Kaire n°21 Anno II

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IL SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA CHIESA DI ISCHIA

www.chiesaischia.it

ANNO 2 | NUMERO 21 | 23 MAGGIO 2015 | â‚Ź 1,00

“Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Aut: 1025/ATSUD/NA�

LA VOCE DI PIETRO

CHIESA ITALIANA

SCUOLA

Guardando a S.Restituta come non pensare ai tanti migranti che bussano all'Europa

Il Papa ai vescovi: no alla corruzione pubblica e privata che impoverisce

I ragazzi del Mattei in un â‚Ź 1,00 video per sensibilizzare le persone al rispetto dell'ambiente

Questione ambiente: la madre di tutte le battaglie on l’arrivo della bella stagione A cura di ho ripreso a Arch. frequentare Salvatore la bellissima Cenatiempo spiaggia dei Maronti, ma quale lo sconcerto, il disappunto nel vedere di nuovo l’acqua del mare sporca, schiumosa e a mio parere non balneabile. Eppure durante i mesi che vanno da ottobre a maggio nelle belle giornate non ho mancato di fare qualche passeggiata in quei luoghi ameni; il mare era cristallino, trasparente magari agitato, ma trasparente. Con la ripresa delle attività turistiche sono ripresi gli inquinamenti e gli scarichi illegittimi nelle acque. La situazione Maronti riguarda tutto il litorale isolano. Possibile che non riusciamo a mettere in funzione uno straccio di depuratore? che non riusciamo a mitigare l’inquinamento del mare? Nello stesso tempo il pro selvaggia del nostro territorio ha distrutto o compromesso gran parte del nostro patrimonio verde, orgoglio e lustro del nostro territorio Ischia: Isola verde. Questo mare, questo territorio, le nostre terme hanno permesso uno sviluppo

Piovono fondi regionali Riviviamo il ďŹ lm delle promesse elettorali. Intanto, in campagna elettorale vengono riďŹ nanziati gli inďŹ niti lavori ai depuratori, ma manca ancora una volta un Piano Urbanistico Regionale, per la salvaguardia del creato

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#ILOVEISCHIA L'Istameet del Mediterraneo, per far conoscere a milioni di utenti l'isola.

SICUREZZA STRADALE Dopo la morte di Marianna non abbassiamo la guardia. Al via il reato di omicidio stradale.

MUSEO DI AENARIA Le scuole italiane alla scoperta dei

VOLONTARIATO Le Vincenziane organizzano

tesori nei fondali della baia di Cartaromana.

una domenica particolare per "fare famiglia".


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In Primo Piano 23 maggio 2015

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Continua da pag. 1 economico formidabile negli ultimi 60 anni, siamo passati da terra di emigranti a territorio ad economia avanzata. Ma negli ultimi 30 anni abbiamo sviluppato un’economia di rapina ambientale. Abbiamo costruito case, alberghi, strutture ricettive, fuori ogni logica urbanisti Oggi il conto di una organizzazione politica e sociale dissennata ci viene sottoposto. Le presenze turistiche in 15 anni si sono ridotte di oltre il 50%, il tracollo dell’economia basata su investimenti in seconde, terze case, mostra tutti i suoi limiti: in alcune aree dell’isola i prezzi degli immobili tracollano, nello stesso tempo abbiamo distrutto campagne, boschi, spazi essenziali all’agricoltura e al turismo. Centinaia di giovani soprattutto quelli con un alto livello culturale emigrano. Quale a questo punto le risposte della politica? Quale le proposte? In questi giorni di campagna elettorale colgo un silenzio assordante su questi temi. La politica, i candidati alla presidenza della Regione su questi temi preferiscono non esporsi. Eppure questi sono temi di stret

ha fatto il Piano Urbanistico Regionale? La proposta di un nuovo piano paesistico dell’Isola d’Ischia che oltre 10 anni fa le amministrazioni proposero alla Provincia e alla regi

Amministratori locali ha il coraggio di riproporre il tema scottante del riordino urbanistico del territorio? Non mi si dica che occorre una legge speciale per Ischia ovvero un quarto condono edilizio; può darsi che questo sia anche necessaria ma solamente dopo aver messo in campo tutti gli strumenti di piani I condoni sono stati in questi anni l’incitamento all’assalto selvaggio del territorio. La verità è che far

della politica. Ma è un compito nel

lesso, a volte impopolare. E’ facile assecondare le istanze distorte o il-

Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia Proprietario ed editore COOPERATIVA SOCIALE KAIROS ONLUS

Questione ambiente: la madre di tutte le battaglie Assenza di depuratori e cementiďŹ cazione selvaggia del nostro territorio hanno distrutto o compromesso gran parte del nostro patrimonio ambientale

legali, quante volte il politico di turno ha detto “fa, fa e non ti preoccupareâ€? “a ropp facimme a guerra re cart..â€? alludendo a quel groviglio a volte inutile tra sequestri, cause, dissequestri, ricorsi al Tar, sentenze, appelli, Consiglio di stato e Cassazione che producono solamente laute parcelle per avvocati e consulenti e lasciano distrutto il territorio e l’ambiente. Ecco l risultato: nell’isola d’Ischia non è possibile ad oggi rilasciare uno straccio di politica sta lontano dal voler affrontare problematiche di riordino e razionalizzazione urbanistica del territorio. In questo settore la responsabilitĂ dei governi regionali passati è stata abissale, ma nemmeno si vedono proposte serie per il futuro. Eppure mi ha impressionato il sondaggio che nel maggio scorso

Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia Codice ďŹ scale e P.Iva: 04243591213 Rea CCIAA 680555 - Prefettura di Napoli nr.11219 del 05/03/2003 Albo Nazionale SocietĂ Cooperative Nr.A715936 del 24/03/05 Sezione Cooperative a MutualitĂ Prevalente Categoria Cooperative Sociali Tel. 0813334228 Fax 081981342 info@kairosonline.it pec: posta.kairos@pec.it Registrazione al Tribunale di Napoli con il n. 8 del 07/02/ 2014

un gruppo di lavoro della scuola Politica della Diocesi, Kosmopolis, aveva sottoposto a circa 500 isolani intervistati. L’80 % di essi ribadiva la necessitĂ di norme precise in campo ambientale da rispettare e far rispettare! Allora esiste una voglia di norme precise fatte per il bene comune che vogliamo rispettare e chiediamo che tutti rispettano! Chi si occupa di amministrare la cosa pubblica non si nasconda dietro un dito. I bellissimi articoli di Franco Mattera e di qualche altro autore sul nostro patrimonio naturale che compaiono su questo giornale sono un Inno alla Natura e al Creato, un invito forte ad elevare animo e coscienza. La necessitĂ di riscoprire un Dio Bellezza, esperienza che ad Ischia ogni giorno, ogni momento, possiamo fare e rifare è una necessitĂ non solo Spir-

Direttore responsabile: Dott. Lorenzo Russo direttorekaire@chiesaischia.it @russolorenzo Direttore UfďŹ cio Diocesano di Ischia per le Comunicazioni Sociali: Don Carlo Candido direttoreucs@chiesaischia.it Progettazione e impaginazione: Gaetano Patalano per Cooperativa Sociale Kairos Onlus

ituale ma di assoluta preminenza sociale ed economica. Ecco la necessitĂ di una politica alta ma nello stesso tempo sagacia e concreta che sappia affrontare e sciogliere i nodi. Su queste tematiche vogliamo, pretendiamo risposte che sono essenzialmente politiche: non è una questione solamente di funzionari della soprintendenza al paesaggio, magistratura, enti di tutela ecc. Quali sono le proposte? Come intervenire per una gestione corretta del territorio e dell’ambiente? Non abbiamo bisogno di piccoli amministratori di condominio, ma di una classe politica che ragioni in termini di strategie a breve ma anche a lungo termine. Le decisioni che prenderemo nei

# no il nostro territorio per i prossimi cinquant’anni.

Redazione: Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia kaire@chiesaischia.it | @chiesaischia facebook.com/chiesaischia @lagnesepietro TipograďŹ a: Centro Offset Meridionale srl Via Nuova Poggioreale nr.7 - 80100 Napoli (NA) Per inserzioni promozionali e contributi: Tel. 0813334228 Fax 081981342 oppure per e-mail: info@kairosonline.it

Il settimanale è stampato su carta riciclata utilizzando inchiostri vegetali non inquinanti presso uno stabilimento le cui attività prelevano una quantità di energia minore di quella prodotta dal proprio impianto fotovoltaico (a ridotta emissione CO2).


La Voce di Pietro

23 maggio 2015

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hi è Restituta? Restituta è un regalo di Dio alla nostra isola! Se guarA cura di Francesco diamo con attenzione Schiano i pochi dati storici di cui disponiamo e le“passionesâ€? che ci sono state tramandate possiamo comunque dire una cosa: che ella non è di questa terra, ella è un dono che Dio ha fatto alla nostra Chiesa, alla comunitĂ cristiana che qui giĂ era nata; un dono perchĂŠ la comunitĂ cristiana potesse avere in Restituta un modello e una guida che dal Cielo intercedesse per questo popoloâ€?. Con queste parole mons. Lagnese ha aperto la sua omelia nella Solenne Concelebrazione di lunedĂŹ 18 maggio a Lacco Ameno nella SolennitĂ liturgica di Santa Restituta, patrona della nostra Diocesi di Ischia insieme con San Giovan Giuseppe della Croce; una solennitĂ quest’anno posticipata di un giorno rispetto alla tradizionale data del 17 maggio per la concomitanza con la domenica in cui la Chiesa ha celebrato l’Ascensione del Signore. Insieme al Parroco di Lacco Ameno don Gioacchino Castaldi, al vice parroco don Gianfranco del Neso e al Vicario della Diocesi can. Agostino Iovene, anche altri sacerdoti hanno concelebrato con mons. Lagnese mentre al momento dell’offertorio è stato quest’anno il Comune di Serrara Fontana ad offrire l’olio che alimenta la lampada votiva che arde perennemente davanti alla Santa. Intensa e appassionata è stata l’intera omelia di mons. Lagnese che a partire dall’esempio di Santa Restituta ha tracciato alcune strade attuabili nell’oggi della nostra fede e della nostra storia: “c’è un primo messaggio che ci viene oggi da Santa Restituta, ed è l’invito all’accoglienza. Siamo chiamati ad accogliere chi viene da fuori, chi viene da lontano. Ma accogliere sig

cambiamento, mettendosi in gioco giorno per giorno in quello che il Signore ci chiede nell’oggi della nostra vita. Non possiamo “incellofanareâ€? la fede, perchĂŠ qualora lo facessimo noi tradiremmo il principio fondamentale dell’incarnazione che nella fede cristiana trova uno dei suoi fondamenti. La fede ci spinge a riconoscere che c’è una presenza di Dio in tutto ciò che è nuovo, in tutto ciò che il Signore ci offre la possibilitĂ di accogliere. Dio anche oggi ci parla e ci offre vie nuove per metterci in gioco nella fedeâ€?. Poi guardando alla nostra Santa Patrona mons. Lagnese ha fatto esplicito riferimento a due

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Restituta, il dono che Dio ci ha fatto

“Guardando a Santa Restituta – ha ribadito il Vescovo Lagnese durante la concelebrazione in sua memoria - come non pensare ai tanti migranti che bussano alle porte della nostra Europa e trovano la morte su imbarcazioni di fortuna tentando di raggiungere le nostre coste, mentre sempre piĂš spesso viene mostrato loro il volto dell’indifferenza di cui spesso parla Papa Francescoâ€?

grandi drammi contemporanei: i migranti e le persecuzioni contro i cristiani: “Guardando a Santa Restituta come non pensare ai tanti migranti che bussano alle porte della nostra Europa e trovano la morte su imbarcazioni di fortuna tentando di raggiungere le nostre coste, mentre sempre piĂš spesso viene mostrato loro il volto dell’indifferenza di cui spesso parla Papa Francesco. E come non pensare poi ai tanti cristiani che anche oggi come lei subiscono persecuzioni e sono vittime di violenza in nome della fede. Le parole del Vangelo che abbiamo ascoltato stamattina si sono realizzate in Restituta: “Vi consegneranno ai loro tribunali, sarete condotti da Re e governatori per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai paganiâ€?, ma sono parole anche di strettissima attualitĂ perchĂŠ anche oggi tanti nostri fratelli e sorelle subiscono persecuzioni, vedono incendiate le loro case e le loro chiese, vedono distrutte le loro famiglie e le loro vite per il solo fatto di essere cristiani. Oggi vogliamo chiedere al Signore che questi fratelli possano sperimentare nella persecuzione quella fortezza che sperimentò Santa Restituta, possano riconoscere che è una Grazia quella che concede a chi è chiamato a testimoniarlo nelle sofferenze e nella

prova�. $

interrogarci sul nostro vissuto di fede spesso spento e opaco: “che ne abbiamo fatto della nostra fede? Siamo capaci di testimoniare il Signore? La nostra è una fede capace di informare la nostra vita? O è una cosa trasformare le nostre scelte di ogni giorno? Santa Restituta ci insegna che vivere la fede è mettere in discussione tutta la propria vita, è seguire Cristo sulla strada della croce. Le nostre comunitĂ sono luoghi in cui si testimonia il Signore GesĂš? Chi vi entra si accorge di questa presenza del Signore che traspare dai volti e dagli occhi dei cristiani? Non andremo molto lontano se noi non ci rinnoveremo nella fede, non saremo capaci di trasmetterla alle nuove generazioni. Il nome Restituta sembra proprio avere a che fare col verbo restituire, un verbo che si ricollega al dono della fede che una volta accolto da noi cristiani deve essere in un certo senso restituito, trasmesso, donato agli altri. Stiamo restituendo la fede alle nuove generazioni? Stiamo facendo capire loro con la vita che GesĂš non è una cosa del passato che non riguarda solamente un tempo bello che fu, ma che Lui è il vivente che ancora oggi può

trasformare la vita di chi Lo accoglie? Vogliamo chiedere a Santa Restituta che ci accompagni, che preghi per noi, per la nostra isola, preghi per la Chiesa di Ischia, per i Sacerdoti, i diaconi, i religiosi, le religiose, per le famiglie, per i giovani, perchÊ tutti possiamo rimetterci alla scuola di GesÚ per trasmettere a tutti il dono della fede che senza alcun merito abbiamo ricevuto� L’esempio di Restituta ancora una volta ci interroga dunque e ci spinge a non adagiarci nei meandri di una fede tanto esteriore quanto vuota; la sua esistenza ci sprona a vivere la gioia di testimoniare il Signore nel quotidiano, lÏ dove dif & gli uomini ma resterà unicamente quello di Dio, in cui anche Lei ha

ta sÊ stessa. La nostra Chiesa isclana possa ripartire dall’esempio di Restituta perchÊ le nostre comunità siano laboratori di fede autentica e di amore disinteressato che dona senza attendere contraccambio, perchÊ tutti insieme possiamo camminare e giungere a possedere come Lei quella gioia vera che non

( Foto di Giovan Giuseppe Lubrano


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Chiesa Italiana 23 maggio 2015

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IL PAPA AI VESCOVI ITALIANI

“Con sensibilitĂ ecclesiale contro correnteâ€? Francesco ha aperto i lavori della 68esima assemblea generale della Cei. Il grazie per la scelta del tema: l’Esortazione apostolica “Evangelii Gaudiumâ€?. Dopo di che ha enumerato i punti cardine della “sensibilitĂ ecclesialeâ€?, senza trascurare i limiti da superare per meglio conformarsi alla vocazione di “consolare il popoloâ€?. Forte invito a sconfessare e sconďŹ ggere “la mentalitĂ di corruzione pubblica e privataâ€?

