Napoleone Colajanni - L'italia nel 1898 tumulti e reazione (1898)

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N.

COLAJANNl

X. (TUMULTI E REAZIONE) Il

quarantotto italiano, compiuto

poi nel '60,

non fu neppure

strettamente nazionale

mente unitario attende ancora

dta

che

Le

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moderna

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e

il

e

e

politico, fu

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dinastico. L'Eolia

suo quarantotto

politico,

condizioni essenziali J^Uu e

tenuetta di studiare

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FILIPPO TURATI

MILANO SOCIETÀ EDITRICE LOMBARDA Corso Venezia

ti

Ita già peì-cvrna dulie nuji.otn%

,13


PUBBLICAZIONI DELLA SOCIETÀ EDITRICE LOMBARDA

Felice Cavallotti nella yita e nelle opere

Bjoekson

11

Re

(traduzione di F. Fontana)

M. Mazzolani Via Trita

Versi

Fr. Chiesa

Versi

T.

Preìiidio

ediz. .

.

{con 19 ilhistr.)

Verità e ignoranza {studio

Peykani

IX

Dario Papa

Viag'g'i

(HI edizione 500 pag.)

Fontana

Poes^ie

Vecchie e nuove

Viaggi

in

(ITI

Europa,

iit

.

Conconi)

GIORNALE SETTIMANALE Lavori femminili^ Letteratura

Questioni del giorno^

Un Lodi

.

Tip. E.

Attualità^

Abbonamento annuo L. B. numero separato Centesimi

Wilmant,

l

898

5,

»

2,

»

3,

»

-,50

»

3,

{^illustrazioni di

-oo^ii^^^Soe-

3iode,

»

Aiuericaj in

Giovani (Goliardica)

G. Venanzio

B,

»

La Polpetta del Re L.

»

edizione

Africa (in edizione 500 pagine) !»

2,—

...»

£00 pagine) »

»

critico sulle

crcden^,e religiose]

F.

L. 2,50

Varietà

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TUMULTI E REAZIONE Il

quarantotto italiano, compiuto

non

poi nel 60,

fu

neppure

strettamente nazionale

mente

unitai'io e

attende ancora

dia

die

le

vita

moderna

passo sulla

il

e

politico, fu

meschina-

dinastico. L' Italia

suo quarantotto politico

condizioni essenziali della

le

e le

permetta di studiare

il

già percorsa dalle nazioni

sorelle.

FILIPPO TURATI

-? MILANO SOCIETÀ EDITRICE LOMBARDA Corso Venezia, 13


D'tr

5%

l

dò


A CHI

LEGGE

// lettore intelligente sa che scrivere

quanta

la

verità, o

tale si crede.

essa

contemporanea

storia

la

Non

quella

,

che, in

e cosa facile

dire

e

tutta

buona fede,

si può dirla specialmente quaìido

può procurare

attori o

non

molestie e persecuzioni agli

ai testimoni;

quando

si

può

sospettare,

che impedimenti verrebbero posti alla circolazione di

un

libro,

che si proponesse di farla nota tutta

intera.

Questa

avvertenza serve per coloro, che

mi

hanno somministrati elementi preziosi sui fatti di Milano e che non li vedranno in queste pagine riprodotti, non ostante che essi si siano dichiarati pronti a sostenere la esattezza delle loro informazioni anche nei Tribunali.

La prudenza non ha

che

mi ha

suggerito di ometterli

spiegato la sita anione nello interesse mio


A CHI LEGGE

ma

personale ;

in quello del libro, che potrà com-

correggendo

piere opera tUile

errori e pregiudizi,

che hanno falsalo la ptcbblica

mira sopratutto

a far breccia in quella che

ha chiamato

Zerboglio

opinione. Il libro

onesta e che

reazione

la

lo \

maggiore dei politici partigiani

costituisce la forza

|

I

e disonesti.

Così è

Usmo

:

nella

massa

degli avversari del socia-

democrazia in genere, in Italia e in

e della

qicesto qicarto d'ora,

per

deficienza di cultura e di

conoscenza degli uomini e delle cose, la grande mag-

gioranza e composta di persone che, con tutta sincerità,

credono che la reazione presente sia stata

provocata dalle colpe e dagli errori dei socialisti dei democratici di ogni gradazione ; e che essa

e

sia necessaria

Questo

per salvare

lo

rivolge

libro si

Stato e la società. alla

reazione

onesta

nella speranza di richiamarla alla realtà e di

condurla

sopra

la

retta

via.

Vi

ritiscirà ?

ri-

Lo

ignoro ; per riuscire, però, ho messo ogni sttcdio

anzi si dirà che sono stato esagerato in questo

studio i

— per

esporre

i fatti

quali

li

giornali conservatori o reazionari

della Sera,

Perseveranza,

ecc.,

di

presentarono

Milano

;

di Firenze, Corriere e Mattino di Napoli, e il periodico i

I Tribunali

Corriere

Nazione ecc., ecc.,

di Milano, che pubblicò

resoconti stenografici dei processi svoltisi innanzi

ai Tribunali di guerra della stessa

Milano

col visto

"


A CHI LEGGE

Generale

Commissario straordinario

Regio

del

Bava-Beccaris.

In

quanto ai

giudizi sulle

cause

prossime, che generarono ifatti, del pari, ho messo la

massima cura nel presentarne una

antologia ricavata

specie

articoli e dai libri dei

da

di

mo-

narchici pili autorevoli, più colti e più onesti.

Dai per in

lettori

invoco tcn benevolo compatimento

le deficienze dello stile e della esposizione,

che

questo mio libro sono maggiori che nei miei

precedenti. scrissi in

Per

farìnele perdonare dirò loro che

gran fretta

i

singoli capitoli e

li

mandai

a stampare uno per tino nella speranza di poterli in

una volta per correggerli, completarli. Per ragioni da me indi-

ultimo rileggere in

coordifiarli e

pendenti non potei compiere che assai incompleta-

mente questo necessario lavoro di fusione visione.

Ad

ogni modo, tale quale esso

e di re-

e rimasto,

spero che verrà accolto come la espressione di chi

non

si e proposto che la

ricerca della

verità e il

bene del proprio paese. Castrogiovanni, 12 Dicembre i8g8,

Dott.

Napoleone Colajanni



I.

SIAMO

Imprendendo a )Sta

IN

dire,

RITARDO

con tutta

la

prudenza im-

dalla reazione trionfante, dei casi che

ro in Italia nella

primavera 1898

si

svol-

e che, per colpa

governo, assunsero proporzioni minacciose ed ipronta speciale in Milano nelle giornate dal 6 9 Maggio sento il bisogno di riprodurre le pa'I

,

ne colle quali posi termine

al libro sugli

enti di Sicilia del 1893-94,

che agli

amente

si

Avveni-

ultimi

inti-

connettono.

Scrivevo

adunque nell'autunno

del 1894

:

«

I

gni precursori del principio della demolizione di

che esiste in politica in Italia non mane presentano una grande analogia con quelli

tto ciò

mo le

nel

secolo scorso

precedettero lo

scoppio tre-

endo della rivoluzione francese ». « Si legga VAnciène regime di Toqueville e di aine e si vedrà che in Francia prima del 1789, come Napoli, ^94,

ute,

si

nelle Puglie, in

sente che c'è

Sicilia nel

un popolo

1893 e nel

in rivoluzione la-

che aspetta V occasione per

irrompere

;

che


6

17AP0LE0NE COLAJANNI

questo popolo

manca ancora

di org^anizzazione e

d

non avendo i)in fiducia in quelli che lianncj « Panel Tautorità legale. Anche allora si gridava « non tasse, non cannoni ! eh 'è il grido del bi capi,

:

«

sogno, dice Taine, e il bisogno esasperato irrompe e va avanti come un animale inferocito

«

E

«

mercati saccheggiati.

«

i

« del «

magazzini, dazio!

gati vinti e

« registri «

E

delle

chivì dei

convogli di cereali arrestati,

i

le

E

si

grida

:

:

Abbasso r ufficia

barriere sono infrante, gl'impie

E

scacciati

imposte,

comuni

e

si

Re ! » « La scena descritta per altri siti non sembra

i

danno

si

fuoco

al

libri dei conti

^

gli ai

fa tutto al grido di:

Viv

« il

dal Taine per Bignolles la fotografia di ciò

che

avvenuto a Valguanera, a Partinico, a Monreale a Castelvetrano^ a Euvo^ a Corato ? Eppure i coi tadini di Sicilia e di Puglia non sanno o non con scono cosa sia la rivoluzione francese, imitano e ripetono »

i

cui preludi

!

«

Non

basta ancora

1' ;

analogia continua più

grande che mai sulle cause, che accelerano la catastrofe in Francia e che potranno accelerarla adesso in

Italia. Si disse dei

nanziari in cui

si

dibatte

il

gravissimi imbarazzi nostro paese

ha messo stupendam-ente in evidenza

le

;

e

fi-

Gomel

cause finan-

ziarie della rivoluzione francese ». « Qualche piccola inversione nell'ordine degli avvenimenti vi potrebbe essere quando Joly de Fleury si decise air aumento delle imposte i Parlamenti di Francia protestarono e invocarono la riunione degli Stati Generali. Noi non abbiamo assemblee che per la loro storia si rassomiglino ai Parlamenti ;


SIAMO IX RITARDO

ma

abbiamo una Camera dei Deputati la che dovrebbe equivalere ag-li Stati Generali quale sotto V incubo dello scioglimento ha approvato le imposte proposte dall' onor. Sonnino e che potrà essere disciolta se non farà quelF ultimo sforzo, che si chiama ultimo per ischerzo, ma eh 'è sempre seguito dalla domanda di un altro ». « Chi può garantire che in Italia non si cominci da uno scioglimento mentre in Francia si cominciò da una convocazione? E qualche altra francesi,

;,

sarebbe ancora nei protagonisti del i Maurepas,

differenza ci

prologo. L'Italia da alcuni anni ha visti i

Ve.rgennes,

ed anche il

i

d'Ormessn

i

suo Neker

un Turgot samente

Calonne,

l'Italia

;

i

in tanta decadenza indarno cerca

Dov' è

!

al

ma

;

Joly de Fleury potrà anche trovare

Brienne,

i

Ministro che dica coraggio-

il

Re ch'è impossibile ogni

ulteriore accre-

che prestiti non se ne pos-

scimento delle imposte

;

sono fare più

salvezza è nelle economie e

nelle riforme «

E

ma non

;

che

la

tutto ciò disse

fa ascoltato

!

Turgot

al

buon Luigi XVI

;

»

Lo sarebbe adesso in Italia ? » Nessuno può dirlo ma tutti devono riconoscere che gli avvenimenti incalzano e che la scin« «

tilla

;

partita dalla Sicilia, che nell'arte^ nella coltura,

nella

organizzazione

sociale, in tutto

come direbbe Giuseppe Ferrari fronte alle fasi di e

da

r

alito della

regioni

altre

ove non

si

stretto, far

;,

in

trova

ritardo

di

si

sviluppo percorse dalla Francia dell'

Alta

Italia,

rivoluzione francese

:

che sentirono

quella scintilla,

provveda in tempo, potrà, varcando divampare l'incendio nel resto d'Italia

lo ».


NAPOLEONE COLAJANNI

8

Comunque,

«

se

insipienza

fatalità di cose

nomini

di

go-

di

A^orranno clie gli avveni-

verno menti non abbiano quel corso j^acifico ed evolutivo, che dev' essere vagheggiato da quanti conoscono i danni e gli orrori delle cruenti rivoluzioni, io faccio voti ardenti pel bene del mio paese che il grido :

«

cappedda » non possa acquistare quella celebrità che al di là delle Alpi acquistò il a

tnorte

triste

grido

li

Les aristocrates à la lanterne

:

/ »

(1)

prodromi della grande rivoluzione francese e gli avvenimenti di Sicilia^ che riporta il nostro paese ad un secolo fa, può oggi essere completato con un altro riscontro storico che somministra T Inghilterra. Al di là della Manica l' evoluzione politicosociale non fa tranquilla e pacifica sempre, come, nelle sue grandi linee, si è andata svolgendo nella seconda metà di questo secolo. Vi farono due grandi periodi di sommosse, di Il

riavvicinamento tra

tumulti

,

di

i

repressioni sanguinose e di reazione

che ricordano la fase che attraversa

l'Italia dal

1893

primo va dal 1799 al 1824 il secondo i due periodi non mancarono agitazioni, che terminarono qualche volta in con-

in poi.

Il

;

dal 1837 al 1848. Tra le

flitti

sanguinosi

specialmente nel 1819, nel 1831,

nel 1832^ nel 1839, ecc,

pletamente dopo

il

;

— e non

fecero difetto

com-

1848; astraendo dall'Irlanda

avvenimenti presentarono sempre caratteri complessi non paragonabili mai con quelli italiani

dove

gli

(1) (Gli

avvenimenti di Sicilia. R. Sandroii.

1894, pag. 505 a 808).

Palermo


SIAMO IN RITARDO

tutti

p.er

nosa

basta ricordare

la

13

the bloody

sunday

9

domenica

novembre

sanguidel 1887.

due periodi

storici inglesi, classici per le tursecondo dei quali comprende il movimento cartista vanno rievocati oggi in Italia per I

bolenze

,

il

,

concludere dal confronto

— da completarsi più tardi

che se in Inghilterra fossero

teri di

stati adottati

governo che formano ormai

invidiabile della borghesia italiana,

dovato lavorare in permanenza; contarsi

secoli

;

e

gli

non più a

secoli

,

i

cri-

non

gloria

boja avrebbe

il

sovversivi

distribuiti ai ribelli e ai

vuto

la

anni di galera

avrebbero

ma

do-

a migliaia di

anziché svolgersi sempre più

la costituzione

continuamente nel senso democratico avrebbe do-

vuto essere soppressa

;

la reazione sfrenata,

insomma,

quale del resto la vagheggiò e consigliò in Inghilterra

deW ultratorismo^

ilpartito

vi

si

avrebbe do-

vuto insediare sovrana e incrollabile.

Qualcuno potrà obbiettare, che accennando al lavoro del boia si vien meno alle condizioni di una buona comparazione e che viene a mancare ogni analogia, perchè condanne a morte ci furono in Inghilterra benché, non esigaite ma non una

eccettuato

il

non entra nel pene inflissero i mal giudicati

caso Barsanti, che

riodo in discussione

Tribunali militari Italiani nel 1894 e nel 1898. All'obbiezione tra

i

nella

due paesi

:

si

trova risposta nelle differenze

nella

natura degli avvenimenti

proporzione e durata delle repressioni, nella

giustizia delle altre pene, nella serena imparzialità

dei giudici ordinari

e

non eccezionali

nella

sapienza e moderazione delle classi dirigenti e dei governanti.


NAPOLEONE GOLAJANNI

10

Le

differenze

sarà

ci

occasione

di

rilevarle

nella misura consentita dall'indole di questo scritto,

man mano

che procederà la narrazione; e

le diffe-

non richiamare alla' nostra enorme inferiorità politica

renze eloquenti non potranno realtà triste della

e morale, quanti leggeranno

coH'animo intento

alla

ricerca del vero.

Per ora basta fermare questo che i tumulti le sommosse, i tentativi coscientemente insurrezionali che afflissero Tlng-hilterra per cinquant' anni :

circa spesso tolsero a pretesto le riforme politiche;

ma

fondo dei movimenti fu e rimase sempre econemico. Non cade dubbio sulla natura del movente il

nel primo periodo dei torbidi inglesi

invece qual-

;

cuno vorrebbe negarla pel secondo. E in verità, guardando alla superficie e alle dichiarazioni di potrebbe credere che questo movimento celebre, durato circa dieci anni, alcuni capi del cartismo,

essenzialmente politico. Erano,

sia stato

dole politica

popolo

;

si

ma

i

famosi

sei articoli

nella intenzione

infatti, d'in-

della Charta del

dei cartisti

delle

due

dovevano servire come mezzo per ottenere il miglioramento economico delle masse lavoratrici. I promotori ed organizzatori del movimento trovarono grande seguito per lo appunto perchè tristissime erano le condizioni economiche degli operai nella grandissima maggioranza.

scuole, essi

Ciò

era a conoscenza

tanto che

il

dei capi

una

quistione di forchetta

Risalendo dal caso particolare rale dei

cartismo

;

reverendo Stephens, uno dei più audaci

e dei più infervorati, predicava che

sopratutto

del

movimenti

politici

il

e

all'

inglesi^

il

cartismo era di coltello

!

indole gene-;

Rise, eh'

è^


SIAMO IX RITARDO

uno degli

scrittori

ha

clic

iniziato

Era

11

illustrazione

la

Vittoriana ha scritto queste non per i soli inglesi ma per tutti i popoli che hanno coscienza delle proprie « John Bull al verde, egli osserva, è il sofferenze della cosidetta

parole

,

significative

:

« pili

dei malcoltenti e

persistente

« politici

ma

« affari faturi.

svolge principi

sempre con un occhio volto

Quando

agli

sazio di carne e di birra

è

ha poche idee

e la sua soddisfazione è colossale » democracy. London. Blackie et Son 1897 of pag. 129). A provare l'esattezza del giudizio, un «

{Rise

poco più oltre aggiunge

«

:

Appena R. Peel

risol-

«

vette la quistione tributaria, la stabilità fa assi-

«

curata alle industrie, alla società, alle istituzioni

»

(pag. 130). (1)

La riforma

(1)

1842. Fece

tributaria fu iniziata nel

un

passo gigantesco, mercè l'efficacissima cooperazione di Gladstone, nel 1845-46. La, solo Gladstone nel

può

si

1853

dire,

condotta a termine dal

e nel 1860. Sulla

riforma tributaria

inglese sono da leggere vari eccellenti articoli pubblicati dal

Nuova Antologia

Prof. Eicca Salerno nella nigliani

{Oladstone

e

finanza inglese)

la

ed uno del Conella

Riforma

Sociale del 15 Luglio 189S. Sul movimento cartista, coloro

che vogliono averne piena

conoscenza, potranno leggere

opere di Henriet Martineau

,

di

Molesworth

,

di Justin

le

M'

Carthy. Un' idea chiara l'avranno dallo scritto vivace, quasi

drammatico, di Paolo Yalera Inghilterra

,

con Proemio

:

L'insurrezione Ghartista in

di Filippo Turati. (Milano 1895,

presso la Critica Sociale). Paolo Valeva, nella cella del reclusorio

r

Italia e

senza

potrà meditare sulla differenza

di Finalborgo, 1'

Inghilterra

sospettare,

,

eh' egli

che doveva

dolorosa prova personale.

tra

aveva studiata ed esposta

pooo tempo

dopo

averne

la


NAPOLEONE COLO JANNI

12

Il

1848 trovò disarmato

il

cartismo dalla pre-

cedente riforma; così Teco della proclamazione della repubblica in Francia, invece di trascinarlo ad una rivoluzione trionfante, ne segnò la morte. La sua, destò dal letargo le però non fa opera inutile :

.

classi

cui

dirigenti

mise sotto

,

i

loro

occhi

i

pericoli

andavano incontro ostinandosi nella resistenza

e contando sulla repressione e le costrinse alle tra-

sformazioni

economiche

indicate

politiche

e

dai

tempi, reclamate dal popolo. I sei articoli della C/iarta, dichiarati irrealizzabili,

da principio

incontrarono la sorte di molte utopie

e in gran parte oggi sono stati tradotti

leggi

in

;

con questo in più che ogni riforma politica fu seda una riforma guita più raramente preceduta :

economica. Così da questa lezione dei fatti svoltisi in Inghilterra emergono insegnamenti non solo per le classi dirigenti italiane^

ma

degli elementi avanzati, che

tempo

fa

anche per una parte almeno sino a poco

— tenevano in grande dispregio la politica.

La tenne anche

in dispregio Eoberto

Owen

,

più di

sessant'anni or sono, al di là della Manica e smarrì la diritta via

miche

per conseguire quelle riforme econo-

e morali di cui fa apostolo geniale.

Ma

è per le classi dirigenti italiane,

che sopra-

ammaestramento questi raffronti colla Francia da una parte e col-

tutto sono ricchi di storici dell'Italia

ringhilterra dall'altra.

In Francia la cecità dei governanti nel secolo scorso condusse alla grande rivoluzione con tutti i suoi eccessi e con tutti i suoi orrori, che potranno ripetersi se la degenerata borghesia, che le sorti della terza repubblica,

non

si

ha in mano libera dalle


SIAMO IN RITARDO In Inghilterra

Strette del militarismo.

le classi diri-

esempi dei buoni tempi di Roma, seppero sempre cedere a tempo. Se ricorsero alla repressione, anche energica, non la resero sistematica, facendola assurgere ad esclusivo metodo di governo genti, imitando gli

tumulti

e risposero ai

riforme economiche; ai

da disagio economico con tumulti ed alle agitazioni

politiche fecero seguire le riforme politiche. Sinanco

quando

movimenti

i

criminose

forme decisamente classi dirigenti inglesi guardarono al sostanza e pensarono di eliminare il

le

fondo e alla delitto

e

vi assunsero

allontanandone

r aristocrazia,

e

Così la borghesia

le cause.

sopratutto gli

industriali, allar-

mati ed indignati pei famosi delitti di Sheffield^ cominciano nel 1867 una grande inchiesta colla intenzione di riuscire alla repressione severa dèi fenomeno

criminoso; fessione di

ma

appena constatatolo, anche per la conqualche reo, si cambia rotta e si riesce

prevenzione colle leggi del 1870 e del 1875, che accordarono agli operai la più ampia libertà

alla sapiente

di organizzazione, di sciopero

quel picketing,

e di

che sembrerebbe anche una enormità a molti democratici italiani (1).

Di fronte

adunque,

rezioni,

(1)

opuscolo

ai tumulti,

Sul Picheting :

La grande

alle

si

alle

classi

sommosse^ dirigenti

riscontrino

notizie sulla importanza delle leggi del

leggano: Howell:

Coniugi AVebb

:

italiane

la

del mio Per più ampie

accenni

gli

battaglia del lavoro.

1870

riconosciuta consuetudine del Picketing

alle insur-

e

1875 e sulla

che ne

risultò;,

si

l'avenir des Trades Unions;

Le passe et du Trade TJhiornsur R. LavoUéc

Histoire

Les classes oiwriercs d'Europe, Yol.

;

Ili;

Angkterre.

:


NAPOLEONE COLA JANNI

14

Storia addita

due vie tracciate senza incertezze e

quasi senza alcuna di quelle oscillazioni e deviazioni ordinarie nel corso

degli avvenimenti

l'una sta scritto al

termine

rivoluzione

:

Sul-

sociali.

è la via

;

battuta dai governanti francesi. Sull'altra, al principio risplende

una insegna

quale

sulla

si

legge

:

È l'insegna antica di casa nostra — l'insegna di Roma; ma Tlnghilterra l'ha rimessa a nuovo e l'ha

riforme.

circondata di affascinante forza di persuasione

(1).

L'Italia è in ritardo nella sua evoluzione rispetto alla

Francia e all'Inghilterra

;

ma

se questo ritardo

sotto molti aspetti è deplorevole^ esso lato

buono: consente

fitto

dei

(1)

Mi

ha almeno un

nostro paese di trarre pro-

degli esperimenti politico-sociali

risultati

che furono

al

fatti altrove.

sia

permesso ricordare che queste

idee

svolsi

La

questiotie

sociale e la libertà. (Milano; Tipografia Gattinoni)

Lo ricordo non per

sommariamente nel 1879 in un opuscolo: non per vanità,

ma

per convincere

comodità polemica suggeritami dagli a certi confronti

;

sibbene

perchè

il

lettore

altri gi'

che

avvenimenti ricorro

insegnamenti che ne

scaturiscono formano parte integrale del mio patrimonio intellettuale

senza

politico di sorta.

alcuna

subordinazione

od

opportunismo


!

i

II.

LA MARCIA DELLA SOMMOSSA

La formula

formula adottata dal partito repubblicano parlamentare nel manifesto indirizzato al paese alF indomani della repressione

dei

riforme o rivoluzione^

:

adatta a

Aprile e

tumulti di

[Rivista jjopolare.

Anno

chiudere questo

allogata nel proemio.

Non

21)

III,

studio

;

Maggio 1808 sembrerebbe

invece

la storia pone ai governanti può esaminare quali le tendenze che

constatare per prevedere, entro sociologiche, se

si

si

è

a caso. Al lume del di-

lemma che

visioni

la

i

d' Italia si si

possono

limiti delle pre-

otterranno le riforme o

se si arriverà alla rivolttzione.

Queste tendenze non osservazione degli

si

possono indurre dalla

avvenimenti

svoltisi nel

corso

ne si può assicurare che le riforme non verranno più tardi solo perchè esse non vengono fatte immediatamente. Ogni riforma la quale

di pochi anni

;

vuole raggiungere lo scopo prefìsso dev'essere preparata e maturata con intelletto e con amore^ con


NAPOLEONE COLA JANNI

16

conoscenza piena delle condizioni da modificare delle altre, che alle medesime si spera sostituire. Il

Italia

malessere

economico,

morale

il

non data da pochi anni, perchè dal 1870

ii

poi è andato crescendo, i

politico e

quasi senza interruzione

segni ne furono manifesti e indussero allo studi(

generarono i privati e lo Stato Questi studi sono notissimi e non occorre enu merarli trai tanti basta ricordare V Inchiesta par lamentare agraria , che se ha poco valore in alcun delle cause che lo

;

ne ha uno sommo nel Proemio e nella con^ clusione magistralmente esposta da Stefano Jacini. Dal volume breve di mole e ricco di contenute dell' illustre senatore lombardo sono scorsi alcun lustri e di rimedi adottati tra quelli indicati comt parti,

ha scarsa notizia e magrissimi risultati. Sicché da allora ad oggi i mali deplorati, anzicchè diminuire, andarono crescendo ir guisa da rendere facile a qualunque osservatore mediocre la previsione di qualche catastrofe, per la necessari ed urgenti

si

innegabile persistenza

delle classi dirigenti nel

si-

stema di governo che era riuscito disastroso per tanti anni.

Se

il

periodo

alla

osservazione in Italia fosse

da Caltavuturo 21 Gennaio 1893 primavera del 1898, si potrebbe dire che esso

soltanto durato

dell'

sarebbe stato insufficiente per indurre Ciò potrebbe dirsi pel passato remoto

;

le

tendenze

non più

?

oggi.

Nella esperienza sociale c'è acceleramento rapidissimo ch'è in ragione diretta del tempo trascorso e dell'espe

rienza aumentata in ragione composta dei mezzi dì studio sempre più copiosi e perfezionati e degli altii

per divulgare

i

risultati raccolti.


LA MARCIA DELLA SOMMOSSA Infatti in Inghilterra

non

tezza delle nostre Inchieste

17

comprende la lenV oblìo cui vengono si

e

condannate dopo compiute condizioni tra noi divenute inseparabili e che destano un sorriso dUncredulità quando qualcuna nuova ne viene annunziata. Il pubblico, anzi,

mistificazione

non

tilità,

Taccetta

come una indecente

ed a giudicarne dalla ordinaria inu-

;

sbaglia.

Deiringhillerra, invece,

si

sa questo

ciato lo studio delle condizioni delle

;

che comin-

Trade-Unions

nel 1867 in seguito ai delitti di Sheffield,

primi provvedimenti nel 1871

:

si

venne

ai

che constatata con

una inchiesta nel 1868-69 la poca diffusione dell'istruzione, si ebbe il primo Education act nel 1870 che ;

ripreso,

con un'altra inchiesta lo studio dell'Irlanda il Gladstone dette il grande land act

nel

1879-80

per

l'isola

Verde nel 1881. Gli esempi potrebbero

continuare; e

significato di questa lodevole rapi-

il

dità nel far seguire

il

rimedio

alla

diagnosi

può essere infirmato dalla relativa lentezza

non

sui prov-

vedimenti radicali per combattere la disoccupazionea riguardo della quale, del resto^ alcune misure parziali lenitive si

sono prese.

qui conservatori,

che hanno rivolto grande problema, con pari ardore,

berali, radicali e

loro cure al

Ma

socialisti^

li-

le si

capisce che devono procedere coi piedi di piombo,

perchè

si

tratta di

lienti della

una

delle manifestazioni più sa-

questione sociale.

Quanto diversa corre la bisogna in Italia Quel capitolo degli Avvenimenti di^ Sicilia che intitolai dalla desolante inazione del governo di fronte ai mali constatati Nulla è mutato! potrei ripe!

terlo

oggi applicandolo all'Italia

tutta, e potrebbesi s


NAPOLEONE COLAJANNI

18

rendere

peggiorato

!

pessimismo è

La

espressivo

e

corrispondente

affermando die da allora ad oggi

alla verità s'è

più

titolo

il

Al lume dei

fatti si

Molto vedrà che questo :

giustificato.

necessità e l'urgenza di opportuni provvedi-

menti che dalla Sicilia si estendessero a tutta la penisola ed alla infelicissima tra le sue regioni, la Sardegna, emergevano evidenti dalle discussioni parlamentari del 1894, continuate ed allargate successivamente.

Furono

ardenti

gli

Imbriani. ecc.,

unitari

come Fortunato

che insistettero nel dimostrare che

che affliggeva le popolazioni al di là dello stretto, imperversava del pari in tutto il resto del regno. Era vero; ed erra vasi soltanto affermando il

disagio

che in ticolari,

Sicilia

che

il

malessere non avesse caratteri par-

lo ren:i evano

Qualche cosa

£i

più sensibile.

fece per la Sicilia

utilissima

l'abolizione del dazio di uscita sui zolfi, che permise la costituzione deìV Anglo-Siciliana-^ e ciò, in parte,

spiega la tranquillità del 1898 di alcune provincie.

Ma

ie .condizioni peggiorarono nella penisola, o almeno.non- fui'ono sensibilmente alleviate. Era pre-

vedibile quindi;, e fa previsto, che le manifestazioni del disagio,

dovunque non ne erano

attenuate le cause,

dovessero

La mancò non

perciò, che

nuare.

scintilla,

state rimosse o

presentarsi o nel

1892-93,

divenisse grande incendio in Sicilia,

conti-

poco varcò

anni successivi. Dal 1894, a tutto il 1897, in corrispondenza della varietà delle condizioni economiche, politiche, molo stretto negli

rali e intellettuali, d'Italia.

che è propria delle diverse regioni

fatta federale dalla

natura e dalla storia

.^

I


i

LA MARCIA DELLA SOMMOSSA

19

profondo sono

differenti

del malessere

segni

nel mezzogiorno, nel centro e nel settentrione.

