Kaire n 43

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Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia

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CONVEGNO DIOCESANO Il messaggio ďŹ nale del Vescovo Pietro

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www.chiesaischia.it

CONVEGNO DIOCESANO Intervista al coordinatore don Pasquale Trani

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CONVEGNO DIOCESANO Le impressioni dei partecipanti

Il convegno della diocesi. Far festa, perchĂŠ? A cura di Lello Montuori

Far festa. PerchÊ la Chiesa di Ischia -e non solo la Chiesa- ha bisogno di costruire ponti che ci rendano meno isola di quanto non siamo. E discutere è come costruire un ponte fra gli uomini, un ponte che è insieme di mente e di cuore. Far festa. PerchÊ abbiamo ascoltato dal saggio di Merton o dai versi di J.Donne, che nessun uomo è un'isola e invece a noi spesso piacerebbe isolarci piÚ di quanto non siamo. Far festa. PerchÊ abbiamo imparato, o forse stiamo quasi imparando, che insieme possiamo, e da soli invece abbiamo già perso. Far festa. PerchÊ non importa la meta. Ma il viaggio della vita che facciamo su questo piccolo scoglio verde di pini. Le relazioni che coltiviamo, gli affetti, la famiglia, gli amici, qualcuno che si fa prossimo a noi, ciò che reciprocamente possiamo donarci. Far festa. PerchÊ forse non siamo piÚ soli a pensare che le processioni servono, gli incensi pure come segni del sacro e le belle cadenze latine e le messe di popolo e i fuochi dei Santi Patroni. Ma che tutti i segni diventano involucri vuoti se ci sfugge il senso del messaggio di Cristo. Che in fondo è solo quello di amarsi o volersi un po' di bene anche quando saremmo tentati di stare lontano da chi ci ha ferito. Far festa. PerchÊ siamo uomini "impastati di terra e di cielo" che guardano verso

ta misericordia di Dio. Che tutto perdona. Far festa. PerchĂŠ tutte queste cose semplici o forse complesse, magari ognuno di noi in cuor suo le senti

insieme. Far festa. PerchÊ questo può fare la Chiesa.

Continua a pagina 2

ANNO 1 | NUMERO 43

â‚Ź 1,00

25 OTTOBRE 2014

No alla chiesetta La Chiesa deve aprirsi alle periferie, non riducendo “il Regno di Dio a una chiesetta� Papa Francesco, Angelus del 9 ottobre 2014

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PARROCCHIE

POLITICA

TELEVISIONE

SACERDOTI

Una domenica nel bosco di Zaro con le famiglie di sant’Antuono

Il sindaco di Ischia Giosi Ferrandino si guarda intorno

Al via il nuovo palinsento di TV2000

Un anno fa don Luigi Trofa raggiunge il Padre. Il suo ricordo


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CONVEGNO DIOCESANO

) : Discutere con gli uomini di buona volontà che camminano -spesso cadendoper le vie tortuose del mondo. Far festa. PerchÊ serve amministrare i Sacramenti, ma i Sacramenti smettono di essere sacri se diventano adempimenti di status anzichÊ aprirci con spirito nuovo ad un'altra visione del mondo. Far festa. PerchÊ noi che siamo la Chiesa, il popolo di Dio, (L.G. cap.II) se solo volessimo, potremmo smettere di innalzare steccati e "uscire". SÏ, ma verso dove? Semplicemente andando incontro alla pecora smarrita del Vangelo di Luca, mentre le altre riposano al sicuro nell'ovile delle proprie certezze. Non c'è forse piÚ gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione?

so nelle sale parrocchiali delle nostre comunità - modelli familiari di perfetta ! reotipi spesso truccati di vita felice, e andare verso chi non può testimoniare alcunchÊ se non il proprio fallimento e in Chiesa non ci viene perchÊ si sente escluso, giudicato, compatito. Far festa. PerchÊ è vero, c'è anche chi

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dendoci "antichi" e verso costoro dobbiamo voltarci col sorriso aperto di chi è disposto a parlare di ciò che è vecchio e ciò che nuovo, come lo scriba divenuto discepolo del regno dei cieli, quel padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche, imparando dalla pagina sempre attuale del Vangelo di Matteo. Far festa. PerchÊ non dobbiamo sentirci "perfetti" ed anzi adesso sappiamo che i "perfetti" dalla sana dottrina, nuocciono molto alla Chiesa di Cristo perchÊ non si interrogano e sono certi di avere una grande missione. Salvare la Chiesa da chi vorrebbe cambiarla. Senza accorgersi che la Chiesa cammina con l'uomo nella storia del mondo. Far festa. PerchÊ la festa è la gioia dello spirito. La perfetta letizia di chi è in pace con tutti. O si sforza di esserlo. E fa festa per chi, smarrito, ritrova la via del ritorno. Non per chi non si è mai allontanato dalla strada piÚ giusta. Far festa. Per esser beati. Beati sono in %

citĂ poichĂŠ ogni gioia proviene da Dio. Facciamo festa, dunque, col Vescovo Pietro, per un dono di Grazia, fecondo di gioie per lo spirito. E che la festa continui.

Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia Proprietario ed editore COOPERATIVA SOCIALE KAIROS ONLUS

PREGHIERA A CONCLUSIONE DEL VIII CONVEGNO ECCLESIALE Ischia, 18 ottobre 2014 Santa Maria,Vergine della Visitazione, donna in cammino verso la casa di Elisabetta, ti contempliamo, per strade di montagna, mentre in fretta,

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Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia Codice ďŹ scale e P.Iva: 04243591213 Rea CCIAA 680555 - Prefettura di Napoli nr.11219 del 05/03/2003 Albo Nazionale SocietĂ Cooperative Nr.A715936 del 24/03/05 Sezione Cooperative a MutualitĂ Prevalente Categoria Cooperative Sociali Tel. 0813334228 Fax 081981342 info@kairosonline.it pec: posta.kairos@pec.it Registrazione al Tribunale di Napoli con il n. 8 del 07/02/ 2014

Direttore responsabile: Dott. Lorenzo Russo direttorekaire@chiesaischia.it @russolorenzo

Redazione: Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia kaire@chiesaischia.it | @chiesaischia facebook.com/chiesaischia @lagnesepietro

Direttore UfďŹ cio Diocesano di Ischia per le Comunicazioni Sociali: TipograďŹ a: Centro Offset Meridionale Don Carlo Candido srl Via Nuova Poggioreale nr.7 - 80100 direttoreucs@chiesaischia.it Napoli (NA) Progettazione e impaginazione: Gaetano Patalano per Cooperativa Sociale Kairos Onlus

Per inserzioni promozionali e contributi: Tel. 0813334228 - Fax 081981342 oppure per e-mail: info@kairosonline.it

Il settimanale è stampato su carta riciclata utilizzando inchiostri vegetali non inquinanti presso uno stabilimento le cui attività prelevano una quantità di energia minore di quella prodotta dal proprio impianto fotovoltaico (a ridotta emissione CO2).


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CONVEGNO DIOCESANO

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PER UNA CHIESA ESTATICA Omelia del Vescovo Pietro a conclusione dell’VIII convegno diocesano, durante la Veglia Missionaria. Indicazioni di percorso per orientare il cammino. Appunti per la navigazione

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conclusione di questi tre giorni di preghiera e

A cura del

Vescovo innanzitutto il dovere Pietro di ringraziare il Signore per l’esperienza di Chiesa che abbiamo vissuto e per questa ventata d’aria fresca che abbiamo respirato. Ci fa bene aprire le porte! Ci fa bene andare fuori; ci fa bene incontrarci *

metterci in ascolto del Signore. Dobbiamo ringraziare il Signore anche per l’esperienza di comunione che abbiamo vissuto; siamo stati in tanti e provenienti da tante realtĂ . Si è cercato di coinvolgere la *

come popolo di Dio; molti si sono

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tenenti alle tante realtĂ ecclesiali / 3

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bellezza! Abbiamo sentito in alcu

Signore in mezzo a noi! â€œâ€ŚDove sono due o tre riuniti nel mio nome io sono in mezzo a loro6 79 :< =>@

Questa esperienza mi fa rendere ancora piÚ conto che non è vero che nella nostra chiesa tutto va

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sono tante cose che non vanno e che bisogna che il Signore aggiusti! Ăˆ Lui che aggiusta: non siamo R * T

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tanta gente che vuole fare sul serio: voi ne siete la prova piĂš evidente. %

assemblea e nei laboratori mentre i relatori parlavano; anche i vostri

Mi verrebbe da dire che dobbiamo davvero lamentarci di meno e lavorare di piĂš per il positivo. “Che ! < ! = # - scrive U %

H % Domino del 1975 - . > “. Ed è per questo che abbiamo voluto Kaire - Rallegrati!

giornale diocesano; sono contento dell’incoraggiamento che questa sera ci è venuto da Mons. Bregantini in questa direzione! Il giornale vuole servire innanzitutto a que # vo e il bello che c’è ed è tantissimo nella nostra Chiesa. Entriamo in

quello della gratitudine. Vogliamo

vedere il bello che c’è in ognuno di noi e ringraziarci reciprocamente e insieme ringraziare il Signore. Questo è il primo atteggiamento che possiamo assumere se vogliamo essere una Chiesa che guarda al futuro e non si lecca soltanto le ferite. In questa Veglia Missionaria che celebriamo a conclusione del Convegno vorrei offrire alcune indicazioni che possano tornare utili per il cammino della nostra Chiesa: possibili indicazioni di marcia per *

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nella navigazione! [

# gnando spiritualmente a tutti voi la Lettera Pastorale “) #â€? che vi ho scritto all’inizio della Quaresima di quest’anno. Nel dare il benvenuto a tutti voi all’inizio del nostro VIII Conve \ + ] * ! $ ? . ) 1 # @ 1 ? . ) 1 ( @ ? . 1 ( Ăˆ la domanda che sempre dovrebbe abitare nel cuore di tutti noi, e che in modo particolare vogliamo porci in questo VIII Convegno ecclesialeâ€?. A conclusione di queste tre gior

anche attraverso i tanti interventi

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Signore ci chiede di fare: il Signore ci chiama ad essere sempre piĂš una Chiesa che vive una profonda intimitĂ con Lui e un forte slan #

con Lui e una grande passione per / R ^ * %

autoreferenziale ma decentrata! U /

* ! Una Chiesa non statica ma ! ` AB !

uno stato di isolamento e d’innalzamento mentale di chi è assorbito in un’idea unica o in un’emozione j !

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per cui la persona sperimenta un ]

sĂŠâ€?. Ăˆ cosĂŹ che ci vuole il Signore! COME FARE PER ESSERE UNA CHIESA ESTATICA? Provo a rispondere a questa domanda declinando con voi alcune parole! La prima parola è Trascendenza. Sta ad indicare la dimensione contemplativa della vita. Papa Francesco cosĂŹ si esprimeva congresso #

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la vita. (‌) Questo scalda il cuore, tiene acceso il fuoco dell’amicizia col Signore, ti fa sentire che Lui veramente ti guarda, ti è vicino e ti vuole bene. Se nel nostro cuore non c’è il calore di Dio, del suo amore, della sua tenerezza, come possiamo noi, poveri peccatori, riscaldare il cuore degli altri? Pensate a questo!â€?. E a noi vescovi italiani, il 19 maggio di quest’anno diceva: â€?Non stanchiamoci, dunque, di cercare il Signore - di lasciarci cercare da Lui -, di curare nel silenzio e nell’ascolto orante la nostra re - K do su di Lui, centro del tempo e della storia; facciamo spazio alla sua presenza in noi: è Lui il principio e il fondamento che avvolge di misericordia le nostre debo & 1 - ciò che di piĂš prezioso siamo chiamati a offrire alla nostra gente, pena il lasciarla in balĂŹa di una societĂ dell’indifferenza, se non della disperazioneâ€?. La seconda parola è Vicinanza. * # y 5

* + 6Ma c’è anche l’altra trascendenza: aprirsi agli altri, al prossimo. Non bisogna essere una Chiesa chiusa in sĂŠ, che si guarda l’ombelico, una Chiesa autoreferenziale, che guarda se stessa e non è capace di trascendere. Ăˆ importante la trascendenza duplice: verso Dio e verso il prossimo. Uscire da sĂŠ. E quando io esco da me, incontro Dio e incontro gli altri. Come li incontro gli altri? Da lontano o da vicino? Occorre incontrarli da vicino, la vicinanzaâ€?. E *

+ ]Ripartire da Cristo si * incontro all’altro. Questa è un’esperienza bella, e un po’ paradossale. PerchĂŠ? PerchĂŠ chi mette al centro della propria vita Cristo, si decentra! PiĂš ti unisci a GesĂš

e Lui diventa il centro della tua vita, piĂš Lui ti fa uscire da te stesso, ti decentra e ti apre agli altriâ€?. Un’altra parola è Evangelizzazione. ## y *

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avviene e, comunque, stenta ad es y 5 {>

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* :| + ]Fratelli, se ci allontaniamo da GesĂš Cristo, se l’incontro con Lui per con mano soltanto la sterilitĂ delle nostre parole e delle nostre iniziative. PerchĂŠ i ducia è riposta altrove: nello Spirito del Signore, che - nella misura della nostra docilitĂ - ci spalanca continuamente gli orizzonti della missioneâ€?. U %

