Copertina tesi

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Jessica Spezio nasce a Palermo nel 1990. Dal 2009 ha frequentato il corso di primo livello in progettazione della moda presso l’Accademia di Belle Arti di Palermo. Durante il percorso Accademico ha partecipato ad alcunre mostre tra i quali si annovera Mode, società e cultura nella Sicilia del Secolo d’oro nel 2011, e ha partecipato anche alla pubblicazione ad essa dedicata (a cura di Licia Michelangeli e Vittorio Ugo Vicari, Mimesis, Milano, 2013). Nel 2013 ha svolto come tirocinio presso il Teatro Massimo di Palermo per le opere Aida, Nabucco e Bianco Rosso Verdi.

Jessica Spezio

CLEROPATRA DISPERATA E SPLENDIDA Ricerca e progetto per il costume di una regina

Contatti: jessicaspezio.js@gmail.com www.jessicaspezio@jimbo.com http://about.me/jessicaspezio http://jessicaspezio.wix.com Cell: 3896961863

coreografia e performance Silvia Giuffrè

Il seguente progetto di tesi, Cleopatra, disperata e spendida, è frutto della collaborazione artistica tra il Corso di I livello in Progettazione della moda, Cattedra di Storia del costume dell’Accademia di Belle Arti di Palermo, con l’Associazione Culturale Omonia, Contemporary Arts, anch’essa di Palermo. I suoi obiettivi sono centrati, al momento, sulla riflessione coreografica e costumistica intorno al tema dello “straniero”. Attraverso la rilettura di tre biografie femminili classiche ed esemplari: Medea, Cleopatra e Didone, per analizzare il conflitto tra l’eroina tragica e il suo opposto (Giasone, Antonio, Enea). Un’ulteriore analisi verrà destinata al contemporaneo e dunque alla relazione tra il mondo femminile del Novecento e il suo doppio maschile. Da tali presupposti, mescolando l’amore per il teatro con la danza e la progettazione del costume, è iniziato lo studio della seconda donna in programma: Cleopatra, anche in considerazione dell’esperienza maturata su due opere di Verdi d’ambientazione faraonica. La ricerca è stata completata dalla consultazione di numerosi testi storici e letterari riguardanti la vita intima di Cleopatra, e il pensiero di alcuni filosofi del tempo, di origine romana ed egiziana, sulla regina. Ne è derivato un progetto costumistico il quale, nel dialogo costante con Silvia Giuffré, coreografa e performer dell’opera nel suo insieme, ha preso corpo in un abito dai particolari tagli, e da accessori che richiamano molto sia l’Egitto, che Roma.


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