Kaire n 41

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Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia

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IN PRIMO PIANO Intervista al coordinatore don Pasquale Trani sui contenuti del Convegno diocesano

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IN PRIMO PIANO Una breve scheda sui relatori del Convegno diocesano: Galantino, Riccardi, Bregantini

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SINODO FAMIGLIE La Chiesa in ascolto. Da Ischia una rappresentanza per pregare col Papa

L’EDITORIALE DEL DIRETTORE

VERSO LE PERIFERIE Di Lorenzo Russo Direttore di Kaire

La Chiesa di Ischia si prepara a vivere un passo importante di nuova evangelizzazione attraverso l’VIII convegno ecclesiale diocesano. Un passo decisivo alla luce dell’Evangelii Gaudium di Papa Francesco, per poter ‘uscire’ ed andare incontro alla periferia. Quella periferia esistenziale che riguarda gli ultimi, i lontani dalla Chiesa, i delusi, gli incompresi. Ma ‘uscire’ vuol dire anche aprirsi al nuovo, al cambiamento e alle esigenze della societĂ odierna, al cambiamento degli stili di vita dei nostri giovani, e saper annunciare il Vangelo. Il nostro Vescovo Padre Pietro Lagnese ce lo ha ricordato nella sua Lettera Pastorale ‘Con gioia ritorniamo a casa’: al nuovo, accettando di an concretamente porsi in atteggiamento di umile accoglienza di quanti il Signore ci mette accanto imparando a riconoscerli come un donoâ€?. Non è facile intraprendere una nuova strada mettendoci in discussione per rinnovare e cambiare la nostra Chiesa. Ma dobbiamo iniziare dal dialogo. Saper ascoltare. Fare vuoto nel nostro cuore per poter accogliere l’altro. Per amore della Chiesa. E allora usciamo dalle chiese e andiamo fra la gente. Ascoltiamo i loro cuori con umiltĂ . Al convegno diocesano andiamoci con questo spirito: saper perdere le proprie idee e fare vuoto nel cuore per poter dialogare, iniziando dall’ascolto del prossimo. Lo spirito Santo farĂ il resto. Buon convegno diocesano a tutti! Che sia frutto di vera Continua paginadi2Ischia. unitĂ nella aChiesa

ANNO 1 | NUMERO 41

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11 OTTOBRE 2014

La chiesa di Ischia in uscita

VIII Convegno Diocesano 16-18 OTTOBRE 2014 La Chiesa “in uscitaâ€? è la comunitĂ di discepoli missionari che prendono l’iniziativa, che si coinvolgono, che accompagnano, che fruttiďŹ cano e festeggiano. Papa Francesco, Evangelii Gaudium, n. 24

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SOCIETÀ Loppiano Lab 2014, una mappa per il futuro dell’Italia. TERZO SETTORE Inaugurato a Casamicciola il centro Giuseppe Natale, uno spazio per i diversamente abili KAIRE TERRITORIO Il ricordo di una favolosa vendemmia ischitana del '68 PARROCCHIE Riparte il catechismo allo Schiappone con una caccia al tesoro


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IN PRIMO PIANO

VIII Convegno Le nuove sďŹ de pastorali della chiesa di Ischia in uscita, per seguire Papa Francesco nelle periferie dell’umanitĂ

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al 16 al 18 ottobre ci sarĂ l’ottavo convegno diocesano della A cura della Chiesa di Ischia. Un Redazione importante evento sui futuri passi della chiesa locale alla luce dell’Evangelii Gaudium di Papa Francesco. Abbiamo rivolto qualche domanda a don Pasquale Trani, coordinatore del convegno e responsabile regionale della pastorale della famiglia, per approfondire il tema legato al convegno. Quali sono gli obiettivi del convegno diocesano? Il titolo ne da alcune indicazioni; porre la chiesa d’Ischia in atteggiamento di “uscitaâ€? verso le periferie dell’esistenza umana cosĂŹ come ci dice Papa Francesco. Cosa s’intende per Chiesa d’Ischia in “uscitaâ€? ? Avere uno sguardo “estroversoâ€? e lasciare leziose abitudini pastorali e atteggiamenti statici per guardare fuori dalla porta della nostra chiesa, non piĂš in attesa di fedeli ormai sempre piĂš distratti dallo spirito del mondo, ma andando incontro ad essi con umiltĂ e nella veritĂ . Come ci ricorda il Papa: “Ora che la Chiesa desidera vivere un profondo rinnovamento missionario c’è una forma

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di predicazione che compete a tutti come impegno quotidiano: si tratta di portare il Vangelo alle persone con cui ciascuno ha a che fare, tanto ai piĂš vicini quanto agli sconosciuti, nella predicazione informale che si può realizzare durante una conversazioneâ€?. (Cit. Evangelii Gaudium n° 172) Quali sono gli atteggiamenti giusti per mettersi in “uscitaâ€? ed annunciare il Vangelo? Almeno 3 atteggiamenti. UmiltĂ : è lo Spirito del Signore che fa nuove tutte le cose, non noi! Ma ciò non toglie che siamo chiamati, a partire da questa consapevolezza, ad essere fedeli collaboratori Suoi. “In questa predicazione sempre rispettosa e gentile, il primo momento consiste in un dialogo personale, in cui l’altra persona si esprime e condivide le sue gioie, le sue speranze, le sue preoccupazioni per i suoi cari e tante cose che riempiono il suo cuore. Solo dopo è possibile presentare la Parola...a volte in maniera piĂš diretta, altre volte attraverso una testimonianza personaleâ€?. (Cit Evangelii Gaudium n°128) Fede: se siamo consapevoli del primato di Dio che conduce la sto za per tutti, attraverso strade a volte tortuose e incomprensibili agli uomini, non ci perderemo d’animo Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia Codice ďŹ scale e P.Iva: 04243591213 Rea CCIAA 680555 - Prefettura di Napoli nr.11219 del 05/03/2003 Albo Nazionale SocietĂ Cooperative Nr.A715936 del 24/03/05 Sezione Cooperative a MutualitĂ Prevalente Categoria Cooperative Sociali Tel. 0813334228 Fax 081981342 info@kairosonline.it pec: posta.kairos@pec.it Registrazione al Tribunale di Napoli con il n. 8 del 07/02/ 2014

nel fare ciò che ci viene chiesto nel nostro tempo. Passione per l’annuncio del Regno: Papa Francesco ci chiama ad essere testimoni gioiosi della presenza del Risorto nella nostra storia e innanzitutto nella Chiesa. Cosa possono fare i fedeli laici per andare in “uscitaâ€? verso l’altro? Recuperare il senso di umanitĂ . Spesso la troppa preparazione intellettuale, sganciata da una vita coerente ai valori evangelici, non ha aiutato ad andare verso l’altro. “La Chiesa dovrĂ iniziare i suoi membri a questa ‘arte dell’accompagnamento’ perchĂŠ tutti imparino sempre a togliersi i sandali davanti alla terra sacra dell’altroâ€? (Cit Ev.Gaudium n°169) Meditare la categoria dell’“attenzioneâ€? ebrea Edith Stein, potrĂ aiutarci a renderci conto del valore intrinseco di ogni persona e del suo mondo, dove far arrivare la vicinanza del Signore. E pregare. “PiĂš che mai abbiamo bisogno di uomini e donne che, a partire dalla loro esperienza di accompagnamento, conoscano il modo di procedere dove spiccano la prudenza, la capacitĂ di comprensione, l’arte di aspettare, la docilitĂ allo Spirito...abbiamo bisogno di esercitarsi nell’arte di ascoltare che è piĂš che

Direttore responsabile: Dott. Lorenzo Russo direttorekaire@chiesaischia.it @russolorenzo

sentireâ€?. (Cit Ev.Gaudium n° 171) Meditare la Parola, base sicura di ogni agire, come spesso ci richiama Papa Francesco. Senza di Essa rischieremmo di restare nelle mode L’Evangelii Gaudium chiede ai sacerdoti di mettersi in discussione come Chiesa. In che senso? Dobbiamo anche noi presbiteri avere il coraggio di lasciare pratiche religiose ormai infruttuose ed obsolete e studiare insieme ai laici, nuove forme di evangelizzazione. Il convegno in questo senso sarĂ una grande scuola. La Chiesa isolana è legata da tradizioni antichissime. Come possiamo coniugare la storia del passato con il “nuovoâ€? che ci chiede il Papa? E’ una domanda che si fa ogni Chiesa locale del vecchio Continente, dove la fede sembra essere in crisi, almeno in termini di partecipazione. Ma proprio questa crisi di fede deve spingerci a prendere il largo anche nel senso di nuove vie per far arrivare il vangelo ad ogni uomo. Bisogna in ogni caso distinguere tra Tradizione e tradizioni. La Tradizione ci richiama la grande lezione biblica e l’insegnamen-

Redazione: Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia kaire@chiesaischia.it | @chiesaischia facebook.com/chiesaischia @lagnesepietro

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IN PRIMO PIANO

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Diocesano to dei Padri della Chiesa, nonchĂŠ il Magistero. Le tradizioni sono il tentativo continuo della Chiesa di veicolare i contenuti della fede in forme opportune per ogni tempo e cultura. Non a caso si discute sul come anche oggi sia meglio declinare la fede di sempre in GesĂš, nato, morto e risorto, vero uomo e vero Dio, con linguaggi e forme comprensibili ai nostri fratelli di Ischia e a quanti vengono ospiti della nostra isola. Quali potrebbero essere le no va evangelizzazioneâ€? di Papa La paura di lasciare il certo per l’incerto. Camminare in ordine sparso lasciando che una certa cultura della frammentazione che pervade l’isola prenda il sopravvento. Dimenticare che la “nuova evangelizzazioneâ€? è innanzitutto opera dello Spirito. “Se consentiamo ai dubbi e ai timori di soffocare qualsiasi audacia, può accadere che, al posto di essere creativi, semplicemente noi restiamo comodi senza provocare nessun avanzamento e in tal caso, non saremmo partecipi di processi storici con la nostra cooperazione ma semplicemente spettatori di una sterile stagnazione della chiesaâ€? (Cit. Ev. Gaudium n°129) ! Capovolgerei la domanda: cosa vorranno portare di loro stessi, delle loro esperienze umane, pastorali, del loro vissuto ecclesiale? Mi sembra che anche per noi valgano gli atteggiamenti richiamati da papa Francesco all’inizio del sinodo straordinario dei vescovi sulla famiglia: franchezza e sinceritĂ coniugate a vero spirito di accoglienza senza pregiudizi. Il convegno potrĂ essere tale – camminare insieme- se saremo tutti in atteggiamento di reale ascolto reciproco e condivisione d’intenti per realizzare il sogno del Concilio: la Chiesa famiglia! Solo questo volto della Chiesa potrĂ attrarre i tanti che non tornano piĂš a casa!

Presentazione dei tre relatori che ci aiuteranno ad approfondire la nuova evangelizzazione

PROF. ANDREA RICCARDI Fondatore della ComunitĂ di Sant’Egidio Nato a Roma nel 1950. Il 7 febbraio 1968, ancora studente, Andrea Riccardi si riunĂŹ per la prima volta con un gruppo di liceali, nell’Oratorio della Chiesa Nuova, il santuario di san Filippo Neri. Da quel primo incontro nascerĂ la ComunitĂ di Sant’Egidio, conosciuta per il suo lavoro a favore della pace e del dialogo. La tappa successiva per Andrea Riccardi e il gruppo di studenti cui era legato fu la conoscenza del mondo dei poveri: le borgate, periferia povera di Roma, le baracche. Nel settembre 1973 stabilĂŹ il proprio centro in Piazza Sant’Egidio a Roma, in un ex convento di monache carmelitane, facendone negli anni un centro di preghiera, solidarietĂ con i poveri, incontri per il dialogo e la pace. Il suo impegno per la pace lo ha visto mediatore nelle trattative per la risoluzione del conitto in Mozambico, ma anche in Guatemala, Costa d’Avorio e Guinea. Per la pace in Mozambico, ďŹ rmata a Roma il 4 ottobre 1992, è stata frutto di oltre due anni di trattative svoltesi nella sede romana della ComunitĂ di Sant’Egidio, che sono valsi a Riccardi la cittadinanza onoraria del Mozambico. Negli anni seguenti, l’impegno per la pace è proseguito su molteplici scenari. Studioso della Chiesa in etĂ moderna e contemporanea ha insegnato, come professore ordinario, Storia Contemporanea all’UniversitĂ di Bari, alla Sapienza e alla Terza UniversitĂ degli Studi di Roma. Dal 16 novembre 2011 al 27 aprile 2013, Riccardi è stato chiamato a ricoprire l’incarico di Ministro per la Cooperazione internazionale e l’Integrazione nel governo tecnico del prof. Mario Monti.

