Kaire 03 anno II - 2015

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IL SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA CHIESA DI ISCHIA

www.chiesaischia.it

ANNO 2 | NUMERO 3 | 17 GENNAIO 2015 | â‚Ź 1,00

LA VOCE DI PIETRO

CHIESA ITALIANA

CHARLIE HEBDO

Nella parrocchia di S.Antonio Abate 52 giovani hanno ricevuto la Cresima

Verso il convegno di Firenze. Nasce la Casa della CaritĂ , un condominio solidale

Attentato di Parigi. â‚Ź 1,00 SĂŹ alla libertĂ di espressione, ma io non mi sento Charlie

La crisi economica isolana

L

a crisi economica di questi tempi, che ha A cura di colpito molte Amedeo Romano famiglie italiane, investe anche la nostra realtĂ isolana: non è affatto una novitĂ , perchè anche sulla nostra “isola verdeâ€? si sente il peso del potere di acquisto di uno stipendio che, quando c’è, non riesce a soddisfare i bisogni familiari per tutto l’arco della mensilitĂ . Una realtĂ acuita soprattutto in questo periodo del dopo le riserve della tredicesima, gli alberghi sono chiusi, quindi molti lavoratori sono a spasso, senza entrate, a stringere sempre piĂš la cinghia, aspettando tempi migliori... La situazione di povertĂ vissuta con grande dignitĂ ad Ischia è ben nota alla chiesa, dalla Caritas ai singoli parroci che si trovano quotidianamente a dover pienaâ€? della presenza di famiglie alle quali viene a mancare il minimo sostentamento, dai viveri ai soldi per poter pagare le bollette,

soldi per pagare il pigione... Una povertĂ dignitosa, perchè comunque tenuta nascosta ai piĂš, per una sor che impone da una parte il mantenimento di un certo decoro e contegno, dall’alContinua a pag. 2

“Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Aut: 1025/ATSUD/NA�

Non si insulta la fede degli altri Il Papa in volo verso le Filippine risponde ai giornalisti sui fatti di Parigi

SCUOLA

Arrivano i fondi per ristrutturare la scuola di Casamicciola in via Paradisiello.

MISSIONE

SACERDOTI

LA STORIA SIAMO NOI

La suore di Casamicciola: un lavoro umile e silenzioso al servizio degli ultimi.

L’ischitano don Miguel Cacciuto torna dall’Argentina per incontrare il Papa.

Pubblicata dall’archivio diocesano la storia dei pastori della Chiesa di Ischia.


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In Primo Piano 17 gennaio 2015

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La crisi economica, le richieste di lavoro ed il ruolo degli amministratori locali Tanti, troppi gli isolani che non riescono ad arrivare a ďŹ ne mese. Cosa si è fatto ďŹ nora e cosa si potrebbe ancora fare per non spegnere la speranza di un futuro migliore

Continua da pag.1 tra determina sofferenze concrete, che solitamente restano ignote al vicino di casa... cui vivono le popolazioni amministrate: piĂš volte, ad esempio, lo stesso sindaco di Casamicciola Terme, l’ing. Giovan Battista Castagna ha sottolineato pubblicamente l’esigenza di “tener presente le richieste che quo

alle amministrazioni? Il sindaco Castagna lo dice chiaramente: chiedono

!

! "# tentativo si è visto, leggi il progetto di protezione civile realizzato proprio a Casamicciola, o qualche altra iniziativa su altri territori; ma restano palliativi momentanei, limitati nel tempo e nelle risorse. Altrettanto si può dire per l’ambito che gestisce i servizi sociali nei comuni delle due isole, Ischia e Procida... " $ -

Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia Proprietario ed editore COOPERATIVA SOCIALE KAIROS ONLUS

Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia Codice ďŹ scale e P.Iva: 04243591213 Rea CCIAA 680555 - Prefettura di Napoli nr.11219 del 05/03/2003 Albo Nazionale SocietĂ Cooperative Nr.A715936 del 24/03/05 Sezione Cooperative a MutualitĂ Prevalente Categoria Cooperative Sociali Tel. 0813334228 Fax 081981342 info@kairosonline.it pec: posta.kairos@pec.it Registrazione al Tribunale di Napoli con il n. 8 del 07/02/ 2014

blico. La politica, gli amministratori locali, oltre a preoccuparsi – giustamente – di garantire ogni anno le provvidenze economiche necessarie al mantenimento dei servizi sociali di assistenza, hanno il compito quin

loro; basterebbe forse una manovra economica annuale piÚ diretta verso questa strada, distogliendo eventualmente risorse ad altri capitoli, sicuramente necessari, ma che potrebbero passare in secondo piano, viste le Un lavoro da offrire a chi realmente ne ha bisogno, interrompendo il E’ da lodare lo sforzo di tanti padri di famiglia o di tante mamme, che

# % & bia ancora provocato una escalation di micro delinquenza, come pure la cronaca nazionale ci consegna quotidianamente... L’amministratore locale in sintesi può essere – in sintonia e sinergia con ! ma anche lo strumento per dare speranze di un futuro diverso, per tanti. Non c’è bisogno di grandi sforzi, grandi progetti, tanti proclami...

Direttore responsabile: Dott. Lorenzo Russo direttorekaire@chiesaischia.it @russolorenzo Direttore UfďŹ cio Diocesano di Ischia per le Comunicazioni Sociali: Don Carlo Candido direttoreucs@chiesaischia.it Progettazione e impaginazione: Gaetano Patalano per Cooperativa Sociale Kairos Onlus

Redazione: Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia kaire@chiesaischia.it | @chiesaischia facebook.com/chiesaischia @lagnesepietro TipograďŹ a: Centro Offset Meridionale srl Via Nuova Poggioreale nr.7 - 80100 Napoli (NA) Per inserzioni promozionali e contributi: Tel. 0813334228 Fax 081981342 oppure per e-mail: info@kairosonline.it

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La voce di Pietro

3 17 gennaio 2015

kaire@chiesaischia.it

Tu sei il figlio mio,

l’amato D

all’ 8 al 16 Gennaio la ComunitĂ Parrocchiale di S.Antonio Abate in Ischia ha vissuto la Novena in preparazione alla SolennitĂ del Santo protettore che cade il 17 gennaio. Durante questi A cura di Francesco giorni ricchi di fede, nella serata di domenica 11 gennaio, Festa Schiano del Battesimo di GesĂš, ben 52 giovani hanno ricevuto il Sacramento della Confermazione dalle mani del Vescovo Pietro Lagnese, mentre il piccolo Francesco Saverio, ha accolto per la prima volta GesĂš Eucarestia nella sua vita. Ad accogliere mons. Lagnese, il Parroco can. don Giuseppe Nicolella: “Le siamo grati eccellenza perchĂŠ all’interno della festa di S.Antonio Abate lei viene a confermare 52 eletti e ciascuno di noi nella fede, perchĂŠ come il Padre dei monaci noi possiamo rendere l’unica testimonianza di quel dono grande che abbiamo ricevuto nel giorno del Battesimo. E a questi 52 giovani che ricevono il Sacramento della Cresima ecco che stasera si aggiunge il piĂš piccolo della carovana, il piccolo Francesco Saverio che oggi riceverĂ GesĂš per la prima volta. Grazie eccellenza per essere in mezzo a noi e trasportare questo ' ( ) * di lĂŹ a poco proclamato, sottolineando come l’esperienza d’Amore da parte

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essere l’esperienza di ciascuno di noi: “La festa di oggi è una festa bellissima che potremmo chiamare anch’essa con il nome di ‘Epifania’. Secondo la tradizione occidentale infatti anche questa festa del Battesimo è un Epifania come pure il segno a Cana di Galilea dove GesĂš trasforma l’acqua in vino. Grazie a GesĂš c’è la possibilitĂ di una vita nuova. Mentre esce dalle acque del Giordano si ode la voce del Padre: “Tu sei il Figlio col Padre che lo chiama a portare la salvezza per il mondo intero, e quello stesso Spirito sceso su GesĂš nel giorno del Battesimo al Giordano scenderĂ anche su di noi, in modo particolare su questi 52 giovani che sono qui per ricevere dalle mani del Vescovo il Sacramento della Confermazione, su Francesco Saverio che si nutrirĂ per la prima volta del Corpo e Sangue di Cristo e su ciascuno di noi. Questa sera vorrei chiedere proprio questo

Dio. Vogliamo chiedere al Signore che questi giovani, che Francesco Saverio, che tutti noi possiamo fare questa esperienza, che anche noi possiamo sentire questa grande realtĂ profondamente vera che Dio ci ama cosĂŹ come siamo, che ognuno di noi è oggetto di un Amore grande da parte di Dio, un Amore cosÏ’ grande che GesĂš è stato offerto per noi, che il Padre non lo ha risparmiato ma l’ha reso Agnello per noi perchĂŠ noi potessimo avere il dono della libertĂ e della vita nuova. Che voi, cari giovani, possiate raccogliere l’invito che il Signore vi rivolge questa sera: !"

# $ % nutritevi di quello che il Signore vuole dire alla vostra vita, e allora potrete diventare anche

& ' do muove ai cristiani che vogliono fare sul serio, voi sarete capaci di testimoniare GesĂš, perchĂŠ quando si fa un’esperienza d’Amore non la si può tenere per sĂŠ ma va condivisa, si sente il bisogno di comunicarla. Che questa comunitĂ possa fare esperienza dell’Amore di Dio per comunicarlo agli altri: lo chiediamo per intercessione del grande Santo, An-

PREGHIERA GIOVANI CON IL VESCOVO PIETRO VENERDĂŒ 23 GENNAIO 2015 www.chiesaischia.it Preghiera Giovane Ischia

@LagnesePietro giovani@chiesaischia.it

tonio Abate, che ha vissuto la duplice esperienza della contemplazione e della missione. Egli possa allora aiutare questa Comunità a Lui dedicata a diventare una Comunità contemplativa e missionaria, contemplativa dell’Amore di Dio e missionaria per andare & ( ) * + "


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Seguiamo Francesco 17 gennaio 2015

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VIAGGIO APOSTOLICO

Il Papa ÂŤnon si insulta la fede degli altriÂť

Nelle Filippine â€œil messaggio saranno i poveriâ€?, soprattutto il sostegno alle vittime del tifone Yolanda. Lo ha detto Papa Francesco nel lungo colloquio, circa 45 minuti, avuto coi giornalisti a bordo dell’aereo papale, durante il viaggio tra Colombo e Manila. Molto incisive le parole del Papa sui fatti di Parigi, quando ha ribadito che la libertĂ di espressione è un “diritto fondamentaleâ€? ma anche quello di una fede di non essere messa in ridicolo. Tra i temi toccati, la riconciliazione in Sri Lanka e la prossima Enciclica incentrata sui temi ambientali, che dovrebbe essere pubblicata in estate.