L

a “sensibilitĂ ecclesialeâ€? è “appropriarsi degli stessi sentimenti di Cristo, di umiltĂ , di compassione, A cura di di misericordia, di concretezza - la M. Michela caritĂ di Cristo è concreta - e di sagNicolais gezzaâ€?. A tracciarne un identikit, a 360 gradi, è stato Papa Francesco, che nel suo terzo discorso ai vescovi italiani - pronunciato all’apertura della 68ma assemblea generale della Cei - in dieci minuti molto intensi ha spiegato come la “sensibilitĂ ecclesialeâ€? si sia “indebolita a causa del continuo confronto con gli enormi problemi mondiali e dalla crisi che non risparmia nemmeno la stessa identitĂ cristiana ed ecclesialeâ€?. E allora bisogna correre ai ripari, prendendo la parola contro la “corruzione privata e pubblicaâ€? e reagendo alle varie forme di “colonizzazione ideologicaâ€?. Per vincere ) * i laici non hanno bisogno di “vescovi-pilotaâ€?, devono essere capaci di assumersi le loro “responsabilitĂ â€? in tutti gli ambiti. Non servono convegni che “narcotizzanoâ€? le comunitĂ , con documenti astrusi e incomprensibili, ci vogliono “collegialitĂ e comunioneâ€? tra diocesi “ricche materialmente e vocazionalmenteâ€? e dioce + / 2 gazioni che invecchiano possono diventare “un esempio di mancanza di sensibilitĂ ecclesialeâ€?, se non si provvede ad “accorparli prima che sia tardiâ€?. â€œĂˆ un problema mondialeâ€?, ha detto il Papa a braccio. Appena arrivato nell’Aula del Sinodo, alle 16.20, ha salutato i vescovi “nominati recentementeâ€? e i due nuovi cardinali, Menichelli e Montenegro. Non è mancata una battuta scherzosa, riferita * +9 < = * >9 = ce l’ha con la Maddalena, perchĂŠ aveva ospitato @ * ospitati? E rimango zittoâ€?. Dopo il discorso, il Papa si è soffermato “a porte chiuseâ€? con i vescovi per un dialogo fatto di domande e risposte. Andare controcorrente. $ + ticamente poco confortanteâ€?, l’analisi del Papa, “la nostra vocazione cristiana ed episcopale è * testimoni gioiosi del Cristo Risorto per trasmettere gioia e speranza agli altriâ€?. “La nostra vocazione - ha spiegato Francesco citando Isaia H ) J * > solate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio’â€?. “A noi viene chiesto di consolare, di aiutare, di incoraggiare, senza alcuna distinzione

- ha proseguito - tutti i nostri fratelli oppressi sotto il peso delle loro croci, accompagnandoli, senza mai stancarci di operare per risollevarli con la forza che viene solo da Dioâ€?. â€œĂˆ assai brutto incontrare un consacrato abbattuto, de * / * + < storico ove spesso siamo accerchiati da notizie sconfortanti, da situazioni locali e internazion

# bolazioneâ€?. No a “corruzioneâ€? e “colonizzazione ideologicaâ€?. La “sensibilitĂ ecclesialeâ€?, per Francesco, “comporta anche di non essere timidi o

una diffusa mentalitĂ di corruzione pubblica e privata che è riuscita a impoverire, senza alcuna vergogna, famiglie, pensionati, onesti lavoratori, comunitĂ cristiane, scartando i giovani, sistematicamente privati di ogni speranza sul loro futuro, e soprattutto emarginando i deboli e i bisognosiâ€?. Ăˆ la sensibilitĂ ecclesiale che “come buoni pastori, ci fa uscire verso il popolo di Dio per difenderlo dalle colonizzazioni ideologiche che gli tolgono l’identitĂ e la dignitĂ umanaâ€?. Invito all’emancipazione. “I laici che hanno una formazione cristiana autentica, non dovrebbero aver bisogno del vescovo-pilota, o del monsignore-pilota o di un input clericale per assumersi le proprie responsabilitĂ a tutti ( W

X (/

Y & X + e pastoraleâ€?, per Francesco, “si concretizza anche nel rinforzare l’indispensabile ruolo di laici disposti ad assumersi le responsabilitĂ che a loro competonoâ€?. Anche nelle scelte e nei documenti pastorali “non deve prevalere l’aspetto H orientamenti non siano destinati al nostro Popolo o al nostro Paese ma soltanto ad alcuni * guire lo sforzo di tradurle in proposte concrete e comprensibiliâ€?. La “collegialitĂ â€? e i convegni che “narcotizzanoâ€?. “La sensibilitĂ ecclesiale si rivela concretamente nella collegialitĂ e nella comunione tra i vescovi e i loro sacerdoti; nella comunione tra i vescovi stessi; tra le diocesi ricche H H Z Z ferenze episcopali e i vescovi con il successore di Pietroâ€?. Ăˆ preciso e dettagliato, l’elenco del Papa, che ha denunciato “un diffuso indebolimento della collegialitĂ , sia nella determinazione dei piani pastorali, sia nella condivisione degli impegni H

= & programmi e l’attuazione dei progettiâ€?. Ad esempio, “si organizza un convegno o un evento che, mettendo in evidenza le solite voci, narcotizza le comunitĂ , omologando scelte, opinioni e personeâ€?. “PerchĂŠ si lasciano invecchiare cosĂŹ tanto gli Istituti religiosi, Monasteri, Congregazioni?â€?, l’altra domanda del Papa.


Chiesa Italiana

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ASSEMBLEA CEI/LA PROLUSIONE

Basta arrangiarsi! Gli italiani aspettano il lavoro Il presidente Angelo Bagnasco portavoce delle attese del popolo: “La preoccupazione fondamentale della gente resta l’occupazioneâ€?. No alla scuola “dell’indottrinamento e della colonizzazione ideologicaâ€?. Preoccupazioni sul fronte delle unioni civili, del “divorzio lampoâ€? e dell’utero in afďŹ tto. L’annuncio: il 3 ottobre, vigilia del Sinodo sulla famiglia, una Veglia alla presenza del Papa

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iniziata con un annuncio, la prolusione pronunciata dal cardinale # $ , presidente della A cura di Cei, all’inizio della seconda giornata M. Michela Nicolais della 68ª Assemblea dei vescovi: il 3 ottobre, vigilia dell’Assemblea ordinaria del Sinodo sulla famiglia, la Chiesa italiana - come aveva fatto per la fase straordinaria - promuoverà una Veglia alla presenza del Papa, che ieri ha aperto l’assise episcopale in corso <

[ \ uno sguardo a tutto campo sulle questioni piÚ scottanti in agenda, all’interno di uno scenario internazionale che chiede in primo luogo di + / &$

“criminali dell’umanitĂ â€? con misure meno ava

&@ Sul fronte interno, la disoccupazione, “piaga del nostro tempo� resta “la preoccupazione principale della gente�, che incombe in primo luogo sui giovani, minacciati anche dalla dipendenza dell’alcol e il gioco d’azzardo, che in Italia totalizza ormai il terzo fatturato dopo quelli di Eni ed Enel. A proposito di “buona scuola�, il cardinale Bagnasco ha pronunciato un netto “no� alla scuola “dell’indottrinamento e della colonizzazione ideologica�, auspicando una scuola

H - in cui statali e paritarie vengano riconosciute come parte integrante del sistema d’istruzione. Un capitolo a parte meritano le questioni legate alla famiglia: Il ddl sulle unioni libere mette in discussione “la natura stessa del matrimonio�, & + -

toâ€?, il divorzio breve è preludio al “divorzio lampoâ€?. Sullo sfondo, nonostante tutto, uno * +J non implode è grazie non tanto alle Carte dei potenti, ma all’eroismo nascosto e concreto degli umili. I Grandi condizionano la storia, ma sono i piccoli che la scrivono in profonditĂ â€?. % & ' " (( per arginare l’offensiva dell’Isis

+ soluzioni non sono sempliciâ€?, ma la diplomazia può fare “molto di piĂš. In primo luogo, occorre “isolare il fanatismo omicida dell’Isis e similari sul piano dell’opinione pubblica mondiale con

* le parole o con il silenzio�. In secondo luogo, bisogna “troncare ogni rapporto economico o geopolitico pubblico e, soprattutto, segreto: nessuno commerci con la vita umana!�. ) *

ancora amplissima e in certe zone crescenteâ€?, con conseguenze drammatiche soprattutto sui giovani: i segnali di ripresa sembrano essere reali nella macroeconomia, ma la disoccupazione resta la piaga del nostro tempoâ€?. Per Bagnasco, “sanare vuol dire innovare. Sullo sviluppo, sulla continua e veloce innovazione, è necessario che i politici concentrino tutte le loro energie e il loro tempo: di questo dovranno rendere conto severo ai cittadini che li hanno elettiâ€?. Ăˆ il lavoro “il problema vero, piĂš urgente e drammatico, della * & rangiarsi. Ăˆâ€™ questa la vera bandiera da guardare oggi e per cui impiegare ogni energia, non altre

che sono chiaramente di parte e non urgentiâ€?. L’auspicio è che “la grande vetrina dell’Expo di Milano rappresenti un’occasioneâ€? propizia. “Finalmenteâ€?, l’Europa “sembra aver dato un colpoâ€?. Per la Chiesa italiana, “il segnale è apprezzabile, ma avaroâ€?: servono “logiche piĂš stringenti, concrete, tempestive, che prevedano interventi nei Paesi di provenienza per superare le cause di tanta fuga coatta, e per creare un quadro normativo chiaro e ordinato vincolante per tutti gli Stati membriâ€?.

Altro fenomeno in crescita, “sotto lo sguardo distratto di molti e compiaciuto di alcuniâ€?, è il gioco d’azzardo. !

. Diciamo sĂŹ alla scuola libera, libera non perchĂŠ sganciata dal sistema scolastico nazionale, ma perchĂŠ scelta dai genitori, primi / 9 che si è radunato l’anno scorso con il Papa in piazza san Pietro è “un popolo senza targhe, trasversale, grande piĂš di quanto s’immagini, che non intende fare da spettatore su quanto accade una struttura piĂš giusta e adeguata per sedi e organici, un’istruzione solida ed essenziale, una formazione professionale stimata e sostenuta; in una parola, un’educazione integrale per tutti, educazione di base che molti Paesi avanzati non hanno e c’invidiano, ma libera, lontana da schemi statalisti, antiliberaliâ€?. Prevedere l’insegnamento della paritĂ di genere in tutti gli istituti è “l’ennesimo esempio di quella che Papa Fran

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" " " non sono in questione le scelte individuali delle singole persone, ma la natura stessa del matrimonioâ€?. Per Bagnasco, si tratta di una “palese equiparazioneâ€? che “viene descritta senza usare la parola matrimonio, ma in modo inequivocabileâ€?. La pratica &/ / + accade altrove, sarĂ legittimatoâ€? anche da noi, alimenta la “cultura dello scartoâ€?. Il divorzio breve “è proprio un bene?â€?: questa la domanda conclusiva della prolusione. “Si puntava sul divorzio lampo e su questo si ritornerĂ non appena i venti saranno propiziâ€?, la previsione del cardinale.


