Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia
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IN PRIMO PIANO A conclusione del sinodo sulle famiglie quali sono i passi da seguire?
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LA VOCE DI PIETRO Il Vescovo in preghiera con i giovani in Cattedrale
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CONVEGNO DIOCESANO Le relazioni dei laboratori e una gradita sorpresa alla cena conclusiva
S. LEONARDO DI NOBLAT
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a gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita A cura di intera di coloro don che si incontrano Cristian Solmonese con GesĂš. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dall’isolamento. Con GesĂš Cristo sempre nasce e rinasce la gioiaâ€?. Con queste parole Papa Francesco ha esordito nella sua Esortazione Apostolica “Evangelii Gaudiumâ€?. Esse sono il programma di vita di ogni cristiano. In esse ritroviamo il volto bellissimo del nostro protettore S. Leonardo. Egli è l’uomo della gioia, della vera gioia. In Cristo S. Leonardo ha saputo scoprire la ricetta della felicitĂ , la ricetta della gioia. Ăˆ uomo della gioia perchĂŠ uomo libero dalle cose e dagli affetti terreni; è uomo della gioia perchĂŠ libero e liberante dai legacci del peccato e dai ceppi della schiavitĂš; è l’uomo della gioia perchĂŠ il suo cuore è sempre stato riempito della presenza di Cristo. Nella sua vita troviamo tratti salienti e trascendente, lontana, ma un amico leale, fedele e forte. Dal 1030 si diffuse una “vita Sancti Leonardiâ€? Confessore nel Limusino con un’appendice di nove miracoli attribuiti al Santo. Secondo questa sarebbe nato in Gallia, al tempo dell’imperatore Anastasio (491-518), da una nobile famiglia di Franchi, amici del re merovingio Clodoveo che lo avrebbe tenuto a battesi Continua a pagina 8
ANNO 1 | NUMERO 44
â‚Ź 1,00
1 NOVEMBRE 2014
“Spandere il profumo di Cristo� Le reliquie di San Leonardo stabilmente sull’isola, risiederanno nella parrocchia a Panza
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PARROCCHIE
KAIRE TERRITORIO
LA STORIA SIAMO NOI
MISSIONI
Una passeggiata in famiglia alla scoperta della natura
I sentieri svelati: Piano Liguori a Campagnano
Con Don Camillo D’Ambra abbiamo aperto il libro dei defunti del ‘600 e ‘700
La testimonianza di Elisa Fangareggi ad Ischia, per i bambini vittime di guerra
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IN PRIMO PIANO
Il Sinodo rilancia “una chiesa che non ha pauraâ€? Tre i punti - i numeri 52, 53 e 55, relativi all’accesso dei divorziati risposati all’Eucaristia, alla proposta della “comunione spiritualeâ€? e alle unioni omosessuali - che non hanno ricevuto la maggioranza qualiďŹ cata. L’attenzione ai matrimoni civili e “fatte le debite differenze, anche alle convivenzeâ€?. Dal Papa l’incoraggiamento a proseguire nel discernimento spirituale in vista del Sinodo ordinario
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ra abbiamo ancora un anno per maturare, con vero discernimento spirituale, le idee proposte e trovare A cura di Michela Nicolais devono affrontare; a dare risposte ai ! " ! !! to discorso - lâ&#x20AC;&#x2122;unico, dopo le parole pronunciate in apertura - al termine del Sinodo straordinario !plausi, a conclusione di due settimane di lavoro, # ! $% & '*&+/ +26/7 : ! <= > ! !! ! % ! 6?6 ! ! ! " ! ! ! <= $ @ <! ! ! ! tavoce vaticano, padre Federico Lombardi, nel 6? @ % !! B
! H+ ! J ! : /+ /K // $ sposati allâ&#x20AC;&#x2122;Eucaristia, alla proposta della â&#x20AC;&#x153;comu ! & = ! <= ! ! <= > % ! M ! <! M !! ! ! O O$ " !
Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia Proprietario ed editore COOPERATIVA SOCIALE KAIROS ONLUS
% < $ ! ! < ! ! ! ! ! ! ! ! Cinque â&#x20AC;&#x153;tentazioniâ&#x20AC;? da evitare. B ! % " ! O ! % < $ % ! ! < < O % < < ! O % < ! ! ! ! O % < ! ! < ! O % < Q ! $ $ !! < <R preoccupato e rattristato se non ci fossero state " ! T < $ ! @ & ia e riconoscenza - discorsi e interventi pieni di ! ! < % ! ! $ â&#x20AC;&#x153;VeritĂ e bellezza della famiglia e misericordia verso le famiglie ferite e fragiliâ&#x20AC;?. Ă&#x2C6; il paragrafo della â&#x20AC;&#x153;= > ! <O U ! B <! ! ! < V ! -
Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia Codice ďŹ scale e P.Iva: 04243591213 Rea CCIAA 680555 - Prefettura di Napoli nr.11219 del 05/03/2003 Albo Nazionale SocietĂ Cooperative Nr.A715936 del 24/03/05 Sezione Cooperative a MutualitĂ Prevalente Categoria Cooperative Sociali Tel. 0813334228 Fax 081981342 info@kairosonline.it pec: posta.kairos@pec.it Registrazione al Tribunale di Napoli con il n. 8 del 07/02/ 2014
Direttore responsabile: Dott. Lorenzo Russo direttorekaire@chiesaischia.it @russolorenzo
! ! " da i divorziati risposati, â&#x20AC;&#x153;va ancora approfondita < ! ! lâ&#x20AC;&#x2122;eventuale accesso ai sacramenti, tenendo pre < ! Lâ&#x20AC;&#x2122;attenzione ai matrimoni civili. â&#x20AC;&#x153;Una dimensione nuova della pastorale familiare odierna - viene ribadito nella Relatio - consiste nel prestare attenzione ai matrimoni tradizionali e, fatte le debite diffe <Y $
! % ! ! ! ! ! ! ! $ ! !! Y % ! !! T <Z ! !! V $ = ! Relazione precedente, inoltre, la â&#x20AC;&#x153;Relatio Syno ! M < ! !!
AGENDA DEL VESCOVO > SABATO 1 NOVEMBRE Ore 15:30 SS.Messa Cimitero - Ischia > LUNEDĂ&#x152; 3 NOVEMBRE Ore 18:00 Messa e consegna alla ComunitĂ della reliquia autentica di San Leonardo Parrocchia san Leonardo - Panza- Forio Ore 20:00 Incontro con i cresimandi > GIOVEDI 6 NOVEMBRE Ore 11:00 Messa con cresime Parrocchia san Leonardo - Panza- Forio
Redazione: Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia kaire@chiesaischia.it | @chiesaischia facebook.com/chiesaischia @lagnesepietro
Direttore UfďŹ cio Diocesano di Ischia per le Comunicazioni Sociali: TipograďŹ a: Centro Offset Meridionale Don Carlo Candido srl Via Nuova Poggioreale nr.7 - 80100 direttoreucs@chiesaischia.it Napoli (NA) Progettazione e impaginazione: Gaetano Patalano per Cooperativa Sociale Kairos Onlus
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LA VOCE DI PIETRO
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TU SEI IL FIGLIO MIO, Lâ&#x20AC;&#x2122;AMATO! Preghiera giovani del 24 ottobre con il Vescovo Pietro
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econdo appuntamento di questo nuovo anno pastorale per la Preghiera Giovani in Cattedrale, guidaA cura di ta dal Vescovo Lagnese. Francesco Schiano , un brano ricco di spunti che il Vescovo ha voluto ridonare a tutti i presenti:â&#x20AC;&#x153;Questa sera mi colpisce al di lĂ delle altre una Parola ascoltata nel brano di Marco: â&#x20AC;&#x2DC; in quei giorni venne GesĂšâ&#x20AC;&#x2122;. Mi colpisce questa Parola perchĂŠ ci fa capire che tante volte GesĂš viene nella nostra vita in una maniera molto semplice, quasi che tu non te ne accorgi. Quando ! " E quella volta GesĂš venne al Giordano da Nazaret, e venne per persone per scendere nelle acque del Giordano e per farsi battezzare da Giovanni, questo personaggio che invitava tutti a convertirsi. E proprio mentre GesĂš riceve il Battesimo, ecco squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere di Lui come una colomba. Eâ&#x20AC;&#x2122; unâ&#x20AC;&#x2122;esperienza tutta di GesĂš questa, il Vangelo ci sta descrivendo un momento particolare della vita di GesĂš; lo Spirito scese su GesĂš, lo stesso Spirito che noi abbiamo ricevuto e riceviamo nei Sacramenti, e venne una voce dal Cielo, una voce tutta per GesĂš: â&#x20AC;&#x2DC; Tu sei il Figlio mio, lâ&#x20AC;&#x2122;Amato, in te ho posto il mio compiacimento!â&#x20AC;&#x2122;. # $ " $ % nome, e GesĂš fa questa esperienza di sentirsi chiamato, guardato, amato da Dio. # $ % ! &' ( ) *); se da una preghiera non usciamo con questa voce nel cuore allora non abbiamo pregato veramenteâ&#x20AC;?. Come sempre Padre Pietro ha proposto ai giovani una canzone che potesse permettere loro di entrare ancor di piĂš nel tema della serata, e questa volta â&#x20AC;&#x153;lâ&#x20AC;&#x2122;ospite dâ&#x20AC;&#x2122;onoreâ&#x20AC;? è stato Renato Zero con la canzone â&#x20AC;&#x153;Fammi sognare almeno tuâ&#x20AC;?: + ,; pre basta con i rumori e le parole, i rumori, i messaggi, i wattsapp, gli sms, sono stanco di prestare attenzione, voglio ascoltare solo Te! Dopo una giornata dove ho sentito tante parole, sono arrivati tanti messaggi, dove ho preso tante
mazzate, tante batoste, dove semmai abbiamo ascoltato tante parole false, andiamo da GesĂš per dirgli: adesso voglio ascoltare solo Te! /0 ++ + ++1 . Stasera mi metto in gioco sulla Parola che mi hai detto, Signore: â&#x20AC;&#x153;Tu sei il Figlio mio, lâ&#x20AC;&#x2122;Amato!â&#x20AC;?, io la prendo sul serio questa Parola che mi ridĂ la voglia di ricominciare. /' , dice il testo, dimmelo unâ&#x20AC;&#x2122;altra volta; in fondo è quello che fanno gli innamorati: â&#x20AC;&#x153;dimmelo unâ&#x20AC;&#x2122;altra volta che mi vuoi beneâ&#x20AC;?. Abbiamo bisogno che ci vengano ridette certe cose, abbiamo bisogno che il Signore ci ridica che ci vuole bene; in fondo perchĂŠ andiamo a Messa la domenica? Per ascoltare il prete di turno che parla piĂš o meno bene, che e pesante? No, abbiamo bisogno di andare in Chiesa la Domenica, soltanto per questo: perchĂŠ Lui ci parli ancora e ci dica che ci vuole bene! â&#x20AC;&#x2DC;( ), fammi danzare, fa che io viva la mia vita cosĂŹ, fammi sognare almeno tu, non me la sento di vivere la mia piccola vita senza battiti, fatta di meschinitĂ e di ipocrisie, fatta soltanto di stata questa la mia vita in fondo. Quando ci mettiamo a pregare anche a noi il Signore vuole farci questo duplice dono: farci capire chi siamo e che cosa Lui vuole da noi. Fammi sognare almeno tu, perchĂŠ il mondo mi dice tutto il contrario, ma io mi lascerò guidare senza freni, e non tornerò piĂš indietro. GesĂš dopo il Battesimo al Giordano venne sospinto nel deserto dove il demonio fece quello che fa con tutti noi: persuaderci che la voce di Dio per noi non sia vera! â&#x20AC;&#x153;Non è vero quello che stasera hai ascoltato, non è vero quello che ti sta dicendo il Vescovo!â&#x20AC;?, potrebbe succedere questo anche a noi di qui a tra poco, il demonio come a GesĂš potrebbe dirci: â&#x20AC;&#x153;smettila di sognareâ&#x20AC;?, noi con piĂš forza diciamo: â&#x20AC;&#x153;Signore, fammi sognare almeno tuâ&#x20AC;?. /2 3 " ++ ,: allora starò tra le gente, andrò a scuola, a lavorare, in Parrocchia, ma sempre con questa voce nel cuore, e non mi importa dove andrò, lâ&#x20AC;&#x2122;importante è andare con questa voce nel cuore, e tu mio cuore fammi credere che questa Parola è vera e succederĂ , si realizzerĂ nella mia vita!â&#x20AC;? Prossimo appuntamento con la Preghiera Giovani VenerdĂŹ 21 novembre sempre alle ore 20.30 nella Chiesa Cattedrale insieme al nostro Vescovo Pietro!
I TWITTER DEL VESCOVO Dal 20 al 25 ottobre > 25 OTTOBRE L'amore per Dio e l'amore per il prossimo: due facce di un'unica medaglia. Dov'è l'uno c'è anche l'altro; se manca il secondo il primo non c'è. > 24 OTTOBRE Donaci, Signore, lo spirito di umiltà , mitezza e pazienza e fa' che ci sopportiamo a vicenda con amore. Saremo noi un segno per il nostro tempo. *** Il Signore ci lascia ancora un tempo e si prende cura di noi perchÊ possiamo portare frutto! Porteremo frutto? Si, se saremo uniti a Lui! > 23 OTTOBRE Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei nostri cuori! Porteremo cosÏ anche noi il fuoco sulla terra! > 22 ottobre A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di piڝ. Signore fa' che sappiamo portare frutti > 21 OTTOBRE Ricordati di come eri senza Cristo: senza speranza! Ora invece tu che un tempo eri lontano sei diventato vicino grazie al sangue di Cristo. > 20 OTTOBRE Eravamo morti per i nostri peccati ma Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, ci ha fatti rivivere in Cristo.
SEGUI IL VESCOVO PIETRO LAGNESE SU TWITTER: @LAGNESEPIETRO Ogni giorno un suo commento sul Vangelo per farti compagnia durante i tuoi impegni.
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CONVEGNO DIOCESANO
La chiesa siamo noi N
el fare prima di tutto i miei complimenti a questa testata giornaA cura di listica e ringraziandola Alfonso per lâ&#x20AC;&#x2122; â&#x20AC;&#x153;ospitalitĂ â&#x20AC;?, vorrei Filisdeo esprimere un pensiero personale sullâ&#x20AC;&#x2122;VIII Convegno â&#x20AC;&#x153;Evangelii Gaudiumâ&#x20AC;? - La Chiesa dâ&#x20AC;&#x2122;Ischia in uscita â&#x20AC;&#x201C; organizzato dalla Diocesi di Ischia e svoltosi nei giorni 16-17-18 ottobre. Eâ&#x20AC;&#x2122; stata unâ&#x20AC;&#x2122;esperienza molto coinvolgente ed emozionante. Eâ&#x20AC;&#x2122; stato bello farsi coinvolgere, allâ&#x20AC;&#x2122;apertura dei lavori, dal saluto affettuoso del vescovo di Ischia Mons. Pietro Lagnese e dallâ&#x20AC;&#x2122;introduzione dei lavori del nostro parroco Don Pasquale Trani che, con semplicitĂ e chiarezza, ha svolto il proprio compito di organizzatore certamente non facile. Sinceramente ero un poâ&#x20AC;&#x2122; scettico sulle aspettative del Convegno ma, col passare dei minuti, sono stato attirato con interesse dalle parole sagge e semplici dei vari ospiti-relatori, e rimanere inchiodato alla poltroncina per circa unâ&#x20AC;&#x2122;ora e mezza non mi è pesato. Illustri i relatori che hanno guidato e illuminato con le loro parole questa nostra isola durante i tre giorni del convegno: il prof. Andrea Riccardi, fondatore della ComunitĂ di Santâ&#x20AC;&#x2122;Egidio, S.E. Mons. Nunzio Galantino, vescovo di Cassano allo Ionio e Segretario Generale della CEI., e S.E. Mons. Giancarlo M.Bregantini, Arcivescovo di Campobasso-Boiano. I temi trattati sono stati vari, molto seri ma a tratti, anche divertenti, avendo come fulcro di tutto lâ&#x20AC;&#x2122; â&#x20AC;&#x153;Evangeli Gaudiumâ&#x20AC;? di Papa Francesco. Si è parlato della famiglia,
dei deboli, dei poveri, degli anziani, dei giovani, dei disabili, dei meno fortunati, di empatia, del progetto Policoro, delle Cooperative. Conclusione: cosa Possiamo fare? Cosa dobbiamo fare noi, tutti noi, che siamo la Chiesa di Dio? Operare, rimboccarci le maniche e non stare a guardare, dedicandoci nel volontariato allâ&#x20AC;&#x2122;aiuto degli altri, i piĂš bisognosi, collaborando con i nostri parroci, da cui ci aspettiamo guida sicura e illuminante nel cammino cristiano, operando con amore, umiltĂ , obbedienza, caritĂ , veritĂ , pazienza, con fede viva. Solo cosĂŹ potremo crescere e arricchire le nostre coscienze, il nostro spirito, e diventare sempre piĂš una Chiesa in uscita. Un tema molto scottante e sentito è stato quello relativo al ruolo della politica in campo sociale. I politici, a tutti i livelli, devono amministrare la cosa pubblica da buon padri di famiglia, ascoltando le esigenze del popolo che rappresentano, sen alla poltrona, senza clientelismo, rigettando con retta coscienza civile la corruzione. A noi tutti, e non solo ai politici, vorrei ricordare di rileggere, di tanto in tanto, le Beatitudini, il cap. IX v. 22 del grande profeta Geremia e la parabola â&#x20AC;&#x153;Essere ricchi della vera ricchezzaâ&#x20AC;?, Lc 12.2. Tutto ciò perchĂŠ il buono, il bello, la giustizia, lâ&#x20AC;&#x2122;altruismo, lâ&#x20AC;&#x2122;amore, la pace di cui il mondo deve sempre piĂš riempirsi, possa prendere il sopravvento su ciò che fa rumore: il male, lâ&#x20AC;&#x2122;ingiustizia, la cattiveria, lâ&#x20AC;&#x2122;egoismo, la guerra.