I

l “brividoâ€? lungo la schiena dei cronisti e dei cameraman scorAvvenire.it re all’unisono quando Francesco, alla domanda sul diritto alla libertĂ di religione e a quello di espressione, come sua abitudine non svicola e va diritto al punto. Il quesito è di un giornalista francese e in ballo c’è la valutazione del Papa sui recenti fatti di Parigi. Queste libertĂ , afferma, “sono tutte e due diritti umani fondamentaliâ€?. Ma cosĂŹ come, scandisce, è una “aberrazioneâ€? chi pretenda di “uccidere in nome di Dioâ€?, sbaglia anche chi arriva a offendere una religione sventolando la bandiera del diritto a dire ciò che si vuole. Sul punto Papa Francesco è inequivocabile: certamente è doveroso dire ciò che contribuisce a costruire il “bene comuneâ€?, e certamente non si può reagire con violenza a un affronto, ma nemmeno “si può provocareâ€?. “Non si può insultare la fede degli altri – insiste, usando il curioso termine “giocattolizzaâ€? – non si può prendere in giro la fedeâ€?, perchĂŠ “c’è un limiteâ€?, quello della “dignitĂ â€? che ogni religione possiede. E come si rischia una brutta reazione insultando chi per qualcuno è sacro (“Se qualcuno insulta mia

madre, si aspetti un pugno...â€?), in modo analogo l’uomo rischia di essere vittima della natura da lui stesso “troppo sfruttataâ€?. Uno dei temi iniziali della conferenza stampa aveva riguardato proprio la prossima Enciclica in preparazione sui temi ambientali. Papa Francesco ha dato la notizia da tempo attesa: il documento dovrebbe essere pronto per giugno, prenderĂ una settimana di tempo per concludere un testo giĂ arrivato alla terza bozza, dopo la prima preparata dal cardinale Turkson, una seconda rivista dal Papa stesso con l’aiuto di esperti e una terza bozza redatta con il contributo di teologi. Quest’ultima versione ha ricevuto anche costruttivi apporti, ha riferito Francesco, da parte della Congregazione della Dottrina della Fede, della Segreteria di Stato < + cia. Quello che il Papa vuole è che l’Enciclica porti un “contributoâ€? al prossimo vertice di Parigi sulla tutela ambientale. Quello scorso in PerĂš, ha soggiunto Papa Francesco, “mi ha delusoâ€? per la “mancanza di coraggioâ€?. Sulla tappa srilankese del viaggio apostolico, Papa Francesco aveva aperto con una spiegazione del per-

chĂŠ abbia ultimamente privilegiato – nel proclamare nuovi Santi – la procedura della “Canonizzazione equipollenteâ€?, nel caso di Beate e Beati venerati giĂ da secoli, come avvenuto con l’Apostolo dello Sri Lanka, S. Giuseppe Vaz. Nella sua scelta – come per la Beata Angela da Foligno, Pietro Favre, padre de Anchieta e gli altri – il Papa ha detto di preferire, in accordo con la visione dell’“Evangelii Gaudiumâ€?, “grandi evangelizzatori ed evangelizzatriciâ€?. CosĂŹ avverrĂ in settembre, durante il suo viaggio apostolico negli Stati Uniti, quando canonizzerĂ Junipero Serra, che portò il Vangelo nell’ovest del Paese. Forti le parole sul crescente utilizzo di ragazzi e bambini negli attentati kamikaze, drammaticamente noti

) guinato lo Sri Lanka. Francesco ha detto di vedere, al di lĂ di problemi psichici, uno “squilibrio umanoâ€? in chi sceglie di uccidersi per uccidere. Un kamikaze, ha osservato, è uno che “dĂ la vita ma non la dĂ beneâ€?, al contrario per esempio di tanti missionari che pure danno la vita “ma per costruireâ€?. E dunque, mettere una bomba addosso a un bambino non è altro, per il Papa, che un altro dei terribili modi di renderlo “schiavoâ€? . Sollecitato poi

dalla domanda sui possibili attentati contro la sua persona e contro il Vaticano, Francesco ha detto di temere soprattutto per l’incolumitĂ della gente che viene a incontrarlo, dicendo invece di se stesso con un sorriso di affrontare questo pericolo con “una buona dose di incoscienzaâ€?. Il “miglior modoâ€? per rispondere alla violenza, ha sottolineato, “è la mitezzaâ€?. Un’altra spiegazione, Papa Francesco l’ha data circa la sua visita a sorpresa in un tempio buddista, al termine della seconda giornata in Sri Lanka. Si è trattato di uno scambio di cortesie con il capo del tempio che era venuto a salutarlo all’aeroporto, ma anche un riconoscimento – ha sottolineato – dal valore dell’interreligiositĂ , che in modo plastico si manifesta ad esempio proprio nel Santuario di Madhu, in Sri Lanka, luogo di incontro e di preghiera non solo di cattolici. Alla domanda sulla possibilitĂ di coinvolgere le altre religioni contro il terrorismo, magari con un incontro sullo stile di Assisi, Francesco ha detto di aver saputo che “c’è gente che lavora per questoâ€? in ambienti di altre fedi, dove serpeggia una certa “inquietudineâ€? sulla recrudescenza del terrorismo.


Chiesa italiana

5 17 gennaio 2015

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Verso il Convegno sull’Umanesimo

nella logica dell’agire Va giĂ in questa direzione la “Casa della caritĂ â€?, un condominio solidale, il primo in Italia di queste dimensioni, che rappresenta il primo “gestoâ€? di Firenze verso il quinto appuntamento dei cattolici italiani in programma dal 9 al 13 novembre.

Un’iniziativa

solidale che si afďŹ anca alle esperienze di umanesimo concreto raccontate nei contributi provenienti da tutta Italia

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overi, giovani, famiglie e lavoro saranno al centro dell’impegno A cura di della diocesi di Firenze Andrea Fagioli in quest’anno appena iniziato. Ăˆ un’agenda dettata dagli ultimi interventi del cardinale Giuseppe Betori per il capoluogo che “si avvia a vivere una serie di trasformazioni del suo assetto, legate in particolare alle comunicazioni e alla visione di una cittĂ che, senza rinunciare alla propria caratteristica di cittĂ della bellezza, non può però permettersi di ridursi a cittĂ vetrina e luogo di un turismo mordi e fuggi, che non riesce a cogliere il messaggio umanistico che traspira dalle sue pietre e dalla sua storiaâ€?. Di questi cambiamenti vuole essere protagonista anche la Chiesa locale, che in quest’anno potrĂ offrire il convenire a Firenze di tutte le Chiese d’Italia, con la presenza anche di Papa = ) prio sul tema dell’umanesimo, con una serie di eventi collaterali che dovrebbero avere un forte impatto culturale, a partire dall’inaugurazione del nuovo Museo dell’Opera di Santa Maria del Fiore. “Il volto dell’uomo - ha spiegato l’arcivescovo di Firenze - riceve i suoi caratteri decisivi dalla luce

che su di esso proietta l’umanitĂ di Cristo, per cui non può esserci progetto umano se non a partire dalla contemplazione del volto del Bambino di Betlemme, del Maestro di Nazaret che percorre le strade della Palestina, dell’Uomo

/ del Signore risorto che invia i suoi discepoli a essere testimoni di lui nel mondo�. Dal cammino avviato dalla Chiesa <

Convegno stesso dovrĂ arrivare un messaggio forte a una societĂ in cui si assiste “al progressivo sgretolarsi dell’identitĂ dell’umano, aggredito da molte parti nella dignitĂ della persona e dei suoi diritti inalienabili, nella saldezza dei vincoli familiari fondati sul matrimonio di un uomo e di una donna, nella ricerca

# di una societĂ giusta, nella costruzione di un’economia che metta al centro la persona, nella cura dei piĂš deboli e fragili perchĂŠ nessuno diventi vittima della logica dello scartoâ€?. Va in questa direzione anche la “Casa della caritĂ â€?, un condominio solidale, il primo in Italia di queste dimensioni, che rappresenta il primo “gestoâ€? di Firenze verso il quinto appuntamento dei cattolici italiani in programma nel

capoluogo toscano dal 9 al 13 novembre. Un’iniziativa solidale, che insieme alle esperienze di umanesimo concreto raccontate nei contributi provenienti da tutta Italia, aiuta a svecchiare l’immagine di “convegnoâ€? e a dare l’esatta percezione di questo importante appuntamento: inventare forme nuove del vivere insieme, ispirate dal Vangelo. Non sarĂ quindi, come ha spiegato il segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, “un convenire intorno a un tema, ma ad una esperienza, mettendoci alla ricerca dei casi in cui l’umanesimo non è riuscito. Mentre quest’opera è una risposta concreta, è umanesimo riuscitoâ€?. In questo senso il Convegno ecclesiale nazionale, come vuole il Papa, dovrĂ avere un impatto sulla gente, sulla vita concreta delle persone, della cittĂ che lo ospita e della nazione, una nazione che non hai mai spesso di sperare. Monsignor Galantino, nella recente intervista al Sir, ha ricordato come le diocesi italiane abbiano “sorpreso tutti offrendo un ricco ventaglio di proposte e di esperienze concrete che abbandonano le sterili letture sociologiche sullo stato del Paese e cominciano a delineare possibili percorsi di impegnoâ€?

con proposte che non si fermano “al vedere e al giudicare�, ma vanno “decisamente nella linea dell’agire�, come i “Gruppi di ascolto� che rappresentano la proposta e l’esperienza della Chiesa di Firenze avviata nell’ormai lontano 1992 all’indomani del Sinodo diocesano, che fece emergere l’urgenza che gli

denza con la Parola di Dio approfondendola con una catechesi biblica sistematica, in piccoli gruppi che si riunissero soprattutto nelle case. La proposta fu accolta con entusiasmo: nacquero 1200 gruppi di catechesi biblica per gli adulti, in particolare nelle famiglie, la maggioranza dei quali esiste ancora. Per ogni anno la diocesi propone un Libro della Bibbia e dei sussidi per l’approfondimento e la preghiera. Si va da Rut ai Vangeli, ma in molti ricordano l’anno dell’Apocalisse, “Per una lettura del tempo presenteâ€?, quando nei gruppi si scoprĂŹ il senso autentico di uno dei 0 mal compresi. Ma anche Osea, “La fedeltĂ dello sposoâ€?. E in quest’anno, verso il Convegno, i Salmi con un titolo quanto mai appropriato: “Svegliati mio cuore!â€?. Nella logica dell’agire, la diocesi di Firenze si è avvantaggiata proponendo come segno distintivo del Convegno la rammentata “Casa della caritĂ â€?, mentre iniziano a muoversi le parrocchie, grazie anche alla Visita pastorale in corso, e le associazioni. Tra le prime ad attivarsi. Oltre alla Caritas diocesana, il Meic (Movimento ecclesiale di impegno culturale) e Scienza & vita. Entrambe hanno giĂ messo a tema, con convegni e iniziative, l’umanesimo e gli umanesimi. Ma Firenze, in vista dell’appuntamento di novembre, guarda anche ai suoi “fariâ€? piĂš recenti: il cardinale Elia Dalla Costa, don Giulio Facibeni e Giorgio La Pira.


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Il caso 17 gennaio 2015

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Mi dispiace, ma io “non sono Charlieâ€? Si fa confusione tra ragionamento, libertĂ di espressione e sistematica provocazione blasfema.

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ono diversi giorni che mi arrovello tra il desiderio di esprimere la A cura di mia opinione su quanMassimo to accaduto a Parigi e la Coppa paura di essere orribilmente frainteso. Tuttavia farei violenza alla mia natura se continuassi a tacere. Ho sempre affrontato le conseguenze del mio vizio di dire le cose apertamente, e non verrò meno a questo principio neanche stavolta. Mi sto riferendo all’eccidio perpetrato ai danni della redazione del settimanale satirico francese “Charlie Hebdoâ€? ed all’attacco, parallelo, al supermercato ebraico: entrambi gli atti di violenza sono stati messi a segno da estremisti islamici. Ci sarebbe tanto da dire, ma non sarebbe questa la sede: del resto è almeno dagli anni Ottanta che si ragiona sulla natura, le cau-

se, le responsabilitĂ e la forza del fondamentalismo islamico e delle # tato alle Torri Gemelle, il mondo intero ha dovuto prendere atto che questo fenomeno esiste, è diffuso, è potente e vede l’Occidente non privo di responsabilitĂ nella sua esistenza e dirompenza. Per giorni interi i mass media ed i social network ci hanno detto che siamo di fronte ad un atto di estrema gravitĂ : al di lĂ degli omicidi, è la motivazione che ferisce ed indigna. Si è parlato di gravissimo attentato alla libertĂ di espressione e di satira, un fondamento della democrazia e della civiltĂ occidentale. Milioni di francesi sono scesi in con lo slogan (lanciato chissĂ da Y < $ che siamo tutti colpiti, come citta-

