Inside Elba Magazine N.2

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U CULT

LE EOP RE P

INSIDE

AR T

ELBA

GAIA TRUSSARDI

SOLO ED ESCLUSIVAMENTE ELBA Only Elba

LUCIO FONTANA

I SEGNI RITOVATI E SALVATI Beauty rediscovered and conserved

ACQUA DELL’ELBA

IL PROFUMO DEL MARE The scent of the sea

N.02

FREE




INSIDE

ELBA INSIDE ELBA MAGAZINE ART CULTURE PEOPLE EDITORE | EDITOR PABLO MASSA

DIRETTORE RESPONSABILE EDITOR IN CHIEF MARIA TERESA NOLÈ IDEAZIONE E PROGETTAZIONE EDITORIAL PROJECT MARINA BURRASCANO | PABLO MASSA TESTI WRITERS MARIA ALESSANDRA FERRARI FRANCESCA GROPPELLI PABLO MASSA VERONICA BRANDI PROGETTO GRAFICO IMPAGINAZIONE GRAPHIC DESIGN AND LAYOUT MARINA BURRASCANO TRADUZIONI | TRANSLATIONS VERONICA BRANDI TRADEX DI VINCENZETTI DANIELA SITO WEB WEB SITE JENS MAY STAMPA | PRINTER INDUSTRIE GRAFICHE PACINI - PISA INSIDE ELBA CONTACT studiomassa@hotmail.com ph. +39 320.8445915 ONLINE EDITION INSIDEELBA.IT SEGUICI | FOLLOW US ON

FI

N.02 Registrazione al Tribunale di Livorno n.5/2017 del 30.3.2017

FREE 2018

• DEAR READERS A NOTE FROM PABLO MASSA

EDITORIAL THIS IS OUR TIME

Questo secondo numero di INSIDE ELBA vira verso una ricercatezza ancora più minuziosa dell’estetica che il primo anno, per il lancio del progetto, passava in secondo piano rispetto alla ricerca di rilevanza mediatica di cui qualsiasi testata nascente necessita. Adesso è l’inizio della rivoluzione d’immagine. Siamo una realtà in crescita, l’unico vero baluardo di libertà ed espressione creativa dell’isola. La valvola di sfogo di un luogo che da secoli implode di creatività, storia e cultura. Partiamo dal concetto della tabula rasa, ma non nell’accezione negativa del termine: siamo i pionieri di un nuovo linguaggio e passo dopo passo, un’impronta dopo l’altra, vogliamo scrivere una storia nuova per l’Elba. Inside Elba è un perfetto setaccio a maglia stretta che separa il grano dalla pula, la farina dalle impurità, facendo passare solo ciò che vale la pena di far passare. Usiamo finalmente il linguaggio che il mondo riconosce: quello dell’arte, del culto del bello, dell’avanguardia, dell’Italian lifestyle, della moda, dell’artigianato e delle tradizioni. Dialoghiamo con la ricerca del dettaglio e la complessità visuale che l’immaginario di oggi pretende. All’interno del magazine presentiamo personalità sensibili, dalla mentalità evoluta e raffinata, a volte kitsch e a volte chic, ma sempre pronte a creare tendenza e catturare l’attenzione. Gente che vive appieno il suo sogno! Nell’era delle tasse e dei rapporti a porzione singola come diceva “Tyler Durden”, noi abbiamo scelto di usare la strategia del dono. Con il nostro FREE PRESS comunichiamo direttamente con il cuore del nostro cliente/visitatore, in modo da portarlo a restituire il buon gesto. Facciamo fluire le energie e creiamo un ciclo di gesti gentili che provoca una catena di feedback positivi… Come spesso mi piace spiegare, questo MAGAZINE non è l’ennesima operazione commerciale senza anima. La missione è migliorare la qualità del turismo sull’isola e per questo servono persone con una visione del futuro immaginifica. La mia isola ideale è un’ Elba attiva, impegnata e legata all’arte. Voglio far diventare l’Isola d’Elba una capitale europea dell’arte contemporanea, senza mai snaturare la sua anima selvaggia, ma anzi inseguendo sempre di più la ricerca del contrasto armonico fra natura, arte e turismo. Non servono milioni di turisti, serve equilibrio e qualità! Se anche a voi infastidiscono i “fenomeni” che parlano di politiche provinciali al bar, quelli che degradano l’Elba con architetture orripilanti e baraccopoli, chi in inverno va in letargo, quelli che non sanno ospitare, chi vende i nostri patrimoni artistici, chi si fa bello solo per arricchirsi, chi scappa e chi non ci mette mai la faccia, allora siete perfettamente in linea con il nostro progetto. Grazie e buona visione... VIVA L’ARTE!

TABULA RASA

[ENG] This second issue of INSIDE ELBA aims for even more exquisit presentation, since in the first, launch year this took second place to the focus on the media prominence which any new publication requires. Now it is the turn of a revolution in image. We are a growing journal, a real bastion of the island’s freedom and creative expression. The outlet for a place that has imploded with creativity, history and culture for centuries. We start from the concept of the tabula rasa, but not in the negative sense of the term: we are the pioneers of a new language, and step by step, footprint by footprint, we want to write a new history for Elba. Inside Elba is a perfect fine-mesh sieve, separating the wheat from the chaff, the flour from the impurities, only allowing material of value to pass. Finally, we use the language the world knows: the language of art, the love of beauty, the avant-garde, the Italian lifestyle, fashion, craft-

smanship and tradition. We dialogue with the attention to detail and visual complexity that the contemporary imagination demands. In the magazine we present people of sensitivity, with a refined, sophisticated mentality, sometimes kitsch and sometimes chic, but always ready to create trends and attract attention. People who live their dreams to the full! In the age of taxes and compartmentalised relationships, as “Tyler Durden” put it, we have decided to use the strategy of the gift. With our FREE PRESS publication, we talk straight to the heart of our customer/visitor, encouraging him or her to repay the courtesy. We stimulate the flow of energies and create a cycle of kind acts that generates a chain of positive feedbacks... As I often like to explain, this MAGAZINE is not just another soulless commercial venture. Our mission is to improve the quality of tourism on the island, and to do this we need people

with a vision of the future that involves new images. My ideal island is an active, responsible Elba linked to art. I want to make the Island of Elba a European capital of contemporary art, without ever detracting from its wild spirit, but rather increasingly striving for a benign contrast between nature, art and tourism. We don’t need millions of visitors; we need balance and quality! If you, like me, have had enough of the know-alls who discuss local politics in bars, the people who ruin Elba with ugly architecture and shanty-town accommodation, the people who only live for the summer season, the people who don’t know how to offer real hospitality, who sell off our artistic heritage, who only dress up to make money, who run away and never face the music, then you are perfectly in line with our project. Thank you and enjoy... LONG LIVE ART!


CONTENTS •

Marylin by Nano Campeggi - pag. 69

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ZOOM

ELBA FELIX

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CULTURE

LUCIO FONTANA GIORGIO DE CHIRICO PAUL KLEE

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PEOPLE GAIA TRUSSARDI

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MUST

Cover Art by Max Papeschi - Digital Collage

N

ell’opera “Non tutti i francesi sono bugiardi, ma Bonaparte sì”. Papeschi ci mostra un Napoleone Bonaparte in veste inedita, quella del bugiardo. «L’idea mi venne in mente, mentre stavo leggendo Napoleone il Grande Bugiardo di Serge Cosseron». Max Papeschi. Nel libro sono svelati i trucchi e gli inganni architettati dal dittatore per la sua scalata al potere. Un’ascesa, dunque, ben poco nobile e in alcuni punti quasi auto-parodistica, si pensi ad esempio alla manipolazione de “L’incoronazione di Napoleone”, nella quale Napoleone fece aggiungere a Jacques-Louis-David alcuni personaggi che non erano stati presenti all’evento. In seconda lettura, risulta chiaro come il Pinocchio-Bonaparte di Papeschi sia un personaggio più verosimile e aderente alla vera natura del personaggio storico di quanto non si noti al primo colpo d’occhio.

LOCANDA CECCONI

[ENG] In his artwork “Not all the French are liars, but Bonaparte yes” Papeschi shows us a Napoleon Bonaparte in an unprecedented role, that of the liar. «The idea occurred to me, while I was reading Napoleon the Great Liar of Serge Cosseron». Max Papeschi. In the book the writer reveales the tricks and deceptions designed by the dictator for his ascent to power. An ascent, therefore, not very noble and, in some points, almost self-parody, for example, thinking about of the manipulation of “The coronation of Napleon”, in which Napoleon asked to Jacques-Louis-David to add some characters who had not been present at the event. At second reading, it is clear that the Pinocchio-Bonaparte of Papeschi is a more realistic character, and it adheres to the true nature of the historical character, than we can notice at first glance.

text Flavia Vago

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INSIDE ART

NANO CAMPEGGI

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VIVA ELBA

ACQUA DELL’ ELBA


[ZOOM] SERGIO FERRARI ELBA FELIX

S

ergio Ferrari, artista, classe1924. La sua vita si snoda tra Trieste dove è nato, Napoli, città che lo ha accolto per buona parte della sua giovinezza, quindi l’Elba dove era approdato, ufficiale disegnatore, nel 1948, una volta conclusa la carriera navale. Ha vissuto con la moglie Rosanna nella casa che si erge sugli scogli all’inizio di Scaglieri. Quando l’ha progettata deve aver avuto in mente un acquario: attraverso la grande vetrata va in scena lo spettacolo, la realtà mutevole e misteriosa del mare che ha amato e dipinto tante volte. È qui che ha trascorso la sua vita piena di iniziative e grandi progetti, conclusi con capacità e sensibilità di artista: le numerose ville costruite, i complementi d’arredo, gli innumerevoli quadri. L’arte è stata la sua più grande passione. Il suo è uno stile incisivo e personale nella continua ricerca di una sintesi pittorica fra il concreto e l’astratto. Arte non sempre di facile lettura, avrebbe detto Gonni, ma di certo intrigante e piacevole. Come gli scorci dell’antica Portoferraio, nei cui colori fantasiosi e nelle intriganti atmosfere sono immersi i bastioni e i quartieri. Le sue poche parole rimandavano ad un mondo di colori e forme che erano il suo linguaggio e la manifestazione della sua umanità.

[ENG] Sergio Ferrari, artist, year of birth 1924. His life took him from Trieste, where he was born, to Naples, where he spent most of his youth, and then Elba, where he arrived in 1948 to dedicate his life to design, after the end of his seafaring career. He lived with his wife Rosanna in the house that stands out high on the cliffs at the start of the Scaglieri beach. When he designed it, he must have been thinking of an aquarium: a wonderful spectacle, the mysterious, changeable world of the sea he loved and which he painted so often, is always visible through the large window. It is here he spent his life, full of ventures and large projects, completed with an artist’s skill and sensitivity: the many homes built, the furnishings and the countless paintings. Art was his greatest passion, and his is an incisive, individual style, continually seeking a pictorial synthesis between the concrete and the abstract. His art is not always easy to understand, as the painter Gonni would have said, but it is certainly intriguing and attractive. As in his views of old Portoferraio, with the fortifications and quarters of the town immersed in imaginative colours and intriguing moods. His few words refer us to a world of colours and shapes, which were his language and the expression of his humanity.

QUALE POLITICA PER LE FORTEZZE? WHAT NEXT FOR OUR FORTRESSES?

L

a nave “World“ ormeggiata sotto la Cornacchia, è la star di un maggio bizzoso. «Una gran bella barca!» Commenta ironico uno dei tanti spettatori col naso all’insù. Lunga 197 metri e larga 30, 12 ponti, ha 260 uomini di equipaggio, quattro ristoranti, bar, piscine. Una fuoriserie, un prototipo, piuttosto un condominio galleggiante con 165 cabine-appartamenti di 120 metri quadri. Costano due milioni di euro cadauno. Poi ci sono le spese condominiali (stipendi per l’equipaggio inclusi) pari a circa 300 mila euro (a proprietario). I Paperoni che hanno fatto simile scelta di vita? Pensionati d’oro da tutto il mondo. A bordo, nella tappa elbana della World (bandiera delle Bahamas), ci sono non più di 200 condomini. I fumaioli della nave spuntano sopra il bastione della Cornacchia, il primo baluardo del fronte di terra della città antica, eretta nel 1548 da Cosimo de’ Medici. “Un principe non è potente se non è potente da terra e da mare” affermava Cosimo, il Gran-

www.aboardtheworld.com

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duca di Toscana. Nella sua politica di espansione, fortifica la costa ed organizza una flotta militare in un periodo di grande crisi, la guerra tra la Francia e la Spagna e l’offensiva ottomana nel Mediterraneo. Cosimo dispone di risorse finanziarie nonché dell’intelligenza e diplomazia indispensabili per portare a termine il progetto di una città fortificata che può controllare il traffico marittimo dell’alto Tirreno. Il granduca riesce costruire una città “nova” mettendo in campo le migliori competenze tecniche dell’epoca, il fior fiore degli architetti e ingegneri militari. Ecco, dunque, una nuova città-fortezza capace di fronteggiare l’audacia dei pirati saraceni e di resistere ad eventuali attacchi da terra. Ben difeso per sua natura il lato est (il forte Stella ed il Falcone hanno fondamenta sulla roccia), ad ovest il fronte di attacco buontalentano, lungo circa 500 metri, oppone uno sbarramento gagliardo per chi abbia l’ardire e l’illusione di aprire un varco e prendere la piazzaforte. La città è pronta anche a tener testa al nemico in caso d’assedio, grazie ad un sistema ingegnoso di cisterne. Il Forte Falcone, il più eminente dei caposaldi, è stato restaurato di recente per la prima volta. Intorno, da poco, sono finalmente ripresi i lavori di bonifica. La selva di rovi e piante infestanti, la “mala erba” che attacca la pietra, sta man mano scomparendo ed è ora ben leggibile il disegno architettonico che esalta la poderosa bellezza dei bastioni sopravvissuti agli assalti dei pirati saraceni e alle bombe dell’ultima guerra. Quella bellezza per la quale sono sbarcati i nostri ospiti che dalla banchina di alto fondale si affrettano a seguire la bandierina del capo comitiva per la visita d’obbligo alle fortezze medicee. Saranno rimasti soddisfatti? Non tanto del centro storico con i soliti gravi problemi della circolazione veicolare, quanto della visita della città fortificata? Sarebbe molto interessante conoscere il loro parere. La Giunta comunale portoferraiese si dice voglia puntare sulla cultura con una efficace tutela del patrimonio storico-monumentale non certo permettendo impianti per la telefonia mobile come quelli installati proprio sul baluardo del Veneziano. Occorre una continua opera di salvaguardia di questo prezioso patrimonio storico avuto in eredità, con un’azione che coinvolga le associazioni locali, i giovani. A partire dalle scuole. I nostri ragazzi, portiamoli per prima cosa a Firenze, nella sala di Palazzo Vecchio. Rimarranno a bocca aperta nel vedere il granduca Cosimo raffigurato negli affreschi di Giorgio Vasari insieme ai suoi architetti, mentre illustra la fondazione di Portoferraio.

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[ENG] The ship “World”, moored below the Cornacchia fortress, is the star of a rather capricious month of May. A fine boat, one of the many onlookers gazing up at it comments ironically. 197 metres long, with beam of 30 and 12 decks, it has a crew of 260, four restaurants, bars and swimming-pools. An experiment, a prototype; more of a floating apartment block than a ship, with 165 cabin-suites of more than 120 square metres. They cost two million Euro each. Then there are the condominium charges (including the crew’s wages) of about 300 thousand Euro (per apartment). Who are the super-rich who have chosen this kind of lifestyle? Wealthy retirees from all over the world. During the visit to Elba of the World (Bahamas flag), there are no more than 200 residents on board. The ship’s funnels stick out above the Cornacchia fortress, the first line in the land defences of the old city, built in 1548 by Cosimo de’ Medici. “A prince is not powerful unless he is powerful on both land and sea,” stated Cosimo, Grand Duke of Tuscany. Implementing a policy of expansion, he fortified the coast and organised a naval fleet at a time of international crisis, with France and Spain at war and the Ottoman offensive in the Mediterranean. Cosimo had financial resources and the intelligence and diplomacy essential to successfully complete the project for a fortified town capable of controlling maritime traffic in the northern Tyrrhenian. The Grand Duke managed to build a “new” city with the aid of the best technical expertise of the age, employing the finest architects and military engineers. So his fortress-town was able to face down the bold Saracen pirates and withstand the eventuality of attacks from the land side. With good natural protection on the eastern side (the Stella and Falcone forts are founded on rock), on the western side the land defences built by Buontalenti, about 500 metres long, were a daunting barrier to anyone fondly imagining they could create a breach and take the stronghold. The city was even ready to withstand the foe

Forte Falcone - Photo by Luca Ferrari

in a siege, with an ingenious system of water tanks. The Falcone fort, the largest of the fortresses, was recently restored for the first time. The clean-up and clearance work has now finally restarted in the surrounding area. The impenetrable mass of brambles and weeds, which attack the stone, is gradually disappearing, clearly revealing the architectural design and massive beauty of the fortifications, which survived both the assaults of Saracen pirates and the bombs of the last War. This is the beauty that has attracted our guests to disembark, as on the deep-water quayside they hurry to follow the flag waved by the group leader for the inevitable visit to the Medici fortress. Will they like what they see? Not so much the old historic centre, with its usual traffic problems, but rather the tour of the fortified town? It would be very interesting to hear their views. Portoferraio Town Council says it wishes to focus on culture, with the effective protection of the historic and monumental heritage - certainly not with the installation of mobile phone masts like the ones erected right on the Veneziano rampart. Continual work is needed to safeguard this precious historic legacy, with action which involves the local associations and young people. Starting from the schools. The first thing we must do is take our children to Florence, to the Palazzo Vecchio. They will be stunned to see Grand Duke Cosimo, portrayed in Giorgio Vasari’s frescoes with his architects, illustrating the foundation of Portoferraio.