Mentre in tumultuai

,

nel Napoletano, nel Lazio

Sicilia,

s'incendiano

daziari al grido Viva

il

si

case comunali, gli uffici

le

JRe e si

continua ad eleggere

quei deputati e quei consiglieri provinciali e comucui

nali, |si

attribuiscono

si

sollevano

Emilia^ ecc., tellettuale e

sviluppata

;

i

malanni contro

i

quali

Lombardia nella regioni dalla maggiore coltura inpolitica e dall'industria maggiormente la protesta assume forme e caratteri nel Piemonte

^

in

,

moderni e civili le sofferenze dei lavoratori si train elezioni di consiglieri e ducono in iscioperi ieputati repubblicani, socialisti ed anche conservaappartenenti, cioè, a quel tori nel senso buono gruppo, che fa capo all' onor. Colombo e che da :

,

mni domanda un mutamento itica e

La

d'indirizzo nella po-

nell'amministrazione dello Stato.

di questi scioperi parzialmente con metodo positivo dall'Einaudi e di Illustrati lueste elezioni come prodotto del malcontento e del iisagio è ancora da farsi e deve mettersi in chiaro storia

'anomalia del buon successo degli scioperi agricoli preferenza di quelli industriali. E certo però

i

,

^he

i

,

governanti, di fronte a queste proteste civili

moderne, tennero un contegno incivile e disumano T art. 247 ed altri anaoghi articoli del Codice penale che in Italia :

.

lon seppero che applicare

tanno a fare

le

veci del piketing inglese

ere alla violenza lel

lavoro

dei

ed

organizzare

soldati a

la

benefìzio dei

!

ricor-

concorrenza capitalisti.

esempi^ che venivano dall'alto dovevano consigliare i lavoratori dall' affidarsi ai mezzi legali

)uesti


NAPOLEONE COLAJÀNNI

20

e convincerli, al contràrio, che

non potevano

essi

miglioramento se non

sperare salvezza e

uso

dall'

della forza brutale. (1)

accenna appena a queste manifestazioni legali del disagio illegalmente represse dal governo che sotto Di Rudini volle acquistare fama non bella a Si

Molinella,

come

a Conselice

;

altri se

e si è

Taveva assicurata

anche

tristissima

a sorvolare sulla

costretti

Romani

inattesa agitazione agraria delli Castelli

inframescata di violenze^ di ferimenti, di arresti e di processi

;

ma

tanto legittima nelle sue cause da

accapparrarsi le simpatie e la benevolenza degli

tempo

ciosi del

rappresentanti del potere politico di Pubblica Sicurezza e

generale

al

stazione di

ebbe

ministero

Roma

alcuni

di

Bonerba ispettore

contro la

E

dire

tutto

!

grande manifericchezza mobile, che della

suo epilogo tragico in Piazza

il

e

Marchese Cassis ispettore

ricorda particolarmente: da

si

:

deirinterno.

una semplice menzione

Si fa

Testa del 1897

uffi-

un

Navona

;

e la

perchè sinto-

lato

matica del generale malcontento della borghesia; dall'altro perchè segna la sua illogica e contraddi-

Questa borghesia, infatti, che fa le che ha in mano le redini del governo e

toria condotta. elezioni,

vuole la politica dispendiosa, ha perduto

il

diritto

di protestare contro la soverchia gravezza delle im-

poste

:

se vuole gli obbiettivi dei

somministrare

i

megalomani deve

mezzi per conseguirli. \

(1)

in

:

La

diversità di queste manifestazioni

Mouvements soeiaux en

Rivista Popolare. L.

1.

Italie. Parigi

ho

illustrato-

1898. Presso la


LÀ MARCIA DELLA SOMMOSSA Si sorpassa su tutte si

queste manifestazioni che

svolsero dal gennaio 1894 al

rappresentano

21

gli anelli della

maggio

1898

che

catena interminabile

del malcontento e che sono degnissime dello studio dello psicologo politico

,

per venire a quella che

rimarrà lugubremente celebre negli annali nostri

come la protesta dello stomaco. La protesta, dello stomaco per un momento rida all'Italia una unità di sentimenti, che le mancava stomaco assegna al nostro paese un posto speciale, perchè vide riprodurre fenomeni che non si credevano più possibili

da anni parecchi

;

la protesta dello

Europa occidentale in questo scorcio di Infatti solo da noi si ebbero i tumulti per

nella civile secolo.

^carestia,

per fame, per cause che

mente presso gli Stati senza produrre gli

agirono

egual-

del vecchio continente,

effetti dolorosi,

propri ed esclusivi dell'Italia.

ma

che rimangono



III.

LA CRONACA SANGUINOSA

L'anno 1897 sinistri auspici.

erasi chiuso per l'Italia sotto

Nelle Marche, nella

i

più

Romagna,

in

vari altri punti del regno, durante l'autunno, quasi

per non interrompere la cronaca dei tumulti e delle

sommosse^ c'erano state delle manifestazioni, lievi, ora gravi che costituivano l' indice più quente del malessere generale.

A

Forlì

ora elor

assaltano le botteghe nelle quali

si

i si

pane la sommossa dura alcuni giorni ig. Ancona dove si saccheggia la casa di un negoziante di grano a Macerata gli affamati s' impadroni scon§) del frumento messo in vendita e si rompono i vetii. della casa del Sindaco e del Municipio a Senigallia, si saccheggiano i magazzini di frumento del prin-

vende

il

;

;

;

cipe Ruspoli

;

a Chiaravalle vi sono colpi di revolver

ed un carabiniere viene alla casa di

un

ricco

mite e gentile Firenze molti agenti di polizia

ferito

;

a Gallipoli

cittadino

;

a

dà fuoco

Firenze

scene simili

vengono

si

feriti

si ;

la

ripetono e

a

Milano,

a Napoli, a Palermo, a Ferrara, a Bologna, società


NAPOLEONE COLÀJANNI

24

operaie ed associazioni politiche protestano contro il

le

pane e si moltiplicano domandano pane e che riunioni degl'infelici del prezzo

rincaro

del

:

lavoro!

Non

ci

potevano essere e non

furono equi-

ci

voci sull'indole di siffatte dimostrazioni

erano la

;

protesta dello stomaco. Tali vennero, giudicate con

singolare unanimità dalla stampa di ogni partito e dagli uomini politici^ che le segnalarono in Parla-

mento

e fuori,

ed

giudizio

il

Viva

modificato dal grido:

Socialismo

!

la

non poteva essere Eepubblica!

Viva

il

echeggiato in quei giorni nella minu-

scola Subiaco.

Era evidente l'urgenza

attenuassero almeno

le

più

di

crudeli

misure che

sofferenze dei

lavoratori e della borghesia magra.

Qualche cosa fecero i Municipi specialmente in Sicilia, dove era fresca la memoria dei tumulti del 93-94 e con qualche sacrifizio ed anche con qualche strappo alla legge tennero il prezzo del pane entro limiti normali. Kiuscirono con ciò a mantenere la calma. Nulla^ o ben pocO;, fece il governo, su cui pesarono le maggiori responsabilità e che poteva prendere i più efficaci provvedimenti di sana prevenzione esso non credeva allo spettacolo doloroso delle inaudite miserie, non sentiva il cupo muggito della tempesta che si avvicinava rapida e minacciosa. :

;

Il

timore manifestato nel 1894 era già una realtà

nell'autunno del 1897

:

la

lo stretto e dalla Sicilia si il

sommossa aveva

valicato

era propagata in tutto

continente. Sullo scorcio di quell'anno, però, essa

non aveva assunto i caratteri che l'avevano distinta nell'isola. Il fenomeno si riprodusse in tutti 1 suoi dettagli nell' anno 1898^ che rimarrà celebre nei


LA CRONACA SANGUINOSA annali

nostri

25

per la cronaca sanguinosa della sua

primavera.

Ed

dove sono i centri del dolore, diana a Modica ed a Troina si tumultua

è la Sicilia^

che suona la

:

per fame e rinnovansi

sano la decina

le stragi del

gli affamati

uccisi

1893-94. Sorpasin

Febbraio in

quelle due città, e centinaia di feriti cercano salvezza

non contenta delle gepiombo cerca vittime

nella fuga, perchè la polizia

nerose

somministrazioni

nuove per

di

le patrie galere.

Passano due mesi in una calma relativa, che non inganna i veggenti, e quando verso la fine di Aprile e

si

esauriscono

si

le

eleva rapidamente

il

provviste locali di frumento

prezzo per la guerra ispano-

americana che rese più scarsa V importazione Tincendio divampa da un capo all'altro d'Italia con una rapidità prodigiosa spiegabile colla facilità ,

e rapidità dei mezzi di comunicazioni di ogni genere; i

tumulti e

di

le

sommosse assumono

una vera epidemia

cause economiche

,

alla

le

proporzioni

cui diffusione,

politiche

somministra un contributo considerevole tismo,

il

mime-

fatta di date

e di

ed avverto che, pur troppo, essa non è com-

;

pleta

il

contagio psico-sociale.

H^cco la cronaca sanguinosa cifre

oltre le

e morali persistenti

(1).

I tumulti_, le

sommosse cominciarono

a Faenza ed a Finale-Emilia.

(1)

d'Italia

il

26 Aprile

Si ripetono

il

27 a

Ho

raccolto molte date e molte cifre da vari giornali

e

con particolarità dal Secolo di Milano e dalla

Tì'ibuna di

Roma

che ebbero

ed epistolare dalle prorincie.

il

più largo servizio telegrafico


NAPOLEONE COLAJANNI

26

Faenza

28 a Faenza, Fogg-ia, S. Giovanni a TeducciO;, Arzano, Benevento, Secondigliano il e Bari;

il

;

30 a Modugno,

Palermo,

Aversa,

Pesaro,

Piove,

Ferrara, Rutigliano, Castelsanpietro, Forlì, Rimini,

Camerino, Napoli; il 1.*^ Maggio a Monopoli, Molfetta, Minervino-Murge, Benevento, Ferrara, Napoli, Rimini, Bagnacavallo, Ascoli Piceno, Resina^ PonGiuliano,

ticello,

ecc.

;

2 a Bagnacavallo,

il

Piceno, Cesena, Piacenza, Parma,

Figline Valdarno, Avellino, Soresina

Firenze

,

a Livorno

Pisa ,

,

Padova

Pistoia

,

;

,

Ariano

Ferrara,

di Puglia, Salerno, Palermo, Pesaro

Livorno, Sesto Fiorentino

Ascoli

il

;

;

3 a Pesaro^

5 a Pavia,

il

ad Avellino, Livorno, 7 Milano il Palermo

il

6

,

Fermo

,

;

Porto Maurizio

,

Mi-

r8 a Firenze, Monza, Como, Padova, Pescia, Genzano di Roma il 9 a Milano, Napoli, Pontedera, Monza, Saronno^ Como, Brescia, Rovigo, Vicenza, lano

;

;

Reggio-Calabria, Siracusa, Bologna^

Monsummano,

Tropea, Castelvetrano, Foggia, Matelìca, Pisa, Siena, Roccastrada, torni,

Ancona,

Livorno,

Ferrara e dinecc., ecc.; il 10

Bologna,

Velletri, Messina,

ChiaGenova^ Porto-Maurizio vari, Ravenna, Castelferretti, Tropea^ Velletri; V\\ a Caserta, Aversa, Cimitile, Novara^ Luino, Mes-

a Napoli, Livorno,

,

sina^ ecc.

Col giorno 11 Maggio

si

può dire che cessa

periodo acuto delle dimostrazioni.

per oltre

quindici

giorni

sono

I

il

governanti che

stati in

preda del

— altrettanto grande quanto era stata grande la loro precedente incosciente serenità — hanno comterrore

piuto la repressione^

hanno consolidato

lo

stato di

assedio in tre grandi regioni^ delle quali due tra

più agiate e

le

le

più colte della penisola^ la Toscana


LA CRONACA SANGUINOSA

27

Lombardia e possono trionfalmente annunV ordine regna in Italia. ziare che elei fatti non fu da per tutto uguale gravità La ma fu identica la loro fisonomia da Messina a Luino. Per un momento le manifestazioni politico-sociali di e la

:

;

regno d'Italia malconnesso, lo ripeto, asimpronta rigidamente unitaria da Luino a Messina, unica fu la causa che sollevò la protesta ed uguale dappertutto la forma di questa protesta dello stomaco. Il primo grido che si sentì per ogni dove fu quello di pane e lavoro cui successivamente e in varia misura si aggiunsero altri gridi sovversivi altri evviva ! ed altri abbasso ! secondo il diverso temperamento locale. Ai gridi più spesso si aggiunsero minacele contro le autorità, contro le alle minacele seguirono i fatti persone invise questo

sunsero

:

,

:

;

rotture

case, devastazioni,

di fanali, di vetri delle

incendi, saccheggi

miti ora feroci

gli arresti

;

Una prima

;

ed a questi

le

repressioni

a migliaia e

e necessaria constatazione

della repressione noii sta

menomamente

ora

i

massacri.

:

la ferocia

in rapporto

ed un poco anche coli' indole dei tuBari ed a Foggia i fatti sono gravissimi e

colle gravità

multi.

A

stante la importanza delle

due

città

possono riu-

eppure non ci sono i morti di Molletta e di Modugno. A Faenza, che inizia il movimento e dove sin dal primo giorno si concede il pane a 30 centesimi, si arriva alla costruzione di vere barricate ma non si deplora un eccidio come scire pericolosi

;

;

a Bagnacavallo. Tra Prato e Sesto Fiorentino,

Parma

e Piacenza

da un

resina dall'altro, in ambienti

cedono

le

medesime

Monza, Luino

lato,

tra

e So-

tanto diversi, inter-

differenze

dianzi accennate e


NAPOLEONE COLAJANNI

28

che si verificarono anche in Sicilia nel 1893-94. Ciò prova che dovunque le autorità furono longanimi e prudenti si evitò o si ridusse a ben poca cosa il versamento del sangue. Se in questa diversità di risultati c'entrano le differenze individuali delle autorità locali e' entra ,

in misura

maggiore

la

mancanza

di

savia ed uni-

lorme direzione dal centro. Ho enumerato senza alcun ordine le città i paesi, i villaggi che somministrano elementi alla cronaca sanguinosa perchè l'apparente disordine ai presta a considerazioni d'indole apparentemente geografica che assurgeranno più tardi ad importanza ,

maggiore per giudicarne l'indole. Anzitutto, se in generale si può affermare che i tumulti cominciano nel mezzogiorno per propagarsi gradatamente al settentrione non è meno vero, però, che la prima scintilla si parte dai centro e dal nord della penie divampa più qua Faenza e Finale Emilia sola e più là_, mostrando che le cause determinanti esistono in tutta la penisola ed agiscono disordinatamente e contemporaneamente sui grandi e sui pic,

senza che possa affermarsi esservi una prevalenza decisa dei primi o degli ultimi in guisa

coli centri^

che possano

stabilirsi

i

primitivi centri

d' irradia-

può rilevarsi che i casi di Milano esercitarono maggiore influenza degli altri se si deve

zione. Solo

giudicarne

tumultuanti Il

numero

dal il

delle

località

che furono

giorno nove Maggio.

fenomeno

è naturale ed

ha

la

sua ragione di

essere in quella specie di egemonia^ che la capitale

morale esercitava ed esercita in gran parte d'Italia ed acuì si sottraggono l'estremo mezzogiorno e la


LÀ ORONACA SANGUINOSA

29

Si noti intanto che Firenze non ricordara da secoli tumulti quali quelli del 1898; che Napoli abbandona la sua proverbiale indifferenza apatica e memore delle prime prove dell'agosto 1893;, Sicilia.

forse

persiste per più giorni nei tumulti

senza lasciarsi

intimidire dagli apparecchi micidiali di guerra tea-

tralmente allineati nelle sue piazze e vede

donne smunte,

suoi fanciulli laceri,

i

di lavoratori sfidare

la

le

sue

le

sue larve

forza pubblica ed in qual-

che momento affrontare serenamente la morte. Il contegno di queste due città da solo somminiall' osservatore politico qualche indicazione che non dovrebbe andare perduta per valutare al

stra

giusto lo intervento delle cause, che riuscirono ai tumulti.

Un' ultima constatazione mercè

la quale la geo-

grafia e la cronologia alleate rivelano luttuosi

avvenimenti in discorso. Maggio, giorno sacro pei

Il 1^

avrebbe potuto

fornire

occasione

l'indole dei

socialisti e che a dimostrazioni

facilmente degeneranti, passa tranquillo dove cialisti

sono

forti

i

so-

per numero e per organizzazione.

Solo a Rimini^, a Bagnacavallo ed

un poco a Ferrara,

contrade pervase discretamente dalla corrente delle

nuove

idee, nel giorno della festa del lavoro vi fu-

rono tumulti prevalsero questi nel mezzogiorno Napoli, Monopoli, Minervino Murge^ Molfetta, Be;

nevento, Resina, Ponticello, Giuliano, ecc.

possono esservi

socialisti^

ma non

— dove

esiste affatto

un

nemmeno in embrione. chiudo questa cronaca sanguinosa con cifre, che, per quanto incomplete, riescono dolorose ed eloquentemente rivelatrici. partito socialista^,

E


NAPOLEONE COLAJANNI

30

Bisogna rinunziare ad enumerare gli arresti. In un giorno c'erano oltre 500 detenuti per eausa dei tumulti nelle carceri giudiziarie della sola Bari

;

300 cittadini in una volta furono Livorno; un migliaio circa in più volte in Napoli.

imprigionati a

di esagerare, si

In Italia gli arresti^ senza timore

può affermare, che nel periodo dei tumulti dovettero contarsi a decine di migliaia.

La

statistica dei ferimenti tra

cora più incerta

;

dalla

ci si sia

marea

cJie egli

;

cittadini è an-

chi è ferito nei tumulti

che abbiavi preso luogo

i

parte.

Non

si

si

presume

ammette che

sul

trovato accidentalmente o trascinato

perciò se fa noto

il

suo stato è sicuro

verrà sottoposto a processo. In questo caso

ma

nessuno lo risarcirà mai dai parecchi mesi di carcere preventivo sofferto. Si comprende perciò che il numero dei sarà

fortuna

feriti tra

Aprile

i

alli

del vero

;

se

uscirà

assolto

;

giornali dal 26

cittadini denunziati dai

11

Maggio debba essere molto

al disotto

riuscii a raccoglierne circa duecento,

ma

con molta probabilità avranno passato il migliaio. Più sicuro è il numero dei morti e ce ne furono cinquantuno oltre quelli di Milano. La forza pubblica' non ebbe che un morto e ventisette feriti ;

e tra le ferite furono calcolate le leggere contusioni.

Nella forza pubblica lacero-contuse.

Il

le lesioni

popolo

in

furono

armi,

in seguito a complotto preordinato

non possedeva che

sassi e bastoni

!

quasi

tutte

movevasi da lunga mano, che


IV.

A

Le

MILANO

sommosse e comunicava ai giornali

notizie delle

telegrafo

dei tumulti che

il

e clie questi dif-

fondevano in ogni angolo d'Italia avevano eccitato la opinione pubblica nella misura consentita dalla inerzia morale e intellettuale da cui è afflitto il il colmo suo raggiunse nostro paese l'eccitamento ,

;

in tutte

le classi sociali

,

nelle sfere politiche, nei

rappresentanti del governo, quando cprse la prima

voce che

mezzogiorno e che

la

sommossa incomposta per fame

la

si

poteva divenire rivoluzione.

rivolta

pubblicista, conservatore di esitò

del

era trasformata in rivolta a Milano

Un

merito in Napoli, non

a ricordare la famosa risposta del Liancourt

a Luigi

XVI.

{Corriere di Napoli).

Non poteva

essere diversamente. L'importanza

della cittĂ di Milano

e le sue condizioni

,

note ed

presumere che i moti dovevano assumere carattere di-

in parte esagerate, facevano

del resto d' Italia

verso riproducendosi nella capitale morale

appena

si

;

sicchĂŠ

seppe delle prime dimostrazioni del giorno


NAPOLEONE COLÀJÀNNI

32

6

maggio osservossi un notevole mutamento nel conservatori e degli

dei giornali

linguaggio

altri,

che rispecchiavano le opinioni delle sfere governative. Si Gominciò a tacere delle cause economiche che avevano determinato i primi tumulti, e si segnalò

con accenni vaghi e timidi da principio^ più recisi e chiari in appresso, T azione dei partiti sovversivi

repubblicani

plotto

la

,

e socialisti

clericali

,

preordinazione voluta

e

,

il

com-

cosciente

di

quei movimenti che erano stati considerati con improvvisi e sotsingolare unanimità spontanei tutti

,

tratti all'

influenza

questa guisa tutto

,

di qualsiasi partito politico. In

V

interesse e tutta

V attenzione

della frazione della nazione che pensa e partecipa alla vita

nome

possono prender della

su Milano

politica concentrossi tutti gli

primavera del 1898.

E

,

avvenimenti

dal

da cui luttuosi

carattere reale o

artificiosamente attribuito agli avvenimenti di Milano

presero T intonazione tutti

i

provvedimenti

politici,

che costituiscono uno dei periodi della più stolta e ingiustificata reazione, che abbia attraversato l'Italia nuova.

A

MilanO;, perciò, si

multi di esporre

furono

cui

e'

maggiore

colla i

fatti

che vi

onde assegnare tori del

si

la storia dei tu-

ed è indispensabile

esattezza

possibile

quali

svolsero dal 6 al 9 maggio^

le rispettive

dramma

responsabilità agli at-

e riuscire al giudizio complessivo

equanime sull'opera

Non

assomma

intratteniamo

del governo.

è facile fare la cronaca imparziale, obbiet-

tiva, degli

avvenimenti

ai quali si

ha

assistito o si

ha preso parte diretta o indiretta l' impresa è più ardua quando chi scrive è uomo di parte. È bene, ;


A MILAXO

33

che chiunque desidera che la luce si faccia intera, a tale impresa si accinga, perchè su ciò dai che può esservi di errato nella narrazione però,

,

viventi possa venire la rettifica o

smentita op-

la

portuna. Comincio, adunque, sereno la cronaca dei di

Milano

;

per la quale

si

fatti

ha mi documento im-

portante nei resoconti stenografici dei processi, che svolsero innanzi ai Tribunali

si

sito dei

quali

insana

del

non

si

A

militari.

propo-

deplorerà abbastanza la condotta

Bava-Beccaris

Generale

che sottrasse

,

elementi preziosi per la storia colla censura esercitata sulla

stampa e

resoconti stenografici dei processi I

tumulti di Milano prendono

manifesto che ai cittadini.

i

negli

coi tagli fatti eseguire

In esso

si

(1).

mosse da un

le

indirizzarono

socialisti

domandava

giorno 6

il

la restaurazione

della libertà e della giustizia, l'abolizione dei

(1) Il

Coì'ricre della

stessi

Sera annunziò che

pri-

che stam-

ciò

imva naturalmente era sottoposto alla revisione del Eegio Commissario Straordinario. / Tribunali, Giornale di erona^ta e di critica giudiziaria non poche volte negli appositi ,

supplementi ha degli 1

spazi

bianchi,

che rappresentavano

brani soppressi del resoconto stenografico. C'è

nna soppres-

sione nel dodicesimo processo pei fatti di Sesto S. Giovanni;

ma

sono quattro nel tredicesimo per

le

barricate

di

Porta

Venezia. In questo processo venne soppresso anche un brano della requisitoria dell'avvocato fiscale....

mi sono

servito dei giornali locali

Corriere della Sera testimoni oculari.

e di

Per

— con

la

narrazione

particolarità del

memorie fattemi pervenire da


NAPOLEONE COLAJANNI

34

guerra

vilegi, la

al militarismo,

il

suffragio universale

concludeva chiamando il paese a salvare stesso per evitare nuove stragi.

e si

può discutere

Si

appello

sulle

opportunità

è indubitabile^ però, che

;

se

questo

di

suo contenuto

il

non era criminoso ogni singolo punto del medesimo era stato impunemente più volte e in vario modo :

ed affermato. Pensarono diversamente le guardie di Pubblica Sicurezza pel malvezzo prevalso d'intervenire sempre e passarono air arresto di un

discusso

distributore presso Ponte Seveso. L'arbitrio era reso pericoloso

dall'eccitamento

animi ed ebbe quelle conseguenze dolorose che la più elementare prudenza doveva far prevedere. Gli operai, in gran parte appartenenti allo degli

stabilimento

Pirelli,

Galilei, protestarono

in via

chiesero la liberazione degli arrestati

e

accompagnando

con urli e fischi contro gli agenti della cui contegno fu provocante oltre misura.

la richiesta

forza,

il

I sassi volarono contro la delegazione della questura

in Via

Napo Torriani

;

e sassi furono lanciati con-

non vi lavoro. In questi episodi vennero ope-

tro lo stabilimento Stigler

lasciavano

il

perchè

gli operai

rati altri arresti.

Una cialista

commissioiie Dell'Avalle

blica sicurezza libertà gli

rilasciati

fu

ed un

di operai

con a capo

ascoltata

lasciassero

si

per disarmare

terzo,

il

so-

portò dalle autorità di pub-

scongiurando che

arrestati

La preghiera

si

l'ira

per metà

:

"

in

popolare.

due furono

Amadio Angelo, venne

trat-

tenuto col pretesto che era stato colto coi sassi in

mano.

L' ottenuta

parziale

giìiva nella^ insistenza

da un

liberazione

incorag-

mentre

la negata

lato,


A MILANO liberazione

35

esasperava

dell' altro

animi mag"-

g"li

giormente.

In questo primo tafferuglio non vi furono che contusioni, per colpi di pietra ma non do-

delle

;

veva tardare Tintervento della truppa invocato insistentemente dalla questura e che doveva riuscire micidiale. Il primo picchetto, del 47 fanteria alle 15,30 fu schierato verso la fronte dello stabilimento

dove lavoravano 2400 persone. Altra truppa arriva un poco più tardi e si dispone sempre nei Pirelli,

pressi

stabilimento

dello

s addetto.

prese

battaglione del 57 fanteria

dromo

del

Così

Trotter.

Alle

posto

trovano

si

16,30

un

neir Ippo-

di fronte gli

elementi deirincendio e non occorre che una scintilla

perchè esso divampi.

Quando più viva era

dimostrazione e

la

gli

operai evocano indignati Tuccisione di Muzio ^Mussi, i

deputati

luogo e

si

Turati

e

rinnovano

dal Dell' Avalle;

il

Rondani sovraggiungono sul i consigli di calma dati prima

consiglio avvalorano colla

pro-

messa della liberazione dell'Amadio, coll'annunzio dell'abolizione del dazio comunale sulle farine e sui cereali.

Alle ore 18 comincia per gruppi l'uscita degli

operai

dello

via Galilei

si

stabilimento

Pirelli

sfoga gridando

viva Rondani! Abbasso lano di nuovo

i

il

e la gente

sulla

Evviva Turati ! Ev-

:

governo provocatore! Par-

due deputati

socialisti e

pare che

ogni pericolo di conflitto sia scongiurato.

Ma un gruppo

in da 200 a 300 gran parte donne e fanciulli si avviò, cantando l'Inno dei Lavoratori, verso via Ponte Seveso e Andrea Doria e fischiando gli agenti di polizia, tra i quali di persone,


NAPOLEONE CÓLOJANNI

36

un i

certo Viola,

perchè tra

calahres, assai inviso

el

più petulanti nelle provocazioni.

torna a do-

Si

mandare la liberazione deirAmadio e si scagliano di nuovo sassi contro T ufficio della Questura in via Napo Torriani. Alle 19 circa esce dal Trotter una compagnia di fanteria che viene accolta anche

Una

essa a fischi ed a sassate.

riere della Sera, colpì in fronte fatto,

continua

lo

pietra, dice

un

giornale,

stesso

parole

cui

le

Cor-

il

«Questo

soldato.

riproduco testualmente, parve Vordine di reagire con la forza alla forza ; e dalla

otto

pare^ sparati in

aria.

colpi di moschetto,

dieci

Fu

truppa partirono

quello

un momento

di panico e di

confusione.

Molti dei dimostranti parevano disposti a resistere

anche

di fronte alle schioppettate e

lanciar sassi

ma

i

più spaventati fuggivano

spingendo, rovesciando quelli che

picollo,

vano

;

seguitavano a

di ostacolo

sui

sotto brigata uscivano

rando esse trappa.

Il

loro

con

passi.

rom-

a^

trova-

si

Le guardie

della

pugno, spa-

le rivoltelle in

mentre altri, colpi partivano dalla parapiglia durò pochi minuti, ma ebbe i)ure,

esito letale »

(N. 124).

Infatti vi lasciarono la vita nello stesso giorno

un

certo Savoldi e l'odiata guardia di Pubblica Si-

curezza,

il

Viola,

ch'era

dare da vicino la caccia

in ai

e

che per

dimostranti

trovossi

borghese

insieme a loro fatto bersaglio alle scariche dei dati. Affermasi^ anzi^

uccise

il

che fu proprio

il

Viola che

Savoldi. All'indomani cessò di vivere

d(ù feriti più gravi, l'Abbiati. Numerosissimi ÌAi

i

uno

feriti.

giornata lugubre ebbe uno di quegli epiloghi di

una spontanea le

sol-

meno

teatralità,

eccitabili.

Il

che inij^ressionano

Savoldi,

raccolto

le

menti

da pietosi


A MILANO operai, fu

messo

tram

sul

37

>

elettrico

per essere con-

ciotto all'ospeclare dei Fatebeuefratelli.

Fu

Ma

durante

sempre in tram, ed accompagnato da operai in Piazza del Duomo, dove formossi un assembramento di circa 500 persone. La polizia voleva impossessarsene ma i compagni di lavoro non se lo lasciarono strappare dalle mani e lo condussero al Cimitero Monumentale. La passeggiata di quel cadavere pareva invoil

tragitto morì.

ricondotto,

;

casse vendetta

chiedevano

e vendetta

;

gli operai.

L'ucciso la meritava. Dalla testimonianza del

mendator seppe che

Pirelli il

vorato tutto

innanzi

Savoldi era il

Com-

Tribunale Militare

al

un operaio che aveva

si

la-

giorno nel suo stabilimento e che

si

trovava nella folla per curiosità. {Udienza del 2S Luglio).

Qualche cosa di grave sarebbe avvenuto in jVLilano la sera elei ma un provvidenziale acquaz ()

zone

alle

;

20 sciolse V assembramento di Piazza del

Duomo. Più

tardi la Galleria^

e la Piazza

del

Duomo

i

Portici settentrionali

furono

cantò rinno dei Lavoratori

affollatissimi

ma

e

si

agevolmente alla forza di fare sgombrare. Vi fu qualche arresto e qualche spiacevole incidente ma a mezzanotte ;

riuscì

;

tutto era finito.

E

necessario assodare la responsabilità di questa

prima giornata la conseguenza

È

;

ciò che

avvenne dopo non fu che

fatale.

innegabile rillegalità dei primi arresti, cln^

procurarono

le

dimostrazioni

e

la

sassaiuola

per

A parte

ogni

ottenere la libei'azione degli arrestati.

altra considerazione di ordine politico e sentimentale,

è del pari innegabile che

si

continuò nella illegalità


NAPOLEONE GOLAJANNI

38

momento

nel

carono

infatti

in cni i

si

arriva alla catastrofe.

leggQ per intimare

lo

di

cui narrazione dei

zione. Il Corriere della sera, la fatti

Man-

tromba voluti dalla scioglimento di una dimostra-

tre squilli

pare tutta intesa ad attenuare la responsabilità

della forza pubblica e delle autorità^, parla di

un

solo

tromba dato dalle gaardie di pubblica sicurezza; ma non fa menzione di alcun squillo

squillo di

momento

al

in cui la truppa fa la sua scarica mi-

cidiale. I tentativi di resistenza dei

dimostranti sono una

semplice ipotesi non avvalorata da alcun elemento

prime dovettero mifuga precipitosa cui si

di fatto; le scariche sin dalle

perchè

rare a colpire,

la

operai non consentiva,

dettero gli

se

espressione di ferocia, la continuazione

non come del fuoco

;

caddero colla prima scarica, tanto improvvisa, che non dette tempo alla guardia Viola e

i

morti e

i

feriti

di ritirarsi.

L'illegalità fu di tatto politico.

aggravata dalla mancanza assoluta

Anche

pericoloso delinquente

se

T Amodio fosse stato un un inerme ragazzo;

— ed era

anche se avesse c«nfessato

il

reato

go^ave

di avere

scagliato delle pietre, in quell'ora di grande eccita^

mento, dinanzi aduna folla numerosa e tumultuante, sarebbe stato atto savio lasciarlo in libertà salvo

a riprenderlo e processarlo più tardi, se di processo e di pena,

ritornata la calma,

lo

si

fosse ritenuto

meritevole.

