IL SETTIMANALE DI INFORMAZIONE DELLA CHIESA DI ISCHIA ANNO 2 | NUMERO 27 | 4 LUGLIO 2015 | € 1,00
www.chiesaischia.it “Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in abbonamento postale – 70% Aut: 1025/ATSUD/NA”
SCUOLA Il disegno di legge passa al Senato e si avvia al consenso della Camera. Alcuni chiarimenti su cosa accadrà in futuro. Tanta preoccupazione dei professori.
EDITORIALE DEL DIRETTORE
Sessanta candeline d'amore
Don Vincenzo Fiorentino il 10 luglio compierà Ancora sulla 60 anni di sacerdozio. Una vita dedicata alla questione di genere Chiesa isolana, per amore di Dio.
I
n questi giorni ho ricevuto vari commenti A cura di e messaggi sugli Lorenzo articoli pubbliRusso cati negli ultimi due numeri del Kaire in merito al gender nelle scuole. Chiedo subito scusa a tutti voi se non li abbiamo pubblicati su questo numero del Kaire per motivi di spazio…dovremmo forse dedicare un intero numero al tema. Sono però felice che si stia instaurando un dibattito sul tema soprattutto perché c’è tanta preoccupazione da parte di tanti genitori, e soprattutto dalla Chiesa italiana. Alcuni di voi ci hanno fatto notare che non si parla di ideologia (così come abbiamo titolato in prima pagina sabato scorso) ma di teoria del gender. Beh, lasciatemi dire, cari lettori, che i punti di vista sono ben diversi! Forse, per chi sposa appieno il gender (e tutto ciò che vi riguarda) pensa che vi sia una teoria….ma per noi cristiani non è così. Per noi è pura ideologia. Molti ritengono infatti che l’ideologia gender sia pura fantasia del conservatorismo cattolico con cui si attacca una comunità, quella Continua a pag. 2
LA VOCE DI PIETRO “Verso una chiesa laboriosa”. Messa del Vescovo con il gruppo dell'Opus Dei.
LA STORIA SIAMO NOI Il ricordo di don Pietro Monti, sacerdote e archeologo.
MADE IN ISCHIA La produzione della pappa reale: un vero prodigio della natura.
PARROCCHIE La storia di Anastasia: moglie, mamma e catechista che ha raggiunto il Cielo.
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In Primo Piano 4 luglio 2015
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Dopo la SIR, si smantella la riabilitazione L’Asl mette ko la salute mentale delle isole
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iÚ le mani dalla salute Mentale� è stato l’urlo-richiesta-rivenA cura di dicazione lanciato da Isabella Marino Ischia in queste settiquischia.it mane. Indirizzato alla dirigenza dell’Asl Na2 Nord, soprattutto dopo la pessima prova data sulla vicenda di Villa Stefania. E INVECE LE MANI CE LE HANNO MESSE ECCOME, A MONTERUSCELLO. E MANI MUNITE DI FORBICI, PER TAGLIARE TUTTO IL POSSIBILE E ANCHE OLTRE. Forbici che stanno incidendo non su sprechi o eccessi, chè quelli ci sono stati solo su alcune discutibili
Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia Proprietario ed editore COOPERATIVA SOCIALE KAIROS ONLUS
operazioni decise e realizzate proprio dall’Asl, ma sulla carne viva dell’assistenza psichiatrica sulla nostra isola, a cui è aggregata anche Procida. E, dunque, sulle vite dei pazienti e delle loro famiglie. E ora anche degli operatori. E quelle forbici non si sono fermate alla Sir, come abbiamo appreso in via
gando ad altri gangli vitali della Salute Mentale delle isole. Che, dopo la “CURA IOVINOâ€?, di fatto sarĂ ridotta al di sotto del minimo utile, possibile, tollerabile. Solo ad un (piccolo) passo dall’essere cancellata del tutto. Dunque, la mannaia dell’Asl non si è abbattuta, come si paventava da un anno, solo sulla Sir e su ciò che per 18 anni aveva rappresentato anche oltre Campania. Ma sta per abbattersi anche sulle ATTIVITA’ DI R I A B I L I TA ZIONE che in questi anni, e secondo la stessa logica che aveva portato alla fondazione della Sir, hanno prodotto esperienze di valore e risultati
Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia Codice ďŹ scale e P.Iva: 04243591213 Rea CCIAA 680555 - Prefettura di Napoli nr.11219 del 05/03/2003 Albo Nazionale SocietĂ Cooperative Nr.A715936 del 24/03/05 Sezione Cooperative a MutualitĂ Prevalente Categoria Cooperative Sociali Tel. 0813334228 Fax 081981342 info@kairosonline.it pec: posta.kairos@pec.it Registrazione al Tribunale di Napoli con il n. 8 del 07/02/ 2014
rimarchevoli a livello medico-assistenziale e ancor prima umano. Pur nella deriva verso cui è stata avviata la Salute mentale sull’isola in questi ultimi anni di progressiva sottrazione di servizi, il corso di teatro e l’“orto allena-menteâ€? avevano rappresentato segnali di continuitĂ rispetto al meglio del passato e, soprattutto, delle oasi che facevano sperare che la foga distrut non prevalesse. E INVECE LO SMANTELLAMENTO NON SI FERMA DAVANTI A NULLA. Neppure davanti all’ottima esperienza del “GIARDINO DELL’AMICIZIAâ€?, benedetto dal Vescovo appena pochi mesi fa e accompagnato da tanto entusiasmo da parte di cittadini e associazioni. E anche dei turisti, che l’hanno portato nelle loro zone di provenienza come esempio di buona sanitĂ . Ma tutto questo a Monteruscello non interessa. Il commissario Iovino va avanti decisa e di gran lena sulla sua strada di tagli ad oltranza: in attesa di trovare una sede per il Centro diurno, questa la versione dunque sarĂ condannata a morte, la riabilitazione che si fa, per fortuna date le circostanze, anche al di fuori e a prescindere dagli spazi inesistenti del Centro. E cosĂŹ, a tavolino, da lontano, con la massima non chalance, ha provveduto ad un altro tratto di penna per cancellare quel poco di buono che è rimasto della Salute Mentale a Ischia dopo il transito giĂ abbastanza di-
Direttore responsabile: Dott. Lorenzo Russo direttorekaire@chiesaischia.it @russolorenzo Direttore UfďŹ cio Diocesano di Ischia per le Comunicazioni Sociali: Don Carlo Candido direttoreucs@chiesaischia.it Progettazione e impaginazione: Gaetano Patalano per Cooperativa Sociale Kairos Onlus
struttivo di Ferraro. In poche settimane, il commissario IOVINO STA PORTANDO A COMPIMENTO IL SUO CAPOLAVORO: ELIMINARE UNO DOPO L’ALTRO TUTTI I SERVIZI CHE QUALIFICAVANO L’ASSISTENZA PSICHIATRICA SULLE ISOLE E RIPORTARLA INDIETRO DI VENT’ANNI. CHE CORRISPONDONO A MOLTO DI PIU’: IL PASSAGGIO DALLA PSICHIATRIA MODERNA E CIVILE, QUELLA CHE DOVREBBE ESSERE OBBLIGATORIA SECONDO LE LEGGI VIGENTI, AL MODELLO PRECEDENTE. CI MANCA POCO PER TORNARE AI MANICOMI. PER FORTUNA, SONO VIETATI PER LEGGE, SENNO’ MAGARI CE LI AVREBBERO PROPINATI UN’ALTRA VOLTA, ARRETRANDO DI QUESTO PASSO. Siamo di fronte ad un disastro ben piÚ ampio, grave, devastante di quello che era possibile immaginare nel piÚ nero degli scenari. E Ischia, le sue istituzioni, associazioni, cittadini, che fanno? Restano a guardare? Dopo la Sir, come previsto, non si sono fermati. La gestione attuale dell’Asl non sta lasciando neppure le macerie. PEGGIO. Tra poco ci diranno che Ischia (e Procida) non hanno necessità di assistenza psichiatrica! Cosa ci vuole perchè i Sindaci chiedano uniti e compatti le dimissioni immediate del commissario Agnese Iovino?
Redazione: Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia kaire@chiesaischia.it | @chiesaischia facebook.com/chiesaischia @lagnesepietro TipograďŹ a: Centro Offset Meridionale srl Via Nuova Poggioreale nr.7 - 80100 Napoli (NA) Per inserzioni promozionali e contributi: Tel. 0813334228 Fax 081981342 oppure per e-mail: info@kairosonline.it
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La Voce di Pietro
3 4 luglio 2015
kaire@chiesaischia.it
OPUS DEI
Con Padre
Pietro,
verso una chiesa laboriosa! In occasione della commemorazione di San JosemarÏa Escrivà Balaguer, venerdÏ 26 giugno in Cattedrale è stata celebrata l’Eucarestia con la partecipazione dei membri dell’ Opus Dei, di cui il santo fu fondatore.
