Kaire 02 anno II - 2015

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IL SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA CHIESA DI ISCHIA

www.chiesaischia.it

ANNO 2 | NUMERO 2 | 10 GENNAIO 2015 | â‚Ź 1,00

“Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Aut: 1025/ATSUD/NA�

SEGUIAMO FRANCESCO

INTERVISTA A GALANTINO

POLITICA

Continuano le catechesi sulla famiglia. Al centro della sua riessione la ďŹ gura della madre

Un’analisi sulla corruzione italiana il convegno di Firenze l’8x1000 i poveri e le polemiche al Papa

Le grandi sďŹ de del 2015 â‚Ź 1,00 per l’isola. Promuovere il prodotto Ischia per dare slancio al turismo

La differenza fra un privilegio e l'umile servizio

L’AMORE E’ PIU FORTE DELL’ODIO L’unità serva da aiuto contro la barbarie terroristica

R

iesco ancora a stupirmi della capacitĂ di A cura di stupirsi degli Raffaele ischitani di cui, Montuori per caritĂ , non mi sento migliore. Nella settimana che volge alla

prossima -perchĂŠ poi accadrĂ senz’altro un altro fatto sconvolgente- il tema delle cronache da Ischia è diventato il posto auto riservato con tanto di strisce gialle e chiesa stilizzata, nella strada che costeggia l’umile Chiesa dedicata a Sant’Antonio Abate nella frazione di Sant’Antuono. Il clamore suscitato dalla grande notizia e dalla foto dĂ ragione, purtroppo, ai professionisti dell’informazione locale, quelli che hanno contribuito a creare il caso assurto agli onori dell’informazione nazionale, sempre pronta a trasformare in notizia sensazionale un piccolo caso di provincia. PerchĂŠ, come sempre, noi ischitani piĂš

rentini del trecento, amiamo dividerci su questioni di particolare interesse pubblico -si fa per dire- disvelando una straordinaria capacità di indignarci senza causa. Mi chiedo se non sia il caso di cominciare a indignarci dell’indignazione. O a stupirci dello stupore. Devo ammettere, giusto per non essere della verità Continua a pag. 2

IN MISSIONE IN EGITTO

Viaggio con don Giuseppe Nicolella per provare l'emozione di lasciarsi stupire da Dio.

GIOVANI

LA STORIA SIAMO NOI

CULTURA

Gli esercizi spirituali dei giovani di Ischia al centro GPII di Loreto.

Il ricordo delle antiche famiglie che hanno fatto la nostra storia di Ischia.

Pino Daniele, una delle piĂš grandi voci italiane degli ultimi tempi.


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In Primo Piano 10 gennaio 2015

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La differenza fra un privilegio e l'umile servizio Continua da pag.1 solo timido amico, di aver appreso dell’esistenza di quel posto riservato dagli articoli e dalle foto che hanno preso ‘viralmente’ e quasi subito a circolare in rete. Come me, credo che, anche e piĂš di me, chi in ragione della carica doveva esserne informato -non per curiositĂ di provincia ma perchĂŠ deputato all’indirizzo

/ + # ## ci e servizi dell’ente- non abbia saputo nulla se non quando il caso era montato. Troppo tardi. E questo è sempre un errore del quale fare ammenda. CosĂŹ, novelli glossatori del Codice della Strada -sulla scia di una foto che non dice proprio niente- hanno cominciato a discettare di illecite autorizzazioni alla sosta, di illegittimi privilegi dei canonici, di posti defraudati per disabili e di posti auto delle forze dell’ordine, pare unica eccezione consentita in nome di un Codice che viene letto con ermeneutica ugua-

TIRATA D’ORECCHIE

a tutti noi

F

orse una cosa che bisogna sottolineare in questa notizia sul posto auto al parroco, riguarda A cura dei tutti noi fedeli che frequentiamo Lorenzo le chiese di Ischia. Troppo spesRusso so ci capita di parcheggiare l’auto il piĂš vicino possibile alla chiesa, violando il codice della strada, ma soprattutto intral alcuni casi parcheggiamo senza accorgerci che potremmo impedire alle persone di uscire di casa. E’ una mancanza di rispetto verso il prossimo, soprattutto se nelle vicinanze c’è un parcheggio. Un cristiano deve dare l’esempio. Anche nella legalitĂ . Parcheggiare in posti non consentiti (permettetemelo), non è Amore nei confronti del prossimo. Creiamo solo disagio, e per un cristiano non è un bel comportamento. Ogni volta che entriamo in auto, cerchiamo di usarla rispettando il prossimo e ricordiamoci la regola d’oro: “Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a teâ€?. Ricominciamo da qui.

Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia Proprietario ed editore COOPERATIVA SOCIALE KAIROS ONLUS

le uguale a quella degli amici Testimoni di Geova -non me vogliano- quando interpretano i versetti della Bibbia con traduzione del Nuovo Mondo. Poichè capisco appena un po’ di diritto amministrativo e forse poco di Codice della Strada, non mi sento di improvvisarmi professore di segnaletica orizzontale e non mi unisco al coro degli esperti. Mi permetto tuttavia di dire questo. E senza timore di essere smentito. Il Comune è deputato alla cura di interessi pubblici. La viabilità è un interesse pubblico. La collocazione di una Chiesa in un incrocio è un fatto di cui tener conto per tutelare la viabilitĂ e la sicurezza. La Parrocchia di Sant’Antonio Abate è molto frequentata, con buona pace di chi non ci va e non ci vuole andare e anche della laicitĂ dello Stato intesa sempre a proprio uso e consumo. Le auto, siano esse del Parroco, degli sposi a un matrimonio o il carro funebre mentre si svolgono le esequie, creano grave intralcio alla viabilitĂ . Ăˆ COMPITO dell’Ente limitare i disagi e i pericoli sia per chi va in Chiesa sia per chi semplicemente passa in quella strada. Quindi -in astratto- se si decidesse di regolare la sosta in quel tratto di strada consentendola ! "# $ all’auto degli sposi o al carro funebre, non solo non si commenterebbe alcun abuso ma si starebbe semplicemente curando un INTERESSE PUBBLICO che è obbligo dell’ente perseguire. CiĂł ovviamente deve valere non solo per il culto cattolico -che è quello professato, è bene non dimenticarsene, dalla maggioranza % & luogo di aggregazione, quando per la sua ubicazione necessiti di un’area di sosta riservata. Per questo possono esistere ed esistono aree di sosta per i medici in zone ospedaliere, aree

Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia Codice ďŹ scale e P.Iva: 04243591213 Rea CCIAA 680555 - Prefettura di Napoli nr.11219 del 05/03/2003 Albo Nazionale SocietĂ Cooperative Nr.A715936 del 24/03/05 Sezione Cooperative a MutualitĂ Prevalente Categoria Cooperative Sociali Tel. 0813334228 Fax 081981342 info@kairosonline.it pec: posta.kairos@pec.it Registrazione al Tribunale di Napoli con il n. 8 del 07/02/ 2014

Direttore responsabile: Dott. Lorenzo Russo direttorekaire@chiesaischia.it @russolorenzo Direttore UfďŹ cio Diocesano di Ischia per le Comunicazioni Sociali: Don Carlo Candido direttoreucs@chiesaischia.it Progettazione e impaginazione: Gaetano Patalano per Cooperativa Sociale Kairos Onlus

per lo scarico delle merci nelle zone portuali e commerciali, aree riservate per avvocati e magistrati in prossimitĂ dei tribunali, e cosĂŹ via. PerchĂŠ chi è investito di un munus pubblico e un Parroco che piaccia o meno, lo è per legge dello Stato, non gode di un privilegio per se stesso ma si presume che svolga una funzione o solo un umile SERVIZIO che lo Stato considera di interesse pubblico o anche solo collettivo. Perciò prima di stracciarsi le vesti interpretando un Codice che nessuno di noi ha mai davvero letto per intero, lasciamo perdere il posto riservato, il Parroco e la Chiesa. Altrimenti potremmo ricordarci di piĂš illustri precedenti rimasti incensurati dai Catoni di casa nostra, evidentemente nell’occasione distrattissimi. Quando, solo per ricordare un caso, pur di venire incontro alle esigenze -ripeto lecite e quanto meno collettive, se non addirittura pubbliche- si è cambiato in corso d’opera il progetto di Piazza Trieste per non privare la storica Parrocchia di Santa Maria di Porto Salvo di un’area di sosta riservata. Mi rendo conto che uno spazio per le esigenze di sosta di una Chiesa -non di un singolo Parroco, che peraltro nemmeno l’ha richiesto- susciti le ire di chi confonde la laicitĂ dello Stato con il

casione reale o presunta per gridare allo scandalo dei privilegi del clero secolare, magari invocando a sproposito lo stile essenziale di Papa Francesco, ma mi rattrista che tale sconcerto degno di miglior causa, venga anche da molti

&

* tare del sensazionalismo irriverente, la legittima aspirazione di una comunitĂ intera a vedere re + di culto che rappresenta un importante luogo di incontro e di crescita per tante persone.

Redazione: Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia kaire@chiesaischia.it | @chiesaischia facebook.com/chiesaischia @lagnesepietro TipograďŹ a: Centro Offset Meridionale srl Via Nuova Poggioreale nr.7 - 80100 Napoli (NA) Per inserzioni promozionali e contributi: Tel. 0813334228 Fax 081981342 oppure per e-mail: info@kairosonline.it

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La voce di Pietro

10 gennaio 2015

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i Magi annunciarono ad Erode di aver visto la

/ 0 la gelosia, dell’invidia I Magi invece, al vedere la

/ 7 & è molto cercare il Signore con ci dona , sprazzi di luce che ci spingono ancora a cercarlo. Il Vangelo continua dicendo che i Magi trovarono il ! "

, anche noi, se voglia 5 ; 9 farci farci introdurre da Lei, sempre. Dove c’è il Signore, c’è Maria. Il Vangelo conclude dicendo che dopo aver incontrato GesĂš, i Magi tornarono a casa ma, "

Epifania festa dei popoli

Siamo venuti per adorarlo

E

pifania, festa della manifestazione di Cristo GesĂš ma anche dell’adorazione, cioè del desiderio dell’uomo A cura dei di stare accanto a Dio. ManifestazioFilomena Sogliuzzo ne e adorazione, rappresentano le parentesi entro cui può dipanarsi la vita di chi si lascia incontrare dal Signore, Egli / 0 cuore, diventiamo suoi prossimi, lo adoriamo, lo serviamo nei fratelli in un incessante dialogo d’amore a cui sono chiamate tutte le genti. Nella Chiesa Cattedrale d’Ischia, la mattina del 6 gennaio Mons. Lagnese ha presieduto la S. Messa dell’Epifania, nelle sue parole tantissimi spunti 1 2 3 $ &

* pifania, Dio si manifesta, Egli si rivela in GesÚ non ad un popolo eletto, ma a tutti ed a tutti dona il potere di diventare . , tutte le razze, tutte le ,tutti i , davanti a sono , tutti entrano nella del Signore. La promessa fatta 4 2 / za numerosa come le stelle del cielo‌� Tutti i

5 7 & 4 4

&

che non vi sono di sorta tra le genti,non vi sono razze superiori, che tutti siamo in cammino verso un’ *4

che la Chiesa sia concretamente accanto a chi è straniero, migrante, di un’altra razza o religione. Papa Francesco non smette di & * 5 /

5 8 & i & ciascuno di noi la nostra nostalgia del cielo, la sete di Dio che c’è nel cuore dell’uomo. Tu ci hai # 4 & -

0 / 9 / 9 "

* / ! & percorso metodologico per trovare Dio anche noi. Anzitutto i , pur venendo da strade diverse, viaggiano .., Dio non si cerca da soli ma insieme ai , confrontandosi con i fratelli,guardando gli occhi dei fratelli, amando i fratelli. Sono da una che è, sÏ, la luce della ragione di cui ci è stato fatto dono,ma la stella è anzitutto

4 & ci spinge a metterci in cammino. Camminare è pericoloso, è pesante e a volte ci si stanca ma, se vogliamo incontra mo vincere le nostre pigrizie. Il peccato

*

deturpare la nostra 5 8 a farla morire. Durante il cammino ci si può dere strade tortuose, come i che vanno da , da colui che vuole di ; 9 scoraggiarsi, il Signore ci tirerà fuori dalle pastoie delle nostre < continuare a cercare nutrendosi della Pa Il Vange &

SEGUI IL VESCOVO PIETRO LAGNESE SU TWITTER: @LAGNESEPIETRO Ogni giorno un suo commento sul Vangelo per farti compagnia durante i tuoi impegni.

