e come tanti altri palazzi comunali del tardo rinascimento si presenta con il piano terreno totalmente porticato. Dalla piazza si diramano poi una serie di viuzze caratteristiche, strette e tortuose, chiuse al traffico e ricche di palazzi signorili. Attraverso la Salita alla Motta si raggiunge in meno di un quarto d’ora il Sacro Monte di Orta, progettato nel 1591 e dedicato a San Francesco d’Assisi: la Riserva Naturale Speciale che lo ospita include boschi di faggi, tigli e pini. Alla sommità, a ca. 400 metri di altitudine, dopo un percorso di 20 cappelle che raccolgono ben 376 statue in cotto che illustrano la vita del santo, si trova la Chiesa di S. Nicolao.

'#

& '

,

#$

La piccola Isola di San Giulio, raggiungibile in battello o in motoscafo, è dominata dalla basilica romanica, dal palazzo vescovile e dall’abbazia benedettina. La leggenda narra che quest'isola, distante non più di 400 metri dalla riva di Orta, un tempo era uno scoglio abitato da serpi e terribili mostri, fino a quando nel 390 vi approdò San Giulio: attraversando le acque del lago sopra il suo mantello e guidato nella tempesta dal suo bastone, il Santo fondò una chiesa, nella quale scelse poi di essere sepolto, e trasformò l'isola nel centro di evangelizzazione di tutta la regione. Una breve scalinata conduce alla suggestiva basilica romanica, la principale attrattiva del posto. La visita prosegue attraverso una stradina che percorre l'intera isola; si tratta della "via del silenzio e della meditazione", suggestivo connubio tra spiritualità e architettura. Camminando per i vicoli di San Giulio si raggiunge l'ottocentesco Palazzo dei Vescovi e l'Abbazia Benedettina Mater Ecclesiae: in questo affascinante convento di clausura femminile le monache, che risiedono stabilmente sull'isola, trascorrono le loro giornate dedicandosi alla preghiera, allo studio, al restauro di antichi e preziosi paramenti sacri, alla confezione delle ostie e alla preparazione del celebre "pane di San Giulio". Un grazioso ristorante con terrazza sul lago e un negozietto di souvenir completano il quadro delle strutture a disposizione dei turisti. .


#

$% ( 7

!

% ''# &

#

a cura di Andrea Mazza

Ancora oggi per chi vuole concedersi una giornata di tregua dallo smog e dal traffico, le colline attorno a Milano appaiono come una promessa di aria salubre e frizzante, ideale per una scampagnata all’aria aperta nella bella stagione o, d’inverno, per un calorico pranzo domenicale a base di risotto giallo e casoeûla! Da sempre, però, questo territorio verde compreso tra i fiumi Seveso e Adda, tra la metropoli e i laghetti prealpini di Alserio, Pusiano, Annone, si distingue anche per la sua operosità e per la notevole produzione nel campo manifatturiero (tessuti e mobili prima di tutto). Di recente si è tornati inoltre a valorizzare e tutelare i luoghi simbolo di questa terra di allegre villeggiature, a partire dai parchi, dalle aree protette e dalle deliziose ville che costellano il territorio. La riscoperta dell’anima verde della Brianza parte da Monza, famosa per essere stata sede del convento che ha ospitato Marianna de Leyva, la celeberrima Monaca di Monza (la Gertrude dei Promessi Sposi del Manzoni). La fortuna della città è tuttavia legata soprattutto al nome di Teodolinda, regina longobarda di fede cattolica che la scelse come sede della propria residenza e della cappella palatina.

& #

#& '

, #!

"" '" $

Monza esce dal panorama nebuloso dei centri minori del territorio milanese durante il regno ostrogoto: Paolo Diacono, nella sua Historia Longobardorum, ne sottolinea la prossimità a Milano e la salubrità del clima, ragioni che inducono Teodorico a costruirvi il proprio Palatium Magnum. La città della Formula Uno si scopre a piedi passeggiando per il centro storico ricco di monumenti e luccicanti vetrine, a partire da piazza Duomo, il quale racchiude le testimonianze del passato longobardo della città. Se si eccettua il ciclo della cappella di Teodolinda, poco è sopravvissuto della decorazione precedente la stagione barocca, che ha profondamente inciso nella percezione dello spazio interno del Duomo. In clima tardomanierista ci trasportano le decorazioni delle testate interne dei transetti, la decorazione del presbiterio e del coro è la maggiore impresa pittorica del Seicento e vede all'opera. È però soprattutto il Settecento a segnare l'interno dell'edificio, che costituisce un osservatorio privilegiato per lo studio della cultura figurativa lombarda tra barocco, barocchetto e rococò.

