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ANNO XV - NUMERO 124 LUGLIO 2009
Dedichiamo la cover di questo numero ad una delle novità 2010 più chiacchierate di questo periodo, la tavola di serie con 4 pinne di Starboard, il Quad. Il rider in volo è un forte atleta francese, Cyril Moussilmani, di Marsiglia, ottimo racer e waver.
DIRETTORE RESPONSABILE Cristiano Zanni • cristiano@jmag.it REDATTORE CAPO Fabio Calò • fabio@hipow.com ART DIRECTOR Gianpaolo Ragno
RIDER
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ragno@hipow.com
MOVE
Cyril Moussilmani | Jump One Hand |
PLACE
Hookipa John Carter
FOTO DI
GRAFICA E DTP Carlo Alfieri • carloa@hipow.com IN REDAZIONE Michele Ivaldi • thechamp@hipow.com Marco Melloni • marcom@hipow.com Katiuscia de Letteriis • adv@jmag.it FOTOGRAFO SENIOR Raffaello Bastiani
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raffaellob@hipow.com
INOLTRE HANNO COLLABORATO A QUESTO NUMERO
testi:John Benamati, Fabio Calò, Michele Cicerone, Valentina Crugnola, Sylvain Demercastel, Niels Patrick Geisselbrecht, Robert Hofmann, Massimo Mannucci, Scott McKercher, Mattia Pedrani, Simone Pierini, Jason Polakow, Francesco Prati, Matt Pritchard, Emiliano Ridolfini, Tine Slabe, Ross Williams. immagini: John Carter, Sylvain Demercastel, Remi Duffour, FotoFiore, Alberto Guglielmi, Jacqueline Herrmann, Thorsten Indra, Sebastien Joffard, Sjaak van der Linden, Giordano Masala, Liz Metcalfe, Valerio Pedrani, Photodingo.com, Axel Reese, Kerstin Reiger, Darrell Wong, Simone Vellekoop.
Siamo entrati nel pieno della stagione agonistica, e ovunque mi giri vedo gare portate a termine. Alberto Menegatti ha appena vinto la tappa unica del circuito italiano slalom (ma come una sola tappa…?) ed è diventato Campione Italiano 2009, come lo era l’anno scorso, confermando la sua superiorità in termini di velocità. La bellissima Sardegna è stata sede in questo ventoso mese di giugno di diversi eventi, come l’European Freestyle Pro Tour, il Campionato Juniores, il Capo del
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Capo e i Campionati Mondiali Giovanili di Freestyle. Ci sono state poi le numerose regate AICW,
AMMINISTRATORE DELEGATO Cristiano Zanni • cristianoz@hipow.com
mai, al di là del mercato un po’ in calo, da questo fermento un sentimento di fiducia ci deve
RESPONSABILE DIFFUSIONE Piero Monico • pierom@hipow.com
sentimento deve essere forte. In ogni classifica che guardo vedo dei nuovi appassionati,
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qualunque campo e settore. Dal PWA con Matteo Iacchino e Malte Reuscher, giovanissimi e già
le gare di velocità e di salti al Lago di Garda; insomma un gran numero di competizioni e tutte in Italia. Tutto questo non può che farmi pensare che il nostro sport, il windsurf, è vivo più che allietare. Poi ci sono anche loro, le giovani leve, che confermano ancora una volta che questo ragazzini che stanno scalando le classifiche e si incitano a vicenda ad alzare il livello, in in grado di fare bene nelle gare slalom a Mattia Fabrizi, fresco Campione Italiano Freestyle
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Juniores, ancora minorenne ma che in acqua spacca già alla grande. Oppure il quattordicenne Nicholas Slijk che ha ottenuto uno splendido podio alla Shaka Bump&Jump in mezzo a tante gente con molta più esperienza di lui. L’età media dei windsurfisti negli ultimi anni si è
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notevolmente abbassata, e questo mi riempie di gioia, come mi fa sorridere trovarmi sulla spiaggia della Coluccia in Sardegna durante la recente tappa dell’EFPT, ammirare i ragazzi in
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acqua e non conoscerne nemmeno uno, perché fino all’altro giorno erano ancora dei poppanti, e trovarmi Andre Paskowski di fianco che mi dice che è rimasto solo lui della “vecchia guardia”, e ha solo 27 anni! Tutto questo mi dà speranza per il futuro del windsurf.
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Fabio I-720
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PERIODICITÀ mensile: febbraio/marzo, aprile, maggio, giugno, luglio, agosto/settembre, ottobre/ novembre, dicembre/gennaio
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Funboard è una testata della casa editrice JOHNSONS MEDIA, che pubblica anche gli annuari Surfing (surf, windsurf, kite), Snowb (snowboard) e le riviste Surf Latino (surf), Kite Magazine Stance (kite) Entry (snowboard), 4Skiers (sci freestyle) 6:00AM (skateboard), GirLand (femminile), e MainSail (vela).
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Š fotofiore/Canon
© fotofiore/Canon
Prendete un bel po’ di gioia di vivere, un perenne sorriso, una contagiosa allegria, tanta profonda e sincera generosità, un amore irrefrenabile per il mare e, proprio come il mare, mettetegli due occhi azzurrissimi. Infine provate a dargli un nome. Davide Beverino. Per chi lo conosceva bene è facile tracciare un ricordo di lui che abbia questi tratti.
Ci piaceva stare a sentire i suoi consigli, le sue strategie di gara, le sue idee per migliorarsi e migliorarci, a volte anche i suoi rimproveri (ricordo le memorabili litigate per montare sempre e comunque tutto il materiale stazzato o che avevamo a disposizione, oppure per cercare la giusta concentrazione prima di ogni prova).
Ma questo era Davide.
Per i giovani era un esempio, un campione da emulare.
I tratti della semplicità, della disponibilità verso il prossimo, amici ed avversari di turno, dell’attaccamento ad Andrea, a mamma Loredana e a papà Roberto, alla sua famiglia, e ai suoi valori. Erano i suoi tratti. Davide infondeva in tutti coloro che lo circondavano una sana allegria, trasmetteva a chi lo conosceva un entusiasmo vivo, verso qualsiasi cosa facesse o avesse intenzione di fare. Quella risata fragorosa, quelle idee a volte geniali, a volte strampalate, a volte davvero improponibili, sono i più bei ricordi che ci ha lasciato. Noi “elbani” eravamo contenti di averlo accolto nel nostro gruppo, con un’amicizia forte e sincera dettata forse anche da quella comune propensione all’allegria, alla misurata follia, al fare gruppo e al “chissenefrega com’è andata la regata l’importante è stare insieme e divertirsi” (tanto lui comunque avrebbe vinto). 16
E da fortissimo atleta quale era, si trasformava in un maniaco della preparazione tecnica e atletica, e prima di ogni gara era davvero difficile distogliere la sua attenzione da quella che, come sempre, sarebbe stata per lui una prova da vincere. Perché Davide il mare lo conosceva davvero, conosceva il modo migliore per regatare, in ogni condizione di vento. Proprio il mare ci ha regalato il suo sorriso e la sua amicizia, una profonda amicizia che proseguiva fuori dai campi di regata, nei progetti di lavoro, nelle vacanze e paradossalmente, quasi come una beffa del destino, proprio il mare ha voluto riprendersi tutto. Ha voluto riprendersi quel disordinatissimo furgone blu, durante uno di quegli interminabili viaggi per raggiungere i campi di gara, in estate senza aria condizionata e in inverno col riscaldamento rotto, le
memorabili mangiate di carne o di pesce e poi le “battaglie” per chi mostrava il fisico meno “ciccione”. Si è ripreso le sudate in palestra, le dormite chiudendolo da solo in una stanza perché russava – e poi dava la colpa agli altri -, si è ripreso un famoso viaggio con Emanuele (Arciprete), bevendo thè freddo, per poi scoprire che non era proprio thè… E ancora il testa o croce per chi doveva scegliere la mora e chi la bionda, prima di tornare con Marta, il suo primo, unico e vero grande amore di sempre. E come ci ha detto proprio Marta, ci piace pensare che forse in cielo avevano bisogno di un angelo speciale per proteggere noi quaggiù: e Qualcuno ha pensato a Davide. E lassù ci piace immaginarlo anche oggi, in una bellissima giornata di mare a Chiessi, Isola d’Elba, che insieme alla sua Sardegna amava tanto, mentre, per la tappa inaugurale del Campionato Toscano di Formula Windsurfing, si prende gioco di noi poveri regatanti, lasciandoci in attesa del vento. E ci piace immaginarlo ancora così, con il suo impeccabile stile e la sua bellissima andatura… Con il vento nelle mani… Ci mancherai tantissimo Ciao Davide.
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SEATEX REPAIR CENTER, TORBOLE
KITE SEGNANA
Da quest’anno lo storico laboratorio Seatex di Torbole sul Garda, oltre al servizio di riparazione vele windsurf e kite, tavole, grippaggio boma e nose protection, offre anche il servizio di riparazione e produzione mute e accessori in neoprene. Accanto a Seatexsails di Luca Gavioli e Seatexboards di Andrea Pagan, ora c’è anche Mermaid di Rita Unterhauser, nel settore della produzione mute da oltre trent’anni. Seatex è anche surf-shop, tutto per il rig e garantisce il servizio spedizione in tutta Italia. Seatex Repair Center - Via Strada Granda n. 87 – 38069 Torbole sul Garda (Tn). Seatexsails: mobile +39.335.5274455; Fax +39.0464.506050. Mermaid: mobile +39.338.2084628; Fax +39.0464.506050 www.seatexsails.com info@seatexsails.com. Seatexboards: mobile +39.347.7274782; +39.0464.548178 www.seatexboards.com info@seatexsails.com
Novità assoluta per la stagione 2009 al SurfSegnana: il Kite! Da quest'anno infatti il centro di Marco Segnana di Torbole sul Lago di Garda, offre ai propri clienti anche la possibilità di effettuare corsi e noleggi per il Kite, con l'esclusiva e professionale assistenza di istruttori IKO, e con l'ausilio di una nuova barca KiteSegnana studia e progettata appositamente per migliorare il trasporto, lancio e recupero dei kiter. Diversificate e complete come al solito le offerte del SurfSegnana per il kite: partendo dal corso prova (in land – a terra) del 1° livello, con 2 ore e mezza di lezione al costo di 60 Euro; oppure con la lezione normale in acqua, con il supporto della barca, per il lancio, assistenza e recupero, di 3 ore e mezza al costo di 95 Euro. C'è anche la possibilità di acquistare i famosi pacchetti by SurfSegnana come 3 lezioni (escluso il corso prova) da 3 ore mezza ciascuna suddivise in 3 giorni al costo di 270 Euro. Coloro invece che sono già dei kiter provetti e non hanno bisogno del corso ma vogliono divertirsi sfruttando la famosa Ora del Lago di Garda, il vento termico da Sud del pomeriggio, oppure il fresco Peler del mattino, Il SurfSegnana mette a disposizione la “kite-barca” per il lift assistito (supporto continuo della barca), il tutto ad un costo di 35 Euro. E per finire c'è anche la possibilità di noleggiare presso il SurfSegnana le nuovissime ali Passion della RRD e le tavole kite RRD. Il costo del lift assistito (2 ore) più il noleggio è di 65 Euro. Per maggiori informazioni e per prenotarvi il vostro corso kite potete contattare tutti i giorni dalle 8.30 alle 18.30 la segreteria del SurfSegnana al 0464.50 5963 (3 linee), oppure mandare una e-mail a info@surfsegnana.it, o anche visitare il sito www.surfsegnana.it
NUOVO CENTRO STARBOARD A MONDELLO, PALERMO Nella meravigliosa baia di Mondello è stato aperto per il secondo anno consecutivo il centro Starboard/Simmer/Quiksilver di Giangaspare Carta e Riccardo Belli. A disposizione di tutti i surfisti tanto materiale appena spacchettato, tavole Starboard, vele Simmer dalla 1,5 alla 8,2 mq. e mute Quiksilver. Tra le particolarità della scuola c’è la possibilità di provare l’ebbrezza di navigare in due sulla stessa tavola con il tandem Gemini, tavola meravigliosa per l’apprendimento super rapido con il vostro istruttore di fiducia, ma anche una tavola velocissima, pensate sono stati toccati i 27 nodi in due sulla stessa tavola! Altra particolarità della nuova scuola, nelle giornate di calma saranno a disposizione i nuovissimi Padule Board Starboard, che con soli 20 cm. d’onda fanno provare l’ebbrezza del surf. Corsi di tutti i tipi e per tutte le età, personalizzati secondo ogni minima esigenza, e noleggio con possibilità di abbonamenti anche stagionali. Il golfo di Mondello, conosciuto in tutto il mondo per il mare meraviglioso, facilmente raggiungibile anche dal centro città, si trova infatti a soli 5 km. dal centro di Palermo ed è l’ideale quindi per una splendida vacanza sportivo-culturale. Soffia molto spesso una bella brezza termica da est dai 10 ai 15 nodi e non è rara qualche bella ponentata oltre i 20 nodi. La scuola si trova c/o il Cubino Del Mare in viale regina Elena 95. Tel 091.455530. Per qualsiasi info: Giangaspare, tel: 329.4935571; Riccardo, tel: 388.1293333; e-mail: velavendo@yahoo.it
NOVITA’ DA TECNO LIMITS Dal 2009 i modelli XTR180 e XTR200 diametro 30 sono stati sostituiti dai più moderni XTRPRO nelle misure 180, 200 e 220 con diametro 28. Per chi fosse interessato, ricordiamo anche il Race 250-310. Pertanto i prezzi esposti sul catalogo Surfing non corrispondono al nuovo modello. I prezzi corretti sono: XTRPRO180: euro 760.00 XTRPRO200: euro 780.00 XTRPRO220: euro 800.00 XTRPRO250: euro 860.00 18
DROPS NEWS GIORGIO GIORGI CON DROPS
La squadra di Italiani che porteranno in alto il vessillo del marchio Drops si allarga nella categoria racing. Mentre Francisco Porcella continua a mietere risultati eccellenti in wave la squadra racing si avvantaggia dell’esperienza del forte atleta Giorgio Giorgi. I nuovi Kranz sono arrivati a Giorgio, il quale dopo averli pesati ha constato una leggerezza estrema delle tavole, una differenza di ben un chilo in meno di qualsiasi tavola della concorrenza. In acqua le prime impressioni hanno comunicato un’estrema rigidità e reattività delle tavole. In attesa di due nuovi modelli più piccoli da 110 e 100 litri, Giorgio si sta allenando con i due Kranz da 85 e 75 litri.
SUP IN MONTAGNA PER PATRICE Cosa ne pensereste di una bella vacanza in montagna in estate? Se questa frase ha inorridito qualsiasi surfista fino ad oggi, guardate cosa è riuscito a fare il grande Patrice Guènolè, trasformando in una divertentissima avventura l’incubo di molti di noi. Armato di un fiammante 12 piedi Drops ha attraversato un pezzo di bosco per poi scendere per un torrente di montagna. L’esperienza è risultata estremamente divertente tanto da far promettere ad altre avventure simili, magari ancora più lunghe ed estreme. Un modo inedito per surfare in alta quota, un’esperienza che potrebbe piacere anche noi.
DROPS 8’10, IL SEGRETO DEL VOLUME Il sup più veloce e radicale della gamma Drops, galleggia magicamente sotto il peso di un gigante da oltre 100 kg. Le sorprendenti performance della tavola sono state testimoniate in una uscita fatta con poca onda da Patrice che ha dichiarato di essere riuscito a conciliare equilibrio e reattività grazie ad una riuscitissima distribuzione delle forme e dei volumi. Il piccolo furios ha infatti un volume ragguardevole, ben 138 litri concentrati in soli 270 cm di lunghezza e 73,5 cm di larghezza. Le dimensioni infatti tradiscono il reale volume della tavola che si rivela solo in condizioni critiche. Se pensavate che il piccolo di casa Drops fosse troppo estremo per voi resterete sorpresi, provare per credere. Per info: Drops Board; tel.: +39.075.841542; fax: +39.075.841477; www.drops.net
SURFSEGNANA & VOLVO FOR LIFE © Flavio Valeriani
L’ormai consolidato accordo tra SurfSegnana e Volvo Italia continua, per il quinto anno consecutivo, all’insegna del comfort e della sicurezza su strada. Lo slogan “Volvo for life” della famosa casa automobilistica svedese è decisamente azzeccato per una realtà dinamica e ricca di costanti iniziative come SurfSegnana! E per abbinare l’emozione delle vostre uscite sul lago ad un test drive Volvo basterà contattare la Segreteria SurfSegnana e prenotare una prova scegliendo magari la sportiva C30, l’auto adatta agli spiriti che vogliono essere liberi di esprimersi, o la V50, station wagon compatta, o ancora la rivisitata XC70, station wagon elegante e possente che grazie alla sua trazione integrale vi permetterà di raggiungere gli spot più selvaggi, oppure la nuovissima XC60, il modello in dotazione al SurfSegnana, la nuova crossover Volvo con City Safety di serie, l'innovativo sistema che frena l'auto per evitare collisioni a basse velocità. Contattate la segreteria SurfSegnana per ogni informazione su questa iniziativa o per saperne di più sui convenientissimi pacchetti tutto compreso “Blue Week” e “Week End” a partire rispettivamente da soli 299 Euro e 169 Euro. Info: SurfSegnana – Foci del Sarca 38069 Torbole sul Garda (TN) www.surfsegnana.it - info@surfsegnana.it Tel. 0464-505963 – www.volvocars.it
VASCO RENNA ONLINE È in linea il nuovissimo sito del Vasco Renna Professional Surf Center. Con un solo clic potrai avere tutte le info sui servizi, le novità, i last minute, le offerte, le news, gli eventi, i video, la web cam e, novità assoluta, il tuo preventivo on line per la tua vacanza windsurf. Potrai così scegliere tra diverse soluzioni di soggiorno in hotel o appartamento e avere subito, in linea sul tuo computer, il preventivo della tua vacanza. Inoltre il Vasco Renna Professional Surf Center ha aperto anche una finestra su facebook a cui puoi accedere direttamente dal sito. Quindi se vuoi il windsurf dentro casa non dimenticare di fare un bordo nel sito di Vasco. Per info: Vasco Renna Professional Surf Center – Parco Pavese, 1 – 38069 Torbole sul Garda (TN) – Tel. 0464/505993 – Fax 0464/ 506254; E-mail: info@vascorenna.com - www.vascorenna.com.
BIC, BACK TO THE “BEACH” Per rispondere alla sempre crescente domanda di tavole da scuola durature ed economiche, e soprattutto a seguito della discontinuità del marchio HiFly, Bic windsurf sta ora lavorando su una nuova gamma di tavole da scuola per il 2010 chiamata “Beach”. Le tavole della nuova gamma inizieranno ad uscire sul mercato da fine 2009 con la prospettiva di completare l’intera collezione per la primavera 2010. La gamma “Beach” sarà un innovativo mix tecnologico Bic Sport in grado di offrire un prodotto che sia allo stesso tempo duraturo ed economico. Lo strato esterno della tavola sarà in Polietilene, simile a quello utilizzato per i Kayak Bic e già testato in termini di solidità. L’interno della tavola prenderà invece spunto dalla tecnologia solida e leggera della gamma Bic Surf in ASA. Bic Windsurf ha una storia di oltre 30 anni nell’ambito delle tavole scuola per principianti e pertanto è fiduciosa che il prodotto finale avrà uno standard di qualità che il mercato delle scuole di windsurf aspetta da anni. Bic Sport:Tel. 3395256730 / 3389142827. Info bicsportpromotion@alice.it
CAMPIONE TO PRA – LONG DISTANCE Sabato 19 luglio ci sarà la terza edizione della Long Distance Campione-Pra organizzata dall’associazione Windsurf Garda Lake. La gara consiste nel partire dalla spiaggia di Campione del Garda ed arrivare fino al famoso spot del Pra, non ci sono boe, ne percorsi, e vale tutto, rimanendo comunque sulla propria tavola. Vince chi arriva per primo sulla spiaggia del Pra. Verranno premiate due categorie, una per i rider che utilizzeranno vele superiori alla 6.0, e una per le vele inferiori alla 6.0. Lo skipper’s meeting è per sabato 19 luglio in spiaggia a Campione. Per info: www.windsurfer.it
FOX SCEGLIE FABIO CALO’
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Fabio Calò, ITA 720, entra da questo mese ufficialmente nel team Fox. L’azienda americana, leader nel settore del motocross con accessori ed abbigliamento, ha trovato nella persona di Fabio il giusto rider per diffondere il marchio anche nell’ambito del windsurf. Infatti da sempre Fabio è uno specialista del freestyle ma anche un vero amante delle onde e dei salti, e continua ad allenarsi molto nel wave scegliendo di passare gli inverni a surfare le onde piuttosto che manovrare nel chop. Dagli ultimi risultati ottenuti (II nella supersession RedBull Ramp in Sardegna, e II alla Shaka Bump&Jump sul Lago di Garda), Fabio si sta Fabio Calò dimostrando uno dei migliori saltatori italiani e il Team Fox gli augura di volare sempre più alto. Fabio a proposito della sua nuova sponsorizzazione dice: “Sono molto contento di poter collaborare con Fox, l’abbigliamento è tecnico, aggressivo e colorato, come piace a me. La collezione Fox è completa e varia con t-shirt, felpe, boardshort, cappellini, infradito e pure scarpe, c’è l’imbarazzo della scelta! Sono sicuro che questo marchio ben presto entrerà anche nello style dei windsurfisti, come lo è già saldamente in altri board sport come lo skate e il surf. Per tutto questo ringrazio Edmondo, manager Fox Italia, con cui spero di instaurare una duratura collaborazione.”