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CONVEGNO DIOCESANO
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A cena dopo il convegno per essere sempre famiglia
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artedĂŹ 28 ottobre al ristorante La Beccaccia a Forio câ&#x20AC;&#x2122;è stata la cena A cura della conclusiva per quanti Redazione hanno dato il proprio tempo, il lavoro, le forze per organizzare lâ&#x20AC;&#x2122;VIII convegno diocesano. Una settantina di persone circa compresa una famiglia di Bolzano in visita ad Ischia da alcuni amiciâ&#x20AC;Śun modo per ricordarci la nostra vocazione di accoglienza e ospitalitĂ . Durante la gioiosa serata è arrivata la sorpresa inaspettata: il Vescovo Pietro è venuto fra noi. Unâ&#x20AC;&#x2122;occasione per condividere con Lui anche questi momenti di â&#x20AC;&#x153;famigliaâ&#x20AC;?. Durante la serata Marcella ha allietato i presenti con due canzoni napoletane. Al termine dellâ&#x20AC;&#x2122;improvvisazione canora Mons. Lagnese le ha consegnato un tamburello artistico come dono-ricordo del convegno. Don Pasquale Trani, coordinatore del convegno diocesano, ha invece consegnato al vescovo un cesto con 100 frasi tratte dallâ&#x20AC;&#x2122;Evangelii Gaudium. Eâ&#x20AC;&#x2122; partito cosĂŹ il gioco dello Spirito Santo. Padre Pietro è stato il primo a srotolare un bigliettino e leggere cosa lo Spirito Santo gli ha inviatoâ&#x20AC;Śsubito dopo lui stesso è passato fra i tavoli a distribuire questi foglietti arrotolati in modo tale che tutti potessero â&#x20AC;&#x153;giocareâ&#x20AC;? con lo Spirito Santo. Molto bello anche il momento di condivisione fraterna e gioiosa del racconto delle esperienze fatte per lâ&#x20AC;&#x2122;organizzazione del convegno. Padre Pietro ha ascoltato le varie testimonianze spontanee di Chiesa viva, ma anche dei tanti frutti di una Chiesa nuova e compatta attorno al
proprio Pastore e a Papa Francesco. Prima di andare via il vescovo ha ringraziato tutti e ha raccolto lâ&#x20AC;&#x2122;invito a far emergere i contenuti del convegno e incarnarli nella vita, in uscita! O !! di coniugi che festeggiavano quella sera il loro primo anniversario di matrimonio - Antonio e Rosa, e Anna e Nico - aveva una frase che riassumeva quanto vissuto: â&#x20AC;&#x153;la dolce gioia di essere famigliaâ&#x20AC;?.
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CONVEGNO DIOCESANO
LABORATORIO SOCIO-POLITICO
LABORATORIO MONDO FAMIGLIA
Il ruolo dei cattolici in politica
Famiglie cristiane solide e solidali
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$ $U@@@ V O & &" & $ ! & A cura del lii Gaudium offra delle vere e proprie linee proFilomena grammatiche per le scelte pastorali della Chiesa nei Sogliuzzo ! @ hanno sottolineato la necessitĂ di attenzione verso le innumerevoli sofferenze che rischiano di schiacciare il mondo giovanile come quello politico e della famiglia e quanto sia B Â&#x2C6; questi itinerari funzionino è necessario sanare i molti â&#x20AC;&#x153;anelli Â&#x201A; @ ! % $ ! < Y " in uno spiritualismo disincarnato e senza gioia; cosĂŹ come chi vive la dimensione comunitaria nei movimenti e nei gruppi $ R & $ ! $ Vangelo che, si è detto, non cresce per proselitismo ma per % < % ! $ " V ! Z & ste ma, in ogni azione si espliciti la vocazione cristiana fondata ! <! Y ! ! ! ! ! U O strumento insostituibile di ispirazione e di impegno concreto, deve essere la Dottrina Sociale della Chiesa ! Â&#x2C6; ! ! $Â&#x2030; ed evita le possibili distorsioni della realtĂ che sono a volte presenti anche in coloro che operano, con buone intenzioni, ! % chiamati ad esportare i principi di giustizia sociale e di libertĂ , a globalizzarli insieme a quei principi economici che possano favorire lo sviluppo ed il benessere sostenibile del consesso B % & dine esistenziale, per fronteggiarlo concretamente, la Dottrina Sociale ci offre una â&#x20AC;&#x153;bussolaâ&#x20AC;? i cui punti cardinali sono: il principio persona, la sussidiarietĂ , la solidarietĂ , il bene comu ! ! ! J azione deve â&#x20AC;&#x153;alimentare la resilienza, ossia porre le condizioni per promuovere la capacitĂ delle persone e delle famiglie di attivare strategie di fronteggia mento e di riorganizzazione ! ! ! &
! ! Â&#x160; $ $ ! & rienza riguardante â&#x20AC;&#x153;famiglie pilotaâ&#x20AC;? che hanno dato inizio a processi relazionali con altre famiglie partendo dal concetto di prossimitĂ di cui parla il Vangelo e attivando, quindi, percorsi
! ! % stata superata la dicotomia tra famiglia-risorsa e famiglia-bi " $ riscoprire la dimensione pubblica del cristianesimo, lavorando a nuovi legami di parentela sociale e creando nuovi organismi !
no dei laboratori piĂš seguiti è stato â&#x20AC;&#x153;Mondo Famigliaâ&#x20AC;?, diretto da Marco A cura del Giordano, Coordinatore Francesca Regionale SolidarietĂ FaAnnunziata miliare e Segretario Tavo Z B I moderatori sono stati Anna e Sal @ ! giorno di laboratori è stato â&#x20AC;&#x153;Famiglie Cristiane SOLIDE e SOLIDALI, percorsi parrocchiali di comunione tra @ V ~ % ! & ma presentato con una bellissima foto V ! $ !! & cio fortemente emotivo che ci fa subito entrare nel tema â&#x20AC;&#x153;famigliaâ&#x20AC;?, si va al cuore del problema di oggi: la crisi intra-familiare con un â&#x20AC;&#x153;inverno demo ! dagli italiani sarebbero 2,18 effettivamente avuti sono 6 * Y < ! & siderio e realtà è dovuto alle incertezze economiche ma anche alla man Diminuiscono ovviamente anche i matrimoni: nel 1970 erano 7,3 mentre nel 2009 erano solo 3,8 e tendono a diminuire ! ! M O % soprattutto una crisi di solitudine derivata da una crisi delle relazioni inter! O ! < & ! M % e la mancanza, in alcuni casi, di qualsiasi approccio tra le persone, la paura ~ ! ! T <Y % ! & cipale capacitĂ / caratteristica di una famiglia solida e solidale oggi?â&#x20AC;? Verrebbe da rispondere: fare del bene, Â&#x20AC; In realtà è: la capacitĂ di rispondere ai propri bisogni in modo comunitario, la capacitĂ di favorire una â&#x20AC;&#x153;rete di reciprocitĂ â&#x20AC;?, la capacitĂ di favorire < R promuovere questa rete? Attraverso la ! Secondo Giordano, bisogna aver chiaro cosa intendiamo per comunione tra famiglie: non assistenza ma relazione, non tempo libero ma stile di vita, non &  &
I pilastri del cammino comunitario T ! Â&#x201A; & anche solo uno di questi pilastri, tutto O % questa â&#x20AC;&#x153;missioneâ&#x20AC;?, quella di cominciare a costruire una rete di famiglie ami " & tate alcune esperienze come quella di Angela e Vincenzo Caruso che per piĂš ! $ ! & $ ! ! & @ bambini di una casa famiglia di Napoli ! @ Nel secondo giorno di laboratorio Marco Giordano inizia con un video sui bambini down, dedicato alle mamme che aspettano un bambino down e < Il video, molto commovente, spiega che anche i bambini down pos @ vuole essere un deterrente ! $< di un bambino presumibilmente down che è un vero Â&#x2020; O ha come titolo: â&#x20AC;&#x153;Ripartire Â&#x2021; " & corsi parrocchiali di ri-tessi O Tutti dovremmo apprendere dal video e farci â&#x20AC;&#x153;downâ&#x20AC;? nei confronti del mon J ! & cioso nei confronti del mondo quan ! !
 ! Â&#x2021; @ ! % % rischio che non tutti sono disposti ad $ & rio ai volontari caritas ed è stato nota < $ & !! !! O Â&#x2C6; Le famiglie povere e disagiate hanno degrado e disagio per generazioni pro! ! Â&#x2C6; < & Z $ i disagiati non possano aiutare gli altri, J ! & Se non trovi nulla da prendere da un disagiato il problema potrebbe essere < < ! vanno bene insieme, bisogna uscire da â&#x20AC;&#x153;seâ&#x20AC;? e incontrare la gente per essere vere famiglie solidali, occorre aiutare e
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CONVEGNO DIOCESANO
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LABORATORIO MONDO GIOVANI
LABORATORIO DELLE VECCHIE E NUOVE POVERTĂ&#x20AC;
Cosa vuole Dio da me?
La Caritas tenerezza della chiesa
% caratterizzato da una discreta partecipazione: A cura primo pomeriggio circa dellâ&#x20AC;&#x2122;equipe 110 partecipanti, secondel Laboratorio do pomeriggio circa 150 Mondo Giovani partecipanti. Da subito % ! & panti un clima di ascolto e di disponibilitĂ nellâ&#x20AC;&#x2122;accogliere le parole profonde di ~ " % attraverso il racconto della sua esperienza di vita, a trasmettere la gioia di Cristo Risorto. Don Giacomo ha focalizzato il suo intervento su una domanda che ha interpellato tanti: â&#x20AC;&#x153;Cosa vuole Dio da me? Quale il Suo sogno su di me?â&#x20AC;?, per arrivare poi al nucleo kerigmatico del Vangelo chiedendoci quanto oggi come cristiani siamo testimoni visibili della risurrezione. Una serie di immagini sul web ci hanno fatto cogliere come il messaggio cristiano viene recepito in maniera deformata e stereotipata, perchĂŠ forse come cristiani non siamo capaci di trasmettere con autenticitĂ lâ&#x20AC;&#x2122;annuncio del Risorto. Dobbiamo imparare a conoscere il web e le opportunitĂ che esso può offrire alla comunitĂ cristiana in modo da trasmettere lâ&#x20AC;&#x2122;immagine vera della nostra fede. Diverse le sollecitazioni che la sua testimonianza ha posto e che hanno permesso di cogliere quale deve essere lâ&#x20AC;&#x2122;approccio al mondo giovanile oggi: piĂš che con ! % ! ! & re ascoltare le domande piĂš profonde che arrivano dai giovani. Il secondo giorno $% & siasmo e partecipazione, favorito dalle ! R ~ un numero maggiore di partecipanti al laboratorio. Don Giacomo ha ripreso il discorso del giorno precedente, e le sollecitazioni del vescovo Galantino, per ! ! M < ! & li possono essere i limiti personali e le aree oscure che impediscono una relazione vera con Dio e quindi con i fratel Â? ! M di puntare su relazioni vere dâ&#x20AC;&#x2122;Amore e di UnitĂ , sullâ&#x20AC;&#x2122;esempio di GesĂš che ci ha '~ 6/7 ! Â&#x2C6; ! pronti a dare la vita per i fratelli ci libera dai nostri schemi e dalle nostre paure. R % $ ! ! < possono aprire lâ&#x20AC;&#x2122;orizzonte del cuore e, come diceva Santa Teresina, a rendere cosĂŹ straordinarie le cose ordinarie. @ ! % & ' ! 7
ci siamo divisi in 10 gruppi da circa 15 persone dove i partecipanti si sono confrontati sui temi trattati nei due giorni e dai quali sono emersi suggerimenti ! ! sono nellâ&#x20AC;&#x2122;adattare i contesti parrocchiali al mondo giovanile. Â? !! ! & tato in plenaria quanto emerso dal lavoro di gruppo con una parola sintesi. Il denominatore comune la preghiera comunitaria, lâ&#x20AC;&#x2122;importanza dellâ&#x20AC;&#x2122;ascolto e della condivisione tra le generazioni sia allâ&#x20AC;&#x2122;interno della comunitĂ parrocchiale che interparrocchiale. A conclusione sul viso di tutti si leggeva una gioia profonda, qualcuno piĂš giovane con le lacrime esprimeva gratitudine a Dio che ci ha permesso di fare unâ&#x20AC;&#x2122;esperienza nuova di Chiesa, di avvertire in maniera tangibile la presenza dello Spirito Santo che aleggiava in maniera impercettibile nella sala, nonostante i limiti che ognuno porta in cuore. Il terzo momento laboratoriale ha visto lavorare insieme gli ambiti del mondo giovanile con quello della famiglia e delle vecchie e nuove povertĂ , con il re R ~ O lâ&#x20AC;&#x2122;esigenza di impegnarsi nel sociale non attraverso lâ&#x20AC;&#x2122;assistenzialismo ma attraverso le relazioni, il coinvolgimento dei ragazzi con disagio sono le sollecitazioni che potremmo mettere in campo per una chiesa veramente in uscita. CONCLUSIONI: Dal convegno sono emersi in particolare quattro punti: 1. Cristo Risorto, cuore della nostra Fede @ ! ! % $ con il Risorto grazie al quale ci si sente accolti, perdonati e nel quale si realizza ! ! $ Â&#x201C; Â&#x2018; 2. â&#x20AC;&#x153;Rimanete nel mio amoreâ&#x20AC;?. Questo progetto si alimenta nel rapporto costante con Dio Padre, in una relazione intima che si svela nella fedeltĂ di un incontro alimentato nella preghiera che oltre ad essere personale diventa comunitaria. Questo fa sperimentare la bellezza di essere una comunitĂ . 3. Lâ&#x20AC;&#x2122;uno per lâ&#x20AC;&#x2122;altro. Non si può concepire una pastorale a compartimenti sta T % tra quanti vivono in un tessuto parroc ' 7 4. Sempre nuovi O = % sempre una vita dinamica, gioiosa e positiva, che tende a rinnovarci ogni giorno, che ci impedisce di stagnare nelle nostre convinzioni, in una fede fatta su misura.
bbiamo individuato attraverso lâ&#x20AC;&#x2122;VIII Convegno Ecclesiale alcune piste pastorali per operare quale Caritas diocesana ad ampio raggio. Lâ&#x20AC;&#x2122;inA cura del tuizione del mondo post-moderno dellâ&#x20AC;&#x2122; ALTELorenza RITAâ&#x20AC;&#x2122; quale sinonimo di diversitĂ , ci ha fatto Buono Â&#x201A; @ % Â&#x201A; $ % <! ci permette di essere operatori caritas, poichĂŠ senza la diversitĂ non ci può essere un vero incontro. Un cambiamento va prima di tutto operato in noi, con un continuo e sano processo di crescita, di continua conversione. Senza di questo non ci può essere incontro con lâ&#x20AC;&#x2122;altro, diverso da noi e bisognoso di
Z % ! $ ! con un atteggiamento di quelli che sanno come deve andare il mondo! Farsi prossimo con la consapevolezza della propria povertĂ . Questo atteggiamento da povero, aiuta la relazionalitĂ % ! @ ! & so di crescita umana e spirituale richiede un lavorio costante, fatto di confronto con GesĂš Cristo unico salvatore del mondo. Noi siamo solo quelli che ha voluto chiamare per operare con Lui, per Lui e in Lui in questo momento storico. Nuove forme, nuove piste da percorrere per incontrare una umanitĂ nelle sue vecchie e nuove povertĂ . Queste sono il segno di cosa lo Spirito vuole da noi, che non si comprende pienamente se non ci poniamo in ascolto attento e prolungato della Parola con un atteggiamento di preghiera : non illudiamo noi stessi! Ci sono e ci saranno sempre nella Chiesa stili da cambiare, la storia ne % # B & zoso della Chiesa del medioevo con un semplice sacco e un pezzo di corda, ma adottò quel cambiamento principalmente dentro se stesso. Stile di povero tra i poveri, fratello minore ! Â&#x2C6; ! V fece povero, perchĂŠ voleva imitare GesĂš Cristo e non i poveri, ma per essere in mezzo a loro messaggero di Cristo povero ed obbediente. Ecco lâ&#x20AC;&#x2122;inizio di un volto nuovo della Caritas, non piĂš dispensatrice di pacchi, ma Chiesa che esce e va incontro con la povertĂ dei suoi membri, verso chi vive nel disagio e nella solitudine. Caritas che non attende piĂš di essere informata su di un caso di povertĂ , ma attraverso le piste di lavoro delle altre pastorali diocesane, ha lâ&#x20AC;&#x2122;opportunitĂ di incontrare tutte le forme di povertĂ . Sembra un nuovo programma di missione, % ! ! % $ % ! Â&#x2030; R ! ! e a trovare le parole per dialogare, in particolare con chi non ha nessuno con cui parlare di se stesso e dei suoi problemi. Parole nuove perchĂŠ portatrici della vera Speranza, in un mondo dal volto disperato. Uscendo, accogliendo e custodendo nella preghiera il desiderio di risollevare le vecchie e nuove povertĂ , la Caritas sarĂ alla scuola di un nuovo linguaggio, poichĂŠ ogni povertĂ si esprime in vario modo. Il silenzio di chi non riesce piĂš a dire la sua sofferenza, la rabbia di chi va avanti da % $ J < Â&#x160; '! # !! 7 O prossimi mesi darĂ la possibilitĂ a quanti vogliono impegnarsi < ! ! Ricordiamo e diciamoci a noi la domanda di Papa Francesco R ~ T @ Â&#x152;B@ "= ~BJÂ? Â?"=BÂ&#x2018; " per questo nostro ripartire, per avere la possibilitĂ di provocare T Â&#x2018; V domanda, possiamo annunciare il mistero del Dio fatto uomo e Salvatore del mondo.