[ZOOM]

CU LT URE


culture

LUCIO FONTANA

GIORGIO DE CHIRICO PAUL KLEE G

li artisti che dalla fine del 1800 sono arrivati all’Elba erano consapevoli di tutto questo ed alcuni, dopo averci soggiornato, hanno scelto di risiedere stabilmente sull’isola. Agli inizi del 1900 uomini e imprenditori illuminati come Pilade Del Buono (fondatore della siderurgia elbana e direttore delle miniere), Ugo Ubaldo Tonietti (concessionario delle miniere) e Raffaello Foresi (intellettuale che ha donato nel 1914 alla città di Portoferraio una vasta raccolta di opere d’arte) hanno creato grandi opportunità per gli artisti che sono arrivati all’Elba. Essi hanno potuto, grazie al mecenatismo di questi personaggi, ideare, progettare e realizzare opere d’arte ed edifici architettonici che ancora oggi possiamo ammirare. Nello stesso periodo l’Elba diviene dimora estiva per notevoli figure di politici, scienziati e letterati che partecipano al rinnovamento culturale dell’isola. Adolfo Coppedè, sotto la protezione di Pilade Del Buono, progetta ed esegue fra il 1900 e il 1905 alcune opere all’isola d’Elba: la “Cappella funeraria” per la famiglia Del Buono nel cimitero monumentale della Misericordia di Portoferraio, la palazzina-cascina a forma di castelletto nei pressi di Portoferraio, a S. Martino e un edificio signorile sulla darsena a Portoferraio chiamato “Palazzo dei Merli”, distrutto dai bombardamenti nella seconda guerra mondiale. Coppedè progetta, inoltre un Palazzo in Calata Italia, nella zona che oggi è del porto. Possiamo ammirare ancora oggi il “Mausoleo Tonietti” (realizzato per la famiglia, ma mai utilizzato) situato a Cavo, nel comune di Rio Marina. Lo scultore Corrado Feroci è ospite di Mario Foresi nel 1918. Nel 1922 realizza il “Monumento ai caduti”, che viene collocato nella ex Piazza d’Armi, ora Piazza della Repubblica. “Prima opera scultorea realizzata per l’isola a distanza di secoli dal busto di Cosimo I del Cellini”, ricorda il Foresi, che viene ritratto dallo scultore in un busto in bronzo che possiamo ancora vedere visitando la Pinacoteca Foresiana a Portoferraio. Giorgio Roster (1843-1927) docente di Igiene all’università di Firenze, con grandi interessi per la fotografia scientifica, per la botanica

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“First sculpture made for the island centuries later by the bust of Cosimo I of Cellini” recalls the Foresi, who is portrayed by the sculptor in a bronze bust that we can still see by visiting the Foresiana art gallery in Portoferraio. Giorgio Roster (1843-1927) Professor of hygiene at the University of Florence, with big interest for scientific photography, botany and mineralogy, contributes to the prestigious collection of minerals of Elba, preserved at the University of Florence, the famous “5000 Elbani“. The Botanical Garden of Ottonella, which he founded, is still open. The island was a destination for discovery, place of choice for artists, poets, writers and musicians who have found inspiration for their work, by Macchiaioli to artists closer to us as Paul Klee, who in 1926 is host of the pension Department brass, to Giorgio De Chirico that in 1950 sojourned in Poggio guest of the Cacciò family, up to Lucio Fontana, arrived on Elba in 1956. Elba Island as “land” to recuperate, regenerate and then to bring new creative energy in art works.

ELBA ART HISTORY

L’ ELBA DA SEMPRE È STATA TERRA DI APPRODI DALL’ ANTICHITÀ FINO AD OGGI... L’ UOMO, CREATURA NOMADE PER ECCELLENZA, HA TROVATO NEL “VIAGGIO” UN MODO PER CONOSCERE POSTI NUOVI, MA SOPRATUTTO PER RIFLETTERE SU DI SÈ E SUL PROPRIO OPERATO. ELBA HAS ALWAYS BEEN A PLACE OF LANDINGS FROM ANTIQUITY UNTIL TODAY. THE MAN, NOMAD CREATURE PAR EXCELLENCE, HAS FOUND IN “TRIP” A WAY TO GET TO KNOW NEW PLACES BUT ALSO TO REFLECT ON ITSELF AND ON ITS WORK. text Francesca Groppelli

They were able, thanks to the patronage of these characters, to coceptualize, design and create works of art and architectural buildings that today we can still admire. At the same time Elba becomes summer residence to notable figures of politicians, scientists and writers participating in the cultural renewal of the island. Adolfo Coppedè, under the protection of Pilade Del Buono, designs and executes between 1900 and 1905 some works on the island of Elba as “Funeral Chapel” for Del Buono family in the monumental cemetery of the Misericordia in Portoferraio, the apartment/farmhouse shaped like a small castel near Portoferraio, in S. Martino and a stately building on the dock in Portoferraio called “Merli Palace”, destroyed by bombing in World War II. Coppedè designs, moreover the Palace in Calata Italia. We can still admire the “Tonietti Mausoleum” (made for the family but never used) located in cable, in the municipality of Rio Marina. The sculptor Corrado Feroci is host of Mario Foresi in 1918. In 1922 realizes the “War Memorial”, which is placed in the former parade ground, now Piazza della Repubblica.

e la mineralogia, contribuisce alla prestigiosa raccolta di minerali elbani, conservata all’Università di Firenze, i famosi “5000 elbani”. L’orto botanico dell’Ottonella, da lui fondato, è ancora visitabile. Da sempre l’isola è stata meta di scoperta, luogo d’elezione per artisti, poeti, scrittori e musicisti che vi hanno trovato ispirazione per le proprie opere, dai Macchiaioli ad artisti a noi più vicini, come Paul Klee che nel 1926 è ospite della Pensione Ottone a Magazzini, a Giorgio De Chirico che nel 1950 soggiornò a Poggio ospite della famiglia Cacciò, fino a Lucio Fontana che arriva all’Elba nel 1956. [ENG] Artists from the late 1800 arrived on Elba were aware of all this and some have chosen to reside permanently after they stayed on the island. At the beginning of 1900 men and enlightened entrepreneurs as Pilade Del Buono (founder of the iron and steel industry of Elba and Director of mines), Ugo Ubaldo Tonietti (dealer of mining) and Raffaello Foresi (intellectual who donated in 1914 to the city of Portoferraio a vast collection of works of art) have created great opportunities for artists who arrived on Elba.


culture

paul klee text Francesca Groppelli

“HO RAGGIUNTO L’ ISOLA ASSAI PIÙ LONTANO VA IL MIO SGUARDO”

N

“I REACHED THE ISLAND; MY GAZE TRAVELS MUCH FURTHER”

el settembre del 1926 il grande artista Paul Klee è ospite insieme alla moglie e al figlio Felix della Pensione Ottone a Magazzini, di fronte a Portoferraio. L’artista che aveva fatto il suo primo viaggio in Italia nel 1901, alla ricerca, come usava in quel periodo, della classicità e della luce del Mediterraneo, torna e visita l’Elba, una piccola isola, dove si può vivere tranquilli, immersi nella ​natura e nella bellezza, un “luogo dell’anima”. Il viaggio di Klee non fu solo fisico, ma d’esplorazione interiore, una ricerca che forse non ha uguali nella storia dell’arte moderna. La scelta dell’isola è dunque un viaggio verso le origini, verso “l’essere”. Quale influenza ha avuto questo viaggio? Perché esistono solo pochi disegni ispirati all’Elba rispetto all’enorme mole di lavoro da lui svolto? Di questo viaggio abbiamo solo una breve annotazione scritta a mo’ di breve appunto sulla sua agenda: “24.8 – 29.10.26 Viaggio in Italia con moglie e figlio da Dessau via Berna, Milano, Genova, Capraia, Elba (Marciana e Portoferraio), Pisa, Firenze, Bologna, Ravenna e ritorno via Milano e Berna a Dessau”. Resta come traccia una foto che lo ritrae sul piroscafo “Guerrazzi” davanti a Cavo. Durante il suo soggiorno Paul Klee scrisse una cartolina all’amico Will Grohmann di Dresda (spedita da Portoferraio come indica il timbro postale) dove dice: «Qui abbiamo trascorso alcune settimane senza fare nulla». Quindi l’artista si riposa... in vista dei nuovi impegni lavorativi: dopo il Bauhaus egli andrà ad insegnare all’Accademia di Dusseldorf. Klee realizza alcuni disegni che raccontano “luoghi”, piccole tracce di paesaggi, paesi o città. I suoi disegni elbani non sono solo una trasposizione lineare della realtà, studi esatti, quasi cartografici, ma come dice Klee: «Una linea è un punto che è andato a farsi una passeggiata... ». Notevoli quelli sulla attività industriale di Portoferraio “Altiforni” e “Costruzioni portuali”. Nella “Città portuale fortificata” l’artista coglie l’immagine della città come porto-fortezza. È noto come Klee fosse prima musicista che pittore. Il rapporto tra musica, disegno e pittura, fu una costante del suo lavoro, inscindibile dalla tematica Arte-Natura. La mineralogia e la botanica sono alcuni dei grandi interessi di Paul Klee, Portoferraio, Porto Longone, Rio Marina erano piccoli centri minerari e porti per il trasporto dei minerali e forse per questo motivo egli ha visitato l’isola. In definitiva possiamo affermare che Paul Klee vide l’Elba come un microcosmo di bellezze naturali; una terra felice nella cui energia egli ha ritemprato il suo spirito.

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[ENG] In September 1926, great artist Paul Klee stayed with his wife and his son Felix at Pensione Ottone at Magazzini, across from Portoferraio. The artist, who had visited Italy for the first time in 1901, in search, as was usual at the time, of the classical beauty and light of the Mediterranean, came back to Elba, a small island where he could enjoy the calm of beautiful natural surroundings, a “place of the soul”. Klee’s journey was not just physical; it was also an internal exploration, a form of seeking perhaps unlike anything else in the history of modern art. His choice of the island was thus a journey towards his origins, towards “being”. What was the influence of this journey? Why are there only a few drawings inspired by Elba in relation to the huge amount of work he did? All that remains of this journey is a brief note in his diary: “24.8 – 29.10.26 Trip to Italy with wife and son from Dessau via Bern, Milan, Genoa, Capraia, Elba (Marciana and Portoferraio), Pisa, Florence, Bologna, Ravenna and back via Milan and Bern to Dessau”. As proof, we have a photograph showing him on the vessel “Guerrazzi” off Cavo. During his stay, Paul Klee wrote a postcard to his friend Will Grohmann in Dresden (sent from Portoferraio as the postcard shows) saying: “We have spent several weeks here doing nothing”. So the artist was resting... to prepare for new professional commitments: after the Bauhaus he was to go and teach at the Academy in Düsseldorf. Klee produced a few drawings of “places”; small glimpses of landscapes, villages or towns. His Elban drawings are not just a linear transposition of reality, exact, almost cartographical studies, but as Klee puts it: “A line is a dot that went for a walk...”. His studies of the industrial operations at Portoferraio, “Blast Furnaces” and “Harbour Works”, are impressive. In his “Fortified Port Town”, the artist portrays the town as a fortified harbour. It is well known that Klee was a musician before becoming a painter. The relationship between music, drawing and painting was a constant of his work, inseparable from the Art-Nature theme. Paul Klee had a strong interest in mineralogy and botany, and Portoferraio, Porto Longone and Rio Marina were small mining towns and ports used for shipping ore: this may have been why he visited the island. In the final analysis, Paul Klee considered Elba to be a microcosm of natural beauty: a happy land, with an energy which recharged his spirit.

Paul Klee - “Fortezza sulla scogliera” 1927 - Acquerello e penna su carta.

Paul Klee - “La città su due colline” 1927 - Acquerello e penna su carta.

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culture

Giorgio De Chirico text Francesca Groppelli

L’ ACROPOLI ELBANA DI DE CHIRICO

N

DE CHIRICO’S ELBAN ACROPOLIS

egli anni ‘50 a Portoferraio inizia il viaggio di Giorgio De Chirico, come possiamo vedere dalla fotografia della famiglia Cigheri che lo ritrae, con in mano un taccuino e una matita per disegnare, alla Punta del Gallo, seduto su una bitta, con sullo sfondo le rovine del Palazzo dei Merli. ll pittore era ospite presso l’albergo “Ape Elbana”, di proprietà della famiglia Fasoli, dove incontrò Franco Cigheri e per alcuni anni gli inviò delle cartoline d’auguri. L’artista si identificava nel mito ellenico e mitologia e archeologia si fondevano nel ricordo e nel rimpianto delle sue origini: la Grecia da dove egli partì quando era giovane. L’artista sentiva in maniera forte l’idea del mare come luogo deputato al passaggio, archetipo della partenza, del viaggio e del ritorno. Il mare Mediterraneo e i suoi miti, protagonisti di tanta pittura, rappresentano un mondo perduto, magico e misterioso che forse l’artista ha ritrovato all’Elba. De Chirico, durante il suo soggiorno all’Elba, prese moltissimi appunti e fece alcuni schizzi ispirati al paesaggio di Portoferraio, disegni del Forte Stella, in cui compare il faro e una veduta che rappresenta lo Scoglietto in cui domina la presenza lontana, immobile e vigile del mare. Sembra sorprendente che egli sia così attento alla veduta della città, come se fosse la visione di una nuova “Acropoli”. Dal bellissimo articolo di Ilario Fiore apparso sulla “Settimana Incom“ e ripubblicato sulla rivista elbana “Lo Scoglio”, sappiamo che Giorgio de Chirico, nell’agosto del 1950 era ospite insieme a Felice Carena della famiglia Cacciò a Poggio, pioniere del turismo elbano, e proprietario della Fonte di Napoleone dove de Chirico faceva la cura dell’acqua. Cacciò vendette a de Chirico un vecchio rudere, subito soprannominato “Forte Pelio” per ricordare gli Argonauti. Iniziarono i lavori e si suppone che il pittore venne per questo motivo diverse volte all’Elba. Egli frequentava la spiaggia della Paolina che dista alcuni chilometri dall’albergo di Poggio e visitò alcuni luoghi napoleonici. I pittori Beppe Lieto e Iginio Gonich, in arte Gonni, che facevano parte del gruppo di artisti di Procchio, andarono a trovare de Chirico a Poggio il 15.8.50. Lieto racconta in un’intervista che De Chirico si fermò a Procchio con la sua nuova Fiat 1400, ricevuta in regalo dall’azienda torinese. Egli venne a Procchio per condividere l’atmosfera dei Pittori delle Dune e lasciò per l’occasione un disegno, una testa di cavallo, con scritto sotto “Bucefalo, il cavallo di Alessandro il Grande” datato 18.8.50. Il cavallo è un tema fondamentale per il pittore, simbolo dionisiaco e di vitalità. I disegni realizzati all’Elba ci permettono di conoscere l’uomo, prima ancora che l’artista e attraverso di essi possiamo avvicinarci all’intera opera del grande pittore. De Chirico è interprete straordinario ed evocatore dell’antichità classica, del mito; egli stesso s’identifica nell’eroe omerico Odisseo, l’eterno viaggiatore.

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[ENG] Giorgio De Chirico’s Elban journey started at Portoferraio in the 1950s, as we can see from the Cigheri family’s photograph that shows him, a notebook and drawing pencil in hand, at Punta del Gallo, sitting on a mooring bollard, with the ruins of Palazzo dei Merli in the background. The painter was staying at the “Ape Elbana” hotel, owned by the Fasoli family, where he met Franco Cigheri. Giorgio de Chirico sent greetings cards to the family for several years. The artist identified with Greek myth, and mythology and archaeology merged in his memories and his nostalgia for his homeland. The Greece he had left as a young man. The artist had a strong feeling for the sea as a place of passage, the archetype of departure, travel and return. Do the Mediterranean sea and its myths, the subjects of so many paintings, represent a lost, magical, mysterious world the artist may have rediscovered on Elba? During his stay on Elba, de Chirico made many notes and produced sketches inspired by the Portoferraio landscape, drawings of Forte Stella, showing the lighthouse and a view of Scoglietto dominated by the distant, motionless, watchful presence of the sea. It seems surprising that he concentrated so closely on the view of the town, as if it were the vision of a new “Acropolis”. From the fine article by Ilario Fiore published in “Settimana Incom“ and reprinted in Elba’s ”Lo Scoglio” magazine, we know that in August 1950 Giorgio de Chirico stayed, together with Felice Carena, with the Cacciò family of Poggio, pioneers of tourism on Elba and owners of the Fonte di Napoleone spa, where de Chirico took the water cure. Cacciò sold de Chirico an old ruined house immediately nicknamed “Forte Pelio” [Fort Pelion] in memory of the Argonauts. Renovation work began and it is supposed that for this reason the painter visited Elba several times. He used to go to the Paolina beach, a few kilometres from the hotel at Poggio, and he visited places with Napoleonic associations. The painters Beppe Lieto and Iginio Gonich (who worked under the name Gonni), members of the Procchio group of artists, went to see de Chirico at Poggio on 15.8.50. Lieto said in an interview that it was there that De Chirico stopped with his new Fiat 1400, a gift from the Turin company. He came to Procchio to experience the atmosphere of the Pittori delle Dune [Painters of the Dunes] group and marked the occasion by leaving a drawing, a horse’s head, with the words “Bucefalo, il cavallo di Alessandro il Grande” [“Bucephalus, the mount of Alessandro the great”] underneath, dated 18.8.50. The horse is a fundamental theme in his work, a symbol of Dionysus and vitality. The drawings produced on Elba give us insight into the man even more than the artist, and are an excellent point of entry to the great painter’s entire opus. De Chirico is an extraordinary, evocative interpreter of classical antiquity, and myth, and he himself identified with Odysseus, the eternal traveller of Homeric epic.