DOMANI PLANO ANCHE IO… FORSE EDIZIONE 2009, IL REPORT Grande successo per il corso principianti organizzato da iParassiti.com Asd che per il quarto anno consecutivo hanno organizzato un week end dedicato a chi non è mai salito su una tavola da windsurf o ai principianti che vogliono migliorare la loro tecnica per avvicinarsi alla loro prima planata. Cinquanta adulti e ben 12 under 10 si sono quindi ritrovati sul magnifico prato di SurfSegnana alle Foci del Sarca a Torbole. Un nutrito staff composto da ben 12 ParaIstruttori si è messo a disposizione del gruppone di nuovi associati che ha accettato la sfida. Lezioni teoriche e prove pratiche in acqua sono stati intercalati da momenti di svago e divertimento tra aperitivi, party al sabato sera e momenti di aggregazione in un clima festoso in cui sono stati coinvolti accompagnatori, mogli, fidanzate, mamme e papà dei partecipanti. Neppure il previsto mal tempo è riuscito a fermare l’iniziativa che fortunatamente è stata bagnata solo da poche gocce d’acqua. Il direttivo dell’associazione sportiva dilettantistica è rimasto molto soddisfatto dal successo dell’iniziativa puntualizzando che eventi di questo genere fanno bene al windsurf e alla sua promozione: “È del grande pubblico e di nuove leve che ha bisogno il nostro nobile sport!” ha dichiarato nel saluto conclusivo il presidente. Un grande grazie va a SurfSegnana che anche quest’anno ha supportato, e sopportato, l’iniziativa. Un altro alle aziende supporter de iParassiti.com: 100-One, MacCom, Nuova Garda, Ssito e Surfplanet senza il cui contributo l’associazione difficilmente potrebbe operare… Senza poi dimenticare la vasta schiera di Parassiti che si è adoperato nell’organizzazione di un evento per nuovi Fan’s di Funboard!Per info: wwwiparassiti.com
CERCO IL VENTO… PER FOTOGRAFARLO
BIC SURF JUNGLE, SUP
Prima mostra personale fotografica e di audiovisivi di Cataldo Albano. Con la collaborazione del Circolo Surf Torbole esporrà dal 11 al 13 settembre presso i locali del Circolo durante la manifestazione annuale SURFESTIVAL. Con la collaborazione del Circolo Ufficiali di Verona esporrà dal 29 settembre all’11 ottobre in Castelvecchio sede del Circolo. Contenuti: saranno esposte 36 stampe e su tre monitor in Full HD audiovisivi (video e presentazioni fotografiche) attinenti lo sport della vela. La mostra avrà la preziosa collaborazione per il design e il corredo coreografico della “Società della Forma” che all’esterno e all’interno della Mostra presenterà “Graffiti” attinenti al tema. In entrambe le sedi di esposizione sabato 12 settembre per Torbole e venerdì 2 ottobre a Verona i Writers della Società della Forma cureranno una Live Performance. Sempre il 2 ottobre nella sede del Circolo Ufficiali contribuiranno alla serata live anche due palestre di danza Hipop e un gruppo musicale.
Che sia per scivolare su acqua calme o per surfare onde gigantesche, la nuova Stand Up Jungle permette di godere al massimo di una sensazione del tutto nuova per il surf, facile da imparare. Sulla Stand up è possibile surfare grandi onde, rimanendo alti sull’acqua e questo significa poter vedere subito le onde, molto più facilmente di quando si è sdraiati sulla tavola. La nuova Jungle è stata progettata per permette di divertirsi sia con onde sia con la calma piatta. Lo shape rappresenta un eccellente compromesso tra manovrabilità e stabilità. Il suo volume considerevole permettere un veloce take-off, anche con pochissima onda. La sua forma influenzata particolarmente dal surf, con un kick posteriore piuttosto grande ed un lift accentuato, permette un’eccellente manovrabilità per le sue dimensioni. Con la sua larghezza limitata, anche il paddling è semplice, indipendentemente dalla propria corporatura. Istantaneo divertimento per tutti! Per info: www.bicsport.com
MISTRAL WINDSURFING CAMBIA PROPRIETA’ Come è già stato comunicato lo scorso anno, il gruppo Boards&More, di proprietà di Airesis SA Svizzera, ha venduto il marchio Mistral di Mistral International con sede in Olanda. Mistral International è guidata da Mr. Ado Huisman, manager Mistral-Textile in Europa. Boards&More ha continuato il suo windsurf business con il marchio Mistral. Dopo la negoziazione degli ultimi mesi, si è deciso che Mistral International lavorerà con una nuova licenza per Mistral Windsurfing, a partire dalla collezione 2010. La nuova licenza è stata acquistata da Anders Bringdal, il famoso e conosciuto windsurfer.
Per il 2010 Maui Sails introduce una nuova vela speciale, in Technora (sia nei pannelli che nelle tasche delle stecche), ulta leggera, espressamente dedicata al wave nelle condizioni di vento leggero, la Ghost xt. Il nome dice già tutto, una vela manovrabile, compatta, maneggevole e che trasmette un feeling davvero leggero con una buona potenza per le session wave light wind. Il co-designer Art Szpunar commenta questa nuova vela: “Dopo aver utilizzato il Technora nella nostra serie XT per le vele da race negli ultimi due anni constatando l’eccellente combinazione tra leggerezza e una buona resistenza, non siamo resistiti alla tentazione di creare qualche prototipo per il wave. Ho iniziato ad usare una 5.3 Ghost XT con onde grandi e vento leggero durante lo scorso inverno, e me ne sono innamorato!”. La Ghost XT è la vela perfetta per i giorni di vento leggero per un waveriding “smooth”, sarà disponibile nelle misure 5.0, 5.3, 5.7 e 6.1. Per info: www.mauisails.com; White Reef, tel: 0547.22756.
© courtesy Maui Sails
MAUI SAILS GHOSTxt 2010
Size 5,0 5,3 5,7 6,1 6,7
Mast 400 400 430 430 460
IMCS 19 19 21 21 25
Luff 419 429 443 455 467
Head ext. -
Downhaul 19 29 13 25 7
Boom 168 175 183 191 202
STARBOARD QUAD 2010
Starboard sorprende tutti e scommette sul Quad! La Starboard è nota per le sue idee rivoluzionarie che anticipano i tempi, come l’Evo, la tavola da Formula, l’I-Sonic, il Go, e ora arrivano le 4 pinne! Il Quad Fins sarà disponibile in due costruzioni, Wood e Wood Carbon e in 5 differenti volumi: 66, 70, 74, 80 e 87. Sarà anche possibile avere il Quad convertibile, ovvero utilizzabile sia single fin, per le session “bum&jump”, o con le 4 pinne, per un puro orientamento al waveriding. TESTO DI Scott McKercher • FOTO DI courtesy Starboard dimensione delle pinne posteriori, che regola in maniera critica la troppo poca o troppa manovrabilità della tavola. Cosa si prova quando la si usa, anche in andatura? Si potrebbe pensare che con così tante pinne ci sia troppo attrito in acqua quando si plana in linea retta, ma effettivamente, è l’esatto contrario! Alle basse velocità, c’è così tanta superficie di appoggio delle pinne che la partenza in planata della tavola è notevolmente anticipata. Ciò offre anche impressionanti capacità di risalita sopravento quasi come se si fosse sulle rotaie, che può sembrare strano dato che le pinne sono comunque corte.
Il team di ricerca e sviluppo di Starboard arriva sempre per primo, cercando di creare reali nuove emozioni che sono alla base dello sviluppo del windsurf verso nuove prestazioni. Il team Starboard, capitanato da Scott McKercher, ha iniziato a sviluppare i Quad circa due anni fa, notando subito l’istantaneo miglioramento del waveriding dei vari rider che utilizzavano queste tavole innovative. Come ama definire Scott, lo sviluppo del Twin Fin degli ultimi anni è stato “ una grande variazione del tema”, ma il Quad fornisce una reale differenza, basta metterlo sotto i piedi per capire immediatamente di cosa si sta parlando. Il nuovo Quad di Starboard utilizza scasse Surfinz e Mini Tuttle, questo per garantire lo stesso peso di una tavola single fin normale con la scassa US. Mentre per la versione convertibile, utilizzabile anche con una sola pinna, la tavola avrà lo stesso peso dei twinzer. Chiediamo ora direttamente a Scott McKercher qualche informazione in più su queste nuove tavole. Da dove è nata l’idea del Quad? Scott McKercher: “Nell’industria del surf da onda, le tavole a quattro pinne o Quads, hanno avuto una piccola resurrezione, e con il lavoro di sviluppo fatto sulle tavole da stand up paddle, abbiamo sperimentato un po’ di combinazioni inusuali che però danno sensazioni spettacolari. Il commento che mi ha particolarmente intrigato è stato quello di Kelly Slater, la cui sperimentazione con le quads è stata ampiamente pubblicizzata, che affermava che erano più maneggevoli anche alle alte velocità e mantenevano la spinta anche disegnando curve più lunghe. Il commento sulle “curve più lunghe” mi ha colpito particolarmente, specialmente vedendo i risultati ottenuti dopo vari test con la configurazione a tre pinne. Il TriFin ha degli aspetti positivi, tra cui un’accelerazione esplosiva sia in partenza che in curva con onda piccola, ma poi diventavano difficili da gestire con onde più formate e potenti, tracciando linee più lunghe. Perché Quad windsurfing? L’aspetto che io reputo mancante nelle tavole da windsurf è quello di produrre portanza, spinta ed accelerazione mediante le pinne, come per le tavole da surf da onda. I single ed i twin sono stati introdotti puramente per gestire la velocità e la curva, ma non per produrre portanza e proiezione. Questi nuovi Quads che abbiamo realizzato, invece, consegnano il perfetto mix tra curve pulite e lunghe quando necessario ed accelerazione fulmina con la poppa che fa scoppiare il lip con curve strette sui rails. Come avete sviluppato la tavola Quad per il windsur? Ovviamente, non ci siamo arrivati al primo colpo. Abbiamo provato ogni possibile combinazione per quanto riguarda la posizione delle pinne, le dimensioni e le forme, con risultati sempre diversi e più o meno soddisfacenti. Per certi aspetti alcune erano perfette, mentre scarse per altri e così via. Ho poi provato, quasi per scherzo, a mettere un altro set di pinne davanti ad esse e, sebbene fossi scettico, sono rimasto esterrefatto dalla sensazione. Ho quindi giocherellato un po’ con la 24
Com’è la surfata? In condizioni non perfette, dove magari bisogna anche schivare sezioni collassate dell’onda, l’accelerazione che si ottiene applicando una piccola pressione sul rail è davvero fenomenale, e ciò rende il waveriding accessibile anche ai riders meno esperti, che non devono più preoccuparsi come prima di mantenere e generare velocità utilizzando tecniche precise. Semplicemente, va dove tu vuoi mandarla, senza la minima difficoltà. Quello che adoro di queste tavole è la risposta immediata, accelerazione e spinta che si mantengono vive durante tutta la curva, con una sensazione di essere molto più vicini alla potenza dell’onda. Ovviamente però si riesce a far partire le pinne in ogni momento si voglia far uno slash sulla parete dell’onda. Ho cominciato a testare i quad a Margaret River, uno spot in cui è necessaria un sacco di spinta per arrivare in cima all’onda con vento sideshore. La tavola poi deve anche riuscire a mantenere un’ottima velocità anche con vento sideoff, senza però diventare difficile da controllare. L’ho provata in tutte le condizioni e l’ho sempre adorata. Gnaraloo è anche un ottimo spot per testare le tavole in quanto le onde sono lunghe e si possono fare molti turns, capendo bene cosa funzioni e cosa debba essere sistemato, per poi non parlare delle diverse condizioni a seconda della parte del reef che viene surfata. Geraldton è stato poi lo spot ideale per testare con condizioni di vento side onshore con onda piccola, ed ancora una volta le tavole sono state impressionanti. Siamo praticamente riusciti a trovare una combinazione che si adatta ad ogni livello del waverider, da principiante ad esperto, e che da il meglio in ogni condizione immaginabile! • programma di utilizzo: wave • shaper: Tiesda You
• importatore: Link Distribution, 0362.337568 • website: www.star-board.com
QUAD 66 misure: 223 cm x 53 cm x 66 lt sail range: da 2.3 a 4.7 QUAD 70 misure: 229 cm x 55.5 cm x 70 lt sail range: da 3.0 a 5.0 QUAD 74 misure: 228 cm x 57.5 cm x 74 lt sail range: da 3.5 a 5.5 QUAD 80 misure: 233 cm x 58 cm x 80 lt sail range: da 4.0 a 6.0 QUAD 87 misure: 234 cm x 60.5 cm x 87 lt sail range: da 4.0 a 6.0
BLADE Potenza, controllo e hardcore performance.
• configurazione: 5 stecche • programma di utilizzo: wave • misure: 3.0/3.3/3.7/4.0/4.2/4.5/4.7/5.0/5.3/5.7/6.2 • designer: Ben Severne • importatore: Link Distribution, 0362.337568 • website: www.severnesails.com
SEVERNE - VELE WAVE 2010 S1 Leggerezza e manovrabilità.
• configurazione: 5 stecche • programma di utilizzo: wave-freestyle • misure: 3.7/4.0/4.3/4.5/4.7/5.0/5.3/5.6/5.9/6.3 • designer: Ben Severne • importatore: Link Distribution, 0362.337568 • website: www.severnesails.com
• rider: Scott McKercher • spot: Hookipa, Maui • tavole: Starboard Quad 74, 2010 • vela: Severne Blade, 2010 • foto: John Carter
RRD FIRERIDE W-TECH 2010
La linea di tavole RRD freeride 2010 è stata completamente ridisegnata mixando sapientemente velocità e facilità di controllo, il tutto accompagnato da una impareggiabile sensazione di accelerazione e facilità di carvata. “Plug and play” è la prima cosa che vi verrà in mente quando appoggerete i vostri piedi su una di queste tavole. TESTO DI Ovidio Ferrari • FOTO DI courtesy RRD rider: Kevin Mevissen foto: courtesy RRD
• programma di utilizzo: freeride • shaper: Aurelio Verdi, Roberto Ricci
• importatore: Ricci International, 0564.455786 • website: www.robertoriccidesign.com
FIRERIDE 125 W-TECH misure: 245 cm x 69 cm x 125 lt x 7,5 kg pinna: MFC 40 RC2 CNC G-10 (PB) sail range: da 5.4 a 7.5
La caratteristica principale di questi nuovi freeride è l’utilizzo della nuova tecnologia di costruzione più leggera che ha permesso di aumentare enormemente il potenziale di planate e di velocità di punta. Outline più corto e compatto, grazie ai bordi pieni da prua a poppa. La nuova linea scoop rocker è più dritta, specialmente in corrispondenza della zona del piede d’albero con lo scopo di migliorare l’entrata in planata e ridurre l’impatto coi chop. La carena è caratterizzata da una V che aumenta nella zona di poppa, caratteristica tipica delle classiche tavole freeride, che permette di ottenere una propensione eccezionale alla carvata e grande facilità di controllo col piede posteriore. Le strap si trovano in posizione più interna, per permettere un inserimento più semplice dei piedi e un miglior bilanciamento, che rende molto più confortevole la posizione in andatura e piacevole l’uscita.
FIRERIDE 135 W-TECH misure: 248 cm x 72 cm x 135 lt x 8 kg pinna: MFC 44 RC2 CNC G-10 (PB) sail range: da 6.0 a 8.5 FIRERIDE 145 W-TECH misure: 249 cm x 75 cm x 145 lt x 8,4 kg pinna: MFC 46 RC2 CNC G-10 (PB) sail range: da 6.5 a 9.0 FIRERIDE 155 W-TECH misure: 251 cm x 78 cm x 155 lt x 8,6 kg pinna: MFC 48 RC2 CNC G-10 (PB) sail range: da 7.0 a 9.3
FANATIC 2010
SKATE TE
NEW WAVE TWIN TE
NORTH SAILS 2010
SKATE TE 90 232cm x 60cm x 90lt Best Sail 4.0-6.6 SKATE TE 100 235cm x 63,5cm x 100lt Best Sail 4.5-7.0 SKATE TE 110 237cm x 66,5cm x 110lt Best Sail 5.0-7.5 NEW WAVE TWIN TE 72 NEW WAVE TWIN TE 79 NEW WAVE TWIN TE 86 NEW WAVE TWIN TE 93
230cm x 53,5cm x 72lt Best Sail 3.7-5.3 232cm x 55,5cm x 79lt Best Sail 4.0-5.8 234cm x 57,5cm x 86lt Best Sail 4.2-6.2 236cm x 59,5cm x 93lt Best Sail 4.5-6.6
NORTH SAILS DUKE, BlackBerry Misure: 4.2/4.5/4.7/5.0/5.4/5.9/6.4/6.9
NORTH SAILS EGO, BlackBerry Misure: 3.0/3.4/3.7/4.0/4.2/4.5/4.7/5.0/ 5.3/5.6/5.9/6.3
NORTH SAILS ICE, BlackBerry Misure: 3.4/3.7/4.0/4.2/4.5/4.7/5.0/5.3/5.7
MISSION
SIMMER 2010
BLACKTIP
La classica di casa Simmer dedicata alle condizioni wave side shore, made in Hookipa.
La nuova vela X-Over di Simmer, ideale per gli standard della nuova generazione con un misto fra freestyle e wave.
MISSION Misure: 3.0/3.3/3.7/4.0/4.2/4.5/ 4.7/5.0/5.3/5.6/6.1
BLACKTIP Misure: 4.2/4.5/4.8/5.1/5.4/ 5.7/6.0/6.4
CHALLENGER 2010 K-ONDA
K-Onda resta l’infaticabile Wave-Side-Extreme di casa Challenger. Un riferimento consolidato nelle condizioni wave più estreme; stabile, neutra, affidabile, permette di affrontare le condizioni più impegnative senza alcun timore. Maggiormente rinforzata nei punti critici, migliorata nella visibilità “through-window” e nel “feeling” in manovra. Costruita completamente in X-Tra colorato e di varie grammature in base ai punti di maggior stress, semplificata nel trim, aumentata di potenza (nelle misure più grandi per non penalizzare i rider più pesanti). Robustezza ed affidabilità sono quindi i suoi punti di forza.
Misure K-ONDA: 3.3/3.7/4.0/4.2/4.5/4.7/5.0/5.3/5.7/6.1
FANATIC SUP FLY 2010 Fanatic presenta per il 2010 la sua nuova linea di tavole SUP Fly. Due anni di attenta ricerca e approfondita analisi del background hanno data vita ai 3 nuovi shape di Fanatic per il SUP. Progettati principalmente pensando alle prestazioni del surf, i Fly hanno uno shape compatto con una linea rocker dedicata al waveriding, ma con la distribuzione del volume adatto ad assicurare il divertimento anche su acqua piatta e laghi. La possibilità di poter utilizzare anche la vela amplia a 360° l’utilizzo di questi SUP. Due modelli sono dedicati ai rider di qualunque livello, mentre uno è più indicato ai rider avanzati, e permetteranno di divertirsi quando il vento non è abbastanza forte. I Fly SUP di Fanatic saranno disponibili in due costruzioni per accontentare tutti: la robusta High Resistance Skin (HRS), oppure l’elegante versione in legno Wood Sandwich. Entrambe le costruzioni utilizzano un comodo Softdeck no-slip pad. La linea si completa con una vasta offerta di pagaie, dalla versione base per i principianti (Fly Paddle “Standard”), alla versione comfort per gli intermedi (Fly Paddle “Comfort”), alla linea top di gamma con il modello in carbonio per i rider esperti (Fly Paddle “Carbon”). Misure: Fly 9’6”, Fly 10’0”, Fly 10’6”
Rider: Andre Paskowski Foto: John Carter
Fly HRS 10’0’’
Fly WOOD 10’0’’
SUP CARBON PADDLE
GIUGNO 2009
Peler furiosi ma soprattutto Ora forte su tutto l’Alto Lago di Garda in questo mese di giugno. Qui al lago in questo inizio d’estate non ci si può proprio lamentare per il vento, anche quando le previsioni sono avverse, ecco che dal cilindro spuntano fuori giornate epiche! Come quella di sabato 6 giugno con 40 nodi in Porfina e le onde, con alcuni local e Fabio Calò che facevano salti come se fossero al mare!
TESTO DI Mattia Pedrani • FOTO DI Valerio Pedrani Come si usa dire: “Meglio tardi che mai!”. L’Ora ritardataria ed in malattia durante il periodo primaverile, sta finalmente entrando con una buona intensità e consistenza, proprio nei mesi in cui dovrebbe già cominciare a calare... Le varie perturbazioni di bora ed i venti meridionali sull’Europa, hanno fatto impazzire il Lago di Garda, increspandolo dalle direzioni più disparate ed inusuali. Malcesine con 30 nodi vento e chopponi di 2 metri?! Che c’è di strano?! I bei Peler di un tempo erano spesso così... Questo però non era Peler, ma l’esatto opposto! Il medesimo giorno, la medesima Ora di perturbazione che ha spezzato le piante a Malcesine, ha toccato i 42 nodi in Porfina, con uno shorebreak di circa 1.5 metri!!! Ovviamente, essendo uno scenario inusuale, sono riuscito a farmi riprendere alcuni tricks che finiranno puntualmente nel mio prossimo video: “Burner$ 'n' Choppers”! Finalmente ho anche avuto un po’ di tempo per allenarmi ed ora chiudo abbastanza bene sia le choppers, cioè le Airfunnel ad una mano, che Kono switch e normali, quasi su entrambe le mure. Giusto in tempo per non fare proprio la figura del pellegrino alla prima tappa di Coppa del Mondo freestyle a Lanzarote, che si svolgerà a fine giugno. Nel frattempo, il meteo è impazzito talmente qui al Lago che sono perfino entrate le onde!!! Scherzi a parte, le onde non sono mancate, ma erano quelle dello Speedy che passava avanti ed indietro davanti al Pier ed alla Conca, in occasione della Shaka Bump&Jump. Le condizioni non sono state ideali, ma comunque l’organizzazione e l’evento sono stati davvero impeccabili e sono anche riuscito a guadagnare una vittoria, del tutto inaspettata, a parimerito con Fede la Croce. Grazie ancora a Shaka per l’organizzazione, per ora è tutto dal 464. 464 on My B@cK
Mattia in Kono.
ITALIAN FREEST YLE JUNIOR E WOMAN CUP, X-RAY TALENT FACTORY - SARDEGNA
Spettacolo e grandissimo livello in Sardegna per la tappa unica dell’Italian Freestyle Junior e Women Cup (AICW e FIV) che ha assegnato la vittoria per la categoria Youth maschile al 18enne Mattia Fabrizi (Starboard/Simmer) davanti al romano Vittorio Mazzocca (Rrd) ed al siciliano Fabrizio Emmanuele (Jp/Gaastra). Alla molisana Annamaria Zollet (F2/North Sails), che ha sconfitto la sarda Francesca Floris (Rrd/Simmer), va invece il gradino più alto del podio femminile.