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Continua da pagina 1 larsi nellâ&#x20AC;&#x2122;esercito e spinto da una crisi interiore in giovane etĂ , si mise al seguito di S. Remigio, e quando questi ottenne dal re la liberazione di alcuni prigionieri, anche Leonardo, acceso di caritĂ , presentò al re la stessa richiesta, grazie alla quale ne potĂŠ liberare moltissimi. La sua santitĂ crebbe cosĂŹ che Clodoveo gli offrĂŹ lâ&#x20AC;&#x2122;episcopato ma Leonardo ! ! S. Massimo di Micy da dove passò a Limoges. Clodoveo riconoscente per aver ottenuto che la moglie partorisse senza alcun pericolo mentre egli si trovava a caccia nel bosco, gli su tutta la parte del bosco che Leonardo fosse riuscito a delimitare correndo a cavalcioni di un asino. Leonardo costruĂŹ un oratorio in onore della Madonna ed un altare in onore di S. Remigio. Presso lâ&#x20AC;&#x2122;oratorio scavò anche un pozzo che si riempĂŹ dâ&#x20AC;&#x2122;acqua in modo miracoloso. In ricordo del re Clodoveo, il Santo chiamò quel luogo â&#x20AC;&#x153;Nobiliacumâ&#x20AC;?. La fama della santitĂ e dei miracoli operati da San Leonardo si diffuse attraverso lâ&#x20AC;&#x2122;Aquitania, la Germania e lâ&#x20AC;&#x2122;Inghilterra. Molti prigionieri vedevano miracolosamente spezzarsi le loro catene e si recavano da lui per ringraziarlo. Molti rimanevano con lui e molti con i loro familiari si stabilivano presso il suo monastero dando vita ad un villaggio che in seguito si chiamerĂ Saint-Lèonard-de Noblat, dove accorrevano malati che guarivano dalle loro infermitĂ . Eremitaggio, passione per il Vangelo, passione per la preghiera e per il Signore, la liberazione dal male e dal peccato, sono questi i segni della gioia che hanno contraddistinto il nostro Santo Protettore. Una gioia che si espande e cresce lungo la storia. Il Santo fu particolarmente venerato allâ&#x20AC;&#x2122;epoca delle crociate. Famoso è lâ&#x20AC;&#x2122;episodio del principe Boemondo di Antiochia il quale, fatto prigioniero nel 1100 e liberato dopo tre anni, attribuĂŹ la sua liberazione alla protezione del Santo e al suo ritorno regalò al monastero le sue catene. In Italia il suo culto è particolarmente diffuso nel meridione, dove è stato introdotto dai Normanni. Ă&#x2C6; invocato come patrono dei prigionieri, dei fabbricanti di catene, dei minatori, contro i briganti, protettore del bestiame e delle donne partorienti. Il culto verso questo Santo giunse a Napoli giĂ
S. Leonardo di Noblat â&#x20AC;&#x153;La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con GesĂš. Coloro che si lasciano salvare da Lui sono liberati dal peccato, dalla tristezza, dal vuoto interiore, dallâ&#x20AC;&#x2122;isolamento. Con GesĂš Cristo sempre nasce e rinasce la gioiaâ&#x20AC;?.
nellâ&#x20AC;&#x2122;Alto Medioevo e a partire dal Â&#x201D;U@ Â&#x201A; e anche ad Ischia. La sua gioia giunge anche ad Ischia Il culto ad Ischia risale al tempo in cui si diffuse la pirateria, perchĂŠ i poteri che venivano attribuiti al Santo, nelle nostre popolazioni, che vivevano costantemente esposte al pericolo delle scorrerie barbaresche, â&#x20AC;&#x153;esorcizzavano ansie e paureâ&#x20AC;?, sicure come erano che bastasse il solo nome dellâ&#x20AC;&#x2122;Eremita Leonardo per liberare intere popolazioni. Sulla nostra isola questo Santo lo troviamo in particolare dagli anni dellâ&#x20AC;&#x2122;episcopato di Agostino Pastineo, o Falivenia (1534-48), la cui famiglia fondò una cappella, situata allâ&#x20AC;&#x2122;interno del traforo del Castello Aragonese (lâ&#x20AC;&#x2122;attuale cappella di S. Giovan Giuseppe). Câ&#x20AC;&#x2122;è un aned & stro Santo a quella di San Giovan Giuseppe della Croce. Durante il periodo della peste la madre di San Giovan Giuseppe colpito anche lui dal male, corse sul Castello Aragonese per andare ad inginocchiarsi davanti alla Madonna della libera, e passando davanti alla cappella dedicata proprio a S. Leonardo, come raccontano i Vecchi di veneranda guarito dal male; la famiglia Calosirto inoltre possedeva dei terreni nella localitĂ di Panza. Oggi il culto % " è dedicata la Chiesa Parrocchiale. Una gioia che pervade tutta la nostra Parrocchia Ancora oggi la nostra comunitĂ parrocchiale vive i giorni della fe-
sta liturgica con grande gioia ed entusiasmo. Dalla vita di San Leonardo essa apprende una sorgente spirituale inesauribile. Egli come il giovane ricco del Vangelo ha vissuto lâ&#x20AC;&#x2122;esperienza di incontrare gli occhi di Cristo che lâ&#x20AC;&#x2122;hanno amato. Lo sguardo del Signore, che in un modo o nellâ&#x20AC;&#x2122;altro raggiunge sempre il cuore umano, ha permesso che questo giovane, vissuto nellâ&#x20AC;&#x2122;ap-
parente felicitĂ delle ricchezze di questo mondo, potesse dedicarsi a lui con tutto se stesso; a poco a poco, egli diviene sempre piĂš immagine di GesĂš povero ed umile: da ricco che era, divenne povero, appassionato lavoratore della vigna del Signore e poi monaco ed eremita. S. Leonardo ci insegna che Cristo ha il potere di liberarci da ogni sorta di schiavitĂš e di ca-
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Il dono della reliquia â&#x20AC;&#x153;ex ossibusâ&#x20AC;? da parte del vicariato di Roma
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tena umana che può attanagliare il nostro cuore. Egli ci insegna che il Vangelo ha una forza liberante per lâ&#x20AC;&#x2122;uomo e questa forza gli permette di sentirsi una persona libera che fa grandi cose per Dio; inoltre è dallo stesso nome del Santo che la nostra comunitĂ attinge una carica spirituale grande: la sua radice viene dal latino leo, leonis < ! < è lâ&#x20AC;&#x2122;olio con cui venivano cosparsi i corpi dei re. Ricordiamoci che anche GesĂš è stato cosparso con il nardo alla sepoltura. Allora il nome Leonardo ci indica due caratteristiche di S. Leonardo: essere forti come un leone e essere cosparsi e profumare di nardo, cioè espandere il profumo di Cristo. Sia il leone che il nardo sono immagini di GesĂš. GesĂš è chiamato nella Bibbia il leone della tribĂš di Giuda; Cristo è il leone perchĂŠ è il re; Cristo è leone perchĂŠ forte contro il male. Il leone ci richiama anche il segno dellâ&#x20AC;&#x2122;immortalitĂ e Cristo è immortale. Il nardo rimanda al profumo dei morti e quindi dellâ&#x20AC;&#x2122;immortalitĂ , il profumo dei re, il profumo di Cristo che riceviamo con il santo Crisma. San Leonardo ha vissuto secondo il suo nome; è stato forte come un leone contro le lusinghe del mondo e delle ricchezze; forte e innamorato di Cristo; ha portato il profumo di Cristo ai prigionieri agli oppressi, ai poveri, alle partorienti, agli schiavi ecc. è vittorioso nella sua vita cristiana. Chi porta il nome Leonardo ha lo stesso progetto di vita del nostro Santo protettore: deve essere cristiano come un leone e portare il profumo di Cristo.
a Chiesa, secondo la sua tradizione, venera i santi e tiene in onore le loro reA cura di liquie autentiche e le loro don immagini. Le feste dei Cristian Solmonese santi infatti proclamano le meraviglie di Cristo nei suoi servi e propongono ai fedeli opportuni esempi da imitareâ&#x20AC;?. (Concilio Ecumenico Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium n° 111). Con queste parole la Chiesa < & pi dei Santi e sempre condivide le reliquie per mantenere stretta la comunione con Roma. Il termine reliquia (dal latino reliquiae, resti) indica, in senso stretto, la salma, o una parte di essa, di una persona venerata come santo o beato. In senso lato, una reliquia è un qualsiasi oggetto che abbia avuto con i santi una piĂš o meno diretta connessione, come vesti, strumenti del martirio, o qualsiasi cosa essi usarono. Si parla di reliquie da contatto nel caso di oggetti che sono stati a contatto con il santo, da vivo o da morto, o con altre sue reliquie. La venerazione delle reliquie è diffusa soprattutto nel Cristianesimo. I corpi dei santi sono generalmente conservati in sarcofagi o, a volte, in urne di cristallo che ne permettono la visione. Le reliquie di piccole dimensioni sono invece custodite in oggetti di uso liturgico, detti reliquiari, il cui uso data almeno dal V secolo. Attraverso la venerazione delle reliquie il popolo cristiano ha sempre avuto nel cuore la cer ! ! M & cemente lâ&#x20AC;&#x2122;intercessione del santo. CosĂŹ, ad esempio, la persona che domanda una grazia, per sĂŠ o per altri, può visitare il luogo in cui la reliquia è custodita, e (se permesso) toccarla o baciarla. Secondo la dottrina della Chiesa cattolica, lâ&#x20AC;&#x2122;atto di venerare una reliquia non è assimilabile alle pratiche magiche o superstiziose poichĂŠ mentre chi pratica queste ultime crede che ! stesse, nel caso delle reliquie, inve % $ Â&#x2C6; & cia, ma la preghiera che ad esso si accompagna, e anche questa solo in quanto la grazia richiesta viene
concessa (o non viene concessa) per libera scelta di Dio. Il culto delle reliquie è considerato dalla Chiesa cattolica una forma di religiositĂ popolare. Tuttavia, il culto pubblico è permesso soltanto per le reliquie che si riferiscono a santi & te tali dalla Santa Sede; tali oggetti devono essere autenticati, e tale facoltĂ compete esclusivamente ai cardinali, agli ordinari ed agli altri ecclesiastici, cui sia stata conferita da un indulto apostolico. Molto si è discusso sulle reliquie di San Leonardo. Con lâ&#x20AC;&#x2122;inizio della guerra dei Centâ&#x20AC;&#x2122;anni che vedeva la Francia in lotta con lâ&#x20AC;şesercito inglese, la cripta contenente le reliquie del santo fu murata per evitare razzie. Terminata lâ&#x20AC;şoccupazione inglese, si decise di recuperare le reliquie del santo. La loro inventio sarebbe avvenuta il 17 febbraio del 1403. Le circostanze di questa straordinaria scoperta sono riportate dallâ&#x20AC;&#x2122;abate Oroux nel XVIII secolo: ÂŤdopo aver perso totalmente le tracce del luogo di inumazione del Santo, si tenne una cerimonia di preghiera, nel corso della quale un contadino sâ&#x20AC;&#x2122;alzò per indicare in quale luogo della chiesa scavare. LĂŹ furono ritrovati tre casse di piombo, allâ&#x20AC;&#x2122;interno di un sarcofago in pietra. Due di queste presentavano delle iscrizioni in latino inerenti alle ossa e alle ceneri di san Leonardo ( + ossa beati leonardi +)Âť. A seguito di tale ritrovamento, le reliquie furono collocate allâ&#x20AC;&#x2122;interno di due grossi reliquiari posti sopra lâ&#x20AC;&#x2122;altare maggiore, protetti da una grata di ferro battuto. Mentre le due casse di piombo, ormai vuote, sono parte del tesoro della Collegiata e sono tuttora visibili per i visitatori. Sempre presso la Collegiata allâ&#x20AC;&#x2122;interno di una coppa dorata del XIX secolo è custodito il cranio di San Leonardo. Ancora oggi, in tale data, presso la Collegiata, si commemora tale ritrovamento. Inoltre, ogni sette anni, la ConfrĂŠrie de Saint-LĂŠonard-de-Noblat, organizza le Ostensioni, una presentazione solenne delle reliquie alla venerazione dei fedeli, per commemorare il Miracolo degli ardenti avvenuto nellâ&#x20AC;&#x2122;agosto del 1094. Secondo la tradizione,
essendo scoppiata una grande epidemia, furono portate in processione le reliquie di San Leonardo e il male cessò. Le Ostensioni hanno inizio con la ricognizione canonica delle reliquie di San Leonardo abate da parte dei confratelli, il venerdĂŹ di Quaresima e terminano la domenica della Santa TrinitĂ . Altre reliquie sono custodite a Mascali (probabilmente parte di unâ&#x20AC;şulna), a Cerreto Guidi, a Stagno comune di Collesalvetti e a Malta. La nostra Parrocchia (San Leonardo â&#x20AC;&#x201C; Decanato di Forio) dal 2004, custodisce una reliquia di terza classe donata dalla ConfrĂŠrie de Saint-LĂŠonard-de-Noblat, in occasione del Meeting Nazionale Amici di San Leonardo. Essa è uno zucchetto che è stato posto sul cranio di San Leonardo custodito dalla Confraternita in Francia. Questâ&#x20AC;&#x2122;anno la nostra comunitĂ parrocchiale riceverĂ un dono di grande importanza: una reliquia di prima classe. La nostra comunitĂ parrocchiale non ha mai custodito tale reliquia e da secoli vecchi di veneranda etĂ , famiglie e giovani hanno sempre tenuto vivo e acceso il culto del Santo Abate di Limoges e da secoli hanno chiesto preghiere e aiuto. Ed è per noi motivo di gioia custodire una reli <ex ossibus Sancti Leonardi Abbati et Confessoris, donata da Sua Em.za Rev.ma Il Sig.r Card. Agostino Vallini Vicario di Sua SantitĂ Papa Francesco per la Diocesi di Roma, per le mani di Sua Ecc.za Rev.ma Mons. Pietro Lagnese Vescovo di Ischia. Il Vescovo ha accolto con grande gioia e premura la richiesta fatta attraverso il Parroco della ComunitĂ Parrocchiale. Confrontandomi con lui, egli ha concesso il suo imprimatur Â&#x2C6; ! & samente richiesta al Vicariato di Roma per poter avere la concessione di una reliquia di S. Leonardo Abate per la venerazione e il culto pubblico secondo le norme del CIC can. 834 §2. Tale reliquia sarĂ custodita nella Parrocchia di S. Leonardo Abate in Forio. SarĂ proprio il Vescovo che la donerĂ il giorno 3 novembre alla ComunitĂ Parrocchiale.
