Kaire 22 Anno II

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IL SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA CHIESA DI ISCHIA

www.chiesaischia.it

ANNO 2 | NUMERO 22 | 30 MAGGIO 2015 | â‚Ź 1,00

VEGLIA DI PENTECOSTE

VILLA MERCEDE

LOTTA ALL’AZZARDO

PiĂš di 800 persone hanno partecipato alla veglia diocesana a Fiaiano con il clero e Padre Pietro

Inaugurato il primo giardino Alzheimer in Campania alla presenza del Vescovo Lagnese

I cittadini di Anacapri â‚Ź 1,00 al voto con un referendum per arginare la patologia al gioco

EDITORIALE DEL DIRETTORE

Si vota con l’amaro in gola!

I

l consiglio della regione Campania si rinnova. O A cura di forse no! Ormai Lorenzo Russo siamo abituati a vedere le stesse facce, gli stessi sorrisi sui manifesti elettorali, le stesse promesse. Ischia intanto continua a sentire la mancanza di una forte e decisa politica del Bene Comune. Quel bene disinteressato, lontano da lotte di potere, da lobby decisionali e dal dio denaro. In quest’ultima campagna elettorale è mancato un serio programma dove si affrontano i problemi del territorio. Solo parole, parole, parole‌ E intanto cala il sipario ormai anche su un altro grande progetto sociale della nostra comunitĂ . Il Sir, la struttura intermedia residenziale, è stato sottoposto a chiusura dalla Procura di Napoli, ma l’Asl (e quindi la regione) ancora non ha trovato una soluzione alternativa, nonostante siano arrivate varie proposte dal territorio, dai cittadini. Un’occasione persa. Una partita persa. Ma in questo caso non ci sono nĂŠ vincitori nĂŠ vinti. Nessuno può salire sul podio ed esultare. I nostri fratelli dell’ex Sir saranno trasferiti altrove. E intanto il presidente Caldoro nella sua venuta ad Ischia comunica di non aver mai ricevuto la lettera che lo scorso anno il Vescovo di Continua a pag. 2

“Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Aut: 1025/ATSUD/NA�

THE END

Cala il sipario sul Sir dell’isola d’Ischia. Una sceneggiata teatrale regionale che ha deďŹ nitivamente risolto il “problemaâ€? dei malati psichici isolani. Una pagina nera per la nostra comunitĂ .

ANDAR PER SENTIERI Conclusa la 3°edizione: grande partecipazione di isolani e turisti.

SUORE MISSIONARIE La storia della congregazione delle suore di San Ciro ad Ischia,

PERSONAGGI STORICI A Roma una mostra delle opere

SPORT Le emozioni dell’ultima giorna-

del maestro ischitano Vincenzo Colucci.

ta di campionato di calcio.


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In Primo Piano 30 maggio 2015

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Continua da pag. 1 Ischia gli scrisse intimandogli di fermarsi in questa assurda barbarie nei confronti dei piĂš deboli e di avviare un dialogo costruttivo per trovare una soluzione alternativa. “Avete sbagliato il canale per inviarmi la letteraâ€? ha affermato Caldoro. E ci chiediamo: ma davvero non sapesse nulla di tutta la batta quasi un anno sull’isola in favore dei nostri malati psichici? Possibile che non gli sia arrivato all’orecchio nessuna pulce che lo aggiornasse? I suoi piĂš stretti collaboratori, i politici ischitani dello suo stesso partito (e non solo!) possibile che non lo abbiano mai aggiornato? Questo è grave. E’ grave. Vuol dire che anche per i nostri politici locali non si ha la voglia di risolvere il problema. GiĂ , perchĂŠ per loro è un problema. Per noi è semplicemente amore. Amore per i piĂš deboli. Amore per coloro che non possono esprimersi autonomamente. Qualcuno un giorno mi disse che la politica è l’amore piĂš grande che una persona può dare per la propria gente‌.stupenda interpretazione. Non posso quindi non pensare a loro, ai nostri amati fratelli di Villa Stefania, ad Elena. E allora quando entrerò in quell’urna per dare la mia preferenza, questa volta il mio pensiero andrĂ a loro. Al loro futuro. Al futuro di Elena e di tutti i fratelli del Sir.

LA PROCURA DI NAPOLI ORDINA LO SGOMBERO DI “VILLA STEFANIA�

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illa Stefania deve essere sgomberata. Dopo l’incendio alla struttuA cura della ra sono state velocizRedazione zate le operazioni per la chiusura. Determinanti in tal senso le perizie tecniche sullo stato di inagibilità . Il dispositivo del Pubblico Ministero Emanuela Persico intima lo stop immediato alla frequenza della struttura ed il relativo sgombero. La comunicazione dell’avvenuta "# maggio in mattinata.

Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia Proprietario ed editore COOPERATIVA SOCIALE KAIROS ONLUS

EMERGENZA SIR

congiurare il trasferimento a Napoli dei sofferenti psichici ospitati nell’ex Napoli albergo Villa Stefania a Ischia: è quanto chiedono la cooperativa sociale Accaparlante e il gruppo Gesco, dopo l’incendio che nei giorni scorsi ha devastato i locali della struttura dell’Asl Napoli 2 a Casamicciola Terme. L’incendio, la cui natura è tutta da chiarire, ha sorpreso nell’ex albergo i dieci pazienti psichiatrici che sono stati sgomberati da carabinieri e vigili del fuoco, con l’ipotesi di essere trasferiti in strutture della terraferma. Si tratterebbe di un trasferimento contrario a ogni principio di cura e di accoglienza per persone che sono state giĂ duramente provate dalla chiusura, lo scorso anno, della loro “casaâ€? storica, Villa Orizzonte a Barano. Oggi i sofferenti psichici rischiano di essere collocati ancora piĂš lontano dai loro legami e dalla loro comunitĂ . Villa Stefania è un ex albergo che da circa un anno ospitava, insieme ai servizi territoriali della Asl, anche la Sir, la residenza psichiatrica da sempre contestata dalle famiglie dei pazienti, dai sindacati, dai comitati civici e dagli stessi operatori sociali della cooperativa Accaparlante del gruppo Gesco. La cooperativa da oltre quindici anni si prende cura dei sofferenti psichici, che nella precedente residenza di Barano avevano trovato una dimensione di accoglienza e di tranquillitĂ adeguata alla loro condizione e alle attivitĂ di rein-

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Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia Codice ďŹ scale e P.Iva: 04243591213 Rea CCIAA 680555 - Prefettura di Napoli nr.11219 del 05/03/2003 Albo Nazionale SocietĂ Cooperative Nr.A715936 del 24/03/05 Sezione Cooperative a MutualitĂ Prevalente Categoria Cooperative Sociali Tel. 0813334228 Fax 081981342 info@kairosonline.it pec: posta.kairos@pec.it Registrazione al Tribunale di Napoli con il n. 8 del 07/02/ 2014

serimento sociale portate avanti dalla cooperativa. “Dobbiamo fare di tutto per scongiurare il trasferimento a Napoli – dice il direttore di Gesco, Sergio D’Angelo – Ricordiamo che a Ischia i sofferenti psichici hanno creato legami importanti per il loro equilibrio: si tratta di salvaguardare la vita delle persone, che devono riabilitarsi nel loro contesto di vita, recuperando radici e legami con la comunitĂ . Sarebbe auspicabile che la Asl prenda in considerazione anche di rivalutare l’ipotesi di farli tornare a Villa Orizzonte, che fu lasciata per motivi economici. In questo caso potremmo pensare a una compartecipazione della spesaâ€?. “Auspichiamo che si trovi comunque al piĂš presto una soluzione sull’isola – conclude Sergio D’Angelo – anche eventualmente accogliendo la richiesta del comitato di Cittadinanza nato a sostegno dei sofferenti psichici, che chiede l’utilizzo degli spazi di Villa Joseph, una struttura giĂ pronta e disponibile ad accoglierli insieme con gli operatori socio-assistenziali. Concordiamo con loro nel dire che la prima necessitĂ e il primo dovere siano quelli di proteggere i sofferenti psichici e garantire loro un’esistenza serena. Sradicarli dalla loro terra e dal loro contesto di riferimento, come fosse un semplice trasferimento di reparto, pletamente l’esperienza realizzata

solco del lavoro avviato con la chiusura del Leonardo Bianchi�.

Direttore responsabile: Dott. Lorenzo Russo direttorekaire@chiesaischia.it @russolorenzo Direttore UfďŹ cio Diocesano di Ischia per le Comunicazioni Sociali: Don Carlo Candido direttoreucs@chiesaischia.it Progettazione e impaginazione: Gaetano Patalano per Cooperativa Sociale Kairos Onlus

Dopo l’incendio, rischiano il trasferimento a Napoli i sofferenti psichici ischitani seguiti dalla coop Accaparlante. D’Angelo (Gesco): “Non vaniďŹ chiamo il lavoro di questi anni: lasciamoli a Ischia, dove hanno creato una comunitĂ CRONOSTORIA SIR I dieci sofferenti psichici nel luglio 2014 furono costretti a lasciare Villa Orizzonte, a Barano d’Ischia, dove erano rimasti per 17 anni, e a trasferirsi nell’ex albergo Stefania, a Casamicciola Terme, per ragioni dettate dalla “spending reviewâ€?, come fece sapere l’azienda ospedaliera. Dopo 8 mesi dal loro trasferimento, un’inchiesta della magistratura ha portato al sequestro dell’ex albergo giudicato “inagibile e non idoneo come struttura sanitariaâ€?, come giĂ denunciato all’epoca del trasferimento dagli stessi operatori. Ora si ripropone il rischio di ricollocare gli utenti di Ischia in RSA (Residenze Sanitarie Assistite) e SIR (Strutture Intermedie Residenziali) sul territorio di Napoli, rispetto al quale esplose la reazione di famiglie e cittadini, che si sono costituiti in un “Comitato spontaneo di cittadinanza attivaâ€?.

Redazione: Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia kaire@chiesaischia.it | @chiesaischia facebook.com/chiesaischia @lagnesepietro TipograďŹ a: Centro Offset Meridionale srl Via Nuova Poggioreale nr.7 - 80100 Napoli (NA) Per inserzioni promozionali e contributi: Tel. 0813334228 Fax 081981342 oppure per e-mail: info@kairosonline.it

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Vita Diocesana

30 maggio 2015

kaire@chiesaischia.it

Sabato 23 maggio la Chiesa isolana ha vissuto la veglia di Pentecoste Diocesana nella bella ed accogliente Chiesa Parrocchiale di Fiaiano dedicata a Maria SS. Madre della Chiesa. Un evento organizzato dalla Consulta delle Aggregazioni Laicali in sinergia con i collaboratori della Parrocchia ďŹ aianese.

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omenica 24 maggio è stata una data molto importante per i Cristiani, osA cura di sia il giorno di Pentecoste. Questa feGiuseppe stivitĂ celebra un evento decisivo per Galano la storia della fede cristiana: la discesa dello Spirito Santo nel Cenacolo, sugli Apostoli e Maria. La ricorrenza coincide con la domenica successiva ai 49 giorni dopo la Santa Pasqua. L’importanza di questo avvenimento è da ricercare nel successivo inizio della missione degli Apostoli fra tutti i popoli della Terra, ossia l’annuncio del Vangelo e della Parola di Dio. Cosa vuol dire Pentecoste? Letteralmente il quantesimo giorno e fa riferimento ai cinquanta giorni successivi alla Pasqua. Simbolicamente questa ricorrenza è rappresentata con il colore rosso: questo colore liturgico fa riferimento allo Spirito Santo che, una volta passato sugli Apostoli, assume la forma di lingue di fuoco. Con la Pentecoste termina il periodo di Pasqua e ci si prepara alla SolennitĂ del Corpus Domini. Sabato 23 maggio la nostra Chiesa isolana ha vissuto un momento molto forte all’insegna della profonda comunione. Ci si è ritrovati a sera nella bella ed accogliente Chiesa Parrocchiale di Fiaiano dedicata a Maria SS. Madre della Chiesa per partecipare alla Veglia di Pentecoste Diocesana, un evento organizzato curando ogni minimo dettaglio dalla Consulta delle Aggregazioni Laicali in sinergia con i collaboratori della $

de famiglia. La veglia è stata occasione preziosa per invocare i doni dello Spirito dell’unitĂ e della missione, per renderlo visibile ed in qualche modo giĂ in azione in mezzo a noi. Tante persone hanno desiderato fortemente partecipare a questo evento meraviglioso. Oltre 800 persone hanno affollato il Tempio, a testimonianza del fatto che il popolo isolano desidera sempre piĂš vivere in atteggiamento di unitĂ e comunione. % & & deli tanto che è stato necessario allestire una sala con maxi schermo per permettere a chi non era riuscito ad entrare in chiesa di assistere comodamente ed in raccoglimento alla Celebrazione. Il programma della veglia è stato molto sobrio, tutto improntato sulla Liturgia. Alle 20.30, in preparazione alla Celebrazione Eucaristica, è stato recitato il Rosario dello Spirito. La preghiera, preceduta dal canto d’invocazione Vieni Santo Spirito, è stata molto intensa ed ha coinvolto l’intera assemblea. I sette misteri, ognuno pre-

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Lo Spirito Santo

ci raccoglie in unitĂ


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Vita Diocesana 30 maggio 2015

ceduto dall’accensione di una candela rossa ai piedi dell’altare, sono stati un’invocazio & ' & * entrare come fuoco nei cuori di ciascuno. + & sue necessitĂ , le sue gioie ed i suoi dolori. Al / sulta delle Aggregazioni Laicali intonava il 1 % 5 $ 6 to da Giorno di concordia, introducendo l’Eucarestia presieduta dal nostro Vescovo $ 6 roci e sacerdoti provenienti dall’intero terri % Vescovo è stato accolto con gioia immensa da parte dei tanti fedeli accorsi. Mons. Lagnese & 7 5 8' $ timane. Abbiamo celebrato la Risurrezione / ' ' / 7 / 6 / saâ€?. Queste le prime parole pronunciate ; % % $ ture seguite da altrettanti Salmi. Le letture < ' ' 1 del Vangelo, tratto dall’Evangelista Giovanni 7,37-39