Che

la

riconobbe

il

prudenza consigliasse

comm.

Pirelli,

uomo

la

liberazione lo

d'ordine per eccel-

lenza e tanto alieno dalla sovversione che non volle

contaminato

il

balcone del proprio stabilimento per-


A MILANO

39

mettendo che Ton. Turati facesse opera di pace colla sua valida ed ascoltata parola. Fu il Pirelli^ che sin dal primo momento chiese telefonicamente alla Questura la liberazione dell'Amodio e fu il Pirelli che da buon politico avvertiva il Questore dei peri;

andava incontro ostinandosi nel

coli cui si

che poscia confessava

al

Turati

rifiuto

che richiedevalo

di notizie delle pratiche fatte inutilmente presso la

Questura per rimuovere la causa occasionale del disordine. Quando le pratiche furono rinnovate con Rondani, il signor aggiungere il mendacio in un momento insolito di tenerezza per la legalità scusossi di non potere liberare l'Amodio perchè non era più in sua facoltà il farlo, avendolo

insistenza dai deputati Turati e

Questore all'imprudenza volle ;

deferito all' autorità giudiziaria.

E non

era vero

;

e

venne subito dimostrata dalla risposta data dal Procuratore del Re allo stesso Turati, che rapido era corso da lui per ottenere dalla falsità del pretesto

che era stato negato dalla

l'autorità giudiziaria ciò

autorità di Pubblica Sicurezza

Forma un inqualificabile

constrasto della

(1).

stridente

Questura

colla

quella

condotta

ammirevole

e pacificatrice dei socialisti più noti. Il Dell'Avallo

sin dai primi

vamente

la

momenti

calma

fu sul luogo e consigliò vi-

e s'intese col

consi-

Pirelli nel

Alni Rondani per

gliare a chiedere la liberazione del detenuto. si

unirono tosto

gli

onorevoli Turati e

tale intento.

(1)

Un

caso identico a quello del 6 Maggio

Milano nella stessa via Napo

ma non

si

venne

alle fucilate

Torriani quattro

si

ripetè a

mesi

dopo

;

perchè la polizia fu più prudente.


NAPOLEONE COLAJANNI

40

Due

volte parlò nelle strade

il

Turati e parlò

pure il Ronclani e fece pena il vedere innanzi al Tribunale Militare come si accanisse l'Avvocato Fiscale

contorcere

nel

senso

il

delle

astraendo completamente dalla gravità del in cui furono pronunziate, dalle

univoche di coloro che

le

parole,

loro

momento chiare

intenzioni

pronunziavano,

dall'effetto

prodotto e dallo scopo raggiunto.

ammetta pure

Si

versione

la

più

rivoluzio-

due deputati socialisti e si abbiano voluto scongiurare il pericolo presente promettendo una futura levata di scudi: non è evidente che essi in tal modo soltanto potevano esercitare un'azione modoratrice sulla folla esaltata ? Ogni altro linguaggio avrebbe fatto naria dei discorsi dei

riconosca pure che

essi

perdere la popolarità agli oratori senza ammansare gli esaltati.

L'intenzione del Tarati era tanto retta e paci-

anche

annunzia e promette che non aveva ancora ottenuto: la libe-

che

ficatrice

ciò

razione di

ai

tumultuanti

Amodio

tivo di disarmare

i

;

egli era tanto sicuro nel tenta-

tumultuanti che

si

buona novella della deliberazione sul dazio comunale sulle farine e sui

la

opera sua fu così

efficace,

affretta a

dare

Giunta

della cereali

:

e la

che dove essa spiegossi

raggiunse l'intento. Lo riconobbe

il

Corriere della

Sera.

Erano dunque ben socialisti

quando

strani

che nel momento

la loro parola

del

rivoluzionari

questi

massimo fermento

può trasformare

il

tumulto

in rivolta, consigliano ed ottengono la calma è

una

!

E non

delle minori enormità di questo periodo tri-

stissimo di reazione l'insano tentativo di attribuire


A MILANO

41

# ri

colpa degli accusati

migliore titolo

punizione

(1)

La

figura del Questore

quando

«

lui

c'è lei

Minozzi

sulle

ma

discorsi,

è

masse operaio se

non vuole sa

multi^ è perchè egli Saperflni

i

si

avrà

intera da

neir Udienza del 28 Luglio innanzi

E

vero che disse al Tu-

non succedono disordini?

Questore Mioiozzi:

bene nei

loro

il

(1).

Tribunale militare. Presidente:

rati

costituiva

per ricevere azione di grazie anziché

questa risposta data da al

che

ciò

Sì,

perchè

egli sa contenersi

molto

padrone delle parole, ha molta influenza

quando vuole non succede niente ; per il che, se cwvengono tu-

e

incitare^ li

ha

commenti

voluti.

alla insinuazione loiolesca.



V.

DAL SACCHEGGIO

DI

ALLA BRECCIA

Il

CASA SAPORITI

DEI CAPPUCCINI

sang-ue corso nelle vie di Milano nella

sera

maggio doveva farne versare dell'altro nei giorni successivi. Era facile prevedere che qualche del 6

cosa di più grave poteva avvenire e airindomani

le

autorità politiche, militari e amministrative avrebbero dovuto prendere provvedimenti adatti per calmare gli

animi e prevenire Nulla di tutto ciò

i

disordini.

misure adottate, intese ad intimidire, non potevano che sovreccitare gli animi ancora di più. Solo nel pomeriggio del giorno 7 ;

le

comparve un manifesto a firma

del sindaco Vigoni,

che invitava alla calma!

mancava il calore sincero, che occorreva in quei momenti era scialbo e rispecchiava lo stato di animo di coloro che lo avevano redatto — coscienti che non c'era corrispondenza In quel manifesto

;

l'anima del popolo e quella dei suoi rappresentanti legali ed armonia d'intenti non

di sentimenti

tra

;


NAPOLEONE COLAJANNI

44

poteva esservi tra un sindaco e i suoi rappresentati, quando il primo potò proclamare la sua città travolta da un'onda di barbarie e potè invocare in nome

paura

della

che non avevano po-

lo stato d'assedio,

prima i telegrammi del Generale Bava Winspeare {Secolo, 8 Settembre 98). Mai come in questa circostanza fu avvertito il danno tuto ottenere

e del

e

prefetto

pericolo di questa dissonanza

il

In quanto

a torto o a

pace del Comandante si comjjrende che

alle parole di

armata non potevano essere del corpo di

e del Prefetto,

perchè erano ritenuti

ascoltate,

ragione —

giorno precedente.

!

responsabili dei fatti del

A loro non

restava che far sentire

voce della minaccia e la fecero sentire nelle ore pomeridiane poco dopo che avevano fatto appello colla proclamazione al patriottismo di Milano la

dello Stato d'assedio.

Intanto era dato l'impulso sin dalle prime ore

mattino

del

al

movimento,

doveva più tardi

che

terminare tragicamente. Gli operai, addolorati e indignati

pei

fatti

manifestare

La

i

giorno precedente^ volevano

del

loro sentimenti astenendosi dal lavoro.

in principio da quelli dello gradatamente venne comunicata

decisione fa presa

stabilimento Pirelli

;

ed accettata da quelli di quasi

stabi-

tutti gli altri

limenti della città e dei sobborghi. Si è scritto e detto che gli operai in

maggioranza erano contrari voro

;

ma

pertutto,

la facilità colla

anche

constatano è esatto.

senso.

i

se chiesta

alla cessazione

i

del la-

quale venne eseguita da-

da

rapporti ufficiali

Mancarono

grandissima

segni di

donne prova che

sole

un

come non

ciò

qualsiasi

dis-


DAL SACCHEGGIO DI CASA SAPORITI, ECC. lu questa guisa tita dallo

la

45

valanga dei dimostranti par-

stabilimento Pirelli andava ingrossandosi e

verso mezzogiorno era composta di parecchie migliaia di persone. Il Corriere della Sera osserva che

Tavanzarsi di quella minacciosa marea precipitosamente

i

si

portoni delle case ed

« al-

chiudevano i

negozi

;

e

quanti ne uscivano andavano ad aumentare la folla dei curiosi lo stesso

in

y>

che

si

trattasse di curiosi

giornale ripete più esplicitamente più oltre

un appello

intitolato

deplorava che quando il

E

(N. 125).

A

:

più

a casa ! nel quale

casa,

grave e penoso

dovere deirAutorità militare,

ove

il

si

fa

proprio nei punti

tumulto facilmente degenera in tragedia,

una moltitudine di curiosi, quasi ad un nuovo genere di sport ».

affolla

si

fossero devoti

In questa constatazione preziosa c'è tutto

lo spi-

che animava la massa dei dimostranti era composta di curiosi ! E mi piace ripetere il punto ammirativo dello stesso Corriere. Che fossero curiosi krerrà confermato più in là. Era minacciosa la folla? fe una gratuita supposizione non corredata da aljìcuna prova. Se tra migliaia di persone se ne trova che dice ad un pna dato che il fatto sia vero rito

;

È venuta l'ora il Grondona non lavorare più e di vedere sgobbare voi dimostra che non mancava qualche

grande industriale, oer noi di !

'ibltri

ciò

:

saltato.

Mancò qualunque

violenza,

iione contro grindustriali

ed avveduti, specialmente il Pirelli, gli operai, potrebbe soggiungere tenendo conto dei fatti mostrarono pieni di benevolenza verso i padroni. grido Morte ai signori ! se realmente fa emesso

Lenti i

i 1

;

qualunque aggres-

e se questi farono previ-

:


NAPOLEONE COLAJANNI

46

da qualche pazzo, non rispecchiava

le intenzioni dei

lavoratori.

Ma massa

delle

intenzioni

pacifiche

immensa

della

ha la irrefragabile testimonianza nei valgono più delle insinuazioni. Non e in buona parte c'erano armi tra i dimostranti e non commisero alerano donne e fanciulli delle loro intenzioni far fede cun atto che potesse fatti

si

che

_,

ostili.

— la

In quel giorno malaug arato sarebbe bastato che come in Roma per la dimostrazione Frezzi forza avesse brillato per la sua assenza e Milano

dopo poche ore avrebbe ripreso

la fisonomia

ordi-

naria di città colta, tranquilla e industriosa. Invece chi stava a capo del governo raccolti

da

altri in Sicilia

diverse

volle

conformi giorno^

striali:

invido degli allori

forse spronato

nelle

da volontà

mostrarsi forte e dette istruzioni

ai propositi. Perciò, sin dalle

uno squadrone

strazione

;

del

una

perlu-

degli stabilimenti

indu^

di cavalleria fece

adiacenze

adiacenze

prime ore

che presentavano

la

tranquillità

abituale (Corriere della Sera).

La

piazza del

Duomo venne

occupata militar

mente da fanteria, cavalleria e artiglieria sotto il comando di Bava Beccaris. Chiuso dai bersaglieri lo

sbocco della Galleria verso la Piazza del

dalla cavalleria lo sbocco della piazza verso

Duomo

il

Corso

da alpini e fanteria via Mercanti, via Torino

,

;

vi^

Carlo Alberto, via Rastrelli; militarmente occupate tutte le porte della città.

Era evidente che ^autorità

militare aveva preso tutte le disposizioni strategiche!

contro una rivolta di là da venire e di cui manca-|

vano

i

segni precursori. Queste disposizioni, intanto,' 1


DAL SACCHEGGIO DI CASA SAPORITI^ ECC.

come avviene sempre

in casi simili,

47

non potevano

esse stesse che provocare la rivolta. I Rimostranti, rei di cantare l'inno dei lavora-

prime cariche della cavalleria nel Corso di Porta nuova e nelle vie adiacenti e fuggirono. « L'intero reggimento di cavalleria, lascio la parola tori,

al

ebbero

le

Corriere della Sera^

percorreva

colonne serrate e sparse,

trotto^ in

di

continuo

al

Principe

le vie

Umberto, i viali Venezia, Porta Nuova e Garibaldi, via Moscova, corso Porta Nuova ed i bastioni. Tutti i negozi erano chiusi molte finestre sbarrate ;

si

ritiravano

spaventati.

della dimostrazione

si

Ma un

;

i

curiosi

residuo del grosso

ridusse in via Melchiorre Gioia,

presso la Dogana. Dinanzi alla cooperativa ferroviaria

tennero un conciliabolo/ emettendo di

quando

in

quando grida ed agitando in alto i bastoni^ i cappelli ed i fazzoletti. Arrivò, dopo poco, una compagnia di fanteria, che venne fermata a spall-arm di fronte ai dimostranti, colla cavalleria alle spalle.

Venne ordinato il pied-arm e ciò contribuì alquanto a far allontanare V attruppamento , che si frazionò poi in gruppi e si disperse. Verso mezzogiorno le vie sunnominate, percorse incessantemente dalla cavalleria^ erano qicasi sgombre ». Dunque nel conciliabolo improvvisato su una strada, si scoprono le armi dei rivoltosi bastoni^ cappelli.... e fazzoletti. I rivoltosi erano tanto decisi alla lotta che si disperdono al semplice comando ,

:

,

di pied-arm....

Testimoni oculari, invece, narrano di modi straordinariamente provocatori adoperati da ufficiali e

da guardie di pubblica sicurezza e da carabinieri e che contribuirono ad invelenire gli animi.

sott' ufficiali,


NAPOLEONE COLAJANNI

48

può ammettere die ci siano delle esagerazioni; comunque, i fatti reali ed un certo cinismo mostrato nulla da militari in via Carlo Alberto e altrove prova contro l'insieme dell'esercito. Gli esempi coned una nobile esortatrari e belli non mancarono ai soldati perchè non facessero ufficiale un di zione uso delle armi senza l'esplicito comando, venne narSi

,

;

rata dal Sscolo aria narrano

di soldati che spesso

;

sparavano in

gli stessi testimoni oculari

più corrivi

ad accusare i militari. Il vero è che in questi casi, ponendo a contatto truppe armate e dimostranti inermi, devono avvenire fatalmente dei conflitti, che si

risolvono in massacri

:

come una miccia accesa

accanto alla polvere deve determinare un'esplosione.

L'esperimento venne fatto in

Sicilia su larga scala

nel 1893; ed era stato fatto a

San Luri, a Calata-

biano, a Ruvo, a Corato, ecc.

Ed è

istruttivo che le

stesse condizioni spesso riescirono agli stessi risul-

anche in Inghilterra.

tati

Queste condizioni fecero punti della

città,

che

il

giorno 7 in più

a Porta Venezia, a Porta Vittoria,

a Porta Ticinese, a Porta Sempione, in via Torino

il

fuoco della truppa sia stato più o meno vivo nelle ore pomeridiane e che abbia tuonato anche il cannone. La narrazione di questi, luttuosi avvenimenti che

hanno dato Milano,

rono

i

i

giornali conservatori

lascia fatti

e

reazionari di

chiaramente che mancada parte dei fucilate vennero sempre deter-

intendere

provocatori degli eccidi

dimostranti, e che le

minate dalle insolenze e dalle sguaiataggini delle donne e dei monelli, che rappresentarono la parte più ardita e più persistente dei tumultuanti: molte donne portavano in collo i figlioletti.


DAL SACCHEGGIO DI CASA SAPORITI, ECC.

È

49

chiaro dallo insieme delle testimonianze rac-

colte dai resoconti

dei

giornali e

dalle

risultanze

processuali, che la costruzione delle poco serie barricate - che sori

-

non ebbero

in

verun punto veri difen-

e le deboli offese dei cittadini furono la con-

seguenza diretta ed

immediata delle

fucilate

dei

che stesero sul terreno parecchi morti e moltissimi feriti. E le offese non furono che quelle, soldati,

da tegole lanciate da donne e da fanciulli e da

che potevano venire da sassi

da mani deboli

e

tetti dai quali non scorgevansi nemmeno coloro che avrebbero dovuto essere presi di mira. Ma sulle bar-

ricate e sulle

armi dei

rivoltosi avrò

agio

di

ri-

tornare.

Un

testimonio oculare, che assistette a molti in-'

ad una continuata serie di provocazioni da parte delle truppe, con maggiore precisione accorda una importanza decisiva alla scarica mecidiale fatta da un plotone di bersaglieri in via Torino senza' che ci fosse stato alcun squillo di tromba. Questo stesso cittadino immediatamente, in una a due altri, cidenti e

raccolsero

un bambino

mortalmente e

lo

di

circa otto

portarono davanti

Beccarìs apostrofandolo vivacemente.

ordine di arrestarli; caso pietoso dal

famo

s'

ma non

al Il

anni colpito generale Bava generale dette

fu ubbidito, perchè

imponeva anche

ai cervelli

il

ubbriacati

della polvere. I tentativi di offesa che er-

roneamente vengono chiamati

tentativi di resistenza

stati la conseguenza del sangue versato in via 'Torino. Questo eccidio non trova alcuna giustificazione tale non può menomamente considerarsi il fatto dei ragazzi arrampicati

e le barricate sarebbero

:

su di una scala Porta, che costretti, con cattivi modi 4


NAPOLEONE COLAJANNI

50 a

lanciarono dei pezzi

discendere,

non

che

legno,

di

ofFesero alcnno.

durante la quale fa cosidetto saccheggio del Palazzo Sapo-

questa

In

commesso

il

triste giornata,

riti, sul quale ritornerò, all'Ospedale Maggiore e in quello dei Fate bene fratelli furono portati dodici

morti e quarantanove feriti gravemente. Ma queste cifre non danno che un' idea lontana del sangue versato.

Da

Piacenza^ nelle varie ore arrivarono rinforzi di

da truppe e

Piemonte

ogni parte della Lombardia, dal

:

alpini e

fanteria,

punto della

caviiUeria

.

;

ogni

e in

città si procedette alle perquisizioni e agli

scioglimenti dei circoli, e delle associazioni repub-

blicane e socialiste e della

Camera

con

del Lavoro,

sequestro di carte innocue e di registri. Alle

17 e

mezza tutta una a quanti

la

redazione deìVItalia

trovavano nel giornale di Via S. Pietro all'Orto per puro accidente o per come il moderato avvocato doveri professionali del Popolo^ in

si

Valentini

e in

una

all'on.

De Andreis, che

volle

essere condotto in questura per protesta o per atto di solidarietà, viene arrestata e sospeso

Alle 22,30 al

Comando

merose barricate sono

La giornata

si

si

il

giornale.

apprende che

le

nu-

state tutte espugnate.

chiude con una grande vittoria

moderato lombardo alle 23 l'ispettore Latini comunica che viene anche sospeso il Secolo. L'avv. Carlo Romussi suo direttore e il suo redattore Emilio Girardi vengono trattenuti in questura. Il fatto culminante del giorno 7 Maggio fu il del partito

:

saccheggio annunziato e strombazzato del Palazzo Saporiti; attorno al quale saccheggio figurano

gli


DAL SACCHEGGIO DI CASA SAPORITI,

51

ECC.

annunziati conflitti in diversi punti della

la

città^

resistenza degli insorti e le facili espng-nazioni delle

barricate sorte

qua

e là

come segno

d'indignazione anziché come vero

e

orga-

di

una insurrezione.

nizzare

L'alba del giorno

mezzo

di protesta

mezzo

in conseguenza, sorgeva in

ed un certo

preoccupazione

generale

alla

8,

squallore poteva notarsi sin dalle prime ore nella

popolosa, ricca ed allegra città.

La preoccupazione non era realmente nella popolazione zione

di

venire

ad una

ci

fuori proposito. Se fosse

V

stata

rivoluzione^,

il

inten-

giorno

8,

perchè festivo, si prestava benissimo; ma la giornata non fu delle più calde. In Piazza del Duomo, occupata da cavalleria, fanteria e artiglieria, mantiene

il

suo quartier ge-

Bava Beccaris, quasi a dirigere guerra; operazioni nelle quali non

nerale

le

di

si

operazioni

potè

mirare l'unità e la intelligenza della direzione, che spiccano per la facile e disumana energia.

In molti punti e da molte finestre

si

si

am-

ma

assicura che sorgono barricate

afferma che partono colpi di

Quanto valprime e quanto veri i secondi si vedrà in appresso; rimane certo che la ragazzaglia e molte donne ostentano la loro antipatia all'esercito con qualche insolenzà, con qualche innocuo sasso e con

fucile e di rivoltella contro le truppe.

gano

le

molti fischi.

»

ricambiano queste manifestazioni con fucilate e puntate di baionetta, che amUfficiali e soldati

mazzano

e feriscono; e la cavalleria

ce

Tha

spe-

che contando sulla generosità dei cavalieri, in qualche punto sperarono ciaJmente

contro

le

donne

,


NAPOLEONE COLAJANNt

52

sbarrare la strada coi loro corpi

A

inesorabilmente.

:

furono calpestate

Porta Ticinese, in Piazza San-

Sobborgo San Gottardo, a Porta Ludovica, a Porta Tenaglia, a Porta Sem-

t'Eustorgio, nel Corso e nel

pione, a Porta

Romana,

ecc.^ vi

furono

soliti in-

i

cidenti luttuosi cominciati colle rincorse tra soldati

armati

ragazzi

e

che

urlano

fischiano

e

e

ter-

minati colla uccisione e col ferimento di molti

cit-

tadini.

cannone tuonò lugubremente in diversi punti e in più volte, specialmente al Corso San Gottardo Il

e in Piazza S.

Eustorgio.

dovette

L^afiPare

essere

grave in Corso S. Gottardo, perchè c'era da fare contro i 2000 studenti venuti da Pavia e armati di rivoltella

leria

tanto risoluti che

:

i

pattuglioni di caval-

non poterono disperderli e n'ebbe ragione il cannone {Perseveranza 9 Maggio).

soltanto

!

Nell'insieme la giornata passò in

temuto

modo

migliore

l'avvenimento più caratteristico fu l'arresto dell'on. Turati e della dottoressa Koulichoff e degli on. Costa e Bissolati, ch'erano corsi di quello

a Milano

alla

:

notizia

divulgatasi

in

Italia

della

morte del primo. Tutti

i

prigionieri furono condotti al cellulare

scortati dalla cavalleria e

dalla

fanteria

in

piena

disposizione di battaglia. Colla ripresa del lavoro

il

lunedi,

giorno

9,

avrebbe dovuto ritornare completamente la calma; così non piacque allo zelo repressivo delle autorità politiche e militari che il lavoro proibirono e che scovrirono il maggior pericolo di rivoluzione che abbia corso Milano e lo distrussero con l' usata energia.


DAL SACCHEGGIO

DI CASA SAPORITI, ECC.

Lasciando da parte

minori incidenti,

i

il

53

pericolo

zona da Porta Vittoria a

in discorso fa visto nella

Porta Venezia che eblDC per centro Porta Monforte. QuiJ secondo la fervida immaginazione

Generale Bava Beccaris e della stampa moderata, nel convento dei Cappuccini si asserragliarono gF insorti ed organizzarono vigorosa resistenza, coadiuvati dalle facilate delle case adiacenti

mente dai

;

ma

del

superata valorosa-

bersaglieri, die rinnovarono le prodezz(;

della Cernala^

prendendo di assalto la improvvisata il cannone aveva aperta una

fortezza, sulla quale

breccia superiore nell'importanza a quella di Porta Pia....

I

soldati

arrestarono

gl'insorti,

loro complici e gli studenti travestiti e

li

i

capi)uccini

da cappuccini

condussero nell'atrio della Prefettura prima, e

al cellulare dopo....

Di questo movimento 9 e 10

i

giornali di

compresa La Lombardia

IMilano

dettero

del

una

fortunatamente fu l'ultimo atto dell'insurrezione di cui ebbero ad occuparsi. narrazione paurosa; e

Qui

pone termiiie

si

alla

imprudenza giorno

sei

;

sintetica

lombarda

dei tumulti della capitale

:

esposizione

cominciati per

e testardaggine dell'autorità politica

continuati per la fretta d'intervenire e

di mettere in contatto truppe e cittadini eccitati

giorno sette

quando

;

il

giorno 8

denunzia il preteso atcoi saccheggi e colle deva-

tare la eliminazione delle

dei deputati socialisti

;

il

si

tentato contro la civiltà stazioni

il

quando

si

crede comple-

menti direttive coll'arresto il 9 quando si pensa di

—e

schiacciare la testa all'idra insurrezionale colla espu-

gnazione del convento di via Monforte.


54

NAPOLEONE COLAJANNI

In due successivi capitoli si troveranno elettagli e schiarimenti, che metteranno il lettore in condizione di potere apprezzare equamente V entità dei fatti sin (^ui

sommariamente

Ora mi

enunziati.

limito a notare con tristezza le voci corse e assodati, che, possono in

dicare

modo complessivo

i

fatti

fare giu-

carattere deirazione militare.

il

Non

raccoglierò le voci che narrano del cinismo

di alcuni

cavalleria, che

ufìiciali di

parlarono del

poco numero dei morti come se si fosse trattato di una battaglia contro nemici stranieri né le altre ;

di ufficiali di fanteria e dei bersaglieri, xlie sciabo-

larono

i

soldati che

Non

vano male.

le

non volevano sparare o miraquantunque corrano

raccolgo,

ancora in Milano dopo

momenti

in giro in

sei mesi,

di

perchè

le

credo messe

eccitamento e di

passione,

che fanno travedere uomini abitualmente calmi e che pur serbandosi in buona fede inventano o esagerano. ^li piace,

prudente di molti soldati di

umana

insistere sulla condotta

invece,

ufficiali^

non reagire contro

che raccomandavano le

e ai

provocazioni dei ra-

gazzi e delle donne, mostrandosi longanimi e pazienti.

Per quanto

si

sia

un

gettare

intenzionati di

velo sul passato, pure giustizia vuole che

si

rilevino

alcune particolarità innegabili, che indicano la via |

per trovare

È

i

veri responsabili del massacro di Milano.

innegabile^ infatti, che la repressione assunse

talvolta

un

carattere individuale odioso

singoli individui

che

si

:

si

sparava

ai

affacciavano alle finestre,

che attraversavano una

strada in fretta per

con-

dursi alle loro abitazioni. Si fecero scariche in punti deserti

via

Pioppette

il

giorno

7,

dove rimase

come

ucciso

in

un


DAL SACCHEGGIO DI CASA SAPORITI, ECC. che

cittadino

transitava.

Si

sparò

quasi

55

sempre

sulla folla, che faggiva. Si sparò dai bastioni contro le

imposte delle finestre erano chiuse si portavano da

case le cui

e vi furono freddati individui che

una stanza

all'altra (1). Si dette

che occupavano

tetti;

i

ia caccia

ai ragazzi

caccia descritta dalla Perse-

veranza nei termini seguenti

:

«

Allora

i

carabinieri

«

salgono colla consegna o di fermarci ragazzi sui

«

tetti

«

Qualcuno si ferma,^ gono freddati a colpi di revolver. Sul tetto di casa Saporiti in breve vi sono due morti e quattro feriti gravemente ». (Numero del giorno 8 Maggio). E

« «

«

di sparare....

Avviene una caccia sui tetti. altri non odono ragione e ven-

tra quei ragazzi alcuni erano di dodici e tredici anni ed erano tutti inermi e nella peggiore delle ipotesi non potevano che scappare senza poter nuocere ad ;

;

alcuno Questi

fatti

resero credibili alcuni altri insisten-

temente smentiti

;

e fu smentito

solennemente dal-

l'Avvocato fiscale Bacci T uccisione di un fanciullo

con un colpo di revolver per parte di alcuni non negano, ma rettificano affermando che la vittima vi perdette soltanto un di dieci anni

un carabiniere occhio.

Furono

;

dai

riferiti

giornali e

questi casi pietosi e raccapriccianti

non smentiti

di cui qual-

cuno olezzante poesia rivoluzionaria. giorno 7 un gruppo di giovani seguiva Il

un operaio

nel Corso

strandolo ai passanti^

Garibaldi, che portava,

un

molle biancastra; diceva che fosse

(1)

Ho

mo-

berretto contenente materia il

prodotto dei

l'elenco nominativo di questi casi.

blico per motivi facili ad immaginare.

Non

lo

pub-


NAPOLEONE COLAJANNI

56

La

cervelli di sette ragazzi.

Perseveranza corregge

sulla fede di un medico Nel berretto c'era il cervello di un solo uomo. [N. del giorno 8 maggio). :

Nello stesso giorno 7, nei giardini pubblici^ di fronte al Palazzo Rocca-Saporiti e precisamente nel punto

una pozza

indicato da

sangue, ove

di

nella

mat-

da un colpo di revolver un ^ragazzo undicenne, fa piantato un palo sormontato da una corona intrecciata di foglie verdi e margherite, e da un cartello con frasi di pietà per la vittima e di sdegno contro gli strumenti crudeli della hov^'h.Q^m (Lombardia N. 125). Non accordo realtà alla leggenda, che si forma tinata era rimasto ucciso

.

in tutte le

gaerre

sorella che

si

civili,

trova nelle

è ripetuta per Milano

;

del

soldato «che uccide la

fila

degli insorti e che

ma non

si

si

può negar fede a

questo episodio, che per ultimo narro.

Nel settembre,

alla redazione del Secolo risorto,

un vecchio abbonato, che consegnò al cronista due lire perchè le destinasse a qualcuno delle famiglie delle vittime dei tumulti di Maggio « Sono i risparmi della mia povera nie narrò

presentossi

:

«

potina novenne, anch' essa curiosa, ed uccisa nei

moti dello scorso maggio ». Il giorno era uscita insieme a suo zio per impostare una lettera al padre «

momento, lo si pregava di non ritornare subito in patria. Per la prima sparata via la scheggia di una cannonata lontano;

nella

quale^ dati

i

pericoli del

le

squarciò lo stomaco.

cadavere suoi

Oggi, continuò

«

abitini che

i

«

in una. borsa trovai

risparmi

;

portata a casa informe

il

vecchio, frugando tra

mi erano venuti

«

«

Fa

a nessun

due

lire

:

erano

tra le i

mani,

suoi piccoli

miglior uso possono servire


DAL SACCHEGGIO « «

Il

lenito

!

dolore suscitato da questi incidenti caratteri-

sticamente

tristi

delle

lotte civili

non può

che dal ricoi'do

stampa

di quei giorni^

essere

degli atti umanitari e la con giusta ragione, dette lodi ;

Senatore Negri, che affaticossi nel fare preparare

bende e uomini

barelle.... Egli politici

capo incontestato degli

il

che avevano voluto

che dalla reazione speravano trarne fitti

di

57

che a beneficare T orfanello di chi, come lei^ cadde vittima della reazione ». Il povero vecchio andò

via piangendo

al

DI CASA SAPORITI, ECC.

adempiva scrupolosamente

capo della Croce Eossa

! .

.

la reazione e

i

maggiori pro-

al

suo

dovere



VI.

LA MENZOGNA AL SERVIZIO DELLA REAZIONE

Il

movimento

potitico sociale che in

timo quarto di secolo rapidità ed intensità

è svolto

si

tra

lento e stentato in Italia.

i

quest'ul-

con meravigliosa

popoli

Le cause

civili

era stato

di questo ritardo

degne tutte qui basta enumerarle man-

nella sua evoluzione sono parecchie e di

uno studio speciale

:

;

canza di uno sviluppo industriale e di relativa concentrazione ed organizzazione delle classi lavoratrici, analfabetismo^ miseria^ deficiente libertà ed educazione politica rudimentale, esaurimento derivante da

un lungo periodo

di cospirazioni,

di rivolte

e di

guerre per conseguire l'unità e l'indipendenza dallo straniero, servilismo infiltrato nelle ossa delle popolazioni i^er la servitù

per

secoli durata, difl^erenze

antagonismi regionali che paralizzano molte forze ed energie locali e che, abilmente sfruttate^ servono a comprimere le une per mezzo delle

ed

altre,

ecc.


