Sommario
07 Presentazione Lodi
Bianchi Canelli Spera
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Introduzione
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Miti e bandiere
31 Cinquant’anni di canestri 113 Saranno famosi 135 Lo spettacolo della “FOSSA” 175 La nostra stampa 189 Dietro il canestro 195 Per sempre nel nostro ricordo 207 Gli amici della Benedetto XIV
Mons. Salvatore Baviera
L
Mons. Salvatore Baviera, bolognese di nascita e centese di adozione, è stato Parroco della Parrocchia di S.Biagio dal 1964 per oltre 40 anni ed è stata la persona che a tutti gli effetti ha portato il basket nella città Cento; dapprima grazie alla costruzione del campetto parrocchiale (nel maggio del 1964), poi con la costituzione vera e propria della Società “Benedetto XIV”.
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a società sportiva “Benedetto XIV” può ritenersi sorta da una intuizione. Pochi giorni dopo il mio arrivo a Cento, infatti, vidi che nel campetto della Parrocchia (non c’era ancora l’Oratorio a quei tempi) si davano dei calci a un pallone, ma senza criterio sportivo. Poi mi accorsi che a Cento non era conosciuta la pallacanestro. Era il caso di arrivare primi a occupare questo terreno vuoto… “L’associazione Leone XIII” di cui ero Parroco e assistente a Bologna, praticava direi esclusivamente la pallacanestro; per questo chiesi ad alcuni amici bolognesi di venire ogni tanto a Cento a insegnare questo sport. Sorse così il primo gruppo molto informale che giocava in un campetto di fortuna. Dopo qualche mese le cose erano maturate in modo incoraggiante e allora pensai di costruire un campo regolare di basket. Ed ebbi la fortuna di trovare un aiuto nel direttore del giornale “Stadio”, che era mio amico. Egli, pur non avendo particolare simpatia per questo sport, mi ottenne dal C.O.N.I. un grosso contributo con cui poter costruire il campo. La sua inaugurazione avvenne nel maggio 1964 e fu l’inizio ufficiale e reale di questa attività a Cento; la neonata Società prese il nome di “Benedetto XIV”. Mi ero accorto che i Centesi provavano una grande simpatia per questo Papa e in più tale nome si associava così a quello della società di Bologna che aveva preso il nome dal Papa Leone XIII. Le iscrizioni crebbero a dismisura, tanto che in poco tempo la Benedetto XIV diventò la società sportiva più numerosa di Cento. Il Cappellano di allora, Don Bruno Magnani, si dedicò con molta continuità e operosità all’assistenza dei ragazzi. Nel 1967 fu poi costruito l’Oratorio che, insieme al campo di basket, al campetto di calcio e ad uno minore acquistato in quel tempo, divenne il vero polmone della nostra città. Almeno 300 ragazzi frequentavano quotidianamente l’Oratorio e i tornei, uniti alle molteplici attività formative, erano continui; ogni giorno fin dalle ore 13.30 un centinaio di ragazzi aspettava che si aprissero le porte di questa nuova struttura. Negli anni ’70 ogni domenica alle ore 11 si svolgeva il campionato della prima squadra, con la presenza di centinaia di Centesi che si davano qui il loro appuntamento, mentre alla stessa ora veniva celebrata la Messa in collegiata e 500 bambini frequentavano il catechismo nei locali dell’Oratorio e della Canonica. Circa a mezzogiorno si verificava un fatto imponente, quando uscivano i bambini, i tifosi del basket e i fedeli della Messa: due vigili erano necessari per regolare il traffico! Da allora sono passati molti anni, ma la Benedetto XIV è ancora vitale e rappresenta un fatto sociologicamente rilevante come fattore di unione profonda nella nostra città. Infatti l’insieme dei giocatori, delle famiglie e dei tifosi (spesso nonni, figli e nipoti) condividono dei rapporti vitali che servono a rafforzare il sentimento di identità della nostra popolazione e ad aiutare gli immigrati a integrarsi con la città che li ospita e li accoglie.