MONS. GIANCALO MARIA BREGANTINI Presidente della Commissione C.E.I. Problemi Sociali e Lavoro, Giustizia e Pace e Salvaguardia del Creato e Vescovo di Campobasso – Boiano Nasce a Denno (TN) il 28 settembre 1948. La vicinanza al mondo del lavoro affonda le radici nell’esperienza vissuta da giovane nelle fabbriche veronesi. La comprensione di problemi e sacriďŹ ci dei lavoratori lo prepara a svolgere il suo apostolato nella Pastorale del Lavoro dell’arcidiocesi di Crotone-Santa Severina dove apre varchi nel mondo operaio. Ordinato sacerdote il 1° luglio 1978, insegna religione all’Istituto Nautico e Storia della Chiesa nel PontiďŹ cio Seminario Teologico Regionale di Catanzaro. Da cappellano del carcere, luogo dove bene e male si scontrano, con una tale potenza che non consente di restare neutrali, impara la misericordia di un Dio che si fa vicino all’errante; non lo giudica, ma lo salva. Si trasferisce a Bari, dove insegna storia della Chiesa presso l’arcidiocesi di Bari-Bitonto nello studentato teologico interreligioso della Puglia. Per molti anni è parroco nella parrocchia di san Cataldo a Bari e dal 1992 anche cappellano dell’ospedale C.T.O. L’incontro con la realtĂ della sofferenza lo plasma in fraternitĂ e tenerezza. Eletto vescovo di Locri-Gerace il 12 febbraio 1994 da Papa Giovanni Paolo II e consacrato nella cattedrale di Crotone il 7 aprile, un mese dopo fa il suo ingresso in diocesi. L’8 novembre 2007 è assegnato da Papa Benedetto XVI alla sede arcivescovile metropolitana di Campobasso-Bojano dove entra il 19 gennaio 2008. Acquista notorietĂ anche civile, inserendo nella sua azione pastorale una coscientizzazione del popolo che in concreto signiďŹ ca dura ed efďŹ cace opposizione alla ‘ndrangheta. Attualmente è membro della Commissione PontiďŹ cia per il clero e la vita consacrata e membro del Comitato scientiďŹ co e organizzatore delle Settimane Sociali dei Cattolici Italiani.

MONS.NUNZO GALANTINO Segretario generale della Cei e vescovo di Cassano all’Jonio (Cs) Nato a Cerignola (FG) il 16.08.1948, ha compiuto gli studi del Ciclo istituzionale presso il Seminario Regionale di Benevento negli anni 1968-1972, conseguendovi il Baccalaureato in Teologia. Ha proseguito gli studi presso l’UniversitĂ di Bari conseguendo, nel 1974, la laurea in FilosoďŹ a. E’ stato ordinato sacerdote della diocesi di Cerignola - Ascoli S. (FG) il 23.12.1972. Dopo l’ordinazione sacerdotale svolge i seguenti incarichi pastorali: dal 1972 al 1977, vice rettore del seminario di Foggia e assistente dell’Azione Cattolica Ragazzi; dal 1974 al 1977, docente al PontiďŹ cio Seminario Regionale di Benevento; dal 1977 al 2011, parroco di San Francesco d’Assisi in Cerignola, vicario episcopale per la Pastorale, vicario episcopale per la Cultura e la Formazione Permanente; dal 1977, docente di Antropologia presso la FacoltĂ Teologica dell’Italia Meridionale (dal 2001 ordinario della medesima cattedra); dal 2004, responsabile del Servizio Nazionale per gli Studi Superiori di Teologia e di Scienze Religiose della C.E.I. Dal 1Âş agosto 1996 è cappellano di Sua SantitĂ . Il 9 Dicembre 2011 Papa Benedetto XVI lo ha eletto vescovo di Cassano all’Jonio (Cs) e il 25 Febbraio 2012, è stato ordinato Vescovo nella Basilica Cattedrale di Cerignola, dal Card. Angelo Bagnasco. Il 28 dicembre 2013 Papa Francesco lo nomina segretario generale ad interim della Conferenza Episcopale Italiana; su sua esplicita richiesta rimane alla guida della diocesi che, come vescovo, gli è stata afďŹ data. Il 25 marzo 2014 lo stesso Papa lo nomina segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana ad quinquennium. Attuali incarichi: Presidente della Fondazione di Religione “Santi Francesco d’Assisi e Caterina da Sienaâ€? e membro della Presidenza del Comitato del 5° Convegno ecclesiale nazionale.


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LA VOCE DI PIETRO

ome ogni anno a Forio hanno avuto luogo i solenni feA cura steggiamenti in onodell’Ordine re di S. Francesco Francescano d’Assisi. Sono iniSecolare di Forio ziati il 3 ottobre col “Transito del Santoâ€? per ricordare la sua morte. Il giorno 4 ottobre, solennitĂ di S. Francesco, si sono celebrate le S. Messe alle ore 7,00- 9,00- 11,00 presiedute rispettivamente da don Pasquale Mattera, don Vincenzo Avallone e da P. Agostino Esposito, provinciale dell’OFM di Napoli e provincia. A sera, alle ore 19,00, in una chiesa sfolgorante di luci e gremita

# % la S. Messa il nostro amato Vescovo S.E. Rev. Pietro Lagnese. Hanno concelebrato: Padre Nunzio Ammirati, rettore della chiesa di S. Francesco, don Pasquale Mattera, parroco della chiesa di S. Sebastiano in Forio e don Cristian Solmonese, parroco “S.Leonardo Abateâ€? a Panza, Forio. Presente anche il diacono don Salvatore Nicolella. Durante l’omelia il nostro Vescovo ci ha parlato del Vangelo del giorno soffermandosi sulla frase detta da GesĂš: ÂŤ Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perchĂŠ

 Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perchÊ hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli‌

Festa a Forio di San Francesco hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli‌. “Anche la parola del Vangelo ci viene incontro per mettere in risalto la grandezza di Francesco nella sua piccolezza. – ha affermato ciecamente come un bambino, acquistando sapienza divina infusa dallo Spirito Santo che si dona agli umili e puri di cuore. Questa esplosione d’amore si esprime nelle “ Lodi a Dio Altissimoâ€? che S. Francesco dedicò a Dio Padre, riconoscendolo come Fortezza, Bellezza, UmiltĂ , Bene, Sapienza, Giustizia, Gaudio, Letizia ed altri appellativi

di grandezzaâ€?. Il nostro Vescovo ha continuato dicendo che “S. Francesco era piccolo perchĂŠ si riteneva ÂŤl’ultimo dei fratiÂť, ÂŤservo nel Signore Dio, piccolo e disprezzatoÂť. S. Francesco, perfetto imitatore di Cristo, desiderava anche nei suoi fratelli l’umiltĂ , al di sopra di tutte le altre virtĂš e li incoraggiava con tutto sĂŠ stesso ad acquistarla e conservarla. Egli trascorreva tutto il suo tempo in santo raccoglimento per riempire il suo cuore della sapienza di Dio. Facendo cosĂŹ portava tutta la mente e l’affetto a Dio. Il suo trasporto interiore era tale che non era tanto un uomo che

pregava ma era egli stesso uomo trasformato in preghiera vivente. Tra i molti doni che Francesco ebbe da nostro Signore fu quello di crescere nella semplicitĂ attraverso l’amore per la povertĂ e per questo rinunciò ai suoi averi per donarli ai poveri e divenire anche lui povero come il suo Maestroâ€?. " #

$ " sua protezione il Sinodo delle Famiglie. La festa in onore di S. Francesco è terminata il 5 ottobre con la processione attraverso le strade di Forio.


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SEGUIAMO FRANCESCO

LA DOMENICA DEL PAPA

Per Francesco la vigna da curare è il popolo, “sognoâ€? di Dio. La vigna è l’immagine che il Papa utilizza, parlando del Sinodo e del lavoro dei 191 padri sinodali

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e letture di domenica 5 ottobre, ventisettesima del tempo A cura di ordinario, ci offroFabio no l’immagine della Zavattaro vigna, che in Isaia è sterile; in Matteo, invece, sono i vignaioli a impedire al padrone di coglierne i frutti. Se nel profeta è metafora di una resistenza ad accogliere la novitĂ del Signore, nel Vangelo è il luogo del “sognoâ€? di Dio, il progetto che Dio ha sul suo popolo, come ricorda Papa Francesco, aprendo, nella basilica di San Pietro, il Sinodo straordinario sulla famiglia. Fa da sottofondo l’amore di Dio per ogni uomo e donna, e i ripetuti tentativi del padrone di ottenere frutti dalla vigna – l’aviditĂ dei contadini è l’ostacolo insuperabile – mandando suoi inviati e, per

persona piĂš cara al padrone della vigna, altro non sono che messaggi di un padrone premuroso e misericordioso che non si stanca di perdonare, di aspettare. Ma alla

& ' verrĂ , dunque, il padrone della vigna, che cosa farĂ a quei con-

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VISITA A STRASBURGO

Guai ai CATTIVI PASTORI

tadini?â€?. PerchĂŠ il padrone della vigna è sĂŹ misericordioso, premuroso, e ci dĂ molte possibilitĂ , ma #

* + # Papa Francesco utilizza, parlando del Sinodo e del lavoro che at /</ * gna, dunque, come “simbolo del popolo che il Signore si è scelto. Come una vigna, il popolo richiede tanta cura, richiede un amore paziente e fedele. CosĂŹ fa Dio con noi, e cosĂŹ siamo chiamati a fare noi pastori. Anche prendersi cura della famiglia è un modo di lavorare nella vigna del Signore, perchĂŠ produca i frutti del Regno di Dioâ€?. Racconto forte, la parabola dei vignaioli omicidi, racconto impregnato di violenza e di odio, segnato dalle contraddizioni della nostra vita, e del nostro tempo. In questa parabola GesĂš rilegge anche la vicenda personale, l’alleanza tra Dio e il suo popolo e la sua passione e morte, perchĂŠ è lui il

so; è lui la pietra che i costruttori hanno scartato e che è diventata pietra d’angolo. Per Francesco la vigna è, dunque, il popolo, il “so-

= # > #

& “questo è il compito dei capi del & bertĂ , creativitĂ e operositĂ â€?. Ieri come oggi la cupidigia ha cittadi & droniti della vigna, e “per la loro cupidigia e superbia vogliono fare di essa quello che vogliono, e cosĂŹ tolgono a Dio la possibilitĂ di realizzare il suo sogno sul popolo che si è sceltoâ€?. Ăˆ sempre presente la tentazione della cupidigia di denaro e di potere, e per saziarla, afferma Francesco, “i cattivi pastori caricano sulle spalle della gente pesi insopportabili che loro non muovono neppure con un ditoâ€?. Compito dei pastori, dice il Papa, è lavorare per la vigna del Signore e le assemblee sinodali, ricorda, “non servono per discutere idee belle e originali, o per vedere chi è piĂš intelligente... Servono per coltivare e custodire meglio la vigna del Signore, per cooperare al suo sogno, al suo progetto d’amore sul suo popoloâ€?. Ed è qui che si coglie la novitĂ del pensiero di Francesco, quella “medicina della misericordiaâ€?, come ricordava Giovanni XXIII, che la Chiesa è chiamata a amministrare, ascoltando “le gioie e le speranze, le tristezze e le angosceâ€? degli uomini di oggi, dei poveri. Francesco chiede di leggere la realtĂ delle famiglie trovando la capacitĂ di esserle crisi e di cambiamenti. Spesso siamo incapaci di cogliere la novitĂ che viene dalla parola di Dio, siamo ciechi; preferiamo le cose del mondo, il successo, il denaro, il potere, il piacere. Il rischio della mondanitĂ , come ripete Francesco; cristiani di facciata. Ăˆ la scelta del “padrone della vignaâ€? di darla ad altri che sappiano coltivarla e farla crescere in fedeltĂ denota amore, fedeltĂ , pazienza, misericordia, ma anche giustizia. Siamo tutti peccatori, dice ancora Francesco, e “anche in noi ci può essere la tentazione di impadronirci della vigna, a causa della cupidigia che non manca mai in noi esseri umani. Il sogno di Dio si scontra sempre con l’ipocrisia di alcuni suoi servitoriâ€?.