. Quando si incontra veramente il Signo & 5 8 4 9 gli stessi,non si possono piĂš percorrere le stesse /

* rio che vi faccio è, che il tempo di Natale appena & = voglia di non essere piĂš gli stessi, di cominciare a percorrere il nuovo, di cercare ancora il Signo / & arriveremo alla meta, allora, per sempre, saremo con Lui e lo adoreremo come stamattina Egli ci dona di farlo nella Divina Eucarestiaâ€? Foto di Giovan Giuseppe Lubrano


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La voce di Pietro 10 gennaio 2015

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Tornare a casa "per un’altra strada" D

al 3 al 6 gennaio scorsi la ComunitĂ Parrocchiale di San Vito M. in A cura di Forio ha vissuto le anFrancesco Schiano nuali solenni Quarantore, uno spazio privilegiato di adorazione e di incontro col Signore GesĂš ben incastonate nel periodo natalizio, il Tempo della contemplazione del Verbo fatto carne nel grembo di Maria. Anche mons. Lagnese si è unito alla preghiera della ComunitĂ Parrocchiale nella serata del 6 gennaio, SolennitĂ dell’Epifania del Signore, durante la quale ha presieduto il Canto del Te Deum, la Benedizione Eucaristica e la Solenne Celebrazione Eucaristica conclusiva. Erano presenti insieme al Parroco mons. Giuseppe Regine, il can. don Giuseppe Nicolella che ha spezzato in questi giorni il Pane

della Parola di Dio, don Mariano Montuori e i diaconi Salvatore Nicolella e Agostino Di Lustro. Due i temi principali che mons.

U

A cura di Lorenzo Russo

gli di Dio!â€? . Il Signore vuole farci dono della Sua stessa vita e i magi rappresentano tutti gli uomini e le donne di ogni razza, civiltĂ e cultura che vanno da Lui, che cercano il Suo volto. Il cammino verso la Salvezza ci ha ricordato oggi Papa Francesco è un cammino fatto di coraggio, determinazione, umiltĂ , e intriso di quella luce che è la Parola di Dio, vera lampada ai nostri passi che ci conduce verso la mèta per fare poi ritorno alla vita di ogni giorno “per un’altra stradaâ€? come i magi, dopo aver visto, adorato e venerato il Signore. Quando si incontra il Signore per un’altra strada si fa ritorno a casa, per un’altra strada si Lagnese ha sviluppato nella sua ritorno alla vita feriale di tutti i Omelia: l’Epifania è la manifesta- giorni, al proprio lavoro, ai propri zione di una salvezza che è per tut- impegni che rimarranno gli stesti i popoli e la bellezza dell’incon- si ma saremo noi ad avere nuovo tro con Cristo che cambia la nostra zelo e nuovo Spirito. E’ l’auguro vita: “Siamo venuti qui per ado- che faccio a voi: che questi giorrare il Signore! Come i Santi Magi ni di Adorazione davanti al Sisiamo venuti per inginocchiarci gnore possano servire davvero davanti al Signore e voi come Co- a realizzare la conversione del munitĂ Parrocchiale ne avete fatto cuore e della vita. I magi al veesperienza in questi giorni di Ado- dere il Signore con Maria sua marazione Eucaristica. I magi, lo dre “provarono una grandissima sappiamo bene, rappresentano gioiaâ€?: se vogliamo davvero far esperienza di Dio dobbiamo tutti i popoli della terra. La Promessa fatta ad Abramo si vivere sempre una forte especompie: “una discendenza piĂš nu- rienza di Maria, perchĂŠ dove c’è merosa delle stelle del Cielo e della GesĂš c’è sempre anche Maria, sabbia del mareâ€?; per questo la li- la madre, e dove c’è Maria c’è semturgia ci ha fatto pregare nel sal- pre anche GesĂš. ChissĂ quale sarĂ mo oggi: “Ti adoreranno Signore stata la gioia di Maria nel vedere i tutti i popoli della Terraâ€?, e questo magi adorare GesĂš, e quanto piĂš // grande è la sua gioia nel vedere noi razze superiori e razze inferiori, che ci inginocchiamo per adorare popoli che hanno maggiore rilie- Suo Figlio venuto nella nostra carvo davanti a Lui e altri meno, ma ne mortale, presente sotto i veli tutti sono chiamati ad entrare nella eucaristici e nella Parola che ascolBenedizione di Dio, che è segno e tiamo ogni giorno. strumento di unitĂ e salvezza per Chiediamo anche noi l’intercestutto il genere umano. Dice la Lu- sione di Maria Ss. e di San Vito men Gentium che “Cristo è ve- Martire per questa ComunitĂ nuto per raccogliere nell’unitĂ e per l’intera Chiesa di Ischia perchĂŠ possa incontrare il Situtti i Popoliâ€?. Abbiamo ascoltato diverse volte in gnore GesĂš e adorandolo possa questi giorni il bellissimo prologo far esperienza della Vita Nuova del Vangelo di Giovanni: “Venne che sgorga da Lui e che anche tra i suoi e i suoi non l’hanno ac- questa sera ci è donata nell’Eucolto, ma a quanti lo hanno accolto carestiaâ€?! ha dato il potere di diventare Fi- Foto Di Alessandra Caruso


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Seguiamo Francesco

10 gennaio 2015

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CATECHESI SULLA FAMIGLIA

Disumana una societĂ senza madri P

apa Francesco ha tenuto mercoledÏ 7 gennaio, nell’Aula A cura della Paolo VI in VaticaRedazione no, la prima udienza generale del 2015 proseguendo la catechesi sulla fa

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famiglia – ha subito detto il Papa - c’è la madre. Ogni persona umana deve la vita a una madre, e quasi sempre deve a lei molto della propria esistenza successiva, della formazione umana e spirituale. La madre, però, pur essendo molto esaltata dal punto di vista simbolico - tante poesie, tante cose belle che si dicono poeticamente della madre - viene poco ascoltata e poco aiutata nella vita quotidiana, poco considerata nel suo ruolo centrale nella societĂ . Anzi, spes

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per ‘risparmiare’ sulle spese sociali. Anche nella comunitĂ cristiana – ha proseguito il Papa – accade che la madre non sia sempre tenuta nel giusto conto, che sia poco ascoltata. Eppure al centro della vita della Chiesa c’è la Madre di GesĂš. Forse

per quelli altrui, dovrebbero trovare piĂš ascolto. Bisognerebbe comprendere di piĂš la loro lotta quoti / e attente e affettuose in famiglia; bisognerebbe capire meglio a che cosa esse aspirano per esprimere i frutti migliori e autentici della loro emancipazione. Una madre con i lavoro. Io ricordo a casa, eravamo cinque e mentre uno ne faceva una, l’altro pensava di farne un’altra, e la povera mamma andava da una parte all’altra, ma era felice. Ci ha dato tanto. Le madri – ha quindi sottolineato - sono l’antidoto piĂš forte al dilagare dell’individualismo egoistico. Individuo vuol dire ‘che non si può dividere’. Le madri invece si ‘dividono’, a partire da quan

Il Papa il 10 dicembre durante l’udienza generale ha iniziato il ciclo di catechesi sulla famiglia

mondo e farlo crescere. Sono esse, le madri, a odiare maggiormente la

# volte ho pensato a quelle mamme quando hanno ricevuto la lettera: ‘ 4 la patria‌’. Povere donne, come soffre una madre! Sono esse a testimoniare la bellezza della vitaâ€?. Papa Francesco cita l’arcivescovo salvadoregno Oscar Arnulfo Romero, assassinato nel 1980, quan / 2 \ In una omelia per il funerale di un prete ucciso dagli squadroni della morte, il presule affermò che esse 4 2 / \ 2 5

preghiera, nel compimento onesto del dovere; in quel silenzio della vita quotidiana� come fa una ma 2 5 plicità del martirio materno, con + alla luce, lo allatta, lo fa crescere e accudisce con affetto. * / * \ 2 sere madre - ha osservato - non 4 / \

2 / \= 2 cietĂ senza madri sarebbe una societĂ disumana, perchĂŠ le madri sanno testimoniare sempre, anche nei momenti peggiori, la tenerezza, la dedizione, la forza moraleâ€?. 2 ] % tono spesso anche il senso piĂš profondo della pratica religiosa: nelle prime preghiere, nei primi gesti di devozione che un bambino impara, è inscritto il valore della fede nella vita di un essere umano. E’ un messaggio che le madri credenti sanno trasmettere senza tante spiegazioni: queste arriveranno

dopo, ma il germe della fede sta in quei primi, preziosissimi momenti. Senza le madri, non solo non ci sarebbero nuovi fedeli, ma la fede perderebbe buona parte del suo calore semplice e profondo�. E la ] % 24 ^ " abbiamo una madre! La Madonna e la madre Chiesa e la nostra "

!

\= 2 zie, grazie per ciò che siete nella famiglia e per ciò che date alla Chiesa e al mondo. E a te, amata Chiesa, grazie, grazie per essere madre. E a te, Maria, Madre di Dio, grazie per farci vedere GesĂš. E a tutte le mamme qui presenti le salutiamo con un applauso!â€?


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Chiesa italiana 10 gennaio 2015

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INTERVISTA CON NUNZIO GALANTINO

“Con Francesco usciamo dai soliti schemi. Comunichiamo con la vitaâ€?. Dall’analisi sulla corruzione alla necessitĂ di costruire un “Welfare di comunitĂ â€?. Sul convegno di Firenze 2015, i poveri e l’8x1000, ďŹ no ad arrivare alle polemiche sul Papa.

I

l segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, A cura di all’inizio del 2015, ha Domenico accolto la richiesta Delle Foglie Direttore del Sir (Servio inforAgensir mazione religiosa) di serie di domande sul cammino che tutti ci attende. L’anno che ci siamo lasciati alle spalle è stato dominato dalla corruzione pubblica. Il Paese sembra rassegnato al peggio e soprattutto è forte la tentazione

di accettare la corruzione come % un elemento fondante del no 5

6& ) (

& “La corruzione è un problema che si sviluppa in tutte le democrazie, specie quelle in cui sono piĂš forti gli squilibri sociali. Non parliamo poi dei sistemi totalitari dove il fenomeno è imperante. Cosa rivela & ` controllo ma soprattutto, in ultima

analisi, di responsabilitĂ personale. Nel nostro Paese poi ci sono delle ragioni storiche che alimentano una mentalitĂ anti-Stato per cui sembra che rubare alla collettivitĂ e non al singolo sia meno grave. Invece si tratta di una lesione gravissima al bene comune In passato il cattolicesimo italiano ha inventato, peraltro in tempi di crisi, soluzioni geniali a gravi problemi sociali ed economici. Basterebbe pensare alla

*3

banche di credito cooperativo per rendersi conto che dalla fede vissuta nascono sempre gli anticorpi a quei fenomeni di dissoluzione del collante sociale che sono il terreno di coltura della corruzioneâ€?. Il tema della corruzione sembra lambire mondi sino a ieri considerati immuni e nei quali il non portante. Secondo lo stile che fa $ " la Caritas è stata indebitamente associata agli scandali. Cosa può fare la Chiesa e cosa posso % & “Lucrare sui poveri, l’ho giĂ detto e qui lo ripeto, è doppiamente colpevole. Al danno del furto in sĂŠ si aggiunge anche quello di derubare chi è piĂš debole. Quel che è successo a Roma - ma che può succedere anche altrove - è grave ed inaccettabile anche se qualcuno vorrebbe derubricarlo a un fatto non equi tratta in ogni caso di un grave tra

e di un fenomeno che sempre piÚ è diventato sistema, piuttosto che deviazione di singoli. Ma ciò non suggerisce di smantellare il Welfare, al contrario richiama il dovere di garantirlo e tutelarlo contro i

suoi stessi interpreti quando non sono all’altezza del compito. Se si & permesso ad una societĂ ingessata e diseguale di intercettare sacche di povertĂ crescenti e di offrire risposte concrete a problemi molto spinosi, sarebbe un danno incalcolabile. Pensare ad esempio che i senza-tetto dormano comunque quando la colonnina del mercurio scende sotto lo zero come in questi primi giorni dell’anno è un autoinganno. Bisogna rafforzare le reti di solidarietĂ , ma con il rigore e la serietĂ di una legge che non deve essere mai il paravento a fenomeni di illegalitĂ e di corruzioneâ€?. ' ( % )

* $

+/01 23 4& “Firenze 2015 è un appuntamento centrale per le nostre Chiese che si intende vivere all’insegna dell’esperienza e non dell’accademia. Se il termine ‘convegno’ resta in ossequio alla tradizione decennale degli ultimi 50 anni, non deve sfuggire che nel prossimo novembre c’è in ballo molto di piĂš. A partire dal

cosÏ come quello di molte altre è stato riportato alla sua radice originaria e piÚ autentica: il con-venire,

* i contorni di una Chiesa che vuo

ducia il testimone della ‘Evangelii gaudium’. Le nostre diocesi hanno sorpreso tutti offrendo un ricco ventaglio di proposte e di esperienze concrete che abbandonano le sterili letture sociologiche sullo stato del Paese e cominciano a delineare possibili percorsi di impegno.