è stato ricco di preziosi spunti < % ; > so di Giovanni. Egli, prima di entrare nel 6 / 6 ne. Il suo primo grazie è andato ai sacerdoti presenti per l’occasione, accompagnati dalle / 7 $ @ ragazioni Laicali per aver accolto l’invito del ; 66 1 6 / 7 $ F , per la calorosa ac 6 1 > ; 7 / 8% / > > a fare comunione, a stare insieme, a volersi bene. Questa sera siamo radunati attorno alla Mensa del Signore. Stiamo tutti insie & 6 ' 7 ' il dono dello Spirito e rivivere l’esperienza

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/ 6 & H @ $ K > W ' X 1 ; ' $ 8% & K > ' beva. Il brano del Vangelo ci riporta all’ul F / mento di ringraziamento per il dono del ' 1 $ to insieme, faceva festa ed invocava il dono & * 6 Y K > Z 5 [ % Z ' ' 8/ K > / & K > ai sacerdoti, ai laici, ai diaconi, ad ognuno, a / 1 ' ' X $ $ atteggiamento di umiltà ed invocare il dono ' & * sa permettere la realizzazione dei desideri ' 8' ' 7 possibile per noi fare l’esperienza dell’unità 6 7 66 7 & @

> * W Y X @ è stato il rinnovo delle promesse battesimali con accensione delle candele ed aspersione $ / 6 ; desiderato rivolgere un pensiero particolare

; ' & spiacevoli inconvenienti, sono stati costret ospitando. Queste persone sono costrette

1 6 assistenziale di salute mentale. Sarebbe un danno gravissimo per l’intera collettivitĂ . Mons. Lagnese esorta ancora una volta il & & * trovare una nuova casa idonea a soddisfare 6 & 6 do erano a Villa Orizzonte. In conclusione possiamo affermare senza ombra di dubbio ; $ 6 & è forte desiderio di unitĂ e comunione tra / desiderio forte di rispondere all’esortazione $ F in atteggiamento di uscita. foto sono di Daniele Calise


Seguiamo Papa Francesco

5 30 maggio 2015

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89° GIORNATA MISSIONARIA MONDIALE – 18 OTTOBRE 2015

“Vieniâ€? e “vaiâ€?: è questa la grammatica della fede

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a sensibilitĂ odierna, quella epidermica, ricca di gossip (magari anA cura di che religiosi), si scontra Cristiana Dobner con la sensibilitĂ evangelica quando si entra nel tema delle “missioniâ€?. Sono passati i tempi in cui il bianco europeo si avvertiva (a torto molto spesso) portatore di cultura e di civiltĂ mentre, in realtĂ , si trattava di occupazione coloniale, di imperi che si ingrandivano, di poteri che si sentivano onnipotenti e onnipresenti e si arricchivano depauperando gli autoctoni. Il messaggio di Francesco donatoci il giorno di Pentecoste sfonda questa mentalitĂ , non affrontandola con violenza o rudezza critica ma ponendo le fondamenta ineludibili di una missione, quale la concepisce la Chiesa guardando alla parola evangelica. A maggior ragione nel contesto dell’Anno della vita consacrata. Quali i punti dettati da Francesco con la sua nuova “grammaticaâ€?? Consacrazione e missione. “Tutta l’esistenza di Cristo ha carattere missionario, gli uomini e le donne che lo seguono piĂš da vicino assumono pienamente questo medesimo carattereâ€?: negare il desiderio negare il vincolo di consacrazione con Cristo e rinchiudersi nel proprio ombelico sterile invece di proiettarsi in una feconditĂ dilatata. La missione non è proselitismo o mera strategia. “La missione fa parte della ‘grammatica’ della fede, è qualcosa di imprescindibile per chi si pone in ascolto della voce dello Spirito che sussurra ‘vieni’ e ‘vai’â€?: i due verbi non possono sussistere che nella loro dinamica esistenziale, l’uno completa l’altro, altrimenti il passo della vita è zoppo. Missione è duplice passione. “La missione è passione per GesĂš Cristo e nello stesso tempo è passione per la genteâ€?: come scindere il volto del Salvatore da quello dei salvati? L’e deludente, dimostrerebbe una visione astratta e non un impegno concreto di dedizione. Il sogno. “Mi rivolgo soprattutto ai giovani, che sono ancora capaci di testimonianze coraggiose e di imprese generose e a volte controcorrente: non lasciatevi rubare il sogno di una missione vera, di una sequela di GesĂš che implichi il dono totale di sĂŠâ€?; subirne il furto sarebbe ca-

sona e per la disintegrazione della risposta al progetto di Dio su di sĂŠ nella storia dell’intera umanitĂ . PrecarietĂ e rinuncia. “Con il voto di povertĂ si sceglie di seguire Cristo in questa sua preferenza, non ideo % candosi con i poveri, vivendo come loro nella precarietĂ dell’esistenza quotidiana e nella rinuncia all’esercizio di ogni potere per diventare fratelli e sorelle degli ultimi, portando loro la testimonianza della gioia del Vangelo e l’espressione della caritĂ di Dioâ€?: parole taglienti, ardue ma che rendono trasparente la persona e accrescono la porositĂ empatica verso chi, in un modo o nell’altro, soffre. Le proprie radici. “Oggi, la missione è posta di fronte

tutti i popoli di ripartire dalle proprie radici e di salvaguardare i valori delle rispettive cultureâ€?: se la Parola evangelica e il suo annuncio facessero piazza pulita delle radici e della cultura cui si rivolgono, si assimilerebbero allo sterminio mettendo in pericolo la stessa creazione di Dio. La missione dei servitori della Parola. Per “vescovi, sacerdoti, religiosi e laici – è quella di mettere tutti, nessuno escluso, in rapporto personale con Cristo. Nell’immenso campo dell’azione missionaria della Chiesa, ogni battezzato è chiamato a vivere al meglio il suo impegno, secondo la sua personale situazione. Una risposta generosa a questa universale vocazione la possono offrire i consacrati e le consacrate, mediante un’intensa vita di preghiera e di unione con il ' toreâ€?: il richiamo al Battesimo e alla grazia ricevuta che esige di essere propulsiva, contagiosa e gioiosa è fondamentale. La grammatica di Francesco ci insegna a disporre il soggetto, il complemento, l’aggettivo, il verbo e a costruire una frase che regga e abbia senso perchĂŠ la nostra vita di cristiani si dispieghi in pienezza: ciascuno al proprio posto, quello che popolarmente viene detto “destinoâ€? ma che è il luogo benedetto scelto dal Padre per ognuno. Con lo sguardo al “destinoâ€? del paradosso vivente: Teresa di GesĂš Bambino, Patrona delle missioni, per l’anelito inesausto che l’animò, pur non avendo mai varcato la soglia di uno sconosciuto Carmelo normanno.

Il messaggio di Papa Francesco donatoci il giorno di Pentecoste pone le fondamenta ineludibili di una missione, quale la concepisce la Chiesa guardando alla parola evangelica. A maggior ragione nel contesto dell’Anno della vita consacrata


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SocietĂ 30 maggio 2015

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Sabato 23 maggio 2015 nella RSA “Villa Mercedeâ€? è stato inaugurato il primo giardino Alzheimer della Campania alla presenza del Vescovo Pietro

Il giardino di Augusta

ella RSA “Villa Mercedeâ€?, la residenza sanitaria sita nel Comune A cura di di Serrara Fontana, e Maddalena precisamente in FontaBuono na, è stato inaugurato il primo giardino Alzheimer della Campania, denominato “Giardino di Augustaâ€?. Il giardino, a forma di 1 Y te bella, e vale la pena viverla nonostante gli ostacoli che incontriamo, permette ai malati di Alzheimer di muoversi in sicurezza in un ambiente protetto, sereno, tra suoni,

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profumi, colori familiari. Augusta fu la prima paziente ammalata del morbo e studiata dal dottor Alzheimer nei primi anni del ‘900; grazie a lei la malattia fu diagnosticata per la prima volta.Molti sono stati gli ospiti intervenuti, tra i quali il Vescovo di Ischia, S.E. Mons. Pietro Lagnese, a cui è spettato il compito di inaugurare il giardino tagliando il nastro tricolore e di benedirlo. Prima del taglio del nastro S.E. ha voluto salutare con un caloroso abbraccio gli ospiti della struttura, poi ha benedetto la statua della Madonna da lui donata, alla cui 6 &

gli operatori di Villa Mercede. La statua, situata vicino all’albero di ulivo, è segno della speranza, quella speranza che accompagna ogni cristiano dalla nascita alla vita terrena

1 ; & ticolare alla Vergine Maria tutti gli ammalati nel corpo e nella mente, avendo un pensiero affettuoso per gli ospiti del centro di salute mentale Villa Stefania (tre dei quali sono ora a Villa Mercede), che da un po’ di giorni hanno dovuto abbandonare la struttura di Casamicciola dove erano alloggiati e che stanno vivendo momenti di incertezza ri-

guardo al loro futuro. Padre Pietro, con dolcezza e determinazione, ha esortato ad aver cura di loro perchĂŠ sono nostri fratelli. Insieme al Vescovo sono stati presenti anche il suo segretario don Emmanuel Monte, don Luigi Trani e soprat / Y @ per alcuni anni ha vissuto a Villa Mercede e operato nella parrocchia di Santa Maria della Mercede, compagno di cammino dei tanti “nonniâ€? che in questi anni si sono avvicendati. Una festa bella e sentita che ha rallegrato e riempito di gioia tutti coloro che, a vario titolo, sono intervenuti.

NO ALL’AZZARDO

Anacapri verso il referendum Il 31 maggio, cittadini alle urne per decidere sul gioco d’azzardo

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arte dal piccolo comune di Anacapri la battaglia alle slot machine e alla ludopatia, un problema sensibile anche sull’isola del Golfo di Napoli. I cittadini saranno chiamati a un referendum popolare, in programma il 31 maggio, dalle 7 alle 23, in concomitanza con le elezioni / to dal sindaco, Franco Cerrotta, e pubblicato lo scorso 15 aprile, è infatti arrivato il via libera al referendum consultivo comunale (per la cui validitĂ non sarĂ dunque necessario il raggiungimento del quorum), il primo nella storia del comune, attraverso cui i cittadini

saranno chiamati a rispondere al quesito “Sei favorevole a tenere distanti dai luoghi sensibili i locali che ospitano le slot machine e le new slot?â€?. La battaglia dell’amministrazione comunale, volta a ridimensionare gli effetti della ludopatia, che si è giĂ tradotta in un regolamento sui giochi leciti che vieta la loro presenza nei luoghi (sensibili, in prossimitĂ di scuole, luoghi di culto, cimiteri, impianti sportivi, centri giovanili, attrezzature balneari, spiagge, sportelli bancari, postali o bancomat), trarrebbe nuova linfa dall’eventuale vittoria del “sĂŹâ€?. Y -

to alla problematica della ludopatia, il primo cittadino aveva giĂ sottolineato di partire “dal grido e dalla disperazione dei cittadini e di intere famiglie che sono coinvolte in questa vicenda e dalla richiesta degli attori principali di questa triste vicenda, i giocatori, che ci pregano di intervenire perchĂŠ, da soli, non riescono ad uscire da questa drammatica problematicaâ€? Non erano mancate, nei mesi scorsi, accuse allo Stato, “che lucra sui cittadiniâ€? e che “dovrebbe almeno consentire ai Sindaci di assumere in maniera del tutto autonoma le piĂš idonee decisioniâ€?. Cerrotta aveva anche lanciato un appello ai

commercianti anacapresi, chiedendo loro di non accettare le installazioni di “questi giochi cosiddetti leciti nei loro locali e di dismettere immediatamente quelli giĂ installatiâ€?. Ora, Anacapri chiamerĂ i suoi cittadini a un referendum. Per dire no alle slot machine.


Ambiente

7 30 maggio 2015

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Approvata in maniera deďŹ nitiva la legge che introduce i reati ambientali nel nostro codice penale. Una scelta condivisa per evitare in futuro disastri come quelli dell’Eternit di Casale Monferrato o della Terra dei Fuochiâ€? in Campania. Una legge che potrebbe toccare in maniera prorompente l’isola d’Ischia che non ha ancora i depuratori e che si continua a speculare con le costruzioni abusive. Una battaglia ventennale di Libera e Legambiente contro le ecomaďŹ e.