25 NOVEMBRE

Il Papa incontra l’Europa

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apa Francesco parlerĂ davanti al Parlamento europeo e al Consiglio A cura della d’Europa. Il viaggio a Redazione Strasburgo, con i due discorsi, è previsto per il 25 novembre. Nell’incontro con la stampa nei giorni scorsi è stato reso noto che Francesco intende anche visitare la Francia, in data @ della pubblicazione del programma della visita del Papa al Parlamento europeo e al Consiglio d’Europa, che avrĂ luogo il prossimo 25 novembre, - ha dichiarato infatti pa $ * % della sala stampa vaticana - posso

# Padre intende compiere un viaggio apostolico in Francia nel corso del prossimo anno, 2015�. IL PROGRAMMA DELLA VISITA A STRASBURGO 7.55 Partenza in aereo dall’Aeroporto di Roma Fiumicino per Strasburgo 10.00 Arrivo all’Aeroporto di Strasburgo/Entzheim. Accoglienza privata 10.35 Visita al Parlamento Europeo 12.05 Visita al Consiglio d’Europa 13.50 Partenza in aereo da Strasburgo per l’Aeroporto di Roma Ciampino 15.50 Arrivo all’Aeroporto di Roma Ciampino

INTENZIONI DI PREGHIERA DEL S. PADRE OTTOBRE 2014 Generale: “PerchĂŠ il Signore conceda pace alle regioni del mondo piĂš martoriate dalla guerra e dalla violenzaâ€?. Missionaria: “PerchĂŠ la Giornata Missionaria Mondiale risvegli in ogni fedele la passione e lo zelo di portare a tutto il mondo il Vangeloâ€?.


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FAMIGLIE

Sinodo sulla P

arlare con franchezza - la “parresiaâ€? evangelica - e ascoltare A cura di con umiltĂ . Ăˆ racchiuM. Michela so nei due estremi Nicolaise di questo binomio il senso della terza Assemblea generale straordinaria del Sinodo dei vescovi sulla famiglia. A raccomandarlo ai partecipanti come “cifraâ€? dello stile sinodale è stato Papa Francesco, aprendo la prima Congregazione generale. Una panoramica, a 360° gradi, sullo “stato di saluteâ€? della famiglia è stata offerta dal cardinale PĂŠter ErdĂś, relatore generale. Per la prima volta, la “Relatio ante disceptationemâ€? ha incluso giĂ gli interventi scritti dei padri sinodali, inviati alla segreteria generale del Sinodo prima dei lavori. Prima prova pratica di collegialitĂ , tema questo che sta molto a cuore al Papa, ha assicurato monsignor Bruno Forte, relatore speciale, durante la prima conferenza stam-

Il Papa ha indicato lo stile sinodale, improntato alla “parresiaâ€? evangelica. Nella relazione del cardinale PĂŠter ErdĂś affrontati tutti i nodi culturali e pastorali sui quali i padri sinodali si confronteranno. Dalle convivenze che hanno sostituito il matrimonio alla posizione dei divorziati risposati civilmente. Nella consapevolezza, però, che c’è “un patrimonio di fede chiaro e ampiamente condivisoâ€?

Franchezza e ascolto a cominciare dai matrimoni nulli pa sui lavori. PerchĂŠ il Sinodo non è un Parlamento, ha puntualizzato il cardinale AndrĂŠ Vingt-Trois, presidente delegato di turno: non cerca la maggioranza ma il confronto fraterno per far progredire la Chiesa. Vivere insieme senza matrimonio: è una delle tendenze piĂš in voga oggi in materia di famiglia, ha denunciato il card. ErdĂś. Oggi “molti percepiscono la loro vita non come un progetto, ma come una serie di momenti nei quali il valore supremo è

di sentirsi bene, di stare beneâ€?, e cosĂŹ “ogni impegno stabile sembra temibile, l’avvenire appare come una minacciaâ€?. Nonostante questo la famiglia “non è un modello fuori corsoâ€?, anche se incontra “molte J=& @ questione la dottrina dell’indissolubilitĂ del matrimonio in quanto tale, essa è anzi incontestata e nella maggior parte osservata anche nella prassi pastorale della Chiesa con le persone che hanno fallito nel loro matrimonio e che cercano un nuovo inizioâ€?. @ = K %dicazioneâ€?: c’è “un patrimonio di fede chiaro e ampiamente condiviso, dal quale l’Assemblea sinodale può partire, di cui si dovrebbero rendere piĂš universalmente consapevoli i fedeli attraverso una piĂš profonda catechesi sul matrimonio e la famigliaâ€?, in grado di guardare “al di lĂ della cerchia dei cattolici praticantiâ€?. Il cardinale parla di vere e proprie “strutture di peccatoâ€? e di “un processo di stravolgimento che mette in questione la tradizionale cultura familiare e spesso la distruggeâ€?. D’altra parte, “la famiglia è quasi l’ultima realtĂ umana accogliente in un mondo determinato #K nanza e dalla tecnologia. Una nuova cultura della famiglia può essere il punto di partenza per una rinnovata civiltĂ umanaâ€?. “La misericordia non toglie gli impegni che nascono dalle esigenze del vincolo matrimonialeâ€?. Anche nelle “situazioni matrimoniali dif = W a sussistere anche quando l’amore + + =

La “vera urgenza pastoraleâ€?, allora, “è permettere a queste persone di curare le ferite, di guarire e di riprendere a camminare insieme a tutta la comunitĂ ecclesialeâ€?. Come? Attraverso una “rinnovata e adeguata azione di pastorale familiareâ€?, che sappia “sostenere i coniugi nel loro impegno di fedeltĂ reciproca

modo migliore di accompagnare = J che non si sentano escluse dalla vita della Chiesa�, e “individuare forme e linguaggi adeguati per annunciare #

amati da Dio Padre e dalla Chiesa madreâ€?. Non serve la “pastorale fai-da-teâ€?. “Quello dei divorziati risposati civilmente è solo un problema nel

oggi acutamente avvertiteâ€?. Parole chiare, quelle del relatore generale, secondo il quale “sarebbe fuorviante il concentrarsi solo sulla questione della recezione dei sacramentiâ€?. “Bisogna tener conto della differenza tra chi colpevolmente ha rotto un matrimonio e chi è stato abbandonatoâ€?: i divorziati risposati civilmente “appartengono alla Chiesa, hanno bisogno e hanno il diritto di essere accompagnati dai loro pastoriâ€?. Di qui la proposta di “avere almeno in ogni Chiesa particolare un sacerdote, debitamente preparato, che possa previamente e gratuitamente consigliare le parti sulla validitĂ del loro matrimonioâ€?. “Non sembra azzardato ritenere che non pochi dei matrimoni celebrati in Chiesa possano risultare non validiâ€?. Il card. ErdĂś ha messo l’accento sulla questione della nulli-


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FAMIGLIE

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famiglia tĂ dei matrimoni, affrontata in piĂš punti della sua relazione. La proposta del cardinale è di “rivedere, in primo luogo, l’obbligatorietĂ della doppia sentenza conforme per la dichiarazione di nullitĂ del vincolo matrimoniale, procedendo al secondo grado solo se c’è l’appello da una o da entrambe le partiâ€?. Da “esaminare piĂš approfonditamenteâ€? la prassi di alcune Chiese ortodosse, che “prevede la possibilitĂ di seconde nozze e terze connotate da un carattere penitenzialeâ€?. “Dietro le tragedie familiari c’è molto spesso una disperata solitudine, un grido di sofferenza che nessuno ha saputo scorgereâ€?. “PerchĂŠ si possa veramente accogliere la vita nella famiglia e averne cura morte naturale, è necessario ritrovare il senso di una solidarietĂ diffusa e concretaâ€?, ha detto il cardinale, esortando ad “attivare a livello istituzionale le condizioni che rendano possibile questa cura facendo cogliere la nascita di un bambino, cosĂŹ come l’assistenza a un anziano, quale bene sociale da tutelare e favorireâ€?. In primo piano anche l’accoglienza e la difesa della vita, dal concepimento alla morte naturale: rivisitando anche, in positivo, il messaggio della “Humane Vitaeâ€?.

Camminiamo insieme Una rappresentanza ischitana a Roma per pregare con Papa Francesco per il Sinodo della Famiglia

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inodoâ€? vuol dire “camminare insiemeâ€?. Sono 253 i partecipanti, provenienti da tutti i continenti, al terzo Sinodo straordiA cura di nario sulla famiglia in Vaticano. Tra loro, Lorenzo anche 14 coppie di sposi, suddivise tra Russo direttore esperti e uditori. ÂŤIl Sinodo è un evento del Kaire di tutta la ChiesaÂť, ha affermato e ripetuto papa Francesco, che parte dal cuore delle famiglie stesse, convocate il 4 ottobre in San Pietro per la preghiera collettiva, cui hanno partecipato (in 50 mila persone almeno) anche indirettamente, grazie all’iniziativa “Accendi una luce in famigliaâ€? che chiede ai cristiani di pregare per il Sinodo in forma domestica, ciascuno nella propria casa o in maniera comunitaria. Da Ischia sono partiti in 20, capitanati dal responsabile della pastorale familiare diocesano e regionale don Pasquale Trani, per poter partecipare insieme al Papa all’apertura del Sinodo. Un piccolo numero ma con una grande gioia nel pregare e fare famiglia insieme. Non a caso è stata scelta come location dall’organizzazione isolana il Divino Amore per poter alloggiare la notte fra il sabato e la domenica. Luogo dove sono conservati i resti dei

beati coniugi Beltrame-Quattrocchi, prima famiglia % YZ alla serata di preghiera – aveva scritto nella sua lettera-invito monsignor Paolo Gentili, riconfermato [ le della famiglia – perchĂŠ in questo modo possiamo vivere insieme un tempo di grazia in attesa del SinodoÂť. In occasione dell’Angelus di domenica 5 ottobre, 15 mila copie della Bibbia, nell’aggiornata versione dai Testi antichi, sono state distribuite gratuitamente in piazza San Pietro. L’iniziativa è stata promossa dalla Famiglia paolina per celebrare il centenario della fondazione del beato Giacomo Alberione e l’inizio del Sinodo dei vescovi sulla famiglia. ÂŤMa non tenetela sullo scaffaleÂť, ha esortato il papa. ÂŤTenerla a portata di mano, leggerla spesso, ogni giorno, sia individualmente che insieme, marito la domenica. CosĂŹ la famiglia cresce, cammina, con la luce e la forza della Parola di DioÂť, questo l’invito del papa alle famiglie. ÂŤInvito tutti a sostenere i lavori del Sinodo con la preghiera, invocando la materna intercessione della Vergine MariaÂť.


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SOCIETĂ€

Si è conclusa la quarta edizione dal tema: cittadinanza e legalitĂ , lavoro ed economia, educazione e famiglia, partecipazione politica e cultura. Una rappresentanza di imprenditori isolani ha partecipato all’evento. La cittadella di Loppiano per l’occasione ha festeggiato i suoi 50 anni di vita con un regalo d’eccezione: un videomessaggio di Papa Francesco.