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PARROCCHIE
PARROCCHIA S.MARIA DEL CARMINE DECANATO DI BARANO/SERRARA FONTANA
Camminare insieme alla riscoperta della natura amminare insiemeâ&#x20AC;? è lâ&#x20AC;&#x2122;espressione che racchiude lâ&#x20AC;&#x2122;esperienza di Papa Francesco nel sinodo speciale sulla A cura di famiglia. Sinodo che rivolge il proAntonella prio pensiero a tutte le famiglie del Iacono mondo con le loro gioie, le loro fatiche, le loro speranze. La famiglia è davvero â&#x20AC;&#x153;scuola di umanitĂ â&#x20AC;?, di cui si avverte fortemente il bisogno. Nonostante i tanti segnali di crisi dellâ&#x20AC;&#x2122;istituto familiare nei vari contesti del â&#x20AC;&#x153;villaggio globaleâ&#x20AC;?, il desiderio di famiglia resta vivo, specialmente fra i giovani. Una delle questioni emerse, approfondisce il particolare ruolo della famiglia allâ&#x20AC;&#x2122;interno della Chiesa, è proprio da essa che bisogna ripartire, perchĂŠ è scuola di amore nella vita e nella crescita della persona, grazie alle relazioni che il matrimonio richiede $ di socialitĂ , perchĂŠ sostiene la persona nello sviluppo delle sue capacitĂ al servizio della societĂ . $
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nella comunione della Chiesa e ad essere protagonisti attivi in essa. La Chiesa annuncia il valore e la bellezza della famiglia e con ciò rende un servizio decisivo a un mondo che implora di essere rischiarato dalla luce della speranza. Come R ~ R  la famiglia, come la Chiesa è madre e maestra, come prima cellula di sani valori e di tradizioni con la â&#x20AC;&#x153;Tâ&#x20AC;? maiuscola. In questo mondo sempre piĂš globalizzato, dove si sono persi i veri valori della famiglia e dove siamo tutti presi dai ritmi frenetici della vita, un gruppo di famiglie della Parrocchia di Serrara ha deciso di dare il proprio contributo cercando di dare un insegna ! ! T ! & perta della natura, della semplicitĂ e soprattutto alla ricerca delle proprie origini, un mondo semplice, ma allo stesso tempo ricco di bellezze ed % T tutto ciò che ha creato Dio, accontentarci delle gioie della vita e di saperle conservare nel cuore; vivere con sinceritĂ le amicizie, che sono un reciproco custodirsi rispetto e nel bene. <R in una grande famiglia dove ognuno aiuta lâ&#x20AC;&#x2122;altro e dove il Parroco è Padre e Pastore di questo piccolo gregge della nostra Diocesiâ&#x20AC;?, con queste parole sua eccellenza Pietro Lagnese descriveva la comunitĂ parrocchiale di Serrara, una delle realtĂ piĂš piccole dellâ&#x20AC;&#x2122;isola, ma allo stesso tempo uniti come fossero parte integrante di una sola famiglia. CosĂŹ, domenica 19 ottobre, dopo aver partecipato alla Santa R !! circa quaranta fedeli si è incamminato per i sentieri del bosco della Falanga ed ha trascorso qualche ora insieme. Numerosi sono stati i bambini che vi hanno preso parte, e lo scopo è stato quello di fargli scoprire la natura e la
bellezza del creato e fargli capire che ci si può divertire anche con poco, proprio come facevano i loro padri; lâ&#x20AC;&#x2DC;importante è stare insieme e volersi bene, perchĂŠ siamo tutti fratelli ed unâ&#x20AC;&#x2122;unica famiglia! Sono proprio i bambini che possono portare questa nuova luce di speranza di cui parla Papa Francesco, con la semplicitĂ e lâ&#x20AC;&#x2122;ingenuitĂ che li contraddistingue, arrivano dove $ dei piĂš piccoli che va ricercata la luce viva del Â&#x160; R ! ! poichĂŠ bisogna procedere fra sassi e rocce, vale assolutamente la pena fare questa escursione, perchĂŠ il panorama è bellissimo e ci si affaccia sullâ&#x20AC;&#x2122;intero comune di Forio, sul promontorio di Campotese e sul mare. Si può ammirare la cima $ ! <! $ masso che si erge proprio dove si raccoglievano le acque. Nel percorso si incontrano anche alcuni esempi di â&#x20AC;&#x153;case di pietraâ&#x20AC;? e abitazioni dâ&#x20AC;&#x2122;epoca preistorica, testimonianze dellâ&#x20AC;&#x2122;architettura rupestre. Tutto intorno si estende un castagneto, un folto bosco di felci, origano selvatico e piante di ricino.I bambini si sono dimostrati molto interessati al paesaggio e ai racconti di come si viveva un tempo in povertĂ , ma ricchi nel cuore! Hanno scoperto le famose â&#x20AC;&#x153;fosse della neveâ&#x20AC;?, grandi vasche scavate nella pietra larghe e profonde decine di metri utilizzate per la conservazione della neve. Fino agli anni â&#x20AC;&#x2DC;30, dâ&#x20AC;&#x2122;inverno, quando nevicava le buche venivano riempite di neve e poi ricoperte di foglie, queste servivano a far mantenere la temperatura fredda e a non far ! scopi curativi e in estate lo si prendeva in blocchi e lo si portava a vendere ad Ischia, dove i ricchi signori lo utilizzavano per rinfrescarsi dallâ&#x20AC;&#x2122;arsura del sole di agosto e per la conservazione di carne e pesce durante i mesi caldi. Il ghiaccio, veniva inoltre utilizzato per fare i famosi â&#x20AC;&#x153;ratta rattaâ&#x20AC;?, che noi oggi chiamiamo â&#x20AC;&#x153;graniteâ&#x20AC;?. A confermare ciò è stata proprio una mamma che ha raccontato di come suo nonno andava a Ischia a piedi, portando il ghiaccio sulle spalle o sul dorso di un mulo. La bellezza di questa gita è stata la convivialitĂ , mettere assieme tutto ciò che si era portato per farne unâ&#x20AC;&#x2122;unica tavola per T & de è la Chiesa voluta da Cristo. Fortunatamente i fedeli della Parrocchia di Serrara hanno un Pastore amante di questi luoghi e della storia che essi trasmettono, ed è lui che trasmette il fuoco ogni volta che ne parla. Lâ&#x20AC;&#x2122;auspicio della comunitĂ serrarese è quello di essere sempre piĂš numerosi, uniti dalla fede e dallâ&#x20AC;&#x2122;amore per il prossimo e di poter trascorrere altre giornate cosĂŹ!
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TERZO SETTORE
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TAGESMUTTER
lavoro e servizi a misura di bimbo LunedĂŹ 27 ottobre presso la Biblioteca Antoniana si è svolto lâ&#x20AC;&#x2122;ultimo della serie di incontri di presentazione della ďŹ gura professionale della â&#x20AC;&#x153;tagesmutterâ&#x20AC;? della Cooperativa Sociale Arkè. nâ&#x20AC;&#x2122;opportunitĂ rivolta essenzialmente a donne che vogliono diventare imprenditrici di loro stesse. A dare A cura di il benvenuto la Dott.ssa Rosanna Filomena Ambrosino, pediatra e assessore Sogliuzzo alle pari opportunitĂ del Comune di Ischia e Luisa Pilato, presidente della Cooperativa sociale Arkè. Ad entrare nel vivo dellâ&#x20AC;&#x2122;incontro è stata la dottoressa Caterina Mase, fondatrice dellâ&#x20AC;&#x2122;Associazione Nazionale Domus che ha illustrato brevemente i contenuti
! tutti quello di riconoscere e valorizzare la spe ! tiva che imprenditoriale. CapacitĂ che in questo lavoro hanno una risonanza che va ben oltre i ! % % che â&#x20AC;&#x153;educareâ&#x20AC;? è un dovere sociale. Nellâ&#x20AC;&#x2122;attuale contesto storico, è evidente la necessitĂ che entrambi i coniugi lavorino e quindi ! so, non soddisfano le loro esigenze. Sul territorio isolano ad esempio, gli asili nido non sono presenti e quelli per la prima infanzia chiudono proprio quando le mamme, per lo piĂš lavoratrici stagionali, ne hanno maggiore necessitĂ . Occorreva, dunque, implementare la mappa dei possibili educatori. La cooperativa Arkè ha recepito questo bisogno, si è attivata per coordinare il servizio e $ la professionalitĂ delle tagesmutter. La novitĂ principale consiste nellâ&#x20AC;&#x2122;essere un servizio svolto da donne che nelle loro case accolgono piccoli gruppi di bambini. I vantaggi per lâ&#x20AC;&#x2122;utenza sono tanti, dalla struttu ! ! bo allâ&#x20AC;&#x2122;accesso al servizio anche nei giorni fe ! "
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invece decide di intraprendere il lavoro di Tages câ&#x20AC;&#x2122;è la possibilitĂ di scegliere autonomamente come, quando e quanto dare spazio al proprio lavoro, opportunitĂ che non viene concessa in nessun altro tipo di occupazione, compreso per chi lavora nelle strutture della cura della prima infanzia. MaternitĂ e lavoro dunque, possono andare di pari passo, anzi si crea una complicitĂ di genere che aiuta a costruire nuove relazioni interpersonali. Una bella occasione dunque, che mette la donna al centro del sistema educativo ed in piĂš le offre uno strumento per acquisire consapevolezza del proprio valore sociale. Foto di GG.Lubrano
Lâ&#x20AC;&#x2122;Associazione Nazionale DoMuS di Trento nasce dallâ&#x20AC;&#x2122;esperienza della Cooperativa sociale â&#x20AC;&#x153;Tagesmutter del Trentino â&#x20AC;&#x201C; Il Sorrisoâ&#x20AC;?, fondata oltre dieci anni fa da Caterina Masè, oggi Presidente onoraria della stessa Associazione. La Domus sostiene e promuove in Italia lâ&#x20AC;&#x2122;esperienza delle Tagesmutter, cosĂŹ come conosciuta nel contesto europeo. Lâ&#x20AC;&#x2122;esperienza dellâ&#x20AC;&#x2122;Associazione DoMuS diffonde la valenza educativa della Tagesmutter in quanto tale ďŹ gura consente alle famiglie di afďŹ dare in modo stabile e continuativo i propri ďŹ gli a personale educativo appositamente formato che professionalmente, in collegamento con organizzazioni senza scopo di lucro, fornisce educazione e cura a uno o piĂš bambini di altri presso il proprio domicilio o altro ambiente adeguato ad offrire cure familiari.
Per chi è ancora interessata ad iscriversi al corso per diventare tagesmutter è ancora possibile farlo ďŹ no a sabato 8 novembre. Cooperativa Sociale Arkè onlus Via delle Terme, 76/R Ischia (Na) tel e fax 081.98.13.42 email: info@tagesmutterischia.it www.tagesmutterischia.it
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TERRITORIO ISCHIA IN 3P: PAESI, PAESAGGI & PERSONE
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i avvicina velocemente EXPO 2015 e giĂ sappiamo Rubrica di che sarĂ una kermesse Ambiente e importantissima del Agricoltura a cura settore agroalimentare dellâ&#x20AC;&#x2122;agronomo mondiale. Francesco Mattera Lâ&#x20AC;&#x2122;agricoltura è il settore produttivo su cui grava in massima parte il compito di soddisfare i bisogni alimentari dellâ&#x20AC;&#x2122;intero pianeta. Il tema della fame nel mondo, con al centro le angoscianti situazioni nei cosiddetti paesi del Terzo Mondo, giĂ si sa, troveranno grande spazio nella grande manifestazione milanese. Sicuramente si conosceranno tante novitĂ legate ai progressi compiuti dalla ricerca specializzata anche su questo fronte. Ovviamente non mancheranno le polemiche legate a vere o presunte degenerazioni dellâ&#x20AC;&#x2122;agricoltura intensiva mondiale che, ad esempio, porta avanti il discorso degli orga tanto chiacchierati e temuti OGM. Ma a fare da contraltare ci saranno senzâ&#x20AC;&#x2122;altro tantissime innovazioni provenienti dalla ricerca mondiale tradizionale che tenta in ogni modo di alleviare i problemi della fame nel mondo in maniera che potremmo dire â&#x20AC;&#x153;pulitaâ&#x20AC;?. Ma ovviamente ad EXPO 2015 i Â&#x201A; ! puntati sulle tantissime eccellenze dellâ&#x20AC;&#x2122;agricoltura italiana che tutto il mondo ci invidia. SarĂ sicuramente una passerella importantissima che potrĂ non solo confermare le posizioni di rilievo del nostro paese, ma soprattutto rilanciare la crescita e lo sviluppo della nostra agricoltura in tutti i sensi. Si spera infatti in una decisa inversione di tendenza, soprattutto dal punto di vista politico, che metta nella giusta luce, e quindi con unâ&#x20AC;&#x2122;attenzione non piĂš distratta e $ & ra nella costruzione della ricchezza nazionale (per intenderci il famoso PIL, Prodotto Interno Lordo). Quindi agricoltura non piĂš cenerentola dellâ&#x20AC;&#x2122;economia nazionale, ma protagonista assoluta dellâ&#x20AC;&#x2122;immagine, della capacitĂ produttiva, dello spirito di impresa di un paese che nella maniera piĂš assoluta non può piĂš sopportare lâ&#x20AC;&#x2122;umiliante condizione economica e sociale in cui oggi si dimena. I giovani troveranno, e dovranno saper cogliere mettendoci anche qualcosa di loro (la voglia di fare
soprattutto, lâ&#x20AC;&#x2122;entusiasmo e lâ&#x20AC;&#x2122;energia propria della verde etĂ !) occasioni importanti di occupazione, rovesciando lâ&#x20AC;&#x2122;odioso paradigma che lâ&#x20AC;&#x2122;agricoltura è lo sbocco obbligato per i meno capaci, i meno intelligenti, i meno intraprendenti! E le donne? Non mancano mai di stupire! Ed infatti i report degli osservatori specializzati riferiscono costantemente che sempre piĂš donne iniziano a guidare nuove imprese agricole e spessissimo con successo. E sono sempre loro che riescono a dare entusiasmo e coraggio ai loro uomini. SarĂ unâ&#x20AC;&#x2122;occasione piĂš unica che rara anche per il nostro Meridione. Regioni come Puglia, Basilicata, Sicilia ed anche la nostra avvilita Campania, potrebbero diventare veramente la California dâ&#x20AC;&#x2122;Italia. Eâ&#x20AC;&#x2122; vero, è semplice dir % ! M tutti i problemi e le criticitĂ che oggi attanagliano quelle regioni. Ma a mio giudizio lo sviluppo di questa parte cosĂŹ importante dâ&#x20AC;&#x2122;Italia è un fatto ineludibile. Non ci potrĂ esser ripresa economica se si prescinde dal nostro Meridione. Se Â&#x2122; le riforme e le manovre strutturali che lâ&#x20AC;&#x2122;attuale governo sta tentando di mettere in atto, seppure arrivassero al traguardo, sono tutte pia !! solo per la ripresa di quella parte della nazione giĂ sviluppata ancorchĂŠ avvilita dallâ&#x20AC;&#x2122;attuale congiuntura economica. Non sarebbe quindi una ripresa per lâ&#x20AC;&#x2122;intera nazione, con il Sud ancora al palo. Condizione inaccettabile e non desiderabile per nessun italiano, forseâ&#x20AC;Ś! Ma, caro lettore, starai avendo la tentazione di chiederti cosa centra tutto questo discorso con il titolo che hai letto in testa a questo mio ennesimo scritto su Kaire? Forse non hai tutti i torti. Ma in veritĂ un di fartene afferrare il capo. Quando a Milano ci sarĂ EXPO 2015, Ischia potrĂ esserci? E se la riposta è un si, cosa potrĂ rappresentare la nostra isola? Forse il vino, ma non è troppo poco? Ed anche il vino, pur con tutti i suoi pregi, può oggi dirsi pienamente rappresentativo del nostro territorio? O ci manca qualcosa, qualcosa che avremmo dovuto saper custodire e non siamo riusciti a farlo? Ecco, proverò a raccontarvi di alcune prodotti ischitani che si sono, per cosĂŹ dire, persi nella memoria degli ischitani.
COSE D Expo 2015 e prodotti tipici dellâ&#x20AC;&#x2122;agricoltura tradizionale ischitana
Dallâ&#x20AC;&#x2122;uva delle nostre schiappe non solo vino! Provate a immaginarvi la possibilitĂ di poter sfruttare una materia prima per ottenere non una, ma tante cose buone. Se parliamo di prodotti della terra, le conserve sono lâ&#x20AC;&#x2122;esempio migliore. Se per conserve intendiamo tutto quello che possiamo trasformare dallo stato fresco in modo da poterne spostare nel tempo il consumo, allora non si tratta solo della classica conserva di pomodoro, ma anche le confetture, la frutta, i legumi e gli ortaggi secchi , e cosĂŹ via dicendo. Ecco, dallâ&#x20AC;&#x2122;uva, oltre al vino, cosa si può ottenere, e soprattutto ad Ischia cosa si otteneva un tempo e cosa si ottiene ancora oggi ,ammesso e non concesso che tale operazione venga ancora compiuta? Ebbene, chi non conosce la tradizione agricola ischitana, potrebbe uscirsene con un Boh! , sconsolante. Per fortuna invece qualcuno ricorda ancora i tempi in cui vi era una ricchezza e una varietĂ di produzioni notevoli in tal senso. Passiamoli in rassegna questi prodotti e intessiamoci intorno delle piccole storie.