L'

Italia civile da qualche giorno ` 6 ` A cura di Elena tali. Sembra incredibile ma Granata per C. N. Ăˆ una vittoria per tutti coloro che 6 ` * la legge venisse approvata. Y & ` ÂŤLa ! " # # $ % ' ` 6 $ ! & & La 6 7 K 6 7 > & j Z / H & 5 F k && Z ` { / @ 5 % $ ` / ` tiva dal Senato. 1 Y

| & ` # 1 7 / 6 / 6 / $ reati individuati dal decreto legge. ; > [ ' } ` ~ k ` ~ ` 6 k ~ ` 7 < & 1 "` " | { ` 6 € 6 6 ` 6 € &` & 7 & 6 & `

Distruggere l’ambiente è finalmente un reato

&& && pericolo. Ăˆ punito con la reclusione da 5 a 15 anni. 5 & ` 7 1 ` ~

& ` 7 & k % "`  " | & ` 7 ' # % ` o ostacolando l’accesso ai luoghi, ovvero $ ` | ‚ ( { pur dovendo provvedere non interviene a ` $ # ) # L’introduzione di questi reati nel codice 7

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Punti di vista 30 maggio 2015

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La battaglia di 100 anni fa e le battaglie di oggi Il racconto di tre foriani che hanno vissuto la prima guerra mondiale; i valori da recuperare per la lotta alla corruzione; il “voto sporcoâ€? degli incandidabili Cento anni fa l’Italia dichiarò guerra all’Impero Austro-Ungarico A cura di per completare il RisorFranco gimento e conquistare Iacono ' / Patria. Le cose andarono diversamente, la Vittoria fu‌ “mutilataâ€?, Z di Gabriele D’Annunzio a Fiume ne fu la conseguenza piĂš vistosa ed allo stesso tempo piĂš frustrante. Per lungo tempo, comunque, il bollettino della Vittoria del Generale Armando Diaz fece da contrappunto ai nostri primi studi sulla storia Patria. Il Fascismo fu, insieme, conseguenza della delusione di un intera generazione e cassa di risonanza per quella che, comunque, era stata una grande Vittoria, che aveva esaltato lo spirito patriottico degli Italiani alla prima prova dopo le Guerre di Indipendenza, che avevano determinato l’UnitĂ d’Italia con Roma Capitale. Per troppo tempo le crudeltĂ â€œordinateâ€? dal Generale Cadorna, di cui alle tragiche “decimazioniâ€? dei soldati Italiani, furono taciute per non Z Dopo cento anni, nel mio piccolo, voglio rendere omaggio a tre umili vicini di casa, soldati nella Grande Guerra: Antonio e Vito Carcaterra, Michele Calise. Vicini di casa a Forio, sull’Isola d’Ischia, nelle campagne, allora, di Monterone. Avevo dieci, dodici anni e frequentavo soprattutto la casa di Antonio Carcaterra con la moglie Lucia, K / ; Nicola. A casa non avevo ancora la luce elettrica, allora gestita dal privato, da loro andavo per ascoltare la radio, con la musica lirica, le partite di calcio, gli arrivi delle tappe del Tour de France e del Giro d’Italia. Antonio zoppicava ed aveva delle bende ad un piede che cambiava ogni giorno. Con la curiositĂ ingenua del bambino, gli chiesi il perchĂŠ di quelle bende e lui, sempre simpatico, raccontò della vita al fronte, in trincea, in quella tragica Grande Guerra insieme a suo fratello Vito, a Miche-

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le Calise ed a tanti altri giovani, e di come avessero deciso, alcuni di loro, di lasciarsi congelare i piedi, pur di tornare a casa da quell’inferno. “Decisoâ€? forse non è la parola giusta, ma è certo che quel congelamento, che aveva provocato una cancrena, che non sarebbe mai guarita, era il frutto della disperazione di migliaia di giovani spesso mandati letteralmente al macello da scelte, anche strategiche, folli, magari per conquistare solo uno sperone di montagna. Nelle stesse condizioni erano Vito Carcaterra e Michele Calise, anche se non zoppicavano. Questa storia mi colpĂŹ cosĂŹ tanto che, fra lo stupore degli esaminatori e della Presidente della Commissione d’esami, una professoressa “esternaâ€?, colta e sensibile, volli raccontarla, cogliendo l’occasione della consueta, per quei tempi, domanda sulla prima Guerra Mondiale. Voglio rendere omaggio a quei tre vicini di casa ed a tantissimi giovani di quella generazione, che, alla mia giovanissima etĂ cominciarono, con il racconto delle loro sofferenze, a farmi conoscere l’orrore della Guerra ed il valore positivo della Pace. Oggi il dibattito è aperto per riabilitare i morti per decimazione ed anche quelli per diserzione: come non capire, sul piano umano, il dolore, lo smarrimento di tanti poveri ragazzi, per lo piĂš contadini

o pescatori, fuori della casa per la prima volta, lontani dalle famiglie e con la morte negli occhi nell’orribile esperienza della trincea?! Non a caso Benedetto XV parlò “di inutile strageâ€?. Mentre l’Italia e l’Europa celebrano questo centenario, anche io, con gratitudine, voglio ricordare questi “eroiâ€? umili della vita, che non ebbero la forza di morire per una guerra che non comprendevano, che non sentivano come loro e non ne capivano le ragioni. A fronte di queste considerazioni, il coraggio di tantissimi altri, che, invece, combattererono, e morirono, assume ancora piĂš valore! Furono loro a conquistare la Vittoria, ma resto ancora colpito dalla tragedia umana che vissero tantissimi altri oscuri, dimenticati, spesso dileggiati. In questo tempo Z &

& venti della disgregazione, i Governanti sappiano essere all’altezza del loro compito e sappiano operare per conservare il valore della Pace e della Vita. 2. Il problema della lotta alla corruzione non è solo quello di inasprirne le pene e l’altro di allungare i tempi della prescrizione. Nei Paesi in cui c’è la pena di morte non sono diminuiti i delitti. Il problema vero è quello di recuperare Valori, di creare opinione e diverso modo di pensare: non si delinque, non si corrompe perchĂŠ le pene sono piĂš

elevate, ma perchĂŠ non sta bene, non si vive meglio con il frutto del malaffare. Per fortuna Papa Francesco, forte del messaggio Evangelico, lo sta gridando a tutto il Mondo, a cominciare dalla Chiesa stessa. In questi giorni torna evidente la corruzione nel mondo del Calcio, che veniva considerato “lo Sport piĂš bello del mondoâ€?. La corruzione nello Sport è ancora piĂš odiosa, eppure tanti, come dimostrano le inchieste aperte nel tempo, vivono proprio di corruzione, alla quale & 8 X Certo, nel settore calcistico gioca anche la mediocritĂ culturale dei massimi dirigenti, ma non vi è dubbio che anche quel mondo è lo specchio della deriva alla quale si sta avviando questa nostra societĂ . E non sembra ci siano antidoti ef Oscar Wilde: “la Bellezza salverĂ il Mondoâ€?! Questa è la speranza! 3. Infuriata la battaglia sui candidati “impresentabiliâ€?, fra l’altro 8 X { zi, almeno per i suoi, a non votarli! Sarebbe utile anche un’altra battaglia, quella sugli incompetenti, sugli inetti, sugli incapaci, sugli assolutamente “improbabiliâ€?, sui tanti, e tante, che non sanno neppure cosa sia l’Istituto Regionale, previsto dalla nostra Costituzione!


Politica Estera

9 30 maggio 2015

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PUNTI DI VISTA

1.

Al tempo del patto del Nazareno, si disse che fra i vari accordi, piĂš o A cura di meno taciti, c’era quello Franco Iacono di confermare a Stefano Caldoro, ed al centro destra, la responsabilitĂ del governo della Regione Campania. Per la veritĂ il disinteresse del PD giĂ verso le primarie, piĂš e piĂš volte rinviate, confermava questa “voceâ€?. Ebbi a scrivere, i pochi ma sicuramente attenti, quanto pazienti lettori, ricorderanno, che per Renzi non era un grande sforzo “rinunciareâ€? alle regionali in Campania in quanto era proprio Caldoro il piĂš “renzianoâ€?, per formazione e per modo di pensare, rispetto a De Luca e Cozzolino, a quel tempo ancora in corsa per le primarie. Le cose, fra Renzi ed il fu Cavaliere, sono andate come sappiamo, ma Renzi non deve aver cambiato idea se, pur ammantate di garbo istituzionale, ha espresso valutazioni positive evidenti per Stefano Caldoro. Il quotidiano Il Mattino del 13 maggio, @ “prove tecniche per il partito della Nazioneâ€?: non è andato lontano dal vero. Con il declino irreversibile di Silvio Berlusconi, il centro destra esploderĂ in mille rivoli e non pare Stefano Caldoro, con Salvini incal6 lo ed allora il richiamo del Partito della Nazione diventerĂ sempre piĂš seducente. D’altra parte, il PD “depuratoâ€? dei vari Civati, Fassina, / Y @ j diventerĂ sempre piĂš l’approdo per gli “homines noviâ€?, meglio quelli della generazione di mezzo, che vi

& 7 > che “ideologicheâ€?. Il prototipo, da sinistra, è migliore. Da destra potrebbe essere tranquillamente Caldoro, a prescindere anche dalla vittoria, o meno, alle elezioni. Poi, in Campania ed al Sud, c’è di piĂš: il

grande caos nel PD, ormai diviso per “bandeâ€?, piĂš o meno armate, senza guide autorevoli riconosciute, che riescano a mettere ordine ed organizzare un minimo di unitĂ . Nelle elezioni europee, concomitanti con un robusto turno amministrativo, lo scarto a favore delle Europee, di cui Renzi fu la bandiera indiscussa, fu di oltre 20 punti. D’altro canto si sente a pelle la estraneitĂ di Renzi a quel “corpoâ€?, dal quale nessuno, anche i “renzianiâ€? della prima ora, è riuscito ad emergere in sede nazionale e non

8 X nĂŠ nel Partito nĂŠ nel Governo. Ed allora, che ne sa Matteo Renzi di questo “corpaccioneâ€? informe ed indistinto, il cui simbolo per le elezioni, Vincenzo De Luca, è riuscito ad imbarcare di tutto pur di && / De Mita!? Meglio Stefano Caldoro, avrĂ pensato Matteo Renzi, anche in virtĂš delle sue sperimentate capacitĂ tattiche, temprate dalla dura vita del Partito Socialista, di cui alla dolorosa diaspora, dalla quale Caldoro uscĂŹ vittorioso con la bandiera del Nuovo PSI, che poi, ahime!, portò all’ammasso innaturale del PDL! Una provocazione, la mia? Forse una ragionata previsione. Chi vivrĂ , vedrĂ !

SďŹ da Caldoro - De Luca

Vecchi e nuovi volti, molti impresentabili e poca qualitĂ , i soliti manifesti elettorali con tanti sorrisi ma poche idee.

di trasformismo, meno sulla loro squisita caratura politica, di cui ad un passato, politico ed amministrativo, sicuramente in contraddizione piena con l’assunto di rinnovamento, vantato da De Luca e dal PD. So bene quello che dico! E questo aspetto mi sembra addirittura piĂš preoccupante sul piano squisita 2. Infuria la battaglia sugli impre- consenso, non preferenze, proprio sentabili, di qua e di lĂ . Per la veritĂ , per vincere le elezioni! E qui non si è De Luca, ed il PD, il piĂš esposto tratta di dividersi fra la sinistra che sia per la “qualitĂ â€? e la quantitĂ degli vince e quella masochista, votata imbarcati nelle varie liste di soste- ' gno, sia perchĂŠ da lui, oltre che piĂš la rotta e segnare la svolta, proprio attenzione ci si aspettava una chiara perchĂŠ in presenza di un centro descelta di rinnovamento, che lui stes- stra che nelle passate elezioni aveva so non esprimeva, sia per etĂ che pagato pegno, Caldoro in testa aveper il suo cursus. Epperò l’attenzio- va subito, alla esigenza, per vincere, ne dei commentatori è centrata piĂš di tenere tutti dentro, proprio tutti. PiĂš che recuperare preferenze, piĂš di alcuni candidati, sulla loro “con- che raccattare combattenti e reduci tiguitĂ â€?, vera o presunta, con la cri- di mille battaglie clientelari, sarebbe minalitĂ organizzata, sul loro tasso stato facile, e producente, innalzare

la bandiera del rinnovamento vero della politica e delle Istituzioni. Magari, a sentire i sondaggi, De Luca vincerà comunque, ma il prezzo che pagherà sarà altissimo. D’altra parte, con un partito inesistente, De Luca ha avuto gioco facile ad avere mano libera nelle sue scelte, di cui, comunque, si assumerà intera la responsabilità , a cominciare, ribadisco, dalla selezione di ogni singolo candidato a sostegno. 3. I candidati alle Regionali, dalle foto, molte‌ datate al tempo della loro gioventÚ, dai manifesti ci sorridono rassicuranti! Mai un viso preoccupato, serio, teso, impegnato: no, tutti sorridenti! Ma, con i tempi che corrono, di cosa sorridono, non si capisce bene! Un consiglio ai Candidati: qualche sorriso in meno, qualche idea in piÚ! Se mai riusciranno ad elaborarla!


