Kaire n 40

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Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia

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LA VOCE DI PIETRO Riprendono le preghiere del Vescovo con i giovani in Cattedrale

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TERZO SETTORE Si inaugura il Centro Giuseppe Natale un nuovo spazio per i disabili

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FAMIGLIE Intervista al card. Baldisseri, segretario generale del Sinodo

San Francesco la meravigliosa invenzione di Dio A cura de Ordine Francescano Secolare di Forio

Da oltre ottocento anni San Francesco d’Assisi è ricordato come un esempio di santitĂ sempre attuale. Ma come della sua vita dall’alta gerarchia ecclesiastica oltre che dal popolo, il quale lo riteneva padre e fratello di sublime santitĂ ? Il cardinale vescovo di Ostia Ugolino aveva conosciuto e ammirato in vita le virtĂš del santo, riuscendo ad ottenere per lui l’approvazione della Regola dell’Ordine francescano nascente da Papa Onorio III. Quando il cardinale salĂŹ

1227 col nome di papa Gregorio IX, non perse tempo per canonizzare il prima possibile San Francesco che era morto il 3 ottobre 1226. Ciò avvenne il 16 luglio 1228 ad Assisi; tre giorni dopo pubblicò la Bolla di canonizzazione ÂŤ Mira circa nos Âť, inviata a tutti i prelati invitandoli a celebrare la memoria di San Francesco il 4 ottobre di ogni anno. Nella Bolla c’è un susseguirsi di immagini bibliche che si accavallano, mettendo in risalto Continua a pagina 2

ANNO 1 | NUMERO 40

â‚Ź 1,00

4 OTTOBRE 2014

Accendi una luce in famiglia Il 4 ottobre con Francesco, luci accese alle ďŹ nestre per pregare per il Sinodo sulla famiglia

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GEMELLAGGIO Serrara Pontedera: un legame in ricordo del Servo di Dio Salvo D’Acquisto VITA IN DIOCESI L’ingresso ufďŹ ciale dei Padri Vincenziani in Diocesi KAIRE TERRITORIO Un passeggiata in Pineta alla scoperta della natura che ci circonda TRADIZIONI La baia di Sant’Angelo festeggia San Michele Arcangelo


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IN PRIMO PIANO

L’EDITORIALE DEL DIRETTORE

San Francesco

Articolo 18? Formiamo prima i datori di lavoro

la meravigliosa invenzione di Dio

n questi giorni abbiamo sentito tanto parlare 18 A cura di dell’articolo Lorenzo Russo che tocca il mondirettore do del lavoro. del Kaire Forse però conviene che si faccia un passo indietro e che si incominci a rispettare innanzitutto il lavoratore e porlo al centro del problema. Per fare questo però bisogna cercare di sensibilizzare gli imprenditori, i datori di lavo propri dipendenti hanno il diritto di costruirsi un futuro. Sull’articolo 18 ha parlato qualche giorno fa anche il segretario generale della Cei monsignor Nunzio Galantino in occasione di un’iniziativa alla Camera dei Deputati per i 75 anni della proclamazione di san Francesco patrono d’Italia. ÂŤL’articolo 18 riguarda il mondo del lavoro, i lavoratori, ed essendo un tema straordinariamente importante ritengo non lo si possa affrontare sventolando bandiere, attraverso la contrapposizione, trebbe consegnarci, se solo frut-

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to di compromesso, soluzioni a mezz’aria che non sono quelle che servono all’Italia, ai giovani, ai lavoratori. Galantino ha continuato: Il datore di lavoro dev’essere prima di tutto una persona leale, che ama il bene comune, che rispetta davvero gli altri e la loro storia. io penso che non esistano regole o leggi che tengano. Ma vi siete resi conto – ha poi chiesto il vescovo – di quanti datori di lavoro, per licenziare al di là o al di fuori dell’articolo 18, si inventano fallimenti per mettere sulla strada la gente?

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che siano veramente persone mo $ questa gente troverĂ il modo purtroppo di mettere sotto i piedi la %$ la mente del datore di lavoro: possiamo realizzare qualsiasi legge a tutela dei lavoratori, ma se non cambia la mentalitĂ , troppo legata al ‘dio denaro’, non usciamo da questa crisi.

ANNIVERSARIO DI SACERDOZIO Il 7 ottobre don Giuseppe Nicolella compirà 8 anni di sacerdozio. Parroco di S.Antonio Abate nel decanato di Ischia è stato ordinato sacerdote nel 2006 dal Vescovo Filippo Strofaldi. La redazione di Kaire augura a don Giuseppe ogni bene, soprattutto la ricchezza spirituale, dono di Dio.

Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia Proprietario ed editore COOPERATIVA SOCIALE KAIROS ONLUS

Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia Codice ďŹ scale e P.Iva: 04243591213 Rea CCIAA 680555 - Prefettura di Napoli nr.11219 del 05/03/2003 Albo Nazionale SocietĂ Cooperative Nr.A715936 del 24/03/05 Sezione Cooperative a MutualitĂ Prevalente Categoria Cooperative Sociali Tel. 0813334228 Fax 081981342 info@kairosonline.it pec: posta.kairos@pec.it Registrazione al Tribunale di Napoli con il n. 8 del 07/02/ 2014

Continua da pagina 1 l’entusiasmo del Papa nel descrive & " ' Signore, che mentre distruggeva la terra con l’acqua del diluvio, guidò il giusto mediante una misera arca, non lasciando che la verga dei peccatori gravasse sopra la sorte dei giusti, nell’ora undecima suscitò il suo servo il beato Francesco, uomo veramente secondo il suo cuore, lampada invero disprezzata nei pensieri dei ricchi, ma preparata per il tempo stabilito, riman ( estirpasse le spine e i rovi, dopo aver annientato i Filistei che l’assaltavano, illuminando la patria, e la riconciliasse con Dio ammonen # $ ' ascoltando la voce dell’amico che l’invitava dall’intimo del cuore, s’alzò senza indugio, spezzò i legami del mondo pieno di lusinghe, come un altro Sansone prevenuto dalla grazia divina e, ripieno dello Spirito di fervore, presa una mandibola d’asino, con una predicazione fatta di semplicitĂ , non adorna dei colori della persuasiva sapienza umana, bensĂŹ della potente forza di Dio, che sceglie le cose deboli del mondo per confondere le forti, travolse non soltanto mille, ma molte migliaia di Filistei, col favore di Colui che tocca i monti e li fa fumare, e

Direttore responsabile: Dott. Lorenzo Russo direttorekaire@chiesaischia.it @russolorenzo

ridusse in servitĂš dello spirito coloro che prima servivano alle immondezze della carne. ‌ Questi imitò gli esempi del nostro padre Abramo, uscendo spiritualmente dalla sua terra e dalla sua parentela e dalla casa di suo padre, per recarsi nella terra che il Signore gli aveva mostrato con la sua divina ispirazione. ‌ Abbattendo anche i vizi, ingaggiò virilmente battaglia contro il mondo, la carne e le potestĂ celesti; e rinunciando alla moglie, alla casa di campagna e ai buoi, ‌ con Giacobbe sorse al comando del Signore e, ricevuta la grazia dello Spirito settiforme, assistito dalle otto beatitudini evangeliche, ascese attraverso i quindici gradini delle virtĂš, ‌ la casa del Signore ‌ . Pertanto, superato che ebbe sulla terra il triplice nemico, fece violenza al regno dei cieli ‌; e dopo le numerose battaglie di questa vita, trionfando del mondo, ritornò al Signore, precedendo molti dotati di scienza, lui che era senza scien# $ ) (FF 2720) Il processo di canoniz# # / & uno dei piĂš rapidi della storia della Chiesa cattolica. A cura dell’Ordine Francescano Secolare di Forio

Redazione: Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia kaire@chiesaischia.it | @chiesaischia facebook.com/chiesaischia @lagnesepietro

Direttore UfďŹ cio Diocesano di Ischia per le Comunicazioni Sociali: TipograďŹ a: Centro Offset Meridionale Don Carlo Candido srl Via Nuova Poggioreale nr.7 - 80100 direttoreucs@chiesaischia.it Napoli (NA) Progettazione e impaginazione: Gaetano Patalano per Cooperativa Sociale Kairos Onlus

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enerdÏ 26 settembre è ripresa la bella esperienza della A cura di Preghiera Giovani Francesco in Cattedrale col VeSchiano scovo. Mons. Lagnese ha riproposto ancora una ( 9

# ne dei ragazzi e giovani presenti una Parola che è sempre viva ed attuale e che ridona forza e vigore alla loro vita. Immaginiamo che oggi sia GesÚ stesso a domandarci: come stai? A volte facciamo

no a mano tirato. Il brano del Vangelo ascoltato è stato quello del prologo del Vangelo di Marco, mentre la canzone proposta è stata DANNATE NUVOLE di Vasco Rossi: !" # $ % !

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LA VOCE DI PIETRO

GesÚ Cristo è la bella notizia!

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SEGUIAMO FRANCESCO

SAN PIETRO 4 OTTOBRE

Preghiera alla Santa Famiglia di Papa Francesco GesĂš, Maria e Giuseppe, in voi contempliamo lo splendore dell’amore vero, a voi con ďŹ ducia ci rivolgiamo. Santa Famiglia di Nazareth, rendi anche le nostre famiglie luoghi di comunione e cenacoli di preghiera, autentiche scuole del Vangelo e piccole Chiese domestiche. Santa Famiglia di Nazareth, mai piĂš nelle famiglie si faccia esperienza di violenza, chiusura e divisione: chiunque è stato ferito o scandalizzato conosca presto consolazione e guarigione. Santa Famiglia di Nazareth, il prossimo Sinodo dei Vescovi possa ridestare in tutti la consapevolezza del carattere sacro e inviolabile della famiglia, la sua bellezza nel progetto di Dio. GesĂš, Maria e Giuseppe, ascoltate, esaudite la nostra supplica. Amen.