1


%%

" # &#

&

# (#

0 ((

$

All’interno del Duomo si conserva la Cappella Teodolinda, che oltre a custodire i resti della sovrana, racconta anche la curiosa storia della leggendaria regina, a partire dalla fondazione di Modoetia, l’antico nome della città. L'ambiente, chiuso da una cancellata, è a volta poligonale gotica a costoloni. La rappresentazione è tratta da episodi tratti da una leggenda tardo medievale che narra del sogno della regina Teodolinda per la fondazione del Duomo. La tecnica pittorica è molto complessa e preziosa, con affresco, tempera a secco, decorazioni a rilievo, dorature in foglia e in pastiglia, come in una grande miniatura di tipo monumentale. La cappella custodisce anche la celeberrima Corona Ferrea, tra i manufatti più noti dell’età medievale e che, secondo la tradizione, sarebbe una reliquia, in quanto contiene uno dei chiodi che vennero usati per la crocefissione di Cristo. Dal transetto sinistro, attraverso il grazioso chiostro del settecentesco cimitero, si accede poi al Museo Serpero, che conserva il Tesoro del Duomo.

%

&

& #

# "( ( '"# (

"

# "4

$

Piazza Duomo rappresenta il cuore del centro storico di Monza, chiuso al traffico, meta di passeggiate soprattutto il sabato pomeriggio quando la tranquilla cittadina si affolla per il rito dello shopping. Lungo le pedonali via Italia, via Carlo Alberto e via Vittorio Emanuele si susseguono una dopo l’altra vetrine sfavillanti, a partire da quella recente di Tearose, una boutique-caffè-fiorista dove anche una semplice margherita è valorizzata e viene trasformata in un oggetto di design. In Piazza Duomo si affacciano i tavoli del Tearose Café, ritrovo trendy e chic dal breakfast all’ora del tè, dall’aperitivo al dopo cena, presso il quale si possono consumare anche un pranzo veloce, una volta alla settimana, una cena a base di sushi. In via Italia, in un minuscolo cortile, vi imbatterete in un indirizzo goloso da non lasciarsi sfuggire: Il Dolce Cortile, pasticceria che propone torte e pasticcini davvero speciali, mentre la vicina boutique Il Cortiletto vi propone abitini bon ton e capi più casual, tutti raffinatissimi. Per chi di voi è amante della natura, vale la pena dare un’occhiata a Libri & Libri, simpatica libreria che resiste alle grandi catene e alla distribuzione di massa, proponendo chicche davvero insolite.

2


% '' , ,

&# % (

"(# ""( ! ('#

!

&

# '7 # %% , $

Proseguendo per le vie dello shopping, tra via Italia e via Carlo Alberto si incontra l’Arengario, emblema di architettura comunale che oggi ospita mostre temporanee. Sulla destra si dirama via Vittorio Emanuele dove sorge il monumentale Ponte dei Leoni, a tre arcate, realizzato nel 1842 in sostituzione dell’antico Ponte d’Arena, di epoca romana. Una volta oltrepassato, si percorre la stessa via fino ad incontrare la Cappelleria Melegari, unica a portare avanti la tradizione tutta monzese dei cappellifici. Tornando in via Carlo Alberto, continua la sfilata di vetrine, tra cui si segnalano quelle di moda di PozziLei, con scarpe e vestiti griffatissimi, quelle luccicanti di Remilda, che propone gioielli di design con particolare attenzione alle pietre e oggetti preziosi in argento, e quelle di Artemisia, con originali composizioni floreali. Alla fine della via si incontra galleria Montrasio Arte, specializzata in artisti dall’Ottocento ai giorni nostri.

!

(

&

#

$

L’edificio al quale più di tutti Monza lega la sua fama, la Villa Reale, fatto costruire nel 1777 dall’arciduca Ferdinando, figlio prediletto di Maria Teresa d’Austria. La villa, commissionata al Piermarini, doveva costituire la sua residenza di campagna, ma per la sua imponenza al termine dei lavori, fu subito adibita a importanti funzioni di rappresentanza ed è oggi in attesa che una definitiva opera di restauro riporti il complesso all’antico splendore. Tra le parti visitabili, da non perdere la cappella, a cupola centrale e con tribuna per la famiglia reale, e la Rotonda, affrescata da Andrea Appiani, dono di Ferdinando alla moglie Maria Beatrice d’Este per il ventesimo anno di matrimonio. Sono aperti al pubblico anche il Serrone, sede delle più importanti esposizioni d’arte allestite a Monza, e il roseto, che a maggio esplode nei mille colori e profumi delle rose che partecipano all’annuale concorso.

3


% ( #&

#

!