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Cronaca 23 maggio 2015

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VERSO LE ELEZIONI REGIONALI

Con l’ennesimo appuntamento elettorale ritorna: depuratore sÏ, depuratore no

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entare una ricostruzione della vicenda storico amministrativa A cura di depuraEnzo dell’“affaire D'Acunto toreâ€? è cosa, inutile Kosmopolis dirlo, complessa, ma è quanto l’anno scorso è stato tentato dagli studenti di Kosmopolis. La storia è lunga, ma anche appassionante. Tutto partĂŹ negli anni settanta, e quindi, circa cinquanta anni fa, quando, per esigenze turistiche oltrechĂŠ sanitarie, si rese necessaria la costruzione di un depuratore, e cosĂŹ, per essere esatti, ci si accordò con i progetti del CAFI prima e del CISI dopo, per la costruzione di quei tre – ancora oggi tanto attesi – depuratori: il primo al servizio di Ischia e Barano, il secondo al servizio di Casamicciola e Lacco Ameno, il terzo al servizio di Forio e Serrara Fontana. Se ne individuarono i siti: collinetta di San Pietro, parcheggio Anas, parcheggio Marinai d’Italia. Tempo passò, e nel 2007, grazie anche all’impegno, tra gli altri, del giudice Albino Ambrosio, si arrivò all’istituzione dell’Area Marina Protetta Regno di Nettuno, e alla predisposizione di un regolamento generale per le acque dell’i della pesca, della navigazione, della salvaguardia della fauna e della # ] depuratori, ancora nessuna traccia. Permettete ora, un dubbio che sa di paradosso: ma qual è, allora, il senso di un’ “area marina protettaâ€?, in un’ isola dove manca tutt’oggi un sistema di depurazione, e il sistema fognario presente è certamente discutibile? Ovviamente, la mia vuole essere una provocazione. Resta il fatto che, l’ “Area Marina Protettaâ€?, oltre ad essere stata a sua tempo una spinta perchĂŠ il tutto venisse stimolato e portato a miglioramento, rimane ancora oggi, il simbolo di una potenzialitĂ , di un ricchezza dei nostri fondali e che potrebbe portare a dei frutti oltrechĂŠ a dei miglioramenti. La chiave di tutto ciò sta certamente nei depuratori, ma non solo. Nel febbraio di quest’anno, incontrando sempre grazie a Kosmopolis, il dottor Claudio Valerani, coordinatore dell’AMP- Parco Nazionale delle Cinque Terre, – in quella Liguria che oltre ad essere la re-

L’eterna questione

gione piĂš titolata d’Italia in quanto a bandiere blu, se ne contano 23, vanta anche le spiagge piĂš pulite, 2015 dalla FEE “Foundation for environmental educationâ€?, – si è appreso di vari progetti che hanno portato o porteranno alla collocazione di contenitori per la raccolta senza diportistica; l’apposizione di dissuasori anti-strascico compatibili alla colonizzazione bentonica per combattere la pesca a strascico, causa principale di distruzione dei fondali; la creazione di percorsi natatori in aree particolarmente suggestive; e la creazione di percorsi subacquei per disabili di concerto con le associazioni di riferimento. ma qualcosa che richiede una progettualitĂ che parta dall’AutoritĂ . Si sa, che lo stato attuale non è dei migliori e si riconoscono anche le ^ gestione, ma si chiede, e credo sia legittimo, qual è e quale sarĂ , la progettualitĂ dell’“Area Marina Protettaâ€?? Riprendendo la questione depuratori, il discorso è complesso e va tripartito. Per il sognato depuratore d’Ischia e Barano, è notizia fresca che la Regione Campania abbia stanziato una cifra, oltre sette milioni, che servirĂ a coprire le spese dei contenziosi accumulatisi negli anni, e si spera, scongiuri facendo, far ripartire un progetto che il tempo sta,

tra le altre cose e non è una battuta, invecchiando. Per i depuratori, invece, di Casamicciola e Lacco Ameno da una parte, e Forio e Serrara Fontana dall’altra, ci sa ((

Cipe, rispettivamente di 42 e 32 milioni di euro, giudicati, proprio dai tecnici regionali. PerchĂŠ insuf 9 il depuratore? Ăˆ chiaro che con i sĂŠ e con i ma la storia non si scrive, ma se negli anni d’oro d’Ischia, anzichĂŠ prendere tempo con un lassismo tecnico burocratico esasperante ed un odioso oltrechĂŠ controproducente moltiplicarsi di contenziosi, si fosse fatto centro

to della depurazione, che non è solo indice di civiltà ma anche e piÚ semplicemente strumento di utilità ; oggi, di cosa staremmo parlando? Certo, si dibatterà che i tempi non permettevano scelte del genere e che la strada percorsa in $

va sulla scia del massiccio intervento pubblico, che un impianto di depurazione ha dei costi notevoli, che la tutela dell’ambiente è prima di tutto dovere dello Stato, e certamente anche che Ischia si è trovata impreparata a gestire un’esplosione turistica mai vista prima. Tutti motivi legittimi, eppure tanto altro si è fatto, e tanto si è co-

struito. Inoltre, tutti i racconti che ho sentito sui mitici anni ’70 ’80 vissuti dall’isola d’Ischia, parlano di montagne di soldi, – l’immagine è ovviamente eufemistica, – e mi viene allora da pensare, anche con tristezza, che molte possibilitĂ sono andate perdute, e mi chiedo, quanto di quel guadagno è stato reinvestito per migliorare la nostra terra? L’interrogativo resta, anche se è doveroso dare atto che novitĂ positive ci sono: il Comune di Barano sta attuando i lavori di adeguamento del sistema fognario; il Comune d’Ischia ha indetto la gara per i 5 lotti che dovranno integrare la rete fognaria esistente; e il Comune di Serrara Fontana ha ricevuto un

+ di euro che servirĂ a potenziare l’unico impianto di pretrattamento, “depuratoreâ€?, dell’isola d’Ischia, che si spera, una volta potenziato, possa servire in modo _ naria che è il borgo di Sant’Angelo, # erosione del territorio che si spera trovino una via di soluzione, scongiurando una qualsiasi lesione ad un paesaggio unico al mondo. Tirando le somme, ci si accorge che nuove elezioni si avvicinano, le domande si affollano, urgono risposte e ritorna un pensiero: a Pollica, in provincia di Salerno, quindi in Campania, la rivoluzione del sindaco Angelo Vassallo, passò per una perfetta valorizzazione di ambiente e territorio, valorizzazione che ha favorito l’autentica rinascita di quei territori. Tra le prime cose che Angelo Vassallo fece, vi puratore per tenere pulite le acque del suo paese, che prima del rinascimento Vassalliano, soffriva una profonda recessione ed una crisi occupazionale, oggi stranamente superata. PerchĂŠ lo fece? PerchĂŠ sapeva bene, che una localitĂ di mare vive del suo mare, ed allora, sarĂ sana solo se il suo mare sarĂ sano. Ad Ischia, ci si è cullati per troppi anni sulla barbara idea che il mare fosse un depuratore naturale, e si è rinviato troppo a lungo quello che si sarebbe dovuto fare tanti anni fa, evitando, il tanto fastidioso ritornello, depuratore sĂŹ depuratore no, che ci tormenta, ormai, da cinquant’anni.


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Cronaca

23 maggio 2015

kaire@chiesaischia.it

VERSO LE ELEZIONI REGIONALI

Finiamola di “stupirci� e di rassegnarci allo scempio!

A

nche oggi ci tocca registrare e sopportare una dose massiccia di A cura di stupore, dispensato Isabella Marino nei resoconti, nei comquischia.it menti, nel passaparola sull’ennesimo fattaccio che si sta consumando sulla collina di San Pietro, un bubbone marcescente che da anni tolleriamo in silenzio a pochi metri in linea d’aria dal porto, dal centro di Ischia, dal Municipio. Davanti alla colonna di fumo, che si è alzata pare proprio dal luogo del cantiere, si sono alzati anche i soliti “ohhhâ€? di sorpresa e di indignazione, destinati a durare forse ancora meno del fumo. Come se fosse una novitĂ , poi‌ Nel cantiere abbandonato non c’è un mezzo meccanico che si sia salvato dal fuoco del grave incendio, si disse doloso, ormai vecchio anch’esso di qualche anno. E nel luglio dell’anno scorso, un tranquillo pomeriggio d’estate era stato turbato all’improvviso dal fumo nero e dall’inconfondibile odore di plastica bruciata che, sprigionatosi sulla collina, aveva velocemente invaso tutta la zona centrale e litoranea di Ischia Porto. Altra ondata di stupore e di “ohhhâ€? guardando in alto. Poi, scomparso il fumo, tutto è tornato nella “NORMALITA’â€? SCANDALOSA DELL’OPERA INCOMPIUTA. Di cui ci siamo ricordati oggi, per quel fumo che ha ancora attirato gli sguardi su una ferita aperta e purulenta del territorio. Che non si riesce a curare. Fumo, incendi, roghi, di attrezzature, di “monnezzaâ€? o di chissĂ cos’altro. Accampamenti di disgraziati negli anni passati. Bivacchi notturni e magari anche diurni che lasciano tracce qua e lĂ . Devastazioni di tutti i servizi funzionali al cantiere, dai container ai bagni, per non parlare delle condizioni degli impianti. Nell’area della vergogna non si è salvato nulla, centinaia di migliaia di euro andati in fumo (metafora e realtĂ allo stesso tempo) in questi anni, scandalo nello scandalo. Unica eccezione, le strut chiusura del cantiere, ma i ferri che cominciano ad arrugginirsi annunciano che il degrado sta svolgendo regolarmente la sua funzione distruttiva anche sulle opere murarie del futuro (futuribile?) depuratore. Milioni di soldi pubblici che mar-

La collina di San Pietro che va in fumo

ciscono e si aggiungono a quelli andati in fumo. Ma tant’è! Di cosa ci stupiamo ancora a proposito della collina sul porto, tanto bella e ricca di testimonianze storiche quanto negli ultimi anni oltraggiata e scempiata? Lo stupore di passaggio per una vergogna permanente è solo UN ALTRO OLTRAGGIO. Nè piĂš e

nè meno del silenzio e della rassegnata indifferenza con cui in questi anni è stata tollerata la situazione intollerabile sulla collina di San Pietro. E con cui, nei prossimi giorni, siamo pronti ad accogliere i candidati che verranno a raccontarci di nuovo la STORIELLA che “stanno per riprendere i lavori al depuratore di San Pietroâ€?. Quante volte ce l’hanno giĂ propinata in ques-

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ti anni? Non era stata presentata come una delle prioritĂ per l’isola nell’elenco delle promesse illustrato agli elettori isolani dall’allora aspirante governatore Caldoro, giusto cinque anni fa? SarĂ giĂ in cima alla lista delle “cose assolutamente da fareâ€? che l’aspirante al secondo mandato si appresta a (ri) promettere nel suo prossimo giro elettorale sull’isola. E se lo promette lui, che ha giĂ SPRECATO 5 ANNI per onorare il suo impegno H didati che ci possono “azzuppareâ€? tranquillamente! Piuttosto, sarebbe tempo che allo stupore rassegnato si sos / dignazione. Per quel cantiere chiuso che se ne va in fumo, per i milioni di soldi pubblici giĂ buttati in opere che vanno in malora e in accordi con le imprese che non sbloccano mai

* / consistenza dell’azione dell’Arcadis, per i nostri scarichi che 01 +6 1 / tore. E cominciamo a fargliela

/ quistadores� di voti, che hanno già preparato le perline colorate con l’anello al naso nelle pros

! 01

* 0 / ma occasione per salvare la collina di San Pietro e il depuratore da cui dipende il futuro civile e normale di Ischia. Insieme alla dignitĂ dei nostri diritti di cittadinanza.


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Scuola 23 maggio 2015

www.chiesaischia.it

ECO SOCIAL

Aiutare la natura, come e cosa fare per non svanire I ragazzi dell’ I.T. Enrico Mattei per aiutare la natura, sensibilizzare le persone attraverso un video.

T

zato alla salvaguardia della natura. Noi della VA C.A.T. abbiamo accettato subito la proposta mettendo all’opera le nostre idee, girando il video nei luoghi piĂš belli della nostra isola (lschia), molto spesso maltrattata dall’inquinamento. Nel video abbiamo voluto rappresentare la natura che chiede aiuto attraverso la Terra, il Cielo e il Mare lanciandoci un forte messaggio universale: “SAVE MEâ€? (Salvami). La natura veramente ci sta chiedendo aiuto e noi siamo sordi al suo grido di dolore. Con questa iniziativa vogliamo trasmettere un messaggio forte af-

^ ascoltare e aiutare la natura; essa è sinonimo di vita, mentre l’inquinamento è sinonimo di morte. Il video è visibile su YouTube, scrivendo “Per non svanire - save meâ€?, all’indirizzo: www.youtube.com/ watch?v=UZeulo5m2EY.

utto è iniziato quando nel nostro istituto, l’I.T. Enrico Mattei di A cura dei Casamicciola Terme, ragazzi è venuto il regisdel Mattei* ta Angelo Cretella a presentare un cortometraggio da lui realizzato, intitolato “Per non svanireâ€?. Il corto raccontava di un ragazzo emigrato in Irlanda, costretto a ritornare in patria, la Terra dei fuochi, per la scomparsa improvvisa della madre; egli poco alla volta vede svanire tutto quello che c’è intorno a sĂŠ, persone e $ molte emozioni: ci ha aperto gli

occhi perchĂŠ realmente tutto sta scomparendo, a causa nostra, per la negligenza e l’egoismo dell’umanitĂ . Da ciò abbiamo capito che anche noi dovevamo rimboccarci le maniche, per trasmettere un messaggio al mondo e a noi stessi. L’occasione per farlo è arrivata quando la nostra professoressa, ci ha proposto di partecipare al Premio FraternitĂ CittĂ di Benevento, che aveva realizzato un’iniziativa denominata “Per non svanireâ€?, dal nome stesso del corto. L’obbiettivo del concorso era quello di realizzare un video di 2 minu

