Kaire n 46

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Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia

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CEI L’identikit del sacerdote nella prolusione del Card Bagnasco

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www.chiesaischia.it

SCUOLA Al salone dell’educazione di Genova idee alternative di autoriforma

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IMPRESA L’Inail ďŹ nanzia le imprese operanti nei settori dell’agricoltura e dell’edilizia

Una casa per Elena

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gli Ischitani non sarĂ certo sfuggita la A cura di vicenda che Enzo ha coinvolto i D’Acunto pazienti della struttura residenziale ex Villa Orizzonte, quando in una estate rovente, nonostante le molte manifestazioni, interpellanze, coinvolgimento degli organi di stampa e delle amministrazioni locali, sono stati comunque trasferiti dal 19 luglio scorso nell’ex pensione Villa Stefania di Casamicciola Terme. Questa struttura, risultando priva dei requisiti di agibilitĂ urbanistica-edilizia è stata oggetto di una ordinanza di sgombro da parte del Comune di Casamicciola Terme. Di risposta – come è noto - l’ Asl Na2 Nord ha fatto immediatamente ricorso al TAR della Campania per ottenere la sospensione di quel provvedimento, che è stato respinto da quest’ultimo in data 11 settembre 2014. Anche il ricorso al Consiglio di Stato da parte dell’ ASL al momento non ha prodotto i frutti sperati. Preoccupato dell’inattivitĂ delle amministrazioni locali su possibili alternative rispetto agli scenari possibili, il Comitato di Cittadinanza Attiva Isola d’Ischia ha lanciato una campagna esplorativa individuare altri locali abitativi idonei a sistemare i essere scongiurata l’ipotesi che gli utenti si trovino nella condizione di trovarsi senza una “dimoraâ€? Continua a pagina 9

ANNO 1 | NUMERO 46

â‚Ź 1,00

15 NOVEMBRE 2014

CASA DOLCE CASA Aiutiamo il Comitato di Cittadinanza Attiva Isola alla ricerca di una struttura alternativa a “Villa Stefania�

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KAIRE TERRITORIO

KAIRE TERRITORIO

IL CASO

PARROCCHIE

Cosa succede al nostro territorio dopo un incendio? Le conseguenze e i rischi

Istruzioni per fare un piennolo di pomodori e i ďŹ chi secchi

Padre Alex Zanotelli ci spiega perche’ la Regione Campania vuole privatizzare l’acqua

Le cresime a 36 giovani a San Leonardo Abate a Panza


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LA VOCE DI PIETRO

Noi siamo membra vive del Corpo di Cristo I TWEET DEL VESCOVO Dal 3 al 9 novembre > 3 NOVEMBRE Invitati alla Festa andiamo all'incontro della Vita senza anteporre nulla all'amore del Signore. Tutto è pronto! Ha fatto tutto Lui per noi! > 5 NOVEMBRE Siamo in tanti a dirci cristiani, ma lo siamo veramente? Signore GesĂš, facci tuoi discepoli! Come Maria! > 7 NOVEMBRE Donaci, Signore, i doni dello Spirito perchè capiamo che la nostra patria è nei cieli e di lĂ aspettiamo come salvatore il Signore GesĂš Cristo. > 8 NOVEMBRE Facci dono della Tua libertĂ , o Signore, per accogliere tutto come un dono del Tuo Amore e riconoscere che sei Tu la vera Ricchezza! > 9 NOVEMBRE Tu sei Padre e noi ti abbiamo preso per un padrone; ti doni a noi gratuitamente e noi abbiamo pensato di comprarti. Ăˆ la Chiesa il tuo Tempio.

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Il settimanale di informazione della Chiesa di Ischia Proprietario ed editore COOPERATIVA SOCIALE KAIROS ONLUS

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e c’è un luogo, una contrada, un tempio dove batte forte la A cura di devozione per la MaFrancesco donna della Libera Schiano sulla nostra isola questi è senz’ombra di dubbio il Santuario a lei dedicato nella Chiesa di San Carlo a Forio, nella contrada Cierco. LĂŹ i cuori dei

no l’omaggio della loro fede. La seconda domenica di novembre di ogni anno però ecco che quel culto si riaccende di entusiasmo sempre nuovo per rendere solennemente onore alla mamma di tutte le mamme. Mons. Lagnese si è unito anche quest’anno alla gioia della ComunitĂ Parrocchiale di San Vito, della Contrada Cierco e di tutti i foriani domenica scorsa 9 novembre celebrando l’Eucarestia domenicale nel giorno in cui la Chiesa tutta ha fatto memoria della Dedicazione della Basilica Lateranense. Presenti con lui anche il Parroco mons. Giuseppe Regine, il diacono Salvatore Nicolella e il P. Predicatore, padre Dino Tessari, oblato di Maria Immacolata. La Chiesa è immagine viva di Cristo, e tutti noi siamo membra vive di questo corpo; questa l’immagine che mons. Lagnese ha voluto lasciarci nella sua omelia, con un invocazione e uno sguardo speciale a Maria, tempio Santo del Signore GesĂš: “La Festa che celebriamo oggi potrebbe sembrarci apparentemente lontana da noi: la festa del giorno in cui fu consacrata al Signore la Chiesa del Ss.mo Salvatore e di San Giovanni Battista e S.Giovanni evangelista nel Laterano in Roma. Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia Codice ďŹ scale e P.Iva: 04243591213 Rea CCIAA 680555 - Prefettura di Napoli nr.11219 del 05/03/2003 Albo Nazionale SocietĂ Cooperative Nr.A715936 del 24/03/05 Sezione Cooperative a MutualitĂ Prevalente Categoria Cooperative Sociali Tel. 0813334228 Fax 081981342 info@kairosonline.it pec: posta.kairos@pec.it Registrazione al Tribunale di Napoli con il n. 8 del 07/02/ 2014

Costruita da Costantino all’indomani dell’editto di Milano, parliamo dunque del IV secolo d.C., una Chiesa che davvero sembra avere a che fare poco con noi e invece è una Chiesa che ci riguarda molto da vicino perchĂŠ quella è la “madre di tutte le Chiese dell’urbe e dell’orbeâ€? , della cittĂ di Roma e del mondo intero, perchĂŠ è la sede del Vescovo di Roma, è la sede di Pietro,la Chiesa del Papa, dalla quale Egli annuncia la Parola di Dio, celebra i Sacramenti e diventa fondamento dell’unitĂ per tutte le chiese sparse nel mondo. Ma la festa di oggi ci invita anche a chiederci: ma cosa è la Chiesa? Quando noi usiamo questa parola spesso la riferiamo ai luoghi di culto, ma la Chiesa prima di essere un luogo è una realtĂ viva; abbiamo ascoltato oggi nel Vangelo GesĂš che va nel tempio, e fa dei gesti strani che noi mai ci aspetteremmo: rovescia i tavoli dei cambiavalute, manda lontano coloro che vendevano colombi, fa una frusta con delle corde e caccia tutti via. Come mai avviene questo? Forse GesĂš è arrabbiato e incollerito per certi atteggiamenti che disonorano il tempio, dimora del Signore? Non è proprio cosĂŹ. Egli fa un gesto che va ad indicare una realtĂ , che re in rapporto con Dio bisognava entrare nel tempio fatto di mani d’uomo e addirittura ‘commerciare con Dio’: io offro nuovo rapporto con Dio che noi possiamo

Direttore responsabile: Dott. Lorenzo Russo direttorekaire@chiesaischia.it @russolorenzo

il quale lui è nostro Padre. ‘Distruggete questo tempio e io in tre giorni lo farò risorgere’, GesĂš ci fa capire che è Lui il alla sua Pasqua. Ma dove è oggi il corpo di Cristo? Il Corpo di Cristo è asceso glorioso al Cielo alla destra del Padre, ma di quel Corpo noi siamo le membra vive. Allora le Chiese fatte di pietra sono importanti ma solo perchĂŠ segno di un’altra Chiesa che è fatta di persone e come vogliamo che le Chiese di pietra siano belle, accoglienti e decorose, cosĂŹ le Chiese di persone devono essere sempre di piĂš Chiese belle, che fanno vedere e sentire questa

Maria è stato primo tempio del Signore ed è per questo immagine e modello della Chiesa, Madre della Chiesa, allora stamattina ci rivolgiamo a lei in maniera particolare invocandola con il titolo di Madonna della Libera perchÊ lei ci sia di modello nel costruire questa Chiesa, segno della Gerusalemme del Cielo. Chiediamo a Maria che ci liberi da tutti i fermenti di peccato, ci liberi da tutte quelle cose che

! Signore. Ognuno possa con il suo esempio, come Maria, diventare modello della Chiesa. La Madonna della Libera ci protegga ed interceda per noi!� Foto di Alessandra Caruso e Ilaria Castagliuolo

Redazione: Via delle Terme 76/R - 80077 Ischia kaire@chiesaischia.it | @chiesaischia facebook.com/chiesaischia @lagnesepietro

Direttore UfďŹ cio Diocesano di Ischia per le Comunicazioni Sociali: TipograďŹ a: Centro Offset Meridionale Don Carlo Candido srl Via Nuova Poggioreale nr.7 - 80100 direttoreucs@chiesaischia.it Napoli (NA) Progettazione e impaginazione: Gaetano Patalano per Cooperativa Sociale Kairos Onlus

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LA VOCE DI PIETRO

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Collaborate alla costruzione del tempio di Dio S

abato 8 novembre mons. Lagnese si è recato nella Chiesa Parrocchiale di S.Antonio abate in A cura di Ischia da poco restaurata per ceFrancesco lebrare l’Eucarestia in occasione Schiano della festa della Madonna della Libera, accolto dal parroco can. Don Giuseppe Nicolella: “Eccellenza reverendissima, ecco che questo tempio elevato giĂ quattro secoli fa in onore di S.Antonio abate in misura piĂš esigua dell’attuale, ampliato dalla fede e dallo zelo dei due sacerdoti zio e nipote Francesco Iacono, consacrato da S.E. Mons. Filippo Strofaldi e riaperto al culto dopo i restauri, si presenta come un tempio piccolo sia per una ComunitĂ molto numerosa, sia per l’affetto di questa porzione di questo popolo di Dio che stasera si mostra in tutti i suoi componenti, dai piĂš piccoli ai piĂš anziani per dare il benvenuto a lei che per la prima volta celebra l’Eucarestia in questa Chiesa parrocchiale. La circostanza è una delle piĂš belle perchĂŠ anche qui si venera la Madonna della libera; noi ischitani abbiamo accolto questo titolo si presume dalla terra d’Abruzzo e abbiamo iniziato ad invocare Maria, donna che libera perchĂŠ liberata. Ecco dunque che stasera vogliamo vivere con lei la vigilia di questa festa, una festa che liturgicamente è soppiantata dalla Dedicazione della Basilica Lateranense che però ci aiuta ancora di piĂš a comprendere una delle caratteristiche di Maria, che è Madre della Chiesa. Guardando alla Cattedrale di Roma possiamo chiedere alla Madonna di essere legati alla sua Chiesa non solo da affetto ma soprattutto da fedeltĂ e di spirito di servizioâ€?. Dopo il saluto del parroco due bambini hanno dato il loro benvenuto al Vescovo a nome di tutta la ComunitĂ . Mons. Lagnese ha ricambiato con gioia e nella sua omelia ha invitato la ComunitĂ di S.Antonio abate ad essere luogo privilegiato ed accogliente per sperimentare la presenza di Cristo: “La festa della Madonna della libera è questa sera per me occasione per incontrare questa ComunitĂ Parrocchiale. Siamo nei primi Vespri della Festa della Dedicazione della Basilica Lateranense.

Sembra un po’ strano che la Chiesa dedichi tutta questa importanza alla memoria di una dedicazione di una Chiesa che sta a Roma, del Ss.Salvatore e di S.Giovanni in Laterano. Eppure è una festa cosĂŹ importante tanto che la liturgia della 32a domenica del tempo ordinario le cede il posto. PerchĂŠ la Chiesa dĂ tutta questa importanza alla memoria di un fatto avvenuto tanti secoli fa, piĂš o meno all’indomani dell’editto di Milano, quando l’imperatore Costantino diede il permesso ai cristiani di professare liberamente la fede? La Chiesa di San Giovanni in Laterano è la Chiesa cattedrale della Diocesi di Roma, il cui vescovo è il Papa, che presiede nella caritĂ a tutte le Chiese del mondo, per formare l’unica Chiesa.. La Parola di Dio oggi ci consegna una bellissima catechesi sul senso della Chiesa. Che cos’è la Chiesa? Noi siamo abituati a pensare che la Chiesa sia il luogo dove si radunano i cristiani per pregare, ma c’è qualcosa di piĂš che emerge dalle letture che ci sono state offerte. Nel Vangelo abbiamo ascoltato un GesĂš che un po’ ci stupisce: entra nel tempio, fa una frusta di cordicelle e caccia tutti via, getta a terra i banchi dei cambiavalute e allontana i venditori di colombe. GesĂš ha fatto questo, non in un momento di rabbia e stanchezza come potrebbe capitare a noi, ma come vero e proprio gesto rivelatore, che vuole annunciare una realtĂ nuova che sta per nascere. GesĂš non si è arrabbiato per il caos di quel giorno e di tanti altri giorni, non è questo il senso del suo atteggiamento, Lui veniva a dire che si era ridotto il rapporto con Dio ad un semplice dare e avere! Avete ridotto il rapporto con Dio ad una compravendita, ma Dio non ragiona come voi sembra dirci GesĂš , che a volte ci serviamo di tanti stratagemmi per conquistarci la benevolenza di qualcuno. Dio è altro da noi, totalmente altro, Lui è un Padre buono che non ha bisogno che noi lo compriamo, che noi lo conquistiamo con le nostre preghiere: Lui ci ama a prescindere e ha dato la sua vita per noi. Il Signore chi chiama a venire da lui perchĂŠ vuole colmarci il cuore della Sua Grazia, perchĂŠ vuole che la nostra vita sia una benedizione come la vita di Maria.