L'
Opus Dei, fondata nel 1928, da San Josemaria, si occupa di diffondere nel mondo il carisma della chiaA cura di mata universale alla santità , che va Silvia Pugliese raggiunta nelle occupazioni di ogni giorno, nel proprio lavoro, nelle attività comuni. Questa opera di Dio, cosÏ salda e concreta, è molto rappresentata sulla nostra bella isola, e proprio come insegna il loro fondatore, i membri isolani, sono molto attivi nella vita civile e sociale, professionisti e non, impegnati nelle piÚ svariate attività . Ogni anno in questa ricorrenza viene celebrata l’Eucarestia a cui partecipano numerosi, ma quest’anno il nostro Vescovo Padre Pietro ha desiderato fortemente la partecipazione di tutta la parrocchia di Santa Maria Assunta ad Ischia Ponte con tutte le sue realtà , proprio a ribadire
suo episcopato, che ogni carisma deve essere vissuto all’interno della comunitĂ diocesana e parrocchiale, deve “fare Chiesaâ€?, aprendosi agli altri carismi e ai cristiani tutti, per camminare insieme, anche se con doni diversi, verso l’obiettivo comune della SantitĂ , tanto caro al Santo Josemaria. Come Padre Pietro ha ricordato nell’omelia, il carisma dell’Opus Dei, è una grande risorsa per la Chiesa, la comunitĂ cristiana e l’intera societĂ , infatti impegnandosi nel proprio lavoro con slancio cristiano, i suoi membri possono fornire un aiuto concreto e veramente sostan Il Vescovo ha apprezzato la tenacia, l’intraprendenza e il coraggio imprenditoriale di tanti che si sono affermati nel lavoro in molteplici campi, ma li ha incitati ad essere sempre mossi dal rispetto e dall’amore del prossimo, mettendo a disposizione di chi ne ha piĂš bisogno, i propri mezzi, le proprie capacitĂ , il frutto del loro lavoro. Un pensiero particolare è stato rivolto agli amministratori, i politici, imprenditori, medici, avvocati, albergatori e professionisti tutti, ricordando loro la grande responsabilitĂ che hanno nei confronti dei concittadini. Padre Pietro, con dolce fermezza ha chiesto loro di agire sempre da veri cristiani, non da cristiani di facciata, di non vivere per il guadagno, di garantire sempre il rispetto della legge e dalla dignitĂ dei propri dipendenti. Ăˆ stata una celebrazione viva, in un clima di intensa spiritualitĂ : il culmine alto si è raggiunto
durante la comunione, dove il coro parrocchiale ha intonato il canto “Dio è amore, divina TrinitĂ , Perfetta caritĂ â€? e non poteva esserci canto piĂš adatto. Anche Don Cristian Mendez, sacerdote dell’Opus Dei, venuto appositamente da Roma in occasione della celebrazione, ha ringraziato il vescovo e la comunitĂ del bel momento vissuto insieme. Che Dio Padre ci dia sempre questi momenti per scuotere le anime e le coscienze, ma soprattutto la forza e il coraggio di mettere in pratica i Foto di Andrea Di Massa
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La Storia siamo Noi 4 luglio 2015
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L’archeologo
Don Pietro Monti D
on Pietro Monti, per tanti semplicemente don Pietro, è senza omA cura di Giuseppe bra di dubbio uno dei Galano personaggi piĂš prestigiosi della storia della nostra isola. Sacerdote e studioso profondamente legato ad Ischia ed alla sua storia ha dedicato la sua intera vita agli scavi archeologici, alla catalogazione dei reperti ed alle pubblicazioni dei suoi studi, promuovendo l’apertura del Museo Archeologico di Santa Restituta che tanto interesse ha suscitato nel mondo accademico. Quasi per caso egli scoprĂŹ il tesoro nascosto nei sotterranei della Basilica e subito divenne storico, archeologo, esploratore e divulgatore. In occasione del centenario della sua nascita è stata organizzata sabato 27 giugno, presso la sala congressi dell’Hotel Terme di Augusto a Lacco Ameno, una appassionante manifestazione che ha voluto tratteggiare i lineamenti di don Pietro studioso ed archeologo. Il nostro Vescovo, Mons. Lagnese ha aperto i lavori del convegno. “Saluto tutti voi nel dare inizio a questa celebrazione in onore di don Pietro Monti. La Diocesi ha voluto organizzare, sollecitata da tanti amici di don Pietro, che tanto lo hanno amato, questo evento, approfondendo le sue doti di studioso ed appassionato di archeologia e di uomo innamorato di Ischia, in occasione del centenario della sua nascitaâ€?. Dopo queste parole introduttive il Vescovo ha espresso gratitudine per quanto ha fatto l’amato sacerdote lacchese per la sua isola. “Grazie a don Pietro abbiamo conosciuto meglio la nostra Ischia, la sua storia, le origini della nostra comunitĂ cristiana. Tutti siamo chiamati ad esprimere gratitudine per questa grandiosa opera da lui realizzata.â€? Negli anni in cui è stato Rettore della Basilica di Santa Restituta ha iniziato a fare l’archeologo, quasi per gioco, per far venir fuori il lavoro bello del Museo sottostante la Chiesa. L’intento del Vescovo è quello di promuovere al meglio il Museo di " # venire elemento fondamentale del
turismo culturale di Lacco Ameno e dell’intera isola. “Don Pietro ci ha lasciato una grande ereditĂ , occorre valorizzarla e promuoverla. Viviamo questa celebrazione in onore di questa stupenda persona che ha speso la propria vita coltivando la passione per la ricerca e per lo studio delle origini del Cristianesimo ad Ischiaâ€?. Visibilmente emozionato il neo sindaco di Lacco Ameno Giacomo Pascale
don Pietro, ci parla del sacerdote sempre disponibile all’ascolto e con il sorriso stampato in volto. Il dote e studioso di elette virtĂš, molto legato alla comunitĂ lacchese. Ad arricchire l’evento le relazioni di illustri ospiti. Il prof. Gerardo Sangermano, Ordinario di Storia Medioevale presso l’UniversitĂ di Salerno ha impostato la sua discussione sul tema “Don Pietro cultore di storiaâ€?. Il prof. Carmelo Formi $ % & mica presso l’UniversitĂ Federico ** + / di don Pietro studioso dell’antichitĂ . Questi primi interventi hanno messo in risalto il lavoro di don Pietro, storico e studioso. I relatori sono stati concordi nell’affermare che don Pietro ha amato in maniera smisurata Ischia e la sua gente. Aveva intuito che l’isola, in base alla tipologia di ritrovamenti che man mano venivano alla luce, aveva avuto un passato molto remoto. “Archeologo dilettanteâ€?, cosĂŹ viene descritto il sacerdote. Un dilettante che anche quando divenne esperto della materia non perse i pregi del dilettante: entusiasmo e partecipazione alle proprie ricerche. A detta di tutti sono queste le sue piĂš grandi qualitĂ . I relatori affermano che egli era archeologo atipico per # ben precisa. Dotato di grande caparbietĂ ha descritto le ricchezze del passato con l’animo proiettato sempre verso i giovani. PiĂš volte rivolgendosi ai ragazzi rivolgeva l’appello di proteggere Ischia, preservandone le sue molteplici bellezze. Il prof. Nino Monti, nipote di don Pietro e suo interlocutore
con il mondo accademico, è tra gli
& 0 3 dovute ai ritrovamenti di reperti scovati nelle zone piĂš svariate dell’i + 4 5 uno studioso che vive in maniera di archeologo, un uomo che “vive di pane ed archeologiaâ€?. Gli interventi della prof.ssa Gloria Olcese, Ordinario di Scienze dell’AntichitĂ presso l’UniversitĂ La Sapienza di Roma e della prof.ssa Lucia Scatozzi, Ordinario di Archeologia Classica presso l’UniversitĂ Federico II di Napoli hanno approfondi 4 go. Le relatrici hanno evidenziato come egli abbia sempre appreso qualcosa quando incontrava qualcuno. Prendeva sempre appunti e si mostrava entusiasta nel raccontare agli altri le sue scoperte. Mirava alla ricostruzione della storia con metodiche che gli permettevano di capire le cose prima degli altri. Indagava il passato con mezzi limitati e si adoperava nel rendere le sue ricerche comprensibili anche a chi non aveva studiato archeologia. L’ultimo dei relatori è stato il prof. Wolf Dieter Heilmeyer, giĂ Direttore dell’Antikensammlung Berlin, che ha delineato la scoperta dei quartieri ceramici in Ischia an & cazione archeologica di don Pietro sia nata a sei anni quando in spiaggia raccoglieva pezzetti di cocci e li conservava sotto al letto. Insieme hanno fatto tanti studi per spiegare le attivitĂ delle fornaci rinvenute nel sottosuolo della Basilica e per capire al meglio i ritrovamenti ceramici. Il connubio tra la missione sacerdotale e l’attivitĂ di storico e studioso ha fatto si che don Pietro realizzasse per la nostra isola
opere di incomparabile ricchezza. Al termine della serata la prof.ssa Tuta Irace, giĂ sindaco di Lacco Ameno e preziosa collaboratrice di don Pietro, ha presentato il volume “Saliamo sulla barca di Pietroâ€?, omaggio all’ amato sacerdote nel centenario della sua nascita.
HANNO DETTO DI LUI Nel pomeriggio di domenica 28, a conclusione della due giorni dedicatagli, nella Basili 4 " ta si è svolto un evento in cui vari ospiti hanno tratteggiato il proprio ricordo di don Pietro Monti. Don Vincenzo Avallone “uomo intelligente e dalla personalitĂ umana molto ricca. Studiava sempre, leggeva di continuo, si è fatto tutto da seâ€?. Prof. Agostino Di Lustro “ci ha fatto amare la nostra Ischia. L’ereditĂ culturale di don Pietro va portata avantiâ€?. Prof. Gianpietro Calise “la sua era una vera passione per l’arte e le meraviglie che attualmente possiamo ammirare in Basilicaâ€?. Don Giuseppe Nicolella “aver conosciuto don Pietro per me è stata un’esperienza arricchente. Rivolgo il mio
# rienza ci ha permesso di guardare lontano�. Prof. Giuseppe Silvestri “aveva una straordinaria dote di antropologo e ha posto particolare cura allo studio delle tradizioni e delle usanze di Lacco Ameno e dell’intera isola�.
La Storia siamo Noi
5 4 luglio 2015
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CENTENARIO NASCITA DON PIETRO MONTI
A
d accogliere Padre Pietro e concelebrare con lui, il parroco Don A cura di Gioacchino Castaldi Giuseppe Galano e il viceparroco don Gianfranco Del Neso. La Santa Messa è stata animata dai canti eseguiti dalla splendida corale della Chiesa di Santa Restituta diretta dalla prof.ssa Tuta Irace. Tantissime persone hanno desiderato prendere parte a questa Celebrazione in cui si è reso grazie a Dio per le opere e le virtÚ del caro don 4 5
# 3 to sacerdote dal Cielo possa continuare a guidare il suo popolo. “A conclusione di questi due giorni in memoria di don Pietro – ha affermato Padre Pietro durante 3 mento della preghiera e celebriamo una Santa Messa in suo suffragioâ€?. Il Vescovo afferma che siamo qui per pregare per don Pietro durante la Santa Messa. “Diciamo il nostro grazie a questo sacerdote che per tanti anni ha retto questo tempio 0 3 6 ; 3 3* a questa personalitĂ per tutto ciò che ha fatto nelle vesti di storico, studioso, archeologo e sacerdote, soprattutto per aver curato con passione e dedizione il culto di Santa Restitutaâ€?. La Chiesa in questa domenica celebra le SolennitĂ dei Santi Pietro e Paolo, Apostoli. Il Vangelo ci riporta agli inizi della nostra Chiesa, al sogno originario di Dio su di noi. “Tutto il lavoro svolto da don Pietro era volto a far riscoprire le origini cristiane della nostra isola; egli è andato alle fondamenta, agli inizi del Cristianesimo. Tanto si è speso per Santa Restituta, tanto lavorò per Lei, tanti sforzi fece per promuoverne al meglio il cultoâ€?. Le letture ci pre-
Alla scoperta delle origini cristiane Domenica 28 giugno, a conclusione della due giorni interamente dedicata alla memoria di don Pietro Monti, il Vescovo, Mons. Lagnese, ha celebrato la Santa Messa Vespertina nella Basilica di Santa Restituta.
sentano il Signore GesĂš, il tesoro grande della Chiesa. “La Chiesa alle origini aveva ben chiara la certezza che tutto il suo impegno aveva come unico motivo GesĂš Cristo, 3 " rezioneâ€?. Il nostro Vescovo invita a chiedere al Signore la grazia di non perdere di vista GesĂš, unico scopo 3 Apostoli Pietro e Paolo. “La Chiesa se perde di vista questo perde di vista la sua stessa identitĂ e la sua missioneâ€?. Ancora una volta il pensiero di Mons. Lagnese si sposta su don Pietro. “Preghiamo per questo nostro sacerdote che porta il nome del Principe degli Aposto # contemplare il Suo Volto il Cielo. Che questo nostro sacerdote che ha speso tutta la sua vita per lacco Ameno, per la ricerca, lo studio, 3 al Signore sperimentando la bellezza di Dio, che di fatto cercò anche nei suoi studi, nel suo lavoro di archeologo autodidatta e di pastore. 6 3 Madonna e di Santa Restituta. Che possa continuare a lavorare dal = # + > 63 spicio del Vescovo è che la comunitĂ di Lacco Ameno non perda le sue radici cristiane ma continui ad 3 @ e sperimenti la bellezza di appar % X= 3 = 3* 0 della comunitĂ parrocchiale quello di annunciare GesĂš Cristo, senza il quale nulla ha senso e grazie al quale anche le pietre parlano e raccontano di questa storia antica, di questa fede, di quando nacque e crebbe grazie alle testimonianze di Santa Restitutaâ€?. Al termine della Messa è stato scoperto un busto 4
3 della sagrestia. Inoltre il comitato
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nizzato una mostra, un percorso ideale della vita del sacerdote, con le sue molteplici opere.
