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Digitized by the Internet Archive in
2010 with funding from
Boston Library Consortium IVIember Libraries
Iittp://www.archive.org/details/litalianel1898tu00cola
<? ^
N.
COLAJANNl
X. (TUMULTI E REAZIONE) Il
quarantotto italiano, compiuto
poi nel '60,
non fu neppure
strettamente nazionale
mente unitario attende ancora
dta
che
Le
villi
moderna
tiussd
suka
e
il
e
e
politico, fu
niescbiiia-
dinastico. L'Eolia
suo quarantotto
politico,
condizioni essenziali J^Uu e
tenuetta di studiare
aortite
FILIPPO TURATI
MILANO SOCIETÀ EDITRICE LOMBARDA Corso Venezia
ti
Ita già peì-cvrna dulie nuji.otn%
,13
PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ EDITRICE LOMBARDA
Felice Cavallotti nella yita e nelle opere
Bjoekson
11
Re
(traduzione di F. Fontana)
M. Mazzolani Via Trita
—
Versi
—
Fr. Chiesa
—
Versi
—
T.
Preìiidio
ediz. .
.
{con 19 ilhistr.)
Verità e ignoranza {studio
Peykani
IX
Dario Papa
Viag'g'i
(HI edizione 500 pag.)
Fontana
Poes^ie
Vecchie e nuove
Viaggi
in
(ITI
Europa,
iit
.
Conconi)
GIORNALE SETTIMANALE Lavori femminili^ Letteratura
Questioni del giorno^
Un Lodi
.
Tip. E.
Attualità^
Abbonamento annuo L. B. numero separato Centesimi
Wilmant,
l
898
5,
»
2,
»
3,
»
-,50
»
3,
{^illustrazioni di
-oo^ii^^^Soe-
3iode,
»
Aiuericaj in
Giovani (Goliardica)
G. Venanzio
B,
»
La Polpetta del Re L.
»
edizione
Africa (in edizione 500 pagine) !»
2,—
...»
£00 pagine) »
»
critico sulle
crcden^,e religiose]
F.
L. 2,50
Varietà
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NrCOIvAJANNI r-ìf
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TUMULTI E REAZIONE Il
quarantotto italiano, compiuto
non
poi nel 60,
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FILIPPO TURATI
-? MILANO SOCIETÀ EDITRICE LOMBARDA Corso Venezia, 13
D'tr
5%
l
dò
A CHI
LEGGE
// lettore intelligente sa che scrivere
quanta
la
verità, o
tale si crede.
essa
contemporanea
storia
la
Non
quella
,
che, in
e cosa facile
dire
e
tutta
buona fede,
si può dirla specialmente quaìido
può procurare
attori o
non
molestie e persecuzioni agli
ai testimoni;
quando
si
può
sospettare,
che impedimenti verrebbero posti alla circolazione di
un
libro,
che si proponesse di farla nota tutta
intera.
Questa
avvertenza serve per coloro, che
mi
hanno somministrati elementi preziosi sui fatti di Milano e che non li vedranno in queste pagine riprodotti, non ostante che essi si siano dichiarati pronti a sostenere la esattezza delle loro informazioni anche nei Tribunali.
La prudenza non ha
che
mi ha
suggerito di ometterli
spiegato la sita anione nello interesse mio
A CHI LEGGE
ma
personale ;
in quello del libro, che potrà com-
correggendo
piere opera tUile
errori e pregiudizi,
che hanno falsalo la ptcbblica
mira sopratutto
a far breccia in quella che
ha chiamato
Zerboglio
opinione. Il libro
onesta e che
reazione
la
lo \
maggiore dei politici partigiani
costituisce la forza
|
I
e disonesti.
Così è
Usmo
:
nella
massa
degli avversari del socia-
democrazia in genere, in Italia e in
e della
qicesto qicarto d'ora,
per
deficienza di cultura e di
conoscenza degli uomini e delle cose, la grande mag-
gioranza e composta di persone che, con tutta sincerità,
credono che la reazione presente sia stata
provocata dalle colpe e dagli errori dei socialisti dei democratici di ogni gradazione ; e che essa
e
sia necessaria
Questo
per salvare
lo
rivolge
libro si
Stato e la società. alla
reazione
onesta
nella speranza di richiamarla alla realtà e di
condurla
sopra
la
retta
via.
Vi
ritiscirà ?
ri-
Lo
ignoro ; per riuscire, però, ho messo ogni sttcdio
—
anzi si dirà che sono stato esagerato in questo
studio i
— per
esporre
i fatti
quali
li
giornali conservatori o reazionari
della Sera,
Perseveranza,
ecc.,
di
presentarono
—
Milano
;
di Firenze, Corriere e Mattino di Napoli, e il periodico i
I Tribunali
Corriere
Nazione ecc., ecc.,
di Milano, che pubblicò
resoconti stenografici dei processi svoltisi innanzi
ai Tribunali di guerra della stessa
Milano
col visto
"
A CHI LEGGE
Generale
Commissario straordinario
Regio
del
Bava-Beccaris.
In
quanto ai
giudizi sulle
cause
prossime, che generarono ifatti, del pari, ho messo la
massima cura nel presentarne una
antologia ricavata
specie
articoli e dai libri dei
da
di
mo-
narchici pili autorevoli, più colti e più onesti.
Dai per in
lettori
invoco tcn benevolo compatimento
le deficienze dello stile e della esposizione,
che
questo mio libro sono maggiori che nei miei
precedenti. scrissi in
Per
farìnele perdonare dirò loro che
gran fretta
i
singoli capitoli e
li
mandai
a stampare uno per tino nella speranza di poterli in
una volta per correggerli, completarli. Per ragioni da me indi-
ultimo rileggere in
coordifiarli e
pendenti non potei compiere che assai incompleta-
mente questo necessario lavoro di fusione visione.
Ad
ogni modo, tale quale esso
e di re-
e rimasto,
spero che verrà accolto come la espressione di chi
non
si e proposto che la
ricerca della
verità e il
bene del proprio paese. Castrogiovanni, 12 Dicembre i8g8,
Dott.
Napoleone Colajanni
I.
SIAMO
Imprendendo a )Sta
IN
dire,
RITARDO
con tutta
la
prudenza im-
dalla reazione trionfante, dei casi che
ro in Italia nella
primavera 1898
si
svol-
e che, per colpa
governo, assunsero proporzioni minacciose ed ipronta speciale in Milano nelle giornate dal 6 9 Maggio sento il bisogno di riprodurre le pa'I
,
ne colle quali posi termine
al libro sugli
enti di Sicilia del 1893-94,
che agli
amente
si
Avveni-
ultimi
inti-
connettono.
Scrivevo
adunque nell'autunno
del 1894
:
«
I
gni precursori del principio della demolizione di
che esiste in politica in Italia non mane presentano una grande analogia con quelli
tto ciò
mo le
nel
secolo scorso
precedettero lo
scoppio tre-
endo della rivoluzione francese ». « Si legga VAnciène regime di Toqueville e di aine e si vedrà che in Francia prima del 1789, come Napoli, ^94,
ute,
si
nelle Puglie, in
sente che c'è
Sicilia nel
un popolo
1893 e nel
in rivoluzione la-
che aspetta V occasione per
irrompere
;
che
6
17AP0LE0NE COLAJANNI
questo popolo
manca ancora
di org^anizzazione e
d
non avendo i)in fiducia in quelli che lianncj « Panel Tautorità legale. Anche allora si gridava « non tasse, non cannoni ! eh 'è il grido del bi capi,
:
«
sogno, dice Taine, e il bisogno esasperato irrompe e va avanti come un animale inferocito
«
E
«
mercati saccheggiati.
«
i
« del «
magazzini, dazio!
gati vinti e
« registri «
E
delle
chivì dei
convogli di cereali arrestati,
i
le
E
si
grida
:
:
Abbasso r ufficia
barriere sono infrante, gl'impie
E
scacciati
imposte,
comuni
e
si
Re ! » « La scena descritta per altri siti non sembra
i
danno
si
fuoco
al
libri dei conti
^
gli ai
fa tutto al grido di:
Viv
« il
dal Taine per Bignolles la fotografia di ciò
che
avvenuto a Valguanera, a Partinico, a Monreale a Castelvetrano^ a Euvo^ a Corato ? Eppure i coi tadini di Sicilia e di Puglia non sanno o non con scono cosa sia la rivoluzione francese, imitano e ripetono »
i
cui preludi
!
«
Non
basta ancora
1' ;
analogia continua più
grande che mai sulle cause, che accelerano la catastrofe in Francia e che potranno accelerarla adesso in
Italia. Si disse dei
nanziari in cui
si
dibatte
il
gravissimi imbarazzi nostro paese
ha messo stupendam-ente in evidenza
le
;
e
fi-
Gomel
cause finan-
ziarie della rivoluzione francese ». « Qualche piccola inversione nell'ordine degli avvenimenti vi potrebbe essere quando Joly de Fleury si decise air aumento delle imposte i Parlamenti di Francia protestarono e invocarono la riunione degli Stati Generali. Noi non abbiamo assemblee che per la loro storia si rassomiglino ai Parlamenti ;
SIAMO IX RITARDO
ma
abbiamo una Camera dei Deputati la che dovrebbe equivalere ag-li Stati Generali quale sotto V incubo dello scioglimento ha approvato le imposte proposte dall' onor. Sonnino e che potrà essere disciolta se non farà quelF ultimo sforzo, che si chiama ultimo per ischerzo, ma eh 'è sempre seguito dalla domanda di un altro ». « Chi può garantire che in Italia non si cominci da uno scioglimento mentre in Francia si cominciò da una convocazione? E qualche altra francesi,
;,
sarebbe ancora nei protagonisti del i Maurepas,
differenza ci
prologo. L'Italia da alcuni anni ha visti i
Ve.rgennes,
ed anche il
i
d'Ormessn
i
suo Neker
un Turgot samente
Calonne,
l'Italia
;
i
in tanta decadenza indarno cerca
Dov' è
!
al
ma
;
Joly de Fleury potrà anche trovare
Brienne,
i
Ministro che dica coraggio-
il
Re ch'è impossibile ogni
ulteriore accre-
che prestiti non se ne pos-
scimento delle imposte
;
sono fare più
salvezza è nelle economie e
nelle riforme «
E
ma non
;
che
la
?»
tutto ciò disse
fa ascoltato
!
Turgot
al
buon Luigi XVI
;
»
Lo sarebbe adesso in Italia ? » Nessuno può dirlo ma tutti devono riconoscere che gli avvenimenti incalzano e che la scin« «
tilla
;
partita dalla Sicilia, che nell'arte^ nella coltura,
nella
organizzazione
sociale, in tutto
come direbbe Giuseppe Ferrari fronte alle fasi di e
da
r
alito della
regioni
altre
ove non
si
stretto, far
—
;,
in
trova
—
ritardo
di
si
sviluppo percorse dalla Francia dell'
Alta
Italia,
rivoluzione francese
:
che sentirono
quella scintilla,
provveda in tempo, potrà, varcando divampare l'incendio nel resto d'Italia
lo ».
NAPOLEONE COLAJANNI
8
Comunque,
«
se
insipienza
fatalità di cose
nomini
di
go-
di
A^orranno clie gli avveni-
verno menti non abbiano quel corso j^acifico ed evolutivo, che dev' essere vagheggiato da quanti conoscono i danni e gli orrori delle cruenti rivoluzioni, io faccio voti ardenti pel bene del mio paese che il grido :
«
cappedda » non possa acquistare quella celebrità che al di là delle Alpi acquistò il a
tnorte
triste
grido
li
Les aristocrates à la lanterne
:
/ »
(1)
prodromi della grande rivoluzione francese e gli avvenimenti di Sicilia^ che riporta il nostro paese ad un secolo fa, può oggi essere completato con un altro riscontro storico che somministra T Inghilterra. Al di là della Manica l' evoluzione politicosociale non fa tranquilla e pacifica sempre, come, nelle sue grandi linee, si è andata svolgendo nella seconda metà di questo secolo. Vi farono due grandi periodi di sommosse, di Il
riavvicinamento tra
tumulti
,
di
i
repressioni sanguinose e di reazione
che ricordano la fase che attraversa
l'Italia dal
1893
primo va dal 1799 al 1824 il secondo i due periodi non mancarono agitazioni, che terminarono qualche volta in con-
in poi.
Il
;
dal 1837 al 1848. Tra le
flitti
sanguinosi
—
specialmente nel 1819, nel 1831,
nel 1832^ nel 1839, ecc,
pletamente dopo
il
;
— e non
fecero difetto
com-
1848; astraendo dall'Irlanda
—
avvenimenti presentarono sempre caratteri complessi non paragonabili mai con quelli italiani
dove
gli
(1) (Gli
avvenimenti di Sicilia. R. Sandroii.
1894, pag. 505 a 808).
Palermo
SIAMO IN RITARDO
—
tutti
p.er
—
nosa
basta ricordare
la
—
13
the bloody
sunday
9
domenica
novembre
sanguidel 1887.
due periodi
storici inglesi, classici per le tursecondo dei quali comprende il movimento cartista vanno rievocati oggi in Italia per I
bolenze
,
il
,
concludere dal confronto
—
— da completarsi più tardi
che se in Inghilterra fossero
teri di
stati adottati
governo che formano ormai
invidiabile della borghesia italiana,
dovato lavorare in permanenza; contarsi
secoli
;
e
gli
non più a
secoli
,
i
cri-
non
gloria
boja avrebbe
il
sovversivi
distribuiti ai ribelli e ai
vuto
la
anni di galera
avrebbero
ma
do-
a migliaia di
anziché svolgersi sempre più
la costituzione
continuamente nel senso democratico avrebbe do-
vuto essere soppressa
;
la reazione sfrenata,
insomma,
quale del resto la vagheggiò e consigliò in Inghilterra
deW ultratorismo^
ilpartito
vi
si
avrebbe do-
vuto insediare sovrana e incrollabile.
Qualcuno potrà obbiettare, che accennando al lavoro del boia si vien meno alle condizioni di una buona comparazione e che viene a mancare ogni analogia, perchè condanne a morte ci furono in Inghilterra benché, non esigaite ma non una
—
eccettuato
il
—
—
non entra nel pene inflissero i mal giudicati
caso Barsanti, che
riodo in discussione
—
Tribunali militari Italiani nel 1894 e nel 1898. All'obbiezione tra
i
nella
due paesi
:
si
trova risposta nelle differenze
nella
natura degli avvenimenti
proporzione e durata delle repressioni, nella
giustizia delle altre pene, nella serena imparzialità
dei giudici ordinari
—
e
non eccezionali
—
nella
sapienza e moderazione delle classi dirigenti e dei governanti.
NAPOLEONE GOLAJANNI
10
Le
differenze
sarà
ci
occasione
di
rilevarle
nella misura consentita dall'indole di questo scritto,
man mano
che procederà la narrazione; e
le diffe-
non richiamare alla' nostra enorme inferiorità politica
renze eloquenti non potranno realtà triste della
e morale, quanti leggeranno
coH'animo intento
alla
ricerca del vero.
Per ora basta fermare questo che i tumulti le sommosse, i tentativi coscientemente insurrezionali che afflissero Tlng-hilterra per cinquant' anni :
circa spesso tolsero a pretesto le riforme politiche;
ma
fondo dei movimenti fu e rimase sempre econemico. Non cade dubbio sulla natura del movente il
nel primo periodo dei torbidi inglesi
invece qual-
;
cuno vorrebbe negarla pel secondo. E in verità, guardando alla superficie e alle dichiarazioni di potrebbe credere che questo movimento celebre, durato circa dieci anni, alcuni capi del cartismo,
essenzialmente politico. Erano,
sia stato
dole politica
popolo
;
si
ma
i
famosi
sei articoli
nella intenzione
infatti, d'in-
della Charta del
dei cartisti
delle
due
dovevano servire come mezzo per ottenere il miglioramento economico delle masse lavoratrici. I promotori ed organizzatori del movimento trovarono grande seguito per lo appunto perchè tristissime erano le condizioni economiche degli operai nella grandissima maggioranza.
scuole, essi
Ciò
era a conoscenza
tanto che
il
dei capi
una
quistione di forchetta
Risalendo dal caso particolare rale dei
cartismo
;
reverendo Stephens, uno dei più audaci
e dei più infervorati, predicava che
sopratutto
del
movimenti
politici
il
e
all'
inglesi^
il
cartismo era di coltello
!
indole gene-;
Rise, eh'
è^
SIAMO IX RITARDO
uno degli
scrittori
ha
clic
iniziato
Era
11
illustrazione
la
Vittoriana ha scritto queste non per i soli inglesi ma per tutti i popoli che hanno coscienza delle proprie « John Bull al verde, egli osserva, è il sofferenze della cosidetta
parole
,
significative
:
« pili
dei malcoltenti e
persistente
« politici
—
ma
« affari faturi.
svolge principi
sempre con un occhio volto
Quando
agli
sazio di carne e di birra
è
ha poche idee
e la sua soddisfazione è colossale » democracy. London. Blackie et Son 1897 of pag. 129). A provare l'esattezza del giudizio, un «
{Rise
poco più oltre aggiunge
«
:
Appena R. Peel
risol-
«
vette la quistione tributaria, la stabilità fa assi-
«
curata alle industrie, alla società, alle istituzioni
»
(pag. 130). (1)
La riforma
(1)
1842. Fece
tributaria fu iniziata nel
un
passo gigantesco, mercè l'efficacissima cooperazione di Gladstone, nel 1845-46. La, solo Gladstone nel
può
si
1853
dire,
condotta a termine dal
e nel 1860. Sulla
riforma tributaria
inglese sono da leggere vari eccellenti articoli pubblicati dal
Nuova Antologia
Prof. Eicca Salerno nella nigliani
{Oladstone
e
finanza inglese)
la
ed uno del Conella
Riforma
Sociale del 15 Luglio 189S. Sul movimento cartista, coloro
che vogliono averne piena
conoscenza, potranno leggere
opere di Henriet Martineau
,
di
Molesworth
,
di Justin
le
M'
Carthy. Un' idea chiara l'avranno dallo scritto vivace, quasi
drammatico, di Paolo Yalera Inghilterra
,
con Proemio
:
L'insurrezione Ghartista in
di Filippo Turati. (Milano 1895,
presso la Critica Sociale). Paolo Valeva, nella cella del reclusorio
r
Italia e
senza
potrà meditare sulla differenza
di Finalborgo, 1'
Inghilterra
sospettare,
,
eh' egli
che doveva
dolorosa prova personale.
tra
aveva studiata ed esposta
pooo tempo
dopo
averne
la
NAPOLEONE COLO JANNI
12
Il
1848 trovò disarmato
il
cartismo dalla pre-
cedente riforma; così Teco della proclamazione della repubblica in Francia, invece di trascinarlo ad una rivoluzione trionfante, ne segnò la morte. La sua, destò dal letargo le però non fa opera inutile :
.
classi
cui
dirigenti
mise sotto
,
i
loro
occhi
i
pericoli
andavano incontro ostinandosi nella resistenza
e contando sulla repressione e le costrinse alle tra-
sformazioni
economiche
indicate
politiche
e
dai
tempi, reclamate dal popolo. I sei articoli della C/iarta, dichiarati irrealizzabili,
da principio
incontrarono la sorte di molte utopie
e in gran parte oggi sono stati tradotti
leggi
in
;
con questo in più che ogni riforma politica fu seda una riforma guita più raramente preceduta :
—
—
economica. Così da questa lezione dei fatti svoltisi in Inghilterra emergono insegnamenti non solo per le classi dirigenti italiane^
ma
degli elementi avanzati, che
tempo
fa
—
anche per una parte almeno sino a poco
— tenevano in grande dispregio la politica.
La tenne anche
in dispregio Eoberto
Owen
,
più di
sessant'anni or sono, al di là della Manica e smarrì la diritta via
miche
per conseguire quelle riforme econo-
e morali di cui fa apostolo geniale.
Ma
è per le classi dirigenti italiane,
che sopra-
ammaestramento questi raffronti colla Francia da una parte e col-
tutto sono ricchi di storici dell'Italia
ringhilterra dall'altra.
In Francia la cecità dei governanti nel secolo scorso condusse alla grande rivoluzione con tutti i suoi eccessi e con tutti i suoi orrori, che potranno ripetersi se la degenerata borghesia, che le sorti della terza repubblica,
non
si
ha in mano libera dalle
SIAMO IN RITARDO In Inghilterra
Strette del militarismo.
le classi diri-
esempi dei buoni tempi di Roma, seppero sempre cedere a tempo. Se ricorsero alla repressione, anche energica, non la resero sistematica, facendola assurgere ad esclusivo metodo di governo genti, imitando gli
tumulti
e risposero ai
riforme economiche; ai
da disagio economico con tumulti ed alle agitazioni
politiche fecero seguire le riforme politiche. Sinanco
quando
movimenti
i
criminose
forme decisamente classi dirigenti inglesi guardarono al sostanza e pensarono di eliminare il
le
fondo e alla delitto
e
vi assunsero
allontanandone
r aristocrazia,
e
Così la borghesia
le cause.
sopratutto gli
industriali, allar-
mati ed indignati pei famosi delitti di Sheffield^ cominciano nel 1867 una grande inchiesta colla intenzione di riuscire alla repressione severa dèi fenomeno
criminoso; fessione di
ma
appena constatatolo, anche per la conqualche reo, si cambia rotta e si riesce
prevenzione colle leggi del 1870 e del 1875, che accordarono agli operai la più ampia libertà
alla sapiente
di organizzazione, di sciopero
quel picketing,
e di
che sembrerebbe anche una enormità a molti democratici italiani (1).
Di fronte
adunque,
rezioni,
(1)
opuscolo
ai tumulti,
Sul Picheting :
La grande
alle
si
alle
classi
sommosse^ dirigenti
riscontrino
notizie sulla importanza delle leggi del
leggano: Howell:
Coniugi AVebb
:
italiane
la
del mio Per più ampie
accenni
gli
battaglia del lavoro.
1870
riconosciuta consuetudine del Picketing
alle insur-
e
1875 e sulla
che ne
risultò;,
si
l'avenir des Trades Unions;
Le passe et du Trade TJhiornsur R. LavoUéc
Histoire
Les classes oiwriercs d'Europe, Yol.
;
Ili;
Angkterre.
:
NAPOLEONE COLA JANNI
14
Storia addita
due vie tracciate senza incertezze e
quasi senza alcuna di quelle oscillazioni e deviazioni ordinarie nel corso
degli avvenimenti
l'una sta scritto al
termine
rivoluzione
:
Sul-
sociali.
è la via
;
battuta dai governanti francesi. Sull'altra, al principio risplende
una insegna
quale
sulla
si
legge
:
È l'insegna antica di casa nostra — l'insegna di Roma; ma Tlnghilterra l'ha rimessa a nuovo e l'ha
riforme.
circondata di affascinante forza di persuasione
(1).
L'Italia è in ritardo nella sua evoluzione rispetto alla
Francia e all'Inghilterra
;
ma
se questo ritardo
sotto molti aspetti è deplorevole^ esso lato
buono: consente
fitto
dei
(1)
Mi
ha almeno un
nostro paese di trarre pro-
degli esperimenti politico-sociali
risultati
che furono
al
fatti altrove.
sia
permesso ricordare che queste
idee
svolsi
La
questiotie
sociale e la libertà. (Milano; Tipografia Gattinoni)
Lo ricordo non per
sommariamente nel 1879 in un opuscolo: non per vanità,
ma
per convincere
comodità polemica suggeritami dagli a certi confronti
;
sibbene
perchè
il
lettore
altri gi'
che
avvenimenti ricorro
insegnamenti che ne
scaturiscono formano parte integrale del mio patrimonio intellettuale
senza
politico di sorta.
alcuna
subordinazione
od
opportunismo
!
i
II.
LA MARCIA DELLA SOMMOSSA
La formula
—
formula adottata dal partito repubblicano parlamentare nel manifesto indirizzato al paese alF indomani della repressione
dei
riforme o rivoluzione^
:
adatta a
Aprile e
tumulti di
[Rivista jjopolare.
Anno
chiudere questo
allogata nel proemio.
Non
—
21)
III,
studio
;
Maggio 1808 sembrerebbe
invece
la storia pone ai governanti può esaminare quali le tendenze che
constatare per prevedere, entro sociologiche, se
si
si
è
a caso. Al lume del di-
lemma che
visioni
la
i
d' Italia si si
possono
limiti delle pre-
otterranno le riforme o
se si arriverà alla rivolttzione.
Queste tendenze non osservazione degli
si
possono indurre dalla
avvenimenti
svoltisi nel
corso
ne si può assicurare che le riforme non verranno più tardi solo perchè esse non vengono fatte immediatamente. Ogni riforma la quale
di pochi anni
;
vuole raggiungere lo scopo prefìsso dev'essere preparata e maturata con intelletto e con amore^ con
NAPOLEONE COLA JANNI
16
conoscenza piena delle condizioni da modificare delle altre, che alle medesime si spera sostituire. Il
Italia
malessere
economico,
morale
il
non data da pochi anni, perchè dal 1870
ii
poi è andato crescendo, i
politico e
quasi senza interruzione
segni ne furono manifesti e indussero allo studi(
generarono i privati e lo Stato Questi studi sono notissimi e non occorre enu merarli trai tanti basta ricordare V Inchiesta par lamentare agraria , che se ha poco valore in alcun delle cause che lo
;
ne ha uno sommo nel Proemio e nella con^ clusione magistralmente esposta da Stefano Jacini. Dal volume breve di mole e ricco di contenute dell' illustre senatore lombardo sono scorsi alcun lustri e di rimedi adottati tra quelli indicati comt parti,
ha scarsa notizia e magrissimi risultati. Sicché da allora ad oggi i mali deplorati, anzicchè diminuire, andarono crescendo ir guisa da rendere facile a qualunque osservatore mediocre la previsione di qualche catastrofe, per la necessari ed urgenti
si
innegabile persistenza
delle classi dirigenti nel
si-
stema di governo che era riuscito disastroso per tanti anni.
Se
il
periodo
alla
osservazione in Italia fosse
—
da Caltavuturo 21 Gennaio 1893 primavera del 1898, si potrebbe dire che esso
soltanto durato
—
dell'
sarebbe stato insufficiente per indurre Ciò potrebbe dirsi pel passato remoto
;
le
tendenze
non più
?
oggi.
Nella esperienza sociale c'è acceleramento rapidissimo ch'è in ragione diretta del tempo trascorso e dell'espe
rienza aumentata in ragione composta dei mezzi dì studio sempre più copiosi e perfezionati e degli altii
per divulgare
i
risultati raccolti.
LA MARCIA DELLA SOMMOSSA Infatti in Inghilterra
non
tezza delle nostre Inchieste
17
comprende la lenV oblìo cui vengono si
e
—
condannate dopo compiute condizioni tra noi divenute inseparabili e che destano un sorriso dUncredulità quando qualcuna nuova ne viene annunziata. Il pubblico, anzi,
mistificazione
non
tilità,
Taccetta
come una indecente
ed a giudicarne dalla ordinaria inu-
;
sbaglia.
Deiringhillerra, invece,
si
sa questo
ciato lo studio delle condizioni delle
;
che comin-
Trade-Unions
nel 1867 in seguito ai delitti di Sheffield,
primi provvedimenti nel 1871
:
si
venne
ai
che constatata con
una inchiesta nel 1868-69 la poca diffusione dell'istruzione, si ebbe il primo Education act nel 1870 che ;
ripreso,
con un'altra inchiesta lo studio dell'Irlanda il Gladstone dette il grande land act
nel
1879-80
per
l'isola
Verde nel 1881. Gli esempi potrebbero
continuare; e
significato di questa lodevole rapi-
il
dità nel far seguire
il
rimedio
alla
diagnosi
può essere infirmato dalla relativa lentezza
non
sui prov-
vedimenti radicali per combattere la disoccupazionea riguardo della quale, del resto^ alcune misure parziali lenitive si
sono prese.
qui conservatori,
che hanno rivolto grande problema, con pari ardore,
berali, radicali e
loro cure al
Ma
socialisti^
li-
le si
capisce che devono procedere coi piedi di piombo,
perchè
si
tratta di
lienti della
una
delle manifestazioni più sa-
questione sociale.
Quanto diversa corre la bisogna in Italia Quel capitolo degli Avvenimenti di^ Sicilia che intitolai dalla desolante inazione del governo di fronte ai mali constatati Nulla è mutato! potrei ripe!
—
terlo
oggi applicandolo all'Italia
—
tutta, e potrebbesi s
NAPOLEONE COLAJANNI
18
rendere
peggiorato
!
pessimismo è
La
espressivo
e
corrispondente
affermando die da allora ad oggi
alla verità s'è
più
titolo
il
Al lume dei
fatti si
Molto vedrà che questo :
giustificato.
necessità e l'urgenza di opportuni provvedi-
menti che dalla Sicilia si estendessero a tutta la penisola ed alla infelicissima tra le sue regioni, la Sardegna, emergevano evidenti dalle discussioni parlamentari del 1894, continuate ed allargate successivamente.
Furono
ardenti
gli
Imbriani. ecc.,
unitari
come Fortunato
che insistettero nel dimostrare che
che affliggeva le popolazioni al di là dello stretto, imperversava del pari in tutto il resto del regno. Era vero; ed erra vasi soltanto affermando il
disagio
che in ticolari,
Sicilia
che
il
malessere non avesse caratteri par-
lo ren:i evano
Qualche cosa
£i
più sensibile.
fece per la Sicilia
—
utilissima
l'abolizione del dazio di uscita sui zolfi, che permise la costituzione deìV Anglo-Siciliana-^ e ciò, in parte,
spiega la tranquillità del 1898 di alcune provincie.
Ma
ie .condizioni peggiorarono nella penisola, o almeno.non- fui'ono sensibilmente alleviate. Era pre-
vedibile quindi;, e fa previsto, che le manifestazioni del disagio,
dovunque non ne erano
attenuate le cause,
dovessero
La mancò non
perciò, che
nuare.
scintilla,
state rimosse o
presentarsi o nel
1892-93,
divenisse grande incendio in Sicilia,
conti-
poco varcò
anni successivi. Dal 1894, a tutto il 1897, in corrispondenza della varietà delle condizioni economiche, politiche, molo stretto negli
rali e intellettuali, d'Italia.
—
che è propria delle diverse regioni
fatta federale dalla
natura e dalla storia
.^
I
—
i
LA MARCIA DELLA SOMMOSSA
19
profondo sono
differenti
del malessere
segni
nel mezzogiorno, nel centro e nel settentrione.
Mentre in tumultuai
,
nel Napoletano, nel Lazio
Sicilia,
s'incendiano
daziari al grido Viva
il
si
case comunali, gli uffici
le
JRe e si
continua ad eleggere
quei deputati e quei consiglieri provinciali e comucui
nali, |si
attribuiscono
si
sollevano
Emilia^ ecc., tellettuale e
sviluppata
;
i
malanni contro
i
quali
Lombardia nella regioni dalla maggiore coltura inpolitica e dall'industria maggiormente la protesta assume forme e caratteri nel Piemonte
^
in
,
—
—
moderni e civili le sofferenze dei lavoratori si train elezioni di consiglieri e ducono in iscioperi ieputati repubblicani, socialisti ed anche conservaappartenenti, cioè, a quel tori nel senso buono gruppo, che fa capo all' onor. Colombo e che da :
,
—
mni domanda un mutamento itica e
La
d'indirizzo nella po-
nell'amministrazione dello Stato.
—
di questi scioperi parzialmente con metodo positivo dall'Einaudi e di Illustrati lueste elezioni come prodotto del malcontento e del iisagio è ancora da farsi e deve mettersi in chiaro storia
—
'anomalia del buon successo degli scioperi agricoli preferenza di quelli industriali. E certo però
i
,
^he
i
,
governanti, di fronte a queste proteste civili
moderne, tennero un contegno incivile e disumano T art. 247 ed altri anaoghi articoli del Codice penale che in Italia :
.
lon seppero che applicare
—
tanno a fare
le
veci del piketing inglese
ere alla violenza lel
lavoro
dei
ed
organizzare
soldati a
la
benefìzio dei
!
—
ricor-
concorrenza capitalisti.
esempi^ che venivano dall'alto dovevano consigliare i lavoratori dall' affidarsi ai mezzi legali
)uesti
NAPOLEONE COLAJÀNNI
20
e convincerli, al contràrio, che
non potevano
essi
miglioramento se non
sperare salvezza e
uso
dall'
della forza brutale. (1)
accenna appena a queste manifestazioni legali del disagio illegalmente represse dal governo che sotto Di Rudini volle acquistare fama non bella a Si
Molinella,
come
a Conselice
;
altri se
e si è
Taveva assicurata
anche
tristissima
a sorvolare sulla
costretti
Romani
inattesa agitazione agraria delli Castelli
—
inframescata di violenze^ di ferimenti, di arresti e di processi
;
ma
tanto legittima nelle sue cause da
accapparrarsi le simpatie e la benevolenza degli
tempo
ciosi del
—
rappresentanti del potere politico di Pubblica Sicurezza e
generale
al
stazione di
ebbe
ministero
Roma
alcuni
di
Bonerba ispettore
contro la
E
dire
tutto
!
grande manifericchezza mobile, che della
suo epilogo tragico in Piazza
il
e
Marchese Cassis ispettore
ricorda particolarmente: da
si
:
deirinterno.
una semplice menzione
Si fa
—
Testa del 1897
uffi-
un
Navona
;
e la
perchè sinto-
lato
matica del generale malcontento della borghesia; dall'altro perchè segna la sua illogica e contraddi-
Questa borghesia, infatti, che fa le che ha in mano le redini del governo e
toria condotta. elezioni,
vuole la politica dispendiosa, ha perduto
il
diritto
di protestare contro la soverchia gravezza delle im-
poste
:
se vuole gli obbiettivi dei
somministrare
i
megalomani deve
mezzi per conseguirli. \
(1)
in
:
La
diversità di queste manifestazioni
Mouvements soeiaux en
Rivista Popolare. L.
1.
Italie. Parigi
ho
illustrato-
1898. Presso la
LÀ MARCIA DELLA SOMMOSSA Si sorpassa su tutte si
queste manifestazioni che
svolsero dal gennaio 1894 al
rappresentano
21
gli anelli della
maggio
1898
che
catena interminabile
del malcontento e che sono degnissime dello studio dello psicologo politico
,
per venire a quella che
rimarrà lugubremente celebre negli annali nostri
come la protesta dello stomaco. La protesta, dello stomaco per un momento rida all'Italia una unità di sentimenti, che le mancava stomaco assegna al nostro paese un posto speciale, perchè vide riprodurre fenomeni che non si credevano più possibili
da anni parecchi
;
la protesta dello
Europa occidentale in questo scorcio di Infatti solo da noi si ebbero i tumulti per
nella civile secolo.
^carestia,
per fame, per cause che
mente presso gli Stati senza produrre gli
agirono
egual-
del vecchio continente,
effetti dolorosi,
propri ed esclusivi dell'Italia.
ma
che rimangono
III.
LA CRONACA SANGUINOSA
L'anno 1897 sinistri auspici.
erasi chiuso per l'Italia sotto
Nelle Marche, nella
i
più
Romagna,
in
vari altri punti del regno, durante l'autunno, quasi
per non interrompere la cronaca dei tumulti e delle
sommosse^ c'erano state delle manifestazioni, lievi, ora gravi che costituivano l' indice più quente del malessere generale.
A
Forlì
ora elor
assaltano le botteghe nelle quali
si
i si
pane la sommossa dura alcuni giorni ig. Ancona dove si saccheggia la casa di un negoziante di grano a Macerata gli affamati s' impadroni scon§) del frumento messo in vendita e si rompono i vetii. della casa del Sindaco e del Municipio a Senigallia, si saccheggiano i magazzini di frumento del prin-
vende
il
;
;
;
cipe Ruspoli
;
a Chiaravalle vi sono colpi di revolver
ed un carabiniere viene alla casa di
un
ricco
mite e gentile Firenze molti agenti di polizia
ferito
;
a Gallipoli
cittadino
—
;
a
dà fuoco
Firenze
scene simili
vengono
si
feriti
si ;
—
la
ripetono e
a
Milano,
a Napoli, a Palermo, a Ferrara, a Bologna, società
NAPOLEONE COLÀJANNI
24
operaie ed associazioni politiche protestano contro il
le
pane e si moltiplicano domandano pane e che riunioni degl'infelici del prezzo
rincaro
del
:
lavoro!
Non
ci
potevano essere e non
furono equi-
ci
voci sull'indole di siffatte dimostrazioni
erano la
;
protesta dello stomaco. Tali vennero, giudicate con
singolare unanimità dalla stampa di ogni partito e dagli uomini politici^ che le segnalarono in Parla-
mento
e fuori,
ed
giudizio
il
Viva
modificato dal grido:
Socialismo
!
la
non poteva essere Eepubblica!
Viva
il
echeggiato in quei giorni nella minu-
scola Subiaco.
Era evidente l'urgenza
attenuassero almeno
le
più
di
crudeli
misure che
sofferenze dei
lavoratori e della borghesia magra.
Qualche cosa fecero i Municipi specialmente in Sicilia, dove era fresca la memoria dei tumulti del 93-94 e con qualche sacrifizio ed anche con qualche strappo alla legge tennero il prezzo del pane entro limiti normali. Kiuscirono con ciò a mantenere la calma. Nulla^ o ben pocO;, fece il governo, su cui pesarono le maggiori responsabilità e che poteva prendere i più efficaci provvedimenti di sana prevenzione esso non credeva allo spettacolo doloroso delle inaudite miserie, non sentiva il cupo muggito della tempesta che si avvicinava rapida e minacciosa. :
;
Il
timore manifestato nel 1894 era già una realtà
nell'autunno del 1897
:
la
lo stretto e dalla Sicilia si il
sommossa aveva
valicato
era propagata in tutto
continente. Sullo scorcio di quell'anno, però, essa
non aveva assunto i caratteri che l'avevano distinta nell'isola. Il fenomeno si riprodusse in tutti 1 suoi dettagli nell' anno 1898^ che rimarrà celebre nei
LA CRONACA SANGUINOSA annali
nostri
25
per la cronaca sanguinosa della sua
primavera.
Ed
dove sono i centri del dolore, diana a Modica ed a Troina si tumultua
è la Sicilia^
che suona la
:
per fame e rinnovansi
sano la decina
le stragi del
gli affamati
uccisi
1893-94. Sorpasin
Febbraio in
quelle due città, e centinaia di feriti cercano salvezza
non contenta delle gepiombo cerca vittime
nella fuga, perchè la polizia
nerose
somministrazioni
nuove per
di
le patrie galere.
Passano due mesi in una calma relativa, che non inganna i veggenti, e quando verso la fine di Aprile e
si
esauriscono
si
le
eleva rapidamente
il
provviste locali di frumento
prezzo per la guerra ispano-
americana che rese più scarsa V importazione Tincendio divampa da un capo all'altro d'Italia con una rapidità prodigiosa spiegabile colla facilità ,
e rapidità dei mezzi di comunicazioni di ogni genere; i
tumulti e
di
le
sommosse assumono
una vera epidemia
cause economiche
,
alla
le
proporzioni
cui diffusione,
politiche
somministra un contributo considerevole tismo,
il
mime-
fatta di date
e di
ed avverto che, pur troppo, essa non è com-
;
pleta
il
contagio psico-sociale.
H^cco la cronaca sanguinosa cifre
oltre le
e morali persistenti
(1).
I tumulti_, le
sommosse cominciarono
a Faenza ed a Finale-Emilia.
(1)
d'Italia
il
26 Aprile
Si ripetono
il
27 a
Ho
raccolto molte date e molte cifre da vari giornali
e
con particolarità dal Secolo di Milano e dalla
Tì'ibuna di
Roma
che ebbero
ed epistolare dalle prorincie.
il
più largo servizio telegrafico
NAPOLEONE COLAJANNI
26
Faenza
28 a Faenza, Fogg-ia, S. Giovanni a TeducciO;, Arzano, Benevento, Secondigliano il e Bari;
il
;
30 a Modugno,
Palermo,
Aversa,
Pesaro,
Piove,
Ferrara, Rutigliano, Castelsanpietro, Forlì, Rimini,
Camerino, Napoli; il 1.*^ Maggio a Monopoli, Molfetta, Minervino-Murge, Benevento, Ferrara, Napoli, Rimini, Bagnacavallo, Ascoli Piceno, Resina^ PonGiuliano,
ticello,
ecc.
;
2 a Bagnacavallo,
il
Piceno, Cesena, Piacenza, Parma,
Figline Valdarno, Avellino, Soresina
Firenze
,
a Livorno
Pisa ,
,
Padova
Pistoia
,
;
,
Ariano
Ferrara,
di Puglia, Salerno, Palermo, Pesaro
Livorno, Sesto Fiorentino
Ascoli
il
;
;
3 a Pesaro^
5 a Pavia,
il
ad Avellino, Livorno, 7 Milano il Palermo
il
6
,
Fermo
,
;
Porto Maurizio
,
Mi-
r8 a Firenze, Monza, Como, Padova, Pescia, Genzano di Roma il 9 a Milano, Napoli, Pontedera, Monza, Saronno^ Como, Brescia, Rovigo, Vicenza, lano
;
;
Reggio-Calabria, Siracusa, Bologna^
Monsummano,
Tropea, Castelvetrano, Foggia, Matelìca, Pisa, Siena, Roccastrada, torni,
Ancona,
Livorno,
Ferrara e dinecc., ecc.; il 10
Bologna,
Velletri, Messina,
ChiaGenova^ Porto-Maurizio vari, Ravenna, Castelferretti, Tropea^ Velletri; V\\ a Caserta, Aversa, Cimitile, Novara^ Luino, Mes-
a Napoli, Livorno,
,
sina^ ecc.
Col giorno 11 Maggio
si
può dire che cessa
periodo acuto delle dimostrazioni.
per oltre
quindici
giorni
sono
I
il
governanti che
stati in
preda del
— altrettanto grande quanto era stata grande la loro precedente incosciente serenità — hanno comterrore
piuto la repressione^
hanno consolidato
lo
stato di
assedio in tre grandi regioni^ delle quali due tra
più agiate e
le
le
più colte della penisola^ la Toscana
LA CRONACA SANGUINOSA
27
—
Lombardia e possono trionfalmente annunV ordine regna in Italia. ziare che elei fatti non fu da per tutto uguale gravità La ma fu identica la loro fisonomia da Messina a Luino. Per un momento le manifestazioni politico-sociali di e la
:
;
regno d'Italia malconnesso, lo ripeto, asimpronta rigidamente unitaria da Luino a Messina, unica fu la causa che sollevò la protesta ed uguale dappertutto la forma di questa protesta dello stomaco. Il primo grido che si sentì per ogni dove fu quello di pane e lavoro cui successivamente e in varia misura si aggiunsero altri gridi sovversivi altri evviva ! ed altri abbasso ! secondo il diverso temperamento locale. Ai gridi più spesso si aggiunsero minacele contro le autorità, contro le alle minacele seguirono i fatti persone invise questo
sunsero
:
,
—
:
;
rotture
case, devastazioni,
di fanali, di vetri delle
incendi, saccheggi
miti ora feroci
gli arresti
;
Una prima
;
ed a questi
le
repressioni
a migliaia e
e necessaria constatazione
della repressione noii sta
menomamente
ora
i
massacri.
:
la ferocia
in rapporto
ed un poco anche coli' indole dei tuBari ed a Foggia i fatti sono gravissimi e
colle gravità
multi.
A
stante la importanza delle
due
città
possono riu-
eppure non ci sono i morti di Molletta e di Modugno. A Faenza, che inizia il movimento e dove sin dal primo giorno si concede il pane a 30 centesimi, si arriva alla costruzione di vere barricate ma non si deplora un eccidio come scire pericolosi
;
;
a Bagnacavallo. Tra Prato e Sesto Fiorentino,
Parma
e Piacenza
da un
resina dall'altro, in ambienti
cedono
le
medesime
Monza, Luino
lato,
tra
e So-
tanto diversi, inter-
differenze
dianzi accennate e
NAPOLEONE COLAJANNI
28
che si verificarono anche in Sicilia nel 1893-94. Ciò prova che dovunque le autorità furono longanimi e prudenti si evitò o si ridusse a ben poca cosa il versamento del sangue. Se in questa diversità di risultati c'entrano le differenze individuali delle autorità locali e' entra ,
in misura
maggiore
la
mancanza
di
savia ed uni-
lorme direzione dal centro. Ho enumerato senza alcun ordine le città i paesi, i villaggi che somministrano elementi alla cronaca sanguinosa perchè l'apparente disordine ai presta a considerazioni d'indole apparentemente geografica che assurgeranno più tardi ad importanza ,
maggiore per giudicarne l'indole. Anzitutto, se in generale si può affermare che i tumulti cominciano nel mezzogiorno per propagarsi gradatamente al settentrione non è meno vero, però, che la prima scintilla si parte dai centro e dal nord della penie divampa più qua Faenza e Finale Emilia sola e più là_, mostrando che le cause determinanti esistono in tutta la penisola ed agiscono disordinatamente e contemporaneamente sui grandi e sui pic,
—
—
senza che possa affermarsi esservi una prevalenza decisa dei primi o degli ultimi in guisa
coli centri^
che possano
stabilirsi
i
primitivi centri
d' irradia-
può rilevarsi che i casi di Milano esercitarono maggiore influenza degli altri se si deve
zione. Solo
giudicarne
tumultuanti Il
numero
dal il
delle
località
che furono
giorno nove Maggio.
fenomeno
è naturale ed
ha
la
sua ragione di
essere in quella specie di egemonia^ che la capitale
morale esercitava ed esercita in gran parte d'Italia ed acuì si sottraggono l'estremo mezzogiorno e la
LÀ ORONACA SANGUINOSA
29
Si noti intanto che Firenze non ricordara da secoli tumulti quali quelli del 1898; che Napoli abbandona la sua proverbiale indifferenza apatica e memore delle prime prove dell'agosto 1893;, Sicilia.
forse
persiste per più giorni nei tumulti
senza lasciarsi
intimidire dagli apparecchi micidiali di guerra tea-
tralmente allineati nelle sue piazze e vede
donne smunte,
suoi fanciulli laceri,
i
di lavoratori sfidare
la
le
sue
le
sue larve
forza pubblica ed in qual-
che momento affrontare serenamente la morte. Il contegno di queste due città da solo somminiall' osservatore politico qualche indicazione che non dovrebbe andare perduta per valutare al
stra
giusto lo intervento delle cause, che riuscirono ai tumulti.
Un' ultima constatazione mercè
la quale la geo-
grafia e la cronologia alleate rivelano luttuosi
avvenimenti in discorso. Maggio, giorno sacro pei
Il 1^
avrebbe potuto
fornire
occasione
l'indole dei
socialisti e che a dimostrazioni
facilmente degeneranti, passa tranquillo dove cialisti
sono
forti
i
so-
per numero e per organizzazione.
Solo a Rimini^, a Bagnacavallo ed
un poco a Ferrara,
contrade pervase discretamente dalla corrente delle
nuove
idee, nel giorno della festa del lavoro vi fu-
—
rono tumulti prevalsero questi nel mezzogiorno Napoli, Monopoli, Minervino Murge^ Molfetta, Be;
nevento, Resina, Ponticello, Giuliano, ecc.
possono esservi
socialisti^
ma non
— dove
esiste affatto
un
nemmeno in embrione. chiudo questa cronaca sanguinosa con cifre, che, per quanto incomplete, riescono dolorose ed eloquentemente rivelatrici. partito socialista^,
E
NAPOLEONE COLAJANNI
30
Bisogna rinunziare ad enumerare gli arresti. In un giorno c'erano oltre 500 detenuti per eausa dei tumulti nelle carceri giudiziarie della sola Bari
;
300 cittadini in una volta furono Livorno; un migliaio circa in più volte in Napoli.
imprigionati a
di esagerare, si
In Italia gli arresti^ senza timore
può affermare, che nel periodo dei tumulti dovettero contarsi a decine di migliaia.
La
statistica dei ferimenti tra
cora più incerta
;
dalla
ci si sia
marea
cJie egli
;
cittadini è an-
chi è ferito nei tumulti
che abbiavi preso luogo
i
parte.
Non
si
si
presume
ammette che
sul
trovato accidentalmente o trascinato
perciò se fa noto
il
suo stato è sicuro
verrà sottoposto a processo. In questo caso
ma
nessuno lo risarcirà mai dai parecchi mesi di carcere preventivo sofferto. Si comprende perciò che il numero dei sarà
fortuna
feriti tra
Aprile
i
alli
del vero
;
se
uscirà
assolto
;
giornali dal 26
cittadini denunziati dai
11
Maggio debba essere molto
al disotto
riuscii a raccoglierne circa duecento,
ma
con molta probabilità avranno passato il migliaio. Più sicuro è il numero dei morti e ce ne furono cinquantuno oltre quelli di Milano. La forza pubblica' non ebbe che un morto e ventisette feriti ;
e tra le ferite furono calcolate le leggere contusioni.
Nella forza pubblica lacero-contuse.
Il
le lesioni
popolo
in
furono
armi,
in seguito a complotto preordinato
non possedeva che
sassi e bastoni
!
quasi
tutte
movevasi da lunga mano, che
IV.
A
Le
MILANO
sommosse e comunicava ai giornali
notizie delle
telegrafo
dei tumulti che
il
e clie questi dif-
fondevano in ogni angolo d'Italia avevano eccitato la opinione pubblica nella misura consentita dalla inerzia morale e intellettuale da cui è afflitto il il colmo suo raggiunse nostro paese l'eccitamento ,
;
in tutte
le classi sociali
,
nelle sfere politiche, nei
rappresentanti del governo, quando cprse la prima
voce che
mezzogiorno e che
la
sommossa incomposta per fame
la
si
poteva divenire rivoluzione.
rivolta
pubblicista, conservatore di esitò
del
era trasformata in rivolta a Milano
Un
merito in Napoli, non
a ricordare la famosa risposta del Liancourt
a Luigi
XVI.
{Corriere di Napoli).
Non poteva
essere diversamente. L'importanza
della cittĂ di Milano
e le sue condizioni
,
note ed
presumere che i moti dovevano assumere carattere di-
in parte esagerate, facevano
del resto d' Italia
verso riproducendosi nella capitale morale
appena
si
;
sicchĂŠ
seppe delle prime dimostrazioni del giorno
NAPOLEONE COLÀJÀNNI
32
6
maggio osservossi un notevole mutamento nel conservatori e degli
dei giornali
linguaggio
altri,
che rispecchiavano le opinioni delle sfere governative. Si Gominciò a tacere delle cause economiche che avevano determinato i primi tumulti, e si segnalò
con accenni vaghi e timidi da principio^ più recisi e chiari in appresso, T azione dei partiti sovversivi
—
repubblicani
plotto
la
,
e socialisti
clericali
,
preordinazione voluta
e
,
—
il
com-
cosciente
di
quei movimenti che erano stati considerati con improvvisi e sotsingolare unanimità spontanei tutti
,
tratti all'
influenza
questa guisa tutto
,
di qualsiasi partito politico. In
V
interesse e tutta
V attenzione
della frazione della nazione che pensa e partecipa alla vita
nome
possono prender della
su Milano
politica concentrossi tutti gli
primavera del 1898.
E
,
avvenimenti
dal
da cui luttuosi
carattere reale o
artificiosamente attribuito agli avvenimenti di Milano
presero T intonazione tutti
i
provvedimenti
politici,
che costituiscono uno dei periodi della più stolta e ingiustificata reazione, che abbia attraversato l'Italia nuova.
A
MilanO;, perciò, si
multi di esporre
furono
cui
e'
maggiore
colla i
fatti
che vi
onde assegnare tori del
si
la storia dei tu-
ed è indispensabile
esattezza
possibile
quali
svolsero dal 6 al 9 maggio^
le rispettive
dramma
responsabilità agli at-
e riuscire al giudizio complessivo
equanime sull'opera
Non
assomma
intratteniamo
del governo.
è facile fare la cronaca imparziale, obbiet-
tiva, degli
avvenimenti
ai quali si
ha
assistito o si
ha preso parte diretta o indiretta l' impresa è più ardua quando chi scrive è uomo di parte. È bene, ;
A MILAXO
33
che chiunque desidera che la luce si faccia intera, a tale impresa si accinga, perchè su ciò dai che può esservi di errato nella narrazione però,
,
viventi possa venire la rettifica o
smentita op-
la
portuna. Comincio, adunque, sereno la cronaca dei di
Milano
;
per la quale
si
fatti
ha mi documento im-
portante nei resoconti stenografici dei processi, che svolsero innanzi ai Tribunali
si
sito dei
quali
insana
del
non
si
A
militari.
propo-
deplorerà abbastanza la condotta
Bava-Beccaris
Generale
che sottrasse
,
elementi preziosi per la storia colla censura esercitata sulla
stampa e
resoconti stenografici dei processi I
tumulti di Milano prendono
manifesto che ai cittadini.
i
negli
coi tagli fatti eseguire
In esso
si
(1).
mosse da un
le
indirizzarono
socialisti
domandava
giorno 6
il
la restaurazione
della libertà e della giustizia, l'abolizione dei
(1) Il
Coì'ricre della
stessi
Sera annunziò che
pri-
che stam-
ciò
imva naturalmente era sottoposto alla revisione del Eegio Commissario Straordinario. / Tribunali, Giornale di erona^ta e di critica giudiziaria non poche volte negli appositi ,
supplementi ha degli 1
spazi
bianchi,
che rappresentavano
brani soppressi del resoconto stenografico. C'è
nna soppres-
sione nel dodicesimo processo pei fatti di Sesto S. Giovanni;
ma
sono quattro nel tredicesimo per
le
barricate
di
Porta
Venezia. In questo processo venne soppresso anche un brano della requisitoria dell'avvocato fiscale....
mi sono
servito dei giornali locali
Corriere della Sera testimoni oculari.
—
e di
Per
— con
la
narrazione
particolarità del
memorie fattemi pervenire da
NAPOLEONE COLAJANNI
34
guerra
vilegi, la
al militarismo,
il
suffragio universale
concludeva chiamando il paese a salvare stesso per evitare nuove stragi.
e si
può discutere
Si
appello
sulle
opportunità
è indubitabile^ però, che
;
se
questo
di
suo contenuto
il
non era criminoso ogni singolo punto del medesimo era stato impunemente più volte e in vario modo :
ed affermato. Pensarono diversamente le guardie di Pubblica Sicurezza pel malvezzo prevalso d'intervenire sempre e passarono air arresto di un
discusso
distributore presso Ponte Seveso. L'arbitrio era reso pericoloso
dall'eccitamento
animi ed ebbe quelle conseguenze dolorose che la più elementare prudenza doveva far prevedere. Gli operai, in gran parte appartenenti allo degli
stabilimento
Pirelli,
Galilei, protestarono
in via
chiesero la liberazione degli arrestati
e
accompagnando
con urli e fischi contro gli agenti della cui contegno fu provocante oltre misura.
la richiesta
forza,
il
I sassi volarono contro la delegazione della questura
in Via
Napo Torriani
;
e sassi furono lanciati con-
non vi lavoro. In questi episodi vennero ope-
tro lo stabilimento Stigler
lasciavano
il
perchè
gli operai
rati altri arresti.
Una cialista
commissioiie Dell'Avalle
blica sicurezza libertà gli
rilasciati
fu
ed un
di operai
con a capo
ascoltata
lasciassero
si
per disarmare
terzo,
il
so-
portò dalle autorità di pub-
scongiurando che
arrestati
La preghiera
si
l'ira
per metà
:
"
in
popolare.
due furono
Amadio Angelo, venne
trat-
tenuto col pretesto che era stato colto coi sassi in
mano.
L' ottenuta
parziale
giìiva nella^ insistenza
da un
liberazione
incorag-
mentre
la negata
lato,
A MILANO liberazione
35
esasperava
dell' altro
animi mag"-
g"li
giormente.
In questo primo tafferuglio non vi furono che contusioni, per colpi di pietra ma non do-
delle
;
veva tardare Tintervento della truppa invocato insistentemente dalla questura e che doveva riuscire micidiale. Il primo picchetto, del 47 fanteria alle 15,30 fu schierato verso la fronte dello stabilimento
dove lavoravano 2400 persone. Altra truppa arriva un poco più tardi e si dispone sempre nei Pirelli,
pressi
stabilimento
dello
s addetto.
prese
battaglione del 57 fanteria
dromo
del
Così
Trotter.
Alle
posto
trovano
si
16,30
un
neir Ippo-
di fronte gli
elementi deirincendio e non occorre che una scintilla
perchè esso divampi.
Quando più viva era
dimostrazione e
la
gli
operai evocano indignati Tuccisione di Muzio ^Mussi, i
deputati
luogo e
si
Turati
e
rinnovano
dal Dell' Avalle;
il
Rondani sovraggiungono sul i consigli di calma dati prima
consiglio avvalorano colla
pro-
messa della liberazione dell'Amadio, coll'annunzio dell'abolizione del dazio comunale sulle farine e sui cereali.
Alle ore 18 comincia per gruppi l'uscita degli
operai
dello
via Galilei
si
stabilimento
Pirelli
sfoga gridando
viva Rondani! Abbasso lano di nuovo
i
il
e la gente
sulla
Evviva Turati ! Ev-
:
governo provocatore! Par-
due deputati
socialisti e
pare che
ogni pericolo di conflitto sia scongiurato.
Ma un gruppo
—
in da 200 a 300 gran parte donne e fanciulli si avviò, cantando l'Inno dei Lavoratori, verso via Ponte Seveso e Andrea Doria e fischiando gli agenti di polizia, tra i quali di persone,
—
NAPOLEONE CÓLOJANNI
36
un i
certo Viola,
perchè tra
calahres, assai inviso
el
più petulanti nelle provocazioni.
torna a do-
Si
mandare la liberazione deirAmadio e si scagliano di nuovo sassi contro T ufficio della Questura in via Napo Torriani. Alle 19 circa esce dal Trotter una compagnia di fanteria che viene accolta anche
Una
essa a fischi ed a sassate.
riere della Sera, colpì in fronte fatto,
continua
lo
pietra, dice
un
giornale,
stesso
parole
cui
le
Cor-
il
«Questo
soldato.
riproduco testualmente, parve Vordine di reagire con la forza alla forza ; e dalla
otto
pare^ sparati in
aria.
colpi di moschetto,
dieci
Fu
truppa partirono
quello
un momento
di panico e di
confusione.
Molti dei dimostranti parevano disposti a resistere
anche
di fronte alle schioppettate e
lanciar sassi
ma
i
più spaventati fuggivano
spingendo, rovesciando quelli che
picollo,
vano
;
seguitavano a
di ostacolo
sui
sotto brigata uscivano
rando esse trappa.
Il
loro
con
passi.
rom-
a^
trova-
si
Le guardie
della
pugno, spa-
le rivoltelle in
mentre altri, colpi partivano dalla parapiglia durò pochi minuti, ma ebbe i)ure,
esito letale »
(N. 124).
Infatti vi lasciarono la vita nello stesso giorno
un
certo Savoldi e l'odiata guardia di Pubblica Si-
curezza,
il
Viola,
ch'era
dare da vicino la caccia
in ai
e
che per
dimostranti
trovossi
borghese
insieme a loro fatto bersaglio alle scariche dei dati. Affermasi^ anzi^
uccise
il
che fu proprio
il
Viola che
Savoldi. All'indomani cessò di vivere
d(ù feriti più gravi, l'Abbiati. Numerosissimi ÌAi
i
uno
feriti.
giornata lugubre ebbe uno di quegli epiloghi di
una spontanea le
sol-
meno
teatralità,
eccitabili.
Il
che inij^ressionano
Savoldi,
raccolto
le
menti
da pietosi
A MILANO operai, fu
messo
tram
sul
37
>
elettrico
per essere con-
ciotto all'ospeclare dei Fatebeuefratelli.
Fu
Ma
durante
sempre in tram, ed accompagnato da operai in Piazza del Duomo, dove formossi un assembramento di circa 500 persone. La polizia voleva impossessarsene ma i compagni di lavoro non se lo lasciarono strappare dalle mani e lo condussero al Cimitero Monumentale. La passeggiata di quel cadavere pareva invoil
tragitto morì.
ricondotto,
;
casse vendetta
chiedevano
e vendetta
;
gli operai.
L'ucciso la meritava. Dalla testimonianza del
mendator seppe che
Pirelli il
vorato tutto
innanzi
Savoldi era il
Com-
Tribunale Militare
al
un operaio che aveva
si
la-
giorno nel suo stabilimento e che
si
trovava nella folla per curiosità. {Udienza del 2S Luglio).
Qualche cosa di grave sarebbe avvenuto in jVLilano la sera elei ma un provvidenziale acquaz ()
zone
alle
;
20 sciolse V assembramento di Piazza del
Duomo. Più
tardi la Galleria^
e la Piazza
del
Duomo
i
Portici settentrionali
furono
cantò rinno dei Lavoratori
affollatissimi
ma
e
si
agevolmente alla forza di fare sgombrare. Vi fu qualche arresto e qualche spiacevole incidente ma a mezzanotte ;
riuscì
;
tutto era finito.
E
necessario assodare la responsabilità di questa
prima giornata la conseguenza
È
;
ciò che
avvenne dopo non fu che
fatale.
innegabile rillegalità dei primi arresti, cln^
procurarono
le
dimostrazioni
e
la
sassaiuola
per
A parte
ogni
ottenere la libei'azione degli arrestati.
altra considerazione di ordine politico e sentimentale,
è del pari innegabile che
si
continuò nella illegalità
NAPOLEONE GOLAJANNI
38
momento
nel
carono
infatti
in cni i
si
arriva alla catastrofe.
leggQ per intimare
lo
di
cui narrazione dei
zione. Il Corriere della sera, la fatti
Man-
tromba voluti dalla scioglimento di una dimostra-
tre squilli
pare tutta intesa ad attenuare la responsabilità
della forza pubblica e delle autorità^, parla di
un
solo
tromba dato dalle gaardie di pubblica sicurezza; ma non fa menzione di alcun squillo
squillo di
momento
al
in cui la truppa fa la sua scarica mi-
cidiale. I tentativi di resistenza dei
dimostranti sono una
semplice ipotesi non avvalorata da alcun elemento
prime dovettero mifuga precipitosa cui si
di fatto; le scariche sin dalle
perchè
rare a colpire,
la
operai non consentiva,
dettero gli
se
espressione di ferocia, la continuazione
non come del fuoco
;
caddero colla prima scarica, tanto improvvisa, che non dette tempo alla guardia Viola e
i
morti e
i
feriti
di ritirarsi.
L'illegalità fu di tatto politico.
aggravata dalla mancanza assoluta
Anche
pericoloso delinquente
se
T Amodio fosse stato un un inerme ragazzo;
— ed era
anche se avesse c«nfessato
il
reato
go^ave
di avere
scagliato delle pietre, in quell'ora di grande eccita^
mento, dinanzi aduna folla numerosa e tumultuante, sarebbe stato atto savio lasciarlo in libertà salvo
—
a riprenderlo e processarlo più tardi, se di processo e di pena,
ritornata la calma,
lo
si
fosse ritenuto
meritevole.
Che
la
riconobbe
il
prudenza consigliasse
comm.
Pirelli,
uomo
la
liberazione lo
d'ordine per eccel-
lenza e tanto alieno dalla sovversione che non volle
contaminato
il
balcone del proprio stabilimento per-
A MILANO
39
mettendo che Ton. Turati facesse opera di pace colla sua valida ed ascoltata parola. Fu il Pirelli^ che sin dal primo momento chiese telefonicamente alla Questura la liberazione dell'Amodio e fu il Pirelli che da buon politico avvertiva il Questore dei peri;
andava incontro ostinandosi nel
coli cui si
che poscia confessava
al
—
Turati
rifiuto
che richiedevalo
di notizie delle pratiche fatte inutilmente presso la
Questura per rimuovere la causa occasionale del disordine. Quando le pratiche furono rinnovate con Rondani, il signor aggiungere il mendacio in un momento insolito di tenerezza per la legalità scusossi di non potere liberare l'Amodio perchè non era più in sua facoltà il farlo, avendolo
insistenza dai deputati Turati e
Questore all'imprudenza volle ;
deferito all' autorità giudiziaria.