-

“N

NO AL MURO CONTRO MURO

o al muro contro muroâ€?. Partiamo da A cura di qui. Si tratta dell’inAlberto vito di monsignor Campoleoni Nunzio Galantino, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, a proposito del procedere della riforma della scuola. Un invito accompagnato da una preoccupazione fondamentale: al centro del processo di riforma ci sono e ci devono essere i ragazzi, da mettere “nelle condizioni piĂš giuste per una formazione adeguataâ€?. Ăˆ un richiamo al buon senso e in questa direzione c’è da augurarsi che vada avanti l’iter parlamentare, giĂ arrivato ad approvare alcuni articoli della “Buona scuolaâ€?. Per evitare il muro contro muro, però, è indispensabile qualche passo avanti. Da parte del governo, dando sostanza alle stesse parole del premier che si è detto a piĂš riprese disponibile a discutere e a migliorare il testo e da parte di chi si oppone alla riforma annunciata, cogliendo l’opportunitĂ di varare almeno alcuni, se non tutti, i possibili cambiamenti nel mondo della scuola. Capire “chi ha ragioneâ€? nel dibattito in corso non è assolutamente roppo, non aiutano. Ad esempio, che dire sul “preside sceriffoâ€?? E chi lo vorrebbe? Messa in questo

*Francesco Calise, Laura Di Costanzo, Marco Ferrandino, Fiorella Iervolino, Giovan Giuseppe Lucido Balestriere, Nicola Maio, Silvia Verde, Francesco Zabatta Nella foto i ragazzi del Mattei al premio FraternitĂ ; alle loro spalle il murales da loro realizzato

Costruire il consenso sulle riforme è sempre stato difďŹ cile

modo si tratta di dire sĂŹ o no a un dirigente scolastico plenipotenziario, che “stabilisce la leggeâ€?: cosĂŹ fa lo sceriffo. Alla larga! Ma il governo dice che non si tratta di X H H dano piĂš responsabilitĂ al dirigente

& tonomia. E chi non lo vorrebbe? Finalmente le scuole con un qualche potere decisionale, sganciate dalle complesse e viscose pastoie burocratiche. Certo, la “chiamata direttaâ€? degli insegnanti qualche problema lo pone e non è nato con la Buona scuola. Se ne discute da anni. Il bilanciamento degli organi

icalizzate - ed è cosĂŹ da sempre - e perchĂŠ sono tante. C’è anche chi dice che in realtĂ la discussione si è vista poco. La “concertazioneâ€? per usare un termine che sembra diventato d’altri tempi - non c’è stata. Il Movimento studenti di Azione cattolica, ad esempio, punta il dito sul poco coinvolgimento degli studenti e sulla mancata creazione di un clima di consenso nel Paese. Questo è probabilmente il nodo: il clima di consenso, al momento, non si intravede pienacollegiali (in questa direzione sem- mente. In passato, forse, non ci si bra andare l’approvato articolo 2) sarebbe mossi da qui e la riforma dovrebbe aiutare. sarebbe stata congelata. Adesso, Allo stesso modo la questione del- invece - e le valutazioni si faranno la valutazione dei docenti. Sul fat- soltanto dopo, magari ricordanto che debba avvenire sono d’ac- dosi l’invito da cui siamo partiti, cordo tutti. Ma come? Davvero la pensando cioè al “punto di vistaâ€? formula della Buona scuola mette del bene dei ragazzi - sembra proa repentaglio la libertĂ di inseg- namento, bene prezioso tutelato cui chi ha il dovere di governare, dalla Costituzione? Sinceramente si assume la responsabilitĂ delle ri Y forme, anche se il consenso non è per uscire dall’impasse di posizioni unanime. Il buon senso suggerisce contrapposte l’ideale sarebbe tro- che non esiste una riforma perfetvare un compromesso. Anche se, ta, ma la vita democratica consente nel caso della scuola, pare non es- sempre di riformare le riforme. Ăˆ serci. PerchĂŠ le posizioni sono rad- il bello della democrazia.


Politica Estera

9 23 maggio 2015

kaire@chiesaischia.it

APPELLO UE- LIBIA

L'

Alto Rappresentante della politica estera della UE, Federica A cura di Mogherini, sostenuta a Padre Alex spada tratta dal goverZanotelli no Renzi, da settimane sta premendo per ottenere dall’ONU il mandato per un’azione militare con lo scopo di distruggere i barconi degli scafisti nelle acque libiche e bloccare cosĂŹ l’esodo dei profughi. L’Italia questa coalizione militare che, con un’operazione navale e anche terrestre (cosĂŹ sostiene il Guardian) Eppure se c’è una nazione che &$ ia, particolarmente odiata dai libici come ex-potenza coloniale. Quando la Libia è stata una nostra colonia, noi italiani abbiamo impiccato e fucilato oltre centomila libici. Non contenti abbiamo partecipato attivamente a quella assurda guerra, iniziata dalla Francia e dall’Inghilterra nel 2011 per abbattere il to all’attuale situazione caotica della Libia. Ed ora l’Italia si prepara a guidare un’altra azione militare che, con il pretesto di salvare i profughi da morte nel Mediterraneo, creerĂ un altro disastro umano. Infatti anche se riuscissimo a distrugge € cosĂŹ facile!), non faremo altro che aggravare la situazione di milioni di profughi sub-sahariani, mediorientali e asiatici intrappolati ora in un paese in piena guerra civile. Amnesty International, in un suo recente rapporto parla di massacri, abusi, violenze sessuali, torture e persecuzioni (49 cristiani provenienti dall’Egitto e dall’Etiopia sono stati decapitati), perpetrate contro i profughi. Non è piĂš possibile chiudere gli occhi - afferma Philip Luther di Amnesty - e limitarsi a distruggere le imbarcazioni dei

Dell’elmo di scipio si è cinta la testa‌

alternative e sicure. Altrimenti condanneremo a morte migliaia e migliaia di rifugiati, ma questo avverrĂ lontano dai casti occhi degli europei e dai media. Il governo di Tobruk del generale Khalifa Haftar (sostenuto dall’Egitto) ha risposto: “Bombarderemo le navi non autorizzateâ€?. E anche l’ambasciatore libico all’ONU ha parlato di intenzioni “poco chiare e molto preoccupantiâ€?. Purtroppo le intenzioni sono ben chiare: è guerra! Noi invece diciamo un NO ad un altro intervento militare della UE, capitanata dall’Italia. E’ mai possibile che questa nuova avventura militare italiana avvenga senza una discussione in Parlamento? E’ mai possibile il silenzio quasi totale dei partiti politici su questo argomento? Dobbiamo chiedere invece alla UE e all’Italia di imporre un embargo sulla vendita di armi ai ‘signori della guerra’ in Libia. Chiediamo altresĂŹ alla UE perchĂŠ faccia pressione

sulla Tunisia e sull’Egitto perchÊ

no le loro frontiere per accogliere i rifugiati intrappolati in Libia. Ma la UE dovrà poi concordare con l’Egitto e la Tunisia l’apertura dei corridoi umanitari per permettere ai rifugiati di arrivare in Europa. Questa sÏ sarebbe una vera soluzione per i profughi e segnerebbe la

nizzazioni criminali. Ma la via che noi stiamo seguendo è un’altra. E’ quella del Processo di Khartoum: trattare con i governi dei paesi da cui provengono i profughi e costruirvi campi di raccolta nei paesi di origine, come il Sudan o l’Eritrea. Perseguendo questa politica, l’Unione Europea, tramite il Fondo Europeo per lo Sviluppo, elargirĂ entro il 2020, 312 milioni di euro al governo eritreo, senza richiedere il rispetto dei diritti umani. Questi fondi sono stati sbloccati grazie alla visita in Eritrea di una delegazione italiana (24-26 marzo 2015). Come italiani dobbiamo solo vergognarci! Purtroppo

i nostri parlamentari, che dovrebbero controllare la nostra politica estera, dormono sonni tranquilli. Chi pagherĂ questo protagonismo bellico italiano? Saranno proprio i profughi che il governo di Tripoli, vicino ai Fratelli Musulmani, incomincia giĂ ad arrestare e a mettere in nuovi campi di concentramento. Saranno proprio i rifugiati a pagare piĂš pesantemente per questa azione militare, inventata per salvare vite umane! Infatti il documento presentato all’ONU parla di “danni collateraliâ€?. Quanta ipocrisia! “Si pensa di punire chi si occupa dell’ultimo tratto del viaggio- ha scritto il generale Fabio Mini- e non i governi degli stati che alimentano la violenza, la corruzione e la guerra creando le condizioni dalle quali i migranti vogliono fuggire.â€? Per questo mi appello a tutto il movimento della Pace , perchĂŠ abbia il coraggio di dire NO a questo rigurgito di spirito guerrafondaio nel nostro paese. E’ ora di urlare che “la guerra è una folliaâ€? come dice Papa Francesco.


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Turismo 23 maggio 2015

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#ILOVEISCHIA

INSTAMEET del mediterraneo ad Ischia C

os’è un InstaMeet? Un gruppo di Instagrammer (appassionati, studiosi e curiosi A cura della del noto “social network Redazione /† trano per scattare foto e registrare video insieme. Può aver luogo ovunque e non ci sono limiti nel numero di partecipanti. Rappresenta una bellissima opportunitĂ con altri membri della comunitĂ nella tua & ( € † & &$ = ‡ &$ non la conosce e non c’è mai stato. Igers Napoli e Igers Campania, le due community di riferimento sul territo

rato a stretto contatto con il team di Fed $ $ ‡ Sono state scelte sessanta foto, su piĂš di seimila postate su Instagram con il tag ‡ = il weekend. 2 $ $ ˆ ‰ alcune delle foto vincitrici. Continuano nel frattempo ad arrivare foto con il tag ‡ pazione e successo dell’iniziativa.

Una pubblicitĂ all’ennesima potenza del nostro territorio attraverso i social network, che in pochi giorni può arrivare a milioni di utenti in tutto il mondo. Š

$ rante il weekend dedicato all’InstaMeet. ‡ fatti tre dei piĂš bravi Instagrammer eu * ] ‹ ÂŒ ÂŒ € ˆ ‰Œ† ‘ J^ X^ €ˆ ‰ † manager della comunitĂ di Igers Parigi, Â’ “ €ˆ † YouMobile. Insieme agli ospiti italiani, Orazio Spo €ˆ † $ $ = = €ˆ † curatrice del sito di Igers Italia, accompag ” ‘ €ˆ Π Â’ = €ˆ

† < €ˆ ‰ † presentanza delle comunitĂ territoriali Igers Napoli e Igers Campania. Tanti altri poi saranno gli ospiti e gli Instagrammer

& $ $ • ÂŒ X €ˆ † • ÂŒ $ grazie al quale sono nate tutte le community territoriali dedicate agli appassionati Il programma dal 22 al 24 maggio sarĂ ricco di attivitĂ , per scoprire l’Isola in tutte le sue particolaritĂ e unicitĂ e tutti i contenuti prodotti dagli ospiti, foto, video, tweet, post, saranno pubblicati con & ‡ isti e residenti per trovare notizie, curiositĂ $


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Osservato Speciale

23 maggio 2015

kaire@chiesaischia.it

OPERAZIONE SALVAVITE SU STRADA

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opo varie “spinte�, in

A cura di Vincenzo & Borgomeo

$ + – J & – Â’ / Intanto però il tempo passa e le tragedie si ripetono. + * = & * / Voi siete convinti però che la cosa funzioni. +” $ * @

€ — X † * [ ˜™šš

& —

/ Ci faccia un confronto fra Inghilterra e Italia. +” $ &

$ $ ^

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“Il reato di

omicidio stradale salverebbe molte viteâ€? Dopo la tragedia che ha visto sull’isola la morte di Marianna a causa di un incidente stradale ci siam chiesti cos’altro si può fare per arginare il problema. Ma soprattutto come intervenire nei confronti dei politici locali, incapaci di prendere decisioni serie e sagge. In questa intervista a cura del quotidiano La Repubblica parla il numero uno dell’associazione che sta spingendo sull’introduzione di questo nuovo tipo di reato * ) ” & ) & / Ecco lo spirito di questa legge: nessuna vendetta ma giustizia e prevenzione. Esatto? +2 *

] &$ & ) H -

– / Da dove arriva il nome Omicidio Stradale? + & &2 ] X ›œ˜˜ šœ &šœ & / Ma ancora non basta... +< * -

) * @

/ Cosa può fare il singolo cittadino, cosa possiamo fare tutti noi? +] & = Â’ X /


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Sapore di Mare 23 maggio 2015

Calamari fuori misura, polipi mostruosi e scorfani senza coda le anomali marine di

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Barche da pesca a Ischia Ponte: vanno di moda i pesci “brutti�

oggi. I pesci che si possono incontrare nei tratti di mare intorno all’isola d’Ischia sono comuni a quelli di tutto il Tirreno. Scompar-

AGUGLIA IMPERIALE GIGANTE

POLIPO MONSTRE DETTO ANCHE POLIPO BAMBINO

PESCE DETTO PESCATRICE

SPIGOLA SPAGNOLA GIGANTE

so il Guarracino, pesce spinoso dei poveri. Attenzione alle pesanti sanzioni per chi non rispetta le regole della pesca e del mare in tutti i suoi aspetti.