Cinquant’anni di Canestri
È l’anno 1964
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Un po’ per divertimento, un po’ per curiosità, un gruppo di amici, all’interno del cortile della parrocchia di San Biagio, comincia l’avviamento al gioco della pallacanestro. Ma questa passione necessita di un campo dove poterla esercitare. E qui si trova terreno fertile. Da pochi mesi è arrivato il nuovo parroco, Monsignor Salvatore Baviera che non si fa troppo pregare: viene fatto costruire un terreno di gioco con il fondo di mattonelle di bitume. L’inaugurazione avviene nel maggio dello stesso anno con una partita tra il Leone XIII di Bologna (formazione della parrocchia San Giuliano, da dove proviene Mons. Baviera) e la compagine della 4 Torri Ferrara (dove gioca un giovane Mario De Sisti, che poi diventerà un famoso coach). I bolognesi si impongono nel confronto. Il campo da basket è posizionato tra la Canonica e l’Oratorio ed è tuttora lì. Centinaia sono le partite che vengono disputate sotto il sole nei caldi mesi estivi, sotto la pioggia ed anche con la neve, senza che i giocatori disdegnino di spalare personalmente il terreno di gioco prima dell’incontro pur di poter giocare. La Società centese prende il nome di “Benedetto XIV”, nome da Papa del Cardinale Prospero Lambertini che, da pastore della diocesi di Bologna, era solito passeggiare nel cortile della parrocchia in compagnia dell’amico, l’Arciprete di San Biagio Girolamo Baruffaldi. Da Pontefice eresse Cento al rango di Città, con la Bolla Papale del 1754.
conduce nella stagione 1997-98 il Borgomanero in serie B/1. Intanto sul mercato invernale viene ingaggiato l’esperto pivot Gennaro Palmieri, che con Caserta ha vinto la Coppa Italia 1988. La Benedetto XIV continua il suo cammino stentando ed è costretta ad attendere l’ultima giornata, con la vittoria contro Cosenza per 73 a 66, per avere la sicurezza della matematica salvezza. Ma non solo… In un atrio del Palazzetto stracolmo di tifosi e semplici appassionati in fremente attesa degli esiti dagli altri campi, grazie ad una pazzesca concatenazione di risultati legati fra loro dal sottile filo del destino, arriva addirittura la notizia del raggiungimento dei playoff! E non contro una squadra qualsiasi, bensì contro la Sinteco Ferrara, prima della classe, dominatrice del campionato e autentica favorita alla vigilia. Parrebbe una formalità per nostri acerrimi rivali... Cristiano Carchia sobito dopo aver segnato il canestro vincente Vittoria estense in gara-1 (75-69), ma replica centese in gara-2 (87-83) in una Palazzo centese stracolmo. Nella bella, a 3’ dalla fine il tabellone recita + 11 per Ferrara, che da quel momento si paralizza, consentendo la lenta quanto efficace rimonta della Benedetto XIV, che spinta dai tantissimi tifosi presenti comincia a crederci. Sopra ancora di due punti, Ferrara sbaglia l’ultimo attacco a 20’’ dalla sirena. Cento è ora in possesso palla, scorrono i secondi e Bonaiuti va da tre, ma la sfera gli scivola dalle mani, cadendo nei
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Stagione 1999-2000
Cinquant’anni di Canestri
La nostra stampa
Anno 1971, numero speciale de “La pulce nell’orecchio”
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La nostra stampa Stagione 2011/12
Stagione 2013/14
Stagione 2012/13
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Dietro il canestro lodevole presenza del personale di “Creagiocando”; queste, così come altre, sono tutte belle intuizioni marchiate di biancorosso. Figure indimenticabili della vita quotidiana al campo di allenamento, per generazioni intere di ragazzi, persone che hanno davvero segnato questi anni sono stati i custodi, prima dell’Oratorio, poi delle varie Palestre di cui la Società ha usufruito e infine del Palazzo dello Sport. Sono sempre state figure di riferimento anche loro, amichevolmente disponibili e vicini alla Società e ai ragazzi di tutte le età, ma anche simpaticamente brontoloni nei confronti di quegli atleti non sempre ligi al proprio dovere e spesso disordinati o ritardatari. Come non ricordare anche tutti coloro che, a vario titolo, hanno offerto il loro fattivo contributo nelle numerose mansioni a cui nessuno pensa mai, ma che sono indispensabili per il proseguimento delle attività di una Società sportiva, da quelle prettamente organizzative a quelle strettamente manuali e di fatica. Pensando a queste ultime la memoria corre, per fare due piccoli esempi