E non
era vero
;
e
venne subito dimostrata dalla risposta data dal Procuratore del Re allo stesso Turati, che rapido era corso da lui per ottenere dalla falsità del pretesto
che era stato negato dalla
l'autorità giudiziaria ciò
autorità di Pubblica Sicurezza
Forma un inqualificabile
constrasto della
(1).
stridente
Questura
colla
quella
condotta
ammirevole
e pacificatrice dei socialisti più noti. Il Dell'Avallo
sin dai primi
vamente
la
momenti
calma
fu sul luogo e consigliò vi-
e s'intese col
consi-
Pirelli nel
Alni Rondani per
gliare a chiedere la liberazione del detenuto. si
unirono tosto
gli
onorevoli Turati e
tale intento.
(1)
Un
caso identico a quello del 6 Maggio
Milano nella stessa via Napo
ma non
si
venne
alle fucilate
Torriani quattro
si
ripetè a
mesi
dopo
;
perchè la polizia fu più prudente.
NAPOLEONE COLAJANNI
40
Due
volte parlò nelle strade
il
Turati e parlò
pure il Ronclani e fece pena il vedere innanzi al Tribunale Militare come si accanisse l'Avvocato Fiscale
contorcere
nel
senso
il
delle
astraendo completamente dalla gravità del in cui furono pronunziate, dalle
univoche di coloro che
le
parole,
loro
momento chiare
intenzioni
pronunziavano,
dall'effetto
prodotto e dallo scopo raggiunto.
ammetta pure
Si
versione
la
più
rivoluzio-
due deputati socialisti e si abbiano voluto scongiurare il pericolo presente promettendo una futura levata di scudi: non è evidente che essi in tal modo soltanto potevano esercitare un'azione modoratrice sulla folla esaltata ? Ogni altro linguaggio avrebbe fatto naria dei discorsi dei
riconosca pure che
essi
perdere la popolarità agli oratori senza ammansare gli esaltati.
L'intenzione del Tarati era tanto retta e paci-
anche
annunzia e promette che non aveva ancora ottenuto: la libe-
che
ficatrice
ciò
razione di
ai
tumultuanti
Amodio
tivo di disarmare
i
;
egli era tanto sicuro nel tenta-
tumultuanti che
si
buona novella della deliberazione sul dazio comunale sulle farine e sui
la
opera sua fu così
efficace,
affretta a
dare
Giunta
della cereali
:
e la
che dove essa spiegossi
raggiunse l'intento. Lo riconobbe
il
Corriere della
Sera.
Erano dunque ben socialisti
quando
strani
che nel momento
la loro parola
del
rivoluzionari
questi
massimo fermento
può trasformare
il
tumulto
in rivolta, consigliano ed ottengono la calma è
una
!
E non
delle minori enormità di questo periodo tri-
stissimo di reazione l'insano tentativo di attribuire
A MILANO
41
# ri
colpa degli accusati
migliore titolo
punizione
(1)
La
figura del Questore
quando
«
lui
c'è lei
Minozzi
sulle
ma
discorsi,
è
masse operaio se
non vuole sa
multi^ è perchè egli Saperflni
i
si
avrà
intera da
neir Udienza del 28 Luglio innanzi
E
vero che disse al Tu-
non succedono disordini?
Questore Mioiozzi:
bene nei
loro
il
(1).
Tribunale militare. Presidente:
rati
costituiva
per ricevere azione di grazie anziché
questa risposta data da al
che
ciò
Sì,
perchè
egli sa contenersi
molto
padrone delle parole, ha molta influenza
quando vuole non succede niente ; per il che, se cwvengono tu-
e
incitare^ li
ha
commenti
voluti.
alla insinuazione loiolesca.
V.
DAL SACCHEGGIO
DI
ALLA BRECCIA
Il
CASA SAPORITI
DEI CAPPUCCINI
sang-ue corso nelle vie di Milano nella
sera
maggio doveva farne versare dell'altro nei giorni successivi. Era facile prevedere che qualche del 6
cosa di più grave poteva avvenire e airindomani
le
autorità politiche, militari e amministrative avrebbero dovuto prendere provvedimenti adatti per calmare gli
animi e prevenire Nulla di tutto ciò
i
disordini.
misure adottate, intese ad intimidire, non potevano che sovreccitare gli animi ancora di più. Solo nel pomeriggio del giorno 7 ;
le
comparve un manifesto a firma
del sindaco Vigoni,
che invitava alla calma!
mancava il calore sincero, che occorreva in quei momenti era scialbo e rispecchiava lo stato di animo di coloro che lo avevano redatto — coscienti che non c'era corrispondenza In quel manifesto
;
l'anima del popolo e quella dei suoi rappresentanti legali ed armonia d'intenti non
di sentimenti
tra
;
NAPOLEONE COLAJANNI
44
poteva esservi tra un sindaco e i suoi rappresentati, quando il primo potò proclamare la sua città travolta da un'onda di barbarie e potè invocare in nome
paura
della
che non avevano po-
lo stato d'assedio,
prima i telegrammi del Generale Bava Winspeare {Secolo, 8 Settembre 98). Mai come in questa circostanza fu avvertito il danno tuto ottenere
e del
e
prefetto
pericolo di questa dissonanza
il
In quanto
—
a torto o a
pace del Comandante si comjjrende che
alle parole di
armata non potevano essere del corpo di
e del Prefetto,
perchè erano ritenuti
ascoltate,
ragione —
giorno precedente.
!
responsabili dei fatti del
A loro non
restava che far sentire
voce della minaccia e la fecero sentire nelle ore pomeridiane poco dopo che avevano fatto appello colla proclamazione al patriottismo di Milano la
—
—
dello Stato d'assedio.
Intanto era dato l'impulso sin dalle prime ore
mattino
del
al
movimento,
doveva più tardi
che
terminare tragicamente. Gli operai, addolorati e indignati
pei
fatti
manifestare
La
i
giorno precedente^ volevano
del
loro sentimenti astenendosi dal lavoro.
in principio da quelli dello gradatamente venne comunicata
decisione fa presa
stabilimento Pirelli
;
ed accettata da quelli di quasi
stabi-
tutti gli altri
limenti della città e dei sobborghi. Si è scritto e detto che gli operai in
maggioranza erano contrari voro
;
ma
pertutto,
la facilità colla
anche
constatano è esatto.
senso.
i
se chiesta
alla cessazione
i
del la-
quale venne eseguita da-
da
rapporti ufficiali
Mancarono
grandissima
—
segni di
—
donne prova che
sole
un
come non
ciò
qualsiasi
dis-
DAL SACCHEGGIO DI CASA SAPORITI, ECC. lu questa guisa tita dallo
la
45
valanga dei dimostranti par-
stabilimento Pirelli andava ingrossandosi e
verso mezzogiorno era composta di parecchie migliaia di persone. Il Corriere della Sera osserva che
Tavanzarsi di quella minacciosa marea precipitosamente
i
si
portoni delle case ed
« al-
chiudevano i
negozi
;
e
quanti ne uscivano andavano ad aumentare la folla dei curiosi lo stesso
in
y>
che
si
trattasse di curiosi
giornale ripete più esplicitamente più oltre
un appello
intitolato
deplorava che quando il
E
(N. 125).
A
:
più
a casa ! nel quale
casa,
grave e penoso
dovere deirAutorità militare,
ove
il
si
fa
proprio nei punti
tumulto facilmente degenera in tragedia,
una moltitudine di curiosi, quasi ad un nuovo genere di sport ».
affolla
si
fossero devoti
In questa constatazione preziosa c'è tutto
lo spi-
che animava la massa dei dimostranti era composta di curiosi ! E mi piace ripetere il punto ammirativo dello stesso Corriere. Che fossero curiosi krerrà confermato più in là. Era minacciosa la folla? fe una gratuita supposizione non corredata da aljìcuna prova. Se tra migliaia di persone se ne trova che dice ad un pna dato che il fatto sia vero rito
;
—
—
È venuta l'ora il Grondona non lavorare più e di vedere sgobbare voi dimostra che non mancava qualche
grande industriale, oer noi di !
'ibltri
ciò
:
saltato.
Mancò qualunque
violenza,
iione contro grindustriali
ed avveduti, specialmente il Pirelli, gli operai, potrebbe soggiungere tenendo conto dei fatti mostrarono pieni di benevolenza verso i padroni. grido Morte ai signori ! se realmente fa emesso
Lenti i
i 1
;
qualunque aggres-
e se questi farono previ-
—
:
—
NAPOLEONE COLAJANNI
46
da qualche pazzo, non rispecchiava
le intenzioni dei
lavoratori.
Ma massa
delle
intenzioni
pacifiche
immensa
della
ha la irrefragabile testimonianza nei valgono più delle insinuazioni. Non e in buona parte c'erano armi tra i dimostranti e non commisero alerano donne e fanciulli delle loro intenzioni far fede cun atto che potesse fatti
si
che
_,
—
—
ostili.
— la
In quel giorno malaug arato sarebbe bastato che come in Roma per la dimostrazione Frezzi forza avesse brillato per la sua assenza e Milano
—
dopo poche ore avrebbe ripreso
la fisonomia
ordi-
naria di città colta, tranquilla e industriosa. Invece chi stava a capo del governo raccolti
da
altri in Sicilia
diverse
—
volle
conformi giorno^
striali:
invido degli allori
forse spronato
nelle
da volontà
mostrarsi forte e dette istruzioni
ai propositi. Perciò, sin dalle
uno squadrone
strazione
;
—
del
una
perlu-
degli stabilimenti
indu^
di cavalleria fece
adiacenze
adiacenze
prime ore
che presentavano
la
tranquillità
abituale (Corriere della Sera).
La
piazza del
Duomo venne
occupata militar
mente da fanteria, cavalleria e artiglieria sotto il comando di Bava Beccaris. Chiuso dai bersaglieri lo
sbocco della Galleria verso la Piazza del
dalla cavalleria lo sbocco della piazza verso
Duomo
il
Corso
da alpini e fanteria via Mercanti, via Torino
,
;
vi^
Carlo Alberto, via Rastrelli; militarmente occupate tutte le porte della città.
Era evidente che ^autorità
militare aveva preso tutte le disposizioni strategiche!
contro una rivolta di là da venire e di cui manca-|
vano
i
segni precursori. Queste disposizioni, intanto,' 1
DAL SACCHEGGIO DI CASA SAPORITI^ ECC.
come avviene sempre
in casi simili,
47
non potevano
esse stesse che provocare la rivolta. I Rimostranti, rei di cantare l'inno dei lavora-
prime cariche della cavalleria nel Corso di Porta nuova e nelle vie adiacenti e fuggirono. « L'intero reggimento di cavalleria, lascio la parola tori,
al
ebbero
le
Corriere della Sera^
percorreva
colonne serrate e sparse,
trotto^ in
di
continuo
al
Principe
le vie
Umberto, i viali Venezia, Porta Nuova e Garibaldi, via Moscova, corso Porta Nuova ed i bastioni. Tutti i negozi erano chiusi molte finestre sbarrate ;
si
ritiravano
spaventati.
della dimostrazione
si
Ma un
;
i
curiosi
residuo del grosso
ridusse in via Melchiorre Gioia,
presso la Dogana. Dinanzi alla cooperativa ferroviaria
tennero un conciliabolo/ emettendo di
quando
in
quando grida ed agitando in alto i bastoni^ i cappelli ed i fazzoletti. Arrivò, dopo poco, una compagnia di fanteria, che venne fermata a spall-arm di fronte ai dimostranti, colla cavalleria alle spalle.
Venne ordinato il pied-arm e ciò contribuì alquanto a far allontanare V attruppamento , che si frazionò poi in gruppi e si disperse. Verso mezzogiorno le vie sunnominate, percorse incessantemente dalla cavalleria^ erano qicasi sgombre ». Dunque nel conciliabolo improvvisato su una strada, si scoprono le armi dei rivoltosi bastoni^ cappelli.... e fazzoletti. I rivoltosi erano tanto decisi alla lotta che si disperdono al semplice comando ,
:
,
di pied-arm....
Testimoni oculari, invece, narrano di modi straordinariamente provocatori adoperati da ufficiali e
da guardie di pubblica sicurezza e da carabinieri e che contribuirono ad invelenire gli animi.
sott' ufficiali,
NAPOLEONE COLAJANNI
48
può ammettere die ci siano delle esagerazioni; comunque, i fatti reali ed un certo cinismo mostrato nulla da militari in via Carlo Alberto e altrove prova contro l'insieme dell'esercito. Gli esempi coned una nobile esortatrari e belli non mancarono ai soldati perchè non facessero ufficiale un di zione uso delle armi senza l'esplicito comando, venne narSi
,
;
rata dal Sscolo aria narrano
di soldati che spesso
;
sparavano in
gli stessi testimoni oculari
più corrivi
ad accusare i militari. Il vero è che in questi casi, ponendo a contatto truppe armate e dimostranti inermi, devono avvenire fatalmente dei conflitti, che si
risolvono in massacri
:
come una miccia accesa
accanto alla polvere deve determinare un'esplosione.
L'esperimento venne fatto in
Sicilia su larga scala
nel 1893; ed era stato fatto a
San Luri, a Calata-
biano, a Ruvo, a Corato, ecc.
Ed è
istruttivo che le
stesse condizioni spesso riescirono agli stessi risul-
anche in Inghilterra.
tati
Queste condizioni fecero punti della
città,
sì
che
il
giorno 7 in più
a Porta Venezia, a Porta Vittoria,
a Porta Ticinese, a Porta Sempione, in via Torino
il
fuoco della truppa sia stato più o meno vivo nelle ore pomeridiane e che abbia tuonato anche il cannone. La narrazione di questi, luttuosi avvenimenti che
hanno dato Milano,
rono
i
i
giornali conservatori
lascia fatti
e
reazionari di
chiaramente che mancada parte dei fucilate vennero sempre deter-
intendere
provocatori degli eccidi
dimostranti, e che le
minate dalle insolenze e dalle sguaiataggini delle donne e dei monelli, che rappresentarono la parte più ardita e più persistente dei tumultuanti: molte donne portavano in collo i figlioletti.
DAL SACCHEGGIO DI CASA SAPORITI, ECC.
È
49
chiaro dallo insieme delle testimonianze rac-
colte dai resoconti
dei
giornali e
dalle
risultanze
processuali, che la costruzione delle poco serie barricate - che sori
-
non ebbero
in
verun punto veri difen-
e le deboli offese dei cittadini furono la con-
seguenza diretta ed
immediata delle
fucilate
dei
che stesero sul terreno parecchi morti e moltissimi feriti. E le offese non furono che quelle, soldati,
da tegole lanciate da donne e da fanciulli e da
che potevano venire da sassi
da mani deboli
—
e
—
tetti dai quali non scorgevansi nemmeno coloro che avrebbero dovuto essere presi di mira. Ma sulle bar-
ricate e sulle
armi dei
rivoltosi avrò
agio
di
ri-
tornare.
Un
testimonio oculare, che assistette a molti in-'
ad una continuata serie di provocazioni da parte delle truppe, con maggiore precisione accorda una importanza decisiva alla scarica mecidiale fatta da un plotone di bersaglieri in via Torino senza' che ci fosse stato alcun squillo di tromba. Questo stesso cittadino immediatamente, in una a due altri, cidenti e
raccolsero
un bambino
mortalmente e
lo
di
circa otto
portarono davanti
Beccarìs apostrofandolo vivacemente.
ordine di arrestarli; caso pietoso dal
famo
s'
ma non
al Il
anni colpito generale Bava generale dette
fu ubbidito, perchè
imponeva anche
ai cervelli
il
ubbriacati
della polvere. I tentativi di offesa che er-
roneamente vengono chiamati
tentativi di resistenza
stati la conseguenza del sangue versato in via 'Torino. Questo eccidio non trova alcuna giustificazione tale non può menomamente considerarsi il fatto dei ragazzi arrampicati
e le barricate sarebbero
:
su di una scala Porta, che costretti, con cattivi modi 4
NAPOLEONE COLAJANNI
50 a
lanciarono dei pezzi
discendere,
non
che
legno,
di
ofFesero alcnno.
durante la quale fa cosidetto saccheggio del Palazzo Sapo-
questa
In
commesso
il
triste giornata,
riti, sul quale ritornerò, all'Ospedale Maggiore e in quello dei Fate bene fratelli furono portati dodici
morti e quarantanove feriti gravemente. Ma queste cifre non danno che un' idea lontana del sangue versato.
Da
Piacenza^ nelle varie ore arrivarono rinforzi di
da truppe e
Piemonte
ogni parte della Lombardia, dal
:
alpini e
fanteria,
punto della
caviiUeria
.
;
ogni
e in
città si procedette alle perquisizioni e agli
scioglimenti dei circoli, e delle associazioni repub-
blicane e socialiste e della
Camera
con
del Lavoro,
sequestro di carte innocue e di registri. Alle
17 e
mezza tutta una a quanti
la
redazione deìVItalia
trovavano nel giornale di Via S. Pietro all'Orto per puro accidente o per come il moderato avvocato doveri professionali del Popolo^ in
si
—
Valentini
—
e in
una
all'on.
De Andreis, che
volle
essere condotto in questura per protesta o per atto di solidarietà, viene arrestata e sospeso
Alle 22,30 al
Comando
merose barricate sono
La giornata
si
si
il
giornale.
apprende che
le
nu-
state tutte espugnate.
chiude con una grande vittoria
moderato lombardo alle 23 l'ispettore Latini comunica che viene anche sospeso il Secolo. L'avv. Carlo Romussi suo direttore e il suo redattore Emilio Girardi vengono trattenuti in questura. Il fatto culminante del giorno 7 Maggio fu il del partito
:
saccheggio annunziato e strombazzato del Palazzo Saporiti; attorno al quale saccheggio figurano
gli
DAL SACCHEGGIO DI CASA SAPORITI,
51
ECC.
annunziati conflitti in diversi punti della
la
città^
resistenza degli insorti e le facili espng-nazioni delle
barricate sorte
qua
e là
come segno
d'indignazione anziché come vero
e
orga-
di
una insurrezione.
nizzare
L'alba del giorno
mezzo
di protesta
mezzo
in conseguenza, sorgeva in
ed un certo
preoccupazione
generale
alla
8,
squallore poteva notarsi sin dalle prime ore nella
popolosa, ricca ed allegra città.
La preoccupazione non era realmente nella popolazione zione
di
venire
ad una
ci
fuori proposito. Se fosse
V
stata
rivoluzione^,
il
inten-
giorno
8,
perchè festivo, si prestava benissimo; ma la giornata non fu delle più calde. In Piazza del Duomo, occupata da cavalleria, fanteria e artiglieria, mantiene
il
suo quartier ge-
Bava Beccaris, quasi a dirigere guerra; operazioni nelle quali non
nerale
le
di
si
operazioni
potè
mirare l'unità e la intelligenza della direzione, che spiccano per la facile e disumana energia.
In molti punti e da molte finestre
si
si
am-
ma
assicura che sorgono barricate
afferma che partono colpi di
Quanto valprime e quanto veri i secondi si vedrà in appresso; rimane certo che la ragazzaglia e molte donne ostentano la loro antipatia all'esercito con qualche insolenzà, con qualche innocuo sasso e con
fucile e di rivoltella contro le truppe.
gano
le
molti fischi.
»
ricambiano queste manifestazioni con fucilate e puntate di baionetta, che amUfficiali e soldati
mazzano
e feriscono; e la cavalleria
ce
Tha
spe-
che contando sulla generosità dei cavalieri, in qualche punto sperarono ciaJmente
contro
le
donne
,
NAPOLEONE COLAJANNt
52
sbarrare la strada coi loro corpi
A
inesorabilmente.
:
furono calpestate
Porta Ticinese, in Piazza San-
Sobborgo San Gottardo, a Porta Ludovica, a Porta Tenaglia, a Porta Sem-
t'Eustorgio, nel Corso e nel
pione, a Porta
Romana,
ecc.^ vi
furono
soliti in-
i
cidenti luttuosi cominciati colle rincorse tra soldati
armati
ragazzi
e
che
urlano
fischiano
e
e
ter-
minati colla uccisione e col ferimento di molti
cit-
tadini.
cannone tuonò lugubremente in diversi punti e in più volte, specialmente al Corso San Gottardo Il
e in Piazza S.
Eustorgio.
dovette
L^afiPare
essere
grave in Corso S. Gottardo, perchè c'era da fare contro i 2000 studenti venuti da Pavia e armati di rivoltella
leria
tanto risoluti che
:
i
pattuglioni di caval-
non poterono disperderli e n'ebbe ragione il cannone {Perseveranza 9 Maggio).
soltanto
!
Nell'insieme la giornata passò in
temuto
modo
migliore
l'avvenimento più caratteristico fu l'arresto dell'on. Turati e della dottoressa Koulichoff e degli on. Costa e Bissolati, ch'erano corsi di quello
a Milano
alla
:
notizia
divulgatasi
in
Italia
della
morte del primo. Tutti
i
prigionieri furono condotti al cellulare
scortati dalla cavalleria e
dalla
fanteria
in
piena
disposizione di battaglia. Colla ripresa del lavoro
il
lunedi,
giorno
9,
avrebbe dovuto ritornare completamente la calma; così non piacque allo zelo repressivo delle autorità politiche e militari che il lavoro proibirono e che scovrirono il maggior pericolo di rivoluzione che abbia corso Milano e lo distrussero con l' usata energia.
DAL SACCHEGGIO
DI CASA SAPORITI, ECC.
Lasciando da parte
minori incidenti,
i
il
53
pericolo
zona da Porta Vittoria a
in discorso fa visto nella
Porta Venezia che eblDC per centro Porta Monforte. QuiJ secondo la fervida immaginazione
Generale Bava Beccaris e della stampa moderata, nel convento dei Cappuccini si asserragliarono gF insorti ed organizzarono vigorosa resistenza, coadiuvati dalle facilate delle case adiacenti
mente dai
;
ma
del
superata valorosa-
bersaglieri, die rinnovarono le prodezz(;
della Cernala^
prendendo di assalto la improvvisata il cannone aveva aperta una
fortezza, sulla quale
breccia superiore nell'importanza a quella di Porta Pia....
I
soldati
arrestarono
gl'insorti,
loro complici e gli studenti travestiti e
li
i
capi)uccini
da cappuccini
condussero nell'atrio della Prefettura prima, e
al cellulare dopo....
Di questo movimento 9 e 10
—
i
giornali di
compresa La Lombardia
—
IMilano
dettero
del
una
fortunatamente fu l'ultimo atto dell'insurrezione di cui ebbero ad occuparsi. narrazione paurosa; e
Qui
pone termiiie
si
alla
imprudenza giorno
sei
;
sintetica
lombarda
dei tumulti della capitale
:
esposizione
cominciati per
e testardaggine dell'autorità politica
continuati per la fretta d'intervenire e
di mettere in contatto truppe e cittadini eccitati
giorno sette
—
quando
;
—
il
giorno 8
denunzia il preteso atcoi saccheggi e colle deva-
—
tare la eliminazione delle
dei deputati socialisti
;
il
si
tentato contro la civiltà stazioni
il
quando
si
crede comple-
menti direttive coll'arresto il 9 quando si pensa di
—e
—
schiacciare la testa all'idra insurrezionale colla espu-
gnazione del convento di via Monforte.
54
NAPOLEONE COLAJANNI
•
In due successivi capitoli si troveranno elettagli e schiarimenti, che metteranno il lettore in condizione di potere apprezzare equamente V entità dei fatti sin (^ui
sommariamente
Ora mi
enunziati.
limito a notare con tristezza le voci corse e assodati, che, possono in
dicare
modo complessivo
i
fatti
fare giu-
carattere deirazione militare.
il
Non
raccoglierò le voci che narrano del cinismo
di alcuni
cavalleria, che
ufìiciali di
parlarono del
poco numero dei morti come se si fosse trattato di una battaglia contro nemici stranieri né le altre ;
di ufficiali di fanteria e dei bersaglieri, xlie sciabo-
larono
i
soldati che
Non
vano male.
le
non volevano sparare o miraquantunque corrano
raccolgo,
ancora in Milano dopo
momenti
in giro in
sei mesi,
di
perchè
le
credo messe
eccitamento e di
passione,
che fanno travedere uomini abitualmente calmi e che pur serbandosi in buona fede inventano o esagerano. ^li piace,
prudente di molti soldati di
umana
insistere sulla condotta
invece,
ufficiali^
non reagire contro
che raccomandavano le
e ai
provocazioni dei ra-
gazzi e delle donne, mostrandosi longanimi e pazienti.
Per quanto
si
sia
un
gettare
intenzionati di
velo sul passato, pure giustizia vuole che
si
rilevino
alcune particolarità innegabili, che indicano la via |
per trovare
È
i
veri responsabili del massacro di Milano.
innegabile^ infatti, che la repressione assunse
talvolta
un
carattere individuale odioso
singoli individui
che
si
:
si
sparava
ai
affacciavano alle finestre,
che attraversavano una
strada in fretta per
con-
dursi alle loro abitazioni. Si fecero scariche in punti deserti
via
Pioppette
il
giorno
7,
dove rimase
—
come
ucciso
in
un
DAL SACCHEGGIO DI CASA SAPORITI, ECC. che
cittadino
transitava.
Si
sparò
quasi
55
sempre
sulla folla, che faggiva. Si sparò dai bastioni contro le
imposte delle finestre erano chiuse si portavano da
case le cui
e vi furono freddati individui che
una stanza
all'altra (1). Si dette
che occupavano
tetti;
i
ia caccia
ai ragazzi
caccia descritta dalla Perse-
veranza nei termini seguenti
:
«
Allora
i
carabinieri
«
salgono colla consegna o di fermarci ragazzi sui
«
tetti
«
Qualcuno si ferma,^ gono freddati a colpi di revolver. Sul tetto di casa Saporiti in breve vi sono due morti e quattro feriti gravemente ». (Numero del giorno 8 Maggio). E
« «
«
di sparare....
Avviene una caccia sui tetti. altri non odono ragione e ven-
tra quei ragazzi alcuni erano di dodici e tredici anni ed erano tutti inermi e nella peggiore delle ipotesi non potevano che scappare senza poter nuocere ad ;
;
alcuno Questi
fatti
resero credibili alcuni altri insisten-
temente smentiti
;
e fu smentito
solennemente dal-
l'Avvocato fiscale Bacci T uccisione di un fanciullo
con un colpo di revolver per parte di alcuni non negano, ma rettificano affermando che la vittima vi perdette soltanto un di dieci anni
un carabiniere occhio.
Furono
;
dai
riferiti
giornali e
questi casi pietosi e raccapriccianti
non smentiti
—
di cui qual-
cuno olezzante poesia rivoluzionaria. giorno 7 un gruppo di giovani seguiva Il
un operaio
nel Corso
strandolo ai passanti^
Garibaldi, che portava,
un
molle biancastra; diceva che fosse
(1)
Ho
mo-
berretto contenente materia il
prodotto dei
l'elenco nominativo di questi casi.
blico per motivi facili ad immaginare.
Non
lo
pub-
NAPOLEONE COLAJANNI
56
La
cervelli di sette ragazzi.
Perseveranza corregge
sulla fede di un medico Nel berretto c'era il cervello di un solo uomo. [N. del giorno 8 maggio). :
Nello stesso giorno 7, nei giardini pubblici^ di fronte al Palazzo Rocca-Saporiti e precisamente nel punto
una pozza
indicato da
sangue, ove
di
nella
mat-
da un colpo di revolver un ^ragazzo undicenne, fa piantato un palo sormontato da una corona intrecciata di foglie verdi e margherite, e da un cartello con frasi di pietà per la vittima e di sdegno contro gli strumenti crudeli della hov^'h.Q^m (Lombardia N. 125). Non accordo realtà alla leggenda, che si forma tinata era rimasto ucciso
.
in tutte le
gaerre
sorella che
si
civili,
trova nelle
è ripetuta per Milano
;
del
soldato «che uccide la
fila
degli insorti e che
ma non
si
si
può negar fede a
questo episodio, che per ultimo narro.
Nel settembre,
alla redazione del Secolo risorto,
un vecchio abbonato, che consegnò al cronista due lire perchè le destinasse a qualcuno delle famiglie delle vittime dei tumulti di Maggio « Sono i risparmi della mia povera nie narrò
presentossi
:
«
potina novenne, anch' essa curiosa, ed uccisa nei
moti dello scorso maggio ». Il giorno era uscita insieme a suo zio per impostare una lettera al padre «
momento, lo si pregava di non ritornare subito in patria. Per la prima sparata via la scheggia di una cannonata lontano;
nella
quale^ dati
i
pericoli del
—
—
le
squarciò lo stomaco.
cadavere suoi
Oggi, continuò
«
abitini che
i
«
in una. borsa trovai
risparmi
;
portata a casa informe
il
vecchio, frugando tra
mi erano venuti
«
«
Fa
a nessun
due
lire
:
erano
tra le i
mani,
suoi piccoli
miglior uso possono servire
DAL SACCHEGGIO « «
Il
lenito
!
dolore suscitato da questi incidenti caratteri-
sticamente
tristi
delle
lotte civili
non può
che dal ricoi'do
stampa
di quei giorni^
essere
degli atti umanitari e la con giusta ragione, dette lodi ;
Senatore Negri, che affaticossi nel fare preparare
bende e uomini
barelle.... Egli politici
—
capo incontestato degli
il
che avevano voluto
che dalla reazione speravano trarne fitti
di
57
che a beneficare T orfanello di chi, come lei^ cadde vittima della reazione ». Il povero vecchio andò
via piangendo
al
DI CASA SAPORITI, ECC.
—
adempiva scrupolosamente
capo della Croce Eossa
! .
.
la reazione e
i
maggiori pro-
al
suo
dovere
VI.
LA MENZOGNA AL SERVIZIO DELLA REAZIONE
Il
movimento
potitico sociale che in
timo quarto di secolo rapidità ed intensità
è svolto
si
tra
lento e stentato in Italia.
i
quest'ul-
con meravigliosa
popoli
Le cause
civili
era stato
di questo ritardo
degne tutte qui basta enumerarle man-
nella sua evoluzione sono parecchie e di
uno studio speciale
:
;
canza di uno sviluppo industriale e di relativa concentrazione ed organizzazione delle classi lavoratrici, analfabetismo^ miseria^ deficiente libertà ed educazione politica rudimentale, esaurimento derivante da
un lungo periodo
di cospirazioni,
di rivolte
e di
guerre per conseguire l'unità e l'indipendenza dallo straniero, servilismo infiltrato nelle ossa delle popolazioni i^er la servitù
per
secoli durata, difl^erenze
antagonismi regionali che paralizzano molte forze ed energie locali e che, abilmente sfruttate^ servono a comprimere le une per mezzo delle
ed
altre,
ecc.
NAPOLEONE COLAJANNI
60
Di questo ritardo nella evoluzione politico-sociale si
risentono tutte le classi
;
dette classi inferiori. Ond'è che
manca
come
le dirigenti
le cosi-
mentre nelle ultime
la coscienza dei propri diritti e l'aspirazione
generale ad un tenore di vita più
umano
—
man-
canza contrassegnata dalle alternative tra la rassegnazione ignominiosa e le esplosioni selvagge
—
nelle classi dirigenti, invece, c'è l'avversione verso le
innovazioni e la credenza in
diritti
propri, che
rappresentano una sopravvivenza del tramontato regime feudale. Queste condizioni, si sa che sono più il settentrione vive nel mezzogiorno e nelle isole ;
maggiormente penetrato dalla corrente della vita moderna. Non tanto, però, da aver modificato è stato
sensibilmente la costituzione politica e intellettuale
maggioranza delle classi dirigenti, rimaste più reazionarie che sanamente conservatrici. Se n'ebbe la prova, con una certa sorpresa in molti, in occasione dei moti di Maggio. Per quanto lento il movimento politico sociale della
elevante
le classi lavoratrici,
esso allarmava già le
che da un pezzo manifestavano il rammarico profondo e il pentimento per le meschine e specialmente per la riforma riforme concesse classi dirigenti
—
elettorale politica del 1882 I
moti
di
Sicilia
ed amministrativa del 1889.
del
1893-94
manifestarono
lo stato d'animo delle classi dirigenti, le quali perdonaroro a Crispi le brutture di cui era macchiato, in grazia della repressione pronta e sev^era. Tutto perdonarono col proprio disdoro a chi aveva iniziato con fortunati auspici la reazione. Venne Abba Garima e fatalmente produsse la
<jaduta di Crispi
;
ma
caduto
il
vessillifero,
la rea-
LA MENZOGNA AL SERVIZIO, ECC. zioue dava segni
cV impazienza
per
61
riprendere
la
marcia trionfale interrotta dal disastro africano, nel quale
e'
era
la
complicità
innegabile
classi
delle
dirigenti. I
moti del 1898^ perfettamente analoghi^ e solo i)iìi vasti nelle proporzioni di quelli
più generali e del
1893-94,
somministrarono propizia T occasione
per riprendere l'interrotto movimento reazionario. Questi moti da principio farono talmente vio-
propagarono con tanta rapidità che le ^ classi dirigenti ne provarono paura e sbalordimento, ma rinfrancatesi man mano che il telegrafo davA
lenti e si
la
repressioni
delle
notizia
prova
,
riuscite
della
e
fatta dall'organizzazione deiresercito
quale
trepidarono fortemente nel
richiamo delle classi in congedo
—
buona
—
per.
momento
del
ripresero con
V opera malvagiamente reazionaria interrotta nel 1896. Intanto nel mezzogiorno, dove queste classi dirigenti sono meno colte ed hanno minore coscienza
energia compensatrice della breve sosta
collettiva dei propri interessi razioni,
si
applaudiva
al
e delle proprie
governo per
aspi-
la repressione,,
ed anche la s' invocava più feroce e più continuata, ma venne meno la loro azione diretta in Toscana e nella Lombardia, dove supponevasi che le classi ;
dirigenti dovesseso essese più illuminate e più
dernamente
conservatrici,
elementi attivi
invece furono
che presero
la
mano
al
centrale e quasi gli ioiposero la reazione.
esse
mogli.
governo
La
loro
attività in tale senso fu in ragione diretta del peri-
da cui si sentivano minacciate la perdita del dominio e deirinfluenza a causa dei progressi rapidi della democrazia repubblicana e socialista. colo
:
NAPOLEONE COLAJANNI
62
La
reazione,
servì della
per colorire
menzogna
i
propri disegni,
si
che
le
esagerazione,
e della
avevano reso eccellenti servizi nel 1893-94. Allora ai buoni italiani del continente si fece comprendere che in Sicilia non erano i lavoratori che si movevano, stanchi di vessazioni e di soprusi e di spogliazione,
che non erano
i
contadini che reclamavano la terra
loro o patti agrari tollerabili se non equi del tutto
ma
che
l'isola fosse in
;
aperta insurrezione per atten-
tare all'unità della nazione ed erigersi a stato indi-
pendente o porsi sotto
la protezione
se della Francia, o della Russia:
sacquino non Il
lo definiva
giuoco riuscito
il
non
si
sa bene
trattato di Bi-
chiaramente.
allora fa ripetuto nel 1898
;
e sino ad un certo punto con ugual fortuna. Si Vulimme ò re iiusto! scrisse che a Napoli si gridava cioè il Borbone. Si ripetè che in Lombardia si volesse costituire lo Stato di Milano. Di vero c'era questo solo che a Napoli, come a Milano, il malcontento era generale e profondo e correvano per la bocca di tutti certi confronti odiosi. Ma era una menzogna che a Napoli e a Milano il tumulto avesse una bandiera politica qualsiasi. La menzogna poi divenne gigantesca nelle proporzioni date agli avvenimenti dalle classi dirigenti che volevano sfruttarli disonestamente ciò specialmente in Toscana e in Lombardia. Nella mite e :
:
;
Toscana l'opera dei reazionari sorpassò tutto ciò che era da attendersi dalla paura folle che imperava sovrana a Palazzo Braschi; e i reazionari
gentile
ottennero lo Stato di assedio, in tutte
le
provincie,
non sentiva il bisogno il Prefetto di Firenze, ch'era pure un avveduto uomo d'ordine e per sodi cui
LA MENZOGNA AL SERVIZIO, ECC. prammercato
Ed
uii
generale
—
63
Tex deputato
Sani.
Regio Commissario straordinario per la Toscana arriva a scorgere pericoli: dove non ne vedeva il Prefetto Minervini. Sicché si ebbe in quei momenti: un Prefetto dimissionario perchè a Pisa
il
proclamate misure non chieste dalla salute pubblica ed un altro Prefetto punito coll'aspettativa seppe
;
perchè non
volle sciogliere delle
pericolose e
non sovversive
associazioni
non
!
rapidamente nel mezzogiorno e nel centro della penisola non potevano I disordini repressi facilmente e
esercitare valida influenza sull'indirizzo politico dello
Stato
;
Tesercitarono
invece
e vigorosa
quelli
di
Milano, esagerati e falsati con impudenza pari alla persistenza.
E questi uomini non esitarono a spargere in Italia, per ottenere
misure,
invocate
le
fecero rinvigorire
non
i
tumulti e
le
notizie
sommosse
che
tali,
e crearono
imprudenti loro inventori e propalatori Poco mancò che l'annunzio telegrafico il cannone tuona da otto ore in Milano ! non provocasse una vera insurrezione altrove.... pericoli reali
sospettati
dagli
!
:
moti di Milano
« I
,
si
affermò nei
giornali e
nei corridoi allarmati di Montecitorio, nelle sale di
Palazzo Braschi, e in altre più auguste,
mirano ad abbattere d'Italia
;
ma
le istituzioni,
costituiscono
un
non
solo
a rompere l'unità contro
attentato
la
stessa civiltà ». I singoli
elementi dovevano essere adeguati al
giudizio complessivo e finale; perciò
ingigantirono
tutti
gli episodi
da un
lato si
che facevano fede
della forza e della organizzazione dell' insurrezione
e dei pericoli conseguenti per
lo Stato
;
dall' altro
NAPOLEONE Cola Janni
64
si
somministrarono
dettagli paurosi dai quali,
altri
dovevasi argomentare di
che cosa fossero^ capaci
i
barbari moderni, padroni di una città civile e ricca.
In
guisa
tal
sospingeya
si
governp^.ad una.,
il
repressione pronta ed energica sino alla fer,oci%^.,e,
non
mirava alla repressione^ che devedur^'P^sintanto che c'è T imminenza o l' immanenza delsolo
si
come espressione
pericolo,
legittima, difesa
della
ma si mirava a giustificare la reazione permanente come mezzo adatto per distrurre le causej dello Stato,
clip 41 ve vanou generato V
Cosi
à -barbari
moderni.
.
-
con .amorevole sollecitudine
si diifQsero
>
" ;
le
notizie sulle -barricate, sul complotto, sulla uccision'e-
degli alpini
—
fiera
,
bande
sulle
anche eroica
svizzere^, sulla
resistenza
— degli insorti^ sulla impedita
partenza dei treni, sulla necessità del cannoneggia^, mento., sulle case designate al saccheggio e alla di.
striizion^j sul
saccheggio avvenuto di Palazzo Sapo-
della Cassa diEisparmio, sulla- distrazione della
riti,,
che Mussi; Muzio su vendicare marciavf.no Milano per sui Gontadini, bolognesi concentrati sulle. sponde del Villa .reale di .Monza
;
sui contadini di Corbetta
..-
Po, ecc.,, ecc.
Di detlla,
ciascuno
repressione
,
di
.e
questi
.
,
elementi
della reazione
-^
^
..^
:/
giustificatori
dirò qui rapida-
mente col vivo rammarico di non poterne trattare più ampiamente e di non saperne dire in^ for-^maartistica-, -mescolando il- ridicolo colla rampogna, per flagellare gli eroi della- menzogna e della ca ,
lunnia.
.
'
,
:
che dovevano far designare
Comincio cogli atti i nuovi vandali; e perciò come tanti salvatori della civiltà gli uomini della reazione. gì 'insorti, come
.
LA MENZOGNA AL SERVIZIO, ECC.
65
L'invenzione più grottesca fu quella delle case designate
al
saccheggio
devastazione
e alla
nuova San Barthelemy anarchica lettere rosse
dicavano
:
—
colore adatto
il
Bombe
!
nella
e -socialista colle
—
B
e
F
che
in-
Fuoco. La notizia corsa per
e
prima fa delle prime smentite come un prodotto di una morbosa immaginazione e furono gli stessi giornali conservatori a constatare V esistenza delle famose lettere che però non erano state scritte la
,
nicipale
;
la
B
,
,
dai rivoluzionari,
ma
dagli agenti della autorità
indicava che
li
presso
pei lavori di fognatura
Ebbe
punto di vista notizia sul saccheggio della Cassa ,
dai
Risparmio e del Palazzo Saporiti
accreditata a
minare
la
un segno
!
prospera
sorte piìi
degli inventori, la di
era una
e'
bocca di presa dell'acqua potabile; la i^ era
mu-
Roma
e
non
proclamazione
Mancava ogni base
al
la
;
notizia fu
fu delle minori nel deterdello
Stato
saccheggio
assedio.
di
della Cassa di
Risparmio e la notizia circolò per breve tempo c'era qualche lieve indizio per la seconda ed ebbe la sua discussione innanzi al Tribunale Militare. E dal Tribunale Militare si seppe ciò che c'era di vero in questo episodio disonorevole per gl'in;
sorti di
Milano.
Nel terzo processo il Tribunale Militare si occupò del saccheggio del Palazzo Saporiti. Gli accusati erano nove: di due non fu indicata l'età; di uno sette erano minorenni tra i 14 e i 18 anni la polizia dette cattive informazioni e non trova da
—
;
dire sui precedenti degli
altri.
Ben
terribili questi
saccheggiatori e ben grave dovette essere la devastazione compiuta
!
Sentiamo dal processo.
NAPOLEONE COLA JANNI
66
Un
oculare
testimonio
Saporiti, dice che
il
,
cocchiere
Casa
di
avevano preso della biancheria...
per fare delle barricate. Ma se essi farono arrestati Palazzo Saporiti è tra i più ricchi di Misui tetti lano; fu completamente in mano dei barbari deva!
statori
per alcune ore
ma
;
in tutto
non
E
che un danno di circa ottomila lire. Ascoltiamo un testimonio che vale di e dei
chiere
testimone è berbi. Il
portieri
;
accusa
fosse vero piìi del
!
coc-
per un caso strano, questo
difensore di ufficio
il
si
Barone Di Loreto
,
dei
vandali im-
capitano dei Lancieri
non apprese nelle aule V arte oratoria,
di Firenze, colla ingenuità di chi
Università dice
«
:
il
Signori giudici
« e l'aspetto «
nelle
diritto e
Basta guardare
!
e
saccheggiatori.
E
«
dov'è f L' atto d' accusa
«
cheria trafagata per
il
fisico
degli altri imputati per
di Molteni e
convincersi che non potevano
« tori
il
ijoi^
devasta-
essere
il
corpo
del
reato
parla di gioielli e bian-
valore
di otto e 'più mila
«
y mentre gViviputati al momento del loro arun capo resto non possedevano un oggetto d' oro di hiancheria^ né altro. Io presi parte alla repres-
«
sione col
«
barricata per dieci minuti^ quando
«
che
« lire
«
,
i
mio squadrone^
tetti
e stetti
erano occupati
fermo presso una
fummo avvertiti
dai dimostranti.
Dopo
molta gente si ritirò nei Giardini « pubblici e molti altri entrarono in casa Saporiti... E chiaro dunque che i saccheggiatori e i dee vastatori entrarono in Casa Saporiti per paura fuggire dal pavi rimasero in trappola. Tentarono «
i
tre
squilli
,
,
;
ma
vennero
Se vi avessero avuto seco la res furtiva non avrebbero avuto modo di nasconderla dal luogo del saccheggio passarono lazzo Richard
,
:
arrestati.
LA MENZOGNA AL SERVIZIO, ECC.
Non importa
al cellulare.
:
il
67
condanSormani e 2
Tribunale
li
dà 8 anni di reclusione al anni e 6 mesi ad un Bianchi di quindici anni.... Il saccheggio di Casa Saporiti somministra ma-
nava
;
e
un
teria per
e
compariscono sullo
si
della biancheria;
tremendo
Su
di
che piange e
la Ferrari,
Una compagna
dichiara innocente.
preciso e
26 Luglio
il
sgabello.... tre donne.
una concentrasi l'accusa: aver preso
svolge
altro processo. Si
l'avv.
l'accusa di è
fiscale
più
assicura che prese stoviglie,
:
bicchieri ed altri oggetti che furono poi distrutti...
La Ferrari
sempre piangendo,
insiste,
raccolto che dei
non aver
di
fiori....
La sventurata poteva
essere creduta
:
fu proprio
la Perseveranza del giorno 8 ad annunziare
donne misero sossopra e fiori
i
che
!
Ad
ogni
modo non
prestiamole fede ed ammet-
tiamo eh' essa abbia rubate tante stoviglie chieri .... quanto, ne poteva contenere
manca
grembiale. Anche qui
conceda che siano e
le
giardini divellendo piante
mezzo
di
la res
il
furtiva;
bene applicati
stati
appioppatile
reclusione
e bic-
i
dal
suo
ma
si
due anni Tribunale
Militare. Si parlò, e ci fu
il
relativo processo,
cheggio del gioielliere Amodeo.
Ma
del
sac-
Corriere della
il
Sera (N. 125) dà la spiegazione del fatto. Corse voce
che l'Amodeo avesse colpo di revolver.
Il
plorò l'imprudenza
;
ucciso
un popolano con un
colpo fu vero, e
il
a scopo di furto, sibbene da tentativo zione
per
Corriere de-
ma non fu seguito da saccheggio
indignazione.
Dei
di
sei accusati^
erano minorenni^ come risulta dal
56**
devastaquattro
processo,
NAPOLEONE COLAJANNI
68 /
Ebbene chiccliessia
In tutte
:
questi fatti e questi processi autorizzano
ad atteggiarsi a salvatore della civiltà?
le parti del
mondo
e
in
tutti
i
tempi
legge di tumulti e di sommosse che non siano
si
stati
numerosi e più gravi ? Vi accompagnati da sono operai, dice Louis Blanc, che la miseria tiene continuamente a disposizione dei casi imprevisti. Per un momento, durante il pertarbamento, da paura o da altro men lodevole motivo si arriva a comprendere che si creda alla menzogna ed alla esagerazione senza che si metta in dubbio la buona perciò si può fede di chi la menzogna divalga la Perseveranza disposti perdonare del a essere giorno 8 che diceva essere quello degli insorti proreati più
;
gramma di rivoluzione^
Ma
tornata la calma
di saccheggio, di devastatone.
può
deve essere inesomendacio e nella cadopo una settimana circa da che la compiuta e la verità si è fatta strada si
e si
^rabili verso chi continua nel
lunnia.
Ed
è
repressione è in tutti « I «
i
giornali d'Italia che la Perseveranza scrive:
nostri
agitatori
non sdegnano
quegli abbietti per costumi, rotti
« delitto,
appoggio di al vizio od al l'
che continuamente escono e rientrano nelle
«
con fatale intermittenza di delitti e di camentre non si mostrano nei momenti di calma, sbucano dall'ombra nei tempi di lotte come non sdegnano 1' appoggio di cittadine
«
quegli anarchici dallo stampo francese qualificati
«
carceri,
« stighi, «
e che,
;
per demolisseurs, ravageurs, harheres de la Societè » (15 Maggio). E dire che la Perseveranza è l'organo «
^el filosofo Negri
!
VII.
LE ISTITUZIONI
Il
IN
PERICOLO!
saccheggio e la devastazione di Milano ricca
e colta furono inventati per suscitare l'indignazione
ma queste mencontemporanei zogne forse non erano sufficienti per determinare l'azione energica del governo. Chi poteva assicurare che al Ministero stessero proprio a cuore gl'interessi delle civiltĂ Bisognava contro
i
barbari
;
!
creare
il
pericolo delle istituzioni
esagerare
le forze e la
Presto fatto
donne
:
e
;
inventare, perciò^
resistenza dei tumultuanti.
bambini, uomini inermi fu-
rono tramutati in combattenti, cui onestamente accordossi anche
Analizziamo pericolosa
gruppo
di
eroismo, che faceva comodo.
le
creazioni dei denunziatori della
insurrezione di notizie
alpini uccisi^ di
1'
Milano. Ecco
assolutamente
fantastiche
una compagnia disarmata,
Pavia in marcia sopra Milano,
Di alpini uccisi
si
seppe a
nei corridoi di Montecitorio
;
un primo
ecc.,
:
gli
gli studenti
ecc.
Palazzo Braschi e
ma, malauguratamente
NAPOLEONE COLAJANNI
70
per coloro cui faceva comodo se
ne seppe a Milano.
vare, tra
g'rave fatto, nulla
il
I becchini
non poterono
tro-
cadaveri dei cittadini massacrati, alcun
i
soldato alpino ucciso dai tumultuanti, così del pari
non poterono prender conoscenza di alcuna compagnia disarmata come la cavalleria man-
i
superiori
;
data in
perlustrazione fuori Milano, cascine
piattate nelle
marcia
le
truppe ap-
non poterono sorprendere
in
duemAla studenti armati di Pavia. Sperossi ma di trovarne qualcuno travestito da cappuccino le barbe dei frati arrestati dopo la breccia erano barbe autentiche.... i
;
E
si
passi sopra ai diversi strombazzati assalti
della stazione^,
impedire
la
complicità
alla
partenza dei treni
dei
ferrovieri
per
in grazia della esa-
:
doveva esservi in una stazione di città cannoneggiata^ si ha almeno la soddisfazione di cogliere una preziosa confessione dalla bocca della Perseveranza. Eccola: «Insistente era la voce della sommossa alla stazione, con demogerazione
confusione, che
della
lizione della tettoia, sciopero dei ferrovieri, arresti,
fuoco
,
vittime.
Quando
ieri
—
il
9
—
ci
recammo
assumere informazioni, trovammo l'ex onor. Zavattari che si affannava a persuadere che gli increduli increduli anche sul posto nulla, nulla era succeduto. Tutti i treni andavano e venivano regolarmente, tranne, come era noto dal alla stazione per
—
!
—
giorno precedente, quelli della linea iVlessandria in seguito anche ai di ieri
Paltro.
fatti di
Però
garantiti
dalla
elogio ai
facdiini
Zavattari
—
la
truppa.
che
P.
Genova
staziono e
il
difuori erano
Dobbiamo una parola
della stazione si
e di P. Ticinese
—
il
di
seguito dello
prestarono coi migliori modi ad
LE ISTITUZIONI IN PERICOLO assistere
i
forestieri in arrivo, specialmente alla sera,
quando non
Non i
71
e'
omnibus.
erano più ne vetture, ne
accompagnarono
ostante l'ora tarda, parecchi
10 Maggio). si sia adoperato
forestieri agli alberghi ». (N. del
Pare, dunque, che Zavattari
eiììcacemente per ciò,
il
mantenimento deirordine; per
forse, fu arrestato e condotto innanzi
bunale militare, che solvette
non ostante
— il
incredibile dictu!
Tri-
al
—
lo as-
suo riaffermato repubblica-
nesimo.
Ma
se fin
qui
siamo di fronte
fantastico,
al
entriamo nel campo della realtà colle Bande svizzere^
—
ed un po' anche come nel Trattato di Bisacquino della Francia l'ingrediente necessario per fare effetto sulla immacolla complicità di Cipriani
—
:
ginazione dei patrioti.
A
tumulti
finiti
—
badi bene
si
—
scrivono da
Torino alla diligente e onesta Perseveranza.
«
Voci
—
dall'estero assai esplicite. Mi si afferma da persona autorevole che a Parigi si sapeva quanto doveva succedere a Milano, dove la preparazione alla som-
mossa
era
stata
ideata
e
condotta abilmente
da
qualcuno di coloro i quali o vennero flagrante, oppure presero il largo. Pare che anche il Cipriani non ignorasse ogni cosa, ma che egli arrestati in
abbia consigliato o sconsigliato, ignoro perchè non
mi la
non mi si seppe dir di miccia venne accesa a Bari e percorse si
volle, o
ascendente fino a Milano,
più. Certo tutta linea
lasciando nello
scoppio
parecchi strascichi e numerosi addentellati a nuovi incendi ovunque
il
malcontento, la miseria, la cor-
ruzione, la malvagità trovavano il
buona presa davanti
sonno delle cosidette Autorità di vigilanza e di
NAPOLEONE COLAJANNl
72
gio)
Mag-
[X. del lo
pubblico».
dell'ordine
di tutela (1).
Tutto
sarebbe stato
questo
Non
stato vero.
lo
era
miserevoli proporzioni
e a quali
;
si
:
Carlo Eomussi e
allo il
fosse
innocenti,
anzi
riducesse la partecipazione
deir indispensabile Cipriani lo dei giornalisti
se
grave...
si
apprese dal processo
scambio di poche parole tra
valoroso di
Domokos
nel passare
da Milano per ritornare in Francia. Ma chi può negare l'esistenza delle bande d'insorti italiani, che dovevano calare dalla Svizzera sopra Milano ? Le avevano organizzate l'on. Eondani e gli altri rifugiati in Lugano, Lausanne ecc; l'on Morgari aveva valicato il confine per condurle in Italia; r Agenzia Stefani le aveva annunziate tutta la stampa monarchica aveva protestato energicamente contro l'indegna repubblica elvetica, che non sapeva ;
esercitare di il
la
i
suoi doveri di
—
buon
E
vicinato.
l'
Opinione
—
che dà Roma l'ufficiosa di tutti i ministeri monito alla Svizzera e Visconti Venosta rincara dose con una nota diplomatica. ;
Stillman
(1) Il sig.
—
l'uomo nefasto
che
per
venti
anni ha falsato l'opione pubblica d'Inghilterra sulle cose d'Italia,
per mezzo delle sue corrispondenze
ratosi in di
America ha avuto
Boston che
fame,
ma di
il
Papa
—
riti-
coraggio di scrivere al Transcript
moti d'Italia non
f areno
determinati
da una cospirazione repubblicana,
al servizio del
vedova
i
Times
al
e della Francia....
i
dalla
cui capi erano
La buona
e
gentile
Dario Papa, Fidelia Dinsmore, ha smascherato l'in-
degno calunniatore.
LE ISTITUZIONI IN PERICOLO
73
Quanti erano g^ritaliani delle bande? dove erano La stampa monarchica non esitò a va-
indirizzati ?
da 500 a 5000; indicò la direzione meglio la meta precisa: Milano. Questo è certo: le bande non penetrarono in Italia e non furono arrestate nemmeno dairesercito, che in forza discreta venne scaglionato al confine per impedire l'entrata di questo pericoloso contrabbando. In questa creazione delle bande svizzere c'era che fu ridotto alle sue un nocololo di verità liitarne le forze
:
,
proporzioni
giuste
sopratutto dalle risultanze pro-
cessuali e dalle testimonianze delle autorità federali
—
Camuzzi,
Primavesi e Le notizie false ed esagerate sugli avveniKupa. menti di Milano avevano messo il fermento nella
e cantonali
Bernasconi,
—
numerosa colonia tati socialisti
verso
il
italiana inlsvizzera: poco più di un centinaio
—
confine
:
vi arrivarono in dieci
mancavano
ne armi né denaro; stiti...
(DeposizioìVi
di
;
i
primi esal-
—
mossero
non aA^evano
pane e
di ve-
Consigliere di Appello Pri-
del
Lugano. Udienza del confine potevano arrivare più
mavssi^ giudice istruttore in 29 Luglio). Verso
numerosi lettere,
gari e
:
ma
il
ciò fu
impedito dai telegrammi, dalle
dai consigli e dalle preghiere degli on. Mor-
Rondani
e dell'avv. Tanzi.
Eondani
rimasero in Isvizzera. Morgari rientra in nulla diffidando
come
chi
doverosa opera di pace
;
ha coscienza
ma
preventivo e col processo e
di
e Tanzi
Italia,
di
aver fatto
n'ò punito col carcere
dovette sentirsi ascri-
vere a colpa dal Tribunale Militare Tinfluenza esercitata
Punito
nello
scongiurare un tentativo
come Zavattari
1
d'invasione.
NAPOLEONE COLA JANNI
74
E
siamo alle barricate. L'Italia e l'Europa seppero che a Milano i tumulti si erano trasformati in vera rivoluzione tanto die vi erano sorte le barricate come a Palermo nel 1860 e 1866 come a Vienna, a
'
;
;
Parigi, a Berlino, nella stessa Milano nel 1848 ecc.
La
anche vera nella sua essenza, non doveva lasciarsi circolare perchè non poteva non esercitare una influenza eccitatrice e il governo che sopprimeva giornali e telegrammi che dicevano la verità poteva impedire la trasmissione dei dettagli di queste barricate doveva almeno ridurle a quello che erano in realtà. Che fosse necessaria la notizia, se
;
:
riduzione è evidente. Si sa dalla
sorte in vari
breve cronaca che barricate erano
punti della città e nei tre
Stando
conflitto.
Corriere
al
giorni di
Sera
della
(N. 125)
rinforzato dalla Perseveranza^ queste barricate dove-
vano essere una cosa molto
seria la cui espugnazione
avrebbe dovuto
costare molto
se fossero state
prodotto dì
il
sangue
una
alla truppa,
rivolta preparata
con tutta la calma, mentre la truppa era impegnata in altri punti della
città
e
non V episodio
di
un
tumulto improvviso. Queste barricate costituivano, secondo
punto
giornali delle reazioni
i
in
Moscova
cui
s'incontrano
e via Statuto
;
e
scrisse che
il
una
E
la
fortezza nel
Garibaldi
corso
ne avevano
forzo in altre vie collaterali.
giorno 8
,
,
via
altre di oHn-
Perseveranza del
giorno precedente
soltanto
a Porta Garibaldi vi furono tredici barricate sapientemente costrutte e tenacemente difese.
Chi conosce la storia delle barricate vere nelle varie
mento
rivoluzioni di tragico.
E
ci
Europa
si
attende uno svolgi-
fu la tragedia
:
molti cittadini
LE ISTITUZIONI IN PERICOLO lasciarono la vita o furono
non ve
la lasciò
Un
criterio
75
barricate
feriti jyresso le
alcun soldato o
veramente
;
ufficiale.
infallibile sulla entità
eli
queste barricate Tabbiamo nei processi e nelle con-
danne
Tribunale Militare.
del
esempio, per
—
le barricate,
—
Corriere
quelle del
Il
per così dire premeditate
condannati e
mezzo
la
maggiore pena che
si
i
inflitta fu di
Una vera
di reclusione.
barricate,
di
sori
maggiore
il
più gravi accusati. Invece tra
i
Via
di Corso Garibaldi e
Moscova avrebbe dovuto presentare teresse e
processo, ad
31°
in-
quindici
un anno
miseria per difen-
suppongono presi
colle
armi in mano ai preparatori ideali della insurrezione si appiopparono sei, dieci, quindici anni di ;
reclusione
Non
!
ma
daper tutto tanze processuali sono riuscite a smentire a Milano soltanto,
zogne della polizia sulla gravità dei delitti dei cittadini di
le risulle
fatti.
menCosì
i
Sesto Fiorentino, che condus-
sero ad altro piccolo massacro, farono così terribili,
che
pene
le
litare
di
carcere
La
inflitte
ai colpevoli
dal Tribunale mi-
non raggiunsero
Firenze
i
sei
mesi di
!
verità è diversa da quella che
dare ad intendere per
il
si
vorrebbe
decoro e per la serietà dei
conservatori, dei generali e dei Ministri del regno d'Italia.
Queste famose barricate non rappresentano
che una specie
di esercizio
sportivo dei ragazzi e
dei dimostranti; erano poco consistenti e del requisito principale:
mancavano
mancavano
di difensori. Si
espugnavano senza alcun pericolo, senza fucilate e senza cannonate a colpi di scudiscio. Erano una parata da teatro che non meritava il sangue di cui :
NAPOLEONE COLA JANNI
76
furono bagnate. Se
i
per giustificare questo giudizio, strana
— in un
tranquillamente
non bastassero sarebbe una prova
processi e le pene ci
certo senso anche umiliante
:
furono
natural-
fotografate e dalla parte,
mente, nella quale stavano gli assalitori.... Veniamo all' ultima invenzione sbalorditola: alla resistenza degli insorti ed alla breccia aperta nel
Convento dei Cappuccini. Per giustificare questo ignominioso episodio, s'inventarono rivoltosi e combattenti all'Acquabella e altrove. Nello stesso intento la Perseveranza del giorno
10 Maggio narrò che uno squadrone del reggimento cavalleria Milano, appena arrivato da Lodi, veniva lanciato faori Porta Monforte e riusciva a prendere alle spalle
un gruppo
minacciando i 150 arrese :
la
di riottosi^ intimando la resa,
carica
circa,
Affare
grosso
falso,
e
il
gruppo
si
componevano, erano la di rivoltella e altri di
che
più parte armati coltello. Falso,
colle lance; lo
falso
!
dei Cappuccini!
quello
Infatti,
dice la Perseveranza, gl'insorti, inseguiti lungo
i
ba-
continuarono a sparare e ripararono nel Convento dei Cappuccini invadendolo e trincerandovisi forte'ìnente. La truppa dovette snidarli ìnediante un
stioni,
vigoroso fuoco di fucileria.
I
chiare Vedifìzio
attigua.
e
la chiesa
soldati poterono accer-
Furono
circuiti
arrestati tutti i combattenti, che non riuscirono a salvarsi.
e
Qui siamo in piena Qui, i
come
alle barricate,
e
vergognosa menzogna.
mancarono
gì' insorti e
difensori dell'improvvisata fortezza; in loro vece
c'erano frati caritatevoli, che vennero arrestati in vent'otto, e vecchi e vecchie mendicanti che erano
LE ISTITUZIONI IN PERICOLO
77
andati a prendere la loro scodella di minestra e vi
trovarono la morte.
La menzogna vergognosa viene Corriere
denti stretti dal
confessata a
della Sera (N.
128)
;
più
dettagliatamente dalla Perseveranza (giorno 11) che sente il rimorso delle precedenti affermazioni e,
voleva farsi perdonare dai snoi buoni amici volta, i clericali. La Perseveranza ci narra
forse,
una
di
che la trnpiDa ignorava (lì) resistenza del convento e che si allarmò del movimento attorno al cancello
—
ed erano i poveri che atterriti dalle fucilate cercavano riparo in luogo, che, scioccamente, ritenevano ed aprì la breccia a colpi di cannone è la sacro Perseveranza che ci narra che il Padre Isaia venne arrestato e ferito avrà ricevuto una medaglia mentre lavava una ferita il valoroso che lo ferì ? ad una vecchia....; èia Perseveranza ohQ riproduce dalla Lega Lomharda la notizia della sorpresa che fece allibire il Prefetto Winspeare quando si trovò
—
;
—
—
dinanzi quegli strani prigionieri: e
i
vecchi mendicanti
frati
i
cappuccini
!
Questo episodio dei Cappuccini di Monforte fa tanto enorme che PAutorità Militare ordinò un' inchiesta
;
ordinò
il
meno
la
quale
fuoco
dovette spiegare
e la breccia
,
ma
V errore di chi non potè fare a
condurre alla liberazione dei poveri frati che devono solo alle avvenuta il 15 Maggio loro condizioni se non ricevettero i loro anni di di
—
—
reclusione anziché
le
scuse umilianti
di
tutte
le
autorità. In questa liberazione sta, però, l'implicita
mostrarono di prudenza specialmente di deficienti di tutto e che completarono umanità e d' intelligenza
condanna
di autorità
militari
—
,
che
si
,
—
NAPOLEONE COLAJANNI
78
i
trofei
raccolti nei giorni precedenti raccogliendo
larga messe d'infamia
e
di ridicolo
avere ucciso dei poveri in colo per
cerca
infamia per
:
pane;
di
ridi-
la breccia in un inerme e con cannonate che sono degne di pari con quelle contro i bovi del
avere aperto
pacifico convento,
essere messe alla
pozzo di Tata nella gloriosa campagna
Re
contro
Giovanni nel 1887. Riassumo. La cronaca e
poche considerazioni esposte in questo capitolo dimostrano che cosa fosse la pericolosa insurrezione di Milano. Ci sono ancora altre prove schiaccianti contro coloro che invenle
tarono pericoli inesistenti o
li
centuplicarono.