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Gender 4 luglio 2015
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Ancora sulla questione gender
Continua da pag. 1 LGBTQ, che semplicemente reclama diritti e vuole tutelare la propria identitĂ . Dal punto di vista dei sostenitori dell’identitĂ di genere non c’è nessuna ideologia, ma soltanto la speranza che l’ordinamento giuridico statale riconosca tutte le loro pretese, cominciando dalla possibilitĂ di costruire la propria identitĂ di genere secondo la propria volontĂ . Chiariamoci un attimo le idee e ricordiamoci cosa sia una ideologia, attraverso l’aiuto del collega Aldo Vitale. “Il termine, nella accezione negativa con cui oggi viene utilizzato, - afferam Vitale - è riferibile a Karl Marx il quale ha chiarito che è ideologia quello iato, quella separazione, fra la dichiarazione espressa e la motivazione segreta e recondita che induce a compiere la dichiarazione. L’ideologia, insomma, afferma ciò che la realtĂ nega e nega ciò che la realtĂ afferma. Su questo assunto, appare chiaro che ritenere infondata l’identitĂ di genere non sia una ideologia, specialmente se si chiamano in causa
* siero dell’identità di genere è una ideologia poichÊ afferma che non sia unica e determinante la dicotomia sessuata maschile/femminile e perchÊ nega che una tale dicotomia sia strutturante per la persona umana (come invece comprova la
stessa biologia). L’ideologia gender mira a cancellare il dato biologico e l’elemento etico della sessualitĂ , cioè le strutture oggettive, naturali ed inderogabili della persona, per sostituirle con il dato psicologico e l’elemento storico-culturale, cioè con i fattori transeunti ed eventuali dell’esistenza individualisticamente intesa. L’ideologia gender nega l’unione del corpo e dello spirito affermando all’un tempo la loro disseparazione, facendo del 0 a piacimento e riducendo lo spirito alla mera inclinazione psichica soggettiva. Oltre queste considerazioni di carattere piĂš strettamente speculativo, si possono citare gli stessi esponenti del pensiero genderista che cosĂŹ confermano circa la propria stessa ideologia e gli scopi che essa, come giĂ detto, reconditamente, come ogni ideologia, persegue in contrasto totale con la realtĂ â€?. Dunque, penso sia ora piĂš chiaro che sono punti di vista diversi, da teoria a ideologia. Ciò che conta però, è la pura condanna contro questo sistema. Anche il Papa si è espresso a tal punto. “La cultura moderna e contemporanea – ha affermato Bergoglio – ha aperto nuovi spazi, nuove libertĂ e nuove profonditĂ per l’arricchimento della comprensione delle differenze tra uomo e donna. Ma ha introdotto anche molti dubbi e mol-
to scetticismo. Per esempio mi domando se la cosiddetta teoria del gender non sia anche espressione di una frustrazione e di una rassegnazione, che mira a cancellare la differenza sessuale perchĂŠ non sa piĂš confrontarsi con essa. SĂŹ, – ha aggiunto il Papa – rischiamo di fare un passo indietroâ€?. Per il Forum delle associazioni familiari è “inaccettabile che i genitori debbano avere paura che i loro 3 ologia nociva per il loro sviluppo senza che il ministro Giannini alzi un ditoâ€?. Anche Marcello Mazzola, avvocato cassazionista che si occupa di diritti della persona, sul ‘fatto quotidiano’ scrive “La teoria del gender è una ideologia, sviluppatasi da decenni, ha trovato fertile terreno di sviluppo nel contesto dei movimenti femministi e delle donne, alla quale fan riferimento oramai da anni l’Onu e le sue agenzie, l’Oms, l’Unesco e la Commissione su Popolazione e Sviluppo e che è diventata il quadro di pensiero della Commissione di Bruxelles, del Parlamento europeo e dei vari Paesi membri dell’Ue, ispirando concretamente i legislatori dei Paesi comunitari in modo coppia, il matrimonio, la , i rapporti tra uomini e donne. Una ideologia che sta modellando pervicacemente la societĂ del presente e del futuro. Siamo oramai scivolati
verso l’educazione alla ideologia e cultura di genere, dominanti. La Chiesa teme una destrutturazione della famiglia tradizionale per rendere la societĂ liquida e piĂš facilmente manipolabile (e dunque controllabile) alla stregua di persone assoggettate a consumatori-oggetti. Preoccupazioni che mi sento di condividere. Infatti è giusto domandarsi se esista un diritto a diventare genitori o se il diritto genitoriale (diritto fondamentale della persona) sia limitato esclusivamente al diritto giĂ insorto di potere essere e fare il genitore. Io penso che un tale diritto non possa spingersi sino a pretendere di divenire genitoriâ€?. E’ quindi del tutto normale, per i cattolici, tanta preoccupazione. In ultimo vi consiglio di leggere il testo digitale “Gender - La grande bugiaâ€? edito da Avvenire, un piccolo grande patrimonio di [ one e di proposta che aiuta ad affrontare il dibattito pubblico sulla pretesa di abolire la nozione stessa di maschile e di femminile nel nome di una ideologia che sostiene la libertĂ personale di ognuno di decidere il proprio orientamento sessuale, cambiandolo anche piĂš volte, secondo l’ispirazione del momento, e ignorando quindi la realtĂ del dato biologico. Lorenzo Russo
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Scuola
4 luglio 2015
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La “Buona Scuola� va verso il traguardo: costruire consenso SCUOLA
Un passaggio sofferto, ma‌
Toccafondi ÂŤNessun Equivoco Sul GenderÂť
I
E
ra forse il passaggio piÚ temuto, ma per il governo è andata bene. Con 159 voti A cura di a favore e 112 contro, il diAlberto Campoleoni segno di legge sulla scuola è
3 alla Camera, in programma il 7 luglio. Poi "
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maxiemendamento è stato sofferto, con una forte contestazione delle opposizioni su merito e tempi del provvedimento, an 4 | 4 4 contro la riforma e in particolare contro alcuni punti, tra cui la “famigerataâ€? valuta
3 zionalità . Tra i punti del maxiemendamento vi è la conferma dell’assunzione di oltre 100mila precari già a settembre (inclusi gli idonei del concorso 2012), mentre la que dei docenti da parte del dirigente scola 5 = X > mitigata dal ribadito rispetto delle competenze degli organi collegiali, con poi il pia 3 0 to dal collegio dei docenti, sulla base degli dal consiglio di istituto. E per la questione 5 0 no. Per il governo, e il ministro Giannini
5 scuola, infatti, è stato puntato molto in termini di credibilità della politica dell’esecu X€
0 dopo il voto il ministro Giannini - prevede il rilancio del nostro sistema di istruzione
0 mette al centro questi principi: autonomia, trasparenza, responsabilitĂ , valutazione e stri non erano riusciti a valicare. La Buona 5 partenza, dopo l’approvazione avremo un lungo percorso di dialogo e di costruzione attuativa in cui coinvolgeremo il mondo dell’istruzioneâ€?. Dialogo è una parola ] no, infatti, è di aver fatto da sĂŠ, avendo ascoltato e “dialogatoâ€? troppo poco col avrebbe dovuto essere la “grande consul > 6 " 0 all’ascolto e al confronto tra istanze dif { 00 $ della riforma, appare necessario costruire un sempre maggiore consenso intorno alle & to quello di coinvolgere e motivare il piĂš possibile l’intero mondo scolastico, per realizzare quel “cambiamento culturaleâ€? sottolineato da Viale Trastevere. Al quale
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nuovi programmi di insegnamento.
l passaggio alla Camera per la riforma della buona scuola è previsto per il 7 luglio. Con molta probabilità un passaggio blindato, dove non sarà possibile (per volontà politica) alcuna mo to. Dunque il testo votato da Palazzo Madama - salvo
5 po utile per l’assunzione di 100mila precari nel prossimo settembre per l’avvio del nuovo anno scolastico, 3 sperava potessero essere risolte - o almeno affrontate
] 5 ^ ne di genere sulla quale in questi giorni sui social si 5 0 3 testo approvato vi sia una sorta di apertura alla teo ; no triennale si promuove l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte 0 indicate dall’articolo 5 del decreto legge 93/2013, in cui sostanzialmente si ribadisce il medesimo concetto. In questa frase non vedo il problema denunciato, il pericolo c’è nel momento in cui alcune associazioni interpretano questa frase volendo introdurre in modo evidentemente strumentale la teoria del gender nelle scuole commenta il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi, aggiungendo di fatto un’altra voce rassicu ^= 3 0
j
w j + 3 0
trinare i ragazzi con la teoria secondo la quale non siamo { | sulla lotta alle discriminazioni non si discute, per la teoria gender se i genitori vogliono (e solo in questo caso) sarĂ loro compito e cura insegnarla. Costituzione alla mano (art. 30), sono gli unici ‘titolari’ della competenza } 3~ + 3* Giannini, proprio nel giorno dell’approvazione della riforma, aveva rassicurato i genitori annunciando un pro * 00 rebbe bastato inserire la frase ÂŤcon il consenso informato dei genitoriÂť per eliminare qualsiasi problema. E so ^ ~ strate in diverse scuole. La lettura del testo è comunque ;
Rassicurazioni dal sottosegretario all’Istruzione. Si parla soltanto di lotta contro la discriminazione.
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Turismo 4 luglio 2015
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uando parliamo di Turismo Accessibile parliamo, prima di tutto, di turismo attento ai bisogni di tutti, A cura di quindi con una qualità dell’offerMassimo Barbato ta molto elevata. Dove per bisogni re ai bisogni di bambini, anziani, mamme che spingono i passeggini, persone con disabilità che si muovono lentamente, che non vedono, di tipo alimentare. Dunque milioni di persone.