NAPOLEONE COLAJANNI

60

Di questo ritardo nella evoluzione politico-sociale si

risentono tutte le classi

;

dette classi inferiori. Ond'è che

manca

come

le dirigenti

le cosi-

mentre nelle ultime

la coscienza dei propri diritti e l'aspirazione

generale ad un tenore di vita più

umano

man-

canza contrassegnata dalle alternative tra la rassegnazione ignominiosa e le esplosioni selvagge

nelle classi dirigenti, invece, c'è l'avversione verso le

innovazioni e la credenza in

diritti

propri, che

rappresentano una sopravvivenza del tramontato regime feudale. Queste condizioni, si sa che sono più il settentrione vive nel mezzogiorno e nelle isole ;

maggiormente penetrato dalla corrente della vita moderna. Non tanto, però, da aver modificato è stato

sensibilmente la costituzione politica e intellettuale

maggioranza delle classi dirigenti, rimaste più reazionarie che sanamente conservatrici. Se n'ebbe la prova, con una certa sorpresa in molti, in occasione dei moti di Maggio. Per quanto lento il movimento politico sociale della

elevante

le classi lavoratrici,

esso allarmava già le

che da un pezzo manifestavano il rammarico profondo e il pentimento per le meschine e specialmente per la riforma riforme concesse classi dirigenti

elettorale politica del 1882 I

moti

di

Sicilia

ed amministrativa del 1889.

del

1893-94

manifestarono

lo stato d'animo delle classi dirigenti, le quali perdonaroro a Crispi le brutture di cui era macchiato, in grazia della repressione pronta e sev^era. Tutto perdonarono col proprio disdoro a chi aveva iniziato con fortunati auspici la reazione. Venne Abba Garima e fatalmente produsse la

<jaduta di Crispi

;

ma

caduto

il

vessillifero,

la rea-


LA MENZOGNA AL SERVIZIO, ECC. zioue dava segni

cV impazienza

per

61

riprendere

la

marcia trionfale interrotta dal disastro africano, nel quale

e'

era

la

complicità

innegabile

classi

delle

dirigenti. I

moti del 1898^ perfettamente analoghi^ e solo i)iìi vasti nelle proporzioni di quelli

più generali e del

1893-94,

somministrarono propizia T occasione

per riprendere l'interrotto movimento reazionario. Questi moti da principio farono talmente vio-

propagarono con tanta rapidità che le ^ classi dirigenti ne provarono paura e sbalordimento, ma rinfrancatesi man mano che il telegrafo davA

lenti e si

la

repressioni

delle

notizia

prova

,

riuscite

della

e

fatta dall'organizzazione deiresercito

quale

trepidarono fortemente nel

richiamo delle classi in congedo

buona

per.

momento

del

ripresero con

V opera malvagiamente reazionaria interrotta nel 1896. Intanto nel mezzogiorno, dove queste classi dirigenti sono meno colte ed hanno minore coscienza

energia compensatrice della breve sosta

collettiva dei propri interessi razioni,

si

applaudiva

al

e delle proprie

governo per

aspi-

la repressione,,

ed anche la s' invocava più feroce e più continuata, ma venne meno la loro azione diretta in Toscana e nella Lombardia, dove supponevasi che le classi ;

dirigenti dovesseso essese più illuminate e più

dernamente

conservatrici,

elementi attivi

invece furono

che presero

la

mano

al

centrale e quasi gli ioiposero la reazione.

esse

mogli.

governo

La

loro

attività in tale senso fu in ragione diretta del peri-

da cui si sentivano minacciate la perdita del dominio e deirinfluenza a causa dei progressi rapidi della democrazia repubblicana e socialista. colo

:


NAPOLEONE COLAJANNI

62

La

reazione,

servì della

per colorire

menzogna

i

propri disegni,

si

che

le

esagerazione,

e della

avevano reso eccellenti servizi nel 1893-94. Allora ai buoni italiani del continente si fece comprendere che in Sicilia non erano i lavoratori che si movevano, stanchi di vessazioni e di soprusi e di spogliazione,

che non erano

i

contadini che reclamavano la terra

loro o patti agrari tollerabili se non equi del tutto

ma

che

l'isola fosse in

;

aperta insurrezione per atten-

tare all'unità della nazione ed erigersi a stato indi-

pendente o porsi sotto

la protezione

se della Francia, o della Russia:

sacquino non Il

lo definiva

giuoco riuscito

il

non

si

sa bene

trattato di Bi-

chiaramente.

allora fa ripetuto nel 1898

;

e sino ad un certo punto con ugual fortuna. Si Vulimme ò re iiusto! scrisse che a Napoli si gridava cioè il Borbone. Si ripetè che in Lombardia si volesse costituire lo Stato di Milano. Di vero c'era questo solo che a Napoli, come a Milano, il malcontento era generale e profondo e correvano per la bocca di tutti certi confronti odiosi. Ma era una menzogna che a Napoli e a Milano il tumulto avesse una bandiera politica qualsiasi. La menzogna poi divenne gigantesca nelle proporzioni date agli avvenimenti dalle classi dirigenti che volevano sfruttarli disonestamente ciò specialmente in Toscana e in Lombardia. Nella mite e :

:

;

Toscana l'opera dei reazionari sorpassò tutto ciò che era da attendersi dalla paura folle che imperava sovrana a Palazzo Braschi; e i reazionari

gentile

ottennero lo Stato di assedio, in tutte

le

provincie,

non sentiva il bisogno il Prefetto di Firenze, ch'era pure un avveduto uomo d'ordine e per sodi cui


LA MENZOGNA AL SERVIZIO, ECC. prammercato

Ed

uii

generale

63

Tex deputato

Sani.

Regio Commissario straordinario per la Toscana arriva a scorgere pericoli: dove non ne vedeva il Prefetto Minervini. Sicché si ebbe in quei momenti: un Prefetto dimissionario perchè a Pisa

il

proclamate misure non chieste dalla salute pubblica ed un altro Prefetto punito coll'aspettativa seppe

;

perchè non

volle sciogliere delle

pericolose e

non sovversive

associazioni

non

!

rapidamente nel mezzogiorno e nel centro della penisola non potevano I disordini repressi facilmente e

esercitare valida influenza sull'indirizzo politico dello

Stato

;

Tesercitarono

invece

e vigorosa

quelli

di

Milano, esagerati e falsati con impudenza pari alla persistenza.

E questi uomini non esitarono a spargere in Italia, per ottenere

misure,

invocate

le

fecero rinvigorire

non

i

tumulti e

le

notizie

sommosse

che

tali,

e crearono

imprudenti loro inventori e propalatori Poco mancò che l'annunzio telegrafico il cannone tuona da otto ore in Milano ! non provocasse una vera insurrezione altrove.... pericoli reali

sospettati

dagli

!

:

moti di Milano

« I

,

si

affermò nei

giornali e

nei corridoi allarmati di Montecitorio, nelle sale di

Palazzo Braschi, e in altre più auguste,

mirano ad abbattere d'Italia

;

ma

le istituzioni,

costituiscono

un

non

solo

a rompere l'unità contro

attentato

la

stessa civiltà ». I singoli

elementi dovevano essere adeguati al

giudizio complessivo e finale; perciò

ingigantirono

tutti

gli episodi

da un

lato si

che facevano fede

della forza e della organizzazione dell' insurrezione

e dei pericoli conseguenti per

lo Stato

;

dall' altro


NAPOLEONE Cola Janni

64

si

somministrarono

dettagli paurosi dai quali,

altri

dovevasi argomentare di

che cosa fossero^ capaci

i

barbari moderni, padroni di una città civile e ricca.

In

guisa

tal

sospingeya

si

governp^.ad una.,

il

repressione pronta ed energica sino alla fer,oci%^.,e,

non

mirava alla repressione^ che devedur^'P^sintanto che c'è T imminenza o l' immanenza delsolo

si

come espressione

pericolo,

legittima, difesa

della

ma si mirava a giustificare la reazione permanente come mezzo adatto per distrurre le causej dello Stato,

clip 41 ve vanou generato V

Cosi

à -barbari

moderni.

.

-

con .amorevole sollecitudine

si diifQsero

>

" ;

le

notizie sulle -barricate, sul complotto, sulla uccision'e-

degli alpini

fiera

,

bande

sulle

anche eroica

svizzere^, sulla

resistenza

— degli insorti^ sulla impedita

partenza dei treni, sulla necessità del cannoneggia^, mento., sulle case designate al saccheggio e alla di.

striizion^j sul

saccheggio avvenuto di Palazzo Sapo-

della Cassa diEisparmio, sulla- distrazione della

riti,,

che Mussi; Muzio su vendicare marciavf.no Milano per sui Gontadini, bolognesi concentrati sulle. sponde del Villa .reale di .Monza

;

sui contadini di Corbetta

..-

Po, ecc.,, ecc.

Di detlla,

ciascuno

repressione

,

di

.e

questi

.

,

elementi

della reazione

-^

^

..^

:/

giustificatori

dirò qui rapida-

mente col vivo rammarico di non poterne trattare più ampiamente e di non saperne dire in^ for-^maartistica-, -mescolando il- ridicolo colla rampogna, per flagellare gli eroi della- menzogna e della ca ,

lunnia.

.

'

,

:

che dovevano far designare

Comincio cogli atti i nuovi vandali; e perciò come tanti salvatori della civiltà gli uomini della reazione. gì 'insorti, come

.


LA MENZOGNA AL SERVIZIO, ECC.

65

L'invenzione più grottesca fu quella delle case designate

al

saccheggio

devastazione

e alla

nuova San Barthelemy anarchica lettere rosse

dicavano

:

colore adatto

il

Bombe

!

nella

e -socialista colle

B

e

F

che

in-

Fuoco. La notizia corsa per

e

prima fa delle prime smentite come un prodotto di una morbosa immaginazione e furono gli stessi giornali conservatori a constatare V esistenza delle famose lettere che però non erano state scritte la

,

nicipale

;

la

B

,

,

dai rivoluzionari,

ma

dagli agenti della autorità

indicava che

li

presso

pei lavori di fognatura

Ebbe

punto di vista notizia sul saccheggio della Cassa ,

dai

Risparmio e del Palazzo Saporiti

accreditata a

minare

la

un segno

!

prospera

sorte piìi

degli inventori, la di

era una

e'

bocca di presa dell'acqua potabile; la i^ era

mu-

Roma

e

non

proclamazione

Mancava ogni base

al

la

;

notizia fu

fu delle minori nel deterdello

Stato

saccheggio

assedio.

di

della Cassa di

Risparmio e la notizia circolò per breve tempo c'era qualche lieve indizio per la seconda ed ebbe la sua discussione innanzi al Tribunale Militare. E dal Tribunale Militare si seppe ciò che c'era di vero in questo episodio disonorevole per gl'in;

sorti di

Milano.

Nel terzo processo il Tribunale Militare si occupò del saccheggio del Palazzo Saporiti. Gli accusati erano nove: di due non fu indicata l'età; di uno sette erano minorenni tra i 14 e i 18 anni la polizia dette cattive informazioni e non trova da

;

dire sui precedenti degli

altri.

Ben

terribili questi

saccheggiatori e ben grave dovette essere la devastazione compiuta

!

Sentiamo dal processo.


NAPOLEONE COLA JANNI

66

Un

oculare

testimonio

Saporiti, dice che

il

,

cocchiere

Casa

di

avevano preso della biancheria...

per fare delle barricate. Ma se essi farono arrestati Palazzo Saporiti è tra i più ricchi di Misui tetti lano; fu completamente in mano dei barbari deva!

statori

per alcune ore

ma

;

in tutto

non

E

che un danno di circa ottomila lire. Ascoltiamo un testimonio che vale di e dei

chiere

testimone è berbi. Il

portieri

;

accusa

fosse vero piìi del

!

coc-

per un caso strano, questo

difensore di ufficio

il

si

Barone Di Loreto

,

dei

vandali im-

capitano dei Lancieri

non apprese nelle aule V arte oratoria,

di Firenze, colla ingenuità di chi

Università dice

«

:

il

Signori giudici

« e l'aspetto «

nelle

diritto e

Basta guardare

!

e

saccheggiatori.

E

«

dov'è f L' atto d' accusa

«

cheria trafagata per

il

fisico

degli altri imputati per

di Molteni e

convincersi che non potevano

« tori

il

ijoi^

devasta-

essere

il

corpo

del

reato

parla di gioielli e bian-

valore

di otto e 'più mila

«

y mentre gViviputati al momento del loro arun capo resto non possedevano un oggetto d' oro di hiancheria^ né altro. Io presi parte alla repres-

«

sione col

«

barricata per dieci minuti^ quando

«

che

« lire

«

,

i

mio squadrone^

tetti

e stetti

erano occupati

fermo presso una

fummo avvertiti

dai dimostranti.

Dopo

molta gente si ritirò nei Giardini « pubblici e molti altri entrarono in casa Saporiti... E chiaro dunque che i saccheggiatori e i dee vastatori entrarono in Casa Saporiti per paura fuggire dal pavi rimasero in trappola. Tentarono «

i

tre

squilli

,

,

;

ma

vennero

Se vi avessero avuto seco la res furtiva non avrebbero avuto modo di nasconderla dal luogo del saccheggio passarono lazzo Richard

,

:

arrestati.


LA MENZOGNA AL SERVIZIO, ECC.

Non importa

al cellulare.

:

il

67

condanSormani e 2

Tribunale

li

dà 8 anni di reclusione al anni e 6 mesi ad un Bianchi di quindici anni.... Il saccheggio di Casa Saporiti somministra ma-

nava

;

e

un

teria per

e

compariscono sullo

si

della biancheria;

tremendo

Su

di

che piange e

la Ferrari,

Una compagna

dichiara innocente.

preciso e

26 Luglio

il

sgabello.... tre donne.

una concentrasi l'accusa: aver preso

svolge

altro processo. Si

l'avv.

l'accusa di è

fiscale

più

assicura che prese stoviglie,

:

bicchieri ed altri oggetti che furono poi distrutti...

La Ferrari

sempre piangendo,

insiste,

raccolto che dei

non aver

di

fiori....

La sventurata poteva

essere creduta

:

fu proprio

la Perseveranza del giorno 8 ad annunziare

donne misero sossopra e fiori

i

che

!

Ad

ogni

modo non

prestiamole fede ed ammet-

tiamo eh' essa abbia rubate tante stoviglie chieri .... quanto, ne poteva contenere

manca

grembiale. Anche qui

conceda che siano e

le

giardini divellendo piante

mezzo

di

la res

il

furtiva;

bene applicati

stati

appioppatile

reclusione

e bic-

i

dal

suo

ma

si

due anni Tribunale

Militare. Si parlò, e ci fu

il

relativo processo,

cheggio del gioielliere Amodeo.

Ma

del

sac-

Corriere della

il

Sera (N. 125) dà la spiegazione del fatto. Corse voce

che l'Amodeo avesse colpo di revolver.

Il

plorò l'imprudenza

;

ucciso

un popolano con un

colpo fu vero, e

il

a scopo di furto, sibbene da tentativo zione

per

Corriere de-

ma non fu seguito da saccheggio

indignazione.

Dei

di

sei accusati^

erano minorenni^ come risulta dal

56**

devastaquattro

processo,


NAPOLEONE COLAJANNI

68 /

Ebbene chiccliessia

In tutte

:

questi fatti e questi processi autorizzano

ad atteggiarsi a salvatore della civiltà?

le parti del

mondo

e

in

tutti

i

tempi

legge di tumulti e di sommosse che non siano

si

stati

numerosi e più gravi ? Vi accompagnati da sono operai, dice Louis Blanc, che la miseria tiene continuamente a disposizione dei casi imprevisti. Per un momento, durante il pertarbamento, da paura o da altro men lodevole motivo si arriva a comprendere che si creda alla menzogna ed alla esagerazione senza che si metta in dubbio la buona perciò si può fede di chi la menzogna divalga la Perseveranza disposti perdonare del a essere giorno 8 che diceva essere quello degli insorti proreati più

;

gramma di rivoluzione^

Ma

tornata la calma

di saccheggio, di devastatone.

può

deve essere inesomendacio e nella cadopo una settimana circa da che la compiuta e la verità si è fatta strada si

e si

^rabili verso chi continua nel

lunnia.

Ed

è

repressione è in tutti « I «

i

giornali d'Italia che la Perseveranza scrive:

nostri

agitatori

non sdegnano

quegli abbietti per costumi, rotti

« delitto,

appoggio di al vizio od al l'

che continuamente escono e rientrano nelle

«

con fatale intermittenza di delitti e di camentre non si mostrano nei momenti di calma, sbucano dall'ombra nei tempi di lotte come non sdegnano 1' appoggio di cittadine

«

quegli anarchici dallo stampo francese qualificati

«

carceri,

« stighi, «

e che,

;

per demolisseurs, ravageurs, harheres de la Societè » (15 Maggio). E dire che la Perseveranza è l'organo «

^el filosofo Negri

!


VII.

LE ISTITUZIONI

Il

IN

PERICOLO!

saccheggio e la devastazione di Milano ricca

e colta furono inventati per suscitare l'indignazione

ma queste mencontemporanei zogne forse non erano sufficienti per determinare l'azione energica del governo. Chi poteva assicurare che al Ministero stessero proprio a cuore gl'interessi delle civiltĂ Bisognava contro

i

barbari

;

!

creare

il

pericolo delle istituzioni

esagerare

le forze e la

Presto fatto

donne

:

e

;

inventare, perciò^

resistenza dei tumultuanti.

bambini, uomini inermi fu-

rono tramutati in combattenti, cui onestamente accordossi anche

Analizziamo pericolosa

gruppo

di

eroismo, che faceva comodo.

le

creazioni dei denunziatori della

insurrezione di notizie

alpini uccisi^ di

1'

Milano. Ecco

assolutamente

fantastiche

una compagnia disarmata,

Pavia in marcia sopra Milano,

Di alpini uccisi

si

seppe a

nei corridoi di Montecitorio

;

un primo

ecc.,

:

gli

gli studenti

ecc.

Palazzo Braschi e

ma, malauguratamente


NAPOLEONE COLAJANNI

70

per coloro cui faceva comodo se

ne seppe a Milano.

vare, tra

g'rave fatto, nulla

il

I becchini

non poterono

tro-

cadaveri dei cittadini massacrati, alcun

i

soldato alpino ucciso dai tumultuanti, così del pari

non poterono prender conoscenza di alcuna compagnia disarmata come la cavalleria man-

i

superiori

;

data in

perlustrazione fuori Milano, cascine

piattate nelle

marcia

le

truppe ap-

non poterono sorprendere

in

duemAla studenti armati di Pavia. Sperossi ma di trovarne qualcuno travestito da cappuccino le barbe dei frati arrestati dopo la breccia erano barbe autentiche.... i

;

E

si

passi sopra ai diversi strombazzati assalti

della stazione^,

impedire

la

complicità

alla

partenza dei treni

dei

ferrovieri

per

in grazia della esa-

:

doveva esservi in una stazione di città cannoneggiata^ si ha almeno la soddisfazione di cogliere una preziosa confessione dalla bocca della Perseveranza. Eccola: «Insistente era la voce della sommossa alla stazione, con demogerazione

confusione, che

della

lizione della tettoia, sciopero dei ferrovieri, arresti,

fuoco

,

vittime.

Quando

ieri

il

9

ci

recammo

assumere informazioni, trovammo l'ex onor. Zavattari che si affannava a persuadere che gli increduli increduli anche sul posto nulla, nulla era succeduto. Tutti i treni andavano e venivano regolarmente, tranne, come era noto dal alla stazione per

!

giorno precedente, quelli della linea iVlessandria in seguito anche ai di ieri

Paltro.

fatti di

Però

garantiti

dalla

elogio ai

facdiini

Zavattari

la

truppa.

che

P.

Genova

staziono e

il

difuori erano

Dobbiamo una parola

della stazione si

e di P. Ticinese

il

di

seguito dello

prestarono coi migliori modi ad


LE ISTITUZIONI IN PERICOLO assistere

i

forestieri in arrivo, specialmente alla sera,

quando non

Non i

71

e'

omnibus.

erano più ne vetture, ne

accompagnarono

ostante l'ora tarda, parecchi

10 Maggio). si sia adoperato

forestieri agli alberghi ». (N. del

Pare, dunque, che Zavattari

eiììcacemente per ciò,

il

mantenimento deirordine; per

forse, fu arrestato e condotto innanzi

bunale militare, che solvette

non ostante

— il

incredibile dictu!

Tri-

al

lo as-

suo riaffermato repubblica-

nesimo.

Ma

se fin

qui

siamo di fronte

fantastico,

al

entriamo nel campo della realtà colle Bande svizzere^

ed un po' anche come nel Trattato di Bisacquino della Francia l'ingrediente necessario per fare effetto sulla immacolla complicità di Cipriani

:

ginazione dei patrioti.

A

tumulti

finiti

badi bene

si

scrivono da

Torino alla diligente e onesta Perseveranza.

«

Voci

dall'estero assai esplicite. Mi si afferma da persona autorevole che a Parigi si sapeva quanto doveva succedere a Milano, dove la preparazione alla som-

mossa

era

stata

ideata

e

condotta abilmente

da

qualcuno di coloro i quali o vennero flagrante, oppure presero il largo. Pare che anche il Cipriani non ignorasse ogni cosa, ma che egli arrestati in

abbia consigliato o sconsigliato, ignoro perchè non

mi la

non mi si seppe dir di miccia venne accesa a Bari e percorse si

volle, o

ascendente fino a Milano,

più. Certo tutta linea

lasciando nello

scoppio

parecchi strascichi e numerosi addentellati a nuovi incendi ovunque

il

malcontento, la miseria, la cor-

ruzione, la malvagità trovavano il

buona presa davanti

sonno delle cosidette Autorità di vigilanza e di


NAPOLEONE COLAJANNl

72

gio)

Mag-

[X. del lo

pubblico».

dell'ordine

di tutela (1).

Tutto

sarebbe stato

questo

Non

stato vero.

lo

era

miserevoli proporzioni

e a quali

;

si

:

Carlo Eomussi e

allo il

fosse

innocenti,

anzi

riducesse la partecipazione

deir indispensabile Cipriani lo dei giornalisti

se

grave...

si

apprese dal processo

scambio di poche parole tra

valoroso di

Domokos

nel passare

da Milano per ritornare in Francia. Ma chi può negare l'esistenza delle bande d'insorti italiani, che dovevano calare dalla Svizzera sopra Milano ? Le avevano organizzate l'on. Eondani e gli altri rifugiati in Lugano, Lausanne ecc; l'on Morgari aveva valicato il confine per condurle in Italia; r Agenzia Stefani le aveva annunziate tutta la stampa monarchica aveva protestato energicamente contro l'indegna repubblica elvetica, che non sapeva ;

esercitare di il

la

i

suoi doveri di

buon

E

vicinato.

l'

Opinione

che dà Roma l'ufficiosa di tutti i ministeri monito alla Svizzera e Visconti Venosta rincara dose con una nota diplomatica. ;

Stillman

(1) Il sig.

l'uomo nefasto

che

per

venti

anni ha falsato l'opione pubblica d'Inghilterra sulle cose d'Italia,

per mezzo delle sue corrispondenze

ratosi in di

America ha avuto

Boston che

fame,

ma di

il

Papa

riti-

coraggio di scrivere al Transcript

moti d'Italia non

f areno

determinati

da una cospirazione repubblicana,

al servizio del

vedova

i

Times

al

e della Francia....

i

dalla

cui capi erano

La buona

e

gentile

Dario Papa, Fidelia Dinsmore, ha smascherato l'in-

degno calunniatore.


LE ISTITUZIONI IN PERICOLO

73

Quanti erano g^ritaliani delle bande? dove erano La stampa monarchica non esitò a va-

indirizzati ?

da 500 a 5000; indicò la direzione meglio la meta precisa: Milano. Questo è certo: le bande non penetrarono in Italia e non furono arrestate nemmeno dairesercito, che in forza discreta venne scaglionato al confine per impedire l'entrata di questo pericoloso contrabbando. In questa creazione delle bande svizzere c'era che fu ridotto alle sue un nocololo di verità liitarne le forze

:

,

proporzioni

giuste

sopratutto dalle risultanze pro-

cessuali e dalle testimonianze delle autorità federali

Camuzzi,

Primavesi e Le notizie false ed esagerate sugli avveniKupa. menti di Milano avevano messo il fermento nella

e cantonali

Bernasconi,

numerosa colonia tati socialisti

verso

il

italiana inlsvizzera: poco più di un centinaio

confine

:

vi arrivarono in dieci

mancavano

ne armi né denaro; stiti...

(DeposizioìVi

di

;

i

primi esal-

mossero

non aA^evano

pane e

di ve-

Consigliere di Appello Pri-

del

Lugano. Udienza del confine potevano arrivare più

mavssi^ giudice istruttore in 29 Luglio). Verso

numerosi lettere,

gari e

:

ma

il

ciò fu

impedito dai telegrammi, dalle

dai consigli e dalle preghiere degli on. Mor-

Rondani

e dell'avv. Tanzi.

Eondani

rimasero in Isvizzera. Morgari rientra in nulla diffidando

come

chi

doverosa opera di pace

;

ha coscienza

ma

preventivo e col processo e

di

e Tanzi

Italia,

di

aver fatto

n'ò punito col carcere

dovette sentirsi ascri-

vere a colpa dal Tribunale Militare Tinfluenza esercitata

Punito

nello

scongiurare un tentativo

come Zavattari

1

d'invasione.


NAPOLEONE COLA JANNI

74

E

siamo alle barricate. L'Italia e l'Europa seppero che a Milano i tumulti si erano trasformati in vera rivoluzione tanto die vi erano sorte le barricate come a Palermo nel 1860 e 1866 come a Vienna, a

'

;

;

Parigi, a Berlino, nella stessa Milano nel 1848 ecc.

La

anche vera nella sua essenza, non doveva lasciarsi circolare perchè non poteva non esercitare una influenza eccitatrice e il governo che sopprimeva giornali e telegrammi che dicevano la verità poteva impedire la trasmissione dei dettagli di queste barricate doveva almeno ridurle a quello che erano in realtà. Che fosse necessaria la notizia, se

;

:

riduzione è evidente. Si sa dalla

sorte in vari

breve cronaca che barricate erano

punti della città e nei tre

Stando

conflitto.

Corriere

al

giorni di

Sera

della

(N. 125)

rinforzato dalla Perseveranza^ queste barricate dove-

vano essere una cosa molto

seria la cui espugnazione

avrebbe dovuto

costare molto

se fossero state

prodotto dì

il

sangue

una

alla truppa,

rivolta preparata

con tutta la calma, mentre la truppa era impegnata in altri punti della

città

e

non V episodio

di

un

tumulto improvviso. Queste barricate costituivano, secondo

punto

giornali delle reazioni

i

in

Moscova

cui

s'incontrano

e via Statuto

;

e

scrisse che

il

una

E

la

fortezza nel

Garibaldi

corso

ne avevano

forzo in altre vie collaterali.

giorno 8

,

,

via

altre di oHn-

Perseveranza del

giorno precedente

soltanto

a Porta Garibaldi vi furono tredici barricate sapientemente costrutte e tenacemente difese.

Chi conosce la storia delle barricate vere nelle varie

mento

rivoluzioni di tragico.

E

ci

Europa

si

attende uno svolgi-

fu la tragedia

:

molti cittadini


LE ISTITUZIONI IN PERICOLO lasciarono la vita o furono

non ve

la lasciò

Un

criterio

75

barricate

feriti jyresso le

alcun soldato o

veramente

;

ufficiale.

infallibile sulla entità

eli

queste barricate Tabbiamo nei processi e nelle con-

danne

Tribunale Militare.

del

esempio, per

le barricate,

Corriere

quelle del

Il

per così dire premeditate

condannati e

mezzo

la

maggiore pena che

si

i

inflitta fu di

Una vera

di reclusione.

barricate,

di

sori

maggiore

il

più gravi accusati. Invece tra

i

Via

di Corso Garibaldi e

Moscova avrebbe dovuto presentare teresse e

processo, ad

31°

in-

quindici

un anno

miseria per difen-

suppongono presi

colle

armi in mano ai preparatori ideali della insurrezione si appiopparono sei, dieci, quindici anni di ;

reclusione

Non

!

ma

daper tutto tanze processuali sono riuscite a smentire a Milano soltanto,

zogne della polizia sulla gravità dei delitti dei cittadini di

le risulle

fatti.

menCosì

i

Sesto Fiorentino, che condus-

sero ad altro piccolo massacro, farono così terribili,

che

pene

le

litare

di

carcere

La

inflitte

ai colpevoli

dal Tribunale mi-

non raggiunsero

Firenze

i

sei

mesi di

!

verità è diversa da quella che

dare ad intendere per

il

si

vorrebbe

decoro e per la serietà dei

conservatori, dei generali e dei Ministri del regno d'Italia.

Queste famose barricate non rappresentano

che una specie

di esercizio

sportivo dei ragazzi e

dei dimostranti; erano poco consistenti e del requisito principale:

mancavano

mancavano

di difensori. Si

espugnavano senza alcun pericolo, senza fucilate e senza cannonate a colpi di scudiscio. Erano una parata da teatro che non meritava il sangue di cui :


NAPOLEONE COLA JANNI

76

furono bagnate. Se

i

per giustificare questo giudizio, strana

— in un

tranquillamente

non bastassero sarebbe una prova

processi e le pene ci

certo senso anche umiliante

:

furono

natural-

fotografate e dalla parte,

mente, nella quale stavano gli assalitori.... Veniamo all' ultima invenzione sbalorditola: alla resistenza degli insorti ed alla breccia aperta nel

Convento dei Cappuccini. Per giustificare questo ignominioso episodio, s'inventarono rivoltosi e combattenti all'Acquabella e altrove. Nello stesso intento la Perseveranza del giorno

10 Maggio narrò che uno squadrone del reggimento cavalleria Milano, appena arrivato da Lodi, veniva lanciato faori Porta Monforte e riusciva a prendere alle spalle

un gruppo

minacciando i 150 arrese :

la

di riottosi^ intimando la resa,

carica

circa,

Affare

grosso

falso,

e

il

gruppo

si

componevano, erano la di rivoltella e altri di

che

più parte armati coltello. Falso,

colle lance; lo

falso

!

dei Cappuccini!

quello

Infatti,

dice la Perseveranza, gl'insorti, inseguiti lungo

i

ba-

continuarono a sparare e ripararono nel Convento dei Cappuccini invadendolo e trincerandovisi forte'ìnente. La truppa dovette snidarli ìnediante un

stioni,

vigoroso fuoco di fucileria.

I

chiare Vedifìzio

attigua.

e

la chiesa

soldati poterono accer-

Furono

circuiti

arrestati tutti i combattenti, che non riuscirono a salvarsi.

e

Qui siamo in piena Qui, i

come

alle barricate,

e

vergognosa menzogna.

mancarono

gì' insorti e

difensori dell'improvvisata fortezza; in loro vece

c'erano frati caritatevoli, che vennero arrestati in vent'otto, e vecchi e vecchie mendicanti che erano


LE ISTITUZIONI IN PERICOLO

77

andati a prendere la loro scodella di minestra e vi

trovarono la morte.

La menzogna vergognosa viene Corriere

denti stretti dal

confessata a

della Sera (N.