GesĂš disse poco dopo il suo gesto: ‘distruggete questo tempio e io lo farò risorgere in tre giorni’; GesĂš parlava del tempio del Suo corpo. Ogni Chiesa dunque è segno del vero tempio che è GesĂš Risorto. La Chiesa è il corpo di GesĂš nel quale noi possiamo incontrare Dio e quel corpo oltre ad essere seduto in Cielo alla destra del Padre è formato da tutti noi, membra vive di Cristo. Stasera in occasione della festa della Madonna della # $ comunitĂ , che è parte della Chiesa di Ischia, sia davvero una ComunitĂ che collabori alla costruzione del Tempio di Dio. L’augurio che vi faccio è che questa sia una ComunitĂ bella, unita non solo al suo interno ma anche all’intera Chiesa di Ischia, e che sia per tutti coloro che vengono ad abbeverarsi, una vera ‘fontana del villaggiò; il vostro tempio restaurato sia il segno di una comunitĂ che vuole sempre piĂš rinnovarsi, diventare bella perchĂŠ tante persone possano sperimentare la bellezza dell’incontro con GesĂš e diventare a loro volta testimoni dell’Amore vero. Invochiamo la Madonna della Libera perchĂŠ ci venga in aiuto, lei primo tempio dove ha abitato il Signore, ci ottenga il dono di una Chiesa unita, compatta, che cresce nella SantitĂ e nell’Amoreâ€?. Foto di Andrea Di Massa


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CEI

ASSEMBLEA DELLA CEI

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ersone “capaci di scendere nella notteâ€? dei propri compagni di A cura di viaggio senza rimanere M. Michela preda del buio e perNicolaise dersi. Di accogliere e “toccareâ€? le ferite dei viandanti senza lasciarsi disintegrare. Di “accompagnareâ€? le storie degli uomini e delle donne tenendo sempre presente i propri limiti zia. Ăˆ un identikit dai tratti squisitamente relazionali, quella del sacerdote. A tracciarla è il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, nella prolusione con cui lunedĂŹ 10 novembre pomeriggio ad Assisi ha aperto la 67ÂŞ Assemblea dei vescovi italiani. Al centro dell’assise straordinaria il tema della vita e della formazione dei presbiteri. In una cultura che “parla di rapporti ma respinge i legamiâ€?, i vescovi italiani vogliono mettersi “idealmente attorno al tavolo di

# $ % sacerdote: “con realismo, accettando le gioie e i limiti che anche le famiglie vivono nel loro internoâ€?. E di famiglia il card. Bagnasco ha della prolusione: â€œĂˆ irresponsabile indebolirlaâ€?. Non sono mancati riferimenti a temi di stretta attualitĂ , come il lavoro - con la categoria sempre piĂš numerosa dei “rassegnati al non lavoroâ€? e la globalizzazione che rischia di “arricchire i ricchi e impoverire i poveriâ€? -, la cultura e la scuola, sempre piĂš tentata dalla “sirena tecnologicaâ€?. politicaâ€?, attraverso un’opera di ricostruzione simile a quella del Dopoguerra: allora, però, si trattava di ricostruire partendo dalle macerie materiali, oggi ci sono le “macerie dell’alfabeto umanoâ€?.

“Il sacerdote non è un solista del beneâ€? La vita e la formazione permanente dei presbiteri al centro della 67ÂŞ Assemblea generale della Cei ad Assisi. Il monito del card. Bagnasco nella prolusione: â€œĂˆ irresponsabile indebolire la famiglia, creando nuove ďŹ gure - seppure con distinguo pretestuosi che hanno l’unico scopo di confondere la gente e di essere una specie di cavallo di troia di classica memoria - per scalzare culturalmente e socialmente il nucleo portante della persona e dell’umanoâ€?. L’invito a “rifondare la politicaâ€?.

sono a servizio dei desideri degli adulti: sono i soggetti piĂš deboli e delicati, hanno diritto a un papĂ e a una mammaâ€?. Di qui l’importanza di far risuonare “la bellezza e l’importanza irrinunciabile del Vangelo del matrimonio e della famiglia, patrimonio e cellula dell’umanitĂ , costituita da un uomo e da una donna nel totale dono di sĂŠ; Chiesa domestica, grembo della vita, palestra di umanitĂ e di fede, soggetto portante della vita socialeâ€?. “Il nichilismo, annunciato piĂš di un secolo fa, si aggira in Occidente, fa clima e sottomette le mentiâ€?, ha ammonito il cardinale citando Nietzsche e le “Irresponsabile indebolire la fa- sue domande radicali sul senso

migliaâ€?. â€œĂˆ irresponsabile indebolire la prolusione, il cardinale è tornato a $ parlare di famiglia: “Si parla a volte seppure con distinguo pretestuosi di ‘familismo’ italiano: se gli eccesche hanno l’unico scopo di si non fanno bene in nessuna cosa, confondere la gente e di essere il forte senso della famiglia deve una specie di cavallo di troia di classica memoria - per scalzare culturalmente e socialmente il Preti controcorrente. nucleo portante della persona e Per tracciare un identikit del prete, dell’umanoâ€?. Ăˆ il monito iniziale il cardinale ha usato le parole ridel card. Bagnasco, che ha volte da Papa Francesco ai vescovi ribadito che “l’amore non è solo brasiliani, durante la Gmg di Rio. $ & ' “Serve una soliditĂ umana, cultusono oggetti nĂŠ da produrre nĂŠ rale, affettiva, spirituale, dottrinada pretendere o contendere, non leâ€?, ha proseguito, “per essere ca-

paci di predicare il Vangelo anche quando è controcorrente rispetto al pensare comuneâ€?. “Di fronte all’ora presente non ci lasciamo andare alla tentazione del lamento o del pessimismo, e neppure della ingenuitĂ acriticaâ€?, ha assicurato. Il prete è colui che “assume ogni singola umanitĂ con le sue storie e ferite, le porta a conoscenza, le valuta e le cura con l’aiuto della grazia, dell’accompagnamento, della vita spirituale, della fraternitĂ ! " vanti dalla diminuzione del clero o da altre situazioni dolorose le conosciamo, e le affrontiamo con la nostra responsabilitĂ di Pastoriâ€?, ha detto il cardinale. “Ma ciò non offusca per nulla la realtĂ del nostro clero che si dedica al proprio ministero accanto alla gente con ammirevole generositĂ . I poveri e i bisognosi, le famiglie e gli anziani, il mondo dei ragazzi e dei giovani sono la loro famigliaâ€?. I “rassegnati al non lavoroâ€?. “La disoccupazione non cenna a invertire la direzioneâ€?: bisogna fare “ogni sforzoâ€? perchĂŠ “il patrimonio industriale e professionale, di riconosciuta eccellenza, possa rimanere saldamente ancorato in casa nostraâ€? e contrastare il feno-

meno dei “rassegnati al non lavoroâ€?, che il lavoro non lo cercano piĂš. “Si sta perdendo una generazioneâ€?, il grido d’allarme del card. Bagnasco: “I poveri e i bisognosi - di ieri e di oggi - guardano con terrore una societĂ che corre e si allontana, rispetto alla quale loro non hanno piĂš il passo o non l’hanno mai avuto. La globalizzazione è forse destinata ad arricchire i ricchi e a impoverire i poveri?â€?. Rifondare la politica. “L’apprezzamento e l’impegno per la formazione e la cultura è lodevole e decisivo per una societĂ : e ci auguriamo che prosegua con decisione e concretezzaâ€?. Ăˆ la parte della prolusione dedicata alla politica, nella quale il cardinale Angelo Bagnasco dipinge il ritratto di una scuola “sempre piĂš tentata dalla sirena tecnologicaâ€? e chiede di “rifondare la politicaâ€?, per uscire dalle “macerie dell’alfabeto umanoâ€?. “Non è un esercizio astratto, ma la premessa di ogni urgente dover fareâ€?, precisa: “Pensare che ora siamo in mezzo a un groviglio da risolvere solo con capacitĂ e determinazione, sarebbe vero ma incompleto, riduttivoâ€?, l’analisi del presidente della Cei.


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PRETI COSĂŒ Messaggio di Papa Francesco alla 67ÂŞ Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana Cari Fratelli nell’episcopato, con queste righe desidero esprimere la mia vicinanza a ciascuno di voi e alle Chiese in mezzo alle quali lo Spirito di Dio vi ha posto come Pastori. Questo stesso Spirito possa animare con la sua sapienza creativa l’Assemblea generale che state iniziando, dedicata specialmente alla vita e alla formazione permanente dei presbiteri. A tale proposito, il vostro convenire ad Assisi fa subito pensare al grande amore e alla venerazione che san Francesco nutriva per la Santa Madre Chiesa Gerarchica, e in particolare proprio per i sacerdoti, compresi

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quelli da lui riconosciuti come “pauperculos huius saeculiâ€? (dal Testamento). * " $ & quella di confermare, sostenere e consolidare questi vostri primi collaboratori, attraverso i quali la maternitĂ della Chiesa raggiunge l’intero popolo di Dio. Quanti ne abbiamo conosciuti! Quanti con la loro testimonianza hanno contribuito ad attrarci a una vita di consacrazione! Da quanti di loro abbiamo imparato e siamo stati plasmati! Nella memoria riconoscente del cuore ciascuno di noi ne conserva i nomi e i volti. Li abbiamo visti spendere la vita tra la gente delle nostre parrocchie, educare i ragazzi, accompagnare le famiglie, visitare i malati a casa e all’ospedale, farsi carico dei poveri, nella consapevolezza che “separarsi per & / 3! * 5< ! dalle cose e da se stessi, rammentano a tutti che abbassarsi senza nulla trattenere è la via per quell’altezza che il Vangelo chiama caritĂ ; e che la / " I sacerdoti santi sono peccatori perdonati e strumenti di perdono. La loro esistenza parla la lingua della pazienza e della perseveranza; non sono rimasti turisti dello spirito, eternamente indecisi e insoddisfatti, perchĂŠ sanno di essere nelle mani di Uno che non vien meno alle promesse e la cui Provvidenza fa sĂŹ che nulla possa mai separarli da tale appartenenza. Questa consapevolezza cresce con la caritĂ pastorale con cui

conoscerle una a una. => & $ % tra Dio e il mondo, sentinelle capaci di lascia intuire una ricchezza diversamente perduta. Preti cosĂŹ non s’improvvisano: li forgia il prezioso lavoro formativo del Seminario e l’Ordinazione li consacra per sempre uomini di Dio e servitori del suo popolo. Ma può accadere che il tempo intiepidisca la genero & vecchio: l’identitĂ del presbitero, proprio perchĂŠ viene dall’alto, esige da lui un cammino quotidiano di riappropriazione, a partire da ciò che ne ha $ @ / H ! $ $ & $ H $ $ $ / ! Perciò essa non ha un termine, perchĂŠ i sacerdoti non smettono mai di @ / J $ % discepolato accompagna tutta la vita del ministro ordinato e riguarda integralmente la sua persona e il suo ministero. La formazione iniziale e quella permanente sono due momenti di una sola realtĂ : il cammino del discepolo presbitero, innamorato del suo Signore e costantemente alla sua sequela (cfr Discorso alla Plenaria della Congregazione per il Clero, 3 ottobre 2014). Del resto, fratelli, voi sapete che non servono preti clericali, il cui comportamento rischia di allontanare la gente dal Signore, nĂŠ preti funzionari che, mentre svolgono un ruolo, cercano lontano da Lui la propria consolazione. = W & W novare il proprio sĂŹ al dono ricevuto e, nelle diverse stagioni della vita, non smettere di fare dono di sĂŠ; solo chi si lascia conformare al Buon Pastore trova unitĂ , pace e forza nell’obbedienza del servizio; solo chi respira nell’orizzonte della fraternitĂ presbiterale esce dalla contraffazione di una coscienza che si pretende epicentro di tutto, unica misura del proprio sentire e delle proprie azioni. Vi auguro giornate di ascolto e di confronto, che portino a tratteggiare nuovi itinerari di formazione permanente, capaci di coniugare la dimensione spirituale con quella culturale, la dimensione comunitaria con quella pastorale: sono questi i pilastri di vite formate secondo il Vangelo, custodite nella disciplina quotidiana, nell’orazione, nella custodia dei sensi, nella cura di sĂŠ, nella testimonianza umile e profetica; vite che restitui H $ Vi accompagno con la mia preghiera e la mia Benedizione, che estendo, per intercessione della Vergine Maria, a tutti i sacerdoti della Chiesa in Italia e a quanti lavorano al servizio della loro formazione; e vi ringrazio per le vostre preghiere per me e per il mio ministero. FRANCESCO Dal Vaticano, 8 novembre 2014


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SEGUIAMO FRANCESCO

LA DOMENICA DEL PAPA

LA DOMENICA DEL PAPA

I mercanti e il muro Via chi costruisce steccati e spazio a chi sa lanciare ponti.

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n questa domenica 9 di novembre due temi si affacciano alla noA cura di # Fabio mo inerente al Vangelo Zavattaro del giorno e dunque la questione della cacciata

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come la caduta del muro di Berli X Y $ questi due momenti diventa oc # che come cristiani siamo chiama $ Z di Cristo che allontana coloro che $$ $ $ % & [

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MISSIONI

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STORIE DI MISSIONE

Suor Lucia Corradin, missionaria elisabettina, è in servizio da sette anni al Baby Hospital di Betlemme: “Per molte famiglie l’unica consolazione rimane il mettere al mondo ďŹ gli. Anche questa è una maniera di lottare e di sopravvivereâ€?.