TESTO DI Simone Pierini • FOTO DI Daniele Stanisci Mattia Fabrizi, Campione Italiano AICW Juniores 2009.
MATTIA FABRIZI VINCE L’ITALIAN FREEST YLE JUNIOR CUP La gara è giunta a coronamento ed a chiusura dell’XRay Talent Factory, lo stage ideato e sviluppato da Raimondo Gasperini, organizzatore nonché Race Director del campionato, con il supporto del Comune di Olbia, dell’Assessorato all’Ambiente e dell’Assessorato allo Sport e Politiche Giovanili per la scoperta dei campioni del futuro e la crescita del windsurf nella zona di Olbia. I vincitori si sono portati a casa un biglietto aereo per Fortaleza, in Brasile, offerto dal Main Sponsor Air Italy. Altri numerosi premi sono stati distribuiti a tutti i partecipanti grazie al sostegno delle aziende di settore Starboard/Severne, Rrd che ha messo in palio una tavola Wave Joy, JP e Gaastra con una vela Echo, NeilPryde con una vela The Fly, Naish con una vela Ripper, oltre a Tecnolimts, Amex, Pat Love, Tabou con boma, prolunghe, trapezi ed accessori. Un ringraziamento speciale anche alla Volkswagen che con la concessione di un Multivan ha permesso ogni tipo di spostamento dei ragazzi per i vari spot dell’isola ed alla Red Bull per il supporto energetico fornito ai ragazzi per sostenere ulteriormente le proprie prestazioni in acqua. La competizione è partita venerdì con il primo Single Elimination disputato presso la spiaggia di Coluccia, ospiti del carismatico Stefano “Steddu” Pisciotti nella sede alternativa al campo di regata originale di Murta Maria, vinto da Mazzocca che ha guidato la classifica davanti a Fabrizi fino al giorno successivo approfittando di una finale con poco vento. Il biondo romano ha scelto il lato migliore della baia che sorge a nord della Sardegna per chiudere nove manovre pulite al cospetto delle difficoltà incontrate dal suo avversario sul bordo sopra vento. La giornata di sabato invece è stata da brividi. Il maestrale ha soffiato con grande violenza permettendo altre due Single Elimination presso il centro surf Marina Maria. La prima gara ha permesso a Fabrizi di tornare in lotta per il successo finale grazie alla vittoria ottenuta contro il radicalissimo Fabrizio Emmanuele, autore comunque di un paio di manovre incredibili a due passi dalla riva tra cui una Shaka potentissima. La costanza e l’esperienza del ragazzo bresciano ha però fatto la differenza presentandolo alla terza prova in vantaggio, frutto anche del terzo posto ottenuto da Mazzocca, sconfitto in semifinale dagli Speed Loop dello stesso Emmanuele. Il confronto tra i due talenti più lucenti della 32
Vittorio Mazzocca, II classificato degli Juniores.
disciplina più estrema del windsurf si è poi materializzato con la straordinaria Heat finale della terza prova. Il vento ha continuato a soffiare oltre i 30 nodi permettendo a Fabrizi e Mazzocca di esprimersi al meglio. Ai Chachoo Switch del primo rispondeva con il Funnel il secondo. Con il passare dei secondi però Fabrizi costruiva una delle più belle session della sua breve carriera infilando 12 manovre in soli 5 minuti lasciando a bocca aperta giuria e pubblico presente. Un urlo ha infatti accompagnato la perfetta realizzazione del Misty Flip, uno dei trick più radicali della giornata eseguito proprio di fronte ai giudici, del Ponch e di tutte le varianti dello Spock. Seppur bravo Vittorio Mazzocca, autore comunque di una batteria di assoluta qualità, ha dovuto inchinarsi alla superba prestazione del neo campione italiano juniores. Nella finalina che ha assegnato il gradino più basso del podio Fabrizio Emmanuele ha confermato di essere uno dei riders con più talento e coraggio in circolazione relegando dietro di sé Jacopo Testa, sfortunato ad eseguire una bellissima Clock fuori dal tempo di gara. Una menzione particolare va anche riservata per l’altro siciliano Fulvio Lombardo autore con una rabbiosissima Toad, degna del miglior Kiri Thode, della più bella manovra di tutta la competizione. Intensa anche la gara femminile, organizzata proprio per lanciare e diffondere il freestyle tra le donne, con la vittoria della 21enne già due volte campionessa italiana Annamaria Zollet. La “piccola” molisana è riuscita nella Heat conclusiva ad avere la meglio sulla temibile sarda Francesca Floris mettendo in mostra con assoluta naturalezza trick della old school, come Duck Jibe e Body Drag, oltre al Vulkan, manovra basilare punto di partenza per tutte le evoluzioni successive. Terza si è classificata la nordica Eva Ciochetti che ha esaltato i presenti chiudendo per la prima volta nella sua vita proprio il Vulkan e riuscendo a mettersi alle spalle l’aggressiva local Adriana Attardi. Tra le categorie dei più giovani l’affermazione per gli Junior è andata a Matteo Romeo che ha sconfitto Matteo Todeschi. Terzo stilosissimo Matteo Testa, fratello minore di Jacopo. Nei Minim invece vittoria netta per il 12ennne Francesco Capuzzo, giovane campioncino dal futuro già scritto scoperto e cresciuto dalla scuola XRay Talent Factory di Raimondo Gasperini. Altro prossimo fuoriclasse allevato da “Ray” nei Kids è stato l’11enne Andrea De Lillo che ha sconfitto il tenace Max Suchetet.
Fabrizio Emmanuele, il giovane siciliano e sempre super radicale!
XRAY TALENT FACTORY 2009 - CONTINUA IL SUCCESSO DELLA FABBRICA DI TALENTI DI RAIMONDO GASPERINI. PROSSIMA TAPPA... JERICOACOARA! Vedere un campionato nazionale di Freestyle giovanile con quasi 30 partecipanti di cui almeno 20 nati e prodotti dall’XRay Talent Factory rappresenta in assoluto il miglior risultato possibile ed immaginabile per il lavoro di anni messo in atto da Raimondo Gasperini. Vedere principianti mai saliti su una tavola da windsurf chiudere la settimana iniziando ad attaccarsi al trapezio e chiudendo la virata elicottero in condizioni di vento leggero, ragazzi provare e riuscire a realizzare manovre di grande difficoltà come Vulkan, Spock, Grubby, addirittura Flaka e Speed Loop trasforma l’orgoglio in qualcosa di più, avvicinandolo quasi alla commozione. Il tutto frutto della passione di Ray e del suo Team composto dal laziale Nicola Spadea (Starboard/Severne), terzo nelle classifiche italiane e quinto nell’ultima tappa italiana del campionato europeo, di Gabriele Varrucciu (Naish) che proprio insieme a Nicola ha condiviso il piazzamento all’europeo, di Annamaria Zollet che prima di confermarsi al vertice in Italia nella categoria femminile ha messo a disposizione le sue conoscenze per aumentare ulteriormente il numero e le potenzialità delle ragazze che praticano questo sport. I quattro giorni di stage si sono svolti presso il centro surf di Marina Maria gestito da Antoine Garrucciu, spot splendido per la pratica del freestyle grazie alle condizioni di acqua piatta e per la costante presenza del vento termico, ad eccezione del day 3 dove il “groppone” composto dai 18 allievi della scuola si è spostato presso il centro Sailboard di Nicola Campus sulla spiaggia dello Squalo nella località di Pittulongu. Per l’occasione si sono svolte delle gare interne, una di long distance ed una di trick freestyle. La premiazione finale è stata effettuata all’interno del prestigioso Yacht Club di Olbia alla presenza dell’Asssessore Marco Piro insieme a tutti i componenti dell’Xray Talent Factory ed agli atleti che si sono sfidati nella Italian Freestyle Junior e Women Cup. Il miglior Rookie è stato Francesco Capuzzo che si è aggiudicato come Mattia Fabrizi un biglietto aereo per Fortaleza, da consumare in occasione del XRay WindJeri Windsurf Camp 2009, il prossimo evento promosso da Raimondo Gasperini previsto da metà novembre inizio dicembre a Jericoacoara, la “Mecca” del Windsurf. Scoperto da Raimondo Gasperini il siciliano si è presentato in gran forma e già dopo il primo giorno ha realizzato ciò per cui era partito alla vigilia: la Flaka, alla tenera età di 12 anni! Un fenomeno quasi annunciato che con la sua costante presenza in acqua in qualunque condizione di vento continua a migliorarsi a vista d’occhio. Bravissimi anche tutti gli altri a partire da Luca Del Pero, arrivato forse tardi all’appuntamento con le competizioni ma dotato di uno stile da molti riconosciuto come il migliore della truppa, per passare poi per Stefano Caldarone, che nello zainetto riporterà a casa la conoscenza dello Spock e dello Speed Loop, fino ad arrivare ai neofiti del windsurf come Felice De Ruggieri e Gabriele Della Vedova. Il premio di miglior Attitude è andato invece a Riccardo Lapi, per la dedizione, l’impegno e l’educazione mostrata nel corso di tutta la settimana. Un esempio da seguire per tutti coloro che avranno l’opportunità di ripetere o affrontare per la prima volta uno stage di questo livello. Durante la manifestazione i ragazzi hanno potuto deliziarsi e prendere coscienza dell’atteggiamento da gara con la visione di una super session di atleti del calibro di Gianmario Pischedda (Fanatic/Ezzy), campione italiano wave, Andrea Mariotti (Jp/NeilPryde), terzo nel ranking italiano, Luigi Madeddu (Tabou/North), Nicola Spadea Stefano Como (Starboard/Gaastra) e Gabriele Varrucciu (Naish), che hanno messo a disposizione la loro presenza a dimostrazione dell'importanza, il prestigio e la qualità dell’evento.
RAMPA RED BULL: IN VOLO DAVANTI A MARINA MARIA! Protagonista della settimana non poteva non essere la Rampa Red Bull. Una volta messa in acqua di fronte alla spiaggia di Murta Maria l’effetto che ne è conseguito è stato rapidissimo. Persone in piedi, urla di stupore e soprattutto atleti in fila per poter provare l’ebbrezza di un Forward di due metri in acqua piatta. Il successo, come si attendeva, è stato incredibile. Lo show è partito subito con Raimondo Gasperini che volava filmando il tutto con una telecamera Go Pro on board riposta nel caschetto per immortalare immagini ad alto contenuto spettacolare. Con lui anche Nicola Spadea, che si è esibito nella figura denominata “Superman” togliendo i piedi dalla tavola al momento dello stacco, Luigi Madeddu, Fabrizio Emmanuele, Mattia Fabrizi, e molti altri. Evento storico è stato anche il primo salto assoluto di una donna con la campionessa italiana Annamaria Zollet che non ha mostrato alcun timore lanciandosi a grande velocità verso la Rampa staccando altissima. Coraggiosi anche i partecipanti all’XRay Talent Factory 2009 Gianluca Giuliano, che ha esordito provando immediatamente un Forward, Stefano Caldarone e il giovanissimo Francesco Capuzzo.
Annamaria Zollet, la prima donna italiana a saltare sulla rampa RedBull.
Capuzzo Francesco, Best Rokie XRay 2009 e Vincitore categoria Minin Italian Junior Cup.
Raimondo Gasperini in Forward sulla Rampa con la telecamera Go Pro sul casco.
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Anne Marie in Perù.
Anne Marie dove sei cresciuta? Nella provincia di Friesland al nord dell’Olanda. Come hai scoperto il windsurf? Ho iniziato insieme a mio padre quando ha voluto imparare. Io e mia madre salivamo sulla sua attrezzatura ogni qualvolta prendeva una pausa, molto velocemente ce ne siamo impossessate! Le onde ti sono piaciute sin dall’inizio? Non sapevo nulla del wave all’inizio. Ho cominciato con il race, lo slalom e la classe Mistral. Quando ho compiuto 19 anni mi sono spostata sulla costa tedesca, e lì ho scoperto le onde locali. Presto ho cominciato a viaggiare verso mete più esotiche (Sud Africa, Hawaii) per scoprire ed imparare di più riguardo queste impressionanti onde… Sei eccezionale nel windsurf, surf e Stand up Paddle. Qualcuno in particolare che ti piace? Quale tra questi sport pensi sia più difficile da imparare? Il surf per me è stato il più difficile da imparare. Faccio windsurf da quando ho 12 anni, quindi ho molta più esperienza in questo sport… Penso serva molto muovere i primi passi in giovane età. Comunque con le onde ho preso confidenza più tardi. Sicuramente per imparare salti e cose un po’ più matte è meglio farlo quando si è adolescenti e un po’ incoscienti. Lo Stand Up Paddle tra le onde richiede un po’ di tempo per trovare l’equilibrio e capire come sono le onde. Ma sicuramente su acqua piatta è facilissimo: immediatamente si ha successo riuscendo a percepire le splendide sensazioni che si provano stando sull’acqua! Il surf è la disciplina per me più dura. Imparare a salire perfettamente sulla tavola al momento giusto e nel modo giusto non è così semplice. Nel windsurf e nel SUP si è già in piedi sulla tavola!!! Quindi quando inizi a cavalcare un’onda sei già nella buona posizione. 34
Anne Marie “spadaccia” a Hookipa, il suo home spot.
Come mai hai deciso di trasferirti a Maui? Ho scoperto Maui nel 1998, mi sono subito sentita a casa. Da quella volta ci sono ritornata due volte l’anno; ed ora ne ho fatto la mia “base”, il posto da cui partire e verso cui tornare. Amo vivere lì. L’oceano è stupendo, in più la gente che vive lì forma una piccola comunità. È davvero speciale far parte di tutto ciò. Com’è far windsurf ad Hookipa? Hookipa è così divertente! Ci si può mettere un po’ per fare amicizia con le rocce!!! Haha! Lo adoro. Poi fare qualche Bottom, gli Aerial ed infine ti trovi nel canale per tornare oltre i set. L’onda non è mai uguale. Mareggiate da est, da ovest, da nord… Combinazioni di mare… Ti sorprende ogni volta, mostrandoti quanto sorprendente possa essere. Amo far windsurf ad Hookipa insieme con tartarughe, delfini e balene, sotto un arcobaleno che brilla alto nel cielo… Alooooha. Mai avuto problemi sullo spot tra windsurfer, kiter e surfer? Pensi sia possibile essere tutti insieme pacificamente in mare? Si certamente. In mare ed a terra; provare a mettersi al posto dell’altro atleta: immagina l’orribile sensazione di un surfista quando un windsurfista gli passa sopravento quasi attaccato. Magari mostrare un po’ di rispetto verso l’altro, dandogli un po’ di spazio, sarebbe meglio. Quando c’è tantissimo vento, non è bello per i surfisti, quindi magari per loro sarebbe più opportuno attendere che il vento cali, ed entrare in acqua in serata, piuttosto che passare la giornata a “mollo” dando fastidio ai sailers! I kiter non hanno proprio il “diritto” di surfare Hookipa: le linee sono troppo lunghe ed il posto troppo piccolo. Va bene quando sullo spot non c’è troppa gente ed i kiter sono rispettosi ed esperti. Quando c’è troppa gente normalmente si spostano su Lanes (giusto poco sottovento). Bisogna cercare di “non possedere” l’oceano! È di tutti, è libero, ed è bello poterlo condividere nel modo in cui ognuno di noi più lo ama.
Se si comincia a pensare: ”questo sport è meglio di quest’altro”… Questo unico scambio di emozioni con il mare verrà immediatamente rovinato. Ho visto tue splendide foto di surfate in spot australiani davvero radicali, com’è fare windsurf laggiù? La costa Ovest dell’Australia è semplicemente incredibile! Sperdute coste ed onde sono ancora tutte da trovare. Devi guidare moltissimo per raggiungere ed individuare la condizione perfetta, ma una volta raggiunta… È il massimo! Sino ad ora qual è lo spot più bello che hai mai surfato? Hookipa e Margaret River. Cosa rappresentano per te le onde? Per me significano libertà: le onde vanno e vengono; ci sono e non ci sono… Non puoi obbligarle ad esserci. È una corrente libera, creata dalla Natura. Le onde ti mostrano la via. Non puoi sempre sapere cosa farai su un’onda, è l’onda che decide secondo la tua capacità. Qualche volta chiude … Così puoi salire verticalmente e poi atterrare davanti a lei. Qualche volta resta aperta, lasciandoti la possibilità di “cavalcarla” a lungo. Qualche volta, riesci a vedere sotto la linea una sezione che si sta per chiudere, perfetta per essere raggiunta a tutta velocità e impostare un Aerial. Le onde mi danno energia; la loro altezza, talvolta spaventosa, la massa d’acqua che si forma e costruisce una rampa o una parete tutta per te. Le onde sono dinamiche, non sono mai uguali. Le onde sono parte di me ora. Senza cosa non potresti vivere? Senza amore. L’amore felice è sempre dentro ed intorno, sarei grata di non dover vivere senza amore. 35
Anne Marie si prepara a staccare l’Aerial.
Il ricordo più divertente durante una tappa del PWA? A Grand Canaria; dopo la lunga settimana di gare abbiamo sempre un pre-incontro di sole ragazze prima della premiazione. Non posso raccontare altro… Infrangerei alcuni codici…
C’è qualcosa che rimpiangi sino ad ora, guardando le decisioni prese? No, nessun rimpianto. Ho imparato da alcune azioni e situazioni. Certo reagirei diversamente ora, rispetto il passato. Felice di dire che anche fronte di fatti negativi, sono riuscita a guardare da un punto di vista più ottimista, trasformando tutto in esperienze da cui apprendere positivamente.
Il più bel ragazzo sul circuito? Perchè posso sceglierne solo uno???! Kauli è un dolce sexy brasiliano. Jason Polakov ha un corpo spettacolare! Brawzinho è una “hot new entry” anche se sicuramente troppo giovane per me! Comunque la lista sarebbe interminabile: trovo tratti belli in ognuno di loro.
La più grossa difficoltà incontrata sino ad ora? Perdonare e lasciare ”passare”, così da poter veramente e liberamente abbracciare la vita.
Qualcuno o qualcosa ti ha davvero fatta arrabbiare durante il circuito? Delle scelte sono state fatte discriminando totalmente le ragazze. Era il nostro turno per disputare le heat, avevo la seconda opportunità per tornare nella “double elimination”. Qualche “uomo” ha deciso che la sessione maschile fosse più importante rispetto quella femminile, così noi siamo state tutte mandate a casa. Non faccio nomi qui, ma sono stata davvero più che arrabbiata.
Qualche consiglio per chi muove i primi passi tra le onde? Cominciare tra le onde in un giorno di mare piccolo. Non avere il primo approccio con swell esagerato! Cominciare con mare piccolo per avere comunque un margine di divertimento è per me l’ideale. Leggere qualche articolo su internet, o sulle riviste, su come prendere le prime onde. Prepararsi prefiggendosi piccoli obiettivi: così le piccole soddisfazioni serviranno da motore per i passi successivi! Cercare anche di pianificare come arrangiarsi in caso di imprevisti, per esempio la rottura di un albero, piede d’albero etc… Può davvero servire a non cadere nel panico più assoluto e cavarsela in caso di bisogno. L’altro consiglio è di non arrendersi mai! Ci saranno giorni buoni e giorni pessimi, condizioni facili e condizioni dure. “Senza cadere non si può tornare sul cavallo.” E per questo cavallo (la tavola da wave) vale davvero la pena “combattere”. Le onde daranno emozioni che solo loro sono in grado di trasmettere. Qualche sogno che vorresti realizzare? Al momento sto lavorando ad uno dei miei sogni: sto organizzando un tour Stand Up Paddle di 11 eventi in Olanda, Friesland (www.supfryslan.nl). Sto faticando per trovare fondi, atleti, stampa… È il mio sogno poter raggruppare atleti da tutto il mondo ed avvicinarli a questo sport di cui mi sono innamorata a Maui. Al tour delle 11 città risale una centenaria Maratona, a lei sono quindi legati molti riferimenti storici, culturali e valori che intendo condividere con il resto del mondo. Sei stata per anni un’icona del marchio Naish, come mai questo cambiamento verso Starboard? La vita è proprio come l’acqua: in movimento. Il movimento porta con se cambiamento ed opportunità. Non è sempre facile relazionarsi con questo, e talvolta lasciare qualcosa a cui si è da lungo abituati è ancora più complicato. Così era il caso della mia situazione con gli sponsor. Per me far parte del Team Starboard è un’opportunità incredibile. Lavoro con loro per ogni sorta di progetto, sono 36
felicissima! Naish occuperà sempre un posto speciale nel mio cuore: con loro ho collaborato per anni e sono davvero grata del supporto che mi hanno sempre dato!
Tra i pro del windsurf, qualcuno in particolare significa molto per te? Ho instaurato splendidi rapporti con molti windsurfer professionisti del Tour. Sono molto contenta per questo. È come una famiglia; abbiamo tutti la stessa passione da cui ne abbiamo fatto il nostro lavoro, una professione inusuale … Con Scott Mckercher ho trascorso molti anni viaggiando come amici e come compagni. È tutt’ora uno dei miei più prossimi amici nella vita. Credo che sperimentiamo il mondo e le onde, questo crea legami difficilmente spiegabili a parole.
Qualche wave spot estivo da consigliare? Se si vuole essere certi del vento e non viaggiare per troppo tempo le Canarie sono una buona scelta. A Fuerte o Gran Canaria si possono trovare molti wave spot estivi. Altrimenti direi il Sud del Pacifico: è pieno di isole con un po’ meno vento e tantissimi posti con onde perfette per il wave riding.
Surf o windsurfing: windsurf Freestyle o wave: wave Mure a destra o sinistra: destra Tavola e vela preferite: piccola tavola wave (55 litri), con vela 4.0 (Simmer MissionX) Cibo preferito: vegetariano Un “must” per il tuo compagno: deve amare l’oceano Musica preferita: tutta! Libro preferito: Brida di Paulo Coel Film preferito: L’uomo ancora di Will Farrel Idioma preferito: Tedesco/Inglese… ah… non so! Rider preferito: Jason Polakov Hobbies: dipingere, yoga, mangiare, ridere, camminare, nuotare, uscire la sera, ammirare la luna piena ed i tramonti. Movimento artistico preferito: adoro Gaugain come pittore, per il modo di usare i colori. E l’Espressionismo per il periodo storico e culturale che rappresentavano gli artisti.