fra i tanti possibili, a tutti coloro che con impegno, fatica e tanto sudore resero possibile, anni addietro, l’utilizzo della famosa Palestra della Giovannina o ancora, scavando più profondamente nella memoria, a chi trasportava i pesanti canestri in Piazza del Guercino e si prodigava per allestire il campo per i passati tornei del Settembre Centese che si svolgevano in pieno centro storico. Gli eventi e gli appuntamenti dove la presenza di personale legato alla Benedetto XIV non può venire meno sono tanti, perfino al di fuori del periodo temporale del campionato. Allora come non pensare a coloro che ancora oggi, gestiscono e animano ogni anno lo stand della Società e del Settore Giovanile durante la fiera settembrina locale; oppure agli organizzatori dei vari tornei di basket che in fondo nascono sempre dallo spirito biancorosso, come quelli estivi presso l’Oratorio di San Biagio o l’ormai famoso e irrinunciabile “Whitty Summer Basketball” che ogni anno fa capolino presso il Percorso Vita, in ricordo dell’amico Paul, attirando centinaia di appassionati… Queste e tante altre ancora sono tutte istantanee, tutti spaccati di vita comunitaria vissuta, aventi comunque come cardine e punto di ispirazione la Benedetto XIV come realtà insostituibile nel tessuto sportivo e sociale della nostra città. Nella foto qui sopra e in quella centrale, si riconosce, fra gli altri, Da ultimo e sicuramente non per imporAntonio Fantoni, storico segretario, per numerosissimi anni della tanza, è impossibile dimenticare di tutti gli Benedetto
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Gli amici della Benedetto XIV FELICITAZIONI
“Un caloroso augurio di buon compleanno alla società sportiva “Benedetto XIV” di Cento dalla Comunità “San Patrignano”. Non è da tutte le realtà sportive raggiungere il prestigioso traguardo dei 50 anni di vita e siamo certi che questo sia il risultato di una realtà che crede fortemente nell’impegno che porta avanti ogni giorno. Una società con cui abbiamo collaborato negli anni passati, uniti dalla stessa passione per lo sport e certi entrambi della sua importanza educativa”. Osvaldo Petris e tutti i ragazzi della Comunità San Patrignano
RINGRAZIAMENTI
Una preziosa base di partenza per la stesura di tale opera è stata data dallo sfogliare e rileggere le pagine del precedente volume celebrativo, creato in occasione del 35esimo di fondazione della Società; per questo si ringraziano, innanzitutto, tutti coloro che già allora collaborarono a quell’iniziativa. Questo libro, tuttavia, non avrebbe potuto essere così ricco di particolari e di contenuti senza il disinteressato aiuto di tante persone, vicine in vario modo all’ambiente biancorosso. Per la gentile collaborazione, le preziose informazioni, i consigli, gli aneddoti e la concessione di materiale fotografico e giornalistico si ringraziano pertanto, in ordine casuale: Melega Giuseppe, Lenzi Andrea, Zocco Ondina, Piccaglia Stefano, Piccaglia Sergio, Malagodi Diego, Casini Achille, Fortini Alberto, Maretti Alessandro, Guizzardi Alessandro, Poli Carlo, Talassi Giancarlo, Pesci Carlo, Rubbini Roberto, Alberghini Davide, Fregni Giovanni, Atti Maria Rita, Franchini Alessandra, Camerini Giuseppe, Paterlini Mauro (e l’archivio de “Il Resto del Carlino”), Agenzia fotografica Business Press, Tassinari Verter, Piccaglia Sandra, Govoni Renato, Pirani Marco, Cortese Claudio, Beghelli Paolo, Borgatti Giancarlo, Sacquegna Lorenzo (lo “speaker”), Bretta Daniele, Marchi Giampiero (e l’archivio della sede della Benedetto XIV), Manni Michele, Vignoli Fausto, Gallerani Antonio, Zunarelli Leonardo, Chiari Stefano, Borgatti Gian Ernesto, Bonzagni Alfredo, Orsini Valentino, Tassinari Franca, Balboni Sandro, Bonaiuti Alice, Blo Renato, Ferioli Marco. Ci scusiamo fin d’ora per eventuali errori, omissioni o inesattezze nelle quali sicuramente siamo incorsi. La “redazione”, a fronte della consapevolezza nascente data dalla incredibile quantità e qualità del materiale visionato per la creazione di questo libro, confida in tutti coloro i quali abbiano ulteriori documenti e notizie da mettere cortesemente a disposizione della Società, così che questa occasione possa diventare l’inizio di un più ampio lavoro organizzato di catalogazione e riordino di una bellissima “storia” in continua evoluzione, da poter consultare e “rivivere” grazie anche ad un apposito link sul sito internet ufficiale della Benedetto XIV (www.benedettoxiv.it).