Giorgio De Chirico seduto su una bitta alla Punta del Gallo, Portoferraio. La fotografia è dalla Famiglia Cigheri. Giogio De Chirico sitting on a mooring bollard at Punta del Gallo. The photograph belongs to the Cigheri Family.

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culture

lucio fontana text Francesca Groppelli

I SEGNI RITROVATI E SALVATI: IL SOFFITTO DELL’ HOTEL DEL GOLFO A PROCCHIO

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BEAUTY REDISCOVERED - AND CONSERVED: THE CEILING OF THE HOTEL DEL GOLFO IN PROCCHIO

el 1947 Fontana torna in Italia dall’Argentina, firma i primi manifesti spaziali e cerca di tradurli in realizzazioni di ambienti spaziali in collaborazione con i maggiori architetti del tempo. Nel 1956 crea il soffitto per la sala da pranzo dell’Hotel del Golfo a Procchio, isola d’Elba. L’opera viene realizzata con l’aiuto dell’arch. Borsani su un soffitto preesistente. Egli applica una stesura di intonaco bianco e utilizzando un lungo bastone, delle punte e alcune palette metalliche, traccia e incide la superficie-spazio creando costellazioni di buchi, segni ed effetti materici. Il gesto creativo di Fontana, la sua forza vitale, invade l’ambiente, apre lo spazio e crea “l’oltre”. I segni sono sviluppati attorno ai 14 punti di illuminazione della stanza e vengono colorati di bianco, giallo, rosso, verde e azzurro. Il soffitto era ad un’altezza di 3 metri, traeva parte del suo fascino dai riflessi blu del mare, che giungevano attraverso le grandi finestre della sala. La luce diventa così la protagonista della sua opera. Fontana cerca uno spazio “altro”, una dimensione nuova in ciò che esiste. È impossibile che l’uomo dalla tela, non passi ad una nuova forma artistica che vada oltre la pittura e la scultura, un segno ambientale per un nuovo spazio. Movimento, colore, tempo e spazio sono i concetti della nuova arte. L’installazione elbana rappresenta la concretizzazione di un’arte nuova e il passaggio dall’opera tradizionale a un’immagine sospesa nella sala da pranzo dell’albergo; il soffitto è come annullato e lo spettatore vive una nuova esperienza spaziale. «L’architettura è volume; base, altezza, profondità, contenute nello spazio. La quarta dimensione ideale dell’architettura è l’arte». Tra il 2001 e il 2003, nel periodo di chiusura dell’Hotel per ristrutturazione, è stata attuata la prima fase dell’intervento di restauro e distacco dell’opera che successivamente è stata trasportata a Milano. In seguito è stato ultimato il restauro e definitivamente collocata nella sua funzione di soffitto all’Arengario, l’attuale Museo del Novecento. Il visitatore può ora vedere l’opera facendosi coinvolgere dai segni e spostandosi nella grande sala e cambiando a piacere i punti di vista interagire con l’opera stessa. Morire come materia, questa sorte è sembrata molto vicina all’opera realizzata all’Elba da Fontana. «L’opera d’arte non è eterna, nel tempo esiste l’uomo e la sua creazione, finito l’uomo continua l’infinito».

[ENG] In 1947 Lucio Fontana returns to Italy from Argentina, signing the first posters and trying to translate them into implementation of space environments in collaboration with leading architects of the time. In 1956 he creates the ceiling for the dining room of the Golfo Hotel in Procchio, on the island of Elba. The project is carried out with the help of the architect Borsani on an existing ceiling. He applies a drafting of white plaster and using a long stick, tips and some metal pallets, track and affect the surface-space, creating constellations of potholes, signs and material effects. The creative act of Fontana, its life force, invading the environment, open space and create the infinite. The signs are developed around the 14 points of lighting in the room and are colored in white, yellow, red, green and blue. The ceiling was at a height of 3 meters, drew some of its charm with blue sea, coming through the big windows of the hall. The light becomes the main character of his work. Fontana tries a different space, a new dimension in what exists. From the picture, the man goes to an art form that goes beyond, painting and sculpture. Movement, color, time, space: basic concepts of new art. This installation made in Elba represents the realisation of a new way of making art and the transition from traditional opera in a picture hanging in the dining room of the hotel: the ceiling is torn down and the viewer experiences a new spatial and sensory experience. «Architecture is mass: base, height, depth are contained in. The fourth dimension of architecture is art». Between 2001 and 2003, during the period of closure for renovation, was made the first stage of the restoration and posting of the work which was subsequently transported to Milan. Later, it was completed the restoration and the work was permanently placed in his capacity as ceiling at the Arengario, the current Museo del Novecento. Visitors can now see it becoming involved by the signs and moving into the great Hall, changing views and interacting personally with the artwork itself. Die how organic reality dies: this fate seemed very close to the work created on Elba by Lucio Fontana. «Artwork isn’t eternal, over time there is man and his creation. When the human being ends, the infinite continues».

Museo del Novecento, Milano - “Soffitto Spaziale” realizzato da Lucio Fontana nel 1956 per l’Hotel del Golfo all’Isola d’Elba. Museo del Novecento, Milan - “Soffitto Spaziale” ceiling created by Lucio Fontana in 1956 for Hotel del Golfo on the Island of Elba.

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culture

OPEN

AIR

MUSEUM ITALO BOLANO UNA SCOMMESSA CON SE STESSO CHALLENGING YOURSELF text Alessandra Ribaldone

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’è un’oasi di silenzio e di pace nel cuore dell’Isola d’Elba dove, anche nei mesi più affollati di turisti, chi è in cerca di una pausa “alternativa” al mare e alle spiagge affollate può ritrovare il contatto con arte e natura e dove può sentire il canto degli uccelli e il frinire delle cicale, una sorta di “Isola nell’Isola”. È l’Open Air Museum Italo Bolano, a due passi da Portoferraio, nella verde vallata di San Martino che sfocia nella residenza di campagna di Napoleone. Da un terreno abbandonato, per la crisi dell’agricoltura del dopoguerra di un padre distrutto dalla disoccupazione, nel 1964 Italo Bolano creò un crocevia d’arte internazionale. Era il periodo in cui tutti vendevano i propri terreni. In questo vigneto abbandonato e da una cantina in rovina, sentita la tristezza ormai di questo luogo, un giorno, dopo aver scritto su di un muro “tutto è possibile”, Italo Bolano disse a se stesso, come per scommessa: «Un giorno ci nasceranno i fiori!» Per incuriosire il turista, pose sulla strada delle botti tagliate e una grande piovra su di un palo. Bolano fondò l’International Art Center. Su una targa in ceramica posta all’ingresso vi si leggeva: ”È un luogo dove artisti e pubblico possono incontrarsi, discutere, lavorare, dove tutti possono organizzare manifestazioni

culturali comprese quelle teatrali. È un luogo inoltre dove l’uomo, avendo conosciuto i suoi limiti, cerca l’incontro con i suoi simili e, meditando sulla natura e sull’arte, può iniziarsi alla conoscenza”. Era il programma culturale di questo museo senza pareti né confini, nato dal genio creativo dell’artista, dall’amore per l’arte e per la sua terra. Era nato un crocevia di artisti internazionali, famosi quali Emil Schumaker, divenuto uno dei massimi espressionisti astratti tedeschi, Nina Melova, Lasar Galpern, Ferdinando Chevrier, Edna Howe, collaboratori di Chagall e altri nomi del panorama artistico dell’epoca. Nel 1967 Italo Bolano riunì tutti questi grandi artisti in una mostra che sancisce lo sbarco dell’Arte moderna all’Elba, dove già erano passati Giorgio De Chirico e Paul Klee. Ognuno di questi artisti lasciava un’opera al Centro; seguì l’idea di creare un museo internazionale, un’idea troppo “avanzata” per essere compresa a quell’epoca. In un’isola che timidamente iniziava ad aprirsi al turismo, nella valle di San Martino, a due passi dalla villa di Napoleone, Bolano impegnò quindi tutte le sue energie fisiche, economiche ed intellettuali nella costruzione di quello che oggi, a distanza di oltre 50 anni, è divenuto l’Open Air Museum Italo Bolano, uno dei “Sentieri dell’Arte” della Regione Toscana e unico in provincia di Livorno. Bolano creò dei movimenti di terra sui quali mise a dimora alberi mediterranei e realizzò una decina di muri sui quali poi avrebbe disposto i suoi “quadri in ceramica” facendoli vivere all’acqua e al sole e armonizzandoli con la natura. In oltre 50 anni i pinoli hanno generato pini altissimi, mimose e fichi d’india prosperarono dando vita ad un luogo magico, un po’ selvaggio, fuori dal tempo dove si respirano arte e passione per l’armonia e per il bello. Il Museo Open Air è corredato da una scuola di ceramica dove tutti possono realizzare in poco tempo un oggetto con una tecnica giapponese “veloce” e spettacolare, che armonizza acqua, aria, terra e fuoco e portare a casa un ricordo del loro soggiorno elbano fatto con le loro mani: la scuola di ceramica Raku. Dal genio creativo e dalla generosità di Bolano è nato anche il “Museo di Arte Sacra” nella chiesa di San Gaetano a Marina di Campo, 16 grandi tele sulla vita di Cristo che l’artista ha donato alla Diocesi di Massa Marittima. Da ultimo, solo in ordine di tempo, Bolano sta dando vita al suo sogno di 50 anni fa. Grazie alla collaborazione dell’amministrazione comunale, che ha messo a disposizione gli spazi al Forte Falcone e al mecenatismo dei galleristi Franco Carena e Alessandro Capato – Art Gallery la Luna di Borgo San Dalmazzo (Cuneo) – che hanno fornito le installazioni, lo scorso anno è stato inaugurato il primo nucleo del Museo di Arte Moderna “Italo Bolano”: 10 grandi opere in ceramica donate dal Maestro Bolano. Altre opere sono in attesa di essere collocate tra le quali 30 opere di artisti internazionali. Altri artisti amici di Bolano sono pronti a donare loro opere per incrementare questo nuovo Museo, proposta culturale innovativa e moderna che si rivolge alla città e al turismo internazionale. L’amico e biografo Franco Riccomini definiva Bolano un “pescatore di sogni”: Bolano ha creduto fermamente nel suo sogno e lo ha donato alla sua Isola con amore e speranza per le future generazioni. [ENG] There is an oasis of peace and quiet in the heart of the Island of Elba where, even in the busiest holiday months, anyone looking for a break that is an “alternative” to the seaside and the crowded beaches can rediscover contact with art and nature and enjoy birdsong and the chirping of crickets, in a sort of “Island within the Island”. This is the Open Air Museum Italo Bolano, a stone’s throw from Portoferraio, in the green San Martino valley running down to Napoleon’s country residence. Here, in 1964, on land abandoned during the post-war agricultural crisis, belonging to a father ground down by unemployment, Italo Bolano created an important meeting place for international art. At that time, everyone was selling off their land. In this abandoned vineyard and ruined cellar, overpowered by the sadness of this place, one day, after writing “everything is possible” on a wall, Italo Bolano told himself, almost as a challenge «Flowers will grow here one day», to attract curious visitors he installed sawn-off barrels and a large octopus on a pole along the road. Bolano founded the International Art Centre. A pottery plaque at the entrance stated: “This is a place where artists and the public can meet, talk, work, and where anyone can organise cultural events, including theatrical performances. It is also a place where people who have

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recognised their own limitations seek encounters with others, and can start on their path to knowledge, by meditating on nature and art”. This was the cultural manifesto of a museum without walls or boundaries, springing from the artist’s creative genius, and his love of art and his native land. The location became a crossroads for artists of international fame such as Emil Schumaker, later one of Germany’s leading abstract expressionists, Nina Melova, Lasar Galpern, Ferdinando Chevrier and Edna Howe, who worked with Chagall, and other names from the artistic scene of the time. In 1967 Italo Bolano brought all these leading artists together in an exhibition that marked the arrival of modern art on Elba, in the footsteps of Giorgio De Chirico and Paul Klee. Each of these artists left a work at the Centre; this inspired the idea of creating an international museum, an idea too “advanced” to be understood at the time. So on an Island shyly starting to open up to tourism, in the San Martino valley not far from Napoleon’s villa, Bolano put all his physical, financial and intellectual energy into the construction of what now, more than 50 years later, has become the “Open Air Museum Italo Bolano”, one of the Tuscany Region’s “Arts Pathways” and the only establishment of its kind in the Province of Livorno. Bolano shaped the ground, planted Mediterranean trees and erected a dozen walls to carry his “pottery paintings”, enabling them to live in contact with the sun and water and harmonising them with nature. In over 50 years the pine-nuts have given birth to soaring pines, accompanied by mimosas and prickly pears, creating a magical, rather wild, timeless location steeped in art and a passion for beauty and harmony. The Open Air Museum has its own pottery school, where in a short time anyone can produce a piece with a “quick”, spectacular Japanese technique, which combines the elements of water, air, earth and fire, and can take home a souvenir of their stay on Elba made with their own hands: the Raku pottery school. Bolano’s creative genius and generosity have also given us the “Museum of Religious Art” in the church of San Gaetano at Marina di Campo: 16 large canvases on the life of Christ, which the artist has donated to the Diocese of Massa Marittima. Last but not least, and only in terms of time, Bolano is making his 50-year-old dream come true. In partnership with the Town Council, which has provided the location at Forte Falcone, and with the sponsorship of gallery owners Fanco Carena and Alessandro Capato – La Luna Art Gallery at Borgo San Dalmazzo (Cuneo) – who have provided the installations, last year saw the opening of the initial core of the Museo di Arte Moderna “Italo Bolano”, with 10 large pottery works donated by Bolano himself. Other works are awaiting installation, including 30 pieces by international artists. Other artist friends of Bolano are willing to donate their works to grow this new Museum, an innovative, modern cultural venture to benefit the town and international tourism. His friend and biographer Franco Riccomini described Bolano as a “fisher of dreams”: Bolano has believed strongly in his dream, and has gifted it to his Island with love and hope for future generations.


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MUST

acopo Taddei è un musicista instancabile. E il risultato, ventitré primi premi assoluti in competizioni internazionali a parte, appare anche dalla sua agenda di concerti. Preferisce però che sia la musica a parlare anziché la sua tecnica impeccabile. Dice “guai al musicista che pone il suo virtuosismo al di sopra della partitura”. Dopo New York, dove ha inaugurato la Stagione Concertistica del New York Chamber Music Festival, a luglio, sarà solista con l’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Poi, l’America chiamerà ancora e non c’è motivo di resistere. Varcherà di nuovo l’Oceano per la Florida, ospite del Miami International Piano Festival. All’Elba, l’isola dove affonda le sue radici, tornerà a Marciana Marina il 29 luglio, per gli Amici di Campo Lo Feno. Tra i numerosi recitals estivi, Verona, Mantova, Emilia Romagna Festival . Una stagione lunga e avvincente quella che continuerà in autunno quando, da novembre a maggio sarà “Artist in Residence” per la Società dei Concerti di Milano. E nel 2019, una tournée ad Hong Kong, quindi in cartellone per “La Verdi” di Milano e scavalcando al 2020, una collaborazione da solista con una prestigiosa Orchestra Sinfonica europea, con cui aprirà la stagione in Sala Verdi. [ENG] Jacopo Taddei is a tireless musician. And the result, twenty-three first prizes in international competitions apart, also appears from his concert agenda. However, he prefers that it is the music that speaks instead of its impeccable technique. He says “Woe to musician who places his virtuosity above the score”. After New York, where he inaugurated the Concert Season of the New York Chamber Music Festival, in July, he will be soloist with the Maggio Musicale Fiorentino Orchestra. Then, America will call again and there is no reason to resist. He will cross the Ocean again, going in Florida, host of the Miami International Piano Festival. On Elba, the island where he has its roots, will return to Marciana Marina on 29 th July, for the Friends of Campo Lo Feno. Among the numerous summer recitals, Verona, Mantova, Emilia Romagna Festival. A long and exciting season that will continue in the fall when, from November to May he will be “Artist in Residence” for the Milan Concert Society. And in 2019, a tour in Hong Kong, then on the bill for “La Verdi” in Milan and climbing over to 2020, a solo collaboration with a prestigious European Symphony Orchestra, with which he will open the Season in the Sala Verdi.

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JACOPO TADDEI

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PE OP LE


people

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text Veronica Brandi

PEOPLE FROM ELBA

n brand ambassador, una food blogger, un artista poliedrico e un campione di windsurf. Persone come noi che hanno fatto dell’Elba il loro punto felice dal quale partire e dove tornare sempre. Nel frattempo grazie alla loro professione, girano il globo parlando a tutti dell’isola che c’è. A brand ambassador, a food blogger, a polyhedral artist and a champion of windsurfing. People like us who have chosen Elba as a happy “starting point” where they always return. Meanwhile thanks to their jobs, they travel the globe telling people about the island.

