Kaire n 24 Anno II

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IL SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA CHIESA DI ISCHIA ANNO 2 | NUMERO 24 | 13 GIUGNO 2015 | â‚Ź 1,00

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Grazie Antonia, per aver creduto all’amore Conserveremo e raccoglieremo, come perle preziose, le cose belle che ci hai lasciato su questa terra. Sei il nostro esempio di Santità !

Don Massimino

un tesoro infinito d’amore

â€œĂˆ bella la vita!â€? Un patrimonio di caritĂ , umiltĂ , Amore verso Dio e verso gli uomini. Grazie don Max, per essere stato un sacerdote innamorato della Vita.

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ome in una corsa ciclistica a tappe, quale il A cura di “Giro d’Italiaâ€?, Don Carlo Candido quando si intravede vicina la no essere gli stati d’animo che si manifestano in chi vi è coinvolto direttamente. Ci potrebbe essere il desi perchĂŠ ormai la stanchezza si fa pesantemente sentire; oppure ci potrebbe essere l’impressione di non avere fatto tutto quello che si poteva o si doveva fare; o ancora la paura di non farcela, di rovinare tutto pro Ăˆ comprensibile, è umano che in qualche momento questi sentimenti possano affacciarsi anche nell’animo di un prete che sta per giungere ad un traguardo lungo ministero. Ma per chi si lascia guida quello stesso Spirito che è stato abbondantemente donato anche a don Max nell’ordinazione presbiterale e lo ha “rivestito di potenza dall’altoâ€?, il vivere e il “celebrareâ€? questa ultima “tappa intermediaâ€? diventa l’occasione per gettare uno Continua a pag. 2

Foto di Giovan Giuseppe Lubrano

SCUOLA Il tormentone dei compiti estivi: sono dannosi o utili?

SEGUIAMO FRANCESCO Il 18 giugno uscirĂ l’enciclica su ambiente ed economia dal titolo “Laudato si’â€?.

PASTORALE GIOVANILE E SPORT Il 1° luglio sull’isola la festa dello sport, un progetto di formazione per ragazzi dai 6 ai 17 anni.

PARROCCHIE Il Corpus domini a Serrara Fontana: un’occasione di unità fra le due comunità parrocchiali.


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Sacerdoti 13 giugno 2015

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Continua da pag. 1 sguardo sul passato, sul presente e sul futuro simile a quello di Maria, quale emerge dallo stu L’ultima “tappa intermediaâ€? diventa cosĂŹ occasione per contemplare tutto ciò che il Signore ha realizzato in una lunga esistenza sacerdotale, dove non solo la maturazione, le realizzazioni e le gioie del ministero, ma anche le fatiche, le delusioni e gli insuccessi assumono un loro si che Dio ha sulla vita di ognuno di noi, ed al quale chiede di corrispondere con l’adesione ! " Tale sguardo, carico di riconoscenza e gratitudine, alberga il nostro cuore nel passaggio da questo mondo alla Casa del Padre del nostro # $ % facciamo nostre le parole della Vergine Maria “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotenteâ€?: sintesi di riconoscenza al Signore e di sguardo profetico sulla nostra storia, che salgono dalle labbra di # “Nella vecchiaia daranno ancora frutti, saranno verdi e rigogliosi, per annunciare quanto è retto il Signore, mia roccia: in lui non c’è malvagitĂ â€?. (Salmo 92,15-16) Carissimo Don Max, fratello e amico: Grazie! Insieme a te, ai tuoi familiari, al Vescovo con tutto il presbiterio, ai parrocchiani, alle comunitĂ del cammino Neocatecumenali che tanto hai amato, a tutti gli amici, a coloro che ti hanno voluto e continueranno a volerti bene, mi unisco nella Lode a Dio per il dono della tua persona alla Chiesa e per il dono immenso del tuo & grazie al Signore per il dono meraviglioso che % " % ' olo nella prima lettera a Timoteo delinea le doti che deve possedere il pastore: sobrietĂ , prudenza, dignitĂ , ospitalitĂ , capacitĂ di insegnamento, ! ( & % che i responsabili di una comunitĂ abbiano una ( ) L’uomo buono del suo buon tesoro trae cose buone e l’uomo malvagio dal suo malvagio tesoro trae cose malvagie * +/ 023 & % Dio, che si possono ricevere aprendo il cuore a 4 % $ " 5 Don Max ha custodito un tesoro prezioso nel 9 " < " = " = > > “La carità è pazienteâ€? @ !biamo visto il volto di Max diventare paonazzo “La carità è benignaâ€?, vuole sempre il bene 5 =

Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia Proprietario ed editore COOPERATIVA SOCIALE KAIROS ONLUS

Don Massimino un tesoro infinito d’amore

“La caritĂ non si vanta, 4 # = ! = " Un grazie a Te, Don Max perchĂŠ per noi sei sempre stato una guida, un porto sicuro, un ! A % mai perso la tua giovinezza, il brio, la vivacitĂ , la vitalitĂ , la verve: tutte caratteristiche che con 5 le tue battute sempre pronte, in ogni momento: % Siamo felici, sereni, orgogliosi di avere incon B Grazie don Max! Grazie per i tuoi bei novanta H @ % 9 5> ! = ! J H = ! 5 ( K/ O% Il Signore ti ha dato la Grazia di gettare molti semi che con il tempo hanno portato frutti abbondanti e ancora ne porteranno, se a Dio pia " 4 % % Non dimenticherò mai l’ultimo incontro vis ( Trenta minuti intensissimi: mi hai incoraggiato ( voro pastorale e hai ripetuto piĂš volte: “Carlo continua a seminare, sempre, il Signore farĂ ' ! sta e forte come la conoscevamo nelle tue pro ! Q ! % vano l’anima, e mi costringevano ad un grande (

Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia Codice ďŹ scale e P.Iva: 04243591213 Rea CCIAA 680555 - Prefettura di Napoli nr.11219 del 05/03/2003 Albo Nazionale SocietĂ Cooperative Nr.A715936 del 24/03/05 Sezione Cooperative a MutualitĂ Prevalente Categoria Cooperative Sociali Tel. 0813334228 Fax 081981342 info@kairosonline.it pec: posta.kairos@pec.it Registrazione al Tribunale di Napoli con il n. 8 del 07/02/ 2014

Direttore responsabile: Dott. Lorenzo Russo direttorekaire@chiesaischia.it @russolorenzo Direttore UfďŹ cio Diocesano di Ischia per le Comunicazioni Sociali: Don Carlo Candido direttoreucs@chiesaischia.it Progettazione e impaginazione: Gaetano Patalano per Cooperativa Sociale Kairos Onlus

Dopo la Comunione, che hai fatto con tanto amore e raccoglimento, mi hai chiesto l’assoluzione per tutta la tua vita aggiungendo: “Fratello assolvimi da tutti i peccati della mia vita. Che il Signore mi renda degno della Vita Eterna 5 averci baciato piĂš volte le mani reciprocamente, mentre ero sull’uscio della porta, mi hai detto: “Carlone, raccomandami a San Giovan Giuseppe!â€? O% & O $ lorata, e San Giovan Giuseppe della croce, ti ' Carissimo Don Max, vai in Pace: adesso per te inizia il giorno senza tramonto, giorno di grazia e di luce, giorno di benedizione e di pienezza, giorno di festa e di gioia! Il Signore ha scelto di chiamarti a celebrare nella Liturgia Celeste nel giorno meraviglioso del Corpus Domini: per 68 anni hai distribuito ai fratelli il Pane della Vita! Nella Domenica terrena hai attraversato il mare % *= della tua barca, che come dicevi, in riferimen = R ! 3 4 ( B = apparso il Signore della gloria e il volto della tenerezza di Dio che ha illuminato il tuo sguardo! Le braccia aperte del tuo Dio che ti hanno accolto nella sua dimora, invitandoti a prendere parte alla sua beatitudine per soddisfare piena H < = H W ( 9 %X = > (( >$gnello! Ricevi il suo bacio nella vita che non " H 5 # H $ 4 # (

Redazione: Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia kaire@chiesaischia.it | @chiesaischia facebook.com/chiesaischia @lagnesepietro TipograďŹ a: Centro Offset Meridionale srl Via Nuova Poggioreale nr.7 - 80100 Napoli (NA) Per inserzioni promozionali e contributi: Tel. 0813334228 Fax 081981342 oppure per e-mail: info@kairosonline.it

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Sacerdoti

13 giugno 2015

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Lagnese: il dono che è stato per noi La Chiesa di Ischia ha salutato lunedÏ 3 giugno don Massimiliano Lauro, che dopo una lunga esistenza terrena ha fatto ritorno alla Casa del Padre, a quella patria del Cielo verso la quale tutti siamo incamminati.

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ella Chiesa cattedrale, la Chiesa in # % > Parroco per circa 40 anni, mons. LaA cura di Francesco gnese ha presieduto la Solenne conSchiano celebrazione Eucaristica di suffragio alla presenza del clero isolano e di tutto il popolo di Dio riunito nella preghiera e nel ringraziamento al Padre per ciò che don Massimino è stato per l’intera Chiesa isclana. Nelle parole del nostro Vescovo Pietro durante l’omelia si è condensata questa preghiera che si è fatta ringraziamento e benedizione per il dono della vita di don Massimino: “Sia benedetto Dioâ€?. CosĂŹ ci ricorda l’Apostolo Paolo nella lettura di oggi. E noi siamo qui a benedire Dio come Chiesa di Ischia per il dono che è stato per noi don Massimiliano Lauro, questo Sacerdote ischitano al quale diamo oggi l’estremo saluto, che ha accompagnato quasi un secolo di storia della nostra Chiesa e della vita di questa isola. Vogliamo benedire e ringraziare il Signore per tutte le cose belle che ha fatto nella sua vita, lo vogliamo benedire e ringraziare per averlo donato a noi, in modo particolare alla cittĂ di Ischia, ad Ischia Ponte: di questo quartiere è stato Parroco al di lĂ delle nomenclature per circa 40 anni. E’ stato guida amorevole e paziente di generazioni di persone. Per questo sentiamo dal profondo del cuore di benedire il Signore per il dono di questo sacerdote che pur essendo avanzato negli anni mostrava sempre segni di giovinezza; un uomo e un sacerdote che negli anni non ha perso la passione per bellezza della fede che con il battesimo egli aveva ricevuto, la bellezza di un sacerdozio che egli viveva con tanta dedizione nonostante non fosse piĂš parroco. Sempre disponibile, accogliente e sempre con il sorriso sulle labbra: cosĂŹ io lo ricorderò. Nella mia breve conoscenza di lui porto nel cuore questo pensiero che mi accompagna: è stato un uomo che ha vissuto pienamente il suo sacerdozio e il suo essere cristiano, un uomo che ha amato molto gli studi, che ha approfondito molto la cultura classica ma che ha vissuto tutto questo non come esperienza di distanza dalla vita concreta della gente ma come una modalitĂ che gli permetteva ancora di piĂš di entrare nel cuore e nelle ferite degli uomini e delle donne del suo tempo. Un uomo dunque non vecchio: io lo ricorderò cosĂŹ; benchĂŠ 92 sono stati gli anni della sua vita è stato un prete perennemente giovane, un prete che ha saputo cogliere tutti

don Max gli stimoli che venivano dalle mille situazioni nuove con le quali lui doveva confrontarsi per riformulare l’antico e sempre nuovo annuncio del Vangelo. Ed è anche per questo che volle aprirsi da parroco all’esperienza delle Cammino Neocatecumenale, perchĂŠ il Vangelo attraverso questa modalitĂ poteva essere riannunciato con una passione tutta speciale che lo ha > 9 !

Q J che cercava di presentare con un entusiasmo tutto particolare. Ed è per questo che noi questa sera a conclusione della sua giornata terrena vogliamo dire al Signore: Sii benedetto, perchĂŠ anche attraverso don Massimino hai manifestato la tua misericordia e offerto segni e gesti di consolazione al tuo popolo. In fondo il prete è ministro della consolazione di Dio in mezzo alle persecuzioni del mondo nelle quali la Chiesa avanza. Don Massimino con il suo ministero e prima ancora con la sua vita ha rappresentato 4 Misericordia sapendo che ora per lui il futuro si farĂ presente, il futuro che troviamo tante volte nel Vangelo di oggi che ci parla del discorso della montagna che GesĂš incomincia a svelare ai suoi che si avvicinano a Lui. Oggi GesĂš di fronte alla salma di don Massimino ci ripete questa parola: BEATI! Per nove volte ritorna questa parola, perchĂŠ il Signore ha fatto grandi cose per noi. C’è una bella notizia in queste beatitudini, c’è un regno che Lui spalanca per noi, e per questo si può essere anche poveri, perchĂŠ ci è dato il Regno, c’è una terra che erediteremo, la Terra del Cielo, e per questo non c’è bisogno che ci inganniamo, che ci facciamo guerra gli uni contro gli altri. C ‘è una misericordia che Dio ci dona in Cristo, possiamo allora essere beati anche noi sapendo che questa misericordia è per tutti. In questo Vangelo bellissimo ci è annunciato in briciole tutto ciò che il Signore ha preparato per noi. Chiediamo anche a don Massimino di pregare per noi, per la Chiesa di Ischia, per me Vescovo, per i tanti vescovi che ha servito nel corso della sua lunga vita. Prega per la tua Chiesa, per i tuoi confratelli sacerdoti, per le vocazioni alla vita sacerdotale e religiosa, prega perchĂŠ la Chiesa di Ischia sappia rinnovarsi nella fede e nella luce del Vangeloâ€?. Foto di Andrea Di Massa

Preghiera Giovane in Cattedrale col Vescovo VenerdĂŹ 19 giugno ore 20.30


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Sacerdoti 13 giugno 2015

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ra il 13 luglio 1947. L’inizio di una nuova vita per Massimiliano Lauro che quel giorno doveva essere A cura di ordinato sacerdote. La cerimonia Isabella avvenne nella chiesa di Portosalvo, Marino quischia.it alla presenza dell’allora vescovo Ernesto De Laurentiis. “Insieme a me, c’erano altri due giovani ischitani, sono io l’unico superstiteâ€?, mi raccontò in occasione delle sue nozze d’oro con la Chiesa, il 13 luglio ‘97. Tra poco piĂš di un mese, dunque, per Don Massmino sarebbero stati 69 anni di sacerdozio, una vita. Iniziata subito dopo l’ordinazione in quel lontano giorno d’estate, con la celebrazione della prima Messa nella Chiesa dello Spirito Santo, che in quel periodo – come oggi – era anche parrocchia. E a pronunciare il discorso per quell’occasione speciale fu il parroco, monsignor Agostino D’Arco, che poi sarebbe diventato Vescovo di Castellammare e Sorrento. Il primo incarico assegnato al nuovo sacerdote fu di Prefetto del Seminario, dove insegnò lettere, francese (lingua che conosceva benissimo) e, in caso di necessitĂ , anche matematica. Era l’inizio di una carriera da professore proseguita ininter +Ky0 4 in Seminario per diversi anni – la sintetizzava cosĂŹ quell’esperienza – passai nel 1952 alla scuola media “Scottiâ€?, dove rimasi come professore 0+