Chiesa italiana

10 gennaio 2015

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spettiva della “Chiesa in uscitaâ€?, “povera e per i poveriâ€?, cosĂŹ fortemente voluta dal Papa? Come rispondere a chi parla di ritardi e di resistenze? “Credo che la Chiesa italiana - da sempre e straordinariamente presente nella vita della gente comu % 9 tegrare la scelta per i poveri nella sua abituale presenza dentro la societĂ stanca e disillusa di questo decennio di crisi economica. Non è una scelta a lato e comunque da aggiungere alle tante attenzioni che sul territorio si manifestano. Ăˆ l’attenzione permanente da coltivare. Ăˆ lo sguardo da attivare se si vuol avere della realtĂ una lettura non Leggere sul sito di Firenze le oltre scontata e non riconducibile ai so200 proposte che vanno in questa liti schemiâ€?. direzione dimostra un esercizio di Nel cammino della Chiesa itadiscernimento che ci fa stare den- liana per il 2015 si pone anche tro una strada di fraternitĂ , capace l’ostensione straordinaria della

- Sindone. Anche questo un tas 5 2 persino da parte di chi dovrebbe umanesimoâ€?? “L’ostensione della Sindone per la alimentarleâ€?. Ăˆ stato giĂ detto che il percor- sua rilevanza storica è certamente so verso il convegno decennale un momento ad alta densitĂ simbodovrĂ avere le caratteristiche di lica. Ma vorrei dire che ogni Chieun cammino sinodale. Ritiene sa locale vive di analoghi momenti che le Chiese italiane abbiano forti: se si volesse metterli tutti in le risorse necessarie perchĂŠ Fi-

/ renze rappresenti un appunta- umanesimo è giĂ un enorme puzmento sinodale che comporta zle in cui si impara ad incarnare il inevitabilmente forme concrete Vangelo dentro ogni ambito dell’udi cambiamento delle prassi di mano. Non c’è niente che sia umano che è estraneo al cristianesimo, Chiesa? “Penso che le Chiese che sono in diceva Paolo VI. La Chiesa italiana Italia abbiano in dote una conna- lo sa bene, ma ha bisogno di ritroturale apertura alla dimensione di varlo nelle cose che sta vivendo popolo che non si è mai attenua- oggi. Mi piacerebbe che in concota anche quando si è prediletto la mitanza con l’ostensione della Sinscelta movimentista. L’opzione per done e con gli atti di devozione che i gruppi va integrata dentro l’abi- l’accompagnano, le nostre Chiese tuale cura del popolo che conosce particolari ‘ostentassero’ davanti ai livelli di appartenenza spesso im- propri occhi e al proprio cuore le pensati e a dispetto del crollo della ferite di tanti poveri cristi e deci / 5 - dessero qualche atto di ‘devozione’ stro Paese. In concreto, il cammi- anche verso queste ferite, che fanno dovrĂ coinvolgere tutti a livello no parte e sono le ferite della ‘carne della Chiesa locale e si dovrĂ fare sofferente di Cristo’, come ci dice attenzione che i delegati siano l’e- Papa Francescoâ€?. spressione della realtĂ di oggi e non Veniamo ad alcuni punti conprofessionisti della convegnistica. troversi. Innanzitutto i rumor Ciò che decide oggi è proprio la sempre piĂš frequenti in tema di forza di esperienze dal basso: dall’e- 8x1000. Non le saranno sfuggiti ducativo al sanitario, dal culturale diversi segnali: interrogazioni all’economico, dalle dipendenze parlamentari, inchieste gior(droga, alcool, ‌) alle emergenze nalistiche, convegni giuridici. (terremoti, alluvioni, crisi economi- Tutti accomunati dall’accusa di ca, ‌) che aiutano a mostrare una “scarsa trasparenzaâ€? e miranti a comunitĂ cristiana che contrasta le un ridimensionamento del sistederive disumanizzanti e alza il livel- ma. C’è persino una convergenza sulle proposte: ritocco della lo di umanitĂ â€?. Lei ritiene che la Chiesa italia- percentuale o assegnazione solo na stia giĂ assecondando la pro- "

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realmente raccolte, superando il sistema proporzionale. Come valuta questo iperattivismo? “In realtĂ , la Corte dei Conti aveva fatto cenno alla scarsa trasparenza dello Stato rispetto all’8x1000. Per quanto ci riguarda i dati sono pubblici non solo perchĂŠ pubblicati sui maggiori quotidiani italiani e sul sito del Sovvenire ma perchĂŠ la 5 4 /

nonostante i suoi limiti, nasce dal contatto diretto coi preti, le religiose, gli operatori della Caritas‌ Sono queste le prove di un impegno che non è stagionale, che non conosce distinzione di classe e che resiste alla crisi, anzi si accresce a dispetto delle risorse sempre piĂš esigue. Mi piacerebbe che qualche giornalista solerte - e ce ne sono davvero tanti - cominciasse a ricercare e a far conoscere - numeri alla mano - quanto la Chiesa italiana restituisce in termini di servizi e di risposte a bisogni concreti, a fronte del gettito che le viene destinato liberamente e generosamente dai contribuenti. Le dò un numero, a fronte di un miliardo di euro o poco piĂš, la Chiesa cattolica restituisce in servizi e opportunitĂ dieci volte tanto. Capite? E poi, qualcuno - non so quanto in buona fede % re che quanto fa la Caritas, veri e propri miracoli, viene fatto grazie ai fondi dell’8x1000â€?. Nel 2015 è probabile che il legislatore italiano, dopo aver varato il divorzio “brevissimoâ€?, metta mano ai temi sensibili: matrimonio omosessuale, adozione per le coppie omosessuali, fecondazione eterologa allargata alle coppie omosessuali, legge $ tanasia. Come pensa debba comportarsi la Chiesa italiana dinanzi alle scelte del legislatore? “La Chiesa vivrĂ nel prossimo anno la vicenda conclusiva del Sinodo che è stata convocato da Papa Francesco per rimettere al centro la famiglia. La scelta dice la logica che ispira la Chiesa. Non partire dall’individuo, ma cogliere la persona all’interno delle sue relazioni vitali. Questa non è una visione ideologica ma una esperienza semplice e concreta che vede nell’incontro di un uomo e di una donna la possibilitĂ di generare nuova vita. La Chiesa continua la sua testimonianza ascoltando le sofferenze e i traumi di una societĂ che per quanto adul-

ta è spesso ripiegata sulle sue ferite. E non si lascia impressionare dalle leggi perchĂŠ l’ethos piĂš profondo deve essere educato e rappresenta l’istanza ultima di valutazioneâ€?. Fermi restando l’esempio del Papa, il protagonismo dei vescovi e dei media Cei, la testimonianza dei “preti di stradaâ€?, in questa stagione i cattolici italiani non sembrano brillare per partecipazione al discorso pubblico. Cosa è accaduto? PerchĂŠ tanti silenzi? “Non credo che i cattolici siano silenti. Trovo anzi che grazie ai nuovi linguaggi digitali siano cresciuti i luoghi di confronto e di analisi. Il punto è che il limite dei cattolici è di farsi arruolare - talvolta e spero in buona fede - da una parte

* / re megafoni di posizioni politiche precostituite. Non si fatica a coglie

/ da parte di alcuni opinion maker

$

zione a monte che non è ecclesiale,

essere sempre debitori di categorie estranee al Vangelo e per fare il gioco di altri, che ben poco hanno a cuore l’umano. Mi auguro che ci si possa serenamente confrontare

5 municarsi a vicenda. Pietro e la sua autoritĂ al servizio dell’unitĂ farĂ il restoâ€?. Cosa si augura per la Chiesa italiana nel 2015? Quale augurio si sente di rivolgere al popolo italiano? “Mi auguro che ciascun membro della Chiesa cresca nell’esperienza personale di gustare l’amicizia e il messaggio di GesĂš Cristo. Per giungere a questa conclusione: non è la stessa cosa aver conosciuto GesĂš o non averlo conosciuto, non è la stessa cosa camminare con Lui o camminare a tentoni. Non è la stessa cosa cercare di costruire il mondo con il suo Vangelo piuttosto che farlo unicamente con la propria ragione. CosĂŹ mi sento di augurare alla Chiesa italiana sulla scorta di ‘Evangelii gaudium’ (266)â€?.


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Cronaca 10 gennaio 2015

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CASO CHARLIE HEBDO

Non è una questione di Allah, ma di uomini! Dopo la strage a Parigi dove sono morte 12 persone, dobbiamo riettere sulla causa fondamentale che pervade l’uomo: l’odio. Questa è la causa di tutti i mali

Il Papa prega per le vittime a parigi

e prime parole del Papa all’inizio della celebrazione a Santa Marta di giovedĂŹ 8 gennaio sono per A cura della l’attacco nella sede del settimaRedazione nale satirico “Charlie Hebdoâ€?, nel centro della capitale francese: “L’attentato di ieri a Parigi ci fa pensare a tanta crudeltĂ , crudeltĂ umana; a tanto terrorismo, sia al terrorismo isolato, sia al terrorismo di Stato. Ma la crudeltĂ della quale è capace l’uomo! Preghiamo, in questa Messa, per le vittime di questa crudeltĂ . Tante! E chiediamo anche per i crudeli, perchĂŠ il Signore cambi il loro cuoreâ€?. Orribile attentato. GiĂ ieri (7 gennaio) il Papa aveva espresso “la piĂš ferma condanna per l’orribile attentatoâ€? che ha seminato “la morte, gettando nella costernazione l’intera societĂ francese, turbando profondamente tutte le persone amanti della pace, ben oltre i con

y \ $ * 2{$ | y $ \

*

2} Pontifexâ€? che è seguito da oltre 18 milioni di followers.

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A

caldo si pensano, si dicono e si scrivono tante cose... ma attenti a non confondere gli Allah con gli uomini. A cura di Questo il primo pensiero affacciaAntonio Mattera tosi alla mia mente in questo momento, alla notizia del massacro in y

Dodici morti, dodici vittime di quella che da decenni è una guerra non dichiarata. Monaco 1972, New York 2001, Parigi 2014: un sottile ghi per l’occidente. Luoghi e date che a loro / 1

* si trasformano in Sabra e Shatila 1982, Srebenica 1995, Birmania 2013, Gaza a piÚ riprese per la parte opposta. Abbiamo portato la guerra in casa nostra, aprendo gli occhi al terrore, semplicemente chiudendo gli stessi occhi agli altri orrori. Nell’epoca della globalizzazione, del frenetico scambio di informazioni sulla rete che unisce e divide, nel tempo di un notevole oscurantismo culturale che nasce nelle nostre morenti istituzioni scolastiche, ecco che la storia, sempre ciclica, si ripresenta sotto forma di un nuovo Medioevo. CosÏ come allora, la contrapposizione fra blocchi religiosi, culturali, sembra

ra, i crociati contro gli arabi allora, oggi gli oc # * & tro la minigonna. Qualcuno parla di scontro di civiltĂ , altri di fanatismo religioso, altri ancora di necessitĂ di esportare democrazia. Nessuno parla di uomini: involucri di carne, ossa, sangue e passioni che si comportano semplicemente per quello che sono stati per secoli: assassini, 8 tutti. GiĂ , perchĂŠ l’uomo è creatore e distruttore allo stesso tempo. L’uomo crea i suoi mostri, i mostri divorano l’uomo, l’uomo divorato impara ed insegna ad odiare i mostri. Ma chi è piĂš pericoloso? L’uomo o i mostri? La verità è che ciò che fa paura non sempre è pericoloso come può esserlo, invece, l’odio. E quello è umano! Lo alimentiamo con le nostre paure, lo dissetiamo nell’ignoranza, lo coltiviamo nel cuore e lo trapiantiamo nelle menti. L’odio è un incendio che cerchiamo di controllare mantenendo nell’altra mano una tanica di benzina. PerchĂŠ nella nostra societĂ che ha per fondamenta i principi economici, come mattoni freddi numeri, e come centri di conoscenza banche al

* / indirizzate, non spente. Oggi, terminato il tempo delle divisioni ideologiche di partito, quando oramai si è capito che il comunismo non è piĂš il nemico satanico da combattere e che i bambini possono tornare a circolare tranquillamente a Mosca come a Roma, c’è il bisogno primordiale di creare un nuovo nemico. Spietato, inumano,

terribile. Come lo può essere solo il suo creatore: l’uomo. Un nuovo mostro da creare, esserne / 3 4 * + La religione come pretesto per dividere il mondo in buoni e cattivi, bianchi e neri, vittime e

ste, ci si fa esplodere in una scuola, si compiono massacri. A nome di un dio qualsiasi si parla e si rafforzano le proprie tesi pur di piegare la veritĂ ai propri bisogni. Passerò per blasfemo ma da tempo ho maturato il concetto che le religioni sono un abito cucito a misura per l’uomo, e Dio (quando parlo di Dio intendo un qualsiasi “dioâ€?!) non è il sarto che lo cuce ma il manichino su cui viene provato. Ecco perchĂŠ io non farò l’errore di prendermela con questa o quella religione, ritenendo molto piĂš pericoloso l’uomo che c’è dietro. Abbiamo incominciato a suggerire scopi a Dio, costruendo sistemi mentali e adattandoli alle nostre necessitĂ . Usiamo le religioni come grandi lavatrici che ci permettono di uscire dalle nostre malefatte completamente sbiancati, lasciando all’interno

oltre alla nostra sfrenata sete di potere, abbiamo provocato i danni che ci hanno portato ad oggi, a quelle dodici vittime che sono solo le ultime di una lunga serie e le prime di una nuova. Non è Allah il vero mostro, ne Dio, nĂŠ Buddha. Loro sono il nostro dottor Jeckyll; mister Hyde, il vero mostro, siamo noi, confusi nel nostro impulso piĂš primordiale, la perversione. Siamo mister Hyde attraverso secoli di sfruttamento, colonizzazione, schiavitĂš, dove l’unica musica è quella del tintinnio delle catene. Lo siamo su quei barconi che affondano vite e speranza e in ogni luogo della terra infestato da guerre. Lo siamo ogni volta che chiudiamo gli occhi all’orrore del potere espletato con la forza. Lo siamo in ogni parte del mondo dove l’acqua viene tirata via dal fango, dove gli ospedali sono i cimiteri, dove le scuole sono tombe. Quando chiamiamo diritto di difesa un genocidio oppure tramutiamo un occupazione in una esportazione di democrazia. Quando per gli interessi

attraverso la sua ignoranza. Diventiamo mister Hyde quando armiamo le mani dei talebani e

* 5 5 ticandoci poi di riprenderci le prime e realizzare le seconde. Siamo sull’orlo di un precipizio, guardiamo giĂš nell’abisso, sofferenti e storditi, ma anche inebriati dalla tentazione diabolica di lasciarci cadere per provare quale sia la sensazione del precipitare. PerchĂŠ questo è quanto ha fatto l’uomo per secoli, da sempre. Non è una questione di Allah, ma di uomini. Se lo capiamo, forse, facciamo in tempo a non cadere nell’abisso per l’ennesima volta.