Queste prove vengono somministrate dal nudei morti e dei feriti tra i combattenti dalla :
mero
;
natura della morte
delle
e
dalla condizione delle vittime tra
Con
tra
ferite i
truppe
le
;
cittadini.
insistenza meravigliosa, nella cronaca delle
luttose giornate di Maggio, dai giornali
si
narra di
fucilate e di colpi di revolver partiti dalle barricate
Ma
e dalle finestre delle case vicine. cessi
non
si
potè apprendere
mediatamente si
visitate
siano trovate armi
da fuoco
sarebbero
certamente
mano
si
fucilati.
pro-
i
case im-
dai
soldati
combattenti. Se
e
fossero
trovati
E non mancava
l'animo al generale Bava Beccaris di
â&#x20AC;&#x201D;
tutti
che nelle
dalla polizia e
combattenti colle armi in stati
da
farli
fucilare
a lui che avrebbe giĂ voluto far passare per
armi l'onor. De Andreis, cui terribile esplodente
:
si
trovò
un progetto per
in la
tasca
le
un
illumina-
zione elettrica. L'inchiesta sulla breccia dei Cappuccini avrebbbe
dovuto condurre
alla scoperta di
queste case
,
che
LE ISTITUZIONI IN PERICOLO
79
—
di queste case davano asilo ag"li insorti omicidi cui il Regio Commissario straordinario consacrò uno
dei tanti suoi balordi proclami.
Ma puccini
guardate, fatalità si
supponeva che si
:
durante l'assalto dei Cap-
va ad esplorare una casa dalla quale fosse sparato
si
si
e in quella stessa casa
;
conduce, per farlo curare, un ufficiale ferito in
Moscova Almeno a Napoli trovarono da condannare la disgraziata complice di uno studente^ che sparò da una casa, ma che fu assolto... per non
via
!
A
provato reato.
Milano nulla Se gli insorti spararono per tre giorni di segaito in tanti punti, tra i soldati avrebbero dovuto essere
numerosi la forza
i
!
morti e
i
per arma da fuoco. Ma due morti; la gaardia di
feriti
non ebbe che
Pabblica Sicurezza Viola e
Tommazzetti. della
soldato Grazia Antonio
primo venne ucciso da una scarica
Il
truppa;
ucciso jjer
il
il
secondo
gnolo sul capo. Così
il
sa (ffj se venne per una caduta di comi-
ìion sì
arma da fuoco
o
Corriere della Sera (N. 130).
che venne ucciso da un anche chi afferma ufficiale perchè negavasi di far faoco contro i citma la voce non è accreditata. tadini Di più. Il Corriere dà nello stesso numero l'elenco nominativo dei soldati ed ufficiali raccolti negli ospedali militari; tra ventidue feriti, due soli gli tre da coltello lo farono per arma da faoco C' è
,
;
;
altri
presentano
ferite
lacero
;
-
contuse
leggere contusioni. Le lesioni più
o
gravi
semplici
sono per
rottura dei malleoli per caduta dal cavallo.
garantisce che
i
cinque non
sparava e caricava all'impazzata
?
chi
da arma contun-
feriti
dente non siano vittime dei colpi
E
della
C'è da
forza,
che
sospettarlo
:
NAPOLEONE COLAJANNI
80
i
il
Corriere (N. 132) infatti constata clie
Malinverni
da arma da
ferito
un
hajonetta di
accidentalmente nel parapiglia
Non
taglio
contro
coinrìiilitone
il
soldato
fu dalla
lo
quale urtò
il
I
potevano essere, come non ci furono, feriti d'arma da fuoco e da taglio tra i soldati perchè i terribili insorti di M41ano donne e fanciulli in ci
—
massima parte armi.
—
possedevano ben curiose e allegre
Corriere^ la Perse vera )iza, e gli altri giornali
Il
non videro die
cappelli, fazzoletti, bastoni.... e scia-
bole di legno da bambini. scagliati sassi e
E si
al
—
inorridite
che in Milano
numero
vide dal
Comando
Contro
ci
!
— un pajo
furono
di scarpe
armi più
fossero
dei facili
la forza
serie lo
che vennero portati
quando venRe V ordine
Militare
del
disarmo.
Ma
siccome giornali ed autorità parlano con che tanta insistenza di colpi di arma da fuoco per tre giorni di seguito in molti punti non ammazzano né feriscono, bisogna ricorrere ad una curiosa ipotesi: che gl'insorti sparassero a polvere, per
intimorire la forza e costringerla a retrocedere ami-
chevolmente. fucili e di
Ma non erano
cannone
a polvere, però,
sparati dalle truppe
;
se
i
colpi di
ne ha
la
prova dolorosa nella loro micidialità. Intorno al anche sulla Tribuna numero dei morti corsero delle esagerazioni: si parlò di 800^ di 300 morti. Accettiamo la cifra officiale, benché ancora discussa
—
—
:
circa 80 morti e 450 feriti.
Se
gli uccisi^ se
i
feriti
fossero stati insorti veri^
anche se armati di scarpe o di sciabole di legno, avrebbero meritato la loro sorte ma invece « alla « statistica dei feriti e dei morti hanno dato una ;
^
LE ISTITUZIONI IN PERICOLO straordinaria percentuale
«
« i disgraziati....
Sera
riere della riferì
il
Questa
»
(N. 127).
un
gindizio di
di rivoltosi,
curiosi
ma
curiosi,
gV imprudenti^
la confessione
del Cor-
La Lombardia
(N. 126)
professionista indignato che
nel sobborgo S. Gottardo
bande
i
81
si
fosse sparato
non contro
contro casigliani endimanchés
che non sapevano stare in casa in un
e
E
cannonate ? Non è vero, dice lo stesso professionista, che quelle a mitraglia siano state precedute da quelle a polvere o almeno l'intervallo di pochi minuti tra le une e le altre giorno di primavera.
le
;
toglieva qualunque ultime.
Che più? È
conosce che
la
sparasi
affacciavauBi, ribaldi, a
significato di avvertimento alle
stessa Perseveranza che ri-
contro
le
dalle quali
finestre
curiosi; e aggiunge che a Porta Ga-
Porta Ticinese, a Porta Genova, a Porta .
Vittoria, specialmente sul corso Loreto, tratto tratto le
truppe
riosi
dovevano
(Numero
!
del
far
fuoco per
disperdere
giorno 10 Maggio).
La
i
cu-
ferocia
dei combattenti di cui ci dettero notizia gli organi
Commissario era tale che.... assistevano i soldati caduti. Ce lo fece sapere la Perseveranza del giorno 8. In Italia^ in questo triste quarto d'ora, non è lecito commentare come si dovrebbe 1' insieme di queste note suir insurrezione di Misarà lecito almeno .di rilevare che dalle lano medesime risulta ncn essere state mai in pericolo nel maggio 1898, né la civiltà^ ne le istituzioni se del Regio
;
;
pericoli corsero, nella peggiore delle ipotesi,
e le altre lo i
devono
ai
rappresentanti
quali vollero ed eseguirono
necessaria
;
una
e in politica niente è
Tuna
dell' ordine,
carneficina
non
così disastroso e
deplorevole quanto ciò che è inutile.
'
NAPOLEONE COLAJANNI
82
In Parlamento e fuori, coloro che difesero l'uccicentocinquanta cittadini ed il feri-
sione di oltre
mento
"di
oltre
un paio
di migliaia, dissero,
per atte-
nuare la responsabilità degli omicidi, che lo Stato aveva agito per legittima difesa ora, pur essendo generosi, non si può accordare che l'eccesso di difesa^ che va sempre punita. La punizione verrà ma dal \
;
Tribunale della Storia.
vili.
L'
OPERA DELLA REAZIONE
Qualunque sia stata T importanza dei tumulti della primavera del 1898 e siano state anche semplicemente sportive
le
barricate costruite in Milano
e tentate pure in Faenza, a nessuno verrà in di
negare
al
governo
il
diritto e
—
il
dovere di
mente rista-
—
bene inteso è condizione vera di progresso e di libertà ad un tempo. S'intende perciò la repressione immediata, anche se riesca a bilire l'ordine,
che
ferire interessi legittimi e sentimenti alti e rispettaibili
Idei
ma
ne deve discutere la misura. E nessuno pari vorrà negare la convenienza, la necessità
;
se
anzi, di questa discussione
soluto
non
esiste e la
Se la repressione
;
poiché in politica
misura si
l'as-
è tutto.
arresta
appena cessata
la
3ua urgente indicazione, quella troverà poche cen-
NAPOLEONE COLAJANNI
84
sure e solleverà
poche e fiacche proteste.
repressione continua quando è cessato
che la impose allo Stato, in di legittima difesa,
pretesto le
nome
il
Se
la
pericolo
del preteso diritto
diviene reazione, che toglie a
sommosse
non
e
si
propone soltanto
il
ristabilimento dell'ordine.
Ancora: Della misura^ e perciò della legittimità si potrà opportunamente giudicare in seguito alla esatta valutazione dei fatti che la determinarono e delle cause di ogni specie che della repressione,
suscitarono
i
fatti stessi.
Questa conoscenza è indispensabile non solo per assegnare le rispettive responsabilità, ma anche per giudicare e prevedere quale sarà la efficacia dei provvedimenti presi se riusciranno a mantenere lungamente quell'ordine che sta, almeno in apparenza, in cima dei pensieri dei governanti e ad impedire a piìi o meno lunga scadenza, la ripre-
—
;
,
sentazione dei tumulti.
.
La semplice cronaca
ci
quale sia stata la loro entità
;
ha
fatto già conoscere
meglio e più completa-
mente l'apprezzeremo al lume delle risultanze dei processi. Le quali saranno tanto più significative inquantochè i processi furono istruiti col minimo di regolarità procedurale dei presunti rei e col
di
e
garanzia nella
massimo
difesa
di severità nei giu-
che conoblfero e giudicarono dei quindi potranno pecreati. Queste risultanze care per eccesso; ma non si potrà sospettare che dici eccezionali,
,
,
presentino attenuata la
presumere anche sta
il
gravità
dei
la esagerazione,
governo
e delle
Si
può
perchè in questa
tentativo, l'unica speranza di
della condotta del
fatti.
giustificazione classi
dirigenti
l'opera della reazione
85
che lo inspirarono e spronarono nell'azione repressiva
(1).
La Perseveranxa ed
(1)
misure repressive e la reazione
di poter giustificare le eccessive
che ha promesso di pubblicare
bestiale colle relazioni,
verno.
E
bene
documenti
terranno tutto,
franchezza
sappia che
si
ufficiali,
il
giornali reazionari sperano
altri
come
documenti,
tali
saranno compilati ad ttsum delphini
meno
go-
il
tutti :
i
con-
la verità e lolla confessato coli' abituale
generale Pelloux. Egli in Senato, rispondendo
una relazione sugli ultimi fatti, ma soggiunse che non si può tutto dire al pubblico per>'Jiè certe cose è bene che il pubblico non le sappia. Il soldato così prometteva lealmente... di non dire al
senatore Cannizzaro, dichiarò che pubblicherà
la verità...
Per
la Storia è
condotta venne incoraggiato
bene aggiungere che in questa dall' onor.
Saracco con
le
seguenti
dichiarazioni che gli fruttarono la Presidenza del Senato Il
«
ministero dell'Interno vedrà quello che
e quello che
non
si
può dire sui
si
:
può dire
moti di Milano e di
altri
paesi dove fu mestieri ricorrere alla repressione. «
ma
Se domani
oolleghi, i
preparerà cioè
moti
iisagio
il
presentasse
dello
Qiente vana,
ma
,
pare a
i
•are questa disgraziata ielle
sommosso
dica,
e nulla più.
,
se
si
me
dalla quale risultasse che
spiegano
in molta parte col
che farebbe
non sapesse
opera non sola-
di poter presentare
provvedimenti più acconci per migliosituazione che fu cagione
o pretesto
r.
Se abbia accettati esecuzione, vedrassi, si
si
una relazione
insana
3ontemporaneamente
ministri degli
ministro degli interni, d'accordo coi suoi
scorso maggio
economico
i
suo libro verde, giallo o nero,
il
dirà solo quanto conviene «
come fanno
Egli farà, probabilmente,
affari esteri,
i
consigli
e
come
li
abbia
dal rapporto del Generale
farà parola più innanzi.
messi in
Bava
di cui
NAPOLEONE COLAJANNI
86
Senza anticipare le risiili anze processuali e il giudizio che potrĂ desumersi dalla conoscenza delle per ora continueremo la cause delle sommosse cronaca della repressione, mettendone in evidenza alcuni dettagli che servono a gettare sprazzi di ,
viva luce sull'indole dell'azione del governo e delle classi dirigenti.
dove i tumulti assunsero gravi proporzioni e furono accompagnati da episodi selvaggi, come quelli di Minervino-Murge, la repressione fa breve e non usci dai limiti del dovere e del diritto di ogni governo di garantire a tutti l'ordine. Fu in parte merito del Generale Pelloux di non avere trasmodato; in gran parte si deve alla mancanza di stimolo da parte delle classi dirigenti che non sentono alcun pericolo politico e si acconNelle Puglie,
tentano dell'ordine materiale.
Mancavano
le
ragioni
di
uscissero dall'ordinario a Napoli e nella
vincia; dove la repressione pronta
non duratura
al
che
provvedimenti
sua pro-
ed energica e
di lĂ della durata degli
canti tumulti sarebbe stata piĂš che
insignifi-
sufficiente.
La
proclamazione dello stato d'assedio e la istituzione dei tribunali di guerra^ quindi, vennero giudicate intempestive, capricciose, suggerite da preconcetti politici e
da ricordi recenti
â&#x20AC;&#x201D;
scene dolorose dell'Agosto 1893.
dal Il
ricordo
lusso di
delle
cannoni
e di cavalleria nelle piazze e nelle strade di Napoli,
anche prima che venisse proclamato lo stato d'assedio, venne interpretato come un espediente, pericoloso sempre, per mascherare l'intrinseca e reale debolezza infine militare del governo. I provvedimenti furono tanto sproporzionati al pericolo temuto, che ,
,
l'opera della reazione
87
fu possibile sospettare che essi siano stati presi in
ad un giornale invisi all' onor. marchese Di Rudinì e che non si potevano colpire sotto TimiDero delle leggi ordinarie. Enunzio l'ipotesi, perchè più volte e da più parti ripetuta^ senza nascondere che per quanto poca stima si abbia e per quanto poco stimabili siano i governanti italiani, essa non sembra credibile. Comunque, mi odio ad
una persona
e
piace constatare che a
mancò
sul
governo
in favore di
come
Napoli,
nelle Puglie,
la pressione delle classi dirigenti
una repressione trasmodante ed a suo
onore ricordo
che
,
di Campolattaro,
il
sindaco di
Napoli, Marchese
presso
insistette
il
Ministero af-
finchè lo stato d'assedio, innocuo ed inavvertito per la cittadinanza,
dannoso a quanti vivono dei numerosi
forestieri e pericoloso
solo pei Tribunali militari
venisse tolto al più presto possibile. Altrettanto ingiustificato fu lo stato d'assedio in
Firenze e in tutta la Toscana; odioso perchè fatto nell'interesse di
una
classe
,
o
meglio di una
ri-
stretta casta.
Della assoluta mancanza di necessità dello stato
Toscana si ha la prova nella narrazione e nei commenti ai fatti che dette la Nazione^ l'organo massimo dei conservatori toscani e che combatteva il Ministero Di Eudinì, perchè fiacco di assedio nella
verso
i
partiti sovversivi'^ dei quali anzi
complice più o
meno
bile sta poi in questo
cosciente. :
La prova
lo
diceva
irrefraga-
l'autorità politica che
doveva
giudicare sulla convenienza del provvedimento, Prefetto di Firenze,
nulla ne
seppe
ed apprese
il
il
decreto che lo esautorava e gli sostituiva un Regio Commissario straordinario, dal proclama che lesse
NAPOLEONE COLAJANNI
88
uscendo da Palazzo Riccardi. Ed il prefetto era un il generale militare ed un accorto uomo politico che non ha precedenti, viene episodio, Questo Sani. completato dalla punizione inflitta al comm. Minervini, Prefetto di Pisa, perchè si era rifiutato di sciogliere alcune società innocue che mai erano uscite :
imposto dal
dall'orbita della legalità: scioglimento
Generale Heusch in un momento di morboso furore reazionario.
A
Firenze e in Toscana
d'assedio e
lo stato
i
conseguenti Tribunali militari, non giudicati necessari dalle autorità politiche
le
locali,
compe-
sole
misure opportune e sconsigliati dagli vennero chiesti ed onor. Nicolini e Brunicardi tenti sulle
,
ottenuti^ le
quali
dalle
consorterie politiche
Ministero Di Radinì, nella
il
di superare in energia
cupazione ebbe il torto imperdonabile scendente
di
locali,
folle
verso
preoc-
Francesco Crispi, mostrarsi
condi-
(1).
Lombardia; dove almeno il Prefetto ed il generale comandante la direzione chiesero il provvedimento eccezionale, ma non fu concesso se non in seguito a telegramma del sindaco della capitale morale ed alle pressioni
Lo
(1)
stesso
avvenne a Milano ed
Per completare
determinarono
la
Toscana, aggiungo
che
vivace protesta contro di Firenze
il
notizie sulla
le
proclamazione dello
giorno
giornale monarchico e
la
natura dei Stato
di
fatti
clie
assedio in
Oioveniu monarchica portò una
contegno provocante della questura
il
Fieramosca. Questo — — temperato scrisse che sarebbe bastata 7
maggio
al
2ma buona annaffiata per spazzar si
in
abbandonò ai tumulti,
vìa la ragazzaglia, che
l'opera della reazione
89
governo da una frazione del partito conservatore lombardo. I fatti di via Napo Torri ani del giorno sei, cagionati più che altro dalla imprudenza e dalla cocciutaggine della questura, non avrebbero mai potuto giustificare la proclamazione dello stato d'assedio in una città come Milano e T insieme degli avvenimenti autorizza a sospettare poscia che esercitate sul
;
la continuazione dei tumulti, sino alla breccia tragico-
comica aperta nel convento dei Cappuccini, furono non voluti e provocati, come qualcuno si arrischia a dire, certo comodi e ben venuti per dare parvenza di opportunità a misure eccessive e deplorevoli. I mezzi adoperati dai conservatori toscani e da quelli; Lombardi per trascinare -il governo, bendisposto a lasciarsi trascinare furono identici: la calunnia e V esagerazione. Ma quest' ultima può trovare scusa nella paura grande e nei minacciati interessi non la prima. Nel calunniare gli avversari alcuni e qualche giornale e neir esagerare i fatti non conobbero limiti di decenza si vide la Perseveranza farsi la denunziatrice sfacciata dei giornali se
,
;
,
:
democratici, fraintendendo, sino a disonorarlo, l'ufficio della
(1)
stampa
La Perseveranxa
denunzia formalmente iniqua al
(1).
il
non
del giorno 9 Maggio, ad esempio,
La Brianza
lavoratrice
;
dice
Procuratore del Ke,
si
sive ohe fossero stati esauditi
i
suoi
desideri.
Dei
privati la stessa Peiseveranxa scrisse in guisa che
Lombarda ehbe prese gusto
Nuova
di
cosa
Dopo arere dato precise indicazioni compiacque in un numero succes-
sequestrarla.
al
a parlare di delazioni.
mestiere
Lugano,
il
e
Il
singoli la
Lega
giornale milanese
denunziò pel sequestro L'Italia
Dovere
e la Rivista -popolare di
Koma.
NAPOLEONE COLAJANNI
90
—
l'uno Per singolare coincidenza, in due scritti Sani Generale attribuito al pubblicato a Firenze ed
Ud
trafiletto della
guaggio
cronaca del Corriere della Sera sul lin-
Popolo del giorno 6 Maggio, parve soppressione avvenuta immediatamente
dell' ito/m del
una denunzia per
la
dopo. Parecchi giornali accolsero e commentarono quel trafiletto
Quando
cerne vera denuncia.
dotto nella Rivista popolare,
commento venne
il
ripro-
Corriere della Sera protestò
il
energicamente. In quella protesta sta
più severa condanna
la
dell'atto in se e della Perseveranza che l'ha ripetuto. Sento il
dovere altresì di scindere
conservatori lombardi.
le
Una
responsabilità nel parlare dei
parte di essi inflisse
La
più severo alla condotta dei reazionari. Torelli-YioUier a Luigi
Eoux {Stampa
un documento reazionari di Milano. La rimane
servatrice della
anche durante di
Milano.
tutta
contro
ubbriachi
gli
parte giovane e sinceramente con-
Lombardia
fece sentire più volte la sua voce
lo stato di assedio,
Ma
lettera aperta di
Torino 1898, N. 163)
di
schiacciante
biasimo
il
l'amarezza
per mezzo deìVIdea liberale dell'animo
per
strazio
lo
dello Statuto, della legge e della libertà, detta rivista la
nifestò
appena potè
del generale
Bava
sentirsi liberata dalla
Beccaris, con
me
tore G. Borelli indirizzata a
Anche
tale lettera
compiuta dai
piombo
di
del 15 Settembre 1897). stato di
La voce
reazionari.
del
hanno eccezionale importanza
del Borelli
e
(N.
cappa
lettera aperta del diret-
suona condanna severissima dello
assedio e dell'opera Torelli-Yiolier
una
ma-
perchè è quella di duo monarchici e per soprassello moderati,
che conoscono 11
Borelli e
espressione profugo, che
1'
gli
uomini
Idea liberale
dei
si
avvenimenti del loro paese. possono
considerare
Popolare
sentimenti del Circolo
citerò
più
quasi reptibblicano per
innanzi, scrive che la
ancora per la repubblica strada.
e gli
e
monarchia
e
è
come di
cui
la il
un gruppo
troppo monarchico
che perciò non potè fare molta
l'opera della reazione per
lo
meno da
da nn profugo
—
lui inspirato
;
91
Ginevra
e l'altro a
dei gruppi, delle
caste,
maggiormente
non
se
governo italiano ad oltrepassare la repressione per abbandonarsi nelle braccia di una reazione rabbiosa, si danno delle classi che spinsero
note psicologiche caratteristiche^ che
meravigliosamente. Della
si
il
rassomigliano
consorteria
di
Firenze
che invocò ed ottenne lo stato di assedio, si dice che manca d'ideale, che accetta la dinastia sabauda :
come accetterebbe qualunque altra e che narchia vede un mezzo per mantenere a ;
il
primato in tutte
faccende pubbliche,
le
nella se
mo-
stessa
a scopo
profugo di Ginevra scrive che i conservatori lombardi, in fondo, sono rimasti quello che erano gli aristocratici ai tempi di di lucro più che altro (1).
Il
— nella Costituzionale
Parini e che pochi
non arrivarono che a novanta
—
ma
di
Milano
in circostanze solenni
guida del Senatore Negri ma la vera reazione per mantenersi al potere. In Toscana, come in Lombardia, questi gruppi di uomini, queste con-
vollero
arditi
non
sorterie,
,
sotto la
la repressione dei tumulti^
agirono energicamente perchè
si
sentivano
vicini a perdere ogni influenza ed ogni supremazia la
democrazia batteva
alle porte e stava
:
per entrare
nelle loro cittadelle (2). Si
comprende perciò che questi
motori della repressione energica
(1)
Per
(2)
la verità.
Comm. *** La sotiitnossa
renze del
Appunti
— di
interessati pro-
al di là delle esi-
sullo stato di
assedio
a Fi-
Firenze, Settembre 1898. pag. 6 e 7.
Milano - Note
ainovra 1898, pag. 13 a 29.
di
un profugo
—
NAPOLEONE COLAJANNI
92
genze di una savia politica, abbiamo visto con favore i tumulti ecl abbiano inventato essi stessi il comjjlotto, di cui si dirà in appresso.
Per
come
loro,
ing-enuamente confessò un giornale di Genova, la reazione non era temuta, ma sospirata (1).
Non spenderò
parole per stigmatizzare gl'intenti
mezzi adoperati da queste consorterie per conseguirli e i pericoli che creano pei popoli e pei goe
i
verni dei
;
meglio
fatti.
La
parole servirà
delle
loro opera,
esposizione
la
sommariamente,
la
farò
giudicare da Carlo Luigi Farini, che scrivendo delle sette dei suoi
tempi
—
narie
—
sulle
contemporanee.
sette il
specialmente
parve anticipare «
governative o né
I
la fotografia e
i
il
giudizio
governi che istituiscono
accettano gli aiuti
celebre moderato romagnolo,
di quegli individui,
delle reazio-
scrisse
,
vengono a termine
quali essendo istitutori o di-
rettori delle sette di opposizione, invece di guidarle
buono o ne sono guidati e costretti ad operare mal grado a posta di quelle. Nessuna idea è più autopetica air idea di governo, quanto l' idea di sette. Governare vale ed importa moderare T umana associazione a vantaggio dei più, secondo gli eterni ,
principii
,
della giustizia e della
ragione
:
far setta
vale ed importa imporre ai più le opinioni, le vo-
meno, cioè sragionare, scapesgovernare sempre; le sette gover-
lontà, le passioni dei
strare sovente
,
hanno poi questo peggiore sconcio che trascinando il governo ad operare ingiustizia
native
,
,
(1)
Note di un profugo, pag.
fessore Ettore CiGCotti,
29.
Il
profugo
è
il
Pro-
l'opera della reazione
93
e la morale dell' autorità rendono così esosa, die gli uomini non la considerano altrimenti come una necessaria tutrice e moderatrice ma come una nemica da invigilare con istudio e guerreggiare con perseveranza » (1).
attentano
al principio
,
,
È
dove più intensa fu r opera delle seMe per trascinare il governo alla logico e naturale che
reazione, ivi più clamorose siano state le manifestazioni e gli atti di grazia perchè
scongiurati
pre-
— cioè
patria e dalla civiltà
tesi pericoli corsi dalla
i
dai loro interessi.
A
Milano, perciò, non appena cessato
periodo della reazione
sanguinosa
—
si
assiste
spettacolo
quello
primo
repressione
della
ad un nauseante scambio
e di congratulazioni che ricorda
di ringraziamenti lo
—
il
vergognoso dei tempi peggiori del
servilismo e della tirannide.
La deputazione provin-
comunale
di Milano, alcune asso-
ciale,
il
consiglio
ciazioni politiche
mandarono
al
generale Bava Bec-
caris indirizzi traboccanti di riconoscenza, nei quali
r esagerazione
menzogna
forme di rettorica sbilenca arrivano alle lodi smaccate per la eiiergia^ per la intelligenza^ per gli elevati intendiinenti civili e patriottici spiegati nel salvare Milano e la
colle
dal saccheggio e àe^ìV anarchia^ e nel conservare all'Italia le gloriose istituzioni vigenti (2).
(1)
-
stato
romano dall'anno 1815
Le Monnier, 1853 (2)
di
Lo
-
Voi.
I,
al
1850
-
Firenze
pag. 11.
L'ordine del giorno votato dal
Consiglio
Comunale
Milano sn proposta del Senatore Negri venne votato per
alzata e sedata. Tutti si alzarono ad eccezione dei consiglieri
MajnO; Angiolini e Caratelli.
NAPOLEONE OOLAJANNI
94
Della sincerità e del valore delle manifestazioni di
una parte
delle classi dirigenti
lombarde molti
dnbiiano ricordando che rettoricnme analogo venne adoperato sotto l'Austria e in favore dei generali che salvarono le istituzioni di allora contro coloro che, complessivamente, sono
governanti di oggi. La storia somministra parecchi esempi degradanti di questo invertimento di parti e di questi trapassi i
repentini dalla condanna all'apoteosi, e viceversa.
Checché ne
sia della sincerità della riconoscenza
nifestata è, però, assai
probabile
vicende della
ma-
che un militare, Tabbia accettata
ignorante
le
come oro
di coppella e si sia lasciato suggestionare
storia,
sino a dirigere all'esercito quest'ordine del giorno,
che costitusce l'esaltamento più caloroso dell'opera propria «
:
Ufficiali^ sott'ufficiali e soldati^
funzionari ed
agenti di Pubblica Sicurezza.
In questi tristissimi giorni^ non badando ne a fatiche né a disagi, voi avete reso un grande «
servizio al Re, alla Patria, alla Civiltà.
Per opera vostra la pace è restituita a questa grande Metropoli, la quale 50 anni or sono, per virtù, per valore e per concordia di tutti i suoi «
seppe risorgere a libera vita. I malvagi di ogni partito, concordi nel
cittadini, «
folle
intento di sovvertire le Istituzioni e disfare l'Italia,
r avrebbero ripiombata
una servitù peggiore
in
della prima. «
Voi l'avete impedito
:
nel
nome
del
Re
e della
Patria vi ringrazio. «
Milano, 11 Maggio 1898.
Commissario Straordinario Tenente generale F. Bava Beccaris ^> « Il regio
l'opera della reazione
95
L'esag'erazione interessata, la vera ubbriacatura
come
perchè si abbia perduto l'esatta percezione degli avvenimenti a Roma e fa anche supporre la buona fede nei Ministri, che distribuirono medaglie ed onorificenze in nulocale,
spiega
infine,
mero sbalorditivo gramma, di cui a
e suggerirono al
Re questo
Ho
tele-
loro resta tutta la responsabilità
Roma, addì 6 giugno 1898
« «
e
-
:
ore 21^20.
preso in esame la proposta delle ricom-
«
pense presentatemi dal ministro della guerra a favore delle truppe da lei dipendenti e col darvi la mia approvazione fui lieto e orgoglioso di ono-
«
rare la virtù di disciplina, abnegazione e valore
«
di cui esse offersero mirabile esempio.
«
personalmente volli conferire di miotu proprio la Croce di Grand' ufficiale dell'ordine militare di Savoia^ per rimeritare il grande servizio che Ella rese alle istituzioni ed alla civiltà e perchè Le
« «
« « «
« attesti «
col
mio
affetto la
À
Lei poi
riconoscenza mia e della
Patria.
«
Umberto
»,
di Dinanzi a questo lusso di ringraziamenti lodi e di ricompense, saremmo curiosi di conoscere quali severe parole dovrebbe adoperare l'ono,
revole Deputato Franchetti, che altra volta
si
scan-
—
consenziente l'on. Pelloux allora ministro della Guerra delle numerose ricompense accordalizzò
—
date per la cosidetta' battaglia quali
premi
non
esitò a scorgere
[dell'esercito,
neir apprezzare
l'
mento da quegli
di
ideale
«
di
e
nelle
sintomi, nei gradi su-
stanchezza, militare,
interessi
Coatit,
alti,
il
di rilassatezza di
cui
disinteressa-
complesso.
NAPOLEONE COLAJANNI
96
appunto la forza militare della nazióne »(1). molti che amano la monarchia e l'esercito, con
costituisce
E
uno sconforto
—
rifìcienza militare
Bava
Beccaris,
di
titolo
il
dell'ordine 'ìnilitare di Savoia
nerale
suprema onoGrande itffiziale
indicibile, di fronte alla
si
—
accordato
Ge-
al
domandano quale
altra
si
dovrebbe e potrebbe concedere al fortunato soldato che salvasse l'Italia da un invasore straniero (2) !
Discorso pronunciato alla
(1)
Disegno del 5
di legge
per
proposito di onorificenze
polemica sollevata da Massuero
—
Deputati
dai
—
—
inflitta al
—
ama
il
proprio paese.
Ij'
diresse
il
messa
rifiuto era elevata:
proprio reggi-
da soldato che
Esercito smenti fiaccamente;
guitando la polemica potè anche sapersi che chi
punizione sia stato
la
colonnello Grotti per avere ri-
fiutato qualsiasi onorificenza agli ufficiali del
mento. La motivazione del
ricordi la
si
convintissimo monarchico
colla notizia pubblicata sulla punizione grave
in disponibilità
sul
ordinamento dell'esercito nella tornata
l'
A
maggio 1897.
Camera
ma
propose la
che
Generale Pallavicini, forse quello
il
se-
fuoco ad Aspromonte contro Garibaldi. Se è
lui, si
vede che invecchiando non ha mutato natura. (2)
Molti monarchici
protestarono
contro
manifestazioni di riconoscenza all'esercito Nitti nella
Riforma
pazzesche il
Sociale. L'aberrazione dei civili fa
prendere perchè, ubbriacatisi i
;
le
nobilmente
di lodi,
militari. LTn capitano Ranzi,
nei
prof.
com-
abbiano perduto la testa
servizi
resi
dall'esercito
nel 1898 trovò la giustificazione del militarismo e l'occasione
per attaccare aspramente Guglielmo Ferrerò per lanti conferenze contro la guerra e contro
riunite in si
volume
attribuivano
articolo nella
i
e pubblicate da Treves
—
sue bril-
militarismo
—
alle quali, quasi,
tumulti. Ferrerò rispose con
un magistrale
Vita Internazionale di Milano (Novembre 1898)
mettendo in evidenza stri ufficiali.
il
le
la
poca consistenza delle virtù dei no-
l'opera della reazione
97
Se la vittoiia ottenuta dall'esercito in Milano, dal punto di vista militare, per denominarla bene-
deve dirla lillipuziana, dall'altro canto non si può dire che brillarono le doti politicbe e civili del Regio Commissario Straordinario in guisa da compensare l'assoluta mancanza dei meriti guerreschi mancanza aggravata da questo ingenuo appello i cittadini di Milano volmente,
si
â&#x20AC;&#x201D;
:
t
Cittadini!
Da nuo
tre giorni la
truppa del
i)residio, in conti-
servizio di pubblica sicurezza,
trova talvolta
si
nella impossibilitĂ di provvedere alla confezione del
rancio giornaliero.
Questo
disagio
aggiunto
agli
di
altri
questi
giorni riesce assai penoso.
Faccio quindi appello
al
cuore
della
cittadi-
nanza, fiducioso che essa vorrĂ concorrere volonte-
rosamente ad eliminare questo inconveniente. A tale scopo ho autorizzato i signori comandanti dei singoli riparti di truppa a rivolgersi ai privati;, ai
proprietari delle locande, dei ristoranti,
degli alberghi per ottenere da essi la
temporanea delle cucine e
di
concessione
quanto occorra per
la
cottura del vitto.
Dai signori comandanti militari saranno rilasciati, a richiesta, buoni per ottenere, a suo tempo, il rimborso del prezzo delle somministrazioni fatte. Milano^ 10 maggio 1898. Il
tenente generale
E. Commissario Straordinario F,
Bava Beccaris.
-
NAPOLEONE COLAJÀNNI
98
Questo appello, fatto quando era cessato ogni simulacro di lotta, dove non c'erano nemici da respingere^ dove i quartieri^ i depositi, le vie di comunicazione erano in. potere delle truppe, fa com-
prendere che in una vera guerra guerreggiata, soldati italiani, in
mancanza
di
i
che pos-
cittadini
a fornirli di rancio^ devono provvedere air esistenza col sacmorire di fame o cheggio barbarico e medioevale. Questo appello, non abbastanza notato da coloro che si occupano della difesa dello Stato, dà la misano essere incitati
sura della organizzazione del stenze e
commenta
e
servizio
delle
sussi-
completa eloquentemente
la
guerra d'i^frica coi pasti poco omerici forniti dalle cosce di muli morti per esaurimento. La fantasia ariostesca trascinò il Generale Bava BeccariS;,
che confidava nei cittadini pel fornimento
dei viveri alle truppe, a deplorare che gli stessi cittadini abbiano concesso
ai
rivoltosi
di
salire
sui
per gettare tegole sulla via e di sparare dalle
tetti
finestre sui soldati... {Manifesto del 10 maggio).
L'opera politica e civile del Regio Commissario Straordinario, dati al clero,
può desumersi dai consigli che non aveva preso la menoma parte infine^
nei tumulti; dai rimproveri altezzosi rivolti al car-
dinale-arcivescovo
meno
di
Milano perchè era
venuto
ai suoi doveri; e dalle ipocrite e stravaganti
De Cristoforis Edoardo Sonzogno, che domandavano
risposte date agli onorevoli Mussi e
ed il
al
signor
permesso
—
alla fine del
potere ripubblicare
Sonzogno
il
mese
Secolo.
Il
di
—
di
dato
al
maggio
consiglio
di adibire gli operai, per dar loro lavoro,
specialmente nelle pubblicazioni che hanno di mira
l'opera della reazione l'istruzione e Veducazione
99
venendo
gioventù^
della
da un nomo di caserma, riesce nn capolavoro di ironia grottesca. (Lettera al sig. E. Sonzogno del 27 Maggio 1898).
Ma
opere militari, politiche e
tutte queste
vili
non possono
e
più alto grado nell'ordine militare di
il
giustificare
la
dignità
ci-
senatoria
Savoia,
accordati al Generale
Bava
creduto di ripagare
ministero di tanta generosità
verso di
il
Beccg^ris
dimostrata, col
lui
quale avrà
il
;
famoso rapporto del
29 Maggio.
In questo rapporto si fece strazio della verità con una impudenza non mai riscontrata per lo passato nei documenti ufficiali e non prevedibile neppure^ forse, dallo stesso senatore Saracco quando consigliò
Presidente del Consiglio a far conoscere
il
agli italiani
una verità a scartamento
perle colate a getto continuo
le tante
Fra penna
ridotto.
dalla
espugnatore dei Cappuccini, segnalo queste L'illustre generale vi afferma che in Borsa^ durante
dello
le
:
giornate di Maggio, vi era allarme e che molti
intendevano sbarazzarsi dei titoli di rendita italiana che r Università di Pavia era un covo di rivoluzio;
nari e
suoi
i
prendere
alla
Loria era divenuto zione
;
che
erano venuti a Milano per
studenti
parte
tutte
erano state deboli partiti sovversivi
il
tesoro di
;
legato
il
autorità
incostanti nella
,
che
guerra della rivolu-
precedenti
le
;
rivoluzione
politiche
difesa contro
i
che c'era apatia nel partito del-
l'ordine ed indifferenza nelle classi dirigenti ecc., ecc.
C'è
un metro preciso per apprezzare
di questo rapporto classi dirigenti^
:
i
giornali dell' ordine
quando
il
Secolo
valore
il
e
delle
ne cominciò
la
100
NAPOLEONE GOLAJANNI
pubblicazione
a brani staccati^
lo
supporre
fecero
alterato o maliziosamente dimezzato.
Il
pubblicato nella sua interezza provò che
documento giornale
il
democratico non era colpevole dei reati attribuitigli eh' è stato ufficialera il suo autore il vero reo :
,
mente
invitato dal Rettore dell'Università di Pavia,
a rimangiarsi
Prof. Belilo,
le
menzogne
spacciate
— dopo oltre venti giorni dalla data dell' invenzione — sul conto degli studenti e che potrebbe essere !
querelato per false notizie dagli agenti e frequentatori della
Non contro stanti
le
;
Borsa di Milano si sa di provvedimenti presi dal governo autorità denunziate come fiacche ed inco-
ma
!
Bava Beccaris
generale
al
si
può
te-
nere conto della verità detta, sulle classi dirigenti e della grande prudenza e della grande modestia
—
dimostrata tacendo
eloquentissimo silenzio
!
—
sulla breccia gloriosa dei Cappuccini....
poca gratitudine deve il governo se nessuna al Regio Commissario Bava Beccaris gliene devono l'Italia, le istituzioni e la civiltà molta moltissima gliene devono i moderati lom-
Comunque,
se
;
,
—
;
meglio di Milano. 11 Regio Commissario Straordinario consolidò potere con una serie di misure, che avrà loro il potuto illuderli sulla durata delle conseguenze, ma bardi,
che pel momento, non frenò i
loro avversari. Sciolti
listi,
radicali e clericali
i
ma
eliminò, soppresse,
circoli repubblicani e socia-
— quantunque
gli ultimi
li
abbiano avuti alleati pel passato in quasi tutte le sciolta l' Umanitaria^ fondata lotte amministrative ;
da Mosè Loria, soppressi tutti riviste che potevano dare fastidio
coi milioni lasciati
giornali e le
i
—
DELLA REAZIONE
L^ OPERA
101
rimase padrona incontrastata del Municipio,
la setta
della Provincia, della Congregazione tutte le istituzioni, dalle quali si
di
carità,
di
può esercitare una
qualsiasi influenza economica, politica e morale.
Di
provvedimenti,
tutti questi
taria e la soppressione
ferì
si
un colpo
arrecò
soppressione
la
poiché collo
giornali,
dei
scioglimento della prima dice Civile e con
più mostruosi
i
lo scioglimento dell' Umani-
certamente rimarranno
Co-
al
giornali
dei
si
a morte Topinione pubblica.
Con
dannoso a coloro clie dovevano usufruirne poiché, mentre si spera che l'indole dell' Umanitaria si sia permanentemente mutata, in guisa da farne strumento mentre ci docilissimo nelle mani della Setta (1) vorrà del tempo per la ricostituzione dei Circoli disciolti invece, appena cessato lo stato d'assedio, risorse più gagliardo di prima il Secolo, che rapciò Teccesso dell'arbitrio si
rese
;
;
;
presenta l'aculeo più doloroso confìtto dei conservatori lombardi
carni
nelle
(2).
Nella seduta del Coasiglio Comunale di Milano
(1)
del
22 agosto 1898, venuta in discussione la trasformazione dello Statuto dell' Umanitaria, frasi scottanti contro
trassero profìtto dello
il
consigliere
il
colpo
stato
di
L'amministrazione, anche sotto
nuova
di
mano
De Herra adoperò dei
assedio per lo stato
moderati,
di assedio,
cinta daziaria. Ci fu chi volle assicurare
della impopolarità alla setta,
proponendo
il
che
impadronirsene.
il
impose
la
maximum
collocamento sulla
piazza all'uopo destinata della stàtua di Napoleone HI, scosta da tanti anni nell'atrio del palazzo del
Senato
na-
dove
la confinò la volontà dei cittadini. (2)
Basta leggere l'ultimo numero del Secolo (7-8 mag-
gio) pubblicatosi sotto
il
regime della sciabola per
convin-
ìfAPOLEONE COLAJANNÌ
10^
Grinteressi e
più di-
setta^
Lombardia e in Toscana^ detspinta energica al governo verso lo stato di
rettamente tero la
ambizioni di una
le
feriti in
assedio e verso la trasformazione delle repressione,
anche severa duratura;
ma
ma
temporanea,
in
reazione
furiosa
la iniziativa dei conservatori
Mi-
di
lano e di Firenze trovò un terreno ben
preparato
per atteccliire in tutta
borghesia
Italia.
Infatti
la
alta e gli avanzi dell'aristocrazia dappertutto senti-
vano che avanzavasi la marea democratica, che doveva sommergerli presto o tardi^ quantunque del pericolo non avessero coscienza piena, perchè non lo avevano provato imminente come in Toscana e in Lombardia e in qualche altra regione dell'Italia settentrionale ed
un poco
della centrale.
La reazione
appena cominciata^ perdette l'impronta locale divenne nazionale, senza trovare serie resistenze
perciò, e
corsi della brutalità della
sario in odio
non
Commis-
misura presa dal Eegio
dei repubblicani e
dei
ma
socialisti,
dei
semplici democratici. In quel numero, in prima pagina, parla, è vero, tuto,
con parole severe del cinquantenario dello Sta-
che doveva
celebrarsi
l'indomani
non
neppure
fu.rono
sequestrati.
In
i
cittadini alla
dica che la paura
od
suggerito tale linguaggio
il :
senso
pagina
un
c'ora
calma che avrebbe po-
tuto scrivere e sottoscrivere qualunque si
le
altri gior-
terza
poi, a proposito dei tumulti del giorno precedente,
appello che incitava
ma
Torino;
in
sue parole erano più moderate di quelle di molti nali che
si
uomo
Né
d'ordine..
doli opportunità
abbiano
in parecchie altre occasioni
—
e
particolarmente nel 1886 all'epoca dei tumulti provocati dai
moderati pel dazio municipale sul usò termini diversi.
pane
—
il
Secolo
non
l'opera della reazione molto meno
nella opinione pubblica e
mento
lOS
Parla-
nel
(1).
Degli nomini e degli organi della reazione bi-
sogna esaminare le dichiarazioni, le leggi, gli atti, tenendo di mira che le dichiarazioni hanno preso il posto delle leggi ed hanno g^enerato gli atti. Sotto questo aspetto e contro la
comune
opinione,
il
ministro Pelloux ha segnato un peggioramento su quello Di Rudinì in quanto che Tultimo voleva lel'altro la mette in pratica galizzare la reazione senza sentire il bisogno di nuove leggi, anzi calpe stando e consigliando apertamente a tutti i subor;
;
dinati di calpestare le leggi vigenti.
Una
reazione non tradotta in leggi potrebbe e
dovrebbe considerarsi come un male minore, perchè lascerebbe sperare la brevità della durata, la limitazione al periodo eccezionale che la suscitò.
Ma
dove
(1)
il
sentimento della legalità è scarsissimo.
Sino a pocKi giorni dopo
pena ad ascoltare
i
alcuni
nei corridoi di Montecitorio
mente
liberali.
e daila civiltà
La non
di Milano^ faceva
tiimiilti
i
discorsi reazionari fìerissimi clie
deputati
Uno
colare meriterebbe l'attitudine dei vari giornali
generale disenzienti dai dal
quale
risulterebbe
stampa nel creare
deputati la
poca
le correnti
bardia, nell'Emilia; nel Veneto,
ricolo democratico.
e nel
studio partiliberali,
rispettive
esercitata
influenza
in
regioni, dalla
della opinione pubblica. I gior-
nali più ferocemente reazionari
cke mancano in Sicilia
delle
vera-
istita%ÌQni
verità sui pericoli corsi dalle
era ancora conosciuta.
tenevano
ritenuti
si
sono
ecc.;
affermati
mentre
mezzogiorno
:
ivi
si
in
Lom-
può
manca
dire il
pe-
NAPOLEONE COLAJANNI
104
per non dire insussistente, come in Italia, l'ostentata, continuata ed impunita violazione di ogni legge^ riesce esiziale nei rapporti pubblici
ag-
e privati,
grava sino a renderli insanabili i mali esistenti e rappresenta l'inizio di una vera dissoluzione dell'organismo politico-sociale. La presente reazione non data dalla primavera del
1898,
ma
rimonta
al
—
una
gennaio 1894 con
doveroso rendere giustizia dall'aprile 1896 all'aprile 1898. Agli ai caduti cui estremi di vita sua il ministero Di Budini devesi imputare come colpa grave l'abbandono del sosta notevolissima
è
—
—
primitivo
mone
programma
della
paura
militare,
—
invaso dal
dimenticare e
il
man-
e dall'ardente desiderio di
tenersi la fiducia delle alte sfere, parve
bene
de-
voler
far
fatto in senso legale e liberale
dette a sfrenata reazione.
si
La sua caduta ziché
un incidente personale, anparlamentare, che non esercita alcuna inè
fluenza sull'andamento della cosa pubblica
la rea-
:
zione continua pazza, fariosa e rincrudisce quando
avviene l'assassinio dell'Imperatrice d'Austria. La differenza sta in questo Di Radinì, dopo aver milita:
rizzato
i
ferrovieri, voleva ristabilire le leggi sul
cilio coatto,
modificare
il
domi-
diritto elettorale, infrenare
la libertà di stampa^ di riunione e di associazione,
disciplinare lo stato d'assedio, ecc., mediante
leggi
modificazioni
delle
onorevole Pelloux parve
antiche.
piìi liberale,
Il
nuove
successore
oltre
che per
buona compagnia di ministri che dai loro precedenti dovevano giudicarsi più o meno democratici, anche perchè buttò in mare gran parte di quel bagaglio e non era, perchè continuò risolutamente la
;
l'opera della reazione
105
per la via battuta dal predecessore. Ebbe
merito
—
elemento mancante ai nostri poperchè e non trascurabile nella vita pubblica
della sincerità litici
il
—
con franchezza davvero soldatesca dichiarò di voler fare senza preoccuparsi di legiferare. Quando egli
non
/a, lascia fare tranquillamente ai
che non solo eseguiscono
ma
subordinati,
con disciplina militare,
interpretano le intenzioni dei superiori con me-
ravigliosa intuizione, ehe
Pickmann
pensiero alla
sembrerebbe lettura del
non
se
fetto delle circolari segrete e
riche. Egli è così che
fanno dire liberale
al
e
conservatore
si
ch^^è l'ef-
reversioni
sto-
formulano compiono atti che
dianzi
si
citato
ù^QlVIdea
Siamo oggi più che mai in una paurosa
«
:
sapesse
Pelloux
sotto
canoni nuovi di governo
si
delle
«
condizione di arresto di sviluppo intellettuale e
«
morale, per cui tutto vacilla e scricchiola, mentre
«
ci sta sul
«
in cui tripudieranno le impulsività ataviche della
«
bestia
«
sessantaquattresimo che questi anni di pseudo
«
hertà
capo la minaccia di una
umana
e le libidini feroci di
hanno fecondato a
orrenda
crisi
Valentino in li-
legione ».
Di questi canoni e di questi atti dell'on. Pelloux ne nunzio, per ora, sette, che si protrebbero
chiamare
i
sette peccati mortali di questo ministero
procedendo dal minimo al massimo in importanza e che comprendono tutte le principali norme direttive della funzione parlamensoldatesco,
ordine
d'
tare e governativa.
L'on. Pelloux, spronato a dichiararsi di Sinistra,
a chi lusingavasi di vedere risorto l'antico partito liberale sotto la
protezione di
risponde che non ne sente
il
parecchie
sciabole,
bisogno e che
i
soste-
NAPOLEONE COLAJANNl
106
nitori
prende dove
li
li
trova. Spronato
non vuole trovare nemmeno una
da
frase
Barzilai,
equivoca
contro la soluzione incostituzionale delle crisi parlamentari. Telegrafa al Prefetto di Torino per lodarlo di avere scioltoli comizio elettorale ^?'o
Permette che
De Amicis. una
Sottoprefetto Santini presieda
il
riunione elettorale contro Rondani. Raccomanda di sequestrare qualunque giornale
qualunque
,
rivista
che appaia sovversiva, senza preoccuparsi dei proDichiara fuori della legge
cessi e degli esiti loro. tutti
partiti
i
che non accettano
mente l'ordinamento clama, infine, tutti
cetto cinico che fa
il
col suo
voler dare
politico-sociale
che vuol pacificare
non esclusa
mezzi,
i
incondizionatavigente. Progli
animi con
la giustizia
pajo coir altro
^m
:
con-
recente di
comodo V amnistia per poter
sfollare le prigioni Ciascuna di queste massime e ciascuno di questi è una orrenda bestemmia, o è un arbitrio da atti I
la frase
che con-
un monarchico
liberale^
Valentino, in sessantaquattresimo
:
tiene
il
severo giudizio è di
come
s'
è visto. In altri tempi e in altri paesi
elementi
solo di tali
vituperato
uno
sarebbe bastato a far cadere
un Ministero
;
certo è che essi
non
di-
regime parlamentare, ma sovvertono ogni ordinamento civile. E del pari indistruggono soltanto
scutibite che
quando
il
il
cinismo assurge a proporzioni eroiche
proclama che nella pacificazione degli non ci deve entrare che come un mezzo eccezionale. Che razza di pace^ con questi mezzi non informati a giustizia si possa conseguire, un avvenire non remoto ci dirà. Per ora basta ricoranimi
si
la giustizia
dare che
gli
strumenti della volontà ministeriale
L^OPERA DELLA REAZIONE
107
sono prefetti e magistrati provati a malfare e che non avevano bisogno degli incoraggiamenti per continuare peggiorando.
La enunciazione
di questi canoni e la conoscenza
governo che devono metterli in pratica, dispenserebbero da qualunque enumerazione dei fasti della reazione. Pure, ad eliminare qualunque sospetto di esagerazione ed il dubbio che i degli
uomini
siano
fatti
di
migliori delle
stati
giova ricordare
ciniche,
parole spavalde e
qualche data dell'ultima 1898 e
della reazione cominciata in Aprile
fase
che non si sa quando possa aver termine reazione criminosa che non infuria soltanto dove additossi un pericolo, sia pure immaginario, ma in tutta Italia, anche nelle regioni che non ne somministra:
rono
minimo
il
pretesto.
Ecco Telenco doloroso dei
fasti della reazione,
senza ordine cronologico e senza disposizione ascendiscendente per la loro importanza. dente 1.
assedio e Tribunali militari.
Stato dì
accenno senza insistervi ulteriormente perchè
Vi lo
non necessario, perciò giudizi non sospetti quello riportati. Ai giudizi ne aggiungo uno solo deir on. Pelloux In un m^omento di espansione intima ci vanno soggetti anche i militari e gli uomini politici confessò la non necessità del provvedimento all'onor. De Cristoforis. Vennero le smentite dei giornali ufficiosi; non quella diretta ma se venisse, tra uno del Ministro. Potrà venire stato di assedio fu dimostrato
iniquo, dai fatti esposti e dai
:
!
—
!
—
;
che afferma e
l'altro
che nega,
gli Italiani sceglie-
rebbero a seconda delle tendenze e della conoscenza che ciascuno ha degli individui in contrasto. In
NAPOLEONE COLAJANNt
108
provvedimenti raramente vanno e lo giudicati in sé, ma dai risultati che danno Stato di assedio, oltre che per le conseguenze economiche e politiche, va misurato dal figlio suo primogenito il Tribunale militare. La sua opera verrà politica, del resto,
i
;
:
esaminata a parte. Arresto di deputati. L'art. 45 dello Statuto
2.
non
è
un
privilegio,
della
collettivo,
ma una
libertà
garanzia, nell'interesse della
e
indipendenza del
rappresentante del popolo. Secondo
può essere arrestato
un
il
lo stesso Statuto,
deputato in
flagranza di
In forza della sospensione delle leggi ordinarie,, deputati vennero arrestati, ad esempio, nel 1862 a Napoli, nel 1894 a Palermo. Si allargò reato.
per comodità del governo
ma non
il
concetto della flagranza
sottoposti allo stato di assedio e
quando nemmeno
esistono gli elementi più fantastici della flagranza ciò
;
era arrivati ad arrestare nei luoghi non
si
avviene nel
1898 a danno di
;
Quirino Nofri.
ma non
Non
solo
andò
oltre senza Tautorizzarione a procedere della
Camera e
si
si
:
arrestò per lo
passato,
dei Deputati. Se ne fece a
meno
si
nel 1898
processò e condannò Quirino Nofri prima che
fosse chiesta tale
autorizzazione. Arriviamo ad
un
colmo Quirino N'ofri sente il bisogno di rinunziare immunità, che accorda quel famoso ed umoristico art. 45 e vuole essere trattato da semplice cittadino.... per paura^ volendo godere della immunità parlamentare, di rimanere più lungamente :
alle
in carcere
!
Punizioni di Prefetti. Earamente occorse in Italia che un Prefetto venisse punito per avere 3.
violato le
leggi;
non
si
era mai dato
—
e forse
l'opera della reazione
non
darà mai per
si
lo
109
avvenire, perchè le Autorità
sanno ormai a che attenersi
—
che un Prefetto a
punizione venisse sottoposto proprio perchè..,, non volle violare la legge. E il caso Minervini. 4,
Vedremo
Inchiesta sui testimoni veridici.
a che cosa sia stato
ridotto
sacro
il
diritto della
difesa nella discussione sui Tribunali Militari
;
qui
menzionato uno stranissimo episodio che fa capo ad un Tribunale civile. Sinora, anche iniquamente, s' incriminarono i testimoni quando furono sospettati ed accusati di dire il falso. Ora Mascilli si apre un' inchiesta su di un maggiore ed un capitano. Minto, dell'esercito, che ebbero il di volo
sia
,
torto di
dire la verità nel
processo Barbato. Che
deve tenere per cosa giudicata, perchè il Tribunale di Palermo non li incriminò come falsi testimoni... Avviso ai militari, che avesabbiano detto
sero
vero
il
si
un concetto antiquato 5.
sulle leggi deironore.
Lasciamo
Spionaggio obbligatorio.
alle
fì-
sime della morale o alla poesia dei senza cervello ogni considerazione sull'orrore che desta la spia: limitiamoci ai confronti. si
seducevano,
abbandonarsi
s'
si
incoraggiavano brutto
al
Prima
mestiere.
i
corrompevano disgraziati per
progredisce
Si
nuova reazione e non solo si ricorre alla denunzia anonima come elemento per istruire i processi come si vedrà più innanzi ma si arrecolla
;
—
—
stano gli onesti cittadini per costringerli a fare la spia:
premio
libertà.
la
Caso
Gatti in
Milano.
E
dell'esportazione in Isvizzera delle spie che a tempo
perso esercitano
il
mestiere di truffatore
,
o esercita-
rono quello di corruttore e di ladro? Informino casi Santoro,
De
Benedetti, Mantica, ecc.
i
NAPOLEONE COLA JANNI
110
6.
Libertà del
domicilio.
Tra
vantaggi
i
at-
tribuiti alla unificazione d' Italia ci fu quella della
qualunque regione acquistò il diritto di stabilirsi dovunque più gli torna comodo, purché vi viva onestamente e libertà del domicilio
vi
si
:
il
cittadino di
procuri stabile lavoro. Fisime. Si arresta l'av-
vocato Nino Verso Mendola^, che da sette anni eserprofessione a Bologna e lo
cita la
traduce am-
si
manettato a Riesi suo luogo di nascita.
Non
si
potè
imputare alcun reato, né grande né piccolo non si potè trascinarlo né dinanzi ad un Tribunale militare né dinanzi ad un Tribunale civile. Non si potè neppure proporlo parrebbe impossibile, colla ;
—
larghezza dei criteri adottati Il
— pel domicilio coatto.
caso Verso Mendola ha non pochi compagni; uno
recentissimo: ad uno studente s'impose
da Boloofna, perchè meridionale il domicilio a Modena. 7.
Domicilio
E
coatto.
esclusivamente dall'Italia.
Un
;
ma
lo
gli si
istituto
sfratto
consentì
posseduto
consigliere della Corte
di Cassazione e Professore illustre di Diritto penale, il
deputato Lucchini, assicurò che esso disonora la
terra classica del giure.
nuato
il
Si credette di avere atte-
disonore disciplinandolo, facendo precedere
l'assegnazione da
una larva
difesa. Si torna all' antico,
stano
i
cittadini
di
processo e da una
peggiorandolo
durante lo
stato
:
si
arre-
d' assedio e si
mantengono
nelle isole senza processo e senza condanna, anche quando venne tolto lo stato di assedio. Casi Mocchi, Brambilla, Casilli ecc. Il Casini, ex deputato al Parlamento, è tanto ricco ,
quanto onesto. Al domicilio coatto^ perfezionato, assegna altra funzione
:
quella correttiva dei
si
ma-
l'opera della reazione
111
che giudicano secondo coscienza, non se-
bistrati,
condo l'ordine della
polizia. Il Magistrato assolve ?
L'innocente riconosciuto viene assegnato al domifacendolo pentire, forse, di non avere prefe-
cilio^
pochi mesi di reclusione a parecchi anni dello
rito
scoglio
Tremiti. Caso Podrecca.
di
dà una pena giudicata
dalla polizia?
insufficiente
come supplemento
Si ricorre al domicilio coatto
pena. Caso Modigliani.
magistrato
Il
domicilio coatto,
Il
diviene strumento comodissimo per eliminare
non
nalisti
corrotti
ed ammazzare
di
infine, i
gior-
giornali sov-
i
versivi. Caso Garzia Cassola.
Piccolo
8.
Stato
di
assedio.
cosa sono di origine tedesca
per combattere
il
però per legge. Di legge in
Italia
specie
,
dove
alla
;
socialismo;
gli
vigilia
,
ma
però,
arresti
di
li
nome
Il
e
la
inventò Bismark li
ebbe e
non
ado-
e'
è bisogno
e
in
arbitrari
elezioni e di
li
massa,
viaggi
reali,
tradizione mai smentita del governo. per Anche questi arresti ora c'è la nota che indica
sono
il
nella
progresso:
le retate
a centinaia prima
si
facevano
per maggiore sicurezza delle persone reali ora si fanno a benefizio dei semplici ministri. Oltre due\
cittadini vennero tradotti in domo petri a Palermo per l'arrivo degli on. Masi, Finocchiaro e Fortis. Questo per amore di verità. Questi arresti
cento
—
e gli arrestati è noto che
suicidati
possono essere frezzati o
— però, assunsero proporzioni gigantesche,
al di fuori di
ogni legg'e e di ogni procedura, col-
l'ultima reazione. Sicché alla cosa che Chisciotte —
dette
il
giornale monarchico
nome.
Casi: tutti
i
come
e'
era
tutti
Don
sanno
giorni e in tutta Italia.
NAPOLEONE COLO JANNI
112
Soppressione di giornali. Si spiegava quello
9.
Popolo
diQlV Italia del
:
era
un
giornale repubblicano
una città dove e' era lo stato di assedio. Pareva enorme quella del Secolo^ semplicemente democratico e vada pure pel Secolo in grazia dei poteri eccezionali del Regio Commissario Ciò che si applica pure al Mattino di Napoli, quantunque monarchico anzi entusiasticamente dinastico. Ma come e perchè soppressi i giornali nel resto d'Italia dove si viveva sotto V impero della legge comune ? La cosa fu tanto bestiale, che e pubblicavasi in
;
,
!
—
Corriere della Sera^ anche dopo
la riprovò lo stesso
che
abbandonata da Torelli divenuto troppo liberale pei tempi che cor-
la direzione era stata
Viollier,
—
revano. Casi
a centinaia e per ogni colore
monarchico
repubblicano, dal clericale al socialista,
al
La morte
10. Sequestri.
sione.
Non
un avanzo chiamare ucciso di
pudore,
di
ipocrisia^,
un
violenta è la soppres-
sempre praticabile
è
colpo,
un
si
,
ma
che non voglio giornale
nuova
giuridico
1'
al
i
dovere
Cavallini
Re non sono
Procuratori
e
li
—
sono avuti
si
processi. I
stati sordi; e
generali
caso Panighetti
:
—
la
costituzionale del Pelloux,
sui sequestri senza preoccupazione di
furono,
nemmeno
inviso non viene
orrenda bestemmia, cioè
D'onde
Procuratori del
quando, per
cerca farlo morire lentamente
coi sequestri.
teoria
dal
dove
lo
hanno richiamati
quello del processo
tardivi sequestri per
i
ordine dei Regi Procuratori di Sondrio e di Como; i
sequestri e le
passare a
condanne per
Roma;
di lutto che
i
gli
articoli
sequestri dei fregi
lasciati
o dei segni
da 28 anni portava liberamente
nità Cattolica in
Firenze
;
i
1'
U-
sequestri degli scritti
l'opera della reazione di Mazzini;, clie circolano
cinqnant' anni
i
;
113
con altrettanta libertà
mio
sequestri in Milano di
eia
scritto
Leone Tolstoi che ha sperimentato il regime sequestri, infine, i della Russia del mezzogiorno contro la prosa sovversiva dell'on. Pelloux, purché di
;
riprodotta
sulle
colonne
deW Avanti'^
delle sciarade dello stesso giornale
sequestri del-
i
;
sequestri
i
V Asino per avere messo in burletta una cosa sacra ed inviolabile: gli speroni del generale Pelloux: i sequestri di libri che circolano liberamente nel ri-
Kantschy avuto
il
sul Capitale di
commento più ha
ginare: B. Cirmeni
come
Germanico,
impero
voluzionario
Marx
allegro che
di
hanno possa imma-
I
(1).
quello
fatti
si
mondo che
fatto sapere al
Generale Pelloux è pieno di buone intenzioni verso la stampa. E chi ne poteva dubitare? Si sotil
tintende che la benevolenza del Presidente del consiglio
si
interpretano
(1)
Un
i
si
libri socialisti
questo
giornali
che
(2).
!
pubblicò una
vera, con
Marucelliana non i
suoi pensieri
giornale
compagnia^ se
riore
quei
esplica a benefìzio di
notizia
sequestro
degna
di fare la
alla Biblioteca
:
danno più in lettura per ordine supe;
ad un prete fu negate
il
Capitale di
Marx. (2)
In fatto di sequestri va rilevata la vera anarchia nei
criteri dei magistrati. Si sequestra in
una
liberamente
sequestra
articolo di
pubblicato
Vamba non
caso mio e della
altrove.