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Come quasi tutti saprete, la partenza gioca un ruolo fondamentale in una gara slalom downwind. Chi parte bene e riesce ad arrivare alla prima strambata nei primi, ha praticamente vinto. Questo è perchè una regata dura 3-5 minuti e tutto si gioca in partenza e nella prima strambata proprio come in Formula1. È invece differente per una regata con percorso ins&out che magari può durare molto di più come per esempio la One Hour, dove non conta molto la partenza. Ma se parliamo di coppa del mondo, campionati italiani, e altre regate importanti, i percorsi saranno sempre downwind e molto corti. Per partire bene come prima cosa bisogna ascoltare attentamente lo skipper’s meeting prima della gara per capire come sarà disposta la partenza, i segnali di partenza, le bandiere ecc. Una volta che sapete queste cose, uscite in acqua e controllate la posizione e l’orientamento della linea di partenza rispetto alla prima boa. Se la prima boa di percorso risulta molto lascata (sotto vento) rispetto alla partenza, conviene partire in boa, mentre se la prima boa risulta al traverso allora è meglio partire in barca giuria, senza dover rischiare di bolinare. Come si può vedere in foto la partenza è tra la barca giuria e una boa posta sottovento. Questa boa è generalmente sempre un po’ avanzata rispetto alla barca giuria, questo per non svantaggiare chi parte sottovento per non essere coperti da tutti gli altri. La bravura di un atleta sta nel passare la linea di partenza a tutta velocità allo scadere del conto alla rovescia. Per prima cosa un orologio con i numeri grandi aiuta sicuramente, avvicinatevi dunque alla barca giuria per prendere il tempo giusto del count-down e appena preso voltatevi e percorrete circa 1 minuto in direzione opposta alla partenza cercando di bolinare. Una volta girati vi troverete leggermente sopravento alla partenza e
abbastanza distanti. Allo scadere dell’ultimo minuto iniziate a partire, assicurandovi di non essere troppo vicini alla partenza. La cosa migliore sarebbe di riuscire a spingere al massimo negli ultimi 30 secondi, in modo da arrivare sulla linea alla massima velocità (state attenti a non essere troppo in anticipo). Gli ultimi 5 secondi contateli pure a mente e cercate di immaginarvi il più possibile la linea di partenza. PARTIRE VICINO ALLA BARCA GIURIA Vantaggi: vento pulito, nessuno ti può coprire, traiettoria primo bordo sicuramente al lasco, controllo sugli avversari, possibilità di vedere le bandiere e quindi di partire con timing perfetto. Svantaggi: più strada da percorrere se la boa di percorso è posta molto al lasco, più affollato e quindi più difficile trovare un buon posto, più possibilità di essere beccati fuori dai giudici. PARTIRE VICINO ALLA BOA Vantaggi: primo bordo più corto, arrivo alla prima strambata su una traiettoria interna rispetto a chi è sopravento, meno casino. Svantaggi: se non siete veloci sarete coperti dagli altri perdendo tutti i vantaggi, più rischioso. PARTIRE A CENTRO LINEA Vantaggi: poche persone partono in centro linea e quindi per un non esperto potrebbe essere un buon compromesso. Svantaggi: pochi punti di riferimento e quindi è difficile partire bene. Una partenza dello slalom PWA di Fuerteventura.
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Come già preannunciato sui numeri precedenti di Funboard, si è svolta nelle acque del Lago di Garda la prima edizione della GPS Slalom Rally. Raduno per tutti gli appassionati di slalom, di velocità, e per chiunque possegga un gps in grado di misurare la massima velocità raggiunta. Sul Lago di Garda è da qualche anno che si vedono sempre più slalomari sfrecciare sul pelo dell’acqua armati di gps, che lanciandosi al lasco cercano di raggiungere velocità impressionanti. Certo non saranno quelle che si possono raggiungere in un canale con 50 nodi, ma comunque sono velocità ben al di sopra della normale “surfata”. Questa prima edizione si è rivelata un successo, 30 atleti, ognuno dei quali con il proprio gps, tra i quali campioni di livello internazionale, come Patrick Diethelm, Alberto Menegatti, Thomas Fauster, Andrea Cucchi e molti altri. Il format della “gara” è molto semplice. Nessuna boa. Nessun giudice. Nessun arrivo. Ognuno poteva uscire in acqua quando voleva e provare a raggiungere la massima velocità. Con qualsiasi vela e tavola, e naturalmente con qualsiasi vento. Ma la giornata più ventosa si è rivelata il sabato, con vento dai 17 ai 25 nodi e poca onda, condizioni perfette per buttarsi al lasco e spingere al massimo.
I più veloci sono risultati i campioni già nominati, che hanno superato anche i 35 nodi di punta (64km/h). Domenica invece il vento è stato abbastanza leggero e nessuno è riuscito a battere il proprio record del giorno precedente. Il più veloce? Thomas Fauster con 35,53 nodi!!! Seguito da Menegatti e Diethelm. Un complimento a tutti i partecipanti che si sono battuti fino all’ultima raffica! L’appuntamento è per le prossime tappe. Per info e classifiche complete andate sul sito www.torbolewind.com e www.gps-lariospeed.it; per ulteriori informazioni sulle prossime tappe state invece attenti alle prossime uscite di Funboard. Gabriele (Billy) Santoni in veste di organizzatore dell’evento commenta: “Prima di tutto vorrei ringraziare Ivan per l’idea ed il lavoro fatto, è stato un piacere collaborare con lui. Siamo stati fortunati con il vento che sabato ha soffiato parecchio forte... Basta dare un occhio alla velocità raggiunte! Ringrazio anche tutti i partecipanti e vi anticipo che per il prossimo anno abbiamo tante idee in cantiere. Vi faremmo sapere.” Andrea Cucchi
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LUNEDÌ 8 GIUGNO Oggi prime prove in acqua, vento da terra rafficato che si potrebbe definire tra i 3 ed i 33 nodi e dall’angolo mutevole, diciamo capriccioso. Si armano vele tra la 7,5 e la 8,3. Io e Malte passiamo il pomeriggio con gli slalom medi e le 8,0. Obiettivo del giorno: la regolazione delle vele e una gara di catapulte. Vinco io 2 a 1 (nelle catapulte). I big entrano in acqua con vele più piccole delle nostre, qualcosa mi dice che la nostra attrezzatura è esagerata… Antoine Albeau e Ross Williams, i dominatori di Costa Brava.
Parto per la Costa Brava sabato 6 giugno. Grazie alla crisi i prezzi dei biglietti aerei sono considerevolmente diminuiti, il rapporto però tra questo costo e quello dell’extrabagaglio è considerevolmente aumentato... La regola matematica che pur cambiando posizione ai fattori il risultato rimane inalterato sembra proprio essere vera. Arrivo a Barcellona nel modernissimo t1 nella tarda serata… Un consiglio: se volete sopravvivere con le vostre sacche in Spagna evitate come la peste questo nuovo terminal dell’aeroporto di Barcellona. Raggiungo l’agenzia di autonoleggio grazie a dei passanti impietositi che mi aiutano a superare i vari ostacoli: scale mobili, ascensori troppo piccoli, paletti, barriere architettoniche, fossati anticarro. Il pensiero rassicurante di conoscere la lingua per fortuna mi sostiene psicologicamente... Peccato che qui si parli catalano che con lo spagnolo ha veramente poco in comune, sembra sardo, ed una pecora si farebbe capire meglio di me. Durante il tragitto verso lo spot dove si svolgerà la regata incontro incredibili 40
difficoltà con il mio navigatore satellitare: i cartelli sono scritti in sardo ma i nomi delle località sono tutti francesi e io non trovo il modo di inserire gli accenti… In un eccesso di entusiasmo strappo lo strumento dal suo supporto e lo scaravento dal finestrino in uno specchio d’acqua materializzatosi quasi per incanto. Chissa che ora non sia più utile come casetta a qualche mollusco. Arrivo a notte inoltrata al camping La Ballena Alegre, sponsor principale della manifestazione e base logistica situata nel mezzo del Gulf of Roses, la famosa spiaggia di 12 km sulla quale sorgono i villaggi Roses, Castelló d'EmpúriesEmpuriabrava, Sant Pere Pescador e L’Escala. DOMENICA 7 GIUGNO Fin dal mattino sono convinto che la gara inizi domani, e questo la dice lunga sul mio stato di salute mentale. Mi stupisco infatti di essere uno dei pochi atleti presenti. Per fortuna arrivano i Reuscher (miei compagni di bungalow) che mi dicono che mancano ancora due giorni alle iscrizioni ufficiali…
MARTEDÌ 9 GIUGNO Primo giorno di gare. Vento da est sui 12 nodi, onshore, leggera risacca che non infastidisce più di tanto. Le opzioni sono poche, vele da 9,0 o più, tavole di almeno 125 litri con pinne sopra la 48. Svolgere le batterie è a volte veramente difficile a causa del vento che cambia costantemente angolo. I gommoni corrono avanti e indietro sul campo di gara per regolare le boe. Begalli, nella batteria numero 3, passa il turno 2 volte… Ma il risultato viene sempre annullato dal giudice di gara che applica la regola per la quale almeno la metà più uno dei concorrenti deve riuscire a terminare la prova planando (in queste circostanze capita spesso che chi è ultimo e penultimo faccia finta di affondare per impressionare i giudici... ). Andrea Rosati (Gigolino per gli amici), e Malte Reuscher passano agevolmente il turno ai danni del forte sloveno Tine Slabe. Il papa di Malte, Massimo Colombi, dimostra di avere classe e fegato da vendere, stacca tutti in partenza ed arriva primo in boa. Viene squalificato per partenza anticipata, (sinceramente io vorrei avere il suo tempismo). Dopo 4 ore in acqua ed innumerevoli partenze ed annullamenti solo tre batterie vengono considerate valide. Lo slalom è rinviato al giorno seguente. La sera siamo tutti “invitati” (multa di 100euro per gli assenti) all’opening party nel centro del paese Sant Pere Pescador. Dieci spettatori, tra cui una vecchia local, un paio di gatti, ed un sacco di prodotti alimentari catalani che scompaiono in fretta nelle mani delle cavallette del pwa.
MERCOLEDÌ 10 GIUGNO Vento da sud sui 15 nodi (dichiarati), ma le condizioni sono incredibili: la 8,0 è piccola, la 9,0 grande. Le raffiche sono violente ed inaspettate, la prima boa è di poppa e in bolina allo stesso tempo, dipende da quanto sole hai preso nel corso della mattinata. Non si contano le false partenze e gli spostamenti di campo. Gareggiare è anche una grande prova di tenuta psicologica. La mia è la batteria numero 7, quel numero sembra non arrivare mai. Mi presento in partenza nel pallone più completo: crampi alle braccia, manie di persecuzione, miraggi… Quando poi finalmente è il mio turno e sbaglio a prendere il tempo e parto due secondi dopo… Che in pwa significa ultimo dieci metri dietro il penultimo: pazzesco. Recupero un po’, strambo bene, ma con la 9,0 sembro una capra al pascolo e non riesco ad agguantare il quarto. Sono fuori di un pelo ma va bene cosi. È il mio miglior risultato fino ad ora. A Begalli e Iachino succede praticamente la stessa cosa, Matteo ha pure la fortuna di farsi abbattere dal turco Yilmazer in boa. Patrik Diethelm sfodera la propria classe, con la 9,0 ed il 130 F2 parte sottovento ed ultimo ma recupera incredibilmente sul bordo e si presenta terzo in boa. Incredibile cosa riesce a fare lo svizzero italiano (con tavole che non sono nemmeno più in commercio). Alberto Menegatti vola nella sua batteria e conclude secondo, accedendo meritatamente ai quarti. Malte e Gigolino purtroppo non riescono a proseguire nella semifinale, peccato, si accontentano di un 24 e 28 posto che a me fa una gola… Bravi! Anche Alberto viene fermato, ed è costretto ad “accontentarsi” di un 18,5 parziale! Siamo alle semifinali: il vento a volte aumenta sotto raffica, tenere la 9,0 per i più leggeri diventa un problema, qualcuno opta per le 8,0 ma è una lotteria perchè si rischia di restare impiantati in boa. In semifinale colpo di scena, Bjorn arriva quinto di un soffio e non accede alla finale. Antoine Albeau con la sua 9,9 è sempre primo. Ormai ci si dimentica di lui. Secondo Ross Williams. Terzo Steve Allen, quest’anno senza sponsor e con l’attrezzatura mista pagata di tasca propria…
GIOVEDÌ 11 GIUGNO No race. VENERDÌ 12 GIUGNO Le previsioni per oggi sono poco promettenti, ma nelle prime ore del pomeriggio, complice anche il forte sole che scalda l’entroterra catalano, si alza una brezza di mare che a me ricorda in tutto e per tutto l’òra di Torbole. L’intensità del vento è sempre vicino al limite minimo, e i più pesanti sono costretti a sfoggiare attrezzature da semi formula. Albeau e Finian entrano in acqua con le 9,9 ed i 135litri, le pinne sono dalla 50 in su. Arnon Dagan tenta addirittura qualche bordo con l’Akashi (la famosa pinna da formula), poi resosi conto che nello slalom far angolo di bolina non è poi questione così vitale, opta saggiamente per una più tranquilla 54... Il nostro Alberto Menegatti mi guarda e sorridendo mi chiede se non ho una vela da catamarano. In questi contesti ci si rende conto come il consiglio direttivo del pwa stia lentamente sfatando il mito che in coppa del mondo si fanno le gare soltanto col vento medio-forte. Mentre aspetto il mio turno navigando sulla linea di partenza ho modo di vedere le batterie che precedono la mia: Gigolino è sfortunato, essendo stato estratto nell’unica da 8 persone si vede costretto a forzare e parte qualche metro anticipato (secondo me in compagnia anche di qualcun’altro) e viene squalificato. Begalli parte veramente forte, arriva primo in boa e di colpo rallenta, si ferma, scende in acqua e toglie un sacchetto delle immondizie nero dalla pinna. Reuscher parte altrettanto bene e come di consuetudine se ne va al turno successivo. Finalmente tocca a me. Sono in batteria con personaggi come Finian, Diethelm e Polterstein. Questa volta parto quasi perfetto, sono quarto alla prima boa, ma purtroppo il tedesco Schliemann e il francese Denel mi superano nei restanti tre bordi… Mi manca velocità… Per fortuna vengo dallo speed… Che vergogna! Matteo Iachino si difende bene nella sua batteria, è quinto e si prende il lusso di battere
un campione come Cedric Bordes. Menegatti parte a cannone, ma viene squalificato per partenza anticipata insieme a Tine Slabe e Llop. Questa batteria mi fa proprio gola, peccato non sia la mia: partono in quattro e la qualificazione è a prova di idiota. Talvolta nello slalom si ha bisogno anche di un po’ di fortuna. SABATO 13 GIUGNO No race. DOMENICA 14 GIUGNO Le previsioni sono di vento forte dal mattino presto. Ovviamente solo dopo mezzogiorno una brezzolina sugli 8 nodi si alza dalla parte opposta a quella prevista, mettendo inutilmente gli atleti in stato di agitazione. L’unico che riesce a planare è il francese Juliene Quentel, che in questi contesti attinge a risorse oscure quasi mistiche, (nell’ambiente si vocifera che conosca la formula della levitazione). Subito dopo, la brezzolina ricala per poi rimanere titubante fino al termine della giornata. Sfortunatamente non si riesce a completare il tabellone dopo un milione e mezzo di prove annullate. Termina così la seconda tappa del pwa slalom in Costa Brava. Il vincitore è, come sempre ormai, Antoine Albeau, secondo Ross William, terzo Steve Allen. Solo ottavo Bjorn Dunkerbeck. Tra gli italiani inizia a brillare la giovane stella dell’isola d’Elba Malte Reuscher. Ita7777 si dimostra essere un atleta regolare e costante. Con i suoi 20 anni e la sua voglia di sfondare ha tutte le carte in regola per diventare un nome di riferimento dello slalom italiano nel mondo. Bravo Malte, continua cosi! (Il bonifico me lo puoi fare sul conto corrente…). Il pwa slalom ora si sposta alle isole canarie, con le famose tappe di Pozo Izquierdo a Gran Canaria e Costa Calma a Fuerteventura. Restate sintonizzati. johnbenamati@libero.it
Il ventenne Malte Reuscher, dopo Patrick Diethelm, è il migliore degli italiani. Bravo!
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Il passaggio chiave!
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IL PASSAGGIO DUCK TACK Proprio come il Twinzer, abbiamo un altro ritorno al passato, che però viene nuovamente elevato ad un altro livello. Il passaggio basilare di ognuna di queste manovre è proprio quello della Duck Tack. Una delle manovre old school più complesse in circolazione, ormai in giro da più di 15 anni, in cui, dopo essersi messi con piedi al contrario fuori dalle straps, si passa sottovento alla vela, per poi chiudere la manovra come una normale virata. La parte critica, ovviamente, è quella del passaggio che si può dividere in due fasi. Nella prima fase, bisogna girare i piedi e pesarsi sulle punte in modo da far orzare la tavola. Spingi l’albero verso prua e sopravento con la mano posteriore e molla quella anteriore, andando a prendere la bugna il più vicino possibile al terminale, in modo da aver maggior controllo e spinta quando si passa sottovento. Una volta impugnato il terminale, molla la mano posteriore e continua a spingere l’albero sopravento e verso prua con la mano anteriore, che ora è sul terminale. Una volta che la bugna ti è passata davanti alla faccia, comincia la seconda fase della manovra, quella in cui la vela viene tirata bruscamente verso poppa ed il terminale verso il basso, il tutto sempre ad una mano. Così facendo, la vela fluttuerà magicamente nell’aria e ti tornerà in mano sulle nuove mure e non ti resterà che orzare per completare la manovra. Ricorda di tirare il terminale verso poppa e verso il basso, in modo che l’albero possa nuovamente risalire una volta controvento.
DUCK TACK CON I PIEDI NELLE STRAP Una volta che hai imparato bene il passaggio della Duck Tack normale, puoi cominciare a fare questo esercizio propedeutico per tutte le manovre new school in Duck, come Funnel, Kono switch e perfino la Burner. La manovra è sostanzialmente identica, solo che ti dovrai mettere in switch, ma questa volta coi piedi nelle straps, rendendo il mix più complesso, perché sei col peso più arretrato. Appena stai iniziando la manovra, ricordati di spostare il peso sulle punte, in modo da far pressione sul rail sopravento, facendo orzare la tavola e facilitando il passaggio dell’albero del vento. Sbilanciati leggermente sopravento e spingi l’albero verso prua e sopravento con la mano posteriore, portando quella anteriore sul terminale. Molla la mano posteriore e, una volta che la bugna è passata, tira con forza il terminale verso poppa e verso il basso, sbilanciandoti verso prua. In questo modo potrai prendere la vela sulle nuove mure con la mano anteriore più vicina all’albero, potendo gestire meglio la spinta controvento. Rimani sbilanciato in avanti e sempre sulle punte, e quando stai per passare nel vento, spingi sul braccio di bugna in modo che la vela, controvento, mandi la prua magicamente sottovento e ti faccia concludere la rotazione. Ora cazza la vela e riparti normale coi piedi nelle straps. Vediamo ora quale esempio di manovra con il passaggio in Duck. FUNNEL ONE HAND La prima tappa verso le manovre new school più devastanti, è proprio la Funnel. Una Funnel eseguita correttamente si riconosce con facilità, in quanto, al
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momento dello stacco, bisogna essere ancora sottovento alla vela e la bugna non deve essere aperta come per una Puneta bugna avanti. Per risolvere questo problema, ecco la Funnel one hand, in cui è praticamente impossibile staccare se non si sfrutta correttamente la potenza della vela quando essa è controvento. Una volta che sei al traverso-lasco ed hai effettuato il passaggio Duck, ti ritroverai in switch, sottovento alla vela. Le prime volte puoi anche rimettere entrambe le mani sul boma e poi togliere quella anteriore allo stacco, oppure riprendere il boma direttamente con la mano posteriore come faccio io. Il posizionamento della mano posteriore è vitale per la buona riuscita dello stacco, che va messa a circa 20 cm dalle cime del trapezio, verso la bugna. Così facendo si riesce a spingere la bugna controvento ed a sfruttare la spinta della vela per creare esplosività allo stacco. Nel frattempo, spingi l’albero verso prua e spingi sulle punte per staccare. Stendi il braccio anteriore verso prua ed usalo come perno per aiutarti a staccare. Gira poi testa e spalle verso prua, in modo che la bugna sfili nel vento e che ti tiri nella seconda parte della rotazione, che è identica a quella di una Flaka o di una Puneta bugna avanti. Resta centrale col peso ed ora puoi rimettere anche il braccio anteriore sul boma per controllare meglio la potenza della vela e continua a girare la testa nel senso di rotazione, chiudendo la manovra come una Backwind Jybe.Il primo passo è fatto! BURNER ONE HAND La Burner… Funnel into Ponch… Ossia un Goyter in acqua piatta, iniziato però in switch e da sottovento alla vela. Come si capisce dalla premessa, qui la situazione comincia ad essere abbastanza seria ed infatti questo trick è stato inventato circa 3 anni fa dall’attuale campione del mondo freestyle, Gollito Estredo. È praticamente un’estremizzazione della Funnel, in cui la rotazione, anziché essere slashata, è completamente aerea, come per un Ponch. Dopo aver effettuato il passaggio in Duck, leggermente più al lasco, bisogna spingere con violenza sul braccio posteriore in modo che la spinta contraria del vento nella vela ti sollevi dall’acqua. Una volta fatto questo, bisogna togliere il braccio posteriore e stenderlo verso l’alto, buttando l’albero verso poppa con il braccio anteriore, seguendo la penna della vela con la
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testa e le spalle in modo da innescare la rotazione aerea. Scalcia la tavola sottovento come per un Ponch e, una volta che siete nuovamente sottovento alla vela, rimettete il braccio posteriore sul boma, in modo che la vela, alla fine della fase aerea, ti aiuti a tornare verticale in modo da poter atterrare la manovra correttamente. Ora non ti resta che stare centrale con il peso ed aspettare che la bugna passi nel vento, riprendendo potenza e completando così una delle manovre decisive in batterie di coppa del mondo! KONO SWITCH Eccoci arrivati ad una delle ultime perle inventate dallo spavaldo prodigio di Bonaire, Mr Kiri Thode, anche conosciuto come Smoke. Kiri ha denominato questa manovra in onore del suo cuginetto Kono, che è mancato in un tragico incidente. La versione coi piedi normali è nettamente più difficile, ma anche questo trick, se eseguito bene, è spettacolare ed impressiona sempre pubblico e giudici. La parte iniziale è in tutto e per tutto identica alla Duck Tack coi piedi nelle straps, però cerca di iniziarla con maggior velocità in modo che poi la vela abbia più potenza controvento, e che ti faccia staccare più alto. La differenza principale dalla Duck Tack con i piedi nelle straps è che la parte di orzata che ti permette di raddrizzarti, è completamente aerea. Per far ciò, devi spingere con violenza il terminale verso l’acqua con il braccio posteriore e spingere l’albero in avanti con quello anteriore. Contemporaneamente, sposta il peso sulle punte in modo che la tavola orzi bruscamente e gira la testa e le spalle verso poppa. Questo movimento fa sì che tu venga sbalzato verso l’alto e sottovento dalla vela, sollevandoti completamente fuori dall’acqua. Una volta in aria, continua a spingere l’albero verso prua e rannicchia le gambe, tirandoti la poppa sotto il sedere, per atterrare come un Forward, cercando di restare abbastanza sbilanciato verso prua, per poter continuare la seconda parte della manovra, cioè la rotazione dei restanti 180 gradi (o 90 come in questo caso, in cui ho fatto quasi 270 gradi aerei) per completare la rotazione di 360 gradi. Riparti bugna avanti in switch oppure gira la vela. Complimenti, ormai le manovre in Duck non hanno più segreti per te!!!