128)

;

più

dettagliatamente dalla Perseveranza (giorno 11) che sente il rimorso delle precedenti affermazioni e,

voleva farsi perdonare dai snoi buoni amici volta, i clericali. La Perseveranza ci narra

forse,

una

di

che la trnpiDa ignorava (lì) resistenza del convento e che si allarmò del movimento attorno al cancello

ed erano i poveri che atterriti dalle fucilate cercavano riparo in luogo, che, scioccamente, ritenevano ed aprì la breccia a colpi di cannone è la sacro Perseveranza che ci narra che il Padre Isaia venne arrestato e ferito avrà ricevuto una medaglia mentre lavava una ferita il valoroso che lo ferì ? ad una vecchia....; èia Perseveranza ohQ riproduce dalla Lega Lomharda la notizia della sorpresa che fece allibire il Prefetto Winspeare quando si trovò

;

dinanzi quegli strani prigionieri: e

i

vecchi mendicanti

frati

i

cappuccini

!

Questo episodio dei Cappuccini di Monforte fa tanto enorme che PAutorità Militare ordinò un' inchiesta

;

ordinò

il

meno

la

quale

fuoco

dovette spiegare

e la breccia

,

ma

V errore di chi non potè fare a

condurre alla liberazione dei poveri frati che devono solo alle avvenuta il 15 Maggio loro condizioni se non ricevettero i loro anni di di

reclusione anziché

le

scuse umilianti

di

tutte

le

autorità. In questa liberazione sta, però, l'implicita

mostrarono di prudenza specialmente di deficienti di tutto e che completarono umanità e d' intelligenza

condanna

di autorità

militari

,

che

si

,


NAPOLEONE COLAJANNI

78

i

trofei

raccolti nei giorni precedenti raccogliendo

larga messe d'infamia

e

di ridicolo

avere ucciso dei poveri in colo per

cerca

infamia per

:

pane;

di

ridi-

la breccia in un inerme e con cannonate che sono degne di pari con quelle contro i bovi del

avere aperto

pacifico convento,

essere messe alla

pozzo di Tata nella gloriosa campagna

Re

contro

Giovanni nel 1887. Riassumo. La cronaca e

poche considerazioni esposte in questo capitolo dimostrano che cosa fosse la pericolosa insurrezione di Milano. Ci sono ancora altre prove schiaccianti contro coloro che invenle

tarono pericoli inesistenti o

li

centuplicarono.

Queste prove vengono somministrate dal nudei morti e dei feriti tra i combattenti dalla :

mero

;

natura della morte

delle

e

dalla condizione delle vittime tra

Con

tra

ferite i

truppe

le

;

cittadini.

insistenza meravigliosa, nella cronaca delle

luttose giornate di Maggio, dai giornali

si

narra di

fucilate e di colpi di revolver partiti dalle barricate

Ma

e dalle finestre delle case vicine. cessi

non

si

potè apprendere

mediatamente si

visitate

siano trovate armi

da fuoco

sarebbero

certamente

mano

si

fucilati.

pro-

i

case im-

dai

soldati

combattenti. Se

e

fossero

trovati

E non mancava

l'animo al generale Bava Beccaris di

—

tutti

che nelle

dalla polizia e

combattenti colle armi in stati

da

farli

fucilare

a lui che avrebbe giĂ voluto far passare per

armi l'onor. De Andreis, cui terribile esplodente

:

si

trovò

un progetto per

in la

tasca

le

un

illumina-

zione elettrica. L'inchiesta sulla breccia dei Cappuccini avrebbbe

dovuto condurre

alla scoperta di

queste case

,

che


LE ISTITUZIONI IN PERICOLO

79

di queste case davano asilo ag"li insorti omicidi cui il Regio Commissario straordinario consacrò uno

dei tanti suoi balordi proclami.

Ma puccini

guardate, fatalità si

supponeva che si

:

durante l'assalto dei Cap-

va ad esplorare una casa dalla quale fosse sparato

si

si

e in quella stessa casa

;

conduce, per farlo curare, un ufficiale ferito in

Moscova Almeno a Napoli trovarono da condannare la disgraziata complice di uno studente^ che sparò da una casa, ma che fu assolto... per non

via

!

A

provato reato.

Milano nulla Se gli insorti spararono per tre giorni di segaito in tanti punti, tra i soldati avrebbero dovuto essere

numerosi la forza

i

!

morti e

i

per arma da fuoco. Ma due morti; la gaardia di

feriti

non ebbe che

Pabblica Sicurezza Viola e

Tommazzetti. della

soldato Grazia Antonio

primo venne ucciso da una scarica

Il

truppa;

ucciso jjer

il

il

secondo

gnolo sul capo. Così

il

sa (ffj se venne per una caduta di comi-

ìion sì

arma da fuoco

o

Corriere della Sera (N. 130).

che venne ucciso da un anche chi afferma ufficiale perchè negavasi di far faoco contro i citma la voce non è accreditata. tadini Di più. Il Corriere dà nello stesso numero l'elenco nominativo dei soldati ed ufficiali raccolti negli ospedali militari; tra ventidue feriti, due soli gli tre da coltello lo farono per arma da faoco C' è

,

;

;

altri

presentano

ferite

lacero

;

-

contuse

leggere contusioni. Le lesioni più

o

gravi

semplici

sono per

rottura dei malleoli per caduta dal cavallo.

garantisce che

i

cinque non

sparava e caricava all'impazzata

?

chi

da arma contun-

feriti

dente non siano vittime dei colpi

E

della

C'è da

forza,

che

sospettarlo

:


NAPOLEONE COLAJANNI

80

i

il

Corriere (N. 132) infatti constata clie

Malinverni

da arma da

ferito

un

hajonetta di

accidentalmente nel parapiglia

Non

taglio

contro

coinrìiilitone

il

soldato

fu dalla

lo

quale urtò

il

I

potevano essere, come non ci furono, feriti d'arma da fuoco e da taglio tra i soldati perchè i terribili insorti di M41ano donne e fanciulli in ci

massima parte armi.

possedevano ben curiose e allegre

Corriere^ la Perse vera )iza, e gli altri giornali

Il

non videro die

cappelli, fazzoletti, bastoni.... e scia-

bole di legno da bambini. scagliati sassi e

E si

al

inorridite

che in Milano

numero

vide dal

Comando

Contro

ci

!

— un pajo

furono

di scarpe

armi più

fossero

dei facili

la forza

serie lo

che vennero portati

quando venRe V ordine

Militare

del

disarmo.

Ma

siccome giornali ed autorità parlano con che tanta insistenza di colpi di arma da fuoco per tre giorni di seguito in molti punti non ammazzano né feriscono, bisogna ricorrere ad una curiosa ipotesi: che gl'insorti sparassero a polvere, per

intimorire la forza e costringerla a retrocedere ami-

chevolmente. fucili e di

Ma non erano

cannone

a polvere, però,

sparati dalle truppe

;

se

i

colpi di

ne ha

la

prova dolorosa nella loro micidialità. Intorno al anche sulla Tribuna numero dei morti corsero delle esagerazioni: si parlò di 800^ di 300 morti. Accettiamo la cifra officiale, benché ancora discussa

:

circa 80 morti e 450 feriti.

Se

gli uccisi^ se

i

feriti

fossero stati insorti veri^

anche se armati di scarpe o di sciabole di legno, avrebbero meritato la loro sorte ma invece « alla « statistica dei feriti e dei morti hanno dato una ;

^


LE ISTITUZIONI IN PERICOLO straordinaria percentuale

«

« i disgraziati....

Sera

riere della riferì

il

Questa

»

(N. 127).

un

gindizio di

di rivoltosi,

curiosi

ma

curiosi,

gV imprudenti^

la confessione

del Cor-

La Lombardia

(N. 126)

professionista indignato che

nel sobborgo S. Gottardo

bande

i

81

si

fosse sparato

non contro

contro casigliani endimanchés

che non sapevano stare in casa in un

e

E

cannonate ? Non è vero, dice lo stesso professionista, che quelle a mitraglia siano state precedute da quelle a polvere o almeno l'intervallo di pochi minuti tra le une e le altre giorno di primavera.

le

;

toglieva qualunque ultime.

Che più? È

conosce che

la

sparasi

affacciavauBi, ribaldi, a

significato di avvertimento alle

stessa Perseveranza che ri-

contro

le

dalle quali

finestre

curiosi; e aggiunge che a Porta Ga-

Porta Ticinese, a Porta Genova, a Porta .

Vittoria, specialmente sul corso Loreto, tratto tratto le

truppe

riosi

dovevano

(Numero

!

del

far

fuoco per

disperdere

giorno 10 Maggio).

La

i

cu-

ferocia

dei combattenti di cui ci dettero notizia gli organi

Commissario era tale che.... assistevano i soldati caduti. Ce lo fece sapere la Perseveranza del giorno 8. In Italia^ in questo triste quarto d'ora, non è lecito commentare come si dovrebbe 1' insieme di queste note suir insurrezione di Misarà lecito almeno .di rilevare che dalle lano medesime risulta ncn essere state mai in pericolo nel maggio 1898, né la civiltà^ ne le istituzioni se del Regio

;

;

pericoli corsero, nella peggiore delle ipotesi,

e le altre lo i

devono

ai

rappresentanti

quali vollero ed eseguirono

necessaria

;

una

e in politica niente è

Tuna

dell' ordine,

carneficina

non

così disastroso e

deplorevole quanto ciò che è inutile.

'


NAPOLEONE COLAJANNI

82

In Parlamento e fuori, coloro che difesero l'uccicentocinquanta cittadini ed il feri-

sione di oltre

mento

"di

oltre

un paio

di migliaia, dissero,

per atte-

nuare la responsabilità degli omicidi, che lo Stato aveva agito per legittima difesa ora, pur essendo generosi, non si può accordare che l'eccesso di difesa^ che va sempre punita. La punizione verrà ma dal \

;

Tribunale della Storia.


vili.

L'

OPERA DELLA REAZIONE

Qualunque sia stata T importanza dei tumulti della primavera del 1898 e siano state anche semplicemente sportive

le

barricate costruite in Milano

e tentate pure in Faenza, a nessuno verrà in di

negare

al

governo

il

diritto e

il

dovere di

mente rista-

bene inteso è condizione vera di progresso e di libertà ad un tempo. S'intende perciò la repressione immediata, anche se riesca a bilire l'ordine,

che

ferire interessi legittimi e sentimenti alti e rispettaibili

Idei

ma

ne deve discutere la misura. E nessuno pari vorrà negare la convenienza, la necessità

;

se

anzi, di questa discussione

soluto

non

esiste e la

Se la repressione

;

poiché in politica

misura si

l'as-

è tutto.

arresta

appena cessata

la

3ua urgente indicazione, quella troverà poche cen-


NAPOLEONE COLAJANNI

84

sure e solleverà

poche e fiacche proteste.

repressione continua quando è cessato

che la impose allo Stato, in di legittima difesa,

pretesto le

nome

il

Se

la

pericolo

del preteso diritto

diviene reazione, che toglie a

sommosse

non

e

si

propone soltanto

il

ristabilimento dell'ordine.

Ancora: Della misura^ e perciò della legittimità si potrà opportunamente giudicare in seguito alla esatta valutazione dei fatti che la determinarono e delle cause di ogni specie che della repressione,

suscitarono

i

fatti stessi.

Questa conoscenza è indispensabile non solo per assegnare le rispettive responsabilità, ma anche per giudicare e prevedere quale sarà la efficacia dei provvedimenti presi se riusciranno a mantenere lungamente quell'ordine che sta, almeno in apparenza, in cima dei pensieri dei governanti e ad impedire a piìi o meno lunga scadenza, la ripre-

;

,

sentazione dei tumulti.

.

La semplice cronaca

ci

quale sia stata la loro entità

;

ha

fatto già conoscere

meglio e più completa-

mente l'apprezzeremo al lume delle risultanze dei processi. Le quali saranno tanto più significative inquantochè i processi furono istruiti col minimo di regolarità procedurale dei presunti rei e col

di

e

garanzia nella

massimo

difesa

di severità nei giu-

che conoblfero e giudicarono dei quindi potranno pecreati. Queste risultanze care per eccesso; ma non si potrà sospettare che dici eccezionali,

,

,

presentino attenuata la

presumere anche sta

il

gravità

dei

la esagerazione,

governo

e delle

Si

può

perchè in questa

tentativo, l'unica speranza di

della condotta del

fatti.

giustificazione classi

dirigenti


l'opera della reazione

85

che lo inspirarono e spronarono nell'azione repressiva

(1).

La Perseveranxa ed

(1)

misure repressive e la reazione

di poter giustificare le eccessive

che ha promesso di pubblicare

bestiale colle relazioni,

verno.

E

bene

documenti

terranno tutto,

franchezza

sappia che

si

ufficiali,

il

giornali reazionari sperano

altri

come

documenti,

tali

saranno compilati ad ttsum delphini

meno

go-

il

tutti :

i

con-

la verità e lolla confessato coli' abituale

generale Pelloux. Egli in Senato, rispondendo

una relazione sugli ultimi fatti, ma soggiunse che non si può tutto dire al pubblico per>'Jiè certe cose è bene che il pubblico non le sappia. Il soldato così prometteva lealmente... di non dire al

senatore Cannizzaro, dichiarò che pubblicherà

la verità...

Per

la Storia è

condotta venne incoraggiato

bene aggiungere che in questa dall' onor.

Saracco con

le

seguenti

dichiarazioni che gli fruttarono la Presidenza del Senato Il

«

ministero dell'Interno vedrà quello che

e quello che

non

si

può dire sui

si

:

può dire

moti di Milano e di

altri

paesi dove fu mestieri ricorrere alla repressione. «

ma

Se domani

oolleghi, i

preparerà cioè

moti

iisagio

il

presentasse

dello

Qiente vana,

ma

,

pare a

i

•are questa disgraziata ielle

sommosso

dica,

e nulla più.

,

se

si

me

dalla quale risultasse che

spiegano

in molta parte col

che farebbe

non sapesse

opera non sola-

di poter presentare

provvedimenti più acconci per migliosituazione che fu cagione

o pretesto

r.

Se abbia accettati esecuzione, vedrassi, si

si

una relazione

insana

3ontemporaneamente

ministri degli

ministro degli interni, d'accordo coi suoi

scorso maggio

economico

i

suo libro verde, giallo o nero,

il

dirà solo quanto conviene «

come fanno

Egli farà, probabilmente,

affari esteri,

i

consigli

e

come

li

abbia

dal rapporto del Generale

farà parola più innanzi.

messi in

Bava

di cui


NAPOLEONE COLAJANNI

86

Senza anticipare le risiili anze processuali e il giudizio che potrĂ desumersi dalla conoscenza delle per ora continueremo la cause delle sommosse cronaca della repressione, mettendone in evidenza alcuni dettagli che servono a gettare sprazzi di ,

viva luce sull'indole dell'azione del governo e delle classi dirigenti.

dove i tumulti assunsero gravi proporzioni e furono accompagnati da episodi selvaggi, come quelli di Minervino-Murge, la repressione fa breve e non usci dai limiti del dovere e del diritto di ogni governo di garantire a tutti l'ordine. Fu in parte merito del Generale Pelloux di non avere trasmodato; in gran parte si deve alla mancanza di stimolo da parte delle classi dirigenti che non sentono alcun pericolo politico e si acconNelle Puglie,

tentano dell'ordine materiale.

Mancavano

le

ragioni

di

uscissero dall'ordinario a Napoli e nella

vincia; dove la repressione pronta

non duratura

al

che

provvedimenti

sua pro-

ed energica e

di lĂ della durata degli

canti tumulti sarebbe stata piĂš che

insignifi-

sufficiente.

La

proclamazione dello stato d'assedio e la istituzione dei tribunali di guerra^ quindi, vennero giudicate intempestive, capricciose, suggerite da preconcetti politici e

da ricordi recenti

—

scene dolorose dell'Agosto 1893.

dal Il

ricordo

lusso di

delle

cannoni

e di cavalleria nelle piazze e nelle strade di Napoli,

anche prima che venisse proclamato lo stato d'assedio, venne interpretato come un espediente, pericoloso sempre, per mascherare l'intrinseca e reale debolezza infine militare del governo. I provvedimenti furono tanto sproporzionati al pericolo temuto, che ,

,


l'opera della reazione

87

fu possibile sospettare che essi siano stati presi in

ad un giornale invisi all' onor. marchese Di Rudinì e che non si potevano colpire sotto TimiDero delle leggi ordinarie. Enunzio l'ipotesi, perchè più volte e da più parti ripetuta^ senza nascondere che per quanto poca stima si abbia e per quanto poco stimabili siano i governanti italiani, essa non sembra credibile. Comunque, mi odio ad

una persona

e

piace constatare che a

mancò

sul

governo

in favore di

come

Napoli,

nelle Puglie,

la pressione delle classi dirigenti

una repressione trasmodante ed a suo

onore ricordo

che

,

di Campolattaro,

il

sindaco di

Napoli, Marchese

presso

insistette

il

Ministero af-

finchè lo stato d'assedio, innocuo ed inavvertito per la cittadinanza,

dannoso a quanti vivono dei numerosi

forestieri e pericoloso

solo pei Tribunali militari

venisse tolto al più presto possibile. Altrettanto ingiustificato fu lo stato d'assedio in

Firenze e in tutta la Toscana; odioso perchè fatto nell'interesse di

una

classe

,

o

meglio di una

ri-

stretta casta.

Della assoluta mancanza di necessità dello stato

Toscana si ha la prova nella narrazione e nei commenti ai fatti che dette la Nazione^ l'organo massimo dei conservatori toscani e che combatteva il Ministero Di Eudinì, perchè fiacco di assedio nella

verso

i

partiti sovversivi'^ dei quali anzi

complice più o

meno

bile sta poi in questo

cosciente. :

La prova

lo

diceva

irrefraga-

l'autorità politica che

doveva

giudicare sulla convenienza del provvedimento, Prefetto di Firenze,

nulla ne

seppe

ed apprese

il

il

decreto che lo esautorava e gli sostituiva un Regio Commissario straordinario, dal proclama che lesse


NAPOLEONE COLAJANNI

88

uscendo da Palazzo Riccardi. Ed il prefetto era un il generale militare ed un accorto uomo politico che non ha precedenti, viene episodio, Questo Sani. completato dalla punizione inflitta al comm. Minervini, Prefetto di Pisa, perchè si era rifiutato di sciogliere alcune società innocue che mai erano uscite :

imposto dal

dall'orbita della legalità: scioglimento

Generale Heusch in un momento di morboso furore reazionario.

A

Firenze e in Toscana

d'assedio e

lo stato

i

conseguenti Tribunali militari, non giudicati necessari dalle autorità politiche

le

locali,

compe-

sole

misure opportune e sconsigliati dagli vennero chiesti ed onor. Nicolini e Brunicardi tenti sulle

,

ottenuti^ le

quali

dalle

consorterie politiche

Ministero Di Radinì, nella

il

di superare in energia

cupazione ebbe il torto imperdonabile scendente

di

locali,

folle

verso

preoc-

Francesco Crispi, mostrarsi

condi-

(1).

Lombardia; dove almeno il Prefetto ed il generale comandante la direzione chiesero il provvedimento eccezionale, ma non fu concesso se non in seguito a telegramma del sindaco della capitale morale ed alle pressioni

Lo

(1)

stesso

avvenne a Milano ed

Per completare

determinarono

la

Toscana, aggiungo

che

vivace protesta contro di Firenze

il

notizie sulla

le

proclamazione dello

giorno

giornale monarchico e

la

natura dei Stato

di

fatti

clie

assedio in

Oioveniu monarchica portò una

contegno provocante della questura

il

Fieramosca. Questo — — temperato scrisse che sarebbe bastata 7

maggio

al

2ma buona annaffiata per spazzar si

in

abbandonò ai tumulti,

vìa la ragazzaglia, che


l'opera della reazione

89

governo da una frazione del partito conservatore lombardo. I fatti di via Napo Torri ani del giorno sei, cagionati più che altro dalla imprudenza e dalla cocciutaggine della questura, non avrebbero mai potuto giustificare la proclamazione dello stato d'assedio in una città come Milano e T insieme degli avvenimenti autorizza a sospettare poscia che esercitate sul

;

la continuazione dei tumulti, sino alla breccia tragico-

comica aperta nel convento dei Cappuccini, furono non voluti e provocati, come qualcuno si arrischia a dire, certo comodi e ben venuti per dare parvenza di opportunità a misure eccessive e deplorevoli. I mezzi adoperati dai conservatori toscani e da quelli; Lombardi per trascinare -il governo, bendisposto a lasciarsi trascinare furono identici: la calunnia e V esagerazione. Ma quest' ultima può trovare scusa nella paura grande e nei minacciati interessi non la prima. Nel calunniare gli avversari alcuni e qualche giornale e neir esagerare i fatti non conobbero limiti di decenza si vide la Perseveranza farsi la denunziatrice sfacciata dei giornali se

,

;

,

:

democratici, fraintendendo, sino a disonorarlo, l'ufficio della

(1)

stampa

La Perseveranxa

denunzia formalmente iniqua al

(1).

il

non

del giorno 9 Maggio, ad esempio,

La Brianza

lavoratrice

;

dice

Procuratore del Ke,

si

sive ohe fossero stati esauditi

i

suoi

desideri.

Dei

privati la stessa Peiseveranxa scrisse in guisa che

Lombarda ehbe prese gusto

Nuova

di

cosa

Dopo arere dato precise indicazioni compiacque in un numero succes-

sequestrarla.

al

a parlare di delazioni.

mestiere

Lugano,

il

e

Il

singoli la

Lega

giornale milanese

denunziò pel sequestro L'Italia

Dovere

e la Rivista -popolare di

Koma.


NAPOLEONE COLAJANNI

90

l'uno Per singolare coincidenza, in due scritti Sani Generale attribuito al pubblicato a Firenze ed

Ud

trafiletto della

guaggio

cronaca del Corriere della Sera sul lin-

Popolo del giorno 6 Maggio, parve soppressione avvenuta immediatamente

dell' ito/m del

una denunzia per

la

dopo. Parecchi giornali accolsero e commentarono quel trafiletto

Quando

cerne vera denuncia.

dotto nella Rivista popolare,

commento venne

il

ripro-

Corriere della Sera protestò

il

energicamente. In quella protesta sta

più severa condanna

la

dell'atto in se e della Perseveranza che l'ha ripetuto. Sento il

dovere altresì di scindere

conservatori lombardi.

le

Una

responsabilità nel parlare dei

parte di essi inflisse

La

più severo alla condotta dei reazionari. Torelli-YioUier a Luigi

Eoux {Stampa

un documento reazionari di Milano. La rimane

servatrice della

anche durante di

Milano.

tutta

contro

ubbriachi

gli

parte giovane e sinceramente con-

Lombardia

fece sentire più volte la sua voce

lo stato di assedio,

Ma

lettera aperta di

Torino 1898, N. 163)

di

schiacciante

biasimo

il

l'amarezza

per mezzo deìVIdea liberale dell'animo

per

strazio

lo

dello Statuto, della legge e della libertà, detta rivista la

nifestò

appena potè

del generale

Bava

sentirsi liberata dalla

Beccaris, con

me

tore G. Borelli indirizzata a

Anche

tale lettera

compiuta dai

piombo

di

del 15 Settembre 1897). stato di

La voce

reazionari.

del

hanno eccezionale importanza

del Borelli

e

(N.

cappa

lettera aperta del diret-

suona condanna severissima dello

assedio e dell'opera Torelli-Yiolier

una

ma-

perchè è quella di duo monarchici e per soprassello moderati,

che conoscono 11

Borelli e

espressione profugo, che

1'

gli

uomini

Idea liberale

dei

si

avvenimenti del loro paese. possono

considerare

Popolare

sentimenti del Circolo

citerò

più

quasi reptibblicano per

innanzi, scrive che la

ancora per la repubblica strada.

e gli

e

monarchia

e

è

come di

cui

la il

un gruppo

troppo monarchico

che perciò non potè fare molta


l'opera della reazione per

lo

meno da

da nn profugo

lui inspirato

;

91

Ginevra

e l'altro a

dei gruppi, delle

caste,

maggiormente

non

se

governo italiano ad oltrepassare la repressione per abbandonarsi nelle braccia di una reazione rabbiosa, si danno delle classi che spinsero

note psicologiche caratteristiche^ che

meravigliosamente. Della

si

il

rassomigliano

consorteria

di

Firenze

che invocò ed ottenne lo stato di assedio, si dice che manca d'ideale, che accetta la dinastia sabauda :

come accetterebbe qualunque altra e che narchia vede un mezzo per mantenere a ;

il

primato in tutte

faccende pubbliche,

le

nella se

mo-

stessa

a scopo

profugo di Ginevra scrive che i conservatori lombardi, in fondo, sono rimasti quello che erano gli aristocratici ai tempi di di lucro più che altro (1).

Il

— nella Costituzionale

Parini e che pochi

non arrivarono che a novanta

ma

di

Milano

in circostanze solenni

guida del Senatore Negri ma la vera reazione per mantenersi al potere. In Toscana, come in Lombardia, questi gruppi di uomini, queste con-

vollero

arditi

non

sorterie,

,

sotto la

la repressione dei tumulti^

agirono energicamente perchè

si

sentivano

vicini a perdere ogni influenza ed ogni supremazia la

democrazia batteva

alle porte e stava

:

per entrare

nelle loro cittadelle (2). Si

comprende perciò che questi

motori della repressione energica

(1)

Per

(2)

la verità.

Comm. *** La sotiitnossa

renze del

Appunti

— di

interessati pro-

al di là delle esi-

sullo stato di

assedio

a Fi-

Firenze, Settembre 1898. pag. 6 e 7.

Milano - Note

ainovra 1898, pag. 13 a 29.

di

un profugo


NAPOLEONE COLAJANNI

92

genze di una savia politica, abbiamo visto con favore i tumulti ecl abbiano inventato essi stessi il comjjlotto, di cui si dirà in appresso.

Per

come

loro,

ing-enuamente confessò un giornale di Genova, la reazione non era temuta, ma sospirata (1).

Non spenderò

parole per stigmatizzare gl'intenti

mezzi adoperati da queste consorterie per conseguirli e i pericoli che creano pei popoli e pei goe

i

verni dei

;

meglio

fatti.

La

parole servirà

delle

loro opera,

esposizione

la

sommariamente,

la

farò

giudicare da Carlo Luigi Farini, che scrivendo delle sette dei suoi

tempi

narie

sulle

contemporanee.

sette il

specialmente

parve anticipare «

governative o né

I

la fotografia e

i

il

giudizio

governi che istituiscono

accettano gli aiuti

celebre moderato romagnolo,

di quegli individui,

delle reazio-

scrisse

,

vengono a termine

quali essendo istitutori o di-

rettori delle sette di opposizione, invece di guidarle

buono o ne sono guidati e costretti ad operare mal grado a posta di quelle. Nessuna idea è più autopetica air idea di governo, quanto l' idea di sette. Governare vale ed importa moderare T umana associazione a vantaggio dei più, secondo gli eterni ,

principii

,

della giustizia e della

ragione

:

far setta

vale ed importa imporre ai più le opinioni, le vo-

meno, cioè sragionare, scapesgovernare sempre; le sette gover-

lontà, le passioni dei

strare sovente

,

hanno poi questo peggiore sconcio che trascinando il governo ad operare ingiustizia

native

,

,

(1)

Note di un profugo, pag.

fessore Ettore CiGCotti,

29.

Il

profugo

è

il

Pro-


l'opera della reazione

93

e la morale dell' autorità rendono così esosa, die gli uomini non la considerano altrimenti come una necessaria tutrice e moderatrice ma come una nemica da invigilare con istudio e guerreggiare con perseveranza » (1).

attentano

al principio

,

,

È

dove più intensa fu r opera delle seMe per trascinare il governo alla logico e naturale che

reazione, ivi più clamorose siano state le manifestazioni e gli atti di grazia perchè

scongiurati

pre-

— cioè

patria e dalla civiltà

tesi pericoli corsi dalla

i

dai loro interessi.

A

Milano, perciò, non appena cessato

periodo della reazione

sanguinosa

si

assiste

spettacolo

quello

primo

repressione

della

ad un nauseante scambio

e di congratulazioni che ricorda

di ringraziamenti lo

il

vergognoso dei tempi peggiori del

servilismo e della tirannide.

La deputazione provin-

comunale

di Milano, alcune asso-

ciale,

il

consiglio

ciazioni politiche

mandarono

al

generale Bava Bec-

caris indirizzi traboccanti di riconoscenza, nei quali

r esagerazione

menzogna

forme di rettorica sbilenca arrivano alle lodi smaccate per la eiiergia^ per la intelligenza^ per gli elevati intendiinenti civili e patriottici spiegati nel salvare Milano e la

colle

dal saccheggio e àe^ìV anarchia^ e nel conservare all'Italia le gloriose istituzioni vigenti (2).

(1)

-

stato

romano dall'anno 1815

Le Monnier, 1853 (2)

di

Lo

-

Voi.

I,

al

1850

-

Firenze

pag. 11.

L'ordine del giorno votato dal

Consiglio

Comunale

Milano sn proposta del Senatore Negri venne votato per

alzata e sedata. Tutti si alzarono ad eccezione dei consiglieri

MajnO; Angiolini e Caratelli.


NAPOLEONE OOLAJANNI

94

Della sincerità e del valore delle manifestazioni di

una parte

delle classi dirigenti

lombarde molti

dnbiiano ricordando che rettoricnme analogo venne adoperato sotto l'Austria e in favore dei generali che salvarono le istituzioni di allora contro coloro che, complessivamente, sono

governanti di oggi. La storia somministra parecchi esempi degradanti di questo invertimento di parti e di questi trapassi i

repentini dalla condanna all'apoteosi, e viceversa.

Checché ne

sia della sincerità della riconoscenza

nifestata è, però, assai

probabile

vicende della

ma-

che un militare, Tabbia accettata

ignorante

le

come oro

di coppella e si sia lasciato suggestionare

storia,

sino a dirigere all'esercito quest'ordine del giorno,

che costitusce l'esaltamento più caloroso dell'opera propria «

:

Ufficiali^ sott'ufficiali e soldati^

funzionari ed

agenti di Pubblica Sicurezza.

In questi tristissimi giorni^ non badando ne a fatiche né a disagi, voi avete reso un grande «

servizio al Re, alla Patria, alla Civiltà.

Per opera vostra la pace è restituita a questa grande Metropoli, la quale 50 anni or sono, per virtù, per valore e per concordia di tutti i suoi «

seppe risorgere a libera vita. I malvagi di ogni partito, concordi nel

cittadini, «

folle

intento di sovvertire le Istituzioni e disfare l'Italia,

r avrebbero ripiombata

una servitù peggiore

in

della prima. «

Voi l'avete impedito

:

nel

nome

del

Re

e della

Patria vi ringrazio. «

Milano, 11 Maggio 1898.

Commissario Straordinario Tenente generale F. Bava Beccaris ^> « Il regio


l'opera della reazione

95

L'esag'erazione interessata, la vera ubbriacatura

come

perchè si abbia perduto l'esatta percezione degli avvenimenti a Roma e fa anche supporre la buona fede nei Ministri, che distribuirono medaglie ed onorificenze in nulocale,

spiega

infine,

mero sbalorditivo gramma, di cui a

e suggerirono al

Re questo

Ho

tele-

loro resta tutta la responsabilità

Roma, addì 6 giugno 1898

« «

e

-

:

ore 21^20.

preso in esame la proposta delle ricom-

«

pense presentatemi dal ministro della guerra a favore delle truppe da lei dipendenti e col darvi la mia approvazione fui lieto e orgoglioso di ono-

«

rare la virtù di disciplina, abnegazione e valore

«

di cui esse offersero mirabile esempio.