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Cinquant’anni di Canestri
Stagione 2013-2014
rante fastidio al tendine del ginocchio destro che lo costringe a continue visite e cure. La squadra, al di là di questo, non ingrana come potrebbe e si palesa anche qualche limite di tenuta mentale nell’arco dei 40 minuti. Durante l’anno saranno troppe le sconfitte tra le mura amiche, che faranno mugugnare e non poco l’ambiente; sconfitte mitigate in parte da alcuni belli e importanti exploit esterni che, tuttavia, la fanno rimanere in corsa per un posto nei playoff. Le due vittorie esterne più belle avvengono: una sul campo della capolista Tortona, ancora imbattuta tra le mura amiche, quando una squadra finalmente in buona salute, gagliarda e senza timori espugna il parquet piemontese (71-60); l’altra sul difficile parquet toscano di Empoli. Il mercato invernale porta a Cento due nuovi giocatori: Riccardo Scomparin, guardia-ala, cresciuto nelle giovanili dell’Olimpia Milano, ex Omegna e Legnano e Lorenzo Andreani, play-guardia, nativo di Loreto, con precedenti a Macerata, Recanati, Ancona, Rovereto, Poderosa Montegranaro, Giulianova. Giovanni Agusto, invece, saluta Cento e viene ceduto. Il 9 febbraio 2014 al Paladozza partita di ritorno con la Fortitudo che ora ha in panchina Federico Politi. Cento, nonostante l’assenza di Di Trani, squalificato, fa la partita: + 7 (58-51) a 57”
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Saranno famosi
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Saranno famosi
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Saranno famosi
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Lo spettacolo della “FOSSA” per chiunque abbia saputo onorare al meglio la canotta biancorossa. A suffragio sono evidentemente da annoverare le tantissime premiazioni e targhe consegnate negli anni dai tifosi a ex-giocatori o allenatori o dirigenti, al primo loro incontro da avversari; sono talmente tante che fare un elenco potrebbe addirittura risultare noioso!... In varie occasioni, recenti e non, la “Fossa”, riuscendo spesso a coinvolgere con il suo infaticabile entusiasmo anche il resto del Palazzo, ha fornito un appoggio determinante per arrivare alla vittoria, manifestandosi in qualche occasione in modo fin troppo esuberante, per voler usare un eufemismo! Non si può certo dimenticare quante volte, durante questi lun-
Lo stupendo colpo d’occhio del “Settore Zimmer” in occasione della storica serie playoff 2013/14 contro la Fortitudo!
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Lo spettacolo della “FOSSA” sede ufficiale e luogo d’incontro divenne il bar centrale della piazza centese, ovvero il Bar Trieste di Roberto Riva. In questo luogo il gestore concesse i giusti spazi, tra cui da ricordare quello della bacheca riservata a Franco Stefani, allora addetto stampa nonché giocatore della prim’ora, in cui con la rubrica denominata “Il Punto” egli commentava tutte le partite del campionato. Fu questo ritrovo quotidiano nel bar a far decollare in modo definitivo il gruppo della “Fossa dei Leoni”. A seguito del trasferimento dal campo delle Scuole Medie alla più capiente Palestra di via Giovannina, avvenuto per la stagione 1981/82, la Fossa inaugurò il proprio punto di raggruppamento denominandolo con l’apposito striscione “Curva Bar Trieste”. Dei primissimi anni ‘80 è anche la comparsa di due tra gli striscioni più belli e importanti in assoluto tra tutti quelli appesi nella storia: “Forever Ultras”, rosso con scritta bianca e “Fossa dei Leoni”, bianco con scritta rossa, entrambi commissionati alla esperta mano del compianto noto artigiano bolognese Antonio Pinotti. A cura dei tifosi, in questo periodo ricco di iniziative, avveniva mensilmente la premiazione, previa colletta generale, del giocatore maggiormente distintosi per qualità sportive e morali. Si ricorda con piacere che, all’interno di tale iniziativa, oltre ovviamente ai cestisti biancorossi fu eccezionalmente riservato un premio al calciatore della Centese Calcio Gianfranco Bramini in onore della sua costante presenza tra i tifosi. Sempre di questo periodo