Si
sequestrato in
Si fa
il
;
Yarese un tipico
il
Rivista popolare. Si sequestrò la Valtel-
Roma quando comparve
processo
a
che venne
Eoma. Più
lina di Sondrio perchè a^eva riprodotto sequestrato in
città ciò
un
articolo
mio non
sulla Rivista popolare.
vengo regolarmente interrogato dal giudice
NAPOLEONE COL A JANNI
114
Sdoglimenti.
11.
associazione
di
diritto
del
limiti
Farono sempre
incerti
perciò
;
i
ebbe
si
un' alterna vicenda di scioglimenti e di ricostituzione di Società dichiarate sovversive. La manìa di
colpire
quelle
esclasivamente economiche era
cominciata in Sicilia nel 1894 ma i casi sporadici di allora divennero epidemia spaventevole nel 1898. ;
A
migliaia farono sciolte,
listi
e repubblicani,
tive di
consumo
ma le
non
solo
i
circoli socia-
casse rarali, le coopera-
e di lavoro
,
generando situazioni che
giuridicamente strane, a vantaggio di debitori
non sanno più a
chi
sperperando
tendo o
pagare
cambiali
le
;
inver-
capitali che rappresentano
risparmi sudati dei lavoratori.
i
Dicono che arrivano
a circa quattromila questi scioglimenti: rimangono tipici i casi delle Lega dei Ferrovieri, delle Cooperative ferroviarie^
dell'Umanitaria, delle Casse rurali.
Il criterio dello
scioglimento viene esteso ai consigli
sciolto quello di Bruno (Alessandria) comunali perchè sospettato socialista, e destituito il sindaco di Sorso, il sig. Catta, perchè socialista. A quando il ristabilimento del Tribunale della Santissima Inquisizione? Del resto siamo sulla buona Il Tribunale :
:
—
—
il macellaretto Genova^ nel processo Festa ha assodato che le lettres de chachet e la tortura sono in uso in Italia...
di
istruttore
come autore
lascia in pace
me
e si
della povero gerente t3
r
av.ologia....
della
alla
;
ma
VaUelUncii...
Nuli'
monarchia inglese!
gistrati nel parallelo
cffcsa
dell' articolo
monarchia
all'
ultìmd, ora
èì
Sondrio
il
condanna dal Tribunale
di
articolo si
Quegli
faceva
ottimi
ma-
che ogni lettore poteva faro videro una italiana.
l'opera della reazione
115
È
12 Militarizzazione ferroviaria.
il
caso dei
rappresenta lano vita assoluta nell'arbitrio; mercè
casi;
prendono
la quale si
con una fava:
tre piccioni
si
privano del diritto di voto migliaia di cittadini, che
votando pei socialisti si assicura l'ordine colla minaccia permanente del Tribunale di Guerra, anche in tempo di pace anche quando è cessato l'artificioso stato di guerra
non avevano saputo
esercitarlo
;
—
consegnano mani e piedi legati, gli operai, che perdono qualunque mezzo per migliorare la propria condizione ed a fare rispettare i propri diritti e si mette a disposicreato
zione
collo stato di assedio
una
di
società
si
;
speculatori
di
militarmente dallo
ganizzato
Stato.
un corpo
or-
Vilfredo
Pa-
Generale
reto chiama questa geniale trovata del Afan de Ri vera che vi guadagnò il suo posto
—
ministro
—
Governo
e la Magistratura
di
semplicemente il ristabilimento della schiavitù. (1). Il provvedimento è tanto più iniquo in quanto che un'inchiesta ufficiale, quella presieduta dal Senatore Gagliardo, ha constatato che il
non hanno
quel
potuto garantire ai ferrovieri
luto
di diritto, eh'era stato
assicurato
loro
vo-
saputo,
minimo con-
dalle
venzioni ferroviarie del 1885. (1)
La
liberté
Lausanne 1898. sodio
;
p.
eeonomiques 5.
Il
accaduto a Sulmona.
barbiere
e
si
fa radere
et les
evenements d'Italieé
Pareto narra questo edificante epi-
Un
meccanico ferroviere va dal
quando viene
il
suo
Aveva
turno.
dimenticato cbe in forza della militarizzazione dei ferrovieri [egli
non era che un sergente. Un capitano
vato dopo di lui il ,
lo
mise
agli arresti
posto al superiore. Numerosi altri
verificati in ogni parto del regno.
di fanteria
arri-
perchè non aveva ceduto casi
consimili
si
sono
NAPOLEONE COL A JANNI
116
Concorrenza economica. Lo Stato contro
lo.
Messo sulla china di servire ai capitalisti privando i ferrovieri dei mezzi di lottare legalmente colle società, che le sfruttano contro legge i
lavoratori.
—
le tante vittorie ottenute dai
primi nei Tribunali
e nelle Corti di appello, ed annullate spesso dalla
—
Cassazione, ne fanno fede
proprietario. C'erano
correnza
nel
lavoro
lo
Stato
si
è sentito
qualunque piccolo o grande
a favorire
trascinato
già stati ,
dei saggi
per ordine
fatto
con-
di
del
go-
verno contro i lavoratori in isciopero ora si rinunziò ad ogni avanzo di pudore e si disse agli operai, della campagna in ispecie, che lo Stato non solo era pronto a sostituire quelli in isciopero coi suoi soldati ma che metteva la forza a disposi;
;
zione dei
proprietari
contentarsi
dei
salari
costringendo
che
i
i
lavoratori
a
primi generosamente
avrebbero voluto loro concedere.
Il
contegno delle
sempre indecenteostile agli operai ma a Molinella si mise da parte ogni rimasuglio di decenza. Ora si minaccia il peggio stando a questo brano di corrispondenza da Ferrara ad un giornale ufficioso « Lunedi « prossimo comincerà la mietitura del frumento, autorità negli scioperi era stato
mente
;
:
« e
perchè questa segua
il
suo corso regolare,
il
ge-
«
nerale Mirri ha opportunamente dislocate le truppe.
«
La
« e
cavalleria visiterà con apparizioni improvvise » (1). con marcie notturne tutte le località
8. Nella Grande battaglia del lavoro stigmatizzato questa sleale concorrenza che il governo fa fare dai soldati ai lavoratori a vantaggio dei proprietari. In Lombardia i soldati furono anche adibiti per (1)
Pareto, pag.
(Boma 1898) ha
mungere
le
vacche.
I
l'opera della reazione
Ogni commento soltanto che c'è allora
pere
un progresso
così detti patti
di
Noto
superfluo.
1894
dal
Corleone
1898:
al
a rom-
latifondisti di Sicilia si limitarono
i
i
assolutamente
è
117
contratti
sui
agrari; ora la cavalleria presiede alla mietitura... 14.
La
litarizzata
volontà degli
elettori.
perchè è incoercibile
;
Non
ma
è
stata
buona
è sulla
si
mi-
via per neutralizzarla. I metodi elettorali adoperati nel Collegio di Cossato e di Torino
—
dove
il
Sot-
toprefetto presiede le riunioni in favore del candi-
—
dato del governo
lasciano intendere che da ora
in poi le conferenze elettorali
devono
parlare
i
governo.
deputati che
Ne
i
:
i
dele-
d'
accordo col
deputati possono tenersi in comuni-
cazione cogli elettori^
parlamentare
non vanno
farle
non si lasciano
gati di pubblica sicurezza, visto che
Prampolini di parlare a Reggio-Emilia.
come vorrebbe il buon regime De Cristoforis ed a
impedito a
è
si
ai loro elettori
a Milano ed
disprezzo verso gli elettori^ poi,
Il
venne ufficialmente proclamato nella
lettera che
il
Tax'diti, quando non ostante le seduzioni e le violenze di ogni genere, non volle scioglierlo a suo rappresentante. Sanno ormai gli elettori che il capo del governo li considera come spregi evoli quando non portano i loro voti sui candidati ufficiali. Si
Generale Pelloux rivolse
il
Generale
collegio di Fossano',
stava meglio sotto 15.
La
secondo Impero. scuola. I nostri governanti e
stre classi dirigenti
per puntellare
il
;
essi
non sono sempre
degli
le
no-
sciocchi,
che
confidano
infida, e
soltanto
che a data ora
si ritorce contro coloro che l'adopetengono conto anche della forza morale,
esaurisce o
rano
il
loro dominio
sulla forza brutale, si
al
NAPOLEONE COLAJANNI
118
perciò la loro attenzione
un duplice punto
si
di vista.
è rivolta alla scuola
Da un
da
lato vogliono
li-
mitare la diffusione dell'istruzione: in questo senso manifestazione più caratteristica è venuta dal modesto comune di S. Marco in Lamis (Foggia) il cui consiglio comunale lia fatto voti al Governo del Ee perchè venga abolita la legge sull'istruzione la
obbligatoria
sponde
al
d'Italia
ed
voce
è
clie si
Da un
;
però questa esplosione di sincerità
ri-
pensiero intimo dei conservatori del resto
una eco
altrettanto sincera di
quella
Eagona di Palermo nel 94. bada con ogni cura alla
levò nella Sala altro lato si
qualità dell'istruzione che s'impartisce
perciò
;
epura
alto e in basso si sorveglia^ si punisce, si
personale insegnante. Si protestò, anche
dai
in il
con-
quando nel 1894 corse voce che il Eegio Commissario militare per la Sicilia, Generale Morra di Lavriano^ aveva fatto ammonire
servatori settentrionali,
privatamente qualche professore deli'Uuiversità di
Palermo
;
ma
questi stessi conservatori
non prote-
stano più quando s'infligge la censura ad fessore Pantaleoni,
quando
si
un Pro-
puniscono o
si
ripro-
vano apertamente Ettore decotti, Fabio Luzzati, Euggero Panebianco, Giorgio Levi^ addetti all'insegnamento in varie Università del Eegno rimossi dall'insegnamento o ammoniti vengono alcuni insegnanti delle Scuole Secondarie. A Milano e Torino, a Eovigo, a Mantova e in altri punti ancora gl'insegnanti delle scuole comunali e delle scuole secondarie vengono ammoniti, sospesi e licenziati ;
solo perchè professano principii socialisti
come diceva morale, non
«
benché,
la relazione del sindaco della capitale si
possedessero prove^ che essi abbiano
l'opera della reazione profittato della cattedra per
119
massime
insegnare
e
principii contrari all'attuale costituzione politica e sociale ». (1)
Questi insegnanti puniti sono tra
i
Mantova
Rovigo furono quasi
e di
Una
di Ardigò.
discepoli
tutti
volta messi sulla via lubrica della
persecuzione del pensiero, non arrivare; e
più diligenti, provincia di
più onesti e più colti; e quelli della
mentre organizzasi
sorveglianza sugli studenti
—
si
sa più dove
la
si
può
più degradante
come
da do-
risulta
—
Trapani lo scandaloso esempio dato dal governo e dai partiti politici clie lo sorreggono è stato seguito dai clecumenti
relativi alla provincia
ricali,
quali a Brescia
i
commerciale
Non
è
il
caso di ripetere
è ;
monar-
qui gladio
gladio periitf
feriitf
(1)
Il reato
massimo che somministrò
destituzione del Prof.
socialista
«
:
Amé
Per esser
capaci de
G-ottardi fu
dialetto e nel quale
scritto in
veci.
licenziato dalla Scuola
Prof. Tirale solo perchè
il
chico liberale.
hanno
di
amar
i
pretesto per la
La
suo opuscolo:
riassume
il
hoie
catechismo
vostri bambini, le vostro dono,
socialisti tuti,
il
così
il
i
vostri
bisogna esser boni. Bisogna sentirse
de no odiar nessuno, altro che
el
mal
»
I tre maestri di Milano puniti avevano rispettivamente 19, §3 e
29 anni di servizio. Lilia Malnati, una delle punite, mandò
al Secolo questa nobile lettera. «
Agli onesti giornali che han difesa la causa dei maestri
mio ringraziamento speciale. « Yentitrè anni e mezzo di onorato servizio la scrupolosa cura di non portare le mie idee politico-sociali nel sereno ambiente della scuola non valsero a salvarmi dalla condanna pel delitto di pensare a modo mio, fuori di scuola. Chino la testa innanzi all'ingiusto provvedimento, naa rialzo socialisti,
il
—
,
NAPOLEONE COLAJANNI
120
la
1
Contro questo tentativo ignominioso di SDiclare libertà di pensiero dall'ultimo baluardo che le
ebbe la protesta alta e generosa di Cesare Lombroso, rimasta sterile ed
rimane in isolata.
Italia,
la scuola, si
La reazione
aspetta tranquilla
il
ritorno del
ministro-carabiniere alla Minerva per compiere la militarizzazione della scuola; e allora essa crederà di avere infiltrato sino, nel midollo delle ossa degli
per tanti secoli di la informano.
soggezione,
servili
italiani,
principii clie
i
E
conchiudo queste osservazioni sull'opera compiuta sinora della reazione con due constatazioni;
una
di origine italiana e
Tal tra straniera.
Il
mo-
narchico Mattino di Napoli dall'esame degli avve-
nimenti ultimi è indotto ad allarmarsi perchè «
le
ire e tutti ì
« stiale
e
si
del
rancori suscitati dalla politica be-
governo
domanda
«
:
si
accumulano
siilV esercito »
« «
;
quale concetto deve, per necessità,
—
da tutte queste stravaganze gli atti e radicarsi nello spirito della del governo plebe? Che i 240 milioni del bilancio della gaerra non servono già alla difesa del paese dai nemici
« .scaturire «
« tutte
—
« esterni,
ma
alla difesa
delle
istituzioni
«
Ora, quale insensatezza e quale delitto
«
potreste voi
« istituzioni;,
immaginare di questo far apparire le emanate meno di mezzo secolo fa dai
r anima nella quale mi riposa tanta altarezza da soffocarvi
vigenti.
maggiore
ogni
e tanta dignità,
sentimento di rancore o di
rivolta.
Mi
vien tal luce dalla coscienza, che basta essa sola a confortarmi neir immenso dolore di dover dare un addio alia mia scuola.
Dev. Linda Malnati.
L'OPERA DELLA REAZIONE
come
puntellate solamente dalla
«
plebisciti,
«
delle bajonette?.
Uno
:
Lo Statuto
di franchigie che la dinastia
nazione e che
forza
(N. del 2 Agosto 1898).
»
straniero alla sua volta esaminati
recenti conchiude
alla
121
costituisce
i
fatti
un insieme
ha concesso in blocco
potere esecutivo ha ripreso in
il
dettaglio.
E non eccessivo
il
ci
può essere alcuno che vorrà ritenere
giudizio dello straniero quando, in ispreto
delle leggi e dello Statuto: si
non votate
dal Parlamento
;
si
esigono
le
abolisce
imposte
la
libertà
del domicilio, di stampa, di riunione e di associa-
zione
;
tenuti; si
tortura e si rimettono in uso uccidono impunemente i de-
si ristabilisce la
le lettres si
de cachet'^
si
sottraggono
i
cittadini ai giudici legittimi;
falsano sistematicamente le elezioni
una
farsa
il
;
si
riduce ad
regime parlamentare.
Nella credenza che
si
allarga sulla nuova funzione
dell'esercito e nel trionfo della reazione che
ha an-
nientato lo Statuto, vi sono germi di pericoli gravi
ed ammonimenti per
tutti
:
anche pei reazionari.
IX.
LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA
Ella passa
Chi passa
?
terribile
La
per
la notte,
Quale
giustizia.
.
canta
il
poeta.
Passa la giustizia
?
italiana del 1898.
Questa giustizia procede innanzi secura perchè è alle sue prime armi. Ha progredito dal 1860 si è provata in Sicilia e nel mezzogiorno in poi
non
:
contro Garibaldi e
i
suoi,
contro
i
renitenti, contro
il brigantaggio ha ripetuto le prove a Palermo nell' Emilia nel 1866 quando il pane fu impacon Lobbia, con Barsanti, con stato col sangue Tanlongo si fortificò nel 1894 in Sicilia. Ora è ;
—
;
—
;
adulta, è forte, è vigorosa.
Ella passa vista di
ed è cieca aftinché la
terribile
colui che
dovrà essere colpito dalla sua
spada non la conturbi e non la trascini a parzialità ed ha la bilancia in mano affinchè il prò ed il contro venga equamente pesato. Si può sospettare ;
che abbia
falsi
i
pesi
e
disuguali
i
piatti ?
Può
NAPOLEONE COLAJANNI
124
anche temersi che, per essere troppo giusta,
la
questura tolga di mano, alla Dea venerata, pesi e bilancia
?
un giornale maldicente e farlo sospettare coi suoi pupazzetti (Don Chisciotte); ma per togliere ogni pericolo che le venga arrecata Può
sospettarlo
messa a disposizione della giul'ha messa sotto la sua protezione
la forza si è
offesa,
stizia; l'esercito
amministrare nei tribunali militari.
e la fa
-
Dicono che questa giustizia italiana del 1898
non
consentita
quella
sia
dalle leggi
;
siede
più
la
e
voluta
non è un malcontento, un un uomo d' ordine^ che pre-
lo dice
chi
volgare brontolone
Kegno,
Statuto
dallo
è
:
alta e
importante Magistratura del
la istituzione destinata controllare tutta l'a-
governo.
zione del
Gran Corte
dei
E
il
Conti
senatore Finali che nella
si
rifiutato
è
a registrare
i
decreti relativi allo Stato d'Assedio, da cui contor-
tamente i
si
volle far derivare
liberi cittadini a
il
diritto di sottoporre
Tribunali eccezionali di Guerra
esplicitamente condannati dallo Statuto
(1) d'
Ho
esaminato
la
questione della legalità dello Stato
le
Gap. XXI).
La
loro
cause. Palermo,
grave
Commissione per difesa
Ferrari,
davanti
Majno
barda dei
1'
Esame
ai
volte
si
Guerra
nominata
(Milano
è
1895,
dibattuta
con rara perspicuità dalla
delle questioni legali
Tribunali di
e Yaldata)
Giornalisti
Remo Sandrou
controversia più
in Parlamento e venne esaminata
la
altrove {Gli amicnimenii
assedio e dei Tribunali militari
di Sicilia e
(1),
(\.di\V
riguardanti
(Agrati,
Alberti,
Associaxione
Tipografia
Lom^
Nazionale di V.
Romperti 189S). L'onor. Avv. Carlo Altobelli riassunse brillantemente
le ragioni giuridiche costituzionali,
che stanno contro
125
LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA
A
che prò discutere delle legittimità dello Stato di Assedio e dei Tribunali Militari quando essi sono un fatto che l'Italia ha subito e che il Parlamento ha approvato ? La discussione teorica in questo mo-
meglio esaminare se questa giustizia eccezionale ha assolto bene il compito suo sanando anche i vizi possibili della sua origine; più utile indagare se la giustizia, amministrata da questi Tribunali eccezionali, abbia aumentato il
mento non conta
;
prestigio dell'Esercito
da cui emanano,
dei reati puniti, colla
correttezza
colla serietà
nella
istruzione
dei processi, colle garanzie indispensabili accordate alla difesa, colla sapienza dei giudici, col tatto nella
dibattimenti, colla equità nell' appli-
direzione dei
cazione delle pene.
Un uomo
d'
ordine per
primo nella Camera
il
dei Deputati, l'on. Galimberti, discutendosi
rizzazione a procedere
contro
i
di
De Andreis, Morgari e Turati osservò che modo come si facevano funzionare i Tribunali :
Guerra e
lezze per le si
auto-
deputati Bissolati,
Costa^
nel
1'
toglie
suoi e sercito.
si
alla
istituzione
attenta
Fu
lo Stato di
competenza a giudicare di frivoquali dovrebbe bastare un Vice-Pretore, colla
più
all'
la
solennità
dei
giudizi
autorità ed al prestigio dell'e-
esplicito e più
Assedio e contro
i
alto chi
meno
era
Tribunali di Guerra iniziando
la difesa dei giornalisti e dei deputati
condannati in Milano
davanti alla Suprema Corte di Cassazione del Regno. L'indole di questo lavoro
non
si
presta a svolgere questo argo-
mento; ripetendo del resto scuse e difese notissime. Qui mi limito ad esporre
qual'è stata V opera dei Tribunali militari
in occasione dei tumulti di Aprile e Maggio 1898.
NAPOLEONE COLAJANNI
126
tenerezza per
sospettabile di
può non avere a cuore V il
non
chi
rivoltosi,
i
esercito di cui fa parte
:
colonnello Slacci, infatti, in Senato ebbe a pro-
nunziare g-ravi parole sui Tribunali di Guerra tuiti
isti-
nel 1898 e che egli vide funzionare a Napoli. recenti bandi militari, disse Tillustre Sena-
« I
hanno allargata smisuratamente
la cerchia
«
tore^
«
delle attribuzioni dei
«
mando
«
contemplati dal Codice penale comune,
«
cui figure
Tribunali di Guerra, chia-
questi Tribunali a conoscere anche delitti delitti le
«
non sempre si riesce chiaramente a distinguere senza un certo acume, senza una certa
«
pratica di diritto penale. Per esempio^ l'istigazione
«
a delinquere.
«
chiacchiere fatte al caffè,
«
l'onore di fare in questo
« «
ventano facilmente istigazione a delinquere. (1) Dal Ministro guardasigilli, perciò, invoco che si prov-
«
veda ad una revisione
Un
articolo
giornale^
di
il
quattro
discorso stesso che ho
momento
al Senato
,
di-
«
pur sommaria, di tutti i processi, e ad una pronta riparazione di molte condanne eccessive^ per non dire ingiuste.
«
Egli è
«
questo caso la
«
cosa
«
«
sollecita, sia
ministro di grazia e di
sola.... Io
della giustizia,
« dell'esercito.
grazia e la
questo invoco
ma
Fanno
giustizia,
giustizia ;,
non
ma
in
fanno una
solo per
amore
anche nell'interesse del prestigio piii
male
all'esercito certe in-
a freddo che venti uomini caduti sotto una scarica provocata da una folla che insulta la
« giustizie
«
(1)
Don
denunziò
il
Chisciotte (15 Luglio 1898) infatti ironicamente
colonnello Siacci
come un
nuom
discorso sovversivo pronunziato in Senato.
monizione
?
A
pericoloso poi
quando
1'
am-
LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA
127
«
truppa; e mal provvede al suo prestigio tanto chi V obbliga a subire impassibile colV armi al braccio le replicate offese della piazza, quanto chi gU impone funzioni odiose^ contrarie alla sua stessa
«
natura, » (1).
« « «
Ma
il
deputato
e
il
senatore forse avevano
traveggiole scorgendo certi pericoli dove non
rano
?
le
c^ e-
Così pare.
occuparono di certi reati gravi che avevano davvero bisogno Vediamo. di una punizione esemplare, solenne Un Calmi prende due anni di reclusione e 500 I
Tribunali di guerra, invece,
si
,
!
multa per rottura di lampioni un Maj occhi viene condannato perchè dà dello stupit, del macaco ad una sentinella. Non è ben sicuro che quelle parole fossero indirizzate alla sentinella ad ogni modo il capitano De Caroli che tradusse l'accusato in Tribunale, riconobbe che il Maj occhi pronunziò quelle parole per fare lo spiritoso Un Bianchi compare innanzi al Tribunale di guerra perchè chiama cappellone un brigadiere dei carabinieri Pedo tti e Brusa, alla loro volta, vengono condannati perchè chiamano mangiapagnotta un tenente di cavalleria che passava in carrozza. A Firenze si danno otto mesi di reclusione al Cassi perchè chiamò lire di
;
;
!
;
pagliacciate gli arresti. Nella stessa Firenze
pro-
si
cede contro Melani perchè ha chiamato mangiapatate
un
sott'ufflciale,
Presidente.
E
che
non può mentire, dice
questa perla di Presidente,
accusato che dice di aver deplorato
(1)
Eosocoiito
Liwlio 1893.
tiffìcialo
i
il
ad un
tumulti,
doUa Sodata del Senato
dà
del 13
i^APOLEONE COLA JANNI
128
una
lezione di fierezza
deplorate
socialista^
Questi ed
meglio
—
ragazzo gridato
altri
,
E
tre
hilloco
Milano.
simili a
casi
—
voi
Cè
di
un
a Napoli. Filosa, mesi di detenzione per avere
(Eccoli
!
Come!,.,
gesta dei vostri compagnia...
ossia di peggio
prende
:
le
esclamando:
!)
—
una
frase trovata
neiragosto 1893 per avvisare V arrivo di dimostrazioni e degli agenti di polizia. Verniero,
gobbetto
il
cui caso fu portato
famoso
il
Senato dal co-
in
lonnello Slacci, ebbe due anni di reclusione perchè
leggeva
i
giornali al caffè e
li
commentava^ mani-
festando
delle
lettura e
commento precedettero
simpatie
dello stato di assedio.
Un
pel
socialismo
ragazzetto
;
si
badi
:
proclamazione
la
buscò quattro
si
mesi per avere abbattuto (?) un albero tre donne rispettivamente ebbero un anno 9 mesi e 7 mesi di reclusione, per aver preso parte ad una pacifica dimostrazione 2 anni ciascuno ebbero Del Giudice e Carozza per avere presentato al Prefetto, la mattina del 30 aprile, una commissione di donne: erano stati arrestati la stessa sera ma vennero rilasciati spontaneamente l'indomani perchè non si era trovata alcuna ragione per processarli. Altri ;
,
;
,
tre,
nello stesso
ebbero un anno 18 mesi per uno
processo e per ,
gli
stessi
due anni e mezzo
altri tre
reati (?)
e tre
anni
;
ragazzi per avere abbat-
un palo. Bavarese e Fiore di Torre Annunziata, due donne ebbero tre anni per una con 6 mesi tuto
,
,
di segregazione cellulare per avere detto che sarebbe
avvenuta la rivoluzione come nel 1848. De Cicco ebbe 8 mesi per avere eccitato all'odio di classe in Pomegliano d'Arco cogli articoli pubblicati a Gallipoli. Alcuni soldati delle compagnie di disciplina
LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA ebbero
anni di reclusione come accusati
4 e 5
3,
120
d'insubordinazione e di anarcliismo, per avere detto^
vedendo maltrattare un compag-no queste sono boiate! Il soldato Muscari fu condannato a 7 anni e mezzo :
di reclusione per avere sfidato
aveva insultato perchè
clie lo
E
per accendere un sigaro.
accordò
un
gli chiese
sì
che
le circostanze attenuanti...
il
borghese,
un cerino
Tribunale
Sotto gli
gli
abiti
nascondeva un ufficiale e il disgraziato ebbe il torto di non accorgersene I processi e le condanne per contravvenzioni di ogni genere ai bandi non si contano; e furono di
un borghese
tale in
si
!
tanti
che
i
maligni dissero che
si
processava e
si
condannava per
giustificare la continuazione dello
stato di assedio;
manteneva lo stato di Tribunali Militari avevano ancora
assedio perchè
i
mentre
si
della carne al fuoco... Strano circolo vizioso!
Alla qualità dei processi svoltisi innanzi ai TriDunali, Militari
naturalmente doveva corrispondere
e corrispose la quantità. Si vedrà dal riassunto statistico.
Del pari è
facile
supporre che
—
duto con soverchia leggerezza mite potrebbe adoperarsi?
—
si
sia proce-
quale parola più
nello imbastirei sud-
ietti processi.
Se la supposizione risponda alla realtà
si
argomentarlo facilmente da quanto appresso. generale ai processi furono
:
le
confidenze,
le
può Base de-
ed umoelementi che se pur avessero avuto
lunzie anonime, le asserzioni gratuite... istiche, altri
m valore intrinseco,
c'erano passati sopra tanti anni perdere completamente. Mi sbarazzo alla lesta di questi ultimi e ne cito
la farglielo
mo
tipico: la lettera di
Andrea Costa ad un Bor9
NAPOLEONE COLA JANNI
130
Ma
digìsigo di Padova... del 1881.
questo singola-
documento non potè essere valutato dai giudici militari, perchè la Camera dei deputati non quantunque gliene gli accordò alcuna importanza abbia data una schiacciante Ton. Tommaso Villa In compenso Virino dei lavoratori pubblicati nel 1884, mai sequestrato per lo passato, servì a fare aggravare la pena contro Filippo Turati. rissimo
,
!
In quanto alle confidenze e alle denunzie anonime, furono il prodotto dello spionaggio rimesso in onore come ai tempi dei passati regimi. A Milano,
come a
come a Napoli, gli amici si guardae non si comunicavano le impressioni
Firenze,
vano sospettosi che con straordinaria circospezione. Per Milano il fenomeno fu constatato da parecchi giornali per Na;
poli posso
aggiungere,
per personale esperienza,
che in qualche caffè dove riunivansi deputati e senatori, i più prudenti consigliavano spesso di parlare
E
prudenza non era superflua: gobbetto deiron. Slacci si appiopparono due anni
a bassa voce.
la
reclusione per avere chiacchierato in
Lo spionaggio assunse
tali
un
al
di
cafte.
proporzioni che ben
cinquemila lettere anonime farono indirizzate alla polizia nella sola Milano (Secolo). E la libertà, l'onore, la posizione dei ci'^tadini
farono
balìa dei miserabili che per invidia,
per bassa speculazione
si
lasciati
in
per l'ancore,
abbandonarono air infame
mestiere di spia. la
Era tanto iniqua la base di questi processi, che Nazione di Firenze, benché tardivamente in
Settembre
—
—a
proposito della perquisizione in casa
del Prof. Pullè,
energicamente contro delle denunzie false.
protestò
perfidia dell'anonimo
e
la
I
LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA
131
Quale influenza abbiano esercitata non solo sui ma anche sulle condanne le confidenze la pretesa delle spie si apprenderà da questo dato processi,
:
più importante
prova
quella di essere stato
contro visto
in
Gustavo
Chiesi
fa
in luogo
carrozza
dove vennero erette delle barricate. Negava l'accusato affermava il questore Minozzi, che T aveva saputo da persona che non volle nominare. Meno ;
male
una semplice guardia, un carabiniere, a
se
viso aperto, avesse deposto di averlo visto
L'insieme delle deposizioni degli
!
agenti della
forza pubblica, delle confidenze, delle denunzie por-
tava seco l'impronta evidente falsi bollò
i
della
rapporti alla Questura
falsità.
E
per
tenente difen-
il
sore Forzano nella udienza del Tribunale di Milano del 18 Giugno.
E
lo stesso avvocato- fiscale
in Fi-
renze rimprovera aspramente una guardia di pubblica sicurezza a
nome Ghezzi per
le
sue
contraddizioni nell'accusa contro Teschi
viene condannato
;
palmari
ma
Teschi
!
Poteva ammettersi per vero, ad esempio, un rapporto della questura di Milano su certa riunione notturna in casa di un Dottor Ceretti? I convenuti farono designati come anarchici;, repubblicani e socialisti.
non
li
vidui
Chiesti
i
nomi,
si
rispose della questura che
sapeva! Si designa che....
amenità — parola — a
i
non
si
colore politico di indi-
conoscono.
Siamo in piena
tempi non consentono adoperare altra Napoli nel processo pei
Le guardie barricate
in
tuanti attraverso....
il
Meno male guisa fossero
il
se
stati
i
fatti di
Resina.
caserma riconobbero i tumulbuco della serratura.
rei riconosciuti in tale
pochi:
trattavasi
di
strana
una vera
NAPOLEONE OOLAJANNI
132
a ben sessantaquattro individui
folla;
rono centoventun' anni
La
dei
falsità
si
distribui-
nove mesi di reclusione.
e
rapporti
talora
è
umiliante....
anche per un poliziotto italiano. Egli è così che la Questura di Milano scrive essere stato visto Angiolo Cabrini insieme ad altri a parlare con la Kulichoff se il in via dell'Unione il 6 Maggio. L'accusa
—
parlare con amici è
un
—
reato
è
precisa
ma
;
Valibi di Cabrini è irrefragabile. Egli insegna nel
Ginnasio di Mendrisio e
presenza del
certificato sulla
per tutto
Cabrini
scuola
nella
giorno 6 a fare, come di dovere,
il
le
sue
venne condannato in contumacia a
lezioni. Cabrini tre
manda
direttore Sorella
il
anni di detenzione ed a 1000
lire di
multa. Tal
lampante all'udienza. Nel Resina un brigadiere accusò
altra la falsità apparisce
processo pei tumulti di
un imputato
di avergli afferrato la sciabola:
ha ancora
vero, soggiungeva, che l'accusato
L'accusato leva
tagliate.
le
gini di qualunque ferita
potevano
e
le
tanto
mani
mostra ver-
e davvero, in questo caso,
;
verso
levate
essere
mani
le
il
invocando
cielo
giustizia.
documenti di questi processi viene vinto dalla famosa cartolina-fantasma parSperanza tita da Firenze, -h la cartolina firmata Il
record
tra
i
:
333
cui
il
,
dell' onor.
organi
mentato
della il
sequestro
come
,
Bissolati, fece
quello del
cifrario
annunziare trionfanti agli
reazione che
complotto con
era scoperto e docu-
si
tutto
il
suo seguito.
La
gioia loro però fu di breve durata, perchè rale
Heusch —
per la Toscana
il :
il GeneCommissario straordinario appena ne fu annientemeno
regio
!
—
nunziata la scoperta gloriosa,
dichiarò
esplicita-
133
LASCIAMO I^ASSARE LA GIUSTIZIA
mente viare
trattarsi di
:
un
artifizio allo
sereno corso della giustizia
il
_
Per credere razione
i
cui
di danneggiare
nominata.
persone nella lettera
le
e
scopo di fuor-
serietà e realtà di
alla
una
cospi-
mezzo
comunicaavansi per
segreti
delle cartoline postali^ ci voleva tutta la imbecillità
e la malvagità della polizia italiana clie
proclama firmatissimo
stato fede al
di
aveva prePetralia ed
Ad
onore del vero, però, deve avvertirsi subito, che l'avvocato fiscale, a richiesta della difesa, nel processo Chiesi, Romussi e Compagni, dichiarò di non volersi avvalere di Trattato di Bisacquino.
al
un siffatto documento danna degli accusati
!
(1)
e
il
Essendo passati
7
(1)
alla storia
Bisarquino, non
trattato di
documento Speranza 333 il
tanto, era sicuro della con-
:
ctie
documento firmatissimo
il
si
può
sottrarre alla storia
il
fu spedito da Eirenze a Turati
Maggio coir ambulante Firenze-Milano. Eccolo nella sua
integrità
:
V. V. è tentato farlo
stato
Rifredi
impossibile ,
Sesto
spedire.
inutilmente.
=
(per 000)
Biechi
non
si
è
rice-
" |~ir) tornossene a Livorno dove aveva trattatoY per 000 poco fino Genova dove Zandrino avrebbe provveduto per Alessandria dove di qui partito per
vendo 000 combinato Eomussi
(
Villavecchia avrebbe condotto Milano aggiungendo racimolato locale.
essendo
Avverto pronti
entro domani
che 17 sono gli
altri
stati
consegnati
329. Però
radunerà 000 manderà
Biechi li
solo
270 non
assicurami
Ciotti Blasi
i
che quali
=
ma per hanno precise istruzioni farmi recapitare non per " effettuata da Genova Zandrino spedi). Appena ( [[j
ravvi bolletta dichiarata 10 sottosuolo rimanenti 17 comple-
mento. Biechi operato miracoli. Sesto, Pigline, Prato hauno
NAPOLEONE COLAJANNÌ
Ì34
Tribunale militare di Firenze
Il
la
sua vita condannando
Speranza 333 e di
altri
chiuse bene
Fautore della cartolina
quattro analoghi documenti^,
lo sciagurato Sciascia-Sicurelli.
Ma
di questo atto di
rammarico la magistratura coed a Piacenza, nel processo Verrazzani-Marchesi, condannò in base ad una cartolina rassomigliante al documento Speranza 333 che fu letta e veduta da testimoni di accusa che V ebbero in mano.... e non la conservarono! La circostanza va notata perchè dà la misura della illusione nutrita da coloro che credono tuttavia che la giustizia sarebbe stata amministrata meglio dai magistrati ordinari. Questi mezzi edificanti, presentati come prove giustizia finale senti
sidetta civile;
contro ai
le migliaia di accusati che passarono dinanzi Tribunali militari, lasciano l'adito a pensare che
alla difesa in ogni caso sarà riuscito facile la
demo-
lizione degli edifizi artificiosi dell'accusa. Il senatore
colonnello Siacci che aveva constatato la deficiente
coltura giuridica degli avvocati di errori e di esagerazioni,
deplorato
vivamente che
maggiore
tra
il
fiscali,
causa prima
con rara opportunità aveva tale
deficienza
improvvisati difensori
gli
;
sia stata
di talché
duello tra l'accusa e la difesa avveniva quasi sempre
ad armi disuguali
"
—
cioè sleale. (1)
momento A messi modo Firenze rimasero
Quando uno
non mandarono non du-
corrisposto ultimo
sospetto
più rinforzi,
molti 17. Però
bitate
di
237-471 alacremente provvedete 000 anche da Pavia.
=
Doveva andare Bicelii senza spesa stima però prudente non muoversi aspettando notizie. Blasi non corrisponde.... [1] In diritto romano si scusa V ignorantia juris ai minorenni,
romani
alle
!....
donne,
ai
;
rustici....
ed
ai soldati.
Kh, quei
LASCIAMO PASSARE LÀ GIUSTIZIA
135
questi difensori di ufficio, onestamente, confessa la
domanda un breve rinvio per da persone competenti, un punto di
propria ignoranza e farsi cliiarire,
per
diritto
lui indecifrabile^
i
superiori
una punizione
di infliggerg-li
non mancano
disciplinare
continuamente beffeggiati dalFavv. guiti
nome
in
della
venivano
Tribunale di
processo pei tumulti di Riglione si
il
Firenze pel
tenente Ercolani
azzardò a dire^ che quel processo era stato ordito
dai preti.
guisce li
fiscale e redar-
dal Presidente in
discliplina
piena udienza. Così nel
I di-
(1).
fensori intelligenti e coscienziosi, del resto,
:
«
Il
il
non
Cosi
tenga per
rinvio
presidente
va
si
!
Cotesti apprezzamenti se
Osserviamo
se.
dibattimento
;
disciplina
la
no
se
,
e allora guai a chi tocca
dictu:
lìicr edibile
alza infuriato e lo redar-
si
finiti
i
!
»
fu punito
processi,
da Firenze l'avvocato fiscale Gavino Ricci perchè non era stato abbastanza feroce La misura era tanto punitiva che l'avvocato fiscale Bargalossi, chiamato a sostituirlo, alla prima coll'allontanamento
!
udienza
si
disse addolorato pel suo
tanamento... (Nazione
del
siamo arrivati a questo bertà di difesa
;
;
si
allori^
Del
ufficiali
ma non
e pare che agli
ingiusto
ottobre).
che agli
:
di difendere gli accusati
5-6
restò
s'impone
lascia loro
stessi
li-
le
ufficiali
autorità politiche vogliano proibire di dire la verità
(1)
Non
raccolgo la
voce
corsa di ufficiali
puniti
per
avere fatto delle difese troppo buone, sebbene la trovi riprodotta da
vari
giornali.
Tale voce corse pure ei*a
insussistente.
Mi
sembra inverosimile
pei processi di
la
Palermo nel 1894
cosa. ;
ed
NAPOLEONE COLA JANNI
136
come testimoni in mi inverosimile se non fosse vero se chiamati
processo. Parrebbe ciò
;
processo
Barbato
maggiore
e
il
clall' inchiesta
e
capitano
favore dell'accusato
fanteria,
eli
dal
rileva
si
fatta
contro
il
che deposero in
!
Meno male se davanti ai Tribunali militari, come presso tutti i popoli civili^ fosse stata sacra la difesa
!
Ma
a questa furono imposti limiti davvero
inqualificabili e la
si
svolgere in
fece
condizioni,
che dovevano renderla assolutamente inefficace, inadeguata.
Tale, a mo'
quando ad un delle
solo
schermaglie
doveva
esempio,
d'
riescire
ufficialetto
ignaro del diritto e
procedurali,
affidavasi la difesa
di dieci, di venti accusati
e per di più,
;
si
presen-
tavano in blocco requisitoria e difesa di molti pro-
una
cessi in
sei processi
sei
—
un
altro. Il
raggrupparono 46° in un giorno ed altri se ne raggrupparono in
volta. Così a
— dal 41°
dal 47° al
povero
52°
al
Milano
si
;
—
ufficiale difensore quasi
sempre
si ri-
metteva in questi casi alla clemenza del Tribunale segnalando la buona condotta e i buoni precedenti
Oh
dei suoi poveri clienti.
sare e nel condannare
vocato fiscale in
!
Milano
si ,
,
se
si
correva nell^accu-
correva tanto, che l'avsicuro del fatto suo, di-
chiarava inutile provare Taccusa.... Era inutile
l'ac-
cusa perchè era impossibile la difesa. Gli ostacoli, spesso insormontabili,
si
sollevano
punto di origine dei documenti della difesa il Prefetto di Ravenna ad esempio, negasi, contro legge, a legalizzarne uno che doveva servire alla difesa di De Andreis. Del resto tutti i documenti possibili e immaginabili non pesano nella bilancia al
:
,
dei Tribunali militari.
LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA
137
Della libertà di difesa consentita agli accusati si
avrà un idea da questo breve dialogo avvenuto
Pomigliano d' Arco (Tribunale di Napoli) Imputato : Debbo dire mezza parola. Presidente: Dite pure. Imputato: Domandate al Signor Brigadiere.... Presidente: Oh! ne avete E lo fa segià dette cinque di parole... Basta! dere. Ancora. Nel processo dei ferrovieri di Napoli Imputato lortina: « Vorrei s'inscrivesse nel verbale questa circostanza.... Presidente: Qui non state nella vostra lega ^ ma innanzi al Tribunale di Guerra e basta che noi sentiamo non occorre inserire nel verbale. In quanto a verbali afferma Walter nel
processo
i3ei fatti
di
:
—
:
;
— — gl'istruttori
non Mocchi in un giornale di Roma si curano di fare firmare gì' interrogatori ed a do« manda rispondevano Non importa tanto ve la vedrete col Tribunale il giorno dell' udienza » L'ottimo colonnello Mondino, Presidente di uno dei due Tribunali di Napoli^, aveva dichiarato non occorrere verbale bastare che egli sentisse. Avrebbe ;
:
;
!
:
potuto
bastare
realmente se egli e
i
giudici suoi
colleghi avessero sentito da tutte e due le orecchie.
Disgraziatamente per la giustizia e ancora di più per gl'imputati,
i
Presidenti dei Tribunali di Guerra
non sentivano che da una sola sicché la bilancia non poteva che essere falsa perchè la lancia non ;
poteva pendere fatalmente
che dal
solo
lato del
piatto esistente, ch'era quello dell'accusa.
Lo dichiarano più signori
Presidenti
dei
volte
ed
Tribunali
esplicitamente di
Guerra,
i
con
grave scandalo di coloro che dai medésimi attendevansi giustizia spiccia e sollecita, perchè liberata ,
dalle formalità curialesche^
ma
giusta. Detti illustris-
NAPOLEONE COLAJANNÌ
138
che non volevano testimoni a difesa, o ne volevano pochi; pochi o molti, del resto, soggiungevano che non avrebbero Presidenti dictiiaraiio
simi
loro prestato fede.
Queste dichiarazioni
fatte caso
per caso, im-
—
provvise, nel calore del dibattimento timenti possono chiamarsi
—
senza consultare
i
monologhi
membri
i
se
dibat-
dell'
accusa
del Tribunale, costi-
tuivano in se un'offesa alla dignità di questi ultimi ed erano contro la legge. Il Presidente, come argutamente osservò il Hocchi (1), anticipava la legge sul Giudice unico, e parafrasando il motto del Re Sole esclamava
Non
:
Il Tribunale sono io
\
dubbio su questa che sembrerebbe una enormità incredibile se non fosse rigorosamente vera il partito preso di impedire la presentazione dei testimoni della difesa. Chi percorre i resoconti dei Tribunali di Milano se ne può convincere ed a Milano occorse il caso più clamoroso della conc'è
:
;
danna iniqua
di
nimo, di cui non
un imputato, che aveva un omovollero ascoltare
si
difesa. L'iniquità è stata
Avvocato
fiscale,
i
testimoni a
documentata dallo
stesso
che sotto l'aculeo del rimorso ha
avanzato egli stesso la domanda di grazia in favore del povero condannato.
Re
al
Si capisce, però, la renitenza dei Presidenti a
sentire
mente
(1)
i
testimoni a difesa
inutili,
Anno
li
credevano perfetta-
perchè non degni di fede.
"Walter Mocchi
popolare.
:
:
La
cosa giudicata.
Nella Rivista
IV, N. 8. Francesco Giarelli nel Caffaro di
GenoTa ha confermato l'altro assistettero alle
la
narrazione
di
Hocchi.
L'uno
udienze del Tribunale di Napoli.
e
LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA
139
Lasciamo apprendere al lettore la grave circostanza dal drammatico resoconto dei dibattimenti. Siamo a Firenze nel processo pei tumulti di Figline. Il tenente Thermes, a difesa del colono Nocentini, non se ne presenta una lista di otto testimoni ;
ammette che uno. nente Thermes
:
ponessero che
il
le
e a
Sta bene
qualche
ma
:
:
Te-
cos'altro....
se otto testimoni de-
Nocentini non
Anche
Presidente:
numero
difensore ci tiene al
numero
Presidente: al
sarebbe
Il
si
mosse del
lavoro...
se fossero cinquanta
lo stesso (Mormorio).
carabinieri e
I
modo da non lasciar possedere una memoria
guardie hanno deposto in
dando
dubbio,
assai lucida.
prova di
Tenente Thermes
cida... Presidente:
Qui non
Eccezionalmente lu-
:
si
tratta di far discus-
—
E Nocentini è condannato. Lo stesso Presidente del Tribunale di Fi-
sione. L'incidente è esaurito.
renze dichiara: Si citano solamente
i
testimoni che
possono deporre su cose importanti! (Processo Guiducci e Teschi).
A
Napoli. Processo di Resina. Presidente: D'An-
Maria,
tonio
alzatevi.
vi avverto che
Negate pure
se
non crederò una parola
volete di
:
ma
quanto
—
Processo di Giuliano. Tenente Susanna: mio difeso ha citato quattro testimoni, che non sono presenti. Presidente oh se lei lascia fare a
direte ». Il
:
quelli
liano
lì,
E
!
venisse,
=
!
faranno venire a testimoniare tutta Giufa comprendere che se tutta Giuliano
non servirebbe a scuotere
l'edifìzio dell'ac-
Un imputato: Ma io tengo i testimoni... Presidente: Oh per me i vostri testimoni valgono zero. Per me i testimoni buoni sono i carabinieri e le guardie.
cusa.
Nello stesso
processo.
!
NAPOLEONE COLAJANNl
140
In quanto a Milano, i dialoghi hanno forma più garbata; ma il succo è lo stesso ed è questo: il
non accorda valore
Presidente
testimoni a
qualità dei
al
Ne
difesa.
numero
e alle
accorda tanto
poco a tutta la difesa, che a Filippo Turati preannunzia la condanna. E su questa inezia giuridica Ton. Barzilai ha presentato una interpellanza alla Camera dei Deputati. I criteri del magistrato sulla della
utilità
appaiono nella loro ributtante
difesa
nudità nella risposta che lo stesso Presidente dette all'
onorevole
tribunale
sia
De Andreis
Ma
:
crede
a prestar fede
disposto
che
lei
il
alle sue di-
fese?.:.
Fermiamoci un stimoni.
Il
istante sulla
questione dei
te-
difensore tenente Ponti, nei 36° processo
di Milano, con amarezza, che gli fa onore, diceva: «
Prima
che
terminare, noto
di
le
risultanze dei
vari processi m'inducono a credere che è assai più
venir qui ad accusare che a difendere.
facile
il
noto
1*^
:
che
si
ha tendenza che
fede a chi accusa
meno
classi
a
maggior
prestare
a chi difende
2°
;
E
che
le
elevate dimostrano di possedere in mi-
sura ben ristretta quella qualità che si chiama coraggio civile e che fa ritenere fra i più sacri doveri quello di saper difendere a tempo e luogo simile, lasciando a parte
il
proprio
timore di conseguenze
il
spiacevoli ».
No, tenente Ponti
mancò
alle
!
meno
classi
Non
è
il
coraggio civile che
elevate. Egli è che
i
rap-
presentanti delle classi più elevate resero assai pericoloso
moni essere
l'adempimento del proprio dovere.
della difesa
andavano incontro
incriminati
,
—
e
si
I testi-
al pericolo
arrestò
il
Sartori
di
a
LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA
141
Firenze perchè l'Avvocato Fiscale dichiarò essersi foril convincimento ch'esso mentiva mentre non
—
mato
s'incriminarono mai
i
dell'accusa anche
testimoni
mendacio loro era lampante. E poi, a che Anche quando in favore degli accusati vanno a deporre gli uomini che occupano le più elevate e delicate posizioni sociali, il risultato non muta si nega a loro la fede,
quando
il
prò' esporsi a questi pericoli?
:
che
si
accorda intera
guardie di P.
alle
rabinieri, agli anonimi^ alle spie
bassi fondi sociali.
Un'enorme quantità
ai ca-
S.,
nei più
reclutate
di testimoni
appartenenti alle classi dirigenti depone in Firenze in favore dell' Avv. Crosti; e Crosti è condannato;
Comm.
depone in favore di Turati Turati è condannato. L' on. Colombo depone in favore di De Andreis De Andreis è condannato. Il capo del gabinetto del Questore di Napoli depone in favore Sbarra è condannato. Il cadi Lamberto Sbarra pitano dei carabinieri che ha il servizio politico in Napoli depone in favore di De Cicco De Cicco è condannato. Il tenente colonnello comandante l'arsenale di Castellammare di Stabia depone in favore di Scognamiglio e Scognamiglio viene condannato. Il Senatore colonnello Siani depone in favore di Verniero e Verniero viene condannato.... il
Pirelli
:
:
:
:
:
:
A
che cosa possono
servire
i
testimoni
degni di fede quando un sostituto avvocato Ricci (processo dei
socialisti di
tutti,
tra
i
quali
Monza ?
c'è di
a Firenze,
un maresciallo
e
il
fornaio
meglio
:
il
fiscale
Monza, 30 Giugno
non sono
e 1 Luglio) dichiara che
stimoni
più
attendibili
i
te-
Sottoprefetto dì
nell'udienza del 1 Griugno dei. carabinieri
Beccani nega.
E
il
afferma
Presidente
:
non
NAPOLEONE COLAJANNI
142
a credere piuttosto al valoroso maresciallo die
esito
^
un pusillanime ! Non è tutto. Se mancano i testimoni della stessa accusa, non si manda in libertà l'imputato, ma si
al Beccani, ch'è
rinvia
il
processo per supplemento d'istruttoria sino
a tanto che
si
siasi plausibile
riesce a
condannarlo per un qual-
motivo, Ciò accadde ad un Raffaele
Esposito in Napoli.
Con processi istruiti con metodi assolutamente incivili e nella mancanza completa di una vera difavore di giudizi giusti rima-
fesa, le probabilità in
nevano attaccate
al
personali dei giudici
filo :
sottilissimo delle qualità
dovevano supporsi in loro
eccezionalmente sviluppate TiRtelligenza e l'equanimità.
In generale, dello sviluppo intellettuale di un individuo tatto,
si
ha un primo ed importante indizio nel
nella garbatezza, nel sapere rispettare quelle
che sono le regole del galateo. Questo rispetto imponevasi specialmente di fronte agli accusati, che presentavansi innanzi ai Tribunali militari in così straziante inferiorità.
Usare modi cortesi verso questi poveri inermi costretti a combattere contro uomini ferrati, era un dovere più che una generosità; ma anche ogni residuo di
udienze e
gentilezza
venne meno
la brutalità della
denza in tutta
la
nelle
caserma
sua bruttura. Si
pubbliche
mise in evidice che delle si
invettive, dei sarcasmi inopportuni, ingenerosi, ado-
perati dal colonnello Parvopassu nei primi dibatti-
menti davanti il Tribunale militare, si scandalizzarono anche in alto e gli furono rivolti consigli di temperanza.
Ammansato
egli arrivò al
processo
De-
LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA
143
Andreis-Tarati, nel quale volle dar mostra di gentilezza col rivolgere
—
senza sarcasmo
— sapendo
giungere
a Tarati qualche complimento egli stesso fu costretto ad ag-
—
che non sarebbe stato creduto
sincero. Chi alla brutalità ed alle
giunse
i
tratti del buffone, fa
il
ingenerosità ag-
colonnello
Mondino
che credette poter passare alla storia provocando
indecentemente
l'ilarità del
pubblico nel distribuire
secoli di galera.
Di
lui ricostruì la ributtante silhouette
nell'articolo cennato e credo doveroso
il
non
Mocchi
insistervi
aggiungo soltanto, che suscitò la nausea il Presidente del Tribunale di stilano quando tentò vilipendere villanamente l'on. Maffi. E che dire di quel tenente colonnello Giacosa che alla fine della udienza del 9 agosto, in Firenze, consiglia gli accusati se vi vengono tra i piedi socialisti e anarchici^ mettete una mano nell'orologio e l'altra nd portamonete? oltre;
:
In questi processi pei tumulti di Aprile e Maggio 1898 non occorreva soltanto l'ordinaria sapienza giuridica
;
ma
era indispensabile pure una discreta cono-
scenza delle scienze politiche e
non potevansi valutare scorgere
dei
dove tra
reati
sociali,
al giusto i
senza la quale
dovevano popoli civili non se i
fatti e si
ne scorge traccia alcuna. Ora, l'ignoranza dei giudici militari su questo si chiarì sbalorditoria ed indusse il colonnello Parvopassu a chiedere all'Ing. Valsecchi cosa s'intendesse dai socialisti per conquista dei poteri pubblici
•
a Maffl
imputava a
eccitamento all'odio di classe e ijratiche
—
il
il
—
parlare di sane
rivendicazioni del proletariato
Chiesi rimproverasi
delitto
;
a Gustavo
discredito gettato sull'esercito
colle sue critiche della
campagna d'Africa
del 1887
;
NAPOLEONE COLAJANNI
144
e
sempre
videro terribili reati nelle
si
dì classe, leghe di
o^esisteiiza^
frasi
lotta
:
ecc., ecc.
Nel campo giuridico, l'ignoranzanon era minore; e preferisco attribuire ad ignoranza certi errori e certe contraddizioni^ che altrimenti si dovrebbero ascrivere a brutale malvagità.
Egli è così che Romussi, Chiesi e altri giorna-
condannati come complici nei fatti che procurarono devastazione e saccheggio, mentre la stessa sentenza dichiara quei fatti essere avvenuti
vengono
listi
indipendentemente dalla loro volontà. Per Valera, Koulichoff,
.
ecc.,
manca
necessarie perchè ci sia
l'estremo delle il
pubblicità
reato imputato. Al gruppo
dei giornalisti contumaci, che
dovevano rispondere
dei reati contemplati negli art. 246 e 247
si
rega-
larono sei mesi di più di quelli che loro spettavano.
A
danno 10 anni, mentre a Turati e DeAndreis^ per un reato minore, se ne danno dodici. Eilevo infine, che si distribuirono pene enormi per Pescetti
si
ed anziché rilevarlo colla parola calda e dotta dei valorosi avvocati che difesero i
reati insussistenti
condannati in Cassazione mi piace farlo con quelle di
un modesto Il
tenente
in difesa di di
difensore militare.
Mazza^ nell'udienza del 21 Giugno,
Valera innanzi
al
Tribunale militare
Milano osserva: «
delle
Trovo scritto in un libro, compilato da una menti più eccelse che onorano l'Italia (parlo
dell'illustre Zanardelli e del suo Codice. Penale,
segnò
come
:
il
«
che
trionfo del senso morale e della sociologia)
Nessuno possa
essere
punito per un fatto che
secondo la legge del tempo in cui fu commesso^ non costituiva reato ». (Articolo 2),
LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA «
145
Ora, lo stalo di assedio coi Tribunali di guerra,
per quanto possa
modificare la procedura
penale,
per quanto accordi competenza a reati anteriormente
commessi, non potrà mai annullare il dispositivo di articolo di legge, facendo considerare reato un
un
che,
fatto
secondo
la
commesso, reato non «
di
E
che
legge
del
tempo in cui fu
costituiva.
ora incriminati, sia per
fatti
articoli
non prova con evidenza Taver li-
giornali o discorsi o conferenze pubbliche,
costituissero reato, lo
beramente concesso ai giornali di circolare senza sequestro, il non aver mai spiccato contro i diretcollaboratori
tori,
mandato «
cusa,
Se
,
gerenti e
conferenzieri
alcun
di arresto o di semplice comparizione. i
miei difesi avessero, come sostiene Tac-
commesso
delitti
contro
i
poteri
dello
Stato^
o eccitato a commettere tali delitti^ se avessero pub-
blicamente istigato a delinquere, o fatto Tapologia
d'un reato, o incitato all'odio fra le classi sociali, certamente il potere giudiziario sarebbe intervenuto per reprimere «
il
reato coir azione penale.
Ora invece
venne contro
i
P. S., che con
il
Regio Procuratore mai inter-
nostri difesi e la stessa autorità di i
suoi rapporti
ha scoperto ora tanto
materiale di accusa, non ha mai ]Drovocato dal potere giudiziario alcun
provvedimento.
Cosa dice adunque codesto non intervento, discorsi, conferenze, sermoni ed articoli di giornali, che ora si vogliono incriminare;, non raggiunsero mai gli estremi del reato, e quindi non «
se
si
non che
agì a termine di
legge,
assieme non costituiva reato
perche ?
il
fatto nel
»
10
suo
NAPOLEONE COLAJANNI
146"
E non basta condannare
ma
condanna per
si
i
per
reati
reati insussistenti
i
clie
;
avrebbero potuto
avvenire, nel processo dei socialisti del Circolo di Chiusi
—
udienza del
Firenze,
accusa TAvv. Crosti pei verificati se
disordini che
non
circolo
il
Giugno
13
si
—
si
sarebbero
fosse stato sciolto....
Questo è di una evidenza
sorprendente e
si
applica alle numerosa categoria dei condannati giornalisti
—
da Chiesi, Eomussi e Valera a Menzione
De Cieco. La stessa sapienza giuridica fa condannare la povera Maria Marone di Napoli a 12 anni di reclusione come coìnjplice dello studente Cupola, suo e
amante, che
venne
si
assolto
!
seppe difendere da sé e che perciò (1)
Questa ignoranza
crassa
essersi
strazione
di
spiegare
certe-
trovata a capo di
ad una donna una innocua dimo-
donne
di
sentenze davvero draconiane
per
può
;
100
:
anni
7 anni
reclusione a 60
persone accusate di avere incendiato un carrozzone di
tram in Milano
tare nei
casotti
i
2 anni a chi '
;
facili
afifrettossi
a por-
abbandonati dalle guardie
—
ebbe pure le lodi del Presidente 20, 22, 25 e 30 mesi di reclusione a quattro imputati di avere dato ima sola bastonata ad un agente della forza pubblica in Casoria... Quattro anni di reclusione ebbe il Trinci per avere scagliato dei sassi innocui in Firenze.... daziarie di Eesina
—
!
Il
caso della
Marone ha
sollevato
un grido d'indigna-
zione nella stampa di ogni colore^ anche devota alle istituzioni
{Tribuna^
Don
poli^ ecc.)
Ma
Chisciotte^ Mattino^
quanti
altri più.
Roma^
Corriere de
enormi non ve ne sono
Na?
LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA
E
chiaro
i
:
147
Tribunali di gaerra, in quanto a
somministrazione di pene, adottarono questa savia massima melius est abundare qiiam deficere ! :
Ed abbondano anche
contro
il
parere deir ac-
a Firenze V Avv. Fiscale
Gavino Eicci domandò sei mesi di detenzione contro Del Buono ed un anno contro Ciotti il Tribunale ne dette quattro anni e due mesi a quest' ultimo otto mesi al cusa
:
;
,
primo.
Tanta severità viene compensata dalle imparzialità Imparziali sempre i giudici militari passano sopra alla parola del Ee e condannano gli amni! . .
stiati,
i
contumaci^
i
pazzi, gli ubbriachi. Sui reati del
borbonico Menzione passano sopra due amnistie e la
pena scontata, ma il Tribunale di guerra cancella tutto e condanna. I contumaci erano stati risparmiati sotto Francesco Crispi, che non si lasciò smuovere dallo scrupolo insolito pel rispetto alla legge da chi avche sfuggiva alla lontana una grossa preda Cipriani {Don Chisciotte N. 208 del 1898) ma furono inesorabilmente condannati nell'anno di grazia 1898. I pazzi farono ritenuti sempre irresponsabili ma il .Tribunale militare di Milano scrive vertivalo :
;
;
un nuovo capitolo di psichiatrica, regno condanna un Gonfalonieri il di
accusa
—
il
il
cui solo testimone
carabinieri
dei
—
lo
e condanna Zoppini per avere griViva il so19 Maggio nel corso Vercelli
dichiara pazzo
dato
maresciallo
e pei fatti di Se-
cialismo
;
:
!
Viva r anarchia
bastava ad assodare chiararono
f
La
sola data del reato lo mentale periti medici
lo squilibrio
irresponsabile
tre
;
;
di-
ma
Zoppini viene condannato, benché sia stato dician-
nove volte
al
manicomio
!
NAPOLEONE COLAJANNÌ
148
può immaginare
Si
se troyarono grazia gli ub-
un De Ambrogi venne coiidaniiato per avere emesso non so quai grido sovversivo dopo essere
briaclii:
stato per sette ore continue all'osteria... e x)er avere
gridato
:
a tutto
il
vorrei avere tanta...
Pietà
mondo ! non si ha
se
carta da
dare fuoco
non per coloro che nei pro-
mezzogiorno risultarono all'evidenza
cessi del
isti-
gatori e promotori dei disordini per gare municipali:
nessuno
di
loro fa
Erano
condannato.
cavalieri,
commendatori, uomini d'ordine^ che a data ora davano la caccia ai sovversivi e meritarono tutti i riguardi. Nessuno sospettò in questa pietà Tinfluenza del pregiudizio o dell'interesse di classe
E
!
condanna Don Alber tarlo, trovano pietà i preti in Firenze, dove vengono assolti tutti quelli del 25 giugno per accuse che se
a
Milano
si
avrebbero procurato anni ed anni di reclusione
ai
socialisti.
Con
processi istruiti nel
Benza difesa, coi
modo che abbiamo
criteri, colla
zialità dei giudici
che
ci
visto,
sapienza e colla impar-
sono noti
i
:
Tribunali di
Milano distribuirono anni 1390, mesi 3 e giorni 2 di reclusione anni 90, mesi 1 e giorni 6 di detenzione anni 307 di sorveglianza e L. 33,952 di multa a 688 imputati dei quali 17 donne e molti mi;
;
—
norenni. A Napoli vennero condannati 812 individui '— tra i quali molte donne e molti minorenni
—
a 624 anni, 11 mesi e 21 giorni di reclusione e detenzione
;
80
anni
L. 50,927 di multa.
e
6
mesi
di
sorveglianza
e
Le condanne più gravi furono
quelle del Tribunale di Firenze pei fatti di Figligne:
Un Pampoloni ebbe
27 anni di galera
;
Fabbricanti
LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA e Giani 25,
Musuai
149
Borghesi e GaQuesta statistica è
Laperini,
24,
brielli 22, Coloni 20, ecc., ecc. (1)
veramente paurosa e fa temere che i Tribunali di guerra abbiano sparso copiosamente seme di odio ed è un giornale conservatore, cui non sfugge la ;
che
pensare
a
realtà,
condanne degli uomini Milano ha avuto tutto
le
politici e dei giornalisti di il
una vendetta più che
carattere di
un severo
di
Agosto 1898). Se la vendetta e l'odio seminati possano produrre la pace o l'amore non so; auguriamoci che atto di giustizia. {Mattino 19
l'avvenire sia migliore di
quello intravvisto e
te-
muto. Per ora concludiamo col senatore e colonnello Siani coi Tribunali di guerra si sono avute con:
danne
feroci; feroci sino al ridicolo !