(

#$

Non c’è dubbio che il bene più prezioso della Villa sia il Parco, voluto nientemeno che da Napoleone! Fu lui, infatti, a decretare nel 1805 la nascita della più vasta area verde recintata d’Europa, che con i suoi 750 ettari delimitati da 16 chilometri di mura è grande due volte il Central Park di New York. Questo polmone verde, che doveva costituire dalle origini il naturale proseguimento dei Giardini Reali, inglobò boschi e prati, ville patrizie, mulini e ponti sul Lambro. Non solo il paesaggio fu ordinato secondo criteri illuministici, con la creazione di lunghi viali e cannocchiali prospettici, ma gli edifici preesistenti furono ristrutturati in modo da essere in sintonia con il Palazzo Reale. Tra di esse, la costruzione meglio conservata è Villa Mirabello, fatta erigere a metà Seicento dai conti Durini dopo aver rilevato il fondo dei De Leyva, la famiglia della monaca di Monza. Davanti all’edificio si estende l’ex-ippodromo, dal quale la vista spazia fino alle Prealpi lombarde. Oltre che splendido museo open air, il Parco di Monza è un luogo molto amato e vissuto dai cittadini. Nel weekend sono molti i visitatori che vi si riversano per svolgere le più svariate attività, soprattutto sportive: jogging, passeggiate, pattinaggio, calcio, equitazione e golf. In particolare, il Golf Club è tra i più antichi ed esclusivi d’Italia!


"# & (# # &

#

$

Il Parco di Monza è uno tra i maggiori parchi storici europei, il quarto recintato più grande d'Europa e il maggiore circondato da mura. Con i Giardini Reali, il Parco di Monza costituisce un complesso di particolare valore paesaggistico, storico e architettonico, incluso nel più ampio Parco regionale della Valle del Lambro. Dal 1922 ospita al suo interno anche l'Autodromo Nazionale di Monza, uno dei più importanti e prestigiosi circuiti automobilistici al mondo e che garantisce a Monza una fama internazionale. E’ tra gli autodromi permanenti più antichi al mondo ed è famoso oltre i confini nazionali per ospitare il Gran Premio d'Italia di Formula 1 organizzato dall'Automobile Club di Milano quasi ininterrottamente dal 1922. Oltre alla Formula 1 e alle altre categorie automobilistiche, sul circuito lombardo si svolge anche un annuale gran premio del Campionato mondiale Superbike.


% !

"" /&

"# "# ((

a cura di Andrea Mazza

Pavia è sicuramente una delle più belle e caratteristiche città lombarde, assolutamente da non perdere. Fondata dai Romani, fu capitale del regno longobardo con il nome di Papia e dal Medioevo è sede di una delle più antiche università italiane. Le sue antiche origini e un passato di grande importanza le hanno lasciato un patrimonio artistico e culturale davvero notevole. Il primo insediamento nell'area di Pavia si deve infatti ad antiche popolazioni della Gallia transpadana; successivamente, nel corso della colonizzazione romana, la città prese nome di Ticinum. Durante il periodo carolingio, Berengario II e Adalberto II furono incoronati Re d'Italia nella chiesa di San Michele Maggiore della città. Nel Cinquecento, famosa è la battaglia di Pavia, combattuta il 24 febbraio 1525 tra i Francesi e gli Imperiali e vinta da questi ultimi grazie alla cattura del re Francesco I di Francia. Ricca dunque di storia e al centro di vicende appassionanti, Pavia è inoltre il capoluogo di una fertile provincia dedicata soprattutto all'agricoltura e, in particolare, a viticoltura, risicoltura e cerealicoltura.

'"

# ! ' # " #$

Questo imponente edificio realizzato nel quattordicesimo secolo fu voluto da Galeazzo II Visconti come residenza di svago e luogo di difesa. L’esterno è caratterizzato da maestosi torrioni angolari e dal largo fossato, mentre il cortile interno presenta un elegante loggiato e un ampio porticato. Il laterizio rosso e il marmo bianco sono i colori dominanti. Centro di cultura e di diletto, il castello ospitò letterati illustri come Francesco Petrarca, mentre oggi è sede dei Musei Civici dove si può ammirare la sezione archeologica, con tombe romane e corredi funerari, lastre tombali dei Longobardi e oggetti preziosi che testimoniano il ruolo di Pavia quale capitale del Regno. Le sale affrescate del primo piano ospitano invece la Pinacoteca Malaspina, con opere di Giovanni Bellini, Correggio, Tiepolo, Antonello da Messina e Hayez, che affiancano la Gipsoteca e il Museo del Risorgimento.