ANTOINE ALBEAU FRA 192
GENERATION V – SET TO WIN
SLALOM 54 | 60 | 68 | 76 | 82 PRO EDITION LARGHEZZA VOLUME LUNGHEZZA PESO 54 cm 72 L 236 cm 4,9 kg 60 cm 92 L 238 cm 5,6 kg 68 cm 112 L 238 cm 6,3 kg 76 cm 122 L 238 cm 6,8 kg 82 cm 132 L 238 cm 7,1 kg FULL BIAX CARBON TECHNOLOGY. LIMITED SILVER FINISH.
ANTOINE ALBEAU: “Scegliere JP e stata una decisione molto importante ed è per questo che ho testato accuratamente la 5° generazione delle tavole slalom e devo affermare che sono entusiasta. Planano veramente con anticipo, accelerano super veloci e sono facili da controllare. Con queste tavole JP sono pronto per il 2009 e non vedo l'ora di partire con la nuova stagione!”
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FEDERICO INFANTINO
Largo ai giovani e finalmente siamo venuti a conoscenza di un nuovo talento emergente dalla Liguria. Vi presentiamo un giovane rider di 19 anni di Bordighera, che ha iniziato con la classe Aloha e ora si sta dedicando principalmente al wave. Gli impegnativi quanto distruttivi shore break degli spot dell’estremo ponente ligure sono un’ottima palestra per Federico, e dalle foto che possiamo vedere sembra proprio che sia a suo agio in queste condizioni! INTERVISTA RACCOLTA DA Fabio Calò
Dati anagrafici? Mi chiamo Federico Infantino, ho 19 anni, e sono nato a Bordighera (IM) il 11/06/1990.
Federico sulle onde di casa sua a Bordighera. Che entrata!
Dove vivi? Bordighera (IM), my home spot! Quando e perché hai iniziato a fare windsurf? Ho scoperto la scuola di windsurf “NST ” di Bordighera gestita da Paolo Ghigne e ho deciso di fare il mio primo corso nell’inverno del 98’… Dall’ora non ne sono più uscito. Dove ti alleni principalmente? Principalmente a Bordighera ma spesso capita di spostarci in Francia alla “Coudù” o altri spot liguri vicini, come Imperia ed Andora. Parteciperai alle gare freestyle e wave italiane? Hai già fatto qualche gara? Ho fatto molti anni di regate con la vecchia tavola “Aloha” ma ho mollato il tutto per dedicarmi pienamente al wave. Spero di poter partecipare al più presto a qualche gara nelle onde. Secondo te, perchè in un posto abbastanza ventoso come la Liguria e molto vicino agli spot ventosissimi del Sud della Francia emergono così pochi nuovi talenti? Perché la maggior parte dei miei coetanei preferisce “correre dietro un pallone” o non sbattersi per niente. Inoltre in questo nostro sport prima di arrivare ad un buon livello ci vuole tempo e tanta passione che purtroppo in pochi hanno. Se prendiamo come punto di riferimento lo spot della Coudouliere, in giornate ventose ci sono sempre più local che stranieri; invece in Liguria, per esempio ad Andora, in un week end ventoso, sono molto più le persone che arrivano da Torino o Milano, che i liguri. Ti sei mai chiesto il perché? Sinceramente mi sono sempre chiesto: “come fanno ad essere così tanti”… Comunque, non saprei… Posso avere l’aiuto del pubblico…? So che il centro windsurf che avete a Bordighera è molto attivo, ci sono nuove persone che iniziano a fare windsurf oppure noti che è sempre il solito gruppo? Esatto, l’NST è più attivo che mai infatti dagli ultimi 2 anni sta crescendo un nuovo gruppetto di “gagni” 46
che promette bene tra cui: Fizzo, Pier, Goku, Ludo, Mara… “bravi ragazzi, continuate così!”. Non dimentichiamo comunque i “local-veterani” con i quali, sfottendoci un po’ a vicenda, ci sproniamo a migliorare. The Best: Iaia, Frank, Adi…! Torniamo a te, un viaggio che vorresti fare e il tuo sogno nel cassetto? Sono stato a Pozo nell’estate 2008… Ci tornerò! Ma il prossimo viaggio in programma è a gennaio in Sud Africa (spero con i “The Best”)… Un mio sogno nel cassetto invece è surfare a Ho’okipa con i miei idoli!
Obiettivi futuri? Trasferirmi in un posto dove posso surfare e “lavoricchiare” tranquillamente… Una possibile meta per adesso è Pozo, inoltre voglio imparare più manovre possibili, per chissà… Vincere magari un giorno qualche gara wave. Che materiale stai utilizzando, sei sponsorizzato? Negli ultimi 2 anni ho usato sempre vele Neil Pryde e tavole Tabou, da quest’anno sono passato a North Sail, ma non ho mollato Tabou (di cui sono innamorato). Non sono sponsorizzato ma ne sono in cerca quindi…. Approfittate! Federico se la cava bene su entrambe le mura.
La torretta dei giudici direttamente sopra l'action!
Era da Podersdorf 2007 che non mi presentavo ad una tappa del Tour Europeo di Freestyle. Quando finalmente è stato riorganizzato l’evento EFPT in Italia, grazie all’impegno del CIWF, non vedevo l’ora di andare in Sardegna per parteciparvi, se poi aggiungiamo che la rampa Red Bull, costruita dal nostro Pino Bucci, avrebbe fatto parte dei giochi in una super session di salti, si presentava per me un’occasione molto invitante, sia come rider che come giornalista. A causa di vari impegni lavorativi tardo a prenotare il traghetto, (a volte avrei bisogno di sdoppiarmi), e scopro a malincuore che per venerdì 29 maggio tutte le navi sono piene, niente posti auto e prezzi dei biglietti passaggio ponte esorbitanti. Decido quindi di partire per la Sardegna un
Steven Van Broeckhoven, il vincitore. Questo ragazzo olandese è davvero forte, sarà un sicuro pretendente al titolo EFPT di quest’anno. Le sue Kono a 1 cm dalla spiaggia sono state l’attrazione dell’intero evento.
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spicciolata arrivano anche i local, come il mitico Gigi Madeddu, i ragazzi di Porto Pollo, e i boys del lago, Mattia Fabrizi, Filippo Bestetti e tanti altri. Poi, ci riuniamo per la cena di benvenuto offerta dall’organizzazione.
DAY 1 - ACTION TIME
Davy Scheffers, II classificato, anche lui olandese, 17 anni, un nuovo talento del freestyle europeo.
giorno prima. Giovedì 28 maggio, dopo aver chiuso il numero di giugno di Funboard, parto dalla redazione in centro a Milano in direzione di Genova e mi imbarco per Olbia, pagando 1/10 del costo del biglietto previsto per il giorno successivo!
THE DAY BEFORE Sbarcato a Olbia mi dirigo velocemente a San Pasquale dove ho appuntamento con i miei amici, i ragazzi di Detour, sponsor dell’evento, capitanati dal mitico Matteo, e con l’organizzazione, per prendere possesso dell’alloggio. Svolte le pratiche di routine ci sistemiamo nello splendido appartamento in cima al paese di San Pasquale, in linea d’aria esattamente
sopra lo spot (peccato che la strada sia un po’ più lunga…), con una vista sul mare mozzafiato! Una volta sceso in spiaggia noto con piacere che quasi tutti i rider sono arrivati anche loro con un giorno in anticipo. Mi aggiro per Coluccia ma non vedo facce conosciute, sono tutti ragazzini nuovi. Dopo un po’ incontro Andre Paskowski che mi dice: “ Rispetto a 34 anni fa, quando ancora la “Italian Gang” partecipava al Tour, sono rimasto solo io del nostro gruppo a continuare a fare gare, sono tutti rider nuovi e giovanissimi! In questi anni l’età media si è spostata indietro di 5 anni, sono tutti dei ventenni, e il livello sta salendo vertiginosamente!”. Tutti i rider armano le proprie attrezzature e alla
La Sardegna accoglie gli atleti dello European Freestyle Pro Tour con un sole brillante e un leggero vento orientale a rinfrescare le operazioni di registrazione. Una volta chiuse le iscrizioni, il conteggio ci informa che ci sono 29 atleti in rappresentanza di 9 paesi: Francia, Germania, Olanda, Belgio, Grecia, Estonia, Israele, Slovenia, Brasile e ovviamente Italia. Tra le teste di serie spiccano i nomi di Thomas Traversa, Nicolas Akgazcyan, Steven Van Broeckhoven e André Paskowski. Ma anche la pattuglia italiana è di tutto rispetto, e schiera fra gli altri il due volte vicecampione italiano Stefano Lorioli, il campione europeo juniores in carica Filippo Bestetti e il campione italiano juniores Mattia Fabrizi. Il primo atto del Toshiba Freestyle Grand Prix è in memoria di Davide Beverino, il giovane atleta di Formula Windsurfinge Slalom, vicecampione della specialità, scomparso in mare nei giorni scorsi. Davide non era solo un ottimo regatante ma anche un ragazzo positivo, benvoluto da tutti. La tristezza e il rammarico per la sua scomparsa sono sentiti in tutta la comunità windsurfistica. Atleti e organizzatori del Toshiba Freestyle Grand Prix hanno voluto dedicargli questa prima giornata di competizione, salutandolo come fanno i surfisti hawaiiani, formando un grande cerchio con le tavole in acqua. Come da previsioni, verso le undici di mattina il vento comincia a ruotare verso nord fino a disporsi da grecale aumentando progressivamente di intensità. Poco dopo le 13.00 il vento diventa planabile e in acqua si cominciano a vedere cose decisamente interessanti. Alle 14.00 finalmente l’atteso annuncio: il race director Tom Hartmann comunica che di lì a mezz’ora comincerà il conto alla
La cerimonia in ricordo di Davide, il forte atleta tragicamente scomparso a Cagliari qualche giorno prima della gara. 50
Andre Paskowski (a sinistra), III classificato, uno dei pochi rimasti della “vecchia guardia”, Nicolas Agkazcyan (a destra), IV classificato, atleta polivalente in grado di fare sempre bene.
rovescia per la prima batteria. Alle tre meno un quarto scocca un’ora storica per Coluccia: inizia la prima batteria del primo contest EFPT di questo magnifico spot. Subito in acqua gli italiani: Stefano Lorioli contro il brasilianino Edvan Sousa de Pedro e Gabriele Varrucciu contro l’israeliano Yarden Meir. Nella migliore tradizione, come inizia la competizione il vento comincia a tossicchiare. Gabriele Varrucciu se la sbriga benissimo con una heat perfetta e tecnica eseguendo anche un Ponch da manuale in queste “condizioni marginali”, conquistando il passaggio al secondo turno, mentre Stefano Lorioli viene eliminato nonostante un’ottima prestazione, che lascia l’amaro in bocca per una decisione molto sofferta. Nella batteria numero due Texeira ha la meglio su Sude e sfiderà al turno successivo André Paskowski, beneficiario di uno dei tre bye. A questo punto il vento da tossicchiante diventa asmatico, e dopo un paio di ripetizioni delle batterie numero 3 il contest viene sospeso. Ma la giornata è splendida, il sole caldo, e alle 18.00 ci godiamo tutti una abbondante merenda a base di prodotti tipici sardi e vino rosso offerto dall’organizzazione. L’ultimo atto si svolge al Free Jazz Cafè prima e al Maracanà disco bar poi, dove atleti e accompagnatori godono dell'ospitalità di Armando Soro e Ugo Mela, una serata perfetta che chiude nel migliore dei modi la prima giornata del Toshiba Freestyle Grand Prix.
DAY 2 - ASPETTANDO IL VENTO Come da previsioni meteorologiche, la seconda giornata del Toshiba Freestyle Grand Prix è all’insegna dell’attesa. Il caldo sole primaverile e una
leggera brezza da nord accolgono gli atleti, reduci dalla serata brava al Marcanà della sera precedente. Gli sguardi stanchi sono la prova inequivocabile che il party è stato divertente e protratto a lungo nella notte: i più resistenti hanno visto l’alba sorgere mentre guidavano verso casa. Thomas Traversa, ha dormito nel suo furgone, con il portellone aperto davanti all’alloggio, sembrava svenuto, ha ripreso a muoversi verso le due del pomeriggio! La giornata è dunque l’occasione buona per riprendere le forze, studiare da vicino come è fatta la Red Bull Windsurf Ramp, e godere della confortevole ospitalità di Stefano Pisciottu e delle "veline" del Club Porto Liscia. Il clou della giornata diventa il festival rock della sera a San Paquale. In previsione della pioggia lo stage è allestito sotto un tendone rustico, in una scenografia estemporanea ma quanto mai suggestiva. In apertura si esibiscono le The Cocos, il trio punk rock tutto al femminile di Milano che subito scalda l’atmosfera. Il palco passa poi in mano ai Radiodays, ma dopo solo due pezzi l’acqua comincia a scrosciare in modalità "niagara" e un fulmine fa saltare l’erogazione di corrente elettrica, ponendo fine all’esibizione. La serata in ogni caso è stata bellissima, grazie alla cena a base di pasta e cannonau offerta dalla comunità di San Pasquale.
persona i campioni europei del freestyle, si sono dovuti rifugiare presso la struttura del Club Porto Liscia in attesa che smettesse di piovere. Verso l’ora di pranzo la pioggia cessa ma il vento continua a latitare. Mentre in mezza Sardegna soffia il maestrale a Coluccia il vento gira un po’ in tutte le direzioni tranne che in quella giusta. Verso le 18.00 il race director Tom Hartmann ferma tutto, rimandando all’indomani. Molti rider si dirigono a Porto Pollo per un aperitivo allo Sporting Club Sardinia. Ma alle 20.00 c’è il colpo di scena: improvvisamente arriva l’atteso maestrale. Gli atleti, ormai sulla via di casa o del ristorante, tornano velocemente in Lo show di Capoeira di Chico Bento.
DAY 3 - SESSIONE AL TRAMONTO Il terzo giorno del Toshiba Freestyle Grand Prix è un’altalena di emozioni. La giornata inizia nel peggiore dei modi: zero vento e scrosci di pioggia torrenziale. Anche i ragazzi della scuola media Ruzittu di Arzachena, venuti per conoscere di 51
I due italiani V classificati, autori di un’ottima performance, a sinistra Nicola Spadea, a destra Gabriele Varrucciu.
spiaggia; non sono tutti, ma comunque molti. Il primo ad entrare in acqua è Mattia Fabrizi, che nella fretta non si mette nemmeno lo shorty. Roba da avere freddo solo a guardarlo. Uno alla volta entrano in acqua gli italiani Spadea, Bestetti, Calò, insieme a molti dei migliori stranieri: Traversa, Akgazcyan, Ruenes, Scheffers sono quelli che impressionano di più, ma la palma del migliore va senza dubbio a Steven Van Broeckhoven, che spara Burner, Kulo e Kono praticamente sul bagnasciuga, fino a quando ne atterra uno direttamente in spiaggia. La sessione si protrae ben oltre il tramonto, e
quando gli atleti escono dall’acqua è ormai buio. Ma il livello è stato stellare, esattamente lo spettacolo che tutti aspettavano di vedere, con la speranza che fosse solo l’antipasto dell'ultimo giorno di gara del Toshiba Freestyle Grand Prix.
DAY 4 – FINALMENTE GARA Anche se si è fatto attendere quattro giorni, il vento della Sardegna non ha tradito le aspettative, soffiando con intensità crescente nell’ultimo pomeriggio di competizioni, tanto da consentire il completamento del primo tabellone del single elimination.
In attesa che il vento raggiunga la massima intensità viene messa in acqua la Red Bull Windsurfing Ramp, per una super session di salti che vede prevalere Nicolas Agkazcyan con un Forward Table Top, davanti agli italiani Fabio Calò e Stefano Lorioli, maestri indiscussi del Forward Loop. Con le prime due batterie archiviate nella prima giornata di gare, appena il vento sale abbastanza si riprende dalla terza batteria. Dopo un inizio un po’ asmatico con poche raffiche planabili, il ponente si mette a soffiare deciso e il primo round vola via veloce, qualificando ben sei italiani: Spadea, Bestetti, Fabrizi, Varrucciu, Mazzocca Gamba e Madeddu. Il
Da sinistra: Mattia Fabrizi, Filippo Bestetti e Stefano Lorioli; hanno fatto del loro meglio sfidando i più forti atleti europei.
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Nicolas Agkazcyan, I classificato nella RedBull Jump Super Session grazie ad un perfetto Table Top Forward.
secondo turno si apre con un’ottima prestazione di Gabriele Varrucciu che elimina Sousa Da Pedro. L’unico altro italiano a guadagnare gli ottavi di finale è Nicola Spadea, che ha la meglio sul greco Nico Athanasiu. Molto bene Mattia Fabrizi, che con una batteria ai suoi massimi livelli mette in seria difficoltà il suo coetaneo olandese, Davy Scheffers. Il giovane Mattia è autore di una heat da finale del Campionato Italiano, il giovane rider del Lago d’Iseo sta diventando sempre più forte, in grado di fare 1012 manovre a heat con i classici switch ma anche di aumentare lo score con manovroni aerei. Da poco ha imparato il Misty Flip e in questa heat, con poco vento e rafficato ne ha eseguito uno alla perfezione in planata con la 5.6, facendo esultare la spiaggia! Ciò nonostante il turno lo passa il suo rivale per un maggior numero di manovre aeree come Kono, Shaka e Burner, ma Mattia ha fatto una heat davvero ottima. Chi impressiona maggiormente è Steven Van Broeckhoven, che già nei giorni di allenamento che hanno proceduto la gara aveva dimostrato di essere in forma strepitosa, riuscendo ad eseguire manovre come Kulo e Burner a pochi centimetri dalla spiaggia, perfettamente in planata, nonostante le condizioni da “Willy Skipper”. Il primo quarto di finale è tra il due volte campione europeo André Paskowski e Gabriele Varrucciu: il tedesco parte fortissimo mettendo sotto pressione Gabriele, che subisce sbagliando più del solito in una batteria in cui già il pronostico era contro di lui. Negli altri quarti Van Broeckhoven letteralmente divora il povero Da Silva, Davy Scheffers riscrive le gerarchie mondiali eliminando Traversa e Agkazcyan
non lascia scampo a Nicola Spadea. Le semifinali si rivelano le batterie più combattute dell’intero contest, ma dopo una sofferta decisione i giudici decidono che la finale per il primo e secondo posto sarà una questione tutta olandese. Quando i due tulipani entrano in acqua il vento sta dando il
proprio meglio, mostrando lo spot di Coluccia nel suo migliore aspetto. Van Broeckhoven entra in acqua dando una dimostrazione di superiorità manifesta: per lui è la prima vittoria nel circuito EFPT che lo proietta al primo posto della classifica generale.
Fabio Calò, II classificato sulla rampa Red Bull con un Forward One Foot.
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CLASSIFICA FINALE TOSHIBA FREEST YLE GRAND PRIX 1. Steven Van Broeckhoven – Ned (F2, Maui Sails) 2. Davy Scheffers – Ned (Tabou, Gaastra) 3. André Paskowski – Ger (Fanatic, North Sails) 4. Nicolas Agkazcyan – Fra (Starboard, Gun Sails) 5. Gabriele Varrucciu – Ita (Naish) 5. Nicola Spadea – Ita (Starboard, Severne) 5. Thomas Traversa – Fra (Tabou, Gaastra) 5. Danilo Menez Da Silva – Bra (Fanatic, North Sails) seguono altri 21 concorrenti
CLASSIFICA SUPER SESSION RED BULL WINDSURFING RAMP I primi 4 classificati del Toshiba Freestyle Grand Prix.
Ecco un paio di consigli su dove soggiornare per la vostra ventosa vacanza a Porto Pollo.
1. Nicolas Agkazcyan – Fra (Starboard, Gun Sails) 2. Fabio Calò – Ita (Starboard, Severne) 3. Stefano Lorioli – Ita (RRD)
Vista aerea dell’Hotel Le Dune.