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Un’altra parola è Formazione. HH / H

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\ /} € + ]se uno ha realmente fatto esperienza dell’amore di Dio che lo salva, non ha bisogno di molto tempo di preparazione per andare ad annunciarlo, non può attendere che gli vengano impartite molte lezioni o lunghe istruzioni. Ogni cristiano è missionario nella misura in cui si è incontrato con l’amore di Dio in Cristo GesĂš; non diciamo piĂš che siamo “discepoliâ€? e “missionariâ€?, ma che siamo sempre “discepoli-missionari67:=>@ Un’altra parola è Insieme. 5 k

† rete o di sinergia \ HH

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biamo rendere all’uomo che non è possibile considerare a compartimenti stagni e che perciò chiede a tutti noi di imparare a lavorare * k

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ma di partire. Ma questo lavoro di rete non ha # j k

ridursi ad un motivo strumentale. Esso deve essere invece espressio ƒ H !

che noi chiamiamo: comunione. Un regno diviso in se stesso va in rovina (Lc :: :w@ %

quanto proprio oggi San Gregorio 9 /^

Letture: â€?Ecco che egli manda a due a due i discepoli a predicare, perchĂŠ sono due i precetti della caritĂ : l’amore di Dio, cioè, e l’amore del prossimo. Il Signore manda i discepoli a due a due a predicare per indicarci tacitamente che non deve assolutamente assumersi il compito di predicare chi non ha la caritĂ verso gli altri6 7† :w : xj [

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# ni che ancora ci sono nella nostra * \ ] 6

# ti nella Chiesa italiana negli anni /<>

Ricordate negli anni ’80? C’erano nel laicato cattolico italiano con # j

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superate alla grande e che invece ritornano ancora oggi nella nostra Chiesa; per cui siamo ancora a ve *

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dobbiamo sempre tenerne conto. 5 * Â #

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di uscire; non possono stare chiusi # j

per collaborare con gli altri e met # * le e della pastorale diocesana. La * H

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a qualsiasi realtĂ appartengano si mettano in atteggiamento di uscita

CONVEGNO DIOCESANO

e imparino a volersi bene e a lavorare insieme. Su questo punto non possiamo piĂš transigere. Un’altra parola è Regno. Siamo stati tutti cooptati dal Si ##

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attraverso e dentro la Chiesa siamo stati chiamati a costruire il Regno \

diceva: Tutti siamo chiamati a non ri

/ ? “chiesetta� - la nostra “chiesetta piccoletta� - ma a dilatare la Chiesa alle dimensioni del Regno di Dio (Angelus := H =>:{@. Š

Dio è il sogno di Dio per gli uomi % [

di mandare GesÚ Cristo. La Chiesa di questo Regno è continuamente chiamata ad essere anticipo e promessa *

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Con lo stile di GesĂš: gestis verbisque

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della Dei Verbum. Come GesĂš ha costruito il Regno di Dio? Con pa ƒR

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Cristo? C’è bisogno di una pro

incontrare le persone con GesĂš. `

le nostre parrocchie rimangono o

attraenti siamo stati “repellenti�? H k / R … tamente il Vangelo. Al massimo

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dato l’eloquenza dei gesti

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dobbiamo compiere dei gesti che %

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e dimensione:da quando la gente bussa alle porte delle nostre chiese a quando partecipa alle nostre liturgie. Un’altra parola è Poveri. [/

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mondo reputa scarto. Allora signi

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]La testimonianza della carità è la via maestra dell’evangelizzazione. In questo la Chiesa è sempre stata ‘in prima linea’, presenza materna > fragilitĂ della gente. In questo modo, la comunitĂ cristiana cerca di infondere nella societĂ quel ‘supplemento d’anima’ che consente di guardare oltre e di sperareâ€?. 7 * H

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nostra Chiesa sviluppi questa te # R ^ #

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Un’altra parola è Famiglia e Giovani. `

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per la legalitĂ e la custodia del cre ## H ƒ

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stare insieme come in questi gior R %

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L’ultima parola è: Come Maria. * 9 9

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che va da Elisabetta per portarle / ##

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preghiera alla Madonna che dopo vi sarĂ consegnata quasi come un mandato. La preghiera la potete trovare e ritagliare a pagina 2 di questo numero di Kaire Foto di Andrea Di Massa


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CONVEGNO DIOCESANO

Il saluto del Vescovo Pietro a S. E. Mons.

Giancarlo Maria Bregantini Arcivescovo Di Campobasso-Bojano

La chiesa è madre di tenerezza e maestra di chiarezza Mons. Bregantini chiude i lavori del Convegno Diocesano

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GianCarlo Maria Bregantini, arcivescovo di Campobasso – Bojano e Presidente della A cura del Commissione Episcopale della Cei per i problemi Vescovo sociali e il lavoro, la giustizia e la pace e la custodia Pietro del Creato. Voglio in questo momento esprimergli la mia piÚ viva gratitudine e quella della nostra Chiesa di Ischia per aver accettato l’invito ad essere in mezzo a noi questa sera per farci dono delle sua testimonianza e della

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che ha come tema: “ % $ ) â€?. Lo ringrazio sinceramente per aver detto sĂŹ al nostro invito perchĂŠ aveva per oggi in agenda un altro impegno e, pur

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programma della giornata. Dopo le belle giornate di giovedÏ e di ieri che hanno visto rispettivamente la presenza del prof.  Š

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/ 5 € *} , viviamo cosÏ con Mons. Giancarlo la terza giornata di questo convegno nella % da percorrere per essere una vera Chiesa . Padre Giancarlo da sempre vive sulla propria pelle la dimensione dell’ . Il suo impegno pastorale, come presbitero prima e vescovo poi, ieri di Locri-Gerace e, oggi, della Chiesa di Campobasso-Bojano, lo testimonia. La sua vita, direi anche il suo linguaggio e i suoi gesti di ogni giorno, ci dicono il desiderio di un uomo e di un vescovo che vuole annunciare la non estraneità del Dio di GesÚ Cristo alle vicende umane e mostrare il volto di una Chiesa

5 5

dell’incarnazione. Un uomo che vive la Chiesa del Concilio – ci H

# ]timoniere ) � che fu Paolo VI, come molto opportunamente lo … ”U j * % •

H € 5 • ] 1 “ e per questo vive “ storia� (1). Grazie, carissimo padre GianCarlo per quanto fai e dici e per aver voluto accogliere il nostro invito. Grazie e ancora: benvenuto tra noi!

abato 18 ottobre, nell’ultima giornata di lavori dell’VIII Convegno DioA cura di cesano c’è stato l’interFrancesco vento di Mons. Giancarlo Schiano Maria Bregantini, Arcivescovo di Campobasso – Bojano e presidente della Commissione Episcopale per i problemi sociali, lavoro, giustizia e pace. Tanti gli spunti interessanti e tanti anche gli esempi concreti di vita che l’Arcivescovo di Campobasso ci ha lasciato per poter essere davvero una * 5 to: “La Chiesa è madre di tenerezza e mae ) B B

5 Mons. Bregantini ci ha provocato parlandoci del brano del Vangelo di Luca (cap 7, 36-50) in cui GesĂš viene in # 5 +

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. ) . B ) B ! (5 Poi l’esempio di Maria, donna in uscita, che dopo l’annunciazione si mette in fretta in cammino verso sua cugina Elisabetta: 4` ) 0 $ j j j j j * j B 1 ) * B ? 5

uno stile di Chiesa aperta al grido degli ultimi: “k B 3 ? 0 $

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CONVEGNO DIOCESANO

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L'INTERVISTA

Continuiamo a remare insieme Tiriamo le somme a conclusione dell’VIII convegno diocesano con il coordinatore Don Pasquale Trani

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ala il sipario sull’VIII convegno diocesano, cosa succederĂ ora per la chiesa isolana? Intervista di Intanto non è un vero è Lorenzo proprio calare il sipario Russo perchĂŠ come abbiamo impostato tutto il convegno, non ci sono state delle vere conclusioni, a parte le 10 indicazioni per la rotta, che ci ha dato il vescovo. Il convegno nella sua natura ora vuole continuare giorno per giorno, insieme. Il vero e proprio lavoro comincia adesso, sia con i remi che portiamo tutti noi, che con la vela dello Spirito Santo. Adesso tutte le componenti della chiesa ischitana – dai H

chie ai movimenti, associazioni e gruppi •

che sono arrivati: sia sulla visione della Chiesa, come ci ha ribadito Mons. Galantino, sia sullo sguardo universale che ci ha lanciato Riccardi, sia su quella maternitĂ della chiesa sottolineata da Mons. Bregantini. Per non parlare della grande quantitĂ

consegnati dai relatori dei quattro laboratori. Quindi comincia un vero lavoro di approfondimento che ci vedrĂ impegnati per tutto l’anno pastorale e oltre. Qualcuno ha detto che al convegno sono state spese parole stupende... ma forse sono troppo ‘alte’ per poterle mettere in pratica ad Ischia. E’ cosĂŹ? La nostra chiesa è una chiesa locale a tutti gli effetti, da un punto di vista teologico, ecclesiale e non solo. La chiesa di Ischia, avendo il successore degli apostoli (che è il vescovo) è uguale a qualsiasi altra chiesa come può essere ad esempio quella di Milano o a qualche altra chiesa nel mondo. Quindi comprende al suo interno tutte le realtĂ e le dinamiche proprie di una chiesa

locale. Sotto questo aspetto le parole non sono mai grandi, perchÊ parliamo della Chiesa sposa di Cristo. Sono parole grandi se nel senso dell’impegno, nella mole

/

soprattutto sulla guida del Signore e sulle risorse umane e spirituali che si trovano nella Chiesa ischitana. Quindi realizzare la Chiesa comunione, la Chiesa famiglia, l’idea cioè cuore del Concilio, non diventano parole vuote come spesso accade, ma di

Che interpretazione dai sul numero dei partecipanti al convegno? Stiamo parlando di 800 persone circa....non è poco visti i numeri dei convegni precedenti. Premesso che non sono i numeri che fanno una chiesa grande o santa, dobbiamo pur dire che, anche a detta dei relatori che hanno partecipato al nostro convegno e che sono abituè dei convegni Cei di carattere nazionale, che è impressionante vedere questa grande partecipazione. Che impressione darne? Che c’è una grande sete di partecipazione, e per una chiesa locale che ha un numero di abitanti limi

speranza. Al convegno si è mossa una ‘macchina organizzatrice’ enorme. Dacci qualche numero... La cosa forse piĂš bella e piĂš commo % H

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20 ottobre mattina, quando tutto compiuto, tutto terminato, con gli occhi lucidi e commossi, tante mamme e papĂ , armati di ramazza, secchi e muscoli, hanno sistemato tutto nel migliore dei modi, con una grande gioia del cuore, per tutto quello che stavano facendo alla luce anche di tutti gli input che erano arrivati dai rela-

tori, sull’essere ‘chiesa famiglia’, e dal clima di famiglia e di gioia che si è respirato in questi giorni. Il numero di quelli che hanno collaborato in un modo o nell’altro – da chi ha preparato semplicemente una torta o un rustico, a chi ha lavorato H

la sala spostando sedie, pulendo e sistemando gli ambienti – si aggira intorno alle 150 unitĂ . Facciamo ancora fatica nel dover ringraziare singolarmente ciascuno. La Chiesa di Ischia può diventare davvero un laboratorio, perchĂŠ nel suo piccolo riesce non solo ad incepparsi in piccolezze a causa della natura umana limitata, ma è capace anche di vivere rapporti autentici e di gratuitĂ che la fanno ‘chiesa in uscita’ completamente. Non c’erano distinzioni fra parrocchie, associazioni, gruppi, movimenti. Un popolo solo. Non trovi? Hanno partecipato tanti, sia dalla consulta delle aggregazioni laicali che dalle parrocchie e durante il convegno davvero si respirava il “cuor solo e l’anima solaâ€?. Era bello poter collaborare e aiutarsi a vicenda, senza stare troppo a vedere le provenienze. Fermo e restando che ogni provenienza e appartenenza ecclesiale è stata vissuta come una ricchezza e non come

ƒ 5 % rei riferimento ad una delle dieci parole con cui il vescovo ha voluto concludere il convegno. Parlava dell’“INSIEMEâ€?: sono ormai da seppellire le divisioni in gruppi di appartenenza. A volte messe proprio ad arte dall’esterno, da chi vede ancora di malocchio o con sospetto una differenza che fa problema. Nella Chiesa le differenze si ricompongono in unitĂ quando ci si allena, come ci insegna Papa Francesco, a vedere nell’altro il volto di Cristo che porta sempre un segno di comunione. Foto di Andrea Di Massa

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INVITO La parrocchia S.S. Annunziata in S.M. delle Grazie a Lacco Ameno invita bambini e non a: TRAVESTIAMOCI DI LUCE HALLOWEEN ALLA LUCE DI GESU' Vestiti da angioletti, fatine, pastori, Santi, festeggeremo VenerdĂŹ 31 ottobre ore 15.00 sul sagrato della Basilica di S. Restituta Info 349.5060165 | 3474673817