MALTE REUSCHER PROFESSIONAL WINDSURFER Campione italiano di windsurf, nato ad Amburgo e residente sull’isola da sempre, Malte è il portatore ufficiale delle tre api nel mondo della nautica. Trascorre gran parte della sua vita a contatto con l’acqua e il vento, viaggiando coast to coast alla ricerca del vento perfetto per la sua vela, ma il suo “destino finale” è sempre la isla. Se siete sulla costa sud dell’Elba e vedete una vela nera all’orizzonte… [7777] è lui!

[ENG] Italian champion of windsurfing, he was born in Hamburg but has always lived on the island: Malte is the official carrier of the three bees in the nautical world. He spends most of his life in contact with water and wind, traveling coast to coast always looking for the perfect wind, but his “final destination” is always the island. If you are on the South coast of Elba and see a black sail on the horizon...[7777] it’s him!

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DANILO CARNEVALE MENSWEAR & LUXURY AMBASSADOR Sangue partenopeo, look sempre impeccabile. Danilo è un fashion blogger che si è trasferito all’Elba con la compagna lo scorso autunno. Le vie caratteristiche dei paesini, i colori accesi della natura elbana e il blu del mare, gli permettono di creare fantastici scatti molto apprezzati dai suoi followers. In questo modo Danilo dà visibilità ai brand con i quali collabora e permette alla nostra Elba di essere conosciuta e apprezzata da tantissime persone. Seguitelo su Instagram per non perdervi i suoi #outfit.

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[ENG] Neapolitan blood, always look flawless. Danilo is a fashion blogger who moved to Elba with his girlfriend last fall. The characteristic streets of the villages, the bright colors of nature of Elba and the blue of the sea, allow him to create fantastic shots appreciated by his followers. In this way, Danilo gives visibility to the brand with which it cooperates and allows our Elba being known and appreciated by many people. Follow him on Instagram to not miss him #outfitoftheday!

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people

text Veronica Brandi

PEOPLE FROM ELBA

GABILA GERARDI FOOD BLOGGER Panedolcealcioccolato è il nome in codice del blog dietro al quale si nasconde. Gabila è una pasticcera elbana doc che ha saputo unire la sua passione per la cucina al Web, fino a farlo diventare un lavoro. Nel suo “mondo” virtuale pubblica fantastici scatti di ricette ideate da lei che vengono ogni giorno lette e condivisi da migliaia di utenti online. Non ama apparire, ma ama la perfezione, elemento imprescindibile in ogni sua fotografia, assieme al lievito madre, che fa venire voglia di imparare a cucinare anche ai più restii all’universo culinario!

[ENG] “Panedolcealcioccolato” is the pen name of the blog behind which she hides. Gabila is a Pastry Chef: she was born and lives on Elba. She has managed to combine her two passions, cooking and photography on the online, until it becomes a real job. In her virtual “world” she puts fantastic shots of recipes created by her coming every day read and shared by thousands of online users. She does not like to appear, but she loves perfection, the main ingredient, along with sourdough, that makes you want to learn how to cook… even if you’re the most inexperienced of the culinary universe!

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MARCO MANCA ACTOR, SINGER, VOICE ACTOR

Attore, cantante, produttore e doppiatore elbano. Marco si è diplomato all’Accademia d’Arte Drammatica Silvio d’Amico e ha proseguito la sua crescita professionale formandosi a 360° nei settori dello spettacolo, musica, radio, prosa, cinema, doppiaggio e televisione. Tra le sue esperienze recenti più importanti il ruolo di Frodo nello spettacolo teatrale Notre Dame de Paris e la voce di Gastone nel film Disney La bella e la bestia. Un talento internazionale 100% made in Elba!

[ENG] Actor, singer, producer and voice actor from Elba. Marco graduated from the Academy of Dramatic Arts Silvio D’Amico in Rome and continued professional growth forming himself to 360° in the fields of entertainment, music, radio, television, cinema, dubbing and prose. Among his most important recent experiences on the role of “Frodo” in the musical Notre Dame de Paris and the voice of “Gaston” in Disney’s movie Beauty and the Beast. An international talent 100% made in Elba!

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people

text Pablo Massa

GIGI VEZZOLA DA ISOLA ALL’ISOLA

FROM ISOLA TO THE ISLAND

Stilista e designer, ossessionato dall’Arte e dall’interior design. Gigi Vezzola non ha bisogno di fronzoli e presentazioni, la sua carriera come Fashion Designer l’ha portato a lavorare con Krizia, Dolce & Gabbana, Gianfranco Ferrè, Samsonite, Replay e Pirelli. Inoltre, fra le altre cose, è creative consulent per project Runway Middle East. Designer of fashions and many other things, obsessed with Art and interior design. Gigi Vezzola needs no introductions or embellishments: in his career as a fashion designer he has worked with Krizia, Dolce & Gabbana, Gianfranco Ferrè, Samsonite, Replay and Pirelli. What’s more, amongst other things, he is creative consultant for the Runway Middle East project.

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l sole trafigge le nuvole. Sono le 09:20 e Milano è già a mia disposizione. L’appuntamento con Gigi Vezzola è in zona Isola, il mio quartiere preferito, forse perché il più bohèmien della città. L’odore della pioggia che bagna l’asfalto mi trasporta inevitabilmente altrove, ma non posso distrarmi, ho poco tempo e voglio arrivare senza un secondo di ritardo. Sono a due passi da casa sua, ma Google Maps mi fa girare intorno a un palazzo. Decido di prendere un taxi che, fortunatamente, arriva con un minuto di anticipo. Approfitto e mi concedo qualche secondo per un ultimo controllo al mio outfit ed eccolo Gigi, puntuale come l’orologio che porta al polso. Il buon gusto di Gigi sorprende, niente è lasciato al caso. Indossa un cappello nero degli Yankees che incredibilmente riesce a rendere chic, mentre io, paradossalmente, indosso un cappello elegante. Ci incamminiamo tranquillamente verso il Caffé che Gigi ha scelto per scambiare due chiacchiere. Ovviamente la location è quella giusta, nell’aria c’è armonia e mentre faccio la mia prima colazione, lui mi parla del suo lavoro nella moda, dei viaggi in compagnia di Afef e della sua amata passione per la “mise en place”. Mentre ne parla, gli brillano gli occhi come il cristallo dei suoi corredi: mi rendo conto che ho davanti una persona di grande talento, con 30 anni di lavoro nel regno della bellezza, che si nutre di sensazioni, colori e stile. Avrei mille domande da fargli ma non voglio interrompere i suoi racconti, ha un timbro di voce che stimola la fantasia e al tempo stesso mi rilassa. «Non mi sono fatto mancare nulla» mi dice sorridendo e a guardarlo direi che neanche adesso si fa mancare niente. Il lavoro lo porta nei posti più belli del mondo e la sua casa è un tempio chic, fra classico e moderno, dove spesso organizza delle raffinatissime cene con gli amici. Come ultima domanda, ciliegina sulla torta, gli chiedo perché ha scelto l’isola per staccare la spina e gioiosamente mi risponde: «L’Elba mi dà un enorme senso di libertà». Mi racconta che per anni è andato a Patmos, quando ancora il fashion system internazionale non la considerava, ma adesso ha scelto l’Elba. «Ho trovato nella comunità locale di Sant’Ilario un grande affetto e grande accoglienza». La sua è un’isola magica e alternativa, fatta di emozioni genuine, spaghetti con pomodorini e basilico, l’insuperabile manicure da Grazia a Marina di Campo, le calette più riservate, la gente di paese, i coralli che arredano la sua vita, i tramonti in terrazza e l’armonia assoluta. Gigi parla dell’isola al mondo e se, durante un party di Vogue a Beirut, gli chiedono dove andrà in vacanza, lui lascia tutti a bocca aperta mostrando sullo smartphone le spiagge dell’Elba.

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[ENG] The sun pierces the clouds. It’s 9:20 AM in the morning and Milan is already at my service. The appointment with Gigi Vezzola is in the Isola district, my favourite and perhaps the city’s most Bohemian quarter. The smell of the rain on the tarmac inevitably takes my thoughts elsewhere, but I must keep my mind on the job; time is short and I don’t want to arrive even a second late. I’m very close to his house, but Google Maps takes me all the way round a building. I decide to take a taxi which, luckily, gets there with a minute to spare. I use this time to make a final check on my outfit and here is Gigi, punctual as the watch he wears on his wrist. Gigi’s good taste is amazing; nothing is left to chance. He wears a black Yankees cap which, incredibly, he manages to make chic, while I, paradoxically, am wearing an elegant hat. We stroll off towards the Café that Gigi has chosen as the location for our chat. Naturally it’s the ideal place, with harmony in the air, and while I have breakfast, he talks to me about his work in fashion, his travels with Afef and his great passion for the “mise en place”. While he talks about it, his eyes sparkle like the crystal of his place settings. I realise I’m looking at a very talented person, with 30 years’ experience in the realm of beauty, who feeds on sensations, colours and style. I have a thousand questions for him but

I don’t want to interrupt. His tone of voice stimulates the imagination and at the same time relaxes me. «I’ve given myself everything I wanted», he tells me, smiling, and looking at him I would say he still has everything he wants. His work takes him to the world’s most beautiful places and his home is a chic temple, a blend of classical and modern, where he often organises exquisite dinners with friends. As a final question, to round things off, I ask him why he has chosen the island as his place for relaxing, and he replies: «Elba gives me a great feeling of freedom». He tells me that for years he used to go to Patmos, before it was discovered by the international fashion system, but now he has chosen Elba. «I get a great welcome and lots of affection from the local community at Sant’Ilario». His is a magical, alternative island, a place of genuine emotions, spaghetti with tomato and basil, the superlative manicure provided by Grazia at Marina di Campo, the most secluded coves, village people, the corals that ornament his life, the sunsets on the terrace and the absolute harmony. Gigi tells the world about the island, and if they ask him at a Vogue party in Beirut where he will spend his holiday, he amazes them all by showing them the beaches of Elba on his smartphone.


people

text Pablo Massa

GAIA TRUSSARDI

SOLO ED ESCLUSIVAMENTE L’ELBA ONLY ELBA

Il suo nome le si addice perfettamente. Nei suoi occhi c’è una tempesta di colori che racconta il suo vissuto. Gaia è una mente creativa, uno spirito libero forte come la roccia, sensibile come la natura, autentica e raffinata come un’artista. Her name suits her perfectly. In the eyes a storm of colours that recounts her experiences. Gaia is a creative mind, a free spirit strong as a rock, sensitive as nature, authentic and refined as an artist.

C

iao Gaia, scegli spesso l’Elba, cosa ritrovi qui che non trovi altrove? «L’Elba per me è casa. Solo ed esclusivamente l’Elba. Si tratta di storia, infanzia, odori, sapori, climi e microclimi. Inoltre c’è qualcosa di potente in quest’isola che ha a che vedere con la natura , le montagne, le rocce. Qualcosa che puntualmente mi richiama a lei». Tra le varie cromie sofisticate, hai un colore feticcio? «È difficile scegliere un colore e darlo come preferito. Anche perché dipende sempre a cosa è accostato e per cosa ti serve. Se devo scegliere però un colore assoluto sicuramente mi ripongo nella natura: l’azzurro del cielo infinito che diventa blu come l’universo e il mare». L’arte, come dice Schelling, comincia dove il sapere ci pianta in asso… «Credo che il più grande dono dato all’essere umano sia il Sentire. Il sapere proviene dall’esperienza, dall’osservazione e la capacità di raccogliere le informazioni in schemi e dottrine. L’arte permette invece all’uomo di esprimere il Sentire, delle illuminazioni che vanno oltre l’empirismo del Sapere tradotte in forme espressive creative che a loro volta lavorano sulla fantasia e il sentire di chi le riceve». La sfilata spesso è considerata una performance e oggi più che mai la moda dialoga con l’arte: credi che ne stia stravolgendo i fini? «La moda e l’arte hanno sempre dialogato, a volte confondendosi l’una con l’altra. La parola moda racchiude diversi aspetti: da quello più legato al costume fino a quasi perdere i contenuti nelle sue manifestazioni più commerciali. A me piace pensare a questa parola mantenendone la matrice di contenuto: una manifestazione della società nel tempo, un veicolo per esprimere messaggi, uno specchio della nostra evoluzione. Come l’arte che rappresenta la visione dell’artista riguardo ad aspetti dell’esistenza che ritiene di mettere in evidenza. Il dialogo quindi tra arte e moda è sinergia, l’uno può aiutare l’altro nell’obbiettivo di esprimere un concetto con più completezza». Data la tua esperienza musicale, sei tu a scegliere i brani che fanno da contrappunto alle sfilate? «Sì, per me la musica è un altro elemento essenziale per consegnare allo spettatore una visione e un’emozione più precisa rispetto alla storia che vuoi raccontare. Una sfilata cambia completamente identità accostata ad una musica rispetto ad un’altra».

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[ENG] Hi Gaia, you choose often Elba. What do you find in this place that you can’t find anywhere else? «Elba is home for me. Only Elba. It’s about history, childhood, odors, flavors, climates and microclimates. Also there is something powerful in this island that has to do with nature, mountains, rocks. Something that reminds me of her». Among the various sophisticated colors, do you have a favorite color? «It’s hard to pick a color and give it as a favorite. Also because it always depends on what it is and for what you need. If I have to pick an absolute colour surely I’m puttin’ in nature: the blue of the endless sky that turns blue as the universe is the sea». The art begins where knowledge ditch us, how says Schelling... «I think the greatest gift given to the human being is the Feel. Knowledge comes from experience, observation and the ability to gather the information into patterns and doctrines. Art allows man to express the feeling, lighting beyond empiricism of knowledge translated into creative forms of expression which in turn working on fantasy and the feel of who receives them». The fashion show is often considered a performance and today more than ever the fashion communica-

tes with the art: do you think the latter is distorting the objectives? «Fashion and art have always interacted, sometimes mingling with each other. The word fashion encompasses various aspects: from the most linked to the culture up to almost lose the contents in its manifestations more commercial. I like to think of this word while maintaining the array of content: a manifestation of society over time, a vehicle to express messages, a mirror of our evolution. As the art that represents the vision of the artist about aspects of existence that considers to be underlined. The dialogue between art and fashion is synergy, each can help the other in aim you express a concept with more thoroughness». Your music experience lets you choose songs that counterpoint to fashion shows? «Yes, for me, music is another essential element to give the viewer a more precise vision and emotion than the story you want to tell. A fashion show is completely different identity compared to a music compared to another».


people

text Pablo Massa

PIERO PIAZZI

SUA MAESTÀ: IL RE DELLE TOP!

HIS MAJESTY: THE KING OF THE TOP MODELS!

Piero Piazzi è il Presidente di Elite Milano, l’agenzia di modelle più prestigiosa al mondo. La sua carriera è iniziata per caso quando fu scoperto dalla sorella di Giorgio Armani. Aveva 16 anni, voglia d’indipendenza e la purezza di un piccolo principe. «Sono un presidente atipico» : questa è una delle prime frasi che mi colpisce di Piero. Una personalità fuori dagli schemi. Piero Piazzi is the Chairman of Elite Milan, the world’s most prestigious modelling agency. His career began by chance, when he was discovered by Giorgio Armani’s sister. He was 16 years old, with a longing for independence and the purity of a little prince. “I’m a rather unusual chairman,” is one of the first of Piero’s remarks to strike me. An unconventional personality.

E

ra a il 1993» mi racconta «iniziava l’era delle Top. Il mondo cambiava, Milano fioriva e Versace fece salire in passarella una ragazza che non sapeva sfilare: era Linda Evangelista». Gli anni Novanta « sembravano non finire mai, le figure dell’indossatrice e della fotomodella si fondevano, dando vita alle star della moda. «Piero, sei il Re delle modelle. Qualcuno ti considera il padre di Naomi la tua creatura, quella che hai seguito e assecondato in tutto, così come hai fatto anche per Carla Bruni e Maria Carla Boscono, ma fra le modelle che hai scoperto, ce ne sono due che personalmente adoro: Kate Moss e Lea T. Mi racconti come le hai conosciute?». «Kate venne da me a 16 anni, me la mandò Riccardo Gay. Nessuno la voleva a Milano perché era al di fuori di tutti i canoni della moda dell’epoca. Era titubante, insicura, mi chiedeva sempre se ce l’avrebbe fatta. Io, in realtà, appena la vidi capii subito che sarebbe diventata la grande Kate Moss che tutti conosciamo… Lea T, invece, la conobbi nel 2012 durante una vacanza a Bali insieme a mia moglie e Riccardo Tisci. All’epoca lei era ancora Leo. Era bellissima e le dissi subito che aveva il fisico perfetto da modella! Mi chiamò dopo tre anni e mi disse: “Ciao Piero, sono Lea”. Ci misi qualche secondo a riconoscerla, ma qualcosa nel suo tono di voce mi disse che era pronta e la invitai a passare da me in studio. Quando entrò era raggiante, luminosa, e mi innamorai subito del suo messaggio. Lea era l’emblema di qualcosa che stava cambiando, voleva parlarne al mondo ed io partecipai subito con grande piacere alla sua mission, volevo sposare la sua battaglia: “facciamola insieme” le dissi!» Poi, da argentino, sono curioso di sapere di Valeria Mazza e lui mi risponde semplicemente: «L’ho mandata da Versace a sostituire la Schiffer per le prove generali della sfilata nel 1996, è proprio lì che tutto è iniziato». «Il tuo profilo Instagram è pieno di cani, gatti, video di animali simpatici…» «Per me chi non ama gli animali è una persona di cui è meglio non fidarsi… a me riempiono la vita, mi seguono dappertutto, anche all’Elba... Ho due cani Mafalda e Matilda e le gatte Ortensia, Olivia, Ottavia e Orsina». «Da quando vieni all’Elba?» «Ho conosciuto l’Elba 16 anni fa, grazie a mia moglie, Silvia. Abbiamo una casa e adoro venire in vacanza sull’isola. A differenza di altri posti, all’Elba non c’è snobismo, non si bada solo alle apparenze, è un posto libero dai preconcetti, vergine e selvaggio. Le cose che non mi piacciono invece, e ci tengo a dirle, sono la cattiva gestione di alcuni luoghi, la mancanza di qualità. È assolutamente imperdonabile che l’aeroporto non funzioni regolarmente… per il resto niente da dire: l’Elba è un posto adorabile!».