Resistere a Betlemme "L

a vita a Betlemme va avanti senza clamori, coprifuochi, attentati. Ma la popolazione è sempre piĂš impriA cura di gionata in ‘riserve’, senza possibiliIlaria tĂ di libere comunicazioni. De Bonis Il relax per la popolazione è limitatissimo, gli spazi affollati. Da Betlemme non si esce se non con speciali permessi, quando li danno, e quasi solo per gravi motivi di salute e per poche oreâ€?. La mancanza di libertĂ ha stremato la popolazione palestinese di Cisgiordania: le malattie psicosomatiche sono in aumento. “Come si possono tollerare a lungo condizioni di vita lesive dei piĂš fondamentali diritti della persona?â€?. A raccontare la vita quotidiana nella cittĂ della Palestina in cui nacque GesĂš – e a porre domande cui non sappiamo rispondere - è suor Lucia Corradin, missionaria elisabettina, in servizio da sette anni al Baby Hospital di Betlemme. “Per molte famiglie l’unica consolazione rimane il mettere al $ } % & $ di lottare e di sopravvivereâ€?. Suor Lucia ha una voce delicata ed energica allo stesso tempo. A noi che l’ascoltiamo al telefono e che non l’abbiamo incontrata mai di persona, appare molto loquace ed ispirata. I suoi discorsi vanno sempre un po’ oltre la descrizione della vita quotidiana e si avventurano nei terreni della teologia. L’ospedale per il quale lavora, diretto da un medico palestinese musulmano, è l’unica struttura pediatrica di tutta la Cisgiordania, poco distante dal muro di separazione e dal checkpoint dei militari israeliani. Le sue origini risalgono alle iniziative di soccorso che la Caritas Svizzera intraprese nei confronti dei rifugiati palestinesi dopo la guerra arabo-israeliana del 1948. La popolazione viveva nella miseria e la mortalitĂ infantile era altissima. Un sacerdote svizzero, padre Ernst Schnydrig, trovandosi a Bet-

lemme per una visita ad un campo di rifugiati, assistette casualmente ad un episodio molto commovente e decise che era giunto il momento di aprire un centro sanitario. “Il 18 dicembre 2010 è stata una data memora ^ ~ y ciale del nuovo padiglione ambulatoriale e del nuovo appartamento delle mamme! - racconta Lucia - Tutti noi sappiamo per esperienza che ogni traguardo, ogni novitĂ di vita porta in sĂŠ i segni di un parto non privo di dolore, di fatiche, di attese, di pazienza, ma una volta data alla luce quanto desiderato tutto passa e si resta sorpresi e affascinati della novitĂ di vita!â€?. Il motto dell’ospedale è “siamo quiâ€? per bambini e mamme con una marcia in piĂš: 42 posti per le mamme, sei nuovi ambulatori adibiti anche a consulenze specialistiche, una confortevole sala da attesa con sala da gioco e un televisore per la formazione dei familiari, l’ampliamento dei servizi di screening e di diagnostica comprendenti il laboratorio analisi, la radiologia, l’ecocardiogra $$ Vivere a Betlemme, non cedere alla stanchez 3 % $ % $ spirituale, dopo anni di “prigioneâ€? condivisa con tanti palestinesi) è un dono, per suor Lucia. Non che non le pesi: “Ma andiamo avanti perchĂŠ sappiamo che il nostro umano concetto di tempo non corrisponde a quello divino. Non sappiamo cosa la volontĂ di Dio riservi a questo popolo e per questa terraâ€?, dice. GiĂ : la Terrasanta. Che continua a soffrire mali ine $ % scorsa a Gaza dove hanno perso la vita quasi

2mila persone, per lo piĂš civili inermi. Il senso di una missione cattolica in questa Terra martoriata è a volte incomprensibile, persino per gli stessi missionari: ma il chicco di senape non si disperde e la goccia continua ad alimentare il mare‌ Il senso si svelerĂ . Per la foto di Suor Lucia: a cura di Lucia Corradin

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SCUOLA

SPAZI DI AUTORIFORMA Quelli messi in mostra, a Genova, al Salone dell’educazione.

A

Genova si è svolta la “tre giorniâ€? di Abc-Orientamenti, un SaA cura di lone dell’educazione, Alberto dell’orientamento e Campoleoni del lavoro nel quale ampio spazio è stato dedicato alla “scuola del futuroâ€?, con un occhio attento alle innovazioni tecnologiche e didattiche. In particolare, nel corso del Salone è stato presentato il movimento “Avanguardie educativeâ€? che “è nato dall’iniziativa congiunta di Indire, che è l’Istituto di ricer nascita nel 1925, si è sempre occupato di innovazione educativa, e di un primo gruppo di scuole che hanno sperimentato una o piĂš delle idee alla base del movimentoâ€?. In sostanza, alcune scuole italiane si sono date appuntamento per mostrare le attivitĂ che svolgono, nel segno della sperimentazione e confrontare tra loro risultati, sviluppi, problematiche. Ne è uscito uno spaccato molto interessante, tra nuove modalitĂ di organizzare le lezioni e progetti. Soprattutto, si è trattato di una dimostrazione eloquente di quanto la scuola italiana continui a mantenere una vitalitĂ incredibile, la stessa che, nel corso della storia, ha sostenuto un grande numero di sperimentazioni locali, capaci in molti casi di anticipare, motivare e sostenere le riforme (sempre lente nella risposta istituzionale: basti pensare alle vicende della scuola superiore) e probabilmente quella

Si è parlato, a Genova, di “lezioni rovesciateâ€? (l’esperienza di un istituto di Ancona), con insegnanti che danno un compito il giorno prima, gli studenti che, a casa, fanno le ricerche e il giorno dopo ne discutono in classe, con presentazioni organizzate dagli stessi studenti, in gruppi. Sono state proposte nuove organizzazioni per i gruppi classe (con i “dipartimenti disciplinariâ€? di un istituto di Brindisi) che prevedono una mobilitĂ (controllata) dei ragazzi all’interno della scuola. E poi “orario lungoâ€?

(sperimentazione a Parma) con la * tro ancora, compreso il progetto “Piccole scuole cresconoâ€?, con il maestro virtuale e le lezioni in videoconferenza per risolvere i problemi degli studenti isolati in scuole di piccolissimi Comuni. Inte $ # frontati dalla discussione al Salone, a cominciare dal “focusâ€? su come trasformare (in concreto, grazie alle testimonianze di chi sperimenta) le variabili spazio e tempo nelle attivitĂ didattiche. L’obiettivo di Avanguardie educative - lo ha detto anche il presidente dell’Indire Giovanni Biondi - è quello sostanzialmente di “condividereâ€?, di partecipare alla realizzazione della “Buona scuolaâ€? “portando un contributo di qualitĂ che si basa su concrete esperienze caratterizzate da forte innovazione didatticaâ€?. Secondo un protocollo che si fa forte delle sperimentazioni avviate, discusse, confrontate, validate. Un movimento “dal bassoâ€? (e le realtĂ che sperimentano sono certamente molte di piĂš di quelle presentate a Genova), che non si contrappone, certo, a quello “dall’altoâ€?, delle riforme strutturali e complessive, ma in qualche modo gli dĂ senso e lascia crescere un certo entusiasmo in chi di scuola continua a vivere. L’entusiasmo di chi scopre, continuamente, una vitalitĂ inesauribile ed $ cui si dibatte l’istituzione - la voglia di essere al passo coi tempi se non “all’avanguardiaâ€?, la passione educativa che resta il vero patrimonio delle nostre scuole, dal Nord al Sud del Paese. Patrimonio che, con la condivisione, non si diluisce, ma cresce in modo esponenziale.

Contributi in conto capitale erogati dall’INAIL

L' A cura di Giovan Giuseppe Lauro dottore commercialista

$ $ settori dell’agricoltura, dell’edilizia, dell’estrazione e della lavorazione dei materiali lapidei per la realizzazione di progetti di innovazione tecnologica mirati al miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro. I destinatari degli incentivi sono le imprese, anche individuali, iscritte alla Camera di Commercio Industria, Artigianato ed Agricoltura.

SOMME DISPONIBILI Per il 2014 il bando Fipit mette a disposizione 30 milioni di euro ripartiti tra i tre settori di attivitĂ :  Â‚] ]„\ †‡ˆ $ agricoltura;  Â‰ Š‚† \‰† $ lizia;  ] ‡‡‡ ‡‡‡ $ estrazione e lavorazione dei materiali lapidei. I fondi di settore sono a loro volta suddivisi in budget regionali e provinciali come previsto nei relativi bandi reperibili sul sito: www.inail.it. AMMONTARE DEL CONTRIBUTO PER SINGOLA IMPRESA Il contributo, in conto capitale, & $ $ sima corrispondente al 65 per cento dei costi sostenuti e documentati per la realizzazione del progetto, al netto dell’ Iva. Il contributo massimo per ciascuna impresa, nel rispetto del regime “de minimisâ€?, non può superare l’importo di 50.000,00 euro, mentre quello minimo ammissibile è pari a 1.000,00 euro. ACCESSO AI FINANZIAMENTI _ ˆ $ \‡‚Š ‚„ ‡‡ ˆ $ \‡‚Š imprese hanno a disposizione, nella sezione Servizi online del Portale INAIL (www.inail.it) una procedura informatica per inserire la domanda di partecipazione, secondo le modalitĂ previste dal bando.

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Continua da pagina 1 nel caso che l’Ordinanza di sgombro, emanata dal Comune di Casamicciola Terme, debba essere obbligatoriamente eseguita e che tale situazione possa essere pretesto per l’ASL NA2 NORD di trasferire le dieci PERSONE che attualmente usufruiscono del servizio di salute mentale nella struttura di Pozzuoli. MercoledĂŹ 12 novembre nella sala POA di Ischia, proprio su questo tema, si è tenuta una conferenza stampa che ha illustrato i contenuti e le motivazioni di questa iniziativa. Presenti i maggiori organi di stampa locali, l’Avvocato Tony Pantalone, che oltre ad essere socio è anche il legale che sta seguendo per conto del Comitato la vicenda, ha illustrato e risposto insieme all’ arch. Salvatore Cenatiempo e la Dr.ssa Antonietta Manzi sulla questione che da diversi mesi tiene alta la tensione sullo stato della salute mentale ad Ischia. Ancora una volta è apparso evidente che il problema della salute mentale ad Ischia è solo una degli aspetti della questione “SanitĂ Isola d’Ischiaâ€? che da / & # $ dei servizi erogati al territorio. Territorio che, peraltro, per buona parte dell’anno ha una numerositĂ residenziale altissima dovuta ai turisti. Altro aspetto importante emerso dalla conferenza stampa è che il Comitato nasce come risposta diretta della cittadinanza locale ad una politica che da diverso tempo latita nell’affrontare istituzionalmente i maggiori problemi della comunitĂ locale, sanitĂ in testa. Da questo punto di vista tale attivitĂ (la costituzione di un comitato di cittadinanza attiva) vĂ visto come un positivo cambiamento sociologico locale, che si contrappone alla “rassegnazione storicaâ€? della nostra comunitĂ rispetto alle vicende locali. Una comunitĂ che cresce. Su questo cambio di passo la Chiesa locale ha sicuramente svolto un ruolo non secondario. Non dimentichiamo che la vicenda parte proprio da un’iniziativa del Vescovo di Ischia Lagnese, che è arrivato a costituirsi personalmente nei vari ricorsi al Tribunale Amministrativo. Tuttavia, a quelli che hanno pensato che il comitato nasce proprio come espressione ecclesiale, si deve rispondere e dare atto, che sotto quella sigla

$ / sociali, professionali, ideologiche e di pensiero che l’isola potesse esprimere. Piuttosto, la semplice logica ed in % > / cata nell’occasione nelle persone della salute mentale di Ischia, ha fatto da comune denominatore di un gruppo di persone che amano Ischia e la sua gente. Rami diversi della stessa pianta. Persone che hanno voglia di confrontarsi e porsi come parte attiva di un cambiamento strategico e decisionale a livello locale. A questo punto diventa importante per tutta la cittadinanza rispondere alla ricerca di un possibile immobile diverso da quello di “Villa Stefania� trovato dall’Asl Na2 Nord� nell’ambito di una “razionalizzazione negativa� che h

. Non

Di seguito i requisiti del Bando prodotto dal Comitato di Cittadinanza Attiva Isola d’Ischia.

SOCIETĂ€

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Una casa per Elena Il Comitato di Cittadinanza Attiva Isola d’Ischia in una conferenza stampa fa il punto della situazione e lancia una ricerca di mercato per trovare una struttura alternativa a “Villa Stefania�

COMITATO DI CITTADINANZA ATTIVA ISOLA D’ISCHIA

BANDO UNA CASA PER ELENA Ricerca esplorativa per l’individuazione di un immobile da cedere in ďŹ tto e da adibire a S.I.R. (Struttura Intermedia Residenziale) Agli isolani non sarĂ certo sfuggita la vicenda che ha coinvolto i pazienti della struttura residenziale ex Villa Orizzonte in una estate rovente durante la quale, nonostante le molte manifestazioni, interpellanze, coinvolgimento degli organi di stampa e delle amministrazioni locali, sono stati comunque trasferiti dal 19 luglio scorso nell’ex pensione Villa Stefania a Casamicciola. Questa struttura risultando priva dei requisiti di agibilitĂ urbanistica-edilizia è stata oggetto di una ordinanza di sgombro da parte del Comune di Casamicciola. Ma – come è noto - l’Asl Na2 ha fatto immediatamente ricorso al TAR della Campania per ottenere la sospensione di quel provvedimento, che è stato respinto da quest’ultimo in data 11 settembre 2014. Anche il ricorso al Consiglio di Stato da parte dell’ ASL al momento non ha prodotto i frutti sperati. Pertanto, a questo punto, si rende necessario dover reperire altri locali abitativi ove sistemare i pazienti per permettere l’attuazione dell’Ordinanza di sgombro emanata dal Comune, che, diversamente, rischierebbe di lasciare questi pazienti sul lastrico. Il Comitato di Cittadinanza Attiva, che sin dal primo momento ha preso a cuore, insieme ad una vasta parte della popolazione e alla chiesa locale, le sorti di questi amici indifesi (che qualcuno ha ritenuto di poter trattare come pacchi da trasporto) intende lanciare una campagna promozionale con lo slogan “Una casa per Elenaâ€? al ďŹ ne di attirare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla questione e al contempo vuole sollecitare i Comuni e l’Asl Na 2 ad attivarsi concretamente per una efďŹ cace indagine sul territorio per assicurare dei locali idonei, non solo dal punto di vista urbanistico ed edilizio, ma anche sotto il proďŹ lo terapeutico, e cioè con spazi per attivitĂ di ricreazione e soggiorno, utili al programma di integrazione e socializzazione degli ospiti. RICHIESTA: Il Comitato di Cittadinanza Attiva Ischia, nell’ambito delle proprie ďŹ nalitĂ , a soli ďŹ ni esplorativi e senza alcun intento di voler scavalcare gli enti preposti, ricerca

nell’ambito dei sei Comuni dell’isola d’Ischia un immobile da adibire a Struttura Intermedia Residenziale per un numero di utenti non superiore a 10 (dieci). I requisiti minimi strutturali richiesti dall’immobile sono cosĂŹ di seguito elencati: 5 Camere di degenza: 9 mq per posto letto; Servizio igienico per ogni camera con possibilitĂ di accesso a rotazione completa delle carrozzine per disabili; Spazi di soggiorno; Dotazione dei servizi igienici annessi alle camere e non, conformi alla normativa sulle barriere architettoniche 1 Locale da adibire ad accertamenti psicodiagnostici; 1 Locale da adibire a palestra per terapie riabilitative; 1 Locale da adibire a soggiorno/pranzo; 1 Cucina; 1 Locale per attivitĂ pedagogico-educativa, addestramento professionale, tempo libero; 1 Locale spogliatoi/guardaroba; 1 camera per il personale assegnato ai turni notturni; Servizi igienici distinti per personale ed utenti. In ogni caso è richiesta la legittimitĂ dell’immobile ai ďŹ ni urbanistici (concessione edilizia/ domanda di condono edilizio ai sensi della L. 47/85 - 724/94 e ss.mm.ii, nonchĂŠ impianti a norma ai sensi di Legge. Gli interessati possono inoltrare propria proposta di disponibilitĂ inviando una manifestazione d’interesse corredata di relazione sintetica del fabbricato con foto e localizzazione, indicazione del proprietario o di chi esercita diritti reali sul bene, indicando altresĂŹ le pretese economiche per un ďŹ tto pluriennale della struttura. Tale manifestazione d’interesse dovrĂ essere inoltrata a mezzo mail all’indirizzo di posta elettronica ischiattiva@libero.it. Per ogni altra informazione è possibile contattare il Comitato presso la sede delle Cooperative Sociali Ischia al n. tel 081/981342 Via delle Terme 76/r ISCHIA.