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Missioni 30 maggio 2015

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CONGREGAZIONE DELLE PICCOLE MISSIONARIE EUCARISTICHE

Una rigenerazione amorosa La storia della congregazione di suore, presente sull’isola di Ischia dal 1945 nella Parrocchia di San Ciro Martire

"I

piccoli hanno fame e non c’è chi spezzi loro il paneâ€?, è questa A cura delle l’ansia spirituale che Suore Piccole accompagna e spinMissionarie ge la giovane Ilia Eucaristiche Corsaro, fondatrice delle Suore Piccole Missionarie Eucaristiche, a dare inizio ad una nuova congregazione, una esigenza e un richiamo che sente nelle lunghe ore di adorazione che precedono la scelta di una vita donata tutta al Signore e ai “piccoli che hanno fameâ€?. Madre Ilia Corsaro nasce il 4 ottobre 1897 a Resina (oggi Ercolano) in una famiglia che non la educa alla fede cristiana. Il papĂ Angelo era un noto professore universitario, non credente, la mamma una direttrice didattica. Solo nell’adolescenza conosce, attraverso il fratello Italo il Vangelo e, come lui, ne rimane affascinata. Dopo aver conosciuto il Signore, sin dall’inizio, vuole dedicargli tutta la vita, non certo fondando una congregazione, bensĂŹ entrando tra le carmelitane, ma l’insistente invito di Dio le apre il cuore ad un grande progetto. Un lungo periodo di discernimento, durato dieci anni, precederĂ la fondazione della congregazione. Furono anni di ricerca, di preghiera, di lotte, di impegno a scrutare e capire il disegno di Dio attraverso l’ascolto della Parola e la lettura della realtĂ . In questo tempo Madre Ilia Corsaro si lascia guidare da don Luigi Zaccaleone, sacerdote della diocesi di Pozzuoli, che la aiuta a comprendere che i tempi sono maturi per iniziare un’ opera nuova, con al centro GesĂš Eucaristia. Nasce cosĂŹ il 3 novembre 1928 la piccola comunitĂ intorno a Madre Ilia. Per i primi anni la Ma & ` videnza, vivendo una vita semplice di preghiera, abbandono e servizio umile. Non un progetto, ma una certezza: il Signore chiede un’ope H 1 “di rigenerazione amorosa dell’umanitĂ â€?. Ella sente che l’umanitĂ attende di essere rigenerata attraverso una parola d’amore che conquista, tra-

nel 1974 la missione in Brasile, negli anni novanta in Albania e poi $ > La rigenerazione amorosa continua nonostante le lotte e la madre ` chio “vegliando all’ombra dei tabernacoli.â€? Tomba ed immagine della fondatrice Superiora generale Maddalena Attanasio La nostra congregazione è presente sull’isola di Ischia dal 1945 nella Parrocchia di San Ciro Martire. Prima di tutto la nostra è stata una presenza adorante per questa porzione di popolo e poi una presenza costante in parrocchia, coordinando le attivitĂ di catechesi e servizio pastorale, condividendo in pieno l’annuncio del Regno con don Luigi Trofa, parroco per 50 anni, che tanto ha apprezzato e amato la nostra preAlbania recita alla scuola della infanzia 6 Y ‘ " abbiamo gestito la scuola materna che ha visto crescere generazioni e generazioni di bambini ed è stata l’occasione per avvicinare tante famiglie. Le suore che si sono succedute hanno cercato di portare avanti l’ideale di Madre Ilia, quello di rigenerare non con grandi opere, ma con uno stile Albania Giornata per laVita 2015 Torre del Greco con i giovani di vita francescano che sa farsi Faito ritiro spirituale ragazzi di Ischia piccolo, e se necessario, anche da parte, senza mai smettere di testimoniare il Vangelo. Madre Ilia insegna a portare un annuncio semplice, com’è semplice l’Eucarestia, una evangelizzazione che abbia come unico scopo quella di immergere i fratelli nel cuore di Dio. Scriveva infatti nel 1940: “La mia ambizione e la mia gloria è quella di immergervi nel cuore di Dio.â€? Nel sforma ed eleva “GesĂš non ci chiede il Signore non si lasci a vincere in nostro nome “Piccole Missionacome a tanti Santi, un’opera di miseri- 7 rie Eucaristicheâ€? è sintetizzato il cordia corporale verso i poveri, gli am- arriva l’approvazione diocesana e dono di Dio alla Congregazione. malati, ma un’opera di rigenerazione nel 1974 il Decreto di Lode della Piccole perchĂŠ la minorità è condiamorosa dell’umanitĂ , di consolazione Santa Sede. Nell’adorazione e nel- zione privilegiata per ascoltare Dio la preghiera Madre Ilia compren- e gli uomini, sullo stile di Francequelli che una parola d’amore conquista, de dov’è l’umanitĂ da rigenerare; @ H 1 7 ` trasforma, elevaâ€?. (dalle Lettere 9/10. i bambini attraverso l’educazione, nire la comunitĂ â€œl’ultima pianticella 11. 1925) i ragazzi e i giovani attraverso la del grande albero francescanoâ€?. La piccola comunitĂ che cresce è catechesi e il lavoro nelle parroc- Missionarie perchĂŠ aperte ad ogni fedele al Signore ed è soprattutto chie, il servizio umile nei cantieri invito di Dio per i piccoli e per gli obbediente alla Chiesa che spesso dove ella non teme di inviare le sue ultimi. Eucaristiche perchĂŠ l’Euca 7 & suore, e ancora il suo pensiero si restia, centro e senso della vita, è ma stenta a dare l’approvazione. spinge ai piĂš lontani, alle famiglie la meta del nostro cammino nasco' & & H degli emigranti in Svizzera e poi sto, ma fecondo.


Cultura kaire@chiesaischia.it

utto sembra spingersi verso il Tirreno, verrebbe da dire, pensando alla storia della sirena A cura di Partenope, giunta a Napoli e lĂŹ Enzo sepolta per non essere riuscita D’Acunto a sedurre Ulisse; oppure, pensando alla salma di Palinuro, lo sfortunato comandante di Enea, che addormentato dal dio del sonno cadde in mare e fu tra fu barbaramente ammazzato dai Lucani, salvo poi essere seppellito degnamente e venerato a seguito della pestilenza voluta dagli dei per punire i terribili assassini; oppure ancora, pensando a San Costanzo, oggi protettore di Capri, un tempo invece, per alcuni, patriarca di Costantinopoli con il nome Costantino I, per altri, pellegrino in lotta contro gli eretici, e per altri ancora, entrambe le cose, che dopo lungo peregrinare morĂŹ a Capri, e lĂŹ fu sepolto e venerato; e ancora, Santa Restituta, la Santa nera che guidata dagli angeli, superò le

W % @ le sue spoglie furono ritrovate intatte e splendenti. Che tutto sembra scorrere verso il Tirreno, una volta vero centro del mondo, lo sapeva bene anche Norman Douglas, che di tutte queste storie si fa testimone nelle sue pagine dedicate all’isola di Tifeo, alcune di esse, pubblicate anche dall’editore Valentino nella piccola collana “Viaggiatori ad Ischiaâ€?. Douglas non è oggi scrittore di culto nĂŠ di grande fama, e per il vero, il suo nome non è tra i grandi. H 5 @ vando a fondo, ce l’ha. La sua storia di uomo, che per il vero presenta anche dei tratti poco chiari, lo ha spinto dalle nostre parti, nelle acque del Tirreno ed in particolare a Capri, dove volle vivere gran parte della sua vita. Con le sue pagine, di freddo e acuto osservatore straniero, Norman Douglas, offre tra le altre cose, quello che secondo me è un interessante ritratto dell’ischitano e dell’Ischia di un tempo ormai andato. Se le fanciulle, come le chiama Douglas, sono viste poeticamente come ciò che oggi rimane di sirene e ninfe, in particolare quelle nei pressi di “Nitrosiâ€?, quindi “Nitrodiâ€?, che come scrive Douglas sono “simili a ninfe,

& occhi di Menadiâ€?, delle quali “comunemente si crede che la loro bellezza derivi dall’abitudine di adoperare le calde acque minerali per il loro bucatoâ€?; i maschi, invece, hanno qualcosa del padre fondatore greco ma qualcosa anche dell’ispanico, se Y @ fonso il Magnanimo liberò l’isola dei suoi uomini, per dare le vedove e le donne da marito ai suoi prodi spagnoli. E non è tutto, se a ciò si aggiunge che lo storico Capaccio, – sempre richiamato da Douglas, che qui dimostra di conoscere la nostra storia forse anche meglio di noi

T

11 30 maggio 2015

Gli ischitani secondo

Norman Douglas stessi, – scriverĂ poi, che tutto questo, fu @ & cemente per “ammorbidireâ€? il carattere ruvido degli isolani, e mi viene qui da aggiungere, probabilmente riuscendovi, se, come aggiunge Douglas, si può ben certa tristezza, nella sua visione delle cose un certo fatalismo, e nel suo rapporto con l’autoritĂ una certa propensione a tener basso il capo, proprio come i giovani ragazzi che Douglas scrutava negli anni delle sue visite, – penso si tratti all’incirca degli anni trenta e quaranta, ma non ho indicazioni esatte, – che come annotava Douglas, “mai ti sorridono, e mai ti salutano con un “Buongiorno signoreâ€?. E che anzi, preferiscono, appena possibile, girare il viso dall’altra parteâ€?. Nel dirci queste cose, le brevi pagine di Norman Douglas ci offrono un interessante ritratto antropologico di quello che in fondo eravamo: un popolo integro e genuino. Douglas insiste su questo punto: “gli ischitani sono poveri, d’una miseria senza speranzaâ€?; e per di piĂš perseguitati da un sottosuolo instabile ed una storia d’incursioni, – come quella del terribile Barbarossa che portò via quattromila isolani, – tutte cose che, hanno sĂŹ fatto del popolo isolano un po & mune da cattiveria. Un popolo che, quando Douglas scriveva, manteneva ancora intatti i suoi tratti personali, le sue peculiaritĂ e la sua identitĂ fondata sul lavoro della terra e l’arte della ceramica. Leggendo il libricino, che trovate con facilitĂ anche nelle edicole dell’isola e che consiglio caldamente, ho trovato una conferma a ciò che in fondo ho sempre pensato, e cioè: a nessuno è dato meglio 7 non è parte di quella cosa; e che, sebbene l’occhio altrui – come ha scritto Sartre – sembra essere lĂŹ, appositamente per apposite schematiche e riduttive categorie, questo non possa in nessun modo essere attribuito alle pagine di Norman Douglas, nobile forestiero, che del popolo ischitano non ha fatto altro che, semplicemente, cantare virtĂš e limiti, desideri e identitĂ , aiutandoci a capire senza alcuna pretesa di completezza, ma molto meglio di tanti altri maestri, quello che in realtĂ eravamo, e ciò di cui, non si è certi di essere ancora. @ 6


12 30 maggio 2015

TERRITORIO

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#ILOVEISCHIA #ANDAR

La natura di Isc

Andar per Sentieri è una manifestazione che si è tenuta a I Un’esplosione di amore per la natura ischitana, i paesaggi, il

motivazione sta proprio nell’immenso manto verde che la a

lezza dei nostri boschi e nella particolaritĂ della nostra flora a particolaritĂ di questa manifestazione sta nel fatto che partecipano tantissimi isolani, non solo A cura di turisti e da qui nasce anche un Francesca grande ottimismo e un’effettiAnnunziata va motivazione nella rivalutazione del territorio. La novitĂ di questa terza edizione è stata la “viralitĂ â€? dell’evento sui social network e sul web sulla scia di #iloveischia (un evento e un hashtag lanciato dalla Federalberghi lo scorso anno per la rivalutazione del brand ISCHIA): sicuramente l’uso di facebook e di altri social ha reso la comuni 6 > & & unque ha potuto seguire quasi in diretta tutte le passeggiate e vedere anche molte foto dei singoli paesaggi nei diversi punti dell’isola. La pagina dedicata all’evento è ancora attiva: il nome è “andar per sentieriâ€? (facebook.com/ andarpersentieri). Gli hashtag piĂš usati sono stati #iloveischia, #andarpersentieri , #ischia . Leonardo Polito, il presidente della Proloco di Panza, si esprime cosĂŹ a proposito di Andar per Sentieri: “Credo che sia l’anno in cui abbiamo dato le basi per un futuro solido. Spero che si potrĂ legare l’evento andar per sentieri con andar per cantine e dare valore al grande patrimonio ambientale e gastronomico che l’Isola d’Ischia ha da offrireâ€?. Il presidenti del CAI-ISCHIA, Francesco Mattera, commenta cosĂŹ l’evento: “Per quanto riguarda andar per sentieri è una manifestazione che abbiamo fortemente voluto, per evidenziare l’amore verso questa terra, ma in particolare per valorizzarne questo aspetto (naturalistico) ancora poco conosciuto... vorrei comunque anche porre l’accento su un aspetto, quello organizzativo che ha coinvolto per la prima volta ben otto associazioni (Pro Loco Panza, CAI Ischia, Federalberghi,

L

Nemo, Epomeo In Sella, PIDA , Strade Del Vino, Amici Del Maio) unite con un obiettivo comune ovvero quello di promuovere questa isola come scrigno di biodiversitĂ naturale e culturale. Ognuna delle associazioni è scesa in campo mettendo a disposizione le proprie competenze ed energie e la cosa piĂš importante, anche in ottica futura, da sottolineare è proprio l’essere riusciti a essere squadra a fare rete, sistema, unica formula vincente per ottenere risultati. In ultimo tutti gli organizzatori aggiungono i ringraziamenti ai molti volontari che si sono offerti di ripulire i sentieri, permettendo cosĂŹ la realizzazione dell’evento . Ecco la cronistoria delle diverse passeggiate, che possono comunque essere riproposte in molti altri periodi dell’anno. LunedĂŹ 18 maggio BOSCO DELLA MADDALENA-FIAIANO

Si parte dal bosco della Maddalena a Casamicciola Terme che sorge su un duomo vulcanico dal quale possiamo lasciarci incantare da meravigliosi panorami come il porto d’Ischia, Vivara e Procida. Attraversando la cresta del ‘ & marole’’ attive. Si prosegue verso il Vulcano ‘ F F

F $ colata del Cratere dell’Arso. Martedi 19 Maggio SERRARA-EPOMEO-FONTANA

Si parte in salita da Serrara percorrendo un paesaggio selvaggio, regno del coniglio selvatico che è senza alcun dubbio il protagonista ' alla cresta del Monte Epomeo per poi raggiungere Punta San Nicola da cui si può godere


13 kaire@chiesaischia.it

TERRITORIO

RPERSENTIERI #ISCHIA

chia in vetrina schia dal 18 al 24 maggio 2015, arrivando alla terza edizione. verde. L’isola d’Ischia è da sempre chiamata l’“isola verdeâ€? e la

avvolge quando la vedi dall’alto o la scorgi dal mare, nella bel-

a. di un panorama unico e spettacolare, infatti, riusciamo a vedere anche le isole Pontine. Da questo punto parte la discesa che ci porta

F MercoledĂŹ 20 Maggio PANZA: Tra storia e natura il geosito della Baia di Pelara.