[ENG] «It was 1993,» he tells me, «at the start of the Top Model era. The world was changing, Milan was blooming and Versace put a girl on the runway who had absolutely no technique: she was Linda Evangelista». It seemed the Nineties would never end; the roles of runway and photographic model merged, creating fashion stars. «Piero, you are the model King. Some people see you as the father of Naomi, whom you created, assisting and supporting her in everything, just as you did for Carla Bruni and Maria Carla Boscono as well, but of all the models you have discovered, there are two I personally adore: Kate Moss and Lea T. Can you tell me how you met them?» «Kate came to see me when she was 16, sent by Riccardo Gay. Nobody wanted her in Milan because she didn’t fit any of the fashion rules of the time. She was anxious, insecure, she kept asking me if she was going to do ok. I, in fact, realised as soon as I saw her that she was going to become the great Kate Moss we all know now... Lea T, on the other hand, I met in 2012 during a holiday in Bali with my wife and Riccardo Tisci; at that time she was still known as Leo. She was beautiful, and I told her at once that she had a perfect model’s body! She called me three years later and said: “Hi Piero, this is Lea”. It took me a few seconds to recognise her, but something in her tone of voice told me she was ready, and I invited her to come and see me in my office. When she

came in she was radiant, glowing, and I fell in love with her message straight away. Lea was the emblem of something that was changing; she wanted to speak to the world, and I was happy to join her mission at once, I wanted to fight alongside her: let’s do it together, I told her!» Then, as I’m Argentinian, I’m curious to know about Valeria Mazza and he simply replies: «I sent her to Versace to stand in for Schiffer at the dress rehearsal for the 1996 show... and that’s how it all began». «Your Instagram profile is full of dogs, cats, videos of sweet animals». «I think you should never trust a person who doesn’t love animals… they fill my life, they go everywhere with me, even to Elba. I have two dogs, Mafalda and Matilda, and my cats Ortensia, Olivia, Ottavia and Orsina». «How long have you been coming to Elba?» «I first came to Elba 16 years ago, thanks to my wife, Silvia. We have a home and I love coming to the island on holiday. Unlike other places, on Elba there’s no snobbery, people don’t only go by appearances; it’s a place without prejudices, wild and pristine. What I don’t like, though, and I want to make this clear, is the bad management of some locations; the lack of quality. It’s absolutely unforgivable that the airport has so many problems... otherwise, what can I say? Elba is an adorable place!»


YOU ARE

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HERE


FORTE FOCARDO PHOTO BY LUCA FERRARI FI


SOTTOBOMBA PHOTO BY LUCA FERRARI FI


COTONCELLO PHOTO BY PAOLO MEITRE LIBERTINI FI


MINIERE DI RIO PHOTO BY PAOLO MEITRE LIBERTINI FI


CAPO BIANCO PHOTO BY MASSI MACII FI


MONTE CAPANNE PHOTO BY GAETANO TRISCARI FI


VITICCIO PHOTO BY LUCA FERRARI FI


SANSONE PHOTO BY SIMONE SANTINELLI FI


PUNTA NERA PHOTO BY GAETANO TRISCARI FI



O ANTONIO GABRIELE

re 11. Nel mio atelier a Portoferraio entra una luce strana. Fuori pioviscola, fa freddo e ascolto i Massive Attack. Antonio arriva con pochissimi minuti di ritardo: cappello, occhiali e fuoristrada. Scendo a riceverlo e dopo un caloroso abbraccio iniziamo a sfotterci simpaticamente a vicenda. Antonio lo conosco da dieci anni, ci vediamo poco, ma ci capiamo tanto… ci accomuna la consapevolezza e la capacità di assorbire le energie dalle persone, quelle positive e quelle negative. Non ci vedevamo da tempo e in 10 minuti ci siamo raccontati anni. L’essenziale, perché con lui bastano poche parole e subito siamo sulla stessa lunghezza d’onda. Facciamo un tour nel mio studio. Fra una battuta stupida e un discorso serio gli illustro le mie opere. Lui le guarda cogliendone l’essenza, ma nel frattempo mi racconta, fiero, che il suo “orso interiore” si è calmato e diventerà presto padre e marito. Decidiamo di iniziare con l’intervista. Antonio si siede sulla mia sedia e mi guarda come per dire: «Vai, inizia con le domande». Prendo una matita verde e un album dove abbozzo i disegni, scrivo “spreciso” concetti, date e nomi... Alla prima domanda lui risponde che le sue mani possono essere “piuma o ferro” e inevitabilmente iniziamo a ridere, ricordando il film di Verdone. Gli chiedo della sua formazione ed è qui che la mia matita verde fa fatica a star dietro alle sue imprese! Mi racconta dei suoi esordi, dei primi allenamenti, dei premi, dei maestri più importanti e della sua lunga permanenza in Cina nel tempio di Shaolin per imparare l’arte del Kung fu. Mi racconta inoltre della sua lunga formazione in Thailandia dove viene selezionato per essere formato dai migliori maestri di muay thai, alla sua esperienza come coach della Nazionale Italiana a Bankok. Antonio ha alle spalle una carriera davvero importante! In più di 20 anni ha raggiunto vette altissime lavorando in Italia, Svizzera, Miami e portando diversi atleti a vincere il titolo di campione italiano. La terza domanda invece mi svela un mondo “altro” e Antonio mi parla con l’anima. Mi racconta il lato più profondo del suo lavoro: mi spiega come dona ai suoi allievi-pazienti gli strumenti per autocurarsi, allenarsi, ma soprattutto migliorarsi come persone. Antonio non dà solo botte, le sue mani possono essere “piuma o ferro”; una sorta di psicologo del corpo. In base alle posture, ai comportamenti e alle energie spirituali, capisce di cosa ha bisogno la persona che gli sta di fronte e di conseguenza, prepara un percorso formativo fatto su misura che può spaziare dalle arti marziali ai massaggi thailandesi, Shiatsu e Ayurveda. In poche parole, Antonio è un Maestro! Ma poi, alla fine, cosa c’entra Antonio con l’isola d’Elba? Beh, ci vive da anni e il suo rapporto è sempre stato di amore-odio, ma da quando “l’orso” si è calmato, l’isola è diventata il suo habitat perfetto. L’estate potete trovarlo sul ring dell’Hotel Hermitage a prendere a calci qualche Vip o a massaggiare la schiena di qualche tennista con la sciatica.

I

MUST

t’s eleven in the morning. In my atelier in Portoferraio enters from outside a strange light. A light rain is coming out , it’s cold and I’m listening to Massive Attack. Antonio arrives in just a few minutes late: hat, goggles and off-road vehicle parked. I go down to receive him and after a warm hug we start fooling around with each other in a friendly way. I know Antonio for ten years, I see him rarely, but we understand each other so much: we share the awareness and the ability to absorb the energy from the people, the positive ones and the negative ones. We haven’t seen each other for a long time and in ten minutes we recounted years of our lives. The essential, because with him just a few words to make us see us immediately on the same wavelength. We do a tour in my studio. Between a joke and a serious talk I show him my works. He looks at capturing the essence, but in the meantime I says, proudly, that his inner beast has calmed down: it will soon become a father and husband. We begin with the interview. Antonio sitting on my chair and looks at me as if to say, «go on, you can start to ask me the questions». I get a green pencil and an album where usually sketch designs and where I write so not precise concepts, dates and names... The first question that I ask him he responds that his hands “could be feather or iron”: inevitably begin to laugh, remembering the words of an old italian film. Then I ask him about his training and my green pencil struggles to keep up its businesses. He tells me of his beginnings, early workouts, the prizes, the most important masters of his long stay in China in Shaolin Temple to learn the art of Kung fu. Then switch to his long training in Thailand where he was selected to be trained by the best masters of muay thai, on his experience as coach of the Italian national team in Bangkok. Antonio has a career really important! In more than 20 years he has reached the highest peaks in Italy, in Switzerland, working in Miami, carrying several athletes to win the Italian Championship title. The third question I offer him reveals a world “new and different”: Antonio starts talking with his soul. He tells me about the deeper side of his work, he explains how donates instruments to his students/patients to “heal itself”, workout, but above all improve themselves as People. Antonio pulls no punches, his hands may be “feather or iron”; he is as a kind of psychologist of the body. According to postures, behaviors and spiritual energies, he understands what are the needs of a person and thus prepares a custom training course: a workout that can range from martial arts to Thai massage, Shiatsu and Ayurveda. In short Antonio is a master! But moreover: what is it that binds Antonio to Elba? Well, he lived for years on the island and he has always had a lovehate relationship with it, but since “the beast” has calmed down this place has become his perfect habitat. The summer can be found on the “ring” at the Hotel Hermitage to kick some VIP or massage the back of some tennis player suffering from muscular inflammation. text Pablo Massa

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MUST

LOCANDA CECCONI

«WHAT VEGETABLES ARE RIPE TODAY? AND WHAT HAVE THE FISHERMEN CAUGHT? OK, LET’S CHANGE THE MENU!».

TRA ARTE E SAPORI WHERE ART MEETS FINE FLAVOURS

L

e sedie che Federico Russo ha ai tavoli della sua locanda non sono tutte uguali: Tolix, Vitra e altri pezzi di design si mescolano a semplici sedie da bar anni ‘50, ma tutte hanno una cosa in comune... nessuna l’ha comprata da Ikea! Quarantacinque anni fa Nonno Floriano, cuoco di bordo dei mercantili Brik, apre il suo ristorante a Porto Azzurro. Un locale dove si servono solo pietanze genuine, cucina popolare di alto livello rigorosamente legata alla stagionalità dei prodotti, che nutre grande rispetto per il territorio e che lo hanno portato ad essere, ancora oggi, un locale fortemente legato alla tradizione. «Mio nonno prima di morire si mise a fare barattoli di acciughe sotto sale che durarono per altri due anni dopo la sua morte: una specie di eredità». Federico ha imparato la lezione: il messaggio che si nasconde dietro alle acciughe si conserva molto più a lungo dei barattoli e, dopo tanti

anni di gavetta nel ristorante di famiglia, decide di aprirne uno tutto suo. Locanda Cecconi è un spazio autentico, arredato in stile industriale, ma senza mai cadere nel banale. Pensato da lui, il design interagisce perfettamente con il ferro delle sculture che crea e, anche in questo caso, Federico si dimostra un artista autentico che non si riconosce in nessuno stile preconfezionato. Le sue sculture non sono quelle classiche che vediamo oggi a migliaia su Instagram, assemblaggi banali da bancarella per turisti. Le sue opere sono poetiche, legate al territorio. Ogni pezzo è stato recuperato all’Elba e soprattutto nella zona delle miniere di Rio Marina. «Appena ho venduto i miei primi due quadri, mi sono comprato la saldatrice». Per il piacere dei collezionisti autentici, Federico almeno per ora, non ha intenzione di produrre troppe opere. Sicuramente vi innamorerete di qualche sua scultura o dipinto: la vera sfida però è vedere se Federico riesce a libe-

rarsene davvero! Sono le sue creature, il frutto dello sbalzo schizofrenico fra estate e inverno a cui l’Elba ci sottopone. Paranza, murena, stoccafisso, seppia con le cipolle, totano alla diavola e sburrita di baccalà sono alcune delle pietanza che potete assaporare. Nella Locanda si vive un’esperienza elbana completa, si respira la gioia di un talentuoso ragazzo classe 1989 che riesce a fare del suo lavoro uno stile di vita: un amore che Federico riversa nell’interpretazione personale dei piatti tipici elbani. «Cosa ci offre oggi l’orto? E Il pescatore? Ok, cambiamo il menu!». Federico è una mente creativa e di conseguenza non si ferma mai. Sta lavorando ad un progetto legato all’arte molto interessante, ma per ora, ovviamente, non svela nulla: “una specie di eredità...”. text Pablo Massa

[ENG] The chairs at the tables of Federico’s restaurant are not all the same: Tolix, Vitra and other designer pieces mingle with ordinary 1950s bar chairs, but they all have one thing in common... they weren’t bought at Ikea! It was 45 years ago that Federico’s grandfather Floriano, cook on board Brik merchant vessels, opened his restaurant in Porto Azzurro. A place that only served genuine food, high-quality local dishes strictly dependent on the products in season, which nourished a strong respect for the local area and which made it, even today, an eatery with a strong link to tradition. «Before he died, my granddad started salting away jars of anchovies that we were still using two years after his death: a kind of legacy». Federico learnt his lesson: the message concealed behind the anchovies, which has lasted much longer than the jars themselves. In fact, after years learning the trade in his family’s restaurant, he decided to open one of his own. Locanda Cecconi is an authentic location, furni-

• PISELLI E CARCIOFI COLL’OVA • TOTANO RIPIENO DI BIETOLE • SPAGHETTI CON POLPO IN BIANCO • PESCATO LOCALE AL FORNO • SGOMBRO AI FERRI 60

FI

shed in industrial style, but never falling into the trap of banality. Conceived by Federico himself, the design interacts perfectly with the ironwork of the sculptures he creates, and here again Federico proves his worth as a genuine artist, who refuses to accept any kind of ready-made style. His sculptures are not the usual type, visible in their thousands on Instagram, unremarkable assemblies for sale to tourists on street stalls. His works are poetic, with a bond to the local area. Every piece used was salvaged on Elba, and especially in the Rio Marina mining area. «As soon as I sold my first two paintings, I bought myself a welder». For the pleasure of genuine collectors, at least for now Federico is not intending to produce too many works... you are sure to fall in love with one of his sculptures or paintings, but the real challenge is getting Federico to part with it. They are his children, springing from the schizophrenic contrast between summer and winter central to our life on Elba.

Mixed fish, morey eel, salt cod, cuttlefish with onions, squid “alla diavola” and salt cod “sburrita” are just some of the dishes you can enjoy. The Locanda offers a complete Elban experience, conveying all the enthusiasm of a talented young man (born in 1989) who has managed to make his work into a lifestyle, and with a strong sense of the love Federico puts into his personal interpretation of Elba’s traditional fare. «What vegetables are ripe today? And what have the fishermen caught? OK, let’s change the menu!». Federico is a creative spirit, so he never stands still. He is working on a fascinating art-related project, but for now, of course, it’s all under wraps: “a kind of legacy...”.


IN SIDE ART


NANO CAMPEGGI

ARTIST

È PROPRIO LA CAPACITÀ DI RESTITUIRE L’ ESSENZIALE DELLA NARRAZIONE CINEMATOGRAFICA, A FARE DI SILVANO CAMPEGGI UN SOMMO. NEI SUOI DISEGNI DEI CARTELLONI, LA PITTURA CORRE A FOLATE LEGGERE. È COSÌ CREPITANTE NELLA STESURA DI UN MOMENTO TEMATICO DEL FILM, DA FARLO DIVENTARE EMOZIONE. ANCHE CHI NON HA VISTO LE PELLICOLE DA CUI SONO TRATTI QUEI FERMO IMMAGINE E NON HA INTRECCI DI RICORDI, PROVA LA SUGGESTIONE DEL RACCONTO PITTORICO. text Maria Alessandra Ferrari Al di là dei Suoi meriti artistici, la dote migliore che Le è stata, fino ad oggi, sempre riconosciuta dagli altri? Le viene forse dai cromosomi toscani? «La perseveranza di arrivare all’obbiettivo che mi ero prefisso sia nel lavoro che nel quotidiano, certamente il carattere aretino e l’arte fiorentina mi hanno formato positivamente». Lei ha disegnato una grande famiglia virtuale di protagonisti, personaggi al centro della pellicola e dell’attenzione. Ad istinto, per chi ha più simpatia: per i primi attori, per i caratteristi o per i generici polverizzati dalla storia? «Nel lavoro ho puntato sempre sul protagonista per far presa sul pubblico che doveva scegliere il film da vedere, era questa la mia abilità di cartellonista: suscitare interesse e curiosità». Nella Sua vita, quale congiuntura si è rivelata assai propizia? «La mia fortuna ebbe inizio nel 1946 quando mi fu commissionato “Casa Blanca” e “ Via col Vento “. Avevo solo 23 anni, ma ancora vivo con la passione e la voglia di creare opere nuove. La lunga esperienza di cartellonista e pittore mi ha insegnato che le storie d’amore interessano solo se tormentate e contrastate.

Quando era l’artista dei divi di Hollywood che pensano agli allori, nella stagione felice dei ritratti iconici, c’è stato qualche sodalizio amicale, magari suggellato da un aneddoto? «Ho conosciuto moltissimi attori, tutti di prima grandezza che venivano a Roma per lavoro o vacanza, una fra queste fu Rita Hayworth e Orson Welles, vennero a Roma in viaggio di nozze mi sembra nel 1948 erano ospiti della casa cinematografica M.G.M. il Direttore mi chiese di far loro il ritratto». Nella Sua anima di artista, che posto ha l’Elba, con il mare come orizzonte e qualche cima per ascensioni, magari interiori? E i “Sassi elbani”? «Confesso il mio amore per quest’isola: un amore, un amore appassionato, l’Elba con i colori incredibili, i tramonti infuocati, il mare azzurro, gli odori aspri e forti come i suoi abitanti. Ne ho studiato i contorni, le forme dei sassi, i “coti”, la sua bellezza è stata un tranello: volevo capire, scoprire la sua essenza magica, il suo segreto.Siamo felicemente amanti da cinquant’anni ormai con la benedizione di Elena mia moglie».