} avuto anche una medaglia d’oro per il servizio�. Tante le generazioni di studenti seguite in que > 9 } tanti alunni, in Seminario e poi alla “Scotti�. Molti poi li ho sposati, ad alcuni ho battezza @ = gioia, anche se di qualcuno mi sfugge il nome�. Intanto, don Massimino portava avanti anche la sua missione religiosa, iniziata come rettore della chiesa di Sant’Anna a Fiaiano. Dapprima Assistente degli uomini dell’Azione Cattolica, don Massimino fu poi nominato Assistente diocesano dei Maestri cattolici. Un incarico legato al suo grande amore per i libri, che nel tempo si era costantemente rafforzato. L’interesse per la lettura gli era nato da piccolo “per merito di mia % denza con i libri�, ma poi frequentano i Maestri cattolici “dato che si facevano spesso delle conferenze, io compravo libri per essere in grado di seguire al meglio i vari argomenti di discussione. 4 = ! ! ~

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La lunga vita di don Massimino 69 anni di sacerdozio e 36 di insegnamento per don Massimino, amato pastore e uomo di cultura

della cultura, migliaia di volumi delle piĂš diverse materie. Libri non solo comprati ed esposti, ma letti e, molti, amati e frequentati con assiduitĂ : “I libri mi piacciono tutti, ma senza dubbio preferisco i dizionari. E poi tra i romanzi i “Promessi Sposiâ€? non ha eguali. Ne ho diverse edizioni e ne tengo sempre una a portata di mano. Poeti e scrittori per me rappresentano la creativitĂ , per questo dico che sono tutti santiâ€?. L’amore per lo studio e la cultura era stato segnato anche dall’incontro con il latino e il greco, che spesso utilizzava anche nelle sue possenti omelie: “Molto di quello che so – spiegava – come l’abitudine di usare, parlando, frasi in latino e greco, lo debbo a monsignor De Laurentiis. Nei primi anni dopo che ero diventato sacerdote, facevamo lunghe passeggiate e lui era un uomo di grande cultura, non si poteva non esserne trascinatiâ€?. In quelle passeggiate il Vescovo gli parlava anche del ruolo e dei doveri del sacerdote. Un messaggio che aveva lasciato una traccia indelebile in quel giovane appena ordinato: “Il Vescovo ci parlava spesso del sacerdote come uno che rischia di perdersi e insisteva sull’importanza della meditazione, della preghiera, della purezza dei costumiâ€?. Lui, don Massimino, aveva deciso signor Buonocore, d’Ambra, Castagna, che era Rettore del Seminario. Mi colpiva l’esempio che riuscivano a dare, l’ascendente straordinario che avevano sui giovaniâ€?. E al rapporto con i giovani, da sacerdote e da insegnante, si sarebbe dedicato sempre con grande entusiasmo: “Ammiro molto i giovani – diceva – Li trovo cambiati in meglio. Sembrano piĂš tempestosi di un tempo, ma non lo sono. Piuttosto sono piĂš tenaci di quanto non fossimo noi e sensibili ai problemi che notano intorno a loroâ€?. Molti giovani si impegnarono nei gruppi catecumenali tenuti a bat +Ky In quel periodo l’Arcidiacono monsignor Massimiliano Lauro era titolare della parrocchia di Santa Maria Assunta nella Cattedrale, che gli +K€ 9 ( ne soprattutto del Vescovo, “nihil sine Episco >& ( = < nostra deve essere una Parrocchia pilota nella

4 $ > ( % " ma poi sono state tutte superate, in particolare da quando abbiamo iniziato il cammino neocatecumenaleâ€?. Noto a tutti gli isolani, non solo ai suoi parrocchiani, per le sue capacitĂ declamatorie, don Massimino metteva una grande energia nelle omelie domenicali. “Nascono – mi spiegò – innanzitutto dalla meditazione della parola di Dio. Poi mi preparo durante la settimana con una serie di letture. Trovo una miniera nel Vecchio Testamento, ho le schede bibliche che mi sono molto utili e poi seguo le indicazioni pasto } J gelo e al consulto spesso, per questo ogni tanto arriva la citazione in greco. Mi piace andare a ricercare l’etimologia delle parole. CosĂŹ traccio uno schema del mio intervento, ma poi sull’altare mi lascio andare a qualche improvvisazione. Del resto, non ho mai letto, ho preferito sempre andare a braccioâ€?. Gli chiesi, allora, in occasione dei 50 anni di sacerdozio, quali fossero i suoi intendimenti per il futuro. “Mi hai sedotto, o Signore, e io mi sono lasciato sedurreâ€?, mi rispose citando la frase scelta per quell’anniversario speciale, e proseguĂŹ: “Con la mano all’aratro Ti ‚ J conferire la grazia, operare la salvezza di quelli O% H 5 = % % pensione da parroco (l’ultimo della Cattedrale), = % >$ ƒ % %X glielo ha consentito. Un punto di riferimento, don Massimino, a cui sono legati tanti ricordi personali, momenti importanti di vita familiare, un pezzo lungo di vita. Un altro pilastro della comunitĂ che viene meno. Ci mancherĂ !

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Sacerdoti

13 giugno 2015

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Ricordo personale di Don Max Lauro

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Corpus Domini diocesano CASAMICCIOLA TERME, 4 GIUGNO 2015

Dove vuoi che andiamo a preparare, perchĂŠ tu possa mangiare la Pasqua?

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requentavo il nautico di Procida ed in quell’anno nelle ore riservate alle Lettere ero alle prese con lo straorA cura di dinario e lungo componimento poeAntonio tico “Dei Sepolcriâ€? di Ugo Foscolo. Lubrano Mia madre mi mandò a lezione da Don Massimino Lauro in una sorta di doposcuola che seguivo con piacere. Don Max giĂ mi conosceva per essere stato suo alunno di religione alle Medie nel ‘53. Le lezioni “privateâ€? che mi offriva (perchĂŠ non si faceva pagare) si svolgevano nello studio della sua casa in via Pontano, una stanza con vista mare e sulla spiaggia della Mandra, con libri dappertutto, un derci chiaro e forteâ€?. La prima lezione ebbe per tema proprio l’opera del Foscolo “Dei Sepolcriâ€? che Don Massimino incominciò a leggermi, come se recitasse, con voce ferma e severa, cludere come presago di morte. Lui era lĂŹ davanti a me nella parte di cantore del Foscolo ad inebriarsi col fascino della poesia magistrale ed a trasmettere a me medesimo, allievo quasi impaurito, una emozione che non ho mai dimenticato. La racconto oggi nell’ora del suo funerale per ricollegarmi ad un momento di vita che don Massimino sapeva esaltare alla sua fantastica maniera. Un giorno di primavera che anticipava di poco la Pasqua Don Max a sorpresa mi disse: “scriviamo un libro insiemeâ€?. Ed io gli risposi “Su cosa?â€?. Egli senza esitare “sulla bella festa che fai a casa tua in Onore di GesĂš Bambino. C’è da dire tanto‌â€? aggiunse. In realtĂ Don Massimino insieme al Vescovo Strofaldi e a Don Luigi Trofa mi onorò della sua presenza in casa mia a due mesi dallo storico viaggio che si fece insieme, a San Pedro di California ed a Mar del Plata, in Argentina, quand’era l’ottobre del 2000. Il Vescovo Strofaldi giĂ da qualche anno veniva a casa mia, ossia la casa della famiglia Lubrano, per benedire il presepe che allietava i nostri Natale. Mi sentii in dovere quell’anno di invitare anche i due compagni del recente viaggio Don Massimino e Don Luigi. E feci bene, perchĂŠ Don Max rimase colpito da quella nuove esperienza che visse nell’atmosfera natalizia di casa nostra. Il bacio al Bambinello col Vescovo, fra amici e parenti lo emozionò tantissimo. Per questo voleva scrivere un racconto insieme al sottoscritto. Fra i presenti alla festa don Max avrebbe citato anche il nome di mia sorella Felicia che oggi ritrova in Paradiso. Quel racconto però, non ha visto mai la sua luce.

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iovedĂŹ quattro giugno la chiesa di Ischia insieme al suo Pastore, il vescovo Pietro, ha vissuto la processione piĂš importante dell’anno: il Corpus Domini, la processione A cura di di GesĂš Eucarestia. Lagnese, nella celebrazione eucaristica nella basilica di S.Maria Lorenzo Maddalena, ha ricordato il valore essenziale dell’Eucarestia, dove Cristo genera Russo. la Sua Chiesa, per amore. Questo amore poi si trasforma in missione, per donarsi agli altri. Padre Pietro nell’omelia chiede a Dio anche la grazia di viverla! “Vogliamo chiedere al Signore il dono di celebrarla ed accoglierla nella sinceritĂ del nostro cuore! Vorremmo domandarci: Com’è la qualitĂ delle nostre Messe? Sono autentiche le nostre Eucaristie? Sono cioè incontri con il Risorto che viene nella nostra vita, entra per farci fare alleanza con Dio? Son veri incontri pasquali con la nostra vitaâ€?? E ancora: â€œÂŤDove vuoi che andiamo a preparare, perchĂŠ tu possa mangiare la Pasqua?Âť. Con questa domanda l’evangelista Marco, insieme a Matteo e a Luca, introduce il racconto dell’istituzione dell’Eucaristia! I discepoli domandano: ÂŤDove vuoi che andiamo a preparare, perchĂŠ tu possa mangiare la Pasqua?Âť. Siamo chiamati a domandare anche noi a GesĂš: Dove vuoi? GesĂš, dove vuoi fare Pasqua con noi? Dove vuoi fare pasqua con me? Dove ti vuoi incontrare con me? Dove vuoi fare Pasqua con la Tua Chiesa che è in Ischia? Ăˆ bello andare all’Eucaristia con questa domanda! Con la voglia cioè di capire di sapere, non veritĂ astratte, ma capire e sapere cose che riguardano la mia vita, la mia famiglia, la mia parrocchia, il mio lavoro, ecc‌ Per permettere al Signore che mi dica una Parola - dĂŹ soltanto una Parola ed io sarò guarito! - una Parola per quella situazione particolare, una parola lĂŹ dove ci sono forse le mie piaghe, le mie ferite, le mie zone d’ombra e lĂ sperimentare la sua ( H ) ! %X % ! ‡ nibilitĂ a permettere al Signore di agire nella nostra vita! All’Eucaristia, sempre, dovremmo andare con questa domanda nel cuore! E il Signore, se andiamo cosĂŹ, ci fa capire, sempre! Come in una specie grande caccia al tesoro GesĂš ci dĂ gli indizi giusti per trovare la stanza che ha pensato per noi, per farci capire, per farci trovare...â€? Il nostro compito è quello di aprire il nostro cuore a GesĂš, aprigli la porta della nostra stanza piĂš intima. â€œÂŤIl Maestro dice: Dov'è la mia stanza, in cui io possa mangiare la Pasqua con i miei discepoli?Âť. Che bello: la Chiesa come mano che apre porte perchĂŠ GesĂš possa entrare! Ăˆ questo ciò che GesĂš ci domanda: Chiesa di Ischia, fammi entrare, lĂ dove gli uomini e le donne soffrono, piangono, sperano, lottano, muoiono, fammi entrare! La Chiesa ha questa H B % %

varie realtà ecclesiali ha questo scopo: aiutare a far entrare GesÚ! Indicare stanze, aiutare ad aprire porte... Preghiamo di poter riuscire un po’ a fare questo nel prossimo Anno Santo della Misericordia�! Foto di Andrea Di Massa


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Seguiamo Francesco 13 giugno 2015

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IN ATTESA DELL’ENCICLICA

LAUDATO SI’ Il 18 giugno uscirĂ la nuova enciclica del Papa. TratterĂ della tutela dell’ambiente, ma anche di economia. La maggior parte dei leader religiosi del mondo sono d’accordo con le riessioni ďŹ n qui fatte dal Papa in materia ecologia e a luglio ďŹ rmeranno un testo comune sul clima.

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= < > con una sola i e l’apostrofo. La seconda enciA cura di clica di Papa Francesco Lorenzo Russo. riprende nel titolo le parole italiane del Cantico O % O Frate Sole, il testo poetico piĂš antico della letteratura italiana. L’enciclica uscirĂ il 18 giugno, come ha annunciato con una nota la Sala stampa della Santa Sede. & titolo della nuova enciclica era stato anticipato alcuni giorni fa da don Giuseppe Costa, direttore della Libreria editrice vaticana a margine della cerimonia della consegna del ' O % danoâ€? a Napoli. La scelta di un titolo in italiano non è una novi " " ' % ' ‰& esempio, ne scrisse una in italiano

A !! ! +K0+ ! Sorgeâ€? contro il nazismo. Altri papi prima di lui avevano usato ti % ' &‰  Â‹ % < ( O% " $ no alla pubblicazione dell’enciclica >= ! ( Stati Uniti è giĂ partito un fuoco !!ÂŒ % ( & / 5## % inviato addirittura una delegazione

J sizioni su energia e riscaldamento ' % % l’economia legata agli interessi e !!Œ O ‚ % occupa il sistema capitalistico delle

multinazionali è soprattutto il linguaggio diretto di Papa Francesco, ! 5 = % > W ‰J& Caritas in veritate % ( % Ma Ratzinger non aveva la popo " W >= ( 4> cordo con il papa invece sono la maggior parte dei leader religiosi % un testo comune sul clima, al quale % W & Ma cosa ci dobbiamo aspettare da questa enciclica? ' % anticipato qualcosa lo scorso gennaio, sull’aereo durante il viaggio in Sri Lanka e Filippine, usando 9 } % ma, la delusione della conferenza sul clima svoltasi a Lima, la speranza per il cruciale appuntamento di Parigi, in agenda il prossimo % %

% ! > tuale trend negativo. L’obbligo di salvaguardia del creato è una questione morale. $ % G7 in Germania di qual % = raggiunto un importante traguardo 9 = > ( urgente e concreta per affrontare

! Š % affermato i leader nel comunicato Š > ! % consumi eccessivo carbonioâ€?. L’obiettivo prevede il limite dell’aumento della temperatura globale entro i due gradi rispetto ai livelli preindustriali, su cui si erano divisi Ad insistere per un messaggio del Papa molto forte in questo sen !! W ‘ % questa enciclica, sommandosi ad % sono in programma quest’anno, possa veramente segnare un ‘punto di svolta’ nelle questioni legate alla gestione e tutela dell’ambiente. & >Â’A~ % Papa Francesco stesso terrĂ all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel prossimo settembre e O O% O % 0‹ vembre prossimo si terrĂ a Parigi.

Medjugorje, Papa Francesco: “entro giugno decisioniâ€? L’annuncio è stato dato nell’ormai consueta conferenza stampa con i giornalisti del volo papale, al rientro dal viaggio a Sarajevo

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resto arriveranno decisioni su Medjugorjeâ€?. Ad annunciarlo a sorpresa è stato lo stesso Papa Francesco nell’ormai consueta conferenza stampa con i giornalisti del volo papale. Al terA cura di mine della sua visita a Sarajevo, ottavo viaggio internazionale Lorenzo Russo. ' W % % ( % +Ky+ % !! W 5 ( W ‰J& Š % ' Š % le Camillo Ruini, con altri porporati e teologi specialisti. Lo studio mi è stato consegnato dopo tre o quattro anni. Un bel lavoro. Ora la Con ( % 4 % & ' % O ( 4 % vrebbe tenersi entro il mese. Una riunione dovrebbe tenersi nell’ ultimo mercoledĂŹ di giugno.


