4Skiers 21

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con la preziosa collaborazione di

MATTIAS FREDRIKSSON, MATTIA MENESTRINA, JORDAN MANLEY, ALESSANDRO BELLUSCIO, DOM DAHER, JAMIE BOND, LESLIE ANTHONY, LUCA PANDOLFI, SERGIO CAMOLESE, ALEX O’BRIEN, GIANNI BARRA, CHUGACH POWDER GUIDES, DARCY BACHA, VALENTINO MORI, ANDREA SCHILIRÒ.

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We brake for nobody… E sono tre. Stiamo viaggiando a Velocità Smodata attraverso l’ennesima stagione sciistica e per credere di aver già superato il Natale bisogna quasi fare uno Sforzo, forse abbiamo i sensi intorpiditi dalla Zona Plaid o forse più concretamente siamo così concentrati a vivere i singoli momenti da perdere di vista l’effettivo scorrere del tempo. Mentre l’Atmosfera invernale sulla nostra penisola sembra a tratti aspirata da un Gigantesco Aspiratutto, manipoli di freeskier riescono a trovare soddisfazione all’ancestrale bisogno di powder, schizzando nel resort giusto al momento giusto o inventandosi di sana pianta il resort dopo aver Passato a Pettine un Deserto di soluzioni. Se vi state chiedendo “What’chu talkin’ ‘bout Willis”, sappiate che la citazione non è pertinente! Il numero di 4SkierS che avete fra le mani è pronto a soddisfare qualsiasi vostro gusto e a gasarvi in attesa della vostra prossima missione sciistica. Dima, Vale, Denis e Matthew hanno fatto armi e bagagli prima delle feste, lustrando le ringhiere di qualche spot street del nord est per dimostrare che il freeski si può fare dappertutto se prima di tutto è nella nostra testa. Se non ne siete convinti vi consigliamo di guardare bene qualche scatto della Collezione Privata, Raffa, Simon e Sammy sicuramente vi faranno ricredere. Prima di tuffarci nelle pagine di freeride, ecco una prima puntata della rubrica dedicata alla sicurezza, perché non se ne può più di vedere il cartello PERICOLO – MARCATO 3 e contemporaneamente sentire qualcuno che senza ARTVA, pala e sonda e senza conoscere l’itinerario, dice: “c’è un metro di fresca, andiamo?” Fredriksson ci fa fare un bel giro in treno della Svizzera mostrandoci il dietro le quinte della decima puntata della Salomon Freeski TV. Luca Pandolfi ci illustra cosa si può fare un migliaio di metri sopra Chamonix e come lo sci estremo si stia trasformando in sci ripido. Jamie Bond attraverso le immagini di Jordan Manley ci fa vivere un’avventura unica nell’artico canadese. Dimenticavo, la Cover, la dedichiamo al freeskier italiano per eccellenza, Markus Eder che intervistato, si racconta sul magazine a un paio d’anni dall’ultima volta. La stagione è iniziata, e va avanti, chi afferma il contrario dice solo Spaceballs! The Wise and the Team Se riuscite a leggere questo non avete bisogno degli occhiali!


Contact: info@thegroupdistribution.it


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PRIMA TAPPA DEL FREERIDE WORLD TOUR La tanto attesa prima tappa del Freeride World Tour si è svolta regolarmente a Revelstoke in Canada, consacrando il successo degli skier nord americani. Una meravigliosa giornata con tipico Bluebird Sky ha fatto da scenografia sulla gigantesca parete Mac Daddy nel cuore backcountry di Revelstoke, dove si è svolta la competizione di Big Mountain Freeride. Il 21enne canadese Kye Petersen che ha dominato dalla prima giornata ha chiuso la gara in prima posizione sciando una linea ripida e molto esposta, se manterrà questo livello avrà buone probabilità di diventare il nuovo campione. In seconda posizione l’americano Oakley White Allen ha impressionato i giudici con una linea super fluida affermando a fine run: “ho seguito la stessa filosofia del primo giorno, sciare una linea divertente, penso si sia visto guardandomi”. Al terzo posto ha chiuso Drew Tabke che ha scelto una linea tecnica, infarcendola di salti nella parte bassa. 4° e 5° posto rispettivamente per i francesi Adrien Coirier e Jeremy Prevost, mentre Aurelien Ducroz e lo svizzero Samuel Anthamatten sono entrambi caduti tentando enormi drop. Fra le donne ha dominato Angel Collinson che ha dimostrato ancora una volta il suo grande valore, seguita da Crystal Wright. Appuntamento quindi alle prossime due tappe europee di Chamonix, dal 21 al 27 gennaio e Courmayeur dal 24 al 29 gennaio. Info: www.freerideworldtour.com

Skier: Samuel Anthamatten - Foto: D. Daher Spot: Sochi/Russia

LINE PRESENTA EPOV: UNA DECADE DI SVILUPPO DELLO SCI Attraverso parole e immagini, seguiamo la giornata del pioniere dello sci backcountry Eric Pollard, frontman del celebre brend americano Line Skis, creatori di alcuni dei più meravigliosi sci da powder freestyle. Eric ci conduce attraverso più di 10 anni di prototipi e pro model fino al più recente capolavoro il “Mr. Pollard’s Opus” che ben incarna la filosofia del suo designer, influenzato nel suo stile di sciata, dal surf e dallo snowboard. Enjoy the ride. Guarda il video: www.lineskis.com/videos

WILD GAMES 2012 presented by MATH-MadeAtHome - Campo Felice, 4.5 febbraio 2012

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E' iniziato il countdown per la terza edizione dei Wild Games, l'evento di snowboard e freeski più importante del Centro Italia, in calendario a Campo Felice nel week end del 4 e 5 febbraio 2012 e con ben 2.000 € di montepremi cash per l'Oakley Old Mine's slopestyle contest. Per l'edizione 2012 gli organizzatori della Made at Home (www.madeathome.it) hanno previsto tante novità per animare questa 2 giorni grazie al supporto delle principali aziende del settore: contest, party, photo&film shooting oltre che test materiali nell'ormai immancabile "Wild Village", il cuore di questa manifestazione di chiara ispirazione "Western". Dal punto di vista agonistico, l'evento ospiterà l'Oakley Old Mine's Contest, una competizione a squadre aperta sia a snowboarder che freeskiers e dal formato assolutamente inedito per il Centro Italia. Ogni team potrà essere composto da 3 snowboarder o 3 freeskiers e, tramite le qualifiche di sabato, verranno designati i best snowboard e freeski team che accederanno alle finali di domenica per proclamare il "Best Team of Wild Games". Il contest prenderà vita lungo lo slopestyle dello SWUP Snowpark con una scenografia western, con iscrizione gratuita ed un sacco di premi in materiale. Nel Villaggio Test sarà possibile provare i materiali delle migliori marche da snowboard: Oakley, Nitro, Raiden, Bataleon, Flux Bindings, YES, Libtech, Hostile, K2 Snowboards, Ride Snowboards, Volkl, Gnu, Rome, DC, Capita, Union, Glamour, Indooboard, Nordica. Per info e prenotazioni camere, con pacchetti a partire da 50 € a notte in trattamento di B&B, potete contattare Vittoria - 0039.392.9308065 vittoria@wildgames.it Per tutte le informazioni ed aggiornamenti consultate il sito ufficiale www.wildgames.it I Wild Games sono organizzati da MATH-Made at Home con il supporto di Oakley, Campo Felice, SWUP Snowpark, Le Aquile Snowboard&Ski School, Alca Neon Pubblicità, Glamout Restaurant, TC Tecnologie e Comunicazione, Entry Magazine, 4Skiers, Snowpark.it e Board.TV. Info: www.wildgames.it - info@wildgames.it - Stefano Berti 333.1274386 e Simone Prainito 334.1228839



IL SUZUKI NINE KNIGHTS E’ TORNATO E TU, PUOI FARNE PARTE! Per la quarta volta il superhero del freeski Nico Zacek ospiterà 9 tra i più talentuosi freeskier al mondo al suo, ormai leggendario, NINE KNIGHTS. L'evento per la prima volta si svolgerà presso la stazione sciistica Mottolino a Livigno. Dal 9 al 14 aprile 2012 la famosa struttura a forma di castello verrà costruita a Livigno e permetterà al vincitore del video contest WANNA BE A KNIGHT di potersi misurare con i migliori atleti di questo sport. Dopo un lungo periodo di letargo causato dalla carenza di neve della scorsa stagione, il Suzuki NINE KNIGHTS ritorna in una nuova location. La scelta è caduta sulla località di Livigno, stazione sciistica situata a circa 1.800 metri di altitudine nelle Alpi lombarde. Il "Castello", l'incredibile struttura del NINE KNIGHTS, verrà costruita come sempre secondo gli alti standard che un evento di portata internazionale richiede. I più importanti freeskier al mondo si daranno battaglia fino al grande finale di sabato 14 aprile 2012. Gli organizzatori di NINE KNIGHTS hanno già confermato che la struttura sarà ancora più grande, più articolata e più "progressive" che mai. Da sempre riconosciuto come l'evento che ospita i freeskiers più rinomati del momento, quest'anno NINE KNIGHTS stupirà tutti grazie alla “crème de la crème” di tutti i tempi! Tra i nomi confermati spiccano Tom Wallisch, Henrik Harlaut e Russ Henshaw che accoglieranno a braccia aperte il rookie che passerà la selezione. La wild card sarà assegnata grazie al video contest WANNA BE A KNIGHT che apre i giochi proprio oggi. I tricks richiesti spaziano da 540°, Switch 540°, 720°, Switch 720°, 900°, Switch 900°, 1080° a Switch 1080°, ma nulla vieta l'invio di video di tricks super creativi! Tutti i tricks sono benvenuti ma non possono essere ripetuti nello stesso video e soprattutto devono essere fatti super stilosi! Per maggiori informazioni fiondati online su: http://www.youtube.com/watch?v=SVzMJ_k7c1Y La scorsa stagione la wild card è stata vinta proprio dall'italiano Markus Eder che purtroppo quest’anno non potrà partecipare a causa di un infortunio. Markus sarà comunque presente al NINE KNIGHTS come giudice sia per il video contest WANNA BE A KNIGHT che l'evento stesso. I cavalieri saranno ospitati da Mottolino e Livigno per una lunga settimana di sessions epiche. I migliori filmer e fotografi del globo hanno già confermato la loro presenza e sono gasatissimi di mettere finalmente piede nel piccolo Tibet delle Alpi e documentare il grande evento. Info: www.nineknights.com o www.facebook.com/nineknights

COLUMBIA POWERFLY DOWN JACKET PER UOMO E DONNA. Giacca con tessuto esterno in 100% nylon 20D Power rip e fodera interna in poliestere lightweight reflective. Combina due tecnologie che rendono i capi Columbia unici e inimitabili: Omni-Heat Thermal reflective e Omni-Shield. La prima è una tecnologia termoriflettente che aiuta a regolare la temperatura corporea riflettendo e trattenendo il calore generato dal corpo, disperdendo allo stesso tempo il vapore e il calore in eccesso. I punti di alluminio che sono attaccati al tessuto traspirante riflettono e trattengono il calore il 20% in più rispetto alle normali fodere. Omni-Shield invece è un sistema di idrorepellenza avanzato capace di creare una barriera che resiste alle piogge leggere e alle macchie utilizzando la bassa tensione superficiale per l'azione repellente. Visto che la tensione superficiale dei liquidi diminuisce con l'aumentare della temperatura Omni-Shield protegge dai liquidi che hanno una temperatura inferiore ai 73°. Info: www.columbia.com

AMPLID GREEN LIGHT PROJECT Fin dalla sua nascita Amplid ha cercato di ridurre al minimo l’impatto sull’ambiente generato dalla produzione dei suoi sci e snowboard. per questo cerca di approvvigionarsi delle materie prime in un raggio di 400Km dalle proprie fabbriche, inoltre il centro R&D ha inventato il WDTPolywood con cui vengono realizzate le anime degli sci, un materiale che fa uso di materie di scarto e che richiede un consumo energetico del 50% rispetto alla lavorazione del legno tradizionale. Due anni fa i fondatori Peter Bauer e Anian Thrainer hanno sentito che era arrivato il momento di sfruttare i 20 anni di esperienza di R&D per creare prodotti da materie non tossiche; il progetto Green Light stava nascendo. Non vedrete negli sci Amplid, fianchi di Bambolo importato dal lontano oriente o legni duri tropicali nelle anime degli sci, per il marchio austriaco questi sono solo elementi estetici atti a buttare fumo negli occhi. Il Progetto Green Light mira ad usare materiali riciclati e Eco-Tecnologie che garantiscano attraverso test rigorosi prestazioni incredibili senza danneggiare l’ambiente. Ci vorranno 10 o forse 20 anni per veder trasformata l’industria dello sci ma Amplid potrà dire di aver partecipato attivamente alla rivoluzione. Info: www.amplid.com



DIRETTAMENTE DA BOSTON LEAN ROCK È UN VERO E PROPRIO B-BOY DA ALMENO 15 ANNI, DJ DA 5, E IN QUESTO MOMENTO STA GIRANDO IL MONDO DIFFONDENDO LA PROPRIA MUSICA E LA CULTURA HIP-HOP. DA QUEST’ANNO È DIVENTATO IL DJ DI RIFERIMENTO DELLA BRAUN BATTLE OF THE YEAR, IL LEGGENDARIO CONTEST DEDICATO A TUTTI I B-BOYS DEL PIANETA. Nome: Lino J Delgado Occupazione: DJ

il migliore in assoluto è il leggendario Braun Battle of the Year, vorrei esserci

Data di nascita: 19 Dicembre 1988

perchè ho sentito che è un’esperienza incredibile da vivere!

Luogo di nascita: Boston, Massachusetts Residenza: Boston, Massachusetts

Qual è la tua top 5?

Hobbies: Hip Hop… “Non è solamente un hobby, è la mia vita!”

Le mie 5 tracce preferite al momento sono: James Brown “Get up, Get into it, and Get Involved”, Nas “Memory Lane”, Run DMC “Peter Piper”, Peter Rock & Cl

Descriviti con poche parole…

Smooth “T.R.O.Y” e l’Incredibile Bongo Band “Apache”. Ne ho un sacco di

Sono uno studente dell’Hip Hop. Mi sento al meglio quando sono ai piatti

preferite… ma queste sono le prime che mi vengono in mente.

immerso nella musica. Ami ancora i classici retro o sei più rivolto verso la musica del domani?

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Come sei arrivato ad essere un DJ?

Amo i classici e non penso che si possa comparare la musica di oggi con quella

Mio papà è un b-boy/DJ, e per tutta la mia vita sono stato circondato da DJ!

di ieri. La maggior parte della musica di oggi è un brutto remake dei classici!

E’ stato naturale per me diventare un DJ!

C’è sempre la speranza che qualcuno provi il contrario. Ci sono artisti innovativi. Si ha sempre bisogno delle influenze della musica del passato. Mettiamola così:

Quindi è sempre stato un tuo sogno quello di diventare un DJ?

senza il passato non c’è l’oggi e senza l’oggi non c’è il domani.

Ad essere sincero: no. Quand’ero un bambino sognavo di diventare un giocatore di basket dell’NBA oppure diventare una tartaruga ninja! (ride). Vengo da una

Le ultime tre cose che hai comprato?

famiglia profondamente segnata dalla cultura hip hop, quindi è stato naturale

Dischi, un Braun cruZer e qualche VGB da Karmaloop.com

per me diventare un b-boy o un Dj.. o entrambe… era solo questione di tempo. Sei stanco, vorresti tornare a casa, i party fanno schifo… che canzone Hai iniziato come b-boy, come hai cambiato idea e sei diventato DJ?

metteresti per far fuggire le persone dalla pista?

Come b-boy, ero già circondato dalla musica. Voglio dire, c’è bisogno di musica

Bene, non succederà mai che io sia stanco e non ho mai provato a far fuggire le

per ballare, no? La musica mi aiuta ad essere creativo ed innovativo. Amavo

persone dalla pista! Ma ci sono state canzoni che non sono piaciute… così ho

sempre ascoltarne di nuova quando ero ai party, a qualche b-boy jam o altro

tirato fuori l’Iphone, ho messo Rock Dj Lean e sono andato sul sicuro!

ancora… E questo mi ha portato a voler scoprire sempre cose nuove..

DISCOGRAFIA: In che modo le influenze b-boy hanno contribuito nel tuo lavoro da DJ?

Boston Massacre (2007)

Il tuo ambiente influenza sempre il tuo carattere. La musica che mi ha

Mass Murda Break Mix (2007)

maggiormente influenzato è stata quella legata al periodo d’oro dell’hip-hop….