dini ed esseri umani, dalla strage in redazione. I capi di Stato di mezzo mondo (ma non il presidente americano) si sono precipitati nella capitale francese per farsi vedere uniti tra loro e con la gente in una splendida ed eroica coesione contro la barbarie islamica. Avevo giĂ i miei dubbi sulla qualitĂ della “satiraâ€? di “Charlie Hebdoâ€?. Quando, alcuni anni fa, un famigerato giornale danese pubblicò una serie di vignette su Maometto, scatenando reazioni enormi nel mondo musulmano, si disse che era giusto farlo, che ognuno è libero di esprimersi come vuole ecc. Erano disegni offensivi ed inutilmente provocatori, ma tant’è. “Charlie Hebdoâ€? ripubblicò quelle vignette, sempre ammantandosi di grandiosi concetti di libertĂ , tolleranza e via discorrendo, con l’aggravante della deliberata provocazione, visto che non erano nemmeno farina del proprio sacco. FinchĂŠ il sito Internet del “Corriere della Seraâ€?, credendo forse di dare ulteriore forza al settimanale pseudo-satirico francese, ha pubblicato alcune vignette “storicheâ€? del giornale. Ho avuto cosĂŹ conferma che “Charlieâ€? non fa satira, ma produce solo insulti e blasfemia. Non capisco proprio cosa ci sia da ridere e dove siano l’intelligente ironia, l’arguzia e la sagacia in una vignetta dove un tizio disegna il volto di Maometto; questi arriva e lo rimprovera (l’Islam vieta la raf + Y il disegnatore si difende argomentando di stare disegnando l’organo genitale di Maometto, non il volto‌ Per non parlare delle altre religioni. In una vignetta anti-cattolica appaiono il Signore che viene sodomizzato da GesĂš, il quale a sua volta viene sodomizzato dallo Spirito Santo sotto forma di triangolo celeste. Chiedo scusa per la crudezza dell’espressione, ma que & In tutta evidenza, è arduo capire cosa ci sia da ridere in una vignetta del genere, dove sia la battuta. Sia-

mo solo all’insulto di una religione, cioè all’offesa di un sentimento condiviso da miliardi di persone. In un’altra vignetta una ragazza si tando che quello è il posto giusto dove tenerlo. Non c’è nulla di geniale in queste vignette, ma solo la volontĂ di offendere diverse sensibilitĂ trincerandosi dietro un’arroganza intellettuale mascherata con nobili principi. Vauro ed altri famosi vignettisti italiani hanno criticato, in passato, sia il giornale danese che quello francese, argomentando giustamente che quella non era satira, ma solo insultante volgaritĂ , oltretutto blasfema. Ora, sbagliando, si sono rimangiati quelle critiche, dicendo subito che anch’essi “sono Charlieâ€?. Ăˆ corretta la posizione dei giornali americani, che si sono ri “Charlieâ€?, anche adesso, spiegando che la loro politica non prevede la pubblicazione di soggetti che offendano la sensibilitĂ di intere categorie di persone. Nessuno deve ricevere violenza o morire per una vignetta, nĂŠ per alcuna altra azione di tipo intellettuale. Però non c’è da stupirsi che qualche fanatico metta mano alle armi di fronte a provocazioni reiterate e sistematiche. Se “Charlie Hebdoâ€? fosse stato un centro studi, un giornale, un thinktank di intellettuali che denunciava la barbarie dell’Islam estremista, analizzava il Medio Evo in cui la societĂ islamica ancora si dibatte, ragionando sulla confusione, micidiale, tra religione e Stato che i musulmani non hanno ancora risolto, stigmatizzando la sottomissione della donna, allora il discorso sarebbe stato ben diverso. CosĂŹ, invece, confondiamo i principi e incorriamo in un equivoco enorme e pericoloso. La pietas umana e cristiana non si può e non si deve negare ai redattori di “Charlie Hebdoâ€?. Però, mi dispiace, io “NON sono Charlieâ€?. www.massimocoppa.it


Migranti

7 17 gennaio 2015

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GIORNATA DEL MIGRANTE

“I poveri non danno voti ma sulle loro spalle qualcuno si arricchisce� "I

l Papa invita alla fraternitĂ , a togliere le catene della schiavitĂš, in un A cura di mondo che ha bisogno, Patrizia oggi piĂš che mai, di riCaiffa scoprire che è piĂš necessario costruire ponti piuttosto che muri, pur nelle diversitĂ . Oggi sembra invece che si vogliano mettere in evidenza solo le divisioni: basta il colore della pelle o un vestito per sentire l’altro diversoâ€?. CosĂŹ il neo cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Commissione episcopale per le migrazioni, presenta la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebra il prossimo 18 gennaio, sul tema proposto dal Messaggio del Papa “Chiesa senza frontiere madre di tuttiâ€?. Come declinarlo nell’attualitĂ ? Nel Messaggio il Papa invita a rinunciare a qualcosa del nostro “acquisito benessereâ€? per condividerlo con chi ha meno, come i migranti e i rifugiati. Ma in tempo di crisi il luogo comune è: “Loro vengono aiutati, noi noâ€?. “Dobbiamo stare attenti a dire queste cose perchĂŠ negli ultimi scandali abbiamo scoperto che gli immigrati servono per far soldi. Non è vero che ci tolgono soldi, ma ci si arricchisce a loro discapito. E i poveri continuano ad essere strumenti nelle mani dei ricchi per farli arricchire ancora di piĂš. Non ricordiamo mai che in passato noi abbiamo colonizzato e sfruttato quelle terre, per questo ora vengono a chiederci gli interessi. A noi fa comodo dire che sono terre povere, perchĂŠ le regole le dettiamo noi. " sta. I governi africani da chi sono sostenuti?â€? Cosa risponde ai fedeli della diocesi che non accettano la presenza degli immigrati? “Proprio l’altra sera, in una parrocchia, qualcuno diceva che devono andare via. Io ho detto: va bene, mandiamoli via, ma allora mandia-

Il neo cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente della Commissione episcopale per le migrazioni, presenta la Giornata mondiale del migrante e del rifugiato che si celebra il 18 gennaio, sul tema proposto dal Messaggio del Papa “Chiesa senza frontiere madre di tuttiâ€?. Sulla porpora per lui “inaspettataâ€?: “Per me come stile di vita non cambierĂ nienteâ€? mo via anche tutti i preti africani e tante parrocchie rimarranno senza parroco -; mandiamo via tutte le religiose che vengono da altre nazioni che assistono gli anziani e ognuno se li riprende in casa propria. Mandiamo via i calciatori neri, i cantanti neri e non paghiamo piĂš i biglietti per andare a vederli. Se siamo coerenti e facciamo tutto questo sono d’accordo. Ma io non posso cacciare chi arriva con i barconi e, al contrario, applaudire il calciatore africano. Purtroppo fa comodo creare guerre tra poveri. Però questo è il gioco di Erode, quella storia non si è ancora conclusaâ€?. Lampedusa - che non accoglie piĂš sbarchi - è ora un po’ dimenticata? “Lampedusa sta in pace perchĂŠ questa povertĂ si sta spalmando altrove. Era una situazione insostenibile per una isoletta come Lampedusa, che non era in grado di supportare e sopportare la presenza di centinaia e migliaia di persone. La terra ferma garantisce un servizio migliore. Certo i problemi degli isolani rimangono. Non ci si rende conto che Lampedusa è un pezzo d’Italia e di Europa a cui non si guarda mai se non per gli

immigrati. A Lampedusa ci sono problemi sanitari, se una persona si deve curare o deve far nascere un bambino deve andare a Palermo. Linosa ancora peggio: d’inverno non arriva la nave, e se uno si ammala come fa? Ma non sono anche loro cittadini italiani?â€?. “Mare nostrumâ€? non si capisce piĂš bene cosa stia succedendo nei nostri mari: si vogliono salvare vite umane oppure no? “Questo è il punto interrogativo. Ci lamentiamo perchĂŠ l’Italia salva le vite degli immigrati però ci riteniamo un Paese civile. Non so come si possa misurare la civiltĂ se quando un uomo sta morendo mi giro dall’altra parte. Se si dirĂ â€˜morite perchĂŠ noi dobbiamo difende # l’Europa. Se Frontex si rende con salvare la gente bisognerĂ cominciare ad attrezzarsi con leggi piĂš idonee, mentre questo problema è ancora trattato come emergenza. Z [

sempre fastidio, i poveri non danno voti. Purtroppo l’Europa è fondata sull’economia e non sull’uomoâ€?. Dopo l’appello del Papa le porte

dei conventi vuoti si sono aperte ai migranti? “Un movimento nelle Chiese c’è stato, perchĂŠ ora gli immigrati sono sparsi su tutto il territorio, ci sono eventi, servizi. Attraverso Caritas e Migrantes c’è una Chiesa mobilitata. Oggi non c’è pezzettino d’Italia che non abbia profughi. Questo obbliga le Chiese locali a interrogarsi. Ci auguriamo che un po’ alla volta anche le famiglie religiose aprano le loro case. La barca è una e dobbiamo tutti remareâ€?. Per concludere: da poco Papa Francesco l’ha nominata cardinale. La porpora ad un vescovo senza episcopio e senza cattedrale, che è anche vescovo di Lampedusa, è sicuramente un colto questa notizia? â€œĂˆ stata una notizia totalmente inaspettata. Per me come stile di vita non cambierĂ niente. Non lo

sento di aver fatto un salto di carriera. Ho sempre vissuto il mio sacerdozio e il mio episcopato come servizio, quindi non cambia niente. Nel pomeriggio ho sentito il Papa al telefono e abbiamo parlato da fratello a fratello�.


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Scuola 17 gennaio 2015

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Una scuola per lo svil

Il presidente del consiglio dei Ministri Renzi inviò una lettera a tutti i sindaci d’Italia ad indicare entro il 15 marzo 2014 un ediďŹ cio scolastico da ristrutturare immediatamente. Si propose alla Commissaria Prefettizia del Comune di Casamicciola di inviare la richiesta di immediata e deďŹ nitiva ristrutturazione del Palazzo delle Scuole di Casamicciola che si trova al Viale Paradisiello. Grazie a quella segnalazione il palazzo delle scuole sarĂ ristrutturato con un intervento di circa 1 milione di euro che pareva dimenticato.

N

icola Di Luise è stato un cittadino benemerito di Casamicciola. Era A cura di nato a Casamicciola nel Giuseppe 1888 ed a CasamiccioMazzella la è morto il 6 maggio 1971 ad 83 anni mentre assisteva alla seduta del Consiglio Comunale. Per tutta la sua lunga vita e sotto tutti i regimi ha lottato per la “sua Casamicciolaâ€?, per la “ moralizzazione della vita pubblicaâ€? sia come consigliere comunale sia come semplice cittadino. Era un imprenditore “innovatoreâ€? allestendo il primo “cinematografoâ€? con il “Bagno Marino Eldoradoâ€? nei \ ] editore di cartoline illustrate. Era un appassionato di storia patria ed ^ straordinaria raccolta di documenti del suo lungo impegno civile. Avendo realizzando la “ricostruzioneâ€? di Casamicciola dopo il terremoto del 1883 e l’alluvione del 1910 soffriva molto nel secondo dopoguerra assistendo alla decadenza di Casamicciola che perdeva il primato di “regina dell’isola d’ Ischiaâ€?. Passò all’opposizione della DC guidata da quelli che chiamava i “demo sentinellaâ€? cioè il sindaco Antonio Castagna ed il dottor Raffaele Monti, segretario eterno della DC. I suoi comizi nella centrale Piazza Marina restano ancora nella memoria dei cittadini piĂš anziani. Ho un ricordo personale di “Don Nicolaâ€?, come lo chiamavamo con rispetto e devozione, perchĂŠ è stato il primo che mi ha inculcato l’amore “concretoâ€? per il mio paese. Don Nicola aveva 42 anni nel 1930. Piena epoca fascista in cui il = cienza con la costruzione dei gran-

in tutti i paesi anche i piĂš piccoli. ^ + zo delle Poste e del Palazzo della Provincia a Napoli nella centrale “Piazza della Posta Centraleâ€? che la Repubblica ribattezzò “ Piazza Giacomo Matteottiâ€?. Il Fascio anche a Casamicciola + # Antonio Vittorio Conte, ed anche a Casamicciola nacque un grande + ^ del Paradisiello dal panorama meraviglioso. Il progetto prevedeva un viale d’accesso dal corso Garibaldi ed una rampa di scalini dalla Marina in modo che potesse essere raggiunto dai due lati del paese. Il Palazzo avrebbe ospitato le scuole elementari di Casamicciola e sulla facciata esterna doveva primeggiare la scritta “ DUXâ€?. I lavori durarono sei anni. Questo Palazzo doveva essere il simbolo del “trionfo del regimeâ€?, l’ “imponenza dell’Era Fascistaâ€?. Fin dall’iniziò dei lavori però Don Nicola Di Luise denunciò con let + * Conte ed alla pubblica opinione le inadempienze contrattuali dell’impresa appaltatrice che, come affermava Di Luise “non utilizzò la prescritta pozzolana di Bacoli bensĂŹ il terriccio trovato sul posto; non provvedette alla pitturazione delle rotaie; omise di porre numerosi cuscinetti di mattoni fra le rotaieâ€? e quindi si rese perenne responsabile

j Per queste denunce Nicola De Luise subĂŹ un fermo di 60 ore a Roma nel 1934 dove si era recato