'

% "(#

& /# (# $

Costruita su una chiesa paleocristiana, la basilica attuale, in arenaria grigia e cotto, venne consacrata nel 1132 dal papa Innocenzo II: il nome richiama il soffitto ligneo decorato in oro della chiesa che qui sorgeva originariamente. L’attuale assetto risente delle molte trasformazioni che si sono succedute nei secoli, fino al restauro dell’Ottocento, mentre l’interno a tre navate è dominato dall’alto presbiterio che accoglie l’Arca di Sant’Agostino, capolavoro della scultura lombarda del Trecento. All’interno dell’altare vi è il sarcofago in argento che custodisce le reliquie del santo dopo la sua traslazione a Pavia. Nella cripta, un sarcofago in marmo accoglie le spoglie del filosofo Severino Boezio. A destra della cripta, nel piedistallo che regge il grande pilastro, è infine collocata la tomba di Liutprando, re dei Longobardi.

'

"

(

&

(

$

Tra i massimi esempi dell’architettura del Gotico lombardo, Santa Maria del Carmine venne iniziata per volontà di Gian Galeazzo Visconti nel 1375 su progetto attribuito a Bernardo da Venezia. La facciata in laterizi, decorata con un grosso rosone, bifore e finestrelle, domina l’omonima piazza e celebra il trionfo della terracotta, mentre l’interno, estremamente suggestivo e caratterizzato da una mistica penombra, si eleva su una pianta a croce latina ed è costituito da tre navate e da numerose cappelle laterali, ricchissime di affreschi e di dipinti. Esso è ricco di numerose espressioni artistiche, testimoniate anche dai piloni che svelano begli affreschi e graffiti. Le cappelle presentano pitture e pale dal XV al XVII secolo e l’Angelo Custode di Sebastiano Ricci è forse l’opera più pregevole conservata nella chiesa.


& #

#& % ! $

E’ il più imponente edificio religioso della città, costruito a partire dal 1488 su due chiese romaniche preesistenti, per volere del cardinale Ascanio Sforza. Il progetto è firmato da architetti quali Giovanni Amadeo, Leonardo da Vinci e Bramante, al quale si deve probabilmente l’abside. La complessa vicenda costruttiva, conclusa nei primi decenni del XX secolo, è aderente al progetto originale, con l’interno a croce greca strutturato a tre navate, affiancate da nicchie semicircolari e sovrastato da una vasta cupola. Da non perdere: l’altare del protovescovo San Siro, la tavola con la Santa Famiglia, attribuita al Bramantino, e l’Immacolata del Faruffini. Nel coro, una macchina scenografica del Seicento custodisce le Santissime Spine della corona di Cristo, esposte in occasione della processione estiva. Nella cripta si conservano invece la reliquie di San Siro, patrono della città e primo vescovo di Pavia.

'

" # & # (#

'

7

$

Entrambi gioielli romanici della città: la prima basilica, di dimensioni ridotte, recante testimonianze pittoriche del Medioevo e del Rinascimento, fu eretta nel XII secolo e ospita il corpo di San Teodoro vescovo di Pavia, morto nel 778. L’interno, a tre navate, presenta un presbiterio molto elevato, sotto il quale è collocata la cripta con colonne e capitelli. La seconda chiesa, antichissima, venne addirittura fondata tra il 1118 e il 1130 su una basilica precedente, quando Pavia era capitale del regno longobardo. Fu proprio in questo luogo che vennero incoronati Berengario I e II, Lodovico III e persino Federico Barbarossa. La facciata, a capanna, con bifore e monofore, è in pietra arenaria, che assume durante la giornata suggestive sfumature di colore, e i bassorilievi e le sculture che la decorano presentano tematiche sia sacre sia profane. Da ammirare all’interno le straordinarie sculture dei capitelli, a soggetto biblico e, sopra i due portali laterali, in altorilievo, le figure di Sant’Ennodio, vescovo di Pavia, e di Sant’Eleucadio arcivescovo di Ravenna, i cui resti sono conservati nell’altare.

! (' " /& % ! $ Fondata nel 1361 dall’imperatore Carlo IV, è una delle più antiche università di tutta Italia: l’assetto attuale della sede storica è quello che gli imperatori Maria Teresa d’Austria e Giuseppe II d’Austria affidarono agli architetti Piermarini e Pollack: cortili con porticati e loggiati sovrapposti, di gusto neoclassico, colonne, statue e ampi spazi per lo studio e per la ricerca. Sicuramente da non perdere: il grandioso Salone Teresiano della biblioteca, ricco di tanti preziosi manoscritti, volumi antichi e cinquecentine, le aule storiche (Volta, Foscolo e Scarpa), l’Aula Magna e il Museo, che conserva documenti e strumenti d’epoca. Il neoclassico Cortile Teresiano si affaccia +


su Piazza Leonardo da Vinci, con l’Aula del Quattrocento e le torri medievali. Pavia è infatti nota per essere la città delle cento torri, come viene ricordata da Petrarca e Boccaccio, dal momento che ne vide sorgere molte nel Medioevo per volere dei signori locali, che desideravano così manifestare il loro potere. Spesso collegate all’abitazione e al palazzo nobiliare, non avevano uno scopo difensivo, ma di osservazione privilegiata sulla città.