3 turistica con la capacitĂ di rispondere ad una domanda di “ospitalitĂ â€? che richiede qualitĂ dell’accoglienza, dialogo, conoscenze tecniche. Erroneamente si tende ad accomunare il concetto di Turismo Accessibile alla sola disabilitĂ delle persone, ricavandone quindi una visione quasi medico/ospedaliera di questo tipo di turismo. Nulla è piĂš sbagliato! Il turismo accessibile consiste nel permettere a TUTTI di godere di un’esperienza turistica. In base alle stime dell’ONU, nel mondo vivono circa 650 milioni di persone disabili. Se si { circa 2 miliardi di persone, vale a dire quasi un terzo della popolazione mondiale, sono direttamente interessate dal problema della disabilitĂ . Molte persone hanno esigenze di accesso, a prescindere se dovute o meno a una disabilitĂ . Ad esempio, le persone piĂš anziane, meno mobili o quelle con ausili per la deambulazione hanno esigenze di accesso che possono diventare serie limitazioni quando sono in vacanza. La popolazione europea sta invecchiando: entro il 2050 il numero degli over 65 si sarĂ triplicato rispetto al 2003, mentre quello degli ultraottantenni sarĂ cinque volte superiore al livello attuale. Per queste persone viaggiare può rivelarsi un’impresa. Anche trovare informazioni sui servizi accessibili, imbarcare i bagagli in aereo, prenotare una { costoso e richiedere parecchio tempo. Rendere i servizi turistici piĂš accessibili è una responsabilitĂ sociale, ma anche un valido motivo commerciale per promuovere la competitivitĂ del turismo in Europa. Diverse esperienze dimostrano che a volte basta operare piccoli adeguamenti strutturali, fornire informazioni precise e comprendere le esigenze dei disabili per accrescere il numero dei visitatori. Migliorare l’accessibilitĂ dei servizi turistici ne migliora la qualitĂ e li rende universalmente fruibili, con effetti positivi sulla qualitĂ di vita delle comunitĂ locali. La Commissione europea persegue questo obiettivo attraverso le seguenti azioni: - sensibilizzazione dei portatori di interessi e degli operatori economici del settore del turismo - raccogliere conoscenze sulle richieste e il comportamento dei viaggiatori con esigenze di accesso particolari e valutare l’impatto economico del turismo accessibile - individuare le opzioni per migliorare la gamma di servizi turistici / 00
Il turismo accessibile Sabato 27 giugno si è svolto ad Ischia un convegno su come migliorare l’ospitalitĂ e l’accoglienza dell’impresa turistica, per una maggiore attenzione ai bisogni di tutti, soprattutto bambini, anziani, mamme con passeggini, disabili. piĂš importante a questo concetto, legandolo a quello di “turismo responsabileâ€?, perchĂŠ il viaggiare accessibile sia anche un’opportunitĂ di conoscenza diretta e di scambio con la comunitĂ locale, sia rispettoso delle culture e dell’ambiente, crei opportunitĂ di crescita e sviluppo secondo i criteri della sostenibilitĂ . L’obiettivo del nostro progetto era ed è quello di promuovere e internazionalizzare l’offerta turistica locale diretta ai turisti con bisogni speciali da parte dei protagonisti economici, istituzionali e del settore sociale del turismo, sia relativamente al potenziamento dell’offerta, sia relativamente alla formazione all’accoglienza, con il conseguente inserimento delle imprese turistiche negli itinerari accessibili organizzati sul territorio campano e nei circuiti internazionali. L’evento di sabato 27 giugno 2015, presso l’Hotel Hermitage & Park Terme di Ischia, di presentazione “Turismo accessibile e nuove opportunitĂ di businessâ€? è stato organizzato dall’associazione di volontariato Peepul-dalla parte dei disabili, in collaborazione con il Comune di Napoli, Flag srl, Aritur srl, Airon Tour srl, Emmegi srl e Point Ru Ischia e rientra nella attivitĂ previste dal progetto europeo CosyForYou – Comfortable and Easy for you, = & 3 bito della Call for proposal – Grant Program 2013, di cui l’associazione Peepul-dalla parte 0 5 Lo scopo della conferenza è stato di creare e stimolare momenti di discussione e confronto circa il turismo accessibile nella provincia di Napoli e nella regione Campania - ed in particolare sensibilizzare le aziende turistiche delle isole del golfo di Napoli - e le conseguenti op-
portunità di business derivanti; nella prima parte della conferenza sono stati illustrati gli obiettivi del progetto CosyForYou con l’intervento della dott.ssa Antonella Correra, responsabile della task force sul turismo accessibile della Commissione Europea, a testimonianza della centralità del concetto di turismo accessibile nei programmi comunitari. A seguire l’intervento del Dr. Carmine Barile, in rappresentanza del Comune di Ischia. Inoltre sono stati presentati gli oltre 20 itinerari 0 3 0 to delle attività del progetto CosyForYou e le metodologie utilizzate che hanno portato all’individuazione di ulteriori itinerari turistici accessibili. Un faro è stato acceso in particolare sulla situazione dell’accessibilità dell’isola d’Ischia con una presentazione del monitoraggio svolto sull’isola dagli architetti Mattera, Ferrandino e Iacono e del primo itinerario accessibile di Ischia individuato per i turisti con bisogni speciali di accesso. La seconda parte della Conferenza è stata dedicata all’approfondimento delle possibilità di business offerte dal turismo accessibile con gli interventi del Commissario dell’Azienda di soggiorno e turismo di Ischia e Procida, dei rappresentanti di diversi tour operator, agenzie di viaggi ed associazioni di categoria impegnati nella promozione del turismo accessibile in Campania e che fanno parte della rete di partner del progetto CosyForYou – Comfortable and Easy for you, e di Davide Conte, esperto di turismo e comunicazione, componente del Co.Re.Com. Foto di Giovan Giuseppe Lubrano
Punti di Vista kaire@chiesaischia.it
9 4 luglio 2015
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= E’ in pericolo la pace in Europa. Il vecchio continente non può essere am 3& ministrato dal mercato. Manca una politica unitaria. Addio ad Antonio A cura di Caldoro, un ferroviere divenuto deputato. Amante dell’isola d’Ischia Franco Iacono | † 4 ‡ 3& = ˆ % | ‰ 4 Š X > 0 0 4 0 X| > 0 X > % * - | 6 @ % 0 3 6 † 4 - + ‘Œ’“
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Il referendum greco e il ricordo di Antonio Caldoro
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Anniversari 4 luglio 2015
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I mulini di Dio macinano lentamente C
orreva l’anno 1955 e dopo aver terminato con ottimi risultati il percorso di studi, il giovane diacono A cura di Vincenzo Fiorentino si apprestava Francesco Schiano con trepidazione a ricevere l’ordinazione sacerdotale. Quel giovane oggi è parroco di S. Angelo da 53 anni e sta per ricordare, il prossimo 10 luglio, i suoi 60 anni di sacerdozio. Una tappa meravigliosa per un uomo che si è lasciato “lavorareâ€? dalle mani di Dio vivendo il suo ministero come servizio umile e gioioso ai fratelli per la gloria dell’Unico Padre. Abbiamo incontrato don Vincenzo a Panza, suo paese d’origine, in un caldo pomeriggio di cende della sua vita e della sua vocazione sacerdotale. “Ti chiederai come mai non sono stato ordinato sacerdote sull’isola ma a Napoli – ci dice subito don Vincenzo – ebbene, devi sapere che in quel periodo il Vescovo era gravemente ammalato e si trovava presso le suore Figlie della CaritĂ a Forio. Nel mese di giugno avevo terminato il • casa iniziavano ad esserci i primi preparativi per vivere nella gioia e nella semplicitĂ questo mo • 5 = sembrava interessarsi piĂš di tanto della data della mia ordinazione. Passati alcuni giorni chiamai il mio rettore di Seminario per chiedere qual era la cosa giusta da fare, dopo aver faticato tanto per arrivare a questa mèta: lui mi disse di non preoccuparmi e aggiunse che di lĂŹ a pochi giorni nella Chiesa del GesĂš Nuovo si sarebbero tenu-
te le ordinazioni di altri studenti del Seminario, quindi anche io avrei potuto ricevere lĂŹ l’ordinazione sacerdotale. Accettai e andammo quel 10 di luglio del 1955 io, mio padre e uno dei miei fratelli e cosĂŹ fui ordinato Sacerdote. C’era l’usanza che per 7 giorni il neo sacerdote non 00 4 Santa Messa solenne, cosĂŹ io andai a celebrare in un certo senso quasi “di nascostoâ€? alle 3 di notte nella Parrocchia di Panza e mio fratello Nicola veniva a servire Messa. Passati quei giorni celebrai la Prima Messa Solenne nella Chiesa Parrocchiale di San Leonardo e ricordo che c’erano davvero tanti Sacerdoti quel giorno venuti a cantare con me le grandi meraviglie di Dioâ€? Quali sono i tuoi sentimenti alla vigilia di questo momento cosÏ’ bello della tua vita? “Senz’altro il sentimento della gratitudine al buon Dio, ai miei genitori e alla mia famiglia per tutto quello che mi hanno dato, anche per la 0
oggi, perchÊ devo essere onesto: non credevo di arrivare ad 80 anni con piÚ problemi e acciacchi di quanti invece ne abbia ora realmente e di questo ringrazio il buon Dio ma anche i miei genitori perchÊ è attraverso di loro che Lui ci dona vita e salute. Molti mi dicono che questa 3 5 stato dovuto al fatto che essere parroco a S.Angelo e Succhivo mi ha portato a muovermi molto e a non restare quasi mai fermo, anche per piccole riparazioni o faccende di ogni giorno ho saputo e so cavarmela da solo e questo di certo ha contribuito a donarmi grinta per andare avanti ogni giorno passo dopo passo�.
Raccontaci la storia della tua vocazione: so che hai avuto anche uno zio sacerdote al quale sei stato molto legato. “Si, si tratta di don Giuseppe Impagliazzo, al quale servivo messa ogni giorno qui a Panza e che accompagnavo poi a casa. La vocazione secondo me non è un qualcosa che ti piove in testa da un giorno all’altro e neanche un angelo viene a comunicarti nell’orecchio una decisione + • clinazioni del cuore che o vengono spente per da chi ti sta vicino e da tanti piccoli avvenimenti che ti fanno poi comprendere che è quella la strada che Dio ha tracciato per te. Non sono • delle medie a Ischia (si andava a piedi allora!) ho vissuto un anno potremmo dire “sabbaticoâ€? in cui è poi maturata la scelta di andare avanti verso il ministero sacerdotaleâ€?. Come è stata accolta dalla tua famiglia la decisione di diventare Sacerdote? “E’ stata accolta bene perchĂŠ ho avuto la grazia di nascere in una famiglia in cui i valori cristiani e la partecipazione alla vita della ComunitĂ parrocchiale sono stati sempre vivi. Certo non hanno fatto per me per mandarmi avanti su questa strada. Oggi i seminaristi non pagano
• quando ero economo diocesano e mi capitava di fare assegni per i seminaristi o diaconi della diocesi mi veniva in mente di quella volta in cui non potetti pagare una quota per il seminario e mi rimandarono a casa. Mia madre si trovava
Anniversari
4 luglio 2015
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Don Vincenzo Fiorentino ripercorre con noi i suoi primi 60 anni di sacerdozio. Quel lontano 10 luglio 1955‌ nella terra e mi vide arrivare e io gli raccontai la cosa: lei non fece altro che alzare gli occhi al Cielo invocando il Signore! Dico questo perchĂŠ rono anche i miei e dei miei compagni di seminario dell’epoca, ci trovavamo nel 1945 quindi nel periodo tra seconda guerra mondiale e post guerra, allora si entrava a settembre in seminario e si tornava a casa a giugno e potevano venirti a trovare il papa o la mamma per portarti qualcosa. Molti furono anche i ragazzi di Panza che all’epoca entrarono in Seminario, alcuni tra noi sono diventati Sacerdoti, altri hanno preso altre strade nella vita ma sicuramente quella del Seminario è stata un’esperienza che li ha formati sotto tutti i punti di vistaâ€?. Subito dopo l’ordinazione sacerdotale quali sono stati i primi incarichi che ti sono stati “Subito dopo l’ordinazione sacerdotale ho collaborato sia al Cuotto che a Succhivo in modo particolare e ho dato una mano anche qui a Panza. Mio zio avrebbe voluto che diventassi parroco di Panza ma io memore del detto “nessuno è profeta in patriaâ€? non ho mai visto di buon occhio questa cosa. Sta di fatto che 7 anni dopo la mia ordinazione il Vescovo mi chiese di diventare Parroco di S.Angelo: accettai di buon grado, forte anche del buon rapporto che si era creato con gli abitanti di Succhivo e in parte anche con i santangiolesi perchĂŠ spesso venivo in Parrocchia per ricevere dal Parroco le consegne o gli avvisi da dare a Succhivo. Pensa che mio zio prete che pure mi voleva un gran bene non venne alla mia presa di possesso
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canonica della Parrocchia di S.Angelo, tanto era forte in lui il desiderio che io fossi stato parroco del mio paese�. In 60 anni di sacerdozio non c’è mai stato un momento in cui hai rimpianto la scelta
“No, assolutamente no, e anche se questa idea mi la forza di attecchire e restare dentro di meâ€?. Sei stato felice di vivere quasi tutti gli anni del tuo ministero sacerdotale come parroco X sono certo mancate ma credo di essermi fatto 0 3 mai il mio essere prete e parroco. Un prete deve certamente essere guida ma mai vivere con pre • di non imporre mai le mie idee e di vivere insieme alla gente e tra la gente, ho giocato a pallone con i ragazzi, ho vissuto la vita di ogni giorno cercando di fare del mio meglioâ€?. So di per certo che stare a S.Angelo ti ha portato ad imparare bene anche il tedesco‌ “Questa possiamo dire che è stata proprio una ] sca per oltre 15 minuti su un avverbio, non era facile capire e farsi capire ma poi piano piano da autodidatta ho imparato tante cose e oggi 0 5 0 • 3 sca ma per questo ci penseremo nella prossima vitaâ€?!