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luppo

governo fascista e ritornò a Casamicciola in libertĂ vigilata. Ma ottenne una nuova perizia e l’appalto ad una nuova impresa. Il Palazzo Dux fu completato nel 1936 ma Di Luise continuò la sua battaglia per i cattivi lavori. Nel 1955 con un articolo su un giornale napoletano sollecitava il Genio Civile ad intervenire per nuovi lavori di consolidamento al palazzo dal quale era stata cancellata la scritta “ duxâ€?. Il Palazzo fu chiuso. Ho fatto i primi tre anni delle scuole elementari – dal 1956 al 1959 – alla “Villa San Vincenzoâ€? in via Principessa Margherita che fu poi demolita per costruirvi l’ Istituto Tecnico Commerciale “E.Matteiâ€?. Non aveva torto Don Nicola. Nel 1971 cioè 35 anni dopo l’inaugurazione il Genio Civile di Napoli dichiarò, una seconda volta, pericolante l’angolo nord-ovest dell'e

# { # del Palazzo ad accurati accertamenti tecnici che dovevano essere effettuati dal Comune per l’incolumitĂ dei circa 400 bambini che frequentavano la scuola. Il Comu { # = | l’incarico per una dettagliata relazione tecnica che fu presentata il 29 settembre 1971. L’ing. Tiscione confermò tutti i rilievi che 40 anni prima aveva denunciato Nicola Di Luise. Il sunto di quella relazione apparve in un mio articolo su “Il Giornale d’Ischiaâ€? del gennaio }~ € < # inagibile una seconda volta. Le scuole furono ospitate provviso + il Municipio che aveva in un’ala

+ te sgombrare e trovò ospitalità in

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„€†

direttamente alla scuola e non al Comune. Ci saranno disagi per i circa 300 ragazzi delle medie perchÊ si faranno per tre mesi i doppi turni al plesso di Perrone ma entro aprile i lavori dovranno essere + moria del prof. Vincenzo Mennella per ragazzi della scuola media ad indirizzo musicale si terrà dal 27 al 30 aprile 2015 ed è portato avanti con grande impegno dalla Preside ( ' =

corpo docente e da tutto il personale dell’ Istituto Comprensivo. L’ Auditorium della Scuola Media dovrĂ essere pronto per questa manifestazione che è la piĂš importante di Casamicciola. un’ala del complesso Pio Monte Lo scrivevo e lo denunciavo sul Saranno attivati cantieri a Casamicdella Misericordia che funzionò web il 5 marzo 2014. Qualcosa si ciola per la ristrutturazione delle anche da Municipio per diversi è mosso. E’ stato riscoperto un scuole per circa 1milione e 300 anni. progetto del Comune, vecchio di mila euro ed il Consiglio d’ Istituto Da allora si sono succeduti decine circa 8 anni redatto dal tecnico in- vuole controllare l’andamento dei di interventi per lavori di consoli- < = lavori. Il merito è dell’Istituzione damento e ristrutturazione e sono Scolastica locale e degli interessaancora in corso con uno spettacolo “Ministero delle Infrastruttureâ€? ti al suo funzionamento (genitori, indecente ed incivile di decadenza destina circa un milione di euro nonni, docenti e non docenti) che e di commistione poichĂŠ in un’ala per il risanamento dell’ ex-Palazzo hanno compreso che il paese rinadel palazzo hanno sede “provviso- Dux. I lavori dovrebbero partire sce con il diretto impegno civile e < - entro marzo 2015. Sono comincia- se la scuola si fa classe dirigente. ti anche i lavori di manutenzione E’ un buon auspicio per il 2015. municipalizzata AMCA. straordinaria alla scuola media utiDovrebbe essere colta questa occasione di intervento straordinario del Governo per risanare comple # Palazzo. La ristrutturazione di questo Palazzo potrebbe essere il punto fondamentale per la sistemazione non solo dell’edilizia scolastica di Casamicciola ma di tutti gli !

+ Bellavista, a quello della Scuola Media, ai plessi di Perrone, Marina e Sentinella, all’Osservatorio – in modo da avere un Piano Com ] Pubblici per la Scuola, la Cultura, il '

# Tecnico del Comune di concerto con il Consiglio dell’Istituto Comprensivo “Enrico Ibsen� in modo

nicipali dislocati sul territorio e collegati con una rete Intranet, trovare adeguati spazi per un Museo Civico istituito “provvisoriamenteâ€? da 14 anni e dare una fruizione anche al “ Centro Didatticoâ€? cosĂŹ denominato dai fondi europei spe #‚ / Don Nicola Di Luise è morto da 43 anni. Ma la sua denuncia è ancora attuale. Comincia un’era Renzi per la Repubblica? Speriamo.


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Missione 17 gennaio 2015

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In uscita verso gli ultimi La storia delle Suore di Casamicciola

L'

Opera di caritĂ fondata da Padre Arturo D’Onofrio nel Natale del 1943 a Visciano (NA), A cura di nasceva tra mille stenti ma con Suor Concetta Falco tanta speranza, simile al piccolo granello di senape, reso fecondo dalla preghiera, dalle lacrime, dal sa Gli echi della II Guerra Mondiale che aveva lasciato dietro di sĂŠ lutti, rovine e morte non maggiormente acuito a nord della cosiddetta “linea goticaâ€?, per cui ogni italiano cercava di attivarsi per riparare provvisoriamente, dalle rovine, almeno un tetto e riprendere coraggio a vivere; soprattutto per tanti bimbi, rimasti orfani, che si aggiravano per le strade, affamati, vestiti di cenci, abbruttiti dal vizio e dalla sof | si! Era necessario agire subito per salvare tanti bimbi dalla strada! Ed è in questa epoca che appare una istituzione altamente sociale nel con ' \ + Fu il primo di una lunga schiera, oggi sparsa in tante nazioni e che, nel corso degli anni, ha trovato posto nella grande famiglia disegnata dalla + | # continua attraverso le due Congregazioni Religiose da lui fondate: Le Piccole Apostole della Redenzione e I Missionari della Divina Reden Il nome di “Piccole Apostole della Redenzioneâ€? ci invita ad approfondire la nostra spiritualitĂ , che è essenzialmente una immersione piena nel mistero pasquale, mistero di redenzione, di caritĂ ablativa, vissuto sia nelle nostre comunitĂ che nella societĂ umana, campo in cui rendiamo

‡ < La nostra Congregazione, obbedendo allo Spi-


Missione kaire@chiesaischia.it

rito del Signore, adempie nella Chiesa il dovere del servizio verso tutti gli uomini, annunziando il Vangelo con l’esempio e l’attivitĂ apostolica. Il servizio implica la nostra presenza di predile role di GesĂš: “Lasciate che i bambini vengano a meâ€?. (Mt 19,13) Il nostro impegno, segno e mediazione della caritĂ di Cristo, attua il progetto cristiano di educazione integrale dei nostri assistiti nello stile dell’azione pedagogica di P. Arturo. Con riferimento al nostro Fondatore e al carisma da lui vissuto e comunicato, la nostra Congregazione inizialmente si è dedicata prevalentemente all’educazione e all’assistenza di bambini orfani e abbandonati. Tale attivitĂ educativa e caritativa è continuata e si è sviluppata negli anni seguenti, estendendosi a tutta l’Italia Meridionale e in Colombia, Guatemala, El Salvador, Messico, India, PerĂš e Timor Lest. Secondo il principio “dell’adattamento creativoâ€? del nostro Carisma, negli anni successivi abbiamo allargato le braccia anche ad altre $ abili, alle persone anziane, prediligendo le categorie piĂš svantaggiate sul piano economico e sociale.

torio, steoarticolare, da alterazioni genetiche e da disturbi comportamentali, comunicativi e pero delle funzioni lese e/o prevenire le menomazioni secondarie per consentire, quindi, una migliore qualitĂ di vita. Nella struttura viene posta, costantemente, la massima attenzione alle esigenze dei propri utenti, come la piena realizzazione della perso rizzazione delle proprie potenzialitĂ , in modo da favorire un sereno ed adeguato inserimento nel gruppo sociale di appartenenza e perseguito l’intento di migliorare sempre piĂš la qualitĂ dei servizi offerti. Nella spiritualitĂ della Famiglia della “Piccola Opera della Redenzioneâ€? il posto accanto al Figlio Unigenito Cristo GesĂš, è riservato a Maria SS.ma Consolatrice del Carpinello. Il culto alla Madonna Consolatrice si è svilup +

attraverso il nostro apostolato e la nostra rivista “Redenzioneâ€? inviata in altre nazioni. Nella storia della Chiesa sono numeroAD ISCHIA se le oasi mariane scelSull’isola di Ischia siamo presenti con due co- te da Dio per manifemunitĂ , entrambe nel Comune di Casamicciola stare al mondo la Sua Terme. Le nostre suore offrono il loro servizio 3 / 0 ^ # +

}~ venne al mondo per e collaborano nell’apostolato parrocchiale, so- Maria ed anche oggi prattutto con l’animazione liturgica, l’insegna- GesĂš viene rivelato mento del catechismo ai bambini, nella Chiesa all’umanitĂ attraverso dedicata a Maria SS.Ma Immacolata. varie mediazioni che Inoltre nel novembre del 1991 è stato inaugu- la Chiesa riceve da rato il Centro di Riabilitazione Motoria “Villa GesĂš stesso (SacraFraticelliâ€? che eroga prestazioni sanitarie riabi- menti, Sacra Scrittura litative per soggetti affetti da lesioni interessanti e altre “ormeâ€? visibil’apparato neuromuscolare, sensoriale, respira- li) Maria è certamente

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una mediatrice eletta di questa rivelazione. Una speciale “oasiâ€?scelta da Maria, come canale di grazie, è la fertile conca di Visciano, ove in epoca immemorabile la Vergine SS.ma volle rivelarsi al suo popolo all’ombra di un albero di carpine, donde il titolo di Madonna Consolatrice del Carpinello. Ciò che colpisce del prodigioso quadro della Madonna Consolatrice è l’atteggiamento signi 3 / 0 teso esprime un concetto teologico tanto caro a ^ 3 ' $ " + $ ] '

‰/ }~ €Š‹€ Y Questa è la sintesi teologica del quadro “A GesĂš per mezzo di Mariaâ€?. GesĂš dall’alto della Croce ancora ai nostri giorni ci guarda e sembra che dica: “Se volete grazie andate a Maria; se volete il perdono rivoltevi

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Sacerdoti 17 gennaio 2015

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ESCLUSIVA PER KAIRE Dall’Argentina per rivedere anche la “sua� Testaccio, amici e parenti - La visita al Vescovo di Ischia Mons. Lagnese

L’ischitano Don Miguel Cacciuto dal suo professore Papa Francesco Mar del Plata- 2005 Don Carlo Candido il vescovo Strofaldi e Don Miguel Cacciutto

Don Miguel Cacciutto di origini ischitane incontra il Papa Francesco suo professore fra i gesuti