LOPPIANOLAB 2014 Una mappa per l’Italia I

l Loppianolab è un evento arrivato alla quarta edizione che si tiene nella cittadella internazionale omoA cura di nima del Movimento dei Focolari, Francesca nei pressi di Firenze. Quest’anno la Annunziata quarta edizione si è svolta dal 3 al 5 ottobre. \ # & # +] ra? Un convegno? Una manifestazione all’interno del movimento dei Focolari? In realtĂ il Loppianolab è un momento di dialogo e di confronto in particolare fra imprese, imprenditori, professionisti, dipendenti con un’attenzione particolare al mondo dell’economia, studenti e anche curiosi, persone alla ricerca di formazione spirituale, imprenditoriale, economica. Loppianolab è soprattutto l’evento in cui il Movimento dei Focolari vuole condividere con il mondo intero l’esperienza reale – e non utopica – dell’economia di comunione. L’economia di comunione è un modo di vivere l’azienda, l’impreditoria, l’associazionismo, la vita comunitaria in genere con il cuore aperto ai “poveriâ€? del mondo intero; l’EdC (acronimo per economia di comunione) “obbligaâ€? alla massima attenzione da parte del datore di lavoro per la persona che lavora, elevandola con la formazione e un certo “welfareâ€? aziendale ad uno stato di benessere e di tranquillitĂ spirituale che rende il lavoro stesso piĂš “belloâ€? e piĂš redditizio. Ecco la “Terre di Loppianoâ€?, un’azienda storica dell’Edc: “Lavoriamo per condividere. Terre di Loppiano nasce per aderire al progetto di Economia di Comunione: una forma di imprenditoria basata sulla condivisione degli utili a favore dei piĂš poveri. La genuinitĂ dei prodotti da noi selezionati è frutto del lavoro di aziende che operano nel rispetto dell’ambiente e della scelta consapevole per l’uomo e il suo benessere.â€? Insomma Loppianolab è aperto a tutti, non è un evento “chiusoâ€? ed è soprattutto confronto e accrescimento fra persone che hanno sete di un cambiamento positivo. Il tema di quest’anno è stato: “Cittadinanza e legalitĂ , lavoro ed economia, educazione e famiglia, partecipazione politica e culturaâ€?. Il programma è stata interrotto solo dal pranzo e dalla cena, un programma intensissimo ed interessante. Il primo giorno VenerdĂŹ 3 ottobre, in contemporanea si sono tenuti tre convegni: la giornata conclusiva Workshop School EdC per

Virtu al Exp o

a Lop piano Lab

ella ella cittad 50 anni d Festa dei

“L’Economia di Comunione è una forma di imprenditoria basata sulla condivisione degli utili a favore dei piĂš poveriâ€? giovani, il convegno ISACpro dal tema “Frère: educazione, salute e socialitĂ nel Valdarnoâ€?, il Convegno Aipec (associazione imprenditori per l’economia di comunione) dal tema “Un Ponte tra Economia, Politica e Lavoroâ€?. Il tema della Convention EdC tenutasi il pomeriggio del 3 ottobre è “Spazi Aperti: ImprenditorialitĂ civile e relazioni sociali, partendo dai talenti e dagli ultimiâ€?. A presentare la Convention Edc Italia 2014 è il professore Luigino Bruni, sicuramente uno dei maggiori esperti dell’Edc in Italia. Ecco una sua citazione emblematica per entrare subito nell’argomento: “Se sei insensibile alla povertĂ non puoi occuparti di edc.â€? Il prof. Luigino Bruni – che si fa chiamare subito Luigino perchĂŠ non ama le presentazioni _ # % J # deve affrontare un imprenditore EdC. “L’economia civile rappresenta una minoranza e bisogna combattere molto x affermare i principi dell’EdC. Ciò che deve dare la forza di essere un imprenditore EdC è il fatto che sia partita in Africa; sembra utopico ma è cosĂŹ, se è partita in Africa, può succedere in qualsiasi paeseâ€?. Dopo la presentazione di Luigino, c’è stata una tavola rotonda sul tema giĂ espresso nel titolo

ma in particolare sulla povertĂ . Tiziana Ciampolini della Caritas di Torino fa soffermare sul concetto di povertĂ oggi. Prima era facile distinguere fra povero e ricco. Oggi lei dice: “Negli ultimi dieci anni, il concetto di povertà è cambiato. Siamo come su un “tacadĂ â€? dove da un momento all’altro uno ricco o benestante viene catapultato all’improvviso nella povertĂ + ` W parte da una posizione di privilegio.â€? Una delle esperienze piĂš toccanti del pomeriggio è stata raccontata da Giovanni Romano della Cooperativa Sociale L’Arcolaio. La cooperativa si è occupata di un percorso di riscatto e di recupero della dignitĂ dei carcerati attraverso la produzione di prodotti dolciari tipici siciliani. Questa produzione di dolci è stata un “toccasanaâ€? per i carcerati che hanno realizzato qualcosa di “buonoâ€?. Con un po’ di autoironia, questa produzione è stata chiamata “DOLCI EVASIONIâ€?. I carcerati hanno goduto anche di alcuni giorni fuori dal carcere in occasioni di eventi speciali, duranti i quali hanno realizzato dei banchetti. Il 4 e il 5 ottobre sono stati densissimi di appuntamenti. La cittadella ha appro W


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SOCIETĂ€

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AIPEC Alcuni partecip anti

a Loppianolab

associazione e obiettivi Dare: sia questa la parola che non può darci tregua

l’EDC te un convegno sul Luigino Bruni duran

quantesimo compleanno e nel pomeriggio del 4 ottobre, si è tenuto un programma dedicato alla storia di Loppiano arricchito dal videomessaggio di auguri di Papa Francesco e dalla presenza del presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il programma era adatto a tutti, a giovani come adulti come ai bambini. Durante tutti i tre giorni di Loppianolab, c’è stata una grande novitĂ : il Virtual Expo. Oltre 50 aziende di economia di comunione sono sentazione è stato proiettato nella hall del Polo Lionello continuamente per tutti i tre giorni. Per le aziende c’è stata la possibilitĂ di organizzare degli incontri di scambio commerciale. Nelle prime quattro edizioni sono stati registrati oltre 10000 tra visitatori e partecipanti, 200 attivitĂ imprenditoriali, 15 tra quotidiani e riviste con oltre trenta articoli, 11 radio con quattordici servizi, sedici agenzie di stampa con settante sei lanci e 15 televisioni per 39 servizi e passaggi televisivi. Nel 2014, non abbiamo i numeri ma sicuramente siamo oltre ogni previsione. Le persone presenti durante il week end erano migliaia tanto che la cittadella ha prenotato per l’evento % # | Z

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I.P.E.C. è un’associazione di imprenditori, professionisti, aziende che intendono porre come valore Dal sito aggiunto del proprio modo di laaipec.it vorare nel mercato nazionale e internazionale, la cultura del dare. Siamo partiti da queste parole di Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari,: “Diamo sempre; diamo un sorriso, una comprensione, un perdono, un ascolto; diamo la nostra intelligenza, la nostra volontĂ , la nostra disponibilitĂ ; diamo le nostre esperienze, le capacitĂ . Dare: sia questa la parola che non può darci treguaâ€?. Ciascuno di noi, ha avvertito la necessitĂ di fare qualcosa di concreto e di farlo subito! Siamo convinti che solo mediante una rivoluzione culturale sarĂ possibile uscire da questa crisi economica e di valori e sarĂ possibile riequilibrare la distribuzione della ricchezza; che solo attraverso una vera comunione tra le + % J opportunitĂ di crescita. Ispirandoci, dunque, ai principi dell’Economia di Comunione, intendiamo fornire un modello valido e concreto di aziende vive, sane e competitive, capaci di mettere l’uomo al centro della propria attivitĂ . Per questo motivo crediamo sia necessaria l’adesione ad una nuova Associazione, studiata, voluta e sviluppata da imprenditori, con l’obiettivo di essere da supporto concreto alle aziende, aiutandole a crescere, a svilupparsi nella cultura del dare, favorendo anche la nascita di nuove imprese, di nuove idee e opportunitĂ . Un supporto concreto che provenga dalla conoscenza delle aziende e delle loro esigenze # problematiche che ciascuno si trova a dover affrontare nel proprio contesto.

Obiettivi Tra gli obiettivi principali che A.I.P.E.C. intende perseguire: y [ professionalità che fanno parte dell’Associazione, per condividere con esse l’organizzazione, i progetti, le ambizioni, le idee, le esi J [ { J di connessioni tra aziende che condividono i medesimi principi etici, la Comunione tra le aziende. y $ = che, sperimentando la ricchezza ottenuta da = ` re tecniche e strategie per una crescita ed un miglioramento costanti. y [ % tate al bene comune che sentano come propria la missione di sradicare la miseria e l’in % un sistema economico e una società umana di comunione.

La Comunione Comunione è la parola chiave! L’obiettivo è quello di condividere non soltanto le proprie capacitĂ e la propria esperienza, ma anche le proprie idee, progetti. L’invito è a non cercare di capire come questa Associazione possa essere d’aiuto nel risolvere A chi si rivolge A.I.P.E.C. è prevalentemente rivolta a im- i problemi di ciascuno, bensĂŹ a pensare a cosa prenditori, aziende, professionisti, com- { % mercianti ed anche ad associazioni, coo- gli altri, anche solo in termini di contributi di perative, consorzi. Prezioso, tuttavia, sarĂ il idee. Mettere, quindi, al servizio di tutti gli assostegno che, in qualitĂ di soci sostenitori, po- sociati il proprio talento, le proprie esperienze tranno fornire studenti, lavoratori dipenden- e le proprie idee, unite alle peculiaritĂ tipiche ti, pensionati e disoccupati, che, come soci di noi imprenditori: la fantasia nella ricerca e sostenitori, possono fornire il proprio contri- l’ideazione di nuove idee, la concretezza del % j trovare il modo di realizzarle e la prontezza delle aziende e dell’Economia di Comunione. del farlo subito, senza rimandare a un domani!


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TERZO SETTORE

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LA CASA DEI SORRISI

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naugurato mercoledĂŹ 8 ottobre il centro Giuseppe Natale A cura di nel comune di CasaSara Scotti micciola Terme. Uno spazio gestito dalla cooperativa sociale Asat Ischia pensato per la crescita e l’integrazione di diversamente abili, adulti e minori, che favorisce le potenzialitĂ del disabile sul piano cognitivo, relazionale e sociale attraverso attivitĂ laboratoriali educative, espressive, formative e di inserimento occupazionale. Il centro prende il nome da Giuseppe, un ragazzo diversamente abile partito per il Cielo prematuramente, ma lasciandoci un bagaglio di gioia e sorrisi. All'inaugurazione erano presenti piĂš di 150 persone, in primis il primo cittadino Giovan Battista Castagna e il vescovo Padre Pietro Lagnese. “Laddove non c’era nulla ora ci sono sogni che iniziano a realizzarsi. - ha commentato Padre Pietro - Questo centro è il frutto di una pluralitĂ di iniziative e vuole essere una risposta concreta per quanti vivono il disagio di una famiglia nel W abili. Un’iniziativa che evidenzia come la cultura dello scarto, di cui parla anche Papa Francesco, è una


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cultura che dobbiamo aborrire e deve vederci invece uniti in nome della solidarietĂ e dell’accoglienza dell’altro come un donoâ€?. In questo centro ciascun ospite può trovare un proprio posto e impegnarsi in un programma di esistenza fondato sul proprio desiderio. Da qui si parte. L’equipe del centro, costituita da psicologi, educatori, animatori, pedagogisti, asa, oss, sociologi e assistenti sociali si impegna a creare un’offerta a partire da una domanda, quella dell’ospite, che in modo speciale, se ben ascoltato nel sua singolaritĂ , sa comunicarci i tempi, i luoghi e le modalitĂ per la sua crescita. Non si scelgono attivitĂ prestabilite, si creano opportunitĂ a partire da una domanda. CosĂŹ si costruisce un progetto individualizzato che prevede la valorizzazione delle # e delle potenzialitĂ della famiglia e del contesto. “Sono bambini che vedono, vivono e comprendono la vita in maniera diversa e un po’ di considerazione va anche a noi genitoriâ€?. A darne testimonianza è Annalisa Nicotra, mamma di Domenico, un bambino autistico di 15 anni, af-

TERZO SETTORE

fetto da una patologia ancora non # capacitĂ relazionali, cognitive. “E’ un loro diritto l’istruzione, un loro diritto essere felici e non subire la diversitĂ . Quando in una coppia % J J + # dobbiamo capire come affrontare tutto ciò. Non c’è un programma che li renda parte attiva nella societĂ e molto spesso i nostri ragazzi son costretti a vivere tra le quattro mura, senza alcuna occupazione. L’apertura di questo nuovo centro + #K ~ ~" # che si occupasse in maniera aperta $ tro che connette operatori, famiglia e scuola. Qui ho trovato per la prima volta persone con cui confrontarmi e che danno continuitĂ e suggerimenti per proseguire il percorso di crescita dignitoso con = j ~ titi con uno spettacolino teatrale dei burattini costruiti dagli stessi bambini che hanno partecipato ad alcuni laboratori estivi, narrando simpatiche storie sul gatto Silvestro e la macchina del tempo.