Corriere della Sera (N. 127 del 1898) con pro-
(1) Il
fetica incoscienza scriveva,
cessi
prima che inoominoiassero
pre-
:
«
Alessandro
Manzoni,
San Fedele, pareva guardasse mesta
e dicesse:
E
mia morte?
E cambia
il
chi guardava
li
minuto
il
:
«
modo che
i
con aria
Milanesi
hanno
venticinquesimo anniversario della
Manzoni, pensava che
aveva già circostanze
cosa;
perchè
i
descritti nel suo ;
conosciuto dice quello che
Kenzo
piedestallo a
tutto quel tramestìo
»
e più è la stessa
giorni egli
dall'alto del suo
in questo
pensato di commemorare
più
i
il
mondo più
subbugli di
questi
romanzo, sino nelle
perchè di ogni arrestato un po' il
Si sa di sicuro che
mercante bergamasco diceva le lettei'e
son rimaste in
di
mano
della giustirda^ e che c'è descritta tutta la cabala; e si dice
che ri anderà di rìie%%o molta gente
Oh!
se c'è
»
andata di mezzo molta gente!
Benzo Tramaglino impallidiscono
I
tempi
rispetto a quelli nostri.
di
NAPOLEONE COLAJANNI
150
L'illegittimità delle accuse, la
dei giudici --
il
elei
Tribunali militari,
mancanza tutto
basi
le
della difesa, l'ignoranza
coronato da questa ferocia
come e perchè movimento in favore dell'amnistia si accentui e divenga una valanga irresistibile cbe schiaccierà coloro che vogliono arrestarla valanga a cui hanno
sino al ridicolo nelle pene, spiegano il
:
portato
il
loro contributo tutti
classi sociali.
E
si
i
partiti
vuole l'amnistia,
nel
e
tutte
senso
giustizia riparatrice, perchè nei condannati
si
le
di
rico-
—
né noscono delle vittime, non dei delinquenti Di grazia^, politici, né comuni. di perdono hanno bisogno soltanto i giudici.
X.
LA CONDANNA DELLE IDEE
Avvenne bunali Militari
innanzi ai Tri-
processi svoltisi
dei
ciò eh' era
avvenuto pei tumulti
;
l'attenzione del pubblico concentrossi a Milano.
Quasi tutte
le
udienze del Tribunale di guerra
consacrate ai tumultuanti di Maggio ebbero la loro speciale importanza in quanto che somministrarono gli
elementi migliori
vera dei moti
desume chiara
pel retto giudizio suir indole
la sintesi sui vari elementi, poi, si
;
completa dei due processi dei giornalisti e dei deputati^ come vennero denominati. La qualitĂ degli accusati e la natura dei reati e
che vennero loro imputati spiegano
il
fenomeno
e
danno ragione del vivo interesse col quale gĂŹ' italiani ne seguirono lo svolgimento. Allora venne in discussione esplicitamente
Ă&#x2C6; della
chiaro
:
se
si
il
complotto.
fosse provato che le
primavera del 1898 furono
la.
sommosse
conseguenza
della preesistente organizzazione e della decisa de-
terminazione di un partito per provocarli e riuscire
NAPOLEONE COL A JANNI
152
ad una rivoluzione^ la gravità delle prime sarebbe stata enorme ed avrebbe potuto giustificare sino ad un certo punto T allarme delle classi dirigenti e dei conservatori e T azione spiegata dal, governo. Ma la dimostrazione mancò completamente. Nei moti del mezzogiorno non si tentò neppure tanto di accennare alla esistenza di un complotto essi furono improvvisi, disordinati, apolitici. Se ne parla in Toscana. Ma a Firenze dove avrebbe dovuto farsi più palese, il complotto fa escluso quando più la paura spingeva alle esagerazioDi, anche sindair organo massimo dei conservatori dalla cere Nazione. L'importanza e la natura reale dei tumulti, quando più viva era l' impressione dai medesimi può dedursi dai seguenti brani suscitata che « Dopo il giorno 6 Maggio, tolgo da quel giornale « non una mosca venne molestata nessun disordine ,
:
,
,
,
:
;
mura
nemmeno
«
fu segnalato dentro le
«
nel giorno sei nessun disordine sarebbe accaduto...
«se «
« si
non
;
sarebbero certo prodotti
si
e
modo... Questi fatti
operato in altro
si fosse
dolorosi
cittadine
era esagerato Vallarme con
se^
mentre
ingiunzione
di
dopo aver fatto uscire
la
la
«
chiudere
« «
truppa , quando meno ve n' era bisogno y non si fosse abbandonata la Piazza Vittorio Emanuele,,
«
lasciando rinchiusi^ poco lontani^ interi battaglioni
«
di truppa ».
«
calzava
«
avvenuti. Giornali esteri e
botteghe
le
e
Maggio che rinpanico fu superiore ai fatti
Così la Nazione del giorno 7 il
9
:
«
« di certe regioni,
Il
ronza a Firenze^ diffondono
«
—
è
sopratutto
i
giornali
che hanno interesse a far concor-
«
Ed
,
,
le notizie
obbligo delle autorità
il
più esagerate.
farle smentire ».
LA CONDANNA DELLE IDEE Ci fu tan.to
per
i
153
complotto, che l'avvocato Fiscale^
il
il
mas-
nel processo di Figline, che fu seguito,
come
caporioni arrestati a Firenze, chiese
simo di un anno*.
E
condanne la stessa sappiamo, sentenza ammette V influenza della propaganda dei ma esclude V associazione a departiti sovversivi dalle
più
severe
,
,
linquere ed
complotto.
il
Per Milano
siccome nei tumulti
,
l'azione determinante
potè sorgere
del
escludevasi
disagio economico
spontaneo e sincero
il
,
così
sospetto della
cospirazione e dei motivi politici tanto nella stampa locale quanto in quella del resto
del regno.
Il
so-
spetto divenne certezza per gli organi conservatori
e reazionari.
Corriere della Sera, in
Il
domani « pane
dei fatti del 7 scriveva
prima pagina, «
:
all'in-
La questione del non vi
è passata in seconda linea, anzi qui
«
fu mai. Essa servì di pretesto
per ispingere
agli organizzatori
«
dei disordini
«
operai mal consigliati, donne^ ragazzi ad eccessi
«
che a Milano non
« sibili
».
Meglio
si
giovani
sarebbero
informato
e
incoscienti,
mai creduti pospiù equanime,
il
cronista in seconda
pagina spiega e corregge, ed augurandosi che i rivoltosi dalle misure prese vengano distolti da nuovi pazzi tentativi, soggiunge « Ce lo fa sperare la mancanza di direzione e di :
«
organizzazione nella sommossa. I conflitti avvenuti
« ieri
*
non indicano da parte dei tumultuanti, nessun
Per
renze del
la verità.
Comm.
=***
Appunti
sullo
Stato
di assedio a
Fi-
Firenze - Settembre 1898, pag. 75,
NAPOLEONE COLAJlNNI
164
Le
disegno prestahilito.
«
« visate
senza
harricate furono iniprov-
concetto
ìin
bandonate
«
revolvers,
«
ùi possesso degli assalitori
« « « « 't
e
furono
ah-
senza essere difese. Salvo pochi non si videro armi da fuoco
«
Le
« esplosive.
tattico
(?)
Né
si
videro materie
avvennero alla spiccio-
colluttazioni
Non si nominano capi che dirigono la sommossa. Non si vedono proclami che diano una direttiva al movimento. Non si ode an grido lata ....
che abbia un significato qualunque e che accenni ad una nieta ». (N. 125). Questa la verità che non
teme smentita.
Cè
voluto tutto r accecamento partigiano della Perseve-
movimento del 7 ebbe rivoluzionario spiccato. La sommossa
ranza per affermare « «
«
«
un
carattere
« Il
:
scoppiò in vari punti della città simultaneamente.
I fatti si svolsero facendo credere ad un grandioso piano prestabilito di rivoluzione,
di saccheggio, di devastazione ». (Numero del giorno 8 Maggio). E il giorno 9 insiste accusando i repubblicani come autori principali, «
che trascinarono pete
il
giorno
dettagli,
i
12
socialisti.
—
quando essa
breccia dei
E
la stolta
quando erano
accusa
noti
ri-
tutti
i
stessa sentivasi umiliata della
Cappuccini
!
—
parlando
dell'
accordo
dei repubblicani cogli anarchici, colFimbeccata che i
rivoltosi ricevevano dalla vicina Svizzera, in cui
risiedeva
la
del partito
mente
(?),
direttrice (?), lo
stato
maggiore
del complotto ordito dai repubblicani
e secondato dai
socialisti
senza entusiasmo
,
della
distribuzione di rivoltelle fatta dai repubblicani, ecc.,
E tutte queste menzogne le dava come notizie precise ricevute da fonte attendibile circa la preecc.
LA CONDANNA DELLE IDEE l?arazione
e
V organizzazione della
155
che tro-
rivolta,
veranno la conferma nelle risultanze del procedimento penale .... (1). In questa criminosa aberrazione, la Perseveranza ebbe complici la Questura e 1' accusa. L' identità assoluta del linguaggio autorizza ad ammettere che gli articoli
del giornale
conservatore
i
,
rapporti
del Questore Minozzi e degli altri delegati, gli atti di accusa
le
Avvocati
requisitorie degli
e
fiscali
il
rapporto Bava Beccaris abbiano la stessa origine.
A
tutti
le
la
flissero
risultanze del procedimento
più
clamorosa smentita,
gnosa umiliazione.
penale
più vergo-
la
Tribunale di guerra,
Il
escluse esplicitamente
il
complotto
in-
infatti,
entrambi
in
i
processi.
E
per quanto
quei giudici
siano
si
mostrati
sempre, ingiustificatamente severi, il complotto non avrebbero potuto ammetterlo senza coprirsi di disonore. Non potevano e non dovevano prestar fede al complotto di casa Ceretti non a quello presso ;
la redazione dell' Italia del il
Popolo
—
dove sedeva
Comitato pro-repubblica che comprendeva
narchico Val en tini
;
—
non
all'
il
antico accordo tra
repubblicani, socialisti e anarchici, smentito da serie
interminabile di
avrebbe
(1)
lotte e
il
cui
fatto ritornare anti-socialista
Ya
rilevato
con
particolarità
Perseveraìiza, perchè esso rispecchia
il
del partito conservatore lombardo, che
mo-
il
solo
una
sospetto
Edmondo De linguaggio
pensiero
dfilla
ha in mano
della
frazione il
Muni-
cipio di Milano ed altre importanti istituzioni locali e che, pur troppo! esercitò poderosa influenza sulle dissennate misure del governo centrale. .
NAPOLEONE COLAJANNI
156
Né potevano prendere
Amicis.
anarchico
di carta
dell'
scritto...
Evviva
sul serio la bandiera.
Callegari
quale
sulla
.
era
la repubblica!
Meno ancora
un
contraddizioni di
le
disgraziato
Avvocato fiscale Torre che pei fatti del 6 Maggio, mentre afferma V organizzazione di un vero e proprio moto rivoluzionario negli accusati non trova che ,
,
fannulloni,
i
quali
si
sono messi nella dimostrazione
per fare del chiasso : fannulloni ai quali fa regalare sette anni di reclusione È innegabile il Tribunale di guerra, escludendo il complotto, più che fare atto di giustizia, provvide !
:
alla propria dignità (1),
(1)È bene ohe
si
abbia un'idea dei reati attribuiti dalla
questura nei suoi rapporti e nelle deposizioni dei suoi rap-
prove
presentanti e delle contro
socialisti.
i
addotte
contro
i
repubblicani e
Nel rapporto della Questura
ascrive a
si
colpa del partito repubblicano la chiesta abolizione del dazio sulle farine e la
Czar se capiti tra
diminuzione le
secondo la Questura leratezze
:
fece
delle spese mililati...
unghie del Questore Minozzi il
partito socialista
propaganda,
(Povero
Sempre
commise queste
scel-
ricevette aiuto dallo straniero...
negli scioperi organizzò associazioni... di e
!)
arti
mestieri
e
leghe di resistenza., portò suoi candidati anche nei collegi
nei quali non avevano probabilità di riuscire.... Alla licioff
—
questa iniqua che
volle
sfuggire
la
Kou-
galera
russa
—
rim-
reclusione italiana
per assaporare
le delizie della
proverarono
conferenze sul miglioramento igienico ed eco-
nomico
le
delle donne. Tutti questi reati e queste
si
prove furono
trasportati di sana pianta negli atti di accusa e nelle requisitorie dell'avvocato fiscale
che
il
21 Giugno affermava a t'ere
raggiunta la prova di una organizzazione solida bell'atto di accusa contro
i
giornalisti^
il
e
completa.
Bacci^ che non trovò
LA CONDANNA DELLE IDÉE
157
Sfumato questo umoristico complotto clic non ebbe capi, armi, programma, nò bandiera, e mancata completamente la dimostrazione della partecipazione ;,
ai
tumulti dei
giornalisti
e dei deputati
non
_,
si
comprendere per quale titolo vennero condannati. I. motivi della condanna sfuggono ad ogni ricerca ond'è che l' onor. Barzilai afferma essere entrato nell'aula dei Tribunali di guerra il simboriesce assolutamente a essi
;
lismo ibseniano
,
che fa scorgere in Turati
,
in
De
Andreis, negli altri accusati^ dei simboli^ delle personificazioni dei partiti ribelli. Altri rici
i
reati
processi
attribuiti
agli
chiama metafo-
accusati
allegorici
e
i
nei quali, con fantasia ariostesca, ai verbi
;
parlare, dire, scriveì^e, professare... accompagnati ora
da una ed ora da un' altra espressione avverbiale, come palliare con sarcasmo, parlare in modo sospetto,
modo
di far
stata scelta
condannare
come centro
il
Barattieri, affermò che
posiuone geografica poteva più facilmente nente del regno onde impedire l'arrivo
perchè quivi più sollecito sarebbe stato
parato ed organizzato Isvizzera. Disse che
i
Milano era
della rivoluzione poiché per la sua
dei
fuorusciti
tumulti furono
altra
di il
rima-
truppa....
soccorso già ptx-
italiani
fatti
centri allo scopo di attrarvi le truppe,
isolarsi dal
residenti in
sorgere nei piccoli
sguarnire
le
città e
un colpo di mano. Concludeva che kctU i moti d'ItaLa non furono che la conseguenza di una lunga jDreparazione diretta
tentarvi
airunico scopo di mutare temerarie
affermazioni
gli
ordini politico-sociali.... Questo
che fruttarono secoli
di galera,
non
meritano l'onore della discussione. Fanno fede della ignoranza
fenomenale degli avvocati
fiscali.
Oh
!
se
aveva ragione
il
senatore Slacci ad invocare la riforma dei Tribunali militari
Ciò s'impone nell'interesse dello stesso esercito.
I
NAPOLEONE COLA JANNI
158
IJrofessare apertamente delle idee, scrivere articoli sui
—
giornali
mia
attribuisce
si
criminosa, quasi clie le parole in bombe,
possano tramutare
Si sa, però,
!
che non furono allegoriche o me-
condanne bene aggiungere
taforiche le
!
nel ricorso in la capacità
si
efficienza
discorsi in tumulti, le idee e gli articoli
i
in corpi armati, ecc.
E
speciale
—
e lo rilevò l'Impallomeni
—
Cassazione
che per Turati, oltre
— non quella di Chauvet —
a delinquere
tramutata con un giuoco di
riconosciuta in tutti e
come notò
bussolotti in reato commesso,
il
Barzilai,
c'era qualche cosa di più concreto, ehe accennava
ad un in
fatto
egli
:
modo non
il
giorno
sei
raccomandò
giudicato ortodosso
vocato Cavalla in
modo da
;
la
calma
e parlò coir av-
potere essere sentito dai
rivoltosi....
Ben
gli
esporre
la
stia la
vita per
condanna Perchè andare ad raccomandare la calma ? Se !
qualche parola non fu ortodossa però, il Tribunale riconobbe che le intenzioni erano corrette disse :
esplicitamente, infatti, che blicani,
i
Non
tmnulti non
i
capi socialisti e repub-
volevano.
li
insistendo più oltre su queste sentenze del
Tribunale di Milano
,
i
cui
considerando
Barzilai
chiama degni della Papuasia e smettendo ogni ironia, si può riassumere l'opera tutta di questa magistratura eccezionale, non consentita dallo Statuto, in questo giudizio essa non ebbe che uno scopo la persecuzione e la condanna del pensiero, delle idee, della legittima e pacifica propaganda. Che sia stato questo il fermissimo proponimento dei Tribunali Militari appare chiaro, lampante dalla li
,
:
:
LA CONDANKA DELLE IDEE motivazione
sentenza
della
contro
159
giornalisti
i
:
V opera eli Chiesi e di Romiissi repubblicano il primo e radicale il secondo, nella quale sì manten«
,
nero sino alla soppressione tuisce
fatto
il
dei loro giornali
materiale
(?)
costi-
,
diretto a suscitare la
guerra civile, sebbene, ciò non fosse in quel momento da essi desiderato e sia avvenuto per causa indipendente dalla loro volontà ».
(1)
motivi generici e specilìci di responsabilità di Turati e di De Andreis sono identici s'imputano I
:
all'uno gli articoli ecc.
;
del 1898,
V Inno dei lavoratori^
e all'altro le opinioni repubblicane, la costitu-
zione di circoli e
[1]
i
La prova
discorsi repubblicani...
Carlo Romussi, dal cellulare di Milano,
il
22 Agosto
1898 diresse una nobile lettera aìV Associazione fra nalisti lombardi e ponevale questi tre quesiti
gior-
i
:
1.
Se
può chiamare responsabile un giornale ed
si
suo direttore di si
stampa 2.
di di
e
fatti
che
il
cbe accadono nella
dove
il
il
giornale
giornale stesso sconsiglia e biasima.
— Se giuridicamente
una serie un uomo,
città
di articoli
possa prendere
si
rappresentanti
e portarlo contro di lui
dato l'ordinamento nostro per
il
complesso
opera giornalistica
come
quale
il
1'
titolo di accusa,
funziona un
procu-
ratore generale, incaricato di controllare volta per volta ogni
singola pubblicazione. 3.
—
Se non sia da chiedere
al
Parlamento che
le
ac-
cuse di reati commessi per mezzo della stampa siano in ogni
tempo
sottratte ai tribunali militari e sottoposte al giurì.
L' Associazione
hanno
risposto
giustizia,
lombarda
conformemente
delle leggi e del
ai
e
tutti
i
giornalisti
onesti
dettami dello Statuto e della
ma
buon senso;
stano e lo vittime nei reclusori d'Italia
!
le
Sentenze re-
NAPOLEONE COL A JANNI
160 delle prove,
infine, la ritrovano nelle parole,
inter-
che Turati e De Andreis pronunziarono imprudentemente, quando il loro animo era abbeverato di amarezza, quando l'indignazione avrebbe eccitato gli uomini più miti e
pretate loiolescamente
,
—
più teneri delle istituzioni ufficiale e di
!
—
alla
un avvocato Cavalla
,
presenza di un
die
si
fece
un
merito nel denunziarle.
Questa persecuzione e condanna del pensiero delle idee
,
della
intendimenti
propaganda
dei Tribunali
perfettamente colla
,
pacifica eh' era negli
guerra
di
,
corrente psicologica
armonizza degli
av-
vocati fiscali e delle Regie questure. Queste ultime
trovarono un'aggravante nella stessa temperanza del
perchè con questa temperanza, disse un testimonio poliziotto, riusciva meglio a fare breccia
Secolo
;
negli animi
(2)
mentre
il
buona a Don Albertario
Tribunale non può menar
la fine ironia
adoperata nei
suoi articoli....
In una nota precedente e in altre pagine furono dalle que-
rilevate le accuse sbalorditorie scagliate
sture del regno agli
sempre
imputati, nelle quali
di opuscoli^ di discorsi
incriminati per lo passato si
rimprovera
al
De
—
sovversivi
si
—
parla
mai
più specificatamente
Cicco in Napoli di ricevere e
leggere riviste e giornali repubblicani e socialisti nei certificati rilasciati dalle autorità la
morale buona,
ma
si
cattiva la condotta politica
l'avvocato fiscale recede dell'accusa contro tari benché
(2) Il stri
;
repubblicano
;
il
;
rileva spesso ;
Zavat-
rapporto della questura
Secolo in dodici anni ebbe in tutto dodici seque-
e furono gli anni della reazione.
LA CONDANNA DELLE IDEE
161
per Valera confessa che non fu possibile aver dati positivi per credere che esso abbia preso p)arte attiva
ma viene condannato lo stesso Ma perchè cercare elementi ed
ai tumulti (pag". 217)
per
le
indizi
sue opinioni.
per assodare questa
persecuzione contro
E
il
determinata e voluta
pensiero?
colonnello Parvopassu, che
—
sapendo di non avere fatti a disposizione per condannare in uno scatto imprudente, volto a Turati esclama; .
le
il
—
vostre idee sono criminose!
Tanto criminose,
che non
gli
consente quella
libertà di esporle che il Tribunale Militare di Palermo concesse nel 1894 a De Felice e Barbato... Chi può negare il progresso compiuto in quattro anni ? In Italia non si cammina, si galoppa sulla
via della reazione...
Dichiarare criminose siero
;
ganda.
condannare . .
Ma
!
la
le idee;
pacifica
processare
e legittima
il
pen-
propa-
per impedire tutto ciò che ritenevasi
mostruoso, per acquistare la libertà delle idee, del pensiero, della propaganda^ migliaia di
martiri la-
sciarono la testa sul patibolo o gemettero per anni
ed anni nelle galere del Piemonte, dell'Austria, del Papa, del Borbone: per conquistare tanta libertà,
r Italia
fece cento insurrezioni e
parecchie sangui-
nose rivoluzioni che costarono la vita a migliaia dei suoi figli Il
!
gretto e prosaico materialismo contemporaneo
con una sdegnosa scrollatina di spalle indicante il nessun conto in cui devono tenersi questi ricordi oramai troppo risponde a queste evocazioni liriche
antichi, stantii.
11
NAPOLEONE COLAJANNI
162
Ebbene, questa incoercibilità del pensiero, questa della
legittimità
favore
propaganda
delle
hanno in
idee
porola indiscutibilmente autorevole di
la
un contemporaneo di Giuseppe Zanardelli, in nome del cui Codice Penale si processa e si condanna (1). Se Zanardelli appare un dottrinario liberale, si :
rievochi la
un conservatore autoritario, Spaventa, che non solo la libertà
memoria
quella di Silvio
di
delle idee voleva piena
ma
ed intera,
anche quella
di riunione e di associazione (2).
Ad
ogni
modo
confortiamoci.
razioni di Tribunali^
serma ignorano scienza
il
i
diritto
la
,
la storia, la
correttivo
il
Corte di Cassazione
le
aber-
cui giudici educati nella ca-
diritto,,
sociale, c'è
Contro
di
:
—
Roma
politica, la
c'è la
suprema
la cittadella del
magistratura istituita per mantenere
esatta osservanza delle leggi
(1) Gli Italiani
la
(3).
immgmori leggano
delli in risposta alla interpellanza
i
discorsi
di
Zanar-
Nicotera in maggio
sul permesso congresso repubblicano riunito
al
1878
Ar-
Teatro
gentina.
Discorso letto la sera del 7 Maggio 1880 nella sala
(2)
dell'
Associazione costituzionale di Bergamo. Sulla interpretazione ed applicazione
(3j
doli'
ordinamento
portate^
giudiziar-io,
cbe contiene
le
parole su
ri-
discusse in occasione delle sentenze dei Tribunali
si
militari
di
Marcora
e
Sicilia e di
Majno
Lunigiana
nel
1894.
Gli
avvocati
ripresero splendidamente la discussione nel
ricorso presentato alla Corte di Cassazione di di Chiesi,
122
dell'art.
Romussi, Valera, Koulicboff,
ecc.
Roma in
La
difesa
ripresero per
dimostrare - e vi riuscirono luminosamente - cbe la Cassazione
aveva
il
lità dello
diritto o
meglio
il
dovere d'interloquire sulla lega-
Stato di assedio e dei Tribunali miUtari; su c^uesta
LA CONDANNA DELLE IDEE è che
Vero
uno strappo
163
supremo magistrato nel 1894 dette articolo dell' ordinamento giudi-
il
allo
ziario^ che assegnavale l'altissima funzione di mantenere la esatta osservanza delle leggi, rinunziando
a conoscere delle illegalità dello Stato di assedio e ma si poteva vivere sicuri che dei Tribunali Militari ;
le
sentenze dei Tribunali militari, che colpirono le
idee, le opinioni, la
propaganda
pacifica sarebbero
avrebbero condotto alla liberazione dei cittadini ingiustamente condannati. Ci si poteva nelle contare, perchè la Cassazione nel 1894 aveva proclamato cocause Fiorenza e Molinari state annullate e
—
—
Cassazione I.
competenza,
violazione di
stituire
alla guerra civile
eccitamento
un semplice danneggiamento, un tumulto, II. il qualificare come fatti diretti ad la
guerra
in
:
qualificare
il
sindacabile
civile le
semplici
ecc. eccitare
conferenze, le
lettere,
gli articoli di giornali, ecc.
lità
ritenere in rapporto immediato di causa-
III.
il
con
gli
avvenimenti, che provocarono
di assedio, le essi
)
lo stato
conferenze (tenute anteriormente ad
nelle quali
non
si
usci dal
citamenti a semplici parole ed in
campo cui non
accordi o determinazioni per compiere
i
degli insi
presero
fatti cri-
minosi poi consumati.
questione e sulle altre innumerevoli dizioni delle sentenze di cui qui
con grande
profìtto oltre la
si
mostruosità e contrad-
discute
si
possono leggere
connata memoria a firma Marcerà
e MaJBd, le altre d'Impallomeni, Esoobedo,
Orzi,
Sacchi in
difesa di molti conda^nati dai Tribunali militari del 1898.
NAPOLEONE COL A JANNI
164
Non
è chiaro
massime riconosciute condanna dei giorna-
che colle
dalla Cassazione nel 1894 la
e dei deputati nel 1898 è ingiusta
listi
È
sata ? utile
nel
e sarà cas-
come la luce del sole ma non è momento storico che attraversiamo e la chiaro
'
;
Cassazione mettendosi in armonia coi tempi e cogli
uomini che ci governano, ripudia le massime solennemente promulgate e conferma la sentenza contro la libertà
pensiero
del
e contro la
legittimità
della
propaganda (1). Da questa minima capitis diminutio alla massima che si ebbe nel 1894, la decollazione della giustizia è compiuta (2) !
Commentando quest'ultima sentenza della Suprema Corte di Cassazione di Roma^ un giornale amaramente conclude
(1)
La stampa
:
tempo (Settemare 1898)
liberale a suo
si
scandalizzò della promozione accordata al consigliere Nazzari
che era stato relatore in Cassazione contro Milano.
La stampa ebbe
torto; c'erano
nella brillante carriera del Tondi,
uno
i
condannati
i
di
buoni precedenti
dei giudici che con-
dannarono Lobbia. (2)
U indole
e la
tono di entrare in
mole
di questo scritto
considerazioni
della Cassazione che respinse
Tribunali militari.
Ne
fece
i
una
non mi permet-
giuridiche sulla
ricorsi critica
dei dotta,
sentenza
condannati seria,
dai
elevata
Majno {Rivista popolare, Anno IV, N.7). EileTO qui soltanto che la Cassazione di Koma ha osato comil
Prof. Luigi
pletare in fatto le sentenze del Tribunale di guerra, dicendo
essa ciò che ^\yq
—
il
Tribunale di guerra ebbe
e cioè che Chiesi,
Eomussi
e gli
la
multi. Il Tribunale disse esplicitamente che I
oommenti su questa enormità sarebbero
onestà
di
non
altri vollero i tu-
non
li
superflui.
vollero
!
165
LA CONDANNA DELLE IDEE
A
«
noi pare che
giudici della Corte abbiano
i
per parte d'ogni buon patriota. Essi hanno conferito valore al con-
opera meritevole di elogio
fatto
cetto unitario ». «
L'unità politica fu conseguita nel 70.
«
L'unità morale è posteriore
mini
di
Crispi
;
è
dovuta a uo-
grande pregio, non ultimi il Depretis, i settentrionali passarono e il Rudinì ;
meridionali
contagio
il
insegnarono a energia {vulgo questa via
si
quelli
delle speculazioni;
modo
il
violenza)
di
ebbe l'unità. Ora
si
questi
con
reprimere
tumulti delle
i
il
ai
folle
per
:
aggiunge, terza^
l'unità della giustizia.
Alcuni
«
(i
sobillatori
non mancano mai) andala giustizia militare, una
vano bucinando che, oltre ve ne fosse, detta^ non si sa perchè, civile. Tentavano portare una divisione nel campo della giustizia una specie di lotta di classe con annesso eccita:
mento, «
ecc., ecc.
Ma
i
giudici della
siero altamente
Corte suprema, con pen-
patriottico,
han voluto
significare
con la sentenza d'oggi che la giustizia in Italia è unica ed uniforme. Gli antichi dettar on la massima cedant arma togae ; massima da baggei noi Siam gente moderna, e noi non ci sappiam figurare la giustizia se non armata di spada. « Concludendo, l'Italia ora può dirsi compiuta. Ha l'unità politica, l'unità morale e l'unità giuridico-militare. Non è ancor perfetta l'unità tributaria, troppe essendo le disuguaglianze tra cittadino e cittadino ma per la perequazione della miseria sta provvedendo alacremente l'agente delle tasse ». :
;
:
NAPOLÈOKE COL A JANNI
ir>6
In questa conclusione sull'unità gìuridico-militare ragg-iunta, c'è da fare
una correzione:
essa
non
pur troppo e più antica Le pietre miliari della decadenza della Magidal stratura cosidetta civile sono innumerevoli processo Lobbia al processo Tanlongo dalla impudata dal 1898
!
;
:
;
assicurata
nità
grandi ladri delle ferrovie
ai
quella accordata
agli
di
Frezzi
,
di
Do-
di Siculiana. Questa magistra^
di Castellano,
nati,
assassini
a
che non ebbe viscere per trovare un responsabile della catastrofe della miniera VirdilioMintinella e per assegnare un misero compenso alle desolate famiglie degli ottanta minatori che vi latura
civile^
sciarono la vita
modo
di colpire
;
i
questa magistratura, che non trova ministri delinquenti questa magi;
stratura che delicatamente avverte quisizioni da fare se chici
(1)
—
;
sua
la
!
presunti
severità
rei....
tutta
per
la
delle per-
sono monar-
magistratura
questa
umana, trova
sopratutto tutta
oh
i
prima
sua
civile
e
,
energia e
processare e punire
i
essa prorubarono per fame eessa e condanna in Torino Margherita Giustetto disgraziati
(1)
Ieri
:
il
sostituto procuratore del re cav. Berteli,
dice d'issruzione avv. Sigliieri e alcuni
sicurezza
si
agenti
di
il
Nessun documento fu sequestrato.
giu-
pubblica
recarono alla sede dell'Associazione liberale
narchica e fecero una perquisizione che durò <
e riproduco
:
Trascrivo dal Messaggero la notizia seguente mandata
da Livorno «
:
Leggo nel Don Ghiseiotte del 5 ottobre
integralmente «
che
,
mo-
pili di Ire ore.
LA COXÌDAXNA DELLE IDEE per
essersi impossessata^
cMlogramma
per trarne
167
profitto^ di
un
frumento del valore di centesimi venti... processa e condanna in Roma un ragazzo a quattro mesi di reclusione per avere rubato quattro di
grappoli di uva
«
/ (1)
Notate bene che da
giorni
tre
Mo^
Consiglio della
il
narchica era stato avvisato dalla autorità che
i
locali delia
società dovevano essere 'perquisiti. «
Per conto mio non aggiungo
nulla^
essa
E
presta a curiose osservazioni.
si
pale di tutte:
—
E
neppure
Ma
ferma della notizia, che non posso dare.
è certo
prima,
con-
la
che
oosìl
anzi princi-
vero che una perquisizione
si
è
com-
piuta previo avviso di tre giorni?
Questi due
(1)
a
Don
notare
di
stranamente perquisita era
la provincia livornese
nel
meno
Poi non posso a
«
così
fa
quell'associazione
:
fucina del
crispismo
fatti di
cronaca vengono
riferiti
da
Vamba
Chisciotte (189S N. 248). Casi simili e pivi dolorosi sono
mia conoscenza personale.
Della
decadenza e corruzione
mi sono occupato in Corruzione Banche e Parlamento. Milano 1893;
della Magistratura italiana politica. Catania 1888;
:
Oli avvenimenti di Sicilia Palermo 1895.
Ho
numerosi
appartenenti
classi
colini, il
autorevoli di uomini
e giudizi
più
politica.
per
»
elevate e più colte,
I giudizi degli
che
vivono
ex ministri Eala
e
riportato fatti
al difuori
alle
della
Santa Maria Ni-
Daneo e del prof. Mortara eliminarono mio pessimismo possa essere suggerito
gli articoli di
sospetto
che
il
da passione di parte. Se qualche dubbio rimanesse ancora, legga la relazione
dell'ex ministro Costa sul
processo
si
Tan-
ingenue dichiarazioni dell'ex ministro Calenda dei
longo e
le
Tavani
nella
Camera
dei Deputati a proposito
Giolitti: suscitarono tale indignazione,
del processo
che Villa, Presidente
della Camera, gli tolse la parola e sospese la seduta.
NAPOLEONE COLA JANNI
168
Questa magistratura
ha voluto mostrarsi
civile
SiWaltezza della giustizia militare in
un momento
di aberrazione
perciò essa, che
;
aveva assolto in Tri-
bunale Barbato, lo condanna nella Corte di Appello di Palermo. E perchè da un estremo all' altro del
Regno r unità
completa e incrollabile, la Corte di Appello di Milano respinge il ricorso dei contumaci facendo fare un passo tanto gigantesco al sia
giure, da espellerlo dalle aule
affermando
le
possono venire modificate
dicano gl'italiani se non è
zione del deputato Lucchini,
Roma,
sazione di compromessa
zieschi
in
ordine
u-ffici
Non
o
»
membro della Casmagistratura
meno in
polilici
discorso
legge, delle istituzioni e dei
e di autorità.
egli dice,
più
!
santa l'indigna-
che vede la
e che nei giudizi
rovina della
alla giustizia
sentenze essendo state pronun-
esempio non
ziate per
E
che
«
sacre
e
poli-
scorge
la
principi di
Della libertà non parla perchè,
non conta più nulla!
(1)
pel desiderio di chiudere
questa -dolorosa
per amore
narrazione con delle frasi sensazionali,
alla
da cui rifuggo, adunque, ma perchè poeta corrispondono rigorosamente realtà dei fatti, torno a ripetere con Rapisardi
che
«
di rettoricume le
parole
del
passa terribile per la notte
cui sghignazza la turba «
C'ha
Che
al
il
;
la giustizia, di
»
e passa la giustizia
cervel nella borsa e l'anima nelFepa,
boia dice
:
salve
;
ed al povero
:
crepa
Ch'erto sul banco traffica l'opra, le forze,
il
;
sangue,
L'onor d'una cenciosa plebe che stenta e langue,
(1)
Mario Eapisardi:
N. Giannetti
p.
Giustizia.
Versi. Catania 1892
5.
ì
LA CONDANNA DELLE IDEE
E
scannando se stessa
i
suoi tiranni impolpa,
D'un formicaio umano, cui la miseria è La sventura destino, il lamento delitto.
Un
169
colpa.
patibol la vita ove Dio l'ha conflitto,
L'eiTor pane dell'anima,
La speranza una
un
tranello l'inferno
frode, la giustizia
uno
scorno... »
perchè sente imminente l'arrivo di un altra giustizia che vince, passa, impugnando la scure di acciaio, squassando la face Il
poeta
si
rinfranca
«
E
«
Grida con bronzea voce di mille tuoni:
È
dal
sommo d'un monte,
l'ora?
Lo pensa,
lo
dritta in faccia all'aurea
È
spera forse,
l'ora! il
bisogna lasciargli questa illusione.
(1)
Rivista penale, Settembre 3898, p. 300.
(1)
vate
;
e
XI.
LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI
I g^iudici più ]ienevoli i
cittadini
che non
dei governanti italiani,
sono
complici
comunque
o
che nel-
interessati nella repressione, riconoscono
Tnltima, ancor prima che
si
tramutasse in confes-
sata reazione, vi fu eccesso di difesa. Pochi
hanno
for-
mulato questa colpa del governo italiano con tanta precisione quanto Ton. Galimberti, la cui opinione
non è sospetta perchè anche lui come vogliono essere chiamati i Egli, trattando
è
uomo
nostri monarchici.
della vera responsabilità^
riconosce
che essa sta neir eccesso della repressione cialmente a Milano, dove fu adoperato contro gli inermi. « egli
«
Contro gl'inermi
continua. Ecco la colpa
« deboli,
aver adoperato
costituzioni
«
contro gr inermi...
« inglese,
di
:
Chi
si
sa molto bene che
è
le
il il
tutti
francesi e spagnuoli, da che
«
ordine
di
si
spe-
cannone cannone !
i
governi
dettero
armi da
assimilato le
—
la
le
faoco vita
dimostrazioni
tn
NAPOLEONE OOLAJANNI
172
«
Inghilterra assumono proporzioni maggiori che da
« « « «
rimangono
Si dicono e
« noi.
dimostrazioni
infatti
governo si guarda bene dal provocare la rivoluzione adoperando le armi da fuoco. Esagerare i movimenti popolari, cambiare le dimostrazioni in tumulti, per mezzo di pacifiche solo perchè
il
tumulti in rivoluzioni per
«
agenti provocatori, e
«
mezzo
«
rivelazione d'insipienza politica
i
cannonate contro
di
Così scrive
castelli in aria, è
anche
».
saviamente e onestamente un ex non c'è da aggiungere
sottosegretario di Stato e
commette un eccesso di difesa è colpevole in diritto privato e merita una condanna anche lieve. Non può essere diversamente in politica, dove dal diritto privato, male a che questo corollario
chi
:
—
proposito,
è
stato trasportato
il
principio della le-
—
in neiranno 1898 altri tempi le cose procedevano diversamente lo vedremo ai colpevoli anziché pena toccò in sorte l'apoteosi: l'abbiamovisto. Di più: gli strumenti
gittima
difesa
In
(1).
Italia,
:
—
principali dell'eccesso di difesa,
chiamati a giudicare
(1)
vittime
militari^,
furono
!
Questa giustificazione della legittima difesa fu ac-
campata in Parlamento rista:
le
i
dall' on.
Villa.
—
pare impossibile
!
—
da un giu-
Ora Vomnes
'mitticnt vitn vi repellere,
leges omniaque jura pernon può invocarsi che contro la
aggressione presente, per respingere
\&.
violenza attuale, così
com'è detto nella parte generale del Codice penale.
Ma
si
quando giudici
riconosciuto,
militari e ministri
s'intendevano punire
La
ì
hanno
i
che
pretesi colpevoli di violenze passate ?
legittima difesa può sinanco giustificare
giammai
con
può invocarla
qual diritto la scusa della legittima difesa
Tribunali di gueiTa
!
le
cannonate
;
LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI
Era rebbero
possibile^,
stati
era
umano
supporre, che essi sa-
imparziali nella causa propria?
Intanto, per assurda ipotesi, ci sia stata
sione
sproporzione tra
che non
;
173
i
si
conceda che non
tumulti e la repres-
ci sia stato l'eccesso di difesa espli-
citamente ammesso dal Galimberti. Accettata questa ipotesi, sorg-e
gl'italiani si
il
dovere di un'altra disanima: perchè
abbandonarono
alla
sommossa?
In nome del diritto della difesa dello Stato si può ammettere che i rivoltosi, i tumultuanti siano
anche impiccati stizia,
ma
;
più che nel
nome
della
giù
-
in quello della sapienza politica e della vera
ragione di Stato, bisogna ricercare quali furono le cause che spinsero i cittadini al tumulto, o alla rivolta.
Questa indispensabile ricerca causale ha doppio interesse: 1.° assegna la vera responsabilità — mas-
mal governo resero provvede per lo avvenire uomini veramente di Stato, infatti, non si contenteranno del ristabilimento momentaneo dell'ordine materiale, ma penseranno ad eliminare le cause che provocarono i tumulti, affinchè questi non si sime in coloro, che col loro
fatale la ribellione; 2.°
:
riproducano a scadenza più o
come ha riconosciuto un alle istituzioni,
« le
mai negli uomini,
meno
lontana. Poiché,
bubblicista dei più devoti
cause delle ribellioni non sono
ma
nelle cose
;
e
ogni provve-
dimento, giudiziario o di polizia, contro
gli
uomini,
non serve a nulla, finche le cose restino dopO;, quali erano prima degli avvenimenti » (Rastignac). La causa occasionale degli ultimi dolorosi avvenimenti è nota il rincaro fortissimo del prezzo del pane. Questo fenomeno, però, non fu che la :
.
NAPOLEONE COLAJANNI
174
la quale dette fuoco
ficintilla,
alle
mine preparate
e pronte.
La causa
occasionale, del resto, in sé e da per
produrre i più gravi perturbacaro del pane fu davvero straor-
gè era bastevole a
menti; poiché dinario
:
il
arrivò a 54 centesimi
Soresina; da 60
60
a
in
il
cliilogramma
Napoli.
L'efficienza
a di
questo prezzo elevatissimo del principale alimento degli
italiani
—
alimento
quasi
esclusivo
nelle
—
potrà valutarsi al giusto masse del mezzogiorno ponendo mente a queste circostanze: 1." salari bassi; 3.° consumo del pane 2.° disoccupazione prevalente scarsissimo, anche prima del suo rincaro. Nel 1895 il consumo giornaliero del grano era in Italia di grammi 330 per abitante^ mentre elevavasi a grammi 533 in Francia (1). Figuriamoci se non si doveva trattare di vera fame nel 1898 quando il prezzo del pane venne raddoppiato Ma se il pane divenne carissimo in Italia, perchè prendersela col governo e coi municipi? Le folle furono guidate dall'intuito, che non le ingannò: le imposte dirette ed indirette di ogni genere che governo e municipi fanno gravare su di ;
!
un
quintale di pane^ rappresentano
suo prezzo
Né ed
alle
si
totale.
il
42,85 0[0 del
(Fioretti).
dica che questo abbandonarsi ai
sommosse per
(1) Giulio Fioeetti:
il
t
amulti
prezzo e per la scarsezza del
Pane^ governo
e
tasse
i?i
Italia.
Napoli, L. PieiTO, 1898. L. 2,50, pag. 67. Il Fioretti è uno dei più colti e battaglieri conservatori del mezzogiorno. riferirò spesso al
l'autore.
Mi
suo pregeyole libro limitandomi ad indicare
LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI pane^ cui
riduce nella sua più semplice e genuina
si
espressione
175
disagio economico, sia
il
ratteristica degli italiani
ca-
famosi anglo-sassoni su-
i
:
propria
biscono la stessa inflaenza ed agiscono alla
stessa
guisa degli italiani quando stanno male economica-
mente. Uno dei protagonisti del cartismo^ lo Stephens, diceva che il movimento non fa solo poli-
ma
tico,
coltello,
una
fa sopratutto
E
più di recente, celebrandosi
versario del regno di
constatava: «
—
« tici
Vittoria,
John Bull
«
ma
« fari futuri.
60.
altro
svolge
e
il
«
ha poche idee e pietà.
la
"^
anni-
scrittore
più persi-
il
principi
sempre con un occhio volto Ma quando è sazio di carne e
«
»
un
verde è
al
dei malcontenti
stente
quistìoìie di forchetta e
poli-
agli
af-
di birra,
sua soddisfazione
è
com-
(1).
Altri, riferendosi
a questi avvenimenti del 1898
esclusivi dell'Italia, giustamente osserva:
paese è assai sciagurato, è
il
solo in cui
il
nostro
fenomeni
economici comuni a tutta Europa abbiano una percussione così terribile
;
altrove, mali
come
ri-
questi
da noi divengono inprovocano alla disperazione. Una crisi economica genera subito qui una grande miseria e la miseria genera un movimento si
sopportano e
si
tollerano
:
sopportabili e intollerabili e
tumultuario e folle che lungi dal diminuire lo fa
speranza di posare sono il
il
male,
più acuto e lo aggrava di mille doppi; quale nutrire
lavoro,
(1)
i
,
di respirare, di risorgere pos-
regioni intere in cui la vita normale^
commerci sono sospesi?
»
Rose: Rise of democracy. London 1898;
p.
129.
NAPOLEONE COLAJANNI
176
Deputato Oliva nel Corriere della Sera (1898 N. 122). Poteva aggiungere che tumulti per il pane non ce ne farono almeno nelle proporCosì
il
—
zioni dell'Italia
— nemmeno
nei paesi, nei
quali,
sotto la pressione del forte rincarimento del prezzo i governi rifiutaronsi ad abolire dei cereali anche temporaneamente, il dazio doganale sui me,
,
desimi.
La ragione per cui una crisi economica coa tutta TEuropa produce soltanto in Italia
mune
che non produce altrove, è chiara, evidente e nota da alcuni anni: da noi questa crisi rappresenta la goccia, che fa traboccare il liquido dal effetti
una vera crisi, ma la fortissima riacutizzazione di una grave malattia cronica pree-
vaso
;
non
è
sistente.
Di una condizione economica morbosa della Italia veramente eccezionale si conoscono da tempo grindici diretti ed indiretti linquenza^ contrazione
—
analfabetismo,
consumi,
di
de-
espropriazioni
per inadempiuto pagamento d'imposte, emigrazione, ecc., ecc.
—
verno e delle nostre tenuto conto degli bili^
uomini
e fa cecità dei nostri classi dirigenti
ammonimenti
che venivano fuori da
statistiche ufficiali del
tutte
il
go-
di
non avere
severi ed inesora-
pubblicazioni
le
Comm. Bodio
e dei loro illu-
stratori.
Non
c'era bisogno di
Sicilia del 1893-94,
attendere
né quelli del resto
i
tumulti d'Italia,
di
per
prevedere che ogni ulteriore aggravamento del diogni altro accidente sagio economico esistente
—
che presso popoli in condizioni normali
sarebbe,
passato inosservato, fra noi avrebbe prodotto
con-]
LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI
ìli
seguenze gravi, che all'osservatore snperficìalc sarebbero sembrate sproporzionate alle cause (1). I fatti recenti
romani, ecc.
—
—
tumulti di Sicilia,
aprivano
gli occhi
elei
anche
Castelli
ai ciechi
;
figuriamoci a coloro che avevano scienza e coscienza delle vere condizioni
economiche
dell'Italia!
un conservatore liberale vero Marchese De Viti De Marco, nel-
Egli è così che e sincero, quale
il
l'Ottobre 1897 spiegava col generale malessere eco-
nomico quei fenomeni. E l'eminente professore dell'Università di Roma soggiungeva: « La politica « del governo va in cerca dei sobillatori'^ invece è «
dessa che crea
La miseria
i
pericoli. *
(2)
dei lavoratori era trovata eccessiva
da non trovare riscontro in Europa
e tale
in Irlanda, sin da sobillatore
!
—
agraria.
chiesta
quando Stefano
scriveva
lacini
-se
—
non
quale
prezioso Proemio alV In-
il
ad oggi
D' allora
la
situazione
specialmente pei contadini, è peggiorata.
Quale
si
era ridotta la situazione giova cono-
scerlo dalla confessione consacrata in
un documento
ufficiale
ancora più prezioso del Proemio di lacini.
Eccolo
«
:
Il
progressivo e
aumento
costante
del-
un decennio ascende all'al2,391,139, come si rileva dal pro-
l'emigrazione che in tissima cifra di
spetto qui unito desunto dall'annuario statistico del
1895, la
permanenza
delle cause che
Feci questa osservazione
(1)
agli studi ed ai dati del Bodio^
Yedi
:
La
difesa nazionale e
Catania, N. Giannotta, (2)
le
sin
dal
ingenerano
1892
le
attenendomi
del Pantaleoni, del Delivet.
economie nelle spese mititari,
1892, p. 10 e 11.
Oiornale degli Economisti, Ottobre 1797.
178
NAPOLEONE COL A JANNI
manifestazioni
eli
questo fenomeno sociale, e cioè
il
malessere profondo che afflig-ge T economia nazionale, la depressione generale dell' agricoltura e dell'industria,
diale e alla
dovuta a ragioni di concorrenza mon-
mancanza
di capitali disponibili a miti
condizioni per rinsufflcienza del risparmio nazionale^
alcune popolazioni agricole,
la miseria dolorosa di la
sovrabbondanza
di
ognor
avventizi
lavoratori
crescente di fronte allo estendersi dei latifondi, alla
soppressione dei grandi lavori pubblici,
l'aumento
stesso troppo rapido della popolazione povera, sono fatti di così
gono
la
grave importanza e icb-sociale, che
esi-
più alta e profonda considerazione da parte
del governo.
»
Chi è dunque quest'altro pericoloso anarchico, meritevole del domicilio coatto, che denigra in faccia al
mondo?
sopra riportato,
comincia,
relazione al
la
infatti,
Comuni imrcdi Comera dei
disegno di legge: Costituzione dei e delle
l'Italia
Di Rudinì! Col brano
L'on.
borgate autonome^ presentato alla
Deeutati nella seduta del 13 Aprile 1897.... Potrei centuplicare le citazioni delle previsioni e dei giudizi analoghi al
messi di annoiare
;
zione di riprodurre
precedente,
ma non
di
un
lungamente l'autunno
te-
discorso ispirato
pronunziato da Giustino Fortunato «
non
so resistere alla tenta-
un brano
religiosa attenzione della
se
Camera: scorso,
in «
mezzo
alla
Io sono stato
diceva
il
rappre-
un angolo remoto
del
«
sentante della Basilicata, in
«
nostro Appennino, ove ho molto guardato intorno,
«
molto osservato, molto ascoltato in tutte le classi sociali; ci sono tornato durante il periodo elet-
«
« torale,
e a
me
corre l'obbligo
di
dirvi
che
noi
LE CALtsÉ ECONOMICHE DEI TUMULTI
17§
«
dormiamo sopra un vulcano
«
terra nell'Italia meridionale, che nulla sanno di
«
repubblica,
essere
« di
lavoratori
I
!
della
né di socialismo non hanno bisogno agitati
propaganda
dalla
dei
partiti
«
estremi perchè
«
sospinti alla disperazione per conto loro ^
«
ratori della terra tacciono laggiù, perchè credono
essi
sono già abbastanza agitati
«
un ordine
«
quella dell'esattore, la cui
« tarla
« « « «
lavo-
i
essere ancora deboli, ancora impotenti contro
« di
«
e
funzione principale è
politico, la cui
rasenta
il
organizzazione tribu-
regime della confisca.
Ma c'è nel-
annunzia e precede gli uragani, qualcosa, non so, come una tempesta sorda di odii e di rancori, che non può, a quanti aborrono, come io ne abborro, dalla violenza e dcdla lotta di classe, non farci paventare Varia qualche cosa di quell'afa che
« e
prevenire
il
pericolo. Il
disagio economico;
«
questa è la vera debolezza d'Italia; questa la sola
«
forza dei suoi nemici.
« è così
sdegnare
«
fìnanco gli avvisi
»
(1).
Discorso suir Ordinamento delVesercito del 4 maggio
1897.
Da
prima
e
parte
mia
ripetute volte,
dopo di Griustino Fortunato
lamento e fuori
—
;
tumulti predissero
il
—
alla
noia,
Era tanto
—
ripetei
nel Par-
le stesse cose
in Die Zeit del 12 Febbraio
del regno d'Italia. Così
Sera
sino
più esplicitamente
Socialiste dell'Aprile 1898. i
non
ma
solo rifiutare gli avvertimenti,
(1)
politica
io credo,
non
oh.e
la scienza
miseramente superba, che debba,
«
farlo
E
ed era facilissimo
i898
e
nella
facile fare
pare impossibile!
almeno telegrafava
—
Revue
da profeta, i
prefetti
al Corriere della
deputato Torraca nel Grennaio del 18 98.
Ì^APOLEONE COLAJANNÌ
iàÓ
Nelle parole di Giustino Fortunato che furono
materialmente ascoltate con attenzione ed anche ma con emozione, c'è qualche cosa di fatidico ;
le
parole non
si
tradussero in quella forza affettiva,
che conduce all'azione quelle pronunziate da
ed ebbero egual sorte di me il 31 Gennaio 1893 al-
;
l'indomani della strage di Caltavuturo. discorso del Deputato di Melfi è del
Il
Maggio
non era prevedibile la crisi eccezionale del pane, quando non erano scoppiati i moti dei Castelli Romani e meno ancora erano alle viste quelli delle Marche (Ancona^ Sinigaglia. Macerata, ecc.) ma non c'era bisogno di questi ultimi svegliarini per sentire ch'era tempo 1897,
quando non era sopraggiunta
e
;
ed era dovere di cittadino e di politico il dare il grido di allarme, perchè la condizione generale, che andavasi maturando da un pezzo era eviden-
temente disastrosa.
La
non l'avegli studiosi solitari, che hanno agio dettagli e l'insieme ad una volta, ma
visione chiara di tale situazione
vano soltanto di ricercare
i
s'imponeva anche agli uomini di governo ai quali spesso, per voler guardare lontano e nel complesso, sfugge la percezione esatta della realtà e non
si
ac-
corgono delle piccole magagne, che, talora all'imuna caldaia e con essa
provviso, fanno scoppiare tutta la
macchina
dello Stato.
Per citarne pochi ed autorevoli, ricorderò che ebbe questa percezione esatta della realtà Ruggero Bonghi un ex ministro di destra che nel mo« Il perinito famoso dato al principe avvertiva
—
—
:
« colo di «
offendere le istituzioni attuali in Italia è
maggiore che in Inghilterra
perchè
l'Italia
è
LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI « « «
«
181
messa insieme appena da un terzo di secolo^ malamente cementata, vanamente inquieta, conquassata da dolori di ogni sorta^ ma tutti pungenti, economicamente disagiata, finanziariamente squi-
« librata^
incerta in tutte le istituzioni sue civili e
« sociali,
incalzata dal disavanzo, ed esitante o di-
«
visa tra
«
scioglierle
«
altre parti.
il
mantenere alleanze che le pesano o con pericolo di essere minacciata da
E
questo forse è peggio
«
altrove è effetto di ricchezza
«
è effetto di miseria
«
"buita.
»
Trial
che ciò che
:
distribuita^
ugualmente
qui
distri-
(1).
Da Bonghi a Saracco, dalla destra alla sinistra, da un temperamento e da una origine tanto diversa nell'uno e nell'altro,
anni di distanza,
il
il
salto è
grande
;
secondo riesce
conferma del giudizio una dimostrazione che
ma alla
a quattro esplicita
primo e vi riesce con si può risparmiare ai lettori-, perchè viene magnificamente riassunta nel titolo dell'articolo Siamo poveri o non siamo ì (2) del
;
:
Lo stesso Saracco, immemore compagno al governo di Francesco sue
follie militari
sesto
finanziario
nazione, in
una
di
essere
stato
Crispi che colle
era stato causa precipua del disdello
critica
Stato
ed economico
mordace
delle
della
illusioni
e
dell'ottimismo di Luigi Luzzatl sul fondo di sgravio^
dopo aver detto che le leggi in Italia si fanno per ingannare il prossimo^ riesciva a questa conclusione
(1) Il (Uritto
Antologia, (2)
del Principe in
uno Stato
libero.
15 Dicembre 1893.
Nuova Antologia, 30 Novembre
1897.
Nuova
NAPOLEONE OOLAJANNI
182
ultra sobillatrice «
:
«
Che dire
della serietà di queste
programma che
promesse, innanzi ad un
le
mette
bravamente a dormire ? Non sarà ancora
« tutte
« protesto^
«
precede
«
ma non
«
nati
»
ma il
meno
sarà per lo
fallimento. Ora
sopportano
i
che
popoli sono pazienti,
lungo
a
la moratoria^
il
di essere
ingan-
(1).
Certamente questo è un linguaggio che se fosse venuto da un repubblicano o da un socialista, sarebbe stato ritenuto un eccitamento, una preparazione alla ribellione; ma, ripeto^ esso corrisponde alle verità. Va notato altresì, che la condizione del bilancio, se direttamente riguarda lo Stato, rimane un indice eloquente della condizione economica della nazione: l'instabilità o
il
deficit
dell'uno rispecchia
la corrispondente situazione dell'altra (2).
Alle illusioni sul bilancio dello Stato fanno ri-
scontro quelle del risparmio nazionale, che dà luogo
a tante volate liriche, basate esclusivamente sull'aumento dei depositi delle Casse di risparmio ordinarie e postali. Su questi aumenti in generale deve osservarsi, che sono un fenomeno naturale derivante dall'aumento parallelo della popolazione e dello spirito di previdenza che comincia a penetrare
da per
tutto e
induce molti a collocare a tenui in-
teressi quel peculietto
nel fondo di
(1)
Nuova
una
che prima tenevano nascosto
cassetta;
Antologia, 15 Gennaio 1898.
brano riportato ce l'ha messo (2)
Questa
lo
corrispondenza
dalle condizioni del bilancio
dell'Inghilterra.
nonché della sfiducia
e
stesso onor.
viene della
Il
corsivo nel
Saracco.
bellamente prosperità
illustrata
economica
LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI
183
crescente in altri istituti ed in altri impieghi. fatti
lire
In-
l'aumento nelle casse di risparmio ordinarie in 277 milioni dal 1886 al 1896 e di lire 205 mi-
lioni in quelle postali dal
dolorosa contro partita
1886
1894 ha la sua
diminuzione di
nella
Banche
514 milioni di altre
al
e
società
di
lire
credito
dall'anno 1886 al 1894 per alcune e 1895 per altre
(1).
uomini di gopiccineria reale o immaginaria della
I calcoli e le previsioni
verno, colla
degli
si possono supporre suggeriti da quel pessimismo che viene dalla nostalgia del potere, quando se ne è lontani. Se così fosse, potremmo contentarcene ma pur troppo ci sono i dati statistici obbiettivi che vengano dal Bodio o
nostra vita politica,
;
dal Mulhall, riescono
alla stessa conclusione
:
alla
miseria nostra assoluta, umiliante, messa al confronto colla ricchezza di altre nazioni. Egli è così
—
Prof. Federico Flora
—
socialismo
pitalizzando
un avversario
i
assegna un reddito medio per ogni reddito buono a ladi fayne^ egli soggiunge (2).
famiglia di lire 350 all'anno sciarci fìiorire
(1)
Queste
(2)
La
cifre II
ha finanza le
il
poggiandosi sui dati del Bodio e ca54 miliardi di ricchezza totale della
Italia al 5 0[0
Agosto 1898)
che
deciso del
:
Commercio
tolte dall'ultimo e
italiano
di
Annuario
la questione sociale.
Eoma
(14
statistico.
Torino^
Fratelli
Bocca 1897, p. 93, Nota 1. Pel Delivet il reddito annuo sarebbe maggiore di L. 223,11 per ogni abitante dedotte le spese militari, mentre sarebbe di L.
802 per un inglese.
Calcolando che pel mantenimento normale occorre la del reddito dell'inglese, l'Italiano per avere
normale
si
trova con
un
deficit di L. 97^
metà
un mantenimento
75: deficit swpevato
soltanto da quello dello Spagnuolo e del Russo.
NAPOLEONE COL A JANNI
184
Questa dolorosa condizione economica si conin gran parte sta con essa in nette intimamente col regime triburelazione di causa ed effetto
—
—
che pare fatto apposta per assottiscarso reddito^ per impedire la formazione
tario italiano,
gliare lo
di capitale riproduttivo, per
nuove.
strie
Un
iscoraggiare le indu-
rapido sguardo
nostro mecca-
al
nismo finanziario ed alla sua funzione, tradotti in poche cifre, vale più di molti lunghi discorsi e di qualunque elegante dimostrazione (1). Per capo
Riccliezza priyata
Quinquennio 1873-77 Miliardi 42,2 1888-92
L. 1507
54
»
Aumento
28
°,
1626
»
Aumento
di
1x3 9. E
(1)
rapporto
più
tra
la
in Francia di 1[68
sono
dal
tolti
libro
Pane, ecc.;
dall'altro pregievolissimo di C.
La riforma
delle
leggi
sui
tributi
spesa ;
in
30
\
e
la
Italia
una
supponendo
chiaramente:
Cifre e confronti
52
»
%
40
;
L. 40
Milioni 1133
1888-92
ricchezza è di li77
,
Per capo
Quinquennio 1873-77
il
»
17
„
Spese pubblìclie
In Inghilterra
1768
»
locali.
A.
di
Fioretti:
Conigliani
Modena
1898
:
;
dalla prolusione al corso di Scienza della finanza sul Nostro si-
stem,a
tributario
cembre 1897 centi
letta
nelP Università
e dall'articolo del
sommosse in
degli Economisti.
Italia
—
De
Cause
Giugno 1898).
Yiti e
Genova De Marco:
di
il
6 Di-
Le
re-
riforme (Nel Giornale
LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI ricchezza di L. 10^000 sulla medesima
185
un
inglese
pagherebbe L. 130, un francese L. 147, un italiano L.
307. A più
(Flora).
amare
N^
dà luogo
riflessioni
del prodotto delle imposte
la ripartizione
la spesa.
:
bilancio del 1895-96 figuravano:
Spese per debito pubblico Milioni 685
il
443
»
»
160
»
10
^/q
»
318
»
20
^'/q
»
militari
»
di riscossione
»
per servizi
•>
.
civili
.
.
42^5
®/o
27,5 7^
apprende in questa guisa che le spese improduttive rappresentano T 80 mentre per le produttive non resta che il 20 °/q (Flora). Se si pensa che nelle spese dei servizi civili ci sono quelli che rendono ad esempio poste e telegrafi si scorgerà che la quota reale della spesa pei servizi civili è inferiore a quella sopra indicata che era del 33 nel 1862. Evidente dunque il continuo peggioramento sotto questo aspetto la contraSi
%
ì
—
—
;
\
:
—
zione delle spese pei servizi civili nei lavori pubblici
—
spiega
specialmente
crescente fenomeno
il
della disoccupazione. (ConiglianiJ.
Ma su chi pesano maggiormente le imposte che alimentano le spese pubbliche così malamente ripartite? Ecco il lato più doloroso della questione. Le
cifre
confermano
la
esposta altra volta
sintesi
dall'on. Giolitti, e cioè: che in Italia c'è
una pro-
gressione tributaria
sui
milioni, che
rendono
al i
rovescio. tributi
—
reni, sui fabbricati, sugli affari,
Infatti
1361
imposte sui ter-
consumi
e lotto
—
meno
abbienti e sulle classi
lavoratrici (Flora) ond'è che
rimangono completa-
731 milioni pesano sui
NAPOLEONE COLAJANNI
186
mente
giustificati questi giudizii manifestati
da due
eminenti economisti appartenenti a due scuole diverse: « E cominciato un moto di reazione gene«
rale contro
un sistema tributario selvaggio. Tutti antagonistici delle classi dirigenti
« gli interessi «
rimettono di accordo quando
«
sulla
« zelli
« tico
si
tratta di scaricare
si
massa dei consumatori una valanga dibalincivili e per affidare ai pezzenti il patrìotcompito di tenere in pareggio il bilancio ».
(De Viti De Marco). La disonestà, pari soltanto alla impre veggenza delle classi dirigenti, rese addirittura intollerabile la condizione delle classi lavoratrici. «
«
Nei Comuni
si
col beneplacito dell'autorità tutoria, dare ascolto
« alle clientele locali,
alle coalizioni di
aggravando
« interessi
la
(Coxigliani)
« tribuenti, »
mano (1).
vergognosi
sui più deboli con-
L'iniquità tributaria
comincia per conto dei Comuni e
così è completa: si
può, sotto l'egida delle leggi^
completa per conto dello Stato.
Ma
vi sono sofi'erenze e sofferenze
la intensità
da una classe
all'altra,
;
variano per
dall'una
all'al-
tra regione.