L'

incontro storico in Piazza San Pietro – Don Miguel Cacciutto A cura di Antonio Figlio di ischitani del Lubrano Testaccio a Barano, è diventato sacerdote formandosi alla scuola di Mons. Giorgio Bergoglio Vescovo e poi Cardinale a Buenos Aires – Ha seguito e aiutato i “migrantes secondo gli insegnamenti ricevuti dall’attuale Papa – Il padre era pescatore alla marina dei Maronti, emigrò in Argentina sistemandosi a Mar del Plata dove ha continuato con della pesca – il grande rapporto di amicizia e di stima col compianto Vescovo di Ischia Filippo Strofaldi conosciuto nelle tre visite pastorali del 2000, 2005 e 2008 del presule isolano in Argentina. Il suo simpatico istrionismo, mai invadente, l’ha premiato in tutte le occasione in cui ha svolto il suo ruolo di padre spirituale di tutti i “migrantesâ€? in Argentina – Anche passione per il canto e per la musica nel suo DNA UNA ESCLUSIVA PER KAIRE di Antonio Lubrano E’ ritornato in Italia dall’Argentina per incontrare il suo professore. Un viaggio speciale per una destinazione speciale fra due perso-

naggi speciali. Parliamo di George Bergoglio e di Miguel Cacciutto, il primo già Vescovo e Cardinale a Buenos Aires e oggi Papa Francesco in Vaticano di origini italiane, | staccio a Barano d’Ischia, sacerdote già Rettore della Basilica Ponti \ ^ Norte in Argentina nella provincia di Corrientes per otto anni e oggi Parroco nella Diocesi di Mar del Plata e Delegato Episcopale per l’Emigrazione e il Turismo Argen +

^ Reggente della ventiseiesima parrocchia della Diocesi dell’Isola d’Ischia in Mar del Plata istituita per decreto vescovile dal compianto Vescovo d’Ischia Mons. Filippo Strofaldi. Prima di incontrarsi con colui che l’ha visto giovane prete ed ha contribuito alla sua formazione spirituale, Don Miguel è passato per Ischia, si è recato a Barano ed ai Maronti la terra dei suoi genitori, ha fatto visita al nuovo Vescovo Mons. Pietro Lagnese, ha pregato in Cattedrale sulla tomba di Mons. Strofaldi, il Vescovo che gli è stato particolarmente amico nel periodo in cui c’è stato lo scambio di visite con il Gemellaggio sociale e spirituale conclusivo fra Mar del Plata e l’Isola d’Ischia. Ha fatto visita alle chiese di san Giovan Giuseppe della Croce e di San Giorgio per pega-

re in favore dei suoi paesani devoti dei due santi che si venerano sia a ' + è passato da noi a casa Lubrano per salutarci e parlarci dei motivi che l’hanno portato nuovamente in Italia con tappa obbligata nella sua Ischia per rivivere le tradizioni antiche della sua famiglia di origine e rimanere ammirato di fronte ai continui progressi dell’isola. Pochi giorni ad Ischia, e poi partenza per Roma per prendere parte in qualitĂ di delegato ad un importante congresso internazionale per i “migrantesâ€? dove Don Miguel si è distinto per una documentata L’incontro ravvicinato con Papa Francesco è avvenuto fra i “migrantesâ€? nell’affollata piazza San Pietro in Vaticano, in un tripudio di applausi e sorrisi, di “evvivaâ€? e lacrime di commozione. Papa Bergoglio si è ricordato subito del suo allievo studente prima per l’intelligenza e l’intraprendenza che Don Miguel aveva sempre dimostrato e non passava inosservata. Un incontro schietto ed affettuoso come si conviene fra due persone che non si sentono prigionieri dei loro alti e convenzionali ruoli, con le debite proporzioni. Papa Francesco, del resto lo fa con tutti, scende ai loro livelli e familiarizza senza

Il programma a Mar del Plata per la festa di S. Giovan Giuseppe della Croce curato da don Miguel Cacciutto

risparmiarsi in nome dell’amicizia, della fratellanza, della tolleranza e della pace nel Signore. Di fronte ad un gigante dell’amore in Cristo e ad un Papa che spesso mette da parte il protocollo, ti augura buon pranzo e ti dice arrivederci, un semplice prete come il bravo e socievole don Miguel, si sente decisamente a casa. Papa Bergoglio trasmette a tutti questa rassicurante sensazione che ti prende l’anima e il cuore e ti fa star meglio con te stesso e con il prossimo. Miguel Cacciutto, nativo argentino, ma miglia di pescatori della Marina dei Maronti prima e a Mar del Plata poi, dove si trasferĂŹ nell’anteguerra, ha avuto la prima formazione scolastica presso l’Opera di Don Orione, dove ha frequentato le elementari ed il ginnasio. L’ingresso in Seminario con i Gesuiti è stato il punto di partenza del suo percorso di studi per diventare sacerdote. Vi riesce a meraviglia con dedizio ]# +

Giorgio Bergoglio, futuro Vescovo e Cardinale di Buenos Aires e futuro Papa a Roma. Don Miguel negli oltre sei anni in cui è stato parroco a Buenos Aires, ha avuto come suo Vescovo proprio Mons. Bergoglio con cui ha mantenuto stretti e frequenti contatti.


Sacerdoti

13 17 gennaio 2015

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Tutti i Santi di Don Miguel Cacciutto con l’imbarazzo della scelta San Giovan Giuseppe, San Giorgio, San Rocco, la Madonna dello Schiappone, San Salvatore, La Madonna della Scala‌

Don Miguel Cacciutto a Napoli a Piazza del Gesu'

La famiglia Cacciutto formatasi a Mar del Plata dopo l'emigrazione dal testaccio di papa' e mamma di Don Miguel

Don Miguel Cacciutto davanti al gonfalone argentino di S. Giovan Giuseppe della croce con il vescovo mons. Filippo Strofaldi

Don Miguel nella sua fervida azione di apostolato, si è posto sempre al servizio degli immigrati italiani ed in particolar modo ischitani a Mar del Plata. “Ricordo Mons. Bergoglio – ci dice Don Miguel Cacciutto – come Pastore vivace, semplice, pietoso e multo umano specialmente con la gente piĂš poveraâ€?. “Il mio attuale impegno – continua Don Miguel – con le persone umili e bisognose, è quello di essere sempre al loro a disposizione. Assisto gli ischitani emigrati piĂš vecchierelli ed ammalati – prosegue Don Miguel – con lo spirito solidale trasmessomi dal compianto padre Filippo Strofaldi, nell’abito dell’assistenza prevista dalle funzione della 26esima parrocchia solidale dell’isola d’Ischia voluta a Mar del Plata dallo scomparso ed amato Vescovo di Ischia Strofaldi. L’aiuto che porto - ci dichiara inoltre Don Miguel - è anche di natura monetaria grazie all’intervento della Caritas collegata alla Diocesi di Ischiaâ€?. “Nel mio incontro a Roma con Papa Francesco, conclude Don Miguel - insieme abbiamo ricordato i vecchi tempi in cui si studiava e si programmava vivo ed intenso apostolato per le cittĂ . Ora siamo rimasti in contatto con lettera e per via telefonicaâ€?.

on Miguel Cacciutto di origini testaccesi, per noi che l’abbiamo conosciuto in Argentina e qui ad Ischia, è stato e continua A cura di Michele ad essere una vera e propria rivelazione di Lubrano amicizia, di affetto, di simpatia e di amore fraterno. Un sacerdote positivo sotto tutti gli aspetti, grande comunicatore e trascinatore di fedeli, tanto che il compianto vescovo Strofaldi puntava in special modo su di lui per ottenere le chiese e le sale piene in occasione di funzioni religiose e conferenze sugli svariati temi del sociale, organizzate nei giorni dei tre viaggi in Argentina del 2000, del 2005 e del 2008. Inoltre Don Miguel aveva in comune col suo amico Strofaldi, la il pianoforte. Insomma un Don Michele per tutte le cerimonie, siano esse religiose che laiche di intrattenimento. Ma ciò che piĂš ci ha colpito di Don Miguel, oltre al suo carattere di uomo di chiesa disponibile to ai santi piĂš venerati e celebrati di Mar del Plata: da San Giovan Giuseppe della Croce a San Giorgio, dalla Madonna di Montevergine riferitasi alla nostra Madonna dello Schiappone a San Rocco, dalla madonna della Grotta di Laourdes al San Salvatore dei '

^ " to fra i parrocchiani della chiesa della Sagrada Familia nell’ampia zona del porto di Mar del Plata, si faceva nista nella organizzazione dei distinti festeggiamenti patronali in onore dei Santi sopra citati. Era di origini testaccesi e non poteva non stare dalla parte del Santo Patrono San Giorgio, come non poteva non stare dalla parte di San Giovan Giuseppe della Croce, sapendo che il Santo isclano era Patrono di tutta l’isola d’Ischia e quindi di tutti gli ischitani emigranti in Ar-

D

gentina, senza divisioni di Comuni di appartenenza. CosĂŹ anche per Santa Restituta e sant’Antonio. Come non poteva non stare dalla parte della Madonna di Montevergine dello Schiappone e di San Rocco del Centro di Barano, sapendo che la fede e la tradizione per i due Santi era molto sentita fra i fedeli della “suaâ€? Barano. CosĂŹ come non poteva non spendere le sue migliori energie per i festeggiamenti a mare in onore del San Salvatore dei pescatori di Mar del Plata a cui lo legava un profondo senso di fede e tanta storia vissuta. Insomma un Don Miguel Cacciutto amico di tutti i Santi che si venerano nella chiesa dei “migrantesâ€? della Sagrada Familia della zona del porto di Mar del Plata. A ciascuno ha dato e continua a dare il meglio della sua sensibilitĂ e capacitĂ di devoto in nome di una fede manifestata come Don Miguel sa compiacere l’Altissimo. Ad Ischia Don Miguel, negli ambienti parrocchiali della Diocesi isolana, è abbastanza conosciuto, specie a Testaccio dove si esercita una forte devozione per San Giorgio del quale Don Miguel è devoto speciale al pari di quanto lo sia a Mar del Plata nonostante la promessa di imparzialitĂ verso gli altri Santi del suo giro.


14 17 gennaio 2015

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TERRITORIO ISCHIA IN 3P: PAESI, PAESAGGI & PERSONE

M Rubrica di Ambiente e Agricoltura a cura dell’agronomo Francesco Mattera

ODELLI DIVERSI PER LE FAMIGLIE CONTADINE DELLE DUE ISOLE

La societĂ procidana ha generato, potremmo dire spontaneamente, il modello familiare matriarcale. La vita sul mare per gran parte degli uomini, con una ricchezza spalmata abbastanza omogeneamente nella popolazione, pur con le dovute gradazioni e differenziazioni, ha imposto nel passato un ruolo anche per motivi etici e morali. La donna non produce reddito (almeno dal punto di vista convenzionale), ne gli viene chiesto di farlo, governa il focolare domestico, si # piccoli lavori artigianali nel chiuso della casa, gestisce l’economia familiare ordinaria indirizzandone in maniera determinante tutte le decisioni piĂš importanti. Questa caratterizzazione non è estranea nemmeno alla famiglia contadina, dove addirittura sembra essere ancora piĂš accentuata. Le donne degli agricoltori procidani non sono mai state donne contadine! Non coltivano la terra, al massimo aiutano in piccoli lavoretti secondari o supportano debolmente gli uomini in mansioni leggere e di impegno saltuario, come ad esempio sorvegliare l’asino attaccato alla noria del in mazzi all’epoca della raccolta, o fare le conserve di pomodori, e poco altro. Lontane sempre ed in ogni caso dai lavori piĂš duri. Men che meno si occupano di vendere i prodotti della terra, ad esempio recandosi al mercato o praticando l’ambulantato. Questa caratteristica della societĂ procidana ha resi ma mai totalmente eradicata, solo ai giorni nostri. Oggi vediamo ragazze ed anche giovani mamme procidane impiegate in negozi, bar, alberghi ed attivitĂ commerciali in genere ( come dipendenti!) , cosa orsono. Non è raro oggi trovare ragazze procidane che lavorano negli alberghi ischitani, come pure di altre localitĂ in terraferma, occupate in attivitĂ le piĂš varie. E’ il segno dei tempi! L’emancipazione