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to alla io dedica Uno spaz zione d integra crescita e ili adulti e dei disab za caratteriz minori. Si ttura di come stru o e sostegn appoggio miliare alla vita fa ione e di relaz enti con interv ati cativi mir socioedu lizzati. e persona

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TERRITORIO ISCHIA IN 3P: PAESI, PAESAGGI & PERSONE

ISCHIA: LA FAVOLOSA Alla memoria dei miei genitori bbiamo bisogno di un’altra stiva, quest’anno l’uva Rubrica di è assaie, e le botAmbiente e ti che abbiamo Agricoltura a cura non bastanoâ€?! dell’agronomo CosĂŹ a tavola, la Francesco Mattera famiglia riunita, | |

J con tre mesi di anticipo che la vendemmia di quel 1968, per la sua famiglia sarebbe j cose per bene. Tre anni prima aveva incominciato a coltivare la vigna che nonno Francesco aveva donato a mia madre Filomena, sulla Costa del Lenzuolo. Quella terra si univa J poche! Un moggio e mezzo di terra lapillosa, sorretta da alte parracine secolari bruciate dal sole. Le viti erano rade e grame, molte parraci-

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ne erano crollate da anni e mai rialzate, la terra era isterilita, affamata di concime e coperta di rosse cetelle (acetosella), le spalliere in completa rovina. Uno sfacelo quasi totale. " J l’opera di recupero. Io e mio fratello Tonino, nel poco tempo sottratto allo studio, ma anche di domenica, a togliere l’erba da sotto i

delle parracine cadute per poi iniziare la loro ricostruzione, a pulire dalle erbacce laddove era necessa j % terra era come un fronte di guerra: ovunque terra rivoltata per ricavare lunghe e profonde trincee dove piantare centinaia di viti americane che Ciugiusepp(e)aveva propaggina J # J @ tri si trasportava letame e concime e si aiutava, per quanto possibile, in tutti questi lavori, completati poi

dai braccianti che facevano nera tutta la terra scauzandola (dissodandola) a regola d’arte cosĂŹ come esi noialtri di famiglia era un’impresa totalizzante: occorreva dare tutti il proprio contributo, compresa mia madre e le mie sorelle, per le cose che ovviamente potevano fare, soprattutto a supporto, curando poi con dedizione assoluta tutte le faccende di casa. Il tutto non passava inosservato ai nostri vicini di terra che registravano incuriositi, ma senza ombre di invidia, tutto quel prodigarsi intorno a quel pezzo W terrazze, ma lunghissime ed affacciate completamente ad est, quindi con un’ottima esposizione al sole: terra eletta per le viti e per uva di W J‡ * % Ciugiusepp(e) era quello di imitare il modello dei Z \ ovvero il vigneto perfetto! Non lo diceva esplicitamente, ma io lo intuivo ugualmente. “Dobbiamo armare le viti tutte con pali e traverse!â€? –diceva – “Le canne devono ` ˆ in tre, massimo quattro anni devono essere tutte in piedi, non deve ˆ= ‰ & ogni anno centinaia di pali di castagno acquistati a Casamicciola, a piazza Maio, e trasportati ad Ischia con un grosso camion messo a disposizione da Mario Timone sezionatura in spanghe (spranghe) nella segheria di Rocchino Napoleone, di solito nel giorno della vigilia di Natale, e la divisione manuale con zeppe e pioli, eseguita con grande maestria direttamente da mio pa ` # ne le pertiche da usare come traverse nella costituzione delle spalliere. > & * [ del Lenzuolo. Tutto trasportato a spalla sulle strette scale incassate nelle parracine. | J mia era stata promettente: le viti ancora in salute si erano riprese e ` Intanto gli innesti delle prime viti americane crescevano robusti e lasciavano presagire bene per gli anni

a venire. La vigna sembrava lievitare sotto l’incalzare delle cure che vi venivano prodigate, tanto che da via Michele Mazzella, all’altezza j torni si delineavano perfettamente ` trascurate e rade. Ma quel 1968 fu un anno veramente straordinario! j J | ordinò alla segheria Telese una fusto di castagno da quatto botti €  Â‚„„ † j cantina e metterlo sugli imposti (puost(e) i v(e)ttun(e)) si rese neces attraversare il terreno di un vicino, e montare una sorta di binario con robuste corde su cui fu fatto scivolare spinto da numerose e robuste braccia. Noi ragazzini che osservavamo a distanza coglievamo la similitudine di quella scena con il tiro a secco di una grossa barca da pesca che spesso ci era dato osservare sulla spiaggia dei pescatori ad Ischia. Intanto la vigna della Montagna - cosĂŹ la chiamavano noi - mo ` J Z cariche di uve altrettanto sane e


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TERRITORIO

VENDEMMIA DEL 68!

bellissime. C’era dietro un lavoro certosino, che ad alcuni sembrava quasi eccessivo, tanto da far esclamare: “Ma che date il verderame alle stanghe?“ , quando all’inizio di aprile, a germogliamento appena iniziato, si dava alle viti giĂ un primo trattamento. Ma si sa, le cose buone sono fatte per esser imitate, e qualcuno dei nostri vicini pian pianino incominciò ad adottare lo stesso metodo, o almeno a provarci. Tra questi il mio indimenticato zio materno Pitruccio j sto l’ultima scorsa (sarchiatura leggera) della terra per fare in modo di vendemmiare il piĂš possibile sul pulito. GiĂ da luglio si erano piantate corte canne sulle maren(e) (cigli delle terrazze) per sorreggere i tralci appesantiti dai grappoli per non farli toccare terra. Tutto era pronto per la vendemmia che si iniziava % \ ancora il tempo per alcune operazioni preliminari. Era tutto un fermento umano che preconizzava il vero fermento del mosto nelle botti! Occorreva avvicinare alla cantina una buona scorta di legna # %% piegata sia per fare acqua calda per

sterilizzare la cantina, sia per le caurare (caldaie) di mosto da immettere nelle botti per arrotondare il gusto del vino. Per il rinnovo delle zeppe con cui si bloccavano i fusti sugli imposti bisognava trovare un cioc % # adeguasse bene al legno dei fusti. Nel bosco si dovevano raccogliere rami di mortella e farle seccare al sole per ricavarne scopelle profumate con cui ripulire i palmenti e l’interno dei fusti grandi, portare sull’aia le botti piccole, i tini ed i t(e)nielli per immergerli nell’acqua e cosĂŹ farli stringere nelle doghe. Un lavoro durissimo, specialmente se fatto tutto a mano e senza l’ausilio delle moderne attrezzature. Pensa, caro e paziente lettore, che l’acqua doveva essere tutta attinta a secchi dalla cisterna, facendo la massima attenzione a non sprecarla. Ma l’igiene non ne soffriva, giammai! Quando si procedeva alla “scaurata“ della cantina (letteralmente la riscaldata, ovvero la sterilizzazione con acqua bollente), ogni attrezzo, anche il piĂš piccolo veniva sbollentato e poi di seguito lavato con acqua fredda. Nella cantina un trattamento speciale veniva riservato ai

palmenti ed alle botti che venivano € W re bollenti), stesso cosa dicasi per il torchio e la pigiatrice. L’acqua bollente veniva spesso profumata inserendovi foglie di melangolo e rametti di mortella. In alcuni casi anche la cenere di legna, specialmente se si trattava di bo % perse (ammalate di vino spunto o di putrido). Chi entrava in cantina durante e appena dopo tale trattamento, magari ancora avvolta nel vapore caldo, sentiva un profumo di pulito pieno e rassicurante. Non un granello di polvere doveva insidiare la vendemmia che si approssimava! Tutto quello che era estraneo al vino doveva essere allontanato. Ma ritorniamo a Ciuagiusepp(e), come viveva questi

momenti, cosa lo preoccupava, come si muoveva, lui che aveva la responsabilitĂ su tutto e su tutti? Certamente con grande ansia, ma anche con una fermezza ed una capacitĂ decisionale notevoli. Era un grandissimo lavoratore e chi gli stava vicino ne era inevitabilmente coinvolto. Quell’anno non avremmo chiesto in prestito i tinelli a Giuseppe i Rengon(e) detto anche u’ barbier(e). Mio padre ne comprò una dozzina di nuovi che prontamente vennero marchiati a fuoco con le sue cifre: M.G.G. Tutte quelle novitĂ mi inorgoglivano, perchĂŠ davano il senso di un’impresa importante che stava giungendo al suo culmine. Mio padre come al solito si assicurò il servizio con un motofurgone APE da Antonio i trapanarella, oggi ancora apprezzato tassista, ma all’epoca giovane trasportatore di piazza, e di alcune braccianti – si avete capito bene, donne braccianti! – per il trasporto dell’uva sul capo protetto da un tortano di stoffa, dalle schiappe vitate alla cantina. E venne il tempo della vendemmia. Si iniziò dalle vecchie vigne di S. Ciro e dintorni perchĂŠ l’uva destava qualche preoccupazione. Poi tutta la truppa si spostò nella terra


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TERRITORIO

della montagna, sulla Costa del Lenzuolo. I grappoli dorati di biancolella, forastera, S.lunardo, Arilla, % to il quale avevano distillato il dol in tanti cristalli preziosi e rilucenti # % J # %% o incertezza di sorta. Era tanta, % % ‡ Era una vera e propria processione % W # giÚ dalla vigna verso il furgone di trapanarell(a). Se ne accorsero i trasportatori e le trasportatrici (ricordo tra esse Maria e Raffaela che scendevano dalla Molara, belle e % ‡† \ J % da trovare altrove, cancellava sul W ca prolungata cui si era sottoposti. Ma se ne avvidero anche tutte le #

> j tina di S. Ciro. E tutti sostituivano esultazione e indugiavano intorno sto. In fondo era anche la loro uva, # " altra uva attendeva di essere pigiata. Fu quindi necessario ammuttare € % † tuta piÚ volte nello stretto spazio zione era tanta per la fantastica abbondanza della raccolta. Tutte le stive (dotazione di fusti e bot † # # sto di un nostro parente che aveva arrivato intanto un nuovo torchio in cantina. Si trattava per noi di

J W €a capa ru trocchio† era diversa da quelle ordinarie. Si

e proprio consulto tra gli adulti del gruppo, senza riuscirne a venire a capo. Di soppiatto sottrassi il fo

# $ %

# funzione. Mio nonno Antonio (u’ sargent(e)) # gliere tutti gli acini caduti per ter W tinelli aveva cosÏ recuperato, era % la torchiatura. Nei giorni successivi si lavava ben bene tutto e si riponevano tutti gli attrezzi. Ma ci si pre & % lasciata sule viti – di solito la piÚ % # vino speciale per occasioni speciali. Ma di questo spero di potervi raccontare in altra occasione. Cosa ] [# ‡ [# % %

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# # suo vigneto, piccolo o grande che sia e va orgoglioso della sua ven * # # # Z > \ appena dopo i Pilastri, con il fur # cassette con uva che viene da chis J " del 1968. F.M.


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TERRITORIO I SENTIERI SVELATI

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i trova nel comune di Barano ed occupa il cratere A cura del prof. ed i bordi della Giuseppe colata lavica che Sollino nel 1302 si formò a circa 160 metri sul livello del mare. j @ Š Conti, ad Ovest c’è il Borgo di Fiaiano, a Sud la collina Belvedere, a $ ad Est Nord-Rst si trovano i bordi lavici che originarono la Colata dell’Arso che percorsi circa 3 chilometri si spense nel mare all’altezza della Punta Molina.

cessive piantumazioni di Pini negli anni “30 e “50 del secolo scorso. Al cratere di Fiaiano, l’ultimo sussulto del bacino magmatico di Ischia, vi si accede attraverso una ripida discesa che porta diretta turale, che fa da proscenio al mare di pini che ci aspetta. Entriamo senza indugi. I pini sembrano tanti piccoli soldatini schierati per partecipare alla festa della natura. L’area che si respira sĂ di ossigeno puro che rivitalizza e rende piĂš felici. FelicitĂ per le cose semolici cosĂŹ natruralmnente perfette. * sconde tanti piccoli sentieri: ne imITINERARIO bocchiamo uno sulla destra dell’inIl cratere di Fiaiano, attualmente gresso. Massi trachitici rivestiti da %% Muchi e Licheni, rendono evidente inizio agli inizi del XIV secolo con il notevole ombreggiamento e la una violentissima eruzione che fu maggiore umiditĂ determinata dalanche l’ultima che ha interessato le chiome ad aombrello dei Pini. l’intera isola d’Ischia. ' J J W L’eruzione cominciò il 18 gennaio chissĂ come, illuminano splendidi 1300, con fenomeno effusivo del- Ciclamini ed Anemoni che annunla lava Trachitica che rapidamente ciano la Primavera cosĂŹ dolce quĂŹ raggiunse il mare, successivamen- nell’isola. PiĂš avanti il Pino cede il te si ebbe una fase esplosiva, con posto a Lecci, Carrubi e Lentischi: lancio di Piroclasti e Ceneri che ar- è la Macchia Mediterranea non rivarono a coprire vaste aree – col- ombreggiata dalle conifere che si lina Belvedere, Testa, Montagna - . afferma in un nuovo scenario na" %% turale. CosĂŹ come le note musicali 1303. Ancora oggi però le testi- possono darci dolci melodie, cosĂŹ i monoanza dell’energia geologica colori delle Ginestre, dei Corbezdella zona, sono rappresentate da zoli dei Mirti e delle Eriche, framemissioni di gas e vapori-Fumaro- % le - nell’area del Bosco d’Argento. quadro naturale non riproducibiFu Carlo Maria Santucci De le su una tela nella sua totalitĂ di Magistris che nel 1852 pensò alla colori, di forme e di aromi. Allora piantumazione del Pino nell’area sono i nostri sensi intorpiditi che arida e brulla, dove niente cre- si riappropriano dell’antica capacisceva e che testimoniava l’antica tĂ di “sentireâ€? i valori della Natura. eruzione. Probabilmente l’idea di Raggiungiamo un piccolo belveGiovanni Gussone - botanico e dere che si affaccia cerso la zona medico di corte di Ferdinando II Nordorientale della costa ischitadi Borbone- che sulla colata lavica na. Il Castello Aragonese sembra a valle, stava realizzando un’impor- quasi una miniatura che fa da sfontantissima piantumazione, venne do alla terraferma. Riconosciamo ripresa dal Santucci che disseminò in primo piano il verde isolotto di di pini la zona craterica di Fiaiano. Vivara e l’isola di Procida, alle cui Il fatto ebbe successo e si venne spalle, quasi attaccato spunta Capo a creare un ambiente verde che è Miseno e la costa Flegrea. Il proatato piĂš volte rinverdito con suc- fumo dell’incenso distoglie dallo