si ricorda l’episodio del primo “sciopero del tifo”, organizzato in occasione della partita di ritorno contro il Castelfiorentino Basket; sciopero causato da contrasti avvenuti in settimana con la dirigenza, preoccupata a suo dire dalle minacce della Federazione di pesanti sanzioni che avrebbero inciso su un bilancio societario già fortemente ristretto. I ragazzi della Fossa presero posto sugli spalti come di consueto, ma seduti e a braccia incrociate, in rigoroso silenzio, con striscioni avvolti e nascosti per tutto il primo tempo. Questa singolare iniziativa suscitò lo stupore del pubblico, incredulo e mai abituato al silenzio fino a quel momento. Fu un’iniziale debacle per la Benedetto XIV, mai avvezza ad una atmosfera così surreale, tanto che chiuse il primo tempo in svantaggio in una partita decisiva per la promozione alla categoria superiore. All’inizio del secondo tempo, però, la “Fossa” si alzò e scatenò un inferno di tifo, coin-
Bar Trieste: la sede della fossa. I vecchi leader: da sinistra Alberto Gilli “Dustin”, Giuseppe Melega “Ciacci”, sullo sfondo Stefano Serra “Cecca”
La formazione giovanile classe 1972 alla Giovannina, davanti al settore nominato “Curva Bar Trieste” (si veda lo striscione sullo sfondo) La “Fossa” sugli spalti della Palestra Giovannina
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Lo spettacolo della “FOSSA”
L’nvasione di campo a Ferrara dopo la vittoria in Gara-3
Gara-2 di finale contro Scafati al Palabenedetto
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Più di 1000 tifosi biancorossi hanno gremito il settore ospiti del Palazzo dello Sport estense, una vera invasione! Sul +12 per Ferrara, a meno di 5 minuti dalla fine dal settore occupato dalla “Fossa” ha preso voce un coro, che accompagnerà poi la squadra fino alla fine del match: “No, Ferrara no, in Serie A non ti facciamo andare!!!”…la gente lo cantava e la squadra si caricava e rimontava… Fino alla magica bomba di Carchia allo scadere… Era il 4 maggio del 2000, alle ore 22:38; un momento da scolpire nella memoria e da celebrare con infiniti caroselli in giro per la città e una bellissima maglietta celebrativa. “Che notte quella notte!!!”… Stupenda, emozionante e di vero godimento collettivo! Il turno successivo, la semifinale playoff, ha visto la Benedetto XIV contrapposta a Treviglio. Per la prima partita, di giovedì sera, la trasferta è stata fatta con macchine ed erano presenti non meno di 200 tifosi che, col carico di entusiasmo ancora in corpo unito a un ottimo e continuo tifo, hanno spinto la squadra alla vittoria. In Gara-2, a Cento, la squadra biancorossa è stata accolta da un Palazzo dello Sport stracolmo e da una “Fossa” a livelli stellari, dove campeggiava la scritta fatta con grandi cartoncini “Orgogliosi di voi”. Vittoria mai messa in discussione e festeggiata da un tifo davvero di altri tempi… Solo Scafati ora separava la Benedetto XIV da un incredibile quanto insperato salto di categoria chiamato Serie A2! Vista la grande difficoltà nel reperire i biglietti e i mezzi di trasporto per arrivare nella città campana, è stata presa la dolorosa decisione di non seguire i ragazzi per la prima partita e di aspettare eventualmente l’ultima decisiva gara. La Benedetto XIV non è stata comunque lasciata sola, perché è stato allestito in piazza un collegamento radio per sentire in diretta il match. Piazza Guercino era piena zeppa di gente e la sconfitta ai supplementari è stata accolta senza drammatizzare più di tanto. Bisognava preparare Gara-2, dove la “Fossa” si è presentata tutta rossa con migliaia di stelle filanti e coriandoli; per l’evento è stata costruita dalla Società Carnevalesca “Mazalora” un’immensa e pesantissima lettera “A”, in compensato, e qua e là erano situati decine di cuori in plastica biancorossi. Da segnalare la stupenda prova della Fossa, autrice di un tifo super e soprattutto corretto nei confronti dei tifosi ospiti. Ed ecco arrivare Gara-3: drammatica, sportivamente parlando natural-