Quanti Vescovi hai incontrato in 60 anni di sacerdozio! “Ne ho incontrati 7: Mons. De Laurentis, Mons. Cece, Mons. Tomassini, Mons. Parodi, Mons. Pagano, Mons. Strofaldi e Mons. Lagnese, ognuno di loro mi ha dato tanto, mi hanno 3 3 tusiasmo, la gioia di andare avanti, la bellezza della scelta cristianaâ€?. Vivendo questa tappa cosĂŹ bella che messaggio vorresti lasciare ai sacerdoti piĂš gio “Sotto i paramenti anche belli che un prete in
serie, c’è bisogno per questo di tanta preghiera siano fondamentali per un sacerdote: preghiera > Un messaggio alla tua comunità di S.Angelo e Succhivo‌ Avete ricevuto da Dio il dono di vivere in un luogo meraviglioso: usatelo come una scala per salire verso il Cielo dove Lui ci attende, vivendo la fede e testimoniando l’amore fraterno. S.Angelo tra le altre cose mi ha certamente insegnato anche l’amore per il mare che è un dono prezioso che va rispettato. Alla comunità di Panza che ti ha generato nella fede‌ Mi sento sempre anche panzese. Panza mi ha dato il calore della famiglia, la gioia dell’amicizia e a Panza torno ogni giorno con piacere cercando di essere presente ai momenti lieti e meno fratello che parte per il cielo che magari è stato anche amico con il quale hai condiviso i momenti belli e spensierati della giovinezza. Ricordo che al tuo 50° di Sacerdozio in piazza a S.Angelo l’avvocato Acunto disse di te che avevi portato quello a S.Angelo mancava: la panzesità ! Fu una cosa che mi colpÏ e mi inorgoglÏ. A proposito di Panza, non posso non sottolineare come sia bello anche per me trascorrere del tempo a curare un po’ la terra e i suoi frutti. Una sola ora passata a contatto con la terra ti dona una gioia indicibile. In un’epoca in cui vogliamo tutto e subito e dove domina la fretta assoluta la terra ci insegna la pazienza, il saper aspettare che un frutto esca fuori e maturi. I mulini di Dio macinano lentamente, noi vorremmo vedere tutto subito realizzato nella nostra vita, ma è come nella terra: bisogna saper aspettare i tempi di Dio e apprezzare tutto quanto Lui ci dona ogni giorno.
12 4 luglio 2015
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MADE IN ISCHIA: L’ISOLA CHE P
L’azienda apisti
La pappa reale: un vero
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i siamo lasciati, care lettrici e lettori di Kaire, la settimana scorsa Acura di apistica Franco nell’azienda Mattera del mio amico Lello Buono, tra arnie e nugoli benigni di sorelle api, come direbbe il poverello d’Assisi. Credetemi sulla parola, Made in Ischia non poteva esordire in maniera migliore e degna. Ma tu vai mai a pensare che ad Ischia si potesse produrre miele, e che miele! entusiasta un amico che dopo aver letto il servizio della scorsa settimana, si è letteralmente precipitato ad acquistare alcuni barattoli del prezioso prodotto della nostra terra di Ischia. In effetti l’obbiettivo che cercherò di centrare con questa nuova rubrica è proprio questo : mettere in evidenza le cose positive della nostra isola, le persone che hanno avuto il coraggio di mettersi in gioco coniugando la passione per un’idea con il rischio di impresa, con la necessità di uno sbocco lavorativo autonomo e quindi con la speranza di acquisire un reddito per il mantenimento di una fa / noi di KAIRE, anche in un effetto propagativo ed emulativo che dovrebbe diffondersi soprattutto tra i giovani . Dare segnali di positività 5 3 E’ piuttosto un impegno in cui credere e poggiare su basi concrete e reali. Quindi una missione nell’ accezione economica e sociale del
termine: la mission di cui spesso si sente parlare nella presentazione di un’azienda commerciale o industriale, a ben vedere, ha molto in l’intendimento di questa nuova rubrica. Ovviamente non nasconde 0 di volta in volta ci faranno carico i nostri interlocutori: anche quelli potranno trovare sulle nostre pagine una cassa di risonanza per sensibilizzare opinione pubblica ed istituzioni per la loro risoluzione. Ma torniamo senz’altro a Lello il rosso: Il nostro proposito dichiarato in coda al primo servizio era quello di puntare decisamente l’attenzione sulla cosiddetta Pappa Reale. Mi ero accorto giĂ dalle prime battute del nostro colloquio che Lello ritornava spesso e con una certa veemenza su questo prodotto delle api, tanto da procurarmi una certa fatica nell’impostare il discorso. Ho capito poi che l’argomento meritava effettivamente di essere trattato in maniera piĂš approfondita. Eccoci allora, io ed il Rosso, nuovamente faccia a faccia nel salotto della sua casa di Fiaiano. Il nostro è un colloquio libero, benchĂŠ impostato in modo di intervista. Abbiate, ora, la bontĂ di continuare a leggere. D: Pappa reale‌! PerchĂŠ mai reale? Lello lo puoi spiegare ai nostri lettori? R : Non è semplice dare una risposta con poche parole , ma tenterò di essere comprensibile. La societĂ
delle api è divisa in non è divisa in caste ma costituisce una singola unità l’intero alveare. I compiti delle api variano a seconda dell’età dell’ape stessa. Nella parte piÚ alta della gerarchia c’è l’ape regina a cui è demandato il compito di deporre uova, le quali –parlando delle uova destinate ad essere operaie- vengono fecondate dallo sperma dei fuchi, contenuto in una cisterna spermatica. Tutte le no nutrite con pappa reale; dopo i tre giorni solo le larve reali sono nutrite con la pappa reale. L’elezione di una nuova regina dipende dal regime alimentare cui viene sottoposta già allo stato di larva una giovane femmina. La pappa reale è la sostanza che le api secernono appositamente per questa funzione e che viene somministrata alla regina per tutta la sua vita. Essa contiene sostanze nutritive e ormonali in grado di far sviluppare le gonadi ed indirizzare quindi l’evoluzione sia morfologica che funzionale verso la comparsa di una nuova ape regina. Quindi alla nascita di una nuova famiglia, un nuovo sciame, con tutte le differenziazioni interne della casta. D: Facci capire una cosa: come avviene che la pappa reale possa divenire al pari del miele un prodotto apistico? Non viene utilizzato tutto intero per le funzioni interne dell’alveare? R: La pappa reale, come abbiamo detto prima, è prodotta dalle api
giovani e sappiamo giĂ per quale scopo è usata. L’ apicultore interviene innestando larve di un giorno o meno di un giorno in appositi j # api accettino queste larve come future regine. Per questo sono spinte a dar da mangiare loro: cosĂŹ successivamente la pappa reale messa dalle api nei cucolini viene recuperata dall’apicultore dopo due giorni.) D: C’entra qualcosa la qualitĂ e la quantitĂ di miele di un’annata con quella anche della pappa reale e degli altri prodotti apistici? R: Certo! Un ‘annata climatica se, da poco miele ma anche poca pappa reale e di qualitĂ anche piĂš scadente . Bisogna capire che ogni trovarsi le api si traduce in una minore produzione. D: Ma veniamo all’argomento che piĂš ti sta a cuore, e spero stia a cuore anche dei nostri lettori: l’ apiterapia. Spiegaci cos’è , ma soprattutto qual è il ruolo della pappa reale nel suo contesto. R: Per capire il termine apiterapia possiamo fare un parallelo con la , ovvero l’uso delle piante medicinali per curare malanni dell’uomo e anche degli animali . Ecco l’ apiterapia si occupa di individuare l’uso dei prodotti apistici per la prevenire, alleviare o cura
13 4 luglio 2015
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PRODUCE, L’ISOLA CHE LAVORA
ica di Raffaello Buono
o prodigio della natura malanni e affezioni dell’uomo. In quanto alla pappa reale, posso dire senza timore di sbagliarmi che tra tutti prodotti apistici è la punta di diamante nelle applicazioni di apiterapia. Ci sono tanti casi che dimostrano come la pappa reale può mitigare le sofferenze umane. Come tutte le cose buone che la natura ci offre, occorre che l’umanità ne venga a conoscenza per un impiego alternativo o perlomeno complementare alle cure tradizionali. La cosa triste è che la non conoscenza diventa una barriera insormontabile che poi preclude un 0 3 D: Vuoi dire che conoscere e amare la natura, il Creato, rispettarne i cicli e guardare ai suoi doni come ad una risorsa, aiuta l’uomo a vivere meglio ed in maniera piÚ sana... ? R: Proprio cosÏ ! Il vostro giornale ad esempio con questi servizi aiuta a estendere la conoscenza su queste cose e fa un’operazione positiva per l’umanità . La stessa cosa possono fare tutti mezzi di informazione‌ E’ ovvio che c’è chi meno. Ecco, voi di KAIRE lo fate benissimo..! D : Grazie per le belle parole. So di un caso particolare che ha riguardato la tua famiglia e risolto con la pappa reale , ti va di parlarne? R : La ma nipotina, in tenera età , doveva essere sottoposta da un delicato intervento chirurgico, ma era
sottopeso. Abbiamo iniziato a dargli la pappa reale ed in poco tempo ha risolto la sua inappetenza e recuperato peso tanto da poter essere poi operata con successo. D: Possiamo dire che la pappa reale è un prodigio della natura? A chi è raccomandata in modo particolare? R: Guarda Franco, io non sono nÊ un chimico nÊ un nutrizionista. Che però la pappa reale sia un dono portentoso della natura , piÚ che convinto ne sono certo. E sai perchÊ? PerchÊ tutto quello che ruota intorno al mondo delle api mi sembra un condensato dell’opera della creazione. Un dono di Dio all’umanità in cui si trova sapienza, perseveranza, bontà , prodigalità , saggezza e‌.non saprei cosa altro aggiungere . Per quanto riguarda l’utilizzo, tranne rare circostanze in cui se ne consiglia un uso moderato, ma comunque giovevole alla salute, tutti la possono assumere. In particolare è raccomandabile agli anziani, ai convalescenti, alle persone debilitate per cure chemioterapiche, agli atleti nel corso della loro attività agonistica piÚ intensa, agli studenti sottoposti allo ecc. Ma anche a bambini conva [ malattie esentematiche, ecc. D: Mi sono documentato in proposito, effettivamente la pappa reale è un concentrato di proteine, vitamine, specialmen-
te del gruppo B, acido folico, antiossidanti, complessi lipidici insaturi, ecc. Tutte sostanze di elevato valore biologico. La particolare combinazione di tutte queste sostanze, probabilmente ne determina un effetto combinato di tipo sinergico e polivalente, che si traduce in gono l’umanità . Cosa puoi aggiungere a tutto lettori? R: Hai detto bene e quasi tutto ! posso aggiungere che l’effetto piÚ evidente è quello antifatica, nel senso che la pappa reale aiuta molto nelle situazioni di recupero delle persone debilitate da sforzi
bolezza dei bambini, nelle persone recupero dall’anoressia, o dai trattamenti chirurgici, ecc. Ma le applicazioni sono innumerevoli. D: Il fai da te nell’apiterapia? R: Decisamente sconsigliato e non raccomandabile!! Per integrazioni di pappa reale di
uso moderato, non esistendo nessuna controindicazione, si può anche indulgere in un approccio spontaneo e non guidato. Per usi speciali il nutrizionista ed il medico di base possono dare le giuste indicazioni per un uso corretto e razionale. Per quanto riguarda la mia azienda, gli ischitani potranno acquistarvi la pappa reale di quest’anno che è particolarmente abbondante e di ottima qualità . Consiglieremo a tutti l’uso migliore che potranno farne. D: Come desideri congedarti dai lettori di KAIRE ? R : Con un saluto affettuoso, un grazie sincero e un arrivederci. Un arrivederci che è anche un invito a visitare la mia azienda che non 5
arrivare a Fiaiano, nella piazzetta centrale e chiedere di Lello il Rosso, quello delle api, quello del miele ischitano verace. Grazie Lello, e grazie ai lettori che hanno avuto la pazienza e la bontà d leggerci. Questo è KAIRE, questo è Made in Ischia!