Punti di Vista

13 giugno 2015

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1.

Della vicenda Campania-politica sarĂ bene A cura di Franco razioni “concluseâ€?. Resta Iacono lo spettacolo con troppi attori, meglio comparse, alla ricerca di un rigo di visibilitĂ : in questa Italia, sempre piĂš Patria del “dirittoâ€? e del‌ “rovescioâ€?, in tanti si esibiscono in pareri, sentenze, sproloqui insopportabili. Certo, resta la incongruenza, tra le tante, di una legge che consente la candidabilitĂ , ma, praticamente, non la eleggibilitĂ , che resta a pena di sospendibilitĂ , in attesa, a sua volta, di essere‌ sospesa! In tutto questo prevarrĂ la ragione, il buon senso, l’interesse dei cittadini ad essere governati da coloro che hanno eletto, a cominciare dagli stessi consiglieri regionali, che rischiano di essere “coinvoltiâ€? nel destino del Presidente-eletto?! Per fortuna, dovremmo saperne di piĂš, a breve! 2. Quello che sta accadendo attorno alla tragedia dei migranti ha dell’incredibile: per l’Europa, per l’Italia e, naturalmente, per il destino di migliaia di persone, di donne ed uomini, che fuggono dalla fame, dalle guerre, dalle persecuzioni. Se l’Europa con i suoi celebrati statisti, a cominciare da Angela Merkel, impegnasse per questa tragedia epocale lo stesso tempo e la stessa energia che sta profondendo attorno al debito della Grecia, sono certo che avremmo fatto passi avanti giganteschi verso la sua soluzione. A tal proposito, dopo avere elargito milioni a tasso zero, senza vincolo alcuno di destinazione, alle banche, che ne hanno fatto un uso piĂš speculativo che produttivo per aiutare gli investimenti e la crescita, ora pare che FMI e BCE, se la Grecia non paga il suo debito alla scadenza, non ce la fanno a... comprarsi il pane! Gli usurai fanno la stessa cosa! Tornando al tema: è chiaro che l’Europa dopo aver rinviato la attribuzione cogente delle quote di migranti che ciascun Paese dovrebbe accogliere, chiaramente ha deciso che il problema è solo italiano. = % c’è piĂš Europa, non c’è piĂš quella EntitĂ , che i Padri Fondatori avevano sognato prima e costruito dopo, secondo principi di civiltĂ , di solidarietĂ , di pace, di libertĂ dal bisogno, di eguaglianza, di giustizia sociale. % % c’è piĂš il PSE, che di questi Valori dovrebbe essere il primo assertore 5 % % l’ingresso, questo sĂŹ un vero succes-

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Campania-Europa-migranti CandidabilitĂ , sospendibilitĂ , eleggibilitĂ : i nodi da sciogliere per il consiglio regionale. Ma intanto diamo uno sguardo anche alle migliaia di migranti che fuggono da fame, guerre e persecuzioni, con l’Europa che spesso fa ďŹ nta di non vedere.

so di Renzi, del PD nel PSE non ha determinato alcuna svolta: dopo l’Europa, anche il PSE non ha cambiato “versoâ€?! Eppure quella era una linea ben tracciata dai grandi del Socialismo Europeo, da Brandt a Mitterand, da Craxi a Schroeder, W ( argine ideale alle derive populiste, agli egoismi nazionali, e, da noi, anche regionali, ci avvieremo verso un nuovo razzismo, che, proprio l’Europa ne sa qualcosa, è alla base di ( % re. E poi: non si tratta solo di salvare dei naufraghi ed ospitarli nei centri di accoglienza, ormai sempre piĂš

(( reâ€? la vita futura di queste persone, favorendone la integrazione con la % nuova linfa al nostro tessuto, che = piĂš vecchio. Come è accaduto per altre ComunitĂ , che pure all’inizio Q

= ventata occasione di arricchimento per quei tessuti sociali. Oltre ad intervenire nei “luoghiâ€? di origine, la missione di una Europa, degna di questo nome, deve essere proprio questa: “costruireâ€?, favorire la integrazione con la nostra gente, le nostre strutture sociali, mettendo a disposizione scuola e saperi per alimentare energie fresche, immettendole nel nostro circuito sociale e produttivo. Altro che baloccarsi in slogan violenti, alla ricerca, anche in Europa, di qualche voto in piĂš! Su questa strada ci vorrebbero dei leader degni di questo nome, degli statisti che costruiscano un futuro di speranza: non ci sono! Non solo in Italia! E se ce ne era qualcuno, come Romano Prodi, è stato brutalmen si trattava di risolvere il problema della Libia, malamente creato dalla miopia di Sarkozy e della stessa America, con la balbettante acquiescenza del fu Cavaliere. La stessa America, cosĂŹ attenta alle questioni militari, di cui, anche, nella storia, a troppi interventi, non sempre dalla parte giusta, dal Vietnam all’Iraq, su questo tema, a differenza di quanto fa per la questione Ucraina, si disinteressa totalmente, girando lo sguardo dall’altra parte. Sul campo, meglio nel mare, non solo troppi

morti, non solo troppe lacrime ipocrite, ma anche troppe macerie politiche, istituzionali, sociali, civili e O Papa Francesco, ormai sempre piĂš Q ! O% tristezza, che futuro buio e pericoloso! 3. Il Governo, le Istituzioni si dibattono alla ricerca di siti dove ospitare folle sempre piĂš numerose di migranti. Meraviglia che a Napoli nessuno abbia pensato all’Albergo dei Poveri, che era nato, se non erro, " % ( dimenticare che i poveri “nostraniâ€? la notte affollano le stazioni, la Galleria Umberto ed ogni sito che possa dare loro un minimo di ricovero, anche nelle forme piĂš avventurose: su di un cartone o su di un pagliericcio. Mentre Papa Francesco fa allestire docce e bagni per questi

poveri ed ora apre anche il Vaticano per assicurare un minimo di posti letto, qui, se sono bene informato, nessuno ha pensato all’Albergo dei Poveri per i “nostriâ€? poveri e per i migranti. Sarebbe anche l’occasione, perchĂŠ le risorse non dovrebbero mancare, per recuperare appieno tutti gli enormi spazi e dare loro la giusta destinazione, compresa quella piĂš squisitamente culturale. Ci pensi il Sindaco, che si era trastullato sulla idea del “parco dell’amoreâ€?, senza riuscire poi a realizzarlo, ci pensi il Cardinale Sepe, sempre attento ed operoso a dare risposte ai bisogni crescenti, di cui la “Casa di Toniaâ€? è la testimonianza piĂš evidente! E Napoli sia Capitale di solidarietĂ , di generositĂ , di accoglienza e non solo di violenza, di cui ad una criminalitĂ organizzata sempre piĂš proterva e minacciosa.


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I TEMPI

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eggo da anni gli articoli del prof. Mariano D’Antonio che appariA cura di vano un tempo su “Il Giuseppe Mattinoâ€? ed oggi sulle Mazzella pagine napoletane de “La Repubblicaâ€?. Sono stato allievo del prof. D’Antonio alla facoltĂ di economica e commercio di Napoli negli anni ‘70 quando D’Antonio era il giovane docente del corso di economia bancaria. Mi è rimasto indelebile nella memoria non solo quel suo 21 su 30 all’esame ma quel suo modo di trattare gli allievi: “Vorrei darle di piĂš ma perchĂŠ non ha seguito il corso?â€? mi disse. Risposi che ero di Ischia e che lavoravo e che non potevo seguire. “Ci saremmo potuti sentire via telefonoâ€? mi rispose. Mai avuto una risposta cosĂŹ cordiale da altri professori. Da allora ho sempre seguito sia la sua lunga carriera accademica – prima a Napoli con la cattedra di economia politica poi a Roma – e quella politica. D’Antonio è stato assessore comunale a Napoli negli anni ‘70 con sindaco Maurizio Valenzi eletto consigliere comunale come indipendente nel PCI poi aderĂŹ al PSI ma sempre come “battitore liberoâ€? di un’area di sinistra democratica ancorata ai problemi. Per circa due anni è sta-

Le prediche di Mariano La Regione Campania e i Comuni nella gestione dei fondi europei che possono essere spesi ďŹ no al 31 dicembre di quest’anno 2015. I casi della Villa La Colombaia, l’Osservatorio GeoďŹ sico di Casamicciola, il Pio Monte della Misericordia di Casamicciola, strutture chiuse che potrebbero diventare un ďŹ ore all’occhiello per l’isola

to assessore regionale al bilancio della giunta guidata da Antonio Bassolino ed ancora è stato amministratore di “Sviluppo Italiaâ€?, la " !! degli anni ‘90 per promuovere gli investimenti nel Mezzogiorno. E’ sempre stato un convinto meridio = “economista postkeynesianoâ€?. Orfano di padre giovanissimo per laurearsi ha fatto lo studente-lavoratore e si ritiene un “economista applicatoâ€? che alla teoria economica preferisce la pratica attuazione di una linea di politica economica. Dice – ancora oggi a 77 anni - di “trovarsi nella comoda posizione di essere ritenuto dai giornalisti un discreto cultore di economia e dagli economisti un apprezzabile giornalistaâ€?. Le due cose trovano conferma nei suoi articoli. Estremamente concreti Ci sono due punti molto importanti a mio pa-

rere che D’Antonio sottolinea e ripete in quasi tutti i suoi interventi sul quadro politico e sull’economia della Regione Campania. Il primo punto è la capacitĂ che deve avere la Regione Campania ed i Comuni di saper gestire i fondi europei sia del vecchio piano 20072013 i cui fondi possono essere 0+ ! quest’anno 2015 sia di quello approvato 2014-2020 che addirittura non è ancora partito perchĂŠ sono cambiati tre Governi (Monti, Letta, Renzi) e mentre Monti aveva istituito un Ministero per la Coe B un grande esperto come Fabrizio Barca, Letta ha mantenuto il Mini tĂ altrettanto preparata come il O B • ( % done le funzioni al suo sottosegretario alla Presidenza Del Rio poi diventato Ministro per le Infrastrutture ma la gestione dei fondi europei rimane alla Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Governo ha anche costituito la progettata – giĂ da Fabrizio Barca – “Agenzia per la Coesione Territorialeâ€?, una struttura tecnica che deve soprintendere (ma anche sostituire le Regioni inadempienti) alla gestione dei fondi europei che sono circa 60 o 80 miliardi di euro a seconda del ( 4>$ tonio – probabilmente anche per la personale esperienza di assessore regionale della Campania per un certo tempo – sostiene che la Re % (( progettiâ€?. D’Antonio sostiene che (( • " studi professionali privati o nel migliore dei casi a societĂ pubbliche regionaliâ€?. Per il passato i progetti sono stati “raffazzonati, lacunosi, aperti nei bandi di assegnazione a variantiâ€?. Soprattutto le opere realizzate non hanno tenuto conto degli oneri di gestione. “Gli amministratori pubblici – ha scritto D’ Antonio su “La Repubblicaâ€? di venerdĂŹ 29 maggio 2015 - si concen-

travano sulla fase di realizzazione e trascuravano le fasi successive della gestione e manutenzione delle opereâ€?. L’ osservazione calza a pennello e sembra indicare il caso dell’acquisto, due ristrutturazioni ed allestimento della Villa La Colombaia di Luchino Visconti a Forio costata una montagna di euro alla Regione Campania, alla Provincia di Napoli ed all’Unione Europea di cui non si conosce nemmeno l’entitĂ ma è di fatto chiusa per mancanza di fondi per la gestione e con un ente gestore – una “Fondazioneâ€? – i cui amministratori si sono dimessi per mancanza di fondi. Stessa situazione per >Â’ O micciola come “centro cultura ! progetti con fondi europei per circa 1 milione di euro in parte giĂ spesi per la “ristrutturazione dell’immobileâ€? ancora formalmente di proprietĂ dell’Agenzia per il Demanio ma che è chiuso al pubblico perchĂŠ il Comune di Casa % nale per la gestione “mancando i soldi e il personale necessario, mancano addetti alla sicurezza ed alla salvaguardia di atti vandalici. E’ un meccanismo – scrive D’Antonio – che si ripete e al quale assistiamo da numerosi anniâ€?. La pratica di agire in questo modo deve essere diffusa in tutta la Regione ma trova nell’isola d’Ischia due casi emblematici o paradigmatici. E’ un caso paradigmatico invece di incapacitĂ di progettare e di rendere “giuridicamente agibileâ€? il caso del complesso Pio Monte della Misericordia di Casamicciola – 22 un’area di 24mila mq. in abbandono ed in rovina da 42 anni con una montagna di cause civili e penali e con un ente morale ed almeno 3 societĂ private che rivendicano titoli di parziale o totale proprietĂ e del quale ho scritto centinaia di articoli ed avanzato altrettante proposte – perchĂŠ se non si stabilisce la PIENA PROPRIETA’ e NON SI ELIMINANO LE LITI non si può progettare NULLA e non si