("# ' & % ! $ Assolutamente da non perdere è infine la celebre Certosa di Pavia (monastero e mausoleo dei Visconti), a soli 8 km dalla città, uno tra i più importanti monumenti tardogotici italiani. Il progetto venne avviato da Galeazzo Visconti nel 1396 e il luogo per la costruzione fu scelto dalla moglie Caterina a consacrazione di un voto. L’ingresso, superato il vestibolo affrescato dal Luini, è una vera sorpresa: sulla destra il Palazzo Ducale, mentre di fronte la facciata rinascimentale della basilica, trionfo di marmi, bassorilievi, medaglioni, statue e guglie gotiche che rimandano al quasi contemporaneo Duomo di Milano. Dedicata alla Vergine delle Grazie, è ricchissima di opere d’arte e presenta una volta meravigliosa. Da non perdere il Padre Eterno benedicente, unico pannello rimasto di un polittico del Perugino, mentre il transetto nord accoglie il monumento tombale di Lodovico il Moro e della moglie Beatrice d’Este, di Cristoforo Solari. Nel transetto sud, oltre alla maestosa tomba in marmo del fondatore Gian Galeazzo Visconti e della moglie Isabella di Valois, il bellissimo affresco del Bergognone Gian Galeazzo con i figli presenta alla Vergine il modello della Certosa. Sul retro della Certosa c’è il chiostro piccolo, fulcro della vita comunitaria, e da cui si aprono la biblioteca e la chiesa. Da qui si accede al chiostro grande, monumentale spazio porticato che ospita le celle dei frati che si sono succeduti nel corso dei secoli, dai certosini ai carmelitani e ai cistercensi, i quali hanno affinato fino ad oggi l’arte dell’erboristeria e dell’omeopatia.

-


!

& / # '"

"( '%# (" & ! ("

"# *

a cura di Micaela Zanzi

Non potete fare a meno dello sport? Vi piace trascorrere del tempo all’aria aperta? Non potete fare a meno della sensazione della neve sotto i vostri sci o il vostro snowboard? Non perdete tempo e andate in Valle d’Aosta! In Valle d’Aosta troverete tutto ciò che fa per voi! Montagne con vette sempre innevate, chilometri e chilometri di piste da sci, sentieri per poter fare una piacevole passeggiata estiva, tipici paesaggi alpini, caratteristici ruscelli e laghi, luoghi storici da poter visitare, siti termali: la Valle d’Aosta vi offre tutto questo e molto altro! I luoghi in cui potrete sfrecciare sulle piste da sci sono davvero innumerevoli, noi vi segnaliamo i luoghi più interessanti e curiosi. In Valle d’Aosta si trovano i quattro monti più alti d’Europa: Monte Bianco, Cervino, Monte Rosa e Gran Paradiso. Su alcuni di questi monti i ghiacciai permettono di sciare anche in piena estate, un’esperienza davvero unica! La Valle d’Aosta è costellata da diversi suggestivi castelli: un tempo costruiti solamente a scopo difensivo, hanno con il tempo anche assunto il ruolo di dimostrare la potenza e la ricchezza del proprietario. Da non perdere se siete interessati il Castello di Fénis e quello di Issogne.

Non solo sci e non solo snowboard: in Valle d’Aosta potete praticare numerosi sport: hockey su ghiaccio, sci di fondo, pattinaggio sul ghiaccio, slittino, bob, sci alpino, trekking. Perché non provare a cimentarsi in uno di questi sport? Aosta, capoluogo di regione, è il comune più abitato. Da visitare, soprattutto per le sue vie caratteristiche, la torre dei signori di Quart, antica prigione costruita sui resti di una torre romana, e l’arco di trionfo, senza dimenticarci degli incantevoli panorami!

.


Cibo: per tutti coloro che amano la buona cucina, la Valle d’Aosta offre prodotti e piatti tradizionali. Polenta e brasato, polenta e gorgonzola, polenta e burro, e chi più ne ha più ne metta! Non potete non assaggiarne almeno una variante! Imperdibile anche un assaggio di tipica fontina Valdostana, dal gusto inimitabile!

Se invece siete un gruppo di amici e non riuscite a mettervi d’accordo su quale aspetto della Valle d’Aosta prediligere, la meta ideale per voi è probabilmente Pré Saint Didier. Località sciistica, è anche un importante centro termale. Potrete provare la sensazione di essere immersi all’aperto in una confortevole piscina calda mentre sta nevicando, probabilmente una delle situazioni più suggestive che questa regione può offrirvi!