HOTEL LE DUNE Il Paradiso dei Surfisti e non solo...! È situato a pochi metri dalla famosa Spiaggia di Porto Pollo - Isola dei Gabbiani; dispone di 27 camere dotate di ogni comfort. Il suo ottimo ristorante-pizzeria con forno a legna e con una magica terrazza sul mare vi faranno ammirare la bellezza mozzafiato dell’Arcipelago della Maddalena. In oltre parcheggio gratuito, Diving Center e Wi Fi Hotspot. Per info: info@hotelledune.it, web: www.hotelledune.it, tel: 0789.704013, fax: 0789.704113.
WINDSURF VILLAGE Il Residence Baia dei Delfini prende il nome dall’omonima baia adiacente, che a sua volta è così chiamata per la frequente presenza dei simpatici mammiferi acquatici che amano solcare le aree marine più pure. Il Residence è costruito in stile pueblo messicano e dispone di appartamenti da 2 a 6 persone dotati di cucina e ampia terrazza. Alcuni degli appartamenti al piano terra dispongono anche di un proprio giardino. All’interno del Windsurf Village si trova il nuovo Pro Center di Michiel Bouwmeester con attrezzatura JP/Neil Pryde e RRD. Essendo la scuola situata all’interno di una piccola baia, continuamente controllata, gli sport sul mare risultano particolarmente sicuri, quindi affrontabili con tranquillità anche dai meno esperti. La particolare posizione del centro, in una zona così protetta determina un mare praticamente sempre piatto. Per info: info@windsurfvillage.it, web: windsurfvillage.it, tel: 0789.704074/85, fax: 0789.704066. La splendida vista da uno degli appartamenti del Windsurf Village.
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La terrazza dell’Hotel Le Dune.
Esempio di appartamento del Windsurf Village.
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Ross Williams in azione a Maui durante il photoshoting Tabou/Gaastra 2010.
Quando hai iniziato a fare windsurf e quando sei diventato un professionista? Ho iniziato a fare windsurf quando avevo solo 5 anni. I miei genitori e il fratello di mio papà avevano un centro di sport acquatici sull’isola di Wight, dove sono cresciuto. Ogni estate volevo passare tutti i giorni in acqua, sia in surf che in windsurf che con la vela. Sono stato abbastanza fortunato a vivere in un posto così bello. Ho sempre voluto diventare un windsurfista professionista. Ma è stato un duro lavoro trovare gli sponsor e abbastanza soldi per inseguire il mio sogno. Mi pare che sia stato nel 2002, quando avevo 22 anni, che non ho più dovuto chiedere un aiuto ai miei genitori per tirare avanti. Ho fatto quasi sempre buoni risultati, ma nessuno
sapeva veramente chi ero all’inizio. È stato un lungo percorso e non è sempre stato facile come si può pensare, ma adesso sono ancora qui! Raccontaci qualcosa sulla tua vita: famiglia, hobbie, lavoro, viaggi? Non sono mai stato bravo a scuola, ero sempre in difficoltà. L’unica cosa in cui volevo impegnarmi erano gli sport. Sono stato in molte squadre scolastiche e locali. Mentre il resto del tempo lo passavo in marina o andavo a donne. Io e la mia famiglia, ci siamo sempre divertiti con gli sport d’acqua, tranne mia mamma, che non sa nuotare. La sua passione era l’equitazione. Piaceva molto pure a me, ho avuto anche un cavallo e ho partecipato a
qualche gara con lei. Quando avevo 17 anni ho iniziato a lavorare durante le vacanze estive, ho lavorato molto nelle campagne dell’isola, raccogliendo mais, pomodori e aglio. Con i soldi che ho guadagnato mi sono preso una macchina, così potevo andare a surfare dove volevo. Mi è sempre piaciuto molto anche viaggiare. Ogni inverno andavo via per allenarmi, prima alle Canarie, poi in Sud Africa e poi a Maui, e devo dire che mi ha molto aiutato a diventare il surfista che sono adesso. Dove ti trovi ora e qual è la tua prossima gara? Adesso sono a Gran Canaria, non c’è vento al momento ma sono voluto venire qui molto presto per allenarmi duramente in vista della tappa PWA slalom e wave di Pozo. Sono qui con Peter Volwater e Robby Swift, sono dei bravi ragazzi sia per allenarsi insieme, sia fuori dall’acqua. Il loro livello è alto e questo mi aiuta molto a migliorare. Come fai ad essere nei primi 10 al mondo in wave, slalom e formula? Sei l’unico. Immagino che sia perchè ho vissuto sull’isola di Wight. Essendo una piccola isola era facile trovare tutte le condizioni per allenarsi bene. Se c’era molto vento potevo andare in posti vicini e trovare onde sia mure a dritta che a sinistra. Sicuramente poi è perchè ho iniziato a far gare sin da piccolo. Ho incominciato a regatare sui longboard, prima con il Tiga Aloha, poi col Mistral One Design, per poi spostarmi sulle tavole corte. Mi piace davvero molto surfare, e mi sento fortunato a poter fare questo come lavoro, ciò mi spinge sempre a dare il meglio di me stesso. Voglio essere un surfista completo, qualcuno che riesce ad andare in acqua in qualsiasi condizione e con qualsiasi attrezzatura e dare il massimo.
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Quanto e come ti alleni in FW, slalom e wave? Mi alleno sempre, tutti i giorni. Dipende da dove sono nel mondo, ma sono sempre in acqua a surfare se c’è vento. Penso che più conosci il tuo materiale e meno ci devi pensare. Devi solo andare in acqua e spingere te stesso. Quindi il mio consiglio è, esci con un amico e spingiti al limite delle tue possibilità. Impara a trimmare la tua attrezzatura, e allenati sulle cose che sai fare meno, che siano strambate, salti o tutto il resto. Goditi le tue surfate e divertititi. Ti alleni anche fuori dall’acqua? Come? Beh se non c’è vento vado in palestra, o a correre o a fare un altro sport come tennis o golf. Cosa bisogna avere per vincere? La mente gioca un ruolo importante? Di sicuro ti serve una mente forte, devi essere sempre positivo, e non perdere la testa anche se le cose non vanno come previsto. Devi anche conoscere molto bene la tua attrezzatura, e come ho già detto, più tempo passi in acqua, più chance avrai per vincere. Qual è la disciplina più importante per te? Wave, slalom o FW? Qualsiasi cosa paghi le bollette. Mi piace regatare in tutte le specialità di questo sport, e sono fortunato ad essere bravo in tutte queste discipline, quindi non ho una vera preferenza. Quando faccio freesailing ovviamente è differente. Ma posso dire che il wave è quasi sicuramente la cosa più bella, più grandi sono le onde e meglio è, mi piace spingere me stesso e la mia attrezzatura al massimo in condizioni difficili. Dopo un primo posto a Podersdorf e un secondo in Costa Brava, a cosa punti quest anno in slalom? Beh non so proprio come finirò quest anno. Ho già fatto i miei due risultati migliori in assoluto in slalom, e sono troppo contento. Sarebbe bello finire nei primi 3, darò il 100% in ogni evento per far si che succeda. Sono pronto e in attesa di vedere che cosa accadrà. Quest anno sei arrivato sesto a Capo Verde nella prima tappa del PWA wave. Ti sei preparato tanto per raggiungere questo obbiettivo? Non avevo fatto molto wave con le condizioni trovate a Capo Verde, ma avevo comunque passato molto tempo a surfare onde durante l’inverno, e questo forse mi ha aiutato a capire quali onde andavano bene e quali no. Inoltre sapevo che dovevo dare il massimo in ogni heat, se solo mi fossi tirato un po’ indietro o mi fossi rilassato di sicuro sarei stato buttato fuori molto presto. Così sono uscito e ho dato tutto me stesso e sono riuscito a battere alcuni dei migliori surfisti wave al mondo. È stato un giorno incredibile per me ed è
Ross Williams è uno degli atleti del PWA più completi, competitivo sia in wave che in slalom. 59
stato bello vedere un sacco di ragazzi che sono venuti a dirmi quanto bene ho surfato. Mi sono sentito proprio bene, fiero di me stesso.
famiglia, la mia ragazza e andare molto in palestra. Ma quando il vento soffia voglio sempre andare in acqua. È più forte di me. Non posso fermarmi.
Qual è il tuo segreto per vincere una gara slalom? E di wave? In slalom penso che sia avere l’attrezzatura trimmata alla perfezione e naturalmente partire bene. In wave è pratica, pratica, e ancora pratica.
Esci mai in winsurf solo per divertimento? Andare in acqua è sempre un divertimento. Non devi pensarlo come un lavoro. A volte è veramente stancante, quando lo senti troppo devi prenderti una pausa e riposarti, ricaricarti, poi starai nuovamente bene.
In inverno cosa fai? In inverno vado a Maui a testare i nuovi materiali, e mi piace surfare in quelle giornate dove ci sono condizioni estreme. Vado anche in Sud Africa, Chile, ovunque ci sia vento. Mi piace stare anche con la mia
Come ti vedi fra 10 anni? Fra 10 anni mi piacerebbe fare ancora quello che sto facendo ora. Magari avere una famiglia, godermi ancora la vita e surfare ogni giorno. Ross durante la gara di Capo Verde di quest’anno, ha ottenuto un prestigioso 6° posto!
ID
Nome: ROSS DANIEL WILLIAMS Anni: 29 Nazionalità: INGLESE Peso: 88 Kg Altezza: 187 Cm Residenza: OVUNQUE CI SIA VENTO Miglior spot: CAPO VERDE O JAVA Disciplina: FORMULA, SLALOM, WAVE Miglior manovra: TACKER Massima velocità: BOH? Sponsor: GAASTRA, TABOU, O’NEILL
BEST AND WORST:
Slalom o Wave: WAVE Gara o freesailing: GARA Sud Africa o Maui: MAUI Piatto o onde grosse: ONDE GROSSE Vento leggero o forte: ENTRAMBI Party o letto: ENTRAMBI, DIPENDE CON CHI SONO Bionde o more: MORE Culo o tette: CULO 60
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Jason Polakow a Hookipa con i nuovi materiali JP/NeilPryde 2010. Il suo stile verticale ha fatto scuola.
Non è facile capire cosa spinga certi atleti a flirtare con il pericolo degli sport estremi, mentre gli altri se ne stanno tranquilli a godersi lo spettacolo… Perchè mai una persona dovrebbe farsi trainare col windsurf da un jetski, andando incontro alla distruzione sicura, per surfare Teahupoo mettendo a rischio la propria incolumità… Perchè spingere i propri limiti su una moto da cross saltando via gap enormi da una rampa all’altra? Un solo errore e le ossa si spezzano come fiammiferi... Perchè partire più interni di tutti gli altri a Jaws, rischiando di annegare in caso di caduta? Sin dalla tenera età, Jason Polakow, è stato uno dei quei pazzi furiosi sempre alla ricerca della scarica di adrenalina, anche se è riuscito a sviluppare la capacità di gestire alla grande le situazioni di pericolo. La necessità di ricercare il rischio attraverso le sue 64
passioni lo ha portato a surfare le onde più grosse che riuscisse a trovare, a saltare più in alto, andare più veloce o fare acrobazie da stuntman sulla sua moto da cross. Qualsiasi cosa per divertirsi e sentirsi vivo! Come capita però in tutti gli sport estremi, il prezzo da pagare quando si va troppo oltre, cercando di esorcizzare la propria paura, è tutta una serie di infortuni… Proprio come dice il proverbio: “Niente dolore, niente gloria!”. “Pozza” ha pagato spesso a caro prezzo per aver fatto tutte quelle pazzie. Dopo un infortunio grave, la maggior parte dei comuni mortali sarebbe tentato di gettare la spugna rinunciando a farsi nuovamente del male sfidando il pericolo. “Pozza” però, dopo aver rotto quasi ogni singolo osso del suo corpo, continua a mettersi alla prova e a spingersi nelle situazioni più estreme e impensabili. Durante l’intervista nel
“Windsurf Movie” gli viene chiesto se ha dei rimpianti, e lui senza la minima esitazione e con un enorme sorriso in faccia, replica: ”Se dovessi rifare tutto da capo, non cambierei una virgola!” Ecco la descrizione di tutti i peggiori infortuni avuti fino ad oggi… Anche uno solo di questi basta per rabbrividire… Come abbia fatto a tornare sano dopo ogni infortunio è impossibile da sapere!
1: ROTTURA DELLA ROTULA Due interventi chirurgici. Inizialmente non ha funzionato il filo metallico a forma di 8. Nella seconda operazione hanno aggiunto 3 viti. Incidente in moto. Stavo partecipando ad una gara di super-cross race
Jason vola con la sua moto da cross!
a Bendigo Australia a metà anni ‘90. Stavo facendo un po’ di giri nel warm up e passando tra cunette e whoops, la mia ruota anteriore si è ingavonata, io sono partito in avanti e il mio ginocchio ha colpito la vite che tiene la leva del freno anteriore. Non sono neanche caduto dalla moto ma sapevo che c’era qualcosa che non andava perché sentivo un dolore lancinante al ginocchio. Sono uscito dal circuito per tornare alla macchina ma quando sono sceso dalla moto la gamba è semplicemente collassata sotto il mio peso e sono caduto per terra. Mi sono tolto i pantaloni e ho visto che non avevo più la rotula! Era scomparsa! Metà era stata spinta a metà gamba dal quadricipite femorale, che è attaccato in cima ad essa. Il mio quadricipite era tutto floscio, con in fondo attaccato un pezzo d’osso. L’altra metà della rotula invece era vicina al polpaccio e se ne stava
tranquilla lì. La mia gamba sembrava uno scherzo della natura. Avrei dovuto farmi una foto alla gamba ma avevo un po’ troppo dolore per pensarci. Sono andato subito in ospedale e mi hanno operato la sera stessa inserendo due asticelle di acciaio attraverso l’osso, poi hanno aggiunto un lungo pezzo di filo alle estremità, esse uscivano fuori dall’osso della rotula e formavano un disegno ad 8, facendo un giro all’estremità in modo che, una volta in tensione, la mia rotula si potesse risaldare. Dopo 3 mesi, mentre facevo riabilitazione, ho caricato troppo il ginocchio, rompendo il filo. Le asticelle sono partite fuori dall’osso e la rotula si è divisa in due pezzi di nuovo. Ho dovuto farmi rioperare. Questa volta hanno optato per 3 viti d’acciaio, finora hanno funzionato alla grande.
2: ROTTURA DELLA MASCELLA Ho perso i denti dell’arcata superiore. Ho subito una chirurgia dentale per rimettere i denti al loro posto. Incidente in moto. Ero nel mio campo privato da super-cross nel 1999, mentre stavano costruendo dei nuovi salti con una scavatrice. Nessuno aveva ancora provato a saltarli e io volevo essere il primo a provarci a tutti i costi. Ho preso la rampa in terza piena ma sono atterrato un pelo corto. Normalmente ce l’avrei fatta ma siccome era appena stato fatto, il terreno era più morbido e cedevole. All’atterraggio sono stato schiacciato verso il basso sulla moto e la mia mascella ha sbattuto contro il manubrio, spezzandosi e facendomi saltare 5 denti del palato superiore. Il sangue continuava a zampillare ovunque, non sembrava fermarsi mai. Ai tempi 65
Jason estremizza sempre qualunque suo gesto atletico, sia in acqua che sulla terra.
portavo anche l’apparecchio, quindi i denti sono rimasti attaccati a penzolarmi in bocca. Era una vista davvero raccapricciante. Magari avessi una foto per farvi vedere. Non sentivo tanto dolore, il vero problema era fermare il sangue. I miei amici mi hanno portato d’urgenza all’ospedale dentistico, dove mi hanno drogato a manetta e poi risistemato. Il dentista ha detto che i miei denti sono rimasti intatti solo grazie all’apparecchio. Praticamente ha solo preso l’apparecchio ed ha rispinto i denti dentro al loro posto. Ha detto che c’era una probabilità del 50% che i denti morissero ma penso mi sia andata bene, si è sistemato tutto. Chi ha detto che aver l’apparecchio è da sfigati?
3: FRATTURA CONTEMPORANEA DI ENTRAMBI I POLSI Mi hanno messo una vite nel polso sinistro. Il destro è stato solo ingessato. Incidente in moto. Ero a Maui verso il 2001 e ridavo in un circuito locale, sono caduto oltre il manubrio e mi sono piantato di faccia per terra. La moto mi è caduta sopra e mi ha schiacciato. Inizialmente sono risaltato in piedi pensando che fosse tutto ok, ma dopo un po’ ho cominciato a sentire dolore ai polsi e allo stomaco. Mat Prichard e Nik Baker mi hanno portato dal Chiropratico per fare alcuni test e vedere se mi fossi rotto i polsi. Aveva questo strumento affusolato con una maniglia da una parte, lo faceva vibrare, andando sulla zona
interessata. Se l’osso fosse stato rotto o incrinato, avrei sentito dolore. Mi ha fatto questo test ma non sentendo tanto male gli ho detto che era tutto a posto. Quella stessa notte però ho cominciato a sentire un forte dolore alla stomaco e alla zona addominale. Verso le due di mattina non riuscivo più a sopportare il dolore, così Nik, che al tempo era il mio compagno di stanza, mi ha portato alla macchina in braccio perché non riuscivo neanche ad alzarmi dal dolore. Appena siamo arrivati al pronto soccorso mi hanno detto che avevo una piccola emorragia interna ma non molto grave. Ricordo che Nik ha chiesto al medico di farmi le lastre mentre io sostenevo di essere a posto. Nik ha insistito, già che eravamo lì… Quindi le ho fatte. Ho fatto la lastra solo al polso sinistro e sorpresa, lo scafoide era rotto. Sono tornato in Australia e mi hanno messo una vite nel polso sinistro. Dopo circa due settimane dall’operazione, sono andato a giocare a bowling con la mia ragazza e mi sono accorto che non riuscivo a sollevare la palla da bowling perché faceva troppo male. Allora ho deciso di fare la lastra al polso destro ed ecco che c’era un altro osso rotto. Anzi era proprio frantumato… Troppo danneggiato per fare l’operazione, quindi mi hanno ingessato anche il polso destro per un paio di mesi. Sono stati i due mesi più lunghi della mia vita, mentre me ne andavo in giro con due polsi rotti. Il problema non era tanto fare la cacca ma pulirsi una volta finito!
4: ROTTURA DEL PIEDE DESTRO Ho frantumato tutte le ossa nel piede. Ho subito un’operazione per fondere e sistemare tutti i metatarsi al loro posto e rimuovere la cartilagine articolare. Mi hanno dovuto prelevare delle strisce di osso dal bacino per poter sostituire le ossa frantumate del piede. Mi hanno anche messo 3 viti. Incidente in moto. 66
Stavo facendo motocross a Los Angeles con i Prichard in un circuito di supercross locale. C’era un grosso salto triplo che volevo provare da tutto il giorno. Ho preso la rampa a manetta in quarta ma la mia moto ha rallentato un pochino durante il cambio. Sapevo che non ce l’avrei fatta. Mentre ero in volo ho mollato la moto e sono atterrato di piedi sulla salita dell’ultimo salto. Sono caduto da circa 8metri. L’impatto mi ha
fatto perdere conoscenza, quando mi sono svegliato i medici mi avevano già portato in ospedale. Il mio piede destro era completamente distrutto. La maggior parte delle ossa nella parte alta del piede non potevano essere sistemate. Ho deciso di volare in Australia il giorno seguente, il dottore che non mi voleva operare però non voleva neanche che salissi sull’aereo perchè c’era un rischio altissimo di trombosi, sarei potuto
morire. Sebbene non avessi il nullaosta del medico, ho preso l’aereo comunque. Mi hanno fatto un sacco di operazioni nei sei mesi seguenti. Praticamente hanno preso dei frammenti di osso dal mio bacino e li hanno modellati in modo da inserirli all’interno del piede, per poi togliere la cartilagine articolare e unire il tutto con tre lunghe viti. Ho perso il 20% di mobilità laterale del mio piede.
Jason nella sua casa di Maui.
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Una delle cadute più devastanti della carriera windsurfistica di Jason Polakow: Tahiti, Teahapoo.
5: ROTTURA DEI METATARSI DELLA MANO DESTRA Ho rotto tutti i metatarsi della mano destra. Sono stato ingessato. Incidente in moto. Ero in Inghilterra con Nik Baker su una moto da corsa a tutta velocità, era il 2002. C’era un raccordo per entrare nell’autostrada M25. Una macchina si è infilata nella corsia pensando che noi andassimo dritti. Dopo avermi tagliato la strada ha frenato
bruscamente e io l’ho tamponata a circa 120 km/h, volando via come superman sopra alla macchina per poi cadere a terra. Mi ricordo di aver guardato la strada dall’alto mentre volavo, pensando: ”Mi sa che farà un po’ male.” Sono atterrato e scivolato per metri e metri, andando a sbattere contro il guard rail che mi ha impedito di cadere di sotto. Sarebbe stato un volo di 25 metri se non mi fossi incastrato nella barriera. La tuta di pelle con rinforzi da 7mm si è squagliata sopra al mio braccio destro e mi si sono rotte tutte le ossa delle dita della mano destra. La moto si è incastrata nella macchina, era una scena molto divertente! Quando l’ho guardata era diventata lunga poco più di 1 metro, penso che l’essere stato sbalzato sia stata una fortuna, altrimenti non avrei più le gambe.
6: ROTTURA DEL TENDINE DEL PIEDE DESTRO Ho rotto il tendine principale del piede destro. Caduta in Windsurf. Il mio piede è rimasto incastrato nella strap mentre venivo frullato da un bombolone ad Hookipa. Ho sentito un rumore strano e secco, sapevo di essermi fatto qualcosa. Mi hanno diagnostico un lizfrank rotto, che è il tendine principale che supporta la pianta del piede. Senza di esso si può incorrere in serie complicazioni più avanti con l’età.
7: ROTTURA DEL NASO
La seconda volta ho fatto un Goiter e sono arrivato troppo davanti all’onda, sul piatto, poi mi ha frullato facendomi sbattere il naso contro il boma. La terza volta è stata durante una rissa. Avevo appena accettato il trofeo per il primo posto alla O’Neill Invitational a metà anni ‘90 e ho visto Josh Angulo spingere il buttafuori nel corridoio. Dopo essere sceso dal palco sono andato a vedere cosa stesse succedendo. In quel momento i bouncers avevano afferrato Josh e stavano cominciando a menarlo quindi mi sono messo a correre e sono saltato in spalla a uno di loro. Pesava circa 102 kg e ce n’erano tre come lui. Praticamente mi hanno rotto il culo, poi sono scappato nel giardino con loro che m’inseguivano. Dopo un mese mi sono fatto operare in Australia per raddrizzare il setto nasale e togliere dei frammenti di osso che mi ostruivano le narici.