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Politica

10 gennaio 2015

kaire@chiesaischia.it

Le grandi sfide del 2015

per l’Isola

L'

d’Ischia

anno che è appena iniziato, sembra essere destinato a fungere da crocevia tra il “primaâ€? e il “dopoâ€?, a sentire i bilanci e gli auspici che gli amministratori isolani hanno espresso nei giorni A cura di

ˆŠ’“ ˆŠ’‰= Amedeo no, in occasioni pubbliche o in dichiarazioni rese alla stampa o Romano 5 + una marcia decisiva in questo nuovo anno, per la risoluzione di alcuni dei problemi piĂš incancreniti e che rallentano lo sviluppo dell’isola verde...Il tutto, in nome di quella ripresa economica che è legata soprattutto all’industria per eccellenza del nostro scoglio, quel turismo di cui tutti si servono, ma che non tutti si preoccupano di curare a dovere... +

/ / 2 \ *4

&

+ &

+ 2 \ + relax, per ritrovare la pace interiore e per “ricaricare le batterie�, fuggendo

+ Allora, i sindaci e gli amministratori comunali in genere, ma anche piÚ in generale tutti coloro che si occupano di politica attiva sul nostro territorio, si trovano d’accordo con i turisti, ma fanno anche il coro con gli operatori – albergatori, balneari, commercianti – rispetto alle situazioni critiche da eliminare al piÚ presto. E l’elenco potrebbe essere abbastanza lungo, 5

= / / + 55 / che comprenda anche i tanti servizi utili – leggi parcheggi adeguati; se i trasporti funzionano come un tempo, con un servizio pubblico di auto + ” &

•7

5 + 55 +

* 7 se il mare ritorna ad essere piĂš blu, con la realizzazione dei famosi depuratori di cui tanto si è parlato, forse troppo; se le spiagge e piĂš in generale le coste vengono ben protette dalle azioni della natura e dell’uomo, allora si +

4 / / 5 ] & continuano a scegliere numerosi la nostra terra – ma anche a noi stessi, che su quest’isola ci viviamo, e dobbiamo farlo nelle condizioni piÚ congeniali possibili... Tutti si sono spesi in questi giorni a sottolineare l’importanza della risoluzione di queste problematiche, che rappresentano delle vere 2 \ 7

produttive, freme e si dice pronta a fare la propria parte, adeguatamente

&

+ / # / che non potremo continuare in eterno a vivere della rendita legata all’immagine degli anni ‘60, racchiusa nel trinomio “sole, mare, termeâ€?. Occorre & + / la rotta, si renda conto di quanto sia importante rendere piĂš bello ed ac 2 * \ ” &

• 4 & 5 * ˆŠ’‰ / + 5 portarci su questa strada, l’unica possibile per poter sperare di superare il momento di crisi economica e guardare oltre, al futuro, con occhi pieni di 5 – ˆŠ’‰

=

^

FONDO MICROCREDITO per la Regione Campania a regione Campania ha previsto la realizzazione di interventi di microcredito nell’ambito del PO FSE Campania 2007-2013 istituendo, con DGR n. A cura di 733/2011 un fondo rotativo “FONDO MICROGiovan Giuseppe ‡ 8 #3 y \ += Lauro 1. Favorire l’accesso al credito da parte delle miDottore Commercialista croimprese; ˆ / * +7 3. Favorire lo spin off delle imprese attraverso la concessione di pre ˆ‰ŠŠŠ 5 CHI PUĂ’ ACCEDERE AI CONTRIBUTI Soggetti che vogliono avviare nuove iniziative imprenditoriali in Campania o nuovi investimenti nell’ambito di iniziative esistenti sempre & = - Essere cittadini dell’Unione Europea; - Essere maggiorenni; - Non aver riportato condanne particolari; - Non trovarsi in alcuna delle cause di esclusione ex D.Lgs 163/2006. Le proposte potranno essere presentate da Microimprese (costituende o costituite) o da imprese del terzo settore. ATTIVITĂ€ AMMESSE AI BENEFICI - Servizi al turismo; - tutela dell’ambiente; - servizi sociali alle persone; - servizi culturali; - Servizi multimediali, informazione e comunicazione; - Risparmio energetico ed energie rinnovabili; - Manifatturiero, / 55 5 7 % / + 7 % + ENTITĂ€ DEL PRESTITO # ‰ŠŠŠ ˆ‰ŠŠŠ = ‹Š tasso dello 0%. Per ulteriori informazioni si può contattare la redazione del Kaire.

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Missione 10 gennaio 2015

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gitto, nazione affascinante e piena di misteri mai svelati, che entra a pieno titolo nella storia biblica sia A cura di del vecchio che del nuovo TestaLuciano mento, stato cuscinetto tra l’oGiusepponi riente e l’occidente, crocevia di popoli e possibile laboratorio di convivenza per le tre grandi religioni monoteiste. Non si può, dunque, parlare di storia delle religioni senza “passareâ€? per l’Egitto. Oggi voglio raccontarvi una storia avventurosa, la mia storia che ha coinvolto anche il mio parroco, don Giuseppe Nicolella, col quale, nello scorso mese di Settembre, ho condiviso un’esperienza missionaria proprio in terra egiziana e che con me ha provato la gioia e l’emozione di lasciarsi stupire da Dio. Da anni conosco e sono conosciuto dai Frati Minori della provincia napoletana. Grazie a P. Giorgio Ascione ebbi l’opportunitĂ di stringere amicizia anche con alcuni frati egiziani, alcuni dei quali, nel periodo in cui erano studenti in Italia, sono stati miei ospiti a Ischia. Ho avuto pure l’occasione di far loro visita nei conventi egiziani. Quanta nostalgia nel distaccarmi da quei luoghi e quanto desiderio di tornarvi! Ma da solo? PerchĂŠ non condividere con altri una simile esperienza? I tragici eventi della cosiddetta “Primavera arabaâ€? con l’avvento del governo Moursi in Egitto e la persecuzione dei cristiani, il parziale ristabilimento della democrazia, la richiesta di aiuto da parte di quegli amici mi hanno fornito il LA per preparare la visita. E per non soffrire di solitudine, ecco che nel mese di marzo lancio l’idea al mio parroco:â€? Vorresti venire con me in Egitto per dare una mano ai frati e ai loro fedeli?â€? La risposta fu immediata: “Prenota anche per me. Vengo!â€? CosĂŹ il 20 Settembre siamo partiti per la nostra avventura. A dire il vero l’inizio del viaggio non è stato dei migliori: ritardi aerei, attese di nove ore in aeroporto per coincidenze perse, arrivo in nottata, valige perse. L’accoglienza festosa dei frati di Luxor, però, fecero subito dimenticare disavventure, stanchezza e nervosismo. Colazione a base di pane azzimo, polpette di fave fritte, zuppa di fave, cetrioli crudi, carote e caffè ci rimisero in sesto per affrontare gli impegni. Il primo impatto che ricevemmo, percorrendo i lunghi tragitti tra un convento e l’altro, fu quello di essere giunti in una nazione in perenne “assetto di guerraâ€? con postazioni armate di tutto punto in ogni strada, ad ogni incrocio, = banche, moschee, musei. Spesso si veniva sottoposti a controlli e perquisizioni. Alle postazioni dell’esercito, dietro delle paratie a prova di proiettile e di autoblindo, si vedevano dei giovanissimi (max 16/18 anni) armati dikalashnikov sempre puntati ad altezza d’uomo. Dai conventi in cui eravamo alloggiati, in particolare in alto Egitto, si usciva al mattino presto e si rientrava sempre per le 11:30/12:00 per poi rimanere in convento sino al tramonto in quanto le temperature oscillavano tra i 40°/48°. Durante le soste forzate si celebrava la S. Messa

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EGITTO Con don Giuseppe Nicolella, in un’esperienza missionaria dove Dio ci ha dato la possibilità di lasciarci amare.

in rito latino, si pregava e si provvedeva a fare il bucato, che in meno di un’ora era perfettamente asciutto e incartapecorito. Non è mancata una visita con celebrazione di una S. Messa al sacrario Italiano di El-Alamein in memoria dei tanti giovani Italiani e non che persero la vita per dei nobili ideali. Eravamo partiti da Ischia per portare un pò di y cescani, ma giunti lĂŹ, visitando le varie realtĂ dove i Padri ci portavano, sentimmo il dovere di suddividere le offerte raccolte, lasciando il * — el Dawar. Una goccia d’acqua a fronte di grande arsura: chiese e conventi distrutti dall’ira dei folli estremisti islamici, dispensari (ambulatori) affollatissimi di povera gente, villaggi privi tutto, ricchi solo di affabile spirito di accoglienza. Sentiamo il bisogno di dire grazie al Vescovo d’Ischia, Mons. Pietro Lagnese, per il contributo elargito, a padre Giorgio Ascione da Fondi (ofm), a Lupoli Anna da Ischia (ofs), alla Dottoressa Lidia Cacciapuoti da Maddaloni, alla Si $ " 5 San Giorgio a Cremano, a Simeone Schiano e famiglia di Ischia, alla famiglia di Stefano Bartone di Napoli, ad Antonio Napoleone di Barano d’Ischia, alla famiglia Santagata Michele

(quattro passi) di Alife, ai tanti anonimi benefattori e ai parrocchiani di Sant’Antonio Abate (sant’Antuono) in Ischia. Solamente grazie alla loro generosità è stato possibile donare qualche momento di gioia e qualche sorriso. Vorremmo condividere una particolare ansia:

— 8 ˜ / delle suore che curano il dispensario e il repar

* apostolato per il paese. Queste cinque suore hanno una superiora di Â’ ‰‰ mt per un peso di poco piĂš di 40 kg, originaria di una bellissima terra italiana, la Sardegna. Ultraottantenne, è dotata di un raro dinamismo, di straordinaria luciditĂ e di una voglia di fare, che farebbe invidia ad una ventenne.

medici egiziani volontari, presta cure ed assistenza ad una moltitudine di persone bisognose di assistenza,per una media giornaliera di circa 300 persone; cinque giorni a settimana perchĂŠ il venerdĂŹ è giorno festivo per i musulmani e la assistenza anche nei giorni festivi. L’energica suorina con le sue stesse mani estrae dall’aloe il gel per curare i malati e ritaglia lenzuola di lino per farne bende. Proprio lei ha


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chiesto un sostegno: creme ad uso derma sieme a garze, bende ed antibiotici ad ampio spettro, poichĂŠ in Egitto, come in molti altri paesi, l’assistenza medica non è gratuita e si paga tutto. Lanciamo, perciò, l’idea di attivarci per raccogliere i farmaci e gli ausili ospedalieri da “CosĂŹ come bruciare è la natura del fuoco, la natura della Chiesa è essere missionaria.â€? Ăˆ quanto esprime il documento del Vaticano II, Ad gentes: la Chiesa pellegrina è “missionaria per naturaâ€? (AG 2). E questo è vero non solo per la Chiesa universale, ma anche per ogni Chiesa locale, anche quella nell’angolo piĂš remoto del mondo. Portare aiuti di persona, nelle zone piĂš disagiate ed a rischio, porta alla scoperta della diversitĂ del mondo potendola toccare con mano, sentendone gli odori; aiuta a capire l’importanza delle differenze culturali ed è un arricchimento per il pedagogo consacrato che si porta in questi luoghi in quanto al rientro trasmette a tutti l’esperienza del “vissutoâ€? in prima persona. Abbiamo ricevuto molto piĂš di quanto abbiamo donato. Speriamo che altri possano fare questa evangelica esperienza.