Lord of the Drums (2009)

Consideriamo artisti come Tribe Called Quest, Kool G Rap, Big Daddy Kane,

The Bboy Spot Mixtape (2010)

EPMD, Nas, Wu Tang, Pete Rock & Cl Smooth, e Gangstarr. L’Hip Hop è il genere che più amo, sono cresciuto ascoltando di tutto... da Jimi Hendrix a

Per maggiori informazioni contattare il sito www.braun.com/cruZer

Prince, dai Led Zeppelin ai Pink Floyd, dai Smashing Pumpkins ai Sade fino

mentre se volete saperne di più su Lean Rock ai

agli U2.

link qui sotto troverete tutte le info! www.myspace.com/leanrocker

Ci sono dei concorsi dedicati ai b-boy che ancora segui?

twitter.com/leanrocker

Faccio ancora parte della scena b-boy. I migliori eventi a cui amo partecipare

www.facebook.com/pages/Dj-Lean-Rock/152219359957

sono i United Styles, Outbreak, World B-boy Classic, Mighty 4 ed SDK. In ogni caso,

live4style.net/news/?p=53



Skier: Sean Pettit - Foto: Alex O’Brien - Courtesy k2 Skis

A cura di: Marco “Saggio” Melloni

16 BLACK DIAMOND – LEGEND Il guanto da sci più caldo della gamma, il nuovissimo Black Diamond Legend respinge qualunque cosa la montagna vi voglia servire. Completamente ri-progettati per andare incontro alle esigenze dei freerider, questo guanto è caratterizzato da un palmo in pelle di capra e inserti sul palmo in GORE-TEX® con la tecnologia XCR Product Technology®, un rivestimento in nylon e tessuto four-way stretch e un polsino in neoprene modellato per non permettere a nulla di penetrare. Un’imbottitura in schiuma modellata EVA sulle nocche delle dita proteggono dai rami degli alberi e da aperitivi après-ski troppo violenti. Un isolamento in PrimaLoft® One tiene lontano il freddo, tenendoti al caldo per molte curve. Misure: S-XL. Peso: 236 g (taglia Medium). Colori: Black, Flame Orange e Lime Green. Prezzo consigliato al pubblico: 99.90 Euro. Info: www.blackdiamondequipment.com

ARC’TERYX - SARISSA JACKET Arc’teryx dedica a freerider e appassionati di avventure sidecountry i nuovi coordinati giacca e pantaloni Sarissa, realizzati con isolamento Coreloft™, fodera Coreline™ (perfetta per trattenere il calore del corpo), strato esterno in GORE-TEX® Pro Shell. I capi offrono caratteristiche specifiche per gli sport sulla neve, fra le quali: sistema di ventilazione per la più efficace termo-regolazione, ampia gamma di tasche interne ed esterne estremamente capienti, dispositivo RECCO® reflector, gonnellino para-neve con chiusura

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foto: Mattia Menestrina

Intervista di: Dmitrii Sartor

Nome: Igor lastei Età: 16 anni Homespot: Pozza di Fassa Set-up: sci Volkl Wall, scarponi Dalbello El Moro, casco e maschere Smith, bastoni Fat Can Best trick: Flat 9 Tail Favourite skimovie: The Grand Bizzarre PBP

Ciao Igor, la stagione è ormai iniziata e ti sei appena ripreso da un infortunio alla spalla. Carico? Ciao a tutti! Si, purtroppo mi sono rotto la clavicola sinistra circa un mese e mezzo fa in Val Senales durante un photo shooting. Ho ricominciato a sciare da

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poco ma sono sicuramente carico per quest’inizio stagione! Da quanti anni scii e qual è il tuo background sulla neve? Credi sia stato importante il tuo passato nello sci alpino? Ho iniziato a sciare a tre anni, mio padre è maestro di sci e quindi ho imparato abbastanza presto. Fino a due anni fa praticavo oltre al freeski anche lo sci

Hai cominciato a girare in qualche park serio e su strutture piuttosto

alpino che a parer mio mi ha aiutato molto soprattutto per l’equilibrio sui

grandi, quale resort ti è piaciuto di più e quali ancora non hai visto e

landing.

speri di visitare? Sicuramente uno dei park più belli in cui sono stato è a Plan de Corones, e

Sei ancora molto giovane ma hai già fatto vedere di che pasta sei fatto.

all’Alpe di Siusi, ma sono anche molto affezionato al Morea Snowpark sulle

Che obiettivi hai per il futuro?

nevi di Bellamonte, dove giro spesso con i miei amici!

In futuro vorrei imparare sicuramente un paio di Doubles così da poter competere nelle competizioni di maggior livello e sicuramente conoscere tanti

Descrivi la tua giornata perfetta...

pro skier!

La mia giornata ideale è: sveglia alle 8.00 partenza per l’Alpe di Siusi in compagnia della crew dello Ski College con il nostro coach Valentino Mori!

Come ti alleni durante l’anno? Fai parte del gruppo Freeski dello Ski

Mattina riscaldamento sui vari Box and Rail e verso le 11.30 iniziare a saltare

College di Pozza di Fassa, che tipo di opportunità ti offre e com’è

fino allo sfinimento. Poi pranzo con cotoletta e patatine, dopo a casa in sauna

organizzato il lavoro di preparazione?

fino all’ora di cena :-)

Essendo studente al liceo artistico di Pozza di Fassa faccio parte del progetto Ski College il quale mi permette di sciare aiutandomi anche nello studio a scuola,

Scegli tra una settimana in park a Keystone e una in powder in

questo mi permette di coordinare le due cose nel migliore dei modi.

Canada... Una scelta molto difficile ma sceglierei la settimana in BC in Canada

L’anno scorso hai avuto occasione di partecipare alle finali del Nordica

perché non essendoci molte volte qui la possibilità di fare powder, ne

Tour di Livigno e di girare con campioni del calibro di Alex Schlopy e Bene

approfitterei :-)

Mair, come hai vissuto quest’esperienza e a cosa ti è servita? È stata un’esperienza fantastica partecipare alle finali del Nordica Tour, ho visto

Saluti e ringraziamenti...

girare tanti professionisti che prima vedevo solo nei film di maggior successo ed

Un grosso ringraziamento al mio allenatore Valentino Mori e a tutti gli

infine sono stato premiato dal vincitore del big air degli X-Games Alex schlopy.

sponsor che mi sostengono. Ciao a tutti ci vediamo in Park!


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Maschera da neve con macchina fotografica digitale e videocamera HD integrata. L'occhiale permette la visualizzazione con un ampio angolo di 159 gradi (intero campo visivo), adotta lenti speciali che permettono di catturare tutta l'azione, nello sci, snowboarding, slittino o motoslitta. La fotocamera digitale possiese la risoluzione di 5.0MP (2560x1920) e in modalità videocamera registra filmati in HD 720p (1280x720) fino a 30fps con audio.

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OverLook GX-9 Occhiali con Lenti polarizzate e VideoCamera, con grandangolo 135° potrete realizzare riprese audiovisive spettacolari in completa libertà, avendo le mani libere, con discrezione in ogni occasione. La qualità Video HD 720p (1280x720) permette di acquisire filmati con dettagli incredibili. Overlook GX-9 sono il compagno ideale per gli sportivi (ma non solo) che vogliono riproporre le loro avventure agli amici.

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Intervista di: Marco Melloni

Ciao Giorgia, presentati a chi non ti conosce ancora, dove vivi e cosa

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fai nella vita oltre a sciare? Ho diciassette anni, studio all’SPSE in Svizzera e faccio gare di Moguls e Slope Style. Scio da quando sono nata, ho iniziato a fare freestyle a 10 anni circa e oltre a questo faccio Aggressive Inline. Qual è stato il tuo percorso di avvicinamento allo sci, hai fatto gare di altro tipo prima? Ho iniziato facendo gare di sci alpino, ero in squadra con lo Sci Club Selvino, poi mi sono orientata al freestyle con le gare di Moguls e qualche gara di Slope Style. Quali sono stati i tuoi migliori risultati? In Slope Style ho vinto una gara di rail su Neveplast, ho fatto qualche sesto e settimo posto in Coppa Europa di Moguls, ho vinto i Campionati Svizzeri e ho fatto il terzo posto agli Italiani. Dove riesci ad esprimerti al meglio, rail, kicker, pipe, ostacoli naturali? Preferisco gli ostacoli naturali o le strutture come rail o box; in pipe ho girato poco, non ci sono molte possibilità di trovarne in Italia. Manovra preferita e quella su cui ti stai allenando? Sto provando a perfezionare il Cork 7, grabbato Mute e Tail Come, dove e quanto ti alleni? Ho due allenatori che mi seguono in palestra, qui uso i pesi e le macchine e faccio molti esercizi di ginnastica acrobatica su tappeti elastici; mentre all’esterno sono seguita da Mattia Pegorari di Livigno che segue il Team di Coppa Europa.


Non molte ragazze fanno gare di freestyle, hai delle compagne di allenamento? In Moguls ho delle compagne di allenamento, Annamaria Grassi che corre in Coppa Europa e Debora Scansi che corre in Coppa del Mondo, ma in Slope Style purtroppo sono da sola. C’è qualche ragazza, professionista dello sci freestyle a cui ti ispiri? Non ho riferimenti fra le ragazze, guardo più gli uomini che hanno un livello più alto. Mi piacciono molto Tom Wallish per lo stile molto preciso e Jossi Wells. Ho letto che il tuo idolo è Patrick De Gayardon, fai anche paracadutismo? Si lo stimo molto per aver sempre provato a superare i propri limiti ma per ora non ho mai provato a lanciarmi. Patrick De Gayardon è stato forse “l’inventore” della tuta alare, poi altri hanno portato avanti questa disciplina collegandola allo sci, vedi Shane McConkey e Karina Hollekim, li conosci? Vorresti un giorno dare quella direzione alla tua carriera di sportiva? Beh, mi piacerebbe almeno provare ma sono attività molto pericolose e per ora non credo di voler seguire il loro percorso, preferisco focalizzarmi sul freestyle. Cosa ti dà il freestyle, a livello di sensazioni, che lo sci in pista non ti dà? Mi sento molto più libera dai vincoli e ho modo di esprimermi maggiormente e di evolvere le mie capacità e il mio stile. Cosa fai prima di una gara, hai anche qualche gesto scaramantico? La mattina dopo essermi alzata vado a correre, faccio colazione e ascolto la musica fino a quando sono in pista, poi ascolto gli ultimi consigli del coach, spengo l’I-Pod e mi concentro gli ultimi istanti prima della run. Come gesto scaramantico rigiro il nastro del bastoncino attorno al polso in un certo modo, mi dà una qualche forma di sicurezza. A cosa punti nella stagione e oltre ad essa quali sono i tuoi obiettivi? Per l’anno in corso miro a fare una buona stagione in Coppa Europa e ai Mondiali Junior nelle due specialità, anche perché si svolgono in Italia. In futuro miro alle Olimpiadi di Sochi del 2014. Vuoi aggiungere qualcosa e ringraziare qualcuno? Vorrei ringraziare la mia famiglia, Rossignol e Andrea Galli, New School di Bergamo, la FISI e Andrea Rinaldi.


LO SCI IN FUORIPISTA COME TUTTI DOVREBBERO SAPERE È UNA DELLE ATTIVITÀ AD ALTO RISCHIO IN MONTAGNA, PER QUESTO MOTIVO PRIMA DI AVVENTURARSI FUORI DAI TRACCIATI SICURI OCCORRE SAPER VALUTARE I PERICOLI A CUI SI VA INCONTRO E SAPERE COME INTERVENIRE IN CASO DI NECESSITÀ. IN QUESTA RUBRICA VI OFFRIAMO QUALCHE SUGGERIMENTO DI MASSIMA PER POTERVI ORIENTARE IN FUORIPISTA CON MAGGIOR SICUREZZA. TENENDO COMUNQUE CONTO DELLA VASTITÀ E COMPLESSITÀ DELL’ARGOMENTO VI CONSIGLIAMO TUTTAVIA DI NON SOPRAVVALUTARE LA VOSTRA ESPERIENZA E COMPETENZA IN MATERIA E DI AFFIDARVI AD UN GUIDA ESPERTA PER FARVI ACCOMPAGNARE NEGLI ITINERARI IN BACKCOUNTRY.

• Dare la preferenza ai pendii sopravento, tendono ad essere più stabili. • Evitate i versanti sottovento, sui quali si sono formati lastroni di neve per effetto di forti venti. Considerando le condizioni metereologiche è bene sapere che: le precipitazioni possono essere solide (neve) o liquide (pioggia), in entrambi i casi aumentano le sollecitazioni alle quali è sottoposto il manto nevoso. • Il rischio valanghe aumenta rapidamente con nevicate superiori a 2,5cm all’ora, se in un giorno si supera la soglia dei 30cm la situazione diventa critica. • La pioggia indebolisce i legami fra i grani e riduce la capacità di coesione degli strati rendendo la neve sdrucciolevole e aumentandone la

Testo di: Marco Melloni

temperatura.

Foto: Mysticfreeride e Marco Melloni

• I venti forti trasportando la neve dai pendii sopravento a quelli sottovento

COME VALUTARE I PERICOLI

• Le temperature influiscono in vari modi sulla stabilità della neve in

rompono i legami fra i cristalli.

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Prima della partenza è fondamentale lasciare detto a terze persone dove

particolare sulla neve fresca. A questo proposito occorre considerare

intendiamo recarci, e informarsi attraverso i bollettini meteo e i bollettini delle

l’andamento passato e l’evoluzione prevista. Col freddo il pericolo resta

valanghe di zona, per conoscere le condizioni e l’evoluzione del tempo e il rischio

immutato. Basse temperature (< -8) costituiscono fattore di rischio. Alla

valanghe nella località dove ci si reca. I bollettini delle valanghe indicano una

lunga il caldo stabilizza il manto, in particolare l’alternarsi freddo/caldo

categoria di rischio riferita alla scala europea di pericolo delle valanghe (Fig. 1),

operano da stabilizzanti. Un veloce e forte riscaldamento verso lo zero

scala che spesso è riportata alla base o all’arrivo degli impianti di risalita. In

termico porta ad un indebolimento del manto. L’irraggiamento solare

base alla categoria di rischio indicata è quindi possibile e necessario scegliere se

riscalda parecchio la superficie indebolendola.

avventurarsi fuoripista e nel caso valutare su che tipo di terreno farlo. Una volta giunti in montagna, con le informazioni locali apprese via web o

Nella valutazione del rischio valanghe sono da considerarsi fattori di:

telefono è bene procedere ad una valutazione dei pendii e degli itinerari che

Aumento del rischio: cattiva visibilità, gruppo numeroso, brusco

intendiamo percorrere (Fig. 2).

sovraccarico, pericolo di caduta in dirupi se spinti da una valanga, pericolo

Considerando condizioni e conformazione del terreno. E’ bene sapere che:

di travolgimento se il pendio mi sta sopra.

• La maggior parte degli incidenti avviene in zone molto ripide (pendii = > 40°

Diminuzione del rischio: gruppo poco numeroso, attenta gestione del

interrotti da rocce) e in ombra, in prossimità delle creste. La maggior parte

manto nevoso (mantenere distanze di sicurezza, non partire tutti assieme,

delle valanghe si verifica su pendii con inclinazione di 38°.

non attendere gli altri alla base al centro del pendio), dossi e morfologia

• Scegliere il pendio meno ripido per arrivare alla meta.

variabile del terreno, pendii di grandezza limitata che si spianano

• Un terreno irregolare favorisce la scelta di una traccia sicura.

gradualmente, se il pendio è sotto di me, scelta prudente dell’itinerario,

• Un bosco rado non protegge dalle valanghe.

pendio percorso frequentemente.

• I dossi sono generalmente meno a rischio rispetto alle conche. • Fare attenzione alle gole, possono essere il canale di scolo di grandi quantità

ATTENZIONE: I FATTORI DI RISCHIO SI SOMMANO AUMENTANDO IL PERICOLO!

di neve, che potrebbero trascinarvi via o seppellirvi. • Rimanere ai margini del pendio, le valanghe sono meno probabili che al centro e si è più vicini alla via di fuga.

La lettura del terreno sul quale ci troviamo e sul quale abbiamo intenzione di avventurarci può darci dei validi indizi circa l’instabilità del manto nevoso, gli

Considerando l’esposizione è bene sapere che:

indicatori di tale instabilità possono essere:

• Il manto nevoso sui pendii in ombra (freddo, versanti nord) ha una struttura

Valanga Recente: il maggior indicatore di instabilità, tutti i pendii con

generalmente più debole di quello sui pendii esposti al sole. • Soprattutto i pendii esposti al sole possono diventare rapidamente critici in seguito a forte riscaldamento. • Fare attenzione ai versanti in ombra in inverno e a quelli molto soleggiati in primavera.

esposizione e altitudine analoga devono essere considerati pericolosi. Rumori sordi: sono causati dall’improvviso crollo di uno strato debole sotto la superficie e sono indicatori di un’instabilità estrema dell’area. Si consiglia di scegliere una via su pendenze moderate (inclinazioni < 25°) ed evitare possibili zone di arrivo delle valanghe da pendii più ripidi.