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CONVEGNO DIOCESANO

IMPRESSIONI DEL CONVEGNO

Il popolo di Dio vuole rinnovare la chiesa isclana a mia impressione generale sul convegno è positiva perchÊ ha viA cura di sto una buona parteciDon Carlo pazione della "base". Il Busiello U 7

mente la costituzione conciliare Lumen Gentium) e poi la stessa metodologia latino-americana di Papa Francesco, invita il popolo di Dio a prendere coscienza del dono ricevuto nel battesimo, ovvero di essere popolo sacerdotale, profetico e regale, attivi e partecipi dell'evangelizzazione e della costruzione del Regno. Come ci ricorda Giovanni Paolo II * :~

"l'essere e l'agire nel mondo sono per i fedeli laici una realtĂ non solo antropologica e sociologica, ma an

ecclesiale". Dunque dal Convegno Diocesano è emersa la volontà del popolo di Dio di essere partecipe e di rinnovare la Chiesa isclana, in comunione col vescovo e i presbiteri. Nella Evangelii Gaudium

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(EG), Papa Francesco detta le linee e il volto della Chiesa che sarĂ , e che oggi si confronta non piĂš con una "societas christiana" ma con il pluralismo religioso e culturale. Tutto questo non deve spaventarci HH

saper discernere i "segni dei tempi" e a contestualizzare il messaggio evangelico. In modo che il vangelo inculturandosi da vita a una nuova cultura in tutti i campi della vita sociale: dalla famiglia alla politica, all'economia. Pertanto l'EG sprona le nostre comunità a passare da una pastorale di conservazione, la nostalgia di un passato che non c'è piÚ, alla pastorale missionaria che sia capace di trasformare ogni cosa. "La riforma delle strutture, che esige la conversione pastorale, si può intendere solo in questo senso: fare in modo che esse diventino tutte piÚ missionarie, che la pastorale ordinaria in tutte le sue istanze sia piÚ espansiva e aperta, che ponga gli agenti pastorali in costante atteggiamento di "uscita" e favori-

Si sentiva viva la presenza dello Spirito Santo Dire che sono stati momenti di spiritualitĂ e di formazione molto alti A cura di non sarebbe retorica per Marinella noi nel descrivere come Mattera e abbiamo vissuto l'VIII Restituta convegno diocesano. Iacono Momenti di preghiera Rinnovamento forti dove si sentiva viva nello Spirito la presenza dello Spirito Santo, sembrava di vivere quello che dice Paolo nella sua lettera: “anche se in molti siamo un sol corpoâ€?. Era vero, lo eravamo, un solo corpo unito per dare nuova linfa a questa bella Chiesa di Ischia. Tutti uniti dallo stesso Spirito che ci fa gridare ‘AbbĂ Padre’, un solo T

siamo sentiti accolti ed amati, anche se in alcune circostanze è stato inevitabile mettersi in discussione, ed è sta una forte scossa, per la scarsa presenza di giovani nelle nostre chiese, e non solo di giovani. Il richiamo di Papa Francesco ad “uscire e ad andare verso....â€? ci ha fatto sussultare, noi sempre abituati ad accogliere nell'attesa di

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qualcuno che venga, invece il verbo cambia, non è piĂš vieni ma VAI. Vai dove lui ti invierĂ . Lo Spirito, che sappiamo molto bene come scomoda, ancora una volta ci dice di prendere il largo, e non a caso è il motto del nostro amato vescovo Pietro Lagnese. E allora per partire in modo nuovo, per poter oggi nuovamente prendere il largo, iniziamo dai punti focali che proprio il vescovo ci evidenzia. Tutto comincia col ridare alla preghiera lo spazio che le spetta. Proprio una preghiera, infatti, racchiude l’ereditĂ di questo Convegno: invitandoci a guardare Maria, Vergine della Visitazione, a rivolgerci a lei – che, come ai dodici nel Cenacolo nel giorno di Pentecoste, ci incoraggia e ci insegna ad uscire – il Vescovo ci invia “per stradaâ€?, insieme, per annunciare il vangelo del Risorto! Il Convegno ha riacceso in molti “il fuoco della missioneâ€?, la “passione per il Regnoâ€?. Che ognuno di noi permetta al Signore di continuare ad alimentare in noi questa Fiamma d’Amore!

sca cosÏ la risposta positiva di tutti coloro ai quali GesÚ offre la sua # $7}€ =:@

intorno al quale ha ruotato il Convegno è stato "La Chiesa d'Ischia in uscita". Essa è l'unica possibile secondo il vangelo come dimostra la vita di GesÚ che andava di villaggio in villaggio annunciando il Regno di Dio. Il cristiano ci ricorda Bergoglio "non ha paura di decentrarsi, di andare verso le periferie, perchÊ ha il suo centro in GesÚ Cristo". La nostra comunità diocesana è chiamata a prolungare la missione liberatrice di GesÚ e riannunciare il suo messaggio, ma allo stesso tempo ha anche il dovere di mettersi in un atteggiamento di apertura a 360 gradi, vale a dire di "missio ad gentes" verso gli altri popoli. Come ci ricorda la Nota pastorale de 'Il volto missionario della parrocchia in un mondo che cambia' dei vesco-

vi italiani, "la missione ad gentes non è solamente il punto piÚ alto e conclusivo dell'impegno pastorale, ma anche il suo paradigma piÚ illuminante e stimolante. Non c'è cura pastorale che non formi alla missione e alla mondialita'". Pertanto la "missio ad intra" e l'anelito verso la "missio ad gentes", fanno si che il tema del Convegno "La Chiesa d'Ischia in uscita" trova la sua massima espressione e di conseguenza, la nostra Chiesa isolana non rimarrà ripiegata su se stessa, ma come l'icona di Maria che uscÏ per far visita a Elisabetta, potrà dare credibilità al suo agire e portare frutti di rinnovamento ecclesiale e sociale.

Siamo riusciti a coinvolgere i lontani

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i ha colpito vedere al convegno diocesano tutta la chiesa. Non A cura di solo i ‘vicini’ ma anche Maria qualcuno che si era un Italiano po’ allontanato e che spero siamo riusciti a reintegrare. Mi riferisco soprattutto agli operatori pastorali. Ho avuto da molti di loro delle ottime impressioni. Li ho visti carichi, motivati, pronti a ricominciare. Solo questo mi ha fatto tanto pia-

cere. Per quanto riguarda il convegno, la cosa bella è stata quella di vedere TUTTA la chiesa di Ischia radunata insieme. I relatori sono state persone di alto livello. Mi ha colpito molto l’intervento di Galantino, pur riconoscendo la bravura di Riccardi e Bregantini, perchĂŠ lui si è calato proprio nei problemi che viviamo giorno per giorno nelle nostre parrocchie. Quindi questo ha messo in discussione tutto. E’ stato stupendo.

Aria di gioia e di unione

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La cosa che mi ha colpito è che si è respirato un clima di gioia e di A cura di unione. Ho notato che Restituta all’inizio del convegno Schiano c’erano molte persone ‘represse’ dentro: c’è poi stata una libertĂ , come cioè se ci fosse qualcuno disposto nel mettersi insieme a cambiare, ad aiutare. Poi si respirava un’aria di

unione, un unitĂ bella. Ho avvertito questo: si respirava una bella unione fra le varie persone. Per quanto riguarda i contenuti, ci sono tutti i propositi nel metterli in pratica. Speriamo che non siano solo chiacchiere, ma ci sia veramente buon frutto, per il bene della nostra Chiesa. Stiamo scrivendo e costruendo la nostra storia di oggi, senza pensare al passato.


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CONVEGNO DIOCESANO

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FAMIGLIA, GIOIA, SPERANZA

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el pensare all’esperienza vissuta nei giorni scorsi non possono A cura di fare altro che esterFrancesca nare le tre parole che Prevenzano risuonano fortemente presentatrice in me: “famiglia, gioia, del convegno speranzaâ€?. Famiglia, perchĂŠ sia nella fase di preparazione che nei giorni di convegno, si sono andati a creare rapporti autentici; nonostante eravamo persone diverse per pensiero, etĂ , cultura, esperienze di fede ad accumunare tutti era quella voglia di confronto e si sentiva forte l’adesione a quell’invito fatto da Papa Francesco di “uscireâ€? prima di tutto da “noi stessiâ€? per poter entrare in un “NOIâ€? molto piĂš ampio, cioè l’altro che Dio ci pone davanti ogni giorno. E’ stato bello nella fase di preparazione incontrarsi, lavorare insieme, scambiare i nostri pensieri, ritrovarsi a sorridere, anche il dividere un qualcosa da mangiare, dato che spesso si faceva tardi, aveva in se un qualcosa di unico. Gioia, non si poteva non gioire nel constatare che tutto il lavoro svolto era servito a disegnare dei sorrisi sui volti delle persone presenti che con entusiasmo partecipavano senza mai stancarsi, infatti in tutti i tre giorni molto alta è stata l’attenzione non solo

ai relatori, ma anche nel vivere in un secondo momento i laboratori. La vera felicitĂ ha raggiunto il culmine trovarsi tutti a festeggiare, abbiamo riscoperto un “pastore fratelloâ€?, poichĂŠ vedere il nostro caro vescovo Pietro sorridere con noi, cantare con noi ed addirittura con grande dolcezza ed umiltĂ aiutare a distribuire la torta è stato un momento di vera letizia. Credo fortemente che i tre relatori che Dio ci ha donato sono stati una vera grazia per tutta la nostra comunitĂ diocesana, poichĂŠ ognuno di loro in modi diversi ha scosso le nostre coscienze, scolpendo nei cuori frasi che ci accompagneranno per molto tempo. Speranza, dopo aver vissuto questi giorni di grazia, sono sicura che forte si è accesa in noi la luce della “speranzaâ€?, poichĂŠ abbiamo capito che non siamo soli, che insieme a GesĂš Risorto si possono cambiare le cose; tutti noi facciamo parte di un disegno meraviglioso d’amore che Dio da sempre ha pensato per l’umanitĂ intera, a noi resta solo di salire sulla barca che è la chiesa e per noi la chiesa di Ischia e lasciare allo 5 5

andare ad annunciare quella buona notizia che “Dio ci amaâ€? e che “tutto è possibile per chi credeâ€?.

Un clima di reciproca ďŹ ducia e stima l convegno diocesano appena conclusosi chiamava tutti ad interA cura di rogarci su temi molto Antonio esigenti: come essere Pisani cristiani credibili in presentatore una societĂ come queldel convegno la che viviamo. Credo che ciascuno di noi che ha partecipato anche all’organizzazione dell’evento abbia trovato la sua risposta attraverso il profondo clima di comunione che si è andato costruendo prima dei tre giorni del convegno e che sempre si vive quando si fa un’esperienza autentica di Chiesa. Il porsi in costante attenzione all’altro, giĂ durante i momenti di preparazione: mettendosi all’ascolto ed la servizio della realtĂ che si voleva costruire, in un clima

tanti che semplicemente donavano

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un po’ del loro tempo, è stato il pilastro portante di un’ esperienza per

La generosa e concreta partecipazione di tante famiglie, la freschezza dell’impegno di tanti giovani ed il silenzioso e puntuale lavoro di tutta la segreteria organizzativa hanno costituito per noi un vero e proprio cantiere di comunione! La Chiesa in Ischia nei tre giorni del convegno mi è parsa essere una casa dove hanno trovato dimora insieme con tutti noi la Gioia e la Bellezza della Buona Novella vissuta insieme a tanti altri. Una casa in cui tutto è stato in movimento: "in uscita" 9

questo "essere in uscita" non sia solo uno slogan, come ci ricordava mons. Galantino, necessita del sof 5 5

nuove tutte le cose!

Una grande grazia, un’aria di comunione fra laici

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ersonalmente è stato un momento di grande grazia. Sono tre i convegni A cura di diocesani a cui ho parteErsilia cipato in passato e non Fortezza ho mai percepito cosĂŹ profondamente un’e #

tantissimo. Non solo per lo spessore degli interventi ma soprattutto, ancor prima, per il clima che tra noi laici si è creato: veramente di comunione, di interazione. E’ stato molto bello nel laboratorio socio-politico, dove ho portato la mia esperienza personale. Alla H

una persona dicendomi che mi ha sempre giudicato per quello che vedeva in me, per come mi vestivo, per il ruolo (avvocato) che ricopro nella società . Ma è stato bello, da parte di questa persona, potermi riscoprire, rivedermi con occhi nuovi e azzerare il suo approccio nei miei confronti. Questo per me è importante perchÊ vuol dire ricominciare, riallacciare rapporti e

relazioni nuove. Ci dovranno essere altri momenti come questo convegno diocesano. Ho vissuto emozioni e sensazioni positive e questo clima di comunione che si è creato fra noi laici, spero tanto si possa realizzare anche fra i nostri sacerdoti. Penso che sia stata una cosa unica nella storia della nostra diocesi. Guarda, abbiamo vissuto altri eventi importanti, come ad esempio la venuta del Papa ad Ischia. Sono stati però eventi vissuti da gruppi separati. In questo caso c’è stata una vera comunione. La cosa che mi ha colpito di piĂš è anche il fatto che le persone sono ma di ogni giorno. Questo cosa vuol dire? Che le persone avevano piacere di stare li, si sentivano bene, a proprio agio. Questo conta tantissimo. Ancora quando ne parlo, mi viene un nodo alla gola per le emozioni che ho provato. Continuiamo su questa strada: fare comunione insieme. Andiamo avanti insieme.