LA PINETA DI FIAIANO Comune di Barano

Viaggio nel

PIANETA ISCHIA splendido panorama, cosĂŹ senza indugi ci inoltriamo tra i Pini senza una meta precisa. Tra le rocce grigie, spunta un fumo denso e continuo. Ci avviciniamo incuriositi: è una fumarola, evidente manifestazione del calore interno dell’isola d’Ischia. Nelle cavitĂ rocciose si forma un particolare microclima caldo umido di tipo tropicale che ospita un’essemza botanica di grande & [‹ ‹ # ÂŒ % piro delle fumarole. Intanto pian | all’ambiente piĂš tipico dell’isola: la Macchia Mediterranea. Vividi colori, arbusti eleganti, aromi intensi, fanno a gara per offrire il meglio della natura selvaggia dell’isola. Proseguiamo per un sentiero che ci riporta all’interno dell Pineta. Dopo un breve percorso respirando pura aria balsamica, ci ritroviamo nei pressi dell’ingresso principale. Lentamente ci allontaniamo da questo piccolo gioiello ambientale con gli occhi e il cuore rigenerati da questa immersione nella Natura.

VALORI DEL PERCORSO Valore storico-geologico. Testimonianza dell’ultima eruzione che ha interessato l’isola d’Ischia. Caratteristica chiesa dei borghi rurali “Chiesa di S.Annaâ€?. Valore ambientale. Recupero di un’area brulla e senza vita con una splendida e balsamica pineta. Valore ecologico. Presenza del “Papiro delle fumaroleâ€?-Cyperus polystachius Rottb.-raritĂ botanica europea (S.I.C.) Durata del percorso: 1-2 ore DifficoltĂ : Agevole Prtenza e arrivo: Slargo ingresso Cratere di Fiaiano


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TERRITORIO

L

a voglia di teatro non si ferma mai e dalla sinergia dell’AssociaA cura della zione Amici del teatro Redazione presieduta da Enzo Boffelli e dall’Associazione teatrale Uomini di Mondo, grazie al patrocinio del Comune di Ischia, è nata la prima rassegna di teatro amatoriale a premi dell’isola d’Ischia. Il premio Nazionale teatrale Ænaria comincerĂ sabato 11 ottobre e durerĂ

"# $ offrendo ogni sabato, nella sala teatrale del Polifunzionale di Via Morgioni ad Ischia, lo spettacolo di una compagnia teatrale proveniente dalla terraferma che avrĂ risposto al bando. Ăˆ questa un’occasione unica per l’isola d’Ischia per diventare meta di un turismo invernale legato all’arte e alla cultura. Il premio Ænaria deve il suo nome all’antica cittadina sommersa dalle acque antistanti il Castello Aragonese. Il suo obiettivo è infatti quello di far emergere il talento sommerso portando in luce le doti degli attori come fossero abitanti dell’antica cittĂ di Ænaria. Sabato 29 novembre ci sarĂ la serata spettacolo con la premiazione della compagnia vincitrice che riceverĂ un assegno di 500 euro. Verranno inoltre consegnati il premio al miglior attore protagonista, alla migliore attrice, il premio “Ciro Curciâ€? alla migliore Regia, con valutazioni che verranno effettuate da una giuria qua # J gnato dal pubblico. ÂŤĂˆ una grande emozione “battezzareâ€? questo premio, - ha dichiarato il diretto % - è un passo avanti per tutto il movimento teatrale ischitano, un impegno importante che ci prendiamo come Uomini di Mondo e come Amici del Teatro, con l’obiettivo di far diventare il Premio Ænaria una palestra di crescita e di confronto con le altre realtĂ , offrire al pubblico spettacoli teatrali di livello alto in un periodo abitualmente povero di spettacoli e che, come l’antica cittadina sommersa emerga il talento, la passione e l’amore per il teatroÂť. Le sette compagnie partecipanti arriveranno da tutta Italia e porteranno con sĂŠ gruppi di supporters che si godranno l’isola nei weekend di ottobre e novembre. ÂŤUn plauso – ha dichiarato Isidoro Di Meglio, assessore alla cultura e ai grandi eventi del comune di Ischia - va ai ragazzi che

La prima rassegna di teatro amatoriale a premi dell’isola d’Ischia. 8 serate di teatro, 7 compagnie provenienti da tutta Italia e un premio di 500 euro per il miglior spettacolo.

Enzo Boffelli e Corrado Visone

Durante la conferenza Stampa

hanno messo su la rassegna con tutte le loro energie, rendendo viva la struttura del PolifunzionaleÂť. Per questa prima edizione si è pensato proprio a tutto compreso alle scuole del territorio isolano. Per loro è stato infatti ideato il Premio Ænaria scuole, quattro mattinate di teatro che vedranno gli studenti tra il pubblico protagonista. E’ spontaneamente partito un applauso commosso durante la conferenza stampa di presentazione della kermesse, nello scoprire che il premio alla regia è dedicato alla memoria [ [ i teatranti dell’isola e che quello alla migliore attrice è invece dedicato a Giusy Cucinotta. É alla memoria della giovane ragazza strappata alla vita troppo presto che è stata dedicata l’intera rassegna, ÂŤho accettato che la memoria di Giusy fosse onorata con questo premio – ha dichiarato la ! & '' – Con Corrado e i ragazzi abbiamo deciso infatti che parte del ricavato sarĂ devoluto all’AIL Napoli, Associazione italiana contro le leucemie, linfomi e mielomiÂť. I biglietti e gli abbonamenti sono in vendita presso il Bar la Violetta ad Ischia e il teatro Polifunzionale. ÂŤDue anni fa – ha sottolineato commosso Boffelli, presidente dell’Associazione Amici Del Teatro – non avrei mai pensato di po-

ter ospitare nella nostra sala teatrale compagnie provenienti da tutta Italia. Ăˆ il momento di dimostrare, e mi rivolgo soprattutto alle compagnie teatrali presenti sull’isola, quanto amiamo il teatro, partecipando agli spettacoli e traendone soprattutto un momento di confrontoÂť. Il Premio Ænaria è un premio nuovo e antico. Nasce dalla forza e

dalla tenacia dell’antica popolazione della cittĂ sommersa, contadini e artigiani che continuarono a la W ra insidiata da eruzioni e terremoti. Ăˆ un premio caparbio, e andrĂ alla compagnia teatrale che piĂš di tutte mostrerĂ quanto amore e quanta fatica costa offrire al pubblico uno spettacolo meraviglioso. Come l’isola d’Ischia, come Ænaria.

352*5$00$ '(, 35,0, '8( 63(77$&2/, 7HDWUR 3ROLIXQ]LRQDOH Via Morgioni - Ischia SABATO 11 OTTOBRE Ore 21.00 Ass. Tra palco e realtĂ (Portici) ĂŻ 3529$&, $1&25$ 6$0 di Woody Allen Regia Lello Genovese SABATO 18 OTTOBRE Ore 10.00 (mattinata per le scuole) Luna Nova (Latina) ĂŻ ,/ %(55(772 $ 621$*/, di L. Pirandello nella versione di Eduardo De Filippo Regia Roberto Becchimanzi Ore 21.00 Luna Nova (Latina) ĂŻ ,/ %(55(772 $ 621$*/, di L. Pirandello nella versione di Eduardo De Filippo Regia Roberto Becchimanzi

/$ *,85,$ ĂŻ &LUR &HQDWLHPSR giornalista ĂŻ /LQGD 7DOLHUFLR costumista (OLVDEHWWD 0D]]HOOD ragioneria ĂŻ $QWRQLR /XEUDQR giornalista ĂŻ *LRYDQ *LXVHSSH 0D]]HOOD agente immobiliare e opinionista ĂŻ 7HUHVD 6DVVR attrice e regista ĂŻ &DWHULQD /D 7RUHOOD professoressa ĂŻ 3LQD &RQWH professoressa e giornalista ĂŻ /DXUD 6RJOLX]]R attrice ĂŻ )UDQFR 'L 0DQVR attore e regista coordinerĂ la giuria; ĂŻ

Madrina della giuria sarĂ /XFLDQQD 'H )DOFR


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STORIE

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PELLEGRINAGGIO UNITALSI

Francesca e Domenico ogni anno a Lourdes una vera e propria festa Il pellegrinaggio insieme ad altri 8.500 malati e volontari dell’Unitalsi, che ogni anno arrivano qui con i treni bianchi e gli aerei per il raduno nazionale. C’è anche Lorenzo, 23 anni, che si sente miracolato dalla Madonna: “Ho capito che ha sicuramente un disegno su ognuno di noiâ€?. Da allora torna ogni volta in quella che chiama “la mia seconda casaâ€? per rendersi utile con gli ammalati.

L

a mamma si chiama Francesca Forte. Forte di A cura del’inviata nome e di fatSir a Lourdes to. Infermiera di Patrizia Caiffa professione e di fatto. 66 anni, allegra, occhi brillanti e piglio pratico, abbigliata con il classico velo e la divisa bianca delle damine dell’Unital

> 44 anni, tramite l’Etran, il quadrato di plastica trasparente con le lettere stampate. Domenico non parla e non si muove da 10 anni a causa di una polmonite e conseguente arresto cardiaco che lo ha reso spastico, a soli 8 mesi dal matrimonio e con

Â’

le lettere una dopo l’altra, e dal suo sguardo, mamma Francesca capisce la parola “Grazieâ€?. Dai suoi occhi miti e profondi, dalle espressioni e dal colorito del volto che cambia, si percepiscono tutte le emozioni, i sentimenti, le comprensioni. In questi giorni alloggiano all’ospedale francese nei pressi del santuario di Lourdes, in pellegrinaggio insieme ad altri 8.500 malati e volontari dell’Unitalsi, che ogni anno arrivano qui con i treni bianchi e gli aerei per il raduno nazionale. Francesca e Domenico sono partiti da Formia lunedĂŹ 29 settembre e sono arrivati a Lourdes dopo 36 ore di un viag /Â

bloccati alla stazione di Avignone a causa di un violento temporale che ha causato una frana a Montpellier. E’ stato faticoso, ma tutto vale la pena pur di arrivare a questo appuntamento annuale che per loro è una vera e propria “festaâ€?, rispetto alla durezza dell’ordinario. “La mia forza è quiâ€?, dice convinta Francesca. Viene a Lourdes da 23 anni. L’unica parola che Domenico riesce a pronunciare, non a caso, è: mamma. “Un carico mol =

Francesca giĂ accudiva un marito disabile, che da 22 anni vive con l’ossigeno, tanto da farle dire che “Domenico è il male minoreâ€?. Ha

“ uscita di casa, e una madre di 87 “Un carico molto grande�, ammette, spegnendo per un attimo il suo sorriso gioioso e diventando { W # anch’io�. Una vita quotidiana fatta &

e portarlo al bagno, frullare il cibo per dargli da mangiare con una cannuccia, sistemarlo su una sedia e cercare il canale di Radio Formia che gli fa compagnia tutto il gior ’ si concedono l’atteso momento di piacere: andare a prendere il gelato, W % {=