I

nostri pescatori, in questi giorni stanno portando a terra oltre A cura di Antonio i pesci soliti ed anche Lubrano di qualità , altri pesci dal colore, forma, dimensioni, peso ed aspetto decisamente fuori dall’usuale. Si tratta di esemplari ittici non da branco, e si lasciano catturare da $ H

quasi come se lo volessero, stanchi e rassegnati, accodandosi a quei pesci che subiscono la stessa sorte, ma con strategia di pesca. Tra X $ J &2 fra il Castello e San Pancrazio, la loro presenza è avvertita con frequenza, segno è che hanno un punto di partenza, un campo da dove si muovono, seguendo cias $ non se lo sanno spiegare, anche se ipotizzano processi di procreazione tra le alghe alte e viscide della poseidonia e tra catene scoglifere sommerse. La cosa però non deve meravigliare piÚ di tanto, perchÊ tali pesci fanno parte a tutto titolo della fauna marina con apparizioni a mezzacqua a tempi determinati di ogni stagione. Cadere nella rete dei pescatori esperti è cosa da poco, specie se il pescatore stesso si attrezza a dovere per questo tipo di pesca che comunemente è praticata al largo di San Pancrazio e tra

il Castello e l’isola di Capri. Naturalmente ci si munisce di reti resistenti , non piÚ di spago tinto come

H distruttibile di fronte al quale non c’è pesce aggressivo e divoratore fuori dal comune che tenga. Un pesce brutto, di colore grigiastro chiaro e marrone, bavoso, tozzo di dimensioni medio grande, con denti che possono far male e con una polpa commestibile ed anche saporita, è quello a cui i pescatori hanno dato il nome di “Pescatriceâ€?, evidentemente perchĂŠ si nutre di pesci piccoli o quasi. Ebbene, questo esemplare con le sue caratteristiche testè evidenziate, insieme ad altri dall’aspetto lontano dalla norma tipo un prototipo di scorfano di scoglio sviluppatosi solo dal lato della testa, rappresentano la novitĂ di questi giorni al mercato del pesce a cielo aperto che si svolge sulle barche da pesca accostate alla banchina del piazzale aragonese ed al pontile vicino di $ X “pescatriceâ€? in passato appariva di rado tra il pescato dei nostri pescatori. Oggi invece è piĂš frequente, e si riesce a venderla anche bene agli alberghi ed ai ristoranti. Quindi, da pesce brutto, la “Pescatriceâ€? diven $ Ponte, dove il pescatore sulla sua barca fra gli altri pesci che tiene in mostra, addirittura in un eccesso

di compiacenza, la ostenta come se si trattasse di un trofeo. Naturalmente non vi sono solo pesci di questo tipo a popolare il mare di $ & $ nei tratti di mare intorno all’isola &$ tutto il Tirreno. Tra le molte specie che popolano i fondali elenchiamo i dentici, le occhite, i rotondi, le vope, le orate, le triglie, le anguille, le murene, i rombi, le alici e le sarde, i pesci-luna, i peci ventola, le spigole, i calamari, i naselli, gli scorfani, i lacerti, le aragoste, i gamberi, le seppie, i polpi da € per ogni tentacolo) con esemplare sempre piĂš giganti, polipi monstre detti anche polipi bambino i saraghi, i cefali. Tra i frutti di mare segnaliamo il poco noto riccio rosso, dal sapore delicatissimo e non in commercio, i ricci comuni che non vanno pescati nei mesi di maggio e 2 H cora possibile raccogliere le patelle e direttamente in mare le patelle reali. Le cozze sono piccole ma molto saporite. Un tempo esisteva anche la produzione di vongole. Nelle serate estive e senza luna, chi fende il mare con i remi può scorgere una suggestiva fosforescenza formicolare nell’acqua: si tratta di protozoi (Leptodiscus medusioides) che accendono di vive scintille l’acqua del mare. Nel mare

PESCE MONSTRE

$ suggestione. Dal buio di anfratti e grotte spesso fanno capolino mag = è il luogo dove se ne vedono tanti. L’incontro con il cavalluccio marino (Hippocampus guttulatus) è abbastanza frequente tra praterie di Cymodocea e Posidonia dalle parti del Castello e Cartaromana. H mente smaglianti sono presenti J X $ nuotatore fortunato potrĂ scorg + / €2 H tropecten aranciacus) che abitano le distese sabbiose e pianeggianti = J = $ J X (Zeus Faber), un pesce che vive in alte profonditĂ , in primavera ed autunno non di rado si incontra in acqua a portata d’uomo, nei pressi J &2 Â? J &2 H gelo la pesca del corallo che alimentava l’ industria locale. Da qualche anno è stato di nuovo = H $ variegata quella dei pesci nel nostro mare che sfruttiamo a tutti i livelli leciti. Per chi non rispetta le regole della pesca e tiene in poco conto il processo di riprocreazione della specie va incontro a pesanti sanzioni ed alla denuncia da parte della associazioni ambientaliste del mare.


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Sapore di Mare

23 maggio 2015

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Musica dal mare col pesce flauto

PESCE FLAUTO AVVISTATO AL LARGO DI SANT'ANGELO D'ISCHIA

I

l mare è legato alla musica da antiche leggende, tanto antiche A cura di Michele quanto il mondo. Ma Lubrano anche al sentimento dell’uomo di oggi come di ieri, che del mare e della musica insieme, ne ha fat sognando. Poesie, canzoni, romanzi nel passato come nel presente,

# mare e dalla musica in connubio. 9 H to, c’entrano anche i pesci, alcuni dei quali per forma e colore, assomigliano a determinati strumenti musicali, come per esempio il # 9 che i nostri pescatori hanno piĂš H to semplicisticamente con l’anguilla o col “ruongoâ€?. Non sempre appare dalle nostre parti. Quando lo fa, segue un suo preciso percorso. E’ chiamato cosĂŹ per la sua for & & # H sicista appoggia le sue labbra per fargli emettere il poetico suono. 2 # che per lo piĂš sfrecciano da soli o al massimo in tre, ad una profonditĂ di 15 metri con temperatura dell’acqua di 20° C., sono degli adulti di circa un metro di lunghez # H cisamente particolare, come le sue

PESCE FLAUTO CATTURATO DAI NOSTRI PESCATORI

RETI AL NAILON CON PESCI INCAGLIATI

X X

›œœœ in Israele da un pescatore; nel 2003 fu segnalata in Sicilia e giĂ nel 2007

” Š _ H to al largo di Sant’Angelo d’Ischia. W H dia di circa 500 km/anno che rende a dispersione piÚ rapida, tanto da meritare il soprannome di lessep $ # H tremamente allungato, il lungo

LE NASSE DI VARIE DIMENSIONI

H & degli stimoli della meccanorecezione. Il colore della parte dorsale ) blu, al marmorizzato, al nero stri H H $ # fondali sabbiosi o con Posidonia oceanica, sempre in prossimità di pareti rocciose. E’ predatore dotato di uno spettro alimentare ampio #

pelagici, occasionalmente di crostacei. Le strategie predatorie sono

& H & ricerca del cibo solitaria oppure in associazione con altri tipi di pesci, come polpi o carangidi tipo carango dentice, leccia, leccia stella, pesce pilota, ricciola, sugarello. Per dei nostri pescatori, ora che lo co H ato una rarità . Quindi se lo fanno pagare caro, anche perchÊ il gusto della sua polpa sottile è eccellente.


Cultura

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ell’ormai celebre nota che Herman Hesse aggiunse successivamente al testo di A cura di un altro celebre romanzo: “Il Enzo lupo della steppaâ€?; l’autore, D’Acunto lamentava l’interpretazione delle sue opere, dicendo che la sua opera, in fondo, non era stata solo il grido disperato del diseredato, ma qualcosa in piĂš: la possibilitĂ che ad un mondo di quel qualcos’altro in grado di porsi al di sopra delle persone e del tempo. In fondo, per essere piĂš chiari, quello che Herman Hesse cercava di spiegare con quella nota, era che il suo Lupo, ossia Harry Haller, non fosse un disperato, bensĂŹ un credente. Discorso questo, che facilmente può essere esteso all’intera sua opera. Nel saggio introduttivo all’edizione dei suoi romanzi per i “Meridianiâ€? della Mondadori, Claudio Magris, autorevole germanista oltrechĂŠ grandissimo scrittore,

W W morale che a dispetto di altri, forse piĂš grandi sul piano poetico, – il riferimento è qui, prima di tutto, a Thomas Mann, – non ha mai esitato a condurre la sua battaglia morale secondo il monito paolino: “sĂŹ, sĂŹ; no, noâ€?; consapevole che la morale sia prima di tutto bellezza, e quindi, chiarezza. Ha aggiunto ancora, che l’Hesse piĂš grande, è quello che si ricava dai suoi personaggi piĂš tormentati e piĂš angosciati, e non da quelle creature o creazioni semi-perfette come il divino Siddharta, il provvidenziale Max Demian, o l’utopica Castalia, la rinascente e ideale regione del futuro de “Il giuoco delle perle di vetroâ€?, dove quando si ripensa al tempo trascorso, che è poi anche il nostro tempo, non si fa altro che parlarne come un tempo di decadenza e oscuritĂ . I suoi personaggi piĂš tormentati sono quelli grazie ai quali, Herman Hesse ha potuto mostrare la sua grandezza intellettuale: “esercitando l’arte poetica come un servizio d’amore reso agli altri uominiâ€?. E allora, viene naturale chiedersi, da cosa discenda quella cattiva o forzata interpretazione, che è anche uno dei motivi della sua consistente fama? Nel saggio dal titolo “La metamorfosi del lupo della steppaâ€? scritto a Londra nel 1987, Mario Vargas Llosa da testimonianza di come una prima ragione dell’ eccitata lettura dei testi di Hesse, si deve al fatto che ad Hesse capitò ciò che ogni scrittore vorrebbe: “essere adottato dai giovani ribelli di mezzo mondo e trasformato nel loro mentoreâ€? (il saggio è stato raccolto in italiano nel volume “La veritĂ delle menzogneâ€? edito da Scheiwiller, trad. di A. Morino). è la prima ma non unica causa di quella storpiatura dei testi che lo spinse ad

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“Klein und Wagnerâ€? PARTE SECONDA intervenire in prima persona, per facilitarne la piĂš corretta lettura. Altre cause possono essere: la complessitĂ e l’ambiguitĂ dei suoi testi, la sua consolidata immagine pubblica di nevrotico solitario, – proprio come il suo Lupo, – isolato dal mondo nel suo bel ritiro di Montagnola nella valli svizzere. E ancora: la rigiditĂ del padre, severo pastore pietista, le cammino professionale, la malattia del

= moglie, la svizzera Maria Bernouilli, – discendente della celebre famiglia di scienziati francesi trapiantatisi in Svizzera, – lei sĂŹ, travolta dal demone della depressione; che complessivamente, sono tutte prove essenziali della sofferenza che lo scrittore dovette affrontare. Ma non le sole, perchĂŠ a queste, vanno aggiunte le & triste tempo, – nato nel 1877 e morto nel 1962, – che nonostante tutto, e qui è sempre Magris a dirlo, non lo spinsero mai ad abbandonare quella fermezza disincantata, con la quale Hermann Hesse, è stato caso unico di scrittore mai sedotto dal grande massacro e sempre al sostegno dei grandi esuli e fratelli di pena tedeschi: Thomas Mann, Bertold Brecht, Kurt Wolff; oltrechĂŠ fermo oppositore della censura e dell’imbarbarimento della cultura tedesca. Tutte queste cose messe insieme, permettono di capire perchĂŠ nel 1946 l’Accademia di Svezia, premiò proprio la sua opera per quella carica idealista e quella forte ispirazione, sembrando almeno essa, aver ben compreso il senso dei suoi libri. Ed è allora giusto, a questo punto, riconoscere ad Herman Hesse quel che è di Herman Hesse, e dire con estrema semplicitĂ che la sua scrittura non è mai stata la scrittura dello strappo, ma bensĂŹ, della ricucitura, e che nella sua opera, ciò che trionfa è la luce, e non di certo, la tenebra. Nella foto: Herman Hesse


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“A Tutta Forzaâ€?, Gergo nautico quando mai piĂš felice per l’interessante Azione culturale naturale ed ambientale espletata nel mare di Aenaria dalla SocietĂ Marina di Sant’Anna per l’antica base portuale di epoca Romana – Imperiale di cui sopra misteriosamente sprofondata tra i frutti nel II° sec D.C. circa. (LocalitĂ Ischia Ponte). La SocietĂ culturale sopra menzionata con autorizzazione della Soprintendenza Archeologia della Campania, con costanza e professionalitĂ sta predicando un vero “Apostolato Culturaleâ€? per i giovani visitatori di questo particolare sito archeologico, immenso in un contesto paesaggistico veramente bello; la costa orientale del Borgo del Gelso, dominata dalla mole dello storico Castello Aragonese nella nostra isola possiamo vantarci del primato di un primo felice tentativo di “Parco Archeologico Sottomarinoâ€?, corredato da & nale che per tradizione e preparazione è in grado di garantire visite in loco e lezioni con cura e sicurezza, “siamo in mare!â€? Con mera soddisfazione e non per annoiare il lettore ci piace elencare le recentissime (2015) visite avute da diversi istituti scolastici: Scuola Media : Giovanni XIII – Martina Franca Istituto Nautico: Giovanni Caboto – Gaeta Scuola Media: F. Solimena – Napoli Scuola elementare: Pergolesi – Pozzuoli (NA) Liceo “Villaniâ€? NA I.C. de Blasi – Benevento Scuole Medie: E.de Filippo – S. Giorgio a Cremano NA Scuole Medie : Matilde Serao Volla NA Scuole Medie: Fiorentino NA Istituto Industriale: NA Istituto Bethoven NA Istituto Ragioneria NA Marina di Sant’Anna è una nave che # que da buona nave che si rispetti, a bordo c’è sempre un registro, gli amici che visitano sono come degli equipaggi che si avvicendano annotando ad inchiostro la loro esperienza ischitana e portando a casa e nel cuore odori, sole, e bellezza dei luoghi. Vogliamo riportare qualche stralcio del “Registroâ€? preziosa testimonianza e linfa vitale del nostro quotidiano rapporto con “Aenariaâ€? ed i suoi ospiti! Istituto Compressivo “E de Filippoâ€? di Napolo, 29 aprile: “...Abbi-

23 maggio 2015

TERRITORIO

“A tutta forzaâ€? amo apprezzato particolarmente il momento in cui il Sub ha raccol # che la guida ha illustrato agli alunni i quali hanno potuto toccare con le conoscenze teoriche apprese dai libri‌â€? Istituto Comprensivo “Via Cassa 1694â€?, 7 maggio: “Interesse da parte dei ragazzi, competenza di tutti gli operatori che ringraziamo per averci coinvolto in un emozionante viaggio in posti che diversamente non avremo mai potuto visitare. Grazie!â€? Istituto Comprensivo M. Montessori di Terracina, 7 maggio: “Abbiamo assistito al prelievo di reperti marini di vario genere che hanno suscitato nei ragazzi un attenzione maggiore che li ha coinvolti in un apprendimento in itinere. Interessante è il risultato del video dimostrativo, preceduto da una spiegazione di un’archeologa che è stata molto esaustiva ‌. I ragazzi e le docenti ringrazianoâ€?