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SocietĂ

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SECONDO NOI

possono chiedere i fondi europei e tutte le amministrazioni di Casamicciola – Giosy Ferrandino, Ferrandino Arnaldo, D’Ambrosio Vincenzo, Castagna Giovan Battista – vanno avanti PROVVISORIAMENTE con il mercato ambulante, il parco giochi rudimentale, il parcheggio puzzolente, grazie ad un COMODATO d’ uso con l’ente morale che a sua volta deve ricevere per danni dal Comune circa 2 milioni di euro! Il prof. Mariano D’Antonio è stato l’ unico amministratore regionale che nel 2008 rispose ad una mia richiesta di intervento sollecitando il COMUNE ad avviare un legittimo ed indispensabile iter amministrativo-le ( O = lettori ho indicato il percorso della SocietĂ di Trasformazione Urbana prevista dall’art.120 del Testo Unico e l’istituto della “Conferenza di serviziâ€? di concertazione – insieme ad altri 15 interventi strutturali ed infrastrutturali con indicazione dello stato di fattibilitĂ giuridica tra Enti interessati per avviare il %X = “via terrenaâ€? in Italia e la possibilitĂ che il buon Dio ci metta la sua mano come vorrei sottolineare al vescovo Mons. Pietro Lagnese che durante l’omelia per il Corpus Domini Diocesano a Casamicciola giovedĂŹ 4 giugno ha auspicato il ritorno agli antichi fasti del complesso da dove è stata portata via e conservata nella monumentale sede in Via Tribunali la statua della Madonna della Miseri-

cordia che faceva bella mostra nella bellissima cappella oggi un vergognoso ammasso di rovine!!! Da Casamicciola sono stati portati via HHH D’Antonio – è l’altro aspetto delle prediche di Mariano – sostiene an % % ~ >5 paâ€? dovranno essere istituiti dai O %X = O % dovranno arrivare alla Regione le richieste per i fondi. L’isola d’Ischia – l’abbiamo giĂ scritto – è stata individuata dalla Regione Campania come un UNICO Sistema Locale di Sviluppo (SLS) ma chi deve prendere l’iniziativa per i progetti di sviluppo? Abbiamo sei Comuni e 255 dipendenti escludendo i 78 dipendenti del CISI-EVI. Lo scorso anno da aprile a luglio con l’amico Gino Mattera dell’ANSI e con il sostegno della universitĂ Pegaso e dell’Osservatorio sui fenomeni socio-economici dell’isola d’ Ischia (OSIS) costituito da Franco Borgogna, Angelo D’Abundo e da chi scrive, organizzammo un corso di formazione per dipendenti dei sei Comuni “Il funzionario comunale nella riforma della Pubblica Amministrazioneâ€? con 12 giornate di studi per 36 ore, 18 docenti su tutta la problematica della riforma della Pubblica Amministrazione e soprattutto con la giornata del 19 giugno 2014 su “il ruolo dei Comuni e del Partenariato Pubblico-Privato nelle Politiche di Coesione Territoriale nell’isola d’Ischia e nel quadro della Programmazione dei fondi eu-

ropei 2014-2020 con la relazione di base di Osvaldo Cammarota, Coordinatore della BRI.Banca delle Risorse Immateriali e quello introduttivo di Franco Borgogna. Gli amministratori dei sei Comuni avrebbero dovuto seguire quel corso che voleva essere solo l’ inizio della “formazione permanenteâ€? ed avviare la “ Riorganizzazio ~ ( ~A&B$•&Â’ %X ~A&CO è il Sistema di Sviluppo deciso dall’ ente “superioreâ€? cioè la Regione. Condivido quanto ha scritto il prof. Mariano D’Antonio domenica 10 maggio 2015 in piena campagna elettorale: De Luca e Caldoro sono chiamati a uscire dalle nebbie di accuse reciproche per toccare argomenti solo a prima vista, come si dice, terra-terra, ma in realtĂ semplici e terribilmente concretiâ€?. Il neo Governatore De Luca che ha promesso il Paradiso in Campania è atteso alla prova dei fatti ma ancora di piĂš il Vescovo d’ Ischia, Mons. Lagnese, assuma un ruolo di protagonista nel “sistema locale di sviluppoâ€? e chiami i sindaci, i 120 consiglieri comunali, l’ente Pio Monte della Misericordia, il Volontariato Civile, al “protagonismo economico e socialeâ€? per l’isola d’Ischia la cui popolazione soffre la disoccupazione con il ritorno all’indigenza ed all’emigrazione come avveniva nel secolo decimonono (XIX). Cioè siamo ritornati SOCIALMENTE indietro di due secoli. gmazzella@libero.it

Carissimo Dott.Mazzella, la rin ( Q ne che ci invita e ci sprona ancora di piĂš, come Chiesa locale, nel continuare a costruire un dialogo e un confronto con le varie istituzioni locali. Un confronto che tenga al centro dei propri obiettivi i valori sociali e gli interessi della comunitĂ . In questo ruolo da Lei fortemente richiesto, posso dirle che la Chiesa di Ischia è disponibile ad avviare un tavolo di dialogo e confronto con le istituzioni locali, i proprietari del Pio Monte della Misericordia e i cittadini, per poter trovare una ( %X del Pio Monte della Misericordia “ritorni agli antichi fasti di un tempoâ€?, cosĂŹ come ribadito dal Vescovo Lagnese durante il Corpus Domini di qualche giorno fa. Non è un caso che la Diocesi abbia scel " sione di GesĂš Eucarestia, proprio questo luogo. Il prossimo 8 ! ( " Giubileo straordinario che ha al suo centro la Misericordia di Dio. SarĂ un Anno Santo della Misericordia. Ebbene, sarebbe bello che proprio in questo anno di far luce su questa struttura che è nata proprio per fare attivitĂ di caritĂ e di misericordia per quanti avevano necessitĂ in passato. Speriamo davvero che si possa fare qualcosa per questa struttura, per mettere delle “basiâ€? ben solide per una societĂ piĂš attenta alle esigenze dell’uomo. Cordialmente, Lorenzo Russo, direttore Kaire


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Scuola 13 giugno 2015

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Il tormentone dei compiti estivi Solite polemiche nella Rete. Meglio ďŹ darsi degli insegnanti vai col tormentone. Periodico. Ci avviciniamo al termine A cura di dell’anno scolastico Alberto e c’è giĂ chi discute Campoleoni dei compiti delle vacanze: utili, inutili, o addirittura dannosi? Se ne parla, naturalmente, anzitutto sul web, patria di ogni discussione, forse anche per la facilitĂ con cui si possono esprimere le opinioni nella piazza virtuale e soprattutto per la rapiditĂ con cui si moltiplicano. Tornando ai compiti, online è attivo da tempo un movimento “Basta compitiâ€?, che raccoglie adesioni e documenti sul tema dei compiti a casa. Il gruppo si presenta come nato su Facebook “per promuovere e sostenere azioni volte a superare una pratica inutile e dannosaâ€?, i compiti a casa, appunto. Vuole fa Q

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tra i partecipanti, la condivisione di proposte e la segnalazione di possibili alternative didatticheâ€?. Sempre online circola da tempo una petizione su Change.org. Qua 2 " abolire i compiti a casa nella scuola dell’obbligo. Compiti che sono considerati “inutiliâ€?, “dannosiâ€?, “discriminantiâ€?, “impropriâ€?, “limitantiâ€?, “stressantiâ€? e “malsaniâ€?. Insomma, una vera iattura. A coronamento della petizione, la Carta internazionale dei diritti dell’infanzia, all’articolo 31: “Gli Stati membri riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attivitĂ ricreative proprie della sua età ‌â€?. A ben vedere, compiti a casa e compiti delle vacanze non sono la stessa cosa. E forse, volendo approfondire la discussione, bisognerebbe distinguere. Un conto,

infatti, è prevedere l’estensione del lavoro scolastico, quotidiano, con l’applicazione a casa di esercizi, studio e letture varie. Diversa invece è la questione di “occupareâ€? lo spazio delle vacanze scolastiche con ripassi ed esercitazioni. Tuttavia sembra esserci una questione di fondo che accomuna le diverse situazioni e riguarda l’utilitĂ del lavoro individuale e autonomo oltre che rimandare ai “limitiâ€? della scuola. Questione, peraltro, da considerare con attenzione in rapporto alle diverse etĂ dei ragazzi e ai diversi ordini e gradi di scuola. E se è vero che lo spazio da dedicare al gioco e allo svago - considerando tra l’altro che si tratta anche in questi casi di forme di apprendimento - ha un peso “estesoâ€? per un bambino, è altrettanto chiaro % ! per un adolescente. Adolescente,

tra l’altro, che forse viene idealizzato nella sua capacitĂ di auto motivarsi a spaziare tra interessi molteplici, fuori dalla “costrizioneâ€? del mondo degli adulti e della scuola in particolare. In realtĂ , spesso il tempo libero degli adolescenti rischia di essere tempo “vuotoâ€?, per molti compreso “dal letto al divanoâ€?, con o senza la supervisione degli adulti. Allora che fare? Compiti o no? Dirigismo oppressivo o vuoto creativo? ƒ ( = darsi degli insegnanti, che con i ragazzi - piccoli e grandi - passano la gran parte del tempo e dovrebbero essere in grado di valutare cosa può servire loro. Nei pomeriggi dell’anno scolastico come nelle lunghe giornate estive. Con esperienza, competenza e tanto sano suon senso.

non solo attraverso la progressiva padronanza di saperi e di contenuti culturali, ma soprattutto grazie alla conquista graduale e “soffertaâ€? di consapevolezze e stili di vita. Una % ralmente, ma che apre inesorabilmente al nuovo. E’ in questa dialettica tra presente e futuro, tra la realtĂ vissuta e quella attesa e forse immaginata che si gioca lo spazio della “maturitĂ â€?,

alimentato anche dall’inevitabile “messa alla provaâ€?. Si può cercare di aggirare l’Esame di Stato, si possono cercare gli escamotage piĂš alla mano e “domabileâ€?. Ma la vera prova, quella con se stessi, è lĂŹ in agguato, senza sconti. E il commissario diventa, per sĂŠ, ciascuno studente. Non di rado ben piĂš inQ ! temuto alla vigilia.

La prima prova con se stessi MaturitĂ , inutile cercare scorciatoie ed escamotage

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uasi ci siamo. Il cammino di avvicinamento all’esame di A cura di maturità – la tappa Alberto Campoleoni gli studenti italiani – procede veloce, incalzato dall’inesorabile svolgersi del calendario. La prima prova dell’E = +€ gno – la prova di Italiano. Il giorno dopo, sempre alle 8.30, di nuovo tutti sui banchi per la seconda pro * 9 quest’anno tocca il Latino al clas ecc ecc.). La terza prova, anche qui diversa per ciascuna scuola, è in programma lunedĂŹ 22 giugno. Si tratterĂ del consueto “quizzoneâ€? che viene elaborato internamente da ciascuna commissione. Tanti studenti sono giĂ alla corsa sul web per informarsi sui commissari esterni che dovranno giudicarli. Il portale Skuola.net – in voga nel mondo studentesco – spiega che sono per lo piĂš i ragazzi del liceo a cercare informazioni, mentre gli studenti del tecnico e del pro-

fessionale sembrano avere meno fretta. Si cercano informazioni personali sui prof, ma anche quelle piĂš “tecnicheâ€? su come insegnano, cosa domandano‌ E dove si cerca? Sui social network, anzitutto, vera miniera di informazioni nella nostra “stagione digitaleâ€?. Certo, c’è poi anche il classico passaparola, ci sono le domande fatte ai propri professori‌ Cosa serve sapere? Se il commissario è “buonoâ€? o “cattivoâ€?, severo o largo di voti. Insomma, come sempre la ricerca di informazioni vuole esorcizzare la paura del nuovo e l’ansia della prova. GiĂ , perchĂŠ l’Esame di Stato resta uno step decisivo per i ragazzi e le ragazze. Non solo dal punto di vista strettamente scolastico. La “maturitĂ â€? diventa infatti un rito di passaggio che coinvolge un contesto ben piĂš ampio di quello legato alla scuola. In qual % > !! di uno status – quello di studente (l’universitĂ sarĂ ben altra cosa) – e l’avvio verso una stagione di maggiori consapevolezze e responsabilitĂ . Una stagione cui ci si prepara


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Parrocchie

13 giugno 2015

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PARROCHIA MARIA SS. MADRE DELLA CHIESA - DECANATO DI BARANO SERRARA FONTANA

“GesĂš esiste davvero e non ci abbandonerĂ maiâ€?

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ntonia nasce il 10 settembre 1999 da Monica, catechista in parrocA cura di chia a Fiaiano, e Ciro Don Emanuel Spedicati, uomo semMonte pre disponibile alle esie i giovani genze della comunitĂ , della genitori che nella loro parrocchia semplicitĂ hanno guidato la ragazza ad una vita cristiana. Sin da piccola la contraddistingueva un temperamento forte ed un carattere vivace. Antonia adorava i suoi due fratellini. Nonostante la sua giovane etĂ si sentiva responsabile nei loro confronti, proprio come una piccola mamma. Con la piĂš piccola, Valeria, amava fare lunghe passeggiate nel bosco dilettandosi a raccogliere i ciclamini. Con Giacomo il rapporto era altrettanto bello ma con qualche battibecco in piĂš, come avviene spesso tra fratelli. Per lui la sorella era un vero e proprio punto di riferimento. Egli $ sole che ha illuminato per 12 anni la sua vita. Antonia amava aiutare la mamma nelle piccole faccende domestiche. A detta dei compagni di classe “a scuola era sempre la prima, con il solo obiettivo di dare il buon esempio e mai la presunzione di voler superare qualcunoâ€?. Inoltre “era mossa dal desiderio di imparare a prescindere dal voto del compito o dell’interrogazioneâ€?, come ha scritto la sua professoressa di latino. Per gli amici di classe Antonia era la loro maestra di vita; ciò che ha trasmesso loro è un qualcosa di semplice e straordinario al tempo stesso: “amare incondizionatamen ci si ponga davantiâ€?. Lo aveva imparato alla scuola di GesĂš, in quella % ƒ migliaâ€?, la Parrocchia. Infatti, dopo aver ricevuto la Prima Comunione, ha voluto continuare a frequentare, senza mai interrompere, insieme ad altri bambini, un percorso in parrocchia. Il canto era uno tra i tanti talenti che Antonia ha desiderato mettere a disposizione della comu " ! O di bambini ha contribuito alla formazione del primo coro di piccole voci che animavano le Celebrazioni Eucaristiche della domenica matti @

della recitazione, l’ha resa protagonista di una serie di spettacoli e rappresentazioni realizzate in Parrocchia nel corso di questi ultimi anni. Antonia era disponibile con tutti; mostrava, inoltre, molta sensibilitĂ verso tematiche sociali. Ricordiamo ! ! > ed agli anziani di Villa Joseph organizzate dai giovani della Parrocchia alle quali lei non mancava mai, desiderosa di trasmettere al prossimo l’amore di GesĂš. Con il suo entusiasmo coinvolgeva tutti. Una ( = stato il ritiro a Santa Maria al Monte vissuto con gli stessi giovani lo scorso settembre. Grazie a questa esperienza Antonia ha approfondito il suo rapporto con GesĂš e la sua fede è cresciuta in poco tempo a di @ " si è vista dopo pochi giorni quando, ferimento per il coro dei bambini, pur non ritenendosi all’altezza, accettò di assumere quella responsabilitĂ . Poco dopo, inoltre, le fu chiesto di guidare come animatrice un gruppo di bambini, lei con la solita generositĂ ha detto il proprio si. Ci piace ricordare Antonia come Dio ha voluto mostrarcela la notte di Pasqua, vestita di bianco. Per quella Celebrazione le fu chiesto, insieme ad altri, di prestarsi per il servizio liturgico all’altare. Non lo aveva mai fatto e le costava, eppure anche lĂŹ @ in seguito ad una grave e rara forma di encefalite viene immediatamente trasferita in una struttura della terraferma. E’ stato impressionante quello che è accaduto nei circa 40 giorni in cui Antonia è stata isolata e quasi sempre in coma nel reparto di terapia intensiva dell’ospedale. Migliaia di persone in vari posti d’Italia hanno dato vita a catene di preghiere. La sua pagina facebook, carica di messaggi, è stata una dimostrazione reale di amore, unitĂ ed affetto: conseguenza diretta di quello che Antonia ha seminato nel corso della propria vita. Il 2 giugno per i familiari, i giovani della Parrocchia di Fiaiano e per quanti l’hanno amata è e sarĂ una data indimenticabile: alle 14 in punto la piccola-grande Antonia ha incontrato GesĂš.

Sono le parole di Antonia, ragazza di soli 15 anni, che ha messo GesÚ al centro della sua vita, in una breve ed intensa vita, scandita dai ritmi incessanti dell’amore profondo che lei nutriva verso Dio e il prossimo.