Formazione di crepe nel manto: il rilascio improvviso dell’energia elastica

fenomeno. La valanga è improvvisa e coglie lo sciatore di sorpresa, la sua

immagazzinata crea fragili fratture. In generale, più è lunga la crepa,

velocità e forza fanno perdere l’equilibrio, scaraventando a terra e

maggiore è il grado di instabilità. Evitare le aree a rischio valanghe.

trascinando lungo la linea di colata fino a seppellire parzialmente o

Pennacchi di neve e trasporto di essa dal vento: le nuvole di neve generate

totalmente, bloccando come in una morsa di cemento. E’ bene tenere

dal vento dovute all’erosione della neve sui pendii sopravento e al rapido

presente che quasi tutte le valanghe che travolgono le persone sono

accumulo su quelli sottovento, indicano che c’è stato un aumento dell’instabilità

provocate dalle vittime stesse, gli sciatori e i ciaspolatori sono le vittime

nei pendii sottovento. Se l’accumulo di neve trasportata continua, il periodo di

principali. E’ fondamentale avere un equipaggiamento adeguato al fuoripista:

instabilità sarà seguito da cicli ripetuti di attività a potenziale rischio di distacco e

casco, maschera, guanti, giacca impermeabile, ARTVA, pala, sonda, meglio se

accumulo. Evitare pendii sottovento e aree circostanti.

si ha anche zaino con Airbag e Avalung. Non essere mai da soli.

Tempeste di neve: aumentano ancor più l’instabilità, essa persisterà con clima rigido.

LE VALANGHE Dopo una bella nevicata, alla prima giornata di sole chiunque di noi prova il desiderio irrefrenabile di sfoderare un bel paio di fat ski e buttarsi in backcountry ma è proprio in queste condizioni che il pericolo tende l’agguato. Le valanghe (Fig. 3) naturalmente si verificano quando la neve depositata dopo la nevicata esercita un carico eccessivo sul manto sottostante; quando questa sollecitazione supera la capacità di tenuta del manto, si crea la

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valanga. Anche un solo sciatore o escursionista possono applicare una sollecitazione sufficiente a scatenare il SCALA DI PERICOLO

PROBABILITÀ DISTACCO VALANGHE

INDICAZIONI

1 - DEBOLE

Distacchi generalmente possibili solo con forte

Condizioni generalmente sicure per gite sciistiche.

gering, faible, low

sovraccarico su pochissimi punti di terreno estremamente ripido. Sono possibili solo piccole valanghe spontanee e scarichi.

2 - MODERATO

Distacchi possibili soprattutto con forte sovraccarico

Condizioni favorevoli per gite sciistiche. Occorre

maessig, limité, moderate

soprattutto sui pendii ripidi. Non dovrebbero verificarsi

comunque considerare adeguatamente locali zone

grandi valanghe spontanee.

pericolose.

3 - MARCATO

Distacco possibile con debole sovraccarico soprattutto su

Possibilità limitate per gite sciistiche. E’ richiesta una

erheblich, marqué, considerable

pendii ripidi. In alcuni casi sono possibili valanghe

buona capacità di valutazione locale.

spontanee di media grandezza e in singoli casi anche grandi valanghe.

4 - FORTE

Distacco probabile già con debole sovraccarico su molti

Possibilità fortemente limitate per gite sciistiche.

gross, fort, high

pendii ripidi. In alcuni casi bisogna aspettarsi molte

E’ richiesta una grande capacità di valutazione locale.

valanghe spontanee di media grandezza o anche grandi valanghe.

5 - MOLTO FORTE

Bisogna aspettarsi molte grandi valanghe spontanee,

sehr gross, trés fort, very high

anche su terreni moderatamente ripidi.

Le gite sciistiche generalmente non sono possibili.

FIG. 1


COME MUOVERSI SU UN PENDIO Dovendo attraversare un pendio a rischio bisogna cercare di ridurre questo rischio al minimo; prima di partire indossare casco, paraschiena, guanti e indumenti caldi, chiudere la cerniera della giacca a vento, se si ha un Avalung infilare il boccaglio in bocca, se si ha uno zaino con Airbag fare un check della posizione della maniglia di gonfiaggio, slegare i cinghietti dei bastoncini dai polsi, assicurarsi di avere l’apparecchio ARTVA su modalità TRASMISSIONE/EMISSIONE. Muoversi uno alla volta (almeno 30-50m uno dall’altro nelle discese), mentre gli altri restano a guardare da un punto sicuro, ogni componente del gruppo deve rimanere in ascolto e con gli occhi © Mysticfreeride

bene aperti, spostarsi da una posizione di sicurezza ad un'altra, cercare di non cadere (un corpo che cade, aumenta il carico sul pendio).

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COSA FARE SE SI È VITTIME DI UNA VALANGA

di solido, una roccia o un albero; se non riuscite a fermarvi cercate di

Pensate in anticipo a cosa fareste se foste investiti da una valanga, nel

restare in superficie, muovendo le braccia, avvicinando le ginocchia al petto,

momento in cui dovesse succedere non avreste tempo per farlo. Se succede

cercando di spostarvi comunque verso la parte laterale della valanga, se

e ne avete il tempo liberatevi di sci e bastoni ma non dello zaino (gli oggetti

state andando sotto la superficie chiudete la bocca per scongiurare il rischio

di grandi dimensione tendono a restare in superficie); se non ne avete il

di soffocamento e cercate di tenere almeno una mano o un braccio davanti

tempo LOTTATE, cercate di spostarvi sui lati della colata e di fermarvi prima

alla faccia; una volta che vi sarete fermati non agitatevi e non gridate per

di essere trascinati via, piantando un bastoncino o afferrando qualche cosa

risparmiare ossigeno, attendete l’arrivo dei vostri compagni.

CLASSE DI INCLINAZIONE DEI PENDII

FIG. 2 PENDII MODERATAMENTE RIPIDI

PENDII RIPIDI

PENDII MOLTO RIPIDI

PENDII ETREMAMENTE RIPIDI

inclinazione inferiore a 30°

inclinazione superiore a 30°

inclinazione superiore a 35°

inclinazione generalmente superiore a 40°, caratteristiche sfavorevoli per quanto riguarda forma del terreno, vicinanza delle creste.

DEFINIZIONI

FIG. 3 PICCOLA VALANGA

Su un pendio ripido (> 30°) si ferma. Può seppellire, ferire o uccidere.

MEDIA VALANGA

Su un pendio ripido (> 30°) ne raggiunge il fondo. Può piegare gruppi di alberi, distruggere un’auto o una piccola costruzione.

GRANDE VALANGA

Percorre i terreni a ridotta inclinazione (< 30°) per una distanza superiore a 50m, può raggiungere il fondovalle. Può distruggere una parte di bosco, edifici e automezzi di grandi dimensioni.

SOVRACCARICO DEBOLE Sciatore o snowboarder che effettua curve dolci, gruppo che rispetta le distanze di sicurezza (min. 10m), escursionista con ciaspe ai piedi. SOVRACCARICO FORTE

Due o più sciatori o snowboarder che non rispettano le distanze di sicurezza, mezzo battipista.

VALANGA A LASTRONI

La maggior parte degli sciatori è vittima di valanghe a lastroni causate dal loro passaggio. Il manto nevoso è fragile. I lastroni di neve sono trappole che scattano con poco. Un piccolo lastrone di neve 100MQ ha una massa di almeno 25 tonnellate!


COSA FARE SE UN COMPAGNO È STATO INVESTITO Tenete presente una cosa fondamentale: solo il 50% di chi viene completamente seppellito da una valanga può essere recuperato ancora in vita e le possibilità di sopravvivenza sono principalmente legate al tempo impiegato nel recupero, sono del 90% se avviene nei primi 15 minuti e scendono dall’80 al 30% nei 15 minuti successivi, dopo 90 minuti le possibilità si riducono al 20% circa. Chi non viene travolto dalla valanga ha il compito di: osservare attentamente il movimento della valanga e dei travolti, tenere presente il punto di scomparsa, farsi un’idea generale della situazione, riflettere, agire, evitare ulteriori incidenti, definire la zona di ricerca primaria (al di sotto del punto di travolgimento, lungo la direzione di scorrimento della colata). Nel caso non aveste gli ARTVA sarà necessario effettuare una ricerca acustica e visiva, dare l’allarme, sondare in modo improvvisato, ripetendo sistematicamente più volte.

COME RICERCARE CON L’ARTVA La ricerca con ARTVA va avviata dopo una brevissima ricerca visiva sull’area per determinare se il/i soggetti sono parzialmente visibili e recuperabili. Gli apparecchi ARTVA (apparecchi di-ricerca-travolti da-valanga) trasmettono il segnale su una frequenza standard internazionale (per l’Europa) di 457 KHz ad una distanza che non supera i 60m; devono essere indossati sotto uno strato di abbigliamento con le apposite cinghie di fissaggio (non mettetelo in tasca e non lasciatelo nello zaino), devono essere accesi in modalità TRASMISSIONE/EMISSIONE. Nella fase di ricerca (dopo che una o più vittime sono state travolte) il soccorritore prenderà il proprio ARTVA convertendolo nella modalità RICERCA/RICEZIONE.

FIG. 4

Ricerca Primaria (Fig. 4): Va dall’inizio della ricerca fino alla ricezione del primo segnale chiaramente udibile. Punto di scomparsa conosciuto: scendere in verticale dal punto di scomparsa lungo la valanga, ricercando in un corridoio di 40m di larghezza, (20m a destra e 20m a sinistra del punto di scomparsa), scendendo fino alla base della valanga. Punto di scomparsa sconosciuto: il singolo soccorritore a piedi o con gli sci si muove scendendo a zig zag lungo la valanga andando da un lato all’altro del fronte, con ogni diagonale il soccorritore scenderà di 20m. Se ci


sono più soccorritori al contrario, questi si

Ricerca di precisione:

disporranno a non più di 30/40m uno dall’altro

A seconda della profondità di seppellimento la ricerca di precisione può

lungo il fronte, il primo e l’ultimo di essi dovranno

iniziare subito o più tardi, normalmente inizia a 3 m o meno. In questa fase

trovarsi a non più di 15/20m dal bordo del fronte,

tenete l’ARTVA sulla superficie della neve, cercate il punto con indicazione

scenderanno paralleli fra loro lungo il pendio fino

di distanza minore, dovrebbe corrispondere alla profondità di

al termine della valanga.

seppellimento. Ora usate la sonda per localizzare il punto esatto in cui si trova la persona sepolta.

Ricerca Secondaria – singolo sepolto: (di seguito è descritto il funzionamento del modello

DISSEPPELLIMENTO

Mammut - Barryvox, si rimanda alle istruzioni del

Usate la sonda facendo attenzione a non ferire il seppellito. Non appena

proprio apparecchio per l’uso corretto del

avete trovato il corpo cominciate a scavare con la pala, lasciate la sonda

sistema)

in posizione per facilitare gli scavi. State attenti a non ferire il seppellito

Essa parte una volta che si è acquisito il segnale

con la pala e nel limite del possibile a non calpestarlo. Una volta che la

trasmesso dall’ARTVA del travolto.

vittima è stata dissepolta, controllate che non abbia la bocca piena di neve

I dispositivi ARTVA a volte possono operare in

e non ci siano altri ostacoli evidenti alla respirazione, togliete la neve dal

modalità analogica o digitale (quest’ultima

petto per fare espandere la cassa toracica. Se i travolti sono più di uno

modalità è più efficace se si ha meno esperienza),

spegnete l’ARTVA della vittima estratta. Se necessario eseguite la

è bene ricordare che le distanze segnalate

rianimazione cardiopolmonare. Tenete presente che lo spostamento

dall’apparecchio (qualora le segnali) sono distanze

improvviso di una vittima da valanga può provocare uno scompenso

relative e non valori assoluti.

cardiaco causato dal flusso del sangue dall’estremità del corpo al cuore.

• Tenete l’apparecchio davanti a voi in posizione

Tenete la persona al caldo, scongiurando il rischio ipotermia.

orizzontale (non fate fare all’apparecchio movimenti bruschi). • Seguite le indicazioni di direzione e di distanza sul display dell’ARTVA.

ATTENZIONE: prima di avventuravi in fuoripista lasciate detto dove andate e verificate che funzionino i cellulari se non avete una radio. Tutti i componenti del kit da freeride (ARTVA, PALA, SONDA) sono fondamentali:

• Seguite la direzione indicata dalla freccia.

senza il primo non riuscireste ad avvicinarvi al compagno travolto, senza il

• Se la distanza segnata diminuisce vi state

secondo perdereste tempo a determinarne la posizione precisa e senza il

avvicinando al travolto.

terzo non riuscireste ad estrarlo!

• Se la distanza segnata aumenta vi state allontanando, proseguite la ricerca nella direzione opposta. • Quando il display indica meno di 3 m muovetevi solo tramite l’indicazione della distanza, Ricerca Di Precisione (la direzione non viene più segnalata).

Verbier: La guida David Fasel riordina lo zaino dopo essere stato investito assieme al cliente da una piccola valanga.


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SKIER: STAFAN SCHENK FOTO: MATTIA MENESTRINA SPOT: VAL SENALES


29

Prof.: Marco Eydallin Per girare uno Switch Cork 540, bisogna essere estramemente capaci e

spalla destra più bassa. Continuando la rotazione, circa dopo il primo

disinvolti nello Switch 540 che si differenzia da quest’ultimo per l’asse di

Switch 180 andate alla ricerca del Grab. Qui Stefan va per il Japan che

rotazione su cui si andrà a girare.

consiste nel prendere lo sci sinistro con la mano destra passando dietro

È una rotazione lenta e va controllata, specialmente su salti grandi.

alla gamba.

Generalmente i rider la preferiscono a quella di uno Switch 540 “piatto”

A questo punto, dovreste trovarvi fuori asse e già in grado di poter vedere

perché oltre a essere più stilosa, permette di vedere l’atterraggio prima

l’atterraggio. Mollate il Grab e preparatevi dunque al landing.

rispetto alla rotazione tradizionale. Il passaggio chiave per un buon

Lo Switch Cork 5 si presta per ogni tipo di grab, quindi inserite quello che

successo nello Switch 540 è la partenza/stacco. Cercate di far scappare

preferite maggiormente, ricordando di impostare bene la rotazione prima

prima i piedi, aprendo la spalla sinistra verso l’avanti/alto e tenendo la

di andarlo a prendere.


30

L’INVERNO STENTA AD ARRIVARE... LA NEVE IN GIRO SCARSEGGIA A PARTE IN QUALCHE FORTUNATO POSTO... I PARK SONO ANCORA IN COSTRUZIONE, MA LA MOTIVAZIONE È TANTA... COSÌ SENZA PERDERE TEMPO ANDIAMO A FARE QUALCHE SCATTO IN STREET! Testo di: Dmitrii Sartor - Foto: Mattia Menestrina


Skier: Dino

31


32 Skier: Vale

Avevo in mente da un po’ di organizzare un’uscita

Il check da spuntare era un Down Rail allo stadio

Stanchi ma non per questo afflitti siamo rincasati

del genere... e tempo prima avevo anche sentito

dei trampolini da salto di Predazzo... un bel 30

cercando di organizzare al meglio la giornata che

da Vale Mori che dalle sue parti (Val di Fiemme e

gradini che se non fosse stato per le transenne in

ci attendeva. Volevamo trovare degli spot

Val di Fassa) c’erano parecchi spot ancora

mezzo avrebbe reso ancor meglio!

alternativi ai “classici” Rail. Il problema era la

inesplorati da rider e fotografi. Così, prima di

Pochi tentativi per tutti, shot portato a casa, dopo

neve, insufficiente sia per i Drop che per i

partire per le vacanze di Natale, ho fatto tappa a

un’ora e mezza eravamo pronti e carichi per

Wallride.

casa sua, in compagnia di Denis Battisti e

muoverci verso lo spot successivo.

Matthew Menestrina. Si prospettava una giornata

Sveglia ore 9.00, ci siamo messi in macchina

e mezza di session in street molto intensa visto il

Potevamo scegliere tra diverse opzioni…

poco tempo a disposizione e la quantità di spot

inoltrandoci nella Val di Fassa abbiamo valutato

Avevamo solo svariati rail in mente, per i quali

che volevamo fare.

strada facendo cosa era meglio fare subito e cosa

però occorreva aspettare l’imbrunire in modo da

La motivazione però era tanta, considerando il

lasciare per l’indomani. Alla fine abbiamo optato

non dare troppo nell’occhio e rischiare di farci

periodo, negli anni passati eravamo abituati

per Alba di Canazei dove ci attendeva un altro

mandar via. Così, non ci restava che dar sfogo alla

meglio in termini di neve e temperature. Così in

Down Rail: 30 metri di monotubo che si sarebbe

nostra fantasia speranzosi di trovare qualche

qualche maniera bisognava sfogarsi… e quale

rivelato infinito e non così semplice da chiudere:

spunto brillante.

miglior modo se non accumulando quella “bella”

non avevamo abbastanza velocità, né con il

sensazione di frustrazione che ti danno le session

bungee né con le spinte, oltre alla necessaria

in street.

dose di equilibrio per arrivare in fondo. Dopo una

deposito materiali, solitamente un buon posto

Gli spot più affrontabili vista l’avversa situazione

quindicina di tentativi a testa, stanchezza e

dove trovare degli spot interessanti. C’erano

neve erano già sulla lista dei local al mio arrivo

frustrazione hanno iniziato a farsi sentire; così

diverse possibilità interpretative, ma data la

(le 22.00). Armati di generatore, fari e bungee, con

abbiamo deciso di abbandonare il campo per

carenza di neve la soluzione migliore ci è

il prezioso aiuto di Ivan Pasetto per shaping e

tornare l’indomani armati di corda e macchina da

sembrata un Wallride su alcuni rimorchi, aiutati

rincorsa, ci siamo diretti verso il primo spot in

traino, convinti che con un po’ di velocità in più

sia dai bancali che abbiamo usato come Kicker,

programma.

avremmo portato a casa lo spot più facilmente.

sia dalla strada adiacente dove poteva passare la

guardandoci intorno alla ricerca di spot “diversi”.