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PARROCCHIE

PARROCCHIA DI SANT’ANTONIO ABATE DECANATO DI ISCHIA

Una domenica nel bosco di Zaro per contemplare l’armonia della bellezza del Creato, insieme alle famiglie della parrocchia

FAR FAMIGLIA FRA FAMIGLIE Ăˆ

certamente uno degli appuntamenti piĂš ricercato ed atteso dalle famiglie della parrocchia di S. Antuono, insieme ai ritiri

A cura di a Roma, e agli appuntamenti mensili organizzati dal gruppo Giuseppe Â

BanďŹ H #

/ dimenticato Peppe Barbieri e coordinati dal nostro Parroco, Don Giuseppe Nicolella, la scampagnata delle famiglie è forse quella !

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]Cosa si deve fare, vorremmo partecipare�, era la domanda piÚ frequente, la risposta la + ]Niente di particolare, portate la colazione al sacco per voi e da condividere6

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spirito della scampagnata annuale delle famiglie, ma certamente non è /

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nostro parroco ai piedi della Madonnina di Zaro. [ 9 € H H

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misteri che solo i bambini sanno, con la loro fantasia, immaginare. Â

rio può donare, siamo tornati alle nostre case con i cuori colmi di fede / =: == =x H

www.chiesaischia.it Segui gli aggiornamenti e la vita della Diocesi di Ischia in tempo reale


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POLITICA

Il Sindaco

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d’Ischia

si guarda intorno Giosi Ferrandino: “è sďŹ da quando di fronte hai un avversario politico credibileâ€?

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iosi Ferrandino non ha abbandonato la speranza del suo ultimo salto di qualitĂ che dovrebbe portarlo al parlamento europeo. I suoi probleA cura di Antonio mi di gestione della cosa pubblica Lubrano dove l’opposizione lo accusa di occuparsene poco, non lo disturbano piĂš di tanto. Sa di avere le armi giuste per parare tutti i colpi, compresi quelli del kappaò. Alle nostre domande il sindaco d’Ischia risponde con la franchezza che gli è abituale, senza giri di parole. Gli domandiamo:è piĂš importante fermarsi e dialogare con tutte le componenti politiche in attesa dell’ennesimo chiarimento, oppure andare avanti e gestire i problemi del paese in attesa che i “politiciâ€?, quelli che scalpitano per H /

fra loro? A Ischia il dibattito è sempre aperto da tempo, dopo che Giosi Ferrandino ha inaugurato questo nuovo modo di operare in seno alla gestione amministrativa pubblica. Il sindaco come nuova icona del potere solitario? In due anni di suo mandato, tre crisi “pilotateâ€? e conti

ƒ # / terno della maggioranza. PerchĂŠ questo sottile distinguo? PerchĂŠ i numeri per governare non gli mancano, e non gli mancheranno ancora per lunghissimo tempo. C’è tuttavia da far quadrare i cosiddetti “conti politiciâ€?: incarichi, prebende, ruoli di responsabilitĂ . Carmine Barile quale suo vice gli dĂ sicurezza Si guarda con simpatia a chi fa parte del gioco: consiglieri, dirigenti, capi-bastone e supporters. Per Giosi governare con continuitĂ e sfatare cosĂŹ quella ] # 6

terminato la caduta anticipata di tutti i sindaci, a prescindere dalle maggioranze elette o dal colore politico di appartenenza di ognuno di essi? Gli giriamo la domanda‌ ]5 y 9 %

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per la quale – chiarisce subito - io mi sto attrezzando�. Ma come? Le crisi passate, a ripetizione, i " ][ % 7 %

caso un amministratore pubblico come me) si misura con qualcuno o qualcosa. A Ischia, in questo momento storico e politico, tutto que-

/ ^ /

c’è un uomo, un avversario, un progetto politico ed amministrativo, un insieme di cose da contrastare e sulle quali primeggiare. Guardiamoci intorno. Tutto questo non al momento non esiste [ % HH

essere? Forse, come dice qualche commentatore politico dilettante, con me stesso?â€? # $ " “Le maggioranze da sempre, si sa, sono fatte di varie anime. E quindi appartenenze, aspirazioni. Collettive e personali. Il problema di Ischia è che ancora non si è amalgamato bene il partito al quale appartengo e cioè il Partito Democratico. Questo è un problema che negli ultimi mesi si è evidenziato anche in altre realtĂ locali, regionali e nazionali. Il PD è un partito molto grande, fatto di varie anime che provengono da precedenti esperienze politiche – diverse fra loro - che ancora si devono fondere bene nell’obbiettivo comune di costruire un modello politico alternativo a quello del centrodestra. Con Renzi, è avvenuta la rivoluzione che tanti si aspettavano. Questa è la veritĂ . E’ il sistema dei gruppi e delle correnti, che nel PD anima il dibattito politico e porterĂ # 6 % && ' meno? ] # U teresse a seguire ciò che stiamo facendo per il paese, sempre nei limiti delle nostre possibilitĂ . Qundo l’interesse dei cittadini è accompagnato anche da una dose di critica, ci sprona solo ma far meglio, anche rispetto al primo ciclo di mio mandato come sindaco. Ricordate le polemiche a

/ y 9 cate e col tempo si sono rivelate tali. Il problema dei pontili sul porto la Regione dovrĂ darcene conto. I cittadini hanno capito che al comune c’è

si appassionano piĂš di tanto ai mal di pancia di % % /

come realmente gestire al meglio il paese piĂš che la conservazione del potere. In questi frangenti di crisi generalizzata, Ischia ha recuperato quel ruolo di leadership isolana che aveva, e non mi pare cosa da pocoâ€?. ( ) ( * ò scarseggiano gli iscritti – vi sentite seguiti?

“Gli iscritti verranno. Ovviamente mi auguro che tutte schermaglie interne vengano digerite e superate, perchĂŠ lavorare in squadra è sempre meglio per tutti. E soprattutto fa crescere tutti. In un quadro come quello attuale, dove l’opposizione di fatto è inesistente ed inconcludente, dove un leader alternativo non c’è, dove un progetto politico alternativo non esiste e dove la maggioranza in tutte le sue componenti non ha nessuna voglia di cambiare rotta, prima si risolvono i piccoli intoppi procedurali e prima ognuno potrĂ continuare a lavorare per il paese e prendersi i meriti di questo lavoro. Funziona cosĂŹ in politica, no? Se stanno tutti a guardare e il paese continua ad andare avanti senza alcun merito loro, poi quando arriverĂ il momento del ritorno alle urne, quali meriti ognuno potrĂ elencare a proprio vantaggio?â€?

" “Sottovalutare, mai. Presto la giusta attenzione H

9 %

posso distogliermi poi dalla risoluzione dei problemi quotidiani del paese che sono piÚ importanti ancora. Il ragionamento è questo: per me è piÚ importante gestire e risolvere un problema che riguarda la collettività , piuttosto che correre % 9

cano perchÊ prendo un funzionario del comune e lo metto a capo delle aziende miste. E cosa dovrei fare? Attendere che ci si metta d’accordo su chi nominare e come far gestire questa o quella situazione? E’ un tipo di ragionamento che non mi appartiene. E per fortuna del paese, perchÊ cosÏ io riesco a garantire comunque una gestione o il funzionamento di un servizio indispensabile per la comunità �.


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TERRITORIO ISCHIA IN 3P: PAESI, PAESAGGI & PERSONE

PERSONE

Don Angelo Iacono Un custode molto speciale della tradizione contadina ischitana

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he quest’anno avessi trascorRubrica di so gran parte Ambiente e del giorno del Agricoltura a cura mio onomastidell’agronomo

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Francesco Mattera S. Francesco di Assisi) a Serrara, non l’avevo proprio messo in conto. La sera prima al telefono una voce calma e suadente mi annuncia : “Cavaliè domani facciamo il pane, che fai vieni ?“ .  Âƒ / H

via Falanga con la mia vespa rossa. Non conosco la casa. Gli telefono e mi da le indicazioni per giungervi. 5 H !

in alto sulla ripida strada. Mi fermo all’altezza del parcheggio di un ristorante rustico del posto. Aspetto qualche minuto , intanto osservo le piante che mi circondano ed an !

‡ 5

Angelo. Ammiro la lunga e arditissima teoria di ciglionamenti che si snodano lungo la ripida dorsale del promontorio e un tempo attivamente coltivati a grano e legumi, soprattutto fagioli, cicerchia, ceci, ma anche fave e piselli. Non compio uno sforzo molto grande nell’immaginare come fosse un tempo tutta Serrara: un compren

tempo verso la vetta dell’Epomeo e H ‡

per natura, ma dure da lavorare e che nella coltivazione pretendono una dedizione assoluta, ma soprat

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dino serrarese era il protagonista assoluto di quel territorio, il princi-

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in grado di rendere tutto come un giardino meraviglioso, non rispar !

fazzolettino di terra alla coltivazione. Dicevo povero, eh si ! Se parlia

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pure proprietari anch’essi di piccoli appezzamenti di terreno, allora si trattava certamente di gente povera se non poverissima, spesso, se non sempre, schiacciata tra l’asprezza del territorio e l’egoista protervia

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I contadini serraresi ( e fontanesi) H

anche degli altri comuni dell’isola.  / H # pa e tascapane in spalla, accorciando spesso per i sentieri impervi e montagnosi per raggiungere Forio, Casamicciola, e non di rado anche Ischia e gli altri comuni, per guadagnare il loro salario. A ridestarmi al telefono è il mio prossimo ospite: “Dove stai? Scendi che mi faccio trovare sulla strada !â€? – mi fa in modo preoccupato. Faccio un poco fatica a ridestarmi dai pensie

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istante per mettere idealmente a confronto le immagini di quel luo

5 7 H !

agreste!) e di come è oggi, sempre H H

da guasti misfatti e ferite inferte gratuitamente al suo territorio, ma / HH ti terreni. “Eccomi, scendo, ci metto un minuto !“ gli rispondo. Ho appena parcheggiato la vespa nel vialetto di casa, ci salutiamo come vecchi amici, ma in effetti pur conoscendoci reciprocamente, io e Don Angelo, HH

di frequentarci. La svolta è venuta

con i miei servizi su KAIRE. Una domenica sera mi telefona e mi fa : “Franco, buonasera, sono Don Angelo, il parroco del Ciglio! Sai, ogni domenica ti leggo su Kaire ‌ e mi farebbe tanto piacere incontrarti qui a Serrara ‌ ! “ - E da li una lunga chiacchierata su tanti argomenti che , in veritĂ , ho H

interesse. Una comunanza che ci / H

in maniera assoluta al mondo contadino. Lui sacerdote, io professio H

e orgogliosamente contadini! E’ quello il momento topico del nostro incontro. Entro, ed ancora non me ne rendo conto, nel suo piccolo universo domestico, che di li a poco scoprirò dilatato a dismisura in un passato( non troppo remoto!)