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“I cavalli di Ben Hur“

IT’S THE ABILITY TO RETURN THE ESSENCE OF CINEMATIC STORYTELLING THAT MAKES SILVANO CAMPEGGI AN HIGH. IN HIS DRAWINGS OF BILLBOARDS, PAINTING RUNS IN GUSTS READ. IT IS SO CRACKLING IN THE PREPARATION OF A THEMATIC FILM MOMENT, TO TURN IT INTO EMOTION. EVEN IF YOU HAVE SEEN THE FILMS FROM WHICH ARE DRAWN THOSE STILL IMAGE AND HAS WOVEN MEMORIES, TRY THE SUGGESTION OF PICTORIAL NARRATIVE. text Maria Alessandra Ferrari

[ENG] Beyond your artistic merit, what is the best quality that is currently recognized by others? Perhaps derives from Tuscan chromosomes? «Perseverance to reach the goal, both at work and in everyday life, certainly the character of Arezzo and the Florentine art I have been very positively». You drew a large virtual family of actors, chracters that are central to the film and the audience’s attention. Such instincts, for those who feel more sympathy: for the first generic typecast actors, or pulverized by history? «At work I got always the protagonist to find traction on the audience that had to choose the movie to see; this was my ability to cartoonist: arouse interest and curiosity». In your life, which turned out to be rather favorable circumstance? «My luck began in 1946 when I was commissioned “Casa Blanca” and “Gone with the wind”. I was only 23 years old, but still alive with the passion and the desire to create new works. The long experience of cartoonist and painter taught me that love stories affect only if they are tormented and contrasted».

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When you were the artist of Hollywood stars, happy season of iconic portraits, there was some friendship, perhaps sealed by an anecdote? «I have known many actors, all of the highest order who came to Rome for business or pleasure, one of these was Rita Hayworth and Orson Welles, came to Rome on their honeymoon, seems in 1948, were guests of the M.G.M. film House. The Manager asked me to let them the portrait». Into your soul as an artist, what is the place of Elba? With the sea as horizon and some top for climbs, maybe interiors? And the stones of the island? «I confess that I am deeply in love with this island: its amazing colors, the sunsets, the blue sea, the rugged and strong odors as its inhabitants. I studied the contours, the shapes of the rocks, the granite cliffs, its beauty has been a catch: I wanted to know, discover its magical essence, his secret. We love for fifty years with the blessing of my wife Elena».

“James Dean”

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ARTIST

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www.nanotradiviediavoli.it


ARTIST

PABLO MASSA www.pablomassastudio.com

FI

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“Change your world” - Collage Digital


S

Series “The seven deadly sins”

e l’arte è una domanda sul mondo, lui è un dissidente che contesta le convenzioni attraverso l’estetica. Inarrestabile trasgressivo, dissacratore con coraggio. Sembrerebbe una boutade. In realtà il suo destino è proprio nel nome... Pablo Massa, come dicevano i latini nomen omen, con le sue opere parla alla gentemassa, intesa come materia da plasmare. Pablo dà scacco matto all’ipocrisia. E presta ascolto al suo pensiero divergente: «Bisogna prima destabilizzare per poter costruire. Snaturare e ricreare». Avverso alla totalità delle ideologie che incidono sul comportamento collettivo, le sgomina e demitizza con il paradosso e il gioco. È denso di simbologie e rimandi culturali. Immagini blasfeme in oggetti di culto. Esalta la contaminazione tra passato e presente, Oriente e Occidente. Verità nascoste ed enigmi. Elude censure e tabù. Non vede positivamente l’omologazione, l’identità plurima e la globalizzazione culturale. Ha la convinzione di produrre con i suoi lavori, lo stato di coscienza. Provoca per risvegliare nel pubblico, la capacità critica sopita, atrofizzata o sensazioni nascoste. Capirete l’ambiguità percettiva e la valenza provocatoria delle sue opere. Ma in Pablo, non c’è risentimento o prevaricazione. Sublima con la mente ciò che assembla con le mani. E se lo osservate, il bel sorriso, dispensato con naturalezza, conforta e conferma l’impressione di autoironia. Così, la sua ricerca artistica si rivela un contributo alla trasformazione culturale. Le sue opere sono sculture sociali. Alla base della sua creatività è una geografia politica fortunatamente allargata. Proiettato su una dimensione internazionale, ribadisce che la sua forza è il genius loci dell’isola d’Elba. E non una semplice identità nazionale poiché è frutto di radici mobili. Viaggiatore per nascita e vocazione, con un lessico familiare il cui ordito è lo spagnolo dell’Argentina dei genitori e la trama il dialetto elbano e sorrentino dei nonni. È cresciuto con una salutare bulimia di linguaggi

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artistici, ereditata dal padre Jenaro, suo alter ego, spirito libero appassionato di fotografia. Pablo, come lui, è cultore del vintage e collezionista di preziosi amuleti. Talismani, portafortuna scovati nei lunghi viaggi in Oriente. Da questa visione alchemica, è nata anche una linea di alta bigiotteria. Sempre «con la stessa impronta di fabbrica di un universo instabile tra sacro e profano, popolato da simboli religiosi, ex voto, divinità, icone. Lo stampo di un cranio a colori, unito a dettagli di materiali pregiati, lancerà, ad esempio, un messaggio anti-antropocentrico». Pablo è un talento in fieri incontentabile e versatile. Giorno dopo giorno va espandendo con passione le sue realizzazioni. «Sono interessato a costruire un marchio di abbigliamento, una collezione di t-shirt». Anche la concezione della sua isola è imbevuta da una visione artistica. All’orizzonte vede un’Elba dall’identità complessa e ramificata. «Vorrei attivare un ciclo in cui l’isola non sia marginale. Si dovrebbe ricucire il circuito storico artistico con Firenze, per una filosofia di comunicazione del luogo come meta di “amatori”, non di consumatori. L’Elba che, compresa la centralità del discorso culturale, sia attrezzata per essere punto d’incontro inimitabile, nella sua dimensione di bellezza e natura. Come ho espresso in alcuni progetti. Presenterò quindi, su invito di Acqua dell’Elba, a Portoferraio, una personale con installazioni e sculture, ma per ora non svelo nulla». Viene da pensare che Pablo sfondi davvero il diaframma arte-vita. L’autonomia di tutta la sua opera è radicata nel reale, più metonimica che metaforica.

text Maria Alessandra Ferrari

[ENG] If art is a question put to the world, he is a dissident who contests conventions through aesthetics. Unstoppably transgressive, a courageous desecrater. All this might seem capricious. In fact, his destiny is in his name. In his works, reflecting the Latin tag “nomen omen”, Pablo Massa talks to the “masses”, viewing them as matter to be shaped. Pablo checkmates hypocrisy. And he takes his alternative ideas seriously. «Before you can build, you have to destabilise. Dismember and then re-create». Focusing on all the ideologies which affect collective behaviour, he undermines and defuses them with paradoxes and play. His work is dense in symbols and cultural references. Blasphemous images in religious objects. He reinforces the contamination between past and present, East and West. Hidden truths and enigmas. He evades censure and taboos. He does not approve of standardisation, plural identities and cultural globalisation. He is convinced that his works create a state of awareness. He is provocative to reawaken his audience’s deadened, stunted critical capacity, or hidden sensations. You will appreciate the perceptive ambiguity and provocative strength of his works. But Pablo is entirely free from resentment and prevarication. His mind sublimates what his hands assemble. And if you watch him, his lovely, spontaneous smile strengths and confirms the impression that he does not take himself too seriously. So his artistic experimentation becomes a contribution to cultural transformation. His works are social sculptures. His creativity is underlain by a (fortunately broad) political geography. Projected on an international dimension, he asserts that his strength is the genius loci of the island of Elba. And not a simple national identity, because it grows from mobile roots. Traveller by birth and vocation, with a family vocabulary woven from the Spanish of his Argentinian parents and the Elba and Sorrento dialects of his grandparents. He grew up with a healthy form of “artistic

Series

“LoL

language bulimia”, inherited from his father Jenaro, his alter ego, a free spirit passionately fond of photography. Like him, Pablo is a connoisseur of the vintage and a collector of precious amulets. Talismans and good luck charms unearthed during his long trips in the East. This alchemic vision has also given birth to a line of exquisite costume jewellery. Always «with the same trademark of a universe wavering between sacred and profane, populated by religious symbols, thank offerings, divinities and icons. For example, the colour print of a skull, with details of choice materials, will proclaim a message against anthropocentricism». Pablo is a talent still in the making, never contented and endlessly versatile. Day after day, he passionately expands the array of his works. «I’m interested in creating a clothing brand, a T-shirt collection». His conception of the island is also steeped in an artistic vision. On the horizon, he can see an Elba with a complex, ramified identity. «I would like to activate a cycle in which the island is not marginal. We ought to re-create the artistic and historic circuit with Florence, with a philosophy that markets the location to attract “connoisseurs” and not consumers. The Elba which, including the centrality of culture to its identity, is well equipped to be a unique meeting-point, supported by its beauty and fine natural environment. As I have explained in several projects. Here, on the invitation of Acqua dell’Elba, in Portoferraio, I will be presenting a one-man show of installations and sculptures, but for now I am not saying more». The impression is that Pablo really shatters the art-life barrier. The autonomy of all his work is rooted in the real, more metonymic than metaphorical.

Kitsch - Baby Heroes”


ARTIST

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ARTIST

ITALO

www.italobolano.com

BOLANO

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ARTIST

T

MAX PAPESCHI

otalitarismo, comunismo, nazismo, consumismo, i più importanti “ismi” della storia moderna e contemporanea sono il suo pane quotidiano, stiamo parlando di Max Papeschi che con un i suoi fantasmagorici collage, i suoi video (l’ultimo in collaborazione con Gerald Casale dei DEVO, suo grande amico, nonché collezionista) e le sue installazioni ci proietta ogni volta in un mondo tanto paradossale quanto purtroppo verosimile. I protagonisti che popolano questo inquietante universo sono le nuove figure mitologiche del nostro tempo, in Roman Holiday Mussolini e Hitler sono trasformati in Topolino e Topo Gigio, ma non perdono la loro aura crudele, al contrario, la dissonanza che ne emerge pone l’accento sulla gravità della situazione. Così anche in Magical Mystery Burger, nel quale l’apparente appetitoso panino, ci fa sobbalzare, quando notiamo il suo camuffamento velenoso, mentre il tappeto di croci posto sotto di esso ci fa sbarrare gli occhi, non tanto

per l’evidente gioco di contrasti, quanto per la purezza della rappresentazione, Papeschi ci sta mostrando la banalità di ogni male. Questa è la forza intrinseca in ogni sua opera, che si parli di politica, di società o di ambiente, l’arte di Papeschi ci mette davanti alla cruda verità e ci incita, volenti o nolenti, a ragionare sulla nostra condizione di uomini e donne, sulle nostre azioni nel quotidiano e, in senso più ampio, sul significato della nostra umanità. [ENG] Totalitarianism, communism, nazism, consumerism, the most important “isms” of modern and contemporary history are his daily bread, we are talking about Max Papeschi who with his phantasmagorical collages, his videos (the last in collaboration with Gerald Casale of DEVO, his great friend, as well as collector) and his installations project us every time in a world as paradoxical as, unfortunately, verosimile. The protagonists who populate this disquieting universe are the new mythological figures

of our time, in Roman Holiday Mussolini and Hitler are transformed into Mickey Mouse and Topo Gigio, but they don’t lose their cruel aura, on the contrary, the dissonance that emerges puts the accent on the gravity of the situation. So even in the Magical Mystery Burger, in which the seemingly appetizing sandwich makes us jump, when we notice its poisonous camouflage, while the carpet of crosses, placed under it, makes us block our eyes, not so much for the obvious game of contrasts, as for the purity of the representation, Papeschi is showing us the banality of every evil. This is the intrinsic force in each of his works, whether we talk about politics, society or the environment, Papeschi’s art puts us before the raw truth and it incites us, willy-nilly, to think about our condition as men and women, on our actions in daily life and, in a broader sense, on the meaning of our humanity.

text Flavia Vago

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www.maxpapeschi.com

FI


ARTIST

Marcello d’arco

“Il Grigolo“ 85X49 [2008]

Marcello d’Arco è Portoferraio e Cosmopolis e non è detto che domani non si invertano i termini e Portoferraio divenga il pittore che oggi la ritrae, ricrea, reinventa, in una perenne rincorsa e ricerca d’identità, la propria e quella della città. [ENG] Marcello d’Arco is Portoferraio and Cosmopolis, and it is not said that tomorrow the terms will be inverted and Portoferraio will become the painter, who today portrays, recreates, reinvents, in a perpetual pursuit and identity search, his own and that of the city. text Giorgio Fanti


ARTIST

RENEE

PUCCI “ALL YOU NEED IS LESS”

FI

“I SEE AND FEEL MY ART AS AN ENERGY THAT FLOWS ON CANVAS...”

INNER SPACE

«Sono nata a Roma, il 24 dicembre 1992. Padre italiano e madre olandese, cresciuta tra Italia e Olanda. Un’adolescenza fatta di quotidianità e delle cose più semplici, con la passione dello sport e della creatività. Ho avuto l’occasione di viaggiare in Europa e ho vissuto in Australia. Un’energia bellissima e un ambiente molto stimolante e positivo dove mi sono riscoperta e mi sono riavvicinata alla mia creatività in modo molto naturale. Sono tornata da quell’esperienza molto consapevole e sicura di me, decisa a cominciare una nuova esperienza. Ho conosciuto il mio attuale compagno Rudolf e nell’ottobre del 2015 ho avuto il mio bellissimo bambino Liam Tiago. La maternità è fortemente connessa alla mia arte, è infatti un’esperienza forte. Nell’estate 2016 ho ripreso a dipingere, non ho più smesso e non intendo smettere. Abbiamo scelto di trasferirci qui sull’Elba e svegliarmi ogni giorno in mezzo a tutta questa natura, l’aria pulita e la tranquillità influenza moltissimo la qualità ovviamente di vita e la mia arte. Credo che la natura dia sempre una sensazione di benessere, ti trasmette sempre qualcosa di positivo e per questo mi piace lavorare con colori terreni, blu e verdi, come se avessero delle proprietà curative. Vedo e sento la mia arte come un energia che fluisce su tela quindi per me è importante usare colori vibranti e dare loro intensità. Sono affascinata dalle cose più semplici e naturali, il mio mantra è “all you need is less”. Vorrei che la mia arte venisse sentita, senza troppi pensieri. Tutti i quadri creati fino ad oggi fanno parte della raccolta “Inner space” che ho cominciato nel 2016. Uso molta acqua mischiata ad acrilici e non ho totale controllo del processo. Quando inizio a dipingere vado a sensazione, ma in mente ho un certo insieme di colori e la direzione che vorrei più o meno dargli. Certi giorni tutto scorre in modo molto naturale e semplice mentre altri giorni è più caotico. Cerco di rimanere concentrata e centrata, provando a lasciarmi andare e vedere come va facendo del mio meglio. Come nella vita di tutti i giorni».

[ENG] «Born in Rome in 1992. Italian father and dutch mother, grown up between Italy and Holland. My everydays life has always been made of the most simple things and a passion for sport and creativity. I’ve had the chance to travel through Europe and live in Australia where I found a beautiful untouched energy and a very positive and inspiring environment which made me feel for the first time deeply in touch with myself and It came very natural to reconnected to my creativity. Very conscious and confident I was ready for something new. I then met my actual man Rudolf and we welcomed our beautiful baby boy Liam Tiago in october 2015. Motherhood is deeply connected to my art, it is a rollercoaster of emotions and in the summer of 2016 from creativity it flowed into art, where I found my peace. We decided to move to Elba and waking up everyday to all this nature, clean air and calmness really influences our lifestyle and my art. I think that a sense of wellness is often inspired by nature, nature always makes you feel something, something

good. Thats why I love working with earth tones, blues and greens I find there’s something healing in those colours. I feel my art as energy flowing on canvas so it is very important to me to use vibrant colours and give them the right depth and intensity. I love natural and the simple things, my mantra is “all you need is less”. I’d love my art to be seen and felt, without much thinking. All the artworks collected from 2016 are part of the “Inner Space” collection. I’m not in complete control of the process as I use lots of water mixed with acrylics so when I start painting I probably have in mind a certain colour palette, more or less the direction I would like the flow to take, and somedays it just flows naturally other days it feels more chaotic. I try anyway to stay focused and centered, trying to go with it and do my best, like in everydays life».