La preghiera del Papa per la famiglia L

a Chiesa italiana si stringerĂ attorno a papa Francesco in un momento particolare di preghiera A cura della per la famiglia. L’appuntamento è Redazione <

= lennità di san Francesco d’Assi ! > @H ## / $ '

J 9 J ( $ K ( ( III Assemblea Generale straordinaria del Sinodo dei vescovi J Roma dal 5 al 19 ottobre J 9

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= liana ha invitato il popolo di Dio a prendere parte a un momento 9 = minerà nell’intervento / %$ K = #

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nota Cei con cui ne è

# Y = tende manifestare l’at # W italiana attorno a una tematica tanto decisiva quale quella della fami (

societĂ e della stessa

J %$ Di qui ÂŤla volontĂ di accompagnare i lavori Z = ( /

/ %$ L’evento - al quale par = dri sinodali - sarà ripreso dal Ctv e trasmesso in diretta da Tv2000 e dalle altre televisioni cattoliche. Ma anche coloro che non potranno ritrovarsi a Roma vi

potranno in qualche modo partecipare attivamente. Ăˆ prevista anche una seconda modalitĂ

“accendi una luce in famigliaâ€?. L’invito in pratica è quello

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o comunitaria in gruppi parrocchiali o diocesa ( /

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J Carisma che è quello dell’unitĂ . – afferma Maria j ` ( & = Dal sinodo dei Vescovi sulla famiglia ci aspettiamo che le famiglie possano testimoniare che Z ( = pertura alla vita. Nel nostro movimento ci sono tante famiglie che lo testimoniano quotidianamente ed è il messaggio che vorremmo partisse / $ w x Z ( ( Y

J % H al mondo della scuola. L’appuntamento è per Z#

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J %$ YZ un momento di preghiera che è un momento di unità - spiega Francesco Belletti del Forum # =$ = # ##

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TERZO SETTORE

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LA CASA DEI SORRISI MercoledĂŹ 8 ottobre alle ore 17.00 Mons. Pietro Lagnese, Vescovo di Ischia, benedirĂ il

Centro Giuseppe Natale

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iacomo, giĂ adolescente ha sperimentato piĂš contesti di cura e riabilitazione, infatti molti lo A cura della conoscono e qualche ospite e Dott.ssa qualche genitore lo teme. Ciò Carmela che colpisce subito di lui è il De Blasio Psicologa sorriso e la carica emozionale, psicoterapeuta dalla quale decidiamo di farci coordinatrice coinvolgere. A Giacomo basta del centro un giorno di frequenza al cenGiuseppe Natale tro per capire che da noi è il luogo giusto per il suo mondo che viene valorizzato a tal punto da diventare il “motore emotivoâ€? per gli altri ospiti: sollecita interventi, giochi e risate cosi che “colui che cerca l’altro che ha timoreâ€? diventa l’ospite piĂš ricercato per giocare perchĂŠ, come commentava un giorno un altro ospite che lo conosce giĂ da anni “in questo centro Giacomo è diverso, non so perchĂŠ ...forse è questo luogo!!â€? Anna, un po’ piĂš grande ci mette subito in gran movimento, perchĂŠ con lei qualsiasi previsione fallisce, è una scoperta continua. Il confronto che avviene regolarmente tra operatori nel lavoro d’equipe diventa il nostro punto di arrivo per una nuova partenza nel lavoro con lei. Ci facciamo condurre, prende a turno il nostro braccio consegnandoci la sua passione, la cucina, che diventa poi un “laboratorio atelier “che coinvolge attivamente il resto del gruppo. Oggi Anna arriva al nostro centro ed ha bisogno di abbracciarci, uno ad uno, ospiti ed operatori: noi ci siamo stati, lei ci può stare. Ăˆ questo il clima che si respira nel Centro Giuseppe Natale, che la cooperativa sociale Asat Ischia, inaugurerĂ mercoledĂŹ 8 ottobre alle ore 17.00 insieme agli ospiti della casa dei sorrisi, le loro famiglie, con la presenza del nostro Vescovo Mons Pietro Lagnese e delle istituzioni. E’ uno spazio pensato per la crescita e l’integrazione di diversamente abili, adulti e minori, che favorisce le potenzialitĂ del disabile sul piano cognitivo, relazionale e sociale attraverso attivitĂ laboratoriali educative, espressive, formative e di inserimento occupazionale. Da noi ciascun ospite, in un ambiente sicuro, può trovare un proprio posto e impegnarsi in un programma di esistenza fondato sul proprio desiderio. Da qui si parte. L’equipe del centro, costituita da psicologi, educatori, animatori,

a s a c a L i s i r r o s dei pedagogisti, asa, oss, sociologi e assistenti sociali si impegna a creare un’offerta a partire da una domanda, quella dell’ospite, che in modo speciale, se ben ascoltato nel sua singolarità , sa comunicarci i tempi, i luoghi e le modalità per la sua crescita. Da noi non si scelgono attività prestabilite, si creano opportunità a partire da una domanda. CosÏ costruiamo un progetto individualizzato che prevede la valorizzazione # potenzialità della famiglia e del contesto. Punti cardini del lavoro sono gli atelier – laboratori, gli incontri con la famiglia e le riunioni di Êquipe, sui quali ha portato l’attenzione il dott. Massimo Raccagni psicologo psicoterapeuta con esperienza decennale come coordinatore di centri per la disabilità nella zona di Milano. La coop Asat ha offerto ai suoi operatori un corso di formazione intensivo condotto dal dottor M. Raccagni che, presso il centro diurno Giuseppe }

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attraverso contenuti fondamentali per il nostro lavoro, ha contribuito alla crescita personale di ciascun operatore cogliendone, tanto da complimentarsi vivamente, la forte dedizione e affezione alla causa.

Centro Giuseppe Natale Via Monte Tabor (alle spalle del campo sportivo) Casamicciola Terme Telefono ďŹ sso 081 333 42 28 Numero Verde 800 913 449 Cellulare 393 932 3616 Mail cooperativa.asat@tiscali.it Facebook Centro Giuseppe Natale

Via delle Terme 76/R 80077 Ischia Na tel. 081 981342 cooperativa.asat@tiscali.it


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FAMIGLIE

VERSO IL SINODO

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rmai ci siamo per l’apertura della III assemblea generale straIntervista ordinaria del Sinodo a cura di dei vescovi, sul tema Vincenzo K = Corrado la famiglia nel contesto dell’evangelizzazioneâ€? (Vaticano, 5-19 ottobre 2014). Per il 4 ottobre la Chiesa italiana ha organizzato un incontro di preghiera in piazza San Pietro dalle ore 18 alle 19.30. Questi mesi preparatori sono stati ricchi di dibattiti e approfondimenti. Come ovvio, non sono interventi critici. Facciamo il punto con il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo dei vescovi. Eminenza, questi mesi sono stati accompagnati da tanti pio la comunione ai divorziati. Come si preannuncia questo importante evento ecclesiale? starsi? â€œĂˆ necessario avere animo sereno, ponderazione e calma. Capisco che gli animi si accendono alla vigilia dell’evento specialmente su certi argomenti che i media enfatizzano, a cui alcuni ecclesiastici che esprimere le proprie opinioni è positivo, basta che lo si faccia con civiltĂ e senso costruttivo. Se si vuole dare risposte adeguate, necessita costruirle nel confronto e nella buona volontĂ di fare passi in avanti per trovare vie di soluzione nella veritĂ e nella caritĂ . Io mi domando perchĂŠ non parlare anche della poligamia, dei matrimoni combinati, dei matrimoni misti, delle povertĂ di ogni tipo che creano spesso le condizioni per separazioni, divorzi, fallimenti? Questi e molti altri saranno i temi discussi nel Sinodo, e soprattutto quello di trovare il linguaggio giusto per trasmettere ai giovani la bellezza del Vangelo della famiglia. Spero se ne aiuto ai padri sinodali nella loro ri9

J creare un’opinione pubblica di ampio respiro, con orizzonti vasti, una visione mondiale della famiglia�. In questi giorni sono spesso

sericordia�, “perdono�, “non pensiero. Cosa si sente di dire a

Parleremo di famiglia senza paure e sospetti

guarda con ansia e speranza a questo appuntamento? “Che tutto questo non è e non deve considerarsi un mezzo per creare confusione. Non è affatto cosĂŹ. Quando si dibatte e si discute su certi temi, anche sensibili, lo scopo è mettere sul tappeto lo stesso tema e lasciare che ciascuno opini e si esprima secondo le sue conoscenze e convinzioni. Ăˆ stato ripetuto sovente che l’insegnamento della Chiesa su matrimonio e famiglia si trova affermato

magisteriali. La misericordia e il perdono sono centrali nella dottrina della Chiesa e sono spesso richiamati da Papa Francesco come una veritĂ che deve accompagnare in tutte le circostanze e i contesti la vita dell’uomo. Il ‘non possumus’

e la ‘oikonomia’ sono affermazioni e concetti che fanno parte del dibattito e pongono questioni serie degne di attenzione e di rispetto e 9

= dire la materia�.

Ăˆ importante esprimersi, senza paure e sospetti. La fede è vissuta e s’incarna in persone concrete. Discussione aperta e confronto

tivamente cosĂŹ? “Papa Francesco in numerose occasioni ha detto e ha fatto capire che è importante esprimersi, senza paure e sospetti. La fede è vissuta

e s’incarna in persone concrete; lo sforzo della Chiesa e degli operatori pastorali è porgerla nella sua interezza alla portata della gente, con semplicitĂ e onestĂ . Il sentirsi liberi di esprimere quello a cui si crede o quello di cui si dubita mostra la qualitĂ dell’uomo che lo distingue da altre creature e lo fa responsabile davanti a Dio e agli uomini. La discussione, allora, nel Sinodo sarĂ aperta, vi sarĂ confronto e i partecipanti, nelle diverse loro funzioni, sono chiamati a far primeggiare non il proprio interesse o punto di vista, ma a cercare la veritĂ che non è un concetto astratto, frutto # = ologica, ma la persona di Cristo, Uomo-Dio, uomo storico e Figlio del Padre: ‘Io sono la via, la veritĂ e la vita’. Da lĂŹ bisogna partire.


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FAMIGLIE

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Il cardinale Lorenzo Baldisseri, segretario generale del Sinodo, a proposito del dibattito sulla comunione ai divorziati : “Io mi domando perchĂŠ non parlare anche della poligamia, dei matrimoni combinati, dei matrimoni misti, delle povertĂ di ogni tipo che creano spesso le condizioni per separazioni, divorzi, fallimenti?â€?. Occorre “trasmettere ai giovani la bellezza del Vangelo della famigliaâ€?