Le venditrici di frutta ischitane a Procida (O di Ramunett, il nocchiero buono - PARTE TERZA)

femminile che avanza a grandi passi affrancando la donna da una posizione di subordinazione avvilente e fuori da ogni logica della umana condizione. " +

no e non esistono nemmeno oggi donne propriamente contadine. La situazione ad Ischia è sempre stata diversa e determinata, come abbiamo visto, soprattutto da una condizione economica decisamen donne hanno assunto in ruolo determinante per il sostentamento

(# dalla donna , o meglio dalle don ‰

sorelle) coltiva terreni molto piÚ vasti dei loro omologhi procidani. Ha bisogno dell’aiuto di tutto il nucleo familiare, comprese le

fettare sono proprio gli uomini. (

ben precise : raccogliere la legna da terra dopo la potatura, coadiuvare l’uomo nella somministrazione del verderame alle viti, raccogliere i frutti della terra, vendemmiare ed anche trasportare l’uva dalla vigna alla cantina, aiutare in cantina, curarsi degli animali allevati, preparare l’occorrente per la legatura delle viti (i fascetti di culele, ovvero di salici gialli) preparare le conserve , casi le donne contadine di Ischia si dedicavano anche alla potatura del-

le viti, alla potarella (potatura verde), alle zappettature primaverili ed estive (scorse della terra). Ma una prerogativa quasi assoluta della donna contadina ischitana era la vendita dei prodotti della terra fuori casa, nei mercati ed anche in forma ambulante. Questa condizione era del tutto priva di costrizioni da parte dell’uomo ed è sempre stato considerato un fatto normale. I fattori che l’hanno da sempre determinata sono riconducibili ai seguenti: 1) la necessitĂ di avere una fonte di entrata economica piĂš continua e sicura per il sostentamento della famiglia; b) l’occupazione dell’uomo nei grandi lavori di campagna (zappatura, potatura, cura delle coltivazioni, taglio e governo dei cedui castanili, vendita e trasporto del vino con animali da soma, ecc.) piĂš duri e distribuiti in tutti i mesi dell’anno ma specialmente nel periodo primaverile ed estivo. Dal punto di vista psicologico vi è invece da considerare la migliore predisposizione delle donne nel proporsi nella vendita fuori dalla loro casa. + # una certa riluttanza a farlo. Una sorta di vergogna, di pudore atavico in tale pratica. A ben vedere dovrebbe essere il contrario! Ma nella donna prevale il senso del dovere di fronte alla necessitĂ di procurare alla famiglia almeno i beni per soddisfare i bisogni primari. Le

donne, per cosĂŹ dire, hanno piĂš la faccia per andare a vendere, non si vergognano a farlo e se ne hanno , presto la superano perchĂŠ spinte dal bisogno della famiglia. Nel “RAGGUAGLIO Istorico e dell’ anonimo Onorato, la cui trascrizione recentemente è stata data alle stampe da Ernesta Mazzella per i tipi dell’editore Gutenberg, si può leggere come giĂ nel XVIII secolo le donne contadine di tutti i comuni dell’isola d’Ischia fossero conosciute ed apprezzate come delle grandi ed infaticabili lavoratrici della terra. Fama con anche se con le inevitabili attenuazioni che sono derivate soprattutto per il drastico arretramento dell’agricoltura nella nostra isola. Ma ancora oggi per le strade di Ischia, di Casamicciola, di Forio e di Santan & donne contadine ischitane intente nelle vendita di frutta ed ortaggi. D’estate ciò succede, ad esempio, anche sulla spiaggia dei Maronti dove vengono venduti soprattut

freschi. Un’altra considerazione ri

dalle donne contadine rispetto agli trici erano per lo piĂš altre donne, ( ceva nascere amicizie reciproche che si consolidavano nel tempo


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facendo maturare anche storie molto belle ,come il madrinato di #

# ‚

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quanto creava uno zoccolo duro

# ^ { alla luce di queste considerazioni, affermare che la famiglia contadina ‘ ( & # # famiglia, le decisioni riguardanti # il ruolo nettamente subordinato delle donne nel contesto della ge '

# # librio economico, ed anche sociale

*

che la tranquillitĂ economica del

# ‰ Y '

TERRITORIO

+

$ ‘ / ’  #

‚ 0 girano con un motofurgone e con (

# tra terra, altre usanze! LE CONTADINE ISCHITANE CONQUISTANO PROCIDA

(

|

+

pesche ‰

Y albicocche, ma ciliegie (cannamella, ^ ' Y +

mai attecchite molto bene, invece

‰

^ ' ^ < ^ lo) di Barano ( Pianole, testaccio, * + = Y < ‰ ( ‡ < + 3 Y + le mele # limoncella, la sergente ) ed anche le pere ‰

Y ' successo anche i fascetti di origano ‰ Y piennoli di pomodor

conoscevano o non erano adusi a |

tutto noci e nocciole e non raramente anche le castagne (risciola) " + | gevano nei mesi autunnali anche le mele annurche infornate e arricchite con una leggera glassa

conigli venivano venduti vivi ma a richie ( uova \

le contadine di ritorno da Procida limoni ‰

Y +

acquistavano ( ma non solo le donne contadine!) anche tessuti di lino,

| ' ‰ Y \ vendere anche lo spirito ottenuto dalla distillazione clandestina del vino andato a male. ( vano ovviamente di contrabbando, nascondendolo sotto le altre mer

tura di liquori fatti in casa (nocino,

17 gennaio 2015

o liquori fatti con essenze vendu Y < vedete, miei cari lettori, le nostre contadine si davano un bel da fare # +

' & # da la loro fama di grandi lavoratrici che non era sfuggita agli agricol +

le contadine ischitane! Da loro si

# gale ( che andava comunque conquistato!) anche un aiuto concreto nella coltivazione della terra ed una " le ischitane, venendo da una condizione di disagio economico e di

+

un sicuro miglioramento del loro | < ^ +

< ^

# # +

+

‰< Y

3 ‰^ + = | Y <

= # considerazione che trattandosi di donne non hanno trasmesso il loro

‡ $

$ " < 3 ' | \ lavoro a Procida che ormai dura da 13 anni, ho avuto modo di constatare come tantissime famiglie

( origine da donne contadine ischi Grandi lavoratrici, donne coraggiose che hanno onorato degnamente la loro terra di origine e meritano di essere ricordate,

Chi volesse dialogare con il sottoscritto può inviare una mail all’indirizzo: matterafr.agrischia libero.it



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AttualitĂ

17 gennaio 2015

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APERTE LE ISCRIZIONI AI SEMINARI DI SLOW FOOD ISCHIA E PROCIDA

L’agricoltura possibile a Ischia

DIOCESI DI ISCHIA UFFICIO PER L’ECUMENISMO E IL DIALOGO

Settimana di preghiera per l’Unità dei Cristiani 18 - 25 gennaio 2015

A scuola di orto e di terra per vivere la nostra isola, tra ecologia e business del futuro. Dal 7 febbraio all’8 marzo, alla Biblioteca Antoniana ad Ischia Ponte, tre weekend di incontri tra teoria e pratica a tema, con grandi esperti e studiosi

I

SCHIA. La condotta Slow Food delle isole di Ischia e Procida or A cura minariali tematici di approfondidell Redazione mento sull’Agricoltura per lan fesa della ÂŤTerra Madre isolanaÂť. Partendo dal motto ÂŤMangiare è un atto agricoloÂť W.Berry, e dal progetto ÂŤTerra alla terra •

# ^ # Agricoltura possibile per l’isola d’Ischia, tra sostenibilità , ecologia e prospettive di nuovo business non solo familiare, destinate ad appassionati e professionisti. IL CALENDARIO DELLE LEZIONI 7-8 febbraio: orticoltura ecologica: teoria e pratica, a cura del professore Stefano Pescarmona, agronomo e docente di Orticoltu # ^ + 21 febbraio: come diventare un agricoltore custode della biodiversità a cura della dotto + ^ €€ ‹ €„ $ ti agricoli: norme sanitarie, teoria e pratica, a cura dell’ingegnere Vito Trotta e del produttore Sabato Abbagnale. ‹ – $

grata, a cura del dottore Carlo Hausmann e della dottoressa Angela Galasso. A chiusura del ciclo di seminari, nel mese di aprile, si terrĂ una tavola rotonda di appro tura e cibo. ÂŤI destinatari degli incontri – sottolinea Silvia d’Ambra - sono appassionati di orto, educatori, agronomi, cuochi, medici e nutrizionisti illuminati; aspiranti zappatori, casalinghe, liberi professionisti, pensionati, agricoltori, preti bambini, studenti ragazzi. Insomma è dedicato a tutti quelli che desiderano fare qualcosa di “buonoâ€?, in tutti e per tutti i sensiÂť. Ma non solo.

ÂŤL’Agricoltura è una parola strausata, per ) * sempre moderna. Una parola che ispira un $ & ‹ ricorda Riccardo d’Ambra, ideatore e anima

# ! & (# & $ Si può “coltivareâ€? in piccolo e in grande, da contadini, marinai, aviatori: terra mare cielo, in ogni luogo: non ha ceti sociali. ^ # ! la consueta passione Riccardo - neppure la |

— = # \ si impara e basta. Evoca fatica, sudore. Restituisce equilibri: all’ambiente e agli uomini. Ăˆ sinceritĂ , veritĂ , dignitĂ , valori: ciboÂť.

PER INFORMAZIONI, PRENOTAZIONE E DETTAGLI: www.slowfoodischiaeprocida.wordpress.it Tel. 3407336816 (silvia), 3337100480 (Federica) E-mail: f.dambra@libero.it

Cercare l’unità è un impegno di tutto l’anno, ma la Settimana di preghiera lo ricorda in modo speciale, attraverso momenti di comu ) tra membri di varie chiese cristiane. La proposta di preghiera per questo ottavario, che ci arriva dalle comunitĂ cristiane del Brasile, ha come tema “Dammi un po’ d’acqua da bere!â€? (Giovanni 4, 7). “Dammi da bereâ€?: a chiedere dell’acqua è il Signore stesso, Egli chiede da bere alla donna di Samaria, a me, a te, a ciascuno di noi! Ăˆ Dio che si fa Uomo

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' & # modo di essere e giungere ad uno scambio di doni che ( 0 ' 3 # 3 # 4 & 6 ( 6 &

' ' ' ' ( (Dalla pre di: Commissione episcopale per l’Ecumeni " <] % = Chiese Evangeliche in Italia; Sacra Arcidiocesi Ortodossa d’Italia e Malta) Celebreremo la Veglia ecumenica di preghiera, spiritualmente uniti in particolare ai nostri fratelli ^ vescovo, padre Pietro Lagnese, e dei ministri delle confessioni cristiane presenti sull’isola GIOVEDĂ? 22 GENNAIO 2015 ORE 19.30 (Accoglienza 19.15) Basilica S. Maria Di Loreto – Forio Vi invitiamo a condividere questo momento di preghiera, consapevoli del grande valore di questa settimana: unire le voci per chiedere insieme il “dono di Dioâ€?. Ed è quanto mai Â’ Ricordiamo pure che il 17 gennaio è la XIX Giornata per l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra Cattolici ed Ebrei, il cui tema è: “7 â€? (Esodo 20, 1.16).