8: ROTTURA DEL DITO DELLA MANO SINISTRA Ho rotto un dito della mano sinistra. Caduta in Skateboard. Stavo facendo Skateboard in rampa all’inizio degli anni ‘90 e sono caduto, rompendomi il dito. Me l’hanno steccato… Niente di che!
9: STIRAMENTO DEL CROCIATO LATERALE SINISTRO Ho stirato il crociato laterale del ginocchio sinistro… Caduta in Windsurf.
Ho rotto il naso 3 volte. È abbastanza comune rompersi il naso. La prima volta mi è successo in moto, la ruota anteriore è slittata in curva e mi sono piantato in terra di faccia. 68
Ho stirato i legamenti di entrambe le ginocchia un po’ di volte. Tutte in windsurf. A molti windsurfisti capita ad un certo punto, o alle caviglie o alle ginocchia, ma se lo paragoniamo al resto direi che non è niente di che.
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Capo Horn adventure, making off.
Tine Slabe, a sinistra, e Ben van der Steen, a destra, i due giganti che hanno tentato di sfidare le acque di Capo Horn.
THE CREW Circa un anno fa, ad un evento in Austria, ho ascoltato l’idea di questo avventuroso surfista di nome Thomas Miklautsch. Sembrava a tutti gli effetti un’avventura memorabile, qualcosa uscito direttamente dal mondo dei sogni. Un’avventura che nessuno aveva mai affrontato prima e che non sarebbe stata facile da portare a termine. Dopo svariati incontri, avevamo già sistemato quasi tutto ed eravamo pronti a partire. Thomas voleva che un altro windsurfista si unisse alla crew, in quanto non era sicuro di entrare in acqua, dovendo tener d’occhio l’attrezzatura fotografica. Dopo aver passato quasi due mesi a Maui assieme a Ben van der Steen, lo scorso inverno, sapevo che lui sarebbe stato disponibile. Dopo qualche e-mail infatti, si è unito al nostro gruppo e tutto è cominciato. 71
TEST SESSION Santiago del Chile è stato il primo punto d’incontro per la nostra spedizione. Da lì siamo andati un paio di giorni lungo la costa per abituarci alla compagnia e testare un po’ il nostro materiale. Abbiamo trovato delle buone condizioni ma, non essendo quello il nostro obiettivo, dopo poco siamo partiti per la vera destinazione. Era giunto il momento di volare verso Sud e verso il freddo. Prima di iniziare però, dovevamo fermarci ancora in un posto. Abbiamo surfato con i venti costanti della Patagonia per abituarci al freddo, facendo foto e windsurf in contesti mozzafiato. Siamo stati per più di una settimana nella zona settentrionale di Punta Arenas, alla ricerca dei laghi di acqua assolutamente cristallina, circondati dai paesaggi più
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incredibili, e vi posso assicurare che ne abbiamo trovati un sacco. Ora, eravamo abituati ai bruschi e repentini cambi climatici, eravamo finalmente pronti.
MEETING POINT Era venerdì quando siamo atterrati assieme a Ben all’aeroporto più meridionale del Sud America, ad Ushuaia in Argentina. Stavamo cercando di organizzare un transfer col taxi per arrivare al porto quando Peter, il nostro secondo cameraman, è sbucato dal nulla. A quanto pare, era sul nostro stesso volo, ma non essendoci mai visti prima, ci ha riconosciuti solo a causa delle nostre enormi valigie, una vista inusuale in questi piccoli villaggi. Thomas e la sua ragazza Anja, che era incaricata di documentare fotograficamente
Tine Slabe, un passato da freestyler, ora al 100% sullo slalom. Vola con la sua attrezzatura nelle gelide acque di Capo Horn.
tutto il nostro viaggio, erano già pronti ed avevano già organizzato tutto in anticipo. Quando finalmente tutto è stato sistemato, siamo partiti per la nostra avventura: cercare di surfare le acque ostili di Capo Horn con le moderne tavole da slalom. Nel 1980 un windsurfista francese aveva già sfidato l’oceano ma con una tavola longboard classica.
LA PARTENZA I 15 metri della chiglia d’acciaio della Santa Maria ci stavano già aspettando al porto di Ushuaia, questa barca ci avrebbe ospitato a bordo per più di 10 giorni. Il nostro quartier generale e punto d’appoggio per poter surfare svariati spot e posti selvaggi nella Tierra del Fuego. Dopo aver impacchettato tutti i vestiti necessari, le provviste, il materiale fotografico e aver stivato il tutto, finalmente salpavamo. La tanta attesa partenza era arrivata e potevamo lasciarci alle spalle i problemi e la pazzia del mondo moderno. Eravamo una cosa sola con la natura, mentre scivolavamo sulle onde con un solo obiettivo: circumnavigare l’isola di Horn. Per prima cosa dovevamo attraversare il canale di Beagle dalla parte cilena, in quanto tutte le isole dell’arcipelago sono cilene e bisogna registrare un permesso di visita a Puerto Williams, dove c’è anche una grossa stazione della guardia costiera. Ci siamo dovuti andare anche per cambiare il capitano della barca, Wolf Kloss, proprietario della Santa Maria e capitano più rispettato ed esperto della zona. Ha navigato nelle acque di Capo Horn per più di 100 volte e con la sua barca ha perfino attraversato l’Atlantico un paio di volte andando fino in Antartico, era dunque assolutamente degno di tutto la nostra fiducia. Il nostro viaggio verso sud è continuato attraverso il canale di Murray in quanto questa rotta è più veloce per raggiungere le isole Wollaston tra cui si trova
Una delle session più radicali della loro vita: Tine e Ben a Capo Horn!
anche l’isola di Horn, ma eravamo autorizzati a farlo solo con la bandiera cilena ammainata (solo navi cilene possono passare questo canale). Già dal secondo giorno abbiamo constatato che la zona era molto ventosa. Abbiamo fatto windsurf scortati dalla Santa Maria, tra l’isola di Navarino e quella di Bertrand con oltre 20 nodi di vento, quello che ci preoccupava maggiormente erano i venti freddi e rafficati, ma siamo comunque entrati in acqua quello stesso pomeriggio, per la prima volta così a Sud.
FIRST SESSION Sulla plancia, disponevamo di 5 tavole slalom, 6 vele da slalom, 6 alberi e 4 boma da condividere. L’acqua in questa zona è a circa 7°C quindi avevamo bisogno di ottime mute. La prima scelta per me e Ben era per materiale abbastanza grosso, 6.4 e tavola voluminosa, in modo da non restare ammollo dietro all’isola. Thomas invece ha preso la 5.9 e una tavola media. La Santa Maria è stata ancorata in una baietta riparata dietro l’isola di Navarino e proprio lì vicino abbiamo fatto la prima uscita. Il vento spingeva bene e sotto raffica arrivava anche a venti nodi, condizioni perfette per fare slalom, a volte perfino il sole faceva capolino illuminando la meravigliosa natura selvaggia che ci circondava. Dopo aver fatto un bel po’ di windsurf, è arrivata una nuvola nera enorme che ha dapprima scaricato pioggia e poi anche neve! Questo ci ha ricordato che non faceva poi così caldo, ma dopo poco è ritornato il sole! La nostra prima uscita in acqua è stata una bella esperienza e dopo una birra fresca, abbiamo preparato e mangiato da un barbeque sull’isoletta che Wolf si è comprato. Avete capito bene, sulla sua isola, abbiamo fatto un fuoco, comprato carne e birre e abbiamo passato una bella serata tutti assieme. Il ritorno alla barca non è stato altrettanto
Tine Slabe al timone della Santa Maria.
bello per colpa di tutto il kelp che c’era, la piccola lancia faceva davvero fatica a passare i banchi con 30 nodi di vento contrari.
NUOVA DESTINAZIONE La sfida seguente era passare la Bahia Nassau, che può esser molto insidiosa, specialmente quando c’è una perturbazione pesante in giro. Da questo punto in poi, il canale non è più protetto dalle Ande che fermano le maggiori depressioni, quindi esse si possono abbattere sul canale di Beagle con tutta la loro potenza. Questa volta ci è andata bene, dato che la nostra rotta verso sud est non è stata per nulla ostacolata dai 20 nodi di sud ovest che hanno soffiato per quasi tutto il giorno. Dopo circa 9 ore di navigazione, siamo finalmente
arrivati a Porto Maxwell, una piccola baia ad est della piccola isola di Hermite, uno dei due possibili posti di ancoraggio nell’arcipelago meridionale. Questa baietta era anche il nostro punto di partenza per esplorare l’ambiente circostante quindi l’ansia stava salendo. Prima di andare a letto abbiamo deciso di parlare col capitano riguardo le previsioni, per pianificare la nostra “giornatona”. Dato che le previsioni erano molto promettenti, sui 15-20 nodi, abbiamo deciso di muoverci.
CAPO HORN Il mattino seguente abbiamo armato lo stesso materiale che avevamo usato qualche giorno prima. Dopo aver indossato le nostre calde e spesse mute
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Tine e Ben hanno navigato in paesaggi mozzafiato in questa avventura, ma che freddo!
invernali, eravamo pronti. Saremmo prima dovuti uscire dall’insenatura all’ombra dell’isola in cui non si muoveva una foglia, per poi trovarci proprio di fronte all’isola di Horn in tutta la sua gloria. Il vento occidentale era già più forte di quanto avessero previsto ed il cielo era coperto da nuvole scure e minacciose. Col vento gelido in aumento e il mare che s’ingrossava, la zona vicino ad Isla Hermite, era davvero poco amichevole e invitante. L'adrenalina pompava a manetta ma il desiderio di portare a termine la nostra missione era più forte che mai. Dopo una breve chiacchierata col capitano, Thomas, Ben e io abbiamo deciso di far un tentativo, perchè le previsioni per i giorni seguenti erano davvero pessime. La barca ha orzato leggermente e mentre si prendeva un’onda
di 4 metri sulla prua io ho deciso di saltare in acqua nel rabbioso mar del Sud. Thomas mi ha passato due tavole, poi lui è saltato con la terza. Le vele armate si muovevano parecchio sul ponte a causa del forte vento, quindi Ben ha deciso di tirarcele in acqua, poi è saltato dentro anche lui. Dovevamo ancora attaccarle alle tavole, cosa che può sembrare molto più semplice da dire che da fare, specialmente perchè stavamo facendo windsurf sulla punta più meridionale del continente Sud Americano. Nella zona più fatale per i marinai nei secoli. Le condizioni erano molto impegnative, perché le onde erano molto ripide e disordinate e il vento continuava ad aumentare, ma abbiamo continuato imperterriti. La Santa Maria andava a spasso a 7 nodi di velocità e quindi le
abbiamo girato attorno il più a lungo possibile. Il vento continuava ad aumentare ed era quasi arrivato a 40 nodi, mentre ci avvicinavamo a Capo Horn. Prima di lanciarci nel lasco che ci avrebbe fatto superare il capo, abbiamo fatto un briefing con l’esperto capitan Wolf. A malincuore, abbiamo dovuto abbandonare la nostra missione e tornare indietro. Il problema era che se il vento fosse aumentato ancora, avremmo potuto far windsurf ma se avessimo rotto qualcosa saremmo scarrocciati più velocemente della velocità di punta della Santa Maria… E quindi saremmo stati in balia dei voraci mari del Sud. Un rischio troppo alto. Al ritorno ci siamo riparati passando dietro all’isola di Hall, dove ci siamo gustati la nostra zuppa calda sul ponte. Eravamo davvero delusi, ma almeno ci avevamo provato.
LA FURIA DEI VENTI Wolf aveva ragione, il vento è aumentato, impedendoci perfino di continuare a risalire per arrivare a Puerto Maxwell, abbiamo dovuto cambiare rotta per il secondo porto, a Martial Bay, più ad est, dietro l’isola di Herschel. Il vento che noi stavamo surfando era solo l’inizio del sistema di bassa pressione che stava per arrivare. La sera, sulla barca, ho misurato 50 nodi con raffiche fino a 65 nodi! La barca si spostava a destra e sinistra come se stesse cercando di scappare dal vento nucleare. Avevamo buttato un’ancora di 85 kg e più di 80 metri di catena… Sarebbe dovuta bastare. Prima di andare a dormire però, Ben è andato a ricontrollare che fosse tutto a posto perché ci sembrava di scarrocciare. Abbiamo riferito la cosa a Wolf e proprio in quel momento è partito l’allarme GPS (sistema che controlla le coordinate di stazionamento e quando ci si sposta, suona per avvertire). Fuori ha cominciato a piovere e abbiamo dovuto gettare un’altra ancora di sicurezza. Abbiamo dovuto far tutto 74
Tine Slabe.
Ben van der Steen, campione del mondo slalom IFCA 2008, tenta di domare le condizioni di Capo Horn.
velocemente e in condizioni estreme per evitare di guai peggiori. Il capitano ha detto che deve essere arrivata una raffica da più di 75 nodi per fare disancorare la Santa Maria.
IL CALCOLO DEI RISCHI La mattina seguente abbiamo chiamato la base marina di Capo Horn (la maggior parte delle isole limitrofe al capo ha delle basi in cui i soldati della marina vengono stanziati per passare un anno con la loro famiglia e controllare le barche locali), ci hanno detto che hanno registrato raffiche di vento oltre i 130 nodi quella sera e che i venti di tempesta sarebbero continuati ancora per un giorno o due. Con una previsione del genere, sapevamo che avremmo dovuto passare due giorni nella baia riparata dal vento, che spirava con ferocia come la sera precedente. Thomas ha proposto a me e a Ben di provare ad uscire col nostro materiale più piccolo. Era una situazione molto delicata in quanto il vento era rafficatissimo, forte e da terra e non avremmo avuto soccorso in caso fosse successo qualcosa, dato che la nave riusciva a fatica a restare ormeggiata, con 2 ancore! Abbiamo esitato parecchio anche perché c’erano 5°C e un windchill di 50 nodi di vento (i calcoli riportano che la temperatura percepita dalla pelle a causa del vento, a questa temperatura ed intensità, corrisponde a -3°C), ma dopo un po’ non abbiamo resistito alla tentazione di sfidare queste condizioni così estreme e brutali. Con un piccolo gommone, abbiamo portato a riva il materiale. Ben ha armato la sua 6.4 e io ho preso la 5.9, entrambi sulle tavole da 90 litri che usiamo in gara, dopo esserci coperti dalla testa ai piedi con muta, guanti, calzari e cappuccio di neoprene, siamo andati a farci un giro. Il vento era davvero rafficato e fortissimo, a causa della bassa temperatura. Riuscivamo a malapena ad andare dritti, quando arrivava la raffica venivamo letteralmente sollevati dall’acqua e dovevamo aspettare che passasse per poter ripartire. Abbiamo fatto windsurf per circa venti minuti, poi eravamo completamente esausti, ma dopo una pausa siamo rientrati per una seconda session. Abbiamo combattuto per circa dieci minuti e quando siamo usciti fuori dalla baia, è arrivata una raffica che è durata per più di due minuti. Non abbiamo visto più nulla, speravamo solo che finisse per poter rientrare. Finalmente è passata. Siamo tornati immediatamente a riva e non ci siamo più permessi di uscire. Per quel giorno poteva bastare, abbiamo impacchettato il tutto, ci siamo mangiati una squisita zuppa di zucca e ci siamo rilassati sulla barca, sebbene si muovesse ancora senza tregua, ma ormai ci sembrava di essere su una sedia a dondolo.
circondava: arcobaleni, cime innevate, uccellini… Tuttavia eravamo ancora in attesa delle condizioni ideali per poter portare a termine la nostra missione. La Santa Maria è una delle poche barche a vela a noleggio della zona e quindi avevamo potuto noleggiarla per un periodo limitato, che stava lentamente ma inesorabilmente finendo. La nostra ultima occasione si è presentata con la previsione di 15-20 nodi da ovest. Thomas ha deciso che solo Ben sarebbe uscito, mentre Peter si sarebbe occupato di riprenderlo alle prese col mare in tempesta. Abbiamo attraversato il canale sopravvento, diretti verso Puerto Maxwell per ripetere il nostro primo tentativo.
UNA NUOVA PERTURBAZIONE Appena usciti dalla baia, le condizioni sembravano
ripetersi. Ben però era davvero motivato questa volta, perché ora sapeva come affrontarle, e quindi eravamo disposti a rischiare di più per raggiungere il nostro scopo. Wolf non sembrava troppo contento riguardo alla situazione meteo e essendo il capitano, l’ultima parola spettava comunque a lui. Ha voluto che attendessimo ancora prima di entrare, in modo da studiare l’evoluzione meteo. Ad alcuni ragazzi stava venendo mal di mare e quindi abbiamo dovuto prendere una decisione in fretta. Wolf ci ha detto che la Santa Maria non avrebbe avuto problemi ad andare fino al Capo, ma non sarebbe riuscita a fare manovre di salvataggio e se il mare fosse peggiorato ancora, avrebbe rischiato anche dei danni strutturali. “Se voi ragazzi volete uscire, di sicuro non vi fermerò ma sappiate da ora che è come se foste da soli!” ha detto.
LA FINE DELLA PERTURBAZIONE La perturbazione non era ancora passata e dietro l’angolo le condizioni erano ancora così proibitive che abbiamo dovuto aspettare un’altra giornata. Poi finalmente il vento ha cominciato a calare e le temperature si sono alzate un pochino. Abbiamo armato il materiale grosso (Ben la 7.8, Thomas la 6.4 e io la 7.0) e siamo andati a farci una session in relax con acqua piatta come un biliardo. Finalmente ci siamo goduti la bellezza incontaminata della natura che ci Un altro momento del making off.
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La Santa Maria, la base di appoggio di questa fantastica avventura.
Ho guardato verso Ben e Thomas, tutti volevamo assolutamente raggiungere l’obiettivo ma non volevamo rischiare la vita. Credetemi, abbiamo fatto davvero fatica a dire: “Ok non andiamo!” ma poi ci siamo resi conto che è stato meglio così.
LA RINUNCIA L’atmosfera a questo punto era abbastanza triste e cupa mentre doppiavamo il famoso Capo Horn con vento sui 40 nodi e 6 metri d’onda. Non riuscivo neanche a credere che il capitano della barca dovesse usare il motore per passare, in quanto non c’era un alito di vento. Era ormai pomeriggio inoltrato quando siamo tornati a Martial Bay. Lì eravamo al riparo dalle onde ed avremmo avuto un attracco molto facile dopo
una lunga e faticosa giornata, che però si è conclusa diversamente. I motori si sono improvvisamente fermati per la poca benzina, i filtri si erano sporcati. Volevamo entrare a vela nella baia ma abbiamo scoperto che la vela si era arrotolata intorno all’albero. L’unica nostra possibilità era di continuare ad andare con la vela al traverso avanti e indietro, aspettando di sistemare il motore. Finalmente siamo ripartiti riuscendo ad ormeggiarci nella baia, riuscendo poi a slegare anche la cima che aveva arrotolato la vela all’albero. E’ stata la fine di una giornata lunghissima. Non voglio nemmeno immaginare cosa sarebbe successo se fossimo andati a fare windsurf e la barca avesse dovuto manovrare in quelle condizioni. Alla fine abbiamo fatto la scelta giusta!
Tine Slabe in piena potenza.
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IL RITORNO La Santa Maria stava finendo il carburante e i prossimi passeggeri stavano già aspettando, quindi siamo dovuti rientrare a Puerto Williams. Ci mancavano ancora due interi giorni di navigazione. Abbiamo avuto l’opportunità di passare Bahia Nassau sospinti dal vento da sud est diretti a nord est, verso Lennox Island dove abbiamo passato la notte. Volevo sgombrare la mente da tutti i pensieri che mi avevano perseguitato negli ultimi due giorni e quindi sono stato al timone per 5 ore. Improvvisamente ho cominciato a tremare. Wolf mi ha visto, dicendomi di entrare immediatamente. Sono stato a lungo fuori al vento e mi sono iperraffreddato (quando la temperatura corporea scende sotto un certo limite). Heio mi ha coperto ma non riuscivo a smettere di tremare, dopo poco mi è anche venuto mal di mare e ho sofferto come un cane finchè mi sono addormentato. Il giorno seguente abbiamo attraversato il canale di Beagle e siamo ritornati a Puerto Williams, dove siamo sbarcati sotto un bel sole. Eravamo tutti felici di essere di nuovo a terra e di poterci finalmente fare una doccia, in quanto non c’era sulla barca. Il viaggio è stato per tutti un’esperienza unica e sicuramente non ce ne dimenticheremo mai. Abbiamo visto e vissuto la natura incontaminata del nostro pianeta, cosa che la maggior parte della gente normale non vedrà mai e poi abbiamo sfidato la natura nella sua forma più estrema. Abbiamo anche imparato che a volte è più difficile dire no che sì, ma è più saggio. Forse un giorno avremo la possibilità di tornare nuovamente e di portare a termine la nostra missione, ma personalmente non dimenticherò mai le parole del nostro saggio Capitano Wolf, mentre tornavamo: “Capo Horn non regala niente!”
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INTRO Venerdi 19 e sabato 20 giugno si è svolta la terza edizione della Shaka Bump&Jump sul Lago di Garda! Si è sperato molto nel vento a Torbole, perché è una gara completamente diversa da tutte le altre, dove lo spirito competitivo lascia spazio al gioco. Il format è molto semplice: una barca produce onde artificiali sul lago e i rider devono eseguire le loro acrobazie aeree utilizzando queste onde! Radicalità, altezza e corretta esecuzione dei salti sono i parametri fondamentali per vincere. Quest’anno ci sono stati 32 partecipanti, tutti esperti e agguerriti saltatori e freestyler, provenienti da tutta l’Italia e oltre. La Shaka Bump&Jump 2009 è stata un grande successo e dimostra ancora una volta che il Lago di Garda é uno dei laghi più affidabili per organizzare eventi! Chi poteva prevedere che in questi giorni ci sarebbe stato un tale vento? Le previsioni non erano delle migliori! Mike, proprietario del negozio Shaka e organizzatore di questa gara é sempre molto fiducioso, ma un certo rischio c’è sempre, comunque nonostante le previsioni incerte non si poteva certo dare disdetta agli atleti all’ultimo minuto, quindi l’avventura è cominciata!