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COMUNICAZIONI SOCIALI

Un giornalismo di conversione M

artedÏ 4 Novembre presso la sala della Conferenza EpiscoA cura di pale Campana, nel Melania j = Di Meglio di Pompei, nell’ambito

= $ = H H $ $ cazioni sociali delle Diocesi cam 3 < sono incontrati con Mons. Dome j $ $ Z debba essere “fatta arrivare� servendosi della mediazione delle mo $ [ j $ $ $ $ H

Pompei. Incontro Regionale tra gli UfďŹ ci delle Comunicazioni Sociali delle Diocesi Campane insieme al direttore nazionale dell’ufďŹ cio Cei per le comunicazioni sociali Mons. Domenico Pompili. %& ' ( del 4 Dicembre del ‘63 dove, per la prima volta, $ $ meravigliose invenzioni della tec "

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COMUNICAZIONI SOCIALI

Durante l’incontro dei vescovi responsabili per le comunicazioni sociali in Europa, padre Antonio Spadaro spiega che è importante comprendere che oggi “comunicare non è trasmettere ma condividereâ€?

Una chiesa “comunicativa e partecipativa�

"N

on è possibile parlare di pastorale e comunicazione senza comDa Atene prendere la valenza per zenit.org spirituale della tecnologia della comunicazioneâ€?, è quanto afferma p. Antonio Spadaro SJ, direttore della nota rivista gesuita La CiviltĂ Cattolica, intervenendo il 3 novembre all’incontro dei vescovi responsabili per le comunicazioni sociali in Europa riuniti ad Atene. Per Spadaro, la Rete “non è uno strumentoâ€? ma “un ambiente e un’esperienzaâ€? che “sempre piĂš sta diventando parte $ # la vita quotidianaâ€?. E’ “un tessuto connettivo delle esperienze uma # modus cogitandi dell’uomo. Di fatto, nella societĂ di sovrainformazione in cui viviamo, “il problema oggi non è reperire il messaggio di senso ma deco & $

$ delle molteplici risposte che io ricevoâ€?. Allo stesso tempo, essendo anche esperienza, la Rete “diventa uno dei modi ordinari che l’uomo ha a disposizione per esprimere la sua naturale spiritualitĂ â€?. Da qui, dice il gesuita, lo sforzo dell’uomo ” # zioni spirituali’ agli ‘strumenti meccanici’â€?. E agli scettici del mondo

= si dirà che bisogna uscire dalla relazioni in Rete per vivere relazioni reali si confermerà la schizofrenia di una generazione che vive l’ambiente digitale come un ambiente puramente ludico in cui si mette "

" $ re, come in una bolla priva di re $ il mondo e con gli altri�. Invece il direttore de La civiltà cattolica ricorda come, sempre piÚ, una parte della

nostra vita è digitale: “noi esistiamo in Reteâ€?, da qui l’idea che “anche una parte della nostra vita di fede è digitaleâ€?. Appare pertanto lecita la domanda se al tempo dei motori di ricerca dove le risposte sono a portata di mano, la Rete può essere una dimensione dove sia possibile annunciare e vivere il Vangelo. E, nel tempo in cui le programmazioni sono sostituite dalle ricerche personali e dai contenuti accessibili sempre in rete, se le modalitĂ di presentazione del catechismo tradizionale che proponeva i contenuti di fede in modo ordinato e coerente, siano ancora validi nella Rete. Per Spadaro “l’annuncio cristiano oggi corre il rischio di presentare un messaggio accanto agli altri, una risposta tra le tante. PiĂš che presentare il Vangelo come il libro che contiene tutte le risposte, bisognerebbe imparare a presentarlo come il libro che con-

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tiene tutte le domande giusteâ€?. La H = ro, è quella di “assumere una forma sempre piĂš comunicativa e parteci $ % / $ ma condividereâ€?. Infatti quello che emerge in Rete “non solo le persone e i contenuti, ma emergono le relazioniâ€?. Per questo “oggi l’uomo

• forma di testimonianzaâ€?. Secondo Spadaro “la logica delle reti sociali ci fa comprendere meglio di prima che il contenuto condiviso è sempre strettamente legato alla persona che lo offre. Non c’è, infatti, in queste reti nessuna informazione ‘neutra’: l’uomo è sempre coinvolto direttamente in ciò che comunicaâ€?. Da qui la responsabilitĂ del cristiano che vive immerso nelle reti sociali ad “un’autenticitĂ di vita molto impegnativaâ€?. Insomma, = H • & chiamata dunque non a una ‘emittenza’ di contenuti religiosi, ma a una ‘condivisione’ del Vangeloâ€? e il cristiano, anch’egli un “living linkâ€? è chiamato innanzitutto a narrare la propria fede “all’interno di legami e relazioniâ€? e in modo polifonico e aperto. Infatti, conclude Spadaro, “l’uomo di oggi ritiene valide le esperienze nelle quali è richiesta la sua ‘partecipazione’ e il suo coinvolgimentoâ€?.


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TERRITORIO

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urante l’estate e ai primi $$ tutti parlano e scrivono di incendi boschivi. A cura del prof. Si sentono e si leggono Giuseppe esposizioni di tutti i tipi Sollino e di tutti i livelli e tanti si improvvisano conoscitori ed esperti della materia. Propongono $ [ " autunno nessuno ne parla piÚ, non li e progettazioni per le aree verdi dell’isola, sembra quasi che non sia successo nulla durante i mesi appe re quando nell’estate successiva il mostro distruttore ritorna puntuale. Questo scritto nasce dalla necessità di fornire un sia pur modesto contributo alla risoluzione di uno dei grandi problemi attuali, quello

boschivi. E’ dedicato ,in particolare ai giovani e a quanti operano nel settore della protezione dell’ambiente, dal C.F. di Stato, ai volontari e alle associazioni verdi piĂš sensibili. Naturalmente ben sappiamo che l’organizzazione della lotta contro gli incendi boschivi non è piĂš, anche nella nostra isola, un problema di spontanea sensibilitĂ per la natura, tale da poter contare soprattutto sulla buona volontĂ , ma si è evoluta

re. E’ diventato fondamentale l’uso del mezzo aereo: il Corpo Forestale

= # e molte Regioni stipulano apposite

= " all’impiego del mezzo aereo. Prote H [ tutti sono molto attivi, insomma c’è grande professionalitĂ e spiri * ma incendi non è ancora risolto. E’ un problema di impegno civile, di conoscenza e soprattutto di una nuova cultura che ponga la salvaguardia della natura al primo posto. Il Fuoco nei rapporti con l’uomo Il fuoco ha sempre svolto un ruolo importante nelle diverse civiltĂ umane a partire dall’uomo primitivo di trecentomila anni fa. Reperti preistorici di tracce dell’uso del fuoco sono stati rinvenuti a Pechi H ^ [ terraneo, in Grecia e nella Provenza francese. Bisogna comunque ricordare che nei tempi lontani della storia dell’uomo, il fuoco veniva utilizzato dopo che era stato un evento naturale a provocarlo, come

un fulmine caduto tra la sterpaglia e la foresta o un fenomeno vulcanico. Solo in seguito l’uomo imparò a produrre e governare il fuoco. Probabilmente la prima tecnica impiegata fu la percussione di pietre particolarmente dure di Silice, o di $ $ j seguito alla tecnica della percussione di selce seguĂŹ quella dello sfregamento di un legno a cuneo su un tille in grado di accendere muschi ed erbe secche impiegate come esca. Il fuoco era soprattutto una fonte di luce e di calore domestico. Come arma offensiva, veniva usato nella caccia ai grandi mammiferi, mentre come arma difensiva era un sicuro mezzo contro qualsiasi nemico, uomo compreso, oltre ad essere fonte di energia. L’uomo che diventa padrone del fuoco si differenzia cosĂŹ dagli altri animali. Dalla mitologia si sa che Giove, irato contro il genere umano, decise di privarlo del fuoco. Prometeo rubò a Zeus una brace ardente che nascose nel cavo di una pianta di Ferula per donarla poi al genere umano. Le Vestali romane, custodi del fuoco sacro, rischiavano la vita in caso di negligenza nello svolgere il loro compito. La sacralitĂ del fuoco diventa fede popolare quando nelle nostre contrade, si accendono fuochi in onore di Santi per ricordare ricorrenze particolari. (S. Antuono, S. Anna ecc,) fuoco fosse al centro dell’universo e principio di tutte le cose; e che esso insieme alla terra, all’acqua e all’aria costituissero i quattro ele$ [ fuoco non è stato considerato solo per gli aspetti sacrali, ma anche per quelli legati al suo potere distruttivo. In tal senso gli esempi storici sono numerosi ed alcuni molto famosi. Plinio, Lucrezio e Seneca ci hanno raccontato di Egide, mostro generato dalla terra che “corse le selve dalla Frigia al Tauro ed alle Indie, e tutte le arse: poi ripiegando, incendiò quelle del Libano, della Fenicia, dell’Egitto, della Libia e

[ H fu vinto ed ucciso dalla dea Atena nelle pianure dell’Epiro. Il mostro in realtà fu ideato per rappresentare le guerre devastatrici dei primi conquistatori, e per esprimere la necessità che aveva la crescente società di diradare le selve ancestrali, per piantare grano ed alberi da frutto, come insegnava Atene. CosÏ al tempo dei Fenici vennero

Gli incendi e la salvaguardia dell’ambiente

bruciate le foreste di quella catena di monti che oggi si chiamano Pire X Cirene, si preoccupò di bruciare le = [ $ rabile poi, nei tempi antichi l’incendio del Tempio di Diana ad Efeso (356 a.C.) ad opera di Erostato e la distruzione della biblioteca di Alessandria (48a.C.) compiuta dai soldati di Cesare. Effetti degli incendi boschivi sull’ambiente. Per meglio comprendere le conseguenze dirette o indirette del veri $ foresta è necessario distinguere i fattori abiotici da quelli biotici. Per quanto riguarda i primi, nor$ $ $ in modo apprezzabile il macroclima; sono invece possibili variazioni del microclima localizzato, in quanto viene a mancare in modo spesso

assorbibile dalle radici delle piante. La diminuzione di sostanza organi $ della sostanza minerale, inducono

# $ le condizioni biologiche del suolo, limitando la disponibilitĂ di aria e di acqua, danneggiando macro e mesofauna, piante superiori e microrganismi. Anche le proprietĂ chimiche del suolo subiscono notevoli alterazioni. Il passaggio del fuoco provoca una variazione del tenore di Carbonio,variazione di Azoto, variazione del rapporto C/N nonchĂŠ la variazione del pH, cioè dell’aciditĂ del suolo. Per quanto riguarda la componente biotica dell’ecosistema foresta il discorso è ancora piĂš complesso. La componente biotica di tale ecosistema è data dai Produttori, dai

Bruciare un albero è distruggere un sogno. Difendiamo il nostro patrimonio di verde e di azzurro per continuare a sognare

sensibile il grado di copertura del terreno e dunque varia la quantità d’acqua che giunge al suolo. Inoltre le aree percorse dal fuoco presentano un’accentuata diminuzione della sostanza organica, perdita di fertili " " = vole mineralizzazione, che si unisce ad una minore presenza d’acqua nel suolo e quindi ad una soluzione circolante caratterizzata da maggiore densità e pertanto scarsamente

Consumatori primari e secondari Bioriduttori. I Produttori, cioè le piante e tutti gli organismi fotosintetici, subiscono danni conseguenti al passaggio del fuoco in misura proporzionale alla sua durata, alla sua intensità al numero di volte che il fuoco stesso nel tempo ripercorre la mede $ [ può ritenersi solo quello arrecato al materiale legnoso perduto, ma bisogna ricordare che il passaggio del


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TERRITORIO ti dell’Epomeo e lungo le coste alte dell’isola in particolare nelle aree dei comuni di Forio (Monte Corvo, Cava Pelara, Santa Maria al Monte e l’area dei Frassitelli), di Barano (Maronti, Buttavento, Schiappone, Candiano), di Ischia (Piano Liguori - Torri) e il comune di Serrara Fontana (soprattutto le aree Epomeiche - Frassitelli). Le aree colpite sono soprattutto zone incolte coperte di sterpaglie o da canneti, ma anche frammenti di splendida Macchia Mediterranea e di Castagneto. Alberi di Pino, di Leccio ed essenze della preziosa Macchia Mediterranea sono stati completamente distrutti. Ci vorranno diversi anni per cancellare queste ferite ambientali e rivedere il verde della collina. Sarebbe auspicabile l’applicazione anche per l’isola d’Ischia della legge 353 del 2000 che prevede per i terreni percorsi dal fuoco l’impossibifuoco mette a nudo il terreno con mostrare che si possono avere due litĂ di una diversa destinazione per conseguenti dissesti idrogeologici modalitĂ diverse di reagire comple- 15 anni, con il divieto di costruire con frane, smottamenti, erosione e tamente differenti tra loro: la fuga per 10 anni e praticare la caccia e $ - oppure l’immobilitĂ dell’animale l’allevamento per almeno 10 anni. dite di manufatti e vite umane (M. che dunque si accuccia. E’ quindi necessario approntare ed Vezzi). Anche se secondo alcuni autori i aggiornare anno per anno il CataLa vegetazione nel suo complesso danni provocati dagli incendi sugli sto delle aree percorse dal fuoco. riceve danni in senso peggiorativo animali vengono sopravvalutati, è Aspetti della Prevenzione con la formazione di climax dal va- Passiamo in rapida sintesi le inizialore ambientale sempre piĂš basso di un ambiente privo per molto tive, gli accorgimenti e le attenzioni sia in senso qualitativo che quan- tempo di mammiferi, uccelli o l’as- da attivare nelle aree a rischio intitativo. In particolare si insediano senza di policrome farfalle che visi- cendi nell’isola d’Ischia. specie xerotolleranti che formano -Propaganda educativa basse macchie o garighe (Climax I Bioriduttori (Funghi e Batteri, Rappresenta la base della prevenda incendio)al posto di boschi o ma anche larve di insetti e Lom- zione che va prospettata e curata a foreste. brichi) subiscono varie e diverse partire dalle scuole di prima formaPer quanto concerne gli animali alterazioni dal passaggio del fuo- zione. Approntare piccoli opuscoli che vivono nella foresta trovandovi co. In genere per i Funghi, molto da fornire ai frequentatori abituarifugio e fonte di sostentamento, il sensibili alle variazioni del proprio li o occasionali dei boschi: turisti, fuoco ha quasi sempre un’azione habitat, si assiste ad una notevo- scolaresche, cacciatori ecc. Creare nefasta. I piĂš colpiti sono i cosid- le diminuzione, tranne che per un detti Consumatori primari (erbi- gruppo di Discomiceti (Pironema Vigili del Fuoco o agli agenti del < $ Con- lo dice il nome stesso) per i quali Corpo Forestale di Stato. sumatori secondari (predatori) $ -Adeguare la Normativa in masubiscono gravissime conseguenze popolazioni. teria di incendi boschivi. dal passaggio del fuoco. I Batteri invece, si avvantaggereb- Tali normative riguardano diverGli animali adulti riescono piĂš fa- bero dal passaggio del fuoco per la si aspetti, in particolare quelli che cilmente a mettersi in salvo rispet- presenza di ceneri che aumenta l’al- afferiscono la ricostituzione boto ai piccoli; molto spesso la morte calinitĂ del suolo. schiva e il diritto penale. (Legge degli animali non è neppure adde- Gli Anellidi, cosĂŹ importanti nei 01/03/1975 n°47) bitabile al fatto di essere investiti cicli della materia,sicuramente si -Potenziamento organizzazione