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ARTIST

FRANCESCA

“Progetto N”

GROPPELLI

PASSATO - PRESENTE - FUTURO PAST - PRESENT - FUTURE

i chiamo Francesca Groppelli, sono un’artista che vive e lavora tra Crema e Portoferraio. Dopo gli studi di pittura all’Accademia di Belle Arti a Brera e un periodo come in« segnante d’arte, da anni mi occupo di arte pubblica intesa come ideazione, progettazione e realizzazione di interventi artistici finalizzati alla valorizzazione di luoghi caratterizzati da un forte passato. Tra i progetti che ho realizzato quelli che ricordo con più piacere sono: “OPERA APERTA - Agorà”; evento svoltosi a Crema con un intervento sul “Mercato Austroungarico” e “NONSOLOARTE”, con l’Associazione ArteElba al Grigolo, nel centro di Portoferraio. Ho voluto cosi proporre un nuovo modo di operare, che porta l’arte fuori da gallerie e spazi privati, occupando invece luoghi pubblici. L’isola d’Elba, che amo per la sua cultura e la sua natura, è disseminata di tracce che ci provengono dal passato. Consapevole di ciò ho iniziato un nuovo ciclo realizzando per il Bicentenario Napoleonico una scultura-installazione dal titolo “N” PRESENZA-ASSENZA. La sagoma vuota di Napoleone, (Assenza) intagliata in una lastra di ferro, permette di vedere il paesaggio attraverso la sua figura. Essa è collocata a Marciana Marina, sul belvedere lungo la strada provinciale. La parte interna (Presenza) a breve sarà posizionata sull’altra estremità del golfo. Il personaggio “N” non è più con noi, ma l’opera è presente e dialoga con la natura che la circonda. Dopo Napoleone, sto facendo “rivivere” un altro grande personaggio, Cosimo I, interpretandolo in chiave contemporanea. Il nuovo progetto, che prende ispirazione dal passato, si concretizza con una scultura a forma di dodecaedro, solido assunto da Platone come emblema della perfezione stessa del cosmo, richiamando cosi il gioco di parole Cosimo-Cosmo-Cosmopoli, (l’attuale Portoferraio). Contemporaneamente sto realizzando una serie di dodecaedri , dei moduli unici che vanno a rappresentare l’isola nei suoi vari aspetti e che rispecchiano l’amore che ho per essa. L’Elba a 360°, la “mia Elba”».

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[ENG] «My name is Francesca Groppelli and I am an artist who lives and works at Crema and Portoferraio. After studying painting at the Brera (Milan) Academy of Fine Arts and work as an art teacher, I have now been working for years in the area of public art, meaning the conception, design and realisation of arts projects which add value to locations with a strong past. My favourite past projects include “OPERA APERTA - Agorà”, an event held in Crema focusing on the “Mercato Austroungarico” and “NONSOLOARTE” with the “ArteElba al Grigolo” Association, in the centre of Portoferraio. Through these projects, I set out to suggest a new approach, which brings art out of galleries and private spaces to occupy public places. The island of Elba, which I love for its culture and natural beauty, is full of reminders of the past. Reflecting this, I have begun a new cycle by producing a sculpture/installation entitled “N” PRESENZA-ASSENZA for the Napoleonic Bicentenary.

• The empty outline of the figure of Napoleon (“ASSENZA”), cut out from a sheet of iron, provides a frame through which we can view the landscape. It is installed at Marciana Marina, at the viewpoint along the main road. The inside of the figure (“PRESENZA”) will shortly be installed at the other end of the gulf. “N” is no longer with us, but the work is present, and dialogues with its natural surroundings. After Napoleon, I am also bringing another great historic figure, Cosimo I, back to life, with a contemporary approach. The new project, inspired by the past, takes the form of a sculpture in the form of a dodecahedron, the solid form Plato chose as the emblem of the perfection of the cosmos, playing on the words Cosimo-Cosmos-Cosmopoli (as Portoferraio was once known). At the same time, I am producing a series of dodecahedra, each one different, which will reflect the island in all its various aspects and express my love for it. Elba in all its facets, “my ELBA”».

NAPOLEONE E COSIMO I

“Opera”

M

“Opera” - Photographic rendering by Paolo Calcara



ARTIST

CRISTINA SAMMARCO

USA L’IRONIA COME LEZIONE DI MISURA. E NELL’ ARTICOLARSI DELLE TENDENZE POETICHE, LA SUA PITTURA CREA UNA MAGIA CHE RENDE RAPITI DI GUARDARE. USES IRONY AS A LESSON IN MEASURE. AND IN ITS ARTICULATION OF POETIC TENDENCIES, HER PAINTING CASTS A SPELL THAT BINDS OUR GAZE. Come la fa sentire aprire gli occhi alla prima luce e sapere che c’è sempre una superficie da animare che l’aspetta? «Dovrebbe vedermi appena apro gli occhi... probabilmente riformulerebbe la domanda! Scherzi a parte, io sento ogni giorno una grande responsabilità nel creare immagini e come giustamente dice, animare superfici. Felicità e responsabilità». Da artista, Le capita di essere insoddisfatta? «Sempre... è la molla della mia ricerca». La conversione della natura in arte, quali domande Le ha intimato? «Ho una visione panteista della vita, dove Natura-Uomo-Cielo convivono e sono fatti della stessa materia. Fare un lavoro sulla natura, per me significa in realtà parlare dell’uomo, dei suoi moti interiori e del Sacro». Dipinge per sé o pensa anche al pubblico per lanciare messaggi? «Dipingere per me è un atto necessario, indipendentemente da tutto. Quando uso la pittura per comunicare, allora le persone diventano fondamentali perché, come diceva Picasso, un’opera si completa negli occhi di chi la guarda». Sarebbe disposta a posporre la pittura a... «Nulla, come dicevo, per me è un atto primordiale, come respirare». Che sensazione Le procura dirigere corsi di pittura per adulti e bambini? «Rido perché in realtà sono loro a dirigere me, in particolare i bambini. La capacità sta nel facilitare il processo creativo e restare in ascolto del miracolo che avviene ogni volta che una persona collega forme e colori alla propria interiorità». Lo spunto più remoto che Le torna in mente dai tempi in cui ha cominciato a dipingere? «A cinque anni, chiusa nel bagno dei miei nonni paterni a disegnare mondi sottomarini...». La sua produzione, nell’ampiezza delle sue declinazioni olio, tecnica mista su tela o carta, collage, bassorilievo in carta, china su carta, sculture in ceramica, ricami su linosi è arricchita di recente dell’erbario antropologico... «Sì, in realtà è un progetto iniziato nel 2013 che porto avanti nel tempo. Si basa su un approccio antropologico della Natura e vuole ricreare un erbario che nasca dalla relazione uomo-natura, con un approccio di ascolto dei messaggi che le piante ci mandano». Quali sono i suoi progetti futuri? «Sto lavorando ad un progetto per unire l’arte alla causa ambientalista per la salvaguardia del mare. Nello specifico, Bleuvert è un contenitore di storie, immagini e opere a edizione limitata dedicate al Mare, che vuole diffondere la bellezza e donare parte del ricavato della vendita delle opere a progetti di ricerca per il mare».

[ENG] How does it feel to open your eyes at first light and know that there is always a surface waiting for you to bring it to life? «You should see me when I’ve just opened my eyes... You would probably frame the question differently! Joking apart, I feel a great responsibility every day over my creation of pictures and, as you rightly put it, bringing of surfaces to life. Happiness and responsibility». As an artist, are you ever dissatisfied? «Always... It is the driving force of my research». What questions has the turning of nature into art raised for you? «I have a pantheistic vision of life, in which nature-humanty-heaven coexist and are made of the same stuff. For me doing a work on nature in reality means talking about human beings, their inner feelings and the sacred». Do you paint for yourself or are you also thinking about sending messages to the public? «Painting for me is a necessary act, quite apart from anything else. When I use painting to communicate, then people become fundamental because, as Picasso said, a work is finished in the eyes of its beholder». Would you be willing to put painting after... «Nothing. As I was saying, for me it is a primordial act, like breathing». How do you feel about running painting courses for adults and children? «I’m laughing because in reality they’re the ones who are in charge, especially the kids! The trick lies in facilitating the creative process and then waiting for the miracle that happens every time someone connects forms and colours with their inner life». The thing that you remember from furthest back, from the time you first started to paint? «Shutting myself up in my grandparents’ bathroom at the age of five to draw underwater worlds...». The already broad range of your output – oil, mixed media on canvas or paper, collage, paper bas-reliefs, Indian ink on paper, ceramic sculpture, embroidery on linen – has recently been enriched with the anthropological herbarium... «Yes, in reality it’s a project I commenced in 2013 and that I’ve been working on ever since. It’s based on an anthropological approach to nature and aims to recreate a herbarium that stems from the relationship between humanity and nature, with an attitude of listening to the messages that plants send us». What plans do you have for the future? «I’m working on a project to link art with the cause of environmental conservation of the sea. To be specific, Bleuvert is a vessel of stories, images and limited-edition works devoted to the sea, with the objective of drawing attention to its beauty and donating part of the proceeds of the works’ sale to projects of research into the sea».

text Maria Alessandra Ferrari

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MEDITERRANEO N.2 Collage 30x30 cm - 2017

Atelier: Piazza Gori, 6 Portoferraio - Isola d’Elba www.cristinasammarco.com

FI

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ARTIST

“The transition from the real world to the magical dimension of dreams.”

STEFANO MANCINI “...il passaggio dal mondo reale alla dimensione magica del sogno”.

text Cristina Palmieri

C’era una volta… la magia della commedia umana Immergersi in un’opera di Stefano Mancini è una “fantastica” peripezia dello spirito. Scenografo, costumista, ma soprattutto pittore, è un artista versatile che sa creare un linguaggio espressivo che nasce da un’interessante commistione di elementi appartenenti a diversi ambiti della comunicazione. Acuto conoscitore delle più svariate tecniche pittoriche, tutte quelle che le avanguardie storiche ci hanno consegnato (collage, sperimentazione linguistica, accostamento di differenti materiali attinti dal quotidiano), ama perseguire esperienze contenutistiche in grado di restituirci la magia di quel mondo surreale e fantastico che celebra attraverso i suoi collages polimaterici. La rappresentazione satirica dell’immaginaria commedia umana vive nei suoi fiabeschi personaggi quale simbologia di un mondo gioioso e lieve, in cui, in un tripudio di colori brillanti e vivaci, trionfano l’amore, la leggerezza e la “joie de vivre”.

Once upon a time... the magic of the human comedy [ENG] Plunging into an artwork of Stefano Mancini is a “fantastic” adventure of the spirit. Set designer, costume designer, but mainly painter, he is a versatile performer who knows how to create an expressive language that comes from an interesting mix of elements belonging to different spheres of communication. Keen connoisseur of various painting techniques, all of which the guardes they delivered (collage, linguistic experimentation, combining different materials taken from daily life), he loves to pursue content experiences that can return the magic of that surreal world and fantastic celebrating through his collages polymaterial. The satirical representation of imaginary human comedy lives in his fairytale characters as symbols of a world of joyous and light, where, in a blaze of bright, vivid colors, a triumph of love, lightness and “joie de vivre”.

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FI manciniarte.wixsite.com/stefanomancini


ARTIST

FRANCESCA

BURRASCANO

“Riflesso” Olio su tela 50X70

“Tempesta” Olio su tela 30X80

franciart@libero.it

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ARTIST

PIETRE E SASSI DELL’ ELBA Rocks and stones of Elba

INES FERRI

«Gatti, cani e altri animali. Mamme, donne, bambini. Paesi e castelli. Ritratti umoristici. Questi i titoli dei cataloghi che vorrei pubblicare se trovassi un patrocinatore disposto ad affrontare la realizzazione del progetto. Perché, dopo la stampa, è mio desiderio restituire all’isola i suoi gioielli con un’esposizione permanente in una struttura idonea. Senza dubbio, la sottrazione di pietre e sassi alle spiagge elbane, sia pure devota ed amorevole, l’ho sempre considerata soltanto un prestito. Li ho scelti e mi son lasciata scegliere. In cambio, mi hanno offerto la possibilità di sottolineare con pochi segni, l’essenza del loro essere. Composizione morfologica, eventi atmosferici, trascorrere del tempo, avevano infatti già conferito le sembianze alle mirabili pietre».

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[ENG] «Cats, dogs and other animals. Moms, women, children. Towns and castles. Humorous portraits. These are the titles of the catalogs that I would post if I found a patron willing to tackle the project. This is because, after printing, my desire is to return to the island its jewels with a permanent exhibition in a suitable structure. Undoubtedly, the subtraction of rocks and stones to the beaches of Elba, even devoted and loving, I always considered only a loan. I chose the stones and I left to choose from them. In return, they offered me the opportunity to underline with few signs, the essence of their being. The morphological composition, atmospheric events and spend time, had in fact already bestowed these wonderful stones to form».

inesferriferrari@gmail.com



GIOIELLERIA VULCA - VIA ROMA N.51 - CAPOLIVERI - ISOLA D’ELBA

si ringrazia MARTINO MIDALI

ELBA

VI VA


VIVA ELBA

L

IN ARTE

Bracciale in oro e argento con corallo e perle. Gold and silver bracelet with coral and pearls.

VULCA

a radice, “ars”, è la stessa. Non è dunque fonte di sorpresa che l’artista e l’artigiano convivono in uno stesso genotipo. Ed è senza ragione, perciò, che si ritrovi l’artista nei musei e l’artigiano nelle botteghe. Proprio perchè “la mano ubbidisce all’intelletto”, come scriveva Michelangelo, anche i grandi artisti si sporcano le dita. Vulca per l’arte, Giorgio Borghi per l’anagrafe, va fiero delle sue mani tagliuzzate. Esegue personalmente la realizzazione dei suoi gioielli, con artigianalità e conoscenza approfondita delle tecniche. Modella, intaglia, fonde. La sua vita quotidiana è scandita da molte ore di lavoro, anche dieci ogni dì, su un panchetto. Ma dice di non conoscere la noia, nell’intimità del suo negozio-laboratorio di Capoliveri, dove sogna e crea col proprio talento. La favola bella di Giorgio inizia a San Giovanni in Persiceto, non lontano da Bologna. E segue mille strade su e giù lungo la nostra penisola, sempre in ambito artistico. Tutte all’insegna della manifattura che fa emergere le sue doti e capacità. Dagli Anni ’70 quando realizzava le maschere della Commedia dell’Arte in cuoio e cartapesta, al fecondo sodalizio amicale con William Tode negli Anni ‘80. Ne viene fuori un inconsueto percorso professionale. Un processo in divenire di un artista libero, autonomo e sperimentatore. Tra Vulca e i minerali, le perle e i coralli è un fatto di circolazione sanguigna. Lo scultore gioielliere trae da materiali in apparenza inerti, la loro aspirazione a vivere. Maestro supremo della forma semplice. Grazie a fondamenta di profonda conoscenza

simple form. Thanks to in-depth knowledge of the constraints of the materials he works, such as how they can be cut, he is able to call forth the magic of a dreamlike elegance. His ideal of beauty is inspired by spellbound nature. Anyone would fall in love with the purity of lines of the flower petals on his silver, gold and aquamarine ring. And the necklace where the white gleam of silver blends with the warm tints of gold together with Elba malachite and emeralds, in the most sophisticated form of ethnic taste, is truly seductive. We need only look at the ring with the now almost extinct Elban coral to appreciate the challenge of creating an inspired object, with perfect weight. His ornaments succeed each other in a kind of exquisite kaleidoscope. Today Vulca is the right age to harvest the fruits of so many years of creation. He loves all his jewels equally. In spite of the opulence that emanates from his precious creations, Vulca assures us that his own life has always been one of genuine simplicity. In spite of the punishing regulations, he chose some time ago to dedicate himself to Art and not to Mammon. And this may be where the deepest meaning of Giorgio Borghi’s work is to be found. What links him to Vulca, the only Etruscan pottery figurine maker whose name has come down to us, the creator of divinely beautiful works? The link is the commitment to art, seen as the continual struggle to overcome the lack of meaning that afflicts our lives.

text Maria Alessandra Ferrari

dei vincoli dei materiali che lavora, ad esempio di taglio, sa evocare la magia di un’eleganza sognante. Ha un ideale di bellezza ispirato alla natura incantata. Innamora la purezza di linee dei petali di fiore dell’anello in argento, oro e acquamarina. E seduce il collier dove i bagliori bianchi dell’argento si mescolano con quelli caldi dell’oro insieme a malachite dell’Elba e smeraldi, con un gusto etnico nella versione più sofisticata. Basta vedere l’anello con il corallo elbano ormai scomparso, per comprendere la sfida alla creazione di un oggetto ispirato e dal peso perfetto. Come in un caleidoscopio raffinato si susseguono gli ornamenti realizzati. Oggi Vulca è nell’età giusta per raccogliere il frutto di tanti anni di creazioni. Li ama tutti i suoi gioielli, in uguale misura. Nonostante l’opulenza che emanano i suoi manufatti preziosi, Vulca, però, assicura che il mondo privato è improntato da sempre alla semplicità autentica. Da tempo ha scelto, nonostante le ingrate norme, di consacrarsi all’Arte e non a Mammona. E il senso più profondo dell’attività di Giorgio Borghi attende forse qui. Cosa lo unisce a Vulca, unico coroplasta etrusco di cui è stato tramandato il nome, artefice di sculture eccelse? Lo unisce l’attività artistica che si pone come emblema della lotta continuamente intrapresa per sconfiggere l’assenza di significato che affligge l’esistenza.

FI

Collana in oro e argento con corallo elbano e pietra. Gold and silver necklace with stone from Elba and coral.