IL MATRIMONIO DI ANTONIA Il 3 giugno le porte della chiesa di Fiaiano si sono spalancate per celebrare “il matrimonioâ€? di Antonia con il suo amato GesĂš. SĂŹ, un matrimonio, perchĂŠ nonostante il dolore del distacco, quel giorno per tutti noi, e soprattutto per la famiglia, è stata una vera festa di nozze perchĂŠ Antonia, passando alla vita del cielo, ha raggiunto il suo Sposo. Mai come in questo giorno c’è stata una cosĂŹ intensa partecipazione. Tanti, giovani, adulti e bambini, della comunitĂ e non solo, si sono sentiti chiamati a vivere in comunione questo momento di preghiera dall’arrivo di Antonia, +2 ‹‹ ! ( ( +€ 0‹ @ > = stata animata dal coro di cui lei era parte, e dai bambini che lei seguiva, non a caso sono stati scelti i suoi canti preferiti. In queste ore si è sperimentato un clima di pace che ha toccato il cuore di ogni presente. Ciò era visibile dai volti, soprattutto dei genitori, che hanno avuto una parola di conforto per tutti coloro che hanno incontrato. “La partecipazione alla vita della parrocchia è stata per lei come un piano di lancio – ha affermato il Vescovo Lagnese durante l’omelia parlando della vita di Antonia - come una pista di decollo, per andare verso il Signore. Nel salutarci, ci dice grazie, grazie al Signore, grazie a questa comunitĂ parrocchiale, a partire dalla piccola comunitĂ domestica. Sentiamo che anche noi dobbiamo ringraziare il Signore perchĂŠ con la storia che Dio ha fatto con Antonia, ha voluto davvero, in maniera ancora piĂš forte, porre le basi perchĂŠ la sua famiglia, e la grande famiglia della comunitĂ parrocchiale, possano puntare su di Lui, che è il chicco di grano che caduto in terra è morto per portare molto frutto. Unita a GesĂš anche Antonia è diventata cosĂŹ quel chicco di granoâ€?. In conclusione il Vescovo ci ha invitato a fare memoria, a conservare e a raccogliere, come perle preziose, le cose belle che Antonia ci ha la %X " % cantiere di vita eterna, un cantiere dove ci si lascia costruire dal Signore per realizzare sentieri di vita eterna.


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Parrocchie 13 giugno 2015

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Vogliamo essere note di una sola melodia, armonia di un unica canzone, per dirti grazie con la vita, con la nostra vita! ntonia Spedicati, una ragazza di 15 anni della comunitĂ parrocchiale A cura di di Fiaiano ha lasciato Lorenzo questa terra martedĂŹ 2 Russo giugno presso l’ospedale Cotugno di Napoli. Colpita da una grave forma di encefalite, ha lottato per piĂš di un mese passando dal coma farmacologico alla lenta ripresa. Si vede che lassĂš avevano bisogno di un dolce e gioioso Angelo. La vita di questa giovane ragazza è sempre stata felice, positiva, perchĂŠ lei amava la vita. PerchĂŠ aveva scoperto il vero Ideale per cui vivere: GesĂš. E lo trasmetteva ogni giorno, con i suoi gesti, i suoi modi di approcciarsi con gli altri. Il suo sorriso trasmetteva gioia, speranza, voglia di vivere. Era quella persona che trasmetteva positivitĂ a tutto il gruppo. Amava e si lasciava amare. Sempre vivace, sorridente, simpatica, anche nei momenti piĂš tristi, sapeva cogliere quel lato positivo, che scaturiva dal vivere il vangelo quotidianamente, insieme ai suoi amici della comunitĂ parrocchiale di Fiaiano, guidata dal parroco don Emanuel Monte. Lasciamo però che siano loro, gli amici, a raccontare di lei e di quanto ha costruito ! verso la sua pagina facebook. Sono tanti, tanti i messaggi arrivati. Non possiamo pubblicarli tutti (non basterebbe un giornale), ma solo una piccola parte. Don Emanuel: “La nostra ComunitĂ Parrocchiale vive un giorno che rimarrĂ nella storia del cammino di fede di questa grande famiglia. Antonia Spedicati una quindicenne,

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ce, intraprendente, simpatica, che prima di tutti amava GesĂš, e si è impegnata con Lui a dar vita alla realtĂ giovanile della Parrocchia, in particolare del coro, con ottimi risultati, dopo un lungo periodo di malattia, è andata da GesĂš e Maria. Noi crediamo che sia entrata in Paradiso: per questo il 2 giugno per noi sarĂ una data importante; non perchĂŠ abbiamo un angelo, ma, di piĂš, perchĂŠ crediamo di avere una giovane santa, una di noi, che adesso lavorerĂ dall’alto, come in una %X ' % cresca bene, (e non solo) e tanti giovani incontrino GesĂš e scoprano quello che ha caratterizzato la vita di Antonia: la gioia di amare e sentirsi amata! Oggi 2 giugno alle 16.00 ci sarĂ un momento di preghiera in parrocchia e alle 17.30 ci sarĂ la celebrazione della S. Messa. SarĂ per noi come andare ad un matrimonio: oggi Antonia va a vivere con il suo Amore: GesĂš! E noi, animati dalla fede, vogliamo condividere la sua gioia. Se ci vede felici è piĂš felice anche leiâ€?! Cristina: “Conoscerti e ritrovarti estate dopo estate cresciuta ...... diventando la splendida persona che eri ......è stata una delle cose piĂš belle della nostra vita... ci mancherai tantissimoâ€? Raffaella: “Dopo il senso di rabbia, sconforto, delusione.... stamattina mi sono alzata e ho pensato ad Anto con un sorriso, il sorriso che veniva dal pensiero del suo sorriso, dal suo prendermi in giro, dal suo cercarmi per dopo-comunione, prove di canto, un semplice saluto e il suo ultimo messaggio “Raffy,

ci sei?â€?. Quel messaggio che mi ha dato la spinta “ad esserciâ€?, a sperare, a pregare. Da tutto questo nasce una convinzione: il tempo insieme è stato troppo breve, ma il rammarico è per chi non ha avuto la fortuna e il privilegio di incrociare sulla sua strada Antonia, privilegio e dono di cui dobbiamo ringraziare Dioâ€?. Rossella: “non posso ancora crederci.. Il Signore ha portato via la persona migliore di questo mondo che con il suo sorriso rendeva tutto piĂš bello e solare. Non ti dimenticherò mai angelo mio e soprattutto non potrò MAI dimenticare la gioia che mi trasmettevi nei periodi bui. Sono e sarò sempre con te anche se siamo lontaneâ€?. Clara: “ricorderò sempre l’abbraccio di tua mamma cosĂŹ forte e caloroso e quel gran sorriso quando mi ha detto che è stata la piĂš bella festa per Antonia. Già ’ anche io l’ho vissuta cosĂŹ ...tanto dolore si...ma sono sicura che ora sei felice per il grande messaggio che hai lasciato...e quanto altro ci donerai...buon viaggio Antoniaâ€? Sonia: “Cara Anto, ho visto la forza che hai trasmesso ai tuoi genitori e al tuo fratellino. Ho la certezza che li guiderai e veglierai sempre su di loro. Grande Anto noi ti ricorderemo sempre cosĂŹ e sarai sempre con noi. Ciao piccolo Angeloâ€? Angela: “vorrei farti una dedica, dirti tante cose, ma le parole si soffocano in gola e allora solo un immenso Grazie per la gioia contagiosa e per i tuoi ! ro che mi hai donatoâ€? Luisa: “Grazie per tutto, come


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dice la canzone ho trovato un tesoro un tesoro grande come te, un tesoro piĂš splendente del sole xkĂŠ con il tuo sorriso diffondevi luce da ogni parte, tu sei il mio grande tesoro, tu che mi hai dato l’amore, mi sentivo tanto amata da te, non dimentico quei momenti passati con te, non mancavi ad un incontro, alle nostre uscite lasciavi tutto e ti dedicavi a ciò che amavi di piĂš al mondo, Dio. Davi tutto per Lui. Mi hai fatto capire tante cose e ti ringrazio, perchĂŠ ragazze come te non ci sono. Tu sei unica. Sei la mia piccola Chiara Luce. Un angeloâ€? Federica: “Sei stata e sarai sempre un esempio da seguire per me e per tutte le persone che ti vogliono un mondo di bene. Non potrò mai dimenticare una frase che dicevi spesso durante le prove del coro: “noi abbiamo un compito importante, quello di animare la messa e farlo al meglio possibile, quindi impegniamoci tanto e GesĂš sarĂ contentoâ€?. Non potrò mai dimenticare i nostri raduni insieme ai ragazzi della nostra parrocchia. Eri sempre pronta ad accogliere qualunque cosa. Dal primo momento che ti ho visto mi è rimasto impresso quel tuo sorriso stampato sul viso anche nei mo Giovanni “Oggi abbiamo un altro angelo custode che da lassĂš che ci guarda, ci protegge. Non dimenticheremo mai la tua semplicitĂ , la tua spontaneitĂ , la tua sinceritĂ , la tua armonia. Ora che stai lassĂš proteggi i tuoi genitori, il tuo fratellino, la tua sorellina e tutti quelli che ti vogliono bene. Resterai sempre nei nostri cuori, ci mancherai tantoâ€? Marta: “Desidero ringraziarti per quello che sei, per la piccola donna dei cuoricini, dei sorrisi, dei forti abbracci quando ci rivedevamo, per la tua simpatia e semplicitĂ . Ti ringrazio di essere per me oggi modello di SantitĂ ! Ho solo una certezza, quella che tu avevi ben capito, che tutto questo è per un bene

per dei frutti che giĂ vedo davanti a me!!!â€? Martina: “Dio ti ha tra le braccia. Io ti ho nel mio cuore sempre!â€? Daniele: “Vorrei poter tornare a quella mattina di luglio mentre con te e Giacomo distribuivamo giornalini per le strade di Fiaiano... ero felice perchĂŠ stavo facendo una esperienza bellissima e perchĂŠ speravo di essere un esempio per voi...a distanza di mesi ho capito che il vero esempio eri tu, eri tu che con la tua vita davi le risposte a tutte le domande, eri tu che con la tua gioia solare facevi credere addirittura impossibile la notte...Sono sicuro che ora sei un angelo che ci guida da lassĂš e nelle strade della vita sarĂ sempre come averti accanto proprio come quella mattinaâ€?. Sira: “Voglio ricordarti cosi, sempre col sorriso stampato in faccia, la piĂš allegra e la piĂš forte della classe, mi hai insegnato tanto e non dimenticherò mai la spontaneitĂ e la sinceritĂ con cui affrontavi la vita, per non parlare del tuo meraviglioso sorriso, senza di te non sarĂ mai piĂš lo stesso. Resterai per sempre nei nostri cuori, ti voglio bene Antonia, sarai sempre la numero unoâ€? Alessia: “Tutto questo è strano, ancora non ci credo. Non riesco a credere che sia successo proprio a te, una persona cosĂŹ semplice, umile. Ed è proprio vero, se ne vanno sempre le persone migliori. Ho trascorso anni bellissimi con te, tra pazzie, risate, mi sentivo viva, mi sentivo me stessa quando eri con me. E qualche mesetto fa, è strano, ti vedevo e ti ricordo sempre col sorriso, mi dicevi frasi buffe, e adesso nessuno, e dico nessuno, potrĂ mai essere come te, perchĂŠ ti rendevi unica con le piccole cose, che in qualche modo ti hanno resa una grande persona. Ti ricorderò stretta dentro me, come la cosa piĂš preziosa che possiedo, e ti aspetterò, magari per un altro sorrisoâ€?

Irene: “Dolce Antonia, ricordo come se fosse ieri la prima volta che tutta emozionata entravi nel coro desiderosa di volerne fare parte, senza sapere ancora che sarebbe diventato parte di te e noi quel giorno ancora inconsapevoli di quanto tu saresti stata parte di noi. Una ragazzina tutta pepe, forte, decisa con una voce da far invidia ai piĂš belli tra gli angeli. Subito mi hai conquistata! Ogni volta che mi vedevi mi stringevi cosĂŹ forte e Dio solo sa come vorrei oggi uno di quegli abbracci da togliere il respiro. La tua disponibilitĂ , generositĂ d’animo ti hanno sempre contraddistinto, eri sempre pronta ad aiutare e per ogni messa da cantare tu c’eri sempre perchĂŠ per te era importante. Mi guardavi sempre con un sorriso, il tuo sorriso, e non so perchĂŠ ma in te trovavo sempre ammirazione anche se non la meritavo e poi ho capito, tu guardavi tutti cosĂŹ perchĂŠ non vedevi noi ma GesĂš e l’amavi, sempre ovunque perchĂŠ cosĂŹ ti diceva il cuore, perchĂŠ era quello che sapevi fare meglio. Eri giĂ avanti amica mia! Il tuo atto d’amore piĂš grande quando ti chiesi di separarti dal gruppo del coro della sera per dirigere quello dei piccoli la mattina. Con servizio e amore dicesti il tuo si e lĂŹ hai coltivato un piccolo coro di angeli come te. Tante le esperienze insieme, le risate e i mille messaggi dai mille cuori su whastapp che tu mandavi perchĂŠ ti piaceva cosĂŹ. Sei un pezzo di cuore Antonia, del mio cuore. Ringrazio Dio per il dono meraviglioso che sei stata per me, e per tutti noi in parrocchia. Da lassĂš, mentre dirigi un coro di angeli, perchĂŠ lo so che lo stai facendo (sei una capo-banda!), sostienici e prega per noi. Io pregherò per te perchĂŠ per me sei una piccola santa in Paradiso! Ti voglio beneâ€?. Giuseppe: “Vivrai per sempre nei nostri cuoriâ€?