Si parte da Panza. La discesa parte con una ta di pomici ceneri e lapilli e nel percorrerla si avrĂ come la sensazione di tornare indietro nel tempo di oltre 100.000 anni .Si raggiunge poi la costa e il mare tramite una scala rustica. Ci si prepara subito ad una risalita all’insegna della scoperta di profumi e piante particolari come il corbezzolo e il lentischio. Si concluderĂ con il raggiungimento del belvedere sul Monte di Panza dal quale si può vedere Sant’angelo, la spiaggia dei Maronti e la Penisola Sorrentina. GiovedĂŹ 21 Maggio VATOLIERE-CAMPAGNANO

Il percorso parte nei pressi del cratere ‘’Vatoliere’’ procedendo verso la ‘’Scarrupata di Barano’’ per poi salire su Monte Vezzi. Segue la discesa che ci fa sentire su varie insenature come sospesi tra terra e mare,in modo particolare dalla chiesetta su Punta San Pancrazio che è a strapiombo sul mare. Il percorso si conclude con il rientro a Campagnano.

polato sotto l’isola e che dalla sua bocca escano vapori d’acqua. La strada del ritorno ci porterà invece attraverso il borgo di Monte Corvo. Sabato 23 Maggio FIAIANO-NITRODI Si parte da una gradinata che si arrampica ripida in una gola umida che ci permette di respirare l’essenza del mirto, della mentuccia selvatica e della lavanda. Si procede verso il Monte Trip $ ' $ chia spiaggia fossile, testimonianza del passato sommerso di una parte dell’isola. Il percorso termina con la visita del complesso termale di Nitrodi. Domenica 24 maggio DA SERRARA AL FANGO

' ' F F % 7 $ 66 varsi in una zona priva di vegetazione a causa della presenza di fumarole. La passeggiata si 7 F Dopo una settimana di passeggiate nei boschi e nel verde l’evento si è concluso con un pranzo nell’azienda agricola “Cratecaâ€? dove il momento di maggiore felicitĂ si è avuto nello scambio culturale che c’è stato tra i turisti e gli abitanti del posto.

DA SAPERE VenerdĂŹ 22 Maggio MONTE CORVO: Nella Bocca di Tifeo

Si parte da Panza per poi raggiungere la parte alta, un percorso che ci porta attraverso le tradizioni contadine dell’isola: case di pietra, parracine, antiche cisterne di acqua scavate nel tufo e vigneti. Si procederà per incontrare il mito di Tifeo. La leggenda vuole che Tifeo sia intrap-

Per chi non sa cosa sono gli Hashtag Gli hashtag sono un tipo di tag (etichetta/ parola chiave) utilizzato in alcuni social network per creare delle etichette. Essi sono formati da parole inserite nei commenti precedute dal simbolo “#â€?. Cliccando su questi hashtag, c’è la possibilitĂ di seguire un canale dedicato all’argomento.

30 maggio 2015


Personaggi Storici

14 30 maggio 2015

enerdĂŹ scorso 22 maggio giorno di Santa Rita delle rose, A cura di a Roma in Via MarAntonio gutta, la famigerata Lubrano strada degli artisti, si è respirato e si è parlato ischitano di fronte ad una settantina di opere bellissime di un inguaribile innamorato della sua isola, quel Vincenzo Colucci che attraverso la sua inconfondibile pittura sapeva trasferire sulle tele l’incanto dei luoghi che piĂš amava di Ischia come di Venezia, di Parigi, della stessa Roma e di altri paesi del mondo visitati. Poi straordinari interni, nature morte, rappresentate da frutta, pesci, oggetti vari tipo lumi, sedie, utensili da cucina e attrezzi da giardino, barche e 66 re al naturale e nella riproduzione 1 particolarmente l’eccentrico Colucci e gli stimolavano l’estro ver

i sentimenti. Prediligeva le calle o “donne in camiciaâ€? come vengono chiamate a Ischia, avvolte in un bianco candido che gli aprivano il cuore. Se ne sono accorti i numerosi visitatori che hanno affollato la Galleria ottimamente curata dai responsabili de “Il mondo dell’arteâ€?, il Gruppo numero uno nella organizzazione di Vernissage di alto livello nella Capitale. Insomma un incontro culturale di massimo prestigio per la qualitĂ degli invitati e per lo spessore dell’artista che si celebrava. Il quale, nel pieno del suo percorso di pittore stravagante ed irrequieto, aveva un suo studio personale proprio nella stessa Via Margutta. E’ bastato cogliere gli evidenti segni di ammirazione ed anche di stupore sui volti dei visitatori che si accostavano ai quadri sapientemente esposti e disposti nella giusta posizione, per capire che imperava tanto consenso e piena soddisfazione in galleria. Vincenzo Colucci è nato a Ischia nel 1898 ed ha lasciato questo mondo il 2 ottobre del 1970. Ha vissuto a Roma e nella sua Ischia, quando non era in giro per il mondo. Ebbe come maestro Giuseppe Casciaro. Iniziò ad esporre all’etĂ di sedici anni. Ha partecipato a numerose mostre nazionali ed internazionali come la Biennale Internazionale di Venezia nel 1926, la Quadriennale di Arte di Roma del 1931, la Mostra Mondiale di Parigi “Gran

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La magnifica pittura di un artista ribelle VINCENZO COLUCCI - PIAZZA DI BARANO D'INVERNO - OLIO SU TELA 80X70 DEL 1960

Prixâ€? del 1937. Hanno scritto di Lui i piĂš quotati critici d’Arte. Ha conseguito numerosissimi premi e tenuto mostre personali in Europa, in Giappone, in India e nelle due Americhe. Quadri di Colucci si trovano in numerose raccolte pubbliche e private di ogni paese. E’ stato titolare per chiara fama alla R. Accademia di Palermo. Basterebbe questa sintesi per chiuderla qui su Colucci pittore e personaggio. Il padre Giuseppe, sbarcato sull’isola per una gita, e affascinato da ciò che si presentò ai suoi occhi, decise di fermarsi, rinunciando al lavoro di scenografo al San Carlo

VINCENZO COLUCCI PIAZZETTA CHAMPAULT OLIO SU TELA 70X60 DEL 1930

ˆ 5 6 Vincenzo nella sua isola si mostra irrequieto, ribelle e insofferente a qualsiasi tipo di costrizione. I suoi unici momenti di tranquillitĂ sono quelli in cui, da autodidatta, con gessetto o carboncino dĂ libero sfogo al suo estro fermandosi a dipingere velieri, pescatori ed altre scene di vita ischitana. Intuendo il Giuseppe, ormai stabilitosi con la famiglia ad Ischia, decide di assecondarne l’inclinazione all’arte e gli regala, da artista anch’egli qual’era, un’attrezzatura completa da pittore. La gioia del giovane Vincenzo

VINCENZO COLUCCIO - IL PORTO D'ISCHIA OLIO SU TELE 70 X50 DEL 1940

fu incontenibile alla vista della sua prima tavolozza, dei primi pennelli di varie dimensioni, dei suoi primi tubetti di colori, della sua prima ne del suo primo cavalletto che seduta stante gli conferiva la bell’immagine di pittore vero. Ha inizio cosĂŹ l’affannosa ricerca dei “motiviâ€? che lo portano a percorrere, senza risparmiarsi, strade impervie e spiagge dell’isola. Tra i villeggianti che a quel tempo frequentavano Ischia nel periodo estivo, il giovane artista ischitano incontra il maestro Giuseppe Casciaro al quale si aggrega a Napoli dove inizia a frequentare la scuola serale di nudo e a vendere i suoi quadri. Colucci è intraprendente e si fa notare dagli altri artisti napoletani per la personale visione 6 & ce dove gli elementi riprodotti su tele, devono combaciare ed esalta & ˆ ; 6 / peva trasmettere tutto questo che gli usciva dall’anima, tanto che gli consentĂŹ di affermarsi presto come uno dei piĂš promettenti artisti della nuova generazione. Non ancora ventenne, Vincenzo Colucci viene chiamato alle armi, ma nonostante la guerra, trova il tempo di dipingere lo stesso. Dopo il congedo riprende a pieno ritmo il lavoro e trasforma la sua casa-studio tra Napoli e Ischia, in un luogo di ritrovo per amatori d’arte, giornalisti, letterati,uomini di teatro, e critici, tra cui Salvatore Di Giacomo, Ferdinando Russo, Ernesto Murolo. Vincenzo Colucci sempre piĂš padrone di se stesso e del suo talento, inizia a girovagare per il mondo portando sempre con se il cavalletto viaggiante. Approda in Francia, Inghilterra, Belgio, Olanda, Svizzera, Tripolitania, America, India,


Personaggi Storici

30 maggio 2015

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Il grande artista ischitano Vincenzo Colucci celebrato a Roma con una grande mostra antologica organizzata dai nipoti Annamaria e dell’arch. Sandro Petti. Presente anche una significativa rappresentanza ischitana

I temi religiosi del famoso artista ischitano Le famiglie Petti-Colucci donano alla chiesa del Soccorso “la Madonna dell’albero� dipinta da Vincenzo Colucci negli anni ‘30

LA MADONNA DELL'ALBERO TEMA RELIGIOSO 1,70X1,30 DIPINTO DA VINCENZO COLUCCI NEGLI ANNI '30

Africa e Giappone, ma anche in luoghi piĂš vicini come la Liguria, la Toscana, Roma e Venezia. Nella bella cittĂ lagunare decide & della Repubblica del Carnaro. Vincenzo Colucci nel 1934 apre a Ischia una bottega d’arte che ospitò mostre di artisti italiani e stranieri di notevole spessore, e a Roma in via Margutta uno studio che fu poi meta di amici illustri quali Arturo Toscanini, Eugenio Montale, Comisso, Visconti, Jean Anouith, Di Chirico, Campigli, Eduardo e Peppino De Filippo, Vittorio De Sica, Comencini, la nota attrice messicana Maria Montez. Tra una spedizione e l’altra torna a Ischia dove ha iniziato a costruire il suo “Villaggioâ€? alla Pagoda di Porto d’Ischia, un piccolo complesso architettonico da lui ideato e realizzato , fermamente contrastato dalle autoritĂ locali e nazionali. Dal 1948 in poi, l’artista ischitano riprende i suoi viaggi, tornando a lavorare nei luoghi che piĂš lo avevano ispirato. Nel 1968 avvertendo i primi sintomi di quel male che lo avrebbe ucciso, torna a Ischia, la sua isola. Dopo un intervento chirurgico, riprende il lavoro, arricchendo la sua produzione di opere giĂ di per sè straordinariamente intensa, ma la malattia non gli lascia scampo. Infatti muore a Ischia il 2 ottobre del 1970. Per tutto questo, gli eredi nipoti Anna,aria e Sandro Petti con la sorella Anna Colucci, lo hanno voluto ricordare a Roma con la interessante mostra antologica che abbiamo descritto. Ischia e gli ischitani hanno il dovere riconoscenza di dedicargli una strada ad imperituro ricordo.

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a nipote Anna Maria Petti ha spiegato bene a TeleIschia prima A cura di della Mostra, ciò che Michele sarebbe avvenuto a Lubrano Roma a Palazzo Margutta, nell’omonima strada, famosa per la frequentazione di artisti di tutte le tendenze nazionali ed internazionali. In realtĂ si è voluto giustamente omaggiato Colui che è stato il pittore ischitano piĂš invidiato dai suoi colleghi conterranei, per fama e stile di vita, girovago per il mondo e frequentatore naturale di salotti letterari ed

ambienti mondani nel suo tempo. Parliamo di Vincenzo Colucci, il pittore ischitano che amava la sua isola con sentimento e trasporto artistico, al contrario di chi faceva poco o niente per migliorarla e difenderla. Colucci, dal carattere non facile, a volte si mostrava polemico anche per questo. Per chi lo conosceva sull’isola, era un’icona, il personaggio da ammirare e rispettare. In fondo, a suo modo, faceva pubblicità alla nostra isola, parlandone con i suoi autorevoli amici e invitandoli presso la sua casa-studio di Punta Molino che divideva col fratello Eduardo, an-

ch’egli pittore di elevato talento, e all’altra casa “Il Villaggettoâ€? sulla Pagoda. Erano incontri che sono diventati storici per la qualitĂ degli ospiti che riceveva e per i programmi di vita che nascevano. Vincenzo Colucci era fatto cosĂŹ. FinchĂŠ ha potuto, si faceva notare percorrendo il centro di Ischia in bicicletta indossando un ampio mantello blu ed un cappello a falde larghe di colore bordaux con una vistosa piuma al lato destro. Da ragazzo era ribelle, facinoroso, insofferente e prepotente. Ma in fondo al suo animo covava buoni sentimenti nascosti che lo facevano commuovere di fronte alla bellezza di un

sua Ischia. Aveva in odio la scuola & W Quando veniva rinchiuso in una stanza per castigo dal suo genitore, il giovane Vincenzo dava libero sfogo al suo estro imbrattando per lasciare segni del suo essere artista , senza costrizioni di sorta. Fu cosi che il padre Giuseppe intuĂŹ 6 appoggiò in quella che diventerĂ la sua straordinaria professione costellata da numerosi successi. Dipingere era la sua ragione di vita. Intorno agli anni trenta, Vincenzo Colucci, ritornato a Ischia da una viaggio in America, riceve un ordine, per lui insolito, di dipingere un quadro con soggetto religioso. Colucci dapprima frequenta la Cattedrale di Ischia Ponte a pochi passi dalla sua abitazione di famiglia, e si lascia ispirare dalla spiritualitĂ del Tempio, dalla statua di San Biagio Vescovo, che posizionerĂ alla destra del suo dipinto, e da altri elementi di culto. Il giovane Colucci realizza il quadro su tavola di metri 1,70 x 1,30 che però non fu mai ritirato. Anna Maria e l’arch. Sandro Petti, nipoti ed eredi del’artista, con la loro zia Anna Colucci sorella del pittore, hanno custodito gelosamente il dipinto dedicato alla Madonna dell’Abero, & Oggi essi hanno deciso di donarlo per devozione alla chiesa del Soc F & & dell’arredo sacro ed artistico del famoso Tempietto a sentita ed imperitura memoria del prestigioso autore isolano Vincenzo Colucci. Il Quadro di Colucci, prima di arrivare alla nuova destinazione, sarĂ

& @ / neo per un mini restauro di pulizia artistica dell’opera.