Il vino acinato, il sorriso, il vino cotto, le pernecchie. La vendemmia principale, quella che riempie i fusti e le botti, è terminata. Inizia la vendemmia minore, quella che porterĂ sulla tavola di Natale un vino prezioso e ricercato, lâ&#x20AC;&#x2122;acinato! Sullâ&#x20AC;&#x2122;aia della cantina è riunita tutta la famiglia, compresi i nonni, e qualche vicino volenteroso (piĂš spesso uno o piĂš vicine!). Lâ&#x20AC;&#x2122;uva è pronta ad essere spennata (per similitudine con quanto si fa con i polli!) a mano, ovvero sgranata acino per acino dai loro raspi. Eâ&#x20AC;&#x2122; stata, lâ&#x20AC;&#x2122;uva, per almeno 10 giorni sullâ&#x20AC;&#x2122;astico della cantina, adagiata ordinatamente sulle nasselle di ginestra e coperta di notte con cinnerali (panni di sacco) sbiancati nel corso di decine di bucati (a culat(a)), per non fargli prendere lâ&#x20AC;&#x2122;umido della notte. A vendemmia il bravo contadino aveva segnalato con pendagli di stracci colorati o con semplici legature di foglie secche di canna (e pempen(e)) lâ&#x20AC;&#x2122;uva eletta per lâ&#x20AC;&#x2122;acinato. Era la piĂš bionda e dolce di biancolella, forastera, arilla, don Lunardo, qualche vite di malvasia e, se ce nâ&#x20AC;&#x2122;era in abbondanza di uva Romana, e altre ancora. Se lâ&#x20AC;&#x2122;acinato doveva essere rosso, allora alla bianca si univa lâ&#x20AC;&#x2122;u-
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I PAESE
! fosse replicata. Tuttâ&#x20AC;&#x2122;altro! Il Sorriso non era una storia di Ischia, e nemmeno di Barano, o di Casamicciola e Lacco Ame R di Serrara Fontana e Forio, dove nella sua preparazione. In comune con lâ&#x20AC;&#x2122;acinato, almeno nei contadini piĂš doviziosi, vâ&#x20AC;&#x2122;era la selezione dellâ&#x20AC;&#x2122;uva nel vigneto e un leggero !! " ! & tura e il restringimento del mosto al fuoco lentissimo della caurara /2Â&#x203A; ! ! /2 mosto fresco, per arrivare a 25 litri B ! concentrato si univa tanto mosto ! & me originario. Nel nostro esempio /2 O ! o in piccola botte (un quartaruolo, una varrecchia, un varrillo) oppure nelle damigiane di vario volume. " mature si arrivava a concentrazioni & La Caurara dove avviene il restringimento del mosto cosa innescava una fermentazione molto lenta e lunga, che però ad un Nassella di Ginestra dove veniva messa l'uva e posizionata sull'astico della cantina ! ! & vaso per eliminare le fecce depositatosi ,si bloccava! Ecco che era va tintore (da noi chiamata impro- legno impostati nella cantina. La Â&#x160; Â&#x2030; priamente Barbera!), e chi lâ&#x20AC;&#x2122;aveva & dolce, di colore ambrato, denso e aggiungeva la guarnaccia, la canna- to ed il motivo era semplice, il pas- corposo, con un bellâ&#x20AC;&#x2122;aroma speziamela e lâ&#x20AC;&#x2122;uva pane nera. Riempita la saggio nelle mani degli acini ricchi " Â&#x2C6; ! Â&#x2018; cantina di vino ordinario ci si po- di zuccheri favoriva la moltiplica-  ! & zione dei lieviti nella massa e la mente buono, ovviamente, e poi occupazioni , per cosĂŹ dire, piĂš ri- " & ! ! Â&#x2C6;Â&#x160; ! lassanti. Lâ&#x20AC;&#x2122;uva veniva raccolta con no, divenuto eccellente cantiniere, avesse lâ&#x20AC;&#x2122;animo un poco triste, il delicatezza per non farla schiaccia- cospargeva il tutto con una bella ! & re e deposta accuratamente prima caurara (caldaia) dello stesso mosto ! ! $ & nelle cofanelle ! che a fuoco basso si era ridotto di canto un bel sorriso, appunto â&#x20AC;Ś ! nei pressi della cantina, sulle nassel- almeno un terzo, per cuocere i cuoc- Il Sorriso di Olimpia, la famiglia Iale. Seduti sui tinelli di legno rove- coli (la vinaccia) e cosĂŹ arrotondare cono alias Morzariello, al Ciglio per sciati, in gruppetti di due o tre, si il gusto del vino. Che profumi si % sgranava lâ&#x20AC;&#x2122;uva facendo cadere gli spandevano nellâ&#x20AC;&#x2122;aria! La loro scia provare, â&#x20AC;Ś per credere! acini in un altro tinello tenuto al si avvertiva anche in lontananza e Altra eccellenza ischitana provecentro, e ognuno faceva attenzio- rallegrava in anticipo cuori e pala- niente dalla nostra meravigliosa ne a scartare acini guasti o secchi o ! ! uva delle schiappe ischitane, è il
! $ & V ! VINO COTTO. In effetti non cinato. Intanto si chiacchierava, si !
& è un vero vino, ma piuttosto un raccontavano fatti, si scherzava, deva a rimestare spesso la massa in si ridevaâ&#x20AC;Ś, il tutto cadenzato dal fermento, si passava alla facile e ra- Z % sbatacchio dei raspi sulla parete pida torchiatura ed il mosto veniva & interna del tinello per far cadere trasferito nei quartaruoli ( botticella % anche le piĂš piccole gocce di pre- di 125 litri circa) e nelle damigiane. che si ottiene dallâ&#x20AC;&#x2122;uva intera privata zioso mosto. Con lâ&#x20AC;&#x2122;va tintore le " mani nude divenivano rosse, ma via via raddoppiati: il primo dopo nessuno se ne preoccupava, era un 2 giorni, il secondo dopo 4 giorsegno distintivo che ci avrebbe ac- Â&#x20AC; ! ? compagnato per diversi giorni e he $ ! M nemmeno il succo limone riusciva ! @ ! a togliere del tutto. Man mano gli V ! $ acini venivano passati con la pi- avrebbe fatto esultare le tavole di giatrice a rulli in uno o piĂš tini di ! % " &
dei vinaccioli. Il vino cotto è altra Â&#x160; @
% cui si unisce la madre o la suocera, insomma lâ&#x20AC;&#x2122;universo femminile V il bravo contadino nella sua veste ' & sioni!) cantiniere, deve soddisfare la voglia di buono di tutta una famiglia, come allargata a parenti, amici, gente degna di riguardo e di & sionale compratore, o persone che
! & rissimo e prezioso nettare (vedete Â&#x160;7 si attrezza: Se lâ&#x20AC;&#x2122;uva vendemmiata è tutta bella matura e dolce al punto % ! & ta. Apre il roce del palmento allâ&#x20AC;&#x2122;atto di ammuttare, e preleva il giusto piĂš nobile di prima spremitura. Lo raccoglie nella caldaia di rame e inizia a riscaldarlo, ma senza premu ! Â&#x2C6; $ ! % in parallelo alle operazioni di cantina sulla vendemmia grande. Quindi mentre si ammutta e si torchia, di tanto in tanto si da unâ&#x20AC;&#x2122;occhiata alla caldaia. Si rinfocola con nuova legna, si schiuma la feccia e gli acini che vengono a galla, si raschia il cercine di sporco che si deposita sulle pareti della caldaia, e cosi via @ fuoco deve essere lento ed il bollore non tumultuoso, per cui vâ&#x20AC;&#x2122;è bisogno di ciocchi di legna doppia. Y ! Â&#x160; B & sto deve ridursi ad un terzo. Lo si versa nei migliori tinelli di legno di ! ' Â&#x2122; è importante !) e lo si lascia freddare coperto da un panno pulito. Questa è incombenza delle donne! @ Â&#x2C6; % ! Allora i lunghi bottiglioni della devozione ! & ! venivano usati per donare il vino nuovo alla parrocchia allâ&#x20AC;&#x2122;atto della svinatura autunnale o primave U vino cotto. Certamente non adatto
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TERRITORIO
Vendemmia a Serrara Fontana 1940
Sa-vinnenna
a bersi, ma da usarsi in casa come dolciume si! Quando non era facile avere caramelle , cioccolata e altre cose del genere, ecco per i bambini la fetta di pane spalmata con vino @ ! e messi al forno diventano anco ! M R cocò impiastricciati di v. c. prima del caldo del forno. E se andiamo nellâ&#x20AC;&#x2122;agrodolce, alla vigilia di Natale il baccala fritto ( senza impanatura!) e poi cosparso direttamente nel piatto da vino cotto, provatelo, e non rimarrete delusi ! Ma veniamo ad usi un poco piĂš particolari : un neonato prende la ratta in bocca (stomatite dal fungo Candida albicans7 tadino e servizievole cantiniere, ma alla donna di casa: â&#x20AC;&#x153; mi dai un poco di vino cotto per curare il bambino? â&#x20AC;?. A queste necessitĂ pensavano le donne di casa del contadino di cui dicevamo prima. Mentre se era il ! ! ! ! ! Â&#x2C6; $ % ! arruffato e smorto, in preda ad una tossicosi intestinale o alla perdita
del suo prezioso vino cotto per tentare di salvare la bestia, e spesso se non sempre ciò avveniva , non senza una riconoscenza a mani piene del pastore. Spero â&#x20AC;&#x201C;carissimi lettori- di non avervi annoiati, ma % venuto di certo! Voglio spendere ancora due parole sullâ&#x20AC;&#x2122;uva. Cosa erano queste pernecchie? V usato questo desueto vocabolo ! @ quanto, lâ&#x20AC;&#x2122;avrete capito, questo affannarmi a scrivere su KAIRE ser ! parire del tutto dal nostro parlato. Un giorno- mettiamo tra trentâ&#x20AC;&#x2122;anni - qualcuno avrĂ in mano una ! Â&#x153; T <J
@ ! ! Z Â&#x160; Sempre il nostro bravo contadino (attenzione caro lettore, può esse nonno, o tuo padre, zio, fratello , ! ! Â&#x2C6; sono ben affondate nella tradizione agricola di questâ&#x20AC;&#x2122;isola !) prima della vendemmia giĂ sapeva dove stavano le viti adatte. Se erano di
biancolella tanto meglio, e se erano di biancolella masculiata (acinellata, ovvero con radi acini grandi e tanti acini piĂš piccoli) ancora di piĂš per Â&#x2C6; cire. Le pernecchie erano in effetti degli spezzoni di tese (due tralci di vite intrecciati tra loro e tesati da un palo allâ&#x20AC;&#x2122;altro del vigneto, lungo $ in 7 buon numero di grappoli grosso modo equidistanti tra loro. Veniva periore ad un metro, e con tutto il corredo di verdi foglie, appese sotto il portico della cantina, o della na. Li lâ&#x20AC;&#x2122;uva si asciugava lentamente e conservava gran parte del suo Z ! ! Â&#x2C6; la perdita di acqua era lenta e non totale, ma acquistava una consistenza semisecca e incrementava la sua dolcezza. A Natale, quando dai fruttivendoli non si trovava certamente uva fresca, come oggi, era un degno complemento della frutta secca, noci e nocciole, e delle castagne. Nel prossimo numero di Kaire proverò a parlarvi di altri prodotti dimenticati.
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iano Liguori è un pianoro che si estende a circa 300 metri sul li$ FXUD vello del mare, in cui GHO SURI vigneto e castagneto, Giuseppe piante aromatiche e coSollino niglio selvatico sono integrati alla presenza dellâ&#x20AC;&#x2122;uomo, che
mici da una natura ricca e generosa, ma ha attraversato con gioia la propria esistenza. Il viaggio nella natura che ci accingiamo a compiere si svolge interamente intorno allâ&#x20AC;&#x2122;altura del Monte Vezzi (398 m.s.l.m.) contornato da castagneti e vigneti e arrichito dalla Macchia Mediterranea soprattutto nelle aree libere da coltivazione e nel lato costiero che si staglia sul mare col promontorio di San Pancrazio. Dopo la disastrosa e violenta eruzione avvenuta nel 1302 nella parte Nord Orientale dellâ&#x20AC;&#x2122;isola e che dal Borgo collinare # '" ta Molina) la vita riprese ad Ischia. Alla ricerca di nuovi insediamenti, lontano dal corso di lava ancora fumante, la zona alta del comune di Ischia nel 1397 diventa un ridente borgo agricolo coltivato a vigneto e a ortaggi e conosciuto col nome di Monte di Campagnano. Ancora oggi il vino e i prodotti della terra di Campagnano e delle sue alture sono di elevato pregio e di assoluto interesse gastronomico. Itinerario Partiamo dalla piazzetta di Campagnano dominata dalla chiesa del 1600 e dedicata alla Madonna dellâ&#x20AC;&#x2122;Annunziata. Imbocchiamo la stradina a gomito sulla destra prima di arrivare in piazza e che conduce dopo poche centinaia di metri a CĂ Mormile, proseguiamo senza indugi, affrontando una lunga scalinata lastriata con blocchi di rocce vulcaniche. Durante la salita si aprono allo sguardo panorami indimeticabili come la zona collinare del Montagnone e la fascia costiera del Porto di Ischia. Il sentiero si fa piĂš ripido e da lontano scorgiamo la famosa croce di ferro di Piano Liguori, caratterizzata dalla sobrietĂ della stuttura che porta
PIANO LIGUORI Campagnano - Comune di Ischia
Viaggio nel
PIANETA ISCHIA i sentieri svelati saldati gli attrezzi del lavoro dei campi: una scala, un martello e le forbici. Da qui prendono origine vari sentieri: quello di fronte conduce verso il pianoro centrale da cui è possibile osservare tutta lâ&#x20AC;&#x2122;area costiera continentale e lâ&#x20AC;&#x2122;isola di Capri immerse nellâ&#x20AC;&#x2122;azzurro del mare. Dopo esserci immessi in uno dei tanti sentieri ci fermiamo in una cantina risalente al XVI secolo scavata nel tufo (roccia sedimentaria di origine vulcanica) dove grandi botti conservano il carateristico vino che si mantiene fresco anche durante le assolate estati isolane. Dopo aver attraversato il piano tutto coltivato a vigneto, ci ritroviamo in un sentiero stretto che si snoda tra Acacie e Ginestre: sotto di noi lâ&#x20AC;&#x2122;abitato di Campagnano sembra una miniatura. Intanto, arriviamo in uno slargo dove la nostra attenzione è catturata da una costruzione in stato di abbandono con particolari architettonici molto interessanti: è la Torre di Campagnano. Molto probabilmente nei secoli scorsi esisteva un centro di avvistamento delle navi saracene che arrivavano dal basso Tirreno. Infatti, dallo slargo antistante il fabbricato si può osservare un panorama davvero stupendo che abbraccia tutto il Golfo di Napoli a partire dalla Penisola Sorren-
! R $ di Procida. Ancora il Castello Aragonese, dove le genti di Ischia si rifugiavano durante le incursioni dei saraceni, sembra vicinissimo e, ciò, avvalora lâ&#x20AC;&#x2122;ipotesi di avvistamento â&#x20AC;&#x201C; oltre che di rifugio - che le Torri, disseminate nel territorio dellâ&#x20AC;&#x2122;intera isola, svolgevano nei secoli passati. Il sentiero continua in discesa, scavato nel Tufo, cosĂŹ come nel Tufo sono scavate delle tane molto grandi per lâ&#x20AC;&#x2122;allevamento del Coniglio allo stato selvatico: sono i caratteristici â&#x20AC;&#x153;Fuossiâ&#x20AC;? dove le carni del Lagomorfo acquistano un sapore ed un aroma particolare â&#x20AC;&#x201C; il Coniglio da fossa o di fosso che dir si voglia è presidio â&#x20AC;&#x153;Slow foodâ&#x20AC;?- Proseguiamo rapidamente, ma non senza osservare bellissime piante selvatiche come gli Anemoni, le Viole, i Ciclamini e le Ginestre dai O ! ! ai profumi della Primavera un suo contributo del tutto particolare con " La strada è ora in discesa ed è ben sistemata, anche se presenta una serie di curve e di pendenze accentuate. Rapidamente arriviamo ad un gruppo di case; in una di queste scorgiamo delle donne anziane, ma anche giovani ragazza intente a lavorare pazientemente la /9 ; ,,
VALORI DEL PERCORSO Î ,GHQWLW¢ GL XQ DJULFROWXUD LQWHJUDWD DO WHUULWRULR (TXLOLEULR WUD OH ULVRUVH QDWXUDOL H OR VIUXWWDPHQWR DJULFROR Î 3DWULPRQLR DUFKLWHWWRQLFR GHOOH FDVH UXUDOL H GHOOH FDQWLQH Î 7UDGL]LRQL FRQWDGLQH Î / DUWH GL UHJLPDUH OH DFTXH , ODYRUL GL ULFDPR H GL LQWUHFFLR Î /D FXFLQD WUDGL]LRQDOH Durata del percorso: RUH Difficoltà : (OHYDWD Prtenza e arrivo: )UD]LRQH GL &DPSDJQDQR
per farne cestini e contenitori che laimentano una forma di artigiana ! colo scorso. O <= T lizzata in Viticoltura principalmente per legare le piante ai tutori e per avvolgre gli innesti, ricavata da una " := ! R ria della costa orientale dellâ&#x20AC;&#x2122;Africa. Su un tetto notiamo dei Fichi messi ad asciugare al sole e che costituiranno la riserva energetica invernale per chi lavora nei campi. Una volta essiccati i Fichi ven ! ! ! pressati in uno spiedo ottenuto dai rametti di Mirto, alternandoli con foglie di Alloro dal profumo intenso e gradevole. Dopo circa un chilometro condotto ad andatura piĂš spedita, ci ritroviamo in una zona molto suggestiva detta â&#x20AC;&#x153;il Monteâ&#x20AC;?, dove ci imbattiamo in una serie di ristoranti e â&#x20AC;Ś.rientriamo in una strada asfaltata che percorriamo rapidamente. PiĂš avanti arriviamo nella piazzetta di Campagnano dominata dalla bella Chiesa dellâ&#x20AC;&#x2122;Annunziata. Ci fermiamo per osservare di fronte a noi la collina di Monte Vezzi e Piano Liguori lĂ dove il verde si confonde con lâ&#x20AC;&#x2122;azzurro del cielo.