1


# "

#

! "" % / " & / (# % $

Il Monte Bianco (Mont Blanc in francese) è una montagna situata nella sezione delle Alpi Graie, sulla linea che fa da spartiacque immaginario tra la Valle d’Aosta e l'Alta Savoia in Francia, nei territori comunali di Courmayeur e di Chamonix. Con i suoi 4801,45 m d’altezza è la montagna più alta d’Italia e dell’intera Europa. La vetta è perennemente innevata: è ricoperta da una coltre di ghiaccio e neve spessa dai 16 ai 23 metri! Il Monte Bianco è famoso anche grazie al suo celebre traforo, un tunnel autostradale che collega il versante italiano con quello francese, e quindi rispettivamente le due città di Courmayeur e Chamonix. Lungo 11,6km, è stato costruito tra il 1957 e il 1965 congiuntamente da Italia e Francia e oggi rappresenta una delle maggiori vie di trasporto transalpino. Le località sciistica più famosa del versante italiano è sicuramente Courmayeur, cittadina che negli anni recenti è divenuta una tra le località di villeggiatura più ricercata, frequentata da nobili, scrittori, vips e starlette dello spettacolo. Una curiosità: Pochi mesi fa, precisamente l’11 luglio 2013 lo spagnolo Kìlian Jornet i Burgada ha stabilito il record di salita e discesa da Chamonix fissandolo a 4 ore, 57 minuti e 40 secondi, abbassando di 13 minuti il precedente record, detenuto da uno svizzero. Lo spagnolo è partito dalla chiesa di Chamonix alle 4:46, ha impiegato 3 ore e 33 minuti per la salita e 1 ora e 24 minuti per la discesa.

2


# " (# ' )

#

'# # % ( ' # ( 0 '' *

Il Monte Rosa è il massiccio più esteso delle Alpi e il secondo per altezza in Europa, secondo solo al Monte Bianco. E’ inoltre il monte più elevato della Svizzera e la sua parete est è la parete più alta delle Alpi. Situato nelle Alpi Pennine, si estende su territorio italiano e svizzero. Ma questo campione d’altezza a cosa deve il suo nome? Se fate questa domanda in giro, i più vi risponderanno che è dovuto alle tinte rosa che colorano il monte all’alba e al tramonto (caratteristica che lo rende distinguibile e facilmente riconoscibile da chiunque!). Il monte deve invece il suo nome al latino Rosia, che significa ghiacciaio. Il comprensorio sciistico del Monte Rosa, il MonteRosaSki, comprende i comuni italiani di Alagna, Champoluc, Gressoney, Macugnaga e Valtournenche e quelli svizzeri di Almagell e Zermatt. Record: Sulla Punta Gnifetti è ubicato il rifugio alpino più alto d’Europa, la Capanna Regina Margherita (che si trova a 4554m s.l.m.). Nella capanna è inoltre attiva una piccola biblioteca a disposizione degli alpinisti, che si può considerare la biblioteca più alta d'Europa. Inaugurata il 6 agosto 2004 con circa 160 volumi ricevuti in dono da alcune case editrici, più altre riviste e pubblicazioni, contava nel 2010 circa 350 volumi.

3


' # % (" & "# ( #

&

'

( ,,

a cura di Andrea Mazza

Per decenni l’immagine di Torino è stata associata all’industria automobilistica, a un modello di fabbrica diventato tutt’uno con la città, tanto da essere soprannominata la ‘Detroit’ italiana; ma nella sua storia secolare Torino è stata anche altro: la capitale dello Stato Sabaudo, una città architettonicamente preziosa, un gioiello barocco tanto elegante quanto inatteso. La città delle residenze reali, dei ponti sul Po, del profilo delle Alpi all’orizzonte, dei portici del centro cittadino. Una città che ha saputo trasformarsi , dopo la fortunata avventura delle Olimpiadi 2006, in una fucina di idee e innovazioni, dall’architettura contemporanea al cinema, alla gastronomia al design.

%

'

( #$

Si respira un’atmosfera classica e regale camminando nel cuore del centro storico, tra Piazza San Carlo , via Roma e Piazza Castello, dove si concentrano i palazzi , i negozi, le chiese e i musei più importanti della città. Piazza San Carlo, realizzata nel 1642-1650 su modello delle ‘places royales’ parigine, è da sempre ritenuta il ‘salotto buono’ della città, spazio privilegiato di feste, eventi e riti collettivi dei torinesi. Elegante e simmetrica sfoggia al centro il monumento equestre a Emanuele Filiberto. Fondale scenografico della piazza sono le chiese gemelle di S. Carlo e di S. Cristina, mentre sotto i suoi portici sfilano i tavolini di alcuni tra i più celebri caffè storici della città : il Caffè S. Carlo, il Caffè Torino e la Confetteria Stratta che risalgono alla prima metà dell’800.