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Giovani 10 gennaio 2015

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Alla ricerca della gioia vera Ritiro dei giovani a Loreto dal 2 al 5 gennaio a cura della pastorale vocazionale e giovanile della diocesi di Ischia

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l ritiro che i giovani isolani hanno vissuto a Loreto dal 2 al 5 A cura di Giuseppe gennaio è stata un’eGalano sperienza fortissima, di amore, gioia ed unitĂ , forse per tanti inimmaginabile. E’stata la testimonianza viva

8 7 viglie. Circa 50 tra ragazzi, seminaristi e religiosi si sono ritrovati il 2 gennaio ad Ischia Porto per partire alla volta di Napoli. Presente anche

/ dei partecipanti si leggeva il desiderio di mettersi in cammino tutti insieme alla ricerca di un qualcosa. Possiamo tranquillamente affer 8 ; 8 ! / 5 $ ; /

8 di Ischia hanno organizzato alla perfezione il ritiro, senza nulla la 8 / in pullman i cuori di tanti stavano iniziando ad aprirsi. Nel presentarsi agli altri ognuno donava un qualcosa di personale. A Loreto ad attendere la carovana isolana vi era Don Giacomo Pavanello, un giovane sacerdote che opera a Roma e cura l’evangelizzazione in Nuovi Orizzonti. E’ alquan / per descrivere questa meravigliosa persona, un dono per tutti coloro che hanno avuto la fortuna di trascorrere qualche giorno in sua presenza. I ragazzi hanno alloggiato nel Centro Giovanni Paolo II, struttura realizzata su volere dell’a $ ai giovani una risposta concreta al loro bisogno di spiritualitĂ : uno spazio in cui è concretamente possibile vivere un’esperienza religiosa forte ed appassionante, in sintonia

/

; nascondiamo, in tanti si avvertiva

un senso di smarrimento nel ritrovarsi in un luogo cosĂŹ. Ad aiutare a rompere il ghiaccio ci ha pensato 8 ; sue parole ed i suoi sorrisi ha permesso a tutti di entrare in clima di ; 5 // dai primissimi istanti. Tutti hanno potuto sperimentare in questi * 8 &

aprire il cuore. Ognuno ha voluto mettersi in gioco, rompendo gli schemi della solita routine e proiettandosi verso un qualcosa che riuscisse ad operare un cambiamento di vita. Per fare ciò è bastato in primis volerlo, accoglien

* * 8 tutto può. Condizione fondamen 8 ; como è l’unitĂ tra tutti e tra tutti 8 * una sola anima. Il tema centrale degli esercizi spirituali è stato quello della gioia vera che deriva dall’amore pieno. In questi giorni tutti hanno avuto la grazia di sperimentare quel senso di gioia

/

* 8 nei confronti di tutti. Ci si è fermati, sono stati messi in luce i difetti, i punti deboli ed oscuri di ognuno e da qui è stato possibile ripartire

8 ; ha spesso sottolineato un punto chiave, l’importanza della Parola di 8 ; 9 /

9 nunci di gioia. Nutrirsi della Parola 8 4 che conduce alla gioia piena, quella vera. In questi giorni è stato possibile fare esperienza di gioia con lo

/ di tutti i giorni. Il secondo giorno di esercizi è stato carico di sorprese, un susseguirsi di emozioni. Tut / 8 ;

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Giovani

13 10 gennaio 2015

kaire@chiesaischia.it

Il secondo giorno di esercizi è stato carico di sorprese, un susseguirsi di emozioni. Tutti sono stati invitati da Don Giacomo, dopo

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$ Giorno, a fare una revisione della propria vita, a prendere carta e penna ed andare a tirar fuori il resoconto della propria vita. Questo esercizio apparentemente poteva sembrare una banalitĂ , ma ha avuto la potenza di mettere tutti di fronte alle proprie azioni, segno che qualcosa stava accadendo nei cuori di chi si stava mettendo in gioco. Non nascondiamo che vi sono state lacrime sui volti di tanti in quei momenti, segno che il Signore stava iniziando a scardinare i cuori. Molto toccante l’esperienza $ 8 / Sacramento tutti hanno avuto la possibilitĂ di chiedere perdono a Dio e agli altri delle tante mancanze. Le emozioni in questa giornata & cena, è stata vissuta l’esperienza una “Luce nella notteâ€?, un momento incredibile che ha lasciato tutti senza parole, donando grazia ed amore e permettendo di sperimentare un qualcosa di fortissimo. Motore di tutto è stata la preghiera. I ragazzi sono stati accolti in Chiesa, a loro è stato consegnato un lumicino ed un biglietto sul quale scrivere una qualsiasi preghiera, invocazione o messaggio da rivolgere a GesĂš presente nell’Eucarestia ed accompagnati a fare l’incontro personale con GesĂš. Davanti al Santissimo le persone hanno deposto il bigliettino con la preghiera in un cestino ed hanno prelevato un messaggio che GesĂš ha dato, una frase tratta dal Vangelo. I ragazzi hanno terminato questa giornata con un senso di pace e gioia forse mai provato prima. Il terzo giorno ha dato la possibilitĂ di portare l’amore di Dio agli altri attraverso un abbraccio. Il gruppo, guidato dai tre dinamici sacerdoti, è andato a Loreto in piazza, e meraviglia delle meraviglie, vi era un motoraduno. Migliaia di persone erano li, forse non era un caso. I ragazzi, alcuni timidi e timorosi hanno pian pianino rotto il ghiaccio donando “Abbracci Gratisâ€? a quanti erano presenti in piazza. Da li è partita una catena di abbracci che ha avvolto tutti in un mix di tenerezza ed incredulitĂ per quanto stava accadendo. Questa è una modalitĂ , apparentemente semplice di andare in strada ed avvicinare le persone portando loro l’abbraccio

di Dio. Tanti erano lĂŹ ed aspettavano l’abbraccio, avevano il bisogno di sentirsi amati. Il calore di un abbraccio ha sciolto centinaia di cuori, ha donato sorrisi a volti che sembravano di pietra, privi di espressioni ed emozioni. Questa è la prova tangibile che l’amore di Dio tutto può. Tante persone sono state felicissime di ricevere un abbraccio ed a loro volta hanno innescato una sorta di catena abbracciando altre persone; tanti si sono lasciati andare con lo stesso entusiasmo di un bimbo che riceve un regalo tanto desiderato, ma non tutti hanno risposto positivamente. Nel pomeriggio l’esperienza di dire Grazie a Dio ed ai fratelli per tutto è stato un momento di immensa grazia. E’ bello dire la parola 5 nunciare nella vita di tutti i giorni, una parola che ha potere di ridona si è messo in pellegrinaggio ed ha raggiunto a piedi la Santa Casa di Loreto, a rendere Gloria ed Onore a Maria. Tra tutti vi era attesa trepidante nel mettere piede in un luogo cosĂŹ unico e speciale. Il Santuario di Loreto conserva, secondo tradizione, comprovata da ricerche storiche ed archeologiche, la casa di Nazareth della Madonna, la sua dimora terrena. In quel luogo, stretti in profondo raccoglimento tutti hanno sperimentato un senso di pace, favorito anche dalla preghiera diventata molto intensa. Ognuno ha

* rante la Madonna, stringendo tra le braccia GesĂš Bambino, un pensiero, una preghiera, un qualcosa che derivava dal cuore. Il Signore ha donato gioia ed amore ai cuori di ognuno. Il giorno successivo, quello della partenza ha mostrato persone diverse, piene di luce ed energia, testimonianza viva delle meraviglie che opera GesĂš quan questo racconto desideriamo ringraziare tutti i presenti al ritiro per l’amore, la tenerezza e la bontĂ che hanno saputo donare in ogni momento. Un grazie speciale a Don Marco e Don Gianfranco, sacerdoti meravigliosi, che con la loro umiltĂ sono stati capaci di diventare ‘una cosa sola’ con i ragazzi aiutandoli in questi esercizi spirituali a trovare ciò che cercavano e a Don Giacomo, un vero e proprio dono per tutti in questi giorni.


14 10 gennaio 2015

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TERRITORIO ISCHIA IN 3P: PAESI, PAESAGGI & PERSONE

I

l tragitto da Ponte al porticciolo della Chiaiolella Rubrica di era una novitĂ Ambiente e per Nunziata, Agricoltura a cura dell’agronomo ma lo era ancoFrancesco Mattera ra di piĂš per il piccolo Nicola. Se ne stava, il piccolo, aggrappato alla veste della madre e alternava lo sguardo dalla visione del castello Aragonese ( che via via si stagliava nella sua imponenza e con un immagine inedita a tratti ingrandita dal panorama collinare che si sovrapponeva verso meridione) allo sguardo ravvicinato di Ramunett che si affannava sui remi per sostenere con la massima attenzione la rotta dell’imbarcazione. Sussurrava timidamente alla madre la sua meraviglia additando di volta in volta particolari del panorama di Ischia, sempre piĂš ampio alla sua vista, e chiedendo ripetutamente informazioni. Poi, avvicinandosi a Vivara, cambiò l’oggetto della sua attenzione e ricominciò con una nuova sequela di domande, sempre piĂš incalzanti, tanto che Nunziata, che non aveva tante conoscenze in proposito, si risolse di chiedere aiuto alle altre donne che viaggiavano con loro. Ramunett ,che pure ascoltava, non dava segno di una particolare attenzione a quanto avveniva intorno a lui. In tal modo il ragazzino catalizzò l’attenzione di tutti per la intera traversata. L’arrivo a Procida dispiegò in Nicola la vista di un mondo a lui nuovo, per quanto non molto dissimile a quello cui era abituato. Si diede allora ad osservare attentamente il tutto ma in silenzio. Intanto Nunziata gli ripeteva le istruzioni per l’aiuto che doveva dargli una volta giunti a terra. L’accosto fu molto piĂš semplice di quello giĂ visto a Ponte. Ramunett era padrone della situazione: sulla banchina c’era giĂ un pescatore suo amico che in silenzio lo agevolò nell’attracco nelle placide acque del porticciolo. Nunziata iniziava quella mattina la sua nuova avventura a Procida. Era per lei, timida donna conta apriva sulla speranza di assicurare alla sua famiglia un benessere tan & fuori dalla loro portata. Ed il piccolo Nicola era il testimone piĂš diretto di quell’ avventura che di li a pochi mesi si sarebbe rivelata piĂš che una aspettativa incerta per

Le venditrici di frutta ischitane a Procida (O di Ramunett, il nocchiero buono - PARTE SECONDA)

semplice vela greca ed a volte di un marinaio che lo aiutava nella faticosa traversata. Ramunett per tanti anni è stato il tramite piĂš diretto RAMUNETT, che avvenivano tra Ischia e Procida e che avevano come protagoniCHI ERA COSTUI ? Ramunett, al secolo Raimondo ste le donne contadine Ischitane, Cardito, nacque ad Algeri da ge- che io ho denominato venditrici nitori procidani il 13 marzo 1886. di frutta a Procida, ed i contadini ( In quel paese, in lingua france- questa volta maschi) procidani che se, il suo nome vezzeggiativo era proponevano nella nostra isola i Raimondet ( pronuncia : RemondĂŠ ). prodotti agricoli che ad Ischia non Quando , ancora bambino, la fa- si producevano o si producevano miglia ritornò a Procida ( dopo poco , soprattutto limoni, carcioaver soggiornato per qualche tem- po nel sud della Francia ?), come di sovente avviene negli idiomi molto tempo orsono, proprio di popolari il suo nome venne cor- Procida. Ramunett aiutava le venrotto foneticamente e trasformato ditrici di frutta ischitane anche ofin Ramunett. E questo appellativo frendo loro la possibilitĂ di depogli rimase per tutta la vita. Dal- sitare parte del loro carico in suo le testimonianze di persone che magazzino che possedeva giĂš alla l’hanno conosciuto, sia procidane Chiaiolella. In tal modo esse, aven do piĂš recipienti carichi di prodotti di uomo forte ed energico, pro- portati da Ischia, avevano il tempo fondo conoscitore del mare che di iniziare con le consegne giĂ preaffrontava con grande coraggio e notate, per poi dedicarsi alla vendidecisione, anche in situazioni mol- ta ambulante di quanto depositato / da Ramunett. desistevano per timore della forza Questo tipo di attivitĂ da parte di degli elementi. Personaggio popo- Ramunett, decisamente un nocchiero

$

buono * morte avvenuta il 4 febbraio 1983, lo di questo scritto, cessò agli iniquindi quasi centenario, era dedito zi degli anni settanta. Era iniziata ad un’attivitĂ varia e multiforme. negli anni immediatamente succesGiĂš alla Chiaiolella gestiva una sor- /

ta di emporio in cui si vendeva un mondiale. Non cessarono però le poco di tutto. Poi, padrone di un vendite di frutta delle contadine bel barcone a remi, faceva la spo- ischitane a Procida che continuala tra la Chiaolella ed Ischia Ponte rono a venire sull’isola con i ferry trasportando persone e mercanzie boats, al porto della Marina Granin ambo le direzioni, con l’ausilio , de. Ma in numero via via sempre come si evince dal racconto, di una piĂš piccolo‌! la sua famiglia. Ad attendere Nunziata e Nicola, sulla banchina, c’era Michele, il marito della commara Chiarina‌!