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on lâ&#x20AC;&#x2122;aiuto di Don Camillo dâ&#x20AC;&#x2122;Ambra impareggiabile archivista e storico del patrimonio A cura di documentaristico delAntonio Lubrano la nostra isola è stato possibile conoscere cosa conservava, dai secoli passati, il vecchio archivio diocesano, sulla vita e la morte, ma piĂš la morte degli antichi pescatori ischitani periti in mare con gozzi mal fermi e poco attrezzati per vincere le avversitĂ della natura quando questa si dimostra inclemente. Nomi e cognomi, etĂ e provenienza dalle varie localitĂ $ ! ed anche di nonni ancora in grado di uscire in mare e contribuire col lavoro duro e spesso pericoloso, al sostentamento della famiglia. Ma anche mortalitĂ in terra fra incidenti e condanne per misfatti puniti. La lista nera è lunga ed impietosa ed elenca uomini conosciuti allâ&#x20AC;&#x2122;epoca del vecchio Borgo di Celsa di Ischia Ponte, come di Forio, Lacco Ameno, Testaccio. Un pensiero personale sul nostro mare bello e cattivo che quando si ci mette non perdona ce lo fornisce in sintesi il nostro stesso Don Camillo che si esprime cosĂŹ: â&#x20AC;&#x153;Se il mare potesse parlare rivelerebbe â&#x20AC;&#x153;che tesore tene â&#x20AC;&#x2DC;nfunneâ&#x20AC;?, quante sue vittime custodisce, quanta storia nasconde nel suo immenso ed inesplorato archivio. Lâ&#x20AC;&#x2122;ischitano ama il mare, perchè è fonte di vita, ragione prima dellâ&#x20AC;&#x2122;esistenza di una comunitĂ marittima, ma lo teme anche. Eâ&#x20AC;&#x2122; un amico, certo, perchĂŠ ti procura il pane per vivere, ma è un @ ne a Ischia dâ&#x20AC;&#x2122;estate tornandosene a casa porta con sĂŠ il ricordo di un mare sempre blu e liscio come lâ&#x20AC;&#x2122;olio, perchĂŠ cosĂŹ lâ&#x20AC;&#x2122;ha visto e ritiene fortunati quelli che nellâ&#x20AC;&#x2122;isola sono nati e vivono. Questi, però, che hanno sperimentato tante volte la < Â&#x201A; nostri lidiâ&#x20AC;? ed apporta lutti e danni ingenti, non indulgono tanto facilmente ad un amore cosĂŹ idilliaco con una creatura cosĂŹ allettante, Â&#x2122; ! Parole sante, come santo è il per modesta fatica informativa. Ecco la piĂš antica notizia di morte in mare: il 27 febbraio 1597 muoiono affogati per lâ&#x20AC;&#x2122;affondamento della loro barca Geronimo De Laurienzo di Campagnano, Giovan Angeko Boffa, Giovan Vincenzo Di Sca-
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LA STORIA SIAMO NOI
la e Leonardo De Ruggiero. Non nĂŠ detto altro. Quasi certamente erano pescatori che sâ&#x20AC;&#x2122;erano spinti troppo al largo e furono fagocitati dalla tempesta. Il 10 dicembre 1797 morĂŹ a Ponza, ove era andato per la pesca Giovan Battista Storino, vedovo di Arcangela Petrellese. In agosto 1802 presso lâ&#x20AC;&#x2122;isola del Giglio in Toscana, per naufragio morĂŹ Giuseppe Raffaele Cinque di Domenico e di Marianna Di Meglio nato a Ischia il 14 maggio 1788. Il 27 febbraio 1794 morĂŹ nel mare di Sardegna Antonio Agostino dâ&#x20AC;&#x2122;Ambra di Francesco Antonio e Luisa di Paola di 22 anni, insieme ancora morirono un fratello di Antonio, Giuseppe Cristoforo Nicolaniello Pinto di Gioacchino e Rosa Serra, marito di Francesca Califano di 40 anni. Il 27 febbraio 1794 morĂŹ per naufragio Antonio Agostino di Franscescantonio e di Lucia De Paula, nato a Ischia lâ&#x20AC;&#x2122;11 agosto 1772. Il 28 agosto 1797 morĂŹ a Tunisi ove era andato con il suo bastimento Nicola Colonna di Francesco e di Restituta Califano, nato a Ischia lâ&#x20AC;&#x2122;8 giugno 1738 fu fatto schiavo a Tunisi ed ivi morĂŹ il 29 agosto 1797. Quando arrivò a Ischia la notizia della morte per fu riconosciuta da due ischitani che erano stati anchâ&#x20AC;&#x2122;essi schiavi a Tunisi, ma erano riusciti a tornare a Ischia piĂš Giacomo Lallo e un marinaio Nicola Colonna. Il 30 dicembre 1807 morĂŹ naufrago nel mare di Civitavecchia il pescatore Francesco Del Pirno di 38 anni, marito di Maddalena Cane. Nel libro dei morti della Parrocchia di Santa Barbara di Ischia, è registrato dal Rettore della detta Parrocchia Don Sulpizio Fernando, Protonotario Apostolico e Primicerio del Capitolo il proditorio attentato e la susseguente morte di suo nipote trentenne, Claudio. ISCHITANI ASSASSINATI Come è impressionante il numero delle vittime del mare, cosĂŹ forse anche di piĂš, è quello delle vittime della violenza. Trascriviamo dal libro dei morti dellâ&#x20AC;&#x2122;archivio diocesano nomi di persone paesane assassinate e il giorno dellâ&#x20AC;&#x2122;avvenuto omicidio: Lanfreschi Costanza vedova di Colella Canetti il 23 ottobre 1658; Guarnieri Santo di Prospero il 15 dicembre 1658; Mormile Medea detta â&#x20AC;&#x153;la cecataâ&#x20AC;? il 30 novembre 1660 uccisa per caso da un suo garzone; Onorato
Ischia Ponte dalla marina dei pescatori
Aperto il libro de del â&#x20AC;&#x2DC;600 e â&#x20AC;&#x2DC;700 isc
Pescatori di ischia anni '50
Giuseppe di Risillo o Risullo lâ&#x20AC;&#x2122;8 dicembre 1660; Cervera Melchiorre il 17 settembre 1661; Pignatelli Fabrizio il 26 gennaio 1662; Cervera Giacomoantonio il 6 febbraio 1662; Rossi Sallustio il 21 maggio 1663; Bassi Francesco il 16 ottobre 1661; Mellusi Aurelia vedo B 6H novembre 1661; Pesce Francesco K2 6HHKÂ&#x201C; B Zenobia di Sigismondo il 14 aprile 1658; Buono Antonio di Micco il 2 ottobre 1658; Mellusi Pancrazio il 25 marzo 1666; Bruno Giulio (nativo di S.Sosio di Calabria) il 3 marzo1667; Castagna Teresa moglie di Alfonso de Bottis il 24 dicembre 1668; Sacerdote Francesco De Luca lâ&#x20AC;&#x2122;8 gennaio 1678; Iacono Antonio marito di Lucrezia Pennillo il 6 gennaio 1679; Nicolella Francesco, soldato lâ&#x20AC;&#x2122;8 gennaio 1678; Bassi Carlo, chierico il 10 gennaio 1680; Coppa Giovan Battista da Forio, ucciso a Villa dei Bagni, lâ&#x20AC;&#x2122;attuale Porto dâ&#x20AC;&#x2122;Ischia, il 14 aprile 1686; Mancusi Giovanna detta Cuanna (uxoricidio) uccisa dal marito Francesco Amodio il 6 febbraio
Pescatori
1682; Spera Martino Nicola il 16 aprile 1686; Sacerdote Francesco Sasso di Carlo il 29 dicembre 1693; Giovan Antonio Sasso il 29 dicembre 1693; Cugimolo Giovanni, forestiero, il 13 aprile 1695; Luogo Antimo Pietro di S.Antimo dâ&#x20AC;&#x2122;Aversa lâ&#x20AC;&#x2122;8 maggio 1697; Schiano Giovan Battista, marito di Monica Santoro lâ&#x20AC;&#x2122;11 febbraio 1698; Farese Francesco di Felice e di Mattera Castagna il 20 maggio 1699; Dâ&#x20AC;&#x2122;Attorre Francesco di Mares e di Angela Petrellese, ragazzo di 9 anni, fu trovato morto a mare sotto il Castello (omicidio o disgrazia?); Esposito Farese Giovanni di Â? Â? B Tremaglia ragazzo di 17 anni, forse su una barca, fu ucciso presso Ventotene; Migliaccio Nicola di Cesare, anni 22, ucciso a Fontana il 5 agosto 1719; Lauro Santo Antonio Pasquale di Francesco e di Emiliana Scotti, di anni 25 di Villa dei Bagni; Malvasi Pietro, calabrese soldato al servizio del Governatore di Ischia il 18 aprile 1720; Iacono Crescenzo, di Barano ucciso a Campagnano il 20 maggio 1747;
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LA STORIA SIAMO NOI
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DON CAMILLO LO STORICO, Lâ&#x20AC;&#x2122;ARCHIVISTA Dâ&#x20AC;&#x2122;ECCEZIONE
Don Camillo allo scorso convegno diocesano con il direttore di Kaire Lorenzo Russo e il vicario don Agostino Iovene
i defunti hitano Tragedie in mare e a terra. A Campagnano lâ&#x20AC;&#x2122;assassina di un bambino condannata alla forca. Con don Camillo Dâ&#x20AC;&#x2122;Ambra nei segreti dellâ&#x20AC;&#x2122;archivio diocesano. B Z # &
/ Â&#x17E; 66 H 6Â&#x17E;/* & ! Â R Â @ ! & ! ' & " V V 66 ! K/ 7 Y ! ! & $ @ ! KH T < $ & !! Â R ! V +? 6Â&#x17E;/* O$ & V B B 6Â&#x; ! 6Â&#x17E;2HÂ&#x201C; # B 6H + ! 6Â&#x17E;//Â&#x201C; U V +Â&#x17E; J !! 62 6Â&#x17E;K2Â&#x201C; R ~ O @ K6 # & 62 6Â&#x17E;2/Â&#x201C; R Z ++ # / 6Â&#x17E;6Â&#x;â&#x20AC;Ś
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& Â? Â ! & A cura di $ Â B & Michele ! Dâ&#x20AC;&#x2122;Arco $ V !! ! !! & ! @ $ B & ! ! ! # Â&#x2122; V ! & ! O & U ! $B ! J ! ! ! ! ! : & ! U B " & : $ ! & % ! ! ! ! & ! $ 6Â&#x;Â&#x;? $ ! <@ # & $ & U ! & = > $@ $@ ! Â Z ! " Â Â&#x201C; < $% ! Â&#x20AC;B & ! ! Â&#x20AC; $
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SANTI E DEFUNTI
LA FESTA DI â&#x20AC;&#x153;TUTTI I SANTIâ&#x20AC;?
Che la vita eterna sia desiderabile F
â&#x20AC;&#x153;Eternoâ&#x20AC;? suscita lâ&#x20AC;&#x2122;idea dellâ&#x20AC;&#x2122;interminabile, del ripetitivo che annoia. Invece, deve tornare ad essere un annuncio, capace di orientare lâ&#x20AC;&#x2122;esistenza terrena, la vita quotidiana. Lâ&#x20AC;&#x2122;eternitĂ sarĂ il momento â&#x20AC;&#x153;dellâ&#x20AC;&#x2122;immergersi nellâ&#x20AC;&#x2122;oceano dellâ&#x20AC;&#x2122;inďŹ nito amore, nel quale il tempo â&#x20AC;&#x201C; il prima e il dopo â&#x20AC;&#x201C; non esiste piĂšâ&#x20AC;?. Un tuffarsi in Dio, cosĂŹ da essere sopraffatti dalla gioia
orse nessuna festa come quella di â&#x20AC;&#x153;Tutti i Santiâ&#x20AC;? o nessun ricordo come A cura di quello della CommemoMarco razione dei defunti ponDoldi gono davanti a ciascuno la domanda seria: dove andremo dopo questa vita? O, piĂš radicalmente: câ&#x20AC;&#x2122;è qualcosa dopo la morte? I credenti hanno ricevuto su questo una parola certa, cui U insegna che cosa aspettare con gratitudine. Lâ&#x20AC;&#x2122;attesa di un dopo è inscritta nel cuore di ognuno: $
! tutto con questa vita; sente di aspirare a qualcosa di piĂš. Certamente, non riusciamo ad immaginare come deve essere in realtĂ la vita dopo la morte, ma sentiamo che câ&#x20AC;&#x2122;è. Qualcosa in noi lo testimonia, lo attesta. Non è frutto della nostra immaginazione, ma piuttosto è la prova che Dio ha messo nel cuore dellâ&#x20AC;&#x2122;uomo la nozione dellâ&#x20AC;&#x2122;eternitĂ (cfr. Qoelet 3,11). SĂŹ Dio, dopo aver creato nel mondo bella ogni cosa, ha posto nellâ&#x20AC;&#x2122;uomo la chiamata a qualcosa di piĂš. S. Agostino a questo proposito ha scritto â&#x20AC;&#x153;câ&#x20AC;&#x2122;è dunque in noi, per cosĂŹ dire, una dotta ignoranzaâ&#x20AC;? (Lettera a Proba). Da soli non sappiamo che cosa ci sia dopo questa vita, ma siamo cer-
ti che qualcosa ci sia. Questo qualcosa è quello che noi chiamiamo â&#x20AC;&#x153;vita beataâ&#x20AC;? o â&#x20AC;&#x153;vera vitaâ&#x20AC;?. â&#x20AC;&#x153;La vera vita è quella â&#x20AC;&#x201C; dice ancora S. Agostino â&#x20AC;&#x201C; al cui confronto questa nostra, da noi tanto amata, per quanto piacevole e lunga, non merita dâ&#x20AC;&#x2122;essere chiamata vitaâ&#x20AC;?. E, ancora: lâ&#x20AC;&#x2122;unica vera vita, la sola beata è â&#x20AC;&#x153;il poter contemplare, immortali per lâ&#x20AC;&#x2122;eternitĂ e incorruttibili nel corpo e nello spirito le delizie di Dioâ&#x20AC;?. Lâ&#x20AC;&#x2122;uomo è stato creato per questa beatitudine e si realizza pienamente solo cosĂŹ. Ecco perchĂŠ i beni terreni possono essere di conforto, ma non offrono al cuore dellâ&#x20AC;&#x2122;uomo la pienezza che solo quelli eterni possono dare. Sbaglia lâ&#x20AC;&#x2122;uomo quando considera le ricchezze, le sicurezze umane, gli onori, i piaceri come la propria realizzazione. Questi possono esserci, ma si possono anche perdere; se ci sono, devono servire come mezzi per compiere il bene agli altri. Si confonde lâ&#x20AC;&#x2122;uomo quando considera i beni materiali ! ! za, come se questi offrissero la vita beata. No questa sta altrove! Cerca lâ&#x20AC;&#x2122;uomo la vita vera, la vita beata? Ecco è il punto. Dio ha messo nel cuore dellâ&#x20AC;&#x2122;uomo il pensiero e il desiderio dellâ&#x20AC;&#x2122;eternitĂ , ma questi talvolta sembrano ormai spenti.