Poco fuori Predazzo siamo stati attratti da un


Vale

33 Vale, Denis e Dima

Dima


34 Skier: Denis

Skier: Denis


macchina che ci trainava per la rincorsa.

Da buoni italiani abbiamo optato per un bel piattone

Pochi tentativi e abbiamo portato a casa lo shot

di pasta rigenerante, un po’ di riposo, stretching e

prima di pranzo...

dopo un paio d’ore eravamo già pronti per ripartire.

...che abbiamo deciso puntualmente di rimandare

Dovevamo aspettare Denis, assente durante il giorno

per andare subito al prossimo spot. Ci era stato

perché impegnato altrove, ma motivato dagli spot

detto che il centro sportivo di Vigo di Fassa era

lasciati per la sera. Oltre a quello che già avevamo in

chiuso nonostante l’ora diurna e Vale sapeva che

mente ci ha suggerito un Bomb Drop da un capitello

era uno spot che non andava sprecato.

in Val San Nicolò, dove poteva esserci un po’ più di

Anche qui, infatti, diverse erano le soluzioni

neve. All’arrivo abbiamo valutato la sua fattibilità e in

praticabili: un Double Kink con uscita laterale, tre

men che non si dica già palavamo un po’ di neve per

Down Rail singoli su un’unica scalinata e alcuni

attutire l’impatto mentre Matthew preparava i flash.

drop un po’ troppo piatti vista la mancanza di

Due giri a testa e avevamo in tasca anche lo shot

neve.

“alternativo” che andavamo cercando.

Valutando le varie opzioni abbiamo deciso di scartare i Drop e provare a fare uno scatto un

Ricaricate le macchine ci siamo diretti in Val di

po’ diverso dal solito, affrontando due rail

Fassa, ci attendeva un Rail to Drop e il maledetto

contemporaneamente. Sasso carta forbice per chi

Down Rail che non eravamo riusciti a chiudere la

si sarebbe preso il Rail in cima con annessa

sera prima. Entrambi gli spot erano ad Alba di

discesa sulle scale e abbiamo iniziato a shaparci

Canazei. Così abbiamo deciso di tenerci il Rail infinito

singolarmente rincorsa e entrata.

per ultimo in modo da non compromettere la

Qualche prova singola per valutare le tempistiche,

riuscita dell’altro spot, visto che ormai si erano fatte

un paio di tentativi sbagliati perché non

le 11.00.

perfettamente a tempo, e in meno di un’ora

Come da manuale ormai, mentre Matthew iniziava a

portavamo a casa anche questo spot.

sistemarsi con luci e inquadrature, noi non perdevamo tempo per preparare kicker e

Dopo aver pulito la neve dalle scale come

atterraggio. Nonostante la poca neve siamo riusciti a

concordato con i padroni, ci siamo riposati

fare un bel mucchietto di neve nel parcheggio nel

qualche minuto prima di iniziare a shapare

quale avremmo dovuto droppare dal rail. Dopo aver

rincorsa e entrata del Double Kink lì vicino. Dopo

lasciato riposare il kickerino con sale ed acqua

pochissimo tutto era pronto, Matthews aveva

abbiamo iniziato a shottare.

l’angolo migliore da cui scattare, noi abbiamo

Fortunatamente la struttura non era così difficile,

capito la maniera più adatta per prendere velocità

così dopo pochi tentativi a testa siamo riusciti a

e abbiamo iniziato a provare. Una decina di

portare a casa l’ennesimo shot! yeah!

tentativi e avevamo anche questo shot, sotto gli occhi tanto incuriositi quanto straniti dei padroni

Non restava che tornare al down rail della sera

del bar di fronte.

prima, seppur visibilmente provati dalla giornata

Anche qui dopo aver rimesso tutto in ordine,

trascorsa. Anche qui solita routine: noi a rimettere a

abbiamo salutato, ringraziato per la disponibilità

posto l’ingresso mentre Matthew si preparava,

e ci siamo avviati stanchi ma soddisfatti verso una

spostare le varie transenne del parcheggio per

meritata pausa pranzo/cena (6.00 di sera) prima

creare la scia della rincorsa, sia per noi che per la

degli shooting notturni.

macchina, e via!

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Dopo i primi tentativi ci siamo resi conto che la velocità era decisamente migliorata rispetto al giorno prima, ma non bastava. Arrivare in fondo era un’impresa. Dopo un’altra quindicina di tentativi finalmente ho chiuso io, e poco dopo a ruota Vale. Finalmente cazzo! All’alba delle 3.30 sbaraccavamo lo spot, esausti ma col sorriso in faccia, consci dell’ottimo lavoro svolto nella giornata e mezzo passata insieme. La frustrazione era finita, potevamo finalmente goderci quella soddisfazione tanto sudata quanto meritata. Di ritorno a Predazzo, ormai in preda al sonno, abbiamo salutato Matthew e Denis e ci siamo fiondati nel letto, il giorno dopo sarebbe stata la vigilia di Natale, ognuno a casa propria con i vari postumi fisici.

Skier: Dima

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Nonostante sia andato più e più volte a fare session fotografiche o video in street, non ricordo di averlo mai fatto con un ritmo simile. Forse nessuno di noi si aspettava di portare a casa 7 spot diversi in così poco tempo. Bisogna anche ammettere che finire di scattare alle 3.00 di notte è da veri invasati, ma sono contento che con un sacco di voglia e motivazione siamo riusciti a portare a casa l’obiettivo nonostante il poco tempo a disposizione. Che altro dire, non starò qui a farvi la paternale su sicurezza e quant altro, capirete da voi che girare in street può essere pericoloso anche per chi è esperto in materia, che solitamente non è una cosa che si fa per puro divertimento anche perché oltre a non divertire così tanto non sempre è permesso farlo. Ma non sono certo io la persona adatta a dirvi cosa fare o cosa non fare, quindi ringrazio e saluto i presenti Vale Mori, Denis Battisti e Mattia Menestrina e ci vediamo alla prossima!

Skier: Vale

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ÂŤLO SCI DEL DUE VOLTE CAMPIONE DEL MONDO DI FREERIDE, (<9i30,5 +<*96A -9( ÂŽ

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Intervista e foto di: Alessandro Belluscio


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... E SORRIDE... Conosco Markus dal primo giorno che si è messo

Ciao Makke, come va?

Giusto, anche Switch 7... quel giorno ti avevo

in discussione con la scena freeski. Era qualche

Ciao Alo, va bene, e tu?

notato, vedevo un giovane inesperto ma già

anno fa, al Kronplatz, prima della nascita del

con le idee chiare, si capiva che non eri lì per

park. Un Italian Open organizzato dal Vitamin-F,

Ti ho conosciuto circa 6 anni fa ormai, in

caso... cosa ha fatto in tutti questi anni

loro sono sempre stati avanti. Makke l’ho visto lì

occasione di quell’evento denominato “Italian

Markus Eder?

la prima volta e poi è stato un evolversi continuo.

Open” che il Vitamin-F organizzava al

Mi ricordo perfettamente! A quella gara c’eravate tu,

Contest, viaggi, shooting, il primo Invitational e il

Kronplatz, quando tra l’altro al Kronplatz non

Raffa, i Vitamin-F, Bianchetti e poi c’era Marco

secondo a conferma. Le prime foto in

esisteva neanche uno snowpark. In

Eydallin. Mi ricordo che solamente io e Eyda avevamo

backcountry e subito dopo il secondo posto al

quell’occasione mi ricordo che ti eri fatto

saltato in Switch a quel contest. Era fighissimo, per

Linecatcher. Ho voluto fare il punto della

male, clavicola se non sbaglio. Tu non

me era la prima volta che mi confrontavo con la

situazione con Markus, era da un po’ che non si

essendo maggiorenne (avevi 15 anni circa),

scena italiana e tutti mi continuavano a dire che Eyda

riusciva a parlare con calma, nonostante si

come da regolamento, non potevi neanche

era in quel periodo se non il più forte, uno dei più

trascorressero giornate e settimane assieme,

girare sul big kicker, potevi solamente girare

forti in Italia. Io non ci credevo, quel giorno facevamo

spesso il dialogo lascia il tempo che trova... ma

sul kicker più piccolo. Facevi già 540

gli stessi trick, io e lui. Fighissimo. Peccato però che

ora a causa dell’infortunio qualche idea più

Truckdriver...

quel giorno me ne sono dovuto andar via in

chiara è saltata fuori...

E anche Switch 7!

motoslitta a causa dell’infortunio alla spalla.


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Poi cos’è successo?

solamente sullo ski, fino ad aprile circa, quando

dei giorni seguenti. Organizzo i miei viaggi,

6 anni fa, se consideriamo l’evento degli “Italian

più o meno finiva la stagione invernale.

pianifico i contest.

Open”, non avevo alcun supporto dalle aziende.

Ogni anno con i risultati pian piano riuscivo a

Tutto questo è importante nella vita di un rider,

Non avevo sponsor per essere chiari. La stagione

gestirmi meglio, riducendo le necessità

anche se è un po’ un peccato che tutto quel che

successiva ho conosciuto Franz (Perini - suo

economiche e di conseguenza il periodo

fai con il computer sia quasi più importante del

manager ndr) che mi ha aiutato con i primi

lavorativo. All’inizio erano 8-9 mesi di lavoro

tuo livello di riding e di allenamento. Mi capita

contatti con le aziende. Franz ha fatto sì che le

all’anno, ma ultimamente erano diventati

spesso di incontrare rider che sono veramente in

prime aziende iniziassero a supportarmi, parlo di

solamente 5 circa. Poi l’anno scorso sono

gamba con le PR, magari hanno degli sponsor

O’neill, Palmer skis e Smith (che utilizzo tutt’ora).

successe un po’ di cose, qualche soddisfazione e

incredibili, ma non sciano tanto. Secondo me è

Poi da due stagioni sono passato in Volkl skis, e

parecchie sorprese. Ora sono un professionista.

sprecato rimanere lontano dalla neve per stare

dall’anno scorso in The North Face e Red bull, e le

Viaggio tutto l’anno, vado in giro per le montagne,

davanti al computer, e soprattutto che non si

cose sono cambiate!

seguo i contest, mi concentro sul filming con

guardi sempre e solo al gesto atletico ma al

Le prime gare che ho fatto fuori dalla mia valle,

Aestivation, faccio shooting, e continuo, in ogni

lavoro d’ufficio. Ma del resto è così che funziona.

fuori dalla realtà di Plan de Corones, sono state

caso, a divertirmi. Sempre.

A me piace anche svolgere i compiti cosiddetti

quelle del circuito del Tiguan Pro Jump Tour. Alla

burocratici, solo che ogni tanto è veramente

prima tappa, quella in Val Gardena, mi sono

E’ difficile tenere il ritmo, gestire gli spazi e i

troppo il tempo che si deve passare davanti al

piazzato terzo, ero gasatissimo. Da quel giorno,

tempi. Come fai?

computer. Dovrò farci l’abitudine.

non so perché, ho capito che probabilmente il

Quando andavo ancora a scuola, sciavo ogni

freeski sarebbe diventato la mia vita. Non dico

giorno libero. Mi piaceva, era l’unica cosa che

Al Red Bull Linecatcher hai sbaragliato la

che con un contest ho avuto l’illuminazione, ma è

volevo fare. Ora invece che è diventato il mio

concorrenza... pensavo ti interessasse

stato quel piazzamento a farmi capire un po’ di

lavoro, posso sciare sempre. L’inconveniente però

solamente il park.

cose. L’input ha fatto scattare come una molla,

è che se scii sempre, rischia di diventare noioso,

Ancora non ci credo! Pensa che quando ho

alcuni ingranaggi del mio cervello, ho iniziato a

e io non voglio che diventi noioso. Per questo

ricevuto la comunicazione che ero stato invitato

vedere le cose con un altro occhio forse.

motivo cerco di tenermi 2-3 giorni la settimana

al Linecatcher non volevo neanche andare. Mi

liberi, senza sciare. Mi servono per staccare,

sono domandato “che ci vado a fare io, Markus

Fino a poco tempo fa ti dividevi tra il lavoro e

altrimenti diventa troppo. Nei 2-3 giorni off della

Eder, in mezzo a tutti quei pezzi da novanta ad un

la passione per lo ski, come funzionava?

settimana mi siedo davanti al computer, come

evento di freeride?” Invece a inizio stagione in

Quando ho finito la scuola, 4 anni fa circa, ho

alla scrivania di un ufficio. Rispondo alle

valle da me aveva nevicato parecchio, mi sono

iniziato a lavorare. All’inizio lavoravo durante la

interviste, preparo relazioni per gli sponsor,

potuto allenare in powder, provare trick e

bassa stagione. Poi da gennaio mi concentravo

faccio PR e pianifico le mosse successive, quelle

prendere confidenza e sensibilità con un terreno

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diverso dal mio solito. Quando sono arrivato a

L’unica cosa che mi sembra un po’ strana è il

Sorridi sempre… qual è il tuo segreto?

Vars, nelle qualifiche un paio di skier hanno

fatto che in Europa abbiamo le Alpi, le montagne

Non lo so (...sorride). Quando vado a sciare o

sbagliato e io sbagliando di meno mi sono

più belle del mondo, e fatichiamo ad avere dei

quando sono a una gara non penso mai di

qualificato.

rider polivalenti come gli americani e i canadesi

arrivare in finale, e tanto meno di vincere. Non mi

Il giorno della finale era stranissimo, mi sentivo

che erano presenti al Linecatcher.

creo aspettative. In questo modo se cado o se

bene e riuscivo a chiudere qualsiasi cosa volessi,

In ogni caso non ci credo ancora, fatico a

faccio schifo non cambia molto e non mi fascio la

anche il 540. Si! Atterrare in switch! Avevo un

considerare reale il risultato!

testa. Se invece vinco e faccio risultato sono

feeling con la linea che non avevo mai avuto

ancora più contento, perché non aspettandomi nulla la soddisfazione è doppia.

prima, non dovevo pensare a nulla se non a

Cos’è per te lo ski ora? Forse un lavoro? O

chiudere i trick, ero tranquillissimo. Incredibile!

solamente passione?

Quando sono arrivato in fondo e ho realizzato che

Non è un lavoro. Il lavoro è la parte burocratica, le

Però l’anno scorso i risultati sembravano

avevo fatto bene, non ho più capito nulla. In più se

ore che devi spendere davanti al computer. Come ho

esserci...

pensi che mi sono piazzato davanti a rider come

già detto mi piace, ma ogni tanto il computer è

Si (sorride) forse è per quello che ultimamente

Tim Durtchi e Sage Cattabriga Alosa, che sono per

veramente troppo. Quando scio invece c’è solamente

sorrido sempre (sorride).

me il riferimento assoluto in backcountry-

passione, è la mia passione. Sciare per me non è

Scherzi a parte, sciare mi rende felice, è per questo

freeride... beh, ancora non ci credo!

assolutamente un lavoro, è un piacere!

che sono sempre allegro. Penso che poter lavorare in un ambiente dove prima di tutto c’è passione, possa dare felicità, sempre. Ti senti di consigliare i giovani anche se hai solamente 20 anni? Ho parlato con tanti bocia, e ho detto anche a loro queste stesse cose. Se fai una gara e non ti aspetti niente, pensi a divertirti, e poi alla fine fai bene ottenendo risultati, sei molto più contento. Ho sempre e solo detto questo ai giovani. Anche a Schefer e a Bacher ho detto la stessa cosa, e

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sembra che in un qualche modo funzioni. Invece sul tecnico... Se ti piace sciare e sei felice, allenati. Impara tutti i trick che puoi, dacci dentro. A te deve solo piacere lo sport, sii felice e il resto, se meriti, viene tutto da sé. Cosa vuoi fare da grande? Lo sciatore! (ride) Non so, non me lo sono mai chiesto, ho solamente 20 anni. Però vorrei restare nel settore. Continuare a lavorare in questo sport, mi piace. Magari diventare Manager, oppure Fotografo o Filmer. Ecco, filmer! Potrei fare il filmer, mi piace un sacco. Anche filmare come atleta, il filming è una cosa che mi appassiona molto. Spesso edito i mini clip per il mio blog, mi piace. Potrei seriamente pensarci in futuro, quando sarà il momento di fare le dovute considerazioni.