$ $$ % riducono di numero, ma una buo- antincendio

$ $- na parte si conserva negli strati piĂš H % $ - profondi del suolo e quindi,anche mento e specializzazione addetti lassi cardiaci. Peraltro, anche se l’a- se in tempi non brevissimi le loro alla salvaguardia ambientale. Mezzi nimale sopravvive al passaggio del popolazioni si ricostituiscono natu- e Tecnologie piĂš incisive e moderfuoco, è l’habitat delle diverse spe- ralmente. ne. Servizio antincendio, Guardie cie ad essere distrutto con evidente Alcune note. verdi volontarie, Centro Operativo pregiudizio per il futuro dell’intero Le estati ischitane sono sistema- di Coordinamento ecc. ecosistema. Il comportamento de- ticamente ricordate per gli incendi. -Risorse Idriche gli animali in generale di fronte ad Incendi che devastano vaste aree Costruire serbatoi idrici nelle aree un pericolo è una reazione di pau- del territorio spesso in maniera ir- piĂš ingrate come i versanti dell’Era e in Etologia si è portati a di- rimediabile. Vanno in fumo ampie pomeo, il Monte Rotaro, le aree dei

Maronti, Punta Caruso ecc. -Interventi sulla Vegetazione Le Pinete Mediterranee costituite da pino Domestico, Marittimo e d’Aleppo sono le piÚ esposte agli incendi. Infatti nel caso del Bosco del Castiglione o della Pineta di Fiaiano, dopo l’impianto non hanno ricevuto gli interventi agronomici e colturali piÚ elementari, come il Diradamento e le Spalcature.

GLI INCENDI Incendio si deďŹ nisce una combustione con presenza di ďŹ amma, non controllata di materiali generici. CAUSE. Un incendio può essere provocato da diverse cause sia naturali (autocombustione, cortocircuiti ecc.), sia ad opera dell’uomo per motivi e scopi diversi (Dolosi). AfďŹ nchĂŠ avvenga un incendio occorre la presenza di tre elementi fondamentali: le tre “Câ€? - il Comburente: ruolo svolto dall’ossigeno - il Combustibile: i materiali sono distinti in base alla loro reazione al fuoco in 7 classi “0â€? incombustibile “6â€? brucia facilmente (paglia) - il Calore: è necessaria la presenza di una determinata temperatura afďŹ nchĂŠ avvenga l’innesco. Mentre i primi due elementi sono sempre disponibili, la temperatura necessaria all’accensione è naturalmente presente solo in particolari condizioni climatiche. Se nella aree equatoriali si può sviluppare il potenziale caloriďŹ co sufďŹ ciente per l’autocombustione, nella aree mediterranee alle nostre latitudini (oltre 40°) un simile evento è da escludere quasi totalmente. Infatti solo il 3% degli incendi può essere attribuito a cause naturali, come la concentrazione dei raggi solari attraverso una goccia di resina o di rugiada,o la caduta di fulmini e alcune attivitĂ vulcaniche. Tutti gli altri casi vanno attribuiti direttamente all’uomo. CAUSE ACCIDENTALI. A tali cause si deve il 2% degli incendi. Un cortocircuito, un motore che si surriscalda, le scintille di attrezzi da lavoro, possono costituire l’innesco per un incendio. Questi incendi sono deďŹ niti “accidentaliâ€? e dipendono, anche se indirettamente dall’uomo. CAUSE COLPOSE. Da esse dipende il 26% degli incendi, questi sono causati dalla disattenzione e dall’imprudenza dei comportamenti dell’uomo. La piĂš frequente è la sigaretta o il ďŹ ammifero buttati fuori dai ďŹ nestrini. Ma anche i focolai ad pic-nic delle escursioni domenicali ai margini o dentro i boschi possono innescare pericolosi incendi. CAUSE DOLOSE. Sono le piĂš frequenti: oltre il 70% degli incendi si può ricondurre ai piromani o a chi provoca gli incendi alla ricerca di un proďŹ tto (lavoro stagionale di successivi rimboschimenti)


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TERRITORIO ISCHIA IN 3P: PAESI, PAESAGGI & PERSONE

COSE D I PAESE Come si fa un bel piennolo di pomodori e i ďŹ chi secchi

rima di iniziare con l’argomento riportato nel tiRubrica di tolo, mi fa piaceAmbiente e re parlarvi di un Agricoltura a cura mio carissimo dell’agronomo amico di CasaFrancesco Mattera micciola Terme, Francesco Di Meglio, che abita in localitĂ Monte Tabor. E’ una persona anziana, molto speciale che mi telefona spesso, e sempre di sera. Quando squilla il telefono intorno alle 21,30-22, e dall’ultima telefonata è trascorso almeno un mese, mi capita di affermare : “Questo è sicuramente Francesco di Casamicciola!â€?, ed è

$ _ rò parlarvi piĂš diffusamente in un prossimo servizio che ho intenzione di dedicargli interamente. Oggi voglio riferirvi solo del fatto che Francesco, che spesso legge KAIRE, avendolo fatto anche la scorsa settimana per averne acquistato una copia nel santuario di S. Ga $ gomento dei prodotti tradizionali. Mi ha detto con molta semplicitĂ e con il suo consueto modo gioioso: “Caro dottore, sono stato a messa e ho visto il giornale (Kaire), l’ho comprato e sfogliandolo ho visto H

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di leggere il vostro articolo, però

y quando facevamo l’uva passa non $ $ % te,‌ ma direttamente al sole (e giĂš š< X di rimando: “Si caro Francesco, ma quando si voleva accelerare il processo si usava fare come ho detto nell’articoloâ€?. La sua risposta: “Va a modo suo‌ !â€? . Poi, passando ad altro argomento, mi dice: “Ma quella pozzolana rossa dove la trovo‌., e poi con lo zolfo, ‌ che meraviglia!â€?. E senza darmi il tem y _

necchie a Natale! Ma oggi chi te la

/ ™ ormai ‌!â€? . Poi una pausa che mi & $ $ intuito come frutto di una nostalgia emotiva che l’aveva preso. “La tua uva biancorellone masculiata che facevi nel tuo vigneto della Madonnella (via Nuova dei Conti) a Fiaiano, quella si che era uva adat

š li per cercare di smuoverlo. “Ah, % š Un capolavoro, gli confermo. Poi il commiato con la promessa da parte mia di una visita a casa sua. _ $ brini che lui possiede e che invece da troppo tempo mancano nel mio giardino. Ciao Francesco!

COME SI FA UN BEL PIENNOLO DI POMODORO! Ho visto diverse persone all’opera in questa operazione, ma fra tutte ne ricordo con particolare affetto due. Una era Antonio Mattera, scomparso da qualche anno, colono dei terreni agricoli di donna [ $ j _ Sentinella, nella storica villa in cui soggiornò anche Giuseppe Gari spromonte. L’altro è Bartolo Regine di cui giĂ vi ho parlato nello scorso numero. Antonio era depositario dell’arte della confezione dei piennoli e il suo modo di fare non era molto dissimile da quello che ancora oggi impiega Bartolo. Ma veniamo alla descrizione: Antonio raccomandava di usare uno 3 < giusta doppiezza, quindi non troppo sottile, e soprattutto del tipo

[ › ! " dello spago intrecciato trattiene piÚ saldamente i grappoli di pomodoro ostacolando il loro sci $ % un eccessivo ammassamento di pomodori. Seconda indicazione: $ L’inserimento dei grappoli sui tre $ verso l’esterno alternativamente, in questo modo si produce un vuoto all’interno del piennolo nel quale

una migliore asciugatura dei pomodori. Fatta la prima posta, della lunghezza non superiore a 15 cm., si separa quella dalla successiva con y appena sopra la prima posta, l’altra a circa 8 cm. dalla prima. La funzione di questo distanziamento è semplice: evitare sempre ed in ogni modo una eccessiva compressione

$ questo si rivela l’assoluta necessitĂ di impiegare lo spago intrecciato e ruvido di canapa: perchĂŠ solo con esso le legature rimangono in sede senza scivolare. Per ottenere le poste successive (non piĂš di quattro nei piennoli di tipo lungo) occorre $ ha insegnato a fare cosĂŹ: usare uno spezzone di canna lungo 12-14 cm i cui estremi vengono sagomati a forcina con un coltello. Al centro di tale cannolo, intagliare un picco % condo cannolo che solo da un lato è a forcina. I due elementi, con le tre punte a forcina, sono ai vertici di un triangolo grosso modo equi ^ piennolo e fare in modo che le tre forcine li tengono aperti, alla giusta distanza dalla prima posta di pomodori. Non resta altro da fare che inserire ora i grappoli che costituiranno la seconda posta, e poi la terza ed eventualmente la quar-


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TERRITORIO

[ & nita: chiuso il piennolo con l’ulti$ Antonio usava una vera e propria y % $ legatura con un piccolo grappolo di pomodori! Ad Ischia e a Barano si usava anche un’altra modalitĂ , vediamola. IL PIENNOLO SU RAMO DI GINESTRA Questo tipo di piennolo era piĂš invalso ad Ischia e Barano per due motivi: il primo è dovuto al fatto che in questi comuni vi è sempre stata una maggiore ricchezza di ginestre. Il secondo lo deduco dal i terreni migliori per i pomodo % $ marcivano dopo l’appesa. Usando la ginestra come supporto i pomodori sono piĂš distanziati e quindi prendono piĂš aria e vanno meno soggetti al marciume. [ $ li sul ramo di ginestra? Per prima cosa bisogna dire che il ramo deve ovvero lo stelo tagliato in alto, con i rametti a giunco che pendono verso il basso. Al moncone di stelo di ginestra si lega uno spago a cappio per poter agganciare il piennolo laddove dovrĂ asciugarsi (sotto un garage, di una cantina, ecc). Poi,

$ sare i singoli giunchi al peduncolo centrale del grappolo di pomodoro. Poi si lega l’estremitĂ del giunco a se stesso nella parte alta con un nodo scorsoio. Si continua cosĂŹ man mano a giro scendendo verso l’estremitĂ del ramo. Se i singoli giunchi sono molto lunghi, si possono appendere anche piĂš grappoli uno di seguito all’altro. E’ importante che i rami di ginestra siano arrennut(e) (leggi cosĂŹ: ben maturi, non teneri, con giunchi che non danno < = $ % ginestra è un piennolo piĂš bello, rustico, oserei dire piĂš ecologico! _ $ $ [ › X / cile trasportarlo e meno accetto dai $ j % $ $ lo scorso numero. E ricordate, una $ $

$ ™š I FICHI SECCHI j

è come parlare di una storia vecchia che non interessa nessuno, men che meno i giovani. Tranne poi scopri $ $ in Puglia o nel Cilento, o addirittura in Grecia, al rientro ti parla in $

$ $ % w % tutto e tutto diventa buonissimo, anche le cose che hai sotto il naso a casa tua e non ti degni di dargli š =

$ % osano mangia % “non piaceâ€?, ma che non hai mai assaggiato, allora, superato un primo impatto di incredulitĂ ben dissimulato, diventa d’obbligo dire, ™ $ $ š % nere. Ma basta divagare, ritorniamo

tutti ischitani. * $ ed il loro destino sembra principalmente il Natale, insieme a nocciole, noci e caldarroste. Oggi sono uno % $ $ = & % $ & $

Œ $ $ $

ne tantomeno per venderne una % [

$ % $ % nomia dell’isola era in gran parte

$ altri prodotti conservati erano una vera risorsa economica. Qualcuno

" di un’economia di sussistenza, % " Non sono d’accordo, nella misura % $ $ % $

$ $ _ % $ a Dio che c’è stata! ! %

gli anni sessanta. Con la crescita $ $ $ $ dino è passato di moda, venendo relegato nelle cose non necessarie, % $ ` % $ $ duceva in media almeno 50-60 kg.

w $ contadina (?) su, mettiamo due ˆ Š œ

% w % $ % % $ j $ % " % % $

$ / J passiamo oltre, cari amici lettori! Diceva mio nonno Antonio: “I mi $ nelle pietre dell’arso!â€? , volendo cosĂŹ

/ $ % reni ! varietà piÚ adatta ad essere seccata è certamente la vutta(re), ovvero _ da sempre è stata la piÚ usata. Non adatta o molto meno adatta è la Paravis(e). Qualcuno ha provato a seccare la Verdon(e), ma con risultati non sempre buoni. * a buccia violacea idoneo sembra il Trian(o) (Troiano). X $

$ e soprattutto di giornate lunghe ed asciutte. Quindi non vanno bene %

polpa ricca di semi. Al contrario $ " % di sapore dolce, buccia tenera, mai

coriacea, chiara, con pochi e piccoli semi. La varietĂ che riunisce in se % & prio la Dottato. Oggi i problemi / secchi sono da un lato la eccessiva " $ %

$

$ 3H tata wiedmann) le cui larve provo $ $ $ $ [ $ $

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sulle nasselle di ginestra; le chiuppetell(e)

coppiati che si ottengono tagliando ( < ma lasciandoli uniti per il peduncolo. Si lasciano poi asciugare al sole % $

$ 3 > $ „< !

si possono consumare cosĂŹ come sono, oppure si allestiscono le spetelle, letteralmente in italiano gli spiedini oppure le spadine. Si tratta di preparare degli stecchi appuntiti di canna, o di mortella. Con due di essi si in

tra l’una e l’altra una foglia fresca di lauro odoroso (a fronna a laur(a)). Le spetelle devono avere una ‚„ \‡

$ j le % $

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ÂŒ e lo sono in parte ancora oggi, una 3 nitana soprattutto) che però i grandi commercianti partenopei specia

gran parte in Puglia, ricordiamo tra tutti il paese di Pulsano in provincia di Taranto $ $ $

$ noci e vino cotto. Ma Pulsano è anche importante (per me, per la mia $ š< & nanima di mio suocero Guerino Gigantelli $ j X $ Pagoda poi. Persona buona, gentile e generosa oltre ogni possibile im$ F. M.