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Giovani 30 maggio 2015

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PREGHIERA GIOVANI

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a Preghiera Giovani è sempre un appuntamento molto atteso dai A cura di ragazzi, un momento in Giuseppe Galano cui è possibile fermarsi < sulla Parola di Dio. Tanti sentono < che il Vescovo mensilmente sottopone ai giovani. La serata è stata molto intensa e vissuta in totale raccoglimento. Il tema scelto in questa occasione, “E’ FUORI DI SE’â€?, è stato molto incisivo. Mons. Lagnese ha donato messaggi forti, estremamente attuali ed ha invita & < ne. Come usa fare solitamente ha invitato i presenti ad invocare lo Spirito Santo, quale atto preliminare dell’incontro. Le splendide voci della corale della Pastorale Giovanile intonano il canto d’invocazione “Manda il Tuo Spiritoâ€?. Questo canto, molto bello, è stata una preghiera rivolta al Signore af * ' ' ciascuno dei presenti. Il canto ha rappresentato uno strumento molto forte che ha permesso a tutti di entrare in raccoglimento. “Manda 5 ' & * preghiera possiamo uscire con la voglia di amare come hai amato Tuâ€?, afferma il Vescovo. “Manda 5 ' & avere il desiderio di fare la Tua volontĂ , diventando come argilla tra le tue maniâ€?. Padre Pietro invita tutti a mettersi in ascolto della Parola. “Ascoltiamo GesĂš che ci parla e desidera entrare nei nostri cuori

FUORI DI SÉ VenerdĂŹ 22 maggio nella Chiesa Cattedrale di Ischia Ponte si è tenuto il consueto appuntamento mensile tra i giovani appartenenti alle varie realtĂ isolane ed il nostro Vescovo Pietro.

per poter cambiare le nostre viteâ€?. Il nostro Vescovo ha scelto un passo del Vangelo sul quale ha esor < che è apparso estremamente attuale. Il brano scelto in questa occasione è tratto dal Vangelo di Marco (3,20-22;31-35). L’Evangelista ci racconta di GesĂš che entra in una casa e si raduna attorno a Lui tanta folla. Egli non riusciva nemmeno a prendere cibo. I suoi sentito ciò uscirono per andarlo a prendere di [ Z & * % di preghiera preparato dal Vescovo ha proprio questo titolo, E’ Fuori '* K > tra i poveri, gli ammalati, gli ultimi,

tavano poco o nulla, ora in una casa, ora in piazza, in strada o alle rive del lago. Il Vangelo dice che GesĂš

non aveva piĂš tempo per prendere cibo. Egli dedicava il suo tempo alla preghiera ed ai fratelli, era tutto per gli altri. “ Questa Parola dice la veritĂ su GesĂš, Egli è realmen & * pazzo come pensavano i suoi. Egli non viveva per se stesso, era tutto per gli altri. Era un uomo che stava al di fuori del suo baricentro, tutto X % < sioni di Padre Pietro sottolineano come oggi si viva proiettati verso se stessi. Il mondo educa a fare le cose utili solo al personale tornaconto, si tende a fare solo le cose utili per se stessi. Come supporto alla meditazione è stato scelto un canto tratto dal repertorio di Gino Paoli, “Eravamo Quattro Amici al Barâ€?, datato 1991,uno dei piĂš grandi successi del famoso cantautore genovese. Si parla di quattro amici che un giorno incominciarono a sognare un mondo diverso. La canzone ci rimanda a quella che fu la grande stagione dei sogni. Si pensava di voler realizzare un mondo diverso. L’autore racconta la sua esperienza e quella di altri tre amici animati dal desiderio di voler cambiare il mondo. I giovani erano mossi dal desiderio di cambiare il mondo. A quella stagione fece seguito quella del disincanto. Il mondo non cambiava affatto, tutto restava tal quale. Ci si rinchiudeva in se stessi dopo aver tirato i remi in barca. La canzone altro non è che

la storia di quattro amici i quali, uno alla volta, si tirarono indietro, rinunciando a realizzare il sogno di un mondo migliore. “Oggi viviamo ancora questa seconda fase, quella dell’individualismo; non si hanno scopi, non si realizzano progetti. Oggi i giovani non sognano piĂš, non pensano piĂš in grande. Ci si accontenta, basta il poco, il sicuro; sognare diventa pericolosoâ€?. Il testo dice che i quattro amici parlavano dei grandi problemi del mondo: ambiente, pace, giustizia sociale. Poi da quattro divennero tre, poi W Ad un certo punto si rinuncia a tutti quelli che erano i sogni nel cassetto. Ritornando al Vangelo GesĂš si presenta come colui che vuole davvero cambiare il mondo e per fare questo dona la sua vita. “GesĂš cerca persone vogliose di cambiare il mondo insieme a Lui, sapendo che il mondo si cambia se si parte dal cambiare se stessi. Per aiutare GesĂš in quest’opera occorre mettersi a fare la volontĂ di Dio, uscendo da se stessiâ€?. In risposta a questa Parola l’incontro termina con il canto “Come Tu mi Vuoiâ€?. “Occorre essere disposti a cambiare il mondo mettendoci, giorno dopo giorno, a fare la volontĂ di Dio. Non importa se al termine delle nostre vite il mondo sarĂ cambiato, quello che è importante è che le nostre vite siano un pochino cambiateâ€?.


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Ecclesia

30 maggio 2015

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Genitori, educate i vostri ďŹ gli nel Signore! Durante l’Udienza Generale di mercoledĂŹ 20 maggio, Papa Francesco ci ha parlato della educazione che i genitori cercano di dare ai propri figli ma che non sempre si rivela buona, sia per gli stessi figli e sia per chi vive loro accanto.

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embrerebbe una constatazione ovvia, eppure anche ai nostri tempi non A cura di Ordine Francescano ri separati, che sono appesantiti da questa loro condizione: poverini, Secolare ! di Forio " # $ La famiglia è un bene umano fondamentale dal quale dipendono l’identitĂ e il futuro delle persone e della comunitĂ sociale. Solo nella famiglia fondata sull’unione stabile di un uomo e di una donna, e aperta a un’or 6 7 d’amore e di vita, dalla quale possono attendersi un’educazione civile, morale e religiosa. Anche in Italia la famiglia risente della crisi dell’Oc [ 6

benessere della societĂ , ma allo stesso tempo essa resta la principale risorsa per il futuro e verso di essa si rivolge il legittimo desiderio di felicitĂ dei piĂš giovani. Nel loro disagio leggiamo una forte nostalgia di famiglia. Senza un legame stabile di un padre e di una madre, senza un’esperienza & & 7 7 nale e maturare un progetto di vita aperto alla solidarietĂ e all’attenzione verso i piĂš deboli e gli anziani. ÂŤAnima dell’educazione come dell’intera vita, può essere solo una spe 6 & % / & % grande speranza per l’uomo, per la sua vita, per la sua capacitĂ di amareÂť (Educare, 5) Quanto e come queste esigenze della fede cristiana siano state comprese e vissute dal Padre San Francesco non occorre grande fatica per dimostrarlo. Si direbbe che egli abbia avuto come un dono particolare, una grazia speciale che l’aiutava a intuire i disegni o i valori di Dio e a ridurre al minimo indispensabile lo scarto per passare da una felice intuizione alla sua piena e gioiosa attuazione. Quando, ad esempio, credette di comprendere che il Signore lo chiamava per fare di lui un esemplare di vita religiosa e che modello di ogni perfe6 / ' F W ' / 7 7 7 ÂŤVergine poverellaÂť, come usava chiamare la Madre del Verbo divino; poi & 6 ~ / k anche nei particolari o nelle sfumature piĂš penose e ardite della Sua vita. Nessuna cosa lo impaurĂŹ mai: non l’estrema povertĂ del ÂŤFiglio dell’uomoÂť, che, al contrario amava e prediligeva come sua grande ricchezza,

6 * / € la penitenza, che per lui era resa dolce e amabilissima dalla sofferenza di / € 66 6 desiderio di % & giunse a chiedere, pregando, di poter sentire nell’anima e nel corpo tutto il dolore della $ k / ~ F Dio era acceso per sostenere tanta passione.

Un’estate ricca di spettacoli per Ischia e Lacco Ameno che ospiteranno burattinai provenienti da tutto il mondo

ISCHIA PUPPETS

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opo il successo ottenuto tra grandi e piccini, torna anche > ‚ ; Z / A cura della 66 K % @ | Redazione Ogni sera uno spettacolo diverso e una compagnia pro > ˆ K mala. Tanti gli spettacoli per un’estate di burattini tra divertenti riconferme e spettacolari novitĂ . A organizzare questa seconda rassegna @ / 66 H $ > "

Y ‚ ra originale dai canovacci della tradizione napoletana, con spettacoli provenienti da tutto il mondo ma accomunati dalla magia che solo il Per saperne di piÚ www.ischiapark.it / facebook: Teatro dei burattini 1 — & ‚ ‡ ‚ | DECANATO DI CASAMICCIOLA TERME – LACCO AMENO

Parrocchia S. Antonio da Padova

FESTA DEL SANTO PerchĂŠ quest’uomo, Antonio, è diventato cosĂŹ universale? La sua vita dice ancora oggi, in piena crisi di fede e di valori, possibili vie di felicitĂ , di pace, di bene comune? 1 GIUGNO: Solenne Inizio della Tredicina con il nostro vescovo Pietro! Ore 19.00: Coroncina e Benedizione del pane. Ore 19.30: S. Messa con conferimento della Cresima. DAL 2 GIUGNO OGNI GIORNO: ore 18.30 S. Rosario, Coroncina; ore 19.00 S. Messa e condivisione del pane benedetto. 4 GIUGNO: CORPUS DOMINI diocesano. Celebrazione della Tredicina al mattino ore 9.00. 6 GIUGNO: al mattino S. Messa ore 9.00; a sera SolennitĂ CORPUS DOMINI con Prime Comunioni (1°turno). 7 GIUGNO: SolennitĂ CORPUS DOMINI ore 11.00 S. Messa con Prime Comunioni (2°t) Ore 17.00 - 19.00: Esposizione del SS. Sacramento e Adorazione personale. Ore 19.00: Coroncina a S. Antonio; ore 19.15: S. Messa, Esposizione Solenne del SS. Sacramento e Adorazione comunitaria; ore 21.00 Benedizione Eucaristica. 8 – 11 GIUGNO: ore 9.00 S. Messa. A sera Tredicina come sopra. 12 GIUGNO: SolennitĂ Sacro Cuore di GesĂš: ore 9.00 S. Messa; ore 18.30: Processione per le strade di Perrone dove sarĂ celebrata la S. Messa. 13 GIUGNO: SolennitĂ del Santo Patrono. S.S. Messe: 6.30; 8.00; 9.30 S. Messa Solenne; 11.00. Ore 12.00: Supplica al Santo. Ore 18.00 S. Messa, segue Processione per le strade di Casamicciola T. Al rientro S. Messa. 14 GIUGNO: Celebrazioni domenicali: 11.00; 19.15: per tutti coloro che in vari modi hanno collaborato alla testimonianza del nostro Santo Patrono. Predicazione: p. Giuseppe Polselli, passionista.

FRATERNITĂ€ IN PIAZZA 10 GIUGNO ORE 21.30: Grande Tombolata con belle sorprese! 11 GIUGNO ORE 21.30: Bambini Alto Livello! I nostri 130 delle Elementari e la tradizione musicale e teatrale napoletana. 12 GIUGNO ORE 22.00: Serata musicale napoletana a cura di Salvatore Ferraiuolo. 13 GIUGNO ORE 22.00: Serata musicale napoletana a cura di Tina Rubino. 14 GIUGNO ORE 21.00: postfest animata da Made in Sud e ‌non c’è bisogno di cenare a casa!


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Bible Works - Una parola per la Bibbia 30 maggio 2015

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SPIRITUALITĂ€ BBLICA

GesĂš ermeneuta delle scritture

I libri storici dell’at to a chi lo ha chiamato e lo guida:

re il peccato. La situazione che dĂ l uogo a una professione di fede è analoga in Gs " „ ' †[ 8' gliete d’ora in poi chi volete servireâ€? e Gv 6 “Volete andarvene pure voi?â€?. Ogni professione di fede è & ta. Inoltre l’azione di Dio nell’AT & 66 dizione. Questi due aspetti si rivelano entrambi nella stessa struttura del Pentateuco: mentre dall’Esodo ai Numeri si parla dell’azione di Dio che guida e salva, nella GeneNT. Nei fatti dell’Esodo colui che si e nel Deuteronomio il concetto annuncia la salvezza (il mediato- & re) deve soffrire. Anche nel NT della benedizione. Ma l’idea delle la sofferenza del mediatore ha benedizioni di Dio percorre tutto un’importanza determinante. Alla l’AT. La benedizione è l’azione coprima liberazione (Es 1-14) segue stante di Dio sul divenire, sul crela lode (Es 15) e il servizio (Es 19- scere, sul prosperare della storia. " † 6 [ Ăˆ possibile notare la stessa cosa “voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dioâ€?. In tutta la storia del popolo di Dio c’è una tensione continua tra la fedeltĂ di Dio e l’infedeltĂ d’Israele. Questa tensione si manifesta cosĂŹ: al centro del Pentateuco c’è l’inno di lode dei salvati e al centro dell’opera storica deuteronomistica sta la confessione di colpe fatta da chi ha vissuto la catastrofe. Cristo è la meta della storia del popolo di Dio. Ma come? Questa alleanza continuamente infranta dal popolo, disubbidienza di Israele, da chi verrĂ ristabilita? Alla

Nuova Alleanza (Ger 31,31-34). Cristo nell’ultima cena annuncia 6 stabilita nel suo sangue. CosĂŹ Cristo diventa il punto di arri Ăˆ la prima dimensione di una lettura cristiana dei libri storici: la linea cristologica. Ma ce n’è anche un’al [ @ 6 dell’antico e del nuovo popolo di Dio c’è una chiamata a cui bisogna rispondere. % 7 di un popolo nomade, sempre in movimento, particolarmente lega-