Il primo evangelizzatore è stato GesĂš che è sceso nelle strade e si è fatto conoscere con la parola e testimonianza di vitaâ€?. L’assemblea non si chiuderĂ a ottobre ma, con una decisione senza precedenti, verrĂ protratta in successive tappe. Come se si volesse sottolineare che la sinodalitĂ non accelera le decisioni ma le fa maturare. â€œĂˆ proprio cosĂŹ! La decisione del / ( J

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= verso il lavoro di solitari, da piccoli

ma attraverso il coinvolgimento [ $ K = J ( =

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può anticiparci qualcosa? [ ( J =

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dal calendario del Sinodo saranno # ( ( $ Come si concluderĂ questo Sinodo? Ci sarĂ un documento

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PARROCCHIE

PARROCCHIA DI SAN MICHELE ARCANGELO FORIO

Visita del Vescovo Lagnese nella comunitĂ parrocchiale di San Michele Arcangelo a Forio

Dio ricomincia da te e con te

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omenica 28 settembre il nostro Vescovo Pietro ha visitato la ComunitĂ Parrocchiale di San Michele ArcanA cura di gelo in Forio (loc.Monterone), alla Francesco Vigilia della Festa del Santo protetSchiano tore, celebrando l’Eucarestia nella Chiesina delle Rose, nella liturgia della XXVI Domenica del Tempo Ordinario, accolto dal Parroco don Pasquale Sferratore e da tutta la ComunitĂ riunita in preghiera. Il Vescovo ha invitato tutti sin dall’inizio della Celebrazione, a pregare in modo particolare per il prossimo Sinodo dei Vescovi dal 5 al 19 ottobre, incentrato sul tema della Famiglia. Nell’omelia mons. Lagnese ha invitato a cercare ancora una volta nella Parola di Dio, quella “buona notiziaâ€? che siamo chiamati a portare con noi come dono di cui far tesoro ogni giorno: Sono qui per unirmi alla preghiera di questa ComunitĂ che celebra la Festa di San Michele Arcangelo, per gli ebrei era charissimo ma oggi anche per noi dopo l’evento del Concilio Vaticano II, che pregare è anzitutto ascoltare, quindi non tanto parlare noi, dire noi al Signore questo o quello che ci serve o di cui abbiamo bisogno ma soprattutto ascoltare Dio che mi parla perchĂŠ mi vuole

)

* persona subito viene meno il dialogo, ci limitiamo alle parole essenziali di cui non possiamo fare a meno, ma poi se è possibile non si parla piĂš: “Io non con lui non parlo piĂš!â€?. Che Dio non lo permetta mai questo perchĂŠ sarebbe un uccidere la Comunione, uccidere un rapporto, e senza la Comunione con gli altri neanche quella con Dio è vera. Venendo alla Parola di oggi ci accorgiamo che essa contiene innanzitutto una “bella notiziaâ€?: è un esercizio bello quello di andare a cercare nella Parola del giorno la “bella notiziaâ€? che c’è. Quella di oggi è che Dio è pronto con te a ricominciare., Dio è pronto con te ad iniziare una vita nuova. Lo abbiamo ascoltato sia nella I lettura che nel brano del

Vangelo. Il Signore non tiene conto, se torniamo a lui con cuore pentito, del nostro peccato che potrebbe risultare come una palla al piede o una zavorra con cui fare i conti per tutta la vita. No, dice il Signore: tu puoi ricominciare e io non ricorderò piĂš i peccati della tua giovinezza. Questa è la bella notizia di oggi: Dio mi dĂ la possibilitĂ di voltare pagina e di vivere una vita nuova perchĂŠ lui è venuto per prendere su di sĂŠ il nostro peccato. E’ quello che GesĂš fa con noi anche nella Messa: prende lui il nostro peccato e ci dice: coraggio, ricomincia, io sono con te! Il peccato è una cosa terribilmente seria, distrugge, uccide, e non è cosa da nulla come spesso riteniamo quando ci andiamo a confessare; il peccato è la grande tragedia del mondo, logora, rovina! Ma per questo il Padre vuole salvarci, per questo ha mandato suo Figlio per noi. Sappiamo bene 3 ! < /# il peccato sta proprio nel ritenerci noi stessi il Dio della nostra vita, decidendo cosa è buono e cosa no. Michele ci dice con la sua vita e il suo ministero di Principe delle Milizie celesti che combatte contro l’antico nemico, che se davvero daremo il primo posto a Dio noi potremo

vincere il male nella nostra vita e vivere una vita bella giĂ su questa terra Preghiamo perchĂŠ la vostra sia una ComunitĂ che ascolta, che si nutre della Parola di Dio per trovare in essa la luce e la forza per vivere quella vita nuova che GesĂš desidera per ciascuno di noi. Al termine della S.Messa mons. Lagnese ha invitato ancora una volta tutti a pregare per il Sinodo dei Vescovi chiedendo di recitare spesso la preghiera composta dal Papa alla Santa Famiglia di Nazareth e accendendo un lume in casa o sul <

Francesco si riunirà a pregare a S.Pietro con e per tutte le famiglie del mondo e per l’evento sinodale. Il Vescovo Pietro ha anche chiesto a tutti di accompagnare con la preghiera il prossimo W ( [ \ † ‡ !

] = chè la nostra Diocesi “faccia vera esperienza di Chiesa e si apra alle indicazioni dello Spirito che attraverso Papa Francesco ci chiama ad uscire per una vera conversione missionariaâ€?. Foto di Giuseppe Cigliano

PRESIDENZA COMMISSIONE DI ZARO Chiunque possa fornire notizie utili in merito ai presunti fatti, può contattare il Presidente della Commissione telefonando al numero

081 991242

Nei giorni di lunedĂŹ e sabato dalle ore 10 alle ore 12

oppure si può inviare una mail al seguente indirizzo: commissionezaro@chiesaischia.it


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GEMELLAGGIO

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Serrara – Pontedera

Il gemellaggio dell’unità C

120 rappresentanti del comune toscano in visita ad Ischia in occasione del gemellaggio, in ricordo del servo di Dio Salvo D’Acquisto

ome è consuetudine, anche quest’anno c’è stata la manifestazione in memoria del gemellaggio tra A cura di i comuni di Serrara Fontana e PonAntonella tedera. Pontedera, provincia di Pisa, Iacono è la cittĂ che ha dato i natali al Presidente della Repubblica Giovanni Granchi e dove negli stabilimenti Piaggio, con la “Vespaâ€? si costituisce anche l’Ape, mezzo piĂš diffuso sull’isola. L’Ape (il tre ruote) è nato sull’isola d’Ischia e precisamente a Casamicciola Terme, quando negli anni ‘50 il signor Piaggio si trovava in villeggiatura ad Ischia presso “Rizzoliâ€? a Lacco Ameno. Un casamicciolese, sapendo della sua presenza sull’isola, decise di togliere i cavalli d’avanti alla sua carrozza e ci mise la “Vespaâ€?. Con questo nuovo veicolo se ˆ = vanti al signor Piaggio ed ironicamente gli disse “Vi piace questa idea?â€?, egli rispose “Me la vuoi vendere?â€? e l’ideatore prontamente replicò “E’ vostra!â€?, e cosĂŹ questo nuovo mezzo di trasporto entrò a far parte della famiglia Piaggio. L’atto di gemellaggio è stato promosso in occasione del 50° anno della nascita della “Vespaâ€? dall’Associazione Nazionale dei Carabinieri di Pontedera, con il suo Presidente Antonio Mattera Ricigliano, nativo di Serrara Fontana e Carabiniere in congedo. In quell’occasione venne inaugurato sul belvedere di Serrara il monumento a Salvo D’Acquisto, eroe di Palidoro, che si immolò volontariamente per salvare la vita di 23 ostaggi dei nazisti; un esempio di amore, disponibilitĂ e altruismo. Per chi vi ha preso parte, è stata una cerimonia ricca di emozioni e momenti toccanti, che ha visto la partecipazione attiva degli abitanti del piccolo comune isolano e di circa 120 rappresentanti del comune pisano. La cerimonia è iniziata nella Parrocchia di Santa Maria del Carmine con la Santa Messa presieduta dal Canonico Don Angelo Iacono. Durante l’omelia è stato ricordato l’atto eroico di Salvo D’Acquisto, che è stato proclamato dalla Chiesa “servo [ [ Z

= tire in divisaâ€?e ha inoltre sottolineato la stretta unione e la collaborazione che vi è tra i due comuni. Alla celebrazione è intervenuto anche il vaticanista e giornalista Franco Bucarelli, il quale è molto legato all’isola e in passato gli è stata altresĂŹ consegnata la cittadinanza onoraria. Egli ha spiegato minuziosamente la procedura

per la canonizzazione di questo eroe, e siccome egli è ancora “servo di Dioâ€?, tale prassi richiede tempi molto lunghi. Al termine della Santa Messa sono state scambiate le promesse per un gemellaggio sempre ‰

( comuni, con l’augurio di incrementare sempre piĂš questo rapporto di fratellanza e dedizione che lega le due comunitĂ lontane, ma vicine allo stesso tempo. Inoltre, in questa occasione è stato festeggiato anche il bicentenario delle forze dell’ordine, con un riconoscimento particolare a coloro che giorno per giorno credono nel loro impegno e nella loro abnegazione al lavoro. La serata si è conclusa in piazza, dove in un momento di solenne raccoglimento è stata posta una corona d’alloro ai piedi del monumento e si sentivano solamente le note del “Silenzioâ€? in memoria di Salvo D’Acquisto. Un momento molto emozionante, dove persone appartenenti a realtĂ diverse, si sono sentite parte di una stessa comunitĂ , unite da un senso di amicizia e fratellanza, ed è proprio questo lo scopo dei sindaci: evidenziare che è possibile unire due comunitĂ distanti e socialmente diverse e che da questo rapporto possono nascere nuove opportunitĂ per tutti.