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PARROCCHIA DI S. MICHELE ARCANGELO - DECANATO DI FORIO

27 Prime Comunioni

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omenica 7 giugno SolennitĂ del CORPUS DOMINI, festa dell’Eucaristia, 27 bambini A cura di della nostra comunitĂ hanno Giuseppe Cigliano ricevuto per la prima volta GesĂš nei loro piccoli cuori. Si sono ritrovati nella parrocchia, accolti dal parroco Don Pasquale Sferratore e dalle catechiste per poi proseguire in processione verso la chiesetta “Regina delle Roseâ€?. Per i 27 bambini e per tutta la comunitĂ l’odierna solennitĂ del Corpo e del Sangue del Signore, diventa l’occasio Q del sacramento piĂš importante che GesĂš ci ha lasciato. I nostri “piccoli GesĂšâ€? aspettavano questa giornata con tanta gioia e tanta emozione, hanno “celebratoâ€? questa Eucaristia insieme al parroco intorno alla mensa del Signore. Don Pasquale come sempre con il suo modo semplice ma ricco di amore verso Cristo è riuscito ad entrare nel cuore dei bambini e far capire la grandezza del Mistero d’Amore che di li a poco

DIOCESI DI ISCHIA CHIESA

CATTEDRALE

ADORAZIONE EUCARISTICA E CONFESSIONI OGNI GIOVEDĂŒ DALLE 8:30 ALLE 12:00

avrebbero ricevuto e potessero fare una vera esperienza con GesĂš ed impegnarsi a portarlo sempre nei loro cuori e non permettere che niente potesse oscurare la Sua presenza nella loro vita. Durante il periodo della preparazione i bambini con i genitori sono stati molto presi da incontri in parrocchia vivendo momenti molto forti come il rinnovo delle promesse battesimali, la consegna delle candele e dei cuoricini bianchi, invitando loro ad essere “luce di Cristo nel mondoâ€? e a mantenere i loro cuori puri e candidi come il cuore che gli veniva consegnato. Tutti i bambini che hanno ricevuti GesĂš insieme alle loro famiglie si sono ritrovati alla Regina delle Rose il giorno dopo, insieme al parroco e alle catechiste, per fare festa e ringraziare il Signore per il grande regalo ricevuto: il Suo Amore! E’ stata una bellissima esperienza di comunione comunitaria come una vera famiglia ma la cosa piĂš grande è stata quella di sentire GesĂš in mezzo a tutti noi. FOTO: PIPOLO


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anche da parte della componente giovanile della comunitĂ . I protagonisti della cerimonia sono cosĂŹ diventati degli unti portatori del messaggio evangelico al mondo dei loro coetanei troppe volte esclusi dall’abbraccio di Dio. Il vescovo ' > % to i 10 giovani dei piccoli “Cristoâ€?, “siate tanti Cristo, portatori di amore e bellezza. Fatevi apostoli della fede e della comunione. Diffondete il messaggio di misericordia e caritĂ al mondo e instillate nei cuori di chi è piĂš sofferente un messaggio di fratellanzaâ€?, queste le parole del vescovo in un discorso appassionato ed appassionante. Parole che pesano come macigno e rinnovano l’importanza del sacramento della Cresima che il piĂš delle volte è

purtroppo sottovalutato ed è infatti chiamato il “Sacramento dell’ad-Dioâ€? poichĂŠ segna anche l’abbandono dalla frequentazione attiva della comunitĂ cristiana da parte dei giovani. La Cresima, però, è in grado di rafforzare il nostro rapporto con la Chiesa e ci offre la forza dello Spirito Santo per diffondere la fede e confessare il nome di Cristo senza vergogna di portare la sua Croce. Anche la Cresima è opera di Dio, il quale si preoccupa che la nostra vita sia plasmata a immagine del Figlio suo, rendendoci capaci di amare come Lui, infondendoci il Suo Santo Spirito. Quando lo riceviamo nei nostri cuori, è Cristo stesso che si fa presente e prende forma nella nostra vita: è Lui che si fa latore di un messaggio di preghiera, perdona, infonde speranza, accudisce i fratelli bisognosi, crea comunione e semina la pace. E allora, mentre scriviamo, ci tornano in mente le parole di Papa Francesco a proposito del sacramento della Cresima: “Per questo è importante avere cura che i nostri bambini, i nostri ragazzi, ricevano questo Sacramento. Infatti abbiamo

zati, ma non abbiamo altrettanta cura che ricevano poi la Cresima: cosĂŹ facendo però resteranno a metĂ cammino e non riceveranno lo Spirito Santo, che è tanto importante nella vita cristiana, perchĂŠ è la nostra forza per andare avanti“. Dunque, “aprite, anzi spalancate le porte a Cristoâ€?.

talento, nell’allestimento del gran % tava molti simboli come l’agnello, il grano, l’uva, i primi segni del Cristianesimo e molti altri ancora. Lungo tutto il percorso della processione i fedeli hanno preparato le “cappelleâ€? e abbellito le strade con O alle 19.30 i fedeli delle due Parrocchie si sono ritrovati nella piccola Chiesa di Sant’Antonio al centro di Fontana per partecipare alla S. Messa nella SolennitĂ del Corpus Domini che è la Festa della Com-unione. La S.Messa è stata presieduta dal Vicario don Agostino Iovene e dal Parroco di Serrara Don Angelo Iacono. E’ stata una gioia vedere i due cori uniti animare questa

Celebrazione, i vari collaboratori organizzare insieme il grande ed importante evento, accomunati dall’unica fede nel Signore GesĂš. Purtroppo, un forte temporale che = !! sa non ha permesso la processione col Santissimo Sacramento, cosi, si è tenuta un’ora di adorazione. Il Signore, forse, ha voluto vedere uniti questi due paesi davanti alla Sua Soavissima presenza, poichĂŠ Egli unisce e non divide. “Fare l’unitĂ della Chiesaâ€? ci suggerisce Papa Francesco “è compito di ognuno di noiâ€?. Grazie al nostro Pastore S. E. Mons. Pietro Lagnese per aver fatto sentire tutti uniti nell’amore di Cristo! Ci aiuti Maria la Madre dell’UnitĂ !

DECANATO DI CASAMICCIOLA TERME – LACCO AMENO

Siate tanti Cristo Sant’Antonio festeggia i suoi nove cresimati

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na cerimonia solenne e sentita, ma allo stesso tempo familiare e A cura di Filippo cordiale, presieduta dal Castagna vescovo mons. Pietro Lagnese. quella che ha accolto i giovani della comunitĂ della parrocchia di Sant’Antonio da Padova a Casamicciola Terme lunedĂŹ 1° giugno, data scelta per celebrare l’apertura delle due settimane dedicate al santo patrono della comunitĂ parrocchiale. La celebrazione ha visto la conferma del sacramento del battesimo da parte di 9 cresimati e l’ingresso nella comunitĂ cristiana di una nuova battezzata, Daniela Micor Maria $ ' storia di Micor, cosĂŹ piace chiamarla oltre che Daniela. La sua vicenda personale ha davvero del commovente in quanto si tratta di una conversione, maturata a 29 anni, dopo un lungo, importante e tortuoso cammino di spiritualitĂ , guidato dai saggi ammonimenti di don Gaetano, parroco della comunitĂ . La scelta del nome non è stata ca-

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suale, in quanto nel popolo ebraico il nome Micor (da misericordia) richiamava il concetto del perdono e della misericordia che Dio impartisce ai suoi fedeli. Accanto a di 9 cresimandi, che hanno scortato la giovane nel suo percorso verso l’incontro con Cristo. Sara, Eleonora, Agnese, Justin, Raffaele C., Olesya Maria, Luigi, Giuseppe e Raffaele T., a passi lenti si sono avvicinati all’altare e hanno ribadito il loro sÏ a Cristo Risorto. Emoziona il rito proprio il fatto che siano stati dei giovani, compresi tra i 18 e i 30 anni, a ricevere il sacramento della Cresima, segno questo di una ponderata coscienza cattolica, indice di un avvicinamento a Cristo

DECANATO DI BARANO - SERRARA FONTANA

Il Corpus Domini A Serrara Fontana La gioia di essere uniti

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uello che tutti chiamano il Corpus Domini della discordia è invece il A cura dei Corpus Domini dell’ugiovani di Serrara nitĂ ! Il Corpus Domini di due realtĂ parrocchiali distinte, ma unite dall’amore per Cristo. Quando i fedeli della Parrocchia di Serrara, a metĂ maggio hanno appreso che quest’anno la processione del Corpus Domini sarebbe partita dalla realtĂ parrocchiale di Fontana e si sarebbe conclusa nella Parrocchia di Serrara, hanno provato un’immensa gioia e subito si sono impegnati ad accogliere degnamente il Signore e la folla di fedeli che lo avrebbero accompagnato. Durante tutta la settimana si è respirata un’aria di-

versa per le strade, un’aria di festa; era tutto un fermento. I turisti che passavano per le piazze chiedevano il perchĂŠ di quei nastri, di quelle luci e di quei preparativi e la risposta che ricevevano era “domenica passerĂ il Signore per le nostre strade!â€?. Dal piĂš piccolo al piĂš grande, tutti si sono prodigati ad accogliere e lodare GesĂš nel migliore dei modi. Il sabato prima della festa, un gruppo di giovani è andato alle pendici del Monte Epomeo in cer ri che ha coinvolto tutta la piazza di Serrara, terminando all’ingresso della parrocchia. Domenica pomeriggio molti fedeli entusiasti si sono cimentati, sfruttando ogni singolo


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Racconti inediti 13 giugno 2015

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Continuo dal numero precedente

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ono sceso molto presto alla stazione , il tempo è bello e tiepido come deve essere a Racconti di giugno. Il treno arriverĂ tra Franco Mattera circa mezzora , quindi ho il tempo di fare un giretto per le campagne basse del paese . Mi piace molto l’ordine degli orti , la loro geometria , le tonalitĂ a scacchi, ripetute ma mai noiose , dei seminati a patate, cipolle, lattughe di tanti tipi diversi , dei cavoli portentosi , come pure il rosso ocra della terra appena dissodata macchiata da piccoli lembi di verde dell’erba riapparsa dopo il passaggio del motocoltivatore. Le vecchie stie di pali di castagno, grigie ma innervate dell’azzurrino del verderame sorreggono bene il rosso dei pomodori pronti a dare colore alle pietanze di cento cucine. Conosco quasi tutti i vecchi ortolani della zona . Molti sono piĂš legati alla loro zappa che alla stessa vita , quasi ci parlano , mai la maledicono. Alcuni molto anziani, e ancora attivi , sono spaventosamente curvi nella schiena e spesso a sera li vedo che rientrano a casa dal loro orto con in spalla la zappa e la testa che quasi tocca terra , quella terra di cui sentono ogni giorno il forte sentore , di cui percepiscono la vitalitĂ della vita nascente , umida e fertile , come pure la desolazione della seccura estiva. Questi vecchi amano, amano la loro terra. Anche io amo la mia terra. Anche io sono vecchio , sĂŹ vecchio , vecchio. Ăˆ meglio ora che mi avvicini alla stazione, manca poco all’arrivo del treno. Non pos ' % > ansia per Oscar. Saperlo ammalato‌ mi mette l’angoscia . Non lo vedo da troppo tempo e ho paura che non mi riconosca . Ma di quale malattia si tratta , almeno questo vorrei saperlo . Mica non si può sapere una cosa cosĂŹ importante . E quale medicina ci vuole per lui , che medicina ! Alberto sicuramente sa di cosa si tratta: per telefono non si può certo dire ' me lo porta qui , da noi , sĂŹ da noi ! E quando mai , quando mai da noi ! Ci sarĂ qualcosa che mia moglie non mi ha detto, nemmeno Alberto me lo ha detto , e Letizia ? E’ la mamma del bambino, cosa dice la mamma di Oscar ? Nemmeno questo mi hanno detto ! Forse però qualcosa lo ha detto, sono loro che non mi hanno detto niente , forse. Mi accorgo , mentre il treno entra in stazione , che sto saltellando nervosamente giĂ da alcuni minuti restan E’ sempre lo stesso , vicino ad una delle panche a circa dieci metri dall’ingresso principale , che - ho sperimentato - consente una visione quasi completa dei passeggeri che scendono. Eccolo Alberto , lui il mio bambino che ora è grande, con in braccio Oscar , il suo bambino, mio nipote:

Mi chiamo

OSCAR Dio mio quanto è cresciuto ! Si vede anche da lontano che è cresciuto molto dall’ultima volta che l’ho visto. Alzo la mano e chiamo forte : “Alberto , Oscar , sono qui,

H ' mentre scendono dal predellino : mi faccio largo tra la gente e il cuore sembra voglia uscire dal petto . In fretta tiro fuori il fazzoletto dalla tasca e mi asciugo le lacrime che non sono riuscito a contenere: non voglio mi vedano piangere ! Mi ritrovo all’improvviso di fronte a loro , non riesco a dire niente e le lacrime sono tornate piĂš copiose e insistenti di prima : non le nascondo piĂš. L’abbraccio a tre è frenetico e sono io a dargli questo tipo di impulso : divido lo sguardo alternativamente verso Oscar e verso Alberto e contemporaneamente li riempio di baci, ma di piĂš a mio nipote. Finalmente carichiamo le valige in macchina e ci avviamo verso casa. Stamattina mia moglie mi ha raccomandato di non parlare di malattie davanti al bambino, di non insistere nel tentativo di farlo parlare . CosĂŹ ho pensato di parlargli indirettamente dialogando con Alberto : “ Questo piccino è venuto per stare con il nonno ! Come sono contento , insieme faremo tante cose ! H 5 % % ravo sempre che il piccolo pronunciasse qualche parola , anche un semplice sĂŹ, un no, insomma anche un suono piccolo piccolo che a me apparisse una parola detta e sentita.


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Mi ero cullato, nelle ore precedenti, nella speranza che il mio nipotino non avesse nessun problema , che si trattasse di un errore, che alla vista mia e poi della nonna parlasse come tutti i bambini del mondo . Alberto l’ho visto subito pieno di tristezza e quando l’ho abbracciato gli ho sussurrato piano : “ Coraggio , insieme ce la faremo !â€? “ PapĂ , mamma ,il dottore che tiene in cura Oscar ha detto che un periodo di vacanza lontano da casa , in un ambiente familiare tranquillo e rassicurante , la vita all’ aria aperta , insomma la campagna, gli animali, gli potrebbe giovare molto per guarire . Poi qui ci sono le sue cuginette , Luigia, Giannina e Ludovica , con cui può giocare e‌ vivere esperienze comuni , lontano dal suo solito ambiente “ . CosĂŹ Alberto , a sera dopo che il bambino si era abbandonato • Q 9 suo solito ambiente “ . Quale ? La sua casa, la sua mamma , Alberto i nonni di lĂŹ ? Oppure i suoi amichetti della materna, la maestra , gli animatori di giochi ? Alberto mi deve dire, è sicuro che deve dirmi qualcosa di piĂš ! E Letizia lavora

= X $ ! ! da non crederci! Poteva lasciare un poco il lavoro, chiedere un permesso. Tutti chiedono permessi anche per sciocchezze ! Lei no, non ha chiesto nessun permesso, si è cosĂŹ . Nessun permesso. Dice che poi verrĂ a riprenderlo fra tre settimane , insieme ad Alberto: andranno in vacanza in montagna per un’altra settimana. Metterò la sveglia per le cinque : domani in campagna voglio fare alcuni lavoretti al pollaio ed alle gabbie dei conigli, raccogliere un po’ di frutta e poi tornare in tempo per portare Oscar dalle cuginette . “ Io e Letizia non andiamo piĂš d’accordo, stiamo pensando di separarci ! E’ giĂ piĂš di un anno ormai . Abbiamo iniziato con una discussione sui suoi impegni di lavoro e poi via via col tem › = % piĂš “ . “ E Oscar ? “ – gli ho chiesto . “ No, per stare attenti lo siamo stati : mai una discussione in sua presenza , mai un litigio , mai niente che potesse fargli del male ‌.. e poi ‌! “ “ E poi ? “ “ E poi gli specialisti, sĂŹ insomma il neurologo e lo psicologo , dicono che nel caso di Oscar è improbabile che la situazione mia e di Letizia possa entrarci qualcosa di importante . Anzi ci siamo accordati per fare in modo di sembrare ancora piĂš uniti e presenti nella sua vita ‌., per prepararlo alla distanza , alla nostra nuova situazione “. ' % Q % 9 ! %X sembrare non sforzarsi , tentare di essere veramente uniti ? Come fare a dormire dopo quelle notizie: separazione, specialisti , tentativi ! Qui c’è da diventare pazzi ! Ora si fanno le cose con questi specialisti , ma di cosa poi ? Ho l’impressione che non sono mai stati bambini . I bambini vedono e sentono le cose che gli adulti non vogliono e non possono piĂš sentire ! I bambini anche ad occhi chiusi e orecchie tappate capiscono il dolore e l’angoscia della tristezza