(III parte)

I

l centro del Pentateuco è l’esperienza dell’esodo in cui il popolo d’IA cura del sraele riconosce in Dio Diacono Giuseppe il suo salvatore. SarĂ Iacono anche il centro e il fondamento del credo storico d’Israele. L’annuncio di GesĂš Cristo come sĹ?tÄ“r: salvatore nel NT, non appare allora una novitĂ ma in linea con l’annuncio di Dio Salvatore dell’AT. I libri storici dell’AT contengono gli avvenimenti tra Dio e il suo popolo dalla liberazione dalla schiavi > 6 gno e all’esilio. In che senso GesĂš storia? Piuttosto che stabilire un

e il Cristo, come talvolta è stato fat 6 forse è meglio cogliere subito la logica di fondo della storia del popolo di Dio che ne mostra l’orientamento a Cristo. Lo farò studiando la struttura dell’avvenimento della salvezza come ce la presenta il libro dell’Esodo. La salvezza viene prima annunciata e poi realizzata. Ăˆ il dinamismo del dÄ bÄ r ebraico che è nello stesso tempo parola e azione di Dio. Ci vogliono poi due ele [ † 66 € "† & La medesima struttura la ritroviamo nel messaggio di salvezza del

nel NT, specie nella parabole, dove si parla dell’avvento del regno di Dio sotto forma di divenire, di crescere, di maturare. Conosciamo la storia dei continui insuccessi del regno di Israele e la promessa e l’attesa di un nuovo regno e di un nuovo re, attesa continuamen „ "' ' # Aggeo e Zaccaria che acclamano Zorobabele, a Is 11, a Michea 5‌) Solo cosĂŹ si può spiegare il senso del titolo di Messia dato a GesĂš di Nazareth. I profeti hanno sempre parlato contro i re, mai però contro la regalitĂ di Israele. Z condito, rivelato nel NT dal fatto che GesĂš è chiamato Messia, benchè la sua opera sia piuttosto nella linea dei profeti. CosĂŹ si capisce dal dialogo di GesĂš con Pilato: “Tu lo € $ nato e sono venuto nel mondo, per rendere testimonianza alla veritĂ â€? „K # ‚‡† „ †


Bible Works - Una parola per la Bibbia

19 30 maggio 2015

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STUDI BIBLICI

La formazione del testo biblico:

esiste la tradizione orale? C

arissimi lettori nei prossimi numeri della nostra rubrica vorA cura del rei affrontare il prodon Cristian blema della nascita Solmonese della Bibbia. Come ci è pervenuto il testo che noi abbiamo tra le mani, che leggiamo e studiamo? Il primo tema che voglio sottolineare in questo articolo è sull’esistenza della tradizione orale. Abbiamo sempre sentito che prima dei testi scritti ci fossero dei racconti orali tramandati da generazioni a voce. Ăˆ proprio cosi? La tradizione orale è spesso invocata per spiegare il perchĂŠ di alcuni racconti biblici dell’epoca dei patriarchi o dei regni di Salomone. Ma giĂ dalla metĂ del XVIII sec. uno dei padri fondatori dell’esegesi moderna, Jean Astruc, confutava questa tesi a proposito dei racconti della genesi: ÂŤfar passare la conoscenza dei fatti della Genesi

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vita dei patriarchi in modo tale che queste tradizioni orali potevano trasmettersi da Adamo a Mosè, è poco convincenteÂť. Prima di tutto questo rinvio all’oralità è estraneo a ciò che la Scrittura correttamente dice di se stessa. Per Israele e per le prime generazioni cristiane, anche se si sa che ÂŤDio aveva giĂ parlato nei tempi antichi e in diversi modiÂť (Eb 1,1), tuttavia quello che leggiamo ci è pervenuto tutto per iscritto. Per prima cosa bisogna leggere ciò che è scritto, non fosse per ricordare ciò che è stato det-

to. Comunque l’uso dei termini “la Scritturaâ€? o le “Scrittureâ€? nel NT, collocate sotto l’autoritĂ di Mosè o dei Profeti, non concede alternative: non solo esiste materialmente ed effettivamente una scrittura, ma l’oralitĂ non è mai evocata come strumento di conservazione di ciò che fu certamente in un primo momento detto almeno in parte, e ancor meno di ciò che fu scritto. Che la parola venga prima, precedente ad ogni apprendimento della scrittura, rientra nel buon senso quotidiano prima ancora che nell’esperienza storica. Ma da questo, a parlare dell’onnipotenza dell’oralitĂ , sembra esagerato. Da alcuni anni gli studiosi si sono cimentati nello studio delle culture orali in particolare dell’Africa e dell’Oceania e hanno tratto alcune conclusioni ai loro studi. Nel 1970 Albert Bates Lord, stabilisce un certo numero di condizioni per la trasmissione orale: ÂŤoccorrono ritmi e rime, ste vitĂ che faciliti la memorizzazione, una certa lunghezza delle sequenze recitative o declamatorieÂť, cose tutte che, diciamolo subito, non si trovano nella letteratura biblica se non in modo eccezionale e breve! Jack Goody che ha analizzato l’esperienza in Africa come etnologo, ha sancito le condizioni dell’oralitĂ e della scrittura. ÂŤRecitare un testo a memoria è condizionato dall’esercizio della memoria, e allo stesso tempo ne è limitato: questo suppone uno sforzo di memorizzazione enormeÂť. L’invenzione della scrittura ha alleggerito questi processi e ha favorito un altro processo: non potendo essere un semplice deposito di citazioni o recitazioni ha prodotto una letteratu-

& < ricerche, sottolineature particolari e importanti. CosĂŹ nella Bibbia, questo fenomeno di condensazione ha prodotto la composizione in pochissime righe di racconti completi che sarebbero svianti e insoddisfacenti per l’oralitĂ . Pensiamo a qualche episodio: ad esempio quello di Sansone che svelle le porte di Gaza in tre versetti (Gdc 16,1-3) o le parabole di GesĂš. Lo scrittore ha elaborato il racconto in un massimo di minimi termini, e riesce a trarre il massimo effetto sul lettore con un minimo di mezzi. C’è di piĂš: l’orale stesso è creato dagli scrittori, siano essi romanzieri, drammaturghi o giornalisti! Come regola generale la semplice trascrizione di un discorso orale produce un testo illeggibile. Chiunque abbia letto per iscritto quello che aveva detto o raccontato, ha esperienza di questa brutta sorpresa. Cosi da parte degli scrittori c’è una particolare elaborazione per far comprendere o rendere ascoltabile, e dunque orale, quello che sarĂ integrale prodotto della scrittura. Il ricorso all’oralitĂ come garanzia di una scrittura poco o per niente

& % j come le grandi culture dell’AntichitĂ (egizia, mesopotamica, la greca e la romana), testimoniano una grande produzione non solo scritta, ma una vera e propria creazione letteraria che ha anche saputo darci il gusto gradevole dell’oralitĂ . Ricorrere alla tradizione orale per soccorrere o salvare uno scritto & 6 di coloro che, volendo una ruota di scorta non si accorgono che lo pneumatico è tagliato!


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Arte & Liturgia 30 maggio 2015

IL SANTO DELLA SETTIMANA A cura di Francesco Schiano

1 GIUGNO

San Giustino

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COMMENTO AL VANGELO

Domenica 31 maggio 2015 SS. TRINITĂ€ Anno B

Un Dio che rimane sempre con noi!

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Nato nel paganesimo, Giustino & soprattutto Platone. Poi viene attratto dai Profeti di Israele, e per questa via arriva a farsi cristiano, ricevendo il battesimo verso l’anno 130, a Efeso. Negli anni 131-132 lo troviamo a Roma, annunciatore del Vangelo agli studiosi pagani; un ` & e scrive. Al tempo stesso, Giustino si batte contro i pregiudizi che l’ignoranza alimenta contro i cristiani, esalta il vigore della loro fede anche nella persecuzione, la loro mitezza e l’amore per il prossimo. Vuole sradicare quella taccia di “nemici dello ' X e paure. Predicatore e studioso itinerante, Giustino soggiorna in varie cittĂ dell’Impero; ma è ancora a Roma che si conclude la sua vita. Qui alcuni cristiani sono stati messi a morte come “ateiâ€?. Allora lui scrive un’Apologia, indirizzata al Senato romano, e si scaglia contro un ac & Crescente. Ma Crescente sta con K carcere, anche lui come “ateoâ€?, per essere decapitato con altri sei compagni di fede, al tempo dell’imperatore Marco Aurelio.

a liturgia della parola in questa domenica della SS. TrinitĂ , ci presenta in un’unica festa tutta la gloria del nostro Unico Dio A cura di nelle Tre persone. Questa realtà è sottodon Cristian lineata nelle tre letture di cui il Vangelo Solmonese costituisce una grande sintesi. Il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo sono una sola sostanza, un’inseparabile uguaglianza. L’unità è nell’essenza, la pluralitĂ nelle persone. Il Signore nel Vangelo indica apertamente l’unitĂ della divina essenza e la trinitĂ delle persone quando dice: ÂŤBattezzate nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito SantoÂť. Non dice: “nei nomiâ€?, bensĂŹ “nel nomeâ€?, e mostra cosĂŹ l’unitĂ dell’essenza. Usa poi tre nomi, per mostrare che vi sono tre persone. Questi tre nomi raccontano tutta la storia della salvezza in cui oggi, etĂ dello Spirito, siamo immersi. Racconta la creazione di cui Dio è Padre, da cui viene ogni cosa, da cui procedono il Figlio e lo Spirito Santo. Il Figlio racconta la bellezza perfettissima; è il Figlio, la veritĂ del Padre, che gli è del tutto simile, che adoriamo con il Padre e nel Padre, che è il modello di ogni cosa, perchĂŠ tutto è stato fatto per mezzo di lui e tutto è riferito a lui. La gioia beatissima, la sovrana bontĂ , è lo Spirito Santo, che è dono del Padre e del Figlio; e noi dobbiamo credere e tenere per certo che questo dono è assolutamente simile al Padre e al Figlio. Lo abbiamo percepito dalla celebrazione della Domenica di Pentecoste, dove abbiamo acclamato allo Spirito come Signore che da la vita! Questa storia di salvezza oggi è per me! L’azione di Dio trinitĂ continua nella propria vita. Siamo chiamati a vivere e rivivere il battesimo, cioè il nostro immergerci in Dio; siamo richiamati ogni giorno a vivere il “segno della morte e resurrezioneâ€? nella nostra vita; questa storia, questa salvezza di Dio, non può rimanere chiusa, intrappolata nel nostro cuore o limitata ad un territorio. GesĂš utilizza un verbo inquietante: “Andate!â€? L’imperativo di GesĂš risuona martellante: Andate a dire a tutti di questo Dio! Andate a dire a tutti l’amore del Padre che vi ha creati, la passi-

one del Figlio che vi ha guadagnati con il sangue, la compagnia dello Spirito che vi guida a vista da qui all’eternitĂ ! Non siete soli ma siete in compagnia della famiglia di Dio! Quanto poco di Dio parliamo tra di noi! Spesso mi fermo ad ascoltare e ad intrattenermi sui discorsi che fanno le persone; non sento nemmeno uno parlare di questa storia, di questa bellezza, di questa compagnia; tutti preoccupati dei loro problemi, delle proprie cose, dei propri affetti. Abbiamo trasformato il verbo “andateâ€? in “veniteâ€? o “mandiamo inviti a presentarsiâ€?,

8 X @ GesĂš una frase non sua: “meglio pochi, ma buoniâ€?. Non è il bonsai la pianta che piace a GesĂš, ma una foresta! PerchĂŠ questo? Forse perchĂŠ abbiamo paura? il Signore ha terminato il Vangelo con questa espressione: ÂŤEcco IO SONO (Es 3,14) con voi tutti i giorni

˜k ™ essa! Buona domenica!