14 4 luglio 2015
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hissĂ quanto c’è di vero nell’affermazione di Plinio nella sua Naturalis Historia che il nome latino di AenaA cura di Gina ria fosse stato dato a Ischia a ricorMenegazzi do della sosta delle navi di Enea... E’ vero però che, se conosciamo parecchio della Pithecusa greca grazie allo splendido lavoro di Giorgio Buchner e di chi lo ha seguito, sappiamo invece molto poco della Ischia romana: Aenaria, appunto. Negli anni ‘70 del secolo scorso, i primi sub che esploravano la baia di Carta Romana (il toponimo è signi — reperti, dando inizio ad una breve campagna di scavi piuttosto disordinati e decontestualizzati. Emersero cosĂŹ pezzi di ancore, minerali di galena, lingotti di piombo e resti di lavorazione che fecero pensare che nella zona ci fosse stata in 4 al 2010. E’ in quell’anno che i giovani della Marina di Sant’Anna fecero richiesta presso la Sovrintendenza per i Beni Archeologici di Napoli per poter svolgere una campagna di scavi piĂš organica e articolata, con l’intento dichiarato di offrire qualcosa di piĂš al turista di questa parte dell’isola oltre al solito sole-mare-castello, e nello stesso tempo di creare qualche possibilitĂ di lavoro per i giovani di qui, cosĂŹ spesso spinti a fuggire dall’isola per cercarsi un futuro. Alla Sovrintendenza erano molto dubbiosi sul fatto che ci potesse essere ancora qualcosa d’interessante lĂŹ sotto, ma l’entusiasmo, la caparbietĂ e l’impegno offerto da questi ragazzi (Marina di
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NAVIGANDO VERSO AENARIA 3; = * — hanno fatto sÏ che la dottoressa Alessandra Benini, della Sovrintendenza venisse incaricata di seguire in situ i lavori. Sono passati ormai cinque anni durante i quali si è continuato a cercare, scavare, indagare, scoprire, proporre ipotesi e trovare conferme, con risultati sorprendenti: una cassaforma lignea di piÚ di 20 metri, resti di
Tutto questo lavoro, che avrebbe potuto restare marginale alla normale vita dell’isola, è invece stato reso disponibile durante il periodo scola 0
ogni ordine e grado (parecchie centinaia, ormai, 3 — 5 15 e il 20 giugno nella “Settimana per la baia di Cartaromana - Navigando verso Aenariaâ€?, organizzata in collaborazione con Archeologica Associazione Culturale di Promozione Sociale e con Platypus Itinerary. Visite gratuite aperte a tutti, su una barca dal fondo trasparente che permette di vedere il fondale, si sono alternate a conferenze con proiezione di video che hanno illustrato gli scavi di Aenaria, l’attivitĂ archeologica di Don Pietro Monti, e il collegamento tra archeologia subacquea e geologia, relativamente alle variazioni del livello del mare. Giovani i ragazzi della Marina di Sant’Anna, giovani e altrettanto entusiasti i ragazzi della Platypus Itinerary che da dieci anni ormai organizzano vi-
“A statione navium Aeneae dicta�
site guidate, campi scuola ed escursioni di terra e di mare per far conoscere a giovani e adulti quanti piÚ aspetti possibili dell’isola e non solo. Ci vuole indubbiamente entusiasmo, caparbietà e impegno, in questa nostra realtà non certo facile, ma‌ si dice che gli aquiloni volano solo se hanno vento contrario, no? E vedere tanti ragazzi che non si arrendono, non rinunciano al desiderio di restare a vivere e lavorare nella loro splendida terra, ma si inventano attività e lavori che portano un vantaggio a tutta la comunità , non può che riempire il cuore. Grazie, ragazzi e‌continuate!
Premio Ischia di giornalismo Sabato scorso 27 giugno si è tenuta nella suggestiva piazza Santa Restituita di Lacco Ameno la serata conclusiva dell’edizione numero 36 del Premio Ischia Internazionale di Giornalismo organizzato e fortemente voluto dalla Fondazione Valentino dei fratelli Elio e Benedetto, ospitali ed entusiasti padroni di casa. La serata presentata da Paola Saluzzi scorre rapida tra ospiti e premi con un parterre d’eccezione e ancora una volta Ê uno spettacolo di sicuro successo. Enrico Ruggeri, Enzo Gragnaniello, Mbarka Ben Taleb e tanti grandissimi nomi dell’informazione italiana e internazionale. Il Premio Penna d’oro è andato al fondatore di Repubblica Eugenio Scalfari, assente all’evento. Mentre sul palco sono saliti Massimo Corcione per il Premio per l’informazione sportiva, Massimiliano Tarantino per il Premio Comunicatore dell’anno, l’anchorwoman della tv cinese Tian Wei, che ogni giorno parla a 80 milioni di telespettatori e ha ritirato il Premio Comunicatore dell’anno Internazionale e lo spagnolo Ignazio Escolar, che ha ottenuto il Premio Internazionale, e poi i premiati Marco Damilano editorialista de L’Espresso, premio per la carta stampata, Nadia Toffa, inviata de Le Iene, Domenico Quirico, inviato del quotidiano La Stampa a cui viene assegnato il premio speciale alla carriera e Ignacio Escolar e la sua rivoluzione digitale. Preceduta da due giorni di dibattito in diretta dal canale SKY News 24 sulle tematiche piÚ calde dell’attualità internazionale, si è conclusa questa bellissima edizione in cui la perfetta fusione tra informazione, attualità , cultura, musica e sport è stata la ricetta che anche quest’anno ha reso il Premio Ischia Internazionale di Giornalismo l’appuntamento tra i piÚ importanti della scena giornalistica italiana e mondiale.
15 4 luglio 2015
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Alla scoperta del centro storico di Ischia Ponte Palazzi, chiese, strade e torri
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A cura di 0 | Ernesta Mazzella % 3$ @*** = ; 3;
" * + { = * * 0 * 4 = * 3 ‰ 3 ; 3 @ palazzo Scalfati ‘™”” palazzo del Seminario / ‘™š‘ | * * 4 5 3; 0 | + Palazzo della Corteglia 0 3 ‡ | 0 35 @ | Palazzo Malcovati 0 4 | ; "
* 63 = 4 Palazzo della famiglia Onorato 3 3* X"
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Cattedrale 6 5 œ*œ 3 = 5
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‘’Â&#x;š = % = % % = Il piazzale aragonese 5
+ Castello Aragonese 3* @ 0 = Torre dei Guevara 5 0 X6 w % * > 3 5 3 " 6 " Torre dell’Orologio
@ ‘Œ”” | 5 Palazzo Mazzella w ‘Œ’™ & 63 ‘™Â&#x;ÂŒ 5 0 • 3 / 3 0 3
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4 | | 0 ‘ŒŒ’ 4 3 chiesa dello Spirito Santo 3 Arciconfraternita di Santa Maria di Costantinopoli 0 ‹ 3 00 + |
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la magia del divertimento
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Cronaca 4 luglio 2015
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Anello stadale sull’isola pericoloso
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on il solleone e l’eccessivo caldo di questa prima settimana A cura di di luglio si riaffaccia Antonio Lubrano in tutta la sua drammaticità il gravoso ed annoso problema delle strade sulla nostra isola con alto tasso di pericolosità . La rete stradale dell’isola d’Ischia è piuttosto estesa (circa 80Km), e, per quanto riguarda i centri maggiori, è costituita da strade carrabili di quasi ampia carreggiata e di recente fattura. Abbiamo strade nuove e vecchie, rimaste tali per incuria e conseguente declassamento come la vecchia ed antica via Borbonica che congiunge le parti alte di Lacco Ameno con Forio. Anche se molti turisti e soprattutto ischitani si trovano a disagio nelle strade talvolta anguste e tortuose, esse rimangono comunque trascurate al limite della praticabilità , con il gran numero di auto presenti sull’isola durante la stagione turistica e non solo (causa 0 — In ogni caso testimoniano la scarsa qualità e la capillarità delle strade lungo tutto il circuito stradale isolano che unisce ed intersega Comuni e frazioni fra loro. Del complesso stradario isolano, si è sempre fatto un gran parlare, perchÊ inadeguato alle esigenze del nostro tempo. Abbiamo strade nell’altro versante dell’isola, nate strette suf 3 passaggio ad unico senso di marcia dei carretti con muli che trasportavano le classiche botti di vino o altro materiale vitale per quei tempi. Quelle strade sono rimaste oggi, a distanza di anni, tale e quale, e a percorrerle sono invece gli autoveicoli odierni come camion, furgoni, macchine e motociclette con fra l’altro intasamenti che fanno saltare i nervi a conducenti ed a
mal capitati pedoni. Ma il discorso va fatto piÚ ad ampio raggio, rivolgendo l’attenzione all’anello stradale dell’isola lungo tutto il suo di
laddove il tratto a gimkana diventa consigliabile affrontarlo con tutta la prudenza possibile se non si nei terreni sottostanti e rischiare la vita. L’isola ha una circonferenza  Œ ‰ circa 47 kmq, ed una popolazione residente che si aggira oggi attorno alle 70.000 unitĂ . La sua parte piĂš alta è rappresentata dal Monte Epomeo con 789 mt s.l.m. Vanta sei Comuni che potrebbero e dovrebbero interagire in unione fra loro allo scopo di ritrovarsi d’accordo sui grandi temi di quotidiana attualitĂ . Però ciò non accade, e se accade, succede solo in minima misura. Da qui parte il problema dei problemi che riguardano in tutta la loro drammaticitĂ lo sconquassato assetto stradale dell’intera isola. Gli amministratori comunali pare non si rendano conto del proprio incedibile disinteresse al problema, che fra l’altro li vede anche impreparati di fronte alle immediate soluzioni da ricercare per tirarsi fuori dai guai. Diciamo la veritĂ , l’anello stradale dell’isola è pericoloso, perchĂŠ è mal tenuto, inadeguato nel suo aspetto logistico, privo di soste salva persone in attesa del passaggio dei mezzi pubblici come ad esempio si presenta il tratto con curva davanti alla strada che conduce a Zaro, dove il Comune di ‡ 5
gior Ente istituzionale responsabile ad essere chiamato in causa, pri ed Anas che gestiscono le strade al di fuori degli attraversamenti interni. Un anello stradale sempre piĂš pericoloso per come viene lasciato dopo i frequenti lavori per la posa di tubazioni varie in ogni tempo,
cazione di intervenire in un solo momento per un unico complessivo progetto di lavoro. Da sempre, è pratica usuale rattoppare i tratti di strada in cui si è intervenuti, con menate di cemento e di asfalto buca scavata. Un gruppo di giovani professionisti ischitani che ha partecipato al Premio Francesco Ferrandino, di recente ha presentato uno studio denominato “Analisi e proposte per un approccio sostenibile alla mobilitĂ ed alla sicurezza stradaleâ€?. Questo studio ha posto in evidenza determinate problema-
tiche paradossali per un territorio circoscritto come quello ischitano, in cui fanno testo il numero elevatissimo di autovetture possedute e il tasso di incidenti. Per tanto si evince che il Comune con il maggior numero di sinistri stradali nel periodo 2008 – 2014 è Ischia con il 37, 8 % seguito di poco meno da Forio. Appare Casamicciola con il 26%, Barano col 15%, Lacco Ameno col 13% e Serrara Fontana con l’8%. In sintesi globale, le persone coinvolte negli incidenti sono il 68% gli uomini, il 31% le donne. Inoltre il 15% sono di età inferiore ai 21 anni, il 48% tra i 21% e i 45% mentre il 37% ha piÚ di 45
Cronaca
17 4 luglio 2015
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La responsabilitĂ senza appello dei Comuni, uffici provinciali e Anas. Rattoppi a larghe chiazze e ruvidi cordoni al centro del letto stradale sono il risultato di una “ingegneriaâ€? tecnica ai limiti della incompetenza. anni. Altro dato: gli incidenti + tale quadro come si può esse ¢ / 35 strada col suo manto stradale uniforme in tutta la sua copertura. Esempi di mala sicurezza li ; + 6 | Mazzella e via Baldassarre Cos * = 6 |
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Ischia ricorre a internet per le sue strade dissestate Via Baldassare Cossa, attenzione ai‌dislivelli!