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Se ora non facessi lo skier… cosa faresti?

ramp, trampolini e poi training. Farò tanto

Lo Snowboarder ah ah ah...

potenziamento, devo irrobustire tutto quanto,

Non so, probabilmente farei l’elettricista. Dopo le

palestra, fitness. Una volta rientrato andrò in NZ

scuole medie quando è stato il momento di

per l’Heli Challenge. No snow-park ancora per un

decidere (Markus aveva 13 anni), ho scelto la

po’, gli atterraggi duri dovranno aspettare prima

scuola da elettricista perché i week end erano

di rivedermi. Probabilmente tornerò in Cile per la

più lunghi. Non si andava a scuola il sabato, così

Skiers Cup, ma staremo a vedere quando

potevo andare a sciare tutti i sabati e le

comunicheranno le news.

domeniche d’inverno (ride). Ripensandoci, la scelta non era stata molto ponderata al tempo. O

Grazie Makke, in bocca al lupo per il recupero

forse si... ma in ogni caso fuori dai canoni.

e se vuoi dire qualcosa… se c’è qualcosa da

Comunque mi piace anche fare l’elettricista

dire… fallo ora!

anche se ora non lo devo più fare.

Ciao a tutti e Go Skiing!

E l’infortunio? L’operazione è andata molto bene. Il crociato era sovradimensionato, quindi il dottore mi ha messo tranquillità. Inoltre i danni previsti alla fine erano ridotti rispetto a quel che ci si spettava. Impiegherò sei mesi a recuperare ma il medico mi ha garantito che non avrò più problemi, l’ossatura è ok e i miei legamenti, essendo sovradimensionati rispetto la media, non dovrebbero più creare problemi. Tra cinque mesi potrò ricominciare con il water



Intervista di: Giulio Guadalupi - Foto: Scalphoto

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KAI È UN ASTRO NASCENTE DEL FREESTYLE SKI SVIZZERO CHE NEGLI ULTIMI ANNI CI STA ABITUANDO A PERSONAGGI DI ALTISSIMO LIVELLO. DOPO ESSERSI PRESENTATO AL MONDO CON UN SECONDO POSTO MERITATISSIMO AL FREESTYLE.CH CI RACCONTA I SUOI PROGRAMMI.


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Inziamo con una veloce biografia Sono nato sedici anni fa a Fischental vicino a Zurigo, anche se spesso ora sto a Engelberg. Com’è iniziato il tutto, hai fatto anche gare in pista? Non ho avuto tempo, dove ho vissuto con i miei genitori, avevamo un impianto di risalita proprio dietro casa. Per questo da subito ho iniziato ad appassionarmi allo sci. Da lì sono saltato direttamente al Freestyle, iniziando a costruire dei salti e provando e riprovando i trick fino a chiuderli. A dieci anni poi ho deciso che la mia carriera sarebbe stata da professionista e mi sono concentrato su questo obiettivo. Che cosa pensi della scena Freeski? Apprezzo molto questo ambiente, è veramente figo. Sta crescendo molto, soprattutto negli States, mantenendo però un livello di umanità, ci conosciamo tutti e siamo tutti amici. Questo permette sì di respirare tensione durante le competizioni ma anche poi di fare feste spaziali tra veri amici. Idoli? Non solo nel freeski? Mi piace molto lo stile di Mike Hornbeck e di Parker White, e spesso cerco ispirazione dalla loro creatività. Un altro personaggio che è assolutamente un idolo è il rapper Tyler the Creator dei OFWGKTA, che forse per voi non è molto conosciuto ma vi assicuro che spacca di brutto!

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Dicci qualche cosa di più del tuo grande exploit al Freestyle.CH 2011? E’ stato fantastico! C’era tanta di quella gente e moltissimi svizzeri, il tifo era incredibile. Certamente il giocare in casa è stato un fattore di forte motivazione, mi hanno pompato al massimo. Arrivato lì dall’estate in Nuova Zelanda ero tonico fresco e avevo recuperato bene da alcuni infortuni subiti nella passata stagione, non potevo mancare il bersaglio. Quando e in quale evento speri di ripetere un risultato del genere? Sono in America da un paio di mesi e sto lavorando sodo. Il Dew Tour ha un livello pazzesco, ogni run devi spingere al massimo. Mi hanno appena confermato l’invito per gli X-Games di Vail. Direi che a livello temporale è il prossimo evento dove potrei riservare belle sorprese. Certo fare centro agli X-Games sarebbe un vero risultato stratosferico, il livello della competizione lì è semplicemente mondiale! Per qualsiasi rider di sport estremi quello è il posto dove portare a casa il risultato. Io ce la metterò tutta. Le Olimpiadi stanno arrivando, sembra che farai parte della Squadra Nazionale Svizzera, dicci di più? Il metodo di allenamento è differente? L’allenamento per le Olimpiadi non è molto diverso da quello che faccio tutti i giorni. Sciare, saltare e provare trick è la cosa migliore. Sto lavorando sodo per entrare nella selezione della Squadra Svizzera, certamente lì è richiesta più disciplina rispetto ad altri freestyle contest, ma sarà tra due anni e per allora vedrò di essermi sfogato per bene anche nei party serali! Senti la pressione crescerti attorno? No non direi, sono in questo ambiente da quando avevo dieci anni, so come funziona, so quali sono i miei obiettivi! Voglio raggiungerli e quindi di pressione me ne metto a sufficienza da solo senza dover ascoltare gli altri.


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Obiettivi a breve e a lungo termine?

Ti alleni spesso anche d’Estate?

Per la stagione 2012 sono molto concentrato sulle competizioni, vorrei

Molto. Ho speso le ultime due estati in Nuova Zelanda. Lì ho potuto girare con molti

veramente arrivare a vincere e farmi conoscere sempre di più a livello

dei pro già affermati. E’ molto avvincente potersi confrontare e verificare il proprio

internazionale. Non mi dispiacerebbe anche riuscire a finalizzare qualche bel

livello con i grossi calibri, è il modo migliore per entrare nella cerchia esclusiva.

segmento di filmato internazionale, ma credo che questo potrà arrivare solamente a seguito di risultati importanti come quelli di Zurigo.

Quando verrai a trovarci in Italia? Per ora non so di alcun buon contest previsto in Italia, ma non si sa mai,

La tua famiglia ti supporta o sei dovuto uscire di casa?

potrei capitare a sorpresa.

Loro sono sempre stati molto presenti e mi hanno aiutato nella mia evoluzione. Ma chi mi sta veramente aiutando è il mio allenatore che è anche

Chi vuoi ringraziare?

il mio manager. Lui mi dà gli stimoli, mi aiuta con gli sponsor e soprattutto

Ringrazio la mia famiglia per il supporto che mi ha dato fin dalla mia tenera

mi aiuta a migliorarmi costantemente.

età. Ma anche gli sponsor che credono in me: Dakine, Oakley, Movement skis, Leki, Giro. Naturalmente non può mancare il mio allenatore che mi segue in

Come prepari una gara, con uno schema di salti predefinito o scegli il trick nel Roll in? C’è un piano di massima che preparo prima. Focalizzo poi il salto e decido quale sarà il trick più adatto per quel momento, spesso confrontandomi anche con il coach.

quest’avventura.


Boardcore - tel. 02.69017189 info@ boardcore.it


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IN SVIZZERA VIAGGIARE CON IL TRENO ALLA RICERCA DEL POWDER È FANTASTICO, CHIARAMENTE QUANDO C’È NEVE! SOPRATTUTTO POI DA QUANDO LA RETE FERROVIARIA È STATA COMPLETAMENTE RINNOVATA.

Testo di: Leslie Anthony

Eravamo rassegnati al fatto che in Svizzera la neve sarebbe stata

Traduzione di: Giulio Guadalupi

scarsa. Tre settimane di sole e föhn avevano preceduto la nostra

Foto: Mattias Fredriksson

partenza, e gli aggiornamenti mediante Twitter e Facebook o via e-mail non erano molto incoraggianti; avevamo una certezza, sarebbero stati necessari gli occhiali da sole. Questo preambolo non ha comunque scoraggiato Mike Douglas dall’organizzare a fine febbraio una crew per


Emanuel Hedvall - Disentis

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girare un episodio del Salomon Freeski TV; così i cameraman Ben Mullin e Nick

Non appena all’orizzonte si sono affacciati due giorni di perturbazione un’intera

Wagonner, il fotografo Mattias Friedriksson, Kay Zackrisson, il sottoscritto e altri

nazione ha passato le giornate in trepida attesa con il naso all’insù, in attesa di

rider hanno abbandonato le lande nevose di Squaw Valley, Alta, Åre, Oslo, e

verificare la bontà dei bollettini meteo. Per la verità tuttavia prevedevano solo un

Whistler per darsi appuntamento a Zurigo. Del resto per quanto tempo ancora

paio di centimetri per la maggior parte delle stazioni.

questa accozzaglia di picchi d’alta quota che è la Svizzera sarebbe potuta

L’improvvisazione era alla base del trip, non avevamo un scaletta rigida, ma

sfuggire al suo destino?

avevamo un asso nella manica. Fredriksson ha telefonato alla “Mafia Svedese”


Kaj Zackrisson - Engelberg

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Johan Jonsson ed Eirik Finseth - Engelberg

per la quantità di neve depositata nel corso della notte e per tutto il giorno ha continuato a nevicare. Con oltre 60 cm di fresca la condizione era perfetta per cancellare le paure di non ottenere riprese degne di nota. Per aggirare il problema della visibilità ridotta Douglas & Co. hanno puntato i loro obiettivi verso la zona bassa e boscosa, mentre Fredriksson e un paio di altri entravano, senza accorgersi dei segnali, nella zona vietata del bosco, finendo fra le braccia dei Guardiaparco. Non pagando loro la multa non siamo certi che la lezione gli sia servita, la sete di powder è insaziabile! Tuttavia anche rispettando i segnali restano molti chilometri quadrati dove sfogare la propria smania di fresca senza disturbare la vita selvatica del parco naturale. Crocevia di molte perturbazioni e graziato dalla notevole altitudine, con discese fino a 2000 mt di dislivello dal picco del Titlis di che abbonda tra la popolazione sciistica di Engelberg, per ottenere conferma che

ben 3240 metri, con oltre ottanta chilometri quadrati di terreno sciabile,

l’apporto nevoso atteso da quelle parti non sarebbe stato banale. Il gruppo ha

certamente Engelberg non dà modo di annoiarsi nemmeno soggiornandoci per

ben scolpiti nella memoria i giorni di DEEP POW vissuti in precedenza in questa

una stagione intera. Definirei Engelberg come una Matrioska Russa: ogni volta

magnifica stazione e solo all’idea gli animi erano in ebollizione. Siamo saltati al

che la si apre, si scoprono porzioni di ghiacciaio nascoste, canali, picchi, boschi e

volo su un treno alla stazione di Zurigo e meno di due ore dopo percorrevamo

molte possibilità per fuoripista indimenticabili. Uno per tutti il famoso Laub, 1300

con la nostra notevole mole di bagagli i venti passi che ci separavano dallo Ski

metri di paradisiaco dislivello, con 30-40° di pendenza costante. Anche questa

Lodge Engelberg. Siamo arrivati giusto in tempo per L’Happy Hour, diventato

volta Engelberg non ha deluso, con la sua solita puntualità nell’offrire condizioni

celebre dopo due sole stagioni; come a darci il benvenuto i primi fiocchi

da sogno per esperienze memorabili. Ma non siamo stati gli unici a goderne a

cominciavano a cadere copiosi.

giudicare dagli accenti internazionali sentiti sugli impianti di risalita.

Situata nella parte centrale della Svizzera, “la Montagna dell’Angelo” racchiude

La Svizzera non è cambiata molto nonostante molti anni di

tutte le tipiche icone svizzere: banche, hotel completamente in legno, cioccolato in

“internazionalizzazione”: giapponesi, indiani e cinesi salgono sul Titlis per uno

abbondanza, orologi, formaggi e storia medievale, egregiamente rappresentata

scatto del ghiacciaio, mentre gli svedesi popolano la cittadina animando

da un monastero benedettino del 1120 D.C.. Engelberg è una delle più antiche

l’ospitalità del luogo. La popolarità di Engelberg ha continuato a crescere dalla

località sciistiche di tutta la nazione, per oltre un secolo gli sciatori hanno calcato

mia prima vista nel 1996, quando c’erano solo un paio di svedesi che avevano

le sue cime e hanno tracciato la copiosa quantità di powder che qui abbonda

sposato a vita la causa dello sci; oggigiorno più di un centinaio di skier spendono

anche quando da altre parti è secco. Il mattino anche questa volta ci ha sorpreso

la stagione qui e molti altri vi passano periodi di “cura”. La massiccia presenza di

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scandinavi spiega come un’area, dove il powder rimaneva vergine per settimane sia oggi completamente tracciato con perizia dopo un solo giorno, come avviene puntualmente a Whistler. Segno inequivocabile dell’evoluzione di questa piccola cittadina alpina. Anche se la cultura svizzera è rimasta fedele al proprio passato e anche se questa piccola nazione, posta al centro dell’Europa unita, non è entrata nel progetto di unificazione delle nazioni confinanti, le forze invisibili della globalizzazione l’hanno comunque raggiunta. Nonostante “la vieux Suisse” continui a celebrare le sue tradizioni i numerosi stranieri che si stabiliscono ad Engelberg portano culture differenti e spingono il cambiamento. Quando la prima giornata passata in una nebbiosa ma soddisfacente esplorazione della “Montagna dell’Angelo” è terminata siamo tornati felicemente alla compagnia multiculturale dello Ski Lodge Engelberg. Qui Eric Spångberg e Niklas Möller, svedesi che hanno raggiunto Engelberg all’inizio del nuovo millennio spinti dalla passione per i video di ski, lasciando lavori d’ufficio ben retribuiti, gestiscono l’hotel dove il gusto nordico è sapientemente fuso con la tradizione locale. La nostra Crew multietnica si è potuta così rilassare durante l’apre ski al bar dell’hotel, ripassando mentalmente gli attimi migliori della giornata e pregustando le scottanti avventure promesse dalla copiosa nevicata che continuava ad imperversare. Il giorno seguente un sole pieno ha risvegliato i nostri animi, scaldando una giornata definita poi come la migliore della stagione da molti dei local. Soffocati dai numerosi Face Shot, Douglas e Zackrisson hanno interpretato egregiamente il terreno del Jochpass, pieno di spine, cliff e canali, mentre il resto della crew alla quale mi sono aggregato, ha passato la giornata sulla lunghissima run del Titlis

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per spostarsi nel pomeriggio, guidato da un paio di Turbo svedesi, sulla Laub. Alla fine della giornata ci è apparso chiaro come Engelberg sia una tappa obbligata per tutti i freerider. Lo Yin della “montagna dell’Angelo” è rappresentato dal fatto che è ripida e spesso ricoperta di neve soffice, mentre lo Yang è la velocità con cui tutto viene tracciato avidamente; quindi abbiamo deciso per il giorno seguente di continuare a sfidare la fortuna salendo sul venerabile e scenico Glacier Express. Nonostante la costruzione della ferrovia sia iniziata nel 1880, il primo Glacier Express ha percorso la distanza tra Zermatt e St.Moritz il 25 giugno del 1930. A oggi il “treno espresso più lento del mondo” è attivo tutto l’anno con una corsa al giorno in entrambe le direzioni e numerose corse nell’arco della giornata fra le destinazioni intermedie. La prenotazione è d’obbligo per percorrere il Mike Douglas - Engelberg

meraviglioso tragitto costellato da 291 ponti, novantuno gallerie, inclusa quella di 15,4 km del Furkapass, che raggiunge il punto più alto nei 2033 metri dell’Oberalp Pass. Ci vogliono sette ore e mezza per coprire i soli 300 km, ma farla tutta in una volta è un vero peccato. Infatti, il Glacier Express non solo unisce resort molto conosciuti, ma tocca anche gemme incontaminate dell’arco alpino ed è obbligatorio regalarsi deviazioni per esplorarle. Ma non era il nostro caso, eravamo diretti verso la ben conosciuta Andermatt. Su ogni treno si può scegliere fra 1a e 2a classe con vista panoramica e un ottimo servizio ristorante. In viaggio abbiamo goduto del celere servizio svizzero in un vagone prevalentemente di vetro che fa sembrare di essere contemporaneamente dentro e fuori l’incredibile panorama montano che circonda. Da Fiesch abbiamo seguito la Valle del Rhone, toccando cittadine che man mano che la valle si stringe diventano sempre più piccole ed isolate come a seguire l’orografia del territorio. Sul tavolo di fronte a noi una bottiglia di vino locale allietava il percorso scosceso e tortuoso, facendo sembrare il tutto molto “nobile”, molto di più a quanto tutta la crew fosse solitamente avvezza. Il