«

personalmente volli conferire di miotu proprio la Croce di Grand' ufficiale dell'ordine militare di Savoia^ per rimeritare il grande servizio che Ella rese alle istituzioni ed alla civiltà e perchè Le

« «

« « «

« attesti «

col

mio

affetto la

À

Lei poi

riconoscenza mia e della

Patria.

«

Umberto

»,

di Dinanzi a questo lusso di ringraziamenti lodi e di ricompense, saremmo curiosi di conoscere quali severe parole dovrebbe adoperare l'ono,

revole Deputato Franchetti, che altra volta

si

scan-

consenziente l'on. Pelloux allora ministro della Guerra delle numerose ricompense accordalizzò

date per la cosidetta' battaglia quali

premi

non

esitò a scorgere

[dell'esercito,

neir apprezzare

l'

mento da quegli

di

ideale

«

di

e

nelle

sintomi, nei gradi su-

stanchezza, militare,

interessi

Coatit,

alti,

il

di rilassatezza di

cui

disinteressa-

complesso.


NAPOLEONE COLAJANNI

96

appunto la forza militare della nazióne »(1). molti che amano la monarchia e l'esercito, con

costituisce

E

uno sconforto

rifìcienza militare

Bava

Beccaris,

di

titolo

il

dell'ordine 'ìnilitare di Savoia

nerale

suprema onoGrande itffiziale

indicibile, di fronte alla

si

accordato

Ge-

al

domandano quale

altra

si

dovrebbe e potrebbe concedere al fortunato soldato che salvasse l'Italia da un invasore straniero (2) !

Discorso pronunciato alla

(1)

Disegno del 5

di legge

per

proposito di onorificenze

polemica sollevata da Massuero

Deputati

dai

inflitta al

ama

il

proprio paese.

Ij'

diresse

il

messa

rifiuto era elevata:

proprio reggi-

da soldato che

Esercito smenti fiaccamente;

guitando la polemica potè anche sapersi che chi

punizione sia stato

la

colonnello Grotti per avere ri-

fiutato qualsiasi onorificenza agli ufficiali del

mento. La motivazione del

ricordi la

si

convintissimo monarchico

colla notizia pubblicata sulla punizione grave

in disponibilità

sul

ordinamento dell'esercito nella tornata

l'

A

maggio 1897.

Camera

ma

propose la

che

Generale Pallavicini, forse quello

il

se-

fuoco ad Aspromonte contro Garibaldi. Se è

lui, si

vede che invecchiando non ha mutato natura. (2)

Molti monarchici

protestarono

contro

manifestazioni di riconoscenza all'esercito Nitti nella

Riforma

pazzesche il

Sociale. L'aberrazione dei civili fa

prendere perchè, ubbriacatisi i

;

le

nobilmente

di lodi,

militari. LTn capitano Ranzi,

nei

prof.

com-

abbiano perduto la testa

servizi

resi

dall'esercito

nel 1898 trovò la giustificazione del militarismo e l'occasione

per attaccare aspramente Guglielmo Ferrerò per lanti conferenze contro la guerra e contro

riunite in si

volume

attribuivano

articolo nella

i

e pubblicate da Treves

sue bril-

militarismo

alle quali, quasi,

tumulti. Ferrerò rispose con

un magistrale

Vita Internazionale di Milano (Novembre 1898)

mettendo in evidenza stri ufficiali.

il

le

la

poca consistenza delle virtù dei no-


l'opera della reazione

97

Se la vittoiia ottenuta dall'esercito in Milano, dal punto di vista militare, per denominarla bene-

deve dirla lillipuziana, dall'altro canto non si può dire che brillarono le doti politicbe e civili del Regio Commissario Straordinario in guisa da compensare l'assoluta mancanza dei meriti guerreschi mancanza aggravata da questo ingenuo appello i cittadini di Milano volmente,

si

—

:

t

Cittadini!

Da nuo

tre giorni la

truppa del

i)residio, in conti-

servizio di pubblica sicurezza,

trova talvolta

si

nella impossibilitĂ di provvedere alla confezione del

rancio giornaliero.

Questo

disagio

aggiunto

agli

di

altri

questi

giorni riesce assai penoso.

Faccio quindi appello

al

cuore

della

cittadi-

nanza, fiducioso che essa vorrĂ concorrere volonte-

rosamente ad eliminare questo inconveniente. A tale scopo ho autorizzato i signori comandanti dei singoli riparti di truppa a rivolgersi ai privati;, ai

proprietari delle locande, dei ristoranti,

degli alberghi per ottenere da essi la

temporanea delle cucine e

di

concessione

quanto occorra per

la

cottura del vitto.

Dai signori comandanti militari saranno rilasciati, a richiesta, buoni per ottenere, a suo tempo, il rimborso del prezzo delle somministrazioni fatte. Milano^ 10 maggio 1898. Il

tenente generale

E. Commissario Straordinario F,

Bava Beccaris.

-


NAPOLEONE COLAJÀNNI

98

Questo appello, fatto quando era cessato ogni simulacro di lotta, dove non c'erano nemici da respingere^ dove i quartieri^ i depositi, le vie di comunicazione erano in. potere delle truppe, fa com-

prendere che in una vera guerra guerreggiata, soldati italiani, in

mancanza

di

i

che pos-

cittadini

a fornirli di rancio^ devono provvedere air esistenza col sacmorire di fame o cheggio barbarico e medioevale. Questo appello, non abbastanza notato da coloro che si occupano della difesa dello Stato, dà la misano essere incitati

sura della organizzazione del stenze e

commenta

e

servizio

delle

sussi-

completa eloquentemente

la

guerra d'i^frica coi pasti poco omerici forniti dalle cosce di muli morti per esaurimento. La fantasia ariostesca trascinò il Generale Bava BeccariS;,

che confidava nei cittadini pel fornimento

dei viveri alle truppe, a deplorare che gli stessi cittadini abbiano concesso

ai

rivoltosi

di

salire

sui

per gettare tegole sulla via e di sparare dalle

tetti

finestre sui soldati... {Manifesto del 10 maggio).

L'opera politica e civile del Regio Commissario Straordinario, dati al clero,

può desumersi dai consigli che non aveva preso la menoma parte infine^

nei tumulti; dai rimproveri altezzosi rivolti al car-

dinale-arcivescovo

meno

di

Milano perchè era

venuto

ai suoi doveri; e dalle ipocrite e stravaganti

De Cristoforis Edoardo Sonzogno, che domandavano

risposte date agli onorevoli Mussi e

ed il

al

signor

permesso

alla fine del

potere ripubblicare

Sonzogno

il

mese

Secolo.

Il

di

di

dato

al

maggio

consiglio

di adibire gli operai, per dar loro lavoro,

specialmente nelle pubblicazioni che hanno di mira


l'opera della reazione l'istruzione e Veducazione

99

venendo

gioventù^

della

da un nomo di caserma, riesce nn capolavoro di ironia grottesca. (Lettera al sig. E. Sonzogno del 27 Maggio 1898).

Ma

opere militari, politiche e

tutte queste

vili

non possono

e

più alto grado nell'ordine militare di

il

giustificare

la

dignità

ci-

senatoria

Savoia,

accordati al Generale

Bava

creduto di ripagare

ministero di tanta generosità

verso di

il

Beccg^ris

dimostrata, col

lui

quale avrà

il

;

famoso rapporto del

29 Maggio.

In questo rapporto si fece strazio della verità con una impudenza non mai riscontrata per lo passato nei documenti ufficiali e non prevedibile neppure^ forse, dallo stesso senatore Saracco quando consigliò

Presidente del Consiglio a far conoscere

il

agli italiani

una verità a scartamento

perle colate a getto continuo

le tante

Fra penna

ridotto.

dalla

espugnatore dei Cappuccini, segnalo queste L'illustre generale vi afferma che in Borsa^ durante

dello

le

:

giornate di Maggio, vi era allarme e che molti

intendevano sbarazzarsi dei titoli di rendita italiana che r Università di Pavia era un covo di rivoluzio;

nari e

suoi

i

prendere

alla

Loria era divenuto zione

;

che

erano venuti a Milano per

studenti

parte

tutte

erano state deboli partiti sovversivi

il

tesoro di

;

legato

il

autorità

incostanti nella

,

che

guerra della rivolu-

precedenti

le

;

rivoluzione

politiche

difesa contro

i

che c'era apatia nel partito del-

l'ordine ed indifferenza nelle classi dirigenti ecc., ecc.

C'è

un metro preciso per apprezzare

di questo rapporto classi dirigenti^

:

i

giornali dell' ordine

quando

il

Secolo

valore

il

e

delle

ne cominciò

la


100

NAPOLEONE GOLAJANNI

pubblicazione

a brani staccati^

lo

supporre

fecero

alterato o maliziosamente dimezzato.

Il

pubblicato nella sua interezza provò che

documento giornale

il

democratico non era colpevole dei reati attribuitigli eh' è stato ufficialera il suo autore il vero reo :

,

mente

invitato dal Rettore dell'Università di Pavia,

a rimangiarsi

Prof. Belilo,

le

menzogne

spacciate

— dopo oltre venti giorni dalla data dell' invenzione — sul conto degli studenti e che potrebbe essere !

querelato per false notizie dagli agenti e frequentatori della

Non contro stanti

le

;

Borsa di Milano si sa di provvedimenti presi dal governo autorità denunziate come fiacche ed inco-

ma

!

Bava Beccaris

generale

al

si

può

te-

nere conto della verità detta, sulle classi dirigenti e della grande prudenza e della grande modestia

dimostrata tacendo

eloquentissimo silenzio

!

sulla breccia gloriosa dei Cappuccini....

poca gratitudine deve il governo se nessuna al Regio Commissario Bava Beccaris gliene devono l'Italia, le istituzioni e la civiltà molta moltissima gliene devono i moderati lom-

Comunque,

se

;

,

;

meglio di Milano. 11 Regio Commissario Straordinario consolidò potere con una serie di misure, che avrà loro il potuto illuderli sulla durata delle conseguenze, ma bardi,

che pel momento, non frenò i

loro avversari. Sciolti

listi,

radicali e clericali

i

ma

eliminò, soppresse,

circoli repubblicani e socia-

— quantunque

gli ultimi

li

abbiano avuti alleati pel passato in quasi tutte le sciolta l' Umanitaria^ fondata lotte amministrative ;

da Mosè Loria, soppressi tutti riviste che potevano dare fastidio

coi milioni lasciati

giornali e le

i


DELLA REAZIONE

L^ OPERA

101

rimase padrona incontrastata del Municipio,

la setta

della Provincia, della Congregazione tutte le istituzioni, dalle quali si

di

carità,

di

può esercitare una

qualsiasi influenza economica, politica e morale.

Di

provvedimenti,

tutti questi

taria e la soppressione

ferì

si

un colpo

arrecò

soppressione

la

poiché collo

giornali,

dei

scioglimento della prima dice Civile e con

più mostruosi

i

lo scioglimento dell' Umani-

certamente rimarranno

Co-

al

giornali

dei

si

a morte Topinione pubblica.

Con

dannoso a coloro clie dovevano usufruirne poiché, mentre si spera che l'indole dell' Umanitaria si sia permanentemente mutata, in guisa da farne strumento mentre ci docilissimo nelle mani della Setta (1) vorrà del tempo per la ricostituzione dei Circoli disciolti invece, appena cessato lo stato d'assedio, risorse più gagliardo di prima il Secolo, che rapciò Teccesso dell'arbitrio si

rese

;

;

;

presenta l'aculeo più doloroso confìtto dei conservatori lombardi

carni

nelle

(2).

Nella seduta del Coasiglio Comunale di Milano

(1)

del

22 agosto 1898, venuta in discussione la trasformazione dello Statuto dell' Umanitaria, frasi scottanti contro

trassero profìtto dello

il

consigliere

il

colpo

stato

di

L'amministrazione, anche sotto

nuova

di

mano

De Herra adoperò dei

assedio per lo stato

moderati,

di assedio,

cinta daziaria. Ci fu chi volle assicurare

della impopolarità alla setta,

proponendo

il

che

impadronirsene.

il

impose

la

maximum

collocamento sulla

piazza all'uopo destinata della stàtua di Napoleone HI, scosta da tanti anni nell'atrio del palazzo del

Senato

na-

dove

la confinò la volontà dei cittadini. (2)

Basta leggere l'ultimo numero del Secolo (7-8 mag-

gio) pubblicatosi sotto

il

regime della sciabola per

convin-


ìfAPOLEONE COLAJANNÌ

10^

Grinteressi e

più di-

setta^

Lombardia e in Toscana^ detspinta energica al governo verso lo stato di

rettamente tero la

ambizioni di una

le

feriti in

assedio e verso la trasformazione delle repressione,

anche severa duratura;

ma

ma

temporanea,

in

reazione

furiosa

la iniziativa dei conservatori

Mi-

di

lano e di Firenze trovò un terreno ben

preparato

per atteccliire in tutta

borghesia

Italia.

Infatti

la

alta e gli avanzi dell'aristocrazia dappertutto senti-

vano che avanzavasi la marea democratica, che doveva sommergerli presto o tardi^ quantunque del pericolo non avessero coscienza piena, perchè non lo avevano provato imminente come in Toscana e in Lombardia e in qualche altra regione dell'Italia settentrionale ed

un poco

della centrale.

La reazione

appena cominciata^ perdette l'impronta locale divenne nazionale, senza trovare serie resistenze

perciò, e

corsi della brutalità della

sario in odio

non

Commis-

misura presa dal Eegio

dei repubblicani e

dei

ma

socialisti,

dei

semplici democratici. In quel numero, in prima pagina, parla, è vero, tuto,

con parole severe del cinquantenario dello Sta-

che doveva

celebrarsi

l'indomani

non

neppure

fu.rono

sequestrati.

In

i

cittadini alla

dica che la paura

od

suggerito tale linguaggio

il :

senso

pagina

un

c'ora

calma che avrebbe po-

tuto scrivere e sottoscrivere qualunque si

le

altri gior-

terza

poi, a proposito dei tumulti del giorno precedente,

appello che incitava

ma

Torino;

in

sue parole erano più moderate di quelle di molti nali che

si

uomo

d'ordine..

doli opportunità

abbiano

in parecchie altre occasioni

e

particolarmente nel 1886 all'epoca dei tumulti provocati dai

moderati pel dazio municipale sul usò termini diversi.

pane

il

Secolo

non


l'opera della reazione molto meno

nella opinione pubblica e

mento

lOS

Parla-

nel

(1).

Degli nomini e degli organi della reazione bi-

sogna esaminare le dichiarazioni, le leggi, gli atti, tenendo di mira che le dichiarazioni hanno preso il posto delle leggi ed hanno g^enerato gli atti. Sotto questo aspetto e contro la

comune

opinione,

il

ministro Pelloux ha segnato un peggioramento su quello Di Rudinì in quanto che Tultimo voleva lel'altro la mette in pratica galizzare la reazione senza sentire il bisogno di nuove leggi, anzi calpe stando e consigliando apertamente a tutti i subor;

;

dinati di calpestare le leggi vigenti.

Una

reazione non tradotta in leggi potrebbe e

dovrebbe considerarsi come un male minore, perchè lascerebbe sperare la brevità della durata, la limitazione al periodo eccezionale che la suscitò.

Ma

dove

(1)

il

sentimento della legalità è scarsissimo.

Sino a pocKi giorni dopo

pena ad ascoltare

i

alcuni

nei corridoi di Montecitorio

mente

liberali.

e daila civiltà

La non

di Milano^ faceva

tiimiilti

i

discorsi reazionari fìerissimi clie

deputati

Uno

colare meriterebbe l'attitudine dei vari giornali

generale disenzienti dai dal

quale

risulterebbe

stampa nel creare

deputati la

poca

le correnti

bardia, nell'Emilia; nel Veneto,

ricolo democratico.

e nel

studio partiliberali,

rispettive

esercitata

influenza

in

regioni, dalla

della opinione pubblica. I gior-

nali più ferocemente reazionari

cke mancano in Sicilia

delle

vera-

istita%ÌQni

verità sui pericoli corsi dalle

era ancora conosciuta.

tenevano

ritenuti

si

sono

ecc.;

affermati

mentre

mezzogiorno

:

ivi

si

in

Lom-

può

manca

dire il

pe-


NAPOLEONE COLAJANNI

104

per non dire insussistente, come in Italia, l'ostentata, continuata ed impunita violazione di ogni legge^ riesce esiziale nei rapporti pubblici

ag-

e privati,

grava sino a renderli insanabili i mali esistenti e rappresenta l'inizio di una vera dissoluzione dell'organismo politico-sociale. La presente reazione non data dalla primavera del

1898,

ma

rimonta

al

una

gennaio 1894 con

doveroso rendere giustizia dall'aprile 1896 all'aprile 1898. Agli ai caduti cui estremi di vita sua il ministero Di Budini devesi imputare come colpa grave l'abbandono del sosta notevolissima

è

primitivo

mone

programma

della

paura

militare,

invaso dal

dimenticare e

il

man-

e dall'ardente desiderio di

tenersi la fiducia delle alte sfere, parve

bene

de-

voler

far

fatto in senso legale e liberale

dette a sfrenata reazione.

si

La sua caduta ziché

un incidente personale, anparlamentare, che non esercita alcuna inè

fluenza sull'andamento della cosa pubblica

la rea-

:

zione continua pazza, fariosa e rincrudisce quando

avviene l'assassinio dell'Imperatrice d'Austria. La differenza sta in questo Di Radinì, dopo aver milita:

rizzato

i

ferrovieri, voleva ristabilire le leggi sul

cilio coatto,

modificare

il

domi-

diritto elettorale, infrenare

la libertà di stampa^ di riunione e di associazione,

disciplinare lo stato d'assedio, ecc., mediante

leggi

modificazioni

delle

onorevole Pelloux parve

antiche.

piìi liberale,

Il

nuove

successore

oltre

che per

buona compagnia di ministri che dai loro precedenti dovevano giudicarsi più o meno democratici, anche perchè buttò in mare gran parte di quel bagaglio e non era, perchè continuò risolutamente la

;


l'opera della reazione

105

per la via battuta dal predecessore. Ebbe

merito

elemento mancante ai nostri poperchè e non trascurabile nella vita pubblica

della sincerità litici

il

con franchezza davvero soldatesca dichiarò di voler fare senza preoccuparsi di legiferare. Quando egli

non

/a, lascia fare tranquillamente ai

che non solo eseguiscono

ma

subordinati,

con disciplina militare,

interpretano le intenzioni dei superiori con me-

ravigliosa intuizione, ehe

Pickmann

pensiero alla

sembrerebbe lettura del

non

se

fetto delle circolari segrete e

riche. Egli è così che

fanno dire liberale

al

e

conservatore

si

ch^^è l'ef-

reversioni

sto-

formulano compiono atti che

dianzi

si

citato

ù^QlVIdea

Siamo oggi più che mai in una paurosa

«

:

sapesse

Pelloux

sotto

canoni nuovi di governo

si

delle

«

condizione di arresto di sviluppo intellettuale e

«

morale, per cui tutto vacilla e scricchiola, mentre

«

ci sta sul

«

in cui tripudieranno le impulsività ataviche della

«

bestia

«

sessantaquattresimo che questi anni di pseudo

«

hertà

capo la minaccia di una

umana

e le libidini feroci di

hanno fecondato a

orrenda

crisi

Valentino in li-

legione ».

Di questi canoni e di questi atti dell'on. Pelloux ne nunzio, per ora, sette, che si protrebbero

chiamare

i

sette peccati mortali di questo ministero

procedendo dal minimo al massimo in importanza e che comprendono tutte le principali norme direttive della funzione parlamensoldatesco,

ordine

d'

tare e governativa.

L'on. Pelloux, spronato a dichiararsi di Sinistra,

a chi lusingavasi di vedere risorto l'antico partito liberale sotto la

protezione di

risponde che non ne sente

il

parecchie

sciabole,

bisogno e che

i

soste-


NAPOLEONE COLAJANNl

106

nitori

prende dove

li

li

trova. Spronato

non vuole trovare nemmeno una

da

frase

Barzilai,

equivoca

contro la soluzione incostituzionale delle crisi parlamentari. Telegrafa al Prefetto di Torino per lodarlo di avere scioltoli comizio elettorale ^?'o

Permette che

De Amicis. una

Sottoprefetto Santini presieda

il

riunione elettorale contro Rondani. Raccomanda di sequestrare qualunque giornale

qualunque

,

rivista

che appaia sovversiva, senza preoccuparsi dei proDichiara fuori della legge

cessi e degli esiti loro. tutti

partiti

i

che non accettano

mente l'ordinamento clama, infine, tutti

cetto cinico che fa

il

col suo

voler dare

politico-sociale

che vuol pacificare

non esclusa

mezzi,

i

incondizionatavigente. Progli

animi con

la giustizia

pajo coir altro

^m

:

con-

recente di

comodo V amnistia per poter

sfollare le prigioni Ciascuna di queste massime e ciascuno di questi è una orrenda bestemmia, o è un arbitrio da atti I

la frase

che con-

un monarchico

liberale^

Valentino, in sessantaquattresimo

:

tiene

il

severo giudizio è di

come

s'

è visto. In altri tempi e in altri paesi

elementi

solo di tali

vituperato

uno

sarebbe bastato a far cadere

un Ministero

;

certo è che essi

non

di-

regime parlamentare, ma sovvertono ogni ordinamento civile. E del pari indistruggono soltanto

scutibite che

quando

il

il

cinismo assurge a proporzioni eroiche

proclama che nella pacificazione degli non ci deve entrare che come un mezzo eccezionale. Che razza di pace^ con questi mezzi non informati a giustizia si possa conseguire, un avvenire non remoto ci dirà. Per ora basta ricoranimi

si

la giustizia

dare che

gli

strumenti della volontà ministeriale


L^OPERA DELLA REAZIONE

107

sono prefetti e magistrati provati a malfare e che non avevano bisogno degli incoraggiamenti per continuare peggiorando.

La enunciazione

di questi canoni e la conoscenza

governo che devono metterli in pratica, dispenserebbero da qualunque enumerazione dei fasti della reazione. Pure, ad eliminare qualunque sospetto di esagerazione ed il dubbio che i degli

uomini

siano

fatti

di

migliori delle

stati

giova ricordare

ciniche,

parole spavalde e

qualche data dell'ultima 1898 e

della reazione cominciata in Aprile

fase

che non si sa quando possa aver termine reazione criminosa che non infuria soltanto dove additossi un pericolo, sia pure immaginario, ma in tutta Italia, anche nelle regioni che non ne somministra:

rono

minimo

il

pretesto.

Ecco Telenco doloroso dei

fasti della reazione,

senza ordine cronologico e senza disposizione ascendiscendente per la loro importanza. dente 1.

assedio e Tribunali militari.

Stato dì

accenno senza insistervi ulteriormente perchè

Vi lo

non necessario, perciò giudizi non sospetti quello riportati. Ai giudizi ne aggiungo uno solo deir on. Pelloux In un m^omento di espansione intima ci vanno soggetti anche i militari e gli uomini politici confessò la non necessità del provvedimento all'onor. De Cristoforis. Vennero le smentite dei giornali ufficiosi; non quella diretta ma se venisse, tra uno del Ministro. Potrà venire stato di assedio fu dimostrato

iniquo, dai fatti esposti e dai

:

!

!

;

che afferma e

l'altro

che nega,

gli Italiani sceglie-

rebbero a seconda delle tendenze e della conoscenza che ciascuno ha degli individui in contrasto. In


NAPOLEONE COLAJANNt

108

provvedimenti raramente vanno e lo giudicati in sé, ma dai risultati che danno Stato di assedio, oltre che per le conseguenze economiche e politiche, va misurato dal figlio suo primogenito il Tribunale militare. La sua opera verrà politica, del resto,

i

;

:

esaminata a parte. Arresto di deputati. L'art. 45 dello Statuto

2.

non

è

un

privilegio,

della

collettivo,

ma una

libertà

garanzia, nell'interesse della

e

indipendenza del

rappresentante del popolo. Secondo

può essere arrestato

un

il

lo stesso Statuto,

deputato in

flagranza di

In forza della sospensione delle leggi ordinarie,, deputati vennero arrestati, ad esempio, nel 1862 a Napoli, nel 1894 a Palermo. Si allargò reato.

per comodità del governo

ma non

il

concetto della flagranza

sottoposti allo stato di assedio e

quando nemmeno

esistono gli elementi più fantastici della flagranza ciò

;

era arrivati ad arrestare nei luoghi non

si

avviene nel

1898 a danno di

;

Quirino Nofri.

ma non

Non

solo

andò

oltre senza Tautorizzarione a procedere della

Camera e

si

si

:

arrestò per lo

passato,

dei Deputati. Se ne fece a

meno

si

nel 1898

processò e condannò Quirino Nofri prima che

fosse chiesta tale

autorizzazione. Arriviamo ad

un

colmo Quirino N'ofri sente il bisogno di rinunziare immunità, che accorda quel famoso ed umoristico art. 45 e vuole essere trattato da semplice cittadino.... per paura^ volendo godere della immunità parlamentare, di rimanere più lungamente :

alle

in carcere

!

Punizioni di Prefetti. Earamente occorse in Italia che un Prefetto venisse punito per avere 3.

violato le

leggi;

non

si

era mai dato

e forse


l'opera della reazione

non

darà mai per

si

lo

109

avvenire, perchè le Autorità

sanno ormai a che attenersi

che un Prefetto a

punizione venisse sottoposto proprio perchè..,, non volle violare la legge. E il caso Minervini. 4,

Vedremo

Inchiesta sui testimoni veridici.

a che cosa sia stato

ridotto

sacro

il

diritto della

difesa nella discussione sui Tribunali Militari

;

qui

menzionato uno stranissimo episodio che fa capo ad un Tribunale civile. Sinora, anche iniquamente, s' incriminarono i testimoni quando furono sospettati ed accusati di dire il falso. Ora Mascilli si apre un' inchiesta su di un maggiore ed un capitano. Minto, dell'esercito, che ebbero il di volo

sia

,

torto di

dire la verità nel

processo Barbato. Che

deve tenere per cosa giudicata, perchè il Tribunale di Palermo non li incriminò come falsi testimoni... Avviso ai militari, che avesabbiano detto

sero

vero

il

si

un concetto antiquato 5.

sulle leggi deironore.

Lasciamo

Spionaggio obbligatorio.

alle

fì-

sime della morale o alla poesia dei senza cervello ogni considerazione sull'orrore che desta la spia: limitiamoci ai confronti. si

seducevano,

abbandonarsi

s'

si

incoraggiavano brutto

al

Prima

mestiere.

i

corrompevano disgraziati per

progredisce

Si

nuova reazione e non solo si ricorre alla denunzia anonima come elemento per istruire i processi come si vedrà più innanzi ma si arrecolla

;

stano gli onesti cittadini per costringerli a fare la spia:

premio

libertà.

la

Caso

Gatti in

Milano.

E

dell'esportazione in Isvizzera delle spie che a tempo

perso esercitano

il

mestiere di truffatore

,

o esercita-

rono quello di corruttore e di ladro? Informino casi Santoro,

De

Benedetti, Mantica, ecc.

i


NAPOLEONE COLA JANNI

110

6.

Libertà del

domicilio.

Tra

vantaggi

i

at-

tribuiti alla unificazione d' Italia ci fu quella della

qualunque regione acquistò il diritto di stabilirsi dovunque più gli torna comodo, purché vi viva onestamente e libertà del domicilio

vi

si

:

il

cittadino di

procuri stabile lavoro. Fisime. Si arresta l'av-

vocato Nino Verso Mendola^, che da sette anni eserprofessione a Bologna e lo

cita la

traduce am-

si

manettato a Riesi suo luogo di nascita.

Non

si

potè

imputare alcun reato, né grande né piccolo non si potè trascinarlo né dinanzi ad un Tribunale militare né dinanzi ad un Tribunale civile. Non si potè neppure proporlo parrebbe impossibile, colla ;

larghezza dei criteri adottati Il

— pel domicilio coatto.

caso Verso Mendola ha non pochi compagni; uno

recentissimo: ad uno studente s'impose

da Boloofna, perchè meridionale il domicilio a Modena. 7.

Domicilio

E

coatto.

esclusivamente dall'Italia.

Un

;

ma

lo

gli si

istituto

sfratto

consentì

posseduto

consigliere della Corte

di Cassazione e Professore illustre di Diritto penale, il

deputato Lucchini, assicurò che esso disonora la

terra classica del giure.

nuato

il

Si credette di avere atte-

disonore disciplinandolo, facendo precedere

l'assegnazione da

una larva

difesa. Si torna all' antico,

stano

i

cittadini

di

processo e da una

peggiorandolo

durante lo

stato

:

si

arre-

d' assedio e si

mantengono

nelle isole senza processo e senza condanna, anche quando venne tolto lo stato di assedio. Casi Mocchi, Brambilla, Casilli ecc. Il Casini, ex deputato al Parlamento, è tanto ricco ,

quanto onesto. Al domicilio coatto^ perfezionato, assegna altra funzione

:

quella correttiva dei

si

ma-


l'opera della reazione

111

che giudicano secondo coscienza, non se-

bistrati,

condo l'ordine della

polizia. Il Magistrato assolve ?

L'innocente riconosciuto viene assegnato al domifacendolo pentire, forse, di non avere prefe-

cilio^

pochi mesi di reclusione a parecchi anni dello

rito

scoglio

Tremiti. Caso Podrecca.

di

dà una pena giudicata

dalla polizia?

insufficiente

come supplemento

Si ricorre al domicilio coatto

pena. Caso Modigliani.

magistrato

Il

domicilio coatto,

Il

diviene strumento comodissimo per eliminare

non

nalisti

corrotti

ed ammazzare

di

infine, i

gior-

giornali sov-

i

versivi. Caso Garzia Cassola.

Piccolo

8.

Stato

di

assedio.

cosa sono di origine tedesca

per combattere

il

però per legge. Di legge in

Italia

specie

,

dove

alla

;

socialismo;

gli

vigilia

,

ma

però,

arresti

di

li

nome

Il

e

la

inventò Bismark li

ebbe e

non

ado-

e'

è bisogno

e

in

arbitrari

elezioni e di

li

massa,

viaggi

reali,

tradizione mai smentita del governo. per Anche questi arresti ora c'è la nota che indica

sono

il

nella

progresso:

le retate

a centinaia prima

si

facevano

per maggiore sicurezza delle persone reali ora si fanno a benefizio dei semplici ministri. Oltre due\

cittadini vennero tradotti in domo petri a Palermo per l'arrivo degli on. Masi, Finocchiaro e Fortis. Questo per amore di verità. Questi arresti

cento

e gli arrestati è noto che

suicidati

possono essere frezzati o

— però, assunsero proporzioni gigantesche,

al di fuori di

ogni legg'e e di ogni procedura, col-

l'ultima reazione. Sicché alla cosa che Chisciotte —

dette

il

giornale monarchico

nome.

Casi: tutti

i

come

e'

era

tutti

Don

sanno

giorni e in tutta Italia.


NAPOLEONE COLO JANNI

112

Soppressione di giornali. Si spiegava quello

9.

Popolo

diQlV Italia del

:

era

un

giornale repubblicano

una città dove e' era lo stato di assedio. Pareva enorme quella del Secolo^ semplicemente democratico e vada pure pel Secolo in grazia dei poteri eccezionali del Regio Commissario Ciò che si applica pure al Mattino di Napoli, quantunque monarchico anzi entusiasticamente dinastico. Ma come e perchè soppressi i giornali nel resto d'Italia dove si viveva sotto V impero della legge comune ? La cosa fu tanto bestiale, che e pubblicavasi in

;

,

!