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che all’improvviso li circonda. Loro ci hanno un radar , sĂŹ un’antenna speciale , e afferrano anche le piĂš piccole differenze nelle persone che le circondano. Ecco , loro capiscono se uno è triste o arrabbiato, anche se ci si sforza di nasconderlo. Una piccola piega nella bocca , magari le sopracciglia nervose , un tono diverso della voce , loro capiscono che qualcosa non va , qualcosa è cambiato . SĂŹ , è proprio cosĂŹ! Pensa tu se poi i genitori si stanno separando ! Certo , loro capiscono subito che qualcosa sĂŹ è rotto , che l’armonia non vive piĂš in quella casa . Alberto, Alberto, forse non eri pronto a diventare papĂ ! } poi ho bloccato la sveglia . Tempo venti minuti e giĂ ho preso il caffè, fatto la barba e preparato tutto per la mia uscita in campagna. Al ritorno a casa, prima delle nove , ho portato un bel cesto di albicocche , poche pesche primaticce e quat % & ‚ lĂ , oggi non era cosa di farli . Ho parlato di Oscar al mio vicino di terra, compare Luigi , e lui a dirmi di portarlo lĂŹ sulla col > % dal bosco del Pizzolungo. Poi con mia moglie che borbottava per le mie scarpe sporche di terra , in casa , ho guadagnato il terrazzino della cucina e messo a posto la frutta nei vari cestini di ' quello che spetta loro. Oggi però sarò io a portarglielo : ci andrò con Oscar.Alberto l’ho trovato giĂ sveglio : ha fatto ( % % piaciuti molto. L’aria di casa gli ha fatto subito bene: è piĂš disteso . E’ troppo presto per parlare di lui , di Letizia e del bambino. Lo farò tra qualche giorno, devo pensare bene cosa dirgli , devo pensare soprattutto se dirgli o no qualcosa ! Lui si aspetta altro da me e da mia moglie, ed io voglio fare la mia parte nel modo migliore possibile, certo nel modo migliore. Lo farò , lo farò ‌ Pensavo ancora dormisse , invece stava alla ( no dei nostri vicini ,con le manine appoggiate al davanzale e lo sguardo mobile come stesse

seguendo qualcuno dabbasso: si alzava di tanto in tanto sulle punte dei piedini per guadagnare qualche centimetro. In silenzio ho raggiunto il balcone del soggiorno e mi sono sporto dall’angolo del muro di quel tanto per guardare anch’io e non essere visto da lui. C’era un cucciolo di cane che inseguiva una pallina da tennis tormentandola, a scatti, con piccoli morsi. Sono rimasto lĂŹ per almeno sei-sette minuti immaginando di essere lĂŹ accanto a lui e sussurravo parole dolci all’indirizzo del cagnolino , come fossero le sue parole , e poi le mie a lui ed al cagnolino stesso. Con Alberto siamo poi tornati da lui e aperta con leggerezza la porta l’abbiamo chiamato per farlo venire a colazione . Ci ha accolti entrambi con lo sguardo ancora un > gli ho detto che l’avrei portato dalle cuginette ha avuto come un fremito e si è lasciato fare il necessario per prepararlo all’occorrenza. Ma sempre in silenzio! Ho colto però, per un attimo , un brevissimo istante, come un balenio nei suoi occhi quando ha incrociato il mio sguardo. Ho creduto si trattasse di un tentativo di stabilire un contatto : ho sperato ardentemente in quel momento che quello fosse l’inizio della sua guarigione. L’ho preso in braccio e baciandolo sul collo gli ho sussurrato nelle orecchie le parole piĂš belle e rassicuranti di cui ero capace in quel momento. Mi ha risposto con un morsettino al lobo dell’orecchio e un abbraccio nervoso, forte , di bambino arrabbiato per qualche cosa.Ad Alberto, mentre mia moglie provvedeva alla colazione del bambino, ho detto con fare deciso, da padre, % ! Â’ Q con Letizia. E che doveva pensarci . E che noi tutti l’avremmo aiutato. E che lui doveva farsi aiutare, abbandonarsi al nostro aiuto. A testa bassa , non mi ha risposto. Poi è andato a piangere un pianto silenzioso lontano da me, da tutti. Continua‌


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Bible Works - Una parola per la Bibbia 13 giugno 2015

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SPIRITUALITĂ€ BIBLICA

GesÚ ermeneuta delle scritture L’at nel vangelo di Giovanni

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ltre il vangelo di Luca, di cui abbiamo parlato nei precedenti

A cura del to del NT per mostrare la tecnica di uso dell’AT nel Nuovo. diacono Senza trascurare la presenza dell’AT negli altri scritti, parlo Giuseppe ora del Vangelo di Giovanni dove ricorrono citazioni di libri Iacono dell’intero canone delle Scritture dell’AT: Pentateuco e Libri storici, profetici e sapienziali. Se cerchiamo citazioni dirette dell’AT nel Vangelo di Giovanni, abbiamo la sorpresa di trovarne poche, circa una ventina. Le fonti utilizzate dall’evangelista, e molti studiosi sono d’accordo su questo punto, sarebbero i LXX, i Targumin e Qumran. I libri dell’AT da lui preferiti sono l’Esodo, Isaia e qualche altro profeta, i Salmi: come dire tutto il canone dell’AT. Spesso leggendo Giovanni ci si trova di fronte a testi e cioè all’utilizzazione di vari testi accostati assieme, e questo in linea con un principio interpretativo molto importante: l’unitĂ delle Scritture. Lo si può dedurre anche dalle formule introduttive di Giovanni, dove raramente si allude a un autore particolare, sĂŹ che le diverse Scritture sembrano aver perduto la loro individualitĂ . Chi si accosta all’AT dal punto di vista cristiano non può seguire altro metodo ermeneutico che quello insegnato da GesĂš stesso, come detto negli articoli precedenti. Partire dall’evento di Cristo, da quel che egli ha detto e ha fatto, dal suo mistero di morte e di resurrezione e di qui risalire all’AT. Ed è il metodo, mi pare, seguito anche da Giovanni come si può arguire dall’analisi di alcune sue citazioni dell’AT e come egli nota in un brano molto simile a Lc 24,4447: “Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me, perchĂŠ di me egli ha scrittoâ€? (Gv 5,46). Come i sinottici, Giovanni vede nella vita di GesĂš

& 4 Scritture è completamente realizzato nel momento in cui GesĂš emette l’ultimo respiro: “(tutto) è compiuto ( )â€?. Seguirò da questo articolo la successione dei libri biblici nel canone, a partire dal Pentateuco che, secondo la tradizione giudaica, corrispondeva a tutte le Scritture. Tutto infatti si faceva risalire all’ultimo legislatore Mosè; per cui nulla poteva essere aggiunto o tolto dalla TɸrÄ h, la legge scritta e orale: essa " 4 > " durla sulla via dei comandamenti. I profeti e gli Scritti erano considerati libri ispirati di serie B: il loro compito era solo quello di rileggere, rinforzare, ampliare o spiegare la legge di Mosè. Giovanni insiste nell’opporre = > ( J 9 ' %X data per mezzo di Mosè, la grazia e la veritĂ vennero per mezzo di GesĂš Cristoâ€? (Gv 1,17). Siamo di fronte a un contrasto e a un paragone: gli Ebrei hanno spesso (( = 4 % % una grande visione del divino; essa però fu parziale e incompleta, per % 4 >% › * + +y3 @ parole rimandano all’affermazione di Es 33,20: “Ma tu non potrai mai vedere il mio voltoâ€?. Gli Ebrei nella loro grande venerazione per Mosè ne hanno fatto un uomo di visione divina. Ma Giovanni precisa che solo il Figlio dell’uomo ha avuto e comunicato ( 4 9 › ƒ % = ' % * + +y!3 Con esempi tratti dal quarto Vangelo mostrerò nei prossimi articoli 1) come il Pentateuco è presente nel Vangelo di Giovanni; 2) il riferimen < ! ‡ 03 ( ‡  3 diversi testi dell’AT accostati assieme ed il principio interpretativo della realizzazione in Cristo di tutte le Scritture.


Bible Works - Una parola per la Bibbia

19 13 giugno 2015

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STUDI BIBLICI do agricolo-paradisaco in cui l’uomo e la donna sono modellati nel fango. I due testi inol Q della civiltĂ mesopotamica. Ma il redattore di Genesi 2 conosce perfettamente il testo antico e cerca di completarlo. Egli dimostra dunque una certa volontĂ di composizione letteraria e di creativitĂ : la genesi è il solo racconto mesoarissimi lettori, nel precedente ar- < ( = - potamico che ha come primo elemento creaticolo abbiamo affrontato la que- ta al ritorno dall’esilio, sotto forma non solo di to la luce. La tradizione mesopotamica invece stione delle fonti orali della bib- leggi ma anche come di racconti cui fare riferi- segue una tradizione diversa. Questa questione A cura di don Cristian bia; in questo secondo articolo mento. I libri storici e profetici sono piĂš recenti dimostra dunque che il testo sacro con tutti i Solmonese affronteremo un’altra questione e meglio datati. Questo metodo ben presto è suoi libri ha con se qualcosa di antico e sempre cruciale: la redazione della Bibbia % - nuovo, elementi antichi e altri nuovi che hanno ha conosciuto diverse tappe? E se si, come si cusavano il metodo storico critico di sminuire il camminato con la storia. Per quanto riguarda la articolano? Secondo Jaques Briend testimone messaggio che venivano fornite dalla forma del datazione di queste fase, sembra oggi assurdo delle ultime evoluzioni della scienza biblica, testo attuale. Tra queste spicca il metodo nar- pensare ce il testo sia stato redatto dopo l’esilio. ogni libro della Bibbia è il frutto di successive rativo oggi piĂš usato. Il metodo storico critico Se l’essenziale della Scrittura risale al periodo riscritture, che tuttavia conservano alcuni ele- ha messo in luce il fatto che il testo biblico non * 0K ‹K O 3 % menti arcaici. La composizioni della Bibbia ha ci è pervenuto cosĂŹ come noi lo leggiamo oggi, viene attribuita troppa importanza al periodo avuto diverse fasi. Purtroppo il racconto bibli- ma ha subĂŹto una storia di documenti e di rac- di Giosia. Se egli riscopre la legge, come è detto co è ancora visto come una cronologia di even- conti che sono convenuti nell’attuale testo. Tale W !! /• /+ / + % ti. Tuttavia le meravigliose scoperte soprattutto assemblamento non è stato fatto cosĂŹ a caso, ne preesisteva! nei paesi mesopotamici a partire dalla metĂ del semplicemente copiando o attaccando testi, ma La tesi piĂš corrente dice che c’è stata all’epoXIX sec. hanno rimesso in gioco questa visio- esso conserva tutto pur facendolo camminare ca del bisnonno di Giosia, Ezechia, una prima ne. A partire da questa acquisizione si è elabo- in una visione sempre nuova. stesura per iscritto di un corpus di leggi. Giosia rato il metodo “storico-criticoâ€? che consiste nel Prendiamo l’esempio dei primi capitoli della da una parte riprende questo corpus di leggi. Genesi. Ci sono certamente li due testi. Ma il Nel racconto biblico della riscoperta del Rotolo il suo nucleo originale. Nel caso del pentateuco, loro punto di vista non è lo stesso, non dico- del tempio, i sacerdoti portano il documento al esso portò alla teoria documentaria secondo la no la stessa cosa e non si servono degli stessi re e gliene danno lettura: essi hanno bisogno quale il pentateuco (5 teche, i primi 5 libri della mezzi. Il piĂš recente (Genesi 1) dĂ una visione dell’autoritĂ regale, il che conferma l’autenticitĂ Bibbia) sia il risultato di quattro documenti pri- cosmica della creazione che procede sistemati- del racconto che non può avvenire che prima mitivi sottostanti. Questa teoria naturalmente si > & * dell’esilio a Babilonia nel 597, quando il monarevoluta soprattutto nello studio di una di queste 2), al contrario, colloca la creazione in un mon- ca dirige ancora Giuda. (continua)

Continue revisioni

Alle origini del testo biblico

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Arte & Liturgia 13 giugno 2015

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Particolare del mosaico absidale di Santa Maria Maggiore, Roma. Jacopo Torriti, ďŹ ne XIII secolo.

ARTE SACRA

Il seme è la parola di Dio

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ome Marco e gli altri sinottici concordano, A cura di to predicatore e il suo Ernesta insegnamento veniva Mazzella ascoltato con somma gioia dal popolo, che riconosceva nelle sue parole un’autoritĂ che i loro scribi non possedevano. L’odierna pericope evangelica offre quando parlava con persone semplici: due brevi racconti parabolici inerenti alla crescita, descritti con L’opera che possa illustrare l’immagine bucolica tratta dal Vangelo è il mosaico absidale della basilica di Santa Maria Maggiore in Roma, realizzato negli anni 1291-1296 su disegno di Jacopo Torritii, dove si ammirano dei girali di una pianta > ne del Regno: la Vergine Maria, seduta su di un trono vicino a Cristo, riceve la corona da lui. L’immagine è circondata da una decorazione a racemi che germoglia da due tronchi, posti all’estrema destra e all’estrema sinistra del mosaico, accompagnati da una serie di animali: colombe, pellicani, pavoni e altre varietĂ di uccelli. L’intera scena è collocata sopra una piccola

( ria, e dunque rappresenta il trionfo J un processo sofferto, come nelle parabole del Vangelo. Cristo con la mano destra incorona la Madonna, con la sinistra regge un libro aperto sul quale sta scritto l’invito: “Vieni, o mia eletta, e porrò il mio trono in ! smiche, che la tradizione cristiana ha utilizzato in forma di parabole: la luna posta al di sotto di Maria e il sole a Cristo. Esse sono inserite per suggerire il carattere dipendente nel rapporto della sposa con il suo signore cioè sia Maria che la Chiesa non hanno luce propria ma ne prendono da Cristo. Le due immagini di Maria e Cristo sono circondate da due schiere di angeli adoranti a cui si aggiungono S. Pietro, S. Paolo, S. Francesco d’Assisi e il papa Niccolo IV a sinistra; Giovanni Battista, Giovanni Evangelista, Sant’Antonio e il donatore Cardinal Colonna a destra. La Basilica di Santa Maria Maggiore, ubicata sulla sommitĂ del colle Esquilino, è una delle quattro Basiliche patriarcali di Roma ed è la sola che abbia conservato ancora le strutture paleocristiane.

Un’antica tradizione vuole che sia stata la Vergine ad indicare ed ispirare la costruzione della sua dimora sull’Esquilino. Apparendo in sogno al patrizio Giovanni ed al papa Liberio, chiese la costruzione di una chiesa in suo onore, in un luogo che Ella avrebbe miracolosamente indicato. La mattina del 5 agosto, il colle Esquilino apparve ammantato di neve. Il papa tracciò il perimetro della nuova chiesa ziamento. Di questa chiesa non ci resta nulla se non un passo del Li! ' % papa Liberio “Fecit basilicam no # < Il campanile, in stile romanico rinascimentale, si staglia per 75 me = • Âœ costruito da papa Gregorio XI al suo ritorno a Roma da Avignone e ospita alla sommitĂ cinque campane. Entrando nel portico, a destra, è situata la statua di Filippo IV di Spagna, benefattore della Basilica. Di Fuga è il baldacchino che sovrasta l’altare centrale davanti al quale

si apre la Confessione, voluta da Pio IX e realizzata dal Vespignani, dove è collocato il reliquiario della Culla. Il reliquiario è in cristallo, a forma di culla, e contiene pezzi di legno che la tradizione vuole appartenere alla mangiatoia su cui fu deposto W ! Fu eseguito da Valadier e donato dall’ambasciatrice del Portogallo. La statua di Pio IX, il papa del dogma dell’Immacolata Concezione è opera di Ignazio Jacometti e fu collocato nell’ipogeo per volontĂ di Leone XIII. Entrando nella Basilica si rimane ammirati dalla particolaritĂ del pavimento a mosaico dei maestri marmorari O % * XIII). Gioiello artistico di rara bellezza è la Cappella Borghese, rappresenta un luogo in cui si fonde arte e sentimento religioso: l’icona della Salus Populi Romani, che la pia tradizione vuole dipinta dall’evangelista Luca, accoglie con il suo sguardo materno coloro che si rivolgono a lei.