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VITA IN DIOCESI

enerdĂŹ 26 settembre è stato davvero un giorno di gioia e di festa per tutta la nostra Diocesi. Mons. A cura di Lagnese ha infatti presieduto la Francesco Solenne Concelebrazione per Schiano l’ingresso in pianta stabile nella nostra Chiesa Diocesana, dei Padri Vincenziani, piĂš precisamente a Forio presso la Casa San Luigi donata dal Cardinale Lavitrano. In questa casa da tantissimi anni dimoravano le Figlie della CaritĂ , altro frutto dell’opera di San Vincenzo Dè Paoli e di Santa Luisa De Marillac, che seppur non piĂš stabilmente, continueranno ad essere presenti sulla nostra isola. Il Vescovo Pietro ha presieduto l’Eucarestia nella Basilica di Santa Maria di Loreto nei primi vespri della festa di San Vincenzo De’ Paoli insieme al clero Diocesano e ai Padri che saranno presenti sulla nostra isola: p. Giuseppe Caruso, p. Giuseppe Scarpitta e p. Giuseppe Ciappa. Era presente anche il padre provinciale dei Padri Vincenziani, Padre Giuseppe Guerra. All’inizio della Celebrazione, dopo il saluto introduttivo del Vescovo, è stata data lettura del messaggio della Madre Provinciale delle Figlie della CaritĂ che, impegni precedentemente assunti, ha voluto comunque far sentire la propria vicinanza spirituale in questa circostanza cosĂŹ importante per la nostra Diocesi: “desidero far giungere il mio , 0 3 6 = gnese, Vescovo di Ischia, che ha voluto chiamare i preti della Missione a Forio per dare il via ad un’attivitĂ

L’ingresso ufďŹ ciale dei Padri Vincenziani in Diocesi

Evangelizare

pastorale sull’isola secondo il carisma vincenziano: servizio al clero e ai poveri; direi quasi in continuitĂ col servizio svolto dalle Figlie della CaritĂ , arrivate a Forio il 20 ottobre 1936, chiamate dal Card. Luigi Lavitrano allora Arcivescovo di Palermo; suo obiettivo era fondare una scuola professionale a cui si aggiunse una scuola di avviamento e piĂš tardi la scuola media. In seguito si aprĂŹ anche una scuola materna: si dette il via anche ad un doposcuola e alle attivitĂ caritative apostoliche con il Volontariato Vincenziano tuttora presente. Molto bello che i nostri confratelli subentrano nella struttura dove abbiamo abitato noi < sidero formulare il mio piĂš vivo augurio unito alla piĂš fervida preghiera , questi inizi e accompagni i missionari designati per quest’opera, perchĂŠ il loro servizio sia impregnato di caritĂ apostolica e il loro lavoro porti frutti di ogni bene, realizzando l’invito di Papa Francesco di una “Chiesa in uscitaâ€? che fa parte integrante della spiritualitĂ vincenziana.â€?

Mons. Lagnese dal canto suo ha espresso alle Figlie della CaritĂ il ringraziamento suo e di tutta la Chiesa di Ischia, comunicando che la loro presenza tra noi continuerĂ seppur non in maniera stabile. Nella sua omelia mons. Lagnese ha sottolineato 3 parole del motto dei Vincenziani rendendole ancor piĂš attuali per la nostra vita e per questa missione che i padri svolgeranno tra noi: != , di me, mi ha mandato ad annunciare una lieta notizia ai poveriâ€?. Queste parole di Isaia, fatte proprie , > 5 il carisma della Congregazione dei Preti della Mis , $ < 6 " altra espressione del Vangelo ci dice meglio l’opera e lo , & , per questo essa fu scelta come motto e slogan del nuovo istituto. “Evangelizare pauperibus misit meâ€?. 3 paro

X Innanzitutto EVANGELIZARE. Fu insieme a quello dei poveri, il grande amore di mons. Vincent: l’annuncio del Vangelo a tutti ma in modo particolare , $ < 6 sulla sua pelle e nella vita di tanta povera gente della $ di guarire le ferite piĂš profonde prodotte dal peccato e ridonare all’uomo una vita nuova. Parafrasando 6 @ , $ ! > 5 & tanto nella sua preoccupazione di annunciarlo nei luoghi piĂš bisognosi quanto in una costante uscita verso le periferie del proprio territorio; si impegnò a restare maggiormente lĂŹ dove mancavano la luce e la vita del Risortoâ€?. Per questa opera Egli nel 1625 fondò l’Opera dei Preti della Missione; ai Padri della Missione perciò, che da questa sera ritornano sulla nostra


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VITA IN DIOCESI

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“Carissimi Padri, aiutateci nella formazione permanente del Clero, rendetevi disponibili per la confessione e direzione spirituale dei nostri presbiteri�

pauperibus misit me

isola mediante la presenza stabile di una ComunitĂ Vincenziana, chiediamo che il loro servizio non si esaurisca esclusivamente in un’opera di supplenza nelle Parrocchie esclusivamente di carattere liturgico, ma che si traduca in un impegno per la Nuova Evangelizzazione, un’Evangelizzazione concreta, che li porti a stare in mezzo alla gente per consolare le piaghe degli X $ di una formazione permanente, per un’autentica vita di fede. PAUPERIBUS. L’Evangelizzazione si concretizzò in un annuncio autentico ai poveri, da lui considerati come i veri amici di Dio. Per i poveri San Vincenzo si impegnò con tutte le sue forze, ai suoi % !<

> 5 + curare i poveri, consolarli, soccorrerli, raccomandarliâ€?. “Dio ama i poveriâ€?, aggiungeva, “e per conseguenza ama quelli che amano i poveriâ€?. Questo Amore per i poveri portò San Vincenzo ad impegnarsi verso i carcerati, gli indigenti, gli orfani, organizzò la caritĂ , X ; [ scitò prima l’esperienza delle Compagnie della CaritĂ e poi nel 1633 insieme a Santa Luisa De Marillac quella delle Figlie della CaritĂ per il risollevamento delle masse proletarie delle cittĂ . \ , $ 9 [ diamo di rendere presente lo Spirito di San Vincenzo 6 della nostra Chiesa e nell’impegno della CaritĂ per sostenere le fragilitĂ della nostra gente, e per aiutare le ComunitĂ Cristiane ad educarsi ad un’opera di caritĂ e di promozione sociale in favore delle antiche e nuove povertĂ . Carissimi Padri della Missione, aiutateci a ; MISIT ME. Lo Spirito del Signore mi ha manda = > $ ,

3 > 5 ma in modo speciale ad alcuni nell’Ordine Sacro per la Causa del Regno, non fu da subito riconosciuta e accolta dal nostro Santo. I primi anni del suo ministero presbiterale si caratterizzarono per un forte desiderio di occupare spazi di prestigio nell’ambito + sono anni non facili per la Chiesa francese, e lo Spirito della mondanità , stigmatizzato tante volte oggi da 6 @

5 [ clesiastici si aggiravano tra gli intrighi della politica. Quel contesto non aiutò San Vincenzo De’ Paoli che era diventato prete a 19 anni come tanti solo per fare carriera, e senza avere fatto veramente la scelta di Dio. Fallimenti e disavventure lo condurranno a soli 27 anni e ad 8 anni di Sacerdozio a sentirsi giĂ ! # 3 > < , % X , [ prendere un vero cammino di conversione. Il 1617 fu > visti come un vero e proprio “luogo teologicoâ€? in cui incontrare il Signore che viene a salvarci. Si compiva dunque anche per lui la Parola ascoltata questa % !< per confondere i sapientiâ€?. San Vincenzo capĂŹ che solo uomini che avessero davvero fatto la scelta di Dio avrebbero potuto dedicarsi alla causa del Vangelo e al servizio dei poveri. Carissimi Padri, aiutateci nella formazione permanente del Clero, rendetevi disponibili per la confessione e direzione spirituale dei nostri presbiteri. La vostra presenza tra noi possa essere il seme fecondo per la rinascita del nostro popolo, per il rinnovamento ecclesiale e di noi Sacerdoti chiamati ad

essere pastori credibili del nostro gregge�. Al termine della Celebrazione il saluto e il ringraziamento del Padre Provinciale dei Vincenziani, Padre Giuseppe Guerra: “Fin dall’inizio di questa solenne celebrazione lei ha espresso il suo ringraziamento a tutti noi e ai missionari di San Vincenzo per aver accolto il suo invito. Ora sentiamo noi il bisogno di ringraziare lei. Nelle sue parole noi abbiamo visto la passione per San Vincenzo De’ Paoli, la stima per il carisma vincenziano e la sua 6 invito non potevamo rispondere con impegno. Ci sentiamo circondati dalla preghiera della Chiesa di Ischia e chiediamo ancora una volta la sua benedizione rinnovandole la promessa del nostro impegno�. Z j # ( = stra Diocesi in modo particolare l’evangelizzazione, la formazione permanente del Clero e la Caritas a servizio dei poveri. A tutta la W

= # Vincenziani tra noi porti quei frutti che Dio desidera per il bene di ciascuno di noi.