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TELEVISIONE

TV2000: in viaggio con

Licia Colò Dal 7 dicembre, ogni domenica dalle 15 alle 18, il nuovo programma “Il mondo insiemeâ€? n programma che non vuole essere tanto una trasmissione quanto il A cura di racconto di un’emozioRiccardo ne, un viaggio da fare Benotti insieme alle persone per uscire dagli studi televisivi ed arrivare alle periferie del $ ž quella che attende Licia Colò: dal 7 dicembre, ogni domenica dalle 15 alle 18, andrĂ in onda su Tv2000 il nuovo programma Il mondo insieme (canale 28 del digitale terrestre, 18 di TvSat, 140 di Sky, in streaming su www.tv2000.it). Dopo alcuni

U

mesi di assenza, Licia Colò torna sul piccolo schermo con lo stesso entusiasmo degli inizi: “Partecipare a un cantiere è stimolante e divertente. Se uno deve fare una scalata e arrivare sull’Everest - spiega -, probabilmente non raggiungerĂ gli 8mila metri senza preparazione. Se si parte da 500 metri, però, i 5mila sono una meta possibile. E noi vogliamo fare lo stesso, partendo dal livello del mare: faremo una bella scalataâ€?. Ma come sarĂ Il mondo insieme? Di sicuro un programma fresco e rivolto ai giovani, con una grande

apertura ai social network: “Non sarĂ facile ma ci crediamo. Quando abbiamo aperto la pagina Facebook di Kilimangiaro, in 3 anni siamo arrivati a 218mila persone. Le cose si costruiscono nel tempo. Partiamo da poco ma l’obiettivo è costruire un programma fatto davvero insieme alla gente, con esperti e viaggiatori da ogni angolo del pianetaâ€?. Documentari, testimo A Il mondo insieme non ci sarĂ soltanto spazio per i diari di viaggio ma anche per le grandi avventure raccontate dalle persone comuni. L’interattivitĂ con il pubblico da casa è, infatti, tra le novitĂ principali del programma: “Il pubblico di Tv2000 non è propriamente avvezzo ai social. In questo senso, il nostro obiettivo è duplice: da una parte promuovere il valore dei nonni e degli anziani ma, al contempo, aprirci ai giovaniâ€?. Dunque, non un programma costruito dietro alla scrivania ma un racconto dal mondo: “Siamo affamati di

storie e belle immagini. Per questo chiediamo a tutte le persone che ci seguiranno di segnalarci le loro Una vita lavorativa in Rai e 16 anni di conduzione del popolare Alle falde del Kilimangiaro. Poi la rottura con l’azienda pubblica e l’arrivo a Tv2000, dove non le sono stati po $ $ & consegna: “Quando raccontate il mondo, parlate anche delle altre religioni. Francesco, che io adoro, è un Papa che invita ad unire il mondo. E noi ci proveremoâ€?. Quanto alle attese personali, Licia Colò non nasconde la voglia di tornare ad essere / sul piano privato che su quello professionale: “L’addio con la Rai è stato una liberazione. Quando un & / & meglio che ognuno prenda la sua strada. Qui sono stata accolta a braccia aperte da tutti, con un affetto e una stima che mi hanno giĂ appagataâ€?.

Il sociale irrompe in “Che Dio ci aiutiâ€? Nella terza serie (ottimi ascolti), grande attenzione alla condizione giovanile a scrittura è semplice, la sceneggiatura pure, i dialoghi sono diretti A cura di e veloci, i personaggi Marco fortemente stereotipaDeriu ti. Forse anche per questo “Che Dio ci aiutiâ€? (Rai 1, giovedĂŹ ore 21) mantiene - e anzi rafforza - nella sua terza serie il successo di pubblico otte un 24%-25% che altre produzioni / L’idea della serie. In onda dal dicembre 2011, è semplice: suor An 3X = •

< fe Lorenza, insieme alle consorelle gestisce all’interno di un convitto un bar dal nome evocativo: “L’Angolo Divino�. Attraverso questo

L

punto di ritrovo, il loro convento un’umanitĂ - soprattutto giovanile - decisamente varia, che coinvolge $ / $ gela nelle faccende esistenziali e sentimentali di ciascuno. La protagonista, dal canto suo, è una ex carcerata che ha completamente “svoltatoâ€? dopo essere stata condannata per rapina a mano armata e concorso in omicidio e decide di trasformare il convento degli Angeli di Modena, a rischio di chiusura, in un convitto con tanto di bar. Si ritrova cosĂŹ a far da “mammaâ€? a tre giovani ragazze - Azzurra (Francesca Chillemi), Giulia (Serena Rossi) e Margherita (Miriam Dalmazio), alle prese con

i temi e i problemi tipici dell’età : studio, lavoro e intrecci sentimentali. Ma nuove presenze femminili e maschili si sono aggiunte nel $ /

gante una trama dai risvolti sem / per l’incrocio con i temi della con / Dall’uso di droghe al bullismo, dalla prostituzione minorile alla violenza familiare. Il clima familiare e la semplicità della narrazione ne fanno un appuntamento distensivo, in cui lo spettatore non si trova in situazioni di suspense in quanto

& $ da subito. Se si volesse aprire un capitolo sulla effettiva connotazione religiosa dei contenuti e del ruolo della protagonista, beh‌ il discorso potrebbe cambiar tono. [ W / di “dire la veritĂ â€?. Del resto, per usare un’espressione cara a suor Angela “Che Dio ci aiuti!â€?. E aiuti anche gli sceneggiatori ad aiutarci # $ che a divertici con garbo. In fondo, & solo pura consolazione.


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IL CASO

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ACQUA: salviamo la madre Nonostante il Referendum di giugno del 2011, quando 26 milioni di italiani hanno sancito che l’acqua deve essere tolta dal mercato privato e che non si può fare proďŹ tto su un bene cosĂŹ fondamentale, la Regione Campania ha approvato un emendamento sulla privatizzazione dell’acqua. ra i tanti processi di privatizzazione dei servizi pubblici in corso, quello A cura di dell’accesso all’acqua è il Padre Alex piĂš criminale,â€? ha scritZanotelli to l’attivista R. Lessio nel suo libro All’ombra dell’acqua. “Un progetto folle a cui possono credere solo persone profondamente malate, ammalate del nulla.â€? E in questo paese sono tante le persone ‘ammalate del nulla’, che spingono di nuovo l’Italia verso la privatizzazione dell’acqua. E questo nonostante il Referendum dell’11 e12 giugno 2011. A tutt’oggi il Parlamento italiano è stato incapace di rispondere a questa decisione popolare con un’appropriata legislazione. Eppure lo scorso anno 200 deputati hanno preparato un disegno di legge che non si riesce a far discutere in Parlamento. La ragione è che il governo Renzi sta perseguendo una devastante politica di privatizzazioni. Con “Sblocca Italiaâ€? e la “Legge di StabilitĂ â€?, Renzi offrirĂ incentivi agli enti locali che privatizzano i servizi pubblici. E’ il tradimento del Referendum! Il governatore della Campania H % ma e il 31 luglio ha fatto votare al H • con due maxi-emendamenti: uno, sul condono edilizio e l’altro sulla privatizzazione dell’acqua. La • H $ > societĂ operanti sul territorio, soprattutto alla GORI, non solo la gestione e distribuzione dell’acqua, ma anche la captazione e l’adduzione alla fonte. Per di piĂš Caldoro ha deciso di costituire presso la giunta una Struttura di missione con grandi poteri sulla gestione dei servizi idrici, togliendoli agli enti locali. Abbiamo reagito con forza come comitati acqua della Campania con una vivace campagna mediatica. Anche il governo ha impugnato il maxi-emendamento perchĂŠ in contrasto con i principi fondamentali della legislazione statale in materia. “Troveremo un’intesa con il governoâ€?, ha replicato

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Caldoro, che è deciso a procedere sulla via della privatizzazione. Tutto questo mette in pericolo l’ABC (Acqua Bene Comune) di Napoli, un comune che è passato da una gestione SPA ad un’Azienda Speciale, uno strumento che non per$ Napoli è l’unica grande cittĂ in Italia che ha obbedito al Referendum ed ha dimostrato che si possono gestire i servizi idrici con un’Azienda Speciale. Lo sbaglio del sindaco De Magistris è stato che, nonostante le pressioni dei comitati, non ha $ ^H H > anche l’acqua di Napoli potrebbe capitolare alla spinta privatizzatrice di Caldoro. A raccogliere i frutti di questa operazione di Caldoro sarĂ l’ACEA (Roma) di Caltagirone che si sta espandendo in Toscana e ora tenta di prendersi l’acqua del Meridione. L’ACEA detiene il 37% delle azioni della GORI , che ha una gestione molto contestata di 76 comuni dell’area vesuviana. Al Nord sono in atto le stesse ma •XÂŒ (Torino-Genova) e A2a (Milano –Brescia) a cui guarda con interesse HERA (Emilia Romagna). Ri $ > multiutility, che gestirĂ l’acqua del Nord. Quello che sta avvenendo sotto i nostri occhi è di una gravitĂ estrema. E’ la negazione del Referendum. Davanti a questo scenario, mi viene spontaneo chiedermi: “Dov’è il grande movimento dell’acqua? Dove sono i 26 milioni di italiani che tre anni fa hanno

votato per la ripubblicizzazione dell’acqua? Ma soprattutto dove sono le comunitĂ cristiane su un $ > $ $ qua, la Madre di tutta la vita sul pianeta Terra?â€? La chiesa si batte contro l’aborto, l’eutanasia e la pena di morte in nome del ‘Vangelo della Z > diritto all’acqua come ‘diritto alla vita’ come afferma la teologa americana Christiana Peppard nel suo volume Just Water. E’ questo il tempo opportuno per credenti e non, per riprendere con forza l’impegno per proclamare l’acqua diritto fondamentale umano. Per questo chiedo a tutto il movimento per l’acqua pubblica di ricompattarsi e di rimettersi insieme sia a livello locale, regionale , nazionale ed europeo. Mettiamo da parte rancori e scontri e continuiamo a camminare insieme! A livello regionale dobbiamo contrastare la spinta alla privatizzazione dell’acqua e opporci alle multiutilities. A livello nazionale, dobbiamo fare pressione sul Parlamento italiano perchĂŠ discuta subito la Legge % $ \‡‡ mentari. A livello europeo, dobbiamo fare pressione sui parlamentari a Bruxelles, perchĂŠ boccino il “Piano Acqua Europa 2027â€?, noto come “Water Blueprintâ€? e contestino la Commissione Europea che si è zione l’iniziativa dell’ICE (Iniziativa dei cittadini europei) sull’acqua,

che ha ottenuto oltre un milione $ $ livello internazionale continuiamo a sostenere come movimento Acqua, il vasto movimento contro il T-TIP(Partenariato Transatlantico per gli Investimenti e il Commercio tra USA e UE) e il TISA (Trattato sui servizi pubblici sotto l’egida del WTO), che spingono verso la privatizzazione di tutti i servizi pubblici. L’acqua è un diritto fondamentale, invitiamo tutte le comunitĂ

$ movimento per l’Acqua pubblica in Italia e a scrivere una lettera come quella del vescovo cileno Luis Infanti della Mora:â€? Dacci oggi la nostra Acqua Quotidiana. “La crescente politica di privatizzazione è moralmente inaccettabile – scrive il vescovo Luis Infanti (che con il suo popolo ha impedito che l’ENEL costruisse 5 dighe in Patagonia) - quando cerca di im $ > come l’acqua, creando una nuova categoria: gli esclusi! Alcune multinazionali che cercano di impadronirsi di alcuni beni della natura, e soprattutto dell’acqua, possono essere legalmente padrone di questi beni e dei relativi diritti, ma non sono eticamente proprietarie di un bene dal quale dipende la vita dell’umanitĂ . E’ un’ingiustizia istituzionalizzata che crea ulteriore $ " > / la specie piĂš minacciata sia quella umana, i piĂš poveri in particolare.â€?