L’EPOCA

Stabilire esattamente quando e

5 & ci tra Ischia e Procida di prodotti 4 & le e dall’esito incerto. Occorrereb < trova un ostacolo insormontabile nella individuazione delle fonti documentali. Solo dei casi fortuiti e fortunati, magari intercettati in occasioni di indagini proiettate su altri obbiettivi, potrebbero fornire qualche elemento utile in tale direzione. Nell’economia di questo scritto non è tuttavia strettamente indispensabile conoscere quando è iniziato il fenomeno, quanto piut / temporale ultima, ovvero quando si è interrotto, se realmente poi si è interrotto, e soprattutto le cause che lo hanno generato e le modalitĂ con cui avveniva. Particolarmente interessante è l’analisi indirizzata nel contesto delle cause economiche e sociali su cui ha attecchito il fenomeno, con le singolarissime sfumature sociologiche ed antropologiche che in esse si possono cogliere. Partiamo dunque da un = Ischia e Procida hanno avuto sicuramente un impulso notevole negli anni trenta del secolo scorso. Hanno avuto piĂš che un arresto una / 5 seconda guerra mondiale, per poi ritrovare un nuovo slancio appena terminata la stessa. E qui si innesta, come abbiamo visto sopra, la storia di Ramunett. Gli anni di maggiore splendore, se cosĂŹ possono &


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e da un piglio orgoglioso ed ardimentoso nell’affrontare qualsiasi impresa. Ad Ischia le cose vanno diversamente. L’economia maritti 4 rente come a Procida. Il territorio 4 / / camente variegato, quindi di piÚ * ra in quell’epoca si svolge su appezzamenti di dimensioni medie relativamente grandi per un’isola. Di certo molto piÚ estesi di quelli procidani e che necessitavano di un fabbisogno di lavoro molto piÚ importante. I redditi che se ne traevano erano modesti, tranne i casi dei grandi possedimenti di una ristretta borghesia terriera. Per sintetizzare e porre direttamente il confronto sul piano economico e sociale tra le due isole, possiamo dire oltre qualsiasi ragionevole dubbio che Ischia era molto piÚ di frutta e poche altre particolaris- pugliesi, oltre a quelle laziali e di tempo pieno alla coltivazione dei povera di Procida. sime produzioni, sono stati gli anni altre regioni d’Italia, che in date campi. Gli stessi marittimi poi, che Il livello di povertà nella compotra la seconda metà degli anni cin- epoche storiche si sono insediate, raggiunta la pensione, divengono nente agricola media (piccoli proquanta e tutti gli anni sessanta. Poi con piccoli gruppi, su Procida e di / - prietari diretto-coltivatori) e bassa un repentino declino che coincide cui ancora oggi si ritrovano tracce no. Ancora oggi il legame con la ”

* 5 nei cognomi ed anche nei tratti so- terra dei naviganti è tanto forte che bracciantato) si spingeva al limite con la terraferma e il parallelo e matici. Si tratta di modeste encla- / della sussistenza, quindi della pura progressivo declino dell’agricoltu- ve che hanno conservato caratteri ritorno da essa in etĂ pensionabile. e semplice sopravvivenza della fadistintivi ed organizzazione sociale Un altro aspetto della sinergia tra miglia contadina. Si comprende ra sia ad Ischia che a Procida. - mare e terra è legato alla facilitĂ dei bene come ad Ischia per tanta parLA SOCIETA’ AGRICOLA SULLE lativamente recenti hanno trovato procidani a spostarsi verso la terra- te della popolazione non c’era alDUE ISOLE: LE CAUSE DI UNA diluizione nel contesto di una re- ferma sul mare, e quindi degli agri- ternativa seria alla coltivazione delale mescolanza compenetrativa ed coltori procidani a cercare nuovi la terra che restituiva a malapena PROFONDA DIFFERENZA Nell’affrontare questo argomen- omogeneizzatrice sull’isola. A ben mercati per i loro prodotti agricoli di che vivere. A Procida invece l’a <

5 guardare la sua storia, Procida po-

™ - gricoltura, fatta nella maniera che con le quali, distintamente e co- teva benissimo aspirare a divenire tĂ e propensione agli spostamenti abbiamo descritto sopra, dava piĂš munemente, vengono riconosciu- la quinta repubblica marinara della mette i coltivatori procidani in una soddisfazioni economiche, ma nel te Procida ed Ischia. La prima è penisola, solo che gli eventi poli- condizione ideale anche nell’acco- contesto della stretta integrazione universalmente riconosciuta come tici lo avessero consentito. Ma se gliere importanti innovazioni nel- con l’economia proveniente dal paese di mare. La seconda, all’op- non lo è stata in senso politico, lo è la coltivazione e nell’allevamento mare e della sua modesta parteciposto, come isola prevalentemente stata certamente dal punto di vista zootecnico (bovini da latte, suini, pazione all’economia complessiva di terra. E’ bene chiarire subito che economico, avendo avuto poco da ecc.), che ne risultano cosĂŹ poten- dell’isola. & 5 / - / & 1 - ziati ed al passo con i tempi. Proci- Numero di addetti molto elevato voli in maniera assoluta in quan- tile alle quattro che la storia ci ha &

* - ad Ischia con redditi familiari e pro to è anche vero che a Procida si tramandato per tali. Ma forse que- conomia marittima predominante capite miseri. Numero di addetti è sempre fatta e si fa ancora oggi sto mio ragionamento è un tantino un’economia agricola piĂš modesta complessivamente piccolo a Prociagricoltura, come pure che Ischia azzardato e conviene abbandonar- / da, con redditi piĂš elevati e spesso, ha sempre avuto la sua marineria e lo. Partiamo ora da un dato certo: perchĂŠ in qualche maniera soste- se non sempre, integrati dal settore la sua pesca. Si tratta piuttosto del Procida, paese marinaro e marina- nuta dalla prima. Appezzamenti marittimo. carattere prevalente e dominante resco, che dal mare trae gran parte la cui dimensione media è modeche ha nel tempo caratterizzato le della propria ricchezza, ha tuttavia economie delle due isole. Procida una propria agricoltura anche piut- famiglia contadina, specialmente , con un territorio molto piccolo, ™ * 4 se all’interno del nucleo familiare Nel prossimo numero di Kaire si è per secoli proiettata verso il anche in un certo modo alimentata vi sono uno o piĂš naviganti. TerCi sarĂ la terza parte dell’arti 1 dall’economia marittima che tra- re fertilissime e vocate per colture colo sulle venditrici di frutta da grande rilevanza, ed ha creato e sferisce redditi , capitali , ed anche ad alto reddito, quali soprattutto Ischia a Procida sostenuto una tradizione che non uomini sulla terra. Un esempio è 5 ” si è mai persa nel tempo. Le radici dato dai marittimi – coltivatori, ov- te, pomodori, cavoli, ecc.), a cui si storiche marinaresche si perdono vero naviganti che quando sono a nella notte dei tempi. La polariz- terra coltivano la terra, la ampliano limoni, che conquistano i mercati Chi volesse dialogare con il sotzazione marinara si coglie anche con acquisti di nuovi appezzamen- napoletani e non solo. Il tutto potoscritto può inviare una mail nella comunanza e nell’intreccio ti, sostengono economicamente tenziato dalla grande capacitĂ tecall’indirizzo: con altre comunitĂ rivierasche an- genitori, fratelli, o altri parenti, nica dei coltivatori procidani , dalla matterafr.agrischia libero. che piuttosto lontane, come quelle che non navigando si dedicano a loro notevole spirito commerciale


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Il primo paradiso Le origini e gli sviluppi del Mar Mediterraneo. Cosa fare per preservarlo e per combattere i problemi ecologici legati all’inquinamento del nostro mare. L’area Marina protetta Regno di Nettuno. Continuo dell’articolo pubblicato nel Kaire di sabato 3 gennaio.

L

e Praterie di Posidonia - Cenni La Posidonia oceanica è un specie endemica del Mar Mediterraneo e A cura del appartiene alle Angiosperme piante prof. Giuseppe superiori dette Fanerogame. Esse si Sollino riproducono attraverso organi ben / &

/ / ! y

Questa specie è endemica del Mediterraneo ed

& testimonianza dell’antica origine comune del 2! \ $ Le praterie di Posidonia sono sistemi di elevata complessità biologica e per questo rivestono un ruolo molto importante nell’ecologia del Mediterraneo ed inoltre costituiscono uno degli elementi fondamentali nell’equilibrio e nella

55

; 5

/ dicale e stolonifero delle piante le praterie stabilizzano il fondo marino ed impediscono l’e 7 5

* 5 smorzamento da parte della Matte e dello stra * + / ti dell’acqua con conseguente mantenimento dell’equilibrio costiero. Questa funzione è an /

periodicamente sulle spiagge costituendo dei ] & % 4 š ma: produce elevate quantità di ossigeno e di materia organica attraverso la fotosintesi e co / 5 $ & / 5 / / 5 deposizione e di riparo dai predatori.

* 5 $ / * 55

/

+ di produzione di biogas (metano) dal detrito fogliare o all’utilizzo di tale detrito come man / Un ulteriore impiego di questa pianta potrebbe &

5 / / * -

lanti il ciuffo di Posidonia. Questi problemi di riforestazione trovano ori si sta manifestando lungo le coste del Mediter

9

5 effetti delle attivitĂ umane. # / minacciano la salute delle praterie citiamo: -AttivitĂ di pesca esercitata con attrezzi distruttivi e molto spesso illegali. -Ancoraggi % 5 1 -Sversamenti urbani * & / 4 / in zone con vasti insediamenti urbani ed è comune nella maggior parte del Mediterraneo. $ 0 $ sentano una grande sensibilitĂ alle alterazioni / 55 biologico per la valutazione dello stato dell’ambiente marino.

& +

& si sviluppa e costituiscono un indicatore biologico su due livelli: % /

5 + limite inferiore delle praterie è un buon indica

+

* & superiore è una zona sensibile ed importante 0

/ da terra. % /

* /

e la biometria fogliare forniscono informazioni

& +

* & *4

5 ‰Š›

5za media delle foglie in un ambiente inquinato . * & / terranei devono prendere opportune misure

per la salvaguardia di questo importantissimo ecosistema. 8 / &

5 5 e la dinamica temporale. 55 5 7

5 indispensabili per la conoscenza dei fondali e

costiere. tante mezzo di controllo dell’ambiente naturale

5 5

sue capacitĂ di sintesi. Gli interventi di salvaguardia potranno essere effettuati solo in base a conoscenze dello stato attuale di salute e dell’evoluzione di ogni singo / tuni programmi di monitoraggio. Per tutti questi motivi le praterie di Posido 2 \ / 5 Comunitaria (SIC) dove la tutela è fondamen / 8 / œˆÂ?“ž recepita dall’ordinamento italiano con il DPR ž‰Â&#x;Â?’œœÂ&#x; La Carta Tematica le aree dei vari tematismi ed in particolare di cisione quanta prateria si presenta in stato di regressione. L’Indice di Conservazione misura la quantitĂ di Posidonia oceanica viva in rapporto alla matte morta e quindi fornisce lo stato di conservazione della prateria. L’Indice di Sostituzione / / lore di sostituzione di Posidonia oceanica con | ™ & / & prateria è minacciata dall’intallazione di un’altra


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Fruizione della riserva Regno di Nettuno

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fanerogama in aree disturbate. L’Indice di Frammentazione misura quanto un habitat è frammentato e quindi, in questo caso, quanta prateria risulta piĂš o meno omogenea. L’Indice di ComplessitĂ delle Chiazze, invece, misura la complessitĂ di forma delle chiazze dei vari tematismi. Per chi volesse approfondire si ricorda che le

Area Marina Protetta “Regno di Nettunoâ€? ĂŻ 6XSHUĆFLH D PDUH KD 11.256,00 ĂŻ 5HJLRQL Campania ĂŻ 3URYLQFH Napoli ĂŻ &RPXQL Barano d’Ischia, Casamicciola Terme, Forio, Ischia, Lacco Ameno, Serrara Fontana, Procida ĂŻ 3URYY WL LVWLWXWLYL D.M. 27/12/2007 - D.M. 88 del 10/04/2008 e Regolamento di esecuzione ed organizzazione D.M. 30/07/2009 ĂŻ (OHQFR 8IĆFLDOH $3 EUAP0917 ĂŻ (QWH *HVWRUH Consorzio Regno di Nettuno ĂŻ 'LUHWWRUH Dr. Riccardo Strada ĂŻ /è$03 è stata istituita di fatto con il Decreto Ministeriale del 27 dicembre 2007 ed il regolamento la rende effettiva dal 5 giugno 2008. La storia dell’istituzione parte, però dal 1991, quando il Regno di Nettuno fu identiďŹ cato nella lista delle Aree Marine Protette di reperimento inserita nella legge 394 “legge quadro sulle Aree protetteâ€? e ripartĂŹ nel 1999, anno in cui fu afďŹ dato alla Stazione Zoologica Anton Dohrn, di Napoli, lo studio di fattibilitĂ , che fu condotto e consegnato nel gennaio 2001 al Ministero dell’Ambiente. Da allora iniziò una lunga fase di istruttoria tecnica e di concertazione politica per mettere a punto la perimetrazione e la zonazione dell’area che si concluse appunto alla ďŹ ne del 2007.

isole di Ischia e Procida rientrano nell’area Marina Protetta “Regno di Nettunoâ€? che si avvale per studi e ricerche di respiro internazionale di Villa Dohrn, sede del team di ricerca di ecologia del benthos (ricordiamo prestigiosi studiosi come la compianta Lucia Mazzella e ancora Maria Cristina Gambi, Maria Cristina Buia ..........) Stazione Zoologica Anton Dohrn di " ” & • Â’ÂœÂ&#x;Š