Lo spettacolo della “FOSSA” glietto acquistato! Morale della favola: saranno 1400 tifosi centesi in trasferta, con curvetta forzatamente aperta e il Presidente ferrarese invano a tentare di fare da scudo per non far entrare la gente! Il tifo in questa partita è stato enorme, una grandissima prova di forza e di passione di tutti i presenti, che hanno iniziato a intonare cori già un’ora prima dell’inizio del match, ancora fuori dal Palazzo! La partita è stata molto combattuta e ricca di colpi di scena; a un minuto dalla fine, dopo il secondo tecnico fischiato contro, è esplosa anche la rabbia con oltre cento trombette in caduta libera sul parquet… Con grande malincuore, tutti sanno com’è finita; ma la Serie A la “Fossa” l’avrebbe sicuramente meritata…
Gara-2 di finale Playoff 2000/01 contro Ferrara
Gli anni a cavallo del nuovo millennio e soprattutto quelli appena successivi sono stati decisivi per il futuro della “Fossa”. Il periodo di necessario, quanto non facile, ricambio generazionale e di riassestamento del gruppo è stato forse il più delicato di tutti, dal lontano momento della nascita del tifo organizzato. Sono cambiati molti dei personaggi principali e alcuni dei capi storici della tifoseria hanno deciso di iniziare a farsi da parte definitivamente. Molti di loro sono, ad ogni modo, rimasti assidui frequentatori del Palazzo dello Sport, non facendo mancare mai la propria presenza e aiutando in caso di bisogno, assumendo, però, una connotazione completamente diversa rispetto al passato. Sono entrate diverse nuove leve, volenterose ma inesperte e la “triade” Maretti - Gizzo - Poli ha dovuto gestire un rinnovamento interno molto delicato, ma al tempo stesso fondamentale per poter proseguire le attività del gruppo in un certo modo e cercando, per quanto possibile, di seguire determinate regole.
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Per sempre nel nostro ricordo GIANENRICO CEVOLANI GianEnrico Cevolani, indiscutibilmente conosciuto da tutti col soprannome di “Zimmer”, è stato uno dei più accesi e infervorati sotenitori della Benedetto XIV, nonchè uno dei personaggi di maggiore spicco della pattuglia di ultras della “Fossa dei Leoni”. A Zimmer, ormai afono, spettava il compito di lanciare in solitario il coro “E ieri sera…”, ogni volta in occasione del momento festoso che precedeva ogni vittoria, seguito dalle ripetizioni di tutta la Fossa. Quel coro, dopo la sua morte, non verrà mai più lanciato da nessuno. Zimmer nella sua vita ha dovuto affrontare periodi di grandi sofferenze, ma pur debilitato non mancava mai ad una partita della sua squadra del cuore, che non ha mai smesso di amare e seguire! Da sempre è stato amico benvoluto e stimato da tutti i ragazzi della “Fossa dei Leoni” della Fortitudo BO, accorsi in massa nel giorno del suo funerale. A lui è stato dedicato il Settore dove tuttora è presente la tifoseria organizzata biancorossa (“Settore Zimmer”), con tanto di targa a ricordo. La pezza in sua memoria viene portata dai suoi amici tifosi ogni anno in giro per tutti i Palazzetti d’Italia.
ANDREA CERVI Per tutti Teddy, cominciò come giocatore coi suoi amici della classe 1960. Dopo un trascorso da allenatore fu l’ideatore di PROGETTO 1964 ovvero lo sviluppo di tutta l’attività giovanile della Benedetto XIV. Proprio grazie a lui, al coraggio del gruppo, i giovani della Benedetto XIV possono rimettersi la casacca biancorossa dopo un periodo in cui tutto sembrava finito. Questo gesto di grande umanità rivolto ai ragazzi di Cento fa si che nessuno lo possa più dimenticare. Grazie Teddy.
Sarebbe stato ulteriormente bello poter ricordare singolarmente anche i genitori e i familiari che hanno seguito le formazioni giovanili o le numerose altre figure comunque legate in qualche modo al mondo biancorosso e che ci hanno lasciato, ma purtroppo in queste pagine non è possibile. Volendo citare simbolicamente una persona per tutte viene alla mente il nome del giovane Manuel, figlio del nostro grande giocatore Walter Bobicchio. Per tutti coloro che non sono più tra noi rimane, comunque, indelebile la riconoscenza da parte della società per tutto ciò che queste persone hanno lasciato nella nostra memoria e nei nostri cuori.
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