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PARROCCHIE

PARROCCHIA DI SAN LEONARDO ABATE - FORIO

Come San Leonardo siate liberi e liberatori Le Cresime a 36 giovani della parrocchia di Panza

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iovedĂŹ 6 novembre il nostro Vescovo Pietro ha fatto visita per la seconda volta in pochi giorni alla ComuniA cura di tĂ Parrocchiale di San Leonardo in Francesco Panza, questa volta proprio nel giorSchiano no della SolennitĂ del Santo Patrono per celebrare l’Eucarestia ed amministrare il Sacramento della Confermazione a ben 36 giovani che hanno ricevuto il dono dello Spirito Santo. Oltre al parroco don Cristian Solmonese ha concelebrato con mons. Vescovo anche il Padre predicatore don Antonio Pavone ed erano presenti due dei tre sacerdoti originari di Panza, don Vincenzo Fiorentino parroco di S. Angelo e don Gioacchino Castaldi parroco di Lacco Ameno. Nel suo saluto iniziale don Cristian ha chiesto al Vescovo una preghiera forte e accorata per i ragazzi che di lĂŹ a poco avrebbero ricevuto dalle sue mani = y “Vi chiedo una forte preghiera in questa Celebrazione, perchĂŠ come dice GesĂš: ‘nessuno di essi vada perduto’. Si, è questo che invochiamo questa mattina incessantemente dal Signore: il dono dello Spirito che sigillò il Cristo nelle acque del Giordano, per la vostra Preghiera scenda su questi ragazzi, li unga con unzione profetica, sacerdotale e regale, confermandoli nella fede e dando loro un nuovo inizio nell’amicizia con GesĂš. Questo sigillo che oggi ricevete, cari ragazzi, è compito vostro $ $ ! i suoi effetti, il Signore vi assicura la sua presenza e vi

dice: ‘coraggio, non temete, io sono con voi tutti i giorni

' = $$ solo se vi impegnerete a viverle come ha fatto San Leonardo; il sigillo dello Spirito vi permetterĂ se lo vorrete di vivere ancora meglio la CaritĂ ogni giorno, e vi consentirĂ di portare a tutti il buon profumo di Cristo come ha fatto San Leonardoâ€? Nella sua omelia mons. Lagnese ha messo in parallelo l’esperienza di San Leonardo e quella del ‘giovane ricco’ proclamata nel Vangelo, per ridonare a tutti e ai cresimandi in modo specia $ " y %>' $ vita?’, abbiamo ascoltato nel Vangelo, è la domanda che questo giovane fa a GesĂš perchĂŠ attratto da lui e si butta ai suoi piedi, lo chiama ‘maestro buono’, è affascinato da Lui, riconosce in GesĂš la presenza di '

anche noi tutti i giorni al Signore sapendo che solo Lui può darci risposta, e solo Lui può concretamente realizzare questo bisogno di felicitĂ che c’è in ognuno di noi. E GesĂš sembra dirci: se vuoi essere una persona felice devi diventare una persona libera; è nella libertĂ la piena realizzazione dell’uomo; piĂš saremo liberi piĂš saremo noi stessi, piĂš potremo realizzare il progetto che Dio ha su di noi. Anche noi potremmo incappare nel pericolo di dire: in fondo io sono un buon cristiano, giĂ faccio quello che mi viene chiesto, non faccio niente di male, e anche per voi ragazzi che oggi ricevete la Cresima c’è il rischio di pensare che non ci sia da fare chissĂ che '

ma tu sei davvero felice? San Leonardo è una persona che con la sua vita ci testimonia questa gioia che lui ha trovato, quella libertĂ che ha sperimentato, e mentre il giovane ricco se ne va triste, San Leonardo se ne va contento perchĂŠ ha accolto l’invito del Signore, non ha # cose e le ricchezze gli avrebbero dato la felicitĂ ma bensĂŹ la libertĂ di andare dietro a GesĂš. “Padre, che non nessuno vada perdutoâ€?, è stata la preghiera rivolta da GesĂš al Padre per quelli che gli erano $ !

nizio don Cristian; che questi ragazzi non si perdano, che questi giovani che questa mattina dicono il loro sÏ al Signore, non si perdano! E come fare per non perdersi? Nella prima lettura abbiamo ascoltato l’esperienza del Profeta Elia, lui, grande profeta e uomo di Dio si stava per perdere in un momento di smarrimento cosÏ grande in cui desidera addirittura morire; e il Signore interviene per dirgli di mangiare perchÊ era lungo ancora il cammino. Come San Leonardo ha potuto vivere in maniera costante la scelta di Dio che aveva fatto all’inizio della sua vita? San Leonardo ha alimentato quel SÏ nutrendosi innanzitutto della Parola di Dio e dell’Eucarestia. GesÚ non ci chiama ad andare da Lui perchÊ vuole che

a tutti i costi si riempiano le chiese come se il Signore fosse come noi, che abbiamo bisogno continuamente di conferme, di consensi, di applausi; il Signore non ha bisogno della nostra lode, siamo noi che abbiamo bisogno di Lui. San Leonardo abate vi renda liberi e liberatori e protegga questa Comunità Parrocchiale, dando a tutti di cercare continuamente il vero nutrimento che ci rende felici ogni giorno di piÚ� Un giorno di festa per Panza, nel quale ancora = = vita di un gruppo di giovani, invitandoli ad essere come San Leonardo, profeti dell’Amore e testimoni di libertà autentica. Foto di Alessandra Iacono

Ecco i nomi dei 36 ragazzi che hanno ricevuto il Sacramento della Confermazione nella Solennità di San Leonardo abate: 1) Lucia Castagna 2) Emanuela Trofa 3) Raffaele Colella 4) Luigi Mennella 5) Vanessa Di Scala 6) Federica Di Scala 7) Palma Rosa D’Abundo 8) Simona Lucido Balestrieri 9) Valentina Iacono 10) Marianna Barretta 11) Francesca Iacono 12) Martina Iacono 13) Antonella Mazzella 14) Anastasia Impagliazzo 15) Teresa Iacono 16) Sara Del Deo 17) Nicola Buono 18) Benedetto Castagliuolo 19) Antonio Barretta 20) Giovanni D’Ambra 21) Gennaro Giovansante 22) Maria Marchetti 23) Assunta Luongo 24) Stefania Del Deo 25) Fabio Iacono 26) Melania Calise 27) Antonio Iacono 28) Sonia Pilato 29) Serena Castaldi 30) Francesca Schiano 31) Giovan Battista Di Meglio 32) Angelo Mattera 33) Giuseppe D’Abundo 34) Maria Francesca Di Maio 35) Antonella Iacono 36) Luigi Mirabella


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PARROCCHIA SANT’ANTONIO DA PADOVA Casamicciola Terme

Sante quarantore 12-15 NOVEMBRE L’Eucarestia: il fondamento della chiesa-casa OGNI GIORNO: > ore 9.00 S.Messa ed Esposizione del S.S. Sacramento. Segue adorazione personale. > ore 18.30 Vespri e Benedizione Eucaristica. P. Giuseppe Ciappa, vincenziano, porgerà la Parola di Dio. VENERDÌ 14 ORE 20.30: I giovani incontrano Gesù. DOMENICA 16: Festa del Signore

PARROCCHIA GESÙ BUON PASTORE Ischia

Sante quarantore 20-22 NOVEMBRE DAL 20 AL 22 NOVEMBRE > ore 9 Lodi - S.Messa Esposizione del SS. Sacramento > ore 12 Angelus - Ora sesta > ore 15 Coroncina alla Divina Misericordia > ore 16 Incontro dei bambini con Gesù > ore 18 Canto del Rosario eucaristico - Vespri- Benedizione DOMENICA 23 NOVEMBRE 2014 SOLENNITÀ DI CRISTO RE 40° Anniversario dell'apertura al culto del tempio parrocchiale > ore 7.30 S Messa > ore 11 S.Messa presieduta dal nostro Vescovo S.E.Mons.PIETRO LAGNESE > ore 18 Te Deum S.Messa Ci aiuterà nella preghiera Fr. ANTONIO BALDONI, agostiniano. Rettore della Basilica di Santo Spirito in Firenze

PARROCCHIA MARIA SS.MADRE DELLA CHIESA Fiaiano

Settimana Eucaristica 17-22 NOVEMBRE Con Gesù Eucarestia per essere Parrocchia “in uscita" LUNEDÌ 17 > Ore 8:45 S. Messa in parrocchia ed esposizione SS. Sacramento > Ore 16:00 Animazione eucaristica con i bambini del catechismo > Ore 18:30 Vespri Solenni e Benedizione Eucaristica MARTEDÌ 18 > Ore 8:45 S. Messa in parrocchia ed esposizione SS. Sacramento > Ore 15:00 Animazione eucaristica con i bambini del catechismo > Ore 18:30 Vespri Solenni e Benedizione Eucaristica > Ore 20:30 Incontro collaboratori pastorali nella sala parrocchiale MERCOLEDÌ 19 > Ore 8:45 S. Messa in parrocchia ed esposizione SS. Sacramento > Ore 18:30 Vespri Solenni e Benedizione Eucaristica GIOVEDÌ 20 > Ore 8:45 S. Messa in parrocchia ed esposizione SS. Sacramento > Ore 18:30 Vespri Solenni e Benedizione Eucaristica > Ore 20:30 Veglia mariana “Adorare Gesù con Maria” VENERDÌ 21 FESTIVITA’ MARIA SS. MADRE DELLA CHIESA > Ore 8:45 S. Messa in parrocchia e esposizione SS. Sacramento > Ore 18:30 Santa Messa Solenne SABATO 22 > Ore 8:45 S. Messa in parrocchia e esposizione SS. Sacramento > Ore 17:00 Incontro con i genitori nel salone parrocchiale > Ore 19:15 Benedizione Eucaristica > Ore 19:30 S. Messa presieduta dal nostro Vescovo Pietro A seguire Festa parrocchiale con buffet nella sala parrocchiale (ognuno può portare qualcosa per il buffet) Spezzerà il Pane della Parola di Dio Padre Enzo Severo, OMI (Oblato Missionario di Maria Immacolata). Sacramento della Riconciliazione: è possibile confessarsi ogni sera a partire dalle 17.30 fino alle 18.30

LITURGIA

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ECCLESIA

IL SANTO

Commento al Vangelo

DELLA SETTIMANA

Domenica 16 novembre 2014

17 NOVEMBRE

XXXIII Domenica del Tempo Ordinario - Anno A

Sant’Elisabetta di Ungheria

Ăˆ bellissimo il senso della paternitĂ di Dio, è stupendo!

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iglia di Andrea, re d'Ungheria e di Gertrude, nobildonna di Merano, ebbe una vita A cura di breve. Nata nel 1207, fu proFrancesco Schiano messa in moglie a Ludovico ďŹ glio ed erede del sovrano di Turingia. Sposa a quattordici anni, madre a quindici, restò vedova a 20. Il marito, Ludovico IV morĂŹ ad Otranto in attesa di imbarcarsi con Federico II per la crociata in Terra Santa. Elisabetta aveva tre ďŹ gli. Dopo il primogenito Ermanno vennero al mondo due bambine: SoďŹ a e Gertrude, quest'ultima data alla luce giĂ orfana di padre. Alla morte del marito, Elisabetta si ritirò a Eisenach, poi nel castello di Pottenstein per scegliere inďŹ ne come dimora una modesta casa di Marburgo dove fece ediďŹ care a proprie spese un ospedale, riducendosi in povertĂ . Iscrittasi al terz'ordine francescano, offrĂŹ tutta se stessa agli ultimi, visitando gli ammalati due volte al giorno, facendosi mendicante e attribuendosi sempre le mansioni piĂš umili. La sua scelta di povertĂ scatenò la rabbia dei cognati che arrivarono a privarla dei ďŹ gli. MorĂŹ a Marburgo, in Germania il 17 novembre 1231. Ăˆ stata canonizzata da papa Gregorio IX nel 1235.

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io ti chiede l’uso dei tuoi talenti, delle capacitĂ , ti chiede te stesso, ti vuole originale, però Dagli scritti di ti vuole in lui, con lui, per lui. don Oreste Benzi La spinta propulsiva all’autonomia porta l’uomo ad essere capace di assumersi la respon " do: chi non è capace di responsabilità è sempre immaturo. La maturità è nella capacitĂ di assumere respon-

" $ & al dono della vita. @ / $ $ re per quelli che lui aveva scelto, nel Padre. Hai avuto un talento, ma ne devi dare due; ne hai avuti due, ma ne devi dare quattro; ne hai avuti cinque, ma ne devi dare dieci. Ăˆ bellissimo il senso della paternitĂ di Dio, è stupendo! Non ci si può nascondere davanti a Dio, al quale dobbiamo rendere conto dei nostri comportamenti.

L’amore profondo di San Francesco per la chiesa gerarchica

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` ] $ particolare, citando l’Apostolo A cura Paolo, il ruolo e la missione dei dell’Ordine Vescovi nella Santa Francescano Secolare Madre Chiesa di Dio. di Forio “Nella presenza e nel mistero dei Vescovi, dei presbiteri e dei Diaconi possiamo riconoscere il vero volto della Chiesa: è la Santa Madre Chiesa Gerarchica. ‌ Questa maternitĂ della Chiesa si esprime in particolare nella persona del Vescovo e nel suo ministero. @ # ! vizioâ€?. San Francesco d’Assisi, oltre che per le sue tante virtĂš, è ricordato dai suoi amici come colui che era innamorato perso della Chiesa ge H > Celano cita: ÂŤEgli stesso per primo rispettava i sacerdoti e nutriva grandissimo amore per l’intera gerarchia ecclesiastica Âť (1 Cel 62:432). Fran tutta la sua vita è stata sigillata dai consensi dei vescovi che si sono alternati lungo la sua strada. $ @

j ^ y  $ ™ = re pose la sua parola sulle labbra del vescovo

$ $ H $ Per questa ragione e per altre eminenti qualitĂ che riconosco nei prelati, io voglio amare, venerare e considerare miei signori non soltanto i vescovi, ma anche gli umili sacerdoti Âť (Legp 15:1562) . Dal canto suo ÂŤ il venerando vesco-

@ ™ $ ` ™ X $ la sua diocesi tanti uomini di quel genere, perchĂŠ dalla loro vita santa si attendeva ÂĄ 3 H ˆ\yˆ†ˆ< Y vescovo vicino al nostro santo era Giovanni Colonna, vescovo di Sabina, che invitò il Poverello ad essere $ W Â

e si impegnò a promuovere la causa di j ÂĄ 3 ‚ H ˆˆyˆ†Š< ` tutti i vescovi vicini a Francesco il piĂš $ w y

Y @ ¢ W'  ` $ $ unico alla madre, dormendo e riposando sicuro $ = W $

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" ™ X $ % H un intrepido assertore della verità , ma ancora $ ¥ 3‚ H †Š< = ` $ Y

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ARTE E LITURGIA

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Il rischio della responsabilitĂ Anonimo, Madonna della Salvazione, sec. XVII, Chiesa dello Spirito Santo. Ischia

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l venticinquesimo capitolo dell’evangelista Marco, da cui sono tratte le pericopi evangeliche di queste domeniche conclusive dell’anno liturgico, richiama all’obbligo di vegliare per esseA cura di re pronti ad accogliere il Signore quando tornerĂ . Ma questa Ernesta veglia non dovrĂ essere inoperosa, come se il tempo in cui Mazzella l’uomo vive e le generazioni che si susseguono siano solo un intervallo tra la risurrezione e la parusia; al contrario, come ammoniscono le letture odierne, il tempo messo a disposizione va impiegato con intelligenza, solerzia ed energia per accrescere quanto Dio ci ha giĂ dato. La prima lettura parla di una donna industriosa che “si procura lana e lino e li lavora volentieri con le maniâ€? per garantire il benessere della sua famiglia e far elemosina ai poveri (Pr31,13.20), e la seconda lettura ricorda che noi cristiani “non siamo della notte nĂŠ delle tenebre. Non dormiamo dunque come gli altri, ma restiamo svegli e siamo sobriâ€? 3‚ ] ] ÂŁ< " vangelo, ove GesĂš afferma che nell’ultimo giorno “a chiunque ha sarĂ dato e sarĂ nell’abbondanza; ma a chi non ha sarĂ tolto anche quello che haâ€? (Mt25,29).Queste sono le parole riepilogative della parabola che il Signore racconta subito dopo quella delle dieci vergini. Dice “AvverrĂ come di un uomo che partendo per un viaggio, chiamò i suoi servi e consegnò loro i suoi beniâ€? (Mt 25,14), per far comprendere che egli stesso sta per partire “per un viaggioâ€? da cui un giorno tornerĂ ; la parabola infatti riguarda il comportamento del cristiano. L’uomo assegna somme diverse ai tre servi chiamati e se ne va. Il primo e secondo servo investono le loro cifre, ma il terzo, che aveva ricevuto la somma piĂš modesta, un solo talento, “andò a fare una buca nel terreno e vi nascose il denaro del suo padroneâ€? (Mt25,18).