' #&

" 7" / ,

$

Già nel 1824 l’egittologo Champoillon scriveva: ‘La strada per Menfi e Tebe passa da Torino’. Ancora oggi gli appassionati di archeologia non possono che rimanere sorpresi davanti alla ricchezza delle collezioni del Museo Egizio di Torino, il più importante al mondo dopo quello del Cairo. Ospitato nel Palazzo dell’Accademia delle Scienze, annovera tra i suoi capolavori il Papiro del Re, che riporta la lista completa dei faraoni d’Egitto, il tempio rupestre di Ellesija, la tomba di Kha e sua moglie Merit e il suggestivo riallestimento dello Statuario con Ramses II.

+


%

#

(,

#

' #

#

&

( '# (,

"# "

#$

All’interno del celebre palazzo dalla facciata curvilinea barocca dell’architetto Guarini, che all’epoca stupì i torinesi per l’utilizzo dei mattoni a vista, il museo ripercorre la storia europea, italiana e piemontese dalla fine del 1700 fino alla Prima guerra mondiale. Filmati proiettati su grandi schermi, tecniche multimediali d’avanguardia, tavoli interattivi sono alcune novità che consentono al pubblico di rivivere con coinvolgimento ed emozione le tappe principali dell’unificazione italiana.

%

'"

# #

%

#

&

%

#(

$

Piazza Castello , nucleo storico della città, sobria, elegante, omogenea nello stile che connota la capitale piemontese, è circondata da portici e arredata dalle facciate barocche e neoclassiche delle ex residenze di casa Savoia. Al centro spicca isolato Palazzo Madama. Costruito sulle fondamenta di un’antica porta romana, fu adibito a casa- forte e dimora dei Principi di Acacia nel X secolo, trasformato in castello nel Medioevo e poi ampliato dai Savoia nel XV secolo con torri angolari e bifore. Del fantasioso architetto Juvarra sono lo scalone e la monumentale facciata barocca, coronata in cima da un’ampia balaustra adorna di statue, vasi e trofei. L’interno, dove nel 1848 si svolse la seduta inaugurale del Senato Subalpino, ospita il Museo Civico d’Arte Antica, che tra i suoi capolavori annovera il celebre ritratto d’uomo di Antonello da Messina oltre a un’ampia collezione di quadri, mobili, arazzi, vetri e ancora ceramiche, avori e ricami. Una cancellata ottocentesca lo divide dall’ingresso del Palazzo Reale, i cui fastosi saloni ricordano che fu residenza della corte Sabauda dal 1563 al 1865. Oltre alle decorazioni e all’arredamento, e l’interessante collezione di vasi cinesi, di particolare pregio sono i soffitti a cassettone, intagliati e dipinti, e i pavimenti a intarsi lignei.

+


#

"#

, # %# $

I portici di via Po conducono alla Mole Antonelliana, sorta come sinagoga e oggi sede del Museo Nazionale del Cinema, e a Piazza Vittorio Veneto, meta classica dell’aperitivo del sabato sera, a pochi passi dalla zona dei Murazzi, sulle rive del Po, mecca della vita notturna torinese soprattutto nella stagione estiva. Costeggiando le rive del fiume ci si trova al Parco del Valentino, un luogo romantico, con il suo grandioso giardino botanico, castello seicentesco e finto borgo medievale.

7 '

'

& ' % (, $

Le chiese di Torino catturano lo sguardo con gli inconfondibili scorci delle loro cupole e dei loro campanili : San Lorenzo, prodigiosa architettura barocca di Guarino Guarini ; il Duomo di S Giovanni Battista, di epoca rinascimentale; la Cappella della S. Sindone, dove è custodito il Sacro Sudario in cui fu avvolto il corpo di Gesù. Il complesso della Basilica di Superga, gioiello architettonico settecentesco progettato da Filippo Juvarra, da quasi tre secoli è punto di riferimento essenziale per i torinesi e per i turisti, provenienti da tutte le regioni d’Italia e dall’estero: meta obbligata sia per il pellegrino che per l’appassionato d’arte e di storia. Di gusto classicheggiante, è posta su una collina che sovrasta la città da cui si gode di un panorama unico sul territorio circostante e sull’arco alpino. Entrare nei sotterranei della Basilica significa visitare le Tombe Reali dei Savoia, prezioso mausoleo custode di memorie ed opere d’arte scultoree. Il visitatore può percorrere inoltre le stanze dell’ Appartamento Reale e la Sala del Re, site nelle ali del Convento attiguo alla chiesa; si tratta di cinque ambienti arredati, che hanno ospitato i Savoia durante i brevi soggiorni collinari, in occasione di ricorrenze annuali. +