Dove sono e che rivestono
industria,
non
non ostante
la
delle
stabilite il
industrie importanti
carattere della
moderna grande
può negare una relativa prosperità
si
intransigenza
e
la
pedanteria del
da un ex ministro fìsco, del Tesoro^ che spesse volte la costringe ad emigrare (2). Ma le miserie incommensurabili si risconstigmatizzata fieramente
Cronaca del Giornale degli (1) De Yiti De Maeco Economisti. Maggio 1898. Contgliani: Op. cit., p. 7 e 72. Le industrie meccaniche italiane al(2) G. Colombo l'Esposizione di Torino. Nuova Antologia; 1.^ Ottobre 1898. :
:
LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI
187
perchè il fìsco italiano abbia che preso di mira pare specialmente T agritrano nelle reg-ioni agricole coltura: con
questa
c'è
questa persecuzione del
sono scandolosi;
ma
;
morte.
la
dettagli
I
Tagricoltura
contro
fìsco
di
qui basta ricordare
termini
i
estremi di questo esoso e pazzesco fìscalismo. Men-
paga il 16 15 in Germania, dal 13 al
tre la terra tra tributi erariali e locali,
per cento in Francia^
il
20 in Inghilterra, in Italia
30
50
al
le
imposte assorbono dal
per cento del reddito prediale (Flora).
In conseguenza di questo brutale vince
record nelle espropriazioni per causa d'im-
il
posta
:
sistema Tltalia
farono sessantaquattromila vendite d'im-
ci
mobili rustici ed urbani dal 1 gennaio 1884 al 31 di-
cembre 1895,
cioè 567 espropriazioni per ogni 100 mila abitanti e per ogni 3000 proprietari. Il 18,90 7o
dei proprietari è stato espropriato
vengono più imponenti quando nel 1895
il
si
!
Queste
cifre di-
considera:
1.°
che
76 per cento dei beni espropriati rimase
perchè non trovò acquirenti 2.° che nel 62,49 per cento dei casi il prezzo di aggiudicazione dello immobile espropriato fu inaggiudicato al demanio, ;
I fasti nefasti del fiscalismo italiano sono
quelli della
rinet
—
noti
decadenza dell'Impero Romano,
Stampa
avuto conoscenza di molti
di
superano
deputato Fa-
—
ne ha narrato Torino. Come deputato ho
un. conservatore di quattro cotte
alcuni edifìcauti nella
Il
e
e
altri inauditi,
devo aggiungere
che spesso una correzione totale o parziale di certe enormità la trovai nell'amministrazione centrale,
certa equità.
La
correzione
vento di qualche deputato
;
non
ma
si si
ha,
che s'inspira ad una però,
sa che
i
che più
coli'
inter-
miseri e
i
più sacrificati non sempre riescono ad ottenere l'appoggio di
uu
deputato.
NAPOLEONE COL A JANNI
188
feriore a 60 lire.
esclama
E
il
Sono cose
vergognose^
orribili e
Fioretti (1).
lo stesso Fioretti
saviamente osserva che più
iniqua delFimposta fondiaria riesce l'imposta agraria
mobile sopratutto, perchè nelle campagne e nei piccoli centri nulla sfugge air occhio linceo del Fisco, mentre nelle grandi città si può fortunatamente calcolare che almeno il 50 per cento del reddito tassabile sfugge all'imposta. È questa di ricchezza
una fortuna
singolare, egli soggiunge; se fosse al-
trimenti, la vita
economica deiritalia sarebbe ma-
terialmente strozzata da
Con
un giorno
all'altro (2).
rimane dimostrato che l'antica affermazione del De Laveleye sul collettivismo fiscale non è una immagine rettoriea, ma una rigorosa ciò
che induce
realtà^
noscere che
il
il
Flora e
il
Fioretti
il
ricono-
vero nemico della proprietà privata
non il collettivismo il primo secondo semina idee; il Fisco rappre-
in Italia è lo Stato e fa fatti;
a
;
su queste espropriazioni
(1) I dati
fanno
lagrimare
in
Sardegna. Quelli sopra Fonni, Bolotana, Lei, Orani^ Oniferi, Orotelli, Ottana,
Si leggano
Sarulea (provincia di Sassari) fanno spavento.
nella
Nuova Sardegna
di Sassari del 2
Luglio
Avvenimenti di Sicilia dimostrai che minore il numero delle espropriazioni era
e 17 Agosto. Negli
dove era
mantenuto l'ordine nel 1893.
stato
(2)
Le di
stato
La
ì'ivista
popolare (30 ottobre 1897)
proteste dei contrihttenti a proposito
Piazza Navona in Roma, rilevò pure che
erano
più.
i
piccoli
i
e subiscono le città.
piccoli contri
non contano
conseguenze delle
:
centri
gravati della ricchezza mobile che le grandi città
aggiunse che
grandi
nell' articolo
dei precedenti fatti
follìe dei
;
nella vita politica
politicians
delle
LE CAUSE ECONOMICHE BEI TUMULTI senta
un
pericolo presente;
ricolo futuro e assai
il
remoto
180
un pe-
collettivismo
(1).
Le maggiori sofferenze delF agricoltura e delle classi agricole dicono di primo acchito che il disagio economico dev'essere di gran lunga superiore nel mezzogiorno d'Italia e nelle sue due maggiori isole. Questo disagio maggiore vi è sottolineato l.'' dalla più numerosa emigrazione delle classi agricole; 2.^ dai minori consumi; 3.° dal maggiore numero di espropriazioni; 4.° dalla enorme sproporzione nello accumolo dei risparmi. E mi fermo a :
questi soli quattro indici diretti
economica
(2).
condizione
della
Essi bastano ad assodare irrefraga-
bilmente la miseria squallida del mezzogiorno prevalentemente agricolo e la relativa agiatezza del settentrione prevalentemente industriale; o dove,
almeno Tindustria è tanto prospera che rimargina le ferite
afferma che
(1) Il Fioretti
s'inspira
dell' agricoltura (3).
sanguinanti
alle
sistema tributario italiano
George; e
teorie di
Sella trova molta analogia (2)
il
Le espropriazioni per cause
1884-1895 furono
:
queste e quelle di
tra
anche dal punto d'
48, 47 per 100,000
di vista teorico.
imposta nel periodo abitanti nel
mezzo-
giorno; 11,78 nell'Italia centrale; 6,90 nella settentrionale.
Inversamente e logicamente
al
31 Dicembre 1893 nelF Italia
settentrionale con 13.630,904 abitanti c'era
oYd,
quattrocento novantotto milioni di risparmio
non arrivava che
nale con 11,668,273 abit.
La
Sicilia
62,752,241
con ;
la
3,444,394
abitanti aveva
Lombardia con 4,007,561
;
un miliardo
nella meridio-
a L. 284,172,606
!
risparmi per Lire abitanti
ne aveva
per settecento settantunó milioni. (3)
L'on. Colombo, nel citato articolo, riconosce questa
maggiore prosperità del settentrione. Come non si avvede dunque, oh' è ingiusta la legge sulla perequazione fondiaria,
graverà ancora la
mano
che ag-
sulle provincie del mezzogiorno ?
KAPOLEONE COLA JANNI
190
Queste diversità,
eli
condizioni economiche spiega
tutta la fenomenolog'ia sociale diversa tra
setten-
il
mezzogiorno e dà la ragione dei tumulti più frequenti, che si deplorano nella bassa Italia, sebbene non vi esistano né socialisti almeno organizzati come partito ne propagande socialiste e meno ancora repubblicane (1). È la miseria maggiore, che spinge per fame ai tumulti e la miseria è determinata da un sistema tributario la cui rapacità supera quella deplorata da 'Salviano quella descritta da Vauban nella sua Diyne Royal sotto V Ancien regime. Nessuno si meraviglia più che siffatte cause in Francia abbiano dato come risultato la grande rivoluzione deir89 c'è da meravigliarsi come non lo abbiano dato altrove. Lo daranno in Italia^ se non si muterà strada. Di ciò cominciano ad essere convinti anche trione e
il
—
—
;
;
;
i
conservatori.
Un
conservatore dei più convinti quaFè
il
Fio-
retti, nel mezzogiorno riconosce che gli ultimi moti sono stati T espressione della profonda crisi economica che travaglia la patria nostra e la crisi alla ;
sua volta è determinata unicamente dalla enormità
In pochi anni nella sola Basilicata dove
(1)
e
i
repubblicani
si
cinque gravi sommosse con morti e
lazzo '
socialisti
feriti
numerosi, con as-
regola alla Caserma dei Carabinieri e alle caso
salti in
nicipali
i
contano sulla punta delle dita vi furono
:
a
Bernalda nel
nel 1892,
a
Mu-
1888, a Forenza nel 1890, a Pa-
Montescaglioso nel
1897
e
a Picerno
Novembre 1898. Altre sommosse avvennero in giugno e luglio 1898 in alcuni comuni del Napoletano, non ostante la in
recentissima sanguinosa repressione generale.
LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI sistema
del nostro
Di
tributario.
pare che siano anche convinti
191
in
clie,
teoria,
conservatori lom-
i
bardi.
La
giugno 1898, votò un ordine del giorno in cui invocava la sollecita restaurazione degli ordini economici ed amministrativi
Costituzionale di Milano,
paese
del
7
scemare
di
affine
il
disagio che lo
il
affligge.
L'on. Colombo in
altra
riunione della
stessa
associazione (17 maggio) disse disastrosissime
economiche.
stre condizioni
Non
meno
fu
le
no-
severo
l'o-
norevole Prinetti, parlando al Circolo Popolare (20 Maggio), verso il Fisco e verso il nostro sistema tributario
;
ivi e allora
un Socio
dello stesso circolo^
profonda la miseria del paese. Si commossero anche i giovincelli dell'Associazione monarchica fra gli studenti che trovarono non solo soverchiamente fiscale il nostro sistema tributario, ma anche gravante in modo sproporTAlbasini
Scrosati, disse
zionato sulle classi
meno
Mi sono fermato
sui
abbienti
(1)
Una buona impera
principio
:
stocraticlie
grava la
dividi e (le
mano
fiscalità
tassa.
dirette)
concorso
col
:
sono
approvare dei
stati e
L'antico motto
italiana si è
Si fanno
tradotto le tasse
nel ari
democratici; e
-
si
sui poveri (imposte indirette) colla influenza
degli aristocratici. Il Fisco accetta le
essi
osservazione del Fioretti dalla
conservatori
giudizi dei
lombardi con particolarità perchè
dividi ed
(1).
imposte aristocratiche e
le
con uguale compiacimento
democratiche e infin dei conti
socialisti e conservatori
restano ugualmente beffati.... e tas-
sati
Hbro
(op.
menda
cit.
p.
18). Il
requisitoria
contro
il
di Conigliani è tutta
nostro
sistema
punto di vista economico^ politico e morale.
una
tre-
tributario dal
NAPOLÈOìJE COLàJàNìJI
192
più rabbiosi
sono
i
lera
contro
interessati
sovversivi
i
nel
li
erano
eesi^ perciò,
•
i
più
diminuire l'importanza delle cause
imposta anche costretti a confessioni che suonano
vere dei tumulti. Pure l'evidenza a loro e
faoco e ga-
nell' invocare ferro,
ha
condanna severa dei todi di governo che
si è
governo
loro metodi di
;
me-
riassumono nella esclamaDon Alber tarlo. « Ah canaglie, voi date piombo ai miseri che aveta affamato e poi vi lanciate contro i clericali » (1). Concludo. Ci furono altri e veri responsabili degli ultimi tumulti coloro che li prepararono e li resero fatali: i governanti e le classi dirigenti (2). Chi pensa che quei tumulti potevano essere evitati chi pensa che non si ripeteranno se si continuerà nei vecchi metodi di governo ignora la storia. La grande sobillatrice è stata e sarà la fame é in Italia il padre premuroso delle sobillatrice è il Fisco.
ma
zione bratale,
si
vera di
!
!
;
;
;
Ma
i
tumultuanti,
domanda,, colla violenza
si
migliorarono forse la loro sorte ? si
A
questa
domanda
può rispondere colla esperienza politico-sociale le grande riforme economico-sociali, anche ;
tutte
Osseri^atore Cattolico del 6-7
(1)
(2) Il
Corriere della Sera di
19 Maggio 1898 commentando così
li
riassume
:
«
dirigenti,
discorsi
i
In complesso
xionale hanno riconosciuto che
i
gli
Né
fucili,
numerosi e pronti a sparare,
ne
ne'
Numero
nel e
oratori
partiti
hanno molta responsabilità
in tante parti d'Italia.
Maggio 1898.
Milano
voti
i
della
dominanti,
connati Costiiule classi
disordini avvenuti
cannoni,
per
quanto
potrebbero garantire l'ordine
in avvenire, se quei partiti e quelle classi non coscienza di questa verità
del
avessero la
»
1
LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI
193
nella stessa Inghilterra, furono precedute e provo-
cate da tumulti e da violenze.
tenuto in Sicilia
si
deve
e ai tumulti del 1893
si
è ot-
alla insurrezione del
1866
poco che
il
;
Italia — alleviamento i^rima^
comunale
non dovrebbe
perciò
nuociono
,
si
è ottenuto in
ora abolizione del dazio
sulle farine^ la sospensione del dazio go-
vernativo sui cereali Così
poco che
Il
—
deve
si
essere
alle
;
ai
ma
vittime
tumulti del 1898
così è
!
I
giovano
;
!
tumulti^ alle
col-
lettività.
A anche
io
biasima e condanna la violenza^ che biasimo e condanno, ritorcendo T. argo-
mento
si
può chiedere
chi
dimostrazioni pacifiche
:
?
ricca ritalia e capace di forse la
furono permesse
poi
le
non dissero sopportare nuove imposte? forse
i
ministri
dimostrata irrefragabile miseria indusse
governo a far senno
E
forse
il
?
sotto gli stimoli della
fame
pretende che gli uomini ragionino Ma ragionarono mai le folle impulsive? e perchè avrebbero dovuto ragionare in Italia, dove in quarant'anni nulla si fece per elevarne la cultura intellettuale e morale? :
si
!
13
XII.
LE CAUSE POLITICHE E MORALI
Ebbi occasione di avvertirlo i tumulti, appena risalgono dal mezzogiorno verso il nord e si ripetono a Milano^ avviene un perturbamento profondo nelr animo e nella mente dei monarchici tutti. Essi non sanno o non vogliono rendersene ragione e mutano linguaggio e dopo essersi confessati rei, perchè autori del malgoverno fatto dall'Italia per quarant' anni, si fanno accusatori degli avversari politici, alla cui propaganda sovversiva attribuiscono in Milano ciò che in tutto il resto della penisola avevano attribuito all'azione della collettività go:
vernante.
—
Spiegano e giustificano il
mutamento
economiche
di
—
spesso in
dell' attitudine
colle
buona fede condizioni
Milano: non intendono che Milano
ricca e prospera possa abbondonarsi a quelle som-
mosse,
che altrove
per fame.
scoppiarono
improvvisamente
NAPOLEONE COLA JANNI
196
—
Questo mutamento, che
non sempre
è suggerito
dalla
è
bene ripeterlo
mala
—
più che
fede,
ignoranza della storia e della scienza politica^ indica Taccecamento, cui tutti andiamo soggetti di fronte a <^rti avvenimenti che e ci
ci
scuotono profondamente
producono un risveglio doloroso. La paura^
il
dispetto, la sorpresa, allora riescono all'amnesia più
o
meno completa
tuffo nel
pare che subiamo un improvviso fiume Lete e così dimentichiamo ciò che
la storia
di tutti
;
i
tempi e di
tutti
i
paesi, a qua-
lunque grado di civiltà, ci ha insegnato e il suo insegnamento chiaro e costante è questo tumulti, sommosse, insurrezioni, rivoluzioni spesso non traggono origine immediata da cause economiche e ;
:
;
tumulti sommosse e risurrezioni
precedono e preSicché governi dirigenti, che hanno interesse ad impedire
parono quasi sempre e classi
le rivoluzioni.
nei tumulti dovrebbero scorgere degli
le rivoluzioni,
avvertimenti salutari.
Eiguardo
all'etiologia di
politico-sociali,
ma
questi
perturbamenti
senza voler fare dell'ecletismo comodo,
deve tener lontani tanto dalle esagerazioni del Loria, che nei medesimi sempre scorge il substratum economico se per semplice ossequio
alle realtà, ci si
immediata delle cause economiche; quanto delle altre di Lombroso, che soverchiamente riduce Tinfluenza del fattore economico contraddicendo alle teorie del determinismo econo-
non
l'azione diretta ed
mico.
(1)
(1)
Paris
;
Torino.
La
verità è che
i
vari
fattori
sociali
—
Loria: Les hases economiques de la costitution social,
Lombroso FrateUi
e Laschi
:
Il delitto politico e le rivohixioni.
Bocca 1890. Questi ultimi
considerano
le
LE CAUSE POLITICHE E MORALI economici
politici
,
alternano
morali,
,
intellettuali,
loro azione nella
la
197
ecc.
—
determinazione dei
grado e che tutti, intimamente connessi, non essendo poi, riesce agevole scinderli ed assegnare a ciascuno di essi l'efficienza precisa ed esclusi^^.
perturbamenti
di vario
politici
;
tra loro
Queste considerazioni si applicano a rigore di i quali inducono a termini ai tumulti di Milano ;
ricercare se nella capitale inorale
man-
d'Italia, in
canza delle cause economiche, non avessero potuto agire le cause politiche e morali.
La
ricerca
sulle condizioni politiche e morali
va preceduta da qualche osservazione che ha speciale importanza tra noi. del regno
L'influenza delle condizioni politiche e morali, alcuni, a torto, vorrebbero
cattiva luce sotto
che
è
verso si
tutti^
nome
il
anche
i
deriderla e metterla in
d'idealismo politico
derisori, s'inchinano
;
certo
riverenti
manifestazioni di questo idealismo^ quando
le
constatano in casa altrui o
remoti. Così tutti leggono
Blanc scrisse
nella
si
riferiscono a tempi
ammirando
ciò
che Louis
sua magnifica Storia dei dieci
anni sulle cause essenzialmente politiche e morali^ che determinarono in Francia le due rivoluzioni del 1830 e del 1848. Giuseppe Zanardelli, con parola elevata ed opportuna, nella Camera dei Deputati,
sommosse, luzione
le rivolte, ecc.:,
sarebbe
come fenomeni
una esplosione
patologici
fisiologica.
Ma
;
la rivo-
siccome
le
prime prepararono sempre
le
rivoluzioni con queste analogie
tra la storia e la b:ologia
—
si riesce'
clusione
:
fisiologica
le !
condizioni
patologiche
a questa' strana con-
preparono la condizione
NAPOLEONE COLAJANNl
198
onde stigmatizzare le violazioni dello Statuto perpretate da Crispi nel 1895 ricordò, per lodarla, la resistenza del Parlamento e del popolo francese agli
X
arbitri di Carlo
sistenza che
e del suo ministro Polignac, re-
doveva fatalmente condurre
ricate di Luglio.
Ed
alle bar-
caratteristico, che le barri-
è
cate di Febbraio 1848 in Parigi ebbero a pretesto la proibizione dei
banchetti
elettorali, in
risposta
che sdegnosa al arricchitevi ! da Lisieux aveva gridato ai francesi quasi a distorli da ogni preoccupazione di ordine materialismo
volgare di
Guizot,
:
politico e morale. ^
Non
basta.
Quanto più
le rivoluzioni
sottrarsi alla influenza delle cause
disprezzati
impulsi
partiti
dalle
sembrano
economiche, dei contrazioni dello
stomaco^ tanto più esse vennero esaltate e glorificate
da poeti e da
come
da romanzieri
storici,
e
da
politici
la espressione ideale dei più nobili sentimenti
umani. Questa esaltazione per oltre cinquant' anni formò specialmente tutta la educazione politica e intellettuale degli italiani; e ad essa consacrarono le forze i migliori ingegni del paese, che fecero
campagne contro
fiere
coloro che,
immemori
origini e delle vicende dello Stato italiano,
i
delle
prece-
denti rivoluzionari, con tutti gli annessi martiri ed
non tennero abbastanza in onore. Chi lo crederebbe ? Anche oggi alcuni contro i socialisti non sanno scagliare altra accusa se non quella di eroismi,
sacrificare tutto al culto della materia
!
Se una suggestione più vicina ha potuto favorire Tirreparabile esplosione di malcontento, scrive si può e deve cercare altrove che il decotti, lo «
non
nella
propaganda
socialista.
LE CAUSE POLITICHE E MORALI I
«
fasti
rigurgitano
della
di
borghese
rivoluzione
congiure, di rivolte,
continue e violente
:
e
il
199
italiana
di
resistenze
trionfo di quel
movimento
rivoluzionario ha jDortato all'apoteosi di tutti questi episodi.
In ogni
«
numenti
eretti
regicidio
per glorificare quei nella
glorificato
è
trovano lapidi e mo-
città d'Italia si
Lo
fatti.
persona
stesso
Agesilao
di
Milano, e una forma di attentato, che in altri casi destò tanta indignazione, ha avuto anch'esso
nomi
il
bat-
Monti e Tognetti, cantati da poati di grido (Carducci), raccomandati all'ammirazione dei venturi perfino su mura di tesimo della gloria nei
di
pubblici edifici.
cinquantesimo anniversario del 1848 ha ripor-
Il
tato quest'anno, in folla,
noscimento «
la rievocazione e
il
rico-
ufficiale del diritto di rivolta.
Già, parecclii anni addietro,
il
re aveva con-
un monumento a Giuseppe Mazzini, condannato a morte un tempo sotto la motribuito
narchia «
all'erezione di
(1).
Qaest'anno
le
barricate del quarantotto sono
commemorate, festeggiate, ribenedette, in adunanze uffiiiali da senatori e conservcitori di ogni state
calibro.
(1)
memoria
Un
biirsto
è stato
dei fratelli Raffini
inaugurato ;
testé in
Gonova
alla
lapidi e busti ricordano Yoohieri
ed altre vittime delle insnrrezioni contro la dinastia dei Savoia.
È
tutta un' apoteosi della lotta
storia dettagliata e
contro Casa Savoja, la
documentata che Giovanni Faldella, oggi
senatore del EegnO; ha consacrato alla fratclh Ruffìni.
Giovine
Italia e ai
NAPOLEONE COLAJANNI
200
«
Un
senatore, già ministro e vice
presidente
del Consiglio superiore deiristruzione, ha pubblicato con accompagnamento di parole laudative e pietose in una rivista le memorie dell'ex deputato Folti dei Bianchi, che organizzò il jmoto abortito del 6 febbraio 1853 e quella congiura segreta si proponeva di pugnalare all'imcome lo stesso Folti dice :
—
—
pensata sulle vie i soldati austriaci, di sterminarli con bombe, di fomentare la diserzione e i tradimenti nella loro
fila »
(1).
Nulla c'è adunque di più illogico in Italia qunto il biasimo inflitto dalle attuali classi dirigenti a coloro che cercano nella violenza la soluzione dei
problemi ai
politico-sociali,
la via per porre
tormenti che subiscono. Si risiDonde
dai
termine rivolu-
zionari antichi, chiamati volgarmente quaì^antottisti,
che bisogna sempre saper distinguere infatti,
che respingendo l'assoluto,
condizioni che giustificarono la
si
ed è giusto esamini se le ;
rivoluzione
contro
regimi sussistano ancora per ispiegare
gli antichi
i
moti contro l'attuale. E l'esame cui si procederà ora. Ci è nota la condizione economica degli italiani odierni
;
la
quale certamente non è peggiore di quella
di cinquant'anni or sono,
ma
è più avvertita e resa
più penosa dai cresciuti bisogni da soddisfare, dai contatti più frequenti tra classi e classi, tra popoli
e popoli che suscitano
(1)
La sommossa
maggior numero
di desideri
dì Milano, pag. 26 e 27. L'apologia
della rivoluzione fatta da Crispi tante volte, fu rifatta in
più solenne
il
modo
12 Gennaio 1898 in Palermo. L'on. Eosano,
ex sottosegretario
agli
riasurrezione del 15
interni,
glorificò
nello
Maggio 1848 in Napoli.
stesso
anno
LE CAUSE POLITICHE E MORALI
T invidia e l'aspirazione
e che accrescono
che sono
le
grandi molle di
201
meglio,
al
og'ni progresso. L'istru-
zione maggiormente diffusa dà più chiara coscienza
che
dei torti
esistenti e lo
subiscono e delle iniquità sociali stesso senso morale più evoluto spinge si
a proteste ed a tentativi per eliminare
più
le
stri-
denti ingiustizie. Il
criterio relativo,
adunque, che s'invoca per
opportune descriminazioni tra rivoluzioni e rivoluzioni, induce a ritenere che psicologicamente oggi le
la
rivoluzione dovrebbe
essere più
più
e
facile
giustificata.
Ciò dal lato
economico.
Il
risultato
non
è di-
verso procedendo alle constatazioni delle condizioni politiche e morali.
un punto
C'è stéssa è litiche.
in cui la condizione
economica
prodotto della vita e delle condizioni popressione tributaria schiacciante ch'è tanta
il
La
parte della miseria
italiana è fìliata dalla pessima
politica e dall'amministrazione ora pazza, ora diso-
nesta.
Le
inchieste, che
rimontano se non
erro,
al
1865, assodarono tale sperpero del pubblico denaro,
che sarebbe stato sufficiente a gettare il discredito e la diffidenza sullo Stato, che lo permise o meglio che ne fu l'autore j)rincipale. Il
carattere generale precipuo della politica ita-
liana nei suoi
rapporti
colla
finanza fu
il
difetto
assoluto di coordinazione della politica all'economia, della spesa alla ricchezza razionale
uopo
insistere perchè
l'economia dai
politici
Carmine
e
—
;
sul quale
venne lumeggiato dai
non
è
teorici del-
ultimi Pareto Flora e Conigliani
—
e
non sospetti per idee sovversive da Colombo risalendo al marchese Alfieri
NAPOLEONE COLAJANNI
202
primo tale policombattè come megalomaniaca. Questa politica disastrosa ha i suoi capisaldi
di Sostegno, a Stefano lacini, che tica
:
le pensioni,
le ferrovie,
sioni sono divenute
le
spese militari.
un cancro
tano oltre ottanta milioni
roditore
;
Le pen-
rappresen-
all'anno nel bilancio
crescono dando luogo a scandali grossi e piccini sia
che
si
;
e
—
pappano accumulino indebi-
riferiscono a cittadini che se la
nel fiore degli anni sia che si tamente su di una stessa persona. Conseguenze più gravi sul bilancio ebbero le costruzioni ferroviarie. I molti miliardi che costarono furono causa d'ira e di sdegno, più che di critica obbiettivamente economica, tra g'ii economisti ;
della scuola ortodossa
Pareto
che
le
e
del
De
Viti
—
e sopratutto
spesso
;
spese ferroviarie che
si
da parte del
dimenticò,
gTavano
sul
però,
bilancio
dello Stato, furono causa di risveglio e di prosperità
compenso vale la pena di essere evidenza né può dimenticarsi che la confi-
per la nazione.
messo in
Il
;
gurazione geografica dell'Italia è tale che necessaria-
— sempre distributiva —
mente rende poco remunerative alcune linee indispensabili per debito di giustizia le quali
però danno
proficue le altre.
il
Dove
loro contributo per la critica si
appunta bene e
mai abbastanza severa è nella quantità e nei modi per procurarsi i mezzi per
un
rendere
della spesa farla.
Fra
parlamentare dell'on. Rava, dimostrò che coi metodi adoperati dai finanzieri italiani per ferrovie e per altre spese si assunsero prestiti che ci fanno pagare l'interesse su 100 mentre tanti,
discorso
s'incassò poco più di 50
!
LE CÀUSE POLITICHE E MORALI
Come
si
siano
spesi
i
quattrini
203
che
Stato
lo
ottenne a condizioni di minorenne che fa cambiali
a babbo morto ^ si apprenderà da queste poche cifre Novara-Pino da 20 milioni salì il preventivo delia a 44 della succursale dei Giovi dai 21 ai 78 della Cuneo-Ventimiglia da 38 a 91; della Faenza-Firenze :
;
;
da 40 a 77; della Parma Spezia da 46 a 119... La litania potrebbe continuare e i commenti potrebbero alcune di queste Queste cifre dicono complete. ancora sono linee non che le nostre ferrovie avrebbero potuto costare un essere più pepati ricordando che
terzo di
meno
se onestamente
costruite
e che la
;
spesa avrebbe potuto ridursi ulteriormente, se alla
medesima
si
prudenza.
Non
con intelligenza e spesa ferroviaria in se, dunque, perchè se anche sproporzionata
provveduto
fosse la
—
va condannata produsse e produce del bene
—
ma
il
modo
dello
spendere.
La spesa ferroviaria
militare sorpassa di gran lungo quella
e con minori
risultati
:
gli
e più
otto
assorbiti dall' esercito e dalla marina dal 1871 al 1897 hanno lasciato indifeso lo Stato e non gli hanno procurato nemmeno il conforto illusorio esercito e marina non possono ricordella gloria tre date, dare che Custoza, Lissa e Abba Carima
miliardi
:
—
che rendono acutissimo
il
dolore della miseria eco-
dolore nomica prodotta dalla loro preparazione che non può essere lenito in alcun modo dalle ;
vittorie ottenute contro
e di Molinella,
di Molinella o di
Un
i
contadini inermi di Sicilia
contro gli operai
Milano
!
del pari
inermi
(1)
temperato e coltissimo scrittore, il Nitti, (1) alle lodi prodigate air esercito in occasione delle
nando
accenultime
NAPOLEONE COLAJANNI
204
Era
mandava
Ma nuora
Generale La
il
di
respingere
poi
,
consigli
i
che racco-
,
che
coloro
di
credono o fanno credere che all' Italia non deve bastare la sua indipendenza e la sua libertà e vanno predicando ch'essa ha bisogno di gloria militare^ perchè
sono scellerati e più che scellerati
essi
as-
De Marco).
{De Viti
surdi..,.
,
Questa enorme sproporzione tra la potenzialità economica della Nazione la spesa militare e i risultati suoi fa messa in evidenza centinaia di volte da scrittori ed oratori d'ogni colore ma per ragioni facili ad intendersi mi piace soltanto di far menzione del Jacini del Coloml^o del Carmine autentici ed eminenti conservatori lombardi l'ultimo, con, coerenza che altamente l'onora^ due volte abbandonò il ministero del tesoro perchè si volle ,
;
.
—
,
,
;
continuare nelle
follie militari
connesse alla triplice
repressioni, esce in questa sanguinosa ed
a proposito della
Rivera assumendo
diramata
circolare
della
portafoglio
il
amara considerazione Afan de
dal Generale
guerra
:
Adottare
«
può essere una necessità che s'imponga a in momenti dolorosi ma non mai causa di alle-
leggi di eccezione
noi tutti
grezza
;
;
ne
provvedimenti
i
In
di genialità.
imparava
borbonico
nell' esercito
italiano
Cialdini,
indomani
Borbone, invitava
ottenuta contro i
defunti
d'
rep?'essioni
una
atti
i
principi che ora esplica
per battaglie
vere
Enrico
,
vittoria contro le truppe del,
ad una messa
solenne
:
non
diceva, poiché la vittoria era stata
italiani
le
dell' oggi.
Giugno 1898).
di
ufficiali
egli
altri
ambo
glorioso
,
gli
già per rallegrarsi,
chiameremo mai
tempi, quando Tonor. Afan de Rivera
altri
un generale all'
di rigore
parti
»
Nella
,
.
ma [Le
commemorare insieme sommosse dell' ieri e le
per
Riforma Sociale
di
Torino.
LE CAUSE POLITICHE E MORALI
205
alleanza^ aggravate dalle follie coloniali. Affinchè
,
non si dica che la grettezza e la micromania del Colombo non possono essere adottate a criteri direttivi d^lla politica di una grande nazione poi^
—
varie riprese da sinceri
stigmatizzata a
amici del-
ritalia nuova, quali Gladstone^ De-Laceluy, Castelar,
soccorre opportuno di ministero del
compagno
giudizio di chi fa
il
megalomane
tipico
Crispi.
:
—
Nel connato articolo Siamo poveri o non siamo f Ton. Saracco scriveva « non possiamo « sovra tutto non dobbiamo dimenticare questo « A^ero, che qualunque svolgimento di militare po« tenza che uno Stato intende fare per il manteni-
—
«
:
mento della sua p)reponderanza politica,
affinchè
non risulti precario ed artificiale, deve essere in « armonia colle forze economiche della nazione ». La citazione non potrebbe essere |)iù opportuna nel momento in cui si parla di 500 milioni da spendere per la marina «
!
Il
popolo italiano
benché incolto
,
,
avvertì le
conseg'uenze economiche delle spese militari d'onde germogliarono sentimeiiti politici eh' è bene a :
,
,
scanso di equivoci e di allarmi del Fisco '
,
esporre
d'un monarchico convinto. « Si pensa monarchia costituzionale da noi o diventa
colle parole «
che
la
modello della inglese
« civile sul «
missione
nella terza
«
sarebbe
«
massa
«
fonde nel
Itcdia
;
la
o
manca
monarchia
unissono con V interesse
all'
dei contribuenti
sentimento
e
del
alice
sua
civile
della gran
porrebbe radici propopolo
monarchia militare
eh' è
sempre
«
monarchico;
«
l'interesse
«
mentari, che hanno eliminato dal governo prima
la
della
nazione.
Due
si
crisi
mette contro
extra parla-
NAPOLEONE COLAJANNI
206
« «
« «
due ministri lombardi favorevoli alla riduzione delle spese militari, hanno pej^sonifìcato e drammatizzato nella fantasia popolare il contrasto tra la Corona e il Popolo. Così il sentimento
uno
e poi
divenuto poco alla volta antixno-
« antimilitare è «
narchico
».
{De Viti De Marco).
Pensioni, spese ferroviarie, spese militari, che
ballano sinistramente sullo sfondo cupo dello sper-
pero abituale e della malversazione generale, hanno g-enerato rapidamente
V enorme debito pubblico
—
per interessi gran parte del bilancio italiano togliendogli ogni elasticità sino ad impedirgli per molti mesi la sospensione del dazio sul grano ^ reso inevitabile
i
cui quattordici
miliardi assorbono ,
—
dalla fame, ferro
—
circoscrivendolo entro
un cerchio
di
che costituisce la corona di spine della na-
,
pompa perennemente
zione, la
aspirante delle sue
economiche generate hanno rigenerato il più profondo e
risorse. Così queste condizioni
dalla
politica
giustificato
malcontento
Meno male
se
vato un correttivo locali
sul gli
;
ma
dello Stato avesse tro-
in quella delle
amministrazioni
primo e ne hanno anche esagerato i errori in tutto e per tutto, aggravando,
Stato
(1)
le disastrose
Con questo
(1).
in più
il
Comuni quanto
si
grande
marcio
e
e nella Provincia
siano aggravati
;
i
i
difetti e
rispetto
condizioni create dallo :
che
Sin dal 1883 nel libro salle
dimostrai
di
V azione
queste hanno creduto bene di modellarsi
ai Contribuenti,
nei
politico.
le
malversazioni
IstituX'ioìii
pericoH che
si
municipali annidarono
da allora ad oggi chi sa dire mali ?
LE CAUSE POLITICHE E MORALI
hanno
più note
locali
mento
che
;
i
passioni locali
maggiore
suscitato
sono resi odiosi
balzelli si
hanno
207
risenti;
che
le
inasprito tutte le ferite antiche
e recenti.
Che cosa fossero nerare
il
morale,
mente
le
in
dei moti
quanto contribuissero a ge-
e
generale malessere economico
politico e
,
amministrazioni locali fu detto ripetuta-
Parlamento
;
e più di recente in occasione
1893-94 e della legge
del
di Sicilia
pel
Regio Commissario straordinario civile per la stessa isola in Luglio 1896 (1). Ma nessuno con sintesi mirabile poteva e con maggiore autorità ne scrisse ]neglio deir attuale ii
ministro dell' Interno. Proprio
Generale Pelloux in una circolare
Settem. 1898, rubando
Ho
«
potuto
nel
il
ai Prefetti dol
mestiere ai sobillatori, dice
mio breve soggiorno
:.
nelle
Puglie nella scorsa primavera
e nei pochi mesi dacché mi trovo alla direzione del ministero delPinterno^ rilevare che in parecchie località , lo stato ,
La
delle coso lascia a desiderare....
disonestà nella
amministrazione va colpita subito, senza misericordia, con tutta la severità delle leggi.... E la disonestà amministrazioni, bisogna pur
nelle
manifestare e riate
manifesta sotto
si
con ogni sorta di abusi
:
,
le
dirlo, si può forme più sva-
a cominciare
volta col colpevole favorire gli amici e
Per
(1)
tarono
i
socialisti
la parte
partiti locali
altro
—
di Sicilia, ecc., e
che in
— si
Sicilia
i
tal-
congiunti
nel 1893-9-4 rappresen-
apolitici benché masckorantisi da
legga
il
gli scritti del
del Senatore Pasfj^uale Yillari,
mio
libro
:
Gli avvenimenti
Deputato Di San Giuliano e
NAPOLEONE COLAJANNI
208
mediante cessari
creazione per essi d'impieglii non ne-
la
colle
;
abusive di essi a posti-
destinazioni
col fare eseguire lache non potrebbero coprire vori^ e permettere spese non necessarie, a solo scopo ;
andando
partigiano,
comunali
elettorali
d'imposte a danno
fino alle alterazioni delle liste
degli
ruoli
(pur troppo anche
altri
danno dai meno abbienti) al non esipagamenti dovuti alla amministrazione dai
talvolta a
gere
dei
falsificazioni
alle
;
i
;
proprii amici
;
al
creare
così contabilità
artificiali
che diventano presto indecifrabili e permettono poi rasentando o ogni specie d' inganni e di frodi ;
toccando persino talvolta V appropriazione indebita collo storno dei
mezzi destinati
al servizio
pubblico,
impiegandoli invece a scopo ben diverso. Se ciò
non
frena con tutto
si
che è del caso, invano
con tutta Tenergia
rigore,
il
si
può
tentare di sperare di
propagande facili in quanto
fare ardine alle dottrine sovversive alle ostili^
le
quali diventano tanto piìi
che trovano le
un
terreno preparato
ci
far germogliare
loro idee ».
Meglio e più onestamente non in quanto al fare è dire e
il
Ma
fare c'è
il
un altra mare
si
potrebbe dire
cosa. -Si sa che tra
;
il
!
importanza capitale V esplicita confessione del ministro che sta a capo della feroce reazione contro i partiti avanzati che i veri e di-
rimane
d'
:
retti responsabili
colpite.
dei tumulti
Sta pure in fatto che
ambizioni più sfrenate tutto
il
non sono
le
vittime
'
,
i
i
più volgari appetiti,
rancori
mezzogiorno soffiarono
le
più profondi in
e soifiano nel fuoco
per fare divampare incendi dai quali
tutti,
disone-
Le cause politiche e Mouàli
20à
stamente sperano trarre profìtto. E questi sciagurati provocatori di tumulti sono stati quasi sempre i più insistenti nell'invocare misure i
eli
rigore contro
sovversivi, che spesso furono soltanto
imprudenti
ciecM perchè non si avvidero che servirono strumento ai biechi fini altrui (1).
di
e
Intanto talora
i
veri
premiati colla
—
rimasero impuniti
colpevoli
conquista
del
municipio
;
le
masse incoscienti furono massacrate i repubblicani e i socialisti innocenti condannati alla reclusione per discorsi o scritti di data remota e che non po;
tevano
influenza
esercitare
diretta
sugli
avveni-
menti.
Questa vita comunale e provinciale, che da se stessa
—
dati gli stretti rapporti col potere centrale
—
deve reagire sulla vita nazionale, per la grande ignoranza delle masse ha fatto accumulare odi contro poiché tali masse per lo appunto tutte il governo che loro vengono da cause locali le sofferenze ;
,
per la impossibilità in cui
trovano di discernere
si
con esattezza, le hanno addossate allo Stato. Nell'ersono state dolorosamente confermate dalle
rore
repressioni largamente autorità che lo
(1)
Anche
il
da Foggia (189S responsabili sinistri,
rappresentano
Corriere -
N.
nn opuscolo
dello,
121)
fatti
di
;
eseguite
dalle
e in questa guisa,
Sera in una corrispondenza
lascia
dei tumiilti di Bari
anche sulla
gravissimi
ordinate ed
e
intendere di
chi
furono
i
Foggia. Dettagli più
complicità della autorità politica, pei
di
Minervino Marge
A.
Panarelli
Minervino Murge. Canosa
di
:
//
si
possono leggere
primo
in
Maggio 1898 a
Puglia 1898. 14
NAPOLEONE COLA JANNI
210
anomalie più o meno criminose di indole locale sono andate ad accrescere il torrente
anche
tutte le
impetuoso del malcontento politico. A frenarlo, ad inalvearlo per renderlo meno rovinoso^, sarebbero occorsi uomini di Stato di grande levatura al centro ed alla periferia ma certamente se r Italia li avesse avuti, non sarebbe stata ridotta ;
cosi a
mal
come
partito
si
trova oggi.
senza distinzione di partiti
italiani,
ad aggravare di destra
—
si
la
mano
I
politici
— e sarei disposto
più su quelli di sinistra che
sono chiariti impulsivi, impreveggenti,
preoccupati degli interessi individuali o di un mi-
—
nuscolo gruppetto
che non diviene
partito
senza alcuna grande direttiva d'interesse nazionale.
Quando hanno
hanno compiuto qualche del resto, assai raro neficio
della
—
dinastia
;
sacrificato
atto di il
collettivo;,
stessi
se
—
abnegazione
sacrifizio
giammc^d
—
ed
caso,
avvenne a be-
della patria.
Gli
interessi veri dello Stato, quelli superiori delle Società
quasi mai ebbero
il
sopravvento nelle
determina-
cui mani rimase il governo per circa quarant' anni e quando gli interessi individuali furono posposti, giova ripeterlo^ non prezioni dei politici nelle
;
valsero che quelli dinastici (1).
corrispondente da Foggia al Corriere delta
(1) Il citato
Sera scriveva
:
a
cosa dolorosa,
«
nuto sta
pili
«
Un tumulto, quando è solo un tumulto, è ma passeggera; la gravità di quanto è avve-
che altro nel contegno delle autorità
«
dimostra qual 'misera cosa sia presso di noi
ci.
%ione governativa »,
l'
:
il
quale
organizza-
LE CAUSE POLITICHE E MORALI
Non tici
211
faccio entrare nel novero dei fattori poli-
del malcontento le violazioni ripetute, sistema-
tiche dello statuto, l'adulterazione sfacciata del re-
g-ime rappresentativo e la riduzione al
pubbliche libertà
:
sono notissimi;, qui
è accennato più volte e basta
rammentare che da fuori
rivoluzioni,
minimo
soli
che
delle
stesso vi si
a proposito
di esse
doterminarono in Italia e lodate ed esaltate.
furono
Giova invece chiudere questa serie di ccmsiderazioni con un cenno fugacissimo sulla politica ecclesiastica.
In quasi tutti g-li Stati c'è un clero e c'è una religione, che servono di cemento e che quasi sempre funzionano come strumenti di conservazione. Ben diversa è la situazione in Italia; ne c'è duopo ram-
mentare per quali cause lo Stato si trovi in conflitto colla Chiesa dominante. Ora è precisamente in questo conflitto,
che
si
è mostrata
tevolissima,
della
—
tutta
sapiente
— fatta eccezione, legge
delle
è no-
guarentigie
T insipienza e la bestiale indiscrezione della politica italiana, che ha oscillato contidel 1871
nuamente tra principi cari a Zanardelli a quelli sottolineati da Prinetti colla sua visita al cardinale Ferrari; contraddizione impersonata talora ed esplicantesi clamorosamente a piccoli intervalii in
uno
stesso individuo, che ora iuvoca Dio colla formula del più schietto leggitimismo clericale ed ora si affida a Crisostomo per dare consigli al Papato
dopo avere inneggiato
alla
Dea Pagione. Egli
è così
che clero e religione, che altrove sono fattori di stabilità e di conservazione sui quali lo Stato può contare, tra noi sono divenuti massimi elementi ,
di perturbamento.
E meno male
che in Italia
è
NAPOLEONE COL A JANNI
212
fiacco
il
ricali
disagio economico, che arriva
Il
lora
tollerano e
si
miseria
alla
dispo.tismo e l'insipienza dei governanti ta-
il
soffio di
(1)
cle-
i
(1).
!
vera,
sentimento religioso, e sono timidi
un
subiscono in pace quando
si
moralità lambisce gli uomini e
Enrico Panzacclii;
clie ci
le istituzioni
tiene ad essere considerato
conservatore, scrisse sulla politica ecclesiastica queste parole
Dall'ambigua formula cavouriana abbiamo
« il
succo deleterio
un
sonnifero. Davanti al
per
il
stillato tutto
ce ne
poteva contenere e
clie
:
siamo
fatto
problema — così singolarmente grave
nuovo regno che ha Roma capitale
—
abbiamo
noi
riposta tutta la nostra gloria nell'essere astensionisti, reticenti,
evadenti; ossia nell'essere nulla.
Non uno
«
anche
co'
e
;
avremmo potuto avere amico
volere
cattolico;
e
con
co'
ma ve-
la incuria,
e pacifico
le tirchierie,
1
ingiustizie palesi, ce lo siamo inimicato per
po'
di
buon
basso clero
il
mali garbi e
modo che
il
che possiamo aspettarci da lui è d'averlo neuirale.
glio
storia racconterà poi, le
doveri,
— nel senso
suoi
non uno Stato laico moderno della parola. Con un
suoi diritti
ramente logico
—
Stato confessionale
a edificazione dei posteri, le incertezze,
incongruenze d'ogni genere,
sioni infelici nelle quali
modus mvendi che
le
meLa
l'alta
le
provocazioni
e le
cademmo, abbozzando gerarchia
remis-
trattative e
non
ecclesiatica
volle
accettare.
Intanto tutte
«
Abolimmo
i
le
l'asse ecclesiastico e lo
come
e
meriti;
ed
esso,
il
nostre
leggi
a vuoto.
vedemmo
sfumare, non
si
sa bene
il
dove, tranne l'arricchimento dei pubblicani bene-
volemmo comprimere con con l'aiuto della
libertà,
la libertà
il
risorse d'ogni
naccia di montarci sul capo, ricco,
—
sono riuscite
conventi e l'Italia è piena di frati; incamerammo
clericalismo, lato
e
mi-
prospero, provocante ».
Corriere della Sera, 1898, N. 133.
LE CAUSE POLITICHE E MORALI e in qualche guisa
li
vivifica e
li
213
sorregge. Invece
un fermento putrido virulentissimo
tra noi
s^ infiltra
dappertutto e spinge alla dissoluzione.
fermento putrido nulla ha risparmiato
Il
vita privata
è
si
riversato
;
dalla
nella vita pubblica
—
che per comodità di molti lojolescamente si vollero staccare e quando nella seconda la sua azione viru;
massimo d'intensificazione, è tornata a devastare la compagine sociale. Egli è così che nella delinquenza abbiamo il tristissimo primato che in Europa nessun altro popolo e che questa delinquenza,, ci può contendere (1) sotto forma larvata talora e tal altra più imprudente e sovvertitrice perchè sicura dell'impunità, ha conlenta
ha raggiunto
il
;
quistato tutto
il
municipi,
i
le
provincie, gli uffici pubblici,
complesso organismo dello
delle statistiche
criminalità
;
Stato.
penali documentano
il
Le
cifre
primato della
la storia di ogni giorno dei cassieri
che
degli istituti che falliscono fraudolentescappano mente; dei commendatori tratti in arresto.... la ;
storia della inchiesta sulle ferrovie meridionali nel
1864
— inchiesta misteriosamente scomparsa —
,
delle
inchieste sulla Eegia interessata dei tabacchi e del relativo
processo
Lobbia....
Banca Romana con
relativi
delle
amminicoli
meravigliosa sulla influenza che
(1)
Un
mano
;
la
sulla
storia
può esercitare un
tempo passavano per nemici
che colla cifra in
inchieste
della patria coloro
ciò affermavano. L'indignazione solle-
Europa dall'assassinio dell'Imperatrice d'Europa costrinse anche i jjatrioti a confessare la verità. Si legga,
vata
in
ad esempio, l'articolo di Scarfoglio
Mattino di Napoh, 1898, N. 177.
:
Il
nostro 'primato
\
—
NAPOLEONE COLA JANNI
214
Costanzo Chauvet; zioni parlamentari
da ministri e
discorsi
i
—
per citare
i
le rela-
più recenti
—
di
Saracco, di Prinetti, di Brunicardi sui lavori pubblici, ecc., ecc., costituiscono il più doloroso pejicZa?!^
completano il quadro cupo della pubblica moralità che a larghe pennellate, per quanto in forma solennemente ufficiale, ci fece conoscere la circolare del Generale Pelloux della delinquenza privata
e
sulle amministrazioni locali (1).
Chi vuole avere un quadro rassomigliante al vero, ma sempre più bello del vero, legga sulla
(1)
tutto ciò che riguarda molte manifestazioni della
Per
nostra degenerazione morale
si
leggano
Corruzione poliUca - Catania 1888, II
Parlamento ho
-
i
due
ediz.
miei
-
Milano 1893. - La documentazione
scritto esige
scritti
Banche
e
di ciò
:
e
che
non una breve pagina, ma qualche volume
in folio. Tutte le riviste e tutti
ne hanno dato saggi
giornah negli ultimi tempi
i
edificanti.
fenomeni morbosi
I
sono
stati anche ufficialmente constatati nelle associazioni costitu-
zionali del regno. Tipica la dichiarazione del Senatore Negri.
Questi, nella riunione della Costituzionale di Milano, tra le
cose erronee, dimostrate tali dai processi, disse questa preziosa verità del
I tumulti avvennero perchè in mancò la coscienza
:
governo
Ciò che avvenne si deve al difetto
E
cercano
i
Parlamento
tutta l'anione
e del paese,
sobillatori
!
Un
e nel paese vi
(li
una politica morale.
altro tratto
godeva
di
del dovere....
:
Giulio Prinetti, nel
grandissime antipatie
che per parte mia non divisi mai. Bastò che alquanta energia
—
non
tutta
quella
verso alcuni grandi ladri, perchè le antipatie in
una corrente
Tanto sentito il
caso di
necessaria
—
tramutassero
si
di calda simpatia e di sincera
è il
mostrasse
egli
ch'era
—
ammirazione.
bisogno di moralità, e tanto eccezionale è
un ministro che
se
ne faccia paladino
!
LE CAUSE POLITICHE E MORALI
215
degenerazione politica in Italia ciò che scrisse Ruggero Bonghi per commemorare la breccia di Porta Pia (1). E vorrei possedere tutta l'autorità di cui
godeva Ruggero Bonghi e vorrei che in Italia si godesse quella poca libertà di cui si godeva ancora nel 1893. per esporre altre considerazioni importantissime che egli allora espose, rivolgendosi a chi di
dovere, in quei famosi articoli sulP Ufficio del Principe in
Quitto
uno Stato Ubero
e
sero la punizione per lui più dolorosa dal Palazzo del Quirinale
Ma
se certi tasti oggi
:
e
sul di-
che
gli val-
l'ostracismo
('2).
non
è più lecito toccare
senza riportare gravi scottature,
sarà lecito, però,
ripetere ciò che opportunamente disse teste Giulio Prinetti, togliendolo a prestito da Guizot: nelle mola narcliie moderne^ che non discendono da Dio sovranità risiede nella giustizia (3). Or bene, ciò ,
che manca assolutamente tra noi è la giustizia
!
Questa mancanza cominciò ad essere avvertita più di venti anni or sono da ]\[arco Minghétti in
un
libro,
che rimase classico
;
ora non
alcuno negata o attenuata e se ne del
fenomeno più pericoloso
Sin dal principio della
XIV
e
più da
è
discorre
come
meglio constatato.
legislatura,
il
Re, nel
discorso inaugurale dei lavori parlamentari, promise provvedimenti per ristaurare il regno della giustizia ma ancora non c'è stato il tempo di prenderli. E ;
(1)
XX Settembre - Nuova Antologia.
(2) Sono due articoli pubblicati ad
neUa Nuova Antologia (3)
del 20
del 15
Gennaio
15 Settembre 1895.
un anno
e del
di distanza
15 Dicem. 1893.
Discorso nel Gircolo popolare di Milano nella seduta
Maggio 1898,
NAPOLEONE COLAJANNI
216
senza la giustizia non civile
popolo, che conosce queste condizioni deplo-
revoli, diffida
sempre della
da
ed a modo suo
sé
e crede
giustizia legale
un sacrosanto
spesso di esercitare
È
società
(1).
!
Il
sela
sorregge alcuna
si
:
diritto
facendo-
more barbarico.
questo l'ultimo fattore di ordine politico-mo-
rale del presente perturbamento italiano su cui ho
creduto di dovermi
fermare ed esso solo è tale qualunque movimento violento inteso a provvedere. Ed il popolo da gran tempo avrebbe provveduto, se in esso la coscienza dei mali
da rendere
;
possibile
e del loro esatto
rapporto colle cause vere
hanno generati non crassa e dalla
clie li
fosse ottenebrata dalla ignoranza
defìcentissima
educazione politica
;
avrebbe provveduto, se ogni energia non fosse stata fiaccata dalla lunga servitù ed esaurita da oltre settant'anni di lotta per conquistare l'unità e la indipendenza della nazione. L'insieme di queste condizioni economiche^ poliche, intellettuali e
morali quale è stato riconosciuto
-ed esposto dagli scrittori di
ogni colore politico in
occasione degli ultimi tumulti, (2) spiega esaurien-
(1)
Sulla denegata giustizia abituale in Italia e sulle di-
ha parole roventi la scrittrice inglese Oiiida (An impeachement of modem lialy. Nella Revicio
sastrose conseguenze sue,
of Revieics (2)
giudizi
-
15 Settembre).
Avevo intenzione sintetici
giornali di parto
riprodurre
emessi da uomini
monarchica in
i
più
politici,
occasione
caratteristici
da riviste e da degli ultimi tu-
Vi sono confessioni preziosissime sulle cause vere di tumulti e sulla enorme, se non esclusiva, responsabilità
multi. eletti
di
LE CAUSE POLITICHE E MORALI
217
temente la g-enesi di questi fenomeni, che mi piace segnalare colla parola di tre uomini, dei quali nes-
suno metterà in dubbio
la
devozione
all'Italia, alla
dinastia, alle presenti istituzioni.
degli
uomini succodentisi
classi dirigenti
governo da quarant'anni
al
Ho
italiane.
e sulle
dovuto rinunziare a questa
ri-
produzione perchè sarebbe stato necessario ad essa sola con-
un lunghissimo
sacrare
prendere
sima, badiamo
—
rispettare né
ordine
1'
ecc.,
Costituzionale
Maggio, e 7
Perseveranza,
Milano coi
di
popolare
Circolo
Giugno 1898
Corriere della Sera^
discorsi dei
26
e
Direzione ;
28 Luglio
27,
La Lombardia
;
(N.
17 e 20
133),
Corrieì'e
;
giorni
dei
articoli
con
articoli del Prof. Ercole
Rivista penale del Giugno colla
8 Maggio
Napoli
di
della
con
Lucchini, Consigliere della Cassazione
4
membri
giorni
dei
Mattino
;
Sera^ con articolo di Panzacchi
dello.
— incompletis-
che enumero senza
cronologico, né quello della loro im-
del
e
lista
di riviste e di giornali
Eccola qua.
portanza.
Lombardia^
dari
Se qualche lettore volesse
vengo sin da ora in aiuto con una
Io gli
25,
capitolo.
lavoro separatamente, farebbe opera utilissima.
il
Torraca e
di
della
Vi-
cronaca del Deputato
Napoli
CoQ-riere di
;
EconoMaggio 1898 in poi Don Chisciotte del 4, 5 e 6 Maggio Don Marzio del 5 Maggio Tribuna con articolo di Rastignae del 7 Maggio Nuova Antologia del
mista
e
di
;
intera collezione del settimanale
Firenze da
;
;
;
;
del 1 Maggio, del 15 Giugno, del 15 Agosto con articolo di
Maggiorino nale
con
degli
Ferraris, di
Economisti
articoli di
forma Sociale
De
Giugno con di è
di
Pisa, di Ercole Yidari
Gior-
;
Maggio, Giugno, Luglio e Agosto
De Marco
;
di
Eacioppi
,
ecc.
;
Ei-
Maggio e Giugno con articoli di Nitti Idea 30 Giugno e del 15 Settembre con ai-ticoli
di
liberale del 15 e di Borelli,
Viti
Ugo
Massuero
;
,
articolo di
Yidari
;
Vita internazionale del 20
Massara; Rivista politica
Luglio con articolo di Beroaldo. Tutto
anghe da leggere per
la parte politica.
il
e letteraria
libro del Fioretti
NAPOLEONE COLAJANNI
218
amano
Coloro che
1.
le istituzioni e
vogliono
conservarle in Italia hanno poca fiducia in se stessi e questa poca fiducia ne turba le menti. La con;
amara è dell' on. Di Rudinì in una circoMaggio 1898 a tutte le Autorità del Regno,
fessione lare del
in cui deplorava
il
malvezzo delle continue richieste
di truppa, nella quale soltanto scorgevasi la salute.
Nel disagio pubblico, nel disordine delle istituzioni liberali e nello aumento della immoralità trovano le propizie condizioni della cresciuta si 2.
brigantaggio e del
forza del
clericalismo e
della
diminuzione del sentimento unitario. Ciò riconobbe Ruggiero Bonghi (1).
Le nostre popolazioni sono malcontente e sentono disgusto di un regime ^ che le condanna ad una vita di privazioni e di stenti, che possono 3.
«
Questo è il giuGiuseppe Saracco, che viene ri-
talvolta apparire incomportabili » dizio del Senatore
.
badito da cento altri pareri, altrettanto espliciti, e tutti di
la
monarchici che constatano con
diminuzione o
infinito dolore
scomparsa della fede nelle
la
istituzioni (2).
(1)
XX
tembre 1895. I aifermai alla
In Nuova Antologia del 15 Set-
Settembre.
bigotti dell' unità e della monarcliia
Camera che
basso urlarono. Ora
il
fatto è
il
cui la passione e l'ignoranza
che vogliono saperne
sentimento
di
riconosciuto da
non faveto
quando
unitario era in ri-
alla
tutti
coloro
mente. Coloro
più leggano: Colajanni e Ciccotti
:
Settentrionali e Meridionali, Biblioteca della Rivista 'popo-
Eoma. Remo Sandron. Palermo - Milano 1898. Siamo poveri o non siamo ? Il Borelli (2) G. Saracco sotto il ]jiu.so del Regio Commissario Bava BeccariS;, noìVldea
lare
:
LE CAUSE POLITICHE E MORALI
219
Per dire come e perchè gli errori e le colpe degli uomini possano far perdere la fede nelle istituzioni buone le nostre sono eccellenti occorrerebbe lungo discorso. Dal quale mi dispensa
—
il
!
Emmanuele
parere autorevole.... di Vittorio
Fu
il
gran
II.
appunto che in uno dei diCorona saviamente ammonì / popoli
re per lo
scorsi della
apprezzarlo
—
:
istituzioni
le
in
ragione
dei
risultati
che danno.
Che cosa abbiano dato le istituzioni sinora in Italiaf abbiamo visto: i loro prodotti si assommano nel tumulto e nel delitto anarchico. Questi risultati
devono all' opera costantemente sovvertitrice degli uomini che ebbero in mano la cosa pubblica da quarant'anni in qua (1) e questi uomini meritevoli di gogna o di galera si sono eretti a giustizieri ed hanno punito negli altri le colpe proprie hanno mandato alla reclusione coloro che altro reato non commisero se non quello di denunziare e di stigmatizzare V opera di sovvertimento delle istituzioni da loro compiuta! si
;
:
liberale del
15
GiiigaO;
constatava
che
«
massa che
nella
mormora sottovoce e pare prostrata mentre osserva ed aspetta non e' è quasi più un barlume di fede ove fede è, ;
non rassomiglia^più certamente stra.... (1)
«
Le
istituzioni sono
vertono sono
nistrano
alla no-
»
;
'precisamente coloro che governano
cioè.,
amministrare
sovvertite e coloro che e
le
sov-
ammi-
per dir meglio, che dovrebbero 'governare
».
Ho
raccolto
questa
gemma
Corriere della Sera del 25-26 Luglio 1898.
e
preziosa nel
XIII.
LA CAPITALE MORALE
La
sommaria sinora eseguita sarebbe ba-
ricerca
che in Italia esistono tutte le ondizioni politiche per rendere intelligibile quaanche improvviso, impulsivo e senza -unque moto
stevole per provare
scopo
— preciso —
inteso a modificare
uno
stato
iose dichiarato addirittura intollerabile dagli
3minenti che contribuirono a crearlo. oari,
che se in Italia
e'
è
una
città o
È
di
uomini
chiaro, del
una regione
ihe per le condizioni politiche, morali, intellettuali }A
economiche
n questa
si
differenzia dal resto del regno
città o in
questa regione più vivo e più
ntenso deve sentirsi li
un mutamento
—
il
desiderio o meglio
radicale.
E
deve
il
bisogno
sentirsi
urgente
questo bisogno, se avvertite le disastrose condizioni Ielle altre
regioni, perchè deve sorgere
spontaneo
il
amore che a lungo andare il male comune intacchi
mche
le parti
sane o
ionstatata e la
meno ammalate. La
differenza
paura del male prossimo danno pure
NAPOLEONE COLAJANNI
222
ragione di una tendenza vaga ed indeterminata al separatismo o
rimpianto di una riunione che
al
si
j
crede verificata a proprio danno.
Questa
che
città,
riflette nelle linee
generali le
\
condizioni di tutta la regione di cui geograficamente e storicamente è
tempo chiamata
il
centro,
e'
è
Milano
:
morale
la capitale
senso di ammirazione e d'invidia
;
Milano, da j
d' Italia,
—
ironia che nasconde male la poca
ora con
ora con una
sincerità di chi;
la manifesta.
Ho
avuto agio di deplorare che Milano sover-
chiamente
si
sia inorgoglita della
sua prosperità e
che abbia misconosciuto quanto essa devo regioni d' Italia, che apportano
per crearla scessi
(1).
Mentirei a
me
il
il
titolo di capitale
Le sue condizioni
non riconofama buona di
la
morale.
forse saranno inferiori a quelle
di parecchie altre grandi città del lo
loro contingente
stesso se
che Milano merita sul serio
cui gode e
alle altre
mondo
civile;
per
insieme sono di gran lunga superiori a quelle
del resto
d' Italia
—
non esclusa Torino che
in
qualche cosa la supera. Gli elementi
giustificatori
del
buon nome
di
Milano sono numerosi ma prima di esporli sommariamente giova fermarsi sulla condizione economica sua ed esaminare se cause d' indole strettamente economica, quali furono quelle che determi;
(1)
nali.
D. Napoleone Colajanni
:
Settentrionali e meridio^
Agli italiani del mezxogioìmo. Prof- Ettore Ciccotti
Mezzogiorno Prezzo L.
1.
e
settentrione.
Roma-Palermo -Milano,
Presso la Eivista
Popolare
e
presso
:•
1898,
Remo
Sandron.
]
LA CAPITALE MORALE
223
narono i tumulti nel resto cV Italia, potevano commuoverla. La miseria generale ed intensa della penisola ha fatto comparire maggiore la prosperità economica di Milano.
Epperò
di fronte agli ultimi dolorosi av-
venimenti parecchie cose sono da osservare 1. Non è esatto che il benessere nella capi:
tale
lombarda
meno
così
sia
vuole far credere
;
grande
come
diffuso
e
si
la miseria vi è soltanto minore,
estesa che altrove. I salari degli operai della
Ditta Pirelli
esposti dal
innanzi al
cav. Calcagno
Tribunale militare (udienza del 18 Griugno) provano che per la massa essi sono di gran lunga inferiori a quelli delle grandi industrie europee, mentre gli operai della Ditta Pirelli sono tra
pagati
meglio
i
d'Italia (1). 2.
fama
A
Milano, per la minore miseria e per la
di grassa e ricca di cui
gode e per
le
ristret-
tezze delle altre i)arti d'Italia, è supponibile che in
ogni tempo siano accorsi operai e spostati dalle altre parti d'Italia a costituirvi
affamati e dei disoccupati.