MUSEO DIOCESANO DI ISCHIA SEZIONE ARTE SACRA PALAZZO SEMINARIO Via Seminario, n° 26 - Ischia Apertura: LunedĂ­ – mercoledĂ­ - venerdĂ­ dalle ore 10-00 alle 13-00

ARTE Possiamo abbinare a queste letture l’immagine della Madonna della Salvazione, custodita nella chiesa dello Spirito Santo in Ischia, che evoca la tradizione marinara della società isclana. Industrioso lavoro svolto da

& $ i quali rischiano il naufragio. I marinai qui rappresentano i servi fedeli della parabola evangelica ai quali il Signore dirĂ â€œBene, servo buono e fedele ‌ sei stato fedele nel poco, ti darò autoritĂ su molto; prendi parte alla gioia del tuo padroneâ€?. Il quadro illustra la Madonna con il Bambino seduta sopra un trono di nubi. Ai suoi piedi si ammira un’isola presso la quale alcune barche piene di marinai lottano contro le alte e insidiose onde del mare, per non essere scaraventati contro le rocce dell’isola di Ponza. Sulla Tavola vi sono due iscrizioni molto brevi: “S. M. della Salvazioneâ€? a lato della Vergine, e “Ponzaâ€? in basso a destra. Il dipinto è stato sicuramente eseguito come ex voto per uno scampato naufragio di alcuni marinai dell’antico borgo di Celsa. Questi, probabilmente, hanno commissionato per ringraziare la Vergine che li ha liberati dal naufragio al largo dell’Isola, dove si erano recati per pescare. La tavola studiata e pubblicata per la prima volta dall’Alparone nel 1956, il quale l’attribuisce al pittore Cesare Calise. L’opera è restaurata nel 1998. La studiosa Anna Alabiso, direttore responsabile del ˆ‡ Š‡ Seicento è l’opera di un pittore provinciale che adopera l’olio su tavola, una tecnica quasi del tutto scomparsa a quell’epoca. L’artista, molto attardato, per certi versi evidenzia riferimenti al tardo $ $ ^ $ @ / della Madonna e soprattutto nella presentazione frontale dei personaggi sacri, ‌ aggiornato sugli ultimi portati del naturalismo napoletano mostrando di conoscere, per esempio Francesco Guarino ‌â€? prosegue “Pur essendo, evidentemente, un’opera di devozione con la convenzionalitĂ , il senso statico della presentazione e la retorica gestuale è dotato, tuttavia, di una freschezza che si nota, particolarmente nella stesura del Il Di Lustro conduce alcuni studi sull’opera, ove evidenzia la particolare bellezza del caratteristico berretto in lana bianca o rossa indossato dai marinai “che ci danno un documento unico sulla marineria ischitana dei secoli XVI e XVIIâ€?, sul culto e la festa dedicata alla Madonna della Salvazione. J $ $ # $ piego intelligente, dinamico e responsabile dei “talentiâ€? di cui parla l’Evangelista nel vangelo.

KAIROS C.S. ONLUS, editore del settiamale

CERCA PROCACCIATORI E PROCACCIATRICI DI PUBBLICITĂ€ per la propria testata. Si ricercano giovani, anche prima esperienza. I selezionati seguiranno un corso di formazione speciďŹ co. Svolgeranno il lavoro in maniera autonoma coordinati dall’ufďŹ cio ADV del Kaire. Il lavoro consiste nel vendere gli spazi pubblicitari del settimanale Kaire. Zona per la ricerca degli inserzionisti sarĂ l’isola d’Ischia, Napoli e Provincia. La retribuzione sarĂ in percentuale sul fatturato prodotto, tale percentuale varia tra il 10% ed il 20% e sarĂ pagato dopo l’incasso.

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SOCIETĂ€

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Insegnare a vivere Sabato prossimo, 22 novembre, alle ore 18.30 presso il Grand Hotel Re Ferdinando di Ischia, VITTORINO ANDREOLI psichiatra di fama mondiale verrĂ a coronare un percorso di analisi di un fenomeno che sta distruggendo tante famiglie: la ludopatia.

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Questo è il Bando di Concorso per l’assegnazione di Premi di Merito a favore di studenti, anno 2014, a cui hanno partecipato i vincitori. “Premio Prof. Francesco Ferrandinoâ€?

all’esterno alcuna indicazione. Le copie degli elaborati non verranno restituite. Art.3: Commissione Giudicatrice Gli elaborati saranno esaminati da una apposita Commissione Giudicatrice, nominata dal Consiglio Direttivo dell’Opera Pia che attribuirĂ i premi a suo insindacabile giudizio. La Commissione sarĂ composta da cinque membri, individuati tra coloro che hanno riconosciute competenze nel campo dell’insegnamento, della sociologia, dell’antropologia, dell’economia e della geograďŹ a. Essa sarĂ nominata solo successivamente alla ricezione dei temi (dopo la scadenza dei termini per la consegna degli elaborati) e sceglierĂ al suo interno colui che rivestirĂ la carica di Presidente. Le sue riunioni saranno valide con la presenza di tutti i membri. I suoi lavori saranno sintetizzati in una relazione conclusiva, nella quale saranno comprese le motivazioni dell’assegnazione dei premi. L’Opera Pia si riserva di pubblicare tali opere anche in seguito e con altre modalitĂ . Art. 4: Pubblicazione Il presente bando, di cui sarĂ dato avviso presso ogni scuola mezzo fax, lettera raccomandata ed e-mail, sarĂ a disposi]LRQH SUHVVR OD QRVWUD VHGH LQ 9LD 0LUDEHOOD

Art. 5: Consegna documentazione I lavori dovranno pervenire con mezzo idoneo entro e non ROWUH LO DJRVWR RSSXUH FRQVHJQDWL D PDQR GD OX nedĂŹ a venerdĂŹ dalle 10.00 alle 12.00 presso la Segreteria della Fondazione “Opera Pia Iacono Avellino Conteâ€? via Vincenzo Mirabella, 9 – 80077 Ischia. Per eventuali chiarimenti o informazioni rivolgersi alla Segreteria dell’Opera 3LD FKLDPDQGR LO JLRUQL IHULDOL GDOOH DOOH 12,00 o usufruire degli indirizzi e-mail operapia_iac@alice. it. Ed è anche possibile per gli interessati collegarsi al sito web www.fondazioneiac.it e consultare la pagina facebook “Operapia Iacono Avellino Conteâ€?. La Fondazione Opera Pia declina ogni responsabilitĂ per disguidi postali, smarrimenti o eventuali, deprecabili, plagi. Art. 6: Criteri di Valutazione I lavori della Commissione Giudicatrice si svolgeranno secondo le seguenti fasi: Accertamento dell’integritĂ dei plichi e della conformitĂ degli stessi; Esame e valutazione degli elaborati prodotti; Formulazione di una graduatoria di merito. Art. 7: Graduatoria La Commissione Giudicatrice formulerĂ una graduatoria di merito nella quale saranno individuati i primi due elaborati ritenuti piĂš meritevoli delle Scuole secondarie di I e II grado dell’Isola d’Ischia e Procida e il primo elaborato piĂš meritevole del Centro Territoriale d’Ischia. Art. 8: Premio

udopatia�, parola divenuta attuale in questi

$ A cura $ $ Prof. Michele * D’Arco $

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La Fondazione “Opera Pia Iacono Avellino Conteâ€?, indice il concorso “Premio Prof. Francesco Ferrandinoâ€?, rivolto a tutte le scuole secondarie di I grado e di II grado e al Centro Territoriale Permanente dell’Isola d’Ischia e Procida. Il tema scelto intende sollecitare una riessione sulla diffusione della ludopatia, che va assumendo dimensioni sempre piĂš allarmanti, con conseguenze fortemente destabilizzanti per gli individui, per i nuclei familiari, per lo stesso tessuto sociale. La proposta della Fondazione intende anche fare emergere nei giovani la consapevolezza della necessitĂ di contrastare il grave fenomeno con un impegno assiduo nella societĂ civile, impegno che, anche con il coinvolgimento di associazioni operanti sul territorio, miri, tra l’altro, al recupero dei casi patologici e ad una efďŹ cace prevenzione nei confronti dei soggetti a rischio. Art. 1: Tema. Destinato: ĂŽ 6FXROH 6HFRQGDULH GL , JUDGR GHO r H r DQQR Gç ,VFKLD H Procida; ĂŽ &HQWUR 7HUULWRULDOH SHUPDQHQWH Gç,VFKLD H 3URFLGD ĂŽ 6FXROH 6HFRQGDULH GL ,, JUDGR GHO r H r DQQR Gç,VFKLD H Procida. “Uno dei mali piĂš gravi di cui soffre la societĂ odierna è la diffusione della ludopatia. Cittadini di ogni etĂ sono coinvolti in tale pericolosa deriva, con conseguenze devastanti per la famiglia di appartenenza, della quale spesso sono compromesse la sicurezza e la stabilitĂ . Sulla base di un’ adeguata documentazione, riettete su tale fenomeno ed esprimete la vostra opinione, indicando anche quali iniziative si potrebbero intraprendere per contrastarlo.â€?, Art. 2: ModalitĂ di Partecipazione Ogni elaborato dovrĂ consistere in una trattazione del tema proposto supportata da adeguata documentazione (tabelle, graďŹ ci, materiale iconograďŹ co, interviste, articoli di giornali, etc.), eventualmente anche in forma multimediale. Gli elaborati devono essere scritti al computer, il carattere utilizzato deve essere Times New Roman, corpo H OD OXQJKH]]D GHO WHVWR GHYH HVVHUH DO PDVVLPR GL caratteri, spazi inclusi. Gli elaborati saranno in forma anonima, chiusi in una busta con l’indicazione della scuola di appartenenza. All’interno di detta busta ve ne sarĂ un’altra, anch’essa chiusa, che conterrĂ un foglio con i dati anagraďŹ ci e l’indirizzo, completo di recapito telefonico, dell’autore dell’elaborato. Questa seconda busta non dovrĂ recare

Celestino VUOSO $ j ` $ % " $ / $ /

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% Il premio consiste nell’assegnazione di una somma complessiva di 2.700,00 Euro (Duemilasettecento/00 Euro) che sarĂ ripartita cosĂŹ: ĂŽ 3HU LO r FODVVLÄ… FDWR 6FXROD VHFRQGDULD , JUDGR HXUR LO r FODVVLÄ… FDWR 6FXROD VHFRQGDULD , JUDGR HXUR LO r FODVVLÄ… FDWR WDUJD HVLWR GHO FRQFRUVR ĂŽ 3HU LO r FODVVLÄ… FDWR &HQWUR 7HUULWRULDOH SHUPDQHQWH Gç, VFKLD HXUR ĂŽ 3HU LO r FODVVLÄ… FDWR 6FXROD 6HFRQGDULD ,, JUDGR HXUR LO r FODVVLÄ… FDWR 6FXROD VHFRQGDULD ,, JUDGR HXUR LO r FODVVLÄ… FDWR WDUJD HVLWR GHO FRQFRUVR Tutti i concorrenti riceveranno l’invito alla cerimonia di premiazione. Gli stessi, tempestivamente, dovranno confermare la loro presenza alla cerimonia, durante la quale si procederĂ alla premiazione dei vincitori. I vincitori sono tenuti a ritirare personalmente, o facendosi rappresentare con delega scritta, i premi loro assegnati, pena la decadenza. La premiazione ufďŹ ciale del concorso si terrĂ in data che sarĂ comunicata al termine dei lavori della commissione giudicatrice. Oltre ai primi premi, la commissione si riserva la facoltĂ di segnalare altri lavori, con l’eventuale attribuzione di targhe e medaglie. Art. 9: Pubblicazione degli elaborati Per il fatto stesso della partecipazione al concorso, gli autori cedono i diritti di pubblicazione delle opere premiate sulla plaquette che andrĂ in stampa in occasione della cerimonia di premiazione, senza nulla pretendere come diritti d’autore. Art. 10: Accettazione delle norme del concorso La partecipazione al concorso implica l’accettazione da parte dei concorrenti di tutte le condizioni e modalitĂ stabilite negli atti del concorso medesimo. Per quanto non espressamente previsto dal presente bando si fa riferimento alle norme dettate dalla legislazione in materia. Art. 11: Tutela dei dati personali I dati personali forniti dai concorrenti, obbligatori per le ďŹ nalitĂ connesse al concorso, saranno trattati dalla Fondazione, presso cui ha sede la segreteria, conformemente alle disposizioni di legge in vigore e saranno comunicati a terzi solo per motivi inerenti al concorso stesso. Art. 12: Spese di partecipazione I partecipanti al concorso dovranno sostenere tutte le spese di partecipazione. Nessun rimborso verrĂ riconosciuto ai soggetti partecipanti. Art. 13: Trattamento dati I dati personali dei concorrenti sono tutelati a norma della OHJJH VXOOD SULYDF\ Art. 14: Regolamento di controversie Per ogni controversia è competente il Foro di Napoli Sez. Distaccata di Ischia. Il Presidente Celestino Vuoso

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> Comune di Ischia Edicola di Piazza degli Eroi; Edicola di Ischia Ponte; Edicola al Bar La Violetta; Edicola di San Michele da Odilia; Edicola di Portosalvo > Comune di Lacco Ameno Edicola al Bar Triangolo > Comune di Casamicicola Terme Edicola di Piazza Bagni; Edicola di Piazza Marina; > Comune di Forio Edicola del Porto; Edicola di Monterone



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