Mike Douglas - Engelberg

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passaggio nel tunnel Furkapass ci è sembrato infinito e ha segnato la fine della

l’inizio del Fasnacht, la festa di primavera. Una scalcinata e improbabile banda di

regione del Valais. In lontananza si iniziavano a scorgere le case di pietra che

pochi elementi ha iniziato a marciare per il centro del paesino, e cogliendo

prendono il posto delle tipiche case in legno fino a lì imperanti, e ad Andermatt

l’occasione, la crew ha filmato ogni minuto di questa tradizionalissima festa.

una stazione sciistica che siede al vecchio crocevia tra i pricipali canali di

All’interno del bar dell’hotel la situazione era ancora più surreale, una donna

comunicazione nord-sud e est-ovest, abbiamo incontrato la Svizzera dove ancora

russa stava discutendo con Dan per farsi portare gratis ad Andermatt, mentre

si parla il Romancio. Non siamo scesi proprio alla fermata di Andermatt ma a

Willie ascoltava annoiato appeso alle spine del bancone. Dopo esserci

quella seguente di Goschenen, per raggiungere L’hotel Gotthard, l’unico in cui

intromessi nella disputa siamo saliti veloci sul furgone alla volta di Andermatt,

siamo riusciti a trovare posto. Accompagnati da Dan uno scalatore inglese che

alla ricerca di una maggior normalità. La cittadina brulicava di festa e in un

lavora per “Crazy Willie”, il proprietario di questo hotel, abbiamo superato un

locale davanti ad una buona pizza ci siamo lasciati andare agli obbligatori

topo morto sulle scale, raggiungendo le misere stanze per lasciare i bagagli e poi

festeggiamenti, innaffiando il tutto certamente con troppo alcol. Era l’1.30 del

scappare immediatamente ad Andermatt. La stella assegnata all’hotel sembra

mattino quando Io, Kay e Mike siamo saliti sul gelido furgone di Dan per

essere più un buon augurio che un’indicazione della qualità.

tornare al Gotthard hotel lasciando la parte giovane della crew a festeggiare e

Raggiunti gli impianti abbiamo avuto giusto il tempo di salire in quota per

bivaccare su qualche giaciglio di fortuna nella notte di Andermatt. Rientrati ci

qualche ora mentre il sole del mattino si trasformava in nuvole monocolore,

siamo fermati al bar con Dan e Willie fino alle 3.30, quando un personaggio

nuvole non ci hanno comunque impedito di fare qualche bello scatto nei canali

alquanto ambiguo vestito da alieno e con una tromba in mano è entrato nel

della parte alta. La giornata è terminata con una lunghissima run dalla cima

locale e dopo aver bevuto in un sol colpo l’ultima grappa, ha riproposto tutto il

degli impianti fino al paese di Hospenthal, dove siamo potuti tornare all’hotel con

contenuto del suo stomaco nel bagno del locale. Il mattino seguente scendendo

due veloci fermate di treno.

nel bar abbiamo trovato Willie nella medesima posizione della sera precedente

Poco dopo ci siamo ritrovati a camminare per la deserta Goschenen alla ricerca

ma soprattutto il bagno nella stessa maleodorante condizione. E’ in questa

di cibo, l’atmosfera era surreale e non credevamo ai nostri occhi vedendo un

occasione che abbiamo colto anche un altro aspetto positivo del treno: la

fantoccio di donna “impiccato” nella piazza principale del paese; il tempo di

possibilità di scappare a gambe levate.

incrociare i nostri sguardi stupiti e un’esplosione è rimbombata nella valle, era

Raggiunta Andermatt, dopo aver riunito il gruppo reduce dai bagordi della sera


70

Eirik Finseth - Engelberg

precedente, siamo partiti alla volta dell’Oberalp

che sta suscitando la curiosità dei freerider internazionali grazie alle sue piste

Pass. Lasciando la stazione abbiamo scorto due

scoscese e alle zone ancora inesplorate. Rispetto alle ampie vallate di

signori di mezza età che vestiti con completi anni

Engelberg e Andermatt, Disentis è caratterizzata da strette valli e zone esposte

ottanta alzavano i bicchieri per brindare,

tecniche ed impegnative, una scenografia che sempre più spesso vediamo a

lasciandoci in dubbio se il brindisi fosse per la fine

sfondo degli ski-movie. Ma dal treno era già chiaro che la quantità di neve non

della nottata brava o per l’inizio di una giornata di

meritava una visita e pertanto siamo rimasti a bordo, fino a Filisur.

sci.

A Filisur siamo scesi dal Glacier Express per raggiungere Davos su di un

Superato il passo più alto del percorso, nonostante

piccolo treno che percorre i restanti venti minuti di tragitto. L’arrivo in hotel

la bevuta della sera precedente, ci siamo fatti

faceva da degno contrappunto a quello della nostra ultima fermata, era lo

cullare dalla solita bottiglia di vino, mentre

Strela, l’hotel che solitamente ospita i partecipanti al summit mondiale

scendevamo verso i resort più esclusivi di Davos e

sull’economia. Subito ci siamo addormentati in lenzuola pulite e morbidi

St. Moritz. Lasciando questa regione siamo passati

cuscini, una vera goduria.

da Disentis una gemma collegata alla vicina Sedrun,

Il mattino seguente ci aspettava l’area di Parsenn, con condizioni nevose



Peter Huss - St. Moritz

abbondanti ma un livello di rischio valanghe alto, come ci avvisava la nostra guida Dan Caruso, originario di Alta in Utah. Mentre il resto della Crew filmava

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in qualche altra zona Dan ed io affrontavamo delle pareti Nord su delle spine

INFORMAZIONI

molto scoscese, fino a rientrare in pista. La mattinata è passata veloce in un

myswissalps.com; glacierexpress.ch

susseguirsi di numerose tracce fino ad arrivare a pranzo con le gambe già doloranti, poi il cielo si è coperto e la visibilità è scesa costantemente. Tutto il

SKI AREA

gruppo si è riunito e ci siamo lanciati per la pista principale scendendo a valle,

ENGELBERG

pista che già alle due era completamente vuota. L’occasione è stata colta per

Engelberg-Titlis (engelberg.ch)

una gara all’ultima curva, dove naturalmente tutto era lecito e tagli di strada o

Titlis Resort (titlis-resort.ch)

spintoni erano la regola. Scendendo vedevamo il treno lasciare il paese, è bello

MANGIARE: Ski Lodge Engelberg (skilodgeengelberg.com/restaurant/menu);

essere liberi di spostarsi continuamente, ma per due giorni avevamo deciso di

Alpenclub (alpenclub.ch); Restaurant Hess and Lounge (hess-restaurant.ch);

restare qui a Davos. La mattina seguente il sole è tornato a splendere, e

Yucatan (yucatan.ch).

soprattutto le condizioni di stabilità del manto nevoso erano migliori,

BERE: Yucatan; Eden Bar (edenbar.ch); Ski Lodge Engelberg.

permettendoci di scalare un paio di pendii per avventurarci in vallate nascoste

DORMIRE: Ski Lodge Engelberg (skilodgeengelberg.com); Hotel Terrace

dove poterci togliere delle belle soddisfazioni tra canali e cliff di tutto rispetto.

(terrace.ch); Hotel Hoheneck (hoheneck.ch).

Il pomeriggio ci siamo spostati nella zona di Klosters per scoprire i Pillow di un fitto bosco della zona. La neve era profonda e abbiamo passato svariate ore a

ANDERMATT

percorrere linee sempre nuove, fino a quando abbiamo realizzato che lo

Andermatt Tourism and Mountain (andermatt.ch)

stomaco non poteva reggere oltre, poi un rifugio, come sempre accade nelle

MANGIARE: Badhus (hotelbadhus.ch); River House (theriverhouse.ch); Café

Alpi, è apparso davanti a noi. Abbiamo mangiato voracemente ma in modo sano

Toutoune (restaurant-toutoune.ch)

insalatona e birra, per poi scendere al calar della luce la lunga pista fino al

BERE: Picadilly Pub; Café-Bar Gotthard; The River House (theriverhouse.ch)

paese di Klosters. Qui ci siamo ricordati di aver prenotato da giorni la cena

DORMIRE: Hotel Badhus (hotelbadhus.ch); The River House (theriverhouse.ch)

presso il famoso Alte Post di Davos, ora che gli impianti erano chiusi come potevamo rientrare? Naturalmente c’era sempre il treno!

DAVOS

Il giorno seguente purtroppo ci siamo dovuti rimettere sulle rotaie per tornare

Davos Tourism (davos.ch)

a casa. Eravamo certi che questa fitta ed efficientissima rete di collegamento

Davos Ski Areas (davosklosters.ch)

tra una stazione e l’altra ci sarebbe mancata molto una volta rientrati nei

MANGIARE: Giodavin (giodavin.ch); Alte Post (altepostdavos.ch); Restaurant Parma

nostri rispettivi home resort. Nel frattempo abbiamo appannato il vetro del

BERE: Jatzhütte (jatzhuette.ch); Bolgen Plaza (bolgenplaza.ch); Montana Bar

Glacier Express con il respiro, sporgendoci per ammirare le Alpi, una catena

(montanabar.ch)

montuosa che stupisce sempre, anche chi ha la possibilità di viverla sempre.

DORMIRE: Hotel Strela (mountainhotels.ch); Hotel Ochsen (mountainhotels.ch)



74

Il vento spesso ruggisce sul mare ghiacciato, formando fantastiche forme sulla neve


PER OSSERVARE UN GREGGE DI SELVAGGI UNICORNI ROSA IN FUGA VERSO L’ORIZZONTE, QUESTO SAREBBE STATO IL LUOGO E IL MOMENTO GIUSTO. NO, NON ERO SOTTO L’EFFETTO DI QUALCHE ACIDO MA ERO COMUNQUE PIUTTOSTO ALLUCINATO DOPO I GIORNI CHE AVEVAMO PASSATO. ERO NEL LUOGO PIÙ LONTANO DAL MONDO CHE MI FOSSE MAI CAPITATO DI VEDERE, PARAGONABILE ALLE GELIDE AMBIENTAZIONI DELLA FAVOLA DI NARNIA. IL SOLE BASSO SULL’ORIZZONTE, IN QUESTO LUOGO DALLA LUCE ETERNA, PROIETTA UNA TINTA ROSA SU UNO SCENARIO UNICO AL MONDO, MENTRE APPAIONO IN LONTANANZA LE PIÙ VERTICALI PARETI AL MONDO, SVETTANTI NELLA DISTESA BIANCA DELL’OCEANO ARTICO. INTAGLIATA FRA QUESTI MURI DI ROCCIA, SI TROVA LA PIÙ VASTA COLLEZIONE DI COULOIR SCIABILI CHE SI POSSA IMMAGINARE. Testo di: Jamie Bond Traduzione: Marco Melloni Foto di: Jordan Manley

75 Membri del Team: Jamie Bond, Tobin Seagel, Marcus Waring, Chad Sayers, Jordan Manley. Luogo: Sam Ford Fjord, Walker Arm, & Stewart Valley; accesso tramite motoslitta, 100km a est di Clyde River a Baffin Island, Nunavut, Canada.


Nascoste nella costa est di Baffin Island, a 100Km dall’isolata cittadina di Clyde River nell’Oceano Artico Canadese, le ripide pareti del Sam Ford Fjord e del vicino Walker Arm, formano un campionario di luoghi per l’esplorazione sciistica com’è difficile trovarne. In milioni di anni di evoluzione le rocce metamorfiche di Gneiss sono state colpite e

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intagliate dall’espansione e dal ritirarsi dei ghiacci,

sebbene selvaggiamente fuori luogo. Il nostro

rivelando le formazioni rocciose e i canali visibili

meeting, organizzato nella scuola locale è stato un

oggi giorno.

bizzarro incontro fra estranei, nonostante avvenisse

Non c’è da meravigliarsi che gli antenati degli Inuit si

nel nostro stesso paese. Gli studenti giocavano

siano radicati a tal punto con il loro territorio da

chiassosamente nei corridoi, scansando gli

descriverlo con tale colorita immaginazione,

insegnanti e guardando con curiosità le nostre

Non c’era alcuna forma di vita visibile ad eccezione

adattandosi e spostandosi quando necessario. Senza

divertenti facce barbute, ma anche una volta che

dei miei quattro compagni affamati di sci,

queste qualità sarebbe stato impossibile

tutte le formalità sono state sbrigate non avevamo

sparpagliati all’orizzonte mentre si trascinavano

sopravvivere in una delle zone con il clima più duro

idea di chi sarebbe stata la nostra guida né del

sulle stanche gambe verso il nostro campo, 12 Km

al mondo. Purtroppo la modernizzazione ha

perchè saremmo dovuti partire a mezzanotte o cosa

avanti. Cinque voli e sei ore di sobbalzante motoslitta

impattato duramente con lo stile di vita degli Inuit e

i piloti avrebbero dovuto fare una volta usciti di qui.

ci avevano catapultati in questa distesa di roccia e

il loro legame con la terra si è rapidamente

Una cosa era certa, ci sarebbe stata parecchia gente

ghiaccio. A -37°C con un vento gelido, eravamo a

disgregato. Proprio negli ultimi 50 anni il governo

entusiasta di uscire fuori questo week end, e ognuno

3000 Km di distanza dal più vicino elicottero di

canadese ha compiuto ogni sforzo per ricollocare gli

di questa ben congegnata comunità avrebbe usato le

emergenza, nella stazione di Halifax. Noi cinque skier

Inuit in insediamenti definitivi, di fatto rimuovendo il

proprie conoscenze per farci arrivare esattamente

avevamo scelto questa come improbabile casa, per

loro meccanismo di sopravvivenza, il tribalismo

dove volevamo arrivare.

passare 20 giorni a scalare e sciare i più incredibili

nomade. Clyde River è uno di questi insediamenti,

E’ ironico che mentre gli Inuit sono attualmente

canali che si possano immaginare.

un luogo che ancora conserva prospera la cultura,

relegati nei loro insediamenti, edonisti come noi si

La Walker Citadel, uno dei più alti strapiombi del pianeta


accalchino a Baffin Island per sfuggire dal caos della nostra civiltà, trovando il divertimento in questo Marcus Waring raggiunge la cima del Couloir, ma la cima della Walker Citadel (4200 piedi) è 2500 piedi dritta sopra di lui.

paese delle meraviglie. L’elite degli arrampicatori di big-wall ha valorizzato tante nuove vie esplorando queste pareti, i base jumper guardano a questi luoghi come alla mecca e più di recente i backcountry skier hanno decretato questi Couloir come i migliori del pianeta. Con i freeskier Chad Sayers, Marcus Waring, Tobin Seagel e il fotografo Jordan Manley abbiamo viaggiato attraverso questi territori per arricchirci spiritualmente, sciare e tramite le foto, dar prova dell’esistenza del luogo. La prima mattina di viaggio guardavamo fisso ai canali e ai cliff attorno a noi, con la salivazione dei bambini in un negozio di caramelle, di fronte a noi però c’erano molte più “caramelle” di quante ne avremmo potute mangiare in tutta la vita; troppo bello per essere vero. Eravamo limitati solo dalle scorte alimentari e dalla nostra immaginazione. Come in ogni favola che si rispetti però Baffin Island Chad Sayers contempla le dita ghiacciate dei piedi dopo alcuni giorni di temperature polari.

non è solo una strada lastricata di zucchero velo, ci sono anche streghe, bestie mangia uomini e i diafani orizzonti tipici delle storie dei bambini. Per il poco che sapevamo dell’Isola di Baffin avremmo potuto trovare tutte queste cose assieme. Il primo giorno di vero sci, partendo verso il Crosshairs Couloir nella vicina Stewart Valley, il gioco di inganni ha avuto inizio. Non contava quanta strada facessimo con le pelli di foca sull’oceano ghiacciato, passo dopo passo, la nostra destinazione non si avvicinava mai, la vastità dell’area ingannava assolutamente la nostra percezione delle altezze e delle distanze. Quando finalmente abbiamo raggiunto la fine della valle, abbiamo dovuto prendere atto della sconfitta, cominciando ad arrampicare il primo piccolo dirupo sciabile a portata di mano. Qualche ora dopo, uscendo sulla cresta sommitale, in cima al mondo, è risultato ovvio che il “piccolo dirupo” non era altro che il Crosshair Couloir che avevamo

Marcus Waring in sosta, assicura i suoi compagni nel bel mezzo del Broken Dreams Couloir.

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lunghe e ripide. Prendete ad esempio il Broken Dreams Couloir all’angolo nord est del Citadel North Wall: una piccola scheggia di neve che parte poco sotto la metà del Citadel North Wall. Quando agganci gli sci per scendere l’altimetro segna 600m, quindi l’intera parete misura 1300m ininterrotti. La linea di discesa da completare con una calata in doppia è stata chiamata Rocky Bottle-Neck; un’altra

neve fresca.

indimenticabile linea.