Tarmata
Non
si
di riserva degli
dimentichi che
la condizione dei contadini dei dintorni è
sima. Sicché (9
si
miseris-
deve prestar fede alla Perseveranza
Maggio) quando dei tumultuanti scrive;
campagne scalzi,
dettero
un contingente
gli operai dalle
iianno L. 4,20 al giorno;
L. 2 alle 3. Per operai
aspirano ad un elevato tenore di vita schini.
Le
di contadini laceri,
senza cappelli, dalle facce stravolte
(1) I capisala
«
i
...»
garzoni L. 1;
intellettuali
sono
e
abbastanza
che
me-
NAPOLEONE ÒOLAJANNI
Sè4
Che
tra
il massimo conting'ente da elementi senza lavoro e resice lo prova all'evidenza una nota
tumultuanti
i
fornito
sia stato
denza stabile, di cronaca del Corriere della Sera che all'indomani della breccia di Porta Monforte constatò che negli stabilimenti
quasi
industriali
tutti
gli
operai
il
Maggio erano tornati al lavoro (1). Sarebbe stata impossibile questa generale ripresa del giorno 10
lavoro cogli 80 morti, col migliaio di
2000 arresti praticati, se arrestati avessero dato
feriti e coi
ai morti, ai feriti e
agli
loro contingente gli operai
il
che stanno relativamente bene e che lavorano regolarmente. (1)
Vale
la
pena
di
togliendole dal N, 127
Abbiamo stamani
«
riferire
testaalmente
interpellato
suo parole
i
principali stabilimenti
risposte che ne
sulla ripresa del lavoro ed ecco le
avute
le
:
abbiamo
:
Banfi.
amido
:
Quasi
e ciprie.
tutti gli
cune donne dimoranti fuor Bassolini
:
mono
al-
vernici. Tutti.
Branca:
Fratelli
operai^
di Milano.
liquori.
Quasi
tutti.
Binda: bottoni. Su quattrocento operai ne mancano ottanta, per lo più del contado.
Binda
carta.
:
Tutti.
Bertarelli Giov. P. 0.
:
arredi sacri. Tutti.
Besana
:
stabilimento meccanico. Tutti.
Buselli
:
candele. Tutti.
Bertelli
Broda
:
medicinali. Tutti.
ing. Ernesto
mancavano Union des Gaz.
:
stabilimento
200. Tutti.
Fonderia milanese acciaio. Tutti. Carlo Erba: medicinali. Tutti.
meccanico.
Su 1200
LA CAPITALE MORALE 3.
225
dimentica un canone di psicologia indiscutibile oramai, ch'è questo le in-
Infine
popolare,
si
:
perturbamenti economici regressivi si risentono più rapidamente e più intensamente dove fluenze dei
maggiore è il benessere l' ambiente sociale è tale biezione
invece
;
tra
adattamento
1'
miseria e della ignoranza,
della
al-
popoli caduti nelTab-
i
eh' essi
divengono insensibili a qualunque male nuovo e a qualunque peggioramento di quelli esistenti. Inversamente cresce il desiderio di benessere^ di coltura ragione
e di libertà, in
miglioramenti
diretta dei
conseguiti. L'osservazione è di Buckle e fa ripetuta
da Spencer
e
da Lombroso
Blumenthal: conceria.
Brunt: apparecchi a Stabilimento
(1).
Tutti.
Tatti.
gas.
De Angeli
Quasi
:
tutti
mancano alcuni
:
operai del contado.
Manifattura dei tabacchi: Tutti. Stabilimento Pirelli
Camona
e C.
Quasi
Richard-Ginori Tutti gli
:
Tutti. tutti.
4
Tutti.
:
stabilimenti ci
assicurano che regna perfetta
calma nel ceto operaio. Alcuni stabilimenti, quali rimandata l'apertura a domattina. Altri come Stigler,
non aprirono perchè ignoravano
generale. Gli operai però voro,
ma
(1)
si
guiti vedi lo
82).
l'
il
Suffert e lo
ordine del
Comando
presentarono ugualmente
Per l'aumentato desiderio
vato che,
Centenari
al la-
dovettero esser rimandati.
Spencer
:
miglioramenti già conse-
di
Proble77ies de
Guillaumin et C. Paris 1894 De la
80 a
il
impiegano specialmente donne, hanno
e Zinelli e altri che
morale
ìibertè
à
et
de sociologia.
la serintude (pagina
Lombroso scultoriamente sempre « E stato osserperchè un popolo si sollevi, è necessario che si :
lo
NAPOLEONE COLAJANNI
226
mossero la Sicilia nel 1893 e la Puglia nel 1898 e rimasero tranquille la Calabria e la Sardegna. Qui la miseria dura ininterrotta da anni ed anni e le popolazioni che le abitano si sono adattate ad un regime inferiore. Il passaggio rapido da un relativo benessere ad un certo grado di miseria spingea a ribellione le prime. Questi principi di psicologia collettiva, che trovarono la loro applicaPerciò
Uone
si
ripetute volte, poterono agire a Milano
uno
trovi in
perchè
stato relativo di benessere,
di prostrazione,
il
energia per reagire
almeno quanto
sicché
il
alle rivolte,
nell' eccesso
nomo non ha abbastanza
popolo come V ;
come
massimo
della sventura
ha quasi un' influenza
umana,
inibitrice
massimo della felicità. E perciò che nel medio evo scoppiarono sommosse in numero maggiore nelle città rette a comuni che nei paesi dove vigeva il sistema feudale, che non
nei
quali
Quando è
il
men
la
stretta dalla più
plebe era
le forze del
popolo sono
dura miseria
consante dalla fame, esso
disposto ad usare dell'energia che gli rimane in tu-
multi sanguinosi, che d'altronde non farebbero che aggravare il
suo stato, diminuendogli ancora
della sussistenza. Noi ne
il
lavoro e quindi le fonti
abbiamo un esempio
sott'
occhio in
non sommossa neppure in Lombardia, una sostanza putrefatta, che li avvelena.
Italia in cui le condizioni del contadino, miserabilissime,
diedero luogo a nessuna
dove migliaia vivono «
(//
delitto
di
'politico,
ecc.,
p.
84
e 85).
generalizza troppo la rassegnazione sotto
Puviani questi principi al limite di
il
Forse
il
Lombroso
regime feudale.
di psicologia collettiva
li
tolleranza delle imposte {Illusione
ha
Il
applicati
finanziaria
pene delle imposte fra loro e con Nel Giornale degli Economisti Agosto 1898).
lìiediante associazione delle
altre pene.
1
LA CAPITALE MORALE
ili
varie altre contrade
227
Milano, che a.veva tumul-
(1).
pane e per le angherie degli agenti daziari^ non poteva rimanere insensibile quando il prezzo del pane subì nel 1898 un aumento di quasi il 50 ^i^ (2). tuato
A
il
Aprile 1886 per
1
MilanO;, inoltre,
ciazio sul
il
come
dovettero in-
si disse,
tensamente agire altre cause, perchè Milano è la capitale morale. Che lo sia lo dicono le cifre, che bisogna lasciar parlare. Cominciamo da quelle relative alla base biologica, che
con qualche confronto
con quelle della maggiore città del mezzogiorno;, Napoli, serviranno a fare apprezzare più al giusto metropoli del
costituzione bio-sociologica della
la
Nord
e di quella del
Sud
(3).
.
L'aumento della popolazione nella capitale della Lombardia, se non è vertiginoso come quello di alcune grandi città dell'Europa settentrionale o degli Stati Uniti, è assai considerevole.
(1)
Avverto
il
lettore
Contava 351,941
che ko sostenuto
r influenza del passaggio rapido
documentato
e
benessere
dal
al
malessere
economico nella manifestazione individuale nella Sociologia Criminale. Catania, 18S9. Volumi due, L. 13. (2) Il
frumento
nostrano
L. 23.75 dal 29 Aprile al 1 di
34,25 da! 28
del frumento
mente
la
notizie,
Camera
(3)
clie
30 Aprile 1898.
al
risentirono
Comune
del
di
ebbe un
di
Il
clie
e
di
prezzo della farina e
e
il
pregati
viva-
Clerici segretario
Dott.
mi fornirono
tutte le
furono in condizione di darmi.
Qualcbe confronto tra Napoli
e
Milano
nel lugho 1897. Li ampliai in due articoli nici
massimo
meno V aumento. Eingrazio
Commercio
Milano,
prezzo
Maggio 1897, raggiunse quello
sociali
—
Secolo
nel
feci
— Paralleli
nel Medico delle famiglie
di
•
naio e Febbraio 1898).
igie-
Boston. (Gen-
NAPOLEONE COLAJANNI
228
abitanti nel 1885 ed
arrivò a 441 nel 1895. L'au-
mento fu più rapido tra
il
1881 e
il
—
1891
da
314 a 414 mila abitanti mentre Napoli nello stesso tempo da 493 salì a 527 mila. In media a Milano ;
l'aumento fu di circa 10,000 abitanti all'anno, mentre a Napoli non arrivò a 3000.
Questa prima ed enorme differenza acquista un economico sociale interessantissimo quando saprà che la natalità di Milano nel 1895 era
significato si
molto ai disotto di quella media del regno rispettivamente di 28,21 e di 38,67 per mille abitanti. Questa natalità arriva alla cifra dei popoli orien:
tali
meno
avanzati in civiltà in Napoli
di 41^4 nel quartiere
Lorenzo
S.
mantenevasi a 49,8. Questi
1891
dove nel 1881
,
altri dati^ oltre
esercitata dalla diversità delle condizioni
degli abitanti delle due città,
nel
:
Tinfluenza
economiche
danno ragione
in parte
della differente mortalità: a Milano, per l'igiene, la
rinnovamento
spendono Lire 1318,80 per 100 abitanti; a Napoli si arriva a poco
pulizia e
il
edilizio,
si
più della metà, a L. 693.85.
L'aumento della popolazione, dunque, a Milano, come nelle altre città civili, non è determinato da forte natalità, ma dalla sua minore mortalità ridotta a 24,52 nel 1895 colla media del regno di circa
26 e
di
Napoli,
che
mantenevasi
a 30,6
nel 1893. L'aumento dovuto alla
minore mortalità viene accresciuto dalla immigrazione, che fu di 10,511 nel 1885 e discese a 9545 nel 1895;
inver-
samente l'emigrazione tra gli stessi anni salì da 2944 a 3194. Queste ultime cifre sono interessantissime, perchè dimostrano: l'' la quantità considerevole di persone nate fuori di Milano^ che nella ricca
LA CAPITALE MORALE
vanno a prendere dimora
città
;
2°
che
229
il
movimento
ascenzionale delia prosperità, a giudicarne dalla dimi-
immigrazione e
nuita
dall'
aumentata emigrazione,
aveva già cominciato a subire un arresto nel 1895. Occorrerebbe una speciale monografia per illustrare la vita economica industriale di Milano, che non è uguagliata da quella di vermi' altra città italiana vi sarà agio di accennarvi un poco più ;
in
e
là,
qui
basta ricordare che la Cassa di Ri-
sparmio costituisce l'indice migliore della ricchezza della Lombardia. Gli ottocento milioni all'incirca di depositi e risparmi della
due
oltre
terzi
meridionali
Lombardia rappresentano
del totale
come
si
è
spettante alle in
visto
provincia
uno dei
capitoli
precedenti.
La
superiorità di Milano è indiscutibile e con-
siderevole dal punto di vista intellettuale e morale.
Milano spende L. 655^20 per istruzione e L. 1,23 per culto ogni 100 abitanti Napoli invece presenta ;
queste cifre: L. 354 e L. 19,67. Alle due spese cor-
rispondono rigorosamente
i
dati
dell'analfabetismo
e quei della superstizione, dimostrabili colla stica
stati-
per la prima parte e riconoscibili soltanto dalla
cronaca per la seconda. A Milano, infatti, su 100 sposi, un poco più di 16 non sanno sottoscrivere più di 50 a Napoli. Quasi tutti i ragazzi che hanno l'obbligo della scuola - 96 su 100 - la frequentarono in ;
Lombardia negli anni 1894-95 arrivarono a 63 nella Campania. Aggiungasi che mancarono qui tutte, o ;
quasi, le scuole e le istituzioni complementari, che
rendono meno
illusoria
l'
istruzione
obbligatoria.
In perfetta armonia coi dati economici e morali sono quelli morali come si può rilevare da questo
230
NAPOLEONE COLA JANNI
specchietto che
100^000 abitanti
si
riferisce al triennio 1893-95.
Reati d'ogni specie denunziati.
Contro
il
Per
:
buon costume
.
....
Milano
Napoli
1316
3984
10,48
40^54
3,02
28,35
101,61
511,30
352,97
498,25
Omicidi Lesioni violente Reati contro proprietà.
Milano supera tutto
.... il
mezzogiorno nel numero
delle nascite illegittime (10,2 per 100 nascite)
sa che questo è l'indice
meno
;
ma
significante della
si
mo-
che Torino, la quale nell'insieme sta innanzi a Milano per la istruzione e pei reati, la supera nelle quote degli illegittimi, con 14,1. ralità pubblica; tanto
Milano anche in uno degli elementi più dolorosi, si rivela a livello delle regioni piìi colte di Europa: nel 1895 ebbe 90 suicidi; poli,
ncn furono che 53 a Na-
con circa 90 mila abitanti in più.
Se dal lato negativo della statistica morale si passa a quello positivo, in qualche modo rappresentato dallabenefìcenza e dalla previdenza^ riscontriamo
armonizzano coi precedenti e li spiegano. A Napoli si spendono L. 118,72 per 100 abitanti per beneficenza pubblica ed a Milano 185,15. Ma queste cifre non danno che una pallidissima idea dello spidati che
rito
filr
^tropico di Milano, in tutte le sue classi so-
Chi volesse rendersene conto^ legga in Appendice ciò che brevemente ci scrisse persona che conosce ciali.
la capitale tire
il
morale e non potrà fare a meno di sen-
per essa una viva ammirazione. Accanto alla beneficenza sta la previdenza. Oltre
Monte
di Pietà e la Cassa di Risparmio, a Milano
LA CAPITALE MORALE
23Ì
meglio vivevano, prima che
vivono
la raffica rea-
zionaria le devastasse, oltre 160 associazioni di
mutuo
soccorso tra professionisti ed operai di ogni specie. Si può assicurare che i più umili mestieri e i più vari hanno la loro associazione di mutuo soccorso prima fra tutte V Associazione generale, che ha un capitale ;
economica e
di oltre 600,000 lire e che per potenza
numero
di soci gareggia con trambi sono tra le pochissime in Italia che reggono al paragone delle inglesi. Milano, colle sue diverse
quella di Torino; en-
opere di beneficenza e di previdenza, spende la bella
somma
di circa otto milioni
e
duecento mila
lire
all'anno.
Camera municipio aveva accordato un
Floridissima e bene organizzata era la del Lavoro, cui sussidio
annuo
il
di L. 10,000
e
gratuita in
sede
la
via Crocefisso ed a cui facevano capo circa 120 sodalizi
che rappresentavano tutto
lavoro manuale
il
di quello intellettuale — associazioni tra inse-
e parte
gnanti, ecc.
— Serviva come intermediaria tra capi-
tale e lavoro,
tra l'offerta e la
domanda
di lavoro
e patrocinava gli interessi dei lavoratori.
L'opera sua fu sempre efficacissima
compose degli scioperi
o
li
cipio in qualche occasione
si
evitò
;
e
lo stesso
ad
rivolse
spesso
Muni-
essa. L'ul-
tima sua buona opera compiuta lu nello sciopero dei tramvieri, che durò un sol giorno e terminò colla vittoria
dei lavoratori contro
contro la società Edison. L'ira la risparmiò,
il
della
Municipio e reazione non
non ostante che non avesse
carattere
politico.
E
colla
Camera
alle associazioni
del
Lavoro possiamo passare
schiettamente politiche. Quelle di
NAPOLEONE COLAJANNI
23^
mutuo soccorso hanno ciascuna una prevalente
ten-
denza politica; V Associazione generale^ ad esempio, è nelle mani dei monarchici moderati che se ne
avvalgono ed acquistano una influenza superiore
La norma
alla loro forza reale.
monarchiche
associazioni
delle
è la Costituzionale presieduta dal no-
bile G. Visconti
Venosta e dove
raccolgono
si
i
rea-
zionari più feroci, reclutati nell'aristocrazia e nella
grassa borghesia:
le
vengono rappresenPerseveranza. Sono monar-
sue idee
stampa della
tate nella
chiche varie società fra militari ed elettorali
—
manente nel
tra
un Comitato
quali
i
terzo collegio, che tra
i
alcuni
circoli
elettorale per-
principali capi
enumera quello menzione speciale il Circolo popolare^ che vorrebbe un partito conservatore moderno ben distinto dal readi accusa contro
i
avversari
suoi
di essere appartenenti alla massoneria. Merita
zionario;,
a cui appartengono Prinetti e Ambrosoli,
tra gli altri deputati
;
ma
che sinora non è riuscito
ad avere molta fortuna non ne ha avuto una maggiore V Associazione monarchica fra gli studenti mi;
lanesi.
Un
tempo era potentissimo
schiettamente democratico e
il
Consolato Operaio
che fu
lo
strumento
della vittoria clamorosa della lista democratica e re-
pubblicana alla prima elezione generale a suffragio allargato nel 1882. listi,
Fu
battuto in breccia dai socia-
che gradatamente
gli sottrassero molti
tanti sodalizi e gli era stato sostituito
il
impor-
Tribunato
dei lavoratori, ch'era schiettamente repubblicano (1)
(1) Il
per avere
Consolato operaio il
fu.
;
fondato dai moderati nel 1860
monopolio delle dimostrazioni patriottiche.
A
poco
LA CAPITALE MORALE ed altre
e repubblicani erano molti circoli elettorali
—
società
compresa una d'irredenti ed
fra
altre
Fascio Carlo Cattaneo. Re-
gli studenti raccolti nel
pubblicani e democratici potevano contare su di
cune società
mutuo
di
al-
soccorso, sulla Socieià demo-
Reduci dalle Patrie battaglie e sulle Società Reduci volontari garibaldini. cratica tra
Erano
i
oltre venticinque le società e trenta
oratorii cattolici, nei quali stava la
nata
partito
del
forza
Alcune
clericale.
gli
discipli-
organizzazioni
avevano scopo esclusivamente elettorale e riuscirono utilissime ai moderati nelle elezioni amministrative.
sembravano
I sodalizi socialisti
ma
mero;
nu-
di
scarsi
erano mirabilmente organizzati e di una
sorprendente
Federazione
attività. Alla
diW Associazione elettorale
socialista^
socialista
Circolo
al
—
alcuni
utili
istitu-
stvAi sociali facevano capo molti circoli
prevalentemente elettorali
—
ed altre
,
di
come il Ristorante cooperativo di Ponte Seveso che riusciva efficacissimo per la propaganda. L'or-
zioni,
ganizzazione socialista era la più disciplinata
e
la
più forte: la sola che poteva competere col partito clericale.
Né
sità della
corrente che cominciava a designarsi tra
a poco
si
la disciplina
veniva rotta dalle diver-
trasformò in senso radicale per opera di Romussi,
Prada e Valera. Vi fa un tempo in cui tutto
il
classi lavoratrici. il
suo apogeo.
Le
il
il
centro
dì
elezioni del 1882 e del 1886 segnarono
Penetratavi
la corrente
nel suo seno vivaci discussioni Ottobre 1892
era
por la redenzione politica e soc'ale delle
lav"oro utile
Consolato
—
ch.e
lo
socialistta,
nacquero
indebolirono.
16 S03ietà contro 11
Il
21
— decretò
la fusione col partito dei lavoratori e accettò la lotta di classe.
Le
altre 11 società
fondarono
il
Tribunato.
l^At>OLEONÈ COLA JANNI
234
moderati guidati da Turati e dalla Koulischoff, che
i
volevano accordi coi partiti affini, e gli intransigenti che di accordi non volevano sapere in alcun
modo. Gli uni
e gli altri
— moderati e intransigenti
—
erano decisamente avversi a qualunque tentativo rivoluzionario, almeno tra gli elementi direttivi e tra gli oratori delle frequenti e frequentate conferenze.
Con un cenno il
governo
ligio
il
Crispi,
alla
Massoneria
perchè a
Gran Maestro
del
ternazionale per la pace,
mini di
tutti
i
colori
—
— scissa durante troppo
riteneva
lui si
—
tempo alla Società indove trovano posto uodal conservatore Albasini-
Scrosati ai repubblicani Maffi
e
—
Premoli
Circolo per la solidarietà internazionale,
e
eh' è
al
una
emanazione della precedente, con intendimenti più larghi e più pratici,. pò ugo termine alla rapidissima
rassegna delle associazioni di Milano, che possono già dare un adeguato concetto della sua vivace attività politica,
che meglio risalterebbe dalla storia
dei suoi singoli collegi fatta al elettorali.
Le ultime
elezioni,
che nel solo VI collegio, tra gli antidinastici
lume
dei
risultati
ad esempio, insegnano
socialisti e
repubbicani,
sono oltre 3000.
Questi dati politici e intellettuali vengono completati dalle seguenti notizie sulla stampa.
ha
i
giornali più diffusi in Italia, se
non
i
Milano meglio
compilati.
Comincio dsdVItalia del Popolo che non risorgerà più nella capitale morale e che rivivrà a Roma Italia. Benché intransigensotto il semplice titolo e non temente repubblicana talvolta bigotta ben fatta dal lato tecnico e defìcientissima pel servizio telegrafico;, era riuscita ad avere quattromila :
—
—
LA CAPITALE MOfeALÈ abbonati. Era grande laboratori
—
235
valore morale dei suoi col-
il
oggi quasi
tutti in
—
carcere
ma era
maggiore la diffusione delle idee repubblicane tale da consentirle una tiratura di oltre 15 mila copie, quale non Irebbero vasà L'Unità Italiana^ Il Dovere La Lega della democrazia^ non ostante la direzione di uomini che si chiamavano, Maurizio Quadrio, F. Campanella, Alberto Mario. E V Italia del Popolo^ per le deficienze indicate, non oltrepassava i con;
fini dell'Emilia.
Tra lo tiene
i
quotidiani,
il
primo posto per
a Milano e in tutta Italia II Secolo, la cui
mila copie e che
tiratura oscilla attorno alle 100 esercita
la diffusione
una grande
democratico in tutto
e benefica il
influenza
E
regno.
per
in
senso
questa
sua
azione venne soppresso dal generale Bava Beccaris.
Viene dopo II Corriere della
sera,
che col volteg-
giare accorto del Torelli-Viollier, che sapeva a tempo
debito secondare l'opinione pubblica e colla grande
cura posta nella compilazione, aveva ottenuto una considerevole diffusione. rettore, cui
parvero enormi
i
fasti
stato di assedio, si ò avvicinato
Perseveranza zione,
ma
—
l'organo
dell'antico
Coll'uscita
più
di-
reazionari dello
politicamente
sfacciato
della
alla
rea-
che per fortuna esercita scarsissima in-
fluenza, per la sua scarsa diffusione.
Non
arrivò a
guadagnare neppure durante lo stato di assedio, quando ridusse democraticamente il prezzo di vendita da 10 a 5 centesimi. La Lombardia era un giornale alquanto democratico, non bene definito, ma che per le sue imparzialità godeva di molte simpatie tra la borghesia che non vuole arrivare al Secolo^ ma che non può ac-
236
NAPOLEONE COL A JANNI
conciarsi agli
organi della reazione
come
ora ha
;
mu-
pure mutato tutto il personale di redazione^ volontariamente dimessosi per atto di solidarietà con il suo direttore, non avendo voluto acconciarsi a fare un gioril direttore Gianderini tato indirizzo,
Invece
nale reazionario.
La
Sera,
è
—
sempre
almeno sinora
per Torà tarda in cui care per di
Don
Albertario e la Lega
tidiani cattolici
diffusa
ministeriale,
U Osservatore
Cattolico
Lombarda sono i due quo-
seconda fornica coi moderati e
la
:
—
pubblica e cbe la fa ricer-
si
ultime.
notizie
le
discretamente
è
qualche volta assume intonazione conciliazionista.
La di
Lotta di
—
Classe
risorta
sotto
titolo
il
:
Lotta con un valoroso direttore — Claudio Treves
— Il Socialista^ L'elettore cattolico viilanese, cattolico^
liberale
il
Popolo
Il lavoratore italiano^ clericale^ e L'
sono settimanali
:
sarebbe fortuna per
Idea tutti
se le idee temperate dell' ultima prevalessero tra
monarchici milanesi. Milano ha inoltre e industriali
quotidiano
—
tra
i
23 pubblicazioni commerciali
:
quali II Sole e
il
Commercio
22 di medicina; 5 giornali giuridici
;
i
—
I Tribunali divennero quotidiani durante i processi politici ultimi; 16 agricole; 22 di moda; 14 strettamente religiose 29 letterarie, educative, scola13 per le famiglie ed umoristiche argatiesimo II Guerrino Meschino e assai popolare ;
stiche, ecc.
L'Uomo
—
;
di
Pietra
\
13
teatrali; 3 di
viaggi; 5 di
pubblicità; 9 di sport, caccia e scherma; 15 di ge-
nere diverso
;
12 scientifiche
—
siero itcdiano di Pirro Aporti.
E
tra le quali II Pen-
chiudo questa elo-
quentissima enumerazione con un cenno alla
soppressa
Critica Socicde, che
speciale
mercè V opera
LA CAPITALE MORALE
237
assidua, intelligente ed amorevole di Filippo Turati aveva acquistato fama grande e meritata in Italia e fuori e che tutti si augurano di vedere risorgere
presto e rigogliosa e battagliera,
non appena
suo
il
valoroso direttore avrà riacquistata la libertà.
Da
tutto ciò
si
può già concludere che Milano
è città essenzialmente politica e intellettuale
conosce la vivacità delle discussioni nei ritrovi familiari^ nelle piazze
;
la
;
e chi
nei
caffè,
frequenza e varietà
—
conferenze pubbliche molte delle quali^ naturalmente con diversità d'intenti, organizzate dal delle
florido Circolo Filologico e dalla Società internazio-
nale per la pace
—
tutte affollate e parecchie tenute
nella stessa ora, potrà ancora più
costruire mentalmente
agevolmente
Tambiente psichico
Questo ambiente, è naturale, non
ri-
di Milano.
formò in un giorno, né in un anno. Degli anni ce ne vollero perchè quello descritto da Parini si mutasse radisi
calmente.
Non
è qui
il
luogo per dimostrare quali fattori
naturali e sociali abbiano contribuito a preparare e
maturare
il
mutamento facendone un centro
vissimo di vita economica e intellettuale l'Austria colla sua cura di forche,
di
galera ne ricostituì sano e vigoroso
il
litico;
ne formò
la tradizione fiera,
;
atti-
certamente
piombo
e di
carattere po-
indipendente,
indomita.
—
dall'agosto 1848 all'agosto In un solo anno furono eseguite non meno di novecento 1849 di morte sopra individui accusati sentenze sessanta
—
semplicemente sospettati autori di reati politici, compresi taluni pei quali non esisteva neppure il sospetto, ma che vennero giustiziati sol perchè tratti
NAPOLEONE COLAJANNI
238
accidentalmente in arresto. Alcune esecuzioni acquistarono celebrità per alcuni episodi eccezionali.
È
che
così
milanesi vanno
i
orgogliosi
del
:
Tireinin innanz! di Sciesa (1850).
trattamento dei bruti a cittadini che insul-
« Il « tati
risentono l'insulto, dice
Senatore Piolti de'
il
«
Bianchi^ segnò tra Milano e l'Austria
«
indelebile,
«
straccerà
e
E quest'odio spiega come, perchè umana fra le città italiane, abbia
una pagina
una macchia mai
che nessuno
d'odio,
». 1s\ì\?cclo
pacifica
manifestato
un
entusiasmo come per una vittoria nazionale all'an-
nunzio dell'assassinio del D.^' Vandoni (1851) reo di aver denunziato alla polizia il suo amico Dottor Ciceri (1). Il
moto
—
del 6 Febbraio 1853
nel quale ebbero
—
parte Visconti Venosta e Depretis
e tutte le suc-
cessive cospirazioni e impiccagioni consecutive^ sino alla liberazione del 1859,
(1)
non fecero che rinvigorire
Per conoscere meglio
politico di
Milano mi sembra
della relazione
insurrezionale
questo
brano
del Senatore Piolti de' Bianchi sul tentativo
6 Febbraio
del
appunto all'assassinio del
umana
formazione dell'ambiente
la
opportunissimo
1853
Vandoni
Milano che
fra tutte,
che «
:
si
per
riferisce
lo
pacifica
Milano, città
suo poeta sferzava perchè
«
e
«
troppo tollerante e troppo molle, Milano che aveva tenuto
«
per mesi
«
capello,
«
una
fra l'ugno
Milano
città
in
l'aborrito
quel
di cannibali,
Ma
di,
il
Bolza
senza
torcergli
un
ad un ignaro, sarebbe parsa
tanto
bastone e la
gongolava
per
di gioia
verga e la forca
un
avevano
«
assassinio.
«
trovato degna risposta nel pugnale
«
ranno muta la natura dei popoli più miti, quando sentono
«
la dignità di sé stessi ».
il
;
ma
la ferocia
del ti-
LA CAPITALE MORALE
239
adamantino questo carattere politico della Lombardia e della sua «ìapitale. Una nuova vita avrebbe dovuto cominciare colla cacciata de^li Austriaci e lombardi e milanesi vi credettero tanto a questa nuova vita^ che essi, nei primi anni della costituzione del regno, sembrarono
e rendere
;
più devoti alla dinastia sabauda; tanto devoti, che Enrico Cernuschi;, indignato, preferì alla cittaditra
i
—
nanza italiana la francese. Le elezioni politiche erano T indice migliore dei sentimenti della massa che godeva del diritto di voto. C'erano già dei brontoloni, disgustati
mantenuto tuente;
che Vittorio Emmanuele non avesse impegno di convocare la Costi-
l'antico
ma
i
più erano soddisfatti della liberazione
dal giogo austriaco e preoccupati e distolti da altre aspirazioni, dal desiderio ardente di
compiere l'unità che lo odiato e antico oppressore rimaneva accampato nel Veneto. Qaalche elezione — quelle di Giuseppe Fere l'indipendenza della nazione, sino a tanto
rari,
di G. Mussi, e più tardi di Carlo Cattaneo
più che
alla infliienza
rappresentava] 10 gli
della corrente
eletti
—
eminenza della persona o
era
politica
un omaggio
l'effetto
di
—
che alla
condizioni
locali.
La reazione contro il sentimento monarchicomoderato andavasi maturando man mano che i governanti
discreditavansi
per errori politici
e
per
immoralità delle quali non potevansi vittoriosamente difendere.
Era divenuta vigorosa all'epoca del Gazzettino Rosa che potè fare di più per la demolizione
—
delle istituzioni coi duelli de' suoi redattori viventi
en hohemiens
,
che non
gli articoli logici e serrati
NAPOLEONE COLA JANNI
240
dell'
Unità Italiana
processo Lobbia
—
ed esplose colle infamie del
(1).
Passò inosservata, o quasi, la cospirazione repubblicana del 1869 — per la quale venne arrestato sulla Piazza del
Dnomo
Dott. Pantano, tradito da maggiore interessamento il tentativo insurrezionale della Caserma di Pavia colla
un
ufficiale
ma
;
il
suscitò
conseguente facilazione di Barsanti. miserevoli di Lanza per negare la
I sotterfagi
grazia del povero caporale,
donne
chiesta in
da una Pallavicini
italiane
,
nome
delle
cui consorte
al
grazia non era stata negata dall' Imperatore d'Austria,
produsse la più penosa impressione nella pubblica
E
opinione.
la
Lombardia cominciò a divenire un
—
semenzaio di deputati schiettamente repubblicani Sonzogno,
Billia,
Ghinosi, Mussi, Cavallotti
—
molti
dei quali forniti dal Gazzettino Rosa^ divenuto popolare perchè battagliero ed anticesareo.
Moscova
(1)
—
In
23 Marzo 1879
queste
dimostrazioni
(2)
—
1
per Lobbia la polizia agì,
come sempre, austriacamente suscitarono indignazione ;
trattamenti
fatti
Via
fatti di
e tanti altri fasti
i
mal-
subire al maggiore garibaldino Liborio Chiesa,
mutilato di una gamba, (2)
In occasione della commemorazione delle ciaque gior-
nate, la polizia, per sequestrare la bandiera della Fratellanza
repubblicana, esegaì una vera feroce agressione conti o la popolazione inerme, che venne paragonata a quella
dell' 8
Set-
tembre 1S47 ed organizzata dal Bolza all'arrivo dell'arcivequello del scovo Romelli. Nel processo, il Generale Fumel
—
brigantaggio
—
ebbe parole asprissime contro
litiche e militari, fetto
il
le autorità
che la prepararono ed eseguii ciò. Era pre-
Gravina, questore Amour, comandante dei
Magggìore Ghiaia.
po-
soldati
il
LA CAPITALE MORALE della polizia, che
241
non lasciava passare occasione per
agire austriacamente, accelerarono
l'evoluzione
di
Milano e della Lombardia in senso democratico e repubblicano evoluzione che trovava il suo terreno :
ben preparato nella tradizione storicae nella influenza che dovevano esercitare legittimamente, sopra gli
elementi
intellettuali e
Carlo Cattaneo
Gabriele Rosa
;
,
sani^
tutti
un gigante come
uomini come Giuseppe Ferrari e evoluzione che divenne ufficialmente
palese colle elezioni generali del 1882.
In
modo
andò preparando in Milano e in Lombardia un ambiente non solo repubblicano, ma schiettamente federalista, con questo in più che la tal
si
:
tendenza federalista non era esclusiva dei repubbli-
ma
invadeva più o meno apertamente su tutti gli altri partiti e su tutte le classi soci?di, percorrendo una gamma al cui centro stava V Italia del Popolo coir indimenticabile Dario Papa, e, agli estremi, da un lato Filippo Turati e dall'altro Giuseppe Colombo. cani^
Date
le
condizioni
tristi
la coscienza della superiorità
del resto d'Italia e data
economica, intellettuale
morale di Milano e della Lombardia^ coloro che si sapevano superiori e vedevansi legalmente accoppati da una forte maggioranza avversa, non potevano e
che riconfermarsi nel sentimento e nell'aspirazione federalista nella quale
vedevano una nuova
libera-
zione dai barbari del mezzogiorno. Così formossila leggenda dello Stato di Milano^ in fondo della quale c'era e c'è un assieme di verità, che non dovette rimanere del tutto estranea negli ultimi moti di Maggio (1).
(1)
L'infiuenza della tendenza federalista cjnstatiica dal
Daily Cronicle
e
da
altri
giornali viene esplicitamente ie
am-
NAPOLEONE COLlJANNÌ
242
Milano e la Lombardia si credettero addirittura sottoposti ad un dominio odioso sotto il secondo ministero Crispi il quale ricambiava i lombardi di :
come
cordialissima antipatia e designavali salpini. Antipatia scambievole
Galli ci-
sottolineata dai so-
,
lenni fischi di Milano al Presidente del Consiglio, tanto più significante in quanto che la rottura colla
Francia accentuata da Crispi, più che
economicamente, riusciva profittevole lombarde.
altre,
alle
alle industrie
messa da un conservatore lombardo; il Siliprandi ex deputato. Questi, da avversario leale, fa buona testimonianza delle qualità
della parte repubblicana e scrive «
Una
parte
repubblicana trattandosi
e,
dei
:
notevolissima della
mi
immediati
nostri
borghesia lombarda è
a dirlo, e con piacere
affretto
avversari
lo affermo,
essa è
politici,
tanto moralmente rispettabile, intellettualmente
colta,
e so-
cialmente elevata -f[uanto la borghesia monarchica. Essa vanta tradizioni patriottiche indiscutibili, tenacia di opinioni, atti-
vità costante di propaganda, abilità
menti.
La utopia mazziniana
vincie,
ma
il
positivo pensiero di Carlo Cattaneo vive robusto
e spontaneo tanto che molti lo
magnifica sul
grandissima di procedi-
è quasi spenta nelle nostre Pro-
nutrono inconsciamente. Esso
pianta che facilmente
campo lombardo
—
».
«
è
obliqua e cresce rigogliosa
Tradizione monarchica razionale
una
mai
;
sede recente di
pubblica rivoluzionaria e guerriera
;
vissuta poi per cinquan-
in queste provincie
non
vi fu
re-
t'anni in ribellione perenne; fornitrici di presocchè intieri
i
repubblicaneggianti eserciti volontari, durante la guerra del
risorgimento italiano,
lo
spirito di resistenza
sima a destarsi in esse
»
Dott. Siliprandi
.
:
è
cosa facilis-
Capitoli Teorico-
Pratici di politica sperimentale. Mantova 1898. p.
224. nota e seg.
Yol.
m,
LA CAPITALE MORALE
Lo
spirito
in Cavallotti
24^
lombardo, in ultimo, parve impersonato clie alla sua tenace e meravigliosa
opposizione dette
il
profumo che veniva dalla que-
morale / sicché le manifestazioni violente Milano e dì Pavia dopo Abba Carima e la successiva caduta di Crispi parvero una vittoria^ una rivincita del bardo glorioso della democrazia e dei stione di
suoi rappresentati.
Questo r ambiente politico-morale di Milano
;
che a buon diritto può essere chiamata la capitale morale d'Italia per lo insieme armonico delle sue condizioni. Torino che l'uguaglia, le sta dappresso
economica^ neir alfabetismo e nella minore delinquenza, non ha la vivacità e r energia politica di Milano. E si spiega la calma di Torino durante gli ultimi moti non solo col desiderio di non nuocere al successo della sua Espoo la supera nella vita
sizione e colla forte organizzazione del suo socialismo
intransigente colla
,
ma
influenza
tanto viva su di nifesta al
un
anche
col suo
ancora De Amicis che ma-
tradizione
della
un Edmondo
temperamento e dinastica
sacro orrore per l'idea repubblicana innanzi
Tribunale militare
che doveva condannare a
,
_
dodici anni di reclusione di fede Filippo Turati
L' ambiente citato già in
funerali di
il
suo amico e compagno
!
politico-morale di Milano
modo
straordinario
Cavallotti e dalla
,
sovrac-
dalla morte e dai
rassegna delle forze
repubblicane e socialiste fatte nella commemorazione solenne del cinquantesimo anniversario delle Cinque Giornate era tale che sarebbe stato miracolo se
—
moti per la fame del resto d'Italia non vi avessero ottenuto una forte ripercussione. Sarebbe ba-
i
KAPOLEONE COLAJANNl
244
stato
il
contagio psichico
,
tanto più facile
terreno è adatto, a determinarla
Mussi doveva renderla
—
forse
altri
dirà
—
realmente sospirata
,
delle
se
il
l'uccisione di
;
L'
inevitabile.
calcolo
il
(1)
dove
imprudenza
la reazione
autorità
era
politiche
e
dovevano necessariamente riuscire agli epidi Maggio 1898. Nei quali, per quante ricerche abbia fatte, non sono riuscito a
militari
sodi
sanguinosi
convincermi che vi abbia avuto parte principale la teppa^, come da qualcuno, che ha voluto erroneamente scagionare Milano dei tumulti avvenuti, è stato asserito (2).
(1) Si sa
che
le
epidemie vengono favorite
dalle
ma, di una popolazione non risparmiano gli organismi sani e
condizioni igieniche e biologiche
una
volta sviluppate,
tristi ;
rigorosi che vivono anche nelle migliori condizioni. Ciò che dice delle malattie trova riscontro
si
nelle
esatto
epidemie
psichiche. (2) I
malviventi nella sommossa di Milano ebbero parto
molto minore di quella
che in casi analoghi sogliono avere
come
risulta dalla lettura degli stessi
reati
comuni
caratteristici
gli
sconvolgimenti
che
le
,
politici.
processi.
Mancarono
che sogliono accompagnare
Con
piii
i
tutti
potrebbe darsi
ragione
dimostrazioni di Napoli furono suscitate dalla
camorra
ivi l'obbiettivo principale dei
dimostranti per
molte ore fu
la liberazione dei delinquenti
comuni rinchiusi
nelle carceri
di S. Francesco.
visto giusto nei
Tra i pochissimi giornali d'Italia che hanno movimenti di Milano, va segnalato il Don
*
Che cosa era quello strano, inaudito fenomeno, non poteva chiamarsi né una rivoluzione ne una sommossa? Adesso si dice: era un movimento
«
teppistico.
Chisciotte. < il
«
quale certo
Ed
è
una sciocchezza
:
perchè
i
teppisti
non
LA CAPITALE MORALE
La manifestazione primitiva essenzialmente politica e Così doveva essere. Se tali
che a giudizio di
per salvare T Italia
le
rimasero
Maggio fa
6
le successive.
condizioni d' Italia sono
Saracco destano
—
regime
del presente
tali
del
245
e teste gli
disgusto
il
fecero
dovrebbe ricondurre
si
che
dire il
senso
chiaro^ esatto della moralità nella coscienza pubblica,
—
in basso e in alto (1)
non era evidente^ non era
prorompesse in pubbliche manifestazioni nella capitale morale, dove identiche logico, che questo disgusto
esplosioni, per cause minori, c'erano state altre volte ? Se questa volta si arriva alle barricate che nes,
suno, però,
difende,
rità politiche e militari
far sospettare che
colpa
la ,
tutta delle auto-
è
che agirono
abbiano voluto
le
in
guisa
da
barricate per
arrivare alla reazione.
Per parte mia non le barricate
esito
ad aggiungere che se
rimasero indifese, se
moti non furono
i
deve al fatto che mancò assolutamente ogni preparazione ed ogni direzione e sopratutto al dissidio tra i socialisti e una borghesia colta e repubblicana, che ha un obbiettivo determinato, ma che ebbe tagliati i garretti dal socialismo, che le sottrasse le masse. In queste poi poterono più la tradizione temperamento , che non poteva il essere modificato in pochi anni anziché la propapiù gravi ciò
si
,
,
«
sfi-dano le
«
intera
«
in
nen
uno
facilato
ssnza una ragione qualsiasi e uua città
tollera ohe per colpa loro, ossa sia trasformata
spettacolo sanguinoso ». Così Luigi Lodi nell'arti-
colo sulla Liberazione di (1)
Intervista con
di Torino.
un
Milano (1893
-
N. 244)
redattore della Gazzetta del Popolo
NAPOLEONE COLA JANNI
246
ganda sinceramente naria dei socialisti
La
;
e costantemente antirivoluzioed esplosero (1).
protesta di Milano fu essenzialmente poli-
morale ma credo di avere dimostrato ad esuberanza che non ebbe il menomo carattere di un vero tentativo insurrezionale. Se a Milano, come tica e
;
alcuni, a torto, pretendono,
mancò
l'influenza eco-
nomica nella determinazione della protesta, ciò tornerebbe sempre a suo grandissimo onore. I socialisti non deridono a sangue ogni giorno la quistione soperchè alcuni socialisti la riducono a semplice quistione di stomaco? Ebbene, diano tutta la loro ciale
ammirazione a Milano che si leva in nome delle più sante ed alte idealità In quanto alle sOzze calunnie di chi disse i moti di Milano e del resto d'Italia voluti e preparati dai !
socialisti e
Papa
del
repubblicani agli ordini ed agli stipendi
e della Francia^ esse
più profondo disprezzo
(1)
delia
Il
Ciocotti
fa
non meritano che
il
(2).
eccellenti
considerazioni
siiU'
azione
propaganda antirivoluzionaria socialista, e dimostra, che
non poteva essere completa. Si contraddice, però, manifestando il proprio rammarico per la dimostrata impotenza ed inettitudine del partito repubblicano (pag. 23).
Non
chiaro
è
che
la inettitudine sono dovute per lo appunto alla propaganda socialista? Con leggerezza poi afferma che
Vimpoten'xae efficace i
socialisti
non ebbero parte nei tumulti.
smentiscono.
Ne
Tutti
i
processi lo
questo torna a loro disdoro; anzi!
Quel miserabile Stillman, ex corrispondente del Times, Crispi Gh-e fu sempre agli ordini se non agli stipendi di Erening Boston del direttore così scrisse in una lettera al Transcript del 13 Ottobre 1898. Gli rispose onestamente e (2)
fieramente Fideha Dinsmore, la buona e di
Dario Papa.
gentile
compagna
LA CAPITALE MORALE
247
Quattro mesi di reazione non poterono moditicare l'ambiente politico e morale di Milano.
La
rimane uno scandalo per alcune parti d'Italia ed un pericolo se non si vorrà trarre ammaestramento dagli avvenimenti morale
capitale
—
per
le istituzioni
si
;
capisce perciò che
—
qualche
ci sia
nuovo Barbarossa, come venne chiamato
chi ebbe
ventura di spegnere Cavallotti, che la vorrebbe annientata; si capisce ancora che ci sia chi vorrebbe metterla sotto la tutela affettuosa dell'Italia. Oh il momento per togliere di mezzo questa
la triste
!
minaccia permanente alla tranquillità dello Stato ^ di porre sotto tutela.... la capitale morale è veraQuando all' estero, per nostra mente opportuno incancellabile vergogna, si discute sulla convenienza !
perchè
di porre l'Italia sotto la tutela dell'Europa
non
sa guarirsi dalla miseria e dall'analfabetismo,
che generarono
(1)
In risposta
il
pericolo anarchico
alla
giusto
è
,
antiauarcliica
conferenza
dairitaha, la Fi-ankfurter Zeitung
(1)
promossa
fece tale formale
proposta
ch'era venuta già da alcuni giornali della Svizzera.
V Indipendence Belge
nal
nah
francesi, svizzeri e tedeschi furono di accordo colla
e altri
1\
Jour-
autorevoli gioi-
de Qéné've,
furter Zeitung. Sulla produzione anarchica poi,
FrankVEconomist
Londra (22 Ottobre 1898) scrisse a nostra vergogna: a nostro giudizio, « Abbiamo detto che l'anarchico è, ordinariamente un criminale o un pazzo, ma nella produ-
di
zione sia del criminale che del pazzo
non
devesi ignorare la
parte esercitata dallo Stato e dalla società.
dubbio, oggi responsabile di usare mezzi chiavellici,
educando
così
Esso è responsabile, in
i
Lo
Stato
immorali
è,
senza
e
mac-
proprii cittadini in idee immorali.
tutti
i
grandi Stati continentali,
di
NAPOLEONE COLAJANNI
248
che
airinterno chi
ci sìa
voglia spento
di benessere^ di sana energia, di vera
risiede in Milano
focolaio
il
civiltà
che
!
i nuovi Barbarossa esprimessero il sentimento maggioranza degli italiani sarebbe segno che ritalia non potrebbe tollerare che una sua grande città venisse chiamata la capitale morale.,,.
Se
della
impedire quella libertà di
che forma una valvola
e lo prigioni
durli. Il paese,
mani di ... un paese die merita
che
sperpera
il
fa del
suo meglio per pro-
i
fame
e porta
il
dell' anarcliisDio,
ne
sia,
La
peso e
di
.
armamenti
suo danaro in
suoi mezzi, nel mentre lascia
oltre
'i
è
sono piene di
degU anarchici, perchè
di avere
che
di scrivere e di associarsi
parlare;,
sicurezza nel malcontento popolare.
paese, nel quale la politica ò nelle
Il
«
di
suoi poveri morire di
i
una imposta
nessuna misura
schiacciante,
di
polizia,
lo potrà liberare.
società,
la quale corca di far
modo, senza riguardo
alle leggi
moneta in
della moralità,
Non vi è scampo da questa società umana che nessun scampo «
legge,
vi
sia.
«
con
esse
si
Si faccia
tutti
sociale ed
i
bacilli.
Se,
adunque, di
le
abbattere
provvedimento
di
illudono.
energicamente giustizia contro
mezzi, il
i
fgli
ed è bene per la
Potenze continentali pensano che riuscirà loro l'anarchismo e di eliminarlo con qualche
qualsiasi
coltiverà
anarchici così sicuramente, come lo stagno coltiva
polizia,
soffrirà
per perfetta
ma non
dimentichi
si
sistema vizioso
di
spese
i
criminali,
che l'ingiustizia
pubbliche aiutano
a
creare l'anarchismo, e che è di gran lunga meglio prendersi u.n po'
di
pena per colpire
alle
n9stri sforzi nel!' agire contro
i
sue cause, che usare tutti suoi sciagurati effetti ».
i
XIV.
CONFRONTI
Si afferma di ordinario dalle persone
che non
vogliono darsi la pena di comparare per riflettere
ed agire in conformità dei risultati ottenuti dalla comparazione: i confronti sono odiosi. Dovrebbe dirsi invece i confronti sono dolorosi e vergognosi per coloro che sono costretti a constatare la propria :
inferiorità e per quanti furono
e sono
causa della
inferiorità stessa.
il
La comparazione che s' impone quando si bando all'assoluto è di una indiscutibile
nella politica
,
è dato utilità
che vuole essere sperimentale perchè,
trovando termini di confronto con dati avvenimenti, si
acquistano elementi per una specie di giudizio di
ammaestramenti ed indicazioni sulle consegaenze non remote degli avvenimenti comparati a seconda della diversità delle misure adottate di fronte
appello,
medesimi. Non si deve tacere che nella comparazione e nelle induzioni si deve andare guardinghi, perchè la ai
NAPOLEONE COLAJANNI
250
tra popolo
diversità delle condizioni
anche tra periodi diversi nella vita
popolo ed
e
una
di
stessa
nazione, può indurre in errore e far formulare previsioni che non si realizzano generando meraviglia e disillusioni
;
ma, oltrecchè nella fase presente di
evoluzione la diversità delle condizioni è in continua attenuazione tra la
popoli europei, è innegabile che
i
comparazione rimane come
per fare della politica
metodo migliore sperimentale, pur facendo riil
serve sulle indicazioni che somministra e ricorrendo
temperamenti nell'applicazione, che possono essere suggeriti dalla conoscenza delle più salienti
a
tutti
i
diversità di condizioni.
Convinto della eccellenza di questo metodo, mi pare che non si potrebbe conchiudere più opportu.namente questo studio sui tumulti della primavera del 1898 e sulla conseguente reazione
se
non
coi
confronti sul rispetto delle leggi e delle costituzioni^ sulla libertà lasciata ai cittadini, sulle
d'Europa in
tate dai vari Stati
misure adot-
casi analoghi a quelli
italiani.
Se
si
gisti del
dovesse prestar fede ai grotteschi apolovigente regime italiano,
i
quali
non
esitano
ad affermare che in
fatto di libertà e di
della costituzione
nostro paese nulla ha da invi-
il
osservanza
diare agli Stati più liberi del mondo, e che arrivano
ne gode una maggiore si potrebbe stabilire un contrasto della Francia stridente ed umiliante per noi, ponendo il paragone
air
impudenza
di dire che
,
tra
r
Italia e la Svizzera
Uniti d' America
;
ma
,
tra
queste
V Italia vanterie
e
gli si
Stati
devono
prendere per quello che sono per ridicolaggini divulgate con serietà o per ignoranza compassione:
CONFRONTI
251
per insigne e Interessata malafede.
Yole
Perciò
rinunzio a qualunque paragone non solo con detti Stati retti a repubblica,
ma
scandinave, dove da anni
nomiche
anche
tumulti per cause eco-
i
e politiche sono sconosciuti
mitata la libertà e tutto vi organizzazione sociale nazionale
;
monarchie
colle
e
discute:
si
da questa
dove
è
illi-
Re alla compagine
dal
alle
(1).
avrebbero a male il paragone tra ritalia, paese a regime rappresentativo, stati semplicecon la Germania o con 1' Austria mente costituzionali. Invece sono le due nostre alI nostri millantatori si
,
motivo di offendersi del
leate che avrebbero giusto
paragone.
LI
Cancelliere di Ferro, quando volle darsi
nelle braccia della reazione, e poscia contro
i
socialisti,
noi invece vige da anni, ieri soltanto,
(1)
il
prima contro
armò
si
i
cattolici
Tra non da
di leggi.
intendiamoci,
e
cosidetto piccolo stato d'assedio^ senza
Si sa cKe nella Norvegia
propone in parlamento
il
il
partito radicale discute e
distacco della Svezia;
la,-
necessità
di lina separazione completa della Norvegia dalla Svezia venne
affermata teste dal CongTesso dei socialisti norvegesi. Bjornson sulle scene II
ha messo
una
Re, di cui Ferdinando Fontana fece
bellissima traduzione edita dalla Società Editrice
barda
Milano, per dimostrarne
di
il
danno
o rinutihtà.
LomIn uno
dei tanti processi svolti innanzi al Tribunale militare di Fi-
renze,
Presidente
il
difensore,
un
possibile
Colonnello
che ricordò
il
Roggero apostrofò F ufficialo
caso Dreyfus per dimostrare ch'era
errore da parte dei giudici militari, e gli ricordò
con burlesco orgoglio che in Italia il caso Dreyfus non era possibile Ciò che non è possibile in Italia è che si trovi !
una come
Cassazione, che al pari della
francese
nei casi Dreyfus e Picquart, e
faccia
non renda
giustizia, servizi....
NAPOLEONE COLAJANNI
252
che leggi , e nemmeno i famosi decreti-leggi lo abbiano autorizzato. Le leggi talora sono applicate severamente in Germania; ma quando esistono queste
almeno ogni
leggi,
e a quali risohi trio sostituito tutti
si
cittadino sa a che cosa attenersi
espone violandole. Tra noi l'arbi-
sistematicamente alla legge produce in
una incertezza ed un perturbamento, che sono
maggiori della nostra decadenza politica. In quanto a libertà di stampa e di riunione, chi legge il ^yoTwaTU e gli altri giornali e riviste dei socialisti, chi ha conoscenza delle conferenze innumerevoli che si tengono in tutte le birrerie di Berlino e della Germania^, chi ha seguito l'ultimo contra le cause
gresso socialista di Stattgart dottrina collettivista da
un
,
in cui si affermò
lato e dall' altro si
nifestarono voti aperti per la repubblica e
una sfida solenne
ma-
lanciò
Imperatore sulla famosa que-
all'
—
stione degli scioperi
si
la
si
convincerà
che
il
con-
non regge. Non regge neppure coll'Austria, che siamo abituati a considerare come sinonimo di dispotismo. Ha certi freni la stampa e i sequestri qualche volta
fronto
colpiscono anche le riviste di
Vienna;
sta-bili.
—
ma
è
e'
Non parliamo
—
ad esempio, Die
una misura,
Z-óit
vi sono criteri
del diritto di riunione
quando
;
promossero l'agitazloue pel suffragio universale a Vienna^ si fecero dimostrazioni di venti e quarantamila persone, che procedettero i
socialisti austriaci
ordinate per lo più.
Qualche volta gravi,
colla forza
severe
—
striaco
non pensò
ci ;
conformi di
farono
avvennero alle leggi
sopprimere
anche e condanne governo au-
colluttazioni arresti
ma
;
il
il
,
diritto di riunione.
253
CONFRONTÌ
Gravi tumulti in Austria sono avvenuti negli ultimi anni e qualche volta fu proclamato lo Stato di assedio, consentito dalle leggi. Ma né per la durata, né per gli episodi che lo contrassegnarono in
Boemia per
la questione recentissima delle lingue,
né neiristria alcuni anni or sono, per loga delle tabelle bilingui dal 1894
Italia
in
,
altra ana-
rese odioso
si
Nemmeno
poi.
1'
come
in
più lontano
il
condanne dei tumultuanti, che furono mitissime anche quando andavano a
paragone colpire
come
é possibile
per
le
cittadini rei di manifestazioni anti-nazionali,
i
fu
il
neir Istria. l'Austria
ci
le tabelle bilingui
per
caso nei tumulti
avrebbe potuto immaginare che avrebbe dato lezioni di liberalismo e
Chi
di costituzionalismo ? Il
paragone
prediletto
monarchici
nostri
ai
costituzionali è quello coiringhilterra. Essi ci ten-
meglio
gono^
ci
tenevano
in grazia della lealtà
popolare da
(] )
A
di
(1);
a dire che in Italia^
Casa Savoja e
cui è circondata
possibile
é stato
,
dell' affetto il
questi chiari di liinp, in Italia oggi nessuno ripete
paese ha poco da invidiare all'Inghilterra. Queste sciocchezze, però, si ha il coraggio di affermarle ancora da qualche italiano clie vive al di là della Manica. Un signor
che
il
nostj'O
Dalla Vecchia, rispondendo ad di
Ouida, ha osato
scrivere
che viene immediatamente
un ehe
dopo
articolo onesto e coraggioso 1'
Itaha è ancora
il
paese
dell' Inghilterra in quanto
alla influenza della pubblica opinione,
(7/ is
Italy as a land tvhere liberty ìs banished
Ali adverse criticism notezaifhstandig
where public opinion rules supreme,
,
not
to
describe
and tiranny
Italy coìnea
,
as a
next
rules.
nation only
England). Review of Reviews. Ottobre 1898. pag. 362).
to
NAPOLEONE COLAJANNI
254
godimento della massima libertà e del più perfetto svolgimento .del regime rappresentativo. Nulla, intanto^ di più grottescamente falso.
paragone,
Il
regge ora
;
e
sotto
tutti
non
punti di vista,
i
non reggeva neppure
tempi mi-
pei
gliori della libertà italiana.
Eimontando a sessant^ anni or sono per la libertà stampa ed a più di settant' anni per il diritto di
di
riunione, per
i
per
criteri repressivi,
le condizioni
lavoratori, deisi potrebbe trovare qualche somiglianza
V Inghilterra
tra
V
di allora e
Non
Italia odierna.
più oggi.
Due
parole sulla libertà
stampa
della
che è
,
divenuta la libertà fondamentale essa sola vale quanto gli articoli più larghi di una carta costitu:
zionale, che possono
un
c'è
rimanere lettera morta dove
esercito stanziale
numeroso
e disciplinato (1);
sostituisce efficacemente ogni
essa sola
più severo
controllo sull'opera politica e morale del governo.
misura di questa libertà di stampa in Inghilterra, bisogna leggere la collezione del Per dare
la
Truth, del ReynolcV
(1)
Ferdinando
2jcvmphlets gli
s
Neics paper,
Lassalle,
in
uno
TJber Verfassungzaesena
articoli delle costituzioni liberali
àoìlsi
dei
melo
e vi
un
fico,
ìso
;
e
c'è
agli
e
arguti
che
tutti
ordini del capo
giardino
avete
un
appendete una tavoletta sulla quale scrivete ch'esso per questo
1'
albero è divenuto davvero
quando voi assicurerete a
tutti
che quello
l'albero resterà quello che era e pel prossimo
mele
più
So-
sono una lustra inutile
delio
è
suoi
- a dimostrare
un forte esercito permanente Stato, domandava: se nel vostro
quando
Modem
non
fichi.
è
un fico ? un fico,
anno produrrà
^«
Confronti ciety, dell' Irìsh
255
Weckly Independent
,
Lcibour
del
Leader, di altre riviste o giornali
socialisti, repubIndarno si cerca nella storia dei processi da anni ed anni qualche cosa che rassomigli all'applicazione dell'articolo 247 del
blicani;,
radicali e irlandesi.
Codice penale e di
lords,
nell'anno
isti-
sono discusse e attaccate
con una violenza di linguaggio inaudita dei
Le
altri articoli consimili.
tuzioni politico-sociali vi
;
di grazia 1898, dal
Camera ReynoUVs
la
Newspaper viene considerata come un' assemblea di speculatori, di usurai, di ladri.... E non sono meglio trattati la Regina e tutti i membri della famiglia reale. Su i Re tutti d'Inghilterra, da Guglielmo il conquistatore a Vittoria, circola liberamente il
libro di
I.
— The Neio dei Re — di cui
Morrison Davidson
Book
si sono of King s: Il nuovo libro parecchie edizioni e che riporta tutti gli aneddoti più feroci e più scostumati che possano
fatte
,
discreditare
le
persone reali e
le
istituzioni
mo-
narchiche.
Questa non è
la libertà
che
si
che già appartengono alla storia sono sempre sacre ed inviolabili ;
esercita su coloro
— e che — ma
in Italia
si
esercita
piena, illimitata, sui contemporanei. Nel numero del 17 aprile 1898, Gracchus scrive una lettera al
Reynold'
s
Neivs paper nella quale dimostra
il
nessun
valore politico, intellettuale e morale degli illustri
parenti della Regina e della regina dice
:
«
Vittoria
«
ha schivato Vadulterio. E sta bene l'ammiriamo. E l'ammiriamo in quanto convinti del dogma della ereditarietà, chiunque avrebbe, giurato, che essa avrebbe seguito la grossolana immoralità
«
che caratterizza
« « «
:
,
i
suoi
zii
particolarmente.... ».
^56
—
Ì^APOLEONE COLA JANNI
Ma
se la
Regina viene risparmiata da Gracchus
nessuno risparmia
Principe di
il
Galles, eh' è
gogna nei Tribunali, nei giornali, non la è da altri. Così V Erish Weekly Independent nel febbraio 1898 pabblicò un articolo Is the Queen màd ì La Regina è ipsizza ? dove si facevano allusioni agli amorazzi antichi della Regina con un suo prediletto e notissimo servitore, che si assicura la confortò dopo la morte del Principe -speso Alberto Nel numero messo
stato
alla
nei meetings
—
—
:
—
—
—
.
maggio, lo stesso giornale eh' è illustrato in prima pagina, sotto il titolo A Juhilea Idyll si vedeva la Regina Vittoria, volante come una furia orrida, con la face in mano, portar la guerra dapertutto, mentre intorno e sotto di lei i cannoni che scoppiano producono incendii, rovina e desolazione...; In Italia, un giornale fu sequestrato perchè mise in del
1**
,
,
:
caricatura... gli speroni, del generale Pelloux
Gli emblemi,
in processione,
i
i
motti allegorici, che
discorsi che
si
!
portano pronunziano nei si
sono dello stesso genere; e questo genere
rìieetings
non è escluso dal Parlamento dove, ad esempiO;, il Wakley, direttore del Lancet e deputato di Londra^ domandando l'amnistia pei condannati cartisti di Monmouthshire^ chiama traditori i Re e violento
;
parla di royal miscreants
^
di royal rufpans
—
ca-
naglie reali, banditi reali...
Questi saggi di massima libertà di linguaggio,
che
potrebbero moltiplicare a piacere, rispondono alla sciocca obbiezione che si sente spesso ripetere si
in Italia
non
:
se ne
in Inghilterra si
abusa.
Ed
a
può concederla perchè
questa obbiezione
rispose
qualche anno fa Pasquale Villari, senatore, conser-
CONFRONTI
257
vatore ed ex ministro del regno, col seguente giu« La stampa più moderata usa in Inghilterra « un linguaggio che a noi parrebbe sovversivo, ma « che colà è giudicato prova di un vero spirito
dizio
:
«
conservatore.
«
eccitare
Da
noi
si
direbbe
che questo è
,
tumulti; colà si crede che un conoscere i propri tempi (1) ».
«
E
parliamo di
quello che
La
tumulti
e di
sommosse
,
un sia
eh' è
maggiormente importa.
storia dell' Inghilterra
—
proprio per ismen-
anche su questo quei capi ameni
tire
questo
i
i
quali vogliono
stabilire certe differenze
di trattamento
ragione
di
delle
differenze
italiani e gl'inglesi
—
politico in
temperamento
tra gli
è piena di tumulti e di
som-
mosse assai più gravi di quelli che abbiamo deplorato in Italia nella primavera del 1898. Se ci rifacciamo alla storia del primo quarto di questo secolo, anche al di là della I\[anica riscontriamo un periodo agitatissimo di fame di prepo,
tenze, di tumulti^ di repressioni, di reazione, che
nulla
È
ben poco ha da invidiare il
periodo
al nostro presente.
deli' ultratorismo
contrassegnato dal
sistema iniquo delle imposte, dalla ninna protezione sociale ai lavoratori, dalla prevalenza e militaresca
,
dalla
di giustizia penale. e
scomparve più
mancanza
Fu
la
megalomaniaca
di libertà politica e
vergogna dell'Inghilterra
di settant' anni or sono.