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le miserie materiali della condizione umana, e del mondo contadino in particolare, ma che è pregno di valori , di sentimenti, di religiosità concreta, di modi di fare e di com H

% ] !

dimensione umana “. Il confronto di quel passato con il presente, da questo punto di vista, è impietoso! } HH

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E lui, Don Angelo, come mi introduce nel suo mondo? Con molta naturalezza, con dolcezza direi ! La H la mia dimensione professionale. “Vieni Franco, dimmi, come si chiama questa pianta? Conosci certamente , la mimosa sensitiva , ma come posso riprodurla?, tutti me la chiedono ‌, conosci le giuggiole, ho un arbusto nel giardino dopo te lo faccio vedere!“ E cosĂŹ via, ma con un parlare pacato, suadente, senza forzature. E’, quello, solo un anti H

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Angelo forse fa percorrere a tutti i suoi numerosi visitatori per intro-

durli delicatamente in una dimensione inusuale, la sua dimensione di vero appassionato della terra. E in effetti il giardinetto anteriore alla casa è già una piccola meravi +

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H chia mediterranea, piante aromatiche, tutti sapientemente accostati tra di loro in un gioco solo apparentemente casuale di saliscendi. Incomincia a parlarmi della sua famiglia, di quando coltivavano grano producendone svariati quintali all’anno, delle varietà che coltivavano, quelle aristate e quelle mutiche i cui steli (culmi) venivano raccolti in fascetti e venduti sull’isola per la manifattura della paglia (cappelli, ventagli, e altri og @ mente a Lacco Ameno. Passa disinvoltamente dalle cose alle persone, traendo dalle prime lo spunto per riferirmi aneddoti e fatti del pas vere o di situazioni degne di essere ricordate. Poco importa se io non conosco quasi nessuna di quelle persone, le cita lo stesso e magicamente provo la sensazione di averle invece sempre conosciute e di averle depositate chissà come nella mia


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TERRITORIO memoria. “Quest’anno abbiamo raccolto piĂš di un quintale di granturco, e ancora cichierchie in abbondanza, ceci, fagioli di diverse razze, lenticchie ‌,i semi sono quelli di sempre che conserviamo di anno in anno, ma vieni, vieni che dobbiamo af governare il forno!â€? Attraverso un corto vialetto giungiamo velocemente alla parte posteriore della casa, alla sua zona d’ingresso dove si apre un ampio cortile. Ho appena il tempo di osservarlo ma colgo subito una inusitata bellezza : un giardino di cycas costellato da tantissimi vasi di Amaranthus hipocondriacus L., volgarmente conosciuto come / 1 che si elevano con i loro alti steli e con le #

, appunto di un vivido rosso cardinalizio, sul verde scuro delle cycas e delle numerosissime altre piante, alcune anche molto singolari, che D. Angelo coltiva amorevolmen [/

accompagna nella discesa verso il terraneo, ma il nostro utilizza ogni secondo per mostrarmi qualche

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l’orto, l’alberetto di giuggiole, la macchia di ruta proprio sul limitare T \

attenzione a cogliere tutto quello che dice, perchĂŠ parla con toni bassi, quasi dei sussurri , senza par #

parlando con se stesso in una sorta di sovrappensiero. Attraversiamo uno stretto corridoio per appros *

trovo altri ospiti. Barbara Iacono ed i suoi due bambini, Gabriele e Marzia, li avevo conosciuti casualmente sulla banchina del porto di Procida il sabato pomeriggio di due settimane precedenti. Stranissima

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noscevo, le ritrovo insieme a me in un’occasione specialissima, come l’incontro con Don Angelo. Anche i bambini ricordano il recentissimo precedente. Barbara, una giovane insegnante di sostegno, è originaria proprio di Serrara, e con lei Don Angelo parla con disinvoltura

! mente con coloriti soprannomi. In loro compagnia c’è la padrona di casa, Pierina, la sorella maggiore di D. Angelo. Una donnina minuta, delicata, di carnagione chiarissima e occhi vivaci , di un bell’azzurro tenero. Le presentazioni sono quasi

un dettaglio, Pierina è nel suo ele

al necessario del momento: bisogna gna per portarlo alla giusta temperatura perchĂŠ la pasta, che intanto k R

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ge, ma è sopportabile, Barbara ed i H H

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loro è una bella ed interessantissima lezione extra- scolastica sugli usi e le tradizioni agricole locali. Sono totalmente presi da quello zione . Entriamo quindi pienamen

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è il padrone di casa. Non si distrae

secca di vite, e combina sapientemente passato e presente : “Per fare un buon pane non bisogna usare farine na “0â€? con farina integrale e farina del nostro granturco, poi non usiamo lievito commerciale, ma usiamo il criscito , ovvero il lievito madre, che nella mia famiglia perpetuiamo da piĂš di un secolo . Ogni qualvolta facciamo il pane mettiamo da

Campagna contro il razzismo Famiglia Cristiana, Avvenire e Armando Testa (agenzia di comunicazione italiana) in collaborazione con la Fisc e sotto il patrocinio di Camera e Senato stanno promuovendo un’iniziativa di comunicazione sociale attraverso una campagna pubblicitaria su temi di rilevanza sociale legati all’attualitĂ , con l’obiettivo di promuovere una cultura della consapevolezza, stimolare e fornire uno strumento cognitivo-emotivo di aiuto alla crescita personale e sociale. La campagna è stata presentata alla Camera dei Deputati giovedĂŹ 23 ottobre alla presenza della Presidente della Camera Onorevole Laura Boldrini. Il tema è quello del NO ALLA DISCRIMINAZIONE - Chiave di comunicazione: “il rispetto verso il non-ugualeâ€?: La campagna fa emergere l’impatto distruttivo della discriminazione che attraverso il linguaggio colpisce in modo grave il suo bersaglio stimolando una presa di coscienza data dal


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TERRITORIO

parte la giusta quantitĂ di pasta lievitata che usiamo per la prossima infornata“. Questo criscito – continua - lo diamo volentieri a quanti ce ne fanno richiesta, ma non sempre va in buone mani, perchĂŠ non tutti sono attrezzati adeguatamente con un buon forno a legna“. Poi, in una pausa, ci accompagna nel vano attiguo al forno, e ci dice che quello è sempre stato il granaio di casa. * H

un angolo, e ci spiega che durante la seconda guerra mondiale, con i tedeschi sul posto, temendo una requisizione del grano, suo padre avesse prodotto quel buco e murata la porta di accesso al granaio stesso. Il buco, in casa, era occultato dal letto dei suoi genitori. Attraverso di esso si calavano i raccolti di grano e legumi e sempre attraverso di esso veniva man mano prelevato il necessario per gli usi di famiglia. Poi D. Angelo, stimando per giusta la temperatura raggiunta dal forno – da alcuni indizi rivelatori che provenivano dall’interno – ci richiama a salire in casa per preparare l’infornata. Pierina e Barbara con la stessa pasta del pane giĂ lievitato nella madia ( a’ matt(e)r(a) ru pan(e) ) preparano due teglie per altrettante pizze condite con olio, aglio, origano dell’Epomeo e pummarol(e) cacat(e) ( pomodorini selvatici che crescono spontaneamente nei terreni coltivati). Noto subito la grande attenzione che Pierina dedica a questa operazione e la dovizia di spiegazioni che fornisce a tutti noi: “ Prima di infornare il pane, si mette la pizza perchĂŠ ha bisogno di poco tempo per cuocere, e poi si dissipa un poco l’eccesso di temperatura “. Si scende tutti giĂš nuovamente, e D. Angelo introduce sul fondo le due teglie, per tirarle fuori dopo pochi minuti . Nell’aria si diffonde subito un profumino

delizioso. Si risale in casa con le due pizze e Pierina ci viene incontro con un ruoto di alluminio : “Prima del pane, sul fondo del forno ,mettiamo il pollo con patate, capperi, olive nere e foglie di alloro, altre volte mettiamo pure il coniglio“. Ma D. Angelo cattura subito la nostra attenzione, nel momento – carissimi lettori- che io ho valutato come carico di sacralitĂ ! Solleva con delicatezza il panno che ricopriva le pagnotte di pasta lievitata , arrotola un tortaniello di stoffa che ripone con attenzione al centro del capo e, aiutato da noialtri, si carica sullo stesso, facendo attenzione a bilanciarlo bene, il basso cassetto rettangolare di legno che contiene le pagnotte. Poi si avvia deciso verso il forno, noi tutti al seguito ed in religioso silenzio. Ho provato la stessa emozione di una processione religiosa! Don Angelo era, in quel momento, pienamente sacerdote nel senso piĂš alto della parola R / ta con calma e maestria da Angelo, e sotto la vigile presenza di Pierina che porge man mano le pagnotte. 9 R

scendere aveva portato con se nel grembiule sei o sette grosse patate: “ prima di chiudere mettiamo le patate, cosi si cuociono pure loro “ – ci dice con un bel sorriso che mi fa immaginare quanto fosse graziosa quella esile vecchina in gioventĂš .

con un pinco di battuto di lapillo e

# % \  k mente rilassarsi , lasciamo il forno, occorrerà un’ora e mezza circa per riaprirlo! Un istante dopo siamo in casa a gustare la pizza ancora calda che libera un gradevole aroma

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Gabriele sono al settimo cielo e la mamma, Barbara, li osserva visibilmente soddisfatta. D. Angelo preleva dalla dispensa una bottiglia di Sorriso, e spiega che si tratta di un vino dolce e liquoroso tipico della tradizione contadina del luogo, e ci ragguaglia con dovizia di particolari come ancora oggi si prepara. “Questo qui mi è stato donato da Olim-

pia Morzariello del Ciglio, ed è il migliore ‌ !“. Non possiamo che credergli, perchĂŠ si dimostra subito una vera delizia. Ci resta ancora un’ora prima dell’apertura del forno e non sia mai che con Angelo vada sprecata. In macchina ci rechiamo prima al Pantano , ma non abbiamo la possibilitĂ di visitare la cantina piĂš lunga e fresca dell’isola che si appartiene alla famiglia del defunto Pasquale Iacono, detto anche l’av / coltura serrarese. Poi ci rechiamo a visitare il relitto di una cannoniera tedesca della grande guerra, con i racconti di tante storie che riemergono dalla memoria di d. Angelo. Da li andiamo in visita ad un bel terreno coltivato, proprio a ridosso della strada, in cui sono allevati in maniera mirabile maiali, un vitello di razza Chianina, e ancora conigli, galline e polli. Ci accoglie sorridente la giovane e bella padrona di casa, intenta a governare gli animali. Esclamazioni di meraviglia di Marzia e Gabriele : mai avevano visti tutti insieme tanti animali diversi . Altre storie, altre anime‌! Poi il ritorno al forno, la sua apertura e d. Angelo e Pierina che soddisfatti estraggono una ad una le fragranti pagnotte. Non c’è piĂš ombra di fumo, ma solo il grato profumo del pane caldissimo che Angelo prima di riporre nelle ceste sbatte energicamente nelle mani per portare via qualche residuo di cenere. Un attimo dopo il commiato, con in dono una pagnotta di pane e un fascetto di cipollone dell’Epomeo, altro tesoro dell’agricoltura serrarese di cui D. Angelo è custode attento e divulgatore anche fuori dall’isola in sedi e circostanze / HH

e l’arrivederci. Che giornata fantastica – cari lettori – e che persona speciale don Angelo! Ma forse le mie parole, oltre ad essere abbondanti, non sono riuscite a restituir

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umana e spirituale. Per questo vi invito a fargli visita. Lui ne sarĂ felicissimo, ne sono piĂš che sicuro. F.M.


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TERRITORIO

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del prof. Questa collina, il cui Giuseppe * Sollino io (cretoso)o forse piĂš *

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IL BOSCO DELLA MADDALENA FONDO D’OGLIO - MONTE ROTARO

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VALORI DEL PERCORSO Valore Geobotanico e Didattico Ambientale. Sono riconoscibili le diverse e successive eruzioni Insieme di aspetti vegetazionali molto articolati e caratterizzati da notevole biodiversitĂ . Area Fumarolica con endemismi e raritĂ botaniche Escursioni didattiche con scolaresche e turisti tra il Bosco,la Macchia e i Crateri. Durata del percorso: 3 ore DifficoltĂ : Media Prtenza e arrivo: Slargo di Via Cretaio Comune di Casamicciola


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TELEVISIONE

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iente corsa allo “share� e guerra di numeri. La rivoluzione d’ottoA cura di bre di Tv2000 si apre Riccardo all’insegna della ChieBenotti) sa in uscita. E lo fa con un palinsesto quasi completamente rinnovato. “Non avere come obiettivo le percentuali

ano importanti�, tiene a precisare ) 3 & , direttore di rete: ]*

di ‘share’, non è un disvalore ma bisogna farlo su qualcosa in cui si crede. E questo è un cammino lento, con spazi televisivi ancora da

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alla televisione della Cei è chiaro: utilizzare un linguaggio meno ecclesiale, aprirsi al dialogo con chi è piĂš lontano dalla Chiesa, avvicinare i giovani e raccontare la speranza anche nella crisi. Un lavoro di squadra che traspare anche dalla complicitĂ dei tre direttori: “Ci impegniamo perchĂŠ Tv2000 sia un luogo bello in cui lavorare - spiega Š te di un gruppo. La televisione non menteâ€?. Nuova stagione. “Devo ancora studiareâ€?, aveva Š to chiamato alla guida di Tv2000 nel maggio scorso. Sono passati quasi sei mesi ma, evidenzia, “di 6+ ]*/

grande bisogno di una televisione diversa, che trasmetta senso e non si ripieghi in se stessa. Tv2000 è un cantiere, non ci sarĂ mai un punto d’arrivo. Vogliamo fare una televisione che racconti il mondo con gli occhi di chi crede. E i nuo %

visione. Un cantiere in movimento che parli un linguaggio contemporaneo, camminando nel solco tracciato dalla ‘Evangelii Gaudium’. Preghiera, impegno sociale, racconto e ascolto saranno i nostri riferimenti. Ma per farlo dobbiamo essere piantati nel mondo e nella storiaâ€?. Tra le principali novitĂ del palinsesto, il programma quotidiano del pomeriggio “Siamo noiâ€? e il serale in diretta ogni mercoledĂŹ “Helpâ€?: “Il miglior antidoto al ‘talk show’ è il ‘listen show’. Se la parola / Š

-, acquista senso. Altrimenti è solo chiacchieraâ€?. Ideato da ( # , \ `

to da Gabriella Facondo e Massimiliano Niccoli, “Siamo Noi� pro-

TV2000 è un cantiere Il direttore di rete, Paolo Ruffini: “Vogliamo fare una televisione che racconti il mondo con gli occhi di chi credeâ€?. Tra le principali novitĂ , il programma quotidiano del pomeriggio “Siamo noiâ€? e il serale in diretta ogni mercoledĂŹ “Helpâ€?. Lorenzo Serra, direttore generale, annuncia la collaborazione con le tv del circuito Corallo e con i settimanali diocesani della Fisc. Lucio Brunelli, direttore delle testate giornalistiche, presenta la nuova edizione delle 12 del tg

verĂ a fare della televisione “uno strumento di condivisione attraverso cui raccontare la vitalitĂ di un’Italia che non si limita a denunciare i problemi, ma che si mette in gioco per trovare soluzioniâ€?. Storie vere, sofferte, raccolte nelle nostre cittĂ e periferie saranno invece al centro di “Helpâ€?, programma di Monica Mondo condotto da Arianna Ciampoli e Antonio So-