Forse a motivo di una cattiva comprensione del concetto stesso di eternitĂ . Essa sarebbe un continuo susseguirsi di giorni del calendario, ! $ le nostre attivitĂ e relazioni. Basti pensare che il paradiso viene talvolta presentato come una continuazione materiale di questa vita, come il luogo dove le famiglie si riuniscono al sicuro per sempre. <U % ! Â&#x201C; â&#x20AC;&#x153;eternoâ&#x20AC;? suscita lâ&#x20AC;&#x2122;idea dellâ&#x20AC;&#x2122;interminabile, del ripetitivo che annoia. CosĂŹ, lâ&#x20AC;&#x2122;annuncio della vita eterna per molti è divenuta unâ&#x20AC;&#x2122;informazione, che può essere messa accanto alle tante che si possiedono su svariati argomenti. Invece, deve tornare ad essere un annuncio, capace di orientare lâ&#x20AC;&#x2122;esistenza terrena, la vita quotidiana. Lâ&#x20AC;&#x2122;eternitĂ sarĂ il momento â&#x20AC;&#x153;dellâ&#x20AC;&#x2122;immergersi $ $ quale il tempo â&#x20AC;&#x201C; il prima e il dopo â&#x20AC;&#x201C; non esiste piĂšâ&#x20AC;? (Spe salvi, 12). Questo momento, giorno che non tramonta, è la vita in senso pieno; un tuffarsi in Dio, cosĂŹ da essere sopraffatti dalla gioia. SarĂ lo sve $ del Padre. Se è questa, la vita eterna torna ad essere desiderabile!
Câ&#x20AC;&#x2122;è un cimitero in fondo al mare Sul fondo del Mediterraneo giacciono migliaia di vite umane affondate insieme alla speranza, mentre cercavano di raggiungere se non la terra promessa, almeno un approdo sicuro. Proviamo ad â&#x20AC;&#x153;adottareâ&#x20AC;? un defunto ignoto: un pensiero, una preghiera.
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olo a settembre, nel giro di tre drammatici giorni, per mille salvati si sono A cura di contati quasi altrettanti Emanuela dispersi, un bilancio in Vinai tragico disavanzo, fatto di morti affogati di cui spesso non si saprĂ nulla, senza identitĂ e senza storia. Scomparsi senza nome, senza una tomba su cui piangerli, come i soldati di due guerre mondiali che dormono nei campi di grano e papaveri. Oggi non câ&#x20AC;&#x2122;è chi canta i migranti che riposano sul fondo del mare, vittime di una guerra non combattuta, fuggiti dai conÂ&#x201A; ! per mano dei mercanti di uomini. Il 3 ottobre del 2013 al largo di Lam-
pedusa è affondata unâ&#x20AC;&#x2122;imbarcazione proveniente dalla Libia: 366 morti, 20 dispersi, 155 superstiti. Un anno dopo, le immagini girate dal fotoreporter Francesco Zizola, ci restituiscono la straziante e muta testimonianza di ciò che è accaduto, di quel che rimane, con la nave adagiata a 50 metri di profonditĂ sul fondale sabbioso, giocattolo abbandonato spezzato da un gigante fanciullo. In fondo, si dice, gli sbarchi continuano, chissĂ quanti affondano e non lo sappiamo, e poi sono giĂ tanti qui che non sappiamo piĂš cosa farcene. Che importa di chi è morto? Non lo conoscevamo. â&#x20AC;&#x153;Ci siamo abituati alla sofferenza dellâ&#x20AC;&#x2122;altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affa-
re nostro â&#x20AC;&#x201C; ha detto Papa Francesco proprio a Lampedusa â&#x20AC;&#x201C;. La globalizzazione dellâ&#x20AC;&#x2122;indifferenza ci rende tutti â&#x20AC;&#x2DC;innominatiâ&#x20AC;&#x2122;, responsabili senza nome e senza voltoâ&#x20AC;?. Il 2 novembre, ogni famiglia si appresta a ricordare i â&#x20AC;&#x153;suoiâ&#x20AC;? morti e a onorarli con una visita al camposanto e unâ&#x20AC;&#x2122;invocazione piĂš intima, piĂš profonda. Un rito di amore per non dimenticare chi non câ&#x20AC;&#x2122;è piĂš ma non cessa di essere presente. E allora, proviamo ad â&#x20AC;&#x153;adottareâ&#x20AC;? un defunto ignoto: un pensiero, una preghiera. Come il piatto in piĂš che su tante tavole si mette per lâ&#x20AC;&#x2122;angelo, per lâ&#x20AC;&#x2122;ospite inatteso, perchĂŠ anche nel cimitero piĂš silenzioso câ&#x20AC;&#x2122;è sempre una campana che rintocca.
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ECCLESIA
FRANCESCO E CHIARA Membra vive e operanti del corpo mistico di Cristo
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IL SANTO DELLA SETTIMANA
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apa Francesco continua a descrivere in modo dettagliato cosa è la Chiesa. Nellâ&#x20AC;&#x2122;udienza generale A cura del 22 ottobre scorso sviluppa il dellâ&#x20AC;&#x2122;Ordine tema della Chiesa come Corpo Francescano Secolare di Cristo: la Chiesa è viva perchĂŠ di Forio câ&#x20AC;&#x2122;è lo Spirito di Dio, lo Spirito del Risorto. Tutti noi che facciamo parte del Suo Corpo mistico siamo membra attive, lâ&#x20AC;&#x2122;uno al servizio e a so $ & ne e nellâ&#x20AC;&#x2122;amore. â&#x20AC;Ś Bisogna apprezzare nelle nostre comunitĂ i doni e le qualitĂ degli altri. San Francesco dâ&#x20AC;&#x2122;Assisi e in particolare Santa Chiara sono stati autentici esempi di santitĂ nel ! ! spirituali lâ&#x20AC;&#x2122;atteggiamento giusto che il vero discepolo di Cristo deve assumere nei confronti del prossimo, apprezzandone le qualitĂ . Santa Chiara scrisse a riguardo alla beata Agnese di Praga: ÂŤ Per avvalermi delle parole medesime dellâ&#x20AC;&#x2122;Apostolo, ti stimo collaboratrice di Dio stesso (1 Cor 3,9) e sostegno delle membra deboli e vacillanti del suo ineffabile Corpo Âť ( 3 LAg 8:2886). Ă&#x2C6; la medesima vocazione di Francesco. La comunione dei santi rende il Corpo mistico di Cristo unito, senza ferite, senza gelosie e divisioni, ognuno compensa le $ $ ! vicendevole. Ancora alla beata Agnese, Chiara scrisse: ÂŤ Chiara, umilissima e indegna ancella di Cristo e serva delle Donne Povere, tanto piĂš respiro di esultanza nel Signore, perchĂŠ !! alle imperfezioni che sono in me e nelle altre
sorelle nella nostra imitazione degli esempi di GesĂš Cristo povero e umile Âť ( 3 LAg 4:2884).  ! gregge che lâ&#x20AC;&#x2122;altissimo Padre, per mezzo della parola e dellâ&#x20AC;&#x2122;esempio del beato padre nostro Francesco, generò nella sua santa Chiesa. Per la quale cosa, piegando le ginocchia e inginocchiandomi profondamente, anima e corpo, â&#x20AC;Ś tutte le mie sorelle Âť (TestsC 46,44:2841) . Allo stesso modo anche San Francesco voleva che il suo Ordine fosse lo specchio dellâ&#x20AC;&#x2122;unitĂ della Chiesa di Cristo. Questi due grandi santi avevano capito che il peccato personale aveva un enorme peso per la vita della Chiesa, per questo si esortavano a vicenda nel rimanere il piĂš possibile fedeli al cammino di perfezione. Infatti Santa Chiara esorta: ÂŤ E perciò noi che siamo entrate nella via del Signore, guardiamoci di non abbandonarla mai, per nostra colpa o negligenza o ignoranza. Recheremmo ingiuria a cosĂŹ grande Signore, â&#x20AC;Ś a tutta la Chiesa trionfante ed anche alla Chiesa di quaggiĂš Âť (TestsC 74-75:2851). Papa Francesco conclude ricordandoci di non esaltarci come il fariseo nei confronti del pubblicano, ma suggerisce: â&#x20AC;&#x153;Ricordati dei tuoi peccati, di quelli che nessuno conosce e vergognati davanti a Dioâ&#x20AC;?. San Francesco nelle sue Ammonizioni similmente ricorda: ÂŤBeato il servo, che non si ritiene migliore, quando è onorato e esaltato dagli uomini, di quanto è ritenuto vile e semplice e disprezzato; poichĂŠ lâ&#x20AC;&#x2122;uomo quanto vale davanti a Dio, tanto vale e non di piĂš Âť (FF 169).
6 NOVEMBRE San Leonardo, abate eonardo nacque in Gallia al tempo dellâ&#x20AC;&#x2122;imperatore Anastasio da nobili franchi, amici del re Clodoveo che volle fargli da paA cura di drino al battesimo. In gioventĂš Francesco riďŹ utò di arruolarsi nellâ&#x20AC;&#x2122;esercito Schiano e si mise al seguito di S. Remigio, arcivescovo di Reims. Avendo questi ottenuto dal re di poter chiedere la liberazione dei prigionieri che avesse incontrato, anche Leonardo, acceso di caritĂ , chiese e ottenne lo stesso favore e liberò, di fatto, un gran numero di questi infelici. Diffondendosi la fama della sua santitĂ , egli riďŹ utata la dignitĂ vescovile offertagli da Clodoveo si diresse a Limoges; attraversando la foresta di Pavum soccorse la Regina sorpresa dalle doglie del parto. La preghiera del santo le concesse di superare i dolori e di dare alla luce un bel bambino. Clodoveo riconoscente gli concesse una parte del bosco per ediďŹ carvi un monastero. Il Santo costruĂŹ un oratorio in onore della Madonna e dedicò in altare in onore di S. Remigio; scavò poi un pozzo che si riempĂŹ miracolosamente dâ&#x20AC;&#x2122;acqua e al luogo diede il nome di nobiliacum in ricordo della donazione di Clodoveo. Il Santo sarebbe morto il 6 novembre di un anno imprecisato, nella metĂ del VI secolo. San Leonardo è protettore della ComunitĂ Parrocchiale di Panza.
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Campagna contro il razzismo Famiglia Cristiana, Avvenire e Armando Testa (agenzia di comunicazione italiana) in collaborazione con la Fisc e sotto il patrocinio di Camera e Senato stanno promuovendo unâ&#x20AC;&#x2122;iniziativa di comunicazione sociale attraverso una campagna pubblicitaria su temi di rilevanza sociale legati allâ&#x20AC;&#x2122;attualitĂ , con lâ&#x20AC;&#x2122;obiettivo di promuovere una cultu e fornire uno strumento cognitivo-emotivo di aiuto alla crescita personale e sociale. La campagna è stata presentata alla Camera dei Deputati giovedĂŹ 23 ottobre alla presenza della Presidente della Camera Onorevole Laura Boldrini. Il tema è quello del NO ALLA DISCRIMINAZIONE - Chiave di comunicazione: â&#x20AC;&#x153;il rispetto verso il non-ugualeâ&#x20AC;?: La campagna fa emergere lâ&#x20AC;&#x2122;impatto distruttivo della discriminazione che attraverso il linguaggio colpisce in modo grave il suo bersaglio stimolando una
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ARTE E LITURGIA
Commento al Vangelo
Domenica 2 novembre 2014 XXXI Domenica del Tempo Ordinario - Anno A
C
ari amici, la commemorazione dei fedeli defunti il 2 novembre ebbe origine nel sec. X nel monastero A cura di benedettino di Cluny. Papa BeSac. Cristian nedetto XV, al tempo della prima Solmonese guerra mondiale, giunse a concedere a ogni sacerdote la facoltĂ di celebrare ÂŤtre messeÂť in questo giorno: ÂŤLa liturgia cristiana dei funerali è una celebrazione del mistero pasquale di Cristo Signore. Nelle ! & porati per il battesimo a Cristo morto e risorto, passino con lui dalla morte alta vita e, de ! $ con i santi e gli eletti nel cielo, mentre il corpo aspetta la beata speranza della venuta di Cristo e la risurrezione dei mortiÂť. La celebrazione di questa domenica infatti ci proietta in questa linea. Non è celebrazione di morte nĂŠ di ricordo di cose, eventi e persone che furono, ma è celebrazione della Pasqua, celebrazione della vita. La liturgia è tutta pervasa dalla speranza del â&#x20AC;&#x153;domaniâ&#x20AC;?, del â&#x20AC;&#x153;giorno del Signoreâ&#x20AC;?. Il formulario della celebrazione eucaristica presenta in questa domenica tre formulari con tre brani Evangeli diversi. Ă&#x2C6; bella questa ricchezza della parola di Dio che ci conduce per mano in questo giorno verso la speranza poichĂŠ sappiamo tutti che in questo giorno il nostro cuore è piĂš fragile ripensando a storie, volti, ferite e ricordi dei nostri cari. I brani dei Vangeli proposti sono: Gv 6,37-40, Mt 25,31-46 e Mt 5,1-12a. Essi rispondono ad una grande paura che sempre attanaglia il cuore umano: perchĂŠ proviamo timore davanti alla morte? Accanto a questa do $ parte, mai si è rassegnata a credere che di lĂ della morte non vi sia semplicemente il nulla. Direi che le risposte sono due: abbiamo timore davanti alla morte perchĂŠ abbiamo paura del nulla, di questo partire verso qualcosa che non conosciamo, che ci è ignoto. E allora $% ! Â&#x2C6; ! & siamo accettare che tutto ciò che di bello e di % $ & stenza, venga improvvisamente cancellato, cada $ abbiamo timore davanti alla morte perchĂŠ, quando ci condotto la nostra vita, soprattutto su quei punti $ !! ! & muovere o tentiamo di rimuovere dalla nostra coscienza. In un certo senso i gesti di affetto, di amore che circondano il defunto, sono
un modo per proteggerlo nella convinzione che essi non rimangano senza effetto sul giu V ! $ % ! ! suoi morti e ha cercato di dare loro una sorta $ $ @ & re la loro esperienza di vita; e, paradossalmente, come loro hanno vissuto, che cosa hanno amato, che cosa hanno temuto, che cosa hanno sperato e che cosa hanno detestato, noi lo scopriamo proprio dalle tombe, davanti alle quali si affollano i ricordi. Esse sono quasi uno spec O $ questa domenica è forte e pieno di speranza. Dai Vangeli di questa domenica possiamo trarre tre versetti che accompagnano il cristiano a fare un cammino di fede. Gv 6,39: â&#x20AC;&#x153;Questa è la volontĂ di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo $ Â&#x201C; R +/ */T <@ & tĂ io vi dico: tutto quello che non avete fatto a ! M ! $ meâ&#x20AC;?; Mt 5,12: â&#x20AC;&#x153;Rallegratevi ed esultate, perchĂŠ grande è la vostra ricompensa nei cieliâ&#x20AC;?. Questi tre versetti racchiudono il cammino di speranza che siamo chiamati a fare in questo giorno. Il versetto del Vangelo di Giovanni ci apre a due dimensioni: la prima è la volontĂ del Padre. % $ T cercare sempre e dovunque la volontĂ del Padre. Questa volontĂ ha un progetto preciso: il Figlio non deve perdere nulla di quello che gli è stato Z % essere perduto. Questa espressione richiama le pagine antico-testamentarie della creazione del mondo quando Dio creando il celo e la terra â&#x20AC;&#x153;vide che era cosa buonaâ&#x20AC;? (Gn 1,3), richiama la benedizione di Dio dopo il diluvio â&#x20AC;&#x153;Non maledirò mai piĂš il suolo [â&#x20AC;Ś] ne colpirò mai piĂš ogni essere viventeâ&#x20AC;? (Gn 8,21) e richiama soprattutto il Figlio di Dio che innalzato sulla croce attira tutto a se, tutto il creato, tutto il cosmo e anche me stesso (Gv 12,32). In ciò che il # ! $% mia vita, ci sono le mie giornate. Nelle foto che $% ! $% ! & sa del Signore: non andrĂ perduto nulla; la mia $ O garanzia di questa promessa è proprio la resurrezione di GesĂš che noi celebriamo ogni domenica. Il secondo Vangelo dischiude ancora % $ & contro con il Signore. Se è vero che il Signore
attira tutto a se, nella nostra vita niente deve essere scontato perchĂŠ in ogni cosa, in ogni situa $% ! V Z $ ! < $ di ogni gesto e di ogni parola. Siamo protesi a cercare il Signore in ogni situazione, in ogni fratello; nel giudizio questo viene reso ancora piĂš chiaro perchĂŠ siamo faccia a faccia con colui che era velato nel volto dei fratelli. Questo brano biblico è un incoraggiamento a â&#x20AC;&#x153;saperâ&#x20AC;? vivere. Il Signore ci richiama a non sprecare il tempo nĂŠ la vita; a non sprecare i nostri giorni ! egoistiche; la vita va vissuta in pieno servizio $B Â&#x201C; ! $ Â&#x201C; di cui parla il Vangelo di Matteo al cap. 25 giĂ ! $ ogni giorno. J ; +
ci mostra il volto della santitĂ ordinaria, il volto di coloro che sono sepolti nel â&#x20AC;&#x153;campo-santoâ&#x20AC;?. Amo questa espressione perchĂŠ rivela la realtĂ del messaggio. In questa terra sono sepolti i volti dei nostri santi come usava chiamare San Paolo i fratelli delle comunitĂ ; ci sono i santi che non avranno mai un processo di canonizzazione ma davanti a Dio risplendono di luce divina e pregano per noi. Sono i volti dei nostri parenti, degli amici, di coloro che hanno vissuto la santitĂ ordinaria: sono i miti, i misericordiosi, gli operatori di pace, coloro che soffrono. Tutti siamo chiamati a questo percorso di santitĂ con la forza di Cristo che ha incarnato per primo le beatitudini; tutti possiamo essere santi in colui che ci da la forza. E questo deve essere il nostro impegno sorretti dalla preghiera dei nostri cari, sorretti dalla comunione dei santi che professeremo in questa domenica recitando il Credo. Concludo Â&#x201A; ! & role: Buon cammino di santitĂ a tutti!