[ENG] Both terms derive from the same Latin root, “ars”. So it’s no surprise that the artist and the artisan, or craftsman, share the same genotype. And there’s therefore no reason why an artist’s works should be in museums and those of a craftsman in shops. Since “the hand obeys the intellect”, as Michelangelo wrote, even the great artists get their hands dirty. Craftsman Giorgio Borghi, who signs his works “Vulca”, is proud of his scarred hands. He produces his jewellery himself, with craftsmanship and in-depth knowledge of the relative techniques. He shapes, cuts and casts. His daily life consists of long hours at work, up to ten a day, on a bench. But he says he is never bored, in the intimate interior of his shop-workshop at Capoliveri, where he uses his talent to dream and to create. Giorgio’s fairy-tale story began at San Giovanni Persiceto, not far from Bologna. And it took him along a thousand roads, up and down Italy, always in the artistic world. Always focused on craftsmanship, expressing his skills and abilities to the full. From the ‘70s, when he made Commedia dell’Arte masks from leather and papier-mache, to his fruitful partnership with William Tode in the ‘80s. The result was a very unusual career. The gradual formation of a free, independent artist with a love of experimentation. Vulca imparts vitality to gemstones, pearls and corals. The jeweller-sculptor brings out all the will to live of these apparently inert materials. A supreme master of

Bracciale e Orecchini in smalto acrilico. Acrylic enamel bracelet and earrings.

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VIVA ELBA

ACQUA DELL’ELBA VERSO IL PROFUMO DEL MARE

3° EDIZIONE DELLA MOSTRA PREMIO ARTE ACQUA DELL’ ELBA “IL PROFUMO DEL MARE” 27 - 31 AGOSTO 2018 SALA TELEMACO SIGNORINI

A

cqua dell’Elba, già dal 2016, in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti di Brera, promuove azioni di valorizzazione del lavoro di giovani artisti provenienti da tutto il mondo, donando borse di studio, organizzando mostre, producendo pubblicazioni dedicate. Il Premio Arte Acqua dell’Elba è un appuntamento annuale di rilevanza internazionale sul territorio dell’Isola d’Elba. La mostra delle opere dei migliori talenti braidensi è l’evento culminante di un percorso di ricerca e produzione artistica svolto nei mesi precedenti nella storica Accademia, a Milano, nel medesimo Palazzo enciclopedico di Brera che accoglie anche la celebre Pinacoteca, nonché la Biblioteca nazionale, l’Osservatorio Astronomico, L’Orto Botanico e l’Istituto Lombardo di Scienze e Lettere. Il profumo del mare è il titolo della mostra del Premio Arte Acqua dell’Elba 2018 che si terrà in Portoferraio presso il centro per le arti figurative “Telemaco Signorini”, dal 27 al 31 agosto. I giovani artisti da me individuati, e quindi invitati a produrre appositamente un’opera, sono fra i migliori allievi dei corsi di diploma accademico di primo e secondo livello del Dipartimento di Arti Visive, principalmente appartenenti alle Scuole di Pittura e Scultura. Ho avuto aperture d’attenzione anche verso inconsuete realizzazioni espressive degli studenti del Dipartimento di Progettazione e Arti Applicate. Molteplici sono le dinamiche e le consistenze

Sara Calderisi, nell’aula 1 dell’Accademia di Belle Arti di Brera, mentre dipinge Áνεμος, un acquarello su tela che sarà esposto nella mostra “Il profumo del mare” che si terrà in Portoferraio presso la Sala “Telemaco Signorini”, dal 27 al 31 agosto, momento conclusivo del Premio Arte Acqua dell’Elba 2018.

dei linguaggi posti in opera. Le tecniche e i materiali storici, ma anche le tecnologie di virtualizzazione digitale, fondano i processi operativi in svolgimento. I dipinti, le sculture e i video si riferiscono a il profumo del mare per evocazioni e assonanze, attivano sinestesie attraverso sinergie immaginative, per lirici incanti e fluide propagazioni. Un foglio di carta ritagliata si agita in onde blu provocate dall’aria mossa da una ventola sottostante mentre miriadi di punti blu sferici in evoluzioni proliferanti animano i monitor retroilluminati. Blocchi di metallo, duri e spigolosi, dialogano con le soffici morbidezze di strutturalità tessili o con le concrezioni di aggregazioni di particelle vitree e cartacee o anche di viluppi di cortecce vegetali. Le corposità di pigmentazioni si alleggeriscono fino alle aeree consistenze degli acquarelli che si diffondono nell’etere, nell’immaterialità dei pensieri sognanti. Le opere di questi giovani sono velieri sui quali imbarcarci in navigazioni verso stati d’estasi senza fine. Ignazio Gadaleta, pittore e professore di prima fascia di Pittura e Cromatologia all’Accademia di Belle Arti di Brera in Milano, è il curatore del Premio Arte Acqua dell’Elba 2018. Ha recentemente pubblicato il libro Punti e filamenti di colore (Silvana Editoriale, 2018) in prima presentazione il 31 maggio nella Pinacoteca di Brera.

www.acquadellelba.it

FI

[ENG] Since 2016 Acqua Dell’Elba collaborates with the Accademia di Belle Arti in Brera to promote campaigns for the appreciation and development of the work produced by young artists from all over the world, by donating scholarships, organising exhibitions and distributing dedicated publications. The Premio Arte Acqua Dell’Elba art prize is an event of international relevance, taking place every year on the Isola Dell’Elba. The exhibition of art created by the most talented artists from Brera is the culmination of a journey through artistic research and production developed through months of work in the historical Accademia in Milan, within the same Palazzo Enciclopedico building in Brera also housing the famous Pinacoteca, as well as the National Library, the Astronomical Observatory, the Botanical Gardens and the Lombard Institute for Science and Literature. Il Profumo Del Mare (“The Scent Of The Sea”) is the title of the Premio Arte Acqua dell’Elba 2018 exhibition which will take place at the Center for Visual Arts “Telemaco Signorini” in Portoferraio, from the 27th to the 31st of August. The young artists I have selected to produce dedicated works are among the best students in the first and second level academical degree courses of the Department of Visual Arts, principally from the Schools of Sculpture and Painting. I have also had an eye of regard towards certain unusual expressive realisations from the students of

the Department of Planning and Applied Arts. The dynamics and consistencies of languages shown in the works are indeed extremely varied. Historical techniques and materials, as well as modern digital virtual enhancement technologies, form the basis for developing operative processes. The paintings, sculptures and videos all refer to Il Profumo Del Mare (The Scent Of The Sea) through evocation and assonance, they activate synaesthesias through imaginative synergies, lyrical enchantments and fluid propagations. A sheet of cut-out paper trembles over blue waves produced by air originating from a vent underneath, whilst a myriad of blue spherical dots frolic in proliferating evolutions on the retro-illuminated monitors. Blocks of metal, hard and angular, engage in dialogue with the natural softness of textile fabrics, or with the congregations and aggregations of glass and paper particles, or even with enveloping husks of vegetal bark. The densities of pigmentation progressively lighten to the point of reaching the airy consistence of watercolours broadcast through ether, in the transcendence of dreamy thoughts. The works produced

by these young artists are indeed splendid vessels, on which to embark in navigation towards infinite states of ecstasy. Ignazio Gadaleta, painter and primary Professor of Painting and Chromatology at the Accademia di Belle Arti of Brera in Milan, is the curator of the Premio Arte Acqua dell’Elba 2018 art prize. He has recently published the book Punti E Filamenti Di Colore (Silvana Editoriale, 2018), to be first presented on the 31st of May at the Pinacoteca di Brera.

THE SCENT OF THE SEA

Photo by Elias Bertoldo

Sara Calderisi, in class 1 of the Accademia di Belle Arti di Brera, while she paints Áνεμος, a watercolour on canvas which will be shown at the exhibition Il Profumo Del Mare at the Sala “Telemaco Signorini” in Portoferraio from the 27th to the 31st of August, as the conclusive moment of the Premio Arte Acqua dell’Elba 2018 art prize.

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Gli Isolani

IL MARCHIO CHE SI ISPIRA

ALL’ELBA «L’isola è ispirazione, è uno spazio geografico e di emozioni che si trasformano in stile». Nasce all’Elba Alessia Dettori, creatrice del marchio Gli Isolani, che con il proprio stile, ispirato all’isola, esprime l’autentico made in Italy fatto di creatività e raffinatezza del disegno, qualità dei filati ed eccellenza delle lavorazioni tessili tipiche dell’alta sartoria italiana. «Erano gli inizi degli anni ‘70 e dopo aver vissuto molti anni all’estero, la mia famiglia si trasferì all’Elba per restare. L’isola, con le sue spiagge e le sue insenature era meta di attori, registi, starlette, politici, industriali e di quanti la frequentavano e abitavano alla ricerca del viaggio e della scoperta, del senso di libertà, del contatto con la natura e dei colori che ancora oggi l’Elba evoca». Da qui l’ispirazione del marchio, soprattutto legata al primo periodo degli anni ’70 e allo “stile isola”, gipsy e bohochic reinterpretato in chiave attuale. Trascorsa all’Elba l’infanzia e l’adolescenza, dopo il Liceo Classico Alessia si trasferisce per gli studi a Firenze. Dopo l’università e i viaggi all’estero ecco arrivare le prime esperienze di lavoro. «Sono sempre stata sedotta più dallo stile che dalla moda, amavo mescolare capi e marchi differenti secondo un mio personale gusto e quando non trovavo ciò che cercavo lo disegnavo e lo facevo realizzare. Indossavo le mie creazioni e così, per le strade di Firenze e Milano hanno iniziato a chiedermi, le amiche prima e alcune clienti private poi, di realizzarli per loro… da qui l’inizio».

GLI ISOLANI, THE BRAND THAT IS INSPIRED BY ELBA

LO STILE ISOLA La luce, i colori e i profumi dell’Elba segnano la collezione con creazioni originali e rare. «Ho sempre pensato esistesse uno stile isola, evocativo di leggerezza e trasparenza interprete di un senso di libertà, femminilità, colore che non ha confine geografico né età». Il marchio Gli Isolani, con i suoi abiti dalle stoffe che cadono morbide restituisce aria e movimento e riscopre la purezza e la nobiltà dei tessuti. «Lo stile isola, come ogni stile, è prima di tutto un modo di essere e di vivere, island is an attitude, per me e per quanti rimangono incantati dal suo fascino e che nutrono un amore incondizionato per lei». La clientela è internazionale, proviene dal Medio Oriente e dal Giappone, dal sud America all’Europa. La collezione di abiti che raccontano l’Elba, è presente sull’isola nella boutique monomarca Gli Isolani.

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Quality is the Real Luxury

[ENG] «The island is an inspiration, it is a geographical space and emotions that are transformed into style». Alessia Dettori was born in Elba. She is the creator of the brand Gli isolani, who with her style inspired by the island, expresses authentic “Made in Italy” that is made of creativity and refined design, quality yarns and excellence of textiles with artisan workmanship of high fashion Italian tailoring. «At the beginning of the ‘70s and after living many years abroad, my family moved to Elba to stay. The island, with its beaches and its coves, was a destination for actors, directors, starlets, politicians, industrialists. The people who frequented the island and lived in search of travel and discovery, with a sense of freedom, the contact with nature and of the colors that even today the Elba still evokes». This is where the inspiration of the brand, above all is especially linked to the first part of the 70’s and the “island style”, gipsy and boho-chic is reinterpreted in a modern way. After spending her childhood and adolescence on Elba, after the Liceo Classico Alessia, she moved to study in Florence. After university and travel abroad, here are the first work experiences. «I have always been seduced more by style than by fashion, I loved mixing different garments and brands according to my personal taste and when I did not find

what I was looking for I designed and made it happen. I was wearing my own creations. Often on the streets of Florence and Milan, people started asking me about my creations. At first friends and some private customers, but then I started to make them... and that was the beginning». THE ISLAND STYLE The light, colors and fragrances of the Elba mark the collection with original and rare creations. «I always thought there was an island style, evocation of lightness and transparency, interpreter of a sense of freedom, femininity, color that has no geographical boundary or age». The brand “Gli Isolani”, with its clothes of fabric that fall softly, airily with movement, therefor rediscovering the purity of the fabrics. «Island style, like any style, is first of all a way of being and living. Island is an attitude, for me and for those who are enchanted by its charm and who have an unconditional love for her». The clientele is international, they come from the Middle East, from Japan, from South America to Europe. The collection of clothes that tell of Elbe, is on the island in the mono brand store Gli Isolani. Store: Calata Mazzini, 9 Portoferraio - Isola d’Elba www.tessutiprofumati.com

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ARCHITETTOPASTORELLI

NON C’È FUTURO SENZA PASSATO THERE IS NO FUTURE WITHOUT THE PAST «Se la natura fosse stata confortevole, l’umanità non avrebbe mai inventato l’architettura». (Oscar Wilde) Alessandro non è pienamente d’accordo con l’aforisma. Per lui la natura, forse perché è nato all’Elba, è confortevole quanto deve e non va alterata troppo. Un architetto “atipico” si autodefinisce, che crede nel forte impatto socio-culturale della sua professione. L’architettura come specchio di una società in forte difficoltà che ha bisogno del bello, della proporzione e dell’equilibrio per tornare alla quiete smarrita. L’architetto come conservatore della nostra cultura: “Il mio motto è: non c’è futuro senza passato”. Il legame tra architettura e società contemporanea, secondo lui, è un rapporto complesso, fortemente condizionato dalla globalizzazione mondiale e, a causa dello scioglimento del rapporto armonico fra storia e cultura, stiamo rischiando di perdere tutto il nostro passato a favore di una uniformità creativa priva di storia

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e contenuti. La sua agenda è carica d’impegni, lavora 12 ore al giorno, sempre calmo, sa perfettamente che la vita è fatta di attimi, amore e passione nel quotidiano, che il superfluo crea infelicità; soprattutto non toglie mai spazio alla sua famiglia. L’ego e l’attitudine stereotipata dell’architetto che non si sporca mai le mani non sono cose da attribuire ad Alessandro Pastorelli. Il suo percorso inizia a Firenze, dove studia nella Facoltà di Architettura laureandosi in Restauro e Conservazione dei Beni Storici e Architettonici con una tesi sulla Villa Romana della Linguella a Portoferraio. In seguito Frequenta uno Stage formativo presso la Fabbrica di Palazzo Vecchio a Firenze. Nel 2010 apre il suo studio a Portoferraio ed esegue incarichi di Restauro e Conservazione su diversi edifici ecclesiastici all’Isola d’Elba. Si occupa appassionatamente di Design d’Interni, progettazione e ristrutturazione architettonica. Dall’anno accademico 2016-2017 ha ottenuto, presso la Facoltà di Architettura di Firenze, Diparti-

www.studioarchitettopastorelli.it

mento di Restauro e Conservazione, il titolo di Cultore della materia e collabora alle lezioni presso l’ateneo fiorentino. Inoltre è consulente tecnico, nonché responsabile, dell’Archivio Storico dell’Arci-confraternita della Misericordia di Portoferraio. Tra gli incarichi più importanti, ci sono la redazione del Piano del Colore del Centro Storico di Capoliveri, il restauro e conservazione della facciata del duomo di Portoferraio, il restauro del santuario della Madonna delle Grazie a Capoliveri e il progetto di valorizzazione dell’isola di Giannutri. Ne ha fatte tante altre il nostro caro e “atipico” Alessandro Pastorelli, ma non le racconta tutte: non ha bisogno di specchietti per le allodole. Se siete all’isola d’Elba potrà capitarvi di vederlo, rigorosamente in cantiere, magari mentre mangia un panino con i suoi muratori, consapevole che saranno proprio loro a realizzare le sue idee, anche quelle più impegnative.

text Pablo Massa

[ENG] «If Nature had been comfortable, mankind would never have invented architecture». (Oscar Wilde) Alessandro does not always agree with Oscar Wilde’s aphorism. Perhaps because he was born on Elba, he believes Nature is as comfortable as it needs to be and should not be changed too much. He sees himself as an unusual architect, who believes in the strong social and cultural impact of hisprofession. Architecture as the reflection of a society in serious difficulty, which needs beauty, proportions and balance in order to regain its lost tranquillity. The architect as curator of our culture: “My motto is: there is no future without the past”. “The bond between architecture and contemporary society,” he explains to me, “is a complex relationship, strongly influenced by globalisation, and because of the breakdown of the harmony between history and culture, we run the risk of losing all our past in favour of a creative uni-

formity without history or content.” His diary is crammed and he works 12 hours a day, but he is always calm, perfectly aware that life consists of moments, love and passion for the daily round; he knows that superfluity creates unhappiness and above all he always makes time for his family. Alessandro Pastorelli has none of the stereotypical ego and attitude of the architect who never gets his hands dirty. He started out in Florence, where he studied at the Architecture Faculty and graduated in Restoration and Conservation of the Historic and Architectural Heritage, with a dissertation on the Linguella Roman Villa at Portoferraio. He moved on to become an intern at the Fabbrica di Palazzo Vecchio in Florence. In 2010 he opened his own office in Portoferraio, and he has undertaken Restoration and Conservation projects on various church buildings on the Island of Elba. He works passionately on interior design and architectural design and

renovation projects. In the 2016-2017 academic year he was named as an Expert by the Florence Faculty of Architecture Restoration and Conservation Department, and he now teaches at the university. He is also technical advisor and director of the Historic Archive of the Arci-confraternita della Misericordia in Portoferraio. His most important commissions include the writing of the Colour Plan for the Old Centre of Capoliveri, the restoration and conservation of the facade of Portoferraio Cathedral, the restoration of the Madonna delle Grazie sanctuary at Capoliveri and the redevelopment plan for the island of Giannutri… Alessandro Pastorelli, our unusual architect, has an impressive back catalogue but he has no need to list all his achievements. You will find him down on the construction site eating a sandwich with the workmen, aware that they are the people who put even his most complex ideas into practice.


ARRIVEDERCI GOODBYE



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