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A cura di Michele Lubrano
l parrucchiere per signore Carmelo Buono con le sue dimostranze al limite dell’umana sopportazione (ha praticato lo sciopero della fame e della sete) ha elevato via Leonardo Mazzella a simbo-
lo della protesta plateale di questa prima parte dell’estate ischitana in corso. & 5 * 0 il Comune Capoluogo isolano se la cava cosĂŹ: “C’è una strada disse = 3* ¢ subito il problemaâ€?. € 3 * * “responsabiliâ€? amministratori del = 3 3* affrontano e credono di aver risolto il problema di cui trattiamo
e aggiungono come sigla del proprio servizio comunicazioni la se † X 00 + * > / comiabile se tutto questo si fosse svolto e si svolgesse per davvero. 6 = * 0 da sempre interventi occasionali di varie buche disseminate per tutto 3 =
a via Foce passando per via Miche | ; ; + 6 ste arterie si pratica a intervalli di 8 o 9 mesi la solita menata di asfalto quel micidiale ruvido cordone al soprattutto di motorini guidati da giovani vittime in corsa. Ci piace riportare una nota del con-
sigliere comunale Ciro Ferrandino al sindaco facente funzioni Carmine Barile di qualche settimana fa. La nota dice: “Al Sindaco FF di Ischia Dott. Carmine Barile, oggetto: ripristino del manto stradale e riapertura di via Baldassarre Cossa. Il sottoscritto Consigliere Comunale Dott. Ciro Ferrandino Capogruppo di Ischia Nuova, premesso che in via Baldassarre Cossa sono iniziati i lavori per la posa delle tubature per raccolta acqua bianca e nera; considerato che a seguito di detti lavori la zona è stata interdetta alla circolazione; tenuto conto che detto scavo è stato richiuso versandovi all’interno il terreno di scavo; considerato che vi ricorreranno giorni festivi che vedranno Ischia piacevolmente scelta come meta per le vacanze da tanti turisti; chiede di coprire con malta cementizia tale scavo e riaprire la circolazione su detta arteria per permettere la circolazione di autobus, autoveicoli, ecc. e consentire cosĂŹ di non penalizzare le attivitĂ commerciali, i cittadini e i turisti. Sicuro di un suo intervento Le porgo Cordiali saluti. Ciro Ferrandino Consigliere Comunale e capogruppo Ischia Nuovaâ€?. Ad oggi poco è cambiato e poco cambierĂ per le prossime settimane. * esegue a stagione estiva ormai addosso. E rimane tutto come prima: 0 0 il cordone al centro del letto stradale. fortunati.
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Cultura 4 luglio 2015
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a comprensione di questo terzo tempo, per forza di cose, parte da Erasmo da Rotterdam. Il A cura di grande umanista cristiano, seEnzo D' Acunto condo Fuentes, avrebbe posto su di un piatto d’argento, i temi essenziali per il capolavoro di Cervantes. L’autore messicano ne indica almeno tre. Primo: la felicità umana è un fatto relativo, un fatto di opinioni. Secondo: il comico come nuova chiave di lettura di un sempre piÚ intricato codice del mondo. Terzo: la follia quale antidoto contro ogni assolutizzazione della ragione. Partiamo dal primo. Leggendo l’opera, quest’aspetto subito balza agli occhi, e il Cavaliere dalla Trista Figura ne è ben conscio. Non si può infatti negare, che la sua estasi e il suo fervore di ideale combattente, mai si lasciano piegare dalla sua umile condizione, di chi altro non possiede che una lancia nella rastrelliera, un vecchio scudo, un ossuto ronzino ed un levriero da caccia. NÊ tanto meno, un piatto piÚ di vacca che di castrato, o i suoi indumenti, un solo paio di calzoni di velluto per i giorni di festa ed un altro paio della migliore lana grezza per tutti i giorni. Ciò che tiene in vita l’ardore del cavaliere non sono di certo le scarse possibilità di cui dispone, ma semplicemente, la cieca convinzione che lui soltanto, nell’immediato presente o in un futuro lontano, potrà cambiare il mondo. E Carlos Fuentes, in questo, vede il piÚ alto lascito della tradizione cristiana, perchÊ, nel suo essere cosi contraddittoriamente proteso verso una rinascita ideale e morale, da perseguire attraverso una battaglia di valori che non ha prezzo nÊ condizioni, il cavaliere errante
= Le sue parole, i suoi gesti, la sua propensione verso il grande e verso l’ideale, sono imbevuti di una fortissima fede, che senza
0 [ tere il suo personale rapporto con Dio nel
almeno in questo, perfettamente in linea con i vecchi codici cavallereschi. Ma il suo ardore ha una fonte ancora piÚ dilatata e rarefatta, mostrandosi da subito, quale torbida conseguenza di una mescolanza di letture che lo hanno reso immune da qualsiasi senso del limite, e servo padrone di un solo proposito: l’impossibile. Il turbinio di esperienze letterarie di cui Alonso Quijano, – vero nome del cavaliere, – andava ghiotto, ha infatti, la responsabilità di averlo sradicato dal suo raziocinio, di averne la
co, insinuandogli l’idea, che in fondo, non esista alcuna differenza tra il mondo reale ed il mondo pensato. Inutile dire che qui Cervantes – che tra le tante cose sembra
= j 5 il protagonista assoluto. PerchĂŠ solo una vita cosĂŹ tanto inesausta di
L’ingegnoso Don Chisciotte Terza Parte
colpi di scena e continue ricadute, può re ne. Ed è in fondo per questo, che solo chi realmente ha conosciuto il volto poliedrico dell’esistenza umana, può pienamente apprezzare l’errante cavaliere che senza batter ciglio libera bestie feroci, adula prostitute come fossero nobili dame, combatte contro ogni forma vera o presunta di male, promette gloria e successi a chi, come il suo Sancho, altro non ha che la sua misera corpulenza, e inneggia ad una meravigliosa dama, battezzata come Dulcinea, che di meraviglioso non ha proprio nulla. Perdere la misura, questa è la vera lezione, eppure, in tutta questa confusione, il cavaliere impettito dalle gambe arcuate ed ossute, non ammette requie e ad ogni caduta subito si rialza, mostrando una forza che solo una profonda fede nell’impossibile { Appare evidente, quindi, come lo spirito comico, – secondo punto di cui parla Fuentes, – risponda ad una missione importantissima, mostrare ciò di cui nessuno avrebbe il coraggio di parlare: la fragilità della condizione umana; che è tanto piÚ grande, quanto piÚ grandi sono i sogni e le ambizioni. Si tratta di verità che Shakespeare, piÚ o meno negli stessi anni, rappresentava ricorrendo allo spirito tragico, e che invece Cervantes, spiega ridendo del suo personaggio e in fondo di se stesso, e forse, anche di tutto quello che la vita, mai per caso, gli aveva riservato. Questa nobile capacità di non prendersi troppo sul serio è qualcosa di realmente grande, e tal, da
‡ tes. Infatti, come egli ha scritto, dietro tutto questo, c’è veramente qualcosa di epocale, qualcosa che fa di questo libro, sbucato per caso, l’anticipatore di un terzo tempo, dove non esiste piĂš lo spazio per un Icaro o un 4 agli dei, nĂŠ una rigorosa lettura delle cose e del mondo che pretende di fare chiarezza su ciò che è giusto e ciò che non lo è, ma solo un individuo qualsiasi, uno di quei tanti uomini qualunque, travolti in silenzio dal corso della storia. A ben pensarci, Alonso Quijano è proprio questo, e proprio questo non sono altro che Emma Bovary, Fabrizio Del Dongo, Rodion RomanoviÄ? Raskolnikov, Jean Valjant e tanti altri. Individui piccoli, meschini, deboli e talvolta grandi, che iniziano ad emergere dalla massa e a rivendicare i propri spazi, proprio come fa, non da meno, il simpatico Sancho, che nonostante i momenti di scoramento, continua a seguire la folle visione del suo signore, convinto anch’egli che in qualche parte del mondo, esista realmente un pizzico di giustizia e che molto probabilmente, l’unica strada possibile per perseguirla, si componga di un folle azzardo. “continuaâ€?‌
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Libri
4 luglio 2015
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0 0 0 † X A cura dell' don Vincenzo Avallone 0 # 0 > &
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Il bambino terribile e la scuola Riflessioni tratte dal libro di Bernard Aucouturier
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Bernard Aucouturier lâ&#x20AC;&#x2122;ideatore della Pratica psicomotoria educativa e preventiva e della Pratica di aiuto psicomotorio, che valorizzano nel bambino lâ&#x20AC;&#x2122;integrazione delle componenti emotive, intellettive e corporee. Ă&#x2C6; presidente-fondatore dellâ&#x20AC;&#x2122;Association EuropĂŠenne des Ă&#x2030;coles de Formation Ă la Pratique Psychomotrice e dellâ&#x20AC;&#x2122;Ă&#x2030;cole Internationale Aucouturier.
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Liturgia 4 luglio 2015
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COMMENTO AL VANGELO
Domenica 5 luglio 2015
Percorreva i villaggi insegnando S
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* % A cura di % don Cristian Solmonese & 3 0 6 3 0 0 / 00
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VANGELO VISSUTO
Come il ďŹ gliuol prodigo Cosa fare se il proprio ďŹ glio minorenne sparisce di casa per una settimana senza permesso e senza dare notizie di sĂŠ? La testimonianza di due genitori, dal Vangelo del giorno
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6 A cura di Â&#x2021; = 00 Oreste
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Ecclesia
4 luglio 2015
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Le
ferite
della famiglia
No, alla tentazione di fuggire dalla sofferenza
E
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ellâ&#x20AC;&#x2122;udienza generale del 24 giugno scorso papa Francesco approfondisce la tematica delle ferite che si possono avere nelle famiglie. Coloro che soffrono di piĂš, per le incomprensioni e A cura dell' Ordine a volte per le violenze degli adulti, sono i bambini, i piĂš deboli Francescano * 4
+ Secolare grande fede per scavalcare ogni ostacolo, ma soprattutto per di Forio accostare le persone sofferenti con misericordia. San Francesco dâ&#x20AC;&#x2122;Assisi aveva molto a cuore la tematica della famiglia, tutto ciò che lo circondava era famiglia e casa, amava tutto ciò che Dio gli donava, dalle erbe del campo alle stelle del cielo, dagli animali, anche i piĂš feroci, alle persone di ogni categoria sociale che considerava suo 4 grande sofferenza quando le incomprensioni, la disobbedienza, lâ&#x20AC;&#x2122;orgoglio e la prepotenza, soprattutto dei suoi frati, davano scandalo a quelli che erano Â&#x2020; X= momento in cui Francesco, osservando o sentendo dire che i frati davano mal esempio nellâ&#x20AC;&#x2122;Ordine e che stavano scadendo dallâ&#x20AC;&#x2122;altezza del loro ideale di perfezione, angosciosamente ferito nel profondo del cuore, disse durante la pre Â&#x2020; ^ ~ & Â&#x2020; ^ + # [
00 3$ ne e vedi che altri non camminano per la strada che ti ho indicato? Dimmi
Â&#x2020; ¢ = 3 sospinge a entrarvi per fare penitenza? Chi dona la grazia di perseverare? / ¢ ~ & Â&#x2020; ^ * questa mia famiglia perchĂŠ eri letterato ed eloquente, al contrario perchĂŠ eri sprovveduto, in maniera che sappiate, tu e gli altri, che sono io a vigilare sul mio gregge. Ti ho innalzato in mezzo ai fratelli a guisa dâ&#x20AC;&#x2122;insegna, allo scopo che vedano e compiano a loro volta le opere che io realizzo in te. Coloro che camminano la mia strada, possiedono me e mi possiedono sempre piĂš. Â&#x20AC; i doni che sembrano avere. Pertanto ti dico di non avvilirti, ma di fare bene quello che fai e badare a compiere il tuo dovere, sapendo che ho piantato 3$ 3 amo talmente questa famiglia che, se qualche frate ritorna a malfare e muore { Â&#x2022; { ; # 3$ 00 { ~ Â?Â&#x2021;Â&#x2021; Â&#x2018;Â&#x2019;Â&#x161;Â&#x17E;Â&#x2014; ; # sia fasciata col balsamo della Sua Misericordia.