Famiglia e povertĂ D

urante l’Udienza Generale di mercoledĂŹ 3 giugno 2015, Papa A cura dell' Francesco ci ha parOrdine lato della povertĂ , Francescano Secolare uno dei tanti probledi Forio mi che mettono alla prova tante famiglie. Siamo bombardati ogni giorno da notizie negative riguardo alla crisi ed al pericolo di collasso del mondo economico occidentale. Questa purtroppo è la realtĂ , una realtĂ dura da accettare perchĂŠ ostinata, persistente e, potremmo dire degenerativa per i danni che ogni giorno colpiscono lavoratori, famiglie, imprese, giovani.Questa povertĂ non può essere considerata margi-

nale rispetto alle grandi questioni che impegnano i protagonisti della scena nazionale e che , comunque, restano centrali dal punto di vista sviluppo integrale della persona. Ma la povertĂ si consolida e si stra >= ( il rispetto della persona e dei diritti. Occorre, per questo, una rinnovata presa di coscienza da parte dei governanti per un diverso approccio a questa realtĂ che sta assumendo l’immagine di una vera e propria questione umanitaria. Bisogna partire dalla consapevolezza che la vita di tutti gli esseri umani e specialmente quella dei bambini, è sacra e che l’umanitĂ non si salverĂ se non

c’è solidarietĂ e non si mette l’economia al servizio dell’uomo.Per S. Francesco i beni della vita ci sono dati per camminare con l’intero genere umano. Le cose materiali raggiungono il loro scopo pieno, umano e storico, e noi le usiamo per migliorare noi stessi e il mondo, quando le mettiamo a servizio degli altri, per la risoluzione dei problemi comuni. Se invece di destinarle al genere umano le usiamo per noi, fondo.San Francesco e i suoi frati riportano i beni di Dio nella loro funzione di servizio quando fanno conoscere ai ricchi di Assisi le loro necessitĂ e quelle dei loro fratelli e sorelle che vivono nei lazzaret-

ti e negli ospizi. E quando fanno cosÏ riportano i cittadini di Assisi dall’orlo della distruzione e della te ! ne di un mondo umano. Quando i ricchi utilizzavano la condizione di indigenti dei frati per sbarazzarsi di loro facendoli vergognare, San Francesco e i suoi amici espressero le linee teoriche che li sostenevano con un linguaggio semplice. Parlavano in favore di un giusto uso delle cose, e lo promuovevano mediante la questua. Le affermazioni del loro statuto, la verità della loro ( spronino ad essere loro imitatori nella nostra epoca.


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Arte & Liturgia

13 giugno 2015

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COMMENTO AL VANGELO

IL SANTO

Domenica 14 giugno 2015

DELLA SETTIMANA

XI Domenica

A cura di Francesco Schiano

FĂ crescere il regno! C

ari amici, siamo or > state e il Signore, nelA cura di le domeniche estive, don Cristian ci concede sempre Solmonese una parola ricca di spunti per stare in armonia con il creato e con noi stessi. In questa domenica incontriamo un testo desunto dal discorso parabolico racchiuso nel Vangelo di Marco che raccoglie le parabole che GesÚ ha insegnato ai suoi discepoli lungo il suo camminare. Al centro del ! >= 4 Le parabole sono dei racconti in codice per comprendere le verità 4 4 >5 lista: Con molte parabole annunciava loro la Parola. Questo tema è sempre collegato " > mettere in relazione questi due termini: chi cerca il regno è come se cercasse la felicità e chi vuole essere felice ha come ricerca proprio il 4 &

re è sempre in ricerca, lotta, soffre e spera, sempre in cammino; è sempre in ricerca della propria felicitĂ ; esso è in continua ricerca del bene, del gusto della vita, di relazioni vere, del benessere economico e della pace nel cuore. $ % > ' questa realtĂ di ricerca e questa voglia di camminare perchĂŠ siamo in “esilioâ€?. Questa ricerca non è un cammino umano, ma si presenta come un cammino di fede. E la fede deve portarci soltanto ad uno 9 4 • Il Signore ha messo nel cuore > " che è il seme del regno e della fede in lui. A piccole pennellate GesĂš ci descrive che cosa è il Regno di 4 ! A parabola il cristiano sperimenta il rapporto tra la Parola e il Regno di 4 Il regno di Dio è un seme piantato A > = la dinamica della nostra fede. La = 4

vita e deve crescere. Il seme vive la dinamica della crescita, del portare frutto e della mietitura. Anche se noi siamo coinvolti in questa crescita del Regno, esso tuttavia cammina da sè; infatti dice il vangelo: ÂŤdorma o vegli di notte o di giorno, il seme germoglia e cresceÂť. Questa espressione signi % • 4 = > portunitĂ da saper cogliere. Tu ci sei dentro e devi viverlo. Ricorda 9 4 " H & ( "H 4 con te o senza te porterĂ a termine

H Stiamo attenti nel dire:ÂŤnon mi in 4 = %

4 non è per me, perchÊ arriverà un momento in cui sarai triste perchÊ non ne potrai piÚ fare parte. Il Regno di Dio, continua GesÚ, è un piccolo seme, il piÚ piccolo dei semi: quasi ai nostri occhi non visibile, quasi una cosa che a noi può passarci sotto gli occhi e non ce ne accorgiamo, e questa espressione mi ricorda sempre quella del Santo Vescovo Agostino di Ippona che

15 GIUGNO San Vito, martire diceva di temere il Signore che passava. Ma questo seme ancora di piĂš = J che porta con sĂŠ il Regno: GesĂš è il Regno di Dio! 4 ! simo ha piantato questa realtĂ nel tuo cuore, ti ha fatto Figlio suo e fratello di GesĂš. Ed è GesĂš stesso che fa si che i tuoi semi germoglino; GesĂš è la tua opportunitĂ ; Egli è il granellino di senapa che cresce è porta molto frutto; Egli è la meta della tua ricerca; Non sprecare " % 4 > H ƒ

• H $ 4 sue aspettative, fa crescere in te e

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La storia di San Vito narra di un fanciullo di sette anni, nato in Sicilia da nobile famiglia e martirizzato a Roma al tempo > 4 ( (303-304 d.C.). Figlio di un padre pagano, il fanciullo Vito, educato al cristianesimo dal precettore Modesto e dalla nutrice Crescenzia, operava molti miracoli e prodigi nella sua terra, tanto % > " de Valeriano, lo fece arrestare, torturare e chiudere in carcere. Il padre cercò di convincere il fanciullo a rinnegare la sua fede con punizioni e con lusinghe, ma inutilmente. Liberato da un angelo, insieme a Modesto e Crescenzia, dopo un viaggio per mare, approdò in Lucania, presso il Sele, dove continuò a compiere miracoli e prodigi. Fu poi chiamato a • > 4 ( % * glia) ossesso. J > irriconoscente lo fece ugualmente incarcerare e torturare in quanto il fanciullo non aveva voluto rinnegare la sua fede e Un angelo, però, liberò Vito, Modesto e Crescenzia dai terribili supplizi a cui furono sottoposti, e li condusse a volo pres rono il 15 giugno 303; non si è riusciti a definire b e n e > " Vito quando morĂŹ, alcuni studiosi dicono 12 anni, altri 15 e altri 17. Sulla nostra isola San Vito è Patrono del Comune di Forio.


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Sport 13 giugno 2015

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Questo è il calcio, signori! Troppi interessi in ballo, troppo denaro che scorre impazzito, troppi sponsor e tv‌

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Festa dello sport Il 1°luglio 2015 allo stadio “v.Zo mazzellaâ€? un evento che vedrĂ impegnati bambini e ragazzi dai 6 ai 17 anni, nelle varie discipline in mini tornei sportivi, come il basket, calcio a 5, volley, touch-rugby.

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Vocazioni

13 giugno 2015

kaire@chiesaischia.it

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problema vocazionale come ricerca A cura di don di senso della vita. piĂš una Vincenzo Tutt’al Avallone particolare epoca storica può esprimere sensibilitĂ e domande diverse ma non può mai distruggerlo, mettere a tacere gli interrogativi e i problemi che permangono nel cuore della personaâ€?. La Vocazione cristiana è una parola precisa che chiama per nome, è seminata nel solco squarciato di ogni cuore disponibile alla venuta del Regno. E’ un a parola che costruisce una storia nuova, e sollecita la persona ad uscire dall’anonimato e a diventare discepolo di Cristo!â€? (Enrico Masseroni, Vocazione e Vocazioni. Ed. Piemme – Asti, 1983). VOCAZIONE E’ IL MODO DI AMARCI DI DIO “Un pensiero che mi è sempre piaciuto è che Dio ci ama tutti immensamente, ma in modo diverso, perchĂŠ Dio è ricchez( = e le variazioni sono il modo di amarci di Dio. Vocazione comprende non solo il Matrimonio, comprende le circostanze, i modi della vita, le sofferenze, gli insuccessi, i fallimenti. L’ultimo senso della Vocazione è una Parola di Dio, è il modo di amarci di Dio, che è diverso per ognuno. Direte: sono due o tre ( A le vocazioni, perchĂŠ i modi che 4 % Dio ci ama tuti in modo diverso perchĂŠ ci ama personalmente, non collettivamente. Dio ci ama uno per uno, ‘con il nostro nome e cognome’. (Franco Costa, Tu sei Colui che ci ama. Ed. Ave – Roma, 1973) LE VOCAZIONI SONO SEGNI DIVERSI DELL’UNICO AMORE DI CRISTO “La vocazione al matrimonio è segno dell’amore fedele e fecondo di Cristo; la vocazione monastica è segno del volto orante della Chiesa; la vocazione del prete è segno di Cristo Pastore; la vocazione diaconale è segno della diaconĂŹa di Cristo. Ma‌quale vocazione scegliere? E’ la direzione spirituale che discerne, accompagna, personalizza ogni vocazioneâ€? (Enrico Masseroni, Vocazione

Qual è il tuo nome? Appunti presi qua e là sul tema delle Vocazioni

e Vocazioni. Ed. Piemme – Asti, 1983). IL DOVERE DELLA SCELTA A sizione dalla gioventÚ all’età adulta i giovani sono chiamati a prendere decisioni impegnative, che inevitabilmente

Q ( della vita. Per molti giovani questa assunzione di responsabilità appare come un passaggio problematico e tutt’altro che scontato. Di fronte all’incertezza del futuro, alla paura di compiere scelte impegnative e non piÚ reversibili non sono pochi i giovani che cercano di

procrastinare il tempo della scelta. Occorre un allenamento costante e progressivo. Se non si impara a scegliere nelle riuscirĂ ad affrontare i grandi eventi in modo sereno e costruttivo. Da notare che la scelta è determinata anche dalle modalitĂ con cui ci si rapporta con la societĂ e con quello che succede intorno a noi. La costruzione di una societĂ piĂš giusta e solidale implica il dovere di una scelta, la capacitĂ di esporsi, di sporcarsi le mani in prima personaâ€? (Bollettino salesiano, maggio 2015)

ARCHEOLOGICA Associazione culturale di Promozione sociale vi invita a

Navigando verso Aenaria

ABBONAMENTO POSTALE L’abbonamento annuale ordinario al nostro settimanale costa â‚Ź 45,00 e consente di ricevere con spedizione postale a casa propria (sul territorio italiano) i 52 numeri del giornale stampati nel corso di un anno solare piĂš eventuali “Kaire specialiâ€?. Per chi vive all’estero, è possibile abbonarsi on line al settimanale in modo da poterlo leggere in formato Pdf a partire dalle ore 7,00 del mattino (ora italiana) nel giorno di uscita (verrĂ inviato via mail) e poterlo archiviare comodamente. Il settimanale online è esattamente uguale - per contenuto e impaginazione - a quello stampato su carta. L'abbonamento online costa â‚Ź 45,00. LE ALTRE TARIFFE ANNUALI: Abbonamento amico â‚Ź.100,00 Abbonamento sostenitore â‚Ź.200,00 Benemerito a partire da â‚Ź.300,00 COME PAGARE L’ABBONAMENTO Per il pagamento in contanti contattate la segreteria di “Kaireâ€? ai seguenti numeri di telefono 081981342 – 0813334228 oppure il pagamento può essere effettuato mezzo boniďŹ co bancario intestato COOP. SOCIALE KAIROS ONLUS indicando quale causale ABBONAMENTO KAIRE sul seguente codice IBAN IT 06 J 03359 01600 1000 0000 8660 Banca Prossima SpA. Dopo aver effettuato il pagamento inviate una mail a kaire@kairosonline.it oppure inviando un fax al 0813334228 con i seguenti dati per la spedizione: Cognome e nome: ... | indirizzo (via/cap/comune/ provincia): ... |codice ďŹ scale: ... | telefono: ... | mail: ... nel caso l’abbonamento sia da attivare a favore di altra persona, indicare anche: Cognome e nome del beneďŹ ciario dell’abbonamento: ... Indirizzo (via/cap/comune/provincia): ...

Settimana culturale per la baia di Cartaromana PROGRAMMA LunedĂŹ 15 Giugno h. 10,30 Visita guidata con barca dal fondo trasparente sul sito archeologico sommerso di Aenaria con proiezione video (su prenotazione – posti limitati) MartedĂŹ 16 Giugno h. 18,00 Conferenza “ A. Benini: Gli scavi archeologici di Aenariaâ€? con proiezione video MercoledĂŹ 17 Giugno h. 10,30 Visita guidata con barca dal fondo trasparente sul sito archeologico sommerso di Aenaria con proiezione video (su prenotazione – posti limitati) GiovedĂŹ 18 Giugno h. 18,00 Conferenza “L. Di Spigno Santi: Don Pietro Monti e l’archeologia ischitanaâ€? (Platypus Itinerary) VenerdĂŹ 19 Giugno h. 10,30 Visita guidata “Biologia marina nella Baia di Cartaromanaâ€? con barca dal fondo trasparente (su prenotazione- posti limitati) a cura di M. Scotti di Platypus Itinerary Sabato 20 Giugno h. 18,00 Conferenza “ A. Benini: Archeologia subacquea e geologia: le variazioni del livello del mareâ€? Per info e prenotazioni - Marina di Sant’Anna Via S. Giovan Giuseppe della Croce 73 tel. 081985510 - Coop Ischia Barche Via Pontano 3 tel . 081 984854 In collaborazione con: Marina di Sant’Anna s.r.l; Soc Coop Ischia Barche; Platypus Itinerary; Consorzio Borgo Ischia Ponte

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