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INSULANAE ECLLESIAE PASTORES Per i 20 anni dell’Archivio Diocesano, pubblicata la storia de “I pastori della Chiesa di Ischia�

C'

è un gran fervore di progetti all’ultimo piano del Palazzo VescoA cura di vile. Nel luogo meno Isabella Marino conosciuto, forse piĂš dell’antiquischia.it silenzioso co seminario di Ischia Ponte. Attiguo al Museo, ma escluso da frequentazioni e visite. Dove hanno trovato una “casaâ€? sicura gli atti e i documenti della Diocesi isolana accumulati nel corso dei secoli. Da appena vent’anni, perchè prima erano sparsi in varie sedi, a rischio di andare perduti o di essere dimenticati. Fin quando, nel 1995 { # # Vescovo Pagano in calce al decreto che istituiva l’Archivio Storico Dio

don CAMILLO D’AMBRA e raccolta delle “carte vecchieâ€?. E proprio l’inizio dell’anno del ventennale si è voluto sottolineare, venerdĂŹ 9 gennaio, con la presentazione nel Palazzo Vescovile di “INSULANAE ECCLESIAE PASTORESâ€?, il primo dei Quaderni dell’Archivio che hanno cominciato a comporre, come dei complessi mosaici documentali, AGOSTINO DI LUSTRO e ERNESTA MAZZELLA, gli attuali custodi, attenti e appassionati, di un patrimonio storico prezioso per l’intera comunitĂ isolana. “Da conservare il piĂš possibile per non perdere la memoria di ciò che oggi facciamoâ€?, ha detto il professor Di Lustro. E’ stato nel corso dell’azione quotidiana di catalogazione e riordino

dell’enorme mole di documenti dell’Archivio che è emersa la possibilitĂ di pubblicare in modo sistematico le tante informazioni che man mano venivano rivelate dalla lettura e dallo studio delle carte. Di qui il progetto dei Quaderni, iniziato con questo primo, che è il distillato della documentazione del = < “quadernoâ€? appare, se non riduttivo, un esercizio di grande modestia da parte di chi l’ha curato e redatto. Si tratta, infatti, di un volume ponderoso, di quantitĂ e soprattutto di qualitĂ . Dietro il quale c’è stato un grande, serio lavoro di selezione, scelta, cucitura, collegamento e approfondimento, che ha consentito di ricostruire parecchi aspetti della storia della Chiesa ischitana, sfruttando al meglio il materiale messo a disposizione dalle “carteâ€?. Si inizia con una sintetica storia della Diocesi “Insulanaâ€?, poichĂŠ questo fu l’aggettivo con cui la Chiesa di Ischia era originariamen ˜ che si passasse ad “Isclanaâ€?. Segue la cronotassi di tutti Vescovi, dal primo, Pietro, che guidò la Dioce

}} ~ # + Lagnese, che è a Ischia dal febbraio 2013. Con la citazione di tutti i Vicari, almeno da quando è attestata la loro esistenza, ben cinque [ & documentata per la prima volta nel 1529, con Bernardino Cossa, canonico e abate di San Pietro a Pantaniello (la caratteristica chiesa sul

Castello Aragonese il cui progetto è stato attribuito al Vignola) che fu vicario del Vescovo Donato Stri }™„š E si chiude la sezione con l’elenco e le notizie essenziali sui Vescovi nativi dell’isola. Si passa poi alla storia, sia pur in sintesi, di tutte le parrocchie dell’isola, comprese quelle anticamente attive sul Castello, di cui si seguono tutte le vicende e l’evoluzione < cronotassi di tutti i parroci, almeno sentito di ricostruirla in dettaglio. E poi c’è la sezione del Seminario d’Ischia, la cui storia è seguita

# ^ alla sua chiusura nel 1970. Con l’elenco di tutti i rettori succedutisi in quel lungo periodo, da Antonio Tirabella nel 1756 a Attilio Buono nel 1970. Senza dimenticare di citare alcuni docenti, dell’Ottocento e Novecento. C’è poi un excursus degli Enti culturali della Diocesi, l’Archivio Storico, la Biblioteca e il Museo, nella sua doppia articolazione: a Lacco Ameno, gli Scavi e il Museo di Santa Restituta e a Ischia Ponte, il Museo nello stesso Palazzo Vescovile. Di notevole interesse anche l’appendice documentaria del volume, tutti inediti disvelati al pubblico per la prima volta, a partire da una bolla del Cardinale Diacono Baldassarre Cossa, datata 25 }š†Š * immagini di personaggi storici della Chiesa isolana e dei luoghi di culto

in varie localitĂ dell’isola. Molto curato è anche l’indice dei nomi, utile ausilio per chi consulterĂ il “Quadernoâ€?, che è edito da Gutenberg. La presentazione del libro, davanti ad un folto pubblico convenuto da ogni parte dell’isola, è stata anche l’occasione per approfondire alcuni protagonisti della storia piĂš recente della Chiesa di Ischia e non solo, attraverso testimonianze e ricordi diretti raccolti e proposti da loro parenti. L’avvocato GIUSEPPE DI MEGLIO gure di Giovanni e Ciro Scotti, due fratelli, entrambi sacerdoti, uomini di cultura e di fede che hanno lasciato tracce profonde e non solo sull’isola. Giovanni Scotti (Bara }– š‹+

}~„†Y esperto di diritto canonico, professore al seminario, ampliò la chiesa di Piedimonte e nel 1907 fondò la prima scuola laica di secondo grado a Ischia, l’“Alessandro Voltaâ€?, che poi fu trasformata in scuola media “Vittoria Colonnaâ€? da monsignor Onofrio Buonocore. A soli 37 anni Scotti fu nominato Vescovo di Cariate in Calabria e poi nel 1918 Arcivescovo di Rossano Calabro, dove si distinse, oltre che come pastore molto amato dal popolo, anche per l’impegno sociale a favore dell’istruzione (fondò un asilo per aiutare le donne lavoratrici), della creazione di cooperative per il lavoro e della cultura. Nel 1937 gli fu intitolato il ginnasio di Ischia. Il fratello minore, Ciro, uomo di -


La storia siamo noi

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cino a Giovanni in Calabria, prima di tornare a Ischia, da dove non si

{ 0 di primo piano anche in Vaticano. Insegnante di lettere al ginnasio, vicario generale della Diocesi, re

}› ^ " }~„ \ la parrocchia di Piedimonte, dove

# malati. Grecista e latinista di vaglia }~}} ‚ #

# ^ #‚ # = ' ˜ }~š„ ^ vo di Dio, in odore di santitĂ . MICHELE D’ARCO Campagnano, Agostino e Salvatore "# #

già parroco dello Spirito Santo nel }~„™

}~™} Vescovo di Castellammare, dove si

+ { al Concilio e nel ‘66, poco prima

^ ^ ˜ &

(# ^ Pietro, vicario vescovile AGO-

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STINO IOVENE = che come sacerdote anche come

#‚ *

œš† # = }„†} ) "

* < natiempo, parroco a Ischia Ponte, molto vicino ai poveri e bisognosi. ]# < ^ #

# ANTONINO ITALIANO, che ha ricordato monsignor 3 + '

# [

mo e socio attivo del Centro il secondo. E non poteva non prende < # che ha raccontato, schermendosi

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3 # #~™ # # ^ " # & il Vescovo PIETRO LAGNESE, # #

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' + Foto di Giovan Giuseppe Lubrano


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Ecclesia 17 gennaio 2015

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Donna Pica la madre di Francesco N

ell’udienza generale del 7 gennaio scorso papa Francesco spiega quanto sono importanti le mamA cura dell' Ordine me nella famiglia e nella società . Francescano Kaire ne ha dato ampio spazio Secolare nell’edizione di sabato 10 gennadi Forio io. Donna Pica era la madre di san Francesco, una donna di preghiera profonda e di semplici gesti di carità e umanità , tanto da

)

% va e mediava quando il marito Pietro diventava furioso nei confronti di Francesco, tanto da segregarlo in catene e a digiuno in un carcere basso e buio di casa, poichÊ non approvava le nel quale aveva riposto molte aspettative per una carriera commerciale e cavalleresca, svanite con la conversione di Francesco a Cristo umile e povero. Le Fonti ci raccontano della nascita del piccolo Francesco e del gesto di carità della mamma nei confronti di un pellegrino che la ricompensò

con benedizioni che poi avrebbero dato i loro frutti : “Questo è il racconto di frate Nicola. La mia casa era unita a quella del beato Francesco. Mia madre mi narrò questo episodio. Mentre la madre del beato Francesco stava distesa sul letto, come sono solite fare le donne dopo il parto, e le donne del vicinato ed altri stavano attorno a lei, venne alla porta un pellegrino come per chiedere l’elemosina. Ma quando gli fu consegnato da parte della madre del beato Francesco una porzione di pollo, cominciò a pregare con insistenza e a dire che voleva vedere il neonato. Le donne tentarono di allontanarlo, ma quegli ripeteva che non se ne sarebbe andato senza avere prima visto il bambino. Allora donna Pica, la madre del beato Francesco, disse: ÂŤ Portategli il bambino perchĂŠ lo veda Âť. Appena l’ebbe abbracciato disse queste parole: ÂŤSono nati due bimbi nello stesso giorno in questa via, questo e un altro. L’uno, cioè questo sarĂ tra i migliori uomini

del mondo, l’altro sarĂ un uomo pessimo Âť. Gli anni che seguirono dimostrarono la veritĂ di ‰== €Š–ŠY All’inizio della sua conversione “in assenza del padre, quando Francesco rimaneva in casa, anche se prendeva i pasti solo con la madre, riempiva la mensa di pani, come se apparecchiasse per tutta la famiglia. La madre lo interrogava perchĂŠ mai ammucchiasse tutti quei pani, e lui rispondeva che era per fare elemosina ai poveri, poichĂŠ aveva deciso di dare aiuto a chiunque chiedesse per amore di Dio. E la madre, che lo

0 si intrometteva, pur interessandosi a quanto egli veniva facendo e provandone stupore in cuor ‰==}š†šY Ăˆ una grande consolazione per le mamme cristiane di oggi, angosciate di crescere i propri dove è facile che la fede vacilli e si possa perdere, sapere che ci sono esempi del passato ma anche attuali di madri che con la loro fede, preghiera e perseveranza hanno generato grandi santi nella Chiesa di Dio.

Lo Spirito Santo dona unitĂ R

iconoscendo mediante la fede il Dio unico, Padre, Figlio e Spirito Santo, l’uomo si apre alla caritĂ che unisce il A cura di Antonio Padre al Figlio e che lo Spirito gli coMagaldi ‰/ }™ ~ % ‡ ™ ™Y (# ne fraterna dei primi cristiani, risulta dalla fede comune nel Signore GesĂš, dal loro desiderio di imitarlo, insieme al loro amore per Lui, che implica necessariamente il loro amore reciproco: essi avevano <<un cuor solo e un’a žž ‰ š „€Y — di loro si realizza in primo luogo nella frazio + ‰ € š€Y  â€œè riconoscere e accettare con gioia i deversi doni che lo Spirito Santo dĂ ad ognuno e metterli al servizio di tutti nella Chiesaâ€? (Papa Francesco ai membri carismatici cattolici Â&#x;* „} }† Â€Â†}šY â€œâ€Śnon dimenticare che il bene piĂš prezioso, il sigillo dello Spirito Santo è la comunione. Si tratta della grazia suprema che GesĂš ci ha conquistato sulla croce, la grazia che da risorto chiede per noi incessantemente, mostrando le sue piaghe gloriose al Padre: <<Come tu, Padre sei in me ed io in te, siano anch’essi in noi, perchĂŠ il mondo creda che tu mi hai mandato>> (Gv 17,21). PerchĂŠ il mondo creda che GesĂš è il Signore, bisogna che veda la comunione tra i cristiani, ma se si vedo-

no divisioni, rivalitĂ e maldicenza, il terrorismo delle chiacchiere ‌ se si vedono queste cose qualunque sia la causa, come si può evangelizzare?â€? (Evangeli gaudium, 226-230). “La vera comunione, poi, non può esistere in un movimento o in una comunitĂ , se non si integra nella comunione piĂš grande che è la nostra Santa Madre Chiesa Gerarchica.â€? (Evangelii gaudium, 234-237). â€œâ€Śla comunione consiste anche nell’affrontare insieme e uniti le questioni piĂš importanti, come la vita, la famiglia, la pace, la lotta alla povertĂ in tutte le sue forme, la libertĂ religiosa e di educazione. In particolare i movimenti e le comunitĂ sono chiamati a collaborare per contribuire a curare le ferite prodotte da una mentalitĂ globalizzata che mette al centro il consumo, dimenticando Dio e i valori essenziali dell’esistenza.â€? ‰ › ' ' ] €€ }} Â€Â†}šY L’osservanza dei comandamenti di GesĂš è il segno autentico del desiderio di questa comunione permanente “chi accoglie i miei Comandamenti e li osserva, questi mi amaâ€? ‰/ }š €}Y { realizzato dallo Spirito Santo. CosĂŹ il cristiano, gusta in anticipo la gioia eterna, sogno di ogni cuore umano: “essere con il Signore per sempreâ€? ‰/ } €šY / ‰} + ™ }Y Ecco, che i cristiani, uniti tra loro rimangono nell’amore del Padre e del Figlio, come il Padre

= # #  Concludo con Papa Francesco: â€œâ€Ś La divisione in una comunitĂ cristiana, sia essa una scuola, una parrocchia, o un’associazione, è un peccato gravissimo, perchĂŠ è opera del Diavoloâ€? ‰ Â€  Â†Â– Â€Â†}šY


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Arte & Liturgia

17 gennaio 2015

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Il Battista che rivela Cristo

Opera del Domenichino nella Basilica di Sant’Andrea Della Valle in Roma

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omenico Zampieri detto il Domenichino nasce a Bologna, il 21 ottobre 1581 e muore a Napoli, il 6 aprile del 1641. Ăˆ stato il fautore del classicismo, nelle sue opere, il disegno appreso da Ludovico Carracci, A cura di Ernesta assume un ruolo importante, egli tende a realizzare composizioni con Mazzella bellezza classica. Il dipinto è ambientato in uno splendido paesaggio na $ / 3 do, lo avvolge un mantello dal colore rosso, il colore indica il suo martirio, il vestito è composto da ruvidi peli di cammello, è colto mentre indica a due personaggi con la mano destra il Cristo, “Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del Â’

/ 0 < #

3 # nistra è rappresentato un agnello, è l’animale il cui sangue salvava gli israeliti dalla morte, l’agnello condotto al macello muto davanti ai tosatori. L’opera è custodita ^ # " * ( è progettata e costruita da Giacomo Della Porta, Francesco Grimaldi, e Carlo Maderno tra il 1590 e il 1650, sul luogo dove precedentemente sorgeva il palazzo dei Piccolomini duchi di e conti Celano

Â&#x;* ^

cardinale Alessandro Peretti di Montalto, nipote di papa ^ * + " * \ 1608 Maderno è # transetto ed innalzando la cupola. Invece la facciata barocca fu aggiunta tra il 1655 e il 1663 da Carlo Rainaldi.

Commento al vangelo

Domenica 18 gennaio 2015 Videro dove dimorava e rimasero con Lui

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a quel giorno la Chiesa non ha fatto altro: mostrare l’Agnello di Dio, seguirlo e rimanere con lui, vedere i suoi gesti e toccare la sua — & # A cura di Angelo # * Sceppacerca so, condizione sociale, tempo o luogo. In soli cinque versetti * 3 / 0  & incontrato GesĂš, lo racconta al fratello Simone e lo conduce da Lui; GesĂš lo guarda profondamente, lo invita a stare con lui e gli cambia il nome, la vita. Non c’è

] * ‹ ‹ &

I verbi di questo Vangelo ‰ re, ascoltare, rispondere, trovare, dimorare) riempiono una vita e le danno senso e $ ‘ < ‘ < ‘ < ‘ < ‘ ‘ ^ rebbe la catena della testimonianza, si allargherebbe il contagio della gioia. Dopo il Battista, ^ % #& # = # \ / 0 < incontra GesĂš porta un altro all’incontro con lui ed è spettatore sorpreso di una nuova rivelazione. La fede, comunicandosi e contagiando, si accresce, si approfon (

$ ‘ ] $ ‘ ( $ e vedrete dice che solo seguendolo si scopre chi è GesĂš, Figlio di Dio e Figlio

# ^ # < + (# scoprire anche chi siamo e cosa dobbiamo essere.

IL SANTO DELLA SETTIMANA

20 GENNAIO San Sebastiano martire

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Le notizie storiche su san Sebastiano sono davvero poche, ma la diffusione A cura di Angelo del suo culto ha resistito Sceppacerca ai millenni. San Sebastiano fu sepolto nelle catacombe che ne hanno preso il nome. Il suo martirio avvenne sotto Diocleziano. Secondo i racconti della sua vita sarebbe stato un cavaliere valsosi dell’amicizia con l’imperatore per recare soccorso ai cristiani incarcerati e condotti al supplizio. Avrebbe fatto anche opera missionaria convertendo soldati e prigionieri. Lo stesso go ‡ < |

convertiti, avrebbero affrontato il martirio. | { " { ^ { $ ÂĄ| mio palazzo e spianato la strada per una promettente carriera e tu attentavi alla mia saluteÂť. + {

* al tronco di un albero, in aperta campagna, e saettato da alcuni commilitoni. Due Parrocchie sulla nostra isola San Sebastiano è Patro < 3 = ‰* ^ Abate) vi è una Parrocchia a lui intitolata


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SocietĂ 17 gennaio 2015

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Festa insieme alla befana Una turista milanese ci ha scritto per raccontarci il suo stupore e la gioia nell’aver vissuto un pomeriggio alterativo in compagnia degli animatori della parrocchia a Lacco Ameno.

I

COLLABORIAMO INSIEME Per inviare al nostro settimanale articoli o lettere (soltanto per quelle di cui si richiede la pubblicazione) si può utilizzare l’indirizzo di posta kaire@chiesaischia.it I ďŹ le possono essere inviati in formato .doc e lo spazio a disposizione è di max 2500 battute spazi inclusi. Le fotograďŹ e (citare la fonte) in alta risoluzione devono pervenire sempre allegate via mail. La redazione si riserva la possibilitĂ di pubblicare o meno tali aritcoli/lettere ovvero di pubblicarne degli estratti. Non sarĂ preso in considerazione il materiale cartaceo.

l pomeriggio dell’Epifania ha visto animarsi piazza Santa Restituta in Lacco Ameno come purtroppo accade raramente. Sono ormai sei anni che - da cittadina milanese - trascorro le A cura di feste natalizie in Lacco Ameno, e per la prima volta ho visto Raffaella Vignati prender vita a un momento di vera aggregazione e condivisio(Milano) ne, in semplicitĂ . Un’occasione inaspettata. Certo in questi anni, e non solo durante le feste natalizie, ho visto e partecipato ad altri eventi ma, come sempre, quel che fa veramen & In questo caso persone volonterose con l’ausilio della Parrocchia si sono messe in gioco in prima persona. Oltre che un’occasione di divertimento è stato un esempio di come, rimboccandosi le maniche, e con un # una cioccolata calda, di una fetta di dolce casalingo, di un po’ di musica, dell’arrivo della Befana con le caramelle per i bambini, si possa riscoprire il piacere di stare insieme, riscoprire la propria comunitĂ , creare opportunitĂ di incontro che possano contribuire ad ampliare gli orizzonti troppo ristretti in cui spesso ci autolimitiamo. L’augurio è che nel corso dell’anno appena iniziato possano esserci altri momenti di partecipazione sempre piĂš condivisi, in cui sempre piĂš persone trovino il coraggio e la volontĂ di metterci la faccia in prima persona.


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SocietĂ

17 gennaio 2015

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“E i suoi non l’accolsero‌â€? "V

enne fra i suoi , ma i suoi non lo hanno accolto “, racconta il Vangelo di Giovanni. “ Non c’era posto per lui A cura di nell’alloggioâ€?, narra il Vangelo di Padre Alez Luca: GesĂš nasce fuori la cittĂ e Zanotelli morirĂ fuori la cittĂ . E anche oggi continua a nascere fuori , nei bassifondi, nelle periferie , nei quartieri degradati

gli avanzi e gliâ€? scarti creati- come afferma Papa Francesco- dalla dittatura di un’economia senza volto e senza uno scopo veramente umano.â€? GesĂš continua a nascere fuori dalle metropoli sfavillanti di luci di Natale, che è diventata la piĂš grande festa mondiale del mercato. GesĂš nasce fuori dalla Napoli bene, nei corpi stremati di „ napoletani. (L’altro giorno è morto per freddo uno di loro, vicino a Piazza Cavour). Nasce fuori nei campi Rom di Napoli e dintorni dove vivono almeno quattromila di loro in situazioni di incredibile degrado. (Nel campo di Cupa Perillo, a Scampia, in questi giorni di freddo eccezionale, la MunicipalitĂ ha tolto l’elettricitĂ e l’acqua! Senza parlare della situazione infernale del campo rom di Giugliano!). Nasce fuori nella carne viva di migliaia di profughi e migranti che vivono ai margini di questa metropoli, affrontando quotidianamente il razzismo della gente ‘perbene’. Nasce fuori negli oltre tremila profughi morti negli ultimi mesi dello scorso anno, tentando di attraversare il Mediterraneo che è ora il Cimiterium nostrum. Nasce fuori quando il governo Renzi decide di sospendere l’operazione Mare Nostrum che ha salvato migliaia di vite sostituendola con l’operazione Triton gestita da Frontex che ha come unico scopo la dife = ] ‰ sione dichiarata irresponsabile da un ventaglio di associazioni laiche e cattoliche perchĂŠ l’Italia si “sottrarebbe al dovere di trarre in salvo persone che si trovino in pericolo di vitaâ€?) Nasce fuori  ] # dei profughi costruendo campi di raccolta nei paesi di transito come la Libia (in piena guerra civile!) o nei paesi di origine come l’Eritrea o il Sudan (con regimi sanguinari!). E’ il cosiddetto Processo di Khartoum. (“E’ inaccettabile che il negriero di ieri - ha scritto il vescovo S. Agrelo di Tangeri - sopravviva nei governi che oggi tornano a incatenare la libertĂ degli africani, subordinandola agli stessi interessi e allo stesso potere oppressivoâ€?). Nasce fuori , quando si fanno lauti guadagni (“piĂš della drogaâ€?) sulla pelle degli immigrati e dei rom, come è avvenuto a Roma e non solo. GesĂš nasce fuori da que ^ ‹ permette al 20% della popolazione mondiale di

consumare il 90% dei beni prodotti e permette agli 85 uomini piĂš ricchi di possedere l’equivalente di tre miliardi e mezzo dei piĂš poveri. E per difendere lo stile di vita di pochi spendiamo in armi quasi cinque miliardi di dollari al giorno. E con le armi facciamo guerre che stanno divorando mezzo mondo, in particolare il Medio Oriente. Per questo, come ogni anno, ho celebrato il Natale, con la messa di mezzanotte, fuori, nella stazione ferroviaria di Piazza Garibaldi a Napoli, luogo dove si ritrovano e vivono gli ‘scarti’ della nostra societĂ . Come regalo di Natale abbiamo annunciato la prossima apertura di una parte dell’Albergo dei Poveri (costruito dai Borboni Y Â

gli impoveriti . “Signore, fĂ che quelli dalla pancia piena- ha pregato un marocchino- ascoltino quelli dalla pancia vuota.â€? Scrivo queste poche righe per le Chiese d’Oriente. Queste Chiese, piĂš antiche di tutte le nostre Chiese occidentali, vivono oggi un “Natale di fuocoâ€?, di grande sofferenza, di persecuzione, di emarginazione. Noi puntiamo il dito sull’ISIS (Stato Islamico) e sul fondamentalismo , ed è vero, ma è altrettanto vero che anche noi siamo responsabili di questo disastro. Dobbiamo ammettere che l’ISIS è emerso dai fuochi della guerra, dell’occupazione, dei massacri, della tortura‌ “Noi dobbiamo, prima di tutto - scrive il noto pastore americano Jim Wallis - confessare e ammettere le politiche occidentali che hanno contribuito a farci arrivare al disastro attuale, per poi pentircene â€?. Noi saremo solidali con quelle Chiese del Medio Oriente, solo se noi cristiani d’Occidente ci pentiremo delle nostre politiche imperiali e ci impegneremo sulla strada della giustizia per arrivare alla pace. Solo cosĂŹ insieme potremmo cantare: “Pace in terra agli uomini che Egli amaâ€?

EDICOLE DOVE POTER ACQUISTARE

Comune di Ischia Edicola di Piazza degli Eroi; Edicola di Ischia Ponte; Edicola al Bar La Violetta; Edicola di San Michele da Odilia; Edicola di Portosalvo Comune di Lacco Ameno Edicola al Bar Triangolo Comune di Casamicicola T. Edicola di Piazza Bagni; Edicola di Piazza Marina; Comune di Forio Edicola del Porto; Edicola di Monterone



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