Arte & Liturgia kaire@chiesaischia.it

21 30 maggio 2015

ARTE SACRA

SANTISSIMA TRINITĂ€ L

a prima domenica dopo Pentecoste si concentra sul mistero della Santissima TrinitĂ , prolungando nel tempo ordinario il clima pasquale. L’immagine riprodotta a fronte ritrae la TriA cura di nitĂ , si ammira nel dipinto dell’altare maggiore nella chiesa di Ernesta Santa Maria di Portosalvo in Ischia. La chiesa di Santa MaMazzella ria di Portosalvo è uno dei templi piĂš imponenti fra i tanti che sono disseminati nel territorio isolano, si staglia con la sua mole al centro dei due bracci che racchiudono quello specchio d’acqua, giĂ laghetto suggestivo e pescoso, trasformato in uno dei porti piĂš sicuri d’Italia. Questa chiesa fu fortemente voluta da Ferdinando II di Borbone, re delle Due Sicilie, come completamento del porto giĂ progettato, per offrire una piĂš incisiva assistenza religiosa agli abitanti dei nuclei di S. Alessandro, via Nuova dei Conti e di via Quercia.Il pensiero di dotare gli abitanti della zona, che allora erano contadini, pescatori e pastori, di un tempio anche piĂš ampio delle esigenze della scarsa popolazione della contrada rientrava & 6 6 & al ruolo di una cittadina modernamente progredita proprio grazie alla realizzazione del porto. Con l’apertura del porto Ferdinando II contribuĂŹ allo sviluppo dell’intera isola. La cerimonia per la posa della prima pietra fu stabilita per il 26 settembre 1854. Ferdinando II vi presenziò, insieme alle piĂš alte cariche dello Stato. A metĂ del 1857 la chiesa era tutta costruita e il 19 luglio fu solennemente benedetta dal vescovo d’Ischia mons. Felice Romano al quale il re, presente insieme con il principe F & W ` ta riservandosi il diritto di patronato sulla gestione di essa attraverso un ecclesiastico di suo gradimento. Nella rettoria regia si susseguirono i rettori: Don Giovanni Lauro, Don Giosuè Lauro, Don Filippo Di Manso e Don Giovanni Garofalo. Essendosi molto sviluppata la zona intorno al porto e nelle adiacenze, si avvertĂŹ l’esigenza di creare una parrocchia a Villa dei Bagni, la quale dipendeva ancora dal parroco di San Vito che si serviva di un economo per la zona del nuovo porto, che aveva stanza nella chiesa del Purgatorio, oggi comunemente detta “San Pietroâ€?. Dopo lunghe e laboriose pratiche burocratiche si ri parrocchia la chiesa di Portosalvo. La data di erezione canonica risale al 25 luglio 1930, e il riconoscimento civile con regio decreto il 4 dicembre 1930. Il vescovo mons. Ernesto De Laurentiis nominò il 4 aprile 1932 parroco Don Francesco Albano. La chiesa è realizzata in stile neoclassico a croce latina. L’accesso è dato da tre grandi porte, le quali sono precedute da pronao in stile neoclassico. La navata centrale è maggiore delle laterali per larghezza. L’altare maggiore è stato

Vincenzo De Angelis, Santa Maria di Portosalvo, particolare. Chiesa di Santa Maria di Portosalvo. Ischia

realizzato in marmi policromi, nella seconda metĂ dell’800, probabilmente nel 1857 anno della benedizione della chiesa. Sull’altare domina la ma & H $ Y @ l’opera al pittore isclano Vincenzo De Angelis, dipinta nel 1855. Con la riforma liturgica, voluta dal Concilio Vaticano II, l’altare maggiore in fondo all’abside è andato in disuso. Dopo aver rimossa la balaustra in ferro battuto, fu eretto un altare rivolto al popolo (coram populo), consacrato solennemente il 20 luglio 1978 dal vescovo mons. Diego Parodi. Nella navata di sinistra nella seconda campata si scorge una maestosa bacheca realizzata in legno e vetro con elegante frontone, contenente un gruppo & H 8 & X Ăˆ opera di un ignoto scultore napoletano della seconda metĂ del XIX secolo. Il titolo mariano con il quale è venerata la Madonna in questa chiesa è appunto “rifugio dei peccatoriâ€?. Di fronte a quest’opera, nella navata di destra, seconda campata, si ammira una identica bacheca contenente una statua lignea di San Giuseppe Moscati, acquistata nel 1990. Nella prima / seconda metĂ del XX secolo. Nella terza campata vi è un elegante pulpito dalla forma ottagonale, realizzato in legno da un ignoto artista campano della metĂ del XIX secolo. Il transetto ospita due altari realizzati in marmi policromi. L’altare di sinistra è dedicato a San Giuda Taddeo; la pala ; 6 Y @ 66 # & la Visione di San Giuda Taddeo. La porticina del ciborio rappresenta la Gloria del Sacramento, realizzata in argento sbalzato opera del noto argentiere napoletano Gennaro Russo, della prima metĂ dell’800. L’altare di destra è dedicato a San Francesco di Paola; la pala è stata dipinta dall’artista Battista Santoro nel 1855 e rappresenta San Francesco di Paola che attraversa lo stretto di Messina. La porticina del ciborio è lavorata in argento sbalzato, reca l’immagine della Gloria del Cuore di GesĂš, è stata creata dall’argentiere Gennaro Russo. Furono dedicati a questi due Santi per espresso volere del re Ferdinando II, da lui considerati suoi particolari protettori. Nelle nicchie del transetto che non sono coeve alla chiesa, ma costruite solo una sessantina di anni fa, sono collocate due statue: in quella di sinistra vi è un Sacro Cuore di GesĂš opera acquistata dopo il secondo con< ' Giuseppe opera di un ignoto scultore della scuola napoletana della seconda metĂ del secolo XIX.


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Parrocchie 30 maggio 2015

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PARROCCHIA DELLA NATIVITÀ DI MARIA SS. – DECANATO DI BARANO

La Prima Comunione al Vatoliere con Padre Pietro N

el giorno della SolennitĂ di Pentecoste quattro bambini hanno vissuto il loro primo incontro con GesĂš. Paola, A cura di Salvatore, Serena ed Elisa aspettavaRosa Vuoso no questa giornata con gioia e trepidazione, insieme alle loro catechiste e alle loro famiglie, e il grande dono che lo Spirito Santo ha fatto loro in questo giorno è stato quello di essere accompagnati nella celebrazione proprio dal nostro amato vescovo: Padre Lagnese. I bambini e Padre Lagnese sono entrati in chiesa sulle note del canto d’ingresso che diceva: “Spirito Santo vieni! Spirito Santo scendi su di noi!â€? Il Vescovo ha spiegato che “lo Spirito Santo è il dono che GesĂš ha fatto a noi, lasciando questa terra, ed è Colui che ci aiuterĂ a diventare altri GesĂš! “Dobbiamo somigliare a GesĂš! Pensiamo: lui cos’ha fatto? Ha amato! Ha personato! Ha

servito! Ha dato la vita per noi! Ma noi ne siamo capaci?â€?. Padre Lagnese ha domandato ai bambini quando abbiamo ricevuto per la prima volta lo Spirito Santo, “nel battesimo!â€? hanno risposto , “e lo riceverete ancora nella Cresima! Ma questo dono va alimentato! Va nutrito! Prendendo il Corpo e il Sangue di GesĂš, noi diventiamo ciò che mangiamo! e San Paolo nella seconda lettura ci spiegava che vita è quella di GesĂš! Una vita vissuta con lo Spirito Santo che porta frutto! Ma che frutto? Il frutto dello Spirito Santo è amore, gioia, pace, magnanimitĂ , benevolenza, bontĂ , fedeltĂ , mitezza, dominio di sĂŠ. Per Paola, Serena, Elisa e Salvatore chiediamo che la loro amicizia con GesĂš cresca nel Nutrirsi sempre del Suo Corpo!â€? Il vescovo ha poi parlato alle famiglie e alla comunitĂ chiedendo di “pregare per i vo ˜ Z [

bambini sono bravissimi ad imitare, a fare quello che noi facciamo! Quindi è importante che ci prendiamo cura di loro con preghiere, consigli ed esempi!â€? poi rivolto ai bambini, “non c’è momento di piĂš grande vicinanza a GesĂš di quando Lui sarĂ dentro di voi, quindi chiedere che non % & * trasformi in Piccoli GesĂš!â€? e ha concluso con “Maria prega per noiâ€?. Il momento di famiglia come comunità è stato altissimo, i bambini preparati dalle catechiste Dina, Maria e Federica hanno portato all’offertorio dei cuori simbolo dei loro cuori donati a GesĂš e, non dimenticando la nostra Mamma Celeste, hanno intonato 6 H Lei. Auguri per la vostra vita con GesĂš e Grazie a Padre Pietro che si mostra sempre vicino alla nostra comunitĂ parrocchiale.

PARROCCHIA DI S. MARIA ASSUNTA – DECANATO DI ISCHIA

Testimoni del Risorto per vivere ad immagine di Dio Cresime ad Ischia Ponte

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uesta è la nostra vocazione: vivere ad immagine e somiglianza di Dioâ€?. Con queste parole i cresimandi si sono rivolti doA cura di menica scorsa a mons. Lagnese, all’iFrancesco Schiano nizio della Celebrazione Eucaristica nel Santuario di San Giovan Giuseppe della Croce. Subito dopo la proclamazione del Vangelo il Parroco don Carlo Candido ha presentato i cresimandi a mons. Lagnese che nell’omelia ha sottolineato come fosse importante vivere un tale momento con gioia ma anche con trepidazione e con la consapevolezza di vivere qualcosa di grande. “Cari ragazzi, anche voi come Maria avete oggi risposto “Eccomiâ€?, alla chiamata del Signore, avete pronunciato le sue stesse parole di quando il Signore ha bussato alle porte della sua vita. Come Maria anche voi avete detto “eccomiâ€?, un eccomi detto con gioia ed entusiasmo ma anche con tanta trepidazione nel cuore. Guai se non ci fosse la trepidazione e l’ansia di chiederci cosa stiamo facendo stasera qui in questa Chiesa, in questo Vespro

della Pentecoste. Che sto facendo? Guai a voi se foste venuti oggi qui in questa Chiesa come se stessimo facendo una cosa di tutti i giorni, guai se foste venuti con un’eccessiva sicurezza, per cui sembrerebbe che tutto fosse tranquillo e normale. Niente è tranquillo invece! Non lo dico per mettervi paura sia chiaro, però vorrei che tutti cogliessimo la responsabilitĂ di quello che stiamo facendo. Questi giovani sono coloro che da stasera e per sempre scelgono GesĂš come l’unico Signore della loro vita, e di questo Signore loro scelgono di essere i testimoni. Abbiamo ascoltato che GesĂš nel Vangelo ci dice: “anche voi date testimonianzaâ€?, voi che stasera con questo “eccomiâ€? mettete la vostra vita a disposizione del Signore, e ## con questa Chiesa, che con tutti i limiti, i difetti, i peccati, è il luogo nel quale io posso incontrare il Signore. Voi vi legate a questa Chiesa oltre che al Signore GesĂš. Vorrei per questo che ognuno sentisse questa trepidazione che deve accumu-

narci tutti, anche il Vescovo e il Parroco devono sentire questa trepidazione che deve aumentare sempre di piÚ, perchÊ ognuno secondo il ruolo che svolge nella Comunità dovrebbe chiedersi: Signore, cosa stiamo facendo stasera? Abbiamo fatto tutta la nostra parte per questi giovani? E voi giovani avete fatto davvero sul serio? Avete sentito nella prima lettura come gli apostoli ricevono il dono dello Spirito per testimoniare il Signore e annunciare il Vangelo; questa sera il Signore fa la stessa cosa con voi e vorrei che tutti voi sentiste l’importanza di questa % ! capace. Bene se stasera ci sentiamo dunque con il cuore alla gola, bene se siamo un po’ trepidanti nel ricevere questo dono. E’ proprio il nostro non sentirci degni il segno che siamo pronti, che possiamo andare, perchÊ solo nella misura in cui ci sentiamo poveri possiamo accogliere questo dono e possiamo andare e uscire sapendo che il Signore ci manda�. Foto Andrea Di Massa


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Sport

30 maggio 2015

kaire@chiesaischia.it

ABBONAMENTO POSTALE

Le EMOZIONI dell’ultima giornata S

iamo intorno al 85’ minuto del derby romano, A cura di Alberto inchiodato su un Arcamone risultato di paritĂ che non pare piĂš poter mutare visto il fresco gol dei laziali, quando inaspettatamente Y. Mbiwa si tuffa a di Pjanic e spedisce in rete un pallone tanto pesante da ridare un senso all’ultima giornata di te prima una pura formalitĂ . Questo è il succo dello scorso week-end, cominciato il sabato con il match di Torino e terminato con lo scontro diretto di lunedĂŹ fra le due romane. Il Napoli esce dallo Juventus Stadium senza punti, una mandare all’aria tutte le speranze in un terzo posto che è fondamentale in vista della prossima stagione. Quanto al derby, se le aggiudicato appunto la Roma che, grazie a questi tre punti fondamentali, mette in cassaforte il secondo 6 ta alla prossima edizione della Champions League. La Lazio invece, che necessitava di un punto per assicurarsi il terzo posto, subisce un’altra cocente & le di Coppa Italia persa ai supplementari contro la Juventus.

Ăˆ chiaro che la squadra di Pioli sta pagando una stagione condotta su livelli vertiginosi, con & smagliante e che ora sta venendo meno con inevitabili ricadute sul risultato. Sia chiaro: la squadra propone sempre il suo solito gioco propositivo e gioca sempre con la solita mentalitĂ , ma in questo momento la formazione biancoceleste difetta di quella luciditĂ , freschezza e brillantezza che hanno fatto le sue fortune. Nell’ultima giornata, dunque, una sola partita attirerĂ su di sĂŠ tutte le attenzioni ed è quella che si disputerĂ a Napoli: i partenopei, dopo una stagione sinora deludente, hanno l’opportunitĂ di conquistare il terzo posto sul campo nel match proprio contro i biancocelesti e potranno contare su un San Paolo sicuramente caloroso ed esaurito. Una partita dunque che vale un’intera stagione e che in caso di esito negativo ne cambierebbe l’intero giudizio: per il Napoli sarebbe un ottimo modo per riscattarsi e rendere meno amara l’annata, per la Lazio invece sarebbe il coronamento del grande lavoro del suo allenatore che, in pochi mesi, ha dato un’identitĂ ad una rosa che non l’aveva. Se dovesse invece andar male,

j 6 fortemente negativo, la debacle piÚ assoluta, mentre per la Lazio sarebbe l’ennesimo

6 Champions non verrebbe cen & Spendiamo qualche parola sulla squadra di Garcia: la Roma era partita convinta di vincere il tricolore ma intorno al mese di febbraio ha dovuto alzare bandiera bianca di fronte alla marcia inarrestabile dei bianconeri. Tuttavia tutti la davano per sfavorita nella lotta al secondo posto, pronosticando addirittura un arrivo al quarto posto. Invece l’allenatore francese, pur commettendo diversi errori, specialmente nella prima parte di stagione, ha mantenuto il controllo della squadra, è riuscita a spronarla

& * @ sto, insperato, non solo permette di giudicare comunque la stagione in maniera positiva ma potrebbe essere anche un ottimo risultato in vista della prossima stagione, dato l’entusiasmo manifestato dai giallorossi. In attesa, dunque, di Napoli Lazio, speriamo davvero che la nostra Serie A termini nel migliore dei modi e che a conquistarsi il terzo piazzamento sia la squadra piÚ meritevole.

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