Corriere della Sera^ anche dopo

la riprovò lo stesso

che

abbandonata da Torelli divenuto troppo liberale pei tempi che cor-

la direzione era stata

Viollier,

revano. Casi

a centinaia e per ogni colore

monarchico

repubblicano, dal clericale al socialista,

al

La morte

10. Sequestri.

sione.

Non

un avanzo chiamare ucciso di

pudore,

di

ipocrisia^,

un

violenta è la soppres-

sempre praticabile

è

colpo,

un

si

,

ma

che non voglio giornale

nuova

giuridico

1'

al

i

dovere

Cavallini

Re non sono

Procuratori

e

li

sono avuti

si

processi. I

stati sordi; e

generali

caso Panighetti

:

la

costituzionale del Pelloux,

sui sequestri senza preoccupazione di

furono,

nemmeno

inviso non viene

orrenda bestemmia, cioè

D'onde

Procuratori del

quando, per

cerca farlo morire lentamente

coi sequestri.

teoria

dal

dove

lo

hanno richiamati

quello del processo

tardivi sequestri per

i

ordine dei Regi Procuratori di Sondrio e di Como; i

sequestri e le

passare a

condanne per

Roma;

di lutto che

i

gli

articoli

sequestri dei fregi

lasciati

o dei segni

da 28 anni portava liberamente

nità Cattolica in

Firenze

;

i

1'

U-

sequestri degli scritti


l'opera della reazione di Mazzini;, clie circolano

cinqnant' anni

i

;

113

con altrettanta libertà

mio

sequestri in Milano di

eia

scritto

Leone Tolstoi che ha sperimentato il regime sequestri, infine, i della Russia del mezzogiorno contro la prosa sovversiva dell'on. Pelloux, purché di

;

riprodotta

sulle

colonne

deW Avanti'^

delle sciarade dello stesso giornale

sequestri del-

i

;

sequestri

i

V Asino per avere messo in burletta una cosa sacra ed inviolabile: gli speroni del generale Pelloux: i sequestri di libri che circolano liberamente nel ri-

Kantschy avuto

il

sul Capitale di

commento più ha

ginare: B. Cirmeni

come

Germanico,

impero

voluzionario

Marx

allegro che

di

hanno possa imma-

I

(1).

quello

fatti

si

mondo che

fatto sapere al

Generale Pelloux è pieno di buone intenzioni verso la stampa. E chi ne poteva dubitare? Si sotil

tintende che la benevolenza del Presidente del consiglio

si

interpretano

(1)

Un

i

si

libri socialisti

questo

giornali

che

(2).

!

pubblicò una

vera, con

Marucelliana non i

suoi pensieri

giornale

compagnia^ se

riore

quei

esplica a benefìzio di

notizia

sequestro

degna

di fare la

alla Biblioteca

:

danno più in lettura per ordine supe;

ad un prete fu negate

il

Capitale di

Marx. (2)

In fatto di sequestri va rilevata la vera anarchia nei

criteri dei magistrati. Si sequestra in

una

liberamente

sequestra

articolo di

pubblicato

Vamba non

caso mio e della

altrove.

Si

sequestrato in

Si fa

il

;

Yarese un tipico

il

Rivista popolare. Si sequestrò la Valtel-

Roma quando comparve

processo

a

che venne

Eoma. Più

lina di Sondrio perchè a^eva riprodotto sequestrato in

città ciò

un

articolo

mio non

sulla Rivista popolare.

vengo regolarmente interrogato dal giudice


NAPOLEONE COL A JANNI

114

Sdoglimenti.

11.

associazione

di

diritto

del

limiti

Farono sempre

incerti

perciò

;

i

ebbe

si

un' alterna vicenda di scioglimenti e di ricostituzione di Società dichiarate sovversive. La manìa di

colpire

quelle

esclasivamente economiche era

cominciata in Sicilia nel 1894 ma i casi sporadici di allora divennero epidemia spaventevole nel 1898. ;

A

migliaia farono sciolte,

listi

e repubblicani,

tive di

consumo

ma le

non

solo

i

circoli socia-

casse rarali, le coopera-

e di lavoro

,

generando situazioni che

giuridicamente strane, a vantaggio di debitori

non sanno più a

chi

sperperando

tendo o

pagare

cambiali

le

;

inver-

capitali che rappresentano

risparmi sudati dei lavoratori.

i

Dicono che arrivano

a circa quattromila questi scioglimenti: rimangono tipici i casi delle Lega dei Ferrovieri, delle Cooperative ferroviarie^

dell'Umanitaria, delle Casse rurali.

Il criterio dello

scioglimento viene esteso ai consigli

sciolto quello di Bruno (Alessandria) comunali perchè sospettato socialista, e destituito il sindaco di Sorso, il sig. Catta, perchè socialista. A quando il ristabilimento del Tribunale della Santissima Inquisizione? Del resto siamo sulla buona Il Tribunale :

:

il macellaretto Genova^ nel processo Festa ha assodato che le lettres de chachet e la tortura sono in uso in Italia...

di

istruttore

come autore

lascia in pace

me

e si

della povero gerente t3

r

av.ologia....

della

alla

;

ma

VaUelUncii...

Nuli'

monarchia inglese!

gistrati nel parallelo

cffcsa

dell' articolo

monarchia

all'

ultìmd, ora

èì

Sondrio

il

condanna dal Tribunale

di

articolo si

Quegli

faceva

ottimi

ma-

che ogni lettore poteva faro videro una italiana.


l'opera della reazione

115

È

12 Militarizzazione ferroviaria.

il

caso dei

rappresenta lano vita assoluta nell'arbitrio; mercè

casi;

prendono

la quale si

con una fava:

tre piccioni

si

privano del diritto di voto migliaia di cittadini, che

votando pei socialisti si assicura l'ordine colla minaccia permanente del Tribunale di Guerra, anche in tempo di pace anche quando è cessato l'artificioso stato di guerra

non avevano saputo

esercitarlo

;

consegnano mani e piedi legati, gli operai, che perdono qualunque mezzo per migliorare la propria condizione ed a fare rispettare i propri diritti e si mette a disposicreato

zione

collo stato di assedio

una

di

società

si

;

speculatori

di

militarmente dallo

ganizzato

Stato.

un corpo

or-

Vilfredo

Pa-

Generale

reto chiama questa geniale trovata del Afan de Ri vera che vi guadagnò il suo posto

ministro

Governo

e la Magistratura

di

semplicemente il ristabilimento della schiavitù. (1). Il provvedimento è tanto più iniquo in quanto che un'inchiesta ufficiale, quella presieduta dal Senatore Gagliardo, ha constatato che il

non hanno

quel

potuto garantire ai ferrovieri

luto

di diritto, eh'era stato

assicurato

loro

vo-

saputo,

minimo con-

dalle

venzioni ferroviarie del 1885. (1)

La

liberté

Lausanne 1898. sodio

;

p.

eeonomiques 5.

Il

accaduto a Sulmona.

barbiere

e

si

fa radere

et les

evenements d'Italieé

Pareto narra questo edificante epi-

Un

meccanico ferroviere va dal

quando viene

il

suo

Aveva

turno.

dimenticato cbe in forza della militarizzazione dei ferrovieri [egli

non era che un sergente. Un capitano

vato dopo di lui il ,

lo

mise

agli arresti

posto al superiore. Numerosi altri

verificati in ogni parto del regno.

di fanteria

arri-

perchè non aveva ceduto casi

consimili

si

sono


NAPOLEONE COL A JANNI

116

Concorrenza economica. Lo Stato contro

lo.

Messo sulla china di servire ai capitalisti privando i ferrovieri dei mezzi di lottare legalmente colle società, che le sfruttano contro legge i

lavoratori.

le tante vittorie ottenute dai

primi nei Tribunali

e nelle Corti di appello, ed annullate spesso dalla

Cassazione, ne fanno fede

proprietario. C'erano

correnza

nel

lavoro

lo

Stato

si

è sentito

qualunque piccolo o grande

a favorire

trascinato

già stati ,

dei saggi

per ordine

fatto

con-

di

del

go-

verno contro i lavoratori in isciopero ora si rinunziò ad ogni avanzo di pudore e si disse agli operai, della campagna in ispecie, che lo Stato non solo era pronto a sostituire quelli in isciopero coi suoi soldati ma che metteva la forza a disposi;

;

zione dei

proprietari

contentarsi

dei

salari

costringendo

che

i

i

lavoratori

a

primi generosamente

avrebbero voluto loro concedere.

Il

contegno delle

sempre indecenteostile agli operai ma a Molinella si mise da parte ogni rimasuglio di decenza. Ora si minaccia il peggio stando a questo brano di corrispondenza da Ferrara ad un giornale ufficioso « Lunedi « prossimo comincerà la mietitura del frumento, autorità negli scioperi era stato

mente

;

:

« e

perchè questa segua

il

suo corso regolare,

il

ge-

«

nerale Mirri ha opportunamente dislocate le truppe.

«

La

« e

cavalleria visiterà con apparizioni improvvise » (1). con marcie notturne tutte le località

8. Nella Grande battaglia del lavoro stigmatizzato questa sleale concorrenza che il governo fa fare dai soldati ai lavoratori a vantaggio dei proprietari. In Lombardia i soldati furono anche adibiti per (1)

Pareto, pag.

(Boma 1898) ha

mungere

le

vacche.

I


l'opera della reazione

Ogni commento soltanto che c'è allora

pere

un progresso

così detti patti

di

Noto

superfluo.

1894

dal

Corleone

1898:

al

a rom-

latifondisti di Sicilia si limitarono

i

i

assolutamente

è

117

contratti

sui

agrari; ora la cavalleria presiede alla mietitura... 14.

La

litarizzata

volontà degli

elettori.

perchè è incoercibile

;

Non

ma

è

stata

buona

è sulla

si

mi-

via per neutralizzarla. I metodi elettorali adoperati nel Collegio di Cossato e di Torino

dove

il

Sot-

toprefetto presiede le riunioni in favore del candi-

dato del governo

lasciano intendere che da ora

in poi le conferenze elettorali

devono

parlare

i

governo.

deputati che

Ne

i

:

i

dele-

d'

accordo col

deputati possono tenersi in comuni-

cazione cogli elettori^

parlamentare

non vanno

farle

non si lasciano

gati di pubblica sicurezza, visto che

Prampolini di parlare a Reggio-Emilia.

come vorrebbe il buon regime De Cristoforis ed a

impedito a

è

si

ai loro elettori

a Milano ed

disprezzo verso gli elettori^ poi,

Il

venne ufficialmente proclamato nella

lettera che

il

Tax'diti, quando non ostante le seduzioni e le violenze di ogni genere, non volle scioglierlo a suo rappresentante. Sanno ormai gli elettori che il capo del governo li considera come spregi evoli quando non portano i loro voti sui candidati ufficiali. Si

Generale Pelloux rivolse

il

Generale

collegio di Fossano',

stava meglio sotto 15.

La

secondo Impero. scuola. I nostri governanti e

stre classi dirigenti

per puntellare

il

;

essi

non sono sempre

degli

le

no-

sciocchi,

che

confidano

infida, e

soltanto

che a data ora

si ritorce contro coloro che l'adopetengono conto anche della forza morale,

esaurisce o

rano

il

loro dominio

sulla forza brutale, si

al


NAPOLEONE COLAJANNI

118

perciò la loro attenzione

un duplice punto

si

di vista.

è rivolta alla scuola

Da un

da

lato vogliono

li-

mitare la diffusione dell'istruzione: in questo senso manifestazione più caratteristica è venuta dal modesto comune di S. Marco in Lamis (Foggia) il cui consiglio comunale lia fatto voti al Governo del Ee perchè venga abolita la legge sull'istruzione la

obbligatoria

sponde

al

d'Italia

ed

voce

è

clie si

Da un

;

però questa esplosione di sincerità

ri-

pensiero intimo dei conservatori del resto

una eco

altrettanto sincera di

quella

Eagona di Palermo nel 94. bada con ogni cura alla

levò nella Sala altro lato si

qualità dell'istruzione che s'impartisce

perciò

;

epura

alto e in basso si sorveglia^ si punisce, si

personale insegnante. Si protestò, anche

dai

in il

con-

quando nel 1894 corse voce che il Eegio Commissario militare per la Sicilia, Generale Morra di Lavriano^ aveva fatto ammonire

servatori settentrionali,

privatamente qualche professore deli'Uuiversità di

Palermo

;

ma

questi stessi conservatori

non prote-

stano più quando s'infligge la censura ad fessore Pantaleoni,

quando

si

un Pro-

puniscono o

si

ripro-

vano apertamente Ettore decotti, Fabio Luzzati, Euggero Panebianco, Giorgio Levi^ addetti all'insegnamento in varie Università del Eegno rimossi dall'insegnamento o ammoniti vengono alcuni insegnanti delle Scuole Secondarie. A Milano e Torino, a Eovigo, a Mantova e in altri punti ancora gl'insegnanti delle scuole comunali e delle scuole secondarie vengono ammoniti, sospesi e licenziati ;

solo perchè professano principii socialisti

come diceva morale, non

«

benché,

la relazione del sindaco della capitale si

possedessero prove^ che essi abbiano


l'opera della reazione profittato della cattedra per

119

massime

insegnare

e

principii contrari all'attuale costituzione politica e sociale ». (1)

Questi insegnanti puniti sono tra

i

Mantova

Rovigo furono quasi

e di

Una

di Ardigò.

discepoli

tutti

volta messi sulla via lubrica della

persecuzione del pensiero, non arrivare; e

più diligenti, provincia di

più onesti e più colti; e quelli della

mentre organizzasi

sorveglianza sugli studenti

si

sa più dove

la

si

può

più degradante

come

da do-

risulta

Trapani lo scandaloso esempio dato dal governo e dai partiti politici clie lo sorreggono è stato seguito dai clecumenti

relativi alla provincia

ricali,

quali a Brescia

i

commerciale

Non

è

il

caso di ripetere

è ;

monar-

qui gladio

gladio periitf

feriitf

(1)

Il reato

massimo che somministrò

destituzione del Prof.

socialista

«

:

Amé

Per esser

capaci de

G-ottardi fu

dialetto e nel quale

scritto in

veci.

licenziato dalla Scuola

Prof. Tirale solo perchè

il

chico liberale.

hanno

di

amar

i

pretesto per la

La

suo opuscolo:

riassume

il

hoie

catechismo

vostri bambini, le vostro dono,

socialisti tuti,

il

così

il

i

vostri

bisogna esser boni. Bisogna sentirse

de no odiar nessuno, altro che

el

mal

»

I tre maestri di Milano puniti avevano rispettivamente 19, §3 e

29 anni di servizio. Lilia Malnati, una delle punite, mandò

al Secolo questa nobile lettera. «

Agli onesti giornali che han difesa la causa dei maestri

mio ringraziamento speciale. « Yentitrè anni e mezzo di onorato servizio la scrupolosa cura di non portare le mie idee politico-sociali nel sereno ambiente della scuola non valsero a salvarmi dalla condanna pel delitto di pensare a modo mio, fuori di scuola. Chino la testa innanzi all'ingiusto provvedimento, naa rialzo socialisti,

il

,


NAPOLEONE COLAJANNI

120

la

1

Contro questo tentativo ignominioso di SDiclare libertà di pensiero dall'ultimo baluardo che le

ebbe la protesta alta e generosa di Cesare Lombroso, rimasta sterile ed

rimane in isolata.

Italia,

la scuola, si

La reazione

aspetta tranquilla

il

ritorno del

ministro-carabiniere alla Minerva per compiere la militarizzazione della scuola; e allora essa crederà di avere infiltrato sino, nel midollo delle ossa degli

per tanti secoli di la informano.

soggezione,

servili

italiani,

principii clie

i

E

conchiudo queste osservazioni sull'opera compiuta sinora della reazione con due constatazioni;

una

di origine italiana e

Tal tra straniera.

Il

mo-

narchico Mattino di Napoli dall'esame degli avve-

nimenti ultimi è indotto ad allarmarsi perchè «

le

ire e tutti ì

« stiale

e

si

del

rancori suscitati dalla politica be-

governo

domanda

«

:

si

accumulano

siilV esercito »

« «

;

quale concetto deve, per necessità,

da tutte queste stravaganze gli atti e radicarsi nello spirito della del governo plebe? Che i 240 milioni del bilancio della gaerra non servono già alla difesa del paese dai nemici

« .scaturire «

« tutte

« esterni,

ma

alla difesa

delle

istituzioni

«

Ora, quale insensatezza e quale delitto

«

potreste voi

« istituzioni;,

immaginare di questo far apparire le emanate meno di mezzo secolo fa dai

r anima nella quale mi riposa tanta altarezza da soffocarvi

vigenti.

maggiore

ogni

e tanta dignità,

sentimento di rancore o di

rivolta.

Mi

vien tal luce dalla coscienza, che basta essa sola a confortarmi neir immenso dolore di dover dare un addio alia mia scuola.

Dev. Linda Malnati.


L'OPERA DELLA REAZIONE

come

puntellate solamente dalla

«

plebisciti,

«

delle bajonette?.

Uno

:

Lo Statuto

di franchigie che la dinastia

nazione e che

forza

(N. del 2 Agosto 1898).

»

straniero alla sua volta esaminati

recenti conchiude

alla

121

costituisce

i

fatti

un insieme

ha concesso in blocco

potere esecutivo ha ripreso in

il

dettaglio.

E non eccessivo

il

ci

può essere alcuno che vorrà ritenere

giudizio dello straniero quando, in ispreto

delle leggi e dello Statuto: si

non votate

dal Parlamento

;

si

esigono

le

abolisce

imposte

la

libertà

del domicilio, di stampa, di riunione e di associa-

zione

;

tenuti; si

tortura e si rimettono in uso uccidono impunemente i de-

si ristabilisce la

le lettres si

de cachet'^

si

sottraggono

i

cittadini ai giudici legittimi;

falsano sistematicamente le elezioni

una

farsa

il

;

si

riduce ad

regime parlamentare.

Nella credenza che

si

allarga sulla nuova funzione

dell'esercito e nel trionfo della reazione che

ha an-

nientato lo Statuto, vi sono germi di pericoli gravi

ed ammonimenti per

tutti

:

anche pei reazionari.



IX.

LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA

Ella passa

Chi passa

?

terribile

La

per

la notte,

Quale

giustizia.

.

canta

il

poeta.

Passa la giustizia

?

italiana del 1898.

Questa giustizia procede innanzi secura perchè è alle sue prime armi. Ha progredito dal 1860 si è provata in Sicilia e nel mezzogiorno in poi

non

:

contro Garibaldi e

i

suoi,

contro

i

renitenti, contro

il brigantaggio ha ripetuto le prove a Palermo nell' Emilia nel 1866 quando il pane fu impacon Lobbia, con Barsanti, con stato col sangue Tanlongo si fortificò nel 1894 in Sicilia. Ora è ;

;

;

adulta, è forte, è vigorosa.

Ella passa vista di

ed è cieca aftinché la

terribile

colui che

dovrà essere colpito dalla sua

spada non la conturbi e non la trascini a parzialità ed ha la bilancia in mano affinchè il prò ed il contro venga equamente pesato. Si può sospettare ;

che abbia

falsi

i

pesi

e

disuguali

i

piatti ?

Può


NAPOLEONE COLAJANNI

124

anche temersi che, per essere troppo giusta,

la

questura tolga di mano, alla Dea venerata, pesi e bilancia

?

un giornale maldicente e farlo sospettare coi suoi pupazzetti (Don Chisciotte); ma per togliere ogni pericolo che le venga arrecata Può

sospettarlo

messa a disposizione della giul'ha messa sotto la sua protezione

la forza si è

offesa,

stizia; l'esercito

amministrare nei tribunali militari.

e la fa

-

Dicono che questa giustizia italiana del 1898

non

consentita

quella

sia

dalle leggi

;

siede

più

la

e

voluta

non è un malcontento, un un uomo d' ordine^ che pre-

lo dice

chi

volgare brontolone

Kegno,

Statuto

dallo

è

:

alta e

importante Magistratura del

la istituzione destinata controllare tutta l'a-

governo.

zione del

Gran Corte

dei

E

il

Conti

senatore Finali che nella

si

rifiutato

è

a registrare

i

decreti relativi allo Stato d'Assedio, da cui contor-

tamente i

si

volle far derivare

liberi cittadini a

il

diritto di sottoporre

Tribunali eccezionali di Guerra

esplicitamente condannati dallo Statuto

(1) d'

Ho

esaminato

la

questione della legalità dello Stato

le

Gap. XXI).

La

loro

cause. Palermo,

grave

Commissione per difesa

Ferrari,

davanti

Majno

barda dei

1'

Esame

ai

volte

si

Guerra

nominata

(Milano

è

1895,

dibattuta

con rara perspicuità dalla

delle questioni legali

Tribunali di

e Yaldata)

Giornalisti

Remo Sandrou

controversia più

in Parlamento e venne esaminata

la

altrove {Gli amicnimenii

assedio e dei Tribunali militari

di Sicilia e

(1),

(\.di\V

riguardanti

(Agrati,

Alberti,

Associaxione

Tipografia

Lom^

Nazionale di V.

Romperti 189S). L'onor. Avv. Carlo Altobelli riassunse brillantemente

le ragioni giuridiche costituzionali,

che stanno contro


125

LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA

A

che prò discutere delle legittimità dello Stato di Assedio e dei Tribunali Militari quando essi sono un fatto che l'Italia ha subito e che il Parlamento ha approvato ? La discussione teorica in questo mo-

meglio esaminare se questa giustizia eccezionale ha assolto bene il compito suo sanando anche i vizi possibili della sua origine; più utile indagare se la giustizia, amministrata da questi Tribunali eccezionali, abbia aumentato il

mento non conta

;

prestigio dell'Esercito

da cui emanano,

dei reati puniti, colla

correttezza

colla serietà

nella

istruzione

dei processi, colle garanzie indispensabili accordate alla difesa, colla sapienza dei giudici, col tatto nella

dibattimenti, colla equità nell' appli-

direzione dei

cazione delle pene.

Un uomo

d'

ordine per

primo nella Camera

il

dei Deputati, l'on. Galimberti, discutendosi

rizzazione a procedere

contro

i

di

De Andreis, Morgari e Turati osservò che modo come si facevano funzionare i Tribunali :

Guerra e

lezze per le si

auto-

deputati Bissolati,

Costa^

nel

1'

toglie

suoi e sercito.

si

alla

istituzione

attenta

Fu

lo Stato di

competenza a giudicare di frivoquali dovrebbe bastare un Vice-Pretore, colla

più

all'

la

solennità

dei

giudizi

autorità ed al prestigio dell'e-

esplicito e più

Assedio e contro

i

alto chi

meno

era

Tribunali di Guerra iniziando

la difesa dei giornalisti e dei deputati

condannati in Milano

davanti alla Suprema Corte di Cassazione del Regno. L'indole di questo lavoro

non

si

presta a svolgere questo argo-

mento; ripetendo del resto scuse e difese notissime. Qui mi limito ad esporre

qual'è stata V opera dei Tribunali militari

in occasione dei tumulti di Aprile e Maggio 1898.


NAPOLEONE COLAJANNI

126

tenerezza per

sospettabile di

può non avere a cuore V il

non

chi

rivoltosi,

i

esercito di cui fa parte

:

colonnello Slacci, infatti, in Senato ebbe a pro-

nunziare g-ravi parole sui Tribunali di Guerra tuiti

isti-

nel 1898 e che egli vide funzionare a Napoli. recenti bandi militari, disse Tillustre Sena-

« I

hanno allargata smisuratamente

la cerchia

«

tore^

«

delle attribuzioni dei

«

mando

«

contemplati dal Codice penale comune,

«

cui figure

Tribunali di Guerra, chia-

questi Tribunali a conoscere anche delitti delitti le

«

non sempre si riesce chiaramente a distinguere senza un certo acume, senza una certa

«

pratica di diritto penale. Per esempio^ l'istigazione

«

a delinquere.

«

chiacchiere fatte al caffè,

«

l'onore di fare in questo

« «

ventano facilmente istigazione a delinquere. (1) Dal Ministro guardasigilli, perciò, invoco che si prov-

«

veda ad una revisione

Un

articolo

giornale^

di

il

quattro

discorso stesso che ho

momento

al Senato

,

di-

«

pur sommaria, di tutti i processi, e ad una pronta riparazione di molte condanne eccessive^ per non dire ingiuste.

«

Egli è

«

questo caso la

«

cosa

«

«

sollecita, sia

ministro di grazia e di

sola.... Io

della giustizia,

« dell'esercito.

grazia e la

questo invoco

ma

Fanno

giustizia,

giustizia ;,

non

ma

in

fanno una

solo per

amore

anche nell'interesse del prestigio piii

male

all'esercito certe in-

a freddo che venti uomini caduti sotto una scarica provocata da una folla che insulta la

« giustizie

«

(1)

Don

denunziò

il

Chisciotte (15 Luglio 1898) infatti ironicamente

colonnello Siacci

come un

nuom

discorso sovversivo pronunziato in Senato.

monizione

?

A

pericoloso poi

quando

1'

am-


LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA

127

«

truppa; e mal provvede al suo prestigio tanto chi V obbliga a subire impassibile colV armi al braccio le replicate offese della piazza, quanto chi gU impone funzioni odiose^ contrarie alla sua stessa

«

natura, » (1).

« « «

Ma

il

deputato

e

il

senatore forse avevano

traveggiole scorgendo certi pericoli dove non

rano

?

le

c^ e-

Così pare.

occuparono di certi reati gravi che avevano davvero bisogno Vediamo. di una punizione esemplare, solenne Un Calmi prende due anni di reclusione e 500 I

Tribunali di guerra, invece,

si

,

!

multa per rottura di lampioni un Maj occhi viene condannato perchè dà dello stupit, del macaco ad una sentinella. Non è ben sicuro che quelle parole fossero indirizzate alla sentinella ad ogni modo il capitano De Caroli che tradusse l'accusato in Tribunale, riconobbe che il Maj occhi pronunziò quelle parole per fare lo spiritoso Un Bianchi compare innanzi al Tribunale di guerra perchè chiama cappellone un brigadiere dei carabinieri Pedo tti e Brusa, alla loro volta, vengono condannati perchè chiamano mangiapagnotta un tenente di cavalleria che passava in carrozza. A Firenze si danno otto mesi di reclusione al Cassi perchè chiamò lire di

;

;

!

;

pagliacciate gli arresti. Nella stessa Firenze

pro-

si

cede contro Melani perchè ha chiamato mangiapatate

un

sott'ufflciale,

Presidente.

E

che

non può mentire, dice

questa perla di Presidente,

accusato che dice di aver deplorato

(1)

Eosocoiito

Liwlio 1893.

tiffìcialo

i

il

ad un

tumulti,

doUa Sodata del Senato

del 13


i^APOLEONE COLA JANNI

128

una

lezione di fierezza

deplorate

socialista^

Questi ed

meglio

ragazzo gridato

altri

,

E

tre

hilloco

Milano.

simili a

casi

voi

di

un

a Napoli. Filosa, mesi di detenzione per avere

(Eccoli

!

Come!,.,

gesta dei vostri compagnia...

ossia di peggio

prende

:

le

esclamando:

!)

una

frase trovata

neiragosto 1893 per avvisare V arrivo di dimostrazioni e degli agenti di polizia. Verniero,

gobbetto

il

cui caso fu portato

famoso

il

Senato dal co-

in

lonnello Slacci, ebbe due anni di reclusione perchè

leggeva

i

giornali al caffè e

li

commentava^ mani-

festando

delle

lettura e

commento precedettero

simpatie

dello stato di assedio.

Un

pel

socialismo

ragazzetto

;

si

badi

:

proclamazione

la

buscò quattro

si

mesi per avere abbattuto (?) un albero tre donne rispettivamente ebbero un anno 9 mesi e 7 mesi di reclusione, per aver preso parte ad una pacifica dimostrazione 2 anni ciascuno ebbero Del Giudice e Carozza per avere presentato al Prefetto, la mattina del 30 aprile, una commissione di donne: erano stati arrestati la stessa sera ma vennero rilasciati spontaneamente l'indomani perchè non si era trovata alcuna ragione per processarli. Altri ;

,

;

,

tre,

nello stesso

ebbero un anno 18 mesi per uno

processo e per ,

gli

stessi

due anni e mezzo

altri tre

reati (?)

e tre

anni

;

ragazzi per avere abbat-

un palo. Bavarese e Fiore di Torre Annunziata, due donne ebbero tre anni per una con 6 mesi tuto

,

,

di segregazione cellulare per avere detto che sarebbe

avvenuta la rivoluzione come nel 1848. De Cicco ebbe 8 mesi per avere eccitato all'odio di classe in Pomegliano d'Arco cogli articoli pubblicati a Gallipoli. Alcuni soldati delle compagnie di disciplina


LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA ebbero

anni di reclusione come accusati

4 e 5

3,

120

d'insubordinazione e di anarcliismo, per avere detto^

vedendo maltrattare un compag-no queste sono boiate! Il soldato Muscari fu condannato a 7 anni e mezzo :

di reclusione per avere sfidato

aveva insultato perchè

clie lo

E

per accendere un sigaro.

accordò

un

gli chiese

che

le circostanze attenuanti...

il

borghese,

un cerino

Tribunale

Sotto gli

gli

abiti

nascondeva un ufficiale e il disgraziato ebbe il torto di non accorgersene I processi e le condanne per contravvenzioni di ogni genere ai bandi non si contano; e furono di

un borghese

tale in

si

!

tanti

che

i

maligni dissero che

si

processava e

si

condannava per

giustificare la continuazione dello

stato di assedio;

manteneva lo stato di Tribunali Militari avevano ancora

assedio perchè

i

mentre

si

della carne al fuoco... Strano circolo vizioso!

Alla qualità dei processi svoltisi innanzi ai TriDunali, Militari

naturalmente doveva corrispondere

e corrispose la quantità. Si vedrà dal riassunto statistico.

Del pari è

facile

supporre che

duto con soverchia leggerezza mite potrebbe adoperarsi?

si

sia proce-

quale parola più

nello imbastirei sud-

ietti processi.

Se la supposizione risponda alla realtà

si

argomentarlo facilmente da quanto appresso. generale ai processi furono

:

le

confidenze,

le

può Base de-

ed umoelementi che se pur avessero avuto

lunzie anonime, le asserzioni gratuite... istiche, altri

m valore intrinseco,

c'erano passati sopra tanti anni perdere completamente. Mi sbarazzo alla lesta di questi ultimi e ne cito

la farglielo

mo

tipico: la lettera di

Andrea Costa ad un Bor9


NAPOLEONE COLA JANNI

130

Ma

digìsigo di Padova... del 1881.

questo singola-

documento non potè essere valutato dai giudici militari, perchè la Camera dei deputati non quantunque gliene gli accordò alcuna importanza abbia data una schiacciante Ton. Tommaso Villa In compenso Virino dei lavoratori pubblicati nel 1884, mai sequestrato per lo passato, servì a fare aggravare la pena contro Filippo Turati. rissimo

,

!