Ahimè, gli skier affamati imparano lentamente, il

Vogliamo dimenticare il mitico Polar Star Couloir?

gioco di inganni non era finito. Markus e Tobin

Riconosciuto come una delle 50 classiche discese del

vagavano curiosando la faccia sud del Walker Citadel

Nord America, questa linea da 1100m da sola poteva

in cerca di qualche linea vista attraverso Google

bastare per attrarci in questa avventura. Armati per

Earth; undici ore dopo facevano ritorno con un

cercato; i 1.200m di discesa sotto di noi sarebbero

la battaglia con piccozze, corde, viti da ghiaccio,

Couloir di 1400m e 55°, tre altre linee tentate da

stati perfetti da raccontare in seguito come favola

ramponi e un’eccitazione da ragazzini, abbiamo

aggiungere alla lista dei desideri e il puntale

della buona notte.

cominciato a scalare lo scoraggiante, ripido e

dell’attacco di Markus saltato. Ovviamente la

Giorno dopo giorno ci trascinavamo fuori dai nostri

contorto canale. Uno alla volta però, mentre la neve

malvagia strega bianca non aveva ancora finito di

sacchi letto (durante la colazione passavamo il

diventava più profonda, cominciavamo a perdere la

insegnarci cosa può succedere a Baffin: <Proprio

tempo a sgelarci i piedi) e mettevamo la testa fuori

sincronia nei movimenti, optando per una parziale

mentre stai impostando una curva nel canale più

dalla tenda al freddo per scegliere il canale da

discesa. Persino Marcus deciso a completare la linea

incredibile della tua vita… BAM! Il tuo attacco salta

sciare. Ogni giorno tornavamo alle tende stanchi

che ci aveva attirati, ha mollato poco oltre noi, dove il

via dallo sci, facendoti volare sopra un ghiaione di un

sfiniti per quanto le linee scelte fossero distanti,

ghiaccio blu affiorava un pollice sotto lo strato di

centinaio di piedi; oppure il feeling con il luogo si

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Dopo aver pellato per 15 Km, Chad Sayers scala i 3000 piedi del Crosshairs Couloir, a una temperatura di -25°c.

Chad Sayers lascia la sua firma attraverso poetiche geometrie.


Chad Sayers minuscolo in rapporto alla parete da 3000 piedi.

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interrompe all’improvviso, ti senti freddo come un cadavere, i tuoi amici sono avanti di 2 Km e scorgi affianco a te le tracce di un orso polare, e no, non hai con te un fucile.> Fedeli allo stile di vita della regione artica il decimo giorno abbiamo smontato il nostro affezionato “Camp Paradise”, spostandoci al successivo, al termine sud del Ford Wall. Il nuovo campo lo abbiamo chiamato Camp Misery, dati i venti brutali e gelidi che ci hanno accolto all’arrivo, il nome ironico ha cancellato il vero motivo per cui avevamo scelto questa zona, l’alta densità di canali sciabili. Come fosse disegnato da sciatori, il Ford Wall presenta canali intagliati regolarmente ogni 500 m lungo i suoi 6 Km di lunghezza. In questa terra dal giorno eterno, uscivamo dai nostri sacchi letto seguendo il mantra di Baffin: scala, scia, mangia e ripeti, giorno dopo giorno. Dalla crosta alla powder da 40 cm, un giorno dopo l’altro ogni linea aveva una

alimentava solo la curiosità di scoprire cosa si

storia da raccontare; Il Cobra Couloir è un canale

celava dietro l’angolo. Si poteva quasi sentire la

tortuoso dalla crescente inclinazione, il model T

malvagia strega sussurrare nel vento a noi poveri

Couloir presenta una linea sorprendentemente

ragazzi, illusi di potersi saziare sciando solo tre

perfetta, i 900 m di cliff del Bronco Couloir farebbero

settimane nella quinta isola più grande del mondo.

impallidire chiunque, e le curve in powder nel

Anzi a dire la verità era Markus a ripeterci in

sinuoso canale fra le rocce prima di essere sputati

continuazione di fermarci più a lungo, l’unico

fuori a un centinaio di metri dal campo farebbero

membro del gruppo ad avere un calendario

sciogliere anche il cuore più duro.

primaverile dedicato allo sci. Markus ci lasciati alla

Essendo avidi come tutti gli sciatori, ogni nuova linea

fine delle tre settimane di spedizione per passare


prezzo al Continente Artico, causando repentini e irreversibili cambiamenti che impattano con la cultura e i mezzi di sussistenza degli Inuit. Lo scioglimento dei ghiacci a primavera e il congelamento autunnale avvengono rispettivamente

sciatori solcavano la superficie dell’oceano e narvali

sempre in anticipo e in ritardo, causando inverni

cacciavano pesci, armati di un grande unicorno

sempre più corti e il conseguente scioglimento del

spiraliforme. Favole ben diverse dalla realtà che si

ghiaccio più antico. L’apertura delle acque e di nuove

prospetta per i bambini Inuit, rinchiusi nei sobborghi

rotte nell’Oceano Artico è interesse delle compagnie

artificiosi dei villaggi artici.

di navigazione e conseguenza dell’industrializzazione

Il triste finale di questa favola purtroppo non sembra

ma tra le altre cose, ben più importanti, elimina

essere frutto della fantasia, è piuttosto il prezzo che

l’opportunità di attraversare questo territorio con gli

sta pagando una terra distrutta da una generazione

sci ai piedi.

opportunista che ha derubato i propri figli

quattro giorni di ski backcountry in completa

Se le ipotesi di alcuni scienziati si riveleranno esatte,

dell’eredità degli antenati e della terra a cui dicono

solitudine a 100 Km di distanza dal più vicino essere

gli Inuit saranno presto permanentemente

di appartenere. Speriamo che le sorti cambino

umano. Come biasimarlo?

disconnessi dal loro passato di tradizione nomade e

positivamente il finale di questa storia, per il bene

Creatasi in qualche miliardo di anni e sfruttata per

noi perderemo l’unico genuino anello di

dell’umanità e anche un po’ per tutti quelli che

lo sci in un brevissimo lasso di tempo, questa zona

collegamento con l’ultima e più grande zona

amano scoprire, arrampicare e sciare i canali celati

rischia di sciogliersi in una primavera prematura,

selvaggia del pianeta. Immaginate che improbabili

nei fiordi labirintici dell’Isola di Baffin.

terminando più tragicamente della favola delle

favole leggeremo ai bambini delle generazioni future,

Cronache di Narnia.

storie di paesaggi ricoperti di ghiaccio, dove grandi

Guarda il video:

Il riscaldamento globale sta facendo pagare un caro

orsi bianchi dominavano la catena alimentare,

http://www.arcteryx.com/Video.aspx?EN

80

Chad Sayers scia un pendio in powder affacciato sul Sam Ford Fjord, 3000 piedi sotto di lui.



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Calata in corda doppia di 60m dalla passerella dell’Aiguille du Midi (3842 m) per accedere al sottostante Couloir Cunningham. Skier: Alex Devoissoux


Tour Ronde (3792 m), Parete Nord Skier: Stephane shaw

LO SCI FUORIPISTA NEGLI ULTIMI ANNI, GRAZIE ALLA RAPIDA EVOLUZIONE DEI MATERIALI HA SUBITO UN CAMBIAMENTO IMPORTANTE E POSSIAMO AFFERMARE CON SICUREZZA CHE NELLA PICCOLA CITTADINA FRANCESE DI CHAMONIX QUESTO CAMBIAMENTO È VISIBILE PIÙ CHE IN OGNI ALTRO POSTO AL MONDO. Testo e Foto di: Luca Pandolfi

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Aiguille du MidĂŹ, Parete Nord, traverso sotto il seracco sommitale. Skier: Nicklas Hansen e Cedric Bernardini


Anguille du Midì, Parete Nord Skier: Felix Hentz

Sui suoi pilastri di granito e sulle sue pareti nord sono state scritte, come in un libro gigante a cielo aperto, le pagine più importanti della storia dell’alpinismo e dello sci ripido. Oggi come in passato, tutti i più forti atleti e guru delle varie discipline si confrontano con le linee severe delle sue ascensioni e i vuoti mozzafiato delle sue discese. Qui si radunano da tutto il mondo gli appassionati di ogni disciplina legata alla montagna, dal Base Jump alla mtb, dal Drytooling al Trekking, in un melange unico ed affascinante di culture, stili e nazionalità. Si ha l’impressione di vivere in un film, incontrando i propri “eroi” nei bar o alle feste. Nei parcheggi i furgoni ammaccati degli skibums si affiancano alle Mercedes dei parigini in vacanza, mentre nelle strade del centro alpinisti puzzolenti con le corde in spalla incrociano il passo di eleganti signore in pelliccia. Sono arrivato qui sei anni fa con l’intenzione di passare una stagione invernale e come molti non me ne sono più andato. Qui mi sento parte di una grande famiglia, quasi ogni giorno vado in montagna con persone diverse, parlo lingue diverse e ascolto storie diverse. Il Monte Bianco ha da sempre attirato la mia attenzione e stimolato la mia fantasia. Più volte il mio sguardo viene sviato dalle immagini di montagne lontane, spesso dal nome impronunciabile e dalle linee indomabili, ma mai il mio animo si è sentito a suo agio come ai piedi di questa cattedrale gotica, con i suoi innumerevoli pinnacoli, le sue creste frastagliate, i suoi profondi crepacci e i suoi ghiacciai sospesi. Che lo si guardi dal lato italiano o lo si contempli da quello francese, incute sempre un profondo senso di rispetto in tutti, di timore in molti e di propensione all’azione per quei visionari in grado di decodificarne le linee nascoste e i passaggi più arditi. Non esiste al mondo un altro massiccio così selvaggio e al contempo accessibile, che concentri in pochi chilometri quadrati un così infinito numero di vie di ghiaccio, misto, roccia e sci/snowboard ripido. Non riesco a immaginare una cornice migliore per tutti quei rider che amano il freeride d’ambiente, i grandi spazi, la bellezza delle linee e le discese Chamonix è un luogo incredibile, una

interminabili. A Chamonix lo sci e lo snowboard sono interpretati a un altro livello.

bolla spazio-temporale a sé stante, un

Qui ho avuto la possibilità di accedere a un livello più complesso, dove per

vero e proprio laboratorio di nuove

scendere le big line sulle grandi pareti delle grandi montagne che catturano la

discipline attinenti la montagna, dove

mia attenzione, circondate da immensi ghiacciai e baratri, bisogna prima salirle,

gli uomini si confrontano

sviluppando nuove capacità mentali e apprendendo le tecniche alpinistiche. Fino a

quotidianamente con la paura e con se

qualche anno fa si approcciavano questi pendii soprattutto in primavera e in

stessi, dove si viene supportati e

estate, con condizioni di neve dura e lo sci era piuttosto un cercare di combattere

incoraggiati dagli amici a realizzare i

la gravità cercando di restare attaccati alla parete più che una vera sciata.

propri sogni e ad imparare dai propri

Ricordo doverosamente i primi visionari pionieri di questo sport come Sylvain

errori. Tra le ultime “creazioni” di

Saudan, Anselme Baud, Patrick Vallencant, Jean Marc Boivin e il nostro Stefano De

menti dedite all’esplorazione dei limiti

Benedetti che fin dai primi anni settanta hanno aperto nuove porte e indicato la

del possibile, derivanti dall’unione di

via ai posteri. Poi si è cominciato a capire che sopra i 45° i pendii tendono a

più sport estremi, ricordo lo

bonificarsi da soli, permettendo di sciare con un certo margine di sicurezza

speedriding (Sci + parapendio: si scia

subito il mattino successivo l’ultima nevicata. La mia idea di snowboard e di sci

con una piccola vela che permette di

ripido rimane legata alla fluidità e dinamicità dei movimenti, che è a mio parere

scendere linee normalmente

la vera fonte di piacere. Sono arrivato al ripido come naturale evoluzione del

impossibili a causa della presenza di barre rocciose e seracchi) e lo skibase (Sci + basejump: comporta il salto nel vuoto di enormi cliff con conseguente apertura di un paracadute da basejump). Basta attraversare il tunnel e ci si trova in un’altra realtà, dove i limiti esistono solo nella testa degli uomini, dove la montagna è parte della vita di tutti i giorni e costituisce una vera e propria palestra di vita.

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Couloir Cachè, accesso alternativo ed aereo al ghiacciaio della Brenva Skier: Cedric Bernardini


Cosmique couloir, Anguille du Midì Skier: Nicklas Hansen

aumentando su queste linee classiche ormai declassate da sci estremo a sci ripido, con tutte le pericolose conseguenze che si possono immaginare. Per fortuna il massiccio è talmente grande e le possibilità illimitate, che uno sguardo sognatore e un animo ardito trovano sempre qualche angolo remoto e isolato per gustarsi ancora la magia e l’alchimia di uno sci più selvaggio e sottrarsi alla calca sempre più crescente. Gli amanti del freeride troveranno pane per i propri denti a secondo dei loro gusti, dai facili fuoripista ai lati degli impianti della Flegère e Le Tour, ai ripidi canali e cliff del Brevent, agli enormi spazi aperti del Grands Montets (luogo di culto del freeride d’oltralpe) alle discese condite di difficoltà alpinistiche dell’Aiguille du Midì. Le prime due discese che propongo sono ormai due classiche di sci e snowboard ripido; di facile accesso, si sviluppano sul roccioso contrafforte ovest dell’Aiguille du Midì, famosa e impressionante piramide granitica che insieme alle altre Aiguilles de Chamonix (Aiguille du Plan, de Blaitiere, Grands Charmoz e Aiguille de l’M) domina l’omonima cittadina accucciata ai suoi piedi 2800m più in basso.

ITINERARI COLLE SUPERIORE DELLA TOUR NOIRE Glacier Ronde Prende il nome dal ghiacciaio sottostante. Fino a pochi anni fa veniva sceso solo diversi giorni dopo l’ultima nevicata mentre al giorno d’oggi, insieme al suo vicino Couloir Des Comiques, è oggetto di un ossessivo desiderio subito dopo la nevicata. La pendenza sostenuta fa si che il pendio si bonifichi da solo, ciò permette di sciarlo con eccezionali condizioni di neve fresca e a gran curvoni. E’importantissimo conoscerne le condizioni in quanto in seguito ad alcuni giorni di vento forte, specialmente da ovest la parte alta è spesso di ghiaccio grigio.

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freeride, per cui cerco di approcciare le mie linee in condizioni di neve ideali.

Quota di partenza: 3790 metri

Il ripido per me è una naturale

Dislivello in discesa: 1530 metri (fino alla stazione intermedia del Plan de

conseguenza del vivere sul Monte

l’Aiguille) + 1300 metri (fino a Chamonix quando l’innevamento lo consente).

Bianco e del desiderio di scendere

Orientamento: nord – ovest

grandi linee su grandi montagne. E’

Pendenza: 45°- 50° per 800m

legato inevitabilmente al fascino che si

Difficoltà tecnica: 5.1

cela dietro la concezione del viaggio,

Esposizione: 3

dell’avventura e della voglia di mettersi

Periodo ideale: Febbraio - Maggio

in gioco su terreni sempre più ardui e

Note: Ripido ed esposto. L’uscita del couloir finale è su ghiacciaio crepacciato, è

nel contempo più “appaganti”. La

necessario affrontarlo con buone condizioni d’innevamento, visibilità e adeguata

celebre parete nord dell’Aiguille du

preparazione e equipaggiamento (imbraco, piccozza, ramponi e una corda da

Midì, da sempre considerata dagli

30m ciascuno).