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ARTE E LITURGIA
Apparve una moltitudine immensa G
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T O A cura di ÂŁÂŁ " Ernesta ! V Â&#x160;¤¤ '6 ~ Mazzella K 67 O ! $ ! T ÂŁÂŁZ $ V % !! ! ! Â&#x2C6; Â&#x2122; %¤¤ ! ! ! $ T < ! ! % ! '6 ~ K +&K7 @ ! $ ~ M ! ! ! $ V ! T < M $@ 'B! Â&#x17E; +7 O$ & M % ! $ ~ ÂŁÂŁ ! !! ! ! ! J ! $B &
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Andrea Di Bonaiuto, cappellone degli Spagnoli
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MUSEO DIOCESANO DI ISCHIA SEZIONE ARTE SACRA PALAZZO SEMINARIO Via Seminario, n° 26 - Ischia Apertura: LunedĂ â&#x20AC;&#x201C; mercoledĂ - venerdĂ dalle ore 10-00 alle 13-00
KAIROS C.S. ONLUS, editore del settiamale
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1 novembre 2014 www.chiesaischia.it
MISSIONI
SOLO PER AMORE
Suor Bianca abbraccia la piccola Gabriela in Romania
Elisa Fangareggi
A conclusione dellâ&#x20AC;&#x2122;ottobre missionario, la parrocchia di Fiaiano ha vissuto un weekend in compagnia di Elisa Fangareggi, fondatrice dellâ&#x20AC;&#x2122;Associazione Times4Life, in prima linea nella difesa di bambini vittime della guerra in Siria, Nicaragua, Benin e Romania
E
lisa, ha 33 anni, è mamma di tre bellissime bambine, faceva lâ&#x20AC;&#x2122;avA cura di R Giuseppe a due anni e mezzo fa, Galano aveva una vita tranquil deciso di lasciare quello che stava facendo per dedicarsi ai poveri, ai sofferenti, a coloro che sono costretti a vivere in guerra e a patire la fame. Insieme ad un gruppo di volontari soccorre le vittime Â&#x201A; !! 2011. Lâ&#x20AC;&#x2122;aiuto pratico si è concretizzato in raccolte di medicinali e generi di prima necessitĂ destinati soprattutto ai bambini che muoiono continuamente per la fame. Tutto è cominciato da un semplice
! se il primo ed ultimo ma lĂŹ ha vissuto unâ&#x20AC;&#x2122;esperienza fortissima che lâ&#x20AC;&#x2122;ha profondamente cambiata. Ha visto cosĂŹ tanta sofferenza nei bambini vittime della guerra e da quel momento i suoi continui viaggi sono diventati la sua missione. @ Â&#x2122; ! sti guerra e povertĂ colpiscono so! ! lâ&#x20AC;&#x2122;innocenza, il diritto ad unâ&#x20AC;&#x2122;infanzia normale, alla vita. Uccisi dai combattimenti, dalle malattie, dalla fame, usati come scudi umani dallâ&#x20AC;&#x2122;esercito o sfruttati in lavori estremamente usuranti. Per lei non è facile lasciare conti ! raggiungere luoghi cosĂŹ pericolosi. La sua vita è dedicata agli ultimi, a coloro che vivono nella miseria, bimbi che a due-tre anni il piĂš delle volte sono soli perchĂŠ i genitori sono stati uccisi dalle bombe. Â? altri posti come lâ&#x20AC;&#x2122;Africa o la Roma-
viaggi in Benin, uno stato poverissimo dellâ&#x20AC;&#x2122;Africa, dove i bambini hanno come unica attivitĂ quella di spaccare pietre. Trascorrono sedici ore al giorno nelle cave a rompere pietre per 5 piccoli, spesso con mani deformate, pieni di infezioni e con problemi alla vista dovuti a questa attivitĂ molto pericolosa per la loro etĂ che il piĂš delle volte è inferiore a dieci anni. Con occhi molto teneri ed un viso sciuto un bellissimo bambino, aveva tre anni e pesava soltanto otto chili. Di lui si occupava la sorellina di otto anni che con la sua dolcezza donava al fratellino un amore da madre; questi bimbi avevano perso entrambi i genitori. La maggior parte dei bambini oltre a non avere cibo non ha vestiti e nemme ! nare scalzi nel fango e nei terreni ! ! ! fole costerebbero solo un euro, e questo basterebbe a salvare loro la vita perchĂŠ camminare a piedi nudi nel fango provoca loro infezioni e malattie molto gravi. In queste terre cosĂŹ povere le mamme quando partoriscono non hanno assoluta volontari si occupa di mettere a disposizione delle mamme pacchi contenenti pannolini e tante altre cose che servono ad evitare infezioni ai neonati. Con un dolce sorriso ci parla della gioia piĂš grande che ha vissuto, il suo piĂš grande traguardo, Gais, un meraviglioso bambino letteral-
!! trovò Gais in un campo profughi ni di vita. Il piccolo era stato colpito alla mano da una scheggia di una bomba e ciò aveva provocato in lui una gravissima infezione che lo avrebbe rapidamente portato @ le. Con enorme coraggio lâ&#x20AC;&#x2122;ha messo in uno zainetto e in piena notte
! ! ! J ~ ! no perchĂŠ non volevano registrare il decesso di un profugo. Un ospedale accettò il piccolo ma lui stava sempre peggio, le cure non funzionavano. I medici credevano fosse malato di leucemia ma cosĂŹ non era. Dopo alcuni mesi, lâ&#x20AC;&#x2122;ha portato a Roma, dopo essere stata arresta ! % so 20 luglio a portarlo allâ&#x20AC;&#x2122;ospedale Bambino GesĂš di Roma dove per fortuna i medici sono riusciti a curare questo stupendo bambino. Dopo un mese ha fatto il trapianto di midollo dalla sorellina e adesso $ simo traguardo per tutti. Oggi il piccolo vive a Roma con la famiglia, è stato dimesso dallâ&#x20AC;&#x2122;ospedale anche se dovrĂ essere tenuto sotto controllo dai medici. Altra esperienza molto forte ci riporta in Africa. In alcuni stati poverissimi i bambini sono costretti ad andare nelle discariche in cerca di cibo. $ ! viamo talmente nel benessere che siamo abituati a buttare gli alimenti e questi bimbi invece per sopravvivere vanno in questi posti pericolosissimi per la loro salute. Qui
attendono lâ&#x20AC;&#x2122;arrivo dei camion che scaricano il loro contenuto e trascorrono intere giornate nutren @ zano al massimo per distribuire cibo a quanti piĂš bambini possibile e a mandarli a scuola. Grazie allâ&#x20AC;&#x2122;aiuto di tante persone tutto questo è possibile. Con un euro al giorno per questi piccoletti è possibile preparare un piatto con riso, pollo, verdure ed un dolcino a latte. Questi bimbi giĂ sono orfani, non hanno nulla e non possono patire anche la fame. @ = ! ed aiuta Suor Bianca che ha accolto nella sua casa famiglia tanti bambini, alcuni orfani, altri maltrattati, ognuno con una storia peggio dellâ&#x20AC;&#x2122;altra. La suora tra mille cura ma soprattutto dona sorrisi e tantissimo affetto. La loro prima necessità è il cibo. Dâ&#x20AC;&#x2122;inverno le temperature sono molto basse, si arriva a -35 gradi. Quando le temperature sono cosĂŹ basse è fondamentale non piangere altrimenti le lacrime diventerebbero ghiaccio Y il suo cuore resta in quei posti pieni di sofferenza, il suo pensiero è sempre rivolto ai bambini, alle loro tremende sofferenze. In loro vi è GesĂš. Per lei lâ&#x20AC;&#x2122;unico modo per sopravvivere è programmare la prossima ! trascorrere poco tempo ma sente che questo è il modo migliore per trasmettere loro determinati valori che altrimenti non riuscirebbe a V$ dellâ&#x20AC;&#x2122;Associazione non ha bisogno di altre spiegazioni â&#x20AC;&#x153;Chi salva una vita salva il mondo interoâ&#x20AC;?.
1 novembre 2014 kaire@chiesaischia.it
LIBRI
TEMPO LIBERO
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Chiesa in uscitaâ&#x20AC;Ś Ecumenica
A cura di don Vincenzo Avalloneo
Non prego solo per costoro (i Dodici), ma anche per coloro che crederanno in me, mediante la loro parola: perchĂŠ tutti siano una sola cosa, come tu, o Padre, sei in me, ed io sono in te; siano anchâ&#x20AC;&#x2122;essi in noi una cosa sola, perchĂŠ il mondo creda che tu mi hai mandato (Giovanni 17, 20-21). 1. â&#x20AC;&#x153;Non dobbiamo, però, dimenticare che ci sono tanti fratelli che condividono con noi la fede in Cristo, ma che appartengono ad altre confessioni o a tradizioni differenti dalla nostraâ&#x20AC;Śmi domando: come ci poniamo di fronte a tutto questo? â&#x20AC;Ś Siamo rassegnati o addirittura indifferenti a questa divisione? Oppure crediamo fermamente che si possa e si debba camminare nella direzione della riconciliazione? Sappiamo bene quanto stesse a cuore a GesĂš che i suoi discepoli rimanessero uniti nel suo amore ... ÂŤPadre santo, custodiscili nel tuo nome, quello che mi hai dato, perchĂŠ siano una sola
cosa, come noiÂť (Giovanni 17,11). Le ragioni che hanno portato alle fratture e alle separazioni possono essere le piĂš diverse: dalle divergenze su principi dogmatici e morali o su concezioni teologiche e pastorali differenti, ai motivi politici â&#x20AC;Ś Ă&#x2C6; un dolore ma ci sono divisioni, ci sono cristiani divisi â&#x20AC;Ś Tutti però abbiamo qualcosa in comune: tutti crediamo in GesĂš Cristo, il Signore. Tutti crediamo nel Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo â&#x20AC;Ś In tutte le comunitĂ ci sono bravi teologi: che loro discutano, che loro cerchino la veritĂ teologica â&#x20AC;Ś ma lâ&#x20AC;&#x2122;importante è che noi camminiamo insieme, pregando lâ&#x20AC;&#x2122;uno per lâ&#x20AC;&#x2122;altro e facendo opere di caritĂ . Cari amici, andiamo avanti verso la piena unitĂ â&#x20AC;Ś Ci rincuori lâ&#x20AC;&#x2122;idea che Dio non può chiudere lâ&#x20AC;&#x2122;orecchio alla voce del proprio Figlio GesĂš e non esaudire la sua e la nostra pre Â&#x2C6; & ano davvero una cosa solaâ&#x20AC;?. (Papa
Francesco, Catechesi dellâ&#x20AC;&#x2122; 08.X.14) 2. Lâ&#x20AC;&#x2122;Ecumenismo è, o dovrebbe essere, semplicemente la modalitĂ , la forma dellâ&#x20AC;&#x2122;essere cristiani â&#x20AC;Ś unâ&#x20AC;&#x2122;unitĂ che " unâ&#x20AC;&#x2122;unitĂ plurale in cui le Chiese, da vere sorelle, si riconoscono e si pongono al servizio lâ&#x20AC;&#x2122;una dellâ&#x20AC;&#x2122;altra (Enzo Bianchi). Ă&#x2C6; una frase che il priore di Bose premette al libro di Brunetto Salvarani Non possiamo non dirci ecumenici (Gabrielli 2014). Questo libro, partendo dal protoscisma tra Chiesa e la Sinagoga ripercorre le fratture storiche del cammino ecumenico, dallo scisma tra la Chiesa dâ&#x20AC;&#x2122;oriente e la Chiesa dâ&#x20AC;&#x2122;occidente (1054) alla nascita della Riforma luterana (1517). Ma â&#x20AC;&#x201C; grazie a Dio â&#x20AC;&#x201C; sono tanti i segni di speranza allâ&#x20AC;&#x2122;interno delle Chiese, a partire dallâ&#x20AC;&#x2122;elezione di Papa Francesco a vescovo di Roma â&#x20AC;Ś (da Jesus, ottobre 2014 pag.92) 3. Quando il 13 marzo 2013, Jorge Mario Bergoglio si affaccia per la prima volta al balcone della Ba-
TEATRO: PREMIO AENARIA
TEATRO
Da Formia per incantare lâ&#x20AC;&#x2122;isola
silica di San Pietro, un vento nuo $ !
sulla Chiesa cattolica: merito forse di quel nome, Francesco, che nes ! assumere, o della semplicitĂ dei gesti e delle parole, o forse dei titoli usati. Bergoglio da quel 13 Â&#x2122; Â&#x2C6; sempre e solo come â&#x20AC;&#x153;vescovo di Romaâ&#x20AC;?, lâ&#x20AC;&#x2122;unico appellativo accettabile pure da ortodossi e luterani, Â&#x2122; & che la grande attenzione per lâ&#x20AC;&#x2122;ecumenismo (da Jesus, ottobre 2014 pag.86). Post scriptum: Ed Ischia a che punto sta nel cammino ecumenico? Sente di avere una vocazione innata per lâ&#x20AC;&#x2122;Ecumenismo? â&#x20AC;ŚCerto, negli ultimi anni si è fatto un grande cammino in questo settore â&#x20AC;Śma câ&#x20AC;&#x2122;è ancora tantissima strada da fare: partendo sempre dalla Parola di Dio e dal documento del Vaticano II Unitatis Redintegratio (Ristabilimento dellâ&#x20AC;&#x2122;unitĂ ).
EDICOLE DOVE POTER ACQUISTARE
La compagnia teatrale â&#x20AC;&#x153;Imprevisti e probabilitĂ â&#x20AC;? andata in scena sabato scorso al Polifunzionale di Ischia, ha lasciato senza ďŹ ato il pubblico
Ischia â&#x20AC;&#x201C; Ă&#x2C6; unâ&#x20AC;&#x2122;atmosfera onirica quella che si è vissuta sabato 25 ottobre nella sala teatrale del Polifunzionale dove, per la terza serata del Premio Ă&#x2020;naria, è andata in scena la compagnia â&#x20AC;&#x153;Imprevisti e probabilitĂ â&#x20AC;? con lo spettacolo dal titolo â&#x20AC;&#x153;Neapopuli. Errando nellâ&#x20AC;&#x2122;invisibileâ&#x20AC;?. Il gruppo, ben 10 gli attori in scena, ha letteralmente incantato il pubblico che sempre piĂš numeroso, ha scelto il teatro per trascorrere il proprio sabato sera. Sulla scena, per un unico atto, le sorti della cittĂ napoletana si mischiano con quelle di cittĂ fantasiose. Un narratore, lâ&#x20AC;&#x2122;attore Janos Agresti, le decanta sul palco diventando dâ&#x20AC;&#x2122;un tratto parte
di unâ&#x20AC;&#x2122;altra scena. Fantastiche le sorellastre di Cenerella guidate da una matrigna drag queen interpretata in un modo davvero unico da Raffaele Furno che, dello spettacolo, ha curato lâ&#x20AC;&#x2122;impeccabile regia. Incalzante il ritmo verbale, un mix tra italiano e dialetto che ben si confĂ al tipo di spettacolo e alla cittĂ che viene raccontata, che da cittĂ porosa quale è, ha sempre accolto un poâ&#x20AC;&#x2122; di ogni cultura. In un atto unico câ&#x20AC;&#x2122;è davvero tutto: il canto popolare, il ballo, la devozione religiosa e la tombola. Gli attori scendono in sala, offrono taralli al pubblico che applaude e dâ&#x20AC;&#x2122;un tratto lo spettacolo diventa itinerante. Ritorna poi il silenzio
e la voce degli attori prende il sopravvento, tammorre, nacchere e scetavaiasse, per infondere ritmo alla narrazione e per arrivare alla consapevolezza che câ&#x20AC;&#x2122;è un poâ&#x20AC;&#x2122; di Napoli in ogni cittĂ del mon B ! ogni migrante esprime una volta lontano dalla cittĂ : ha paura di perderla, ma forse lâ&#x20AC;&#x2122;ha giĂ perduta ogni volta che parla di qualche altra cittĂ . A sipario chiuso il pubblico applaude entusiasta gli attori che porteranno un ricordo di Ischia lontano da ogni stereotipo.
> Comune di Ischia Edicola di Piazza degli Eroi; Edicola di Ischia Ponte; Edicola al Bar La Violetta; Edicola di San Michele da Odilia; Edicola di Portosalvo > Comune di Casamicicola Terme Edicola di Piazza Bagni; Edicola di Piazza Marina; > Comune di Lacco Ameno Edicola al Bar Triangolo > Comune di Forio Edicola del Porto; Edicola di Monterone