L’aspetto sorprendente della testimonianza di Francesca, dovuta alla sua fede incrollabile e alla sua devozione alla Madonna di Lourdes, è che si sente una graziata. “Domenico è nato con un buchetto al cuore e tutti mi dicevano che doveva morire – racconta -. Invece a 5 anni ha fatto una operazione, sono tornata a Lourdes ed è guarito. Ha trovato + #

+ W nostante tutto�. “Senza la fede sarei impazzita�. Il capitolo scomodo, ovviamente, +

> _ # ha 10 anni – e la giovane moglie, che pochi anni dopo la disgrazia si è rifatta una vita e ha avuto un altro bambino. Francesca è risentita per il comportamento della nuora e del nipote, perchĂŠ raramente sta con il padre. Quando se ne parla dal volto di Domenico traspare sofferenza. Ma basta cambiare argomento e tornare a Lourdes per rivedere nei suoi occhi la stessa emozione commossa di quando sta davanti alla grotta delle apparizioni. “Sen _ Francesca -. Invece, grazie a Dio, andiamo avanti. Questa è la vita che ci è toccata, ce la teniamoâ€?. Da sa% “ % gio, si iniziano a mettere da parte i soldi per l’anno prossimo. La storia di Lorenzo. Lorenzo

Bocchini, vive a Torino di Sangro (Chieti), ha 23 anni, lavora come geometra e si sente un miracolato dalla Madonna: a 16 anni, il 28 dicembre 2007, è entrato in coma dopo un incidente sugli sci con frattura di tibia e perone, il padre gli ha messo al collo una medaglietta con l’immagine di Maria e un rosario sotto il cuscino. Tantissime persone, in quei lunghi 5 giorni costellati di episodi di malasanitĂ che la famiglia non ha voluto denunciare, hanno pregato per lui. E’ guarito contro ogni previsione clinica. “Quando i medici guardano oggi la mia cartella clinica sono increduli e mi dicono: ma davvero sei tu?â€? Il 2008 è stato per lui un anno di eventi dolorosi [ improvvisa, in un banale incidente di motorino, del compagno di banco, proprio colui che gli dava la forza e lo spronava a ricominciare a vivere. “In quell’anno mi sono fatto tanto domande – dice -. FinchĂŠ per la prima volta sono venuto a Lourdes come volontario e ho sentito una commozione e una pace incredibile. E’ stato come tornare a casa. Ho capito che la Madonna ha sicuramente un disegno su ognuno di noi: io forse gli servivo ancora per qualche annoâ€?. Da allora torna ogni volta in quella che chiama “la mia seconda casaâ€? per rendersi utile con gli ammalati.


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PARROCCHIE

PARROCCHIA DELLA NATIVITĂ€ DI MARIA SS. DECANATO DI BARANO

Seguitemi vi farò pescatori di uomini! Inizia il catechismo in parrocchia con una festa e una caccia al tesoro

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nizia ottobre, e nelle altre come nella nostra parrocchia si muovoA cura di no i primi passi verso Rosa Vuoso il rientro dalle vacanze. Noi abbiamo iniziato sabato scorso con una festa di inizio catechismo! Sulla scia della frase pastorale del nostro vescovo Pietro Lagnese, “Ischia prendi il largo�, anche noi abbiamo voluto lanciarci per

mare! La giornata era organizzata in una caccia al tesoro all’inseguimento di GesĂš, dal titolo: Seguitemi, Vi Farò Pescatori Di Uomini! Ovviamente non solo i bambini dovevano lanciarsi all’inseguimento, ma tutti dovevano partecipare al percorso: c’erano ragazzi e ragazze adolescenti che guidavano le squadre di bambini, catechiste e giovani che li aiutavano ad ogni tappa nei giochi e nelle prove,

mamme che con amore e dedizione hanno portato dolci, rustici, bevande e quant’altro per allestire il “premioâ€? dei bambini: un pieno e goloso “angolo pappatoriaâ€?. Il tutto con la presenza calorosa del nostro Don Nello. E tra giochi, indovinelli da risol # prove da superare, quattro squadre composte da bambini di tutte le etĂ si sono divertite, e noi grandi

con loro, a completare il percorso #

la parete� dove ogni squadra con le lettere e un pezzo di cartellone conquistati e colorati, ha aiutato a creare il disegno che ci accompagnerà durante l’anno catechistico. Insomma un anno iniziato con gioia e allegria era proprio quello di cui avevamo bisogno, d’altronde a GesÚ piacciono i cristiani felici no?


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ECCLESIA

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Il rosario a Maria I carismi

Contemplato, porta alla preghiera dello Spirito Santo a preghiera di Maria attira nel cuore di chi prega con la corona del Rosario, la preghiera dello Spirito Santo, come un forno attira i raggi del sole e ottiene A cura di una temperatura di parecchie centinaia di gradi. Ciò Antonio è accaduto nel Cenacolo, quando Maria ha unito la Magaldi Sua invocazione a quella dei discepoli, divenendo il modello della Chiesa in preghiera: lo Spirito Santo ha acceso il fuoco nella Chiesa e nel mondo, portandoli al massimo dell’incandescenzaâ€? (Padre J. Lafrance) Ăˆ un fatto di esperienza: quando una persona prega il Rosario cuore la preghiera incessante dello Spirito. Allora comprende la parola di GesĂš, nel vangelo: “Bisogna pregare sempre senza stancarsiâ€?. Dal momento che preghiamo con Maria e in Lei, siamo sulla strada della preghiera continua. Maria, oltre ad essere la Madre della preghiera del “cuoreâ€? è anche la “Onnipotenza suppliceâ€?. “Il rosario, proprio a partire dall’esperienza di Maria, e una preghiera spiccatamente contemplativa. Privato di questa dimensione, ne uscirebbe snaturato, come sottolineava Paolo VI <<Senza contemplazione, il Rosario è un corpo senza anima, e la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di formule e di contraddire all’ammonimento di GesĂš>> - Quando pregate, non siate ciarlieri come i pagani, che credono di essere esauditi in ragione della loro loquacità – per sua natura la recita del Rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso, che favoriscano nell’orante la meditazione dei misteri della vita del Signore, visti attraverso il Cuore di Colei che al Signore fu piĂš vicina e ne dischiudano le insondabili ricchezzeâ€?. (Rosarium Virginis \ / Â† — % Santo Rosario, pregato insieme nelle famiglie “Nessuna preghiera è piĂš meritoria per l’anima e piĂš gloriosa per GesĂš e Maria quanto il Rosario ben recitatoâ€?. (San Luigi Grignion da Montfort) Oggi, purtroppo questa cara tradizione si sta sciaguratamente dissolvendo; credo che, ai nostri giorni, la preghiera del Santo Rosario, non sia piĂš una questione di devozione, ma di salvezza eterna per tutta l’umanitĂ . Mi auguro che presto, la famiglia torni a essere quella “piccola chiesa domesticaâ€?, dove la fede viene vissuta condivisa e trasmessa di generazione in generazione. “Voglio che continuiate a recitare il Rosario tutti i giorni. Pregate, pregate perchĂŠ molte anime vanno ( ) * loroâ€? (Quarta apparizione di Maria a Fatima 15/08/1917) Preghiamo: “o Madre di Dio, il pensiero di te ci rende pieni di gioia e di letizia. Per coloro che ti invocano sei fonte copiosa di grazia e guarigioni. Inneggiamo a te con canti, o Piena di Grazia, e senza stancarci ti salutiamo: “Gioisciâ€?.

doni preziosi di Dio “L D

urante la catechesi di mercoledĂŹ 1 ottobre, Papa Francesco ci ha A cura parlato di ulteriori doni dell’Ordine di cui il Signore ha riFrancescano Secolare colmato la Chiesa per di Forio aiutarci sempre di piĂš a crescere nella fede diventando cristiani migliori e questi sono chiamati “carismiâ€?. La caritĂ ci chiede di non sotterrare i talenti che il Signore ci ha dato, di non chiuderci nella ricerca del nostro comodo, ma di vivere come GesĂš Cristo, impegnando pensieri, parole, % mune delle persone che vivono intorno a noi, per migliorarne le condizioni di vita, per rendere i rapporti sociali veramente umani. Nessuno di noi è chiamato a far miracoli, ma ad essere fedele con umiltĂ a quel che possiamo fare, a non nascondere le capacitĂ di cui il Signore ci ha abbondantemente dotati. San Bonaventura spiegava che San Francesco ÂŤvero minore‌aveva imparato dal Maestro supremo le cose grandi. Era solito ricercare con singolare zelo la via e il modo di servire piĂš perfettamente Dio‌ Questa fu la sua

W #+ & # ai sapienti e ai semplici, ai perfetti e agli imperfetti, ai giovani e agli anziani

qual era il modo in cui piĂš virtuosamente poteva giungere al vertice della perfezioneÂť (Leg M 12,2:1205). E in veritĂ questo mistero grande e mirabile della croce nel quale i carismi della grazia, i meriti delle virtĂš, i tesori della sapienza e della scienza sono nascosti cosĂŹ profondamente da risultare incomprensibili ai sapienti e ai prudenti di questo mondo, fu svelato a questo piccolo di Cristo in tutta la sua pienezza, tanto che in tutta la sua vita egli ha seguito sempre e solo la vestigia della croce, ha conosciuto sempre e solo la dolcezza della croce, ha predicato sempre e solo la gloria della croce. Perciò egli, all’inizio della sua conversione, ha potuto dire con veritĂ , come l’Apostolo: ÂŤNon sia mai che io mi glori d’altro che della croce di CristoÂť.Tra gli altri doni e carismi, che San Francesco ottenne dal generoso Donatore, vi fu un privilegio singolare, quello di crescere nella ricchezza della semplicitĂ attraverso l’amore per la santissima povertĂ . Il Santo, notando come la povertĂ , che era stata intima amica del Figlio di Dio, ormai veniva ripudiata da quasi tutto il mondo, volle farla sua sposa, amandola di eterno amore, e per lei non soltanto lasciò il padre e la madre, ma generosamente distribuĂŹ tutto quanto poteva avere. Con non minor veritĂ ha potuto ripetere, nello svolgimento della sua vita: ÂŤTutti quelli che seguiranno questa regola, pace sopra di loro e misericordiaÂť. E con pienezza di veritĂ , nel compimento della sua vita, ha potuto concludere: ÂŤIo porto nel mio corpo le stimmate del Signore Gesڝ. Ma noi bramiamo sentire ogni giorno da lui anche quell’augurio: ÂŤLa grazia del Signore nostro GesĂš Cristo sia con il vostro spirito fratelli. AmenÂť.