KOSMOPOLIS Scuola di formazione politica

Sabato 17 gennaio alle ore 16,00 nella Biblioteca Comunale Antoniana in Ischia Ponte ci sarĂ un incontro col direttore GHOOè$UHD 0DULQD 3URWHWWD GHOOH Terre in Liguria per un confronto pubblico dal quale poter trarre spunti interessanti per la nostra realtĂ locale. Oltre agli studenti di Kosmopolis l’appuntamento è aperto a tutta la cittadinanza. Per maggiori informazioni visita il sito NRVPRSROLVFKLD LW

isitare il Regno di Nettuno vuole dire calarsi in uno degli ambienti turisticamente Dal sito piĂš affascinanti del Medinettunoamp.org terraneo. Ischia e Procida offrono un mare inserito in un contesto storico e culturale vivissimo. Le spiagge di Ischia sono tutte facilmente raggiungibili, se non “sotto casaâ€?, il mare diventa rapidamente profondo ed è l’ideale per nuotare in acque limpide sotto un cielo intenso. Procida presenta due spiagge, di cui una, quella del cimitero, famosa per l’ambientazione di

! # immergersi in una affascinante atmosfera selvaggia, dopo esservi giunti a bordo di uno dei caratteristici minitaxi a tre ruote. Ma è la scoperta della natura, abbinata alla ricca vita culturale ed all’ottimo cibo, che fanno del Regno di Nettuno un luogo speciale.. Il Whale Whatching: esperienza di grande emozione, svolta con crociere giornaliere o con campi di avvicinamento settimanali, permette di avvistare e visitare le famiglie & le isole o di partecipare appieno alle cro * 5 tacei presenti, conoscendo da vicino, “per nome e cognomeâ€? insieme ai ricercatori esperti, Capodogli, balenottre, globicefali. L’ente Gestore dell’AMP sostiene questa attivitĂ , che permette di vivere da vicino uno degli ambienti piĂš affascinanti del Mediterraneo. Il Diving: viene svolto da centri coordinati in un’associazione in costante contatto con l’AMP, che ne regolamenta l’azione. Le immersioni ad Ischia e Procida sono estremamente a diversi gradi di impegno tecnico, dalla parete del coral

#

sottomarine della secca delle Formiche di Ischia, con accesso regolato e limitato per la particolare protezione cui sono soggette. Sono inoltre in preparazione percorsi di archeologia subacquea, nella zona del porto miceneo di Vivara e nella zona delle fornaci romane, sotto il castello aragonese di Ischia. Le acque delle isole sono un campo ideale per la vela e la nautica da diporto, che debbono essere praticate con la stretta osservanza di poche e chiare norme di salvaguardia, anche l’ancoraggio è regolato per non permettere un danneggiamento delle praterie di posidonia, vera ricchezza dell’AMP. Come in ogni Area Marina Protetta la pesca subacquea è assolutamente interdetta, mentre è regolamentata e permessa la pesca sportiva, sia da terra sia da imbarcazione, con la canna e la lenza, che permette catture interessanti di esemplari di grandi dimensioni, soprattutto di ricciole, tonnetti e spigole.


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e antiche famiglie ischitane, di origini locali e di importazione, che hanA cura di no consegnato il loro Antonio Lubrano passo alla nostra storia sono tante, e ciascuna è ricordata, nel bene nel male, per la propria incidenza nel tessuto sociale dell’isola, nelle diverse epoche in cui tutte sono esistite. Dal ‘400 in poi, per i primi tre secoli in avanti, hanno fatto parlare di sĂŠ, a partire dalla prima formazione e crescita sul territorio, famiglie come quella dei Cossa o Coscia, dei D’Avalos, dei Tuttavilla, dei Buonocore, dei Morgioni, dei Lanfreschi, tanto per citare quelle piĂš note, che nel loro tempo, hanno riaffermato l’autorevolezza ed il prestigio del proprio casato attraverso opere e gesta che la storia ha riconosciuto e tramandato ai posteri. Il loro blasone indica titoli nobiliari di marchesi, duchi, contesse, baroni e baronesse e quant’atro può essere utile per tenere su di un piedistallo anche quegli altri membri della famiglia considerati le “pecore nereâ€? del ceppo famigliare, incapaci per i propri difetti, di rimanere nell’ombra ed assai propensi a contravvenire alle regole. Le loro storie sono piene zeppe di episodi che hanno riguardato le proprie personali e spesso smodate ambizioni, a discapito di una parte del popolo di’Ischia dei casolari dell’entroterra isolana destinati a subire le prepotenze di quegli arroganti e crudeli signori del tempo. Per fortuna rappresentavano una minoranza incolore, tenuta fuori dallo stato di superiore reputazione delle famiglie, le quali, per loro disgrazia, avevano in comune con quei loro congiunti fatti di altra pasta, solo il nome. Se episodi di cattiva fama, ascrivibili solo alle intemperanze cosiddette nobiliari di chi non era degno di portare il nome ed il blasone del casato cui apparteneva, hanno in &

+ l’�opera buona� delle famiglie di cui ci stiamo occupando, non si di che vantarsi delle loro storie gloriose collegate alle vite prestigiose dei propri stimati e maggiori rappresentanti. Anzi, sono parte fon / 55 della storia, scritta e raccontata, di *

+ neva al primo posto nel continuo processo di crescita nel paese. Era

* alle loro corti. I regnanti di turno

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Il blasone dei Buonocore, dei Cossa, dei D’Avalos, dei Colonna e dei Morgioni ricordato con una strada che porta il nome dei prestigiosi Casati I Tuttavilla, i Morgioni, i Lanfreschi, i Lauro, i Calosirto, i Mazzella, i De Luca, i Conte nella liste delle vecchie famiglie operose. L’elenco non si esaurisce qui.

Le antiche famiglie che hanno fatto

dispensavano titoli ed elevavano al rango di nobili esponenti di primo piano di famiglia dai requisiti eccellenti, spesso conquistati nei campi di battaglia dove si distinguevano intrepidi condottieri immortalati poi dalla storia. Non mancavano gli uomini di altro ingegno come letterati, pittori, architetti, medici, scienziati, uomini di chiesa (Vescovi, Cardinali ed addirittura un Papa) caratterizzandone la discendenza. Primo esempio di famiglia potente che esercitava il suo immenso potere nell’isola, fu la famiglia Cossa o Coscia o Salvacossa di origini molto antiche, che secondo gli storici prese il nome dall’isola d’Ischia, quando l’isola si chiamava Coxa. I suoi rappresentanti ricoprirono le piÚ importanti cariche in campo civile, militare ed ecclesiastico, sino / – dassarre fu nominato Cardinale da papa Bonifacio IX, al secolo Pietro Tomacelli, e nel 1410 fu eletto a – Giovanni XXIII. Nel 1415 fu costretto ad abdicare essendo stato accusato di molti misfatti, passando alla storia come l’antipapa. Rese l’anima a Dio in Firenze nel 1419. Visse gli anni della gioventÚ tra Procida e Ischia dove ha dimorato con la sua famiglia nel palazzo gentilizio nel vecchio Borgo di Celsa, oggi occupato dalla famiglia Lauro-Di Costanzo. La famiglia Cossa a quel tempo, specie dopo la morte dell’antipapa Baldassarre, sull’isola faceva il bello ed il cattivo condizionando, nel bene e nel male, la vita del popolo indifeso. Alla famiglia Cossa sul Castello e nell’isola seguÏ l’illustre famiglia d’Avalos, col suo blasone riconosciuto e riverito. Questa famiglia, proveniente dalla

Castiglia (Spagna), si trasferĂŹ nel Napoletano al seguito di re Alfonso I d’Aragona con Inigo d’Avalos Ӵ" ’“¢Â“• fonso (†1495), Rodrigo (†1496), Inigo Junior (†1504) e Costanza (†) tutti sepolti in Napoli nella cappella gentilizia della chiesa di Sant’Anna dei Lombardi. I d’Avalos ebbero numerosi feudi e titoli, furono aggregati al Patriziato napoletano del Seggio di Nido e, dopo l’abolizione dei sedili (1800), furono iscritti nel Libro d’Oro napoletano. Ebbero il privilegio di battere moneta e nominare conti. La famiglia dei D’Avalos è la dinastia in arme che nel ‘400, mise radici nella Ischia Minor, ossia sul Castello con funzioni di potere e di comando in sinergia col dominio della Reale Casata degli Aragona, regnanti, signori e padroni dell’isola. Questa prestigiosa famiglia nel tempo lasciò il segno nell’isola e sul Castello per le eroiche gesta, la benevolenza verso le guarnigioni e verso il popolo durante i regni degli Aragonesi Ferdinando I e Ferdinando II, Alfonso I, Alfonso II, y y fonso d’Avalos sposò sul Castello Vittoria Colonna. Lo zio Innico D’avalos ebbe incarico da Re Ferdinando II D’Aragona di dirigere i lavori di costruzione del Torre che poi divenne Torre di Michelangelo dove lo stesso Innigo con il fratello Alfonso vi abitarono. Questa prestigiosa Famiglia ha dato alla diocesi di Ischia, alcuni anni dopo un Cardinale e nel 1590 un vescovo di nome Innigo D’Avalos a continuazione della dinastia. Altra famiglia di eguale importanza, nell’epoca d’oro, si e no, aragonese, fu quella di origini francesi Estouteville,

la nostra storia di Ischia

il cui nome fu dopo italianizzato in Tuttavilla. I Tuttavilla vennero a Napoli durante il Regno Aragonese, aggregati al Patriziato napoletano nel Seggio di Porto e, dopo la soppressione dei sedili (1800), iscritti nel Libro d’Oro napoletano. Decorati coi titoli di principe di Conca e duca di Calabritto, ricoprirono importanti cariche pubbliche. Un loro esponete di punta don Orazio Tuttavilla fu nominato Governatore dell’isola e del Castello e fece costruire la famosa Casa-Torre a mare, detta la casa dello Scuopolo giĂš allo Stradone di Ischia Ponte, oggi occupata dalla famiglia Malcovati. Si racconta di / 8 Porzia Tuttavilla che andò in sposa a Don Nicola Pappacoda, facoltoso commerciante di vini del casolare di Piano Liguori. La festa di nozze ebbe luogo nella Casa dello Scuopolo con oltre cento invitati. La tipica festa dei Signori del tempo. Altra famiglia ischitana del ‘600 di buon rango con titolo nobiliare di Marchesi è stata la famiglia Lanfreschi dal nome molto raro. Le sue origini potrebbero essere sveve. Questa famiglia, rispettabile e presente nella vita sociale del paese, ha espresso un vescovo, Francesco Lanfreschi, con sede a Gaeta ed a Matera dove morĂŹ nel 1772. La casata continua tutt’oggi. Uguale cosa si può dire della famiglia Morgioni, rispettabile nel paese ed ha vantato nei propri ranghi un vescovo Francesco Morgioni, nato ad Ischia il 1 Settembre 1661 da Nicola Morgioni e da Domenica Sorrentino. Fu Vicario Generale della nostra Diocesi. Poi Vescovo di Ruvo di Puglia ed ancora di Minori. MorĂŹ ad Ischia il 18 Novembre 1712.


La storia siamo noi

19 10 gennaio 2015

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L’esempio della famiglia Buonocore con Francesco, Biagio e Onofrio

Q

uando si ammira l’attuale complesso del Palazzo Reale con lo A cura di Stabilimento Balneo Michele Lubrano Termale Militare a Porto d’Ischia, chi conosce di storia, e non la manipola come meglio gli fa comodo, subito pensa alla famiglia ischitana doc dei Buonocore con i suoi tre membri di famiglia di punta quali il Protomedico Francesco, il Prof. Biagio e lo storico e scrittore Mons. Onofrio. Il Protomedico di Corte Borbonica Francesco nel 1735 fece costruire il Palazzo Reale, il Professore Biagio diresse le scuole elementari di Ischia negli anni ’40 e ’50 e Mons. Onofrio creò NEL 1956 la Biblioteca Antoniana con la vecchia scuola annessa, sorta sempre per sua volontĂ negli anni ‘30. Niente male per una Famiglia che al pare delle altre citate nel servizio che pubblichiamo oggi nel Kaire, ha fatto anch’essa la storia di Ischia. La famiglia dei Buonocore è fra le piĂš antiche dell’isola e appare nei registri parrocchiali giĂ nel decimoquarto secolo. Sappiamo di un Francesco Buono / quecento e il principio del Seicento. / & < ’‹“¢ ˆ gi e mezzo del cosiddetto “Bosco dei Polveriniâ€? “sopra la Piscinellaâ€?, ossia sopra i bagni di Fornel y ’ˆ ed un altro terreno vicino, “vitato \ ˆ Tre anni dopo lo stesso aggiunse & un canone di 5 ducati. Suo fratel-

lo Natale nello stesso anno 1648

/ ˆ ’ž 2 / \ questo parte dello stesso Bosco $ / ’ˆ¢ cati, e acquistava nel 1651 una par 5 teusi perpetua. Silvestro era il nonno del nostro Protomedico, che mise con queste compere la base per la futura creazione del nipote. y 5 – che sposò una Laudonia Schiano, la quale, il 18 luglio 1689, divenne madre del Nostro. I Buonocore non erano una semplice famiglia di contadini. Diversi discendenti avevano studiato teologia o giurisprudenza. GiĂ un fratello del padre del Protomedico era clerico, un Natale Buonocore s’incontra come notaio tra il 1703 e il 1733, un canonico Gaetano Buonocore battezzò nel 1676 GĂ­ovan Andrea Schiano, un fratello della madre del Protomedico e futuro Vescovo di Massalubrense, un fratello piĂš anziano del Proto-medico era il Rev.do Silvestro Buonocore, cancelliere della Curia (1676-1715).