Sorpasso sui tumulti del 1829 e accenno appena a quelli che
,
(1)
si
riferiscono alla
Citato dall' onor. Mirabelli in
prima riforma, per
mi magnifico
parlamentare sulla libertà della stampa. 17
discorso
258
NAPOLEONE COLAJANNI
.
comprendere a coloro che non conoscono gli inglesi quale sia la flemma e il rispetto delle per-
fare
sone e delle leggi di questi famosi anglo-sassoni. Nel 1831, appena Lord Eussell presentò il hill di riforma, vi furono luminarie e dimostrazioni
di
In Italia gli amici delle riforme si sarebbero contentati di manifestare la propria soddisfazione gioia.
con degli evviva! In Inghilterra di
una vigorosa sassaiuola contro
si i
sentì
il
bisogno
nemici del
bill;
degenera in gravi tumulti dopo da parte dei lords (18 ottobre 1831).
e la sassaiuola
rigetto
fanno
le elezioni
forma
generali sulla questione della
riescono favorevoli al
e
e
hill;
il
Si ri-
allora^ in
previsione della opposizione della Seconda Camera,
vengono minacciati e scoppiano dappertutto tumulti sanguinosi. Viene bastonato il duca di schiaffeggiato il marchese di LondonNewcastle derry gettato da cavallo il daca di Cumberland
i
lords
;
;
—
un membro Si riesce
della famiglia reale
in Italia se casi simili
almeno
!
ad immaginare che cosa avverrebbe si
Un
verificassero?
milione
di cittadini sarebbe gettato in galera; della
costituzione
non rimarrebbe
traccia
meno ancora
;
del disegno di legge. Cedere in Italia alla pressione della piazza
:
vergogna
!
orrore
!
Nulla di tutto ciò
ebbe il suo corso e i lords^ ammoniti a scongiurare bufera più tremenda^ non
in Inghilterra.
Il
bill
scandalo
!
—
licenziato le
Non
Re
—
oh favorevole al hill^ annunziò che avrebbe persone di casa reale, che non si ado-
osarono più respingerlo.
solo
:
il
perassero pel suo trionfo.
Ancora un dato interessante. Scoppia un altro tumulto iu Londra il 13 maggio 1833 un policeman ;
CONFRONTI viene
259
Ebbene,
uccisO;, altri feriti.
giarati
i
rono assolto r uccisore per omicidio
In
Italia,
la giaria.
manda-
giustificato....
per Decreto reale, sarebbe stata soppressa
Fermiamoci
a quelli che
si
durato dieci
anni
tumulti più caratteristici:
ai
riferiscono
movimento
al
—
e più.
dal 1837
cartista
1848. Ci
al
dobbiamo fermare a questi tumulti perchè hanno qualche analogia coi nostri e per questo aneddoto di dolorosa attualità.
Paolo Valcra parecchi anni in
avvenimenti scere
il
movimento
fare cono-
1893-94;, volle
italiani del
Critica
della
— oggi in carcere e ch'era vissuto Inghilterra — impressionato degli una
cartista in
sociale raccolti in
serie di
opuscolo con una
prefazione di Filippo Turati, nella quale
queste parole
«
« e il <<
«
leggono
:
Collo stadio sul
Gottardo,
si
ringiovanisce, diventa quasi del-
Più ancora: diventa forse ad un
l'attualità.
presso, la storia nostra di domctni
fa è
divenuta
sa
la storia di oggi..".,
meglio di
di Pallanza
»
lui,
che
soffre
di-
(1).
Tarati fa profeta. La storia di
Filippo
lo
si
movimento chartista, noi squaderniamo al lettore un brano di storia inglese vecchio di mezzo secolo che varcando la Manica «
«
articoli
"60
anni
peggiorata. Ninno nella
tetra
cella
!
Peggiorata ? Vediamo. In Inghilterra ci farono condanne severissime durante il movimento charlista lohn Frost ed alcuni ;
(1)
Proemio
eli
F.
Turati
Inghilterra di Paolo Yalera.
mancliamo
la lettura a tutti
alV Insun-ezione
Milano 1895, gF Italiani
p.
fiacclii
5,
e
cartista in
Ne
racoo-
smemorati.
NAPOLEONE COLA JANNI
260
condannati a morte
furono
altri
Ma
mutata. legge
;
non
stati di
non processi senza
assedio
stima^, di
di
;
:
scambi
militari
;
di cortesia, di pa-
ringraziamenti
condannati. Cose dell'altro
Non
non Tribunali
difesa e senza garanzia. Si vide
anzi questo caso strano role
pena fa com-
la
:
queste condanne furono conforme alla
solo questo
;
ma
le
giudici e
tra
mondo
!
condanne, dal punto di
vista della legalità, furono meritate e corrispondevano
esattamente
perchè
commessi. abbondano.
ai reati
fatti
i
E
facile dimostrarlo
i tumulti non avvennero imcome in Italia; ma furono voluti e preQuando la carta chiesta dai riformatori
In Inghilterra provvisi parati.
venne seppellita legalmente, cominciarono a prevalere i
cosi detti cartisti
forza fisica^ la cui deno-
della
minazione dice chiaramente, che la violenza era r ingrediente principale del loro programma. Non si trattava di chiacchiere. In quasi tutte lavorava giorno e notte
le officine d'
Inghilterra
a preparare
picche a tre scellini e mezzo per una
per la rivoluzione di
si
domani
;
e
i
volevano
capi
armi e alle armi si addereverendo Stephens invitò le moltitudini ad andare ai meetings con un pugnale nella
che
preparassero
tutti
strassero. Il
una face nella sinistra al meetings in Ashton-Under Lyne, dopo una furiosa requisitoria contro il Ministero Whig, domandò alla folla siete destra
e
;
:
armati
ì
in aria. notte
Parecchi
—
Ya
gli
risposero con delle scariche
bene^ disse
il
ministro di Dio.
Buona
!
Questi
comizi
notturni e con gli
armati; dovevano allarmare naturalmente
intervenuti il
governo.
CONFRONTI che
li
proibì. In questa proibizione
illuminati
militari
esercizi
insulto al
dalle
I
torce
perciò anche alcuni, che
;
violenze dei cartisti della forza
O'Conuor,
meetings con
eli
vide un
si
oppresso e una violazione della
popolo
costituzione le
261
deplorarono
come Feargus
fìsica,
resero solidali con Stephens.
si
motti sulle insegne e
in questi comizi erano la
i discorsi che si tenevano prova lampante delle in-
tenzioni dei promotori ed organizzatori
:
erano schiet-
tamente rivoluzionari. Stephens si proclamava rivoluzionario fino al coltello ed alla morte ed insegnava che « riprendere le ricchezze male acquistate » «
non
che atto di giustizia
è altro
padroni delle fabbriche, incitò la pece e di
penne lones
(un
fuoco. Insegnò ai presenti
picca sul
« colla
petto
dite ai
prossima volta vi prenderete sua punta
—
di
appendeva
piombo dorate con questa Dalla preparazione
armate, con un capo
gramma salto a
preciso,
;
luogo nel 1840 giuria, di cui
In Italia
alla
pagnotta colla
la
alle
— un
altro fa-
sue finestre palle
scritta: pillole pei tortesi
passò air azione
lohn Frost
4 Novembre
Newport. Vi fa
e molti feriti
si
il
—
si
del pane:
prestinai che
farmacista Pott
Il
a coprire di
come prendersi
«
natico cartista
folla
Parlando dei
padrone) ed a dargli
«
»
».
;
— con
e
bande
un pro-
1839 dettero
l'as-
con undici morti Tavvenimento che dette severe condanne emanate dalla conflitto
e fa questo alle si
fece precedente menzione.
non
si
può trovare un
solo fatto, che
possa paragonare a questo assalto di Newport;
eppure, data la diversità dei Codici,
le
condanne
pei tumulti di Sesto Fiorentino furono infinitamente
più severe. Volendo essere generosissimi coi nostri
NAPOLEONE COLA JANNI
262;
governo clie li mise a funmaggiori avrebbero qualche lontana,
giudici militari e col zionare,
i
reati
con quelli attribuiti a Stepliens. Ebbene, mentre i Rondani, i Turati, i DeAndreis, i Chiesi, i Romussi, per articoli o discorsi scritti e pronunziati alcuni anni prima e che erano stentata, artificiosa analogia
meno
infinitamente
eccitanti di quelli del prete in-
glese, ebbero dai sedici ai sei
anni
di
reclusione,
Stephens fu processato a piede libero e non ebbe che diciotto mesi di carcere In Italia^ in mancanza
lo
!
della ]3ena di
massimo
morte, lo avrebbero
condannato
della reclusione o della galera e
i
al
giudici
sarebbero rimasti dolenti di non potergli dare gli
anni di vita di Matusalem per appioppargliene novecento... I
mese
tumulti del periodo cartista non durarono un
un anno^ ma con maggiore
minore intensità si riprodussero per dieci anni: la fame li rese acuti nel 1842, quando si assaltarono e saccheggiarono anche le WorkJiouses. Dettero luogo al o
o
cosidetto processo mostruoso dei 59, durante ci
fu
discorso lunghissimo,
il
commovente
vincente di 0' Connor, che indusse
i
il
quale
e
con-
giudici a di-
chiarazioni pubbliche di stima e di simpatia verso
ebbe la sentenza; spesa l'esecuzione per un errore gli accusati.
Si
ma di
non ha una Cassazione processo non venne ripreso perchè ghilterra
se
ne venne soforma: l'In-
disciplinata
!
Il
governo non Ministri, dice Yalera, avevano » il
ne occupò più. « I r opinione del paese contraria a questi»
« fiutata «.
processi contro le manifestazioni del pensiero
La
».
diversità dei criteri di governo, del rispetto
per la libertà, per
le
leggi e per
la. costituzione
tra
CONFRONTI ringhilterra e
263
dolorosi casi risulta
l'Italia, in questi
air evidenza dalla differenza tra
Conosciamo
alla repressione.
presentò
schiacciare 11
il il
quale
Bava
Beccaris,
Valera, e fece bene,
generale Napier,
che fa mandato a
cartismo in undici contee settentrionali.
generale Napier fece
ma
nostri
i il
gloriosi vincitori all'interno; ci
generali preposti
i
uomo
fosse, si
pensava. Dei tumulti
il
suo
dovere di
soldato;
può scorgere dal modo come riteneva
resx^onsabili
i
go-
vernanti e malediceva coloro ch'erano causa delle
guerre
civili.
Le
insurrezioni, egli diceva,
ma
provocate dai capi del cartismo^ zionale, dalle leggi sui cereali, sulla carità pubblica.
Il
dal debito na-
nuove leggi
dalle
cartismo è
il
non sono
prodotto della
ingiustizia dei Tories e della imbecillità dei whigs.
Sferzava
magistrati
i
i^usillanimi
che divenivano
leoni dietro le baionette dei soldati. Deplorava che
Parlamento avesse votato 12,000 sterline per le scuderie reali, mentre altrove si moriva di fame. Sconsisrliava l'arresto di 0' Connor e voleva che si
il
dasse la Carta.
E
concludeva:
sopprimere la vita per barbarie, lords,
è
E
delle idee.
crudele ed inutile
Non
è giustizia, è
vendetta di partito dominante. Magistrati,
duchi
sono tutti assetati di sangue.
Ecco in bocca ad un generale la frase, che doveva procurare sei anni di reclusione a Gustavo Chiesi...
Tutto questo sfata l'umoristica ed accreditata
leggenda sul carattere inglese e proA^a a luce meridiana che gli inglesi abusano più dei latini della libertà di parola; che gl'inglesi tumultuano tanto frequentemente quanto
ed hanno fame.
gl'italiani
quando soffrono
NAPOLEONE COLAJANNI
264
Se
le
cose procedono diversamente, in ultimo,
in Inghilterra e in Italia, egli è che le
moltitudini
inglesi sanno farsi rispettare e difendono la libertà.
Pare che
essi
abbiano
letti
commentari
i
stone e vi abbiano imparato che diritto di
manifestare la sua
di Black-
ha
popolo
il
primo
volontà
il
colla
petizione, secondo colla rimostranza, terzo colle armi.
Così
Valera.
il
Se
le
moltitudini sono impregnate dallo spirito
di Blackstone,
i
governanti, in generale,
da
oltre
cinquant'anni in qua, sono del pari convinti che loro dovere è quello di rispettare polo.
E
sanno
rispettandoli,
del
diritti
i
un buon
di fare
il
po-
affare
nello interesse sociale e delle classi che rappresentano. Se ne dimenticano qualche volta ed
avvengono
allora perturbamenti gravissimi. Tale quello della domenica sanguinosa (13 Novembre 1887), quando la polizia volle impedire la riunione di un meeting
in Trafalgar-Square e l'uria
su
il
popolo scatenossi come una
Londra, provocando
conflitti
sanguinosi,
sempre,
devastazioni di ogni genere. Così avviene
ogni volta che
interviene
la polizia
una manifestazione
;
il
per impedire
suo intervento in Italia come
in Inghilterra genera la
sommossa. La sua assenza
è la migliore garanzia dell'ordine, sia in Italia
Roma
vide trentamila cittadini pro-
pacificamente
per T assassinio Frezzi con
in Inghilterra. testare
come
tanto ordine e con tanta compostezza, quanta se ne
può riscontrare a Londra durante e pacifiche manifestazioni.
(1)
le
Mancava
La longanimità notissima
ordinate
più la
polizia (1).
della polizia e
il
rarissimo
intervento delle truppe sono la precipua ragione per cui oggi
CONFRONTI
E
265
Parlamento chi trovò eia rimproverare airon. Di Rudinì questo atto politico e questo rici fu in
spetto alla legge e ai diritti dei cittadini!
monarchici — distinzione, onestamente, potrebbe fare fra la destra e la sinistra
I nostri
non
—
si
muro
messi colle spalle
al
non
vinti e
danno per tempo sulla
si
tanto
dalla eloquenza dei
fatti,
dopo aver blaterato per
solidità delle nostre
sulla popolarità della nostra
istituzioni e
monarchia, confessano
umiliati che ciò che riesce innocuo in Inghilterra,
dove
monarchia ha secolari
la
non
radici,
può
si
consentire in Italia, dove le istituzioni vigono ap-
pena da mszzo
secolo.
L'obbiezione, mentre
molte aureole, altro
mostrerà che è infondata da un Ma prima di venire a que-
si
punto di
umilia^ perchè sfronda
li
vista.
sta dimostrazione, ce n'è un'altra
da
ricorrendo
ftire,
alla storia e alla vita politica del Belgio.
La
dinastia che regna nel Belgio
durata della Sabauda: è nata istituzioni presenti
tradizione
come
le
ieri
—
non vanta
la
nel
le
1830;
non godono del benefizio della inglesi. Le condizioni, adunque,
vi sono molto rassomiglianti a quelle dell'Italia.
ecco che cosa
apprende
ci
la storia e
la
vita
Ed po-
litica del Belofio.
lo
dimostrazioni
Brettagna,
non terminano più
nemmeno
da vero paese
di
conquista
Manica
!
si
e
sottoposta
in Belfast, in
Gran
un
spesso
alle
leggi
conflitto colla po-
per punire
i
sarebbe proclamato lo stato di assedio
e
polazione, la polizia ebbe 106
mobilizzato
nella
in Irlanda;, che per tanti anni fa trattata
eccezionali. Ultimamente,
rivoltosi armati,
in massacri
un corpo
feriti.
di esercito
;
In
Italia,
niente di tutto ciò oltre la
NAPOLEONE COLAJANNI
266
Non
discutiamo sul diritto di associazione e di
una
riunione;
sola parola lo qualifica: è
per tutto e per
tutti
—
illimitato
pei socialisti e pei clericali,
pei monarchici e pei repubblicani. Bandiere rosse, nastri rossi,
fiori e
marsigliese ^ carmagnola,
ecc.,
sono ingredienti immancabili d'ogni comizio republicano o socialista e nel quale la polizia brilla per la
sua assenza: perciò vi mancano del
E
sordini.
come
si
grida Viva
pari
di-
i
la repubblica! nei comizi^
grida alla Camera dei Deputati, dopo che
lo si
vi entrarono
i
socialisti.
Altrettanto illimitata è
la
libertà
di
stampa.
Giornali e riviste pubblicano continuamente articoli
contro
il
Re, contro la famiglia reale,
Ve-
contro
sercito, contro tutte le istituzioni e contro tutti gli
individui dichiarati in Italia sacri,
inviolabili^
in-
severamente puniti come sovversivi. Là passano inosservati in tempi ordinari; ed anche all'indomani dei gravissimi tuun sovversivo multi del 1886, il De Fuisseaux potè pubblicare un giornale, il per eccellenza tangibili e che sarebbero tra noi
—
—
cui semplice titolo tra noi costi tuirebbo
La
un
reato
:
repubblique belge.
La misura vera
di questa illimitata
stampa viene data da
ciò che
si
scrive
libertà
sulla
di
vita
pubblica e privata del Re e della famiglia reale.
Non
esiste Tipocrito rispetto alla
zognera:
rimontare
il
re regna e
non governa,
le responsabilità tutte
ferisce addossare ai
ministri
formola menRe si fanno
e al
che tra noi
responsabili.
si
pre-
Ci vor-
rebbe un volume, per riassumere soltanto ciò che si è scritto nella forma più violenta contro Leopoldo II a proposito del Congo; a lui si fa colpa
ÒONFRONTI
267
anche eli qualche inezia De Faisseaux lo attaccò vivacemente nel celebre Catscliismo del popolo perchè venne annullata la decisione del Comune di Lacken, che lo sottoponeva all'imposta come qualunque altro cittadino (1). Questi attacchi sono di:
venuti violenti nell'està del 1898 p^r porto militare
progettato
il
combattuto aspramente alla Camera dei Deputati da Anseele come una impresa di Re Leopoldo. Su questo x^orto militare
un giornale
di
Bruges,
di Bruxelles
Un
caratteristico:
titolo
riassumeva
i
altri giornali
pubblica un articolo dal
encomhrant nel quale
roi
pareri assai violenti contro
—
tra
quali
i
La
Patrie
e
il
Re
di
Le hien
puhlic^ monarchici e clericali.
Meno male se il Re lo si attaccasse soltanto come capo dello Stato ma lo si tratta peggio nella ;
sua vita privata. Così nel Peuple (lo Settembre 98) leggevasi un articolo sul Pericolo congolese nel quale lo si
consigliava di andarsene nel Congo
e
costa-
tava con rammarico che egli preferiva di andare a
Emilia d'Alencon e Cleo de Merode. Il Bertrand aveva già accennato alle relazioni scandolose di Leopoldo II con Madame leffries. Al Re non si rinfacciarono soltanto le debolezze per le cocottes parigine, ma gli si rimproverò di essere associato negli utili di una bisca ad Anderme e che stava fondando ad Ostenda un gran Casino da insieme al suo amico giuoco uso Montecarlo
Parigi per
trovarvi
—
—
e protetto Colonnello North.
Ebbene
:
Leopoldo
II
non
richiese la punizione
degli autori di questi scritti pubblicati nel Belgio e
(1)
L,7
Belgiquc cn 18S6, Bruxelles, Voi.
1.
NAPOLEONE COLAJANNI
268
domandandone il sequestro quando vennero riprodotti in Germania dal Proletario' e dall' jEco di Amburge (1). Chi vuol sapere come ven-
vendicossi
gono trattati i suoi cong-iunti, legga l'opuscolo di Bertrand Leopoldo II e la sua famiglia. Vi è detto, ad esempio, che il Conte di Fiandra è un vero tipo di degenerato^ che gode di un appannaggio di :
L. 200,000 per la sola ragione eh 'è fratello del re e ancora ciò
non
cerca della paternità
interdetta.
è
Non mi permetto
di riprodurre ciò che si scrive
nei manifesti e nei giornali del litarista,
;
provato^ perchè nel Belgio la ri-
è
perchè, trattandosi di
movimento antimiuna istituzione che
vive e funziona anche tra noi, al
darebbe occasione Fisco d'infierire potrà aversene un'idea leggendo ;
tutta
Caserne e
la collezione della
Peuple
del
di
Bruxelles.
L'eccitamento all'odio di classe e
il
discredito
delle istituzioni vi sono versati a piene mani. Preferisco arrivare ai tamulti,
ai processi
ed
alle con-
danne, che hanno analogia con quelli ultimi d'Italia.
Non
rievocherò la lotta per
suffragio
il
uni-
governo ed al Parlamento clericale per mezzo di un atto veramente rivoluzionario lo sciopero generale. Gli animi erano eccitati, la versale, strappato al
:
(1)
Le
Vedi in Rivista pojjolarc (Anno
roi s'amuse.
E
bene avvertire che
bertà possono godere stranieri.
i
articolo intitolato
il
scandalosi avvenuti in Londra.
francese e venne espulso.
Il
li-
Le nationcd per un
giornale
Scdigand IL in cui
N. 3)1' articolo:
questa estrema
Si è severi contro gli
cittadini belgi.
Così fa soppresso
3,
di
si
parlava di certi
fatti
giornale
era
direttore del
CONFRONTI situazione molto tesa
269
a Bruxelles e nelle altre città del Belgio migliaia e migliaia di operai in isciopero :
domandavano minacciosamente
il
diritto
al
gridavasi a -perdifiato: Viva la repubblica! di assedio,
non
non processo. Fu
arresti,
voto e
Non
stati
arrestato
uno dei capi ed organizzatori dello sciopero, Emilio Yaudervalde ma per una sola notte Mancarono i tumulti, perchè mancò la provo;
cazione e
!
mancò Tintervento
della polizia. Ci farono
tremendi e dettero occasione a condanne severe: furono quelle delaltra volta
VAnnée
i
tumulti e farono
terrible del Belgio^
In quest' année
danne severe per
ecc.,
per
i
:
fatti
di
farono con-
dei dintorni di Charleroi.
assedio
ostante che nel
1886.
ripeto, ci
a vita, a 15 anni di lavori forzati,
le vie ordinarie,
stato
Tanno
terrible^
e
per mezzo dei senza
momento
Ma
militari
della repressione
poteri fossero stati accentrati nelle
senza
giurati,
tribunali
mani
tutto
,
non
tutti
i
del gene-
rale Vandersniissen.
Non
ostante queste condanne severe, che susci-
tarono la generale indignazione, nessuno
oserebbe
paragonarle a quelle italiane dell'anno 1898^ di fronte alle quali risulterebbero assai più miti e soprattutto ;
giuste. I i
cagionati
tumulti farono
minatori, cominciato
il
sciopero
dallo
tra
25 Marzo a Fleurus.
Si riproducono al vero le scene di
Germinai e
Happe-Chaire e divengono persone vive i tipi dei capolavori di Zola e di Lemonnier. Le bande degli cantando la Viva la repubblica operai gridando marsigliese^ seguendo le bandiere rosse, percorrono eccitatissime il paese pregano, minacciano, impon-
di
!
:
;
270
NAPOX.E(:)NE
COLAJANNI
g-ono lo sciopero e dalle miniere di carbone lo
nicano
Da
comu-
alle vetriere.
governo non interviene; ma il suo intervento diviene una vera necessità di ordine sociale. Sono gli scioperanti armati di revolver, i primi a far fuoco a Gilly sulla gaardia civica il 27 Marzo. A Roux^ poco dopo, la truppa fa fuoco, ma per difendere uno stabilimento, che gli scioperanti si ostinavano a voler prendere per distrarlo. Di clic cosa fossero capaci i tamultuanti, si principio
il
vide in diversi punti.
vero e se
ci si
Vi furono
scene di
orrore
attenesse alle descrizioni che ne det-
monarchici e i clericali, si potrebbe credere alla calunnia suggerita dalla passione di parte intero
i
;
vece sono
gli
scrittori
che
socialisti
confessano
i
grincendi van(1). Ciò che fecero da Baudoux, un industriale odiato per i perfezionamenti introdotti nel T industria vetraria, fa incresaccheggi,
i
ricatti,
le distruzioni,
dalici degli scioperanti di
dibile.
Una banda
Marzo
ubbriacata di saccheggio
e di
distruzione, dicono Vandervelde e Destrèe, incendiò tatto lo stabilimento
e
Baudoux, mentre una
saccheggiò l'abitazione del
folla
immensa
ferente, senza prestare soccorso
assisteva indif-
ed aiuto di sorta.
Al segaito degli scioperanti, aggiungono
gli stessi
sbucarono dalle loro tane oscure i vagabondi, i pregiudicati, malfattori, che si fanno innanzi in 02rni movimento
scrittori socialisti,
tutte le bestie i
immonde,
sociale (pag. 69 e 70).
(1)
La Belgiq;ue en 1886; I Destrèe Le socialisque en Belgique. Paris. Giard
L. Bertrand:
E. Vandervelde
Briere 1S93.
:
et
et
CONFRONTI
271
Scene analoghe non si videro in Italia ma ciò che rende veramente caratteristica la differenza fra ;
i
tumulti del Belgio e quelli italiani
sopratutto
fa
la causa.
fame fu
Si sa che la noi.
Nel Belgio
non
in
modo
grande
la
sobillatrice fra
minatori sofifrivano alquanto
i
;
ma
da spiegare i barbarici eccessi menzionati. Destrèe e Vandervelde confessano questo sciopero sembrava die non avesse alcuna eccezionale
:
rag ione particolare ^ era diretto contro gli speculatori^ contro
il
Governo^ contro la Società^ contro chiunque...
C
Era una solenne protesta sociale era ignoranza profonda nel popolo sollevato, che non sapeva ciò che voleva.... C'era nella sommossa un desiderio !
brutale^ feroce^ incosciente di
Da
particolare a particolare, questo
E meno male minatori ma ;
tori socialisti,
i
vetrai^ continuano
non erano miserabili
sono esagerate
non pertanto
Qio).
se gli scioperanti fossero
alcuna seria ragione per porsi in si
di ricchezza.
Ma
grandi rivoluzioni sociali (pag. 65 e soli
e
si chiama da classe a classe, da nazione a nazione, cambia carattere e costituisce il preludio delle
furto. ciò
godimento
le loro
e
stati
i
due scritnon avevano i
isciopero.
buone condizioni
;
Forse
ma
ciò
maggior parte avevano una casa, dei risparmi;, godevano di
un
esse erano soddisfacenti
certo comfort, erano
una
nelle classi operaie e avrebbero
specie
:
di
la
aristocrazia
dovuto rimanere estranei
allo sciopero (pag. 67).
A
Milano, a Napoli, a Firenze, nessuno dei con-
dannati
si
trovò nelle condizioni dei saccheggiatori
furono inferiori.
ma
condanne non Nel Belgio sembrarono enormi le
e degli incendiari del Belgio
;
le
NAPOLEONE COLAJANNI
272
condanne
di Charleroi, da sei mesi di prigione al per og^getti rubati negli scioperi e ci fa uno disotto, scoppio d'indignazione perchè un Gillet fa condan-
nato ad otto giorni di carcere perchè sessore di
un pugnale
trovato pos-
perchè minacciò un mag-
e
giore dell'esercito. In Italia gli otto giorni sarebbero
divenuti otto anni di reclusione
sarebbe sorpreso
Ma
nessuno se ne
e
;
!
la iniquità delle
spaventevole quando
si
condanne italiane diventa paragonano a quelle inflitte
nel Belgio agli elementi intellettuali, ritenuti inspiratori e promotori
diretti
o
dei tumulti.
indiretti
Alfredo De-Fuisseaux, che col
suo
Catechismo del
Popolo^ vendutosi a molte decine di migliaia di copie,
aveva certo eccitato moltissimo gli animi venne condannato a sei mesi di prigione dalla Corte di Assise di Bruxelles. Il 4 Giugno, innanzi al giurì diGand, comparve E. Anseele sotto l'accusa di avere ,
attaccato la forza delle leggi e di avere oltraggiato il
Re per un
quale
si
articolo
Vooruit nel,
nel
madri di scrivere ai loro perchè non tirassero sugli operai
scongiurarono
figli dell'esercito
pubblicato
un
in isciopero e per
le
discorso
pronunziato
in
un
comizio nel quale, volto agli operai,* consigliando la calma, aveva detto
non domanderebbe
:
governo meglio che massacrare; e in
se voi vi esaltate,
di
il
questo giorno vi sarebbe festa al palazzo delVarcive-
scovo
di
Malines ed al
assassino
I....
castello
Anseele confessò
ziato queste parole a fine di
bene
dì
Leopoldo II
y
di
avere pronun-
e
nel
momento
dell'eccitamento; venne assolto e condannato a
mesi di prigione per la prima accasa
!
sei
CONFRONTI
273
Sei mesi di prig-ione nel Belg-io a
chi afferma capo dello Stato avrebbe fatto festa per il massacro del popolo a chi chiama assassino il Re
che
il
,
li
hai ben meritati
tu^
!
anni di reclusione, Filippo Turati, che non pensasti mai d'insultare
atrocemente
il
i
tuoi dodici
sovrano d'Italia e che profferisti pa-
role di pace, tali riconosciute dai tuoi avversari
!
Non basta. Si assicura già che il governo prenderà Tiniziativa di una legge che dichiarerà nulli i voti dati ai condannati politici.
E nel Belgio ? Anseele, proclamato candidato in Bruxelles neirottobre 1886, viene messo in libertà, affinchè possa sostenere la campagna elettorale Rientra in prigione, perchè non eletto.
Le
origini dello sciopero e dei successivi tumulti
che
—
accompagnarono, i processi tutto contribuisce a stabilire la maggiore gravità dei fatti del Belgio. Eppure non venne proclamato
e gli episodi
li
non sottratti gli accusati ai giunon proposta alcuna misura restrittiva
lo stato d'assedio,
dici legittimi,
delle libertà di stampa, di associazione, di riunione^
non pensata alcuna diminuzione del diritto elettorale. Appena un mese dopo i tumulti, il 25 e il 26 Aprile,
il
partito socialista belga potè riunirsi libe-
ramente a congresso a Gaud ed una colossale manifestazione in favore dei condannati potè farsi in Agosto a Bruxelles, dove già si era esasperati perchè il borgomastro Buls senza ingerenza del governo
—
— l'aveva
proibita in
zioni, punite in Italia,
Giugno e solenni manifestacome apologia di reati, si ;
svolsero pacificamente in tutte le città del regQO.
Questo avviene nel Belgio, dove la dinastia dei Coburgo regna da sessant'anni appena ed è straniera
NAPOLEONE OOLAJANNI
274
e
non crede
benemerenze per
di avere speciali
la
liberazione e per F unificazione del paese...
In
—
in Italia,
Italia...
ricordiamolo, per at-
-^tenuare l'amarezza che suscita la reazione e Tabbio-
zione presente, in altri tempi non si
procede
giorno
al
d' oggi.
rispetto delle leggi, lo Statuto
procedeva come Era maggiore il si
pareva cosa viva, vi
godeva di un minimum di libertà indispensabile in uno stato civile contemporaneo. Le radici delle istituzioni non erano e non potevano essere si
più profonde che oggi non siano e le scosse erano forti; ma la reazione, dopo Aspromonte, dopo il massacro di Torino allora il Ee licenziò il mini-
—
consumato
stro che l'aveva i
tentativi
riodo
—
dopo Mentana, dopo
insurrezionali e le cospirazioni
non raggiunse mai
1869-71,
del pe-
l'intensità
e la
sfacciataggine di quella odierna.
Non rievocheremo di miele del
popolo
i
ricordi dei tempi delle lune
collo
Statuto,
quando
Didaco
mentre era in prigione per reato 2 Dicembre 1848 venne convalidato e liberato; ma è bene ricordare questo episodio,, che Pellegrini, eletto politico
—
si riferisce
—
al
periodo più burrascoso
storia. Si era nel
della
nostra
1867 ed a Firenze, appena conosciuto
l'arresto di Garibaldi a Sinalunga,
imponente protesta
una dimostrazione
con intendimenti, che non ebbero mai i tumultuanti del 1898 né a Milano,, né altrove; infatti si disarma il picchetto di Guardia nazionale a Palazzo vecchio e si saccheggiono due ;
e protesta
botteghe di armaiuoli
;
un brigadiere
di P. S. viene
ucciso e diciotto agenti feriti. Nulla seguì che possa paragonarsi alla reazione odierna.
CONFRONTI
Ma
guasto
il
odierno
275
immenso
è
e nella
spe-
ranza di suscitare un salutare risveglio, è necessario che si tracanni sino all'ultima stilla il fiele dei confronti storici.
Faremo gotti della
l'ultimo, die riuscirà
monarchia sabauda
amarissimo
ai bi-
che farà rinnovare
e
Taccusa sciocca di leso patriottismo pone: quello col governo borbonico
contro
—
chi lo
col governo
negazione di Dio.
Nel mezzogiorno, fronto
quando
e
;
opinione esistono,
il
popolo ha posto già
il
con-
movimenti della pubblica dissimularseli non sarebbe che
certi il
una ipocrisia, una menzogna pericolosa. Il popolo ha posto tanto il paragone, che deve riuscire la più degradante condanna della presente reazione, che il
Ferdinando Russo,
poeta dialettale notissimo,
—
sua canzone per Piedigrotta polare
di
r anima
Napoli;,
la festa nella
Franceschiello
,
quale
seguire
popolo^ la fa
del
la
per la festa più podal
si
espande
ritornello
:
Franceschiè ....
ed approva il sequestro di una canzonetta, che per bocca di un tipo di plebeo sordidamente ignorante si aggira su questo ignobile C'è chi
s'indigna
tema : Si stava meglio sotto il Borbone (1). Questa indignazione è del tutto inopportuna o va riserbata tutta^ intera, contro i governanti, che hanno fatto strazio dell'Italia ed hanno reso possibile il paragone (2). '
(1)
Don
(2)
Lo ha compreso benissimo
Chisciotte. N.
239 del 1898.
Chisciotte, che col suo fine intuito
chi dirige lo stesso politico
Don
ha ricordato in
numeri immediatamente successivi l'umiliazione che dovremmo
NAPOLEONE COLAJAKNl
276
Ma
è proprio possibile questo confronto ?
non
Chi
tiene
conto delle mutate condizioni
psicologiche, dei progressi politici e intellettuali, da-
per tutto compiutisi, nega la possibilità di questi con-
non trova
soprattutto perchè
fronti,
-oggi in Italia
notizia di fucilazioni^ che furono tanto frequenti nel
regno delle due Sicilie. Costoro non hanno senso storico e dimenticano che Ferdinando II, se oggi governasse ancora a Napoli, non sarebbe quello di sessant' anni fa, anche senza essere stato costretto a trasformarsi da alcuna rivoluzione. I Borboni di Francia, rimessi sul trono dalla Santa Alleanza, non si sognarono mai di potere cancellare la storia questa stolta idea non albergò che nella mente del
—
provare nel vedere
governo
italiano
il
ricordato ed applicato in
da Gladstone sul governo
dato
giudizio
Inghilterra al
borbonico. {Dal tempo di Qladstone. N. 240 Pei condannati
N. 246). Ai bigotti sabaudi che
politici.
questi confronti, Giustino Fortunato
e della
Camera
mente unitari
italiana,
e
di
monarchici
sentimenti
—
1898 in Potenza una lapide
«:
Abbiamo
tanto patito
confessare alle nuove
si
scandalizzano di
onore del mezzogiorno
purtroppo
,
fanatica-
governo borbo-
:
atteso
,
!
inaugurandoli 20 Settembre
alle vittime del
ha risposto in questi termini
nico,
—
,
sperato
,
dover poi
e
non Abbiamo tanto magnificata 1' opera nostra, e date assicurazioni al mondo di costanza e di virtù, perchè poi il mondo meravigliasse nell' udire da noi stessi che lo Abbiamo scopo è fallito che le aspettative sono deluse generazioni
,
che
valeva meglio
farne nulla!
,
,
insomma,
offerto
!
per tanti anni tanta decima
solennemente ingannati, perché e la libertà
una menzogna
!
E
la patria
questa
1'
è
una
ci
»
siamo
astrazione
che
Italia
già meritevole della aspettazione della storia?
sangue e
che
a conchiudere,
di danaro, ed essere costretti
di
apparve
CONFRONTI
Ee
Sardegna
di
—
e
rore bicmco, nei primi
non ostante gli momenti della
non credettero mai più diritti assoluti
277
orrori del terrestaura-^ione,
di potere riprendere quei
XIV
che con Luigi
confusero lo Stato
Dopo Tassassimo del Duca di Berry i reazionari rovesciarono il Decazes chiamandolo complice di Louvel il priìidpe^ dicevano, è stato pugnalato da una idea liberale. Ma fa cosa transitoria e durò meno di quella stessa reazione colla persona del Re. ,
:
;
che in termini identici accusò Zanardelli e Cairoli di avere armato il pugnale di Passanante. La ragione dei tempi s'impose^ sotto la restaurazione, in guisa
che si
più convinti monarchici, che altra volta non scandalizzarono delle Saint Barthelemy e delle i
Dragonnades, per bocca di Demarcay e di Casimir
Più
tardi lo stesso Fortuaato
,
parlando
di Palazzo San G-ervasio, completava
quest'altro periodo,
sabaudi
si
cinquantesimo
l'ora pili tragica,
il
raccomanda
anniversario
sigaifìcato, in sostanza, se
dacché
ai suoi
elettori
proprio pensiero con ai
suddetti
bigotti
:
Il
«
che
il
il
Statuto non ha un immenso latto,
dello
non una cosa
:
maggior pericolo che
l'Italia
abbia corso
è surta a dignità di nazione. L'unità, l'indipendenza,
regime
libero
,
il
passaggio
,
insomma da una semplice
una grande potenza, tutto non ora non un miracolo di un pugno di uomini e della
espressione geografica ad stato se
buona fortuna. La immane opera affannatamente, mente compiuta, poteva aver chiesto un dispendio forse
anche deprimente,
di energie
misura era colma e traboccò.
La
eccessivo,
-economiche. Nel
fatto,
la
scuola del dolore dovrebbe
quindi ammonirci, che un qualsiasi forze sarebbe,
affrettata-
altro
disperdimento di
ormai, criminoso, perchè l'incendio, che cova
sotto le ceneri, potrebbe,
nuovamente, divampare.
E invece...
»
NAPOLEONE COLAJÀNNI
278
Perier
protestarono
fieramente
per
drag'oni caricare la folla inoffensiva
dei tempi indusse
anche
;
avere visto i questa ragione
legittimisti a protestare
i
un giornale e l'arresto del Robert, rese gigante Manuel in Par-
contro la soppressione di
suo direttore
lamento sotto
la restaurazione e
mentre assicura
la
popolarità al mordace Paul Louis Courier, induce
De Remusat^ libertà della
i
i
Thiers a protestare in difesa della
stampa contro
le
ordinanze di Luglio.
Questa stessa ragione dei tempi, che comincia
ad imporsi alla Russia e s' imporrà alla Turchia, non ostante la protezione dell'Imperatore di Germania, avrebbe trasformato Ferdinando II, che si sapeva Re per diritto divino e che nulla credeva dovesse al popolo. C^^e cosa avrebbe fatto Re Bomba se
il
popolo, colle sue battaglie e coi suoi' sacrifizi, lo
avesse creato Re d'Italia
Un
parallelo
del regime
?
tra le condizioni odierne e quelle
borbonico non
si
può porre in
Sicilia,
ne prima del 1848. Non in Sicilia^ per lo stesso motivo per cui delle istituzioni e della educazione politica inglese non se ne può giudicare vedendole alla prova in Irlanda. Non prima del 1848, perchè il reame di Napoli era vissuto al difuori delle correnti innovatrici europee e della ferocia politica era meno responsabile di quella identica che il governo del Regno di Sardegna spiegò sino a quell'epoca verso la Giovine Italia o verso
Non possono fucilazioni
i
liberali del 1821.
sorprendere anche dopo
ch'erano nei codici non solo,
il
1848
ma
le
nella
Sarebbero uno spaventevole anacronismo oggi in Italia pei reati politici^ quando la pena di morte è stata abolita per gli assassini coscienza
comuni
pubblica.
efferati e pei parricidi.
CONFRONTI
Comunque,
279
quale la consentivano
tale
le istituzioni politiche,
l'azione del
nico dopo
continente
il
1848
nel
i
tempi e
governo borbo-
non
napoletano
perde nel paragone con quello del governo italiano nel 1898. Questo insegnano i fatti, che desumo dalle sorgenti più ortodosse per patriottismo o per italianità (1),
Ricordiamo e confrontiamo. L'avvenimento più clamoroso contro i Borboni fu il sangue versato in Napoli il 15 Maggio 1848. Si disse che Ferdinando II per fare sorgere le barricate ed avere pretesto alla repressione,
si
sia servito di agenti provocatori. L'ac-
cusa trova oggi smentita nella Nuova Aìitologia per bocca del Masi^ e la si deve considerare come una calunniosa fandonia.
Più interessanti sono
gli episodi
che
svolsero
si
nella triste giornata e che la seguirono. Il
15 MaggiO;, in Napoli,
—
si
contavano 79 barri-
—
non uso Milano con mati, che sparavano ed ammazzavano cate vere
e
difensori ar-
— difensori che
nessuno potè vedere a Milano: la forza non potè acchiapparne uno solo Verso le 11 e mezza i primi colpi erano tirati; !
caduta di un granatiere e di un capitano della guardia, il fuoco si accende ben nutrito. Michelan-
alla
gelo Ruberti fa tirare da Sant'Elmo sulla città;
(1)
sono
Gli atti di accusa e la Gazzetta Ufficiale del
preziosi.
D'Ayala
;
di Nisco;
Si riscontrino
il:
Ferdinando II
di
ma
tempo
Mariano
Gli ultimi trentasei anni del
Reame
di Napoli
insieme la
Storia
critica
e sopratutto
per
lo
del
risorgimento italiano di Carlo Tivaronij opera di lunga lena, di
grande pregio e molto ioiparziale. Editori
Roux
di Torino.
NAPOLEONE COLAJANNI
280
—
cannoni sparavano a mitraglia nelle strade di Milano. Un maggiore, sei ufficiali e ventuno soldati vennero uccisi; due colonnelli, undici da ufficiali, centottantuno soldati feriti con arma fuoco. Queste sono, del resto, le perdite dei soli a polvere
Svizzeri
\
non
i
vi sono
comprese quelle della guardia A Milano un solo nessuno può assicurare che lo
reale e degli altri corpi militari.
soldato fu ucciso; ^
sia stato dai tumultuanti.
Dalle perdite delle truppe si dovrebbe argomentare elle a Napoli gì' insorti insorti veri abbiano dovuto avere perdite enormi; e Nisco calcola che i morti siano stati 500, tra cui 19 donne; ma r esagerazione è evidente. Più ragionevole pare quindi la cifra che altri dà di 132 morti e 600 feriti tra Tuna e l'altra parte. Di poco quindi,
—
—
in
una vera
battaglia, sarebbero stati superati
i
ca-
—
af-
duti di Milano.
D' Hervey Saint-Denis
ferma che durante
^
un borbonico
nessun cittadino inoffensivo fa colpito se non a caso. A Milano quasi tutti non ne fu trogli uccisi erano cittadini inoffensivi la lotta
:
vato uno solo armato.
Aberdeen che
il
Mac Farlane
Re avesse
detto
scriveva a lord
ad un generale che
chiedeva istruzioni : risparmiate i miei sudditi^ fate prigionieri, non uccidete ! Mettiamo in quarantena questa pietà di Re Bomba, perchè affermata da uno
— uno
— stipendiato dal
governo borbonico'; mettiamola in quarantena, quantunque siano numerose le prove della sincerità della pietà di Ferdinando II, ma c'è un atto che fa onore al tatto politico di Ferdinando II e che da nessuno è messo in dubbio 800 prigionieri furono lasciati liberi alVinstraniero
:
scultore
CONFRONTI
domani
del lo
281
Maggio! Quest'atto non compensa
la
arma alla mano, fatta eseguire dal Conte d'Aquila? (1) Qui manca il termine di paragone per V Italia Allora come
fucilazione dei 27 prigionieri presi
coir
.
.
.
oggi venne proclamato lo stato di assedio
;
ma quanta
differenza, a disdoro dell' Italia una^ libera
Ecco
!
decreto del Maresciallo Labrano
il
—
il
—
se si può insultare la Bava Beccaris del tempo memoria di un uomo con questo paragone. L'art. 1 istituiva una Commissione inquirente. L'art. 2 diceva; « La Commissione ha l'inca-
rico d' inquisire su tutti
reati contro la sicurezza
i
interna dello Stato e contro
l'
interesse pubblico che
sono stati commessi dal
P Maggio in poi
tranno commettere
che dura
meterà
fin
Dopo r inquisizione,
Art. 3.
e che
si
po-
lo stato d'assedio.
la
Commissione
ri-
competenti a
gli atti alle autorità ordinarie
norm^a delle leggi di Procedura Penale,
La Commissione avrà
Art. 4.
carcerare
le
persone per misura preventiva e ritenerle
in carcere per
dopo
un
periodo non maggiore di lo giorni^
quali dovrà rimandarli
i
facoltà di fare in-
all'
autorità
compe-
tente per farli giudicare ».
Ho
(1)
fatto,
che corre
Molti lazione
che
dato la
il
;
ti-a i
altri
d' i
il
Conte si
fieri
d'
fucilati in
versione su quel
del governo borbonico.
Aquila ordinasse la fuci-
trovasse soltanto presente. Ciò
Aquila smentì sempre.
6 e che le
tanto 5
il
affermano che
Conte
fucilati e la
nemici più
negano che
assicurano che
giunse
cifra dei
6rli
storici
borbonici
Castelnuovo nel primo furono sol-
fucilazioni
generale Luigi Cosenz.
cessarono
appena soprag-
NAFOLEONE COLAJAXXI
282
Dedichiamo questo decreto a coloro che commemorarono in Napoli il 15 Maggio. In questo decreto, la retroattività era stabilita con data certa e non si aveva, almeno, un processo per reati commessi come in Italia. quattordici anni prima Lo stato di assedio in Napoli non durò un mese: venne tolto il 14 Giugno 18-18. Ma un mese di stato di assedio intensamente applicato in Napoli avrebbe potuto valere ai servizi della reazione quanto i quattro mesi di Milano. Adagio, non calunniamo... .
.
i
.
borboni. Si
potrebbe pensare che durante
lo stato di as-
sedio siano stati arrestati e ]3rocessati tutti
—
almeno
i
nifestazione sovversiva;
Nulla di tutto
Italia.
—
capi più noti
punita qualunque ma-
almeno
così
-
A
ciò.
liberali
i
è fatto in
si
Napoli avvennero cose
addirittura sbalorditive.
A
Napoli
di sottoscrizione in favore
cere politico.
pubblicava
la Gazzetta Ufficiale
A
Napoli
generale del Regno
.
.
dei liberati dal car-
.
tenente
il
d' Italia
—
la lista
De Sauget e
il
morto
-
tenente di ar-
tiglieria Bellelli rifiutarono le onorificenze date loro
per la repessione dei moti rivoluzionari ...
farono molestati (1) Il
nella
Generale
Camera
mente
(1).
A Napoli si trovò un
Pelloux,
dei Deputati in
sul suo onore clie
il
fosse stato punito per aver
rispondendo
Como, che per
la
prima
nell'esercito italiano
De Sanget
rifiutato
dalla
la dette,
non
ci
e BelleUi.
Bìssolati
Dicembre 1898, smentì recisala
di
medaglia
Costigliele al
Benché questa
valore circo-
monarchica Provincia di sono disposto a credere
Generale Pelloux. Sarebloe doloroso, però,
imitato
non
Procuratore
all'on.
Colonnello Cretti
militare per la repressione di Milano.
stanza venga riconfermata
e
siano stati
il
al
constatare che
ufficiali,
che abbiano
CONFRONTI
De
del Ee,
283
Horatiis, che rifìutossi di sottoscrivere
l'ordine di arresto per Silvio Spaventa. fatti
Mancano
analoghi nelF Italia nuova e libera. A Napoli - caso ancora più sbalorditivo
-
i
farono
imputate 321 persone
Maggio
;
continuò
ma
solo
processo. I capi
il
movimento, durante
immediatamente dopo il 15 contro 59 arrestati eli contumaci
assedio
lo stato di
chi ricorda
veri promotori del
i
,
liberali del resto,
non vennero
—
arrestati
pare impossibile
a
recentissimi casi nostri. Ferdinando II,
i
Todiato e odioso della vittoria
;
cominciarono
Bojnha
i?e
^
non ne abusò le
non voleva abusare quando non ri-
sino a
manifestazioni rivoluzionarie
cospirazioni. Occhio alle date. Il
e
le
primo arresto pel
processo cosidetto àoìV unità italiana, nella persona
avveniva in Novembre del 1848; Silvio Spaventa venne arrestato il 13 Marzo Settembrini il 23 Giugno, Poerio il 19 luglio, Scialoia il 26 Settembre 1849 Un anno e piti mesi dopo le barricate di Maggio Forse il processo non sarebbe continuato se altri gravi avvenimenti non di Nicola Nisco,
,
.
.
.
!
avessero allarmato
il
Ke
:
il
un
16 Settembre 1849
gruppo di liberali volle turbare la benedizione data dal Papa dalla terrazza del Palazzo Reale, gettando delle vipere; e Faucitano veniva arrestato colle vesti abbruciate e le mani annerite per una bomba, che gli
scoppiava in tasca.
E come Durò
otto
condotti
mesi
svolse innanzi
ai
i
processi
processo
il
magistrati
avvocati difesero gl'imputati
(1)
Sotto
il
militare, l'avv.
sotto
cosidetto
ordinari (1).
borboni
i
dei ;
i
42
;
!
si
migliori
Gli storici liberali
Papa^ nel processo innanzi ad un Tribunale
Palomba
difese gli accusati.
284
NAPOLEONE COLAJANNI
deplorano che
si
tempo
dei birri del
fede alle deposizioni
sia prestata
che
e
si
siano istruiti
processi
i
anonime.... Sappiamo ciò eh'
in base a denunzie
avvenuto in Italia (1). tra le quali sette di Le condanne ? Severe processo dei 59. solo nel commutate, morte^ tutte !
:
Croce
Beaedetto
(1)
ha cominciato ad Pareto
«
:
Lasciando
po'
di .cuore e
che
offre ora
quale
Tltalia libera
me
pare
i
Silvio
Spaventa
diare da vicino. berale,
processo
Non ,
iniquo, perchè,
l'ettorici
sul
,
per procla-
dopo
fatto
certo perchè lo
il
:
Spaventa non
in ciò
come non sbagliano
giudicare socialisti
volle tuttavia
punto
il
1848 a
Cito questo che ho avuto occasione di stu-
?
nazionalista, anzi unitario
non sbagliavano
che
processi politici. Perchè
per esempio
,
spettacolo
triste
è suU' indole e sul
irresistibile
cui sono stati condotti
il
sistemi
i
con quello
politici
il
sono spese tante parole e tanti colori
mare iniquo
il
la
prova
di
giudici borbonici
quelli
Tarati e compagni.
mancando
i
Ma il
di
fa
Milano nel
un processo
determinati,
reati
condannare nello Spaventa
fosse li-
si
liberale e l'uni-
ossia le convinzioni e lo opinioni che apparivano certe
tario,
e
confronto fra
il
giudicare a
,
impone
s"
Vilfredo
così scrive a
,
incompetenti che hanno un
agli
sentimento
di
confronto
il
modo con si
lasciando
e
,
opera
condannati
applicati ora ai
ponitenziarii dei Borboni
1'
competenti
ai
Spaventa, di cui
nipote a Silvio
,
illustrare
non
sconfessate.
È
vero
—
si
potrebbe dire
— che
i
Bor-
boni provvidero a fornire delle prove di reato, stipendiando dei falsi testimoni. si
Ma
ciò
era del tutto smarrito
!
prova che
il
Si riconosceva
senso giuridico non
almeno
la necessità
delle prove di fatto e dei reati di azione. I giudici di
non hanno
La
sentito
Liberté
Mattino
come
di
questo bisogno....
Éconorniqua
—
pag.
—
Vilfredo Pareto
99-jOO.
Rastignac
Napoli ha esplicitamente riconosciuto che
sotto i boruoni^
i
processi
si
fanno
Milano
alle
idee.
—
nel
in Italia,
CONFRONTI
una
C'è ancora delle condanne.
285
eloquente
statistica più.
boni, assicura die dal 1815 al 1856, sotto
negazione di Dio,
ci
soli
governo
il
furono 2067 condanne politiche
in qicaranf uno anni
-
quella
:
Mariano D'Ayola, vittima dei bor-
! (1)
In
in pochi mesi,
Italia. ,
i
Tribunali militari di Napoli, Firenze e Milano
E non si aggiungono ne condannarono circa 2500 le condanne dei Tribunali ordinari in tutto il resto !
!
d'Italia.
Un
ultimo confronto
nuti politici.
come
tandoli
governo borbonico
Il i
trattamento dei dete-
Il
:
detenuti comuni
si
disonorò trat-
questo trattamento
;
r indignazione di Gladstone. Ma che cosa il governo italiano ? Fa qaalche cosa di peggio non concode ai socialisti e ai repubblicani anche deputati quella libertà di stadio 11^ Setconcessa da Ferdinando alle sue vittime tembrini traduceva in carcere le opere di Luciano ed a Spaventa si permettCA^ano libri che per quei suscitò
fa di diverso :
—
—
:
tempi erano rivoluzionari
(1)
Gladstone, nelle famose lettere a lord Aberdeen nel
1851, affermò che
napoletane da 15 a
30 mila. una
che nel 1851 gl'imputati
Il
governo borbonico, in giudizio,
memoria
e all'estero.
sonorevole per l'Italia dal governo del
Il !
carcere
e
Giornalisti ha pub-
e
il
trat-
condannati politici
paragone riesce, came sempre, di-
Non parliamo
Granduca
Cecilia ed a Guerrazzi
in
nella quale è esposto
tamento cui sono sottoposti Giornalisti in Italia
ri-
2024.
L' associazione Lombarda dei
blicato un' eloquente
in
statistica dalla quale risulterebbe
politici,
in custodia erano in tutto
provinole
erano nelle
detenuti politici
i
sposta, fece pubblicare
(2)
(2).
di
di
dei
modi
civili
adoperati
Toscana, che permetteva, a La
scrivcrG le
Memorie
e
L' Asino
NAPOLEONE COLAJANNI
286
Tivaroni,
sdegnoso, protesta perchè
raserò
si
barba e capelli ai detenuti politici e fossero stati condannati come rei comuni sotto il borbone; e dice che a quarant'anni di distanza^ certe cose sembrano impossibili. Che diranno i posteri, per lo stesso trattamento
De
fatto
subire a Barbato,
a
De Andreis, a
Felice, a Tarati, a Romussi, a Chiesi?
Non
sappiamo. Sappiamo ciò che pensano i contemporanei tra i popoli civili e liberi. E saplo
—
piamo che l'associazione dei nelle sue prigioni di Stato. il
dott.
Ma
giornalisti inglesi si è
è caratteristica la lettera
Giuseppe Canella indirizzò
che
al giornale II Secolo sul
trattamente dei detenuti politici in Austria. Eccola
:
non altro che italiano dal 1848 in poi il mia opera furono sempre per l'Italia. Ho pensiero e la mio provato le prigioni politiche dell'Austria, dalla Torre AVanga Italiano e
«
di
Trento a quelle
,
Innsbruck
d'
,
Kufstein
al Castello di
,
a
Rattemberg, Capodistria, Gradisca, Lubiana e Gratz.
Non
«
partito se
appartenni
soffersi molti
di vedere,
,
ne voglio app^artenere
non a quello che tende a
«
niun
a
fare l'Italia ».
altro
Qui
disinganni ed amarezze, e non ultima quella
sotto molti riguardi,
fatti
paragoni
tutt' altro
che
lusinghieri per l'Italia in confronto dell'Austria.
Leggendo ora
«
della
sui giornali
come sono
trattati
i
prigio-
severamente condannati dai tribunali militari, ad onta
nieri,
mia ripugnanza, devo convenire che
avveduta nel reprimere e nel provenire, nevole e più Il
umana
nel castigare ».
si
Austria,
più
è fatta più ragio-
.
podestà di Riva di Trento riassume
mento 28
1'
poscia
il
regola-
ottobre 1849, firmato dal ministro della Giustizia,
Schmerling, che disciplina, anche attualmente,
il
trattamento
i
condannati
dei condannati politici.
Risulta da esso che, per
i
crimini politici,
sono custoditi in un riparto particolare della prigione, e de-
CONFRONTI rivolta al Ee,
287
invocando un trattamento umano e che ;
questo intervento degli stessi giornalisti inglesi, cui
sono associati quelli del Belgio, fa discendere a livello della Tarchia
Mead
ghilterra, il
l'Italia
sappiamo che Guida in In-
;
hanno rievocato maggior
negli Stati Uniti
giudizio di Griadstone e lo proclamano a
ragione meritato
governo
dal
italiano.
Mead
Il
vorrebbe che T ambasciatore. degli Stati Uniti protestasse ufficialmente in nome della lesa umanità. Sappiamo, dunque, che il libero regime italiano viene
anzi,
vesi avere riguardo tanto ed
ed
alla loro età
loro
grado di coltura /guanto
al loro anteriore ^netodo di vita.
Ai condannati
è concesso
l'uso del proprio letto
sono leggere, scrivere e ricevei-e visite
di parenti
,
;
pos-
previo
il
permesso del preposto delio stabilimento.
La
spesa per
il
condannato politico
Ma
zione di pane.
vitto,
è di i
che
lo
28 soldi
detenuti
sopporta
Stato
al giorno,
politici
per ogni
compresa
la ra-
possono però provve-
una maggior quantità di vitto spendendo del proprio sino ad un fiorino al giorno, e quindi complessivamente hanno alimenti giornalieri per una somma corrispondente a circa due lire e mezza italiane. L'onor. Ettore Sacchi, infine, in una importante lettera
dersi
,
allo stesso
Secolo (N. 11643), dimostra che né dal punto di
vista giuridico né da quello militare,
comuni
delinquenti guerra. resto,
Ma
governo
condannati
i
Borboni. Tutte
governo italiano
mino Tanlongo
missione
possono trattare come
come
Tribunali di in
di riabilitare
premure
le
le riserba pei
o Costella.
si
italiani dei
in questo
italiano,
continua nella nobile
l'Austria e il
il
i
,
tutto il
il
Papa,
tutte le gentilezze
delinquenti -comuni,
si
chia-
288
NAPOLEONE COLAJANNI
giudicato alla
pari
boni
del
regime dei Bor-
dispotico
(1).
Tatto questo è grave e pericoloso sia per l'Italia
Credono alcuni, stoltamente, che a garanzia delle medesime stiaTesercito ma anche i Borboni pensavano lo stesso fa proprio Silvio Spaventa a constatare, che tutte le cure del governo nugaziona di Dio erano state rivolte all'esercito e che la reazione che li aveva separati dalla
che per
le
sue istituzioni.
;
:
parte
morale e intelligente
aveva
gettati nelle braccia dei
cito
non
li
borbonico, ricordati trattamenti «
con
« le
tali
modo
—
fatti
mezzi
il
Ma T eser-
condanne
e
i
la dinastia
».
savoiarda possa finire in ugual
la dinastia ;
-honny
tono dell'impegno per durerà,
:
borbonica scavava con
soit
qui mal y pensef
è innegabile che alcuni suoi consiglieri
reazione
mali
subire ai detenuti politici, osserva
nessuno crede
ma
li
suo studio sul regime
processi^ le
i
sue mani la propria tomba
Che
militari.
,
salvò.
Tivaroni, chiudendo
Il
popolazione
della
rovinarla.
sarà la prima
che essa avrà salvato
una
Dopo
tutto,
metse la
volta nella storia^
una dinastia. non devono essere
istituzione ed
Le lezioni della storia, però, rammentate soltanto ai conservatori ed agli uomini dell'ordine. La storia insegna pure: « che il qua« rantotto italiano, compiuto poi nel sessanta, non (1) Georg Brandes, che ama e conosce l'Italia e che è uno dei più illnstn scrittori scandinavi, visitando nella primavera del 1898 il nostro paese, rimase scandalizzato dalla nostri gocieca e furiosa reazione cui si abbandonavano i
vernanti.
CONFRONTI
«
289
fu neppure politico, fu strettamente nazionale e
me-
«
scliinamente unitario e dinastico. L' Italia attende
«
ancora
«
condizioni essenziali della vita
«
metta di studiare
«
dalle nazioni sorelle ».
suo quarantotto politico
il
il
che
,
moderna
le dia le
e le per-
passo sulla via già percorsa .
Questo insegnamento dovrebbero ricordare 1
democratici italiani
un
;
e
tutti
non dovrebbero dimenticare
solo istante soprattutto
i
socialisti
italiani
,
ehe
ed onesta voluzione economica da loro vagheggiata non sarà possibile senza la preliminare
la pacifica
conquista
della
libertà
politica.
viene a loro da Filippo Turati
;
L'
ma
ammonimento se la
voce elo-
quente del recluso di Pallanza non potesse essere ascoltata, dovrebbe essere inesorabilmente ascoltata quella che vien fuori dagli ultimi tumulti, che somministrarono
il
pretesto alla presente reazione.
DELLO STESSO AUTORE
La
libertà e la quistione sociale.
La
repubblica e
Le
Istituzioni
le
guerre
civili.
Milano 1879 {Esaurivo)»
Firenze 1882 {Esaurito),
Municipali. Catania 1883.
La delinquenza
della Sicilia.
Palermo
.
.
L. 3,00
1885.
{In preparazione la seconda edizione). L'alcoolismo:
sue
conseguenze
morali e sue
cause. Catania 1887
„
3,00
„
1,00
„
13,00
Oscillations thermometriques et delicts contro les
Lyon 1887
personnes.
Corruzione politica. Catania 1888 la
prima
e
seconda edizione).
La Sociologia Criminale. 2 Ire e spropositi di
{Esaurita
grossi voi. Catania
1889
Cesare Lombroso. Catania 1890
„
1,25
La
politica coloniale.
Palermo 1892
„
3,50
La
difesa nazionale e le economie militari. Catania
„
1,00
....,;
2,00
.........
1,00
Seconda
ediz.
Banche e Parlamento. Milano 1893 In
Sicilia.
Roma 1894
Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause.
Consule Crispi. Palermo 1895
Palermo.
„
2,00
„
1,25
RIVISTA POPOLARE DI
Politica, lettere
scienze sociali
e
Direttore N.
Cola j anni
Yi hanno collaborato e vi collaborano illustri scrittori stranieri e italiani. Notiamo tra i primi De Greef, Destrée, >
:
Gide,
Hamon, Kropotkine, Magalhaes, Lima, Mesnil,
Noyìcow, Renard, Schmidt,
ecc.
—
Tra
i
secondi
i
deputati
Alessio, Bovio, Brunialti, Celli, Fratti, Mirabelli, Pan-
D'Ag-uanno, Loria, Mortara, Marino, Pantaleoni, Pareto, Puglia, Pullè, Ratano, Yalli;
i
Conig'liani,
professori
pisardi. Salvigli, Scarabelli, Zertooglio, ecc.
pubblicisti
i
Becchia, Bizzoni, Barrili, Birag-M, Cabrini, Farina, Ferrerò, Ouarnieri, Guerrini {Stecchetti), Guarino, Labriola, Merlino, Morinina, Paresce, Yalera, Yeccài {Jak la Bolina)^ ecc.
E
redatta con larghezza di vedute e mira soprattutto alla
educazione delle masse. Si occupa delle più importanti quistioni del giorno.
premi
I
la
Premio eccezionale
lume
rendono semig-ratuita. ai
nuovi abbonati
Il Socialismo, del l)ott. N. del prezao di L. 4).
:
Colajanni (un elegante vo-
PREZZO D'ABBONAMENTO ITALIA ESTERO :
Anno
L. 5
-
Semestre L. 3
Anno
Aggiungere Cent. 60 per Eivolgere
^'aglia,
L. 7 il
-
:
Semestre L. 4
premio.
cartolina-vaglia e richieste di
di saggio alla Direzione della Rivista
Popolare
-
numeri
ROMA.
1
University of
Connecticut
Libraries
-
'j'i'.:^;!- '.*^''