ssere ligi ai nostri doveri di fede, non vuol dire che Dio ci debba dare qualcosa, GesĂš disse: â&#x20AC;&#x153;â&#x20AC;Ś -Quando avrete fatto tutto quello che vi è stato ordinato, dite: - siamo A cura di Antonio servi inutili, abbiamo fatto quanto dovevamo fareâ&#x20AC;?(Lc Magaldi 17,10). Vi è un prezzo da pagare per la gioia e per la pace, che consiste nellâ&#x20AC;&#x2122;accettare la Croce e permettere 3 0 + * 00 scienza, che i doni della gioia e della pace sono dati a prezzo della morte di GesĂš e della Sua Risurrezione. Non sono effervescenze che vanno e vengono, sono doni permanenti, che si trovano nel piĂš profondo dei nostri cuori. Non vengono dati automaticamente, ma devono essere cercati e trovati da coloro che sono pronti a pagare un prezzo per ottenere tutto ciò che Dio ci offre perchĂŠ: â&#x20AC;&#x153;â&#x20AC;Ś il Regno dei Cieli soffre violenza e i violenti se ne impadronisconoâ&#x20AC;?(Mt. 11,12) Â&#x20AC; no ci esponiamo ad un grave pericolo, perchĂŠ essa può distruggerci, rovinare la nostra vita lasciandoci permanentemente nellâ&#x20AC;&#x2122;odio e nellâ&#x20AC;&#x2122;amarezza della vendetta, del comportamento criminale o della pazzia. â&#x20AC;&#x153;La strada del Calvario è la sola che termina in Paradiso: salitela con la vostra croce, voi benedettiâ&#x20AC;?(Card. Corrado Maffei arcivescovo di Pisa). â&#x20AC;&#x153;â&#x20AC;ŚLâ&#x20AC;&#x2122;acqua della sofferenza è come quella del mare: elevandosi al cielo, perde la sua amarezzaâ&#x20AC;?(P. Mariano conferenziere) Â&#x2039; 0 & % sua Passione e morte, nascondendoci in noi medesimi, umiliandoci giorno dopo giorno, offrendo le nostre sofferenze e le nostre pene. X* * = = | Â&#x2022; { 5 = | @ = > Â?+
+ 6 4 Â&#x2014; X| * # Â&#x2C6; + 5 Â&#x2C6; # Â&#x2C6; &
{ | = nerosamente unirti ai Miei sentimenti!â&#x20AC;? (29/04/65 GesĂš a Madre C. Venturella) â&#x20AC;&#x153;La piĂš certa prova dellâ&#x20AC;&#x2122;amore consiste nel patire per lâ&#x20AC;&#x2122;amato, e dopo che il Figliuolo di Dio patĂŹ per puro amore tanti dolori, non resta alcun dubbio che la Croce portata per Lui diviene amabile 3 > Â? 4 4 j & * Â&#x2019;Â&#x201D;Â&#x17E;Â&#x2014; Concludo con Papa Francesco: â&#x20AC;&#x153;â&#x20AC;Ś Chi sta sotto la Croce con Maria, impara ad amare come GesĂš. La Croce - è la certezza dellâ&#x20AC;&#x2122;Amore fedele di Dio per noi. La Croce di Cristo, invita anche a lasciarci contagiare da questo Amore, ci insegna a guardare sempre lâ&#x20AC;&#x2122;altro con Misericordia e Amore, soprattutto chi soffre, chi ha bisogno di aiutoâ&#x20AC;?(via Crucis con i giovani, Rio de Janero, 26 luglio 2013)
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Parrocchie 4 luglio 2015
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PARROCCHIA S.GIORGIO MARTIRE â&#x20AC;&#x201C; DECANATO DI BARANO SERRARA FONTANA
Anastasia: un dono! Moglie, mamma e catechista: pur trovandosi nella malattia, nellâ&#x20AC;&#x2122;umiltĂ si è sempre messa al servizio degli altri e in particolare della sua parrocchia. ra lâ&#x20AC;&#x2122;8 giugno quando la nostra cara Anastasia, allâ&#x20AC;&#x2122;etĂ di soli 47 anni, ha raggiunto il Padre. La comuA cura di nitĂ parrocchiale di Testaccio ha Anna Bruno vissuto un momento di profonda tristezza per la sua perdita, ma al contempo ha benedetto e lodato Dio per averle donato una persona di grande levatura spirituale come Anastasia. Quella sera sembrava quasi che anche il cielo piangesse la sua perdita ma, nonostante il maltempo, i suoi amici non si sono scoraggiati ed hanno partecipato numerosissimi alla sua festa di a-Dio. Anastasia era una moglie, una mamma ed anche una catechista; pur trovandosi nella malattia, nellâ&#x20AC;&#x2122;umiltĂ si è sempre messa al servizio degli altri e in particolare della sua parrocchia. Durante la sua dura battaglia, durata otto lunghi anni, Anastasia ha portato la sua croce con serenitĂ , senza mai un lamento, mai maledizioni, solo â&#x20AC;&#x153;sia fatta la Sua volontĂ â&#x20AC;?. E non era solo un modo di dire, o semplicemente un modo per esorcizzare la paura della morte: lei era veramente pronta ad accettare ogni cosa. Mai ha fatto pesare il suo stato a chi le stava accanto: dalle sue labbra uscivano solo paro-
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le di gioia e di conforto e, anche nel dolore, il suo viso offriva sempre il sorriso. Se qualcuno le chiedeva perchĂŠ il suo Dio non le faceva il miracolo della guarigione, Anastasia era solita sorridere e rispondere: â&#x20AC;&#x153;ogni giorno per me è un miracolo, io sono un miracolo ogni giorno che passaâ&#x20AC;?. Inoltre, sapendo che il suo tempo era scritto, ripeteva sempre che per lei lâ&#x20AC;&#x2122;importante non era la quantitĂ , ma la qualitĂ : costruire rapporti fondati sullâ&#x20AC;&#x2122;amicizia vera, donare amore incondizionato ed attento ad i suoi bambini ed alla sua famiglia, trasmettere a tutti lâ&#x20AC;&#x2122;amore di Dio, che lei aveva incontrato davvero. Con luciditĂ , tranquillitĂ e pace, Anastasia ha predisposto ogni dettaglio del suo incontro con GesĂš, del suo passaggio dalla vita terrena a quella eterna. Letture di consolazione e canti di festa hanno colorato il giorno del suo ultimo saluto e, il parroco Don Carlo Busiello, durante lâ&#x20AC;&#x2122;omelia, si è rivolto a lei con affetto e stima, dipingendo di lei un ritratto fedele, e ricordando a tutti che, per essere Santi, non câ&#x20AC;&#x2122;è bisogno di essere innalzati agli onori degli altari, o di avere un posto sul calendario. Anastasia era la prova vivente che si può essere Santi anche oggi, nel quotidiano. Tutti sappiamo e possiamo ricono-
scere, infatti, che la vita di Anastasia ha profumato di santitĂ . X6 5 > diceva, e manifestava a tutti che il suo desiderio piĂš grande era quello di guadagnarsi un posticino, anche in piedi, accanto a GesĂš. Anastasia ha dato esempio di fede forte ed in 0 3 quillizzando tutti: la guardavi e leggevi sul suo viso accettazione e pace. Ora che siamo sicuri del tuo posticino accanto a GesĂš, cara Anastasia, noi vogliamo ringraziarti perchĂŠ in questo tempo ci hai insegnato, con poche parole e molti fatti che, camminando nella Parola di Dio, si può superare qualsiasi ostacolo: lâ&#x20AC;&#x2122;importante è avere sempre chiara la meta da raggiungere.
PARROCCHIA S.MARIA DELLE GRAZIE â&#x20AC;&#x201C; DECANATO DI CASAMICCIOLA TERME LACCO AMENO
Auguri al nostro vice parroco
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ome fedeli della parrocchia di Lacco Ameno dobbiamo rivolgere la nostra grande riconoscenza per A cura di tutto il tempo che don Gianfranco Mena Alvi ci ha dedicato. Le sue giornate con noi sono sempre state ricche di amore. Ricordo ancora quando ci racconta del suo passato da idraulico: tutti ricorrevano a lui, sempre disponibile. Quanti rubinetti e impianti ha ri & 3 getto di metter su famiglia con tanti bambiniâ&#x20AC;Ś poi ci fu la chiamata di Dio. Numerose sono le iniziative che tuttora porta avanti in Parrocchia insieme al parroco don Gioacchino. Entrambi gareggiano e promuovono sempre progetti utili per la collettivitĂ . Câ&#x20AC;&#x2122;è una forte unitĂ fra di loro che sembra quasi che si conoscessero da sempre, anche se è solo un anno che collaborano insieme qui a Lacco Ameno.
Siamo riconoscenti a Dio per tutto quello che fa don Gianfranco fra di noi. Preziosi sono i suoi consigli sulla famiglia e sulla vita della coppia. Una volta ha detto che â&#x20AC;&#x153;nel mondo comunque câ&#x20AC;&#x2122;è una voglia di famiglia, un desiderio di amore duraturo che tocca tanti giovaniâ&#x20AC;?, i giovani che Don Gianfranco ama seguire a tempo pieno, perchĂŠ la crisi della famiglia tocca proprio loro, ed hanno bisogno di cure spirituali per essere In occasione del suo anniversario don Gianfranco si è ricordato quando un anno fa al Piazzale delle Alghe di Ischia Ponte è stato ordinato sacerdote insieme allâ&#x20AC;&#x2122; amico fraterno don Marco Dâ&#x20AC;&#x2122;Orio. Ha detto che â&#x20AC;&#x153;lo Spirito Santo agisce e ci trasforma! Non correre dietro a nessuno se non a GesĂš, perchĂŠ Lui solo ci può cambiare. Lui che curò il lebbroso - ha commentato - ma non di una cura sanitaria, ma del cuore. Chi ha
incontrato Dio ha immediatamente sperimentato una forza trasformatrice e si è ritrovato un cuore pieno di bontà , pertanto dobbiamo
3 # nel momento della prova, comunichiamo con GesĂš. Anche la malattia va vissuta con fedeâ&#x20AC;? e, a proposito di malattia, ha ricordato che sua madre vive la sua malattia nella potente azione dello Spirito Santo. Al termine della santa Messa ci siamo recati nel piazzale antistante la Chiesa per un momento di fraternitĂ e festeggiare lâ&#x20AC;&#x2122;apertura del nuovo Centro Pastorale Parrocchiale fortemente voluto dai 2 parroci. Auguri Don Gianfranco ! Ogni tuo gesto , ogni tua parola, ogni tua omelia sono state espressione del tuo â&#x20AC;&#x153;SĂŹâ&#x20AC;? a Dio. La Madonna delle Grazie che noi festeggiamo ti possa accompagnare e benedire per tutto quello che farai ancora per noi. Grazie Signore perchĂŠ ce lo hai donato!
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Racconti Inediti
4 luglio 2015
kaire@chiesaischia.it
Mi chiamo
OSCAR Continuo dal numero precedente
ercepivo solo dei sibili indistinti intorno a me e una sensazione di caldo senza nessun collegamento Racconti di Franco le. Non sapevo dovâ&#x20AC;&#x2122;ero ne vedevo Mattera niente. Avevo una qualche perce
da un torpore non voluto che pre ; / chi ero e ciò mi procurava un senso di ango *
mento. Non so ancora per quanto tempo sono 0 Oggi la realizzo come una sorta di morte anti ] [ 0 0 5 3 al mondo sensibile. Ho continuato a percepire 3 0 nello stesso sonno implacabile. Poi man mano
5 del mondo circostante. Il buio tuttavia non mi
00 5 Â&#x2020;
stato o ero io in quel momento. Ancora non # | in cui vivevo. Oggi posso dire tutto questo per della mia vicenda e del tempo trascorso prima del mio ritorno nel mondo dei vivi. 63
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venza. &3 0 5 6 luce però continuava ad essermi estranea. Non #
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& 35 mento in cui anche noi medici abbiamo avuto
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Â&#x2C6; Â&#x2C6; Â&#x2C6; bisce di crederci ancora. Anche se la scienza in Â&#x2C6; > Ora avvertivo come delle eco che mi giungevano da piĂš direzioni e colpivano qualche parte di 0 / #
Continuaâ&#x20AC;Ś
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