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TERRITORIO ISCHIA IN 3P: PAESI, PAESAGGI & PERSONE

Era a ďŹ ne estate, in genere da metĂ settembre in avanti che si consumava il rito delle lumache. Dopo il caldo torrido, quando i tempi si rompevano e veniva giĂš un bell’acquazzone che per magia rivitalizzava tutta la campagna ďŹ no a quel momento bruciata dal sole, e la temperatura

Cose di paese: Quando ad Ischia si andava per lumache

bruscamente scendeva al punto da far desiderare di tirare fuori qualche maglione per riscaldarsi e le ciabattine estive sembravano inadeguate alla nuova situazione, noi ragazzi si partiva per la caccia alle maruzze, ovvero le lumache.

a terra regalava fragranze ormai sopite e nuove per Rubrica di promesse Ambiente e l ’ i m m i n e n z a Agricoltura a cura d e l l ’ a u t u n n o. dell’agronomo Andar per luFrancesco Mattera mache era certamente un gioco e di solito non si faceva in solitario, ma in gruppetti di due, tre o piÚ. Forza della novità e giovanile adattamento subitaneo ad una nuova situazione ! Armati di una scatola di latta (quelle vuote di pomodoro, ad esempio) o di un qualsiasi recipiente che non fosse di ferro arrugginito (ci dicevano che era velenoso e che quindi le lumache dopo non si potevano mangiare!), anche sotto una piog

vecchio ombrello o con un sacco indossato a mo di cappuccio, si girava per la terra (cosÏ ad Ischia ancora oggi si nomina la campagna) battendo soprattutto le parracine, alla ricerca delle lumache. Era un’autentica magia, ai nostri occhi, il risveglio dei molluschi dopo la pioggia! E ancora piÚ magico il fatto che passaggi ripetuti sullo stesso

L

posto assicuravano sempre l’intercettamento di altre lumache. Che allegria tra di noi!, e risa e puerili esplosioni di meraviglia accompagnavano la raccolta quando questa era abbondante per tutti ed ognuno cercava si sopravanzare gli altri per avere piÚ successo negli avvistamenti. Poi, col bottino che faceva reiteratamente capolino dal bordo del recipiente nel tentativo di riguadagnare la libertà , ci si portava ognuno alla propria casa, o alla cantina, per depositare il raccolto. Le lumache venivano di solito collocate in una vecchia pentola di alluminio o meglio ancora in un t(e)niello (tinozza tronco conica di legno, di solito impiegata in vendemmia per la raccolta ed il trasporto dell’uva) con la chiusura di una tavola per impedire la fuga degli animaletti. Di solito la raccolta si ripeteva con maggiore successo di sera, al buio, con l’ausilio di una candela o, per chi la possedeva , di una torcia a pile, perchÊ le lumache pur non essendo animali notturni, prediligono comunque le ore notturne per le loro scorribande (!?) alla ricerca di erbette tenere con cui cibarsi. E se tra noi c’era anche qualche ragazzina, si sperimentavano i primi

timidi ed innocenti approcci amorosi. Spesso si tornava a casa fradici di acqua perchĂŠ muoversi in campagna, nella vegetazione, di sera, e dopo una pioggia, ma soprattutto senza pensieri ed inutili preoccupazioni, era inevitabile che ci bagnasse! La raccolta poteva continuare per piĂš giorni, come pure interrompersi dopo appena uno, per poi riprendere, con lo stesso spirito, alla pioggia successiva. Poi la palla passava agli adulti, di solito le mamme, che dovevano indirizzare tutto quel lavorio, quantunque gioioso e spensierato, in qualcosa di utile per tutti: una bella, gustosissima scorpacciata di lumache! Passata circa una settimana di purga, durante la quale gli animali si liberavano completamente di quanto avevano ingerito nel loro pascolo, gli animaletti venivano spruzzati di acqua per rimetterli in movimento. In questo modo si poteva intercettare qualcuna di loro immobile, e magari morta, e scartarla subito per non rovinare tutta la pietanza. Seguiva l’operazione piĂš delicata, la “sbavaturaâ€?, ovvero l’eliminazione della tipica bava prodotta dalle lumache. Si procedeva in questo modo: si riunivano in una pento-


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TERRITORIO la o secchio abbastanza capiente, e si aggiungeva una manciatina di ( ( mestolo di legno. L’effetto caustico del sale induceva l’espulsione della # $ ( $ ` ( (

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$ Z # lumache con i gusci venivano cotti alla marinara. ( (

spicchi di aglio senza camicia. L’ag

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delle lumache giĂ lavate e sgoccio $ Z

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# $ € ( dopo le lumache un mezzo bic ( $ ` ( $ Z ( secondo i gusti, aggiungeva o meno

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$ La “monacellaâ€? è invece una lumaca di medie dimensioni dal gu-

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Helix pomatia \ $ ' ]$ ' ‰

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J $ ` ## ad Ischia è l’asinella (Cantareus aspersus?!) ‰

( $ K è di colore nero fumo, con una lunga $ '

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temono un possibile effetto negati( \‹‹] ‹ W #

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& " / mangiato gli escargeaux # Š ' ( nozze nella città di Romeo e Giu

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## ( ( accompagnatele con un bel vino K & ( ) ( )Š j ( ti i suoi compaesani , gli ischitani (

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TERRITORIO

Una passeggiata in pineta Ăˆ domenica mattina: la sveglia continua a suonare, talvolta ci si dimentica di disinnescare l’infernale ordigno, e ormai non è piĂš il caso di poltrire. Uno sguardo assonnato dalla ďŹ nestra: il tempo e bello, una passeggiata in pineta è quello che ci vuole.

N

on sarĂ un viaggio ai Caraibi o una di quelle gite portaâ€? A cura del prof. “fuori Giuseppe sempre progettaSollino te e mai realizzate, ma la giornata promette bene: sarĂ comunque una pausa disintossicante dopo una settimana di 9 # $ Oggi si galoppa nel verde a cavallo dei mitici e primordiali sogni di # # $ SĂŹ, perchè la Pineta dĂ un senso di protezione, un’idea di affetto materno che ti avvolge e ti fornisce (

$ Il pino, gigante buono alla cui ombra è allettante porre la propria tenda, ti fornisce un accattivante riparo degli ingranaggi tecnico-burocratici, ma al tempo stesso ti riconcilia con lo squallido e anonimo universo della metropoli, perchè la ## # sforzo con il paesaggio circostante Il Pino è gentile, onesto, non conosce compromessi, non ti guarda dall’alto in basso, ma piuttosto ti spinge a guardare in alto verso il cielo, a $ Disegna sentieri discreti, silenziosi, di un silenzio che non è so-

litudine o disperazione, ma piutto 9

#

( $ singolare connubio verde-azzurro offerto dalla vicinanza tra mare e pineta non è certo casuale: sono due mondi che si incontrano, un concerto di note in sincronia che il sublime Maestro continua ad eseguire nonostante i nostri maldestri tentativi di distruggere quanto ci resta del nostro paradisiaco an $ K # sempre con un senso di liberazione, prima confuso, poi via via piÚ

$ W ## indossata per sei giorni e ci si veste di verde e di semplicitĂ : la semplicitĂ dei forti che sanno apprezzare le sensazioni piĂš vere della vita;la semplicitĂ delle persone leali che sanno riconoscere le proprie debolezze per potersi elevare a vette piĂš alte; la semplicitĂ , ancora, degli onesti che accettano e vivono serenamente la propria storia e pertanto conservano e coltivano la capa

J $ K

ritrova se stesso e si misura con un modello di vita e di comportamento piĂš coerente e piĂš lineare rispetto al contorto e contradditorio # $ Il verde offerto tuttora dal pino, malgrado l’indifferenza e l’ostilitĂ dei suoi inquilini umani, non è un colore politico sbiadito, non è un

nella sua ispirazione può conferire una vita spesso anche sublime, 9

( $ ( obiettivamente e genuinamente di-

sinquinante: si è riusciti a far comparire la scritta “nuoce gravemente alla saluteâ€? sulle tanto amate e contestate sigarette; perchè non avvertire con opportuni cartelli piazzati in posti strategici che il verde “fa bene alla saluteâ€?? K

" zione dell’ossigeno vitale diventa ‰ $ / respirazione umana concorre in discreta misura al quotidiano avvelenamento dell’atmosfera, è facile intuire quale importante ruolo di riequilibrio ecologico rivestano le $ Continuiamo dunque ad usufruire di questa ricchezza riparatrice,se è ( ˆ $ Amare se stessi nel modo piĂš giusto ed equilibrato non è egoismo o vanitĂ , perchè mentre è vero che nel nome dell’egoismo e della vanitĂ lottiamo contro noi stessi e contro il nostro vero benessere,è altrettanto vero che per amarci sul serio dovremo invece concorrere a rimuovere quelle cause - come l’inquinamento ambientale - che distruggono la nostra vita e l’avve $ E’ ora di pranzo: ci si avvia verso casa con il desiderio di ritornare a $ _ chiata fugace alle piante esotiche, cosĂŹ spontaneamente armonizzate con la macchia mediterranea 9

scarsa capacità di adattamento che contraddistingue l’uomo in tutte le $ €

9

( un misero pezzo di terra, che poi


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TERRITORIO magari diventa terra di nessuno e inaridisce! La terra che è la madre dell’uomo, venduta, comprata, stuprata, bistrattata e poi tradita e abbandonata. Pensiamo alle immense foreste amazzoniche, fonte - inesauribile? - di biodiversitĂ , di salvaguardia ambientale e di protezione per noi sconsiderati abitatori di questo pianeta sospeso in un cielo sempre piĂš tossico. Il pino di Ischia non avrĂ la maestositĂ e la consistenza di un baobab o di una sequoia,ma contraddistingue fortemente il paesaggio e merita tutto il rispetto e l’ecologica devozione non solo dei naturalisti, ma di tutti, anche non chiede altro che un pò di pace. Non far del male alla natura è giĂ amarla; vivere “secondo naturaâ€? è di norma vivere bene, anche se non esaurisce le virtĂš umane e cristiane. Stiamo tornando a casa, il sole è alto nel cielo ma il pino ne pienza:è evidente che i due sono d’accordo, e l’accordo consiste nell’armonizzare la loro azione per offrirci una piacevole mescolanza di luce e calore, di ombre e di brezze ristoratrici. Ci attendono, di qui a non molto, i cupi pensieri del lunedĂŹ, che cominciamo a pregustare come un me al pranzo domenicale. Chi ha la fortuna di lavorare in un ( - ad Ischia non è infrequente - dovrĂ sottoporsi per sei giorni alla

tortura non indifferente di soffrire la nostalgia del contatto con la natura. Ma possiamo conservare e far fruttare nel corso della settimana il pieno di verde fatto durante la do ca Pineta-Macchia costiera. Per rendersi conto dei vantaggi anche spirituali del contatto col verde basta pensare all’ormai consolidata tradizione della messa vespertina in pineta, caratteristica delle domeniche ischitane. Lo scenario fresco e accogliente dei pini che diventa tempio e si fa al tempo stesso mezzo e oggetto di lodi all’Altissimo. E quÏ lo sguardo verso l’alto non co