– Onorato, diventò Vescovo di Trevico, cittadina della provincia di Avellino (1700-1773). CosĂŹ non è da meravigliarsi che anche il giovine Francesco mostrasse giĂ nella prima gioventĂš una passione speciale per le lingue antiche. Frequentò l’UniversitĂ di Napoli studiando medicina, ma interessandosi non meno delle lingue,

/ š cipio un tratto essenziale del suo carattere, che mantenne per tutta la vita.


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Ecclesia 10 gennaio 2015

Parrocchia SS. Annunziata in S. Maria Delle Grazie Lacco Ameno

Festa della Santa famiglia

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* A cura di Giampaolo 55 $ Monte * 5 + = 2ÂŚ ; 9 / 5 ; 9 4 // 5 *

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Maria Santissima Madre di Dio N

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Francescano ! $ Secolare di da Papa Francesco è stata imForio & ! ; 9

2 Maria è cosĂŹ unita a GesĂš perchĂŠ ha avuto da Lui La conoscenza della fede, nutrita dall’esperienza materna e dal legame intimo con il suo Figlio. La Vergine Santa è la donna di fede, che ha fatto posto a Dio nel suo cuore, nei suoi progetti; è la credente capace di cogliere nel dono del Figlio l’avvento di quella ÂŤpienezza del tempoÂť (Gal 4,4) nella quale Dio, scegliendo l’umile via dell’esistenza umana, è entrato personalmente nel solco della storia della salvezza. Questa Madre dolce e premurosa ci ottenga la benedizione del Signore per l’intera famiglia umana. In modo speciale oggi, Giornata Mondiale della Pace, invochiamo la sua intercessione perchĂŠ il Signore doni pace a questi nostri giorni: pace nei cuori, pace nelle famiglie, pace tra le Nazioni. Quest’anno, in particolare, il messaggio per la Giornata della Pace 4= ¤Non piĂš schiavi, ma fratelliÂĽ #

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Arte & Liturgia kaire@chiesaischia.it

21 10 gennaio 2015

Tu sei il ďŹ glio mio, l’amato N

ella centralissima Piazza Marina del comune di Casamicciola sorge la chiesa dedicata alla Madonna del Buon Consiglio. Fondata nel 1821 per volere di alcuni marinai, i loro nomi A cura di sono scolpiti in una lapide posta all’ingresso della chiesa, i Ernesta Mazzella quali dedicano la chiesa alla Madonna del Buon Consiglio, a San Giovanni Battista e alle Anime del Purgatorio. Con rescritto reale del 16 gennaio 1833 viene riconosciuta ai compatroni l’amministrazione in proprio della chiesetta. L’affresco che campeggia nella volta della zona absidale rappresenta il Battesimo di GesĂš opera dell’artista Canino. La scena è ambientata in & ; scorre dritto verso lo spettatore, bagna GesĂš e san Giovanni Battista. Al centro compaiono: GesĂš che sta ricevendo il battesimo da Giovanni, prima di iniziare la vita di predicazione; san Giovanni Battista che guarda in alto e scorge la colomba, regge con una mano la croce, mentre con l’altra stringe la ciotola piena d’acqua e battezza GesĂš. Lo Spirito Santo viene rappresentato sotto forma di colomba, la quale è circondata da una nube dorata, discende dal cielo su GesĂš al momento del battesimo. La perfetta verticalitĂ , lungo la linea centrale dell’affresco, allude all’unitĂ fra le tre persone della TrinitĂ . Alle spalle del Battista si intravedono alcune persone che si preparano per ricevere il battesimo. Nel 1929 le pareti della chiesa sono rivestite di marmo. Entrando, sulle

* – tesimo di GesÚ e l’altro il Cuore del Redentore, opera di un ignoto artista, /

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5 55 te alcune parti, tra cui il paliotto ed i cherubini, provenienti da un altare

+ 4

* gentiere napoletano Domenico Capozzi (operante tra il 1820 e il 1850), il quale realizza per il Tesoro di San Gennaro in Napoli la bella statua di Sant’Agostino. La tela che domina l’altare rappresenta la Madonna del –

*

Scutari a Genazzano, dipinta nel 1835 da un ignoto pittore locale. Lungo

/ / 4 gurante l’Addolorata, si presume scolpita verso la seconda metĂ del ‘700 da ignoti artisti laziali

/ 4 ! – un ignoto scultore campano attivo nella prima metà dell’Ottocento.

Commento al vangelo

Domenica 11 gennaio 2015 BATTESIMO DEL SIGNORE

C

Dagli scritti di don Oreste Benzi

risto Signore va amato: è lui la via, la veritĂ , la vita, è lui che ha parole di vita eterna. Ăˆ lui del quale il Padre = ¤Â™ 4 * &

ÂĽ / ^ ; 9 / belle dell’uomo. L’affetto che è in te, è lui che te lo salva e 8 $ = ¤ +

* `¼ (Rom 8,35). Nessuna cosa, solo io mi posso separare, allora Cristo è la nostra gioia perchÊ è la vera vita. GesÚ è la nostra / 4 4 / 55 ^

Il Battesimo di GesĂš nella chiesa della Madonna del Buon Consiglio in Casamicciola


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Cultura 10 gennaio 2015

www.chiesaischia.it

PINO DANIELE

Un innamorato della musica CLAUDIO BAGLIONI

Ciao guaglio’

Pino, Pinuccio tanto caro Pino adorato ieri sera guardavo la foto presa da lontano di noi due seduti sul bordo del terrazzo mentre tu mi raccontavi e io ascoltavo. Dietro c’era solo il mare. E al mare e a te pensavo come in una misteriosa malinconia, una tristezza nuova e sconosciuta. Non capivo, non sapevo ancora niente. Avevo una chitarra per le mani e piano piano mi sono ritrovato a suonare e poi a canticchiare Io dal mare immaginando nel lunghissimo ďŹ nale i tuoi fraseggi di corde e voli di voce senza parole. Tu non c’eri ma era come se fossi lĂŹ con me a ricordare il pezzo, a ripassarlo per la prossima occasione in cui l’avremmo rifatto. L’avevamo registrato venticinque anni fa e tu, che non eri stato bene, l’avevi voluto fare lo stesso. “Ci ho messo tutto il cuoreâ€? dicesti sorridendo e ci scherzammo su per tutta la cena al ristorante. Ora, dopo un quarto di secolo, quel cuore si è fermato. Ma non la voce, le note calde della tua chitarra, lo swing, il blues, l’anima profonda, le canzoni belle. Non la tua passione, la sinceritĂ come melodia di vita, l’amicizia vera, diretta e a volte brusca, quasi antica, di un altro tempo, di un tempo che fu giovane insieme a noi e ai nostri primi sogni. Un tempo che non è passato mai e che, d’ora in poi, scorrerĂ diverso con il ritmo piĂš dolente e lento della nostalgia. Ăˆ stato un regalo conoscerti e incontrarti in questi anni e in questo mondo e cantare suonare parlare ridere con te e sentire, sapere, essere sicuro che ogni volta, nella musica e nella vita, ci hai messo tutto il cuore.

SAMANTHA CRISTOFORETTI @ASTROSAMANTHA Il tweet di Samantha Cristoforetti dallo spazio, in ricordo di Pino Daniele: “Napule è a voce de’ creature che saglie chianu chianu e tu sai ca nun si sulo.â€? #PinoDaniele

P

ino Daniele una delle piĂš grandi voci del cantautorato nostrano s’è spento nella notte di lunedĂŹ stroncato da A cura di un infarto nella sua casa in Toscana. Franz Coriasco Il grande artista napoletano avrebbe compiuto sessant’anni il prossi 5 = /

maggior spicco della moderna canzone italiana, quella capace di dare attualitĂ alla sempiterna tradizione partenopea. Pino Daniele, cosĂŹ come Joe Cocker e Mango cui abbiamo dato l’addio poche settimane fa, era un pezzo unico, per quanto risultasse tra i piĂš scimmiottati dalle nuove leve. Il suo falsetto morbido e sinuoso, cosĂŹ come la sua capacitĂ di fondere il blues con la mediterraneitĂ erano, ad un tempo, il segno di un immenso talento naturale, di un’espressivitĂ costruita faticosamente nel tempo, e di un temperamento incapace di 1 Š pace di giocare in anticipo sulle mode. Pino era innamorato della Musica, non solo della sua, beninteso; anche per questo ha costruito la sua // per privilegiare collaborazioni (talvolta costose e complicate) con quelli che a sua volta erano i suoi ispiratori, da Pat Metheny a Massimo Troisi e tanti altri grandi, e per questo non l’ha mai usata per farne proclami sociologici. E tuttavia molte delle sue canzoni, da Terra mia a Jè so’ pazzo con le quali cominciò a farsi conoscere, ! ™

5 ni piĂš recenti, pur girando ben alla larga dalla politica han saputo raccontare la sua terra e i malesseri della sua gente come poche altre.

8 ˜ negli anni Ottanta lo consacrò tra i grandi del nuovo pop italiano, diventò ben presto un artista di caratura internazionale. Anche se da tempo, com’è naturale, aveva perso un po’ dello smalto dei suoi anni ruspanti, la sua carriera è sempre stata trapuntata da confronti e collaborazioni memorabili: coi piĂš grandi del jazz del suo tempo, come coi big del made in Italy, da Ramazzotti (che per primo ne ha annunciato la morte sui social) a Baglioni e Mina, dai conter / # / 8 Gregori e Jovanotti, e per ultimo, un rapper al vetriolo come J-Ax. Uno capace d’amare Robert Johnson e Roberto Murolo, il jazz-rock e la tarantella, il soul e la dance. Un artista capace, proprio come le sue canzoni, di irruenze rabbiose e di straordinarie dolcezze. Del resto il suo mondo era davvero tutto dentro la musica, quella di ieri e quella di oggi, preferibilmente sudando su un palco; non a caso una delle sue interpretazioni piĂš intense fu il duetto con un mammasantissima come Eric Clapton in Wonderful Tonight. Ci lascia una trentina di album (tra cui sei live), un numero impressionante di collaborazioni e

cui la colonna sonora di Le vie del signore sono 7 5 podanno, nel concertone di Rai Uno in diretta da Courmayeur. Inutile aggiungere che molte delle sue canzoni sono parte di un patrimonio artistico che continuerĂ a brillare nel tempo, e a vibrare nei nostri cuori.


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Libri

10 gennaio 2015

kaire@chiesaischia.it

Generare è narrare G

enerare è narrare (J.P. Sonnet, editrice Vita e pensiero, Milano 2014) è un libro senz’altro da leggere. Ne traggo A cura di alcune sollecitazioni ad uso dei genidon tori e degli educatori cristiani. Vincenzo Avallone (Il lettore può anche consultare J.N. Aletti L’arte di raccontare GesĂš Cristo, editrice Gueriniana, Brescia 1994) ÂŹ ™ + 0 ] / / ] =

il Signore ci ha fatto uscire dall’Egitto ‌ (Es. 13,14) e in Deut. 26,5 Dio stesso insegna a

= ! ÂĽ ÂŚ 5

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& 0 state su un dono, il dono di sĂŠ stessi che fanno / ÂŹ

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+ ciato nonni e nipoti intorno alle cose di Dio. Anche papa Francesco ha parlato del suo particolare rapporto con nonna Rosa.  ¨

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+ ‡ ÂŹ Â’¢ ti, (lo scrittore del libro in oggetto è un padre

* / + ; ‡ • $ 5 9 # / = 4 & / +

dei nonni può raccontare le storie bibliche. Ce

n’è una per ogni situazione. La cosa però che /

Generare è narrare, e che io segnalo ai lettori di Kaire, è il fatto che il suo autore applica a Dio la legge

Resilienza. Ecco le sue testuali parole. “ciò che la narrazio Â&#x;¢ 4 &

2 5 / \ / / resilire, saltare indietro, da cui rimbalzare, resistere (al colpo,

5 • 5 55 + / 5 /

55 * rimbalzare dopo un / !

8 8 y 0 / 5 /

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/ = 2 < nosciuto e i nostri padri ci hanno raccontato, 7 alle generazioni future le lodi del Signore, la sua 5 / \ ” Â&#x;¢ “• POST SCRIPTUM= resilienza? ¤¨ *

* / 55 + / 5 ÂŚ 4 * / 5 seguito di un rimbalzo / resalio ” / • ¨ + / 2 \ 4

55 /

* ÂĽ ” – Il Sole 24 ore del 02 giugno 2014) ¤Â‡ 5 4 + / rare fattori biologici, psicologici e sociali che gli 5 5 ÂĽ ”

Cannaro in Bambini che sopravvivono alla guerra) La resilienza è il pro // + Œ

liari e relazionali, seri 5 5 / / ¼ ”The road to resilience $ | ciation). / ‡ 5 ` / / / ]

/ ] / / / 0 ÂŚ / 8 2

\ ”! 5 • 8 ‌ resiliente.

EDICOLE DOVE POTER ACQUISTARE

Comune di Ischia Edicola di Piazza degli Eroi; Edicola di Ischia Ponte; Edicola al Bar La Violetta; Edicola di San Michele da Odilia; Edicola di Portosalvo Comune di Lacco Ameno Edicola al Bar Triangolo Comune di Casamicicola T. Edicola di Piazza Bagni; Edicola di Piazza Marina; Comune di Forio Edicola del Porto; Edicola di Monterone



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