In quanto alle confidenze e alle denunzie anonime, furono il prodotto dello spionaggio rimesso in onore come ai tempi dei passati regimi. A Milano,

come a

come a Napoli, gli amici si guardae non si comunicavano le impressioni

Firenze,

vano sospettosi che con straordinaria circospezione. Per Milano il fenomeno fu constatato da parecchi giornali per Na;

poli posso

aggiungere,

per personale esperienza,

che in qualche caffè dove riunivansi deputati e senatori, i più prudenti consigliavano spesso di parlare

E

prudenza non era superflua: gobbetto deiron. Slacci si appiopparono due anni

a bassa voce.

la

reclusione per avere chiacchierato in

Lo spionaggio assunse

tali

un

al

di

cafte.

proporzioni che ben

cinquemila lettere anonime farono indirizzate alla polizia nella sola Milano (Secolo). E la libertà, l'onore, la posizione dei ci'^tadini

farono

balìa dei miserabili che per invidia,

per bassa speculazione

si

lasciati

in

per l'ancore,

abbandonarono air infame

mestiere di spia. la

Era tanto iniqua la base di questi processi, che Nazione di Firenze, benché tardivamente in

Settembre

—a

proposito della perquisizione in casa

del Prof. Pullè,

energicamente contro delle denunzie false.

protestò

perfidia dell'anonimo

e

la

I


LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA

131

Quale influenza abbiano esercitata non solo sui ma anche sulle condanne le confidenze la pretesa delle spie si apprenderà da questo dato processi,

:

più importante

prova

quella di essere stato

contro visto

in

Gustavo

Chiesi

fa

in luogo

carrozza

dove vennero erette delle barricate. Negava l'accusato affermava il questore Minozzi, che T aveva saputo da persona che non volle nominare. Meno ;

male

una semplice guardia, un carabiniere, a

se

viso aperto, avesse deposto di averlo visto

L'insieme delle deposizioni degli

!

agenti della

forza pubblica, delle confidenze, delle denunzie por-

tava seco l'impronta evidente falsi bollò

i

della

rapporti alla Questura

falsità.

E

per

tenente difen-

il

sore Forzano nella udienza del Tribunale di Milano del 18 Giugno.

E

lo stesso avvocato- fiscale

in Fi-

renze rimprovera aspramente una guardia di pubblica sicurezza a

nome Ghezzi per

le

sue

contraddizioni nell'accusa contro Teschi

viene condannato

;

palmari

ma

Teschi

!

Poteva ammettersi per vero, ad esempio, un rapporto della questura di Milano su certa riunione notturna in casa di un Dottor Ceretti? I convenuti farono designati come anarchici;, repubblicani e socialisti.

non

li

vidui

Chiesti

i

nomi,

si

rispose della questura che

sapeva! Si designa che....

amenità — parola — a

i

non

si

colore politico di indi-

conoscono.

Siamo in piena

tempi non consentono adoperare altra Napoli nel processo pei

Le guardie barricate

in

tuanti attraverso....

il

Meno male guisa fossero

il

se

stati

i

fatti di

Resina.

caserma riconobbero i tumulbuco della serratura.

rei riconosciuti in tale

pochi:

trattavasi

di

strana

una vera


NAPOLEONE OOLAJANNI

132

a ben sessantaquattro individui

folla;

rono centoventun' anni

La

dei

falsità

si

distribui-

nove mesi di reclusione.

e

rapporti

talora

è

umiliante....

anche per un poliziotto italiano. Egli è così che la Questura di Milano scrive essere stato visto Angiolo Cabrini insieme ad altri a parlare con la Kulichoff se il in via dell'Unione il 6 Maggio. L'accusa

parlare con amici è

un

reato

è

precisa

ma

;

Valibi di Cabrini è irrefragabile. Egli insegna nel

Ginnasio di Mendrisio e

presenza del

certificato sulla

per tutto

Cabrini

scuola

nella

giorno 6 a fare, come di dovere,

il

le

sue

venne condannato in contumacia a

lezioni. Cabrini tre

manda

direttore Sorella

il

anni di detenzione ed a 1000

lire di

multa. Tal

lampante all'udienza. Nel Resina un brigadiere accusò

altra la falsità apparisce

processo pei tumulti di

un imputato

di avergli afferrato la sciabola:

ha ancora

vero, soggiungeva, che l'accusato

L'accusato leva

tagliate.

le

gini di qualunque ferita

potevano

e

le

tanto

mani

mostra ver-

e davvero, in questo caso,

;

verso

levate

essere

mani

le

il

invocando

cielo

giustizia.

documenti di questi processi viene vinto dalla famosa cartolina-fantasma parSperanza tita da Firenze, -h la cartolina firmata Il

record

tra

i

:

333

cui

il

,

dell' onor.

organi

mentato

della il

sequestro

come

,

Bissolati, fece

quello del

cifrario

annunziare trionfanti agli

reazione che

complotto con

era scoperto e docu-

si

tutto

il

suo seguito.

La

gioia loro però fu di breve durata, perchè rale

Heusch —

per la Toscana

il :

il GeneCommissario straordinario appena ne fu annientemeno

regio

!

nunziata la scoperta gloriosa,

dichiarò

esplicita-


133

LASCIAMO I^ASSARE LA GIUSTIZIA

mente viare

trattarsi di

:

un

artifizio allo

sereno corso della giustizia

il

_

Per credere razione

i

cui

di danneggiare

nominata.

persone nella lettera

le

e

scopo di fuor-

serietà e realtà di

alla

una

cospi-

mezzo

comunicaavansi per

segreti

delle cartoline postali^ ci voleva tutta la imbecillità

e la malvagità della polizia italiana clie

proclama firmatissimo

stato fede al

di

aveva prePetralia ed

Ad

onore del vero, però, deve avvertirsi subito, che l'avvocato fiscale, a richiesta della difesa, nel processo Chiesi, Romussi e Compagni, dichiarò di non volersi avvalere di Trattato di Bisacquino.

al

un siffatto documento danna degli accusati

!

(1)

e

il

Essendo passati

7

(1)

alla storia

Bisarquino, non

trattato di

documento Speranza 333 il

tanto, era sicuro della con-

:

ctie

documento firmatissimo

il

si

può

sottrarre alla storia

il

fu spedito da Eirenze a Turati

Maggio coir ambulante Firenze-Milano. Eccolo nella sua

integrità

:

V. V. è tentato farlo

stato

Rifredi

impossibile ,

Sesto

spedire.

inutilmente.

=

(per 000)

Biechi

non

si

è

rice-

" |~ir) tornossene a Livorno dove aveva trattatoY per 000 poco fino Genova dove Zandrino avrebbe provveduto per Alessandria dove di qui partito per

vendo 000 combinato Eomussi

(

Villavecchia avrebbe condotto Milano aggiungendo racimolato locale.

essendo

Avverto pronti

entro domani

che 17 sono gli

altri

stati

consegnati

329. Però

radunerà 000 manderà

Biechi li

solo

270 non

assicurami

Ciotti Blasi

i

che quali

=

ma per hanno precise istruzioni farmi recapitare non per " effettuata da Genova Zandrino spedi). Appena ( [[j

ravvi bolletta dichiarata 10 sottosuolo rimanenti 17 comple-

mento. Biechi operato miracoli. Sesto, Pigline, Prato hauno


NAPOLEONE COLAJANNÌ

Ì34

Tribunale militare di Firenze

Il

la

sua vita condannando

Speranza 333 e di

altri

chiuse bene

Fautore della cartolina

quattro analoghi documenti^,

lo sciagurato Sciascia-Sicurelli.

Ma

di questo atto di

rammarico la magistratura coed a Piacenza, nel processo Verrazzani-Marchesi, condannò in base ad una cartolina rassomigliante al documento Speranza 333 che fu letta e veduta da testimoni di accusa che V ebbero in mano.... e non la conservarono! La circostanza va notata perchè dà la misura della illusione nutrita da coloro che credono tuttavia che la giustizia sarebbe stata amministrata meglio dai magistrati ordinari. Questi mezzi edificanti, presentati come prove giustizia finale senti

sidetta civile;

contro ai

le migliaia di accusati che passarono dinanzi Tribunali militari, lasciano l'adito a pensare che

alla difesa in ogni caso sarà riuscito facile la

demo-

lizione degli edifizi artificiosi dell'accusa. Il senatore

colonnello Siacci che aveva constatato la deficiente

coltura giuridica degli avvocati di errori e di esagerazioni,

deplorato

vivamente che

maggiore

tra

il

fiscali,

causa prima

con rara opportunità aveva tale

deficienza

improvvisati difensori

gli

;

sia stata

di talché

duello tra l'accusa e la difesa avveniva quasi sempre

ad armi disuguali

"

cioè sleale. (1)

momento A messi modo Firenze rimasero

Quando uno

non mandarono non du-

corrisposto ultimo

sospetto

più rinforzi,

molti 17. Però

bitate

di

237-471 alacremente provvedete 000 anche da Pavia.

=

Doveva andare Bicelii senza spesa stima però prudente non muoversi aspettando notizie. Blasi non corrisponde.... [1] In diritto romano si scusa V ignorantia juris ai minorenni,

romani

alle

!....

donne,

ai

;

rustici....

ed

ai soldati.

Kh, quei


LASCIAMO PASSARE LÀ GIUSTIZIA

135

questi difensori di ufficio, onestamente, confessa la

domanda un breve rinvio per da persone competenti, un punto di

propria ignoranza e farsi cliiarire,

per

diritto

lui indecifrabile^

i

superiori

una punizione

di infliggerg-li

non mancano

disciplinare

continuamente beffeggiati dalFavv. guiti

nome

in

della

venivano

Tribunale di

processo pei tumulti di Riglione si

il

Firenze pel

tenente Ercolani

azzardò a dire^ che quel processo era stato ordito

dai preti.

guisce li

fiscale e redar-

dal Presidente in

discliplina

piena udienza. Così nel

I di-

(1).

fensori intelligenti e coscienziosi, del resto,

:

«

Il

il

non

Cosi

tenga per

rinvio

presidente

va

si

!

Cotesti apprezzamenti se

Osserviamo

se.

dibattimento

;

disciplina

la

no

se

,

e allora guai a chi tocca

dictu:

lìicr edibile

alza infuriato e lo redar-

si

finiti

i

!

»

fu punito

processi,

da Firenze l'avvocato fiscale Gavino Ricci perchè non era stato abbastanza feroce La misura era tanto punitiva che l'avvocato fiscale Bargalossi, chiamato a sostituirlo, alla prima coll'allontanamento

!

udienza

si

disse addolorato pel suo

tanamento... (Nazione

del

siamo arrivati a questo bertà di difesa

;

;

si

allori^

Del

ufficiali

ma non

e pare che agli

ingiusto

ottobre).

che agli

:

di difendere gli accusati

5-6

restò

s'impone

lascia loro

stessi

li-

le

ufficiali

autorità politiche vogliano proibire di dire la verità

(1)

Non

raccolgo la

voce

corsa di ufficiali

puniti

per

avere fatto delle difese troppo buone, sebbene la trovi riprodotta da

vari

giornali.

Tale voce corse pure ei*a

insussistente.

Mi

sembra inverosimile

pei processi di

la

Palermo nel 1894

cosa. ;

ed


NAPOLEONE COLA JANNI

136

come testimoni in mi inverosimile se non fosse vero se chiamati

processo. Parrebbe ciò

;

processo

Barbato

maggiore

e

il

clall' inchiesta

e

capitano

favore dell'accusato

fanteria,

eli

dal

rileva

si

fatta

contro

il

che deposero in

!

Meno male se davanti ai Tribunali militari, come presso tutti i popoli civili^ fosse stata sacra la difesa

!

Ma

a questa furono imposti limiti davvero

inqualificabili e la

si

svolgere in

fece

condizioni,

che dovevano renderla assolutamente inefficace, inadeguata.

Tale, a mo'

quando ad un delle

solo

schermaglie

doveva

esempio,

d'

riescire

ufficialetto

ignaro del diritto e

procedurali,

affidavasi la difesa

di dieci, di venti accusati

e per di più,

;

si

presen-

tavano in blocco requisitoria e difesa di molti pro-

una

cessi in

sei processi

sei

un

altro. Il

raggrupparono 46° in un giorno ed altri se ne raggrupparono in

volta. Così a

— dal 41°

dal 47° al

povero

52°

al

Milano

si

;

ufficiale difensore quasi

sempre

si ri-

metteva in questi casi alla clemenza del Tribunale segnalando la buona condotta e i buoni precedenti

Oh

dei suoi poveri clienti.

sare e nel condannare

vocato fiscale in

!

Milano

si ,

,

se

si

correva nell^accu-

correva tanto, che l'avsicuro del fatto suo, di-

chiarava inutile provare Taccusa.... Era inutile

l'ac-

cusa perchè era impossibile la difesa. Gli ostacoli, spesso insormontabili,

si

sollevano

punto di origine dei documenti della difesa il Prefetto di Ravenna ad esempio, negasi, contro legge, a legalizzarne uno che doveva servire alla difesa di De Andreis. Del resto tutti i documenti possibili e immaginabili non pesano nella bilancia al

:

,

dei Tribunali militari.


LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA

137

Della libertà di difesa consentita agli accusati si

avrà un idea da questo breve dialogo avvenuto

Pomigliano d' Arco (Tribunale di Napoli) Imputato : Debbo dire mezza parola. Presidente: Dite pure. Imputato: Domandate al Signor Brigadiere.... Presidente: Oh! ne avete E lo fa segià dette cinque di parole... Basta! dere. Ancora. Nel processo dei ferrovieri di Napoli Imputato lortina: « Vorrei s'inscrivesse nel verbale questa circostanza.... Presidente: Qui non state nella vostra lega ^ ma innanzi al Tribunale di Guerra e basta che noi sentiamo non occorre inserire nel verbale. In quanto a verbali afferma Walter nel

processo

i3ei fatti

di

:

:

;

— — gl'istruttori

non Mocchi in un giornale di Roma si curano di fare firmare gì' interrogatori ed a do« manda rispondevano Non importa tanto ve la vedrete col Tribunale il giorno dell' udienza » L'ottimo colonnello Mondino, Presidente di uno dei due Tribunali di Napoli^, aveva dichiarato non occorrere verbale bastare che egli sentisse. Avrebbe ;

:

;

!

:

potuto

bastare

realmente se egli e

i

giudici suoi

colleghi avessero sentito da tutte e due le orecchie.

Disgraziatamente per la giustizia e ancora di più per gl'imputati,

i

Presidenti dei Tribunali di Guerra

non sentivano che da una sola sicché la bilancia non poteva che essere falsa perchè la lancia non ;

poteva pendere fatalmente

che dal

solo

lato del

piatto esistente, ch'era quello dell'accusa.

Lo dichiarano più signori

Presidenti

dei

volte

ed

Tribunali

esplicitamente di

Guerra,

i

con

grave scandalo di coloro che dai medésimi attendevansi giustizia spiccia e sollecita, perchè liberata ,

dalle formalità curialesche^

ma

giusta. Detti illustris-


NAPOLEONE COLAJANNÌ

138

che non volevano testimoni a difesa, o ne volevano pochi; pochi o molti, del resto, soggiungevano che non avrebbero Presidenti dictiiaraiio

simi

loro prestato fede.

Queste dichiarazioni

fatte caso

per caso, im-

provvise, nel calore del dibattimento timenti possono chiamarsi

senza consultare

i

monologhi

membri

i

se

dibat-

dell'

accusa

del Tribunale, costi-

tuivano in se un'offesa alla dignità di questi ultimi ed erano contro la legge. Il Presidente, come argutamente osservò il Hocchi (1), anticipava la legge sul Giudice unico, e parafrasando il motto del Re Sole esclamava

Non

:

Il Tribunale sono io

\

dubbio su questa che sembrerebbe una enormità incredibile se non fosse rigorosamente vera il partito preso di impedire la presentazione dei testimoni della difesa. Chi percorre i resoconti dei Tribunali di Milano se ne può convincere ed a Milano occorse il caso più clamoroso della conc'è

:

;

danna iniqua

di

nimo, di cui non

un imputato, che aveva un omovollero ascoltare

si

difesa. L'iniquità è stata

Avvocato

fiscale,

i

testimoni a

documentata dallo

stesso

che sotto l'aculeo del rimorso ha

avanzato egli stesso la domanda di grazia in favore del povero condannato.

Re

al

Si capisce, però, la renitenza dei Presidenti a

sentire

mente

(1)

i

testimoni a difesa

inutili,

Anno

li

credevano perfetta-

perchè non degni di fede.

"Walter Mocchi

popolare.

:

:

La

cosa giudicata.

Nella Rivista

IV, N. 8. Francesco Giarelli nel Caffaro di

GenoTa ha confermato l'altro assistettero alle

la

narrazione

di

Hocchi.

L'uno

udienze del Tribunale di Napoli.

e


LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA

139

Lasciamo apprendere al lettore la grave circostanza dal drammatico resoconto dei dibattimenti. Siamo a Firenze nel processo pei tumulti di Figline. Il tenente Thermes, a difesa del colono Nocentini, non se ne presenta una lista di otto testimoni ;

ammette che uno. nente Thermes

:

ponessero che

il

le

e a

Sta bene

qualche

ma

:

:

Te-

cos'altro....

se otto testimoni de-

Nocentini non

Anche

Presidente:

numero

difensore ci tiene al

numero

Presidente: al

sarebbe

Il

si

mosse del

lavoro...

se fossero cinquanta

lo stesso (Mormorio).

carabinieri e

I

modo da non lasciar possedere una memoria

guardie hanno deposto in

dando

dubbio,

assai lucida.

prova di

Tenente Thermes

cida... Presidente:

Qui non

Eccezionalmente lu-

:

si

tratta di far discus-

E Nocentini è condannato. Lo stesso Presidente del Tribunale di Fi-

sione. L'incidente è esaurito.

renze dichiara: Si citano solamente

i

testimoni che

possono deporre su cose importanti! (Processo Guiducci e Teschi).

A

Napoli. Processo di Resina. Presidente: D'An-

Maria,

tonio

alzatevi.

vi avverto che

Negate pure

se

non crederò una parola

volete di

:

ma

quanto

Processo di Giuliano. Tenente Susanna: mio difeso ha citato quattro testimoni, che non sono presenti. Presidente oh se lei lascia fare a

direte ». Il

:

quelli

liano

lì,

E

!

venisse,

=

!

faranno venire a testimoniare tutta Giufa comprendere che se tutta Giuliano

non servirebbe a scuotere

l'edifìzio dell'ac-

Un imputato: Ma io tengo i testimoni... Presidente: Oh per me i vostri testimoni valgono zero. Per me i testimoni buoni sono i carabinieri e le guardie.

cusa.

Nello stesso

processo.

!


NAPOLEONE COLAJANNl

140

In quanto a Milano, i dialoghi hanno forma più garbata; ma il succo è lo stesso ed è questo: il

non accorda valore

Presidente

testimoni a

qualità dei

al

Ne

difesa.

numero

e alle

accorda tanto

poco a tutta la difesa, che a Filippo Turati preannunzia la condanna. E su questa inezia giuridica Ton. Barzilai ha presentato una interpellanza alla Camera dei Deputati. I criteri del magistrato sulla della

utilità

appaiono nella loro ributtante

difesa

nudità nella risposta che lo stesso Presidente dette all'

onorevole

tribunale

sia

De Andreis

Ma

:

crede

a prestar fede

disposto

che

lei

il

alle sue di-

fese?.:.

Fermiamoci un stimoni.

Il

istante sulla

questione dei

te-

difensore tenente Ponti, nei 36° processo

di Milano, con amarezza, che gli fa onore, diceva: «

Prima

che

terminare, noto

di

le

risultanze dei

vari processi m'inducono a credere che è assai più

venir qui ad accusare che a difendere.

facile

il

noto

1*^

:

che

si

ha tendenza che

fede a chi accusa

meno

classi

a

maggior

prestare

a chi difende

;

E

che

le

elevate dimostrano di possedere in mi-

sura ben ristretta quella qualità che si chiama coraggio civile e che fa ritenere fra i più sacri doveri quello di saper difendere a tempo e luogo simile, lasciando a parte

il

proprio

timore di conseguenze

il

spiacevoli ».

No, tenente Ponti

mancò

alle

!

meno

classi

Non

è

il

coraggio civile che

elevate. Egli è che

i

rap-

presentanti delle classi più elevate resero assai pericoloso

moni essere

l'adempimento del proprio dovere.

della difesa

andavano incontro

incriminati

,

e

si

I testi-

al pericolo

arrestò

il

Sartori

di

a


LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA

141

Firenze perchè l'Avvocato Fiscale dichiarò essersi foril convincimento ch'esso mentiva mentre non

mato

s'incriminarono mai

i

dell'accusa anche

testimoni

mendacio loro era lampante. E poi, a che Anche quando in favore degli accusati vanno a deporre gli uomini che occupano le più elevate e delicate posizioni sociali, il risultato non muta si nega a loro la fede,

quando

il

prò' esporsi a questi pericoli?

:

che

si

accorda intera

guardie di P.

alle

rabinieri, agli anonimi^ alle spie

bassi fondi sociali.

Un'enorme quantità

ai ca-

S.,

nei più

reclutate

di testimoni

appartenenti alle classi dirigenti depone in Firenze in favore dell' Avv. Crosti; e Crosti è condannato;

Comm.

depone in favore di Turati Turati è condannato. L' on. Colombo depone in favore di De Andreis De Andreis è condannato. Il capo del gabinetto del Questore di Napoli depone in favore Sbarra è condannato. Il cadi Lamberto Sbarra pitano dei carabinieri che ha il servizio politico in Napoli depone in favore di De Cicco De Cicco è condannato. Il tenente colonnello comandante l'arsenale di Castellammare di Stabia depone in favore di Scognamiglio e Scognamiglio viene condannato. Il Senatore colonnello Siani depone in favore di Verniero e Verniero viene condannato.... il

Pirelli

:

:

:

:

:

:

A

che cosa possono

servire

i

testimoni

degni di fede quando un sostituto avvocato Ricci (processo dei

socialisti di

tutti,

tra

i

quali

Monza ?

c'è di

a Firenze,

un maresciallo

e

il

fornaio

meglio

:

il

fiscale

Monza, 30 Giugno

non sono

e 1 Luglio) dichiara che

stimoni

più

attendibili

i

te-

Sottoprefetto dì

nell'udienza del 1 Griugno dei. carabinieri

Beccani nega.

E

il

afferma

Presidente

:

non


NAPOLEONE COLAJANNI

142

a credere piuttosto al valoroso maresciallo die

esito

^

un pusillanime ! Non è tutto. Se mancano i testimoni della stessa accusa, non si manda in libertà l'imputato, ma si

al Beccani, ch'è

rinvia

il

processo per supplemento d'istruttoria sino

a tanto che

si

siasi plausibile

riesce a

condannarlo per un qual-

motivo, Ciò accadde ad un Raffaele

Esposito in Napoli.

Con processi istruiti con metodi assolutamente incivili e nella mancanza completa di una vera difavore di giudizi giusti rima-

fesa, le probabilità in

nevano attaccate

al

personali dei giudici

filo :

sottilissimo delle qualità

dovevano supporsi in loro

eccezionalmente sviluppate TiRtelligenza e l'equanimità.

In generale, dello sviluppo intellettuale di un individuo tatto,

si

ha un primo ed importante indizio nel

nella garbatezza, nel sapere rispettare quelle

che sono le regole del galateo. Questo rispetto imponevasi specialmente di fronte agli accusati, che presentavansi innanzi ai Tribunali militari in così straziante inferiorità.

Usare modi cortesi verso questi poveri inermi costretti a combattere contro uomini ferrati, era un dovere più che una generosità; ma anche ogni residuo di

udienze e

gentilezza

venne meno

la brutalità della

denza in tutta

la

nelle

caserma

sua bruttura. Si

pubbliche

mise in evidice che delle si

invettive, dei sarcasmi inopportuni, ingenerosi, ado-

perati dal colonnello Parvopassu nei primi dibatti-

menti davanti il Tribunale militare, si scandalizzarono anche in alto e gli furono rivolti consigli di temperanza.

Ammansato

egli arrivò al

processo

De-


LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA

143

Andreis-Tarati, nel quale volle dar mostra di gentilezza col rivolgere

senza sarcasmo

— sapendo

giungere

a Tarati qualche complimento egli stesso fu costretto ad ag-

che non sarebbe stato creduto

sincero. Chi alla brutalità ed alle

giunse

i

tratti del buffone, fa

il

ingenerosità ag-

colonnello

Mondino

che credette poter passare alla storia provocando

indecentemente

l'ilarità del

pubblico nel distribuire

secoli di galera.

Di

lui ricostruì la ributtante silhouette

nell'articolo cennato e credo doveroso

il

non

Mocchi

insistervi

aggiungo soltanto, che suscitò la nausea il Presidente del Tribunale di stilano quando tentò vilipendere villanamente l'on. Maffi. E che dire di quel tenente colonnello Giacosa che alla fine della udienza del 9 agosto, in Firenze, consiglia gli accusati se vi vengono tra i piedi socialisti e anarchici^ mettete una mano nell'orologio e l'altra nd portamonete? oltre;

:

In questi processi pei tumulti di Aprile e Maggio 1898 non occorreva soltanto l'ordinaria sapienza giuridica

;

ma

era indispensabile pure una discreta cono-

scenza delle scienze politiche e

non potevansi valutare scorgere

dei

dove tra

reati

sociali,

al giusto i

senza la quale

dovevano popoli civili non se i

fatti e si

ne scorge traccia alcuna. Ora, l'ignoranza dei giudici militari su questo si chiarì sbalorditoria ed indusse il colonnello Parvopassu a chiedere all'Ing. Valsecchi cosa s'intendesse dai socialisti per conquista dei poteri pubblici

a Maffl

imputava a

eccitamento all'odio di classe e ijratiche

il

il

parlare di sane

rivendicazioni del proletariato

Chiesi rimproverasi

delitto

;

a Gustavo

discredito gettato sull'esercito

colle sue critiche della

campagna d'Africa

del 1887

;


NAPOLEONE COLAJANNI

144

e

sempre

videro terribili reati nelle

si

dì classe, leghe di

o^esisteiiza^

frasi

lotta

:

ecc., ecc.

Nel campo giuridico, l'ignoranzanon era minore; e preferisco attribuire ad ignoranza certi errori e certe contraddizioni^ che altrimenti si dovrebbero ascrivere a brutale malvagità.

Egli è così che Romussi, Chiesi e altri giorna-

condannati come complici nei fatti che procurarono devastazione e saccheggio, mentre la stessa sentenza dichiara quei fatti essere avvenuti

vengono

listi

indipendentemente dalla loro volontà. Per Valera, Koulichoff,

.

ecc.,

manca

necessarie perchè ci sia

l'estremo delle il

pubblicità

reato imputato. Al gruppo

dei giornalisti contumaci, che

dovevano rispondere

dei reati contemplati negli art. 246 e 247

si

rega-

larono sei mesi di più di quelli che loro spettavano.

A

danno 10 anni, mentre a Turati e DeAndreis^ per un reato minore, se ne danno dodici. Eilevo infine, che si distribuirono pene enormi per Pescetti

si

ed anziché rilevarlo colla parola calda e dotta dei valorosi avvocati che difesero i

reati insussistenti

condannati in Cassazione mi piace farlo con quelle di

un modesto Il

tenente

in difesa di di

difensore militare.

Mazza^ nell'udienza del 21 Giugno,

Valera innanzi

al

Tribunale militare

Milano osserva: «

delle

Trovo scritto in un libro, compilato da una menti più eccelse che onorano l'Italia (parlo

dell'illustre Zanardelli e del suo Codice. Penale,

segnò

come

:

il

«

che

trionfo del senso morale e della sociologia)

Nessuno possa

essere

punito per un fatto che

secondo la legge del tempo in cui fu commesso^ non costituiva reato ». (Articolo 2),


LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA «

145

Ora, lo stalo di assedio coi Tribunali di guerra,

per quanto possa

modificare la procedura

penale,

per quanto accordi competenza a reati anteriormente

commessi, non potrà mai annullare il dispositivo di articolo di legge, facendo considerare reato un

un

che,

fatto

secondo

la

commesso, reato non «

di

E

che

legge

del

tempo in cui fu

costituiva.

ora incriminati, sia per

fatti

articoli

non prova con evidenza Taver li-

giornali o discorsi o conferenze pubbliche,

costituissero reato, lo

beramente concesso ai giornali di circolare senza sequestro, il non aver mai spiccato contro i diretcollaboratori

tori,

mandato «

cusa,

Se

,

gerenti e

conferenzieri

alcun

di arresto o di semplice comparizione. i

miei difesi avessero, come sostiene Tac-

commesso

delitti

contro

i

poteri

dello

Stato^

o eccitato a commettere tali delitti^ se avessero pub-

blicamente istigato a delinquere, o fatto Tapologia

d'un reato, o incitato all'odio fra le classi sociali, certamente il potere giudiziario sarebbe intervenuto per reprimere «

il

reato coir azione penale.

Ora invece

venne contro

i

P. S., che con

il

Regio Procuratore mai inter-

nostri difesi e la stessa autorità di i

suoi rapporti

ha scoperto ora tanto

materiale di accusa, non ha mai ]Drovocato dal potere giudiziario alcun

provvedimento.

Cosa dice adunque codesto non intervento, discorsi, conferenze, sermoni ed articoli di giornali, che ora si vogliono incriminare;, non raggiunsero mai gli estremi del reato, e quindi non «

se

si

non che

agì a termine di

legge,

assieme non costituiva reato

perche ?

il

fatto nel

»

10

suo


NAPOLEONE COLAJANNI

146"

E non basta condannare

ma

condanna per

si

i

per

reati

reati insussistenti

i

clie

;

avrebbero potuto

avvenire, nel processo dei socialisti del Circolo di Chiusi

udienza del

Firenze,

accusa TAvv. Crosti pei verificati se

disordini che

non

circolo

il

Giugno

13

si

si

sarebbero

fosse stato sciolto....

Questo è di una evidenza

sorprendente e

si

applica alle numerosa categoria dei condannati giornalisti

da Chiesi, Eomussi e Valera a Menzione

De Cieco. La stessa sapienza giuridica fa condannare la povera Maria Marone di Napoli a 12 anni di reclusione come coìnjplice dello studente Cupola, suo e

amante, che

venne

si

assolto

!

seppe difendere da sé e che perciò (1)

Questa ignoranza

crassa

essersi

strazione

di

spiegare

certe-

trovata a capo di

ad una donna una innocua dimo-

donne

di

sentenze davvero draconiane

per

può

;

100

:

anni

7 anni

reclusione a 60

persone accusate di avere incendiato un carrozzone di

tram in Milano

tare nei

casotti

i

2 anni a chi '

;

facili

afifrettossi

a por-

abbandonati dalle guardie

ebbe pure le lodi del Presidente 20, 22, 25 e 30 mesi di reclusione a quattro imputati di avere dato ima sola bastonata ad un agente della forza pubblica in Casoria... Quattro anni di reclusione ebbe il Trinci per avere scagliato dei sassi innocui in Firenze.... daziarie di Eesina

!

Il

caso della

Marone ha

sollevato

un grido d'indigna-

zione nella stampa di ogni colore^ anche devota alle istituzioni

{Tribuna^

Don

poli^ ecc.)

Ma

Chisciotte^ Mattino^

quanti

altri più.

Roma^

Corriere de

enormi non ve ne sono

Na?


LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA

E

chiaro

i

:

147

Tribunali di gaerra, in quanto a

somministrazione di pene, adottarono questa savia massima melius est abundare qiiam deficere ! :

Ed abbondano anche

contro

il

parere deir ac-

a Firenze V Avv. Fiscale

Gavino Eicci domandò sei mesi di detenzione contro Del Buono ed un anno contro Ciotti il Tribunale ne dette quattro anni e due mesi a quest' ultimo otto mesi al cusa

:

;

,

primo.

Tanta severità viene compensata dalle imparzialità Imparziali sempre i giudici militari passano sopra alla parola del Ee e condannano gli amni! . .

stiati,

i

contumaci^

i

pazzi, gli ubbriachi. