Kaire 11 Anno II

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IL SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA CHIESA DI ISCHIA

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ANNO 2 | NUMERO 11 | 14 MARZO 2015 | â‚Ź 1,00

VILLA STEFANIA

SCUOLA

SOCIETĂ€

Ancora un altro rinvio dall’Asl che non si presenta alla riunione ďŹ ssata in Regione

Al via la riforma. Come cambia la scuola italiana e quali sono le prospettive future

Pulizia dei sentieri: â‚Ź 1,00 il secondo appuntamento nel weekend 14 e 15 marzo

Il nostro atto d’amore

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ifendere una terra! Da chi, da che cosa? A cura Nei tempi andell'agronomo dati si pensava Francesco Mattera a contrastare eserciti invasori, a sfuggire orde corsare e piratesche, a impedire rapimenti di ragazzi e fanciulle destinati a divenire schiavi o concubine in terre lontanissime, ed altre cose del genere. Oggi, ai nostri giorni, ha ancora un senso parlare in tali termini? Qualcuno dirĂ di si perchĂŠ le cronache ci consegnano scenari di guerra e minacce di invasioni da parti ben precise del globo. Ma a voler esser realisti queste situazioni sembrano molto lontane da noi e da un’effettiva concretizzazione. No, non è quella la minaccia per la nostra terra, o almeno non è tanto vicina e concreta da farci perdere il sonno. Il nostro paese, l’Italia tutta, e con essa anche ovviamente la nostra terra di Ischia, deve difendersi da altre cose, cose che riguardano direttamente anche e soprattutto ogni cittadino, ognuno di noi italiani ed ischitani, io, tu, tutti quelli che abitano il nostro paese. E’ un discorso che riguarda, beninteso, non solo i singoli cittadini come tali, visti e percepiti nella loro quotidianitĂ , ma anche le istituzioni tutte, il Continua a pag. 10

“Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Aut: 1025/ATSUD/NA�

WE LOVE ISCHIA Difendere la nostra terra di Ischia deve essere prima di ogni cosa un atto di civiltĂ che deve coinvolgere tutti gli ischitani di buona volontĂ !

CASO RUBY

Galantino: Sull'assoluzione di Berlusconi esiste il dato morale che è altro.

SEGUIAMO FRANCESCO

TURISMO

TELEVISIONE

La Chiesa di Bergoglio: quali sorprese per il futuro.

Presentati alla mostra mondiale a Berlino, tornano di moda i sentieri inesplorati.

The Voice of Italy: ecco qual è una delle chiavi del grande successo del talent.


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In Primo Piano 14 marzo 2015

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Villa Orizzonte, salta l’incontro La Commissione Trasparenza del consiglio regionale aveva indetto una riunione di confronto con la commissaria straordinaria dell’Asl Na2 Nord Agnese Iovino, insieme ai sindaci dell’isola d’Ischia e ad una rappresentanza del comitato di Cittadinanza Attiva. Ma per la terza volta la Iovino non può‌

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on c’è davvero limite alle brutte sorprese nella A cura di vicenda della Sir Isabella Marino Villa Orizzonwww.quischia.it te. In settimana ci sarebbe dovuto essere il tavolo convocato presso la Commissione Trasparenza del Consiglio regionale. Una giornata importante, perchè sarebbe potuta essere la prima occasione per un confronto diretto e in una sede istituzionale che ha il compito di vigilare anche su quanto accade nel settore della sanitĂ . Ma l’incontro è saltato all’ultimo momento. La commissaria straordinaria dell’Asl Na2 Nord, AGNESE IOVINO, non si è resa disponibile per la giornata di giovedĂŹ 12 e l’appuntamento è stato rinviato a data da destinarsi. Di nuovo. Perchè lo stesso copione si era ripetuto altre due volte. Al primo incontro convocato a Napoli, presenti i Sindaci, la Iovino non aveva partecipato per altri impegni e un’altra riunione, convocata qualche settimana fa, era stata cancellata alla vigilia sempre perchè la dirigente dell’Azienda di Monteruscello aveva altro da fare. Rinviata, anche allora, a data da destinarsi. E la nuova data era stata si rinvia di nuovo‌ All’incontro del 12 marzo erano stati convocati dalla presidente della Commissione ABATE, esponente del Pd, sia i Sindaci dei Comuni isolani che la dirigenza Asl. E, stavolta, anche i rappresentanti del Comitato di Cittadinanza Attiva che è stato anche parte nei giudizi innanzi al Tar e al Consiglio di Stato, dai quali è stato sempre sconfes-

Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia Proprietario ed editore COOPERATIVA SOCIALE KAIROS ONLUS

CONCLUSIONE DEL CAMMINO DIOCESANO DI FORMAZIONE SUI TEMI DEL PROSSIMO SINODO ORDINARIO DELLA FAMIGLIA LUNEDĂŒ 16 MARZO ORE 19.30 CINEMA EXCELSIOR - ISCHIA CONCLUSIONE DIOCESANA:

“Io accolgo teâ€?: la persona in relazione. Incontro ďŹ nale per tutti con la partecipazione speciale dei ďŹ danzati. Interverranno i coniugi, proff. G. Paola Di Nicola e Attilio Danese e don Emilio Salvatore (delegato reg. Convegno Ecclesiale Naz., Firenze 2015)

Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia Codice ďŹ scale e P.Iva: 04243591213 Rea CCIAA 680555 - Prefettura di Napoli nr.11219 del 05/03/2003 Albo Nazionale SocietĂ Cooperative Nr.A715936 del 24/03/05 Sezione Cooperative a MutualitĂ Prevalente Categoria Cooperative Sociali Tel. 0813334228 Fax 081981342 info@kairosonline.it pec: posta.kairos@pec.it Registrazione al Tribunale di Napoli con il n. 8 del 07/02/ 2014

Direttore responsabile: Dott. Lorenzo Russo direttorekaire@chiesaischia.it @russolorenzo Direttore UfďŹ cio Diocesano di Ischia per le Comunicazioni Sociali: Don Carlo Candido direttoreucs@chiesaischia.it Progettazione e impaginazione: Gaetano Patalano per Cooperativa Sociale Kairos Onlus

sato l’operato dell’Azienda sanitaria nel trasferimento della Sir presso l’ex Hotel Stefania. Ma la commissaria Iovino, a quanto pare, continua a non avere tempo (sic!!!) per un confronto sul destino di un servizio sanitario essenziale per l’isola, oltre che sul futuro dei dieci attuali residenti della Sir. Non l’aveva trovato per gli incontri sollecitati dai Sindaci a Ischia, dove non si è mai vista da quando è stata nominata commissaria straordinaria dell’Asl, incarico che attualmente ricopre in prorogatio. E non ha trovato tempo neppure per rispondere alla richiesta formale di incontro rivoltale dal Vescovo LAGNESE. Nel solco del suo predecessore FERRARO, che si era sempre tenuto bene alla larga da ogni occasione di dialogo diretto e anche indiretto, a dire il vero. D’altra parte, la dottoressa Iovino, che nel triennio di Ferraro era stata direttore sanitario dell’Asl, sta portando avanti in tutta evidenza la linea di cui è stata compartecipe. Ciò che da cittadini (forse ingenui) stupisce è che per tre volte consecutive un funzionario regionale possa evitare di rispondere alla convoca del Consiglio, dunque di un organo di controllo a cui l’Asl, che dalla Regione dipende, dovrebbe dare conto del suo operato. Se tutti facessero cosĂŹ – e speriamo che cosĂŹ non sia – la Commissione come potrebbe esplicare il suo ruolo? E za sarebbero possibili? Interrogativi che resteranno senza risposta. Un altro esempio di come le cose nel nostro Bel Paese funzionano troppo spesso al contrario.

Redazione: Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia kaire@chiesaischia.it | @chiesaischia facebook.com/chiesaischia @lagnesepietro TipograďŹ a: Centro Offset Meridionale srl Via Nuova Poggioreale nr.7 - 80100 Napoli (NA) Per inserzioni promozionali e contributi: Tel. 0813334228 Fax 081981342 oppure per e-mail: info@kairosonline.it

Il settimanale è stampato su carta riciclata utilizzando inchiostri vegetali non inquinanti presso uno stabilimento le cui attività prelevano una quantità di energia minore di quella prodotta dal proprio impianto fotovoltaico (a ridotta emissione CO2).


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La Voce di Pietro

14 marzo 2015

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La Terza domenica di Quaresima ci ha presentato la pagina di Vangelo in cui GesĂš caccia via dal Tempio coloro che volevano “fare della Casa del Padre Suo un luogo di mercatoâ€?; una pagina intensa e intrisa di signiďŹ cato sulla quale ha voluto soffermarsi il nostro Vescovo Pietro nella Celebrazione Eucaristica mattutina in Cattedrale.

Dio non mercanteggia con noi

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all’omelia del Vescovo Pietro Lagnese. “Forse non siamo abituati A cura di Francesco a vedere GesĂš che asSchiano sume un atteggiamento quasi violento, usa una fruste con delle cordicelle e butta via i banchi dei cambiavalute, caccia via i mercanti dal tempio e poi dice: “Non fate della casa del Padre mio un mercatoâ€?. Ma qual è il senso di questa pagina di Vangelo all’interno del cammino quaresimale che stiamo vivendo? Questo periodo sta trascorrendo solamente attraverso pratiche religiosi, riti, devozioni? Tutte cose buone ma che potrebbero farci perdere di vista il senso della Quaresima che non è un tempo nel quale dobbiamo fare di piĂš ma un tempo nel quale entrare in un rapporto nuovo con

il Signore. Spesso vediamo GesĂš come qualcuno che dobbiamo ingraziarci, dobbiamo cercare di rendere meno severo nei nostri confronti e al quale dobbiamo presentarci “comprandoâ€? la sua benevolenza, quasi come se dovessimo mercanteggiare con Lui. Questa però è una mentalitĂ pagana, è una mentalitĂ pericolosa, perchĂŠ potrebbe portarci a vedere Dio come uno pronto a giudicarci e punirci e anche i comandamenti potrebbero essere visti come un peso che Lui ci mette sulle spalle; niente di piĂš falso perchĂŠ Dio non vuole altro che renderci davvero liberi e felici! Quella mattina GesĂš non si era alzato “con la luna stortaâ€?, non era affatto nervoso, il Suo è stato invece un gesto profetico perchĂŠ

Il Vescovo incontra gli operatori del settore turistico In occasione dell’avvicinarsi della Pasqua del Signore 2015 e dell’inizio della prossima stagione turistica, Padre Pietro Lagnese desidera incontrare tutti gli operatori del settore turistico presenti sull’isola, per un momento di preghiera e di confronto. L’appuntamento è per domenica 15 marzo, con il seguente programma: - ore 10.00 S. Messa nella Chiesa Cattedrale - ore 11.00 Incontro – dialogo in Episcopio

il Padre vuole stabilire con noi non un rapporto “mercanteg e vuole ridonarci la vita, la Sua vita. Il tempio per gli ebrei era il luogo dove incontrare Dio, essi avevano un po’ la presunzione di poter ingabbiare Dio, e che loro lo potessero in questo modo “controllareâ€?. GesĂš invece dice: “distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgereâ€?. Vuoi incontrare Dio? Entra nel nuovo tempio che è Cristo attraverso la porta che Lui ha aperto con la sua morte e la sua resurrezione, e questo non per dare qualcosa a Dio ma solo perchĂŠ Lui possa dare qualcosa a noi: la Sua Grazia, la Sua vita, il Suo sangue. Allora a cosa serve la Quaresima? Non serve a riempire la nostra vita di altri impegni anche belli ma poi tutto

torna come prima, tutto uguale. Non sarĂ Pasqua cosĂŹ! La Quaresima è invece il tempo nel quale entriamo nelle Piaghe di GesĂš attraverso il mistero della Croce, potenza di Dio per scoprire che Lui non è un mercante che “trattaâ€? con noi ma è Colui che ci dona la vita. Quanta gente vive il rapporto con Dio da pagani, pensiamo anche alla Messa stessa, all’offrire l’offerta per la Messa, all’accendere i ceri, potremmo considerarli tutti modi per “comprarciâ€? la benevolenza di Dio. Ma il Padre se una cosa desidera è la nostra felicitĂ , il donarci la Sua stessa vita, perchĂŠ possiamo compiere Pasqua oggi e nell’eternitĂ quando Egli ci chiamerĂ ad abitare quei Cieli nuovi e Terre nuove che ha preparato per coloro che Lo amanoâ€?.


Seguiamo Francesco

4 14 marzo 2015

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UDIENZA DEL MERCOLEDĂŒ

Anziani, aiutiamo i giovani a superare l’angoscia del futuro Come vorrei – ha ribadito Francesco – una Chiesa che sďŹ da la cultura dello scarto con la gioia traboccante di un nuovo abbraccio tra i giovani e gli anziani. etĂ anziana contiene “una grazia e una missioneâ€?, e una delle testimonianze che può venire ai giovaA cura della ni da questo periodo della vita è la Redazione “fedeltĂ â€?. Sono alcuni dei pensieri che Papa Francesco ha espresso durante l’udienza generale di mercoledĂŹ 11 marzo in Piazza S. Pietro, dedicata ancora ai nonni, come annunciato giĂ la scorsa settimana. "" " # ne sui nonni, considerando il valore e l’importanza del loro ruolo nella famiglia. Lo faccio immedesimandomi in queste persone, perchĂŠ anch’io appartengo a questa fascia di etĂ . Quando $

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cendo: “Lolo Kikoâ€? – cioè nonno Francescoâ€?. “Una prima cosa è importante sottolineare: è vero che la societĂ tende a scartarci, ma di certo non il Signoreâ€?, che “non ci scarta mai. Lui ci chiama a seguirlo in ogni etĂ della vita, e anche l’anzianitĂ contiene una grazia e una missione, una vera vocazione del Signore. L’anzianità è una vocazioneâ€?. Questo periodo della vita “è diverso &* %% + %% un po’ ‘inventarcelo’, perchĂŠ le nostre societĂ non sono pronte, spiritualmente e moralmente,

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a dare ad esso, a questo momento della vita, il suo pieno valore. Una volta, in effetti, non era / + "" lo è molto di piĂš. E anche la spiritualitĂ cristiana è stata colta un po’ di sorpresa, e si tratta di delineare una spiritualitĂ delle persone anziane. Ma grazie a Dio non mancano le testimonianze di santi e sante, anziani!â€?. “Sono stato molto col 03 " & %% fatto qui in Piazza San Pietro lo scorso anno, la piazza piena: ho ascoltato storie di anziani che si spendono per gli altri, e anche storie di coppie, di matrimonio, che vengono e dicono: “Ma oggi facciamo il 50.mo di matrimonioâ€?, “Oggi facciamo il 60.mo di matrimonioâ€?... Io dico: Ma, farlo vedere ai giovani che si stancano presto! La testimonianza degli anziani nella fedeltĂ â€?. Dopo aver ricordato l’esperienza narrata nei 7 " 8 9 %% piccolo presentato al tempio da Maria e Giuseppe il Messia, Papa Francesco ha detto: “Cari nonni, cari anziani, mettiamoci nella scia di questi vecchi straordinari! Diventiamo anche noi un po’ poeti della preghiera: prendiamo gusto a cercare parole nostre, riappropriamoci di quelle che ci insegna la Parola di Dio. E’ un grande dono per la Chiesa, la preghiera dei nonni e degli anziani! La preghiera degli anziani e dei nonni è un dono per la Chiesa, è una ricchezza! Una grande iniezione di saggezza anche per l’intera societĂ umana: soprattutto per quella che è troppo indaffarata, troppo presa, troppo distrattaâ€?. “Guardiamo a Benedetto XVI, che ha scelto di passare nella preghiera e nell’ascolto di Dio &

< =& % > < @ grande credente del secolo scorso, di tradizione ortodossa, Olivier ClĂŠment, diceva: ‘Una civiltĂ dove non si prega piĂš è una civiltĂ dove la vec J = > * %% % "

che pregano, perchĂŠ la vecchiaia ci è data per > W 9%% % " ghino perchĂŠ la vecchiaia ci è data proprio per > =& % " " zianiâ€?. “Noi possiamo ringraziare il Signore per % & " titudine che lo circonda. Possiamo intercedere per le attese delle nuove generazioni e dare di" X > " % una vita senza amore è una vita arida. Possiamo dire ai giovani paurosi che l’angoscia del futuro può essere vinta. Possiamo insegnare ai giovani troppo innamorati di sĂŠ stessi che c’è piĂš gioia nel dare che nel ricevere. I nonni e le nonne formano la ‘corale’ permanente di un grande santuario spirituale, dove la preghiera di supplica e il canto di lode sostengono la comunitĂ che lavora e lotta nel campo della vitaâ€?. Y " te il cuore. La lode e la supplica a Dio prevengono l’indurimento del cuore nel risentimento & " &* %

anziano che ha perso il senso della sua testimonianza, disprezza i giovani e non comunica una < Z &* % & "" mento che l’anziano riesce a trasmettere al giovane in cerca del senso della fede e della vita! E’ veramente la missione dei nonni, la vocazione degli anziani. Le parole dei nonni hanno qualcosa di speciale, per i giovani. E loro lo sanno. Le parole che la mia nonna mi consegnò per iscritto il giorno della mia ordinazione sacerdotale, le

% "" % [ $ [ " % %% " " < E questo è quello che oggi chiedo al Signore, > %% <W


Seguiamo Francesco

5 14 marzo 2015

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DUE ANNI DI PONTIFICATO

Francesco sorprenderĂ ancora Noi italiani, che di Pietro e di Francesco godiamo una vicinanza tutta speciale, abbiamo una speranza in piĂš. Dal 9 al 13 novembre la Chiesa italiana celebrerĂ a Firenze il suo quinto Convegno ecclesiale nazionale su “In GesĂš Cristo il nuovo umanesimoâ€?. Il Papa vorrĂ donarci una sorpresa? La speriamo, l’attendiamo, la desideriamo

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e c’è una parola che condensa i due anni travolgenti della vita A cura di della Chiesa che abDomenico alle nostre Delle Foglie biamo Direttore spalle, non può che “sorpresaâ€?. AGENSIR essere Ciascun credente, ma immaginiamo anche una moltitudine di non credenti, porta inciso nel cuore un ricordo, un gesto, una parola di quel pasto > doâ€?. Ciascuno in queste ore, pur involontariamente, ritornerĂ a quel 13 marzo del 2013, quando dalla loggia di San Pietro vide stagliarsi " ] $ sco si presentò al mondo con un $ % <W @ muro di secoli, una distanza incolmabile, crollarono in un attimo, % <W = cominciò cosĂŹ il suo “cammino: W = % un’altra grande sorpresa, quella che lascia un segno indelebile nel cuore dell’uomo di comunicazione. Il ] " = so vorrei dare la Benedizione, ma prima – prima, vi chiedo un favo-

re: prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi preghiate il Signore perchĂŠ mi benedica: la preghiera del popolo, chiedendo la Benedizione per il suo Vescovo. $ > " W @ assordante scese sulla piazza mentre il Papa si inchinava profondamente per ricevere la benedizione del popolo. La piazza tremò, capĂŹ e ammutolĂŹ. In quel gesto, la promessa di un futuro sorprendente. Sono trascorsi due anni dall’elezione di Jorge Mario Bergoglio, l’argentino di origine italiana che con i suoi spavaldi 78 anni, ha riscaldato i cuori e rimesso in moto le energie =

" " sia per chi partecipa profondamente alla vita della Chiesa sia per chi è talvolta solo uno spettatore

W $ sco è sempre in agguato. C’è chi ricorda le sue sorprendenti e spiazzanti chiacchierate con i giornalisti durante i lunghi viaggi in aereo per raggiungere continenti lontani. C’è chi tiene a memoria alcune sue formidabili espressioni, forti di una carica comunicativa popolare

(“chi sono io per giudicare?â€?). Chi non dimentica il fotogramma di un abbraccio speciale. Chi non riesce a staccarsi di dosso la sua espressione imbronciata. Chi ha persino un pizzico di timore per i suoi modi spicci e diretti che spiazzano. Quando evoca il pugno per “chi offende la mia mammaâ€?, o invita gli uomini di Chiesa a spogliarsi delle vesti sontuose e dei merletti. Ma non c’è da aver paura. Piuttosto è utile accogliere la “sorpresaâ€? che lo accompagna e lo rende = magari, per tornare a sorprendersi, rileggere con piĂš attenzione la = " 3 W rogarsi una volta di piĂš, se ancora non lo abbiamo fatto, sul senso profondo di una “Chiesa povera e per i poveriâ€?. Non un sogno, per lui, ma una speranza fondata sui gesti e sulle scelte di donne e uomini di fede pura. Donne e uomini in cammino con il Pastore e con i Pastori. Con i quali provano a con > " = di “sorpresaâ€? che il buon Dio ci ha voluto donare. Non è questo nĂŠ il momento nĂŠ il luogo per tracciare

bilanci di questi due anni di ponti j %% & %% w ma di sicuro avvertiamo il calore del popolo cristiano e la simpatia anche dei lontani nei confronti di $ ] > * senza mediazioni e sovrastrutture. In un mondo globale privo di ri $

una certezza, una roccia incrollabile per i piĂš deboli e per i piĂš poveri. =& % { ti. Anche quando si fa protagonista di memorabili partite diplomatiche j" 8 " @ | % w * $ Per tutto questo va sinceramente " = " toni, perchĂŠ lui è un uomo sobrio e rigoroso. Noi italiani, che di Pietro $ " nanza tutta speciale, abbiamo una speranza in piĂš. Dal 9 al 13 novembre la Chiesa italiana celebrerĂ $ > " Z 3 J Cristo il nuovo umanesimoâ€?. Papa $ X presa? La speriamo, l’attendiamo, la desideriamo.


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Quaresima 14 marzo 2015

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STAZIONE QUARESIMALE DECANATO DI FORIO

Siamo un popolo in cammino verso il cielo T

erza domenica di Quaresima e terza “tappaâ€? delle stazioni quareA cura di simali presiedute da Francesco Schiano Mons. Vescovo questa volta nel Decanato di Forio nel pomeriggio di sabato 7 marzo, con la processione penitenziale dalla Chiesina Regina delle Rose (Parrocchia S. Michele Arcangelo) alla Basilica di S. Maria di Loreto, alla presenza dei parroci del decanato, dei religiosi, delle religiose e dell’intero popolo di Dio in cammino dietro la Croce di Cristo. Prima della partenza verso S.Maria di Loreto il decano di Forio don Cristian Solmonese ha spiegato il senso di quanto si stava andando a vivere, riprendendo un rito, quello della stazione quaresimale, che si rifĂ all’antichissima tradizione della Chiesa di Roma (giĂ in Cipriano, Tertulliano e in altri Padri, abbiamo indicazioni in merito). Durante il tragitto sono state cantate le litanie dei Santi: il popolo di Dio in cammino dietro Cristo col proprio Vescovo chiede l’intercessione della Chiesa del Cielo per vivere in maniera piĂš ardente l’itinerario quaresimale e guardando alla mèta del Cielo. La Celebrazione Eucaristica a S.Maria di Loreto è stata animata dalle varie corali parrocchiali del decanato e cosĂŹ pure i ministranti che hanno servito all’altare provenivano dalle diverse parrocchie del territorio. Nella sua omelia mons. Lagnese ha messo in correlazione il rito che si stava vivendo con la parola di Dio della III domenica di Quaresima: La Chiesa ci invita nel tempo quaresimale a vivere questi cammini, queste “stazioniâ€? quaresimali e attraverso questi percorsi ci chiama a riscoprire prima di tutto il fatto che noi siamo un popolo in cammino verso la Terra Promessa. Camminando per le strade di Forio abbiamo dunque voluto dire a noi stessi e alla gente che ci ha incontrato che noi siamo un Popolo in cammino verso il Cielo. Qual è la nostra Terra Promessa se non il Cielo che Dio ci ha spalancato camminando

tutti stavamo dietro la Croce, tutti seguendo GesĂš; è Lui che ha aperto la strada verso il Cielo, è Lui che ci permette di camminare camminare verso la libertĂ . Una libertĂ ricevuta nel Battesimo ma che sempre va custodita e riconquistata perchĂŠ il rischio forte. I comandamenti non sono un’ imposizione calata dall’alto ma sono invece un dono per essere liberi e per camminare suta e realizzata e ora ce la dona come ! abbiamo compreso il nostro rapporto con Dio quasi come un “trattareâ€? con Lui.

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dal Tempio in maniera forte Lui vuole # ! mente si sarĂ scandalizzato anche della $ ebrei e questo deve portarci a chiederci anche come noi curiamo le nostre Chiese, ma qui Lui vuole dirci quanto Dio ci ama e %%

# & % & la Sua misericordia nei nostri confronti, perchÊ Lui ci vuole bene, vuole la nostra libertà , vuole fare bella la nostra vita. ' vita possa essere bella Lui è andato sulla Croce per noi. GesÚ è il vero tempio, il luogo vero in cui Dio si

fa vicino all’uomo per salvarlo. GesÚ ci dona il Suo spirito per da schiavi, per avanzare nel mondo verso il Cielo. questa la missione che abbiamo rispetto al mondo: annunciare che siamo in cammino verso il Paradiso, che stiamo andando Cristo. Al termine Padre Pietro ha incoraggiato tutti a vivere la seconda parte di questa Quaresima con ancora maggiore intensità perchÊ sia davvero Pasqua per noi, perchÊ si realizzi veramente in noi il passaggio dal peccato alla vita vera che il Signore viene a donarci! Foto di Roberto Pulicati


Scuola

7 14 marzo 2015

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SEGNALE INCORAGGIANTE

Riforma della scuola individuato l’essenziale Dal superamento del precariato degli insegnanti all’autonomia, dalla deďŹ nizione dei curricula alla selezione meritocratica. E inďŹ ne l’assetto del sistema: ci sono le condizioni oggi, grazie alla leva ďŹ scale, per garantire pluralismo e libertĂ di educazione, all’interno del sistema pubblico, tra scuola statale e paritaria

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icevano i latini, e ci ripetono nelle scuole anche italiane, “festina A cura di lente�, affrettati lenFrancesco Bonini tamente. E’ un facile > " retorica che accosta vocaboli di si"

Lo ripeteva spesso Augusto, il cui bi millenario è scivolato via nella distratta calura della scorsa estate, " stiamo colpevolmente accumulando. La bi millenaria frase di Augusto però ci può aiutare. E’ la chiave giusta per entrare nel grande ottovolante delle tante riforme oggi

poste politiche, frammentazione dei gruppi, interessi settoriali, scadenze elettorali. Nella grande affabulazione, in-

somma, è necessario arrivare ai fatti: per questo bisogna fare valere le ragioni e dunque delineare la strada del riformismo possibile. Questo vale in particolare per la riforma della scuola, annunciata

ordinaria del disegno di legge. C’è un’urgenza immediata, il destino dei “precariâ€?, ma c’è un’urgenza strutturale, la necessitĂ di arrivare a disegnare un punto di approdo, a proposito di un nervo sensibilissimo di un’Italia con prospettive " numero dei sessantenni – non dimentichiamolo – ha ormai superato quello dei ventenni. La nostra scuola, sempre riformata a brandelli, cosĂŹ che le toppe risaltano sempre di piĂš, rendendo l’abito impresentabile, ha bisogno di concentrarsi sull’essenziale, ritro-

Pulizia dei sentieri di ischia si replica il 14 e il 15 marzo Al via il secondo appuntamento della “Pulizia dei sentieriâ€?, iniziativa che ha riscosso grande successo nella giornata inaugurale del 1° marzo. Boom di partecipazione degli isolani che hanno ripulito il sentiero del tufo verde, da Ser $ ~ Falanga. “Il bilancio della prima giornata è stato molto positivo, vista la numerosa presenza di volontari e di tanti giovani uniti dallo stesso obiettivo di valorizzazione del “bene comuneâ€?, delle bellezze della nostra isola che dobbiamo amare, curare e preservare –ha sottolineato il reggente della sottosezione CAI di Ischia e Procida Francesco Mattera. ( onorati di essere tra i promotori di attivitĂ del genere, che hanno, in primis, lo scopo di far (ri)nascere un forte senso di appartenenza al territorio.â€? Il prossimo sentiero da ripulire sarĂ il percorso dai Frassitelli al Fango, passando per il Bosco dei Frassi-

telli, Bosco della Falanga e Crateca. Il punto d’incontro, per i cittadini che vorranno prendere parte all’iniziativa, è davanti al Ristorante Il Bracconiere alle ore 9. Domenica 15 marzo, ci sarĂ un doppio appuntamento. Alle ore 9 un gruppo di volontari si incontrerĂ alla Pro Loco Panza per la pulizia dei sentieri della Baia di Pelara e del Monte di Panza. Sempre alle ore 9 dal Maneggio dei Cavalli al Cretaio, un secondo gruppo seguirĂ il percorso dalla Sorgente di Buceto al piano San Paolo.

vare la propria identitĂ e dunque Ecco allora, tre nodi. Il primo è il personale: il reclutamento e lo sviluppo delle carriere degli inse" % " certezze. Il loro status non si può determinare per legge, ma è un bene pubblico molto rilevante, da promuovere, cosĂŹ come la disciplina in classe. Connesso è il tema dell’autonomia scolastica, sulla carta un valore, che spesso però è gestita “all’italianaâ€?, in modo cripto-feudale. Il secondo nodo è relativo ai cosiddetti curricula, cioè cosa si insegna e come: gli studenti sono gravati da un carico crescente, risultato di una disordinata accumulazione di materie frutto di pulsioni, mode e complessi di inferioritĂ culturale, che fanno perdere di vista tanto

le nozioni, che la formazione culturale. Il modo migliore per collegare scuola e lavoro è una vera selezione meritocratica, che sola può garantire la possibilitĂ di una vera promozione sociale. Il terzo nodo è a proposito dell’assetto del sistema: ci sono le condizioni oggi, " " tire pluralismo e libertĂ di educazione, all’interno del sistema pubblico, tra scuola statale e paritaria, che giustamente chiede condizioni minime di sussistenza.Auguriamoci che la discussione parlamentare, affrontando questi nodi, permetta quella grande operazione realtĂ che da troppo tempo ci manca, superi vecchie incrostazioni ideologiche e delinei prospettive chiare, avviando cosĂŹ un processo, largamente condiviso, di cui l’Italia ha sempre piĂš urgente bisogno.


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Economia 14 marzo 2015

Galantino: “caso Ruby, c’è il dato moraleâ€?

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NON SOLO JOBS ACT

Alibi ďŹ niti, ora tocca agli imprenditori

La serie di misure messe in campo dal governo vanno nella direzione giusta: liberare risorse perle aziende e rendere piĂš uidi i meccanismi di entrata e uscita dal lavoro. Senza parlare dei tagli all’Irap e delle facilitazioni ďŹ scali per assumere i giovani. Tutto il Paese attende lo scatto del mondo industriale che prevede 150mila nuovi posti di lavoro

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SocietĂ

9 14 marzo 2015

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PUNTI DI VISTA La rivoluzione di Papa Francesco per una Chiesa piÚ povera. Il lifting di Diego Armando Maradona, campione nel calcio e negli eccessi. Ornella Vanoni e quell’espressione sui napoletani, che ha scatenato sui social network una valanga di commenti, forse anche troppo spropositati.

Papa Francesco, Maradona e Ornella Vanoni

Diego Armando Maradona in visita al Carcere Minorile Filangieri con Franco Iacono, allora Presidente della Provincia di Napoli, nella primavera del 1985.

1.

Papa Francesco sicuramente è un leader, un trascinatore, uno che A cura di Franco smuove gli animi piÚ Iacono induriti, li commuove, " #

convertirsi: nel segno del Vangelo e del suo messaggio fascinoso. Eppure, questo Papa appare il leader di un altro mondo, non di quello della Chiesa, mi correggo, della Curia, di quel mondo, cioè, incrostato da abitudini, da interessi, da privilegi, da pigrizia, che il Papa stesso vorrebbe‌ ripulire. Al momento, non ci riesce: almeno cosĂŹ appare dall’esterno! Un esempio: la sua “testimonianzaâ€? di vita, la sua scelta di stare nel convento di Santa Marta, francescanamente, non è stata tanto contagiosa da indurre il cardinale Bertone Tarcisio, per ragioni di etĂ neppure in servizio attivo, ad abbandonare l’appartamento sfarzoso, di cui si favoleggia, provocando grande scandalo nel mondo. CosĂŹ l’impegno concreto e diuturno del Papa, solo un esempio, a favore dei clochard e dei piĂš bisognosi, viene † XW di contagiare il Cardinale Bertone o, meglio, dalla durezza di animo di questo “Principeâ€? della Chiesa. Senza bisogno di prenderlo per un

orecchio e cacciarlo via, forse gli

%% # "" della lettura, e del commento, di una pagina del Vangelo al giorno. A cominciare da quella dal Vangelo di Matteo, 7.6, “guardate gli uccelli del cielo: non seminano, nĂŠ mietono, nĂŠ ammassano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutreâ€?. Tutto questo anche per evitare che in una delle affollatissime udienze generali, oppure in uno degli incontri con i piĂš poveri, programmati anche in occasione della sua prossima venuta a Napoli, qualcuno gli rivolga domande scomode in tal senso. Dal altro canto, ma il Papa conosce bene questa altra pagina del Vangelo, Matteo 21.34, lo stesso Cristo fu costretto a cacciare, letteralmente, i mercanti dal Tempio. Prima che siano i “mercantiâ€? ad organizzarsi per resistere e, addirittura, per contrattaccare! E’ giĂ successo nella storia millenaria Santa Madre Chiesa! 2. Prima genio assoluto, poi sregolatezza devastante, ora noiosa‌ normalitĂ : Diego Armando Maradona si è fatto il lifting! Come tanti, come troppi: donne e uomini. E cosĂŹ non è piĂš unico ed irripetibile, anche nella sua identitĂ , fra il guascone e l’eterno, incorreggibile, bambino. Vorrei dirgli, nel ricor-

do della nostra antica frequentazione nelle serate all’Hotel Royal, era il primo suo anno napoletano, 1984/85: caro Diego, non avevi bisogno di‌ “rifartiâ€? per restare unico ed affascinante, bastava es anche quando obbedisce alle leggi della Natura. Una scelta del genere sarebbe stata la conferma ulteriore della tua unicitĂ . Alfredo Di Stefano, la “Saeta Rubiaâ€?, che ho avuto la gioia di veder giocare dal vivo in un memorabile Milan - Real Madrid del 1964, non l’avrebbe mai fatto, nĂŠ lo fece: anche per questo resta il piĂš grande! 3. Una espressione, che considero innocente e molto normale, ha scatenato sui social network una valanga di commenti, contumelie e addirittura qualche larvata minaccia. Ornella Vanoni, della cui amicizia mi onoro, nella conferenza di Alessandro Genovesi “Ma che bella sorpresaâ€?, girato anche fra le strade ed i vicoli di Napoli, di cui è fra gli interpreti, ha detto: “Napoli è molto simile al Brasile ed anche i Napoletani sono simili ai Brasiliani. ‌ I Napoletani, come i Brasiliani, "

8 % pre che vogliano fregarti!� Apriti

cielo! Mi domando: in questa cittĂ dai mille problemi, in cui centinaia di giovani sono divorati dalla criminalitĂ organizzata, per conto della quale spesso sono killers spietati; nella quale rischiamo ogni giorno di essere‌ inghiottiti da buche sempre piĂš profonde; nella quale la sicurezza e la incolumitĂ personale sono a rischio costante; in questa cittĂ dalla quale il grande Eduardo invitò “’a fuirseneâ€?, nella quale Pino Daniele ha scelto di non farsi neppure seppellire; in questa cittĂ ci sono tanti, spesso indifferenti e rassegnati a quei problemi veri, che si scandalizzano per una, vorrei dire W poletani. Dimenticando, molti, che la Vanoni ha cantato mirabilmente anche Napoli e le sue canzoni, del repertorio antico e moderno. E, fra l’altro, non smette mai di frequentare Napoli e le nostre Isole, di cui vanta sempre la bellezza ed il calore dell’accoglienza. Ne sono testimone antico. Sono certo che lunedĂŹ, al Teatro Augusteo saremo in tanti ad abbandonarci al fascino incontaminato della sua voce e delle sue interpretazioni, augurandoci solo che non sia davvero “ultimoâ€?, come “minacciatoâ€?, questo suo tour di concerti!


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TERRITORIO ISCHIA IN 3P: PAESI, PAESAGGI E PERSONE

Difendere la nostra terra di Ischia deve essere prima di ogni cosa un atto d’amore e di civiltĂ che deve coinvolgere tutti gli ischitani di buona volontĂ ! Riessioni dopo gli ultimi eventi meteo che hanno colpito anche la nostra isola Continua da pag. 1 mondo della scuola, le pubbliche amministrazioni ed i loro rappresentanti, le associazioni presenti sul territorio, la Chiesa Cattolica e le altre Confessioni religiose. La trasversalitĂ del problema è totale: il bene, il benessere economico, il progresso, l’armonia, la felicitĂ di un paese, dipendono solo e soltanto da quello che nasce, cresce e si consolida costantemente nell’intero corpo sociale. La coscienza dei problemi nascenti deve trovare risposte e comportamenti uniformemente condivisi e caricati in maniera perequata, non per risolvere solo quelli a modo di toppa, ma per vedere oltre i fatti contingenti

" Il problema di oggi può divenire la risorsa del domani se quel problema è percepito come un’occasione da non perdere per migliorare un assetto valutato male o non valutato affatto nella sua potenzialitĂ . Eccovi un esempio molto semplice: se l’acqua di pioggia che scorre sul terreno può eroderlo e provocare smottamenti che, crescendo e propagandosi, possono innescare una frana, come si può risolvere il problema? La maniera piĂš semplice può essere di convogliare l’acqua di pioggia altrove, ad esempio su un’area contigua. Ma il rischio, molto forte, è quello di trasferire il problema ed i rischi connessi, altrove. Ma se l’acqua in eccesso è valutata come una risorsa per i terreni della stessa area, siccitosi per natura nel periodo estivo, ecco che il problema trova uno sbocco positivo nella costruzione di un bacino idrico la cui acqua tesaurizzata in inverno rende fertili e produttivi i

terreni prima inariditi dalla siccitĂ estiva. Una impostazione simile sembra ovvia, ma pensateci bene, mie care lettrici ed affezionati lettori, quante volte l’egoismo porta a prescegliere la soluzione piĂš semplice, ma anche la piĂš deleteria per il bene comune. Con altro esempio rimango nel piccolo del singolo cittadino e sempre sul problema dell’acqua: tizio ha un bel giardino, ma decide di scaricare l’acqua del terrazzo e del parcheggio privato sulla strada. E’ comodo e facile! Anche perchĂŠ quando piove forte il giardino diventa un pantano. Ma capita che di tanto in tanto lava la macchina o le piastrelle del terrazzo, e usa detersivi. L’acqua saponata scorre sulla strada, passa uno scooter, scivola, il conducente si fa male. Ma ammettiamo che non succeda questo, l’acqua saponata dove va? Bhe, non penso occorra suggerirvi una risposta. Mi perdonerete questo preambolo un tantino lungo. Vengo subito al tema principale che ho impegnato con il titolo che avete letto in testa a questo mio scritto. Vedrete poi > % * % " cato. Dunque, anche Ischia è stata coinvolta dagli eventi meteorologici a dir poco eccezionali delle ultime settimane. C’è stata una vittima che tutti sinceramente piangiamo. Ciò nonostante, e con l’immane dolore che anche una sola morte può e deve suscitare, possiamo dire di essercela cavata bene. Altrove la furia degli elementi si è fatta sentire in maniera pesantissima, con vittime innocenti e danni materiali incalcolabili. Qualcuno, anzi quasi tutti sui mezzi di informazione,

pone l’accento sulla drammaticitĂ di una sequela di eventi calamitosi % Z " è quello della denuncia indignata. Ma le persone di buon senso non abboccano a questo atteggiamento. Aggiungo: le persone di buon senso sono pure quelle che per amare profondamente la propria terra, non fanno niente per offenderla, che per essere pure li, prima di fare qualsiasi cosa pensano agli effetti che posso Sono le stesse persone che si sforzano in ogni modo di trasferire il loro buon senso ai loro prossimi, e comunque sempre ed ovunque operano. Ma il piĂš delle volte sono considerati e derisi come dei Don Chisciotte a caccia di mulini a vento. Ma non desistono nella linearitĂ del loro vivere. Occorre che queste persone siano piĂš ascoltate, piĂš imitate, te, sensibile, cosciente ed one politica, impossessandosene per il bene comune. Le persone, i gruppi di persone con tali caratteristiche non possono stare nel loro guscio, anzi quelle che lo fanno, sono in tal senso degli L’onestĂ , con tutti i suoi corollari, non ha nessun senso se non trova il coraggio della sua affermazione piena e convinta nei confronti degli altri. Non può mento degli altri, deve essere manifestata perchĂŠ gli altri possano

riconoscerla. "

UN’ALTRA VITTIMA AD ISCHIA

Con la mente siamo tutti andati immediatamente alla tragedie del Monte Vezzi del 30 aprile 2006 ed a quella di Casamicciola del 2009. Un’indignazione generale, giusta nella sua istintiva ed umanissima manifestazione. #

date per caso se dal 2006 ad oggi, nella ricorrenza del 30 aprile, c’è stata una sola commemorazione pubblica di quel tristissimo evento? E per quella del 2009 di Casamicciola? Niente di niente! Cos’è, la nostra comunitĂ si vergogna di quei morti? Furono loro i colpevoli di quella sciagura? Non hanno forse quei morti la stessa dignitĂ , ad esempio dei morti di Nassiria? Io, cari lettori, sono sconcertato per questo andazzo! Gli stessi che oggi si indignano per la morte di Peppe Iallonardo ricordando quelli del Vezzi, l’anno prossimo

a quando magari (speriamo non succeda!) non capita un altro lutto. Faccio un appello direttamente al Sindaco di Ischia ed ai direttori dei quotidiani di Ischia: “METTIAMO IN CALENDARIO PER IL 30 APRILE DI OGNI ANNO UNA CERIMONIA DI COMMEMORAZIONE PUBBLICA DELLE VITTIME DEL VEZZI DEL 2006â€?. La stessa cosa faccia anche il Sindaco di Casamicciola per l’alluvione del 2009. Rappresenti ciò un monito costante perchĂŠ ciò non accada piĂš e soprattut-


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to per una maggiore attenzione al territorio, alla sua fragilitĂ . Per gli amministratori perchĂŠ si faccia "

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con atti concreti la loro terra. ABUSIVISMO EDILIZIO, UN MARCHIO D’INFAMIA PER ISCHIA.

La cosa è incominciata con Bertolaso, è continuata poi con il Pre * " ˆ" > > Z "" terra e fa tremolare un qualcosa, la * " % < = X Z campioni in tale pratica. Ma non X invece non sono state messe alla " " Z & J %%

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TERRITORIO

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ALBERI ABBATTUTI: LA SICUREZZA PUBBLICA AL PRIMO POSTO.

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14 marzo 2015

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% conto. Francesco Mattera


12 14 marzo 2015

TERRITORIO

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La scalata del Monte Epomeo:

storia e misteri L'

Epomeo non è un vulcano, come molti credono, ma un blocco A cura di Antonio inclinato di tufo verde. Lubrano Rappresenta circa il ™š› tale dell’isola ed è venuto fuori a seguito di una forte eruzione, di tipo esplosivo, all’incirca 55.000 anni fa. Raggiunge un’altezza di 789 metri s.l. m. e la sua cima è facilmente raggiungibile, piĂš o meno un’ora di cammino, dalla piazza di Fontana (Serrara Fontana). Da tempo, infatti, una strada asfaltata sostituisce l’antico sentiero, tranne che per il

ta, comunque agevolmente percorribile. Anche se il percorso non è proibitivo, è ugualmente preferibile indossare un abbigliamento adeguato ed evitare la salita nelle ore piĂš assolate, soprattutto d’estate. Guadagnata la vetta, il turista può godere di un panorama straordinario, che abbraccia le isole di Capri e Ponza, Napoli, il Vesuvio, la penisola sorrentina, e che svela il lato mistico dell’isola d’Ischia. Come se la salita per arrivare in cima simboleggiasse anche un cammino di elevazione spirituale. E simili dovevano essere le sensazioni che indussero, prima, la nobile Beatrice Quadra, vedova D’Avalos, a fondare un ritiro per monache (salvo poi successivamente spostarsi all’interno delle mura del Castello Aragonese) e poi altri anacoreti, come frĂ Giorgio Bavaro, o nel 1753 frĂ Giuseppe D’Argout, ex Governatore del Castello d’Ischia,

a stabilirsi in eremitaggio sulla vetta rocciosa del Monte Epomeo. L’antico eremo, dedicato, pare giĂ dalla metĂ del ’400, al culto di San Nicola di Bari, venne trasformato, anni addietro, in una locanda e le antiche celle dei frati in spartane, ma tutto considerato, confortevoli, camere di albergo. Attualmente questo sito non è in attivitĂ . Resta solo una piccola chiesa, che insieme alle celle scavate nella pietra e alle cosidette “fosse della neveâ€?,

secolo, riprendendo e mettendo insieme alcune suggestioni del buddhismo tibetano, degli antichi abitanti delle Americhe, degli Egizi, si diffuse in Occidente una teoria leggendaria secondo cui il centro della terra sarebbe abitato da una civiltĂ molto evoluta, gli Agharti, con una loro maestosa capitale Shamballa. A corredo indispensabile della credenza, la convinzione che la terra sia cava, cioè vuota all’interno, perchè si sosteneva, qualcuno lo fa an-

steneva di aver viaggiato al centro della Terra attraverso un varco al Polo Nord. Precedente, del 1864, ma di sicuro piĂš conosciuto il romanzo “Viaggio al centro della terraâ€? di Jules Verne, uno dei padri della moderna fantascienza. Ancora, i testi scritti dell’esploratore polacco Ferdinand Ossendowski, che, nel 1923, dopo un suo viaggio in Asia, sostenne di aver avuto delle informazioni fondamentali da parte di alcuni Lama e di un principe mongolo, Ciultun Bejli. Le informazioni convergevano nel descrivere un regno sotterraneo, fatto di lunghissime gallerie situate sotto tutta l’Asia, in Tibet, in Mongolia, nel Deserto del Gobi e che poi si estendono per il mondo intero attraverso varie entrate, tutte ben occultate. Ecco, secondo diverse mappe, immancabilmente saltate fuori mano a mano che il Epomeo sarebbe uno degli ingressi di questo regno sotterraneo. PiĂš nel dettaglio, l’Epomeo, al pari degli altri ingressi, sarebbe una centrale energetica incaricata di fornire energia al mondo sotterraneo, canalizzando la corrente cosmica di natura magnetica chiamata Vril, a grotte realizzate manualmente allo cora, che se cosĂŹ non fosse la sua sua volta irradiata a tutto il regno scopo di conservare la neve d’in- massa sarebbe tale da attrarre a sè attraverso una gigantesca colonverno per poi riutilizzarla come tutti gli altri corpi del sistema so- na di granito, lo Zed, un traliccio ghiaccio in estate, rappresentano ti- lare. dell’alta tensione sui generis, sipici esempi di architettura rupestre. Diversi i romanzieri, piĂš o meno di tuato all’interno delle piramidi di La Terra Cava ed il regno sotter- successo, che hanno speculato su Chiope. Se credete a queste storie raneo di Agharti C’è però un’al- questi temi. Uno si chiamava Wil- e volete irradiarvi dell’energia cotra storia del Monte Epomeo, una lis George Emerson e, nel 1908, smica del Vril, non vi resta allora storia a metĂ tra esoterismo e let- Z W % " che indossare scarpe da trekking e

Œ 8 œZœ di un marinaio norvegese che so- scalare la vetta del Monte Epomeo.


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14 marzo 2015

L’isola inesplorata: tornano di moda i sentieri nascosti Giovan Giuseppe Cervera - 1922- 1986 Scopritore dei sentiri dell'isola

Un elaborato degli anni ‘60 sui sentieri dell’entroterra dell’isola dell’ultimo cantore delle bellezze naturali dell’isola verde, Giovan Giuseppe Cervera, commissionatogli dal vecchio e storico EVI per favorire soprattutto il turismo tedesco portato a scoprire l’isola camminando a piedi. Il fascino agreste di San Pancrazio, Matacena, Chiummano, la Scarrupata, il bosco dei Conti, Monte Tippodi e Fondo Ferraro e Pietra dell’Acqua. Ermanno Mennella ne parla alla Borsa Mondiale del Turismo a Berlino come una straordianaria novitĂ da offrire al turista tedesco e non solo della nuova generazione. Il problema della manutenzione che le amministrazioni interessate spesso non riescono ad affrontarlo. Intanto Pasqua e la Primavera si avvicinano

ornano di moda i sentieri della nostra isola battuti un tempo per lo A cura di piÚ da quelli che per noi Antonio erano i turisti preferiti, Lubrano e cioè i tedeschi. Gen

l’aria per dare un senso concreto alla propria vacanza che considerava un investimento per il personale benessere. Ischia, conosciuta come l’isola verde per eccellenza, ha la sua origine vulcanica e al suo profondo interno, conserva il suo aspetto selvatico ed anche pietroso. Con i suoi paesi rivieraschi incastonati nella costa e caratterizzata da un clima mediterraneo, giĂ da marzo è avvolta da un trionfo di colori e dai profumi degli aromi selvatici che annunciano l’inizio della bella stagione. Infatti manca poco per Pasqua e per l’entrata della primavera e gli animi degli isolani giĂ si predispongono al meglio per l’accattivante richiamo della natura. Andare per sentieri di cui & %% "

| to prodursi in escursioni ben de " | sto che i percorsi toccano vecchi crateri nascosti. Partendo da Faiano, ci si imbatte nelle zone di Marecoppo, Monte Trippodi, Buceto, Carusiello, Cretaio, Fondo Ferraro, Casa Arcamone, Bosco dei Conti, da cui, oltre a godere di una vista panoramica su Ischia e sul Castello Aragonese, è possibile ammirare la Sorgente di Buceto, il cratere di Fondo Ferraro e la Lava di pietra scura dell’Arso, che testimonia l’ultima eruzione del 1302 che distrusse la cittadina medioevale di Geronda. Nei primi anni ‘60 l’E.V.I, l’Ente Autonomo per la Valorizzazione dell’isola d’Ischia, allo scopo di realizzare una mappatura di tutti o quanto meno dei maggiori sentieri dell’intero territorio isolano, con l’intenzione di pubblicizzarli e renderli fruibili ad un certo tipo di

T

turismo camminatore che proprio in quello tedesco, come abbiamo detto sopra, trovava la sua maggiore propensione, si rivolse all’ultimo sensibile e vero cantore delle bellezze naturali dell’isola, che proprio in quel periodo stava lavorando con la collaborazione del sottoscritto, alla realizzazione di una documentata guida di Ischia con la maggiore attenzione proprio ai sentieri, specie quelli piĂš nascosti dell’intera isola d’Ischia. Il personaggio in questione è il compianto Giovan Giuseppe Cervera per le cui conoscenze inconfutabili sulla natura dell’isola, andava proprio a pennello per i desiderata dell’organismo turistico isolano. Infatti 3 3

scrittore e poeta, in poco tempo elaborò e consegnò all’EV.I. una dispensa esauriente nel suo contenuto, corredata per altro, da una " senza confusione lo stato effettivo dei luoghi. Il fascicolo, dattiloscritto, recava la seguente prefazione: “Dovendo approntare, su ordinazione dell’EVI un elenco delle passeggiate turistiche e precipuamente di quelle piĂš riposte, allo scopo di indirizzare e ben guidare il forestiero desideroso di conoscere le ricchezze dell’isola verso quei luoghi & o per la dovizia di cose belle e utili che detengono, assurgono a bellezze naturali dell’isola d’Ischia, ed onde consentire all’E.V.I. la possibilitĂ di renderle accessibili curandone la manutenzione, e rintracciabili mediante una opportuna segnaletica, colgo l’occasione per suggerire allo stesso E.V.I. di rendersi interprete verso i Comuni della permanenza di una toponomastica squisitamente indigena di alcune strade, e di preoccuparsi, anche in sede di Piani Regolatori, di stabilire certi punti fermi in materia di salvaguardia delle bellezze naturali, che non possono non essere assunti come patrimonio di & $ ' che rimane ancora del ricco paesaggio d’Ischia, non vada sottratto agli isolani, naturali proprietari, o irrimediabil-

mente distrutti�. Cervera in questo lavoro commissionato dall’EVI, si addentra all’interno dell’isola, alla scoperta dei viottoli piÚ inesplorati per ritrovarsi al cospetto di agglomerati di case nascoste da una vegetazione rigogliosa. Ci parla della zona di Matarace tra il Vatoliere, la Scarrupata e Chiummano attraverso Pieio e la Convalle del cratere. Ci si arriva per via Terranera, per l’omonimo casolare, ci si arrampica subito sulla collina, passando per il Cavone delle Rose. E’ uno degli itinerari campestri, suggeriti per la mappatura dei sentieri turistici che già 50 anni fa si voleva offrire al turista amante dei percorsi a piedi all’interno dell’isola. A distanza di tanto tempo l’iniziativa, *

| litĂ . Ignorando il precedente, ne ha parlato Ermanno Mennella Presidente della federalbeghi di Ischia, alla Borsa Mondiale del Turismo a Berlino, facendo passare l’idea come straordinario fatto nuovo “che attira sull’isola clientela da tutta Europa particolarmente sensibile al turismo verdeâ€?. L’hanno chiamata “Andare per sentieriâ€? l’iniziativa realizzata dagli operatori di Ischia che andrebbe in vigore per la prossima primavera, per gli amanti del trekking e del turismo verde particolarmente richiesto dai viaggiatori tedeschi che rappresentano il secondo mercato per arrivi in Campania dopo la Gran Bretagna. Naturalmente il percorso del * Percorrendolo tutto, il turista che > trova di fronte a scenari meravigliosi come San Pancrazio, Matacena, Maronti e Cava Grado e le zone di Testaccio e Monte Cotto, da cui si può anche godere di una splendido panorama sulla fortezza la Guardiola. E’ proprio vera l’affermazione di quel turista tedesco che ripeteva, girare l’isola in lungo ed in largo non è mai abbastanza.


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TERRITORIO

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Barano si attrezza i sentieri della lucertola P

er Barano d’Ischia alla Borsa del Turismo a Berlino, si è sfondata A cura di una porta aperta. Sul Michele Lubrano territorio del Comune isolano giĂ si pratica la cultura turistica dei sentieri, indicati a chi vuol percorrerli, attraverso una visiva segnaletica di % lucertola. Ecco che a Barano esistono i “Sentieri della Lucertolaâ€? i cui tracciati sono cosĂŹ segnati: agli " % " % | le piccole frecce con il logo della lucertola, per cui trovare la via sarĂ molto semplice. Si parte dallo 8

Y

& &Z ] | sa di Madonna di Montevergine, sulla collina detta per l’appunto lo Schiappone, nel comune di Barano. Qui c’è un piccolo, ma caratte % " %

% ˆ | passando la chiesa la strada continua e si immerge in una campagna % 7 "

| coli orti familiari e qualche animale da cortile creano un’atmosfera arcadica, fuori dal tempo. Mentre

si passeggia non perdere di vista la “ lucertolaâ€?, perchĂŠ ad un certo

% | ] " " % % | sogna prendere la stradina che sale sulla destra; l’altra strada che scen % & % |

7 | tri in salita la strada fa ancora una curva a destra e proprio davanti si "" E’ necessario contemplatelo con > + | so infatti continua e diventa ancora piĂš interessante. Appare una scalinata di cemento; salendola si conquistano altri punti di vista dominanti su un paesaggio che descrivere a parole è im % 9 > &* scegliere di fermarsi qui, oppure continuare ancora. Bisogna sapere che nel punto in cui si è arrivati si aprono due percorsi che per molta parte di strada hanno un cammino in comune: Piano Liguori oppure

] X % % | mina dall’alto. Il percorso verso la

8 ] in salita in una strada ricavata tra il costone della montagna; si tratta %%

lungo; parte è in salita, parte in discesa. Per arrivare alla cappella di 8 ] & di cammino spedito. Il sentiero che porta invece a Piano Liguori presto diventa pianeggiante. Percorrendo % " si trova un tracciato sterrato che in ‰ %% |

+ * " % " 9 cammino si giunge all’antico villaggio di Piano Liguori che si affaccia su Capri. Qui c’è anche un risto 7 da Piano Liguori proseguendo si raggiunge Campagnano dove si

% Z ] Campagnano il cammino è semplice e si possono scegliere due per J %

di grandi scaloni di pietra; l’altro un po’ piÚ lungo ma secondo noi J % | > > X

€ % | do su questo versante si segue tut 3 ] 7 | vara, e nelle giornate piÚ limpide 7 punta Campanella che da sola vale la passeggiata. Il sentiero del grande cratere.

7 " | Š X II. Percorso: Fiaiano, Marecoppo, Monte Trippodi, Buceto, Carusiello, Cretaio, Fondo Ferraro, Casa 9 % $ | no. Caratteristiche: Selva di castagne % di “Bucetoâ€?; uno dei piĂš grandi carteri dell’isola - il Fondo Ferraro; splendida vista sul Castello Aragonese ed il golfo di Napoli. Il sentiero delle antiche cantine. 7 " " X III. Percorso: Buonopane, Candiano, Montegatto, Piano san Paolo, selva del Napoletano, Cannavale, Cirillo, Fiaiano. Il sentiero del santuario 7 | " |

X ZZ Percorso: 7 8

| ne, Scarrupata, Schiappone Tero 7 Il sentiero delle Baie 7 |

" % Š X Z Percorso: Testaccio, Monte Cotto, Testaccio. Caratteristiche 7 " > & | Y 3 W % 8 ] |

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Storie 14 marzo 2015

V

ogliamo ripercorrere e ricordare la vita di alcune donne di A cura di ieri. Queste creature Mena Alvi Parr. S.Maria hanno vissuto 2 vite delle Grazie in in una. Il dolore e Lacco Ameno l’angoscia le ha attraversate, ma esse erano sicure che il Signore le avrebbe accompagnate in tutto il cammino della loro vita. Queste donne hanno vissuto gioie e dolori, come tante altre donne. Santa Gianna Beretta Molla nacque a Magenta il 4-10-1922, e morĂŹ •Â&#x; $ š " ‰ & " + " | danza le diagnosticarono un tumore e cosĂŹ, a 39 anni, ad una settimana dal parto, morĂŹ. Una vita breve, ma interamente vissuta in nome di Dio. Attentissima al marito e alle cure " prestava assistenza volontaria nelle scuole materne ed elementari. A tutto ciò aggiungeva l’impegno nell’Azione Cattolica. Evangelizzava piccoli e grandi. Il marito dirĂ di lei il giorno della sua morte che Gianna aveva esplicato tutta la sua breve vita ad essere semplicemente donna nella quotidianitĂ e che ave-

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Essere donne e sante donne L’esempio di alcune mamme, spose, donne, che oggi ricordiamo come esempio di santitĂ

Santa Gianna Beretta Molla

va vissuto le poche primavere della sua vita nell’ impegno di giovane, sposa e madre. Pietro, suo marito, all’etĂ di 90 anni, ha potuto godere della sua canonizzazione. Credo sia un fatto unico al mondo. Ricordiamo ora Santa Caterina Fieschi Adorno+ > Genova nel 1447, il 5 aprile. All’etĂ di 16 anni andò sposa a Giuliano Adorno. I primi anni di matrimonio furono tristi e pieni di prove e sopportazioni, per il carattere

Santa Rita da Cascia

violento del marito. Ella sopportò dopo aver avuto una visione in cui GesĂš le apparve sanguinante. Da quel giorno si dedicò completamente ai malati ed ai poveri. MorĂŹ a 40 anni e fu sepolta nell’ospedale, dove prestava servizio. Quando aprirono la tomba, il suo corpo era intatto, non presentava alcun segno di decomposizione. Santa Angela Merici visitò la Terra Santa. Affetta da una cecitĂ momentanea, una notte intravide una luce e una scala che portava al cielo tante fanciulle. CapĂŹ subito che era stata chiamata da GesĂš, per assistere spiritualmente e materialmente i giovani. Fondò la Compagnia 8 & ˆ Š™Š+ | te non hanno un abito monacale, ma oggi sono conosciute in tutto il mondo col nome di “orsolineâ€?. Gestiscono convitti e scuole femminili. Sant’Elisabetta Anna Bayley Senton (1774 – 1821). Dopo la morte del suo amatissimo consor %% Š " / cattolicesimo e fondò le Suore della CaritĂ , che accoglievano poveri e sofferenti. A furia di assistere malati, contrasse la tubercolosi e morĂŹ a soli 47 anni. # $ % , una guerriera, nacque a Brescia nel 1813. Orfana a 11 anni, con le pre" ‰ • anni diresse una settantina di ope 9 | quafredda (Mantova). Dopo molte iniziative di carattere sociale, fondò le “Ancelle della CaritĂ â€? per curare i malati negli ospedali. Tuttora questo istituto svolge una intensa attivitĂ . Che dire di # % che sposò Paolo di Ferdinando? Donna umile e dolce, sempre at-

Santa Maria CrociďŹ ssa di Rosa

tenta a quel marito, che non era uno stinco di santo. Paolo frequen

" + " | va per quel marito incessantemente € 8 " /+ " | biò vita ma la vita stessa una sera gli presentò il conto: fu trovato Z " J " vendicarlo, mentre Rita cercava in tutti i modi di dissuaderli, ma invano. Trovò la forza di chiedere a €

si macchiassero di un delitto. Fu accontentata. Oh Rita, sposa e madre, quanto hai sofferto e quanto hai dovuto insistere per entrare nel convento delle Suore Agostiniane di Cascia, e trovare un po’ di tranquillitĂ ! Anche oggi tante donne nel drammatico cammino della loro vita sopportano violenze e soprusi dai loro mariti. Penso a quelle violentate sessualmente, ad altre costrette + | mico dove sono schiave in nome, dicono, di una legge divina. A Kibila sono schiave e scavano sabbia nera nelle miniere, e molte in quei buchi neri perdono la vita. A quelle donne di ieri e a quelle di oggi dico che GesĂš, in un epoca di forte maschilismo, parlò con loro (Gv. 4,27), ebbe particolare attenzione e misericordia con le meretrici (Lc 7,36), (Gv 8.11), le curò (Mc 5,25), le rivendicò nella loro dignitĂ (Gv 8,1), le scelse come prime testimoni della Resurrezione (Mt 28,9). Le inserĂŹ nel gruppo delle persone piĂš vicine a Lui (Lc 8,1). GesĂš le ha conosciute piĂš intimamente e considerate prima di tutti 2000 anni fa. GesĂš con la sua Chiesa proclama tuttora la dignitĂ delle donne al pari & € % ad immagine di Dio (Proverbi, la donna ideale 31,10 – 31).


Preti di strada

17 14 marzo 2015

kaire@chiesaischia.it

CARDINALE DI PERIFERIA

Ăˆ sempre Don Franco

In giro con la Vespa e la sua croce di legno. “L’unica cosa che so fare è voler bene e amareâ€?, afferma il cardinale di Agrigento, senza cattedrale ormai inagibile da anni. Un piccolo cruccio: “La nostalgia di aver lavorato molto per i poveri e meno con i poveriâ€?

U

na giornata di 36 ore quella trascorsa con “don Francoâ€? nella A cura di terra agrigentina. Un Patrizia Caiffa cardinale che smette alla sera le vesti solenni " sto al mattino e andare allo stadio ad incontrare centinaia di liceali scoppiettanti di vitalitĂ . E’ molto amato il neo cardinale Francesco Montenegro, 69 anni, messinese, arcivescovo di Agrigento da sette anni, presidente della Commissione episcopale per le migrazioni e della Fondazione Migrantes, ancora piĂš noto per essere il vescovo di Lampedusa che accolse il primo, storico viaggio di Papa Francesco nel luglio 2013. Ancora prima, ‰ % Il rientro nella sua diocesi con berretta e anello è stato trionfale ma semplice al tempo stesso. La festa del patrono San Gerlando, il santo che riaffermò la cristianitĂ sull’islam che si era radicato in Sicilia. La chiesa straripa di popolo, clero, " % 9 sa il cardinale prende il microfono e ricorda il patto: “Questo anello non è mio ma vostro. E non mi chiamate cardinale: io resto sempre don Franco. Quello che prima dovevo fare con ‘eccellenza’, ora lo faccio con ‘eminenza’â€?. Un Vangelo senza sconti. “L’unica cosa che so fare è voler bene e amareâ€?, ci dice. Cita don Tonino Bello, don Primo Mazzolari, e sua madre, dama di caritĂ che lo portava nelle case dei poveri e gli diceva sempre: “Ama i poveriâ€?. Questo “amare senza freniâ€? i poveri, gli immigrati, i sofferenti, gli emarginati, insieme alla croce di legno che porta da 14 anni – “e perchĂŠ mai devo cambiarla? Che

sia d’oro o d’argento sempre croce èâ€? – è il tratto distintivo di un cardinale che ancora gira in Vespa per le irte stradine del centro storico e sente di avere in testa e nel cuore una direzione chiara: “Il Vangelo va preso senza sconti: non si può essere buoni cristiani ed essere indifferenti ai poveri o agli immigrati. Bisogna abbandonare il vecchio modo di vivere la fede in maniera accomodante e condividere, aprirsi all’altro. Qui si tratta di mettere una marcia in piĂš. Con il galateo si può scherzare, con il Vangelo noâ€?. Con un piccolo cruccio: “La nostalgia di aver lavorato molto per i poveri e meno con i poveriâ€?. Con i giovani. Allo stadio c’è una manifestazione calcistica di solidarietĂ . Gli studenti gli regalano una targa, una maglietta con la scritta “don Francoâ€? e una “bustarellaâ€? con i soldi raccolti per i poveri. Don Franco contraccambia con parole incoraggianti e sagge: “L’entusiasmo che provate ora dovete portarlo nella vostra vita. Non si può stare una vita sugli spalti o in riserva. Si diventa campioni quando si ha il coraggio di scendere in campo e fare la propria parteâ€?. “E se non ci credete – scherza - vi faccio scendere dagli spalti con il battipanni!â€?. E’ lo stesso don Franco giocoso ma serio che anni prima aveva detto ai ragazzi di scandire *W Y sua parte continua a giocarla ogni giorno, con coraggio, altruismo, intelligenza, abilitĂ nel comunica e se loro ascoltano – risponde – ma io devo aiutare i miei cristiani ad essere coerenti. Noi siamo la proposta nuova per cambiare un mondo vecchio. Per fortuna c’è

tanta gente buona che fa del bene in silenzioâ€?. E non si stanca di dare l’esempio, con tanti piccoli e grandi gesti. Parte del suo imponente episcopio, il punto piĂš alto della cittĂ vecchia di Agrigento da cui si ] = cle - è stata destinata alla creazione di un museo diocesano ricco di te 3 Reni, accanto ad una prestigiosa biblioteca del ‘700 con codici arabi e libri antichi, un piccolo museo antropologico che ricostruisce i luoghi della gemellata missione in Tanzania per educare i ragazzi alla mondialitĂ e tante altre opere per far rivivere culturalmente uno stupendo ma trascurato centro storico che non ha piĂš il suo duomo. Il cardinale senza cattedrale. Don Franco è infatti forse l’unico cardinale senza cattedrale, un tesoro settecentesco ricco di statue

" magistralmente dipinti e una cupo

| & ˆ * tutta ingombra di tubi innocenti e impalcature. E’ chiusa da anni per il suo lento scivolare di un millimetro al mese insieme alla retrostante collina di tufo ed argilla. Uno scandalo di mala gestione e ritardi nelle decisioni. Cammina sommesso mostrando enormi crepe sui pavimenti antichi e sui muri: in 400 anni è scivolata di ben 94 centimetri e le risorse necessarie per la messa in sicurezza e i lavori per arginare il dissesto idrogeologico della collina nostante gli appelli e i gesti simbolici della comunitĂ . “Sono convinto che non ci rientrerò piĂšâ€?, ammette rassegnato. Ci fa strada tra le belle stanze dell’episcopio che ricordano ambienti da “Il Gattopardoâ€?. La cucina con i tre canarini che cura

con il segretario don Giuseppe, gli incontri nel suo studio. Alle pareti dell’ampio salone ci sono i ritratti dei precedenti cardinali. E lei non c’è don Franco? “No, no. A me basta guardarmi allo specchio. FinchĂŠ sarò in vita, niente ritrattoâ€?. All’ospedale. Nel pomeriggio, visita all’ospedale di Agrigento per inaugurare un corso per volontari sanitari dell’Avulss, che lo accolgono con abbracci e baci. Da quando è tornato da Roma ne avrĂ dati migliaia. “Il primo impegno di un vescovo è stare vicino ai poveri e ai malatiâ€?, ribadisce ancora, svisce " termine “servizioâ€? come stile del volontario e del cristiano in genere. Poi, senza mezzi termini: “Se sono medico e faccio pagare grosse cifre che non consentono ai poveri di curarsi, quello non è piĂš servizioâ€?. E ancora: “Se un volontario si interessa di malati ma disprezza gli immigrati, per favore non venga piĂš in ospedaleâ€?. La sua è anche una fede che ha il coraggio del confronto e del dialogo. L’appun " " è infatti una Marcia per la pace con cristiani e musulmani nella vicina cittadina di Favara, da cui parte un grido di speranza contro il terrorismo, la paura e i pregiudizi. Ma questa storia l’abbiamo giĂ raccontata.


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Libri 14 marzo 2015

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LETTURE CONSIGLIATE

Quando le ruote si inceppano S

cartabellando fra le mie vecchie carte, mi capita fra le mani un libretto di una novantina di pagine dal titolo originale di cui sopra. Lo leggo. E vi trovo alcuni consigli, utili per me (classe A cura di 1930). ChissĂ che non lo siano anche per qualche lettore di Don Vincenzo Kaire! Avallone Ed ecco anzitutto come l’editore Gribaudi di Torino, nel lontano 1984, presenta l’autrice del libro: “GiĂ ne Il gioco del mattino Agnese Baggio aveva preso per mano il lettore – lei impedita nel muoversi – per un viaggio, fra i contrasti della vita e quelli che ci creiamo † — "

* X chica, morale o spirituale qualunque sia la sua etĂ â€? (a tergo del libretto). Quando le ruote si inceppano “Le mie ruote si vanno inceppando. Ăˆ tempo che io mi abitui a vivere con una pianta. Una pianta non sente il bisogno di andare di qua e di lĂ , di visitare luoghi nuovi, di correre dietro a mete valide o a chimere. Ăˆ tempo che io cominci a inerpicarmi, cosĂŹ come posso, lungo una sola dimensione, la verticale. L’ho sempre amata questa direzione, forse in maniera un po’ troppo platonica, anche perchĂŠ le mie gambe e le mie energie mi portavano lungo le piĂš svariate traiettorie del mondo. Ora gambe ed energie non mi portano piĂš in nessun postoâ€? (pag. 13). No, alle parole dimissionarie “Si tratta di dire: SĂŹ, io sono questo badando bene di non aggiungere ormai. PerchĂŠ ormai è una parola dimissionaria e le parole dimissionarie non de-

vono trovare posto nel nostro vocabolario. L’affermare Ora io sono questo abbraccia in un unico respiro l’arco della mia realtĂ e del mio Mistero mentre Ormai io sono questo è la parola piĂš falsamente e piĂš fatalmente rassegnata che io possa pronunciareâ€? (pag. 88). Qui, dove si cerca “Vorrei ancora vivere a lungo‌ a lungo rimanere qui dove si cerca ‌ non c’è nulla di piĂš bello che cercare ‌ Tante porte da aprire, tanti spiragli da socchiudere, tanta pazienza per aspettare l’attimo in cui si rivelerĂ il germoglio, tanto coraggio per imboccare piste sconosciute, per riconoscere di aver sbagliato, per tornare indietro, per ripartire da capo, per cominciare un giorno nuovo ‌ si cerca con la mente, si cerca con gli occhi, con il cuore, con l’attenzione, con l’ansia, con l’aviditĂ , con l’amore. Ho voglia di cercare ancora prima di aver trovatoâ€? (pag. 40). Non ne posso piĂš “Ora voglio parlare della stanchezza. Non di quella stanchezza spicciola e quotidiana che ci fa sospirare UffĂ , non ne posso piĂš!, e poi tutto continua come prima. Ma di quella stanchezza totale che ci piomba addosso come una cappa, che ci trasporta in un’altra dimensione dove ci si aggira da soli, perduti e, quello che è peggio, indifferenti ‌ Cosa fare? Niente. A questo punto, nella mia esperienza, non dobbiamo opporre resistenza ‌ ma aspettare che l’acqua scorra sotto il ponte ‌ Non agire, dunque, ma attendere‌ Attendere che la linfa risalga lungo lo stelo, che la nebbia si diradi da sè‌ quell’attesa attiva che forse si chiama speranza‌â€? (pag. 55). Quando anche pregare stanca “A volte siamo troppo stanchi per pregare. Un’ AveMaria, un Pater sono fatica, noia, stanchezza. Che fare? ‌ Ripiegarsi a riccio in sĂŠ stessi? Pochi sanno che esiste anche la contemplazione dei poveri ‌ Chi può giudicare un dono, se non Colui che lo riceve? In questo caso Colui che lo riceve, riceve nel segreto, e l’insistente ripetizione del Nome di GesĂš incastonato nella AveMaria, nel segreto risuona come una nota di vita ‌ La contemplazione dei poveri a cui prima accennavo non è altro che questo: la ripetizione del Nome di GesĂš, o da solo o racchiuso in una breve formula come quella usata dagli antichi monaci della chiesa greco-ortodossa Signore

& / & %% 2 , formula abbinata al ritmo della respirazione cosĂŹ come il mantra indĂš o i dihkr musulmani ‌ Gli uomini che si sono interamente votati a GesĂš sussurrano il suo nome ad ogni respiroâ€? (pag.45). L’ansia essenziale “L’ansia essenziale da cui scaturisce questa preghiera è la ricerca del Centro vivente, del Verbo Eterno che si è incarnato e porta un nome – GesĂš – che è il punto focale nel quale si incontrano il divino e l’umanoâ€? (pag. 47). Perdere la propria vita “Chi perde la propria vita la troverĂ ; se il seme non muore ‌ Tu lo hai detto e noi lo ripetiamo pedestremente, per abitudine, indifferenti come se si trattasse di una cosa qualunque ‌ E se perdo la mia vita, che cosa rimane? Rimani Tu. Io perdo la mia vita perchĂŠ risplenda la tua unicitĂ . In questo unicitĂ ritrovo forse la mia Vita? ‌ Signore, io sono nel mondo e non posso conoscere il mistero insondabile del mio destino eterno ‌ Dove Tu sei, fa che io sia, per non lasciarti solo, perchĂŠ tutto in me non debba svanireâ€? (pag. 92).


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Ecclesia

14 marzo 2015

kaire@chiesaischia.it

Pietà di San Francesco per un’anziana donna L

š $ sco ha trattato nella sua catechesi " " A cura dell' “Gli anziani sono una ricchezza, non Ordine Francescano si possono ignorare. ‌ Una cultura del Secolare di $ Forio come un peso. Non solo non producono, pensa questa cultura, ma sono un onere. 3 / %% & & 2& $ 2! 3 Dove non c’è onore per gli anziani, non c’è futuro per i giovani.â€? Y $ $ no di un episodio molto singolare che ha come protagonista una donna anziana, la quale, per $ &9 * " " 8 % &

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non c’era donna che prestasse a dare al bambino affamato la necessaria razione di latte, sicchÊ Z % % % 9 "

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] " % del bambino, perchÊ il Signore ti darà latte in abbondanza. Y / & 8 mediatamente le mammelle della ottuagenaria diedero latte in abbondanza. La fame di que % 8 > perchÊ molti, uomini e donne, erano accorsi a = " " ‰ "

% & % X 8 W j$$ ™ ™w — & * "" preghiera forte e fedele, con lacrime e gemiti, spes

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> tĂ che per amore del prossimo si trasforma in $ 2; gli anziani, nonostante la propria fragilitĂ , con la loro saggezza ed esperienza, hanno > & $ & 2& stegno materiale e morale / > 9 ~ %% *

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* za dell’umanità .

Tu che soffri, non sei mai solo I

l dolore nasconde il grande pericolo di chiuderti nella gabbia della tua miseria. Sembra che ti A cura di tronchi i rapporti di amicizia; Antonio Magaldi con lui gemi nel fondo del tuo Discepoli e io; ti senti abbandonato nelApostoli dello la solitudine piĂš nera. La sofSpirito Santo ferenza può distruggere, cosĂŹ come può guarire e redimere; per caritĂ , rompi deciso le sue sbarre, tuffati & " e amore. Non congelarti nell’egoismo, ma ri 8 8 sorriso aperto di chi accetta la sofferenza in sconto dei propri peccati, a gloria della Santis „ X & / "

€ % " ] * W j Š Â&#x;w ] € moneta falsa con le tue reazioni, chiusure, ribellioni ... quando puoi trasformarla in moneta pregiata, accettandola con umiltĂ , dolcezza J >

* J "" sia mai esistito. L’Amore puro non esiste senza " " -

3 J " > % 3 J $ " %% X < [ 3 J „ < [ 3 J „ < [ 3 J „ " & < [ 3 J <W 8 " > 3 J „ 8 " nel mio organismo malato, e il Tuo Corpo puro e sano, trasformi il mio corpo malato e pulsi * „ 8 XW Z 3 J

% % € * Y 8 ci infonde coraggio e la sua parola ci assicura Y * " W j„ w 8 " soffre in te e per te e con te. GesÚ non ti ha fatto mancare mai della Sua assistenza, e non te ne X ] >

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Arte & Liturgia 14 marzo 2015

IL SANTO DELLA SETTIMANA A cura di Francesco Schiano

17 MARZO San Patrizio Vescovo

Patrizio nasce verso il 385 in Britannia. Verso i 16 anni viene rapito e condotto schiavo in Irlanda, dove rimane prigioniero per 6 anni durante i quali approfondisce la sua vita di fede. Fuggito dalla schiavitĂš, ritorna in patria dove si prepara per diventare prete. In questi anni raggiunge probabilmente il continente e fa delle esperienze monastiche in Francia. Ha ormai 40 anni e sente forse la nostalgia di ritornare nell’isola verde. Qui c’è bisogno di evangelizzatori e qualcuno fa il suo nome come vescovo missionario. Egli si prepara, ma la famiglia è restia a lasciarlo partire, mentre degli oppositori gli rimproverano una scarsa preparazione. Nel 432, tuttavia, egli è di nuovo sull’isola. Accompagnato da una scorta, predica, battezza, conferma, celebra l’Eucarestia, ordina presbiteri, consacra monaci e vergini. Il successo missionario è grande, ma non mancano gli assalti di nemici e predoni. Patrizio scrive allora la Confessione per respingere le accuse e celebrare l’amore di Dio che l’ha protetto e guidato nei suoi viaggi cosĂŹ pericolosi. Muore verso il 461. Ăˆ il patrono dell’Irlanda e degli irlandesi nel mondo.

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COMMENTO AL VANGELO

Domenica 15 marzo 2015 QUARTA DOMENICA DI QUARESIMA

G

li incontri piĂš belli e profondi nella Bibbia avvengono di notte. A cura di don Cristian Anche l’incontro tra Solmonese Nicodemo e GesĂš, da cui sono tratte le parole del Vangelo di questa domenica, ci svelano la profonditĂ del messaggio che parte dal Cuore di Dio. Questo testo è un inno di grazia e di misericordia. Ăˆ nel verbo “bisognaâ€? che è contenuta la chiave di lettura di questo brano. Bisogna che Dio intervenga in modo speciale per salvare l’umanitĂ . GesĂš in quella notte svela la parte piĂš intima e profonda del cuore di Dio, svela il progetto del Padre che ÂŤha tanto amato il mondo da dare (consegnare) il suo Figlio unigenitoÂť. Questo è l’annuncio di gioia che la quarta domenica di Quaresima, detta “laetareâ€?, ci fa contemplare: ÂŤDio ricco di misericordia per il grande amore con il quale ci ha amati, da morti che eravamo per i peccati, ci ha fatti rivivere con Cristo: per grazia infatti siete stati salvatiÂť (seconda lettura). Solo queste parole dovrebbero far balzare di gioia il nostro cuore perchĂŠ Dio non ci ha abbandonato! Come viene concretizzato questo messaggio? Il testo ci offre un topos molto bello e profondo. Il Vangelo comincia con l’immagine del serpente innalzato nel deserto. Questo episodio è narrato nel libro dei Numeri (21,8): Al popolo morso dai serpenti velenosi, Mosè mostrò, elevato come uno stendardo, un serpente di bronzo; chiunque lo avesse guardato sarebbe guarito. Al pari del serpente innalzato, bisogna che " ] Z " " cato. GesĂš è il Messia, ma è Messia elevato sulla croce, come il serpente di bronzo sull’asta. Le tre predizioni sull’innalzamento del Figlio dell’uomo, che troviamo in Giovanni (3,14;8,28;12,32), corrispondono alle predizioni della sua morte e resurrezione che troviamo nei sinottici. In Giovanni la croce è presentata gloriosa sin dall’inizio del Vangelo, a differenza degli altri Vangeli in cui essa, * Z * "

di bronzo innalzato: in lui vediamo il male che il serpente ci ha procurato, ma anche il bene che Dio ci vuole. Egli è l’agnello che porta con sĂŠ il male del mondo, facendosi lui stesso maledizione e peccato per manifestarci il suo amore incondizionato. Vedendolo in croce, non possiamo piĂš dubitare. Una curiositĂ biblica sta nella parola “serpenteâ€? e “messiaâ€?. Essi hanno in ebraico lo stesso valore numerico: la somma delle loro lettere è 358, ma in piĂš la parola “messiaâ€? contiene una jod che è l’inizio del Nome: indica l’andare verso il bene. La salvezza di Dio non ignora il male, lo assume invece in modo divino, per amore e lo vince nel perdono, dove tutti, dal piĂš piccolo al piĂš grande, conosciamo chi è il Signore. Per accedere a questa salvezza, di cui è possibile gustare i frutti da subito, c’è una condizione: bisogna accogliere il Figlio, credere in lui. Come possiamo non accogliere la luce quando essa ci è stata svelata e donata con tanto amore dal Padre? Ăˆ un mistero! Certamente l’accoglienza dell’amore è un atto di libertĂ . Ma può la % X & * liberata dalla schiavitĂš dell’ignoranza e della paura? Cari amici, il giudizio sull’uomo lo fa l’uomo stesso, non Dio. Egli ci chiede di partecipare alla santitĂ e alla giustizia; se lo lasciamo entrare, se accogliamo il piano di Dio nel nostro cuore, saremo guariti, sentiremo giĂ in questa vita oggi stesso che GesĂš ci salva e ci sentiremo sempre dei salvati. Guar noscenza, abbracciamolo, baciamolo, eleviamo verso di lui il cuore. Egli non è un cadavere appeso ad un legno, egli è l’albero della vita, è la cro ] hanno mostrato; stringiamoci a lui e chiediamogli sempre di salvarci. Dalle sue piaghe noi siamo stati guariti e per le sue piaghe facciamo passare tutto! Ogni cosa! Sentiremo grazia e consolazione! Innalziamo alla croce le parole che l’inno del Vespro della Settimana Santa ci mette sulle labbra: ÂŤO crux, ave, spes unica! Hoc passionis tempore piis ad adauge gratiam reisque dele criminaÂť.


Arte & Liturgia

21 14 marzo 2015

kaire@chiesaischia.it

ARTE SACRA

La pietĂ di Michelangelo “Dio ha tanto amato il mondo da dare il ďŹ glio unigenitoâ€? a Chiesa oggi, guardando verso la Pasqua ormai vicina, ne anticipa la gioia. Cambia il colore dei paramenti dal violaceo penitenziale in un festoso color rosa, e giĂ col canto d’ingresA cura di so esprime un diverso clima emotivo: “Rallegrati, GerusalemErnesta me, e voi tutti che l’amate, riunitevi. Esultate e gioite, voi che Mazzella eravate nella tristezza: saziatevi dell’abbondanza della vostra consolazioneâ€?. La ragione di questa gioia, il motivo dell’esultanza e la forma stessa della consolazione vengono comunicati poi dal vangelo, in cui GesĂš annuncia che “Dio [‌] ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perchĂŠ chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eternaâ€?. Un’opera che illustra tali contenuti è la monumentale PietĂ di marmo iniziata da Michelangelo Buonarroti nel 1547 e rimasta ŠŠŠ " & |

&

& Z % " 9 Condivi e Giorgio Vasari, affermano che Michelangelo aveva pensato di collocare questo gruppo scultoreo sull’altare della cappella in cui pensava di essere sepolto, probabilmente nella Basilica romana di Santa Maria Maggiore, servendosene come monumento funebre; esso costituisce una $ in cui l’artista prende il carattere di un personaggio scritturistico: Nicodemo, il vecchio che era andato da GesĂš di notte per chiedergli: “Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?â€?. L’annuncio

L

Pietà , Michelangelo Buonarroti, 1547-1555. Firenze, Museo dell’Opera di S. Maria del Fiore

dell’odierno vangelo, che “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenitoâ€?, infatti fa parte del medesimo dialogo tra Nicodemo e Cristo. Questa bellissima immagine del vecchio che, per rinascere, “partorisceâ€? Cristo fu lasciata incompiuta nel 1555, dopo che Michelangelo, trovando seri difetti nel marmo, si convinse dell’impossibilitĂ di poterla completare. L’opera dimostra lo stato d’animo descritto dall’artista in un sonetto del 1554, ove cosciente e consapevole dei propri peccati, ma anche della guarigione offerta in Cristo innalzato per noi, Michelangelo scrisse che: € " € J > Y& > & | no Ch’aperse, a prender noi, ‘n croce le bracciaâ€?.



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Televisione

14 marzo 2015

kaire@chiesaischia.it

Questione di coach

ABBONAMENTO POSTALE

Ăˆ una delle chiavi del grande successo del talent “The Voice of Italyâ€?

N

el troppo denso panorama dei talent show televisivi, si distingue “The Voice of Italyâ€? (Rai2), un format A cura di che ha avuto origine nei Paesi Bassi, Marco Deriu ideato da John De Mol, fondatore e titolare di quella Endemol che alcuni anni fa lanciò l’arcinoto “Grande Fratelloâ€?. La sua fortuna si è sviluppata negli stati Uniti, dove è approdato nel 2011 per diventare uno degli appuntamenti top della Nbc. Da lĂŹ si è diffuso in altri 35 Paesi del mondo, sbarcando inevitabilmente anche in Italia nel 2013. Dopo il passaggio di “X Factorâ€? da Rai2 a Sky, la seconda rete Rai aveva deciso di tentare una strada nuova con questo prodotto televisivo, che ha qualche peculiaritĂ rispetto alla concorrenza: diversamente da quanto avviene in tutti gli altri talent canori, in “The Voice of Italyâ€? i concorrenti vengono ascoltati ma non visti dalla giuria, che siede verso poltrone girate di 180° e ha come parametro di giudizio soltanto la voce e l’esecuzione musicale, non l’aspetto degli aspiranti cantanti nĂŠ la loro eventuale capacitĂ spettacolare. Anche l’idea di cantanti professionisti che giudicano cantanti dilettanti – non cosĂŹ scontata in altri talent – è vincente. I giurati - quest’anno sono Piero PelĂš, Noemi, il rapper J-Ax e la coppia formata da Francesco Facchinetti e papĂ Roby dei Pooh – sono anche coach, perchĂŠ hanno il compito di selezionare i concorrenti meritevoli, arruolarli nelle proprie rispettive squadre, formarli e aiutarli a migliorare le proprie doti canore nel corso del programma per puntare alla vittoria. I coach ascoltano le esibizioni dei concorrenti concentrando la loro attenzione soltanto sulla loro voce senza vederli, poi possono premere il bottone che fa girare la poltrona se vogliono che entri nella propria squadra. Se a premere il pulsante è un solo coach, il concorrente entra automaticamente nella sua squadra; se piĂš

di uno di loro si contende lo stesso candidato, è quest’ultimo a scegliere da chi farsi seguire; termine dell’esibizione, il concorrente viene eliminato. Al termine di queste audizioni ciascun coach ha scelto 16 talenti per formare la

> rimasti in gara competono l’uno contro l’altro in diretta tv, attraverso turni a eliminazione che decretano un vincente per ogni squadra; i quat " il vincitore unico. Al quale spetta un contratto " ‚‚ @ Music Italia. Può capitare ai giurati di sottovalutare qualche esibizione e agli aspiranti cantanti di sorprendere giuria e pubblico. Ăˆ stato il caso, per esempio, di Chiara Iezzi, ex componente del duo Paola & Chiara che per molti anni ha cantato canzoni facili e orecchiabili, comparsa da sola senza la sorella a cantare senza che nessuno dei coach la riconoscesse dalla sola voce. In passato analogo tentativo aveva fatto Alessandra Druisian, ex cantante dei Jalisse, duo (meno noto del precedente) vincitore di un passato Festival di Sanremo. A lei andò male, perchĂŠ non fu scelta, mentre Chiara Iezzi è riuscita a passare la “blind auditionâ€?. Si può discutere, come puntualmente è avvenuto sul web, se la decisione della Iezzi di scendere nell’agone insieme ai dilettanti sia stata un atto di coraggio di chi ha deciso di mettersi alla prova (ri)partendo da zero o la trovata di chi è solo in cerca di un rilancio magari a spese di altri che avrebbero potuto entrare in competizione. Resta il fatto che, come il titolo stesso del programma ribadisce, è la voce a essere protagonista. E questo, in fondo, non è poi tanto scontato nei talent show contemporanei, in cui non sempre vincono i cantanti piĂš bravi ma spesso si affermano quelli piĂš capaci di colpire il pubblico in qualunque modo.

La rubrica di calcio “fuga per la vittoriaâ€? riprenderĂ nel prossimo numero. Ci scusiamo con i lettori

L’abbonamento annuale ordinario al nostro settimanale costa â‚Ź 45,00 e consente di ricevere con spedizione postale a casa propria (sul territorio italiano) i 52 numeri del giornale stampati nel corso di un anno solare piĂš eventuali “Kaire specialiâ€?. Per chi vive all’estero, è possibile abbonarsi on line al settimanale in modo da poterlo leggere in formato Pdf a partire dalle ore 7,00 del mattino (ora italiana) nel giorno di uscita (verrĂ inviato via mail) e poterlo archiviare comodamente. Il settimanale online è esattamente uguale - per contenuto e impaginazione - a quello stampato su carta. L'abbonamento online costa â‚Ź 45,00. LE ALTRE TARIFFE ANNUALI: Abbonamento amico â‚Ź.100,00 Abbonamento sostenitore â‚Ź.200,00 Benemerito a partire da â‚Ź.300,00 COME PAGARE L’ABBONAMENTO Per il pagamento in contanti contattate la segreteria di “Kaireâ€? ai seguenti numeri di telefono 081981342 – 0813334228 oppure il pagamento può essere effettuato mezzo boniďŹ co bancario intestato COOP. SOCIALE KAIROS ONLUS indicando quale causale ABBONAMENTO KAIRE sul seguente codice IBAN IT 06 J 03359 01600 1000 0000 8660 Banca Prossima SpA. Dopo aver effettuato il pagamento inviate una mail a kaire@kairosonline.it oppure inviando un fax al 0813334228 con i seguenti dati per la spedizione: Cognome e nome: ... | indirizzo (via/cap/comune/ provincia): ... |codice ďŹ scale: ... | telefono: ... | mail: ... nel caso l’abbonamento sia da attivare a favore di altra persona, indicare anche: Cognome e nome del beneďŹ ciario dell’abbonamento: ... Indirizzo (via/cap/comune/provincia): ...

EDICOLE DOVE POTER ACQUISTARE

Comune di Ischia Edicola di Piazza degli Eroi; Edicola di Ischia Ponte; Edicola al Bar La Violetta; Edicola di San Michele da Odilia; Edicola di Portosalvo Comune di Lacco Ameno Edicola al Bar Triangolo Comune di Casamicicola T. Edicola di Piazza Bagni; Edicola di Piazza Marina; Comune di Forio Edicola del Porto; Edicola di Monterone



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