o paesaggistici; non c’è piano re i propri castelli incantati su nel cielo al di sopra della folta chioma di un maestoso,solare bonario pino ischitano. Il PINO Albero Emblematico dell’isola d’Ischia Il pino ischitano lascia spazio e passo alla fantasia:il suo obiettivo non è la terra ma il cielo; forse preferisce ignorare ,dall’alto della sua verde dignitĂ , gli assalti che provengono dai fumi della cosi detta civiltĂ . Il nostro angolo visuale non può abbracciarlo completamente,ed è per questo che ci si sente protetti quando si cammina alla sua ombra. L’impressione è che prenda vita direttamente dal sole, che ne invade le foglie ed i rami con luce quasi paterna. Il sole che fa capolino tra i pini di Ischia è uno spettacolo uni-

co:il tramonto che si tinge di rosso porta serenitĂ e speranza,speranza per un mondo veramente a misura d’uomo. Il verde offerto dal pino non è un colore politico,capace di inquinare ancora piĂš di un colorante nocivo alla salute; non è un

nella sua ispirazione,può conferire una vita spesso sublime,ma che 9

mo soggettivo. Il verde è obiettivamente e genuinamente disinquinante ed il pino ne è il simbolo piĂš immediato e rappresentativo. SCHEDA: Pinus pinea L. Pianta tipica del paesaggio dell’isola. Il Pino è diffuso ,oltre che nella fascia costiera dell’Arso ,anche nelle aree collinari dove lo si rinviene isolato o in gruppi a costituire splendide pinete (Bosco della Maddalena, Cratere di Fiaiano). Le gemme contengono resina ed oli essenziali che agiscono da diuretici ed espettoranti. Si preparano tisane contro il catarro bronchiale e le afonie. L’incenso raccolto dai tronchi e dai rami è utilizzato nelle cerimonie religiose. I gustosi pinoli sono la base per la preparazione di ricette tipiche dell’isola d’Ischia. Miti e leggende Tutte le specie di Pino apparten

cosmici. La mitologia greca ha creato un complesso insieme simbolico legato al Pino e, in particolare, ad alcune caratteristiche del suo

aspetto. Era considerato simbolo di potenza vitale, feconditĂ e segno di buon augurio per l’amore coniugale e di prosperitĂ per il genere umano. In Giappone, ancora oggi, il Pino simboleggia l’immortalitĂ . Etimologia Il nome generico è quello usato dai Romani, deriva - attraverso il greco ‘pitus’ - dal sanscrito ‘pitu’ = resina.


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TERRITORIO

V

care la storia, del piĂš importante comune termale A cura di Antonio dell’isola, essa può Lubrano essere suddivisa in tre periodi: il primo dalle origini al 1883, l’anno del distruttivo terremoto; il secondo dal periodo post terremoto alla vigilia 9

il terzo dagli anni ’50 ad oggi. Tralasciando il primi due periodi,

cultori e studiosi delle acque termali come Iasolino, D’Aloisio, Chevalley de Rivaz e Vincenzo Morgera con i loro studi portarono al centro dell’interesse mondiale le acque di Casamicciola, proiettandola tra le stazioni termali piÚ apprezzate d’Europa - ci si limita in questo articolo a tratteggiare il percorso del termalismo e del conseguente sviluppo turistico degli ultimi decenni. A partire dal 1945, dopo la pausa forzata dovuto alla guerra, la nota ed apprezzata stazione termale, riprese, come nel passato, ad essere frequentata da numerosi ospiti, i quali, avvertendo l’esigenza di sanare le ferite profonde, non solo bellico, individuarono nelle rinomate acque termali di Casamiccio ‰ $ K economica postbellica fu rapida, e nello spazio di pochissimi anni l’attività termale nel paese raggiunse livelli molto elevati, addirittura

degli anni ’30, che già avevano visto il termalismo casamicciolese protagonista nel Mondo. Tutti gli stabilimenti termali esistenti (cinque sul bacino della Rita e diciassette su quello del Gurgitello, oltre al Pio Monte della Misericordia destinato all’assistenza dei meno abbienti), fermi da qualche anno, ripresero a funzionare a pieno regime. Tali strutture erano per lo piÚ di piccolissime dimensioni e a conduzioni familiare, ma considerate assieme erano in grado di somministrare un certo numero di fanghi e bagni, le uniche cure che venivano effettuate all’epoca, tali da garantire un totale complessivo che, nei mesi di punta, si aggirava sul numero di circa duemila trattamenti giornalieri. Quella che ( (

le� durava da maggio ad ottobre, 9 #

Si potrebbe far rivivere una nuova “belle epoque�

Il termalismo a Casamicciola

$ K tela era inizialmente costituita, in prevalenza, da operai e contadini provenienti dall’entroterra campano e dalle regioni vicine, ma anche da un numero ridotto di appartenenti alla media ed alta borghesia italiana. Termalismo che, preme ricordare, era anche spinto all’interno di una generosa politica sociale dello Stato centrale che, visti i tassi di crescita dell’economia di quell’epoca, era pienamente sostenibile ( # $ K

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va contare su una decina di strutture alberghiere e numerosi piccoli

( lenza, nei pressi delle Terme Rita e di Piazza Bagni. Il passo succes ( ’50 e gli anni ’60 le terme di Casamicciola incominciarono ad essere frequentate anche da stranieri in prevalenza tedeschi, i quali, resosi conto della bontà terapeutica delle acque casamicciolesi divennero in breve tempo numerosissimi, tanto da occupare da maggio ad ottobre quasi tutti i posti letto disponibili.

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cresceva di anno in anno, dette una nuova linfa sia al settore termale che a quello ricettivo tanto da stimolare gli imprenditori a rimodernare alcune strutture alberghiere, a costruirne di nuove e a investire nel campo della ristorazione e dell’intrattenimento serale, e questo avvenne soprattutto nella zona alta del paese particolarmente preferita da questi ospiti. Il risultato # = Piazza Bagni per arrivare su a piazza Maio, passando per la Sentinella


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TERRITORIO La lunga storia termale di Casamicciola ha inizio, in concreto, nel 1500. Nel corso del tempo ha conosciuto un percorso altalenante, fatto di vette di notorietĂ molto elevate e periodi di relativa stasi e difďŹ coltĂ .

e La Rita - di un prospero borgo turistico unico sull’isola, in continua crescita economica. Favorirono questo sviluppo turistico anche importanti interventi alle infrastrutture pubbliche come l’ampliamento del porto di Casamicciola, la creazione del vicino eliporto, il miglioramento della rete stradale e il potenziamento dei collegamenti marittimi con la terraferma. Intanto, con allo sfondo quello che era diventato orami un vero e proprio boom turistico, si aggiunsero sull’isola anche altre terapie termali

come le inalazioni, per effetto della sopraggiunta accertata bontĂ terapeutica di queste acque in molte affezioni dell’apparato respiratorio, ma anche i trattamenti estetici per i positivi effetti eudermici dei fanghi vulcanici maturati nelle acque bicarbonato-alcaline tipiche ed esclusive delle terme casamicciole prestazioni tipiche termali, sopraggiunsero nuove e innovative tecniche massaggiatori. Fu allora che il concetto di termalismo cominciò a mutare, passando da mero trattamento di fanghi e bagni a quello molto piĂš ampio di benessere e relax termale. Ma la facile ripresa post-bellica e l’enorme successo del momento, anche per la consapevolezza di possedere un bene che dal punto di vista qualitativo altri non avevano, distolse l’attenzione dai mutamenti

( ( intorno, e che da lĂŹ a poco avrebbero portato ad un vera e propria rivoluzione nel comparto. Infatti, a partire dagli anni settanta, allorchĂŠ sull’intera isola d’Ischia sorsero molti nuovi stabilimenti termali annessi a grandi strutture alberghiere che utilizzavano le acque termali captate in profonditĂ , a seguito di imponenti opere di trivellazione, venivano affermandosi sempre di piĂš i moderni e confortevoli complessi. I vecchi stabilimenti furono incapaci di organizzarsi, per superare il loro nanismo e rinnovarsi, in modo da poter affrontare adeguatamente la competizione che diventava di anno in anno sempre piĂš agguerrita, con prezzi, e in generale politiche commerciali, al ribasso. Incominciò cosĂŹ un rapido decadimento delle antiche sorgenti casamicciolesi, che, nello spazio di qualche decennio, porterĂ alla chiusura e all’abbandono della maggior parte delle strutture esistenti e al declino dell’immagine

W 9 = si che ovviamente si riverberarono sull’intero indotto della zona. La stessa zona che ormai oggi, della stazione termale brulicante di turisti italiani e stranieri, ha solo uno sbiadito ricordo. Ma da questa situazione di completo empasse si potrebbe uscire dando, da una parte il giusto rilievo alla differenza che esiste dal punto ( = delle sorgenti degli storici bacini e quelle captate in profonditĂ , cosa che solo timidamente viene sottolineata, ma che invece è determi-

nante sia nella medicina termale che nell’estetica e, dall’altra, creare poche strutture moderne e innovative in grado di erogare prestazioni adeguate alle moderne esigenze, con tutti i confort del caso. Tutto ciò potrebbe far rivivere al termalismo casamicciolese una nuova belle èpoque e garantire altresĂŹ l’allungamento della stagione turistica, con un nuovo e sostenuto sviluppo turistico della zona, che invece vede oggi importanti e storiche strutture recettizie o abbandonate o senza particolari prospettive di crescita.



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CEI

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Riforma dei preti e famiglia per prioritĂ Conferenza Episcopale Permanente: chiusura lavori e comunicato ďŹ nale a vita e la formazione permanente dei presbiteri in un orizzonte di riforma, che A cura della Redazione

e lo stile del ministero in riferimento a GesÚ Cristo e in piena comunione e obbedienza ecclesiale. In secondo luogo – alla vigilia dell’Assemblea Generale Straordinaria del Sinodo dei Vescovi e della preghiera con il Papa, promossa per il 4 ottobre dalla CEI – la gratitudine per la testimonianza coniugale e genitoriale offerta da tante famiglie; nel contempo, la preoccupazione per la sordità dei responsabili della cosa pubblica nei

monizzazione tra i tempi del lavoro e quelli propri della famiglia; ancor piÚ, il timore per la disponibilità al riconoscimento delle cosiddette unioni di fatto o all’accesso al matrimonio da parte di coppie di per-

L

sone dello stesso sesso. Ancora, la situazione di persecuzione sofferta dai cristiani e, piÚ in generale, dalle # di Paesi che attraversa il mondo; la solidarietà della Chiesa italiana per l’emergenza in Siria e Iraq, nonchÊ una visita a novembre della Presidenza a Gaza. Ha fatto ruota, innanzitutto, attorno a questi temi la sessione autunnale del Consiglio Episcopale Permanente, riunito a Roma da lunedÏ 22 a mercoledÏ 24 settembre 2014, sotto la guida del Card. Angelo Bagnasco. Nella prolusione il Presidente ha ringraziato il Santo Padre per la Vescovi per il lavoro profuso in Assemblea lo scorso maggio, in parti / $ Esse, avendo ottenuto la recognitio della Santa Sede, saranno applicate alla scadenza dell’attuale mandato del Presidente.