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ARTE E LITURGIA

IL SANTO DELLA SETTIMANA

Commento al Vangelo

Domenica 12 ottobre 2014 XXVIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

16 OTTOBRE

Vangelo: Mt 22,1-14

San Gerardo Maiella

iĂš di qualche anno fa per festeggiare il mio 12o compleanno, papĂ e mamma mi proposero A cura di una festa in montagna con le Maria Teresa mie amiche. Mi ricordo ancora la VisonĂ gioia e l’attesa di quel giorno che sembrava non arrivare mai! Ero in vacanza in quel luogo e cosĂŹ ci organizzam #K J il pullman di linea. Finalmente arrivò quel 10 luglio ma, assieme, arrivò anche un tempaccio cosĂŹ brutto con pioggia, lampi e tuoni cosĂŹ potenti che, con una telefonata dopo l’altra, tutti i genitori si scusarono dicendo che non avreb%

j ancora il mio grande dolore di bambina... E’ un episodio piccolo ma, leggendo il Vangelo di domenica 12 ottobre, mi è subito tornata alla mente quella mia sofferenza e quello che piĂš mi ha fatto pensare di questa parabola è stato appunto il grande dolore che deve aver provato quel re... Il re dĂ la festa per le nozze di suo

% condizioni atmosferiche (motivo piĂš che valido † #K j ‡‡‡ " che noi avremmo fatto a pugni per entrare per primi in quel palazzo! Tante volte GesĂš ci parla del Regno dei cieli, e ce lo descrive usando delle immagini a noi quotidiane. Sono sempre immagini di festa, di gioia, di pace, di serenitĂ . Il Regno dei cieli è... moltissimo di piĂš e moltissimo diverso dalle feste dei VIP che vediamo ad esempio in TV! La festa di Dio è la possibilitĂ di vivere per sempre con Lui: unica cosa importante nella vita. E’ molto bello pensare che un giorno noi potremo godere di tutto questo, ma è molto bello pensare anche che il Signo # ‰ # # il suo Regno lo possiamo costruire anche qui, ora, nella nostra cittĂ , nella nostra parrocchia, nella nostra famiglia! Non dobbiamo aspettare chissĂ quale giorno per essere felici: il Signore ci vuole felici adesso e lo saremo se noi sapremo “allagareâ€? il mondo col suo amore. Oggi GesĂš ci parla del regno dei cieli come di una festa di nozze: la piĂš grande festa dell’amore. Questo re è Dio e gli invitati siamo noi: siamo invitati a partecipare alla gioia e alla vita di Dio. Non c’è W tati! Proviamo a pensare a come, qualche volta, ci comportiamo anche noi: il Signore ci invita alla festa domenicale, all’Eucaristia, ma quante volte troviamo una scusa per non andarci? O #K +

#K %% capiamo quello che è importante per cui tralasciamo l’importante per fare delle cose che a

N

ato a Potenza nel 1726, morĂŹ nel 1755. Di famiglia povera, tentò invano di diventare CappucciA cura di no, come uno zio materno. Fece Francesco il noviziato nei Redentoristi Schiano sotto la guida di Paolo Cafaro ed emise i voti come fratello coadiutore, svolgendo poi nel convento le mansioni piĂš umili. Incaricato di organizzare pubbliche collette, ne approďŹ ttava per fare opera di conversione, per mettere pace e per richiamare al fervore religioso altri monasteri. Calunniato da una donna e, per la sua anima semplice incapace di difendersi, soffrĂŹ molto. Trasferito nella vallata del Sele, svolse in paesini isolati una grande opera di apostolato, comunicando a coloro che l’avvicinavano la sua ricchezza spirituale. Nei semplici gesti che compie c’è del prodigioso e la gente grida al miracolo, che ďŹ orisce al suo passaggio. Un bel giorno è colpito dalla tubercolosi e deve mettersi a letto; sulla porta della sua cella ha fatto scrivere; “Qui si fa la volontĂ di Dio, come vuole Dio e ďŹ no a quando vuole Dioâ€?. Muore nella notte tra il 15 e il 16 ottobre 1755: ha soltanto 29 anni. BeatiďŹ cato da Leone XIII nel 1893, Gerardo Majella è stato proclamato santo da Pio X nel 1904.

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P

noi sembrano piĂš necessarie o piĂš comode. La domenica è la festa di Dio per eccellenza, ma ogni giorno Lui ci chiama! Quando c’è qualcuno da aiutare, quando c’è da obbedire ai genitori, quando i nonni chiedono compagnia, quando qualche nostro compagno ha bisogno di essere seguito per fare i compiti, quando... Ogni momento in cui doniamo amore è festa, e la gioia che doniamo agli altri rende cento volte piĂš grande anche la gioia nostra. Capite anche voi dunque che, se lo vogliamo, possiamo trasformare la nostra vita in una festa quotidiana ‡ Gli invitati della parabola hanno rinunciato ad #K #K non ne avevano voglia. Il re, però, non vuole #K ` è donare amore e cosĂŹ chiama tutti, buoni e cattivi. E cosĂŹ la sala si riempie ma... colpo di scena... il re va a salutare i commensali (cosa che di #K partecipavano ai banchetti) e vede un uomo che non ha il vestito nuziale! Come è possibile? Era la condizione per partecipare! CosĂŹ viene cacciato fuori... Chi sarĂ mai quell’uomo che non si era cambiato d’abito? Potrei essere io, o tu, o tu, o tu quando, chiamati alla festa di Dio ci andiamo, ma andiamo solo col corpo, non con il cuore... non siamo peggiori degli altri, ma #K # > #

comprendiamo che Dio ci ama cosĂŹ come siamo. Non capiamo cioè che la chiamata di Dio ci deve trasformare, deve farci diventare nuovi, deve farci cambiare, deve rivestirci di quella # = €j 19,8). Sentite cosa scrive san Paolo ai Colossesi:â€?Rivestitevi dunque, come eletti di Dio, santi e amati, di sentimenti di misericordia, di bontĂ , di umiltĂ , di mansuetudine, di pazienza= €[ ‚ / Â† W # “cambiare abitoâ€?, ecco di cosa devono essere fatti i pezzi di stoffa del nostro vestito di nozze! Vogliamo rivestirci allora di questi sentimenti che trasformano il nostro vecchio “lookâ€? in veste nuziale e vogliamo accettare l’invito per la festa di Dio?


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ARTE E LITURGIA

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PerchĂŠ molti sono chiamati, ma pochi eletti ÂŒ % ‰ /›‚/ { Âœ

— ` ’ ` tempi. La sua caratteristica oltre alla sua maestria pittorica sta nel fatto che lui ha lasciato moltissimi autoritratti i quali documentano le diverse | # * %% [

Nei ritratti del pittore si notano differenti abiti, espressioni, pose e og # % W Œ % ‰ % % celebre pittore Pieter Lastamn, presso cui condusse un breve tirocinio j /› “ ` {

% J L’invitato indegno, Rembrandt Harmenszoon van Rijn, 1660 circa. Vienna, Albertina. = & Œ % Œ % Seguendo sempre la vena escatologica della settimana # J #

* # { % " Â? % del popolo di Dio. La prima lettura annuncia che “il 1620. Nei primi anni della carriera come artista in proprio la sua fama Signore asciugherĂ le lacrime su ogni volto; farĂ scom- %% W A cura di Ernesta Mazzella La caratteristica principale delle opere di Rembrandt è la cromaticitĂ e suo popoloâ€?, cosĂŹ che i salvati pronunceranno : “Ecco @ # # " il nostro Dio; in lui abbiamo sperato perchĂŠ ci salvasse; questi è il Signore in cui abbiamo sperato; rallegriamoci, esultiamo per j [ { = * " # { ma per il mondo intero, e sul monte Sion Dio preparerĂ â€œun banchetto na, ma che purtroppo non incontrando i gusti del tempo gli creò notedi grasse vivande per tutti i popoliâ€?. Dunque questo banchetto diventerà ‰ > % #K - [ " perĂ su questo monte il velo che copriva la faccia di tutti i popoli e la col- pellegrini di Emmaus, Giovane che si bagna in un ruscello, Autoritratto tre che copriva tutte le genti. EliminerĂ la morte per sempreâ€?, arrivando % * ž * cosĂŹ ad asciugare le lacrime umane e a far scomparire il disonore asso- " $ ciato al governo di “uomini arrogantiâ€? alleati con la morte, nascosti nella J ' " % # gnore rivolge, nel tempio di Gerusalemme luogo deputato alle feste del " # % # da cui viene espulso un ospite indegno. “Amico, come hai potuto entrare W % ]= W W di legarlo mani e piedi e di gettarlo “fuori nelle tenebre; lĂ sarĂ pianto e stridore di dentiâ€?. Questa è la scena illustrata nel disegno di Rembrandt ™ ÂŒ š W i servi che stanno legando un uomo su cui il “reâ€?, al centro, stende la mano col gesto imperioso mentre alcuni ospiti si girano incuriositi per vedere cosa sta accadendo alle loro spalle. A quel banchetto “molti sono # # = | `

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ÂŒ % ÂŒ š è sempre stato considerato un pittore di Amsterdam, cittĂ che in quegli

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11 ottobre 2014 www.chiesaischia.it

ARTE E LITURGIA

Maria Mater Tellus Inaugurata la mostra d’arte sacra contemporanea

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otto un meraviglioso cielo stellato di Ischia sabato sera 4 ottobre A cura di è stata inaugurata la Ernesta mostra d’arte sacra Mazzella contemporanea “Maria Mater Tellusâ€?, allestita nell’incantevole Torre del Molino. L’evento artistico è stato ideato da due tenaci ed esperte professioniste isclane la Prof.ssa Anna Di Corcia e l’Arch. Angela + entrambe impegnate da anni nello studio e nella promozione del Bello e del Sublime. La realizzazione dell’operazione d’arte sacra è frutto di un lavoro a quattro mani: le due curatrici la Di Corcia j Luca Farina e / $ 0 . Il primo nato a Campli, la seconda ad Isernia e docente di storia dell’arte, diplomati entrambi all’Accademia di Belle Arti dell’Aquila. “Maria Mater Tellusâ€? è una esposizione di pittura e istallazione spaziale che formano un percorso visivo che dalla terra sino al cielo inneggia Maria Vergine, la madre tra tutte le madri. La terra è illustrata in quanto

“Tellusâ€? ossia luogo in cui si radica l’identitĂ dell’uomo di tutti i tempi e viene usata in quanto contesto espositivo, come espressione di una maternitĂ laica che delinea con caratteristiche ben precise l’identi J * j # scritto che <<L’operazione culturale “Maria Mater Tellusâ€? è scaturita da una vocazione profonda che ci spinge a cercare “nuove epifanie della bellezzaâ€? nel mondo della creazione artistica e nell’intimo dell’anima, come eco dell’appello del Santo Papa Giovanni Paolo II agli artisti nel 1999. La mostra è dedi J che feconda il reale: da un lato la MaternitĂ Verginale di Maria, la “Tota Pulchraâ€? che dona al mondo | ` ` %

mo, in cui il tema della maternità è messo a fuoco nella dimensione teologico – trinitaria della rivelazione attraverso l’incarnazione del Fi > Luca Farina; dall’altro la maternitĂ della terra, con la possibilitĂ offerta all’uomo di lasciarsi arare come zolla di terra, per accogliere l’accadere

dell’Evento, letto ed interpretato dall’artista Barbara Esposito nella dinamica recessiva della rarefazione degli elementi materici nella sua in & Â&#x;{ mos>>. L’artista Barbara Esposito ha lavorato, dunque, sul simbolo della Mater-Tellus, una Mater-Ma rico sul rapporto tra cielo e terra, tra linguaggio e realtĂ , muovendosi tra visione e rappresentazione, tra parola e immagine con il rigore della visione concettuale e relazionale che delinea la sua opera. Il progetto della mostra nasce anche da un’esigenza culturale che è quella di offrire all’Isola intera un momento artistico attraverso

nostre radici cristiane. Inoltre l’intenzione delle curatrici è di evangelizzare attraverso l’arte, in quanto oggi essa è luce e strumento per condurre l’uomo del nostro secolo dalla “terra al cieloâ€?. La Mostra è stata realizzata con il patrocino della Diocesi di Ischia, il Progetto Culturale CEI e il Comune d’Ischia, in collaborazione

con la FIDAPA, Federazione Italiana donne arti professioni ed affari Sezione d’Ischia, il Corso di Formazione Animatore diocesano del turismo religioso e culturale e l’Istituto Professionale di Stato “V. ž = " # tante è stato svolto dai giovani che hanno mostrato grande professionalitĂ , interesse e passione. Hanno partecipato all’allestimento della [ | co dell’Istituto “V. Teleseâ€? guidate # j & Â’ ž ni, Rosa Elia, Angela Miragliuolo e Mariagrazia Iacono, e ancora Roberto Mattera, Leonardo Curci e Serena Vitiello hanno reso la serata piĂš appetitosa servendo un ricco buffet preparato dalla pasticceria Ascione. L’apertura dell’inaugura + Antonietta Giusto, past-president della FIDAPA, la quale ha sottolineato l’importanza e il valore dell’arte. In questa stessa occasione l’artista Luca Farina ha illustrato la genesi, l’ispirazione e la creazione delle sue opere catturando l’interesse dei presenti.

Maria Mater Tellus Mostra d’arte sacra contemporanea A cura di Anna Di Corcia e Angela AmalďŹ tano Opere di Luca Farina e Barbara Esposito Torre Del Molino (Loc.Mandra ) Apertura al pubblico 04 ottobre - 18 ottobre - Ore: 18,00-21,00 Ingresso libero


11 ottobre 2014 kaire@chiesaischia.it

SPORT

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DULCIS IN FUNDO

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# % A cura di % Leo Gabbi " # € † j $ # W % abbracciare sua nonna dopo un gol + W % # W # + ` W # %% # % ` J Œ W # + ’ # W #K # % %% = ’

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No al calcio del ďŹ lo spinato Nell’Olimpico di Roma, ormai terra di nessuno, il bel gesto di Florenzi

A volte il valore di una persona va oltre quello dei soldi # % # # [# Œ [ œ \ + # # W # # # W [ ‰ “Gazzetta dello Sport� # % % + %% = j #

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