Ischitani gratis al Castello Aragonese Il 24 maggio si rinnova l’iniziativa

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opo l’ottimo successo dello scorso anno e per la quale è doveroA cura della so rivolgere un plauRedazione so alla famiglia Mattera, si ripete l’iniziativa delle porte aperte gratis ai residenti sull’isola d’Ischia. Anche quest’anno quindi il Castello Aragonese sarĂ visitabile a titolo gratuito da tutti gli ischitani che potranno accedervi dalle 9 alle 19 nella giornata di domenica 24 maggio. Un’occasione unica per conoscere meglio un autentico patrimonio. L’unica condizione è quella di accreditarsi telefonando al numero 3429618566 (dalle 9 alle 18) o inviando una mail all’indirizzo di posta elettronica segreteria@ castelloaragonese.it. Un sistema, questo, che consentirĂ di conos & # e regolarlo al meglio evitando cosĂŹ disagi e problemi anche agli stessi volontari. All’interno del Castello sono previste anche visite guidate, curate da giovani volontari.


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Storie di Animali 23 maggio 2015

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...

L’attesa si ridusse a poco piÚ di due minuRacconti di Francesco ti. Stessa scena iniziale: Mattera l’irrompere gioioso, ma anche con toni che mi sembravano furenti, degli uccellini. Quasi mi sembrava di poterli distinguere singolarmente. Ero curioso di vedere la loro reazione alla mutata condizione del posto, in che modo si sarebbe manifestata. Lo confesso, ho provato in quell’occasione una puerile eccitazione, simile a quella che provavo da bambino nel prelevare le uova da un nido, e osservare al rientro di mamma merla un ininterrotto

riposto le uova marmorate al loro posto. Contai sei uccellini, erano in egual numero di poco prima, ma stavolta erano giunti tutti assieme, e ognuno di loro portava nel becco il suo bravo pinolo. Si diressero subito nell’area che dal primo momento avevano prescelto come idonea per il loro scopo e deposero, dopo non poche schermaglie reciproche, i loro carichi. Osservavo impaziente, ed ecco che accortosi dello scompaginamento della situazione, si diedero ad un frenetico andirivieni con piccoli volteggi, strida simil guerresche emesse con tonalitĂ ora piĂš accese e perentorie, come quelle che è dato ascoltare quando a sera un intero popolo di passeri si riunisce nella densa chioma di un albero che coabitano in un condominio che a noi umani appare litigioso oltre misura e pronto a qualsiasi epilogo funesto. E che fanno ora i piccoli guerrieri alati? Si dirigono a balzelli verso i pinoli addensati nel posto sbagliato e danno a ribeccarli quasi con furore e cosĂŹ spingendoli man mano nuovamente nel posto che loro e solo loro giudicano quello giusto. Sembra uno schieramento di operai intento a sistemare le cose al posto giusto in un cantiere, appaiono unanimi nel loro intento e disposti a non infastidirsi reciprocamente, a non far prevalere, in questa emergenza, la loro innata rivalitĂ , diluita in questo caso nel bene del gruppo. Ma qual è questo bene comune, nel loro caso, se poi quei pinoli non riescono a mangiarli ? Questo torno insistentemente a chiedermi, combattuto tra il fascino di quella nuova ed imprevista scena ed il pensiero di Gennaro che mi ritorna prepotente con la sua tesi sulla stupiditĂ degli uccelli. Sono rassegnato.

Oltre il solitario Continua dal numero precedente Ho scoperto qualcosa sui passeri che in un tempo mi affascina e mi delude. Passano cosĂŹ tre o quattro giorni, di tanto in tanto, conoscendo ormai gli orari dei miei amici passeri, mi sorprendo ad osservarli

mi abbandono a pensieri non pro & voluzionismo. Quante migliaia di anni ci vorranno per i passeri per fare un salto piccolo piccolo nella scala della crescita della loro intelligenza? Poi lascio perdere e mi rituffo nel lavoro. Pensate che

< gliate! Giunge il momento di dare nuovamente acqua alle mie piante. Stendo il tubo e inizio dal vaso piĂš vicino al rubinetto. Tra canzoni

qualche spuzzata di acqua sui piedi per rinfrescarmi , giungo alla piazzetta dei passeri. Quasi non guardo. Ho detto quasi! E invece guardo, anche se per caso, e che vedo?, quasi la metĂ dei pinoli ridotti a due metĂ esatte dei loro duri gusci, taluni con la concavitĂ giallina rivolta verso l’alto, talaltri in posizione opposta a mostrare la loro gobba bruna. Dei semini nemmeno l’ombra. Che storia è questa?, mi chiedo. Butto il tubo per terra e osservo piĂš attentamente, qualche mio convincimento comincia vacillare. Penso a Gennaro, penso che forse lo stupido è lui, ripenso all’evoluzionismo, al Creatore, è un tourbillon di sensazioni, di pensieri, di idee riposte perchĂŠ non loro brillantezza e certezza quasi assoluta, alimentata da un pensiero che precorre la prova che si spera , e si è certi di avere in pochissimo

tempo, quasi subito. Mi capitava la stessa sensazione quando affron di matematica che , dopo ripetuti tentativi, all’improvviso mi capitava di risolvere in occasioni le piĂš disparate e improbabili: sul tram, mentre consumavo una colazione, in bagno, ad un risveglio in piena nottata. E’ il bello del guizzo di chi si prova con se stesso, in continuo e che, ottenuta una conquista inattesa, ne riceve una soddisfazione e gioia intime, che per essere tali non hanno prezzo che possa ripagarle. Con questi pensieri nella mente decido di dare una svolta decisiva alla mia personale esperienza sul comportamento dei miei amici passeri. Calcolo l’ora della giornata in cui presumibilmente si danno convegno sulla loro piazzetta. E’ intorno alle quindici. Quindi quel giorno niente siesta pomeridiana. Apro una sdraio sotto la tettoia al riparo del sole, un buon libro tra le mani, occhiali scuri sopra a quelli da lettura, e un boccale di freschissima limonata sul tavolinetto. Scandisco il tempo tra sorsi di limonata e mezze pagine di lettura. Intanto divengo preda del sudore. Ma ecco to: giungono quasi con irruenza sulla piazzetta. Qualcuno indugia per qualche istante sulla ringhiera, qualche altro sul bordo del vaso piĂš vicino. Strombettano il loro fragoroso verso, incomprensibili i messaggi che si scambiano e che io traduco a modo mio in “forza diamoci da fare, ma che aspettiamo..â€? e fantasticherie simili. Resto immobile, ma il mio è un ottimo punto di osservazione. Sembra quasi non

mi abbiano visto oppure ritengono che non sia una minaccia per loro. ChissĂ , mi chiedo, che non mi considerino ormai una presenza per loro familiare. Mi aspetto da loro una conferma alla mia ipotesi sulla faccenda dei pinoli. Ecco, si muovono‌ , sono emozionato è inutile nasconderlo! Uno di loro che sembra una specie di capo, dirige, stando in testa, il drappello che si muove in maniera composta, osservando una specie di equidistanza tra di loro. E’ proprio lui che da inizio alle operazioni: dopo aver rivoltato diversi pinoli, sembra averne individuato uno che fa al caso suo: lo rivolta piĂš volte con il becco per posizionarlo nella maniera che lui ritiene giusta e poi, inarcando la testa come mai avevo visto prima, ed a becco chiuso, scaglia una beccata decisa al centro della parte laterale del pinolo. Schizzano letteralmente in alto i due gusci! Sono in piedi, immobile, aggrappato al piedritto della tettoia a non piĂš di un metro e mezzo dal teatro delle operazioni, e loro non si danno conto di me. Il capo passerotto con due saltelli individua subito in quale delle due metà è annidato il seme e con un’altra beccata lo afferra decisamente col becco e si accinge ad ingoiarlo. Ma cosa succede‌?, sopraggiunge un suo compagno e cerca di = quello ingoia rapidamente e poi passa alla controffensiva mostrando al rivale il suo petto e l’acuto del suo becco sulla sua testolina. Poi ritorna l’ordine: il capo cerca un altro pinolo rovistando tra ciò che rimane tra quelli ancora integri ed i gusci di quelli giĂ aperti. E


Storie di Animali

23 maggio 2015

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fanno la stessa cosa gli altri componenti della brigata. Rimango lĂŹ affascinato per una buona mezzora durante la quale ognuno di loro ha aperto e mangiato almeno due W

nica che utilizzano : espongono i pinoli al sole, in modo da favorire l’allentamento dei due gusci, poi li colpiscono nel posto giusto, ed il gioco è fatto. “ Meraviglioso !â€? mi

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sorpresi ad esclamare a bassa voce, felice della coperta appena fatta. Poi all’improvviso, senza nessun segnale premonitore, spiccano il volo e si dirigono sempre nella stessa direzione giĂ osservata, nel folto del verde che circonda la mia casa. Mi pare di scorgere in testa al drappello il capo‌, si quello di prima, insomma! Ma forse è una mia suggestione. A sera al telefo-

no: “GennĂ , sono io, Franco. Vorrei chiederti una cosa: Ma come fai tu a rompere il guscio dei pinoli quando a Natale arrostisci le pigne sul fuoco per farle aprire?â€? E quello di rimando: “FrĂ , ma ti stai scimunendo? E come vuoi che faccia, con il martello no!, altrimenti con cosa con lo schiacciasassi?â€? “E chi te lo ha insegnato?â€? – gli rispondo sorvolando sullo scimunendo. “Ma per caso hai bevuto?â€?, mi contrabbatte. “Lo sai bene che bevo, ma mai al punto di ubriacarmi, piuttosto tu‌!â€? “Chi me lo ha insegnato, ma nessuno, l’ho imparato da solo, diamine, forse ho visto qualcuno‌, si da piccolo forse l’ho visto fare a mia madre, o a mio padre, sull’uscio di casa.â€? “E bravo, il nostro Gennaro l’ha imparato dalla mamma!â€?, gli apostrofo con una risata sottile che sicuramente lo fa montare in rabbia. Ed infatti ecco la sua risposta: “Ma per caso mi stai cazzeggiando, ma oggi sei‌!â€?, e ingoia il resto della frase che non ha il coraggio di pronunciare. “No, no caro Gennaro, stai tranquillo, non ti voglio sfottere, è solo che penso che for-

se ci sono dei volatili, mettiamo i passeri, per esempio, che sono piĂš bravi di te a rompere i pinoli, e non hanno bisogno di martello o altri attrezzi. Ma forse hanno in comune con te una cosa‌â€? “I passeri? I passeri una cosa in comune con me‌? FrĂ , mi sa che hai preso un colpo di sole eh! Da un paio di giorni sta facendo il solleone, hai pochi capelli‌, e dovresti metterti un cappellino per non scottarti il cervello. Amico, stai a sentire, comprati una bella paglietta alla Carosone! Ma come ti viene a dire che io, ‌ i passeri, insomma che sono bravi, che come cavolo rompono i pinoli, e poi‌ cosa, hanno in comune con me ‌, ma non sta in cielo‌?â€? “Tranquillo Gennaro, ti spiego tutto domani sera, tanto dobbiamo vederci da Giorgio a Piano Liguori per la solita cenetta estiva. Tu intanto incomincia a meditare sulle tue convinzioni sull’intelligenza dei volatili, poi ne riparliamo domani con gli altri amiciâ€?. “No, adesso mi spieghi tutto e subito, altrimenti vengo subito da te e cosÏ‌!â€? “Va bene, va bene, ‌sei pronto? Allora devi sapere che i passeri‌â€? FINE


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Parrocchie 23 maggio 2015

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PARROCCHIA S.MARIA DELLE GRAZIE IN LACCO AMENO

Ricevere GesĂš per la prima volta D

omenica 17 maggio nella Festa dell’Ascensione di Nostro Signore, 29 A cura di Mena bambini si sono nutriti Alvi del corpo di GesĂš per la prima volta, a Lacco Ameno, nella Basilica di Santa Restituta. “GesĂš, sotto lo sguardo degli Apostoli, - ha affermato il Parroco Don Gioacchino Castaldi - ascende al cielo e, ancora una volta, sottolinea in questo modo la sua Resurrezione ed entra cosĂŹ nella vita divina del Padre. Bambini, il nostro GesĂš non spezzerĂ piĂš il pane alla mensa con i suoi discepoli ma, quel giovedĂŹ Santo per la prima Chiesa e in questi 40 giorni terreni lo ha fatto in tanti cenacoli! Gli Apostoli non sentiranno piĂš la sua voce, ma sanno che lo Spirito Santo è con loro. Egli però lo * + )

/ $ J H ha continuato il parroco nella sua omelia - ha avuto una iniezione

pastore si interrogasse su quale potesse essere l’ora in cui, dal monte degli Ulivi, GesÚ sarebbe

^ la natura potessero contemplare la gloria di Dio e fu cosÏ che il pastore, che era immerso nella natura e nei suoi pensieri per scandire l’ora e l’attimo con il sole, all’improvviso si tolse il cappello ) ^