Chamoniard come porta d’accesso

Da Chamonix prendere la funivia dell’Aiguille du Midì ed attraverso il tunnel est

all’estremo (senza essere

raggiungere la cresta affilata, attrezzata con corde fisse fino a fine aprile

necessariamente alpinisti visto la

(normale accesso alla famosa Vallèe Blanche). Calzare sci o tavola appena

possibilità di usufruire della teleferica) è il termometro e l’esempio più lampante al mondo della rapida evoluzione di questo sport. Fino a cinque anni fa le tracce, durante tutta la stagione su questa mitica linea, si contavano sulle dita di una mano, aumentando di anno in anno fino ad arrivare allo scorso 16 maggio quando ben 17 sciatori l’hanno scesa durante la stessa giornata. Il traffico sta


West Couloir, Anguille du Midì Skier: Ben Briggs

possibile scaldandosi con qualche curva a 40° sul pendio esposto a sud-est (spesso neve buona vicino alle rocce). Aggirare la granitica parete sud dell’Aiguille du Midì e risalire 50m a sinistra dell’Abrì Simond. Traversare a destra attraverso la parete ovest (esposto) per raggiungere il pendio nord sul ghiacciaio sospeso. Scendere sulla sinistra all’inizio per prendere confidenza con la pendenza (al centro e a destra è più ripido e talvolta si trovano placche di ghiaccio affioranti o appena nascoste sotto un sottile strato di neve fresca). Raggiungere un piccolo colle sulla sinistra che attraverso 2 diverse entrate dà accesso al couloir ovest (ripido all’inizio e con possibile neve dura ad inizio mattinata, soprattutto in primavera); il lato sinistro del canale ha quasi sempre neve migliore. Prestare attenzione all’uscita sul conoide finale alla crepaccia terminale, il più delle volte coperta dallo scarico del canale stesso e da quello di uscita del Cosmiques. Tenersi a destra contro la parete rocciosa attraversando il Glacier Ronde (moderare la velocità in quanto bisogna spesso zigzagare tra alcuni seracchi per poterne uscire) e ricongiungersi con la traccia che scende dal rifugio dei Grands Mulets. Da qui due soluzioni: a) scendere sul ghiacciaio de Les Bossons, puntando ad un evidente passaggio tra un seracco sulla sinistra e la

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parete rocciosa che cade a picco nel canyon sottostante a destra (facile quest’anno).

sferzare dei venti da ovest fa sì che non ci sia mai

Si è ora fuori dal ghiacciaio, traversare a sinistra e

cornice e accumuli di neve all’imbocco e il fatto che

scendere gli ampi pendii sottostanti che finiscono

sia sceso regolarmente da decine di sciatori dopo

nel letto di un torrente poco più in basso.

ogni nevicata (fino a ridurlo ad un pendio di gobbe)

Arrivati al piccolo ponte di legno prendere il sentiero

fa si che i vari strati vengano ben compattati,

estivo che porta direttamente al traforo del Monte

rendendolo a mio avviso sicuro. Come per il Glacier

Bianco. Da qui, attraversando la strada, un altro

Ronde, la sua discesa integrale fino al tunnel

sentiero conduce fino a Chamonix (quest’anno

durante il periodo gennaio – aprile, con i suoi 2800m

l’intero tragitto è percorribile in sci e snowboard).

di dislivello, costituisce un’esperienza irripetibile.

b) Traversare leggermente in salita fino all’altezza della stazione dismessa della funivia dei Glaciers. Se

Quota di partenza: 3790 metri

l’innevamento non consente di scendere

Dislivello in discesa: 1500 metri (fino alla stazione

ulteriormente, continuare a traversare fino al Plan

intermedia del Plan de l’Aiguille) + 1300 metri (fino a

de l’Aiguille (stazione intermedia dell‘Aiguille du

Chamonix quando l’innevamento lo consente).

Midì), altrimenti scendere gli splendidi pendii della

Orientamento: nord – ovest

“Parà”, tenendosi a sinistra del piccolo canyon,

Pendenza: 45°- 50° per 800m

raggiungendo la sottostante e dismessa stazione

Difficoltà tecnica: 5.1

dove si può imboccare il sentiero estivo che porta al

Esposizione: 3

tunnel del Monte Bianco, ricongiungendosi con

Periodo ideale: Febbraio - Maggio

aggirare la parete sud e dirigersi ad un piccolo

l’itinerario precedente.

Note: Da ricordare sempre che si tratta comunque

colletto sotto l’evidente rifugio dei Cosmiques.

di un itinerario di alta montagna che richiede la

Ci sono tre entrate possibili (a distanza di pochi

COSMIQUES COULOIR

conoscenza delle tecniche alpinistiche di base o la

metri l’una dall’altra):

Come il precedente Glacier Ronde, il Cosmiques

presenza di una guida o di una persona qualificata in

La prima è la più evidente e quella più utilizzata e

couloir è parte della leggenda dell’Aiguille du Midì;

materia.

parte dal colletto subito sotto la crestina che scende

percorso dal sottoscritto e dai local dalle 30 alle 50

dal rifugio (da qui è possibile, affacciandosi, avere

volte a stagione, è diventato un cult della vita

Come per l’itinerario precedente prendere la funivia

una visione generale del couloir e dei pendii

chamoniard. L’entrata ripida sottoposta al violento

per l’Aiguille du Midì, scendere l’affilata cresta,

sottostanti; la vista sul ghiacciaio de Les Bossons è



Speedrider sullo Sperone Frendo Skier: Sconosciuto

mozzafiato). Con buon innevamento è possibile derapare i primi metri per negoziare la prima parte di terreno misto; ad aprile normalmente è interamente sciabile e in ogni caso è stata attrezzata l’anno scorso una sosta su spit per la calata. All’inizio dell’inverno possono essere richieste tre calate da 30m (cordini un po’ ovunque) per raggiungere i pendii piu aperti e sciabili. La seconda entrata è attrezzata anch’essa per una piccola calata in caso il pendio d’entrata, modellato dal vento, sia troppo ripido e si trova ad una decina di metri sulla destra della prima ad un altro mini colletto che si affaccia sui pendii ovest. La terza si trova ancora più a destra, consente di sciare una ventina di metri prima di effettuare l’eventuale calata che immette nel couloir principale (da evitare se non si conosce bene la zona). Sciare la prima parte tenendosi sulla sinistra per poi basculare sul pendio esposto a nord ovest che scende dalla cresta del rifugio. Dopo 50m circa una barra rocciosa di altezza variabile dai 15 ai 3m a seconda del periodo dell’anno (è possibile saltarla a fine stagione, tenendo presente sempre di essere in un couloir a 45 gradi di alta montagna) costringe ad un traversino un po’ scomodo tra le rocce verso sinistra. Ora il pendio si allarga permettendo di lasciarsi andare, fino ad una biforcazione che dà

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accesso a diverse uscite per questa fantastica discesa. Il couloir di destra sbocca in fondo nel

dalla Buvette de Glacier al tunnel del Monte Bianco.

couloir d’uscita del Glacier Ronde (itinerario

Attenzione: evitare quest’uscita in caso di cattiva

precedente) poco prima della crepaccia terminale,

visibilità o mancanza d’esperienza in ambiente d’alta

mentre quello di sinistra, meno ripido, porta

montagna!

direttamente sul ghiacciaio de les Bossons; da qui girando a destra si raggiunge in pochi metri l’uscita

PRÈ DU ROCHER E GRANDS BOIS

dei due precedenti itinerari (è possibile alla

Quota di partenza: 2310m

biforcazione prendere a sinistra e poi subito a

Dislivello in discesa: 1300m

destra raggiungendo una crestina che dà accesso ad

Orientamento: nord

un terzo couloir d’uscita). Come per l’itinerario

Pendenza: 35° max

precedente tenersi sotto la parete rocciosa per

Periodo ideale: inverno

trovare il passaggio tra seracchi e crepacci, fino a ricongiungersi con la traccia che scende dal rifugio

Nel caso di cattivo tempo o durante le nevicate è

dei Grand Mulets. Da qui seguire a destra il lungo

possibile scendere alcuni divertenti e facili itinerari

traverso che conduce al plan dell’Aiguille o tirare giù

che partono dalla stazione intermedia del Plan

dritto, obliquando leggermente verso destra all’inizio

dell’Aiguille. Il Prè du Rocher scende verso nord una

(per evitare i seracchi). Traversare poi verso sinistra

serie di piccole vallette che diventano

zigzagando tra i crepacci per raggiungere un punto

progressivamente più ripide. Verso i 2100m tenersi

preciso nel quale passare la grossa banda di

sulla crestina e all’altezza dei primi alberi obliquare

All’altitudine di 1800m circa, dove l’avvallamento si

seracchi o con una piccola doppia o con un dritto di

verso destra lungo i pendii più ripidi della discesa.

restringe, traversare verso destra lungo il sentiero

5-6m su ghiaccio vivo e frenata subito sotto a

Sempre seguendo i pendii nord (numerosi resti di

estivo fino a raggiungere la stradina dell’itinerario

seconda delle condizioni. Subito dopo i pendii si

vecchi chalets) s’incontra presto, all’altezza dei

precedente che conduce al parcheggio dell’Aiguille

rilassano; consiglio di traversare un po’ a sinistra

1600m, la stradina che riporta al parcheggio

du Midì.

per raggiungere il vallone che scende poi nel letto

dell’Aiguille du Midì. La discesa del Grands Bois

Attenzione: non mancare il traverso e scendere

del torrente (divertentissimo ad inizio stagione dove

scende a sinistra della stazione (faccia a valle) in un

troppo perché ci si ritroverebbe poi sui ripidi pendii,

con tanta neve si rimbalza da un pillow all’altro) fino

piccolo avvallamento direttamente a nord o più

non sciabili per la vegetazione troppo fitta, che

ad un ponte che dà accesso alla stradina che scende

verso sinistra a seconda della qualità della neve.

conducono sopra la Cascade de Dard.



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93

CI RIVEDIAMO QUI FRA 15 ANNI. PAROLA. SOLE E VISTA MOZZAFIATO SOPRA L’OCEANO GHIACCIATO. TLOK, TLOK, TLOK, ROTORE IN PRESA NELL’ARIA FRIZZANTE DI APRILE. 2011, GIRDWOOD, ALASKA. WHAT’S UP? WHAT THE HELL AM I DOING, WEEPING? WELL, YEAH! I’M JUST HAPPY. SIAMO TORNATI, FEDELI ALL’IMPEGNO PRESO QUINDICI ANNI FA. Testo di: Gianni Barra Foto: Courtesy Chugach Powder Guides


94 Funziona così: se nevica fai un pork out (abboffata,

fermarti. Sono rigidino, i 50 anni, un po’ di caghetta

o snowboard> e con <skilled americans from Seattle,

per gli italici mangioni) di powder nei boschi con

da astinenza da deep-US-powder da 15 anni. In tre di

nicely skiing hyper fat skies>

musica a manetta risalendo col gatto. Se vedi il sole,

anni ne facciamo 150, siamo venuti a festeggiarli qui.

Giovedì, di nuovo sole: buttiamo, beh no, riponiamo

piangi di felicità mentre voli e poi tiri curve nello

Partiamo al segno di Brad, la guida; passa tutto in tre

con affettuosa attenzione gli attrezzi nel pick up e via

zucchero a velo scendendo dal pandoro.

curve, torna la leggenda e la classe affinata in tanti

verso l’air strip a 10 minuti dalle vetrate dell’hotel.

Siamo i primi: vediamo gli altri 3 gruppi di 4 arrivare

anni di curve; la qualità della powder ti fa sentire

Eliporto. Ripasso su cosa fare e cosa no intorno al

in cima ai pandoro: lontani, soldatini-sciatori colorati

primo della classe; fa sentire tutti laureati in curve

chopper; tutti su, di nuovo i primi, tlok tlok tlok,

sulla punta rotonda di altrettanti panettoni, bianchi,

col master al CPG (Chugach Powder Guides).

iceberg nella baia, grandi panettoni candidi davanti

vergini, no one else but us. Vista sugli iceberg del fiordo, centinaia di altre punte, solo il portafogli può

al naso e candidi muri bianchi sulla sinistra, buoni Oggi nevica (se vuoi 4,5 mt di powder, deve

per chi di anni ne ha 20, con ancora tante ossa da

nevicare!), montiamo sul gatto riscaldato da rock

rompersi. Quando hai sperimentato ospedali in Italia,

music che si arrampica sul versante boschivo con

Brasile e mezzi Stati Uniti, ed il menu ossa sane è

luce più contrastata. Curve da orbi, a sera vedi solo

ridotto alla frutta secca, vuoi andare sui pandoro.

curve, nel piatto e sul cuscino. Pranzo tutti insieme in

Carviamo con 3 anche 4 sbuffi di powder alle spalle.

qualche valle, shooting the shit-cazzeggiando. Poi su e

Atterriamo su un lip, tornano le butterflies in my

giù di nuovo nella Disneyland invernale della powder.

stomach, quando Brad dice di seguirlo, uno alla volta

La passione qui accomuna uomini e donne, tutti bravi

al suo segnale, giù dal lip. Gambe dure, non trovo la

con pow snowboard o fat ski, di tutte le lingue.

saliva. Poi ecco la soluzione, corro come una gazzella

Abbiamo surfato con brasiliani <com a paissao para

e piego come una Ducati, powder nel naso e nei capelli. Girdwood è 45 min. di strada da Anchorage, dove arrivate con l’aereo. L’Hotel è strepitoso, sulla neve. Le operation di CPG sono direttamente in Hotel, dove potete anche noleggiare attrezzatura. L’amato Starbucks è piazzato davanti al bancone delle oparation. Sorseggiare black coffe and blue muffin scarponi ai piedi è delizioso.


95

In Hotel si fanno i briefing mattutini per verificare

Dedicata a tutte le “crazy bitch” dei nostri trascorsi.

le condizioni meteo, ma anche il corso iniziale di

Nevica, non si vola, ma ci arrampichiamo cingolati

alfabetizzazione su come si sale e scende

tra i boschi con il rock a martello. Battezziamo Crazy

dall’elicottero; come si usa il beacon trovapersone

Bitch Tour il tour 2011; con tanto di magliette

nelle valanghe. In più ad altre operation nel mondo

postume dalla Blade Runner Adventures. Plateaux e

dell’eliski, qui a Girdwood le CPG hanno anche un

pinete sotto la neve cadente, vallette nei pini dove

parco di esercitazione all’uso dei beacon, non si fa

devi sentire dove vai, perché le gambe sono sotto un

solo teoria. Le guide sono molto prudenti; al primo

metro di fresca.

run del mattino attendiamo sulla cima del pandoro

Sergio capotta head forward con gli sci da telemark.

che Brad scavi una buca profonda oltre 2 metri e

Io mio perdo con i brasiliani snowboarder fra i

sezioni la neve per capire se possiamo scendere in

pinetti di fondo valle.

sicurezza. Ti toglie un pensiero pesante mentre

Anche le run con il gatto hanno un gran fascino. E

spazzoli curve leggere.

tanta, tanta neve. Anche nel collo.

L’irriverente e volgarissima “Crazy Bitch di Buckcherry” pompa a manetta nel gatto mentre

La sera tutti al tavolo con i brasilian guy che

saliamo.

mostrano filmati con la telecamera sul casco; Peter,


96 nostro teammate, mostra film del gruppo, preso con

Briefing delle 8:30 am: forse si vola. Ore 10:00, Si!

singhiozzare di silenziosa felicità. Non è fotografabile.

telecamera montata backside. Gli amici americani

Atterriamo su una lunga cresta, non vedo plateaux?!

Saranno una componente della vostra personalità,

condividono il divertimento e le Tbone steak.

Seguiamo Brad, grinning. Stop. Briefing inusuale:

del crescere migliori. Farei un corso pratico ai

Shooting the shit è d’obbligo dopo una giornata in

<uno alla volta, 200 yards l’uno dall’altro, senza

teenager “Come migliorare personalità e carattere,

deep powder, vista oceano. Jason la guida che guida

aspettare il mio via, giù fino al fondo>. E’ una valle,

tolleranza e senso civico” pow carving in Alaska.

il gatto, ex campione professionista di snowboard

nulla attorno, larga come la fantasia, pendenza 25°,

Credetemi. I run di 15 anni fa sono ancora qui,

che esce dal gatto facendo un 360 head forward

che infila un’altra valle. I commenti rimarranno un

ricordi distinti, sensazioni, baie e plateaux. Girdwood

atterrando in piedi oltre i cingoli, nuovi amici

segreto ricordo solo fra chi c’era. Gli snowboard

amplifica questi ricordi, collegando e riattingendo

brasiliani e americani con cui condividere il meglio

saltano da una curva all’altra; emettiamo suoni da

dalla tasca di Eta Beta il meglio della vita sportiva,

del pandoro dell’emisfero boreale.

fumetti a mezz’aria. Curve raggio 60 metri, ma non è

quando vi serve.

carving-skiing: questa è l’essenza del powder carving.

Scopriamo solo ora che Brad ha fatto da guida a

Il motivo per cui vieni qui. E non lo dimentichi più. La

Travis Rice e Jeremy Jones nel film “The art of flight”

memoria è fatta per affievolire i ricordi nel tempo.

appena uscito, dopo 3 anni di riprese. Con noi è stato

Non questi. Non ti devi difendere da queste memorie.

prudente e diligente. Gli diamo un 10 (ed una

Non serve e non vuoi la macchina foto: vuoi tutti i tuoi

mancia) per la sua duttilità, rimanendo leale alla

sensi ad assorbire luce, passaggi, sensazioni di volo

sicurezza.

ad ogni cambio di spigolo, quel panorama strappamutande mentre carvi, il fruscio dell’attrezzo,

La settimana è volata, fra gatto ed elicottero.

i cristalli di neve fra i capelli e nelle narici, il tuo

Abbiamo nuovi amici from the world, nuovi indelebili ricordi, che si aggiungono ai 150 anni in tre. Buon Compleanno a tutti, e siccome tocca a tutti, regalatevi una settimana di vera pace con voi stessi. Dura molto più del vostro compleanno: it’s never too late to have a happy childhood; but the second one is up to you and no one else. Info: Blade Runner Adventure - www.heliskiworld.com




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