Dai fondi 8XMILLE un milione per l’Iraq A sostegno delle comunitĂ cristiane in Iraq, duramente provate dalla violenza persecutoria scatenata dagli estremisti, lunedĂŹ 22 settembre la Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana ha deliberato lo stanziamento di un milione di euro. La somma è stata prelevata dai !• } # – me con i Vescovi del Paese provveda ad affrontare la prima emergenza e a sostenere progetti di solidarietĂ . Il contributo si aggiunge a quello, analogo per entitĂ , stanziato in luglio per far fronte all’emergenza in Siria. In entrambi i Paesi la Chiesa, anche grazie al contributo di Caritas Italiana, ha messo a disposizione le sue strutture, aprendo le porte per assicurare un’assistenza di base alle centinaia di migliaia di profughi, in grande maggioranza cristiani, costretti a fuggire dai loro luoghi d’origine.

I lavori del Consiglio si sono, quindi, concentrati sulla Traccia per la preparazione nelle diocesi al 5° Convegno Ecclesiale Nazionale di Firenze e sulle iniziative per accompagnare l’Anno della Vita Consacrata. Il Consiglio Permanente – che si era aperto con la prolusione del Cardinale Presidente – ha approvato l’ordine del giorno della prossima Assemblea Generale Straordinaria, il Messaggio per la Giornata nazionale per la Vita e una Circolare sull’or-

ganizzazione regionale e diocesana della Migrantes. I Vescovi sono stati aggiornati sull’iniziativa Prestito # ” del prossimo Congresso Eucaristico Nazionale; hanno autorizzato la predisposizione di una proposta circa un Convegno sul centenario della Prima Guerra Mondiale; han ( la ricezione dell’Evangelii gaudium; (( nomine.


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ARTE E LITURGIA

IL SANTO DELLA SETTIMANA

Commento al Vangelo per i ragazzi

Domenica 5 ottobre 2014

10 OTTOBRE

San Daniele Comboni

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aniele Comboni ďŹ n da giovane scelse di diventare missionario in Africa. Ordinato sacerdote A cura di nel 1854, tre anni dopo sbarca Francesco in Africa. Il primo viaggio misSchiano sionario ďŹ nisce presto con un fallimento: l’inesperienza, il clima avverso, l’ostilitĂ dei mercanti di schiavi costringono Daniele a tornare a Roma. Alcuni suoi compagni si lasciano vincere dallo scoramento, egli progetta un piano globale di evangelizzazione dell’Africa. Mette poi in atto una incisiva opera di sensibilizzazione a Roma e in Europa e fonda diversi istituti maschili e femminili, oggi chiamati comboniani. Di nuovo in Africa nel 1868, Daniele può ďŹ nalmente dare avvio al suo piano. Con i sacerdoti e le suore che l’hanno seguito, si dedica all’educazione della gente di colore e lotta instancabilmente contro la tratta degli schiavi. Le comunitĂ da lui fondate seguono il modello delle riduzioni dei Gesuiti in America Latina. Spirito aperto e intraprendente, Comboni comprende presto l’importanza della stampa. Scrive numerose opere di animazione missionaria e fonda la rivista Nigrizia che è attiva ancora oggi. Negli anni 1877-78 vive insieme con i suoi missionari e missionarie la tragedia di una siccitĂ e carestia senza precedenti. Era l’anticipazione della morte sopraggiunta nel 1881. Nel 2003, nel giorno della canonizzazione, Giovanni Paolo II lo deďŹ nĂŹ un ÂŤinsigne evangelizzatore e protettore del Continente NeroÂť.

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In questa domenica il vangelo ci parla di vigna, di uva... Che ve ne pare, è proprio in sinA cura di tonia con il mese di ottobre! NelSr. Piera Cori le campagne, proprio in questo periodo, si vendemmia, si raccoglie l’uva da tavola e l’uva per fare il vino. La vendemmia è un lavoro duro e faticoso però nei campi, tra i vignaioli si respira aria di festa, soprattutto se i grappoli dell’uva sono ricchi di acini succosi e dorati. Finalmente il contadino ha tra le mani il risultato della sua fatica, del suo lavoro dedicato al piccolo e prezioso albero della vite! Vedendo quei grappoli belli e dorati, la sua fatica è ricompensata. Pensando al vino gustoso che produrrĂ , il suo cuore è davvero nella gioia. Quanta festa, quanta gioia per un albero che è davvero piccolo e fragile! Pensate che non riesce a sostenere i suoi rami carichi di frutti e, per sostenere i tralci, cioè i “ramiâ€? della vite, che al

( rando e sporcando tutto il raccolto. Al Signore piace questo albero, infatti troviamo sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento delle pagine che parlano della vite. Dio usa questo albero per raccontare il rapporto tra lui e il suo popolo. Certo, esempi di questo genere erano davvero chiari a tutti sia al tempo di GesÚ che prima, al tempo del profeta Isaia. PerchÊ tutti, ma proprio tutti, avevano visto una vite e soprattutto avevano esperienza diretta, o anche indiretta, di quanto lavoro e cura richiede questo albero. I frutti che Dio sogna di avere dal suo popolo sono frutti di amore, di rispetto fraterno, di accoglienza, di perdono. Insomma il popolo amato da Dio doveva mostrare un comportamento simile a quello di Dio. La bontà , la misericordia, la giustizia, la fratellanza, l’accoglienza del povero e dello straniero sono i segni-frutto di una vigna-popolo che fa tesoro dell’amore che Dio le ha donato. GesÚ poi racconta una parabola, sempre usando come paragone il tema della vigna. Voi sapete che le parabole sono fatti che GesÚ prende dalla vita comune e li usa per parlare e dire le cose di Dio. GesÚ, in questa pagina del vangelo, si sta rivolgendo direttamente alle autorità religiose del suo tempo, i sacerdoti e gli # $ Z

[ ( ( popolo, la sua vigna. Essi dovevano custodirla, dovevano essere, tra la gente, l’immagine di Dio che li ama, che si prende cura di loro, che li sostiene, che li incoraggia. Ma questi capi non agiscono in questo modo e cercano solo i loro interessi ed il loro benessere. Anche se voi siete giovani, penso che piÚ volte avrete sentito espressioni di amarezza dai genitori, dai nonni, dagli adulti in generale di fron-

te al comportamento poco corretto di qualche

potere per fare i propri interessi. Quanta amarezza!! La stessa amarezza la denuncia GesÚ nei confronti di queste autorità religiose. Egli racconta loro una storia... lasciandosi ispirare dalla vita concreta. Un padrone di una vigna la attrezza come un’azienda, la cura e l’af ##

fare il loro mestiere, persone esperte. La vigna #

buoni. Quando un contadino si prendeva cura di una vigna o di un podere che apparteneva a un altro padrone, il raccolto veniva diviso a metĂ : una parte al proprietario della vigna l’altra metĂ spartita tra coloro che lavoravano nell’azienda. Ma questi vignaioli non si contentano della metĂ del raccolto e lo vogliono tutto. Allora bastonano tutti i messi che il padrone manda per riscuotere il raccolto. Questi messi chi sono? Sono una specie di messaggeri, dei servi che hanno il compito di prendere quello che spetta al padrone e di portarglielo a casa. E invece i vignaioli, lo avete sentito, accolgono questi poveretti con insulti e bastonate. Il Signore della vigna è davvero indignato! Ma non si lascia in

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Š $ Non vi sembra un comportamento un po’ strano? Questi vignaioli sono piuttosto maneschi e decisi a tenere tutto il raccolto, non vogliono dividerlo con il proprietario della vigna! / (( glio, non vi pare? Anche qui dobbiamo capire che non si parla di vigna vera e propria, ma tutto serve per raccontare Dio e il suo amore per il popolo. ' il Signore della vigna manda, è GesĂš. Egli viene ucciso proprio dai custodi della vigna. GesĂš è la pietra d’angolo scartata da costruttori sciocchi. Chiediamo al Signore, in questa domenica, di far tesoro delle sue parole, di saperle vivere e mettere in pratica. Porteremo frutti buoni e avremo solide fondamenta per la nostra vita.