SPONSOR La buona riuscita degli eventi dipende anche dagli sponsor, che in questo momento non sono facili da trovare ma per fortuna, Quiksilver, Naish e Cobian, hanno sostenuto la 3° edizione della Shaka Bump&Jump! Numerosi sono stati anche i premi da parte di DC, Chiemsee e Dakine, Rip Curl & Smith. 80
I GIUDICI
DAY 1
La gara consiste nel saltare dietro l’onda del motoscafo sia mure a sinistra che mure a dritta. I salti più belli, alti, oppure tecnicamente più difficili, vengono giudicati da una giuria indipendente. Quest’anno i giudici sono stati, Andrea Pagan (Seatex Boards Repair), Flavio, Andrea Righi e i fratelli Mattia & Thomas della pizzeria Nuova Garda, che si sono impegnati a prendere delle decisioni difficili.
Il venerdì la gara è iniziata con l’iscrizione e lo skipper’s meeting presso il negozio Shaka a Torbole: 32 gli iscritti, un bel numero considerando che non c’è molto spazio dietro l’onda dello Speedy Gonzales, cosa che rende la gara non priva di pericoli. Dopo le formalità, si è passati al trasferimento all’Hotel Pier, ritrovo e sede della prima giornata di competizioni. Alle 13.30 il vento
ha iniziato a soffiare, ed è partita la gara! Tutti gli atleti pronti e gasati per prendere la prima onda hanno offerto uno spettacolo incredibile ai passeggeri dello Speedy. Robert Hofmann ha aperto le danze per primo con un Forward. Un fuoco d’artificio di salti con atterraggi buoni e molti “wipe out” super spettacolari. Molto consistente Federico la Croce, con perfetti Ponch One Hand, molto pazzo Nikilas Slijk con i suoi Twister, anche
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Fabio Calò che si è lanciato di brutto in evoluzioni aeree puntando sull’altezza dei salti, purtroppo all’atterraggio di una Hi Air Flaka, un po’ troppo hard core, ha spezzato il piedino dell’albero ed è rimasto fuori dai giochi per 30 minuti, fino a quando la barca di soccorso dell’Hotel Pier non gli ha portato un pezzo di ricambio. Alcuni incidenti ci sono stati, come possono confermare Giacomo Milani e Cesare Smania. Giacomo si è fratturato il piede e Cesare è andato a sbattere con il mitico Mario Bellani (senza conseguenze serie). Dopo 2 ore di session tutti i rider sono erano contenti e a pezzi. La serata si è aperta con un bell’aperitivo al negozio Shaka, dove sono state proiettate le foto della prima giornata, e poi tutti si sono trasferiti alla cena offerta dall’organizzazione di Mikel, alla pizzeria Nuova Garda, con Deejay session e partite di calcetto.
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DAY 2 Il sabato, a causa della defezione inaspettata dello Speedy, si è deciso di spostare il campo di gara davanti alla Conca d’Oro. Ottima location per offrire un po’ di spettacolo al numeroso pubblico dello spot. Anche se un po’ in ritardo, ma in perfetto timing con il ritorno della barca, verso le 14.00 l’Ora ha iniziato a soffiare decisa, offrendo così uno spettacolo incredibile ai turisti sulla spiaggia. Questa volta non c’era lo Speedy, ma il Superstar di Malcesine che fa un po’ meno onde, ma grazie alla bravura degli atleti e al forte vento da Sud, si sono comunque usate vele da 5.0m, la differenza è stata
poca. Alla giuria, anche in quest’occasione è stato offerto di tutto: Forward, Ponch, Air Chacho, Shaka, Flaka, Shove-it e tante altre manovre spettacolari!
PREMIAZIONI Durante la serata di sabato, presso il Beach Bar Conca d’Oro si è svolta la premiazione, con Robert Hofmann in doppia veste di speaker e atleta, classificatosi 1° seniores con un programma classico ma radicale. Si è passati poi alla premiazione dei primi 7 classificati, ad uno ad uno sono stati chiamati da Robert a ritirare il loro premio. Per quanto riguarda il podio in terza posizione si è classificato il giovanissimo Nicholas Slijk, in seconda Fabio Calò, e sul gradino più alto del podio a pari merito Federico La Croce e Mattia Pedrani, quest’ultimo con manovre meno spettacolari ma più tecniche. Da notare anche il 1° Junior di soli 12 anni, Cesare Smania. Non sono mancati premi per tutti i partecipanti ad estrazione e la proiezione di tutte le foto scattate dal fotografo ufficiale Fiore. La chiusura della serata con un’ottima pasta e il Beach Party è stata il modo migliore per chiudere la giornata. Tutti gli atleti si sono divertiti incredibilmente, per questo il prossimo anno Mike di Shaka ha già in mente di riorganizzare questa gara piena di adrenalina e forse trasformarla in Shaka’s Bump & Jump King Size, con la partecipazione di campioni internazionali, senza nulla togliere ai fantastici Local Heroes! Salire sulla barca e vedere i salti da così vicino è veramente un’esperienza da non perdere. Tante altre foto si possono vedere sui siti www.shaka.it, www.seatex.it, www.stehsegelrevue.de, e Facebook. Appuntamento all’anno prossimo per la 4° edizione che sicuramente non deluderà le aspettative….
NICHOLAS SLIJK, LA RIVELAZIONE DELLA GARA. Quanti anni hai e dove vivi? Ho 14 anni e vivo ad Arco, vicino a Torbole. Ti aspettavi questo risultato? No, sono stato molto sorpreso di aver battuto dei rider italiani forti come Mirko Braghieri, Simone Grezzi, Roberto Dall’Oglio... Ma sapevo di essermi impegnato molto durante la gara e di essermi piazzato bene. Qual è stato il salto più spettacolare che hai fatto durante la gara? Questa è una bella domanda perché il salto più spettacolare che ho fatto l’ho inventato io ma non è ancora conosciuto, comunque l’ho chiamato “Twister” ed assomiglia molto ad un Ponch. Quello che ti ha permesso di ottenere il terzo posto? Twister e Twister one hand. E quello più alto? Sicuramente il Forward. Il salto più difficile che hai provato? Air Flaka. La caduta più divertente? Credo tentativo di Air Flaka. Davanti a te in classifica hai due eccellenti saltatori italiani, Federico e Fabio, hai intenzione di batterli il prossimo anno? Cercherò di impegnarmi al massimo e di allenarmi tutta l’estate per riuscire a batterli, ma credo che sarà molto difficile perché sono due rider fortissimi, ma ci proverò lo stesso. Best Rookie: Cesare Smania Best Senior: Robert Hofmann Sponsor: Quiksilver, Cobian, Naish. Local Sponsor: Hotel Residence Torbole, Hotel Santoni, Conca d’Oro Beach Bar, Pizzeria Nuova Garda. Grazie ai fornitori: DC, Protest, Chiemsee, Rip Curl, Freestyle, Smith, Da Kine, Naish. 83
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INTRO
HOW TO DO
Il Misty Flip, anche conosciuto come Clew first Ponch (anche se non c’entra nulla…) è una delle manovre aeree più recenti ed estreme, presentata per la prima volta dall’acrobata Kiri Thode, alla tappa di coppa del mondo di Lanzarote nel 2007. Dopo poco tutti hanno cominciato a provarla perché significava veramente avere la vittoria in mano. La rotazione ricorda vagamente una sorta di Air Spock bugna in avanti. Dopo averne chiusi un bel po’ normali, stavo cominciando ad annoiarmi e quindi ho deciso di rendere il mix un pochino più interessante, togliendo il braccio posteriore, prima di staccare! Gollito e Taty invece tolgono il braccio anteriore, atterrando come una normale Spock One Hand.
Vai al traverso a tutta velocità, con buona potenza nella vela ma preferibilmente non sovrainvelati. Per questo trick, specialmente le prime volte, è necessario avere una vela piccola e vento sostenuto, in modo che la rotazione sia più veloce e che risulti più facile staccare, anche con una sola mano sul boma. Poggia leggermente ed esegui lo stesso movimento di una Duck Jybe, girando la vela bugna avanti. Una volta che la vela ha ripreso potenza, con le mani belle larghe sul boma, continua ad andare al lasco a tutta velocità e cerca un ripido choppino leggermente sopravento alla tua posizione. Buttati bruscamente sui talloni come uno Shove It per far in modo che la tavola orzi sulla faccia del chop. Quando senti che stai per staccare, togli la mano anteriore, di bugna, e distendila verso l’alto e poi verso poppa, in modo che ti aiuti ad andare più in alto. La difficoltà maggiore è il fatto di non poter
sfruttare la potenza della bugna, sia per staccare, che per ruotare, quindi è opportuno saper fare i Misty Flip normali ad occhi chiusi, in quanto la rotazione avviene esclusivamente di fisico. Butta l’albero verso poppa con il braccio posteriore e gira testa e spalle sottovento, stendendo il braccio anteriore verso poppa in modo che faccia da perno per il busto. Scalcia la tavola sottovento ed una volta che sei nella fase discendente della rotazione, rimetti la mano anteriore sulla bugna, in modo da poter controllare meglio la vela. Così facendo potrai spingere nuovamente sul braccio posteriore (che nella fase precedente era quello anteriore) in modo che la vela vi spinga nuovamente in posizione eretta come per l’atterraggio di uno Shove It. Ora non vi resta che restare centrali col peso e potete o girare la vela e ripartire come una Spock, oppure tenere il boma e ripartire come una Spock 540. È anche possibile chiudere il Misty Flip ad
una mano dall’inizio alla fine, ma bisogna veramente provarne migliaia per riuscire a gestire l’atterraggio, che, senza la spinta della vela, risulta anche molto pesante e pericoloso.
STEP BY STEP Foto 1: Sparati a manetta al lasco bugna in avanti e cerca un ripido chop appena sopravento a te. Tieni il fisico leggermente sbilanciato in avanti e preparati a staccare flettendo le ginocchia. Foto 2-3: Questa fase è davvero delicata ed è cruciale per la corretta riuscita del trick. Orza bruscamente buttandoti sui talloni e, contemporaneamente, molla la mano di bugna portandola verso poppa ed aiutandoti a spingere verso l’alto per lo stacco. Butta l’albero verso il basso e verso poppa con il braccio posteriore,
girando testa e corpo verso poppa, per poi stendere le gambe e sfruttare la spinta creata dall’orzata brusca, come per uno Shove It. Porta il braccio verso poppa e comincia a spingere la tavola sottovento. Foto 4: A questo punto la fase aerea è all’apice ed il braccio viene piegato in modo da massimizzare la velocità di rotazione, che in questa manovra è discriminante, specialmente con vento abbastanza leggero. Continua a guardare verso poppa e scalcia la tavola sottovento per farle completare la rotazione aerea di 360 gradi. Foto 5-6: Se hai fatto tutto correttamente, avrai ancora abbastanza spazio e tempo per poter rimettere la mano anteriore, che in questa fase diventa quella posteriore, sul boma. Così facendo, puoi gestire la potenza della bugna e spingere la vela controvento in
modo che ti porti nuovamente in posizione verticale, come succede per un normale Shove It. Foto 7-9: Ora non vi resta che gestire l’atterraggio e la parte finale della rotazione che può essere di 360 o 540 gradi, come per una Spock. Cercate di ammortizzare l’impatto flettendo le ginocchia, perché questa fare può essere, specialmente le prime volte, abbastanza brusca e traumatica. Rimani centrale col peso ed aspetta che la vela riprenda potenza per chiudere la manovra correttamente.
DRITTE ED ERRORI La difficoltà maggiore è riuscire ad avere abbastanza spinta per riuscire a staccare e completare la fase aerea senza intoppi. Lascia la mano quando senti che la tavola sta già staccando e ricorda di buttare l’albero verso poppa con il braccio posteriore. 87
INTRO Il windsurf è uno sport di grandi appassionati, e ognuno di noi riesce, chi più chi meno, ad arrivare a fare il grande passo: surfare un’onda. Non c’è dubbio che la soddisfazione nel raidare, ovvero far scivolare la tavola in basso e in alto su quell onda, ti crei scompensi cerebrali per settimane intere; purtroppo la tua vita ha subito il drammatico punto di non ritorno… Ci sei entrato dentro, diventi schiavo di questo bellissimo gioco: il wave riding! All’inizio ti accontenti, consapevole che ancora il tuo livello non è eccelso, poi, desideri sempre di più, onde sempre più perfette, lisce, grandi…
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FULL POWER CARVING Per spadacciare come il migliore dei moschettieri! Il wave riding richiede due movimenti base: 1) Bottom Turn 2) Cut Back L’uno è complementare dell’altro, senza un buon Bottom il Cut Back non sarà mai esaltante, al contrario, la giusta esecuzione permette sinergia, ed entrambe le manovre diventano una cosa sola, con risultati eclatanti. Ci sono due modi di affrontare il Bottom Turn, vediamo quali sono.
È senza dubbio il Bottom Turn più bello da vedere, quello che dà maggiori soddisfazioni. Lo si esegue spesso con condizioni di onda ben formata, diciamo da logo in su. La velocità è alla base della riuscita di questa manovra. Sei sceso giù da una bella massa d’acqua con ottimo tempismo, la parete davanti a te si sta formando e tu decidi di darci dentro ed andare fino in fondo alla base di quell’onda così bella con la massima velocità disponibile, sfruttando anche, consapevolmente, la lunga discesa. La pressione sui rails della tua tavola è omogenea, per far si che la tavola non perda la massima velocità, il corpo è completamente proiettato in avanti con il braccio della mano dell’albero (quello
vicino alla maniglia del boma ) che si estende al suo massimo, contemporaneamente la mano della vela cazza la bugna, (quella posteriore, posizionata vicino alla balumina della vela). In questa posizione devi mantenere la velocità, senza indugi ne sforzi, la vela è completamente scarica di vento, ben distesa sul pelo dell’acqua, l’abbrivio della discesa e della posizione ti fa carvare l’acqua con lo sguardo libero da ogni impedimento e in “focus” sul lip dell’onda di fronte a te. Successivamente devi alleggerire tutto il peso cercando di far coincidere questo momento con una elevazione del corpo e la conseguente apertura della vela, ora sei pronto per il tuo miglior Cut Back.
Questo tipo di Bottom è estremamente consigliato con tavole Single Fin.
STRAIGHT IN THE POCKET Questo tipo di Bottom Turn lo si utilizza spesso su onde medio piccole, dove il tempo di manovra è molto ridotto. Se tra un Bottom e un altro il tempo di break dell’onda è molto ridotto e non c’è abbastanza tempo, devi aggredire! Questo è il Bottom da usare. È un Bottom che si affronta con una certa disinvoltura. Sei uscito da un’onda media e il lip di fronte a te si sta già formando molto velocemente, per non perdere tempo preziosissimo, resti sul “face”
dell’onda (in questo caso si parla di “pocket”), l’anca interna del tuo corpo si sposta aggressivamente verso la faccia dell’onda e la vela è bella carica di vento, spingi sui rails cercando di indirizzare la prua della tavola il più verticale possibile all’impatto con il lip. Spesso in questi casi metà della tavola è dentro l’acqua, e nelle tavole con twinzer una delle pinnette è addirittura fuori dall’acqua. In questo caso devi fare molta pressione con i piedi e contemporaneamente cercare di allargare il più possibile le mani sul boma. Il tuo sguardo è solo sul lip… Vai e spaccalo in due! Questo tipo di Bottom è consigliato con tavole Twinzer.
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Raimondo Gasperini in Cut Back a Off The Wall.
GREAT SEASON Le uscite invernali di questo 2009 si sono sommate una dietro l’altra come mai era successo. Nella mia regione, il Lazio, gli spot sono veramente tanti e sembra che in questa stagione ogni spot stia regalando condizioni di rilievo! Conoscere a seconda dei venti e delle perturbazioni gli spot giusti, può cambiare la giornata da mediocre a perfetta. Per chi non ha tanta esperienza di spot diversi la cosa migliore è seguire chi ne ha di più; personalmente è da un po’ che seguo uno dei personaggi e atleti tra i più conosciuti, Raimondo Gasperini, sempre disponibile e positivo con una passione infinita per il
Una misura niente male!
Il Nut vola alto in Back Loop in un giornatone con lo scirocco.
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nostro sport. Il Gaspero nazionale, quest anno si sta dedicando soprattutto alla ricerca di condizioni giuste per il waveriding, e grazie alla sua libertà di movimento, è il punto di riferimento per tanti surfisti laziali; seguendo lui ti ritrovi sempre nello spot giusto al momento giusto.
LA SINISTRA DI BANZAI Carico la macchina come una molla tesa e alle 11.00 chiamo Raimondo, mi dice che oggi potrebbe essere “la giornata perfetta” e che oltre a fare dell’ottimo windsurf si potrebbe fare anche un bel reportage fotografico! Così, con la macchina carica, mi reco a Off The Wall, l’onda sinistra di Banzai, Santa Marinella, Civitavecchia. Chiamo un mio amico, un “soul surfer” Cavallo Pazzo e la conferma arriva anche da lui: “Quando il mare è da ovest e tira il Maestrale, Off è lo spot giusto, vedrai rompere quasi un albero con vento side off… Condizioni Hawaiane!”.
LO SPOT 92
Percorro l’Aurelia a manetta e l’unica cosa che vedo da lontano è il sali e scendi di molte vele, sulle onde
tra il verde-blu di questo tratto di costa. Giro a sinistra, alla fine della stradina sterrata che porta sullo spot c’è il mare. Il benvenuto me lo dà l’avvocato surfista Renato Vitale con un Aerial staccato sulla bolla con un timing perfetto. Vedo sopravvento, la Blade rossa piena di sponsor di Ray e la Naish di Cerebelli, al largo a caccia delle onde più grandi! Ne arrivano in set da tre, impressionanti, potenti, pronte per farti divertire domandole con Bottom e Cut Back radicali, ma anche pronte a colpirti e sbatterti in acqua vicino alle rocce se hai un timing sbagliato… Raggiungono sicuramente i tre metri di altezza! Capisco che oggi è troppo per una mezza sega come me e armo la mia nuova 50D Canon con il mio 300L e inizio a scattare tra una folla di curiosi accorsi sulla ciottolosa riva, tra le case estive chiuse per l’inverno.
ACTION Oltre ai già citati, ci sono in mare a spadacciare anche tanti altri surfisti noti e meno noti come Andrea de Cesaris, Carletto Wave, Niccolò Violati, Giordy, Marcone, Luca Salvatore, Willy, Andrea Salce, ci sono quasi tutti gli esponenti del migliore waveriding laziale! E sono tutti assetati di onde… Credo e spero
L’avvocato Renato Vitale in Aerial a Off The Wall, quando le condizioni sono buone lui c’è!
che le foto parlino da sole, con tutto il repertorio di manovre, pochi salti, soprattutto surfate, Cut Back radicali, Aerial a manetta e Goiter mozzafiato vicino alle rocce! Ma la cosa che mi ha divertito di più è stato quando verso il tramonto, Ray è uscito dall’acqua, entusiasta per le condizioni dicendomi: “ Hai mai visto condizioni simili nel Lazio? Te lo anche avevo detto!”. Poi mi ha chiesto come sono venute le foto. Gli ho risposto che di lui avevo ancora poco perché era rimasto sopravvento nella zona dove rompevano le onde più grosse ma era assolutamente in contro sole, e io che sono un perfezionista non scatto contro sole! Determinato e concentrato si ricarica con una RedBull e mi dice: “Va bene qui davanti?”. “ Qui? Qui è ok!” rispondo io, “Allora io rientro e tu scatta”. Entra in acqua come una furia, i capelli lunghi accompagnano il movimento del corpo su tutte le slashate, 3 Bottom su ogni onda, la sua Starboard Twinzer passa più tempo con le pinne fuori che in acqua, il monofilm rinforzato e specchiato della sua Severne riflette il sole sul suo viso tra Goiter e Back stellari, sembra la heat di una gara, contro se stesso! Alla fine il risultato delle foto lo vedete da questo articolo! A dare il meglio di sé anche molti altri rider laziali che si presentano solo nelle grandi occasioni di uscite wave come questa!
Nicolò Violati in azione sulle onde laziali.
Raimondo in Bottom pronto ad attaccare il lip.
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Un’entrata radicale per Raimondo. Sotto i piedi ha un twinzer!!!
SUNSET È arrivato il tramonto, il vento rinforza ancora, rientra Violati che con la sua 99 pettina le ultime onde, ma “la giornata perfetta” è terminata. È finita unendo condizioni rare ad atleti abituati a surfarsi le onde più belle del pianeta, è finita con quasi 1000 foto fatte, è finita con il parere unanime di tutti che quest anno ci sta regalando delle condizioni perfette, due volte a settimana, prima o dopo i pasti come le migliori cure contro ogni male!
INFO • COME ARRIVARE Distanza da Roma Nord circa 40 minuti. Percorrendo l’Aurelia da Roma in direzione nord si prende l’autostrada a Torreimpietra in direzione Civitavecchia. Uscire dall’autostrada a S.MarinellaS.Severa, proseguire sull’Aurelia in direzione nord
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(per S.Marinella) e continuare per un chilometro. Sulla destra ci sono una serie di cancelli di accesso a strade private, prendetene una e vi ritroverete davanti allo spot (al km 55. dell'Aurelia). • LO SPOT Off The Wall è tra gli spot laziali, insieme a Banzai e pochi altri, che più si avvicina alle condizioni d’oltreoceano. Le condizioni migliori sono con il Ponente/Maestrale. Le onde, sia destre che sinistre, sono di buona qualità, lunghe e potenti, raggiungono in breve tempo altezze divertenti, e si riescono a surfare bene fino ad altezze superiori ai tre metri. L’entrata è impegnativa a causa del fondale basso e roccioso, unita alla presenza di alcuni ricci marini sul fondale, si consiglia quindi l’uso dei calzari. Lo spot in condizioni di onda superiore ai 2 metri, è indicato solo agli esperti e sconsigliato ai principianti o al surfista medio.