( ,, &

' !# $

Durante il loro regno, i Savoia abbellirono il territorio intorno alla capitale con ville abitate dalla corte e dalla nobiltà sabauda: luoghi di soggiorno, di festa, di caccia, ma anche immagine tangibile del potere assoluto della dinastia. Il complesso di Venaria Reale , composto dal Borgo, dalla Reggia di Diana e dai giardini, offre ai visitatori svariate occasioni di cultura, ma anche di stupore e di svago. Camminando nei saloni della residenza di caccia voluta da Carlo Emanuele II, si possono incontrare personaggi della corte ricreati dal genio cinematografico di Peter Greenaway, assistere al Teatro d’Acqua della fontana più grande d’Europa, e rimanere ammaliati davanti ai bianchi stucchi della Galleria di Diana.

Villa reale di Stupinigi, celebre architettura roccocò eretta da Juvarra, sorta come palazzina di caccia per Vittorio Amedeo II, circondata da un vasto parco, ospita il Museo di Storia , Arte e Ammobiliamento, con mobili e arredi dei secoli XVII e XVIII provenienti dalle residenze reali del Piemonte. Proclamato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. È situata nella località di Stupinigi (comune di Nichelino), alla periferia sud-occidentale di Torino.

+


% (0

( )

, (# % ( !

#&

'

#

&

5

%

' 6

a cura di Micaela Zanzi

Avete visitato tutti i luoghi in Lombardia e dintorni che hanno suscitato il vostro interesse? Volete trascorrere un week end fuoriporta? Magari un lungo week end romantico? Ho la soluzione che fa per voi: Venezia, una città simbolo del nostro Paese, la città romantica per eccellenza, la città che tutti vogliono visitare. Basta pronunciare il nome Venezia e immediatamente vengono evocate alla mente mille attrazioni diverse: Venezia vuol dire San Marco, Ponte dei Sospiri, Ponte di Rialto, Venezia vuol dire Triennale, Venezia vuol dire acqua, canali e gondole, Venezia vuol dire romanticismo, Venezia vuol dire Spritz e Bellini. Raggiungerla non è mai stato così facile:in treno da Milano, con il moderno Freccia Bianca, decine di collegamenti al giorno vi porteranno in poco più di 2 ore nel cuore della città. Dalla stazione potrete facilmente raggiungere a piedi seguendo le indicazioni le principali attrazioni turistiche della città: Piazza San Marco, il Ponte di Rialto, la sede della Triennale. Se invece volete preservare le vostre energie per poter visitare la città al pieno delle forze, potete optare per raggiungere le attrazioni in battello direttamente da Piazzale Roma. Se decidete di andare a visitare Venezia non fatevi però spaventare dall’acqua alta: la sensazione di camminare sulle passerelle che vengono allestite quando si verifica il fenomeno è davvero unica, in nessun altro posto al mondo potreste vivere questa esperienza. Ma arrivati a Venezia, dopo avervi tranquillizzato sul fenomeno dell’acqua alta, quali sono le principali attrazioni? Ve le accennerò solamente, non voglio togliervi la magia di girare a piedi per Venezia, perdervi nelle calle e scoprire meraviglie architettoniche e artistiche.

Imperdibile: non puoi dire di aver visto Venezia se non sei stato in Piazza San Marco con la sua bellissima Basilica. La Basilica, con pianta a croce greca, è sovrastata da cinque cupole e all’interno è interamente ricoperta di mosaici, che ricordano la Chiesa dei Santi Apostoli di Costantinopoli.

++


Ponte dei Sospiri: poco dietro Piazza San Marco troverete questo ponte simbolo della città. La leggenda vuole che, ai tempi della Repubblica Senerissima di Venezia, i prigionieri, attraversandolo, sospirassero davanti alla prospettiva di vedere per l'ultima volta il mondo esterno.

Il Ponte di Rialto è uno dei quattro ponti che attraversa il Canal Grande e, tra i quattro, non soltanto è quello più antico ma è sicuramente anche il più famoso e fotografato. Due rampe inclinate, con negozi su entrambi i lati, portano ad una sezione centrale e tutto il ponte è coperto da un porticato.

Per finire, tra le chiese vi segnaliamo le stupende Santa Maria della Salute e San Giovanni Maggiore. La prima, “una gran signora a guardia della laguna” è una struttura barocca con grandi facciate, scalinate, archi, cupole, tutto di un marmo bianchissimo. La seconda, che ospita tele di Tintoretto, offre la salita sul campanile con una delle panoramiche più belle di Venezia.

+-


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.