Z la natura si ammutolÏ mentre salutava GesÚ. Oggi siete diventati testimoni che egli è vivo e che vi aspetta sempre nel Sacramento divina per rimanere con tutti noi. della Confessione per perdonarvi, @ ^ e se voi siete qui è perchè Egli e che tornerà allo stesso modo in

+ / vi ha cercato per primo. Una cui lo videro salire al cielo. Nel neppure a sua madre, neppure leggenda popolare narra che nel frattempo vivete con i sani principi a Maria di Magdala. Quaranta giorno dell’Ascensione gli uccelli del Vangelo ed ubbidite ai vostri giorni sono volati, ma i ricordi del non portano cibo al loro nido genitori e voi genitori curate queste tempo passato sul Monte degli per ossequio a GesĂš. Pensate, giovani vite . Questo - ha concluso Ulivi sono ancora vivi per essi. bambini, queste creature di Dio che don Gioacchino - è l’augurio del Bambini, ricordate che GesĂš è svolazzano nel cielo omaggiano il X / ^ Maestro. Si narra ancora che un Foto di Ernesto Volpe

Ischia per la vita utto parte dalla spinta entusiasta e decisa dell’attivissimo Vicente A cura di Schiano, che dopo aver Francesco notato una locandina Schiano in cui si propagandava l’abolizione della legge 194 si è piĂš volte chiesto cosa avesse potuto fare lui in prima persona sulla nostra isola per la ‘causa della vita’. Da qui il progetto di “Ischia per la vitaâ€?, una sorta di mobilitazione permanente a favore della vita umana sin dal suo concepimento e contro l’atroce e barbaro delitto dell’aborto diventato sempre piĂš & Z imento non certo fatto di parole o grossi slogan ma di persone che con la propria esistenza incarnano il valore dell’accoglienza alla vita

dal grembo materno contro ogni

T

GIORGIO CELSI

VICENTE SCHIANO

Il prossimo venerdĂŹ 29 maggio alle ore 19.30 presso il Grand Hotel delle Terme Re Ferdinando di Ischia si terrĂ un importante convegno in favore della vita dal suo concepimento nel grembo materno sino alla sua fine naturale.

forma di uccisione e di assassinio autorizzato. La serata del 29 maggio sarĂ di approfondimento su un tema incredibilmente ancora troppo sottaciuto eppure cosĂŹ noto come quello dell’aborto e dei vari attentati alla vita che abbruttiscono sempre di piĂš il volto dell’uomo. A prendere parte a questo importante momento tra gli altri ci sarĂ Giorgio Celsi, infermiere, presidente dell’Associazione “Ora et Labora in Difesa della Vitaâ€? e vicepresidente dell’Associazione NO 194, che da anni si batte contro la pratica dell’aborto che, oltre ad essere pericolosa se non praticata da professionisti e solo in casi di emergenza, impoverisce il paese. “SarĂ certamente un momento importante quello del 29 maggio ad Ischia per parlare di un tema che dovrebbe stare a cuore a tutti come quello della vita; - ha

ribadito Giorgio Celsi - la legge 194 purtroppo ha ormai sempre piĂš trasformato un delitto come l’aborto in diritto, concesso addirittura gratuitamente come se la gravidanza fosse una malattia e in piena libertĂ entro i primi tre mesi di gestazione; basta una semplice impegnativa del medico di famiglia per ottenere in pochi giorni l’aborto, ma se la procedura è apparentemente cosĂŹ semplice ben piĂš grandi sono i danni che essa arreca alla donna e all’intera societĂ che va ad impoverirsi in maniera spaventosa. Per la donna poi l’aborto non è un’operazione che non la rende madre ma bensÏ’ essa

glio morto, e sarĂ per sempre un dolore atroce. Oggi viene davvero banalizzato il male e il nostro compito principale è quello di donare forza e sostegno a queste donne che a volte sono davvero in oggettive situ e comunque la vitaâ€?.


Ecclesia

19 23 maggio 2015

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Lasciamoci possedere dal fuoco dello Spirito Santo Permesso, grazie, scusa: da San Francesco d’Assisi a Papa Francesco

N

ella catechesi sulla famiglia del 13 maggio papa Francesco ribadisce con ancor piĂš forza l’importanza del comportamento virtuoso di ogni cristiano nella propria famiglia. Per A cura di una sana convivenza bisogna mettere in pratica le tre parole Ordine che sono un programma di vita: “permesso, grazie, scusaâ€?. Francescano Secolare La prima parola del Papa è “permesso?â€?: “Entrare nella di Forio vita dell’altro chiede la delicatezza di un atteggiamento non

/ J ” chiedeva sempre il permesso a tutti per ogni sua azione o decisione, al Papa, ai Vescovi, ai suoi frati e persino a chi era piĂš povero di lui: “Qualunque cosa gli dessero per alleviare le necessitĂ del corpo, chiedeva sempre ai donatori il permesso di poterla dar via lecitamente, se incontrava _ ÂĄ

dell’altare, tutto elargiva agli indigenti, appena lo poteva, per adempiere ai compiti di pietĂ â€? (FF 1144). La seconda parola è “grazieâ€?: “Dobbiamo diventare intransigenti sull’educazione della gratitudine, alla riconoscenza: la dignitĂ della persona e la J / J ” J

& ze che aveva ricevuto, la sua vita era un continuo grazie e una continua lode: “Due anni prima della sua morte, era talmente tormentato dal male d’occhi, che per oltre cinquanta giorni non potĂŠ vedere la luce del giorno e neppure quella del fuoco. ‌ Vedendosi Francesco tormentato da # * ¢J

^ (ÂŁ @ * ¢Â— * qualcuno, per tutte queste tribolazioni e infermitĂ , ti desse un tesoro cosĂŹ grande e prezioso, che tutta la terra fosse un nulla al suo confronto, non

ÂŁ ” * ¢J davvero grande e prezioso, meraviglioso e desiderabileÂť. e sentĂŹ nuova * ¢Â— tribolazioni, e d’ora in poi vivi nella sicurezza, come tu fossi giĂ in possesso del mio regnoÂť. ÂĄ* ¢@ J — X ” J _ J J [ ÂĄ Voglio, perciò, a Lode di Lui, comporre un nuovo Cantico delle creature J vivere, e nelle quali il genere umano molto offende il suo Creatore: Noi [ J ÂŁ €””˜¤Â™Â™Â† & + /* +J neppure siamo capaci di perdonarciâ€?. J ” — che non riuscivano a rispettare appieno la Regola dell’Ordine, consider J ed esempio e forza ai fratelli.

“F

ra tutte, la prima devozione nostra dovrebbe essere quella J J / €‘ X <$† + J J & X ” Y A cura di — J Antonio dona, si espande su tutto il creato, sulle cose, e in modo Magaldi J Paradiso sulla terra per poi trasportarli nei perenni gaudi del possesso X 9 &@ — J / Â€Â›ÂœÂĽÂœŒ¼§§ _ = < † J J ‘ * $ J

[ _ con Lui, lasciarsi docilmente guidare da Lui, il quale con il suo toc

_ J Â?

^ J X — _ Cristo. ^ @ J J spirito e il cuore, conceda il merito delle virtÚ, una morte santa e la

J X * +\ J J — dal quale avete ricevuto il sigillo per il giorno della Redenzioneâ€? (Ef. 4,30). Egli viene contristato principalmente con il peccato mortale, ma J della nostra leggerezza, dissipazione volontaria, indifferenza, resisten & $ J — di tanti e continui doni; è necessario tributargli l’omaggio del nostro ringraziamento sincero e costante. “Nessuno può esimersi dall’ essere J J * ÂĄ @ J \ societĂ moderna, caduta nel fango di tutti i vizi e di tutti gli erroriâ€? €‘ @ † J X _ J prego, aderiamo alla fede con gioia ed entusiasmo: “O Dio, che apri J J Z &2 < = perseverante preghiera, perchĂŠ quanti ti cercano possano estinguere la sete di veritĂ e di giustiziaâ€? (dalla Liturgia) +$ J J _ X J J se vogliamo trovare fermezza nella nostra vita tra le vicende umane che tutti noi abbiamo dobbiamo, andare da Lui.â€? (Papa Francesco, J = Â˜Â™ÂĽÂœÂŚÂĽÂ›ÂœÂ˜¨Â†


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Arte & Liturgia 23 maggio 2015

IL SANTO DELLA SETTIMANA A cura di Francesco Schiano

26 MAGGIO San Filippo Neri sacerdote

Figlio di un no buona famiglia. Ricevette una buona istruzione e poi fece pratica dell’attivitĂ di suo Z & # domenicani di san Marco, dove Savonarola era stato frate non molto tempo prima, e dei benedettini di Montecassino, e all’etĂ di diciott’anni abbandonò gli affari e andò a Roma. LĂ visse come laico per diciassette anni e inizialmente si guadagnò da vivere facendo il precettore, scrisse poesie e studiò

2 cittĂ era in uno stato di grande corruzione, e nel 1538 Filippo Neri cominciò a lavorare fra i giovani della cittĂ e fondò una confraternita di laici che si incontravano per adorare Dio e per dare aiuto ai pellegrini e ai convalescenti, e che gradualmente diedero vita al grande ospizio della TrinitĂ . Filippo passava molto tempo in preghiera, specialmente di notte e nella catacomba di san Sebastiano, dove nel 1544 sperimentò un’estasi di amore divino che si crede abbia lasciato un effetto

\ 1551 fu ordinato prete e andò a vivere nel convitto ecclesiastico di san Girolamo, dove presto si fece un nome come confessore; gli fu attribuito il dono di saper leggere nei cuori. Ma la sua occupazione principale era ancora il lavoro tra i giovani. Per la sua societĂ costruĂŹ una nuova chiesa, la Chiesa Nuova, a santa Maria “in Vallicellaâ€?. Si spense nelle prime ore del 26 maggio 1595, all’etĂ di ottant’anni.

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COMMENTO AL VANGELO

Domenica 24 maggio 2015 Pentecoste Anno B

Un'artista cosĂŹ mi interessa! C

arissimi amici, oggi celebriamo l’Ascensione del Signore. Finisce il tempo della missione A cura di terrena di GesĂš. Comincia il tempo don Cristian Solmonese della Chiesa, il tempo dello Spirito Santo. Il ritorno di Cristo al Padre è nello stesso tempo fonte di tristezza, perchĂŠ implica la sua assenza, e fonte di gioia, perchĂŠ implica la sua presenza. Questa solennitĂ ci fa comprendere la nostra condizione presente e il tempo di oggi: abbiamo perso Cristo e l’abbiamo trovato; non lo vediamo eppure lo discerniamo. Abbracciamo i suoi piedi (Mt 28,9), eppure ci dice: ÂŤNon mi trattenereÂť (Gv 20,17). Com’è possibile? Ăˆ possibile perchĂŠ abbiamo perso la percezione sensibile e cosciente della sua persona; non possiamo guardarlo, sentirlo, conversare con lui, seguirlo di luogo in luogo; eppure godiamo spiritualmente, immaterialmente, interiormente, mentalmente e realmente della sua vista e del suo possesso; un possesso piĂš reale e piĂš presente di quello di cui godevano gli apostoli nei giorni della sua carne, proprio perchĂŠ esso è spirituale, proprio perchĂŠ esso è invisibile. Egli entra in noi e prende possesso dell’ereditĂ che si è acquistata. Non si presenta a noi; ci prende con lui. Non lo vediamo; conosciamo la sua presenza soltanto mediante la fede, perchĂŠ egli è al di sopra di noi e in noi. La dipartita di GesĂš da questa terra apre il tempo della Chiesa. Ăˆ il tempo della missione, il tempo di portare la sua Parola a tutte le genti. La missione della Chiesa ha un solo scopo: suscitare la fede. Chi crederĂ sarĂ salvo! La salvezza passa dalla conversione e dal perdono. La conversione è la prima missione della Chiesa. La conversione che deve operare la Chiesa è di dare centralitĂ a Cristo capo, lui solo al centro. Ăˆ missione di perdono perchĂŠ il Signore è venuto a riconciliarci con il Padre. Ha proclamato l’anno di misericordia del Signore, l’anno del perdono. Tutti abbiamo accesso al perdono Dio! Noi ci stanchiamo di chiedere a Dio il perdono. La missione degli Undici è accompagnata da

segni. Il Vangelo è l’agire di Dio non è teoria ne

@ +\ / alla sua potenza e non alla propria ci sono dei segni che autenticano il Vangelo. Questi segni lasciano trasparire la potenza di Dio non dell’uomo. Ma + / di segni che riproducono quelli compiuti da GesĂš, dello stesso stile. Il segno non equivale a prodigio o miracolo, ma è qualcosa che mostra e che svela. Il segno mostra una cosa vera senza dimostrarla, mostra la veritĂ che garantisce. Se è cosi, ricordia _ €š ˜˜†Z rendersi credibile agli occhi di coloro che lo de Â€Â˜ÂŚ ›™HŠÂ˜Â†Z compiere segni spettacolari come quello di buttarsi dal pinnacolo del tempio. Il grande segno compiuto da GesĂš è stata la sua vita e la sua morte; ha accolto tutti gli ammalati ma non tutti li ha guariti. Cari amici, la liturgia oggi nel prefazio ci fa cosĂŹ pregare: il Signore dell’universo, non si è separato dalla nostra condizione umana, ma ci ha preceduto nella dimora eterna, per darci la serena

mo anche noi, sue membra, uniti nella stessa gloria. SĂŹ, Egli ci ha anticipato ed entrando nella sfera celeste, ha portato con sè anche il nostro corpo perchĂŠ lui si era fatto uomo. Abbiamo la speranza che la nostra natura sarĂ accanto a Dio nella gloria come giĂ adesso nel corpo di Cristo e nel corpo di Maria Assunta in cielo vi è giĂ la nostra carne. Non scoraggiamoci, la nostra umanità è accanto a Dio, non lasciamo cadere le braccia, il Signore è nostro avvocato presso il Padre. In tutto questo tempo dobbiamo chiederci anche un’altra cosa: quando il Signore tornerĂ , saremo stati testimoni della conversione e del perdono? Saremo stati uomini di fede? Quando tornerĂ troverĂ in noi la fede? E troverĂ la fede sulla terra? Una cosa è certa lui ritornerĂ ; beato quel servo che al ritorno del suo padrone sarĂ pronto!