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ARTE E LITURGIA

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Da ultimo mandĂł loro il proprio Figlio omenica scorsa GesĂš paragonò i sacerdoti e gli an# ( ( { ˆ$  A cura di

Ernesta Mazzella / ( {

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San Clemente in Roma - Mosaico dell’Abside

9 * e tutt’altro che una spada, perchÊ il suo contatto non porta morte, ma vita. Una vita che si sprigiona e irrompe nell’aria, in modo che il mondo abbia sÏ la vita, ma l’abbia in abbondanza�$ W ‹ ™ ( ## # & [ W $ _ #

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TRADIZIONE E CULTO

La magia della festa di San Michele La baia di Sant’Angelo festeggia il Santo protettore

Gran festa

al borgo N

el borgo di Sant’Angelo il 29 e il 30 settembre è festa grande A cura di perchĂŠ San Michele Francesca Arcangelo è il patroAnnunziata no. Sant’Angelo, parte del Comune di Serrara Fontana, si trasforma in un borgo vivo e spettacolare. La Chiesetta del Borgo, risalente al XIX secolo, viene allestita a festa ed è molto frequentata da residenti e turisti. A dare il benvenuto in chiesa è don Vincenzo Fiorentino, parroco da piĂš di 50 anni. E’ la parrocchia piĂš piccola dell’isola e Don Vincenzo la rappresenta con amore e dedizione anche se ha superato gli 80 anni. I festeggiamenti incominciano con un triduo di preparazione che si è tenuto il 26, 27 e 28 settembre con la Santa Messa è stata celebrata da Padre Cesare Serrau della ComunitĂ Missionaria di Villaregia di Piazzolla di Nola in provincia di Napoli. Il 29 settembre, dopo la Santa Messa mattutina c’è stata una fragorosa diana (spettacolo pirotecnico mattutino) che ha salutato il Santo, con la banda Musicale “Aurora – CittĂ di Panzaâ€? che ha fatto il giro del paese. Nel pomeriggio si è svolta una prima processione, con lo spettacolo serale di Pietra Montecorvino in piazza. Il 30 settembre c’è stata la famosa processione via mare arrivata a Punta Chiarito e poi ai Maronti e rientrata a Sant’Angelo in gran festa. Con lo sbarco sotto y

celebrazione della Santa Messa animata dal Coro della Parrocchia di Santa Maria di Montevergine di Forio diretto da Angela Matarese. Il tutto si è concluso con il concerto della Banda Musicale e i grandi fuo

$ A quando risale il culto di questo Santo? Il culto di San Michele è antichissimo, difatti Don Pietro Monti, il prete-archeologo cosĂŹ ne parla nella sua opera sulla Storia e l’Archeologia dell’isola d’Ischia: “Scendendo verso la marina, ecco apparire S. Angelo, chiuso nella sua pace. Sfuggito all’amplesso dell’Isola, primo fra tutto, spicca l’isolotto omonimo con le sue ripide scoscese sopra gli scogli dirupati e dilavati dalle onde, accessibile soltanto da Nord-Est a mezzo d’una lingua di sabbia lunga metri 119,50 e larga metri 30 che lo salda all’Isola. E’ una roccia di origine vulcanica alta 105 metri. Un ciclopico altare verso il cielo, un altare dai mistici e storici fastigi dove s’instaurò il culto dell’Arcangelo Michele, l’Angelo protettore che ha dato nome al villaggioâ€?. Sul piccolo isolotto i Monaci Benedettini verso l’anno mille costruirono un piccolo monastero che abbandonarono nel 1432, lasciando “in ereditĂ â€? il culto per l’Arcangelo Michele. L’isolotto fu abbandonato nel 1808 e cominciò a svilupparsi un piccolo villaggio di pescatori che tuttora vive e allieta residenti e turisti con il culto del Santo durante questi giorni di festa e sempre tutto l’anno con un panorama suggestivo unico al mondo.

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i abbassa il sipario sulla storica festa di S.Michele dopo due giorni all’insegna della devozione e della fede ma anche del folklore. Tradizionale cornice della manifestazione sacra è A cura di sempre S.Angelo, splendido borgo che per l’occasione ha Bianca

‰ = Iacono do onore al Principe delle Milizie celesti. Quella che si è celebrata, con un preciso cerimoniale, da sempre, è la festa per eccellenza, un punto di riferimento fondamentale per i paesani e gli isolani ma anche per i turisti che scelgono appositamente queste date per giungere sulla nostra isola, ieri come oggi, sempre piĂš numerosi. Il sacro e il profano, eterna metafora della vita, si incontrano, si intrecciano, si mescolano, si esaltano. Per due giorni pare che il tempo si fermi, tutto è improntato ad un modello che la consuetudine, la tradizione ha consolidato. Il comitato, guidato dall’infaticabile parroco, Don Vincenzo Fiorentino è stato il perno principale, su cui è ruotata tutta la macchina dei festeggiamenti. Un compito faticoso e gravoso, specie in questo periodo, che dicono di crisi, reperire i fondi economici. Si segue

( = dere un evento cosĂŹ importante, sempre piĂš perfetto, il tutto sotto il / / ` Z

J ( ( ˆ star qui a festeggiare. L’Arcangelo Michele quest’anno non ha lasciato spazio ai dubbi dispensando due giornate estive stupende e tutto il popolo si è mobilitato, con piccoli e grandi gesti per creare l’atmosfera giusta a rendere il rituale incancellabile, il tutto dettato dalla profonda fede sentita. A partire dal suono delle bande che hanno attraversato tutto il paese, la sentita processione per terra del Santo Patrono, scortato dai rappresentanti delle forze dell’ordine. Riconfermata anche quest’anno la sentita e rilevante partecipazione degli operatori della baia dei Maronti che come sempre hanno preparato uno scenario meraviglioso per salutare S.Michele. Ormai famosa la scritta, ogni anno diversa ma sempre emozionante che, = servare come, una volta arrivati all’insenatura, tutti gli occhi sono puntati verso l’arenile per cercare di capire la frase che, impeccabile, risalta. _ /$Z appuntamento a tutti al prossimo anno, uno spettacolo piromusicale ##

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IL CASO

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Editoria in allarme La Fisc al Governo: attenuare i tagli sostenere le voci libere

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on sappiamo se sia stato troppo pessimista il presidente A cura di della Fisc (FederaLuigi zione italiana setCrimella timanali cattolici), Francesco Zanotti (nella foto in alto), quando la mattina di giovedĂŹ 25 settembre alla Camera dei Deputati, intervenendo all’incontro “Garantire il pluralismo dell’informazione. Appello urgente al Governo e al Parlamentoâ€?, ha detto: “La stampa diocesana che rappresento, con le sue 189 testate, sta vivendo un momento veramen $ / ( ( # sapere cosa accadrĂ domani. Quasi non ci sono piĂš lacrime per piangere e ci domandiamo se nei confronti della stampa locale in genere, qualcuno voglia la nostra morteâ€?. Il tono con cui ha pronunciato queste parole era accorato ma non disperato. Il fatto di aver indetto un incontro per presentare l’appello al governo, con alcune proposte concrete, denota la volontĂ di opporsi a una crisi che sta toccando un po’ tutto il mondo dell’informazione: dalle reti televisive alle grandi societĂ editoriali (Rizzoli, Mondadori, w / / š<  $] J

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nazionali hanno i loro canali per valutare la situazione e fare le loro proposte (la Fieg, anzitutto), per le testate a diffusione regionale e lo #

strutture piĂš snelle. CosĂŹ l’incontro del 25 settembre è stato promosso da un cartello di organismi e associazioni in cui convergono oltre alla Fisc, la File (Federazione italiana liberi editori), “Alleanza delle Cooperative italiane per la cooperazioneâ€? (che fa capo a Confcooperative), “Mediacoopâ€? (nella Legacoop), la Fnsi (sindacato giornalisti), l’Uspi \ ] Z

= lo21â€? e altre. I pesanti dati della crisi odierna. Questo composito mondo della stampa regionale, provinciale, locale, dei piccoli editori di libri e riviste varie, delle giovani cooperative di giornalisti che si cimentano con la comunicazione in rete e con iniziative d’avanguardia (web 2.0), un tempo magari diviso da storia, tradizione e visioni ideologiche antagoniste, oggi è invece accomunato da un destino che sta mettendo a repentaglio la sopravvivenza di giornali e riviste dalla storia lunga e

J economiche. I dati forniti all’incontro sono allarmanti: meno 22% le vendite in edicola negli ultimi cinque anni, meno 50% la pubblicitĂ , 3000 posti di lavoro persi nelle redazioni delle testate maggiori, 1000 in quelle dei giornali piĂš piccoli e dei territori. “La situazione è gravissima – ha spiegato Zanotti - perchĂŠ la pubblicitĂ da sola non basta per tenere in piedi i giornali, che pure hanno sempre avuto e oggi ancora di piĂš organici ridotti all’os-

so, con stipendi magri. Per questo abbiamo ideato questo incontro col quale chiediamo a Governo e Parlamento di rivedere i criteri con i quali vengono distribuiti i sempre piĂš scarsi fondi all’editoriaâ€?. Gli aiuti all’editoria in altri paesi Ue. Dello stesso tenore gli altri interventi. “Negli ultimi dieci anni i contributi pubblici all’editoria sono scesi da 120 a 55 milioni di euroâ€?, ha ricordato Roberto Calari, di “Alleanza cooperative italianeâ€?. “CosĂŹ non si può proseguire. Dopo i 32 giornali che hanno chiuso negli ultimi due anni altre decine di testate locali rischiano di scomparire –

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radicati nel territorio che sono un elemento essenziale della democrazia e del pluralismo dell’informazioneâ€?. “La crisi è di tutto il sistema editoriale – ha affermato Franco Siddi, segretario generale della Federazione nazionale stampa italiana (Fnsi) – e oltre alla perdita dei posti di lavoro, siamo di fronte a un netto dimagrimento dell’offerta e della qualitĂ â€?. Caterina Bagnardi, rappresentante della File (quotidiani locali) ha descritto i provvedimenti di sostegno all’editoria in alcuni paesi europei: l’Austria con 500mila euro a testata oltre a una quota variabile in funzione delle copie ven ” [ un massimo di 2 milioni di euro; la Francia con provvidenze varie; la Germania con fondi erogati dai

“landerâ€?; la Gran Bretagna senza J di stampa entro la “Common Lawâ€?. Ridurre i tagli ai giornali non-proďŹ t. La richiesta formulata da Zanotti a nome della Fisc parte dal fatto che “negli ultimi due anni abbiamo subito tagli di circa il 60% dei contributi mentre il resto dell’editoria che usufruisce dei contributi sulla legge 250/90 ha subito un taglio di circa il 30% - ha spiegato -. Quindi, per evitare di dover assistere a chiusure di testate, chiediamo che anche nei nostri confronti si porti il ‘taglio’ al 30%, cosĂŹ da lasciare un po’ di respiro ai giornali diocesaniâ€?. “La questione - ha aggiunto - non è una battaglia per conservare dei ‘privilegi’, anzi è esattamente il contrario: si tratta di poter usufruire di quel minimo di sostegno che permette di mantenere in vita queste voci libereâ€?. Tre gli “appelliâ€? che sono stati rivolti al Governo: avviare un tavolo di confronto con gli opera

( e strategie per una vera “riforma dell’editoriaâ€? da tempo attesa; accelerare la revisione delle norme sull’emittenza televisiva e radiofonica; provvedere con la prossima legge di stabilitĂ a garantire le risorse adeguate agli strumenti di intervento che la legge giĂ oggi prevede

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= va, di idee e di testimonianza (tra cui rientrano in particolare le testate diocesane).



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