# , direttore generale di Tv2000 -, stiamo riattivando tutta la rete del mondo cattolico, dai media all’universo del volontariato, delle parrocchie, dell’associazionismo che sono antenne vitali sul territorioâ€?. Da qui nasce l’idea di rinsaldare la collaborazione con le 4 * â€œĂˆ im-

Niente corsa allo “shareâ€? e guerra di numeri. La rivoluzione d’ottobre di Tv2000 si apre all’insegna della Chiesa in uscita. E lo fa con un palinsesto quasi completamente rinnovato. Parlano i tre direttori: Paolo RufďŹ ni, Lorenzo Serra e Lucio Brunelli.

viero: “Vogliamo rendere Tv2000 interessante anche per chi non è vicino alla Chiesaâ€?. Per l’occasione lo studio televisivo è stato completamente rinnovato, con led-wall a

verso l’esterno. “Dobbiamo rifuggire la tentazione di raccontare il cristianesimo come un mondo a parte. Il cristianesimo è piantato nel mondo, è un elemento vitale e non estraneo alla societĂ . Per questa ragione - spiega Lo-

portante far conoscere, ascoltare, conoscere e ricercareâ€?, prosegue Serra: “Anche la tecnologia deve essere all’altezza per arrivare ad esempio all’estero, dove il Papa è assai seguitoâ€?. Ma fondamentale resta l’ambiente di lavoro e la garanzia delle regole: “Tra luglio ed agosto abbiamo normalizzato diversi rapporti lavorativi che si trascinavano. Un passaggio doveroso per il rispetto delle personeâ€?.

Informazione. Nel palinsesto di Tv2000, programmi e news sono sempre stati intrecciati. Una peculiaritĂ che, con alcuni cambiamenti, proseguirĂ anche nella nuova stagione: “Aver raccontato la vita della Chiesa da fuori mi aiuta, ora, a raccontarla ` frontarmi con un pubblico anche di non credenti e con un linguaggio laico - spiega % 5 , direttore delle testate giornalistiche - è un’ereditĂ che porto con me. L’importanza di interloquire anche con chi conosce meno la Chiesa o nutre dei pregiudizi nei suoi confrontiâ€?. Lo spazio informativo di Tv2000 comincia al mattino con la ras ˆ x> `

l’allungamento del Tg delle 18.30 a mezz’ora e, dal 3 novembre, la nuova edizione delle 12 con servizi e interviste dall’Italia e dal mondo. Una novitĂ del Tg2000 è “Il Postâ€?, approfondimento quotidiano che segue l’edizione serale del notiziario con inchieste, reportage e testimonianze. E ancora l’informazione sportiva tutti i lunedĂŹ e sabato con Sport2000. Cambia-


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TELEVISIONE

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che parla a tutti e trasmette senso menti anche sul fronte della conduzione, con nuovi volti femminili che arriveranno a breve. “I tempi sono cambiati e, da cattolici, non ci dobbiamo piĂš sentire assediati: la Chiesa nel mondo, come dice Francesco, deve essere un ospedale da campo. Si sono ridotti i pregiudizi ideologici - prosegue Brunelli -, e per questo dobbiamo compiere uno sforzo ancora maggiore di intercettare le domande profonde nel cuore delle persone. Di tutte le personeâ€?. Spazio importante è dedicato alle dirette degli eventi del Papa e alle sue ri % ]

Papa Francesco�. Per Brunelli, “la %

i non credenti, senza mancare di nessuna attenzione verso il nostro pubblico tradizionale�. Anche attraverso un’attenzione maggiore ai social e al web: allo studio il nuovo sito internet dell’emittente e le app per rendere fruibile la visione dei programmi anche sui device mobili.

Principali novitĂ del palinsesto ore 6:30 Rassegna stampa dal lunedĂŹ al sabato ore 7:30 “Bel tempo si speraâ€? contenitore di attualitĂ dal 3 novembre (di Fausto della Ceca, condotto da Lucia Ascione, Fabio Bolzetta, Vito D’Ettore, Enrico Selleri) ore 10 “Il mio medicoâ€? programma di informazione medica dal 3 novembre (di Fausto della Ceca e condotto da Monica Di Loreto) ore 12 Telegiornale dal 3 novembre ore 14.25 “Reparto MaternitĂ â€? docu-reality dal 3 novembre ore 15:30 “Siamo noiâ€? (ideato da Alessandro Sortino, ďŹ rmato da Dario Quarta e condotto da Gabriella Facondo e Massimiliano Niccoli) ore 17.30 “Il diario di Papa Francescoâ€? (condotto da Gennaro Ferrara con il commento di Marco Burini) ore 18 Rosario ore 18.30 Telegiornale ore 19 “Attenti al lupoâ€?dedicato ai diritti dei cittadini e dei consumatori (ďŹ rmato da Dario Quarta, condotto da Giuseppe Caporaso e Maris Milanese Michael) ore 19.30 “Reparto MaternitĂ â€? ore 20 Rosario ore 20.30 TGtg Prime serate Film, ďŹ ction, teatro e programmi Seconde serate “Effetto Notteâ€? (cinema), “Retroscenaâ€? (teatro), “La Compagnia del libroâ€? (lettura)


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SACERDOTI

Il ricordo di

don Luigi Trofa Il 28 ottobre di un anno fa Don Luigi ha lasciato questa terra per ritornare dal Padre. Un vita vissuta per aiutare il prossimo, con amore sincero, umiltĂ e tanta fede in Dio.

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giĂ passato un anno, da quando Don Luigi

A cura di to dalla sua malattia Davide Costa che lo colpĂŹ a meta giugno e, nonostante la forza d'animo dei fedeli e di tutta la Parrocchia, Dio l'ha voluto con sĂŠ. Don Luigi fu nominato Parroco di San Ciro il 19 Luglio 1959 e, per ben 54 anni, ha guidato la parrocchia attraverso l'amore per i bambini, di cui Don Luigi li "onorò" attraverso i Giochi del Quartiere (quest’anno l’evento ha compiuto 34 anni). Don Luigi era una persona fantastica; non era un semplice sacerdote, ma un papĂ , un amico, pronto ad aiutarti sempre in qualsiasi momento. Era una persona gioiosa, una persona che adorava tutti -dal piĂš piccolo al piĂš grande- e si divertiva con loro attraverso le sue famose barzellet-

te e i famosi spettacoli di magia, che ovviamente facevano ridere e divertire a tutti. Ricordando Don Luigi, mi viene in mente un episo

mia vita, in cui mi ero allontanato dalla Parrocchia: il caro Don Luigi mi convinse a tornare, perchĂŠ vedeva che soffrivo per qualcosa, per un dolore, per una malattia che solo lui "poteva guarirmi". Il 28 ottobre di un anno fa il mio umorismo e la mia fede hanno vacillato. Non volevo credere che era successo davvero. Non avevo piĂš quel punto di riferimento, quella guida che potesse aiutarmi nei mo ƒ

Dopo la nomina del nuovo parroco (Don Emilio Basile), la Parrocchia ha ritrovato quella gioia che aveva perso con la salita in cielo di Don Luigi; un ringraziamento enorme va non solo a Don Emilio, ma anche al Viceparroco Don Marco d'Orio che è riuscito ad attirare a Dio sempre piÚ giovani e alla famiglia Parrocchiale, poichÊ è solo grazie a voi che sto ricominciando a rivivere la Parrocchia. Don Luigi è stato per me un padre, una madre, un fratello, una sorella, un amico...insomma tutto! Ringrazio Dio per ogni singolo momento trascorso con lui: in 14 anni mi ha insegnato grandi cose che cercherò di metterle in pratica. Don Luigi, ti vorremo sempre bene e sarai sempre nei nostri cuori ma, soprattutto, proteggici dall'alto. Con affetto il tuo piccolo pulcino.


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ECCLESIA

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LA CHIESA Sposa di Cristo Come Maria‌!

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urante la catechesi del 15 ottobre 2014 papa Francesco ci A cura ha detto che la Chiedell’Ordine sa è il popolo di Dio Francescano che segue il Signore Secolare di Forio preparandosi giorno per giorno all’incontro con Lui, come una sposa che segue il suo sposo. Quindi la Chiesa non è altro che la sposa di Cristo ed è formata da tutto il popolo di Dio che segue il Signore GesĂš e che si prepara giorno dopo giorno all’incontro con Lui,come una sposa con il suo sposo. Tutto questo è una grande speranza per noi che siamo in attesa di qualcuno che sta per arrivare. E che ci introduce sempre di piĂš nella sua comunione e nella sua pace. E’ molto familiare a San Francesco e a Santa Chiara insieme la Chiesa come ÂŤ la Sposa di Colui che ad alte grida disposò lei col sangue benedettoÂť ( Dante, Par 11,32-33: 2105 ), ed in conseguenza di questo sposalizio come la Madre santa di \ ÂŤAndiamo dunque dalla nostra Madre, la santa Chiesa RomanaÂť ( 3 Comp 46: 1455 ), disse San Francesco, quando il numero dei compagni arrivò a dodici e vide che Dio voleva aumentare la comunitĂ . Papa Francesco, prendendo spunto dall’Apocalisse di Giovanni, descrive la Chiesa, Sposa di Cristo, come la cittĂ santa che raccoglie tutti i popoli. ÂŤ Al cospetto di questo scenario inaudito e meraviglioso, il cuore non può non sentirsi confermato in modo forte nella speranza Âť. \ 5 #

è l’ ÂŤancora di tutte le virtĂš Âť. E’ il sostegno interiore necessario non solo perchĂŠ salva dalla disperazione il povero nel deserto, ma anche perchĂŠ è il sostegno per il credente che si rivolge a Dio in atteggiamento di ricerca e di ringra-

ziamento. La fede mette in cammino il credente, ma la speranza ve lo mantiene e lo spinge nell’andare, benchĂŠ dopo sia la caritĂ quella che segue le leggi del gioco dell’uomo viatore. La speranza mantiene in tensione il credente e lo proietta verso il futuro, poichĂŠ questa virtĂš teologale si presenta non solo come ÂŤ causa di bene, ma anche come causa di futuro; e perchĂŠ il bene futuro, in quanto futuro, è desiderato, ugualmente l’atto della speranza consiste nel vivere in attesa Âť. La speranza infonde il desiderio e crea nell’uomo un’attesa verso la promessa di Dio. Certo è arduo ÂŤ vivere Cristo Âť, e rivivere il suo mistero di salvezza universale. Però, l’amore può tutto. [/ coltĂ o le remore che sa opporre la natura umana. Perciò se anche noi ci perdiamo ancora e cosĂŹ volentieri dietro alle creature, alle cose, alla scienza, ai piaceri puramente umani e sensibili cercando in esse la felicitĂ e la pace; se anche noi ci arrestiamo, nei nostri rapporti con gli altri uomini, solo a trarre egoisticamente i vantaggi della ÂŤ coesistenza Âť con loro, pronti invece a sfuggirli disgustati dalle loro miserie; se anche noi sorvoliamo, a volte, sui problemi piĂš scottanti connessi con la nostra vita di ÂŤ comunione con Dio e con i nostri fratelli in Cristo Âť, tutto ciò

Cristo non ci possiede ancora perfettamente. E non ci possiede perchĂŠ la caritĂ di Cristo non arde ancora nei nostri cuori, come ardeva nel cuore di San Francesco. Non ci resta, allora, che pregare

perchĂŠ egli stesso interceda per noi e ci ottenga dal Signore che ÂŤ di tanto foco Âť susciti in noi ÂŤ almeno una favillaÂť.