Pellegrinaggio a piedi NAPOLI - POMPEI Don Beato Scotti, direttore del centro diocesano per le vocazioni e P. Nunzio Ammirati, delegato diocesano per la vita consacrata, hanno organizzato un pellegrinaggio a piedi da Napoli a Pompei per SABATO 30 MAGGIO, per vivere la conclusione del mese mariano ai piedi di Maria, madre di ogni vocazione e regina di tutti i consacrati. La partenza è prevista con aliscafo delle 6.50 da Forio, con possibilitĂ di imbarcarsi anche dallo scalo di Ischia alle 7.10. Non ci sono costi di partecipazione ad eccezione del costo dell’aliscafo di andata e di ritorno.Chi volesse partecipare può rivolgersi al piĂš presto a DON BEATO SCOTTI (cell. 3395812687) o a P.NUNZIO AMMIRATI (cell. 3335854801)


Arte & Liturgia kaire@chiesaischia.it

21 23 maggio 2015

ARTE SACRA

LA PENTECOSTE C

on la Pentecoste si chiude il tempo di Pasqua: viene adempiuta la promessa di GesĂš agli A cura di Ernesta Undici prima di ascendere al Mazzella cielo, secondo cui “tra non pochi giorniâ€? essi sarebbero stati “battezzati in Spirito Santoâ€?. Come evento storico, la Pentecoste cristiana consiste poi nell’esperienza narrata successivamente negli Atti degli Apostoli, di un “fragore, quasi un vento che si abbattĂŠ impetuoso, e riempĂŹ tutta la casaâ€? con l’apparizione di “lingue come di fuoco che si dividevano, e si posarono su ciascunoâ€? degli apostoli, cosĂŹ che “tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersiâ€? (At 2,2-4). Ăˆ con questa immagine biblica che il pittore lacchese Alfonso Di Spigna realizza la grande tela nella chiesa dello Spirito Santo di Ischia. La chiesa sorge nell’antico borgo di Ischia Ponte. Entrando si resta incantati dinanzi alla bellezza e alla ricchezza delle varie opere d’arte, non a caso è una delle chiese piĂš belle dell’Isola. Sull’altare maggiore è posta la grande tela dipinta dal di Spigna nel 1768. Al centro della tela è rappresentata la Madonna seduta, le fanno da corona uno stuolo di Apostoli ritratti in pose diverse, sul loro capo sono dipinte le lingue di fuoco. In alto al centro vi è la colomba, simbolo dello Spirito Santo, incorniciata da numerosi angeli. Il Di Lustro ha rilevato, nei libri contabili della chiesa, la somma pagata al di Spigna per la realizzazione dell’opera: “a 10 agosto 1768 pagato ‌ al pittore Sig. D. Alfonso di Spigna per il quadro grande & J J ‌ a conto ducati 80-00; dato a D. Alfonso di Spigna per compimento del quadro ducati 50-00â€?. La tela è stata restaurata nel 1968 da P. Stefano Macario in occasione del secondo centenario della realizzazione. Quest’opera senza dubbio è la piĂš nota e meglio conosciuta del Maestro, che la realizza quando aveva superato l’etĂ di settant’anni; essendo destinata all’altare maggiore, il pittore si impegna non poco per realizzarla. Nonostante sia stata eseguita in etĂ non piĂš giovanile il di Spigna, come scrive l’Alparone non “perde di vista il De Muraâ€?, difatti si ispira all’opera dipinta dal maestro per la chiesa dello

Spirito Santo in Napoli; invece per la corona degli angeli svolazzanti intorno alla colomba, il modello sembra il quadro del Conca realizzato per la chiesa romana dei santi Luca e Martina come afferma la Persico Rolando. L’opera isclana si annovera tra le piĂš pregevoli del di Spigna, non solo per la resa pittorica, difatti ritroviamo la pittura trasparente in cui dominano i toni chiari del rosa, dell’azzurro e del giallino, ma in quanto alla “modernitĂ â€? ed aggior & pittura napoletana della seconda metĂ del Settecento. Molti ed illustri artisti hanno realizzato X $ ti la diffusione dell’immagine è alquanto ampia, ma prevalentemente rappresentata all’interno di cicli pittorici sino alla Controriforma, per poi assumere carattere autonomo come in quella del nostro artista. Un opera interessante è stata realizzata da Giotto (Vespignano, 1267 circa – Firenze, 8 gennaio 1337) per la Cappella Scrovegni nella cittĂ di Padova. Lo Spirito Santo si manifesta sotto forma di raggi luminosi. La casa descritta neg 2 come un padiglione gotico. Gli Apostoli sono di nuovo dodici: poco prima della Pentecoste, dopo un ballottaggio con Giuseppe il Giusto, era stato scelto Mattia. Nell’interpretazione giottesca manca la =

in altre immagini della Pentecoste come ad esempio nell’opera di Duccio di Buoninsegna ( “http://it.wikipedia.org/wiki/ Sienaâ€?Siena, “http://it.wikipedia.org/ wiki/1255â€?1255 circa – “http://it.wikipedia.org/wiki/1318â€?1318 o “http:// it.wikipedia.org/wiki/1319â€?1319), MaestĂ del Duomo di Siena, oppure in El Greco, “http://it.wikipedia.org/wiki/ Pseudonimoâ€?nome d’arte di Dominikos Theotokopoulos, (“http://it.wikipedia. org/wiki/Candiaâ€?Candia, HYPERLINK “http://it.wikipedia.org/wiki/1541â€?1541 – “http://it.wikipedia.org/wiki/Toledoâ€?Toledo, “http://it.wikipedia.org/ wiki/7_aprileâ€?7 aprile “http://it.wikipedia.org/wiki/1614â€?1614), conservata al Museo del Prado in Madrid. Nella foto: Alfonso di Spigna, La Pentecoste, 1768. Chiesa dello spirito Santo, Ischia.


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Volontariato 23 maggio 2015

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Una domenica particolare Metti insieme le Volontarie Vincenziane, un giardino primaverile in fiore, musica, bambini, anziani e persone che quel giorno sarebbero stati come al solito soli, il Vescovo, i missionari, alcuni sacerdoti, il sole, tanto buon cibo preparato e servito con amore dalle volontarie, ed il risultato sarà un’altra splendida giornata, come nella sua semplicità, lo è stata quella di domenica 26 aprile.

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incenziani, la Villa S.Luigi a Forio, si è svolta la “Giornata dell’Amicizia”, organizzata dai cinque gruppi di Volontariato Vincenziano presenti sul territorio (Ischia Buon Pastore, IsA cura di chia Porto Salvo, Casamicciola, Piedimonte e Forio). L’evenAngela Del Deo* to è stato pensato per coloro che vivono nel quotidiano talvolta l’isolamento e la solitudine con l’intento di favorire un clima di fratellanza, amicizia e solidarietà. La giornata è cominciata con la Santa Messa, celebrata da Padre Giuseppe Caruso, nella chiesetta adiacente. Al termine, gli ospiti sono stati invitati all’interno della Villa S.Luigi, accolti da una piacevole musica dal vivo del cantante Nicola Pantalone e hanno poi preso posto nella sala del Volontariato e nel giardino, dove erano stati allestiti dei tavoli per il pranzo comunitario. Tra gli ospiti erano presenti le suore dell’Istituto S.Maria della Provvidenza di Casamicciola assieme ai loro bambini, un gruppo degli ospiti di Nuovi Orizzonti di Forio, anziani e persone provenienti da tutti i comuni dell’isola, circa un centinaio in tutto, con la graditissima presenza del Vescovo S. E. Monsignor Pietro Lagnese, i Padri Vincenziani Padre Carlo, Padre Giuseppe e Padre Giuseppe, i parroci Don Pasquale Sferratore e Don Pasquale Trani. L’evento è stato un momento di condivisione molto bello, di entusiasmo e speranza, dimostrandoci che in fondo sono i piccoli gesti a fare la differenza, riuscendo a trasformare una giornata ordinaria in una giornata davvero speciale. E le volontarie assicurano che ce ne saranno altre!!! * Presidente diocesana Gruppi di Volontariato Vincenziano


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Sport

23 maggio 2015

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Sale il pathos di ďŹ ne campionato

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del nostro campionato e prepariamoci a due week-end che potenzialA cura di mente potrebbero rivelarsi molto Alberto entusiasmanti e ricchi di sorprese. Arcamone Da amanti dello sport non possiamo che accomodarci sul nostro sofà e gustarci questa intrigante lotta al secondo e terzo posto; ai tifosi di Roma, Lazio o Napoli, invece, converrebbe predisporsi ad eventuali sofferenze e accertarsi di avere un cuore molto forte. In ef be il valore di un’intera stagione di queste squa

forse, fallimentari. L’esclusione dall’Europa che conta per la Roma sarebbe una bella batosta, innanzitutto sul piano economico, e poi quello sportivo. Per la Lazio, il quarto posto, avrebbe il * ti complimenti per la gran stagione disputata, il tutto. Quanto al Napoli, fare il terzo posto è di vitale importanza per rendere l’annata meno * cessimo che la stagione è stata sinora fallimentare, dato che gli obiettivi sono stati di volta in volta falliti. In ogni caso i partenopei hanno giĂ portato a casa una prestigiosa Supercoppa italiana, sottraendola per di piĂš ai rivali di sempre, i bianconeri, e quindi per il secondo anno con-

secutivo il Napoli aggiunge alla propria bacheca un trofeo. Nella scorsa giornata le due squadre capitoline hanno ottenuto due vittorie fonda *

battuto l’Udinese, mentre i biancocelesti, inaspettatamente, hanno sbancato Marassi vincendo uno a zero contro la Sampdoria. Il derby in programma sarĂ decisivo nella conquista del de e mezzo in Europa. La squadra di Benitez invece è riuscita ad ar corsa, ed ora fare punti allo Juventus Stadium è di vitale importanza per avvicinare le due contendenti che, di certo, si leveranno punti a vicenda. Per i partenopei sarebbe ottimale trovarsi ad almeno tre punti dalla Lazio per poi fare la grande partita, che il Napoli sa fare, proprio contro i biancocelesti all’ultima giornata. Insomma, il calendario è strutturato in modo

& &

Ed in effetti, dopo l’assegnazione assai anticipata dello scudetto, dopo le retrocessioni sancite anzitempo, questa bella lotta ci voleva proprio, con l’augurio che ad avere la meglio siano le squadre piÚ forti, piÚ meritevoli, senza passare per ulteriori polemiche, che ci hanno

questa parte.

PREMIO ISCHIA 2015

I

gnacio Escolar, direttore di “El Diario.Esâ€? è il vincitore del Premio Ischia Internazionale di A cura della Giornalismo giunto quest’anno Redazione alla XXXVI edizione. Autore di Escolar.net, uno dei blog piĂš apprezzati in Spagna, è seguito solo su Twitter da oltre 475.000 followers. Il Premio Ischia per la comunicazione Internazionale è invece andato a Tian Wei, affermata giornalista del canale tele ]< &

per l’Italia è stato scelto Massimiliano Taran — Â’ $ tituzionali Feltrinelli. I premi internazionali si aggiungono ai tradizionali riconoscimenti italiani che sono stati assegnati a Marco Damilano, — 9 = J ciale Premio Ischia per la Tv a Nadia Toffa per i servizi televisivi de le “Ieneâ€?. La Penna d’oro è stata invece assegnata a Eugenio Scalfari. La manifestazione di consegna dei premi avrĂ invece luogo il 26 e 27 giugno a Lacco Ameno.

ABBONAMENTO POSTALE L’abbonamento annuale ordinario al nostro settimanale costa â‚Ź 45,00 e consente di ricevere con spedizione postale a casa propria (sul territorio italiano) i 52 numeri del giornale stampati nel corso di un anno solare piĂš eventuali “Kaire specialiâ€?. Per chi vive all’estero, è possibile abbonarsi on line al settimanale in modo da poterlo leggere in formato Pdf a partire dalle ore 7,00 del mattino (ora italiana) nel giorno di uscita (verrĂ inviato via mail) e poterlo archiviare comodamente. Il settimanale online è esattamente uguale - per contenuto e impaginazione - a quello stampato su carta. L'abbonamento online costa â‚Ź 45,00. LE ALTRE TARIFFE ANNUALI: Abbonamento amico â‚Ź.100,00 Abbonamento sostenitore â‚Ź.200,00 Benemerito a partire da â‚Ź.300,00 COME PAGARE L’ABBONAMENTO Per il pagamento in contanti contattate la segreteria di “Kaireâ€? ai seguenti numeri di telefono 081981342 – 0813334228 oppure il pagamento può essere effettuato mezzo boniďŹ co bancario intestato COOP. SOCIALE KAIROS ONLUS indicando quale causale ABBONAMENTO KAIRE sul seguente codice IBAN IT 06 J 03359 01600 1000 0000 8660 Banca Prossima SpA. Dopo aver effettuato il pagamento inviate una mail a kaire@kairosonline.it oppure inviando un fax al 0813334228 con i seguenti dati per la spedizione: Cognome e nome: ... | indirizzo (via/cap/comune/ provincia): ... |codice ďŹ scale: ... | telefono: ... | mail: ... nel caso l’abbonamento sia da attivare a favore di altra persona, indicare anche: Cognome e nome del beneďŹ ciario dell’abbonamento: ... Indirizzo (via/cap/comune/provincia): ...

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