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olo attraverso Maria, nella “Potenza dello Spirito Santoâ€?, si ottiene la conversione e la salvezza eterna. Ăˆ la nostra conversione che decide le sorti dell’umaA cura di nitĂ futura. Antonio Non sono tanto i programmi, i convegni, le parole Magaldi

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Discepoli e Apostoli dicato la via giusta per arrivare alla conversione del dello cuore: è la via che conduce al Cenacolo dove per Spirito Santo mezzo della preghiera in comunione con Lei, la Sposa dello Spirito Santo, riconoscendo i nostri peccati, facciamo penitenza e ci convertiamo. Non dobbiamo meravigliarci, se satana tenta molte strade per distruggere i frutti soprannaturali, maturati all'interno di ogni movimento spirituale o associazione laicale. Noi per difenderci dobbiamo: amare, servire e imitare Maria nostra Madre e Regina dei cuori. Maria ci indica un camino spirituale per scoprire ogni giorno, in ogni circostanza della nostra vita la volontĂ di Dio. Questo ha fatto Maria: "Avanzò nella peregrinazione della fede" (LG 58), dall’Annunciazione "Com’è possibile questo‌" a Betlemme "Lo depose in una mangiatoia, perchĂŠ non c'era posto per $

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l' anima", al ritrovamento di GesÚ nel Tempio, "PerchÊ mi cercavate?�, "Maria serbava tutte queste cose meditandole nel suo

$ * * Sant’Agostino dice di Mara "Ella non cercò di capire per credere, ma credette per capire ", con ciò insegna a tutti noi a essere " servi del Signore ", a vivere in comunione con Lui anche e soprattutto nel ƒ

noi stessi per risorgere come creature nuove, cosĂŹ come il Padre

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H riamo a realizzare il progetto che Dio ha su di noi e, attraverso di noi, su tutto il mondo. Maria sa benissimo che per essere servi del Signore, è necessario che siamo docili alle ispirazioni dello Spirito Santo, che ci spogliamo del nostro "io", dei nostri progetti per essere pronti a seguire la voce di Dio e a lasciare tutto, come Abramo, per entrare in un progetto, quello di seguire Cristo GesÚ che non sappiamo dove ci porterà , ma che solo nella semplicità e nella fede potremo vivere in pienezza. Maria desidera ardentemente che scopriamo alla luce dello Spirito di GesÚ e del Padre, quelle ombre che offuscano lo splendore della nostra anima spirituale, e attraverso la preghiera,

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nelle mani del Padre. La parola a Papa Francesco: “Con lo Spirito Santo, in mezzo al popolo sta sempre Maria. Lei radunava i discepoli per invocarlo (At 1,14), e cosĂŹ ha reso possibile l’esplosione missionaria che avvenne a Pentecoste. Lei è la Madre della Chiesa evangelizzatrice e senza di Lei non possiamo comprendere pienamente lo spirito della nuova evangelizzazioneâ€?.


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ARTE E LITURGIA

IL SANTO

Commento al Vangelo

DELLA SETTIMANA

Domenica 26 ottobre 2014

29 OTTOBRE

XXX Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

Beata Chiara Badano

Vangelo: MT 22, 34-40

Qual è il grande comandamento? isse a Sassello con il padre Ruggero, camionista, e la madre Maria Teresa, casalinga. Volitiva, tenace, altruista, a nove anni A cura di conosce i ‘Focolarini’ di Chiara Francesco Lubich ed entra a fare parte Schiano dei ‘Gen’. Dai suoi quaderni traspare la gioia e lo stupore nello scoprire la vita. Terminate le medie a Sassello si trasferisce a Savona dove frequenta il liceo classico. A sedici anni, durante una partita a tennis, avverte i primi lancinanti dolori ad una spalla: callo osseo la prima diagnosi, osteosarcoma dopo analisi piĂš approfondite. Inutili interventi alla spina dorsale, chemioterapia, spasmi, paralisi alle gambe. RiďŹ uta la morďŹ na che le toglierebbe luciditĂ . Si informa di tutto, non perde mai il suo abituale sorriso. Alcuni medici, non praticanti, si riavvicinano a Dio. La sua cameretta, in ospedale prima e a casa poi, diventa una piccola chiesa, luogo di incontro e di apostolato. Chiara non riesce quasi piĂš a parlare, ma vuole prepararsi all’incontro con ‘lo Sposo’ e si sceglie l’abito bianco, molto semplice, con una fascia rosa. Vuole che il rito sia una festa. Le ultime sue parole: "Mamma sii felice, perchĂŠ io lo sono!". Muore all’alba del 7 ottobre 1990. E' stata beatiďŹ cata il 25 settembre 2010 presso il Santuario del Divino Amore in Roma

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la vetta del Vangelo, il piĂš grande comandamento. Tutto, parole e ge € ! A cura di cato in questo comando. All'amore don Angelo si risponde con l'amore e quello Sceppacerca per l'altro è via per rendere a Dio il bene che riceviamo ogni giorno, anche attraverso il prossimo. Il secondo - l'amore del prossimo - è simile al primo, l'amore di Dio. I due comandamenti sono simili perchĂŠ in GesĂš Dio e l'uomo sono diventati simili. Ad unire i due comandamenti non è il destinatario oggetto dell'amore, ma proprio l'amore. E l'amore non dipende dalla Legge, ma al contrario tutta la Legge dipende dall'amore. Dipende è lo stesso che "pendere", "stare appeso". Ăˆ la descrizione della morte del Signore che dĂ a noi la vita. La sua Pasqua mostra nei fatti come si fa ad amare Dio e il prossimo. Anche questa domanda dei farisei è fatta per € !

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dopo che aveva chiuso la bocca ai sadducei. GesÚ risponde con forza che il piÚ grande non è uno, ma due comandamenti e che "il secondo è simile al primo". Da GesÚ in poi i due comandamenti non si possono

FONDO NAZIONALE PER IL SOSTEGNO ALL'ACCESSO DELLE ABITAZIONI IN LOCAZIONE

BANDO ANNO 2014 - SCAD 30/10/2014 DESTINATARI Cittadini residenti nei Comuni delle isole di Ischia e Procida che risiedono in un alloggio in locazione con contratto regolarmente registrato e con un reddito del nucleo familiare 2013 con valore ISE massimo â‚Ź.18.000,00. DOCUMENTAZIONE DA ALLEGARE Copia contratto d'affitto regolarmente registrato; modello F23 Agenzia delle Entrate della registrazione del contratto di fitto; fotocopia del documento di riconoscimento dell'istante in corso di validitĂ ; attestato ISEE + DSU dell'intero nucleo familiare. IMPORTO CONTRIBUTO Il contributo concesso ai beneficiari non sarĂ superiore ad â‚Ź.2.000,00 e comunque non sarĂ superiore rispetto al canone pagato. Il bando integrale è scaricabile dagli albi pretori dei siti internet comunali. Per avere maggiori informazioni rivolgersi ai servizi sociali del comune di residenza oppure contattare la redazione di KAIRE ai seguenti recapiti 081981342 - 0813334228

piĂš citare separati l'uno dall'altro. Dunque l'amore è tutto, ma per poterlo vivere bene occorre conoscere le sue qualitĂ . Per prima cosa GesĂš, che è morto per tutti, amando tutti, ci insegna che il vero amore va indirizzato a tutti. Non come l'amore che viviamo noi, che ha un raggio ristretto: la famiglia, gli amici, i vicini... L'amore vero, ancora, ama per primo, non aspetta di essere amato, come in genere è dell'amore umano: si ama chi ci ama. No, l'amore vero prende l'iniziativa, come ha fatto il Padre quando, essendo noi ancora peccatori, quindi non amanti, ha mandato il Figlio per salvarci. E ancora: l'amore vero vede GesĂš in ogni prossimo: ‘L'hai fatto a me' ci dirĂ GesĂš # € !

re, che egli ha portato sulla terra, diventi reciproco: che l'uno ami l'altro e viceversa, sĂŹ da arrivare all'unitĂ .


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ARTE E LITURGIA

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Amerai il prossimo tuo come te stesso Santi Buglioni, Opere di misericordia, Ospedale del Ceppo, Pistoia.

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opo il vano tentativo di sorprendere GesĂš “in falloâ€? riguardo la questione del tributo da pagare a Roma, letto nel vangelo di domenica scorsa, i suoi nemici ci riprovano per altre due A cura di volte: prima arrivano “i sadducei, i quali affermano che non Ernesta c’è risurrezioneâ€?, con un loro complicato quesito sul tema a Mazzella cui GesĂš risponde ricordando che il Dio di Abramo, d’Isacco e di Giacobbe “non è Dio dei morti ma dei viviâ€?; anche questo secondo tentativo è superato brillantemente da GesĂš. In seguito provano a farlo inciampare nel dibattito teologico a cui le autoritĂ gerosolimitane pensano di sorprendere GesĂš impreparato, è raccontato nell’odierno vangelo. Tornano all’attacco i farisei, i quali, “udito che GesĂš aveva chiuso la bocca ai sadducei, si riunirono insiemeâ€? per escogitare questa volta una domanda non politica o teologica ma legale, non bisogna dimenticare che i farisei erano preparati del complesso sistema di comandamenti divini, precetti rabbinici e normative tradizionali. CosĂŹ uno di loro, un dottore della legge, interrogò GesĂš per metterlo alla prova: “Maestro, qual è il piĂš grande comandamento della legge?â€?. GesĂš risponde unendo due dei tanti comandamenti asseriti nel Pentateuco: <<“Amerai il Signore tuo Dio con tutto il cuore, con tutta l’anima e con tutta la tua menteâ€?. Questo è il piĂš grande e il primo dei comandamenti. E il secondo è simile al primo: “Amerai il prossimo tuo come te stessoâ€?>>, e aggiunge: “Da questi due comandamenti dipende tutta la legge e i profetiâ€?. La scelta del comandamento di amare Dio era obbligatoria, dunque non solo perchĂŠ corrisponde al primo comandamento in assoluto citato nel libro del Deuteronomio, ma perchĂŠ era contemplato nella preghiera detta Shema, cioè Ascolta, che l’ebreo devoto recitava quotidianamente. Nel vangelo di Matteo la risposta di Cristo al dottore della legge segue le altre due risposte, riguardanti la necessitĂ di dare a “Dio quello che è di Dioâ€? e il fatto che egli “non è Dio dei morti ma dei viviâ€?. Dunque l’amore al prossimo è da ritenersi una delle opere che ognuno “deve dare a Dioâ€? in vista della futura risurrezione questo è il senso dell’immagine qui a lato riprodotta che illustra le opere di misericordia. Si tratta del fregio con le Opere di misericordia realizzate in terracotta invetriata e colorata sulla facciata dell’Ospedale del Ceppo di Pistoia. L’autore è lo scultore Santi Buglioni, nato a Firenze il 20 dicembre 1494, allievo di Benedetto Buglioni, del quale prende il nome ed eredita l'arte. Collabora con Giovanni della Robbia nelle decorazioni dell'ospedale del Ceppo a Pistoia nel 1525. Le Opere di misericordia sono delle vere e proprie scene di costume, eseguite con grande semplicitĂ . Vi sono imperfezioni, par #

nel movimento, dovuti forse alla necessitĂ di cuocere le terrecotte a pezzi staccati per poi unirle, in un secondo tempo, disponendole al loro posto. Quello che piĂš colpisce nell'insieme è l'immediata sinceritĂ della narrazione e il suo svolgersi secondo un gusto piacevolmente popolano, anche Â…

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[ Â liccia o una lunga barba, con una delicata attenzione, in veritĂ raramente riscontrabile nell'opera di Giovanni della Robbia suo antagonista. Alcune % Â… # /

* # via quel brio e quel capriccio baroccheggianti che donano tanta languida poesia alle opere di Filippino. Alla morte del suo primo maestro, Benedetto, il Buglioni aveva lavorato con Giovanni della Robbia, ma in seguito opera a Firenze con il Tribolo: nel 1539 lo aiuta nell'apparato delle nozze di Cosimo I ed Eleonora di ‡

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e il 1553 fece in terracotta i fregi nell'impiantito della Biblioteca Laurenziana su disegno del Tribolo; probabilmente negli stessi anni esegue due grandi rilievi in terracotta per la chiesa di Cutigliano e forse anche la grande pala dello stesso tipo nella parrocchiale di Gavinana. Nel 1565, ancora a Firenze, il Buglioni esegue per le nozze di Francesco de' Medici e Giovanna d'Austria una serie di decorazioni per Palazzo Vecchio: putti, capricorni, teste; forse in questo periodo disegna alcune parti dei pavimenti nell'appartamento di papa Leone X. Partecipa anche agli apparati delle esequie di Michelangelo con un ritratto dell'artista. Muore a Firenze il 27 settembre 1576.

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ARTE E STORIA

“Un faraone in chiesa� I sarcofagi del nascondiglio di Deir El-Bahari della XXI dinastia ad Ischia

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l diciotto ottobre si è inaugurato presso la sede del Castello AragoA cura di nese d’Ischia il progetto Ernesta che l'Istituto Europeo Mazzella del Restauro in collaborazione con i MusĂŠes Royaux d’Art et d’Histoire di Bruxelles ha realizzato per il restauro di 5 sarcofagi egizi della XXI dinastia provenienti dal Nascondiglio di Deir el-Bahari. Per l'occasione l'Istituto ha progettato un modulo laboratoriale espositivo altamente tecnologico battezzato con il nome "Europa$ tervento di restauro esponenziale e, al contempo, le condizioni ideali di conservazione durante le fasi di lavoro. All' inaugurazione sono intervenuti S. E. Sign. Mertens de Wilmars Vincent, Ambasciatore del Belgio in Italia, il Prof. Dott. Eric Gubel Direttore Generale dei MusĂŠes Royaux d’Art et d’Histoire di Bruxelles, il Prof. Dott. Wouter Bracke Direttore della Academia Belgica di Roma, Isabella Rosati Coordinatrice dell’Evento del Museo belga, CĂŠcile Evers Conservatrice delle sezioni Romano Etrusca del museo e S.E. Rev.ma Mons. Pietro Lagnese Vescovo d’Ischia. Il progetto avrĂ una durata di due anni, uno svolto ad Ischia presso la sede dell'Istituto ed uno nella cittĂ di Bruxelles presso il Museo. All'ĂŠquipe di restauratori diretti dal noto Prof.re Teodoro Auricchio a

realizzazione del progetto oltre alla Dott.ssa Annalisa Pilato, Direttrice dei Laboratori di Policromia dell'I | # co corso annuale che si terrĂ nello stesso Istituto a Ischia, due centri di diagnostica, tre informatici e un

gruppo di differenti professionisti destinati ad approfondire alcuni aspetti tecnici legati alla diagnostica, alla ricerca storica. Il responsabile del progetto riguardo l’aspetto storico-artistico è l’archeologo Luc Delvaux. Il Dott. Eric Gubel Direttore dei MusĂŠes Royaux d’Art et d’Histoire ha sottolineato lo spirito internazionale dell’iniziativa, che si avvarrĂ di varie collaborazioni internazionali e della curatrice dell’evento Isabella Rosati. La complessitĂ dell’opera che lo attende con i suoi collaboratori l’ha ben sintetizzata il responsabile dell’Istituto Prof. Auricchio, che ha illustrato come dal lavoro che si farĂ a Ischia saranno delineati i protocolli per intervenire in futuro sui sarcofagi egizi della stessa origine e non solo. Si parte dunque da una rigorosa fase diagnostica, avviata con la Tac realizzata qualche giorno fa all’ospedale “Rizzoliâ€?, e che richiederĂ diversi e numerosi esami ed analisi, da de / %

saranno utilizzate nuove tecnologie ed esperienze all’avanguardia. Il grande valore della cooperazione tra Belgio e Italia concretizzata in questo progetto è stato sottolineato dall’ambasciatore Mertens de Wilmars Vincent, che ha ricordato la grande importanza che il suo Paese attribuisce alla cultura, anche in un’ottica di sviluppo turistico ed /

Vescovo Mons. Pietro Lagnese, il quale ha auspicato il moltiplicarsi di queste occasioni per valorizzare le competenze soprattutto dei giovani del Sud, in particolare della Campania, ed ha annunciato di aver chiesto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica per questa opera culturale iniziata ad Ischia.

Il Museo di Bruxelles o del Cinquantenario costituisce la parte piĂš importante dei Musei Reali d’Arte e Storia ed è uno dei musei piĂš ric Â…

del XIX secolo e le sue collezioni sono articolate in ben quattro grandi sezioni: archeologica Nazionale, AntichitĂ , Arti decorative Europee * ƒ } :<|:

fu scoperta, a nord del tempio di Hatshepsut a Deir el-Bahari, una grande tomba collettiva interamente conservata la quale conteneva i sarcofagi dei membri appartenenti al Corpo Sacerdotale di Amon della XXI dinastia e delle loro famiglie. La XXI dinastia diede inizio al cosiddetto terzo periodo intermedio della storia dell’antico Egitto e co T :>w> * |{~

a.C. Fu una fase connotata da una notevole frammentazione del potere e infatti, nonostante in apparenza fosse rimasto un unico sovrano per l’Alto e il Basso Egitto, che scelse come capitale la cittĂ di Tanis, nella regione del delta del Nilo, in realtĂ si vennero a creare tre distinti centri di potere. Che, peraltro, non entrarono mai in competizione reciproca, nè tanto meno in guerra, come era accaduto in altre fasi della storia del paese, essendo non di rado i rispettivi governatori legati da rapporti di parentela. Oltre a Tanis, che era la capitale principale, anche Tebe ricopriva (ancora) un ruolo di primo piano, governata dai Primi Profeti di Amon, discendenti di Herihor. Nessuno di loro contestò mai la posizione del re di Tanis, nonostante alcuni di essi si fossero fregiati di titoli reali. Altro potere parzialmente autonomo si

k dipendenti del Medio e Basso Egit-

to governati da principi discendenti dei libici che erano stati condotti prigionieri in Egitto da Ramesse III. Indebolito il potere centrale, durante la XXI Dinastia l’Egitto perse il controllo della Nubia a sud e della Palestina a nord, tanto che fu necessario intervenire in alcuni periodi anche militarmente per difendere le vie del commercio con la Fenicia. \ % :<|: ti ben 153 sarcofagi, formati per lo piĂš da doppie bare, “tavole per mummieâ€? che ricoprivano il corpo del defunto e da un ricco apparato funerario, statue di Osiride, ushabti, steli lignee e altri oggetti. Purtroppo questa scoperta si trasformò in una vera e propria catastrofe archeologica: in pochi giorni la tomba fu completamente svuotata senza alcune mappatura documentata, rendendo ancora oggi il lavoro di analisi e comprensione

*

trasferimento dei numerosi reperti presso il Museo del Cairo, tramite il governo egiziano del Chedivè si decise di offrire gruppi di bare di Deir el-Bahari a diversi Stati, tra questi il Belgio. I sarcofagi furono numerati al Museo del Cairo e da lĂŹ spediti. \ % :<|{ 9 Š Â? ÂŁ

d’Art et d’Histoire entrarono in possesso di dieci meravigliosi sarcofagi, “tavole per mummieâ€? e di una consistente quantitĂ di oggetti tutti provenienti da questo straordinario sito. I Musèes Royaux d’Art et d’Histoire ancora oggi fanno parte di una rete internazionale che si occupa di studiare il Nascondiglio di Deir el-Bahari nel quale si iscrive il progetto di restauro dei sarcofagi condotto in collaborazione con l’Istituto Europeo del Restauro di Ischia. Foto Rebecca Scilipoti


25 ottobre 2014 kaire@chiesaischia.it

SALUTE

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DELEGAZIONE FAND ISOLA D’ISCHIA

A

nche quest’anno, come da diversi anni, / A cura di tro in piazza per i Alfonso controlli relativi al diFilisdeo abete e alle sue implicazioni. Il 5 Ottobre 2014, infatti, la FAND Delegazione Isola d’Ischia, ha organizzato la giornata della prevenzione del H # sa, del benessere, spesso insospettata e non sempre accettata. Anche stavolta sono stati effettuati numerosi screening grazie all’interesse e alla disponibilitĂ degli intervenuti, con grande soddisfazione dello staff medico. Siamo dispiaciuti ma nel contempo lieti di aver individuato in trentaquattro soggetti, ventidue uomini e dodici donne, valori glicemici alti tali da essere da noi indirizzati verso una visita specialistica e accurata. Ringraziamo il Distretto n.36 Ischia, il Dott. Ezechiele De Luca, responsabile dell’ambulatorio di Diabetologia dell’ASL di Ischia, il Dott. Cesare Iride, il Dott. Pietro Buono, la Dott.ssa podologa Michela Scotti, la Dott.ssa dietista Serena Carcaterra, il Dott. psicologo Francesco Impagliazzo, il Sig. Ciro Tabacchini Presidente della Delegazione FAND di Qualiano e la sua consorte, l’infermiere Sig. Sergio Barone, gli infermieri Antonio Di Costanzo e Leonardo Trani presso l’Ospedale Rizzoli di Lacco Ameno, l’associazione Dialife e la Presid.ssa Sig.ra Nadia Germani, la Croce Rossa di Ischia, la Casa Farmaceutica FORA e la dott.ssa Marta Eletto. Un ringraziamento particolare a Pasquale e consorte del Bar “Il Gatto biancoâ€?, che con tanta disponibilitĂ ed entusiasmo ospitano questa manifestazioni da diversi anni. Con tutto il cuore rinnoviamo la nostra esortazione: aiutateci ad aiutarvi.

Giornata della prevenzione del

diabete loro prestigio, dignitĂ e un consistente peso politico: ex multus unum. Scopi fondamentali della FAND sono la rappresentanza e la tutela sanitaria, morale, assistenziale, giuridica e sociale dei cittadi H [ Â \ ##

suo servizio come azione di supporto alle strutture socio-sanitarie nell’ambito delle indicazioni e dei limiti previsti dalla Legge 115/87, oggi inserita nel Piano Sanitario Nazionale del Paese.

della propria condizione; - collabora nelle Commissioni della Sanità Nazionale e Regionale per temi attinenti al diabete; - adotta tutte le misure per promuovere campagne di Sanità Pubblica e di AUTOCONTROLLO domiciliare. Subito dopo la sua istituzione, la  \

testo per far riconoscere dallo Stato una legge che tutelasse i diritti dei cittadini diabetici. Dopo un iter Operativamente: di cinque anni, nel marzo 1987, ve- promuove una corretta immag- niva approvata la legge 115. “Diine sul diabete e sul diabetico attra- sposizioni per la prevenzione e la verso campagne di informazione cura del diabete mellito�: una conall’opinione pubblica sulla patolo- %

gia diabetica: convegni, dibattiti, vidiata dalle legislazioni di tutto il tavole rotonde e coinvolgimenti mondo. dei mass-media. La stessa, ad opera del suo Pre5 H # sidente, Dr. Roberto LombarGiornata Nazionale del Diabete, di, e stata inserita nel Piano Sadel 5 ottobre, sotto l’alto Patrona- nitario Nazionale (G.U. N.8 del to del Presidente della Repubblica 12/01/1994). Nel 1987, veniva e con i Patrocini del Ministero della avviato il servizio telefonico di SanitĂ e della Pubblica Istruzione, consulenza diabetologica “PRONe della “Giornata Mondiale (World TO FANDâ€? con numero verde: il Diabets Day)â€? il 14 novembre; diabetico, associato o no, vi trova - fornisce un servizio di con- % H sulenza telefonica gratuita “LIN- logi afferenti ad Ospedali milanesi EA-VERDE PRONTO FANDâ€? ( nei giorni di sabato e domenica. In tel. 800/820.082 ) al sabato e alla H H H

Cenni storici FAND domenica mirato all’aspetto as- di dipendenti dello Stato, come i La FAND - Associazione Italiana sistenziale ed in particolare all’as- Postelegrafonici, venivano esclusi Diabetici, fondata nel 1982 dal sistenza psicologica per soggetti dalle colonie estive. La FAND redottor Roberto Lombardi ed eretta nuovi alla patologia ed ai loro fa- cuperava per loro il diritto a prena ENTE MORALE con D.M.del miliari; dervi parte. Nel gennaio 1989, la =>¼>|¼:||x / # - fornisce un servizio di assistenza FAND otteneva per i diabetici l’evolontariato alla quale aderiscono legale gratuita per tutti i diabetici e senzione dal ticket per tutti i farattualmente circa cento associazi- Associazioni locali; maci e per tutti i presidi diagnooni locali. - favorisce l’educazione sanitaria stico-terapeutici. Soltanto con la \ attraverso corsi diretti ai diabetici # dall’inizio degli anni Ottanta, la e ai loro familiari per una migliore va la parziale abolizione dei diritti FAND ha raccolto l’eredità di una comprensione del diabete; conquistati. passiva rassegnazione su problem- - organizza campi-scuola, residen- Nel 1992 la FAND otteneva ai atiche mai risolte, e ha conferito ziali e non, per giovani ed adulti ai diabetici il diritto di essere assisti-

ti da uno specialista diabetologo * +

gratuitamente, ed obbligatorio * \ }

l’atto di intesa tra Stato e Regioni, 5 rio Nazionale, relativo al triennio :||{ :||ˆ ta la Legge 115/87 (G.U. N.8 del 12/01/1994). * k ƒ # mento della legge 115.

Presso l’Ambulatorio di Diabetologia, al Presidio “San Giovan Giuseppeâ€? di Ischia, si può usufruire gratuitamente delle visite della podologa, Dott.ssa Michela Scotti, e della dietista Dott.ssa Serena Carcaterra, ogni GiovedĂŹ dalle ore 09.00 alle ore 12.00.


Lunedì 27 ottobre EPPI SVI TVIWWS PE &MFPMSXIGE %RXSRMERE HM -WGLME WM XIVVk MP GSRZIKRS

"Tagesmutter: opportunità di lavoro e servizi a misura di bimbo" GSRZIKRS HM TVIWIRXE^MSRI YJ½GMEPI HIP GSVWS HM JSVQE^MSRI TIV 8EKIWQYXXIV 4EVXIGMTIVERRS PE (SXX WWE 6SWERRE %QFVSWMRS 4IHMEXVE IH %WWIWWSVI EPPI TEVM STTSVXYRMXk HIP 'SQYRI HM -WGLME PE (SXX WWE 'EXIVMRE 1EWI 4VIWMHIRXI SRSVEVME HIPP´%WWSGME^MSRI (SQYW TVSQSXVMGI MR -XEPME HIP QSHIPPS HIP RSVH IVYSTE HIPPI ±8EKIWQYXXIV 1EHVM HM KMSVRS² 1SHIVIVERRS P MRGSRXVS PE ( WWE 3VWSPE 0ERJVIWGLM I PE ( WWE 7EVE 1ERGMRM GSSVHMREXVMGM KIWXMSREPM I TIHEKSKMGLI HIP WIVZM^MS 8EKIWQYXXIV HM -WGLME CONTATTI ED INFO XIP RYQIVS ZIVHI QEMP MRJS$XEKIWQYXXIVMWGLME MX [[[ JEGIFSSO GSQ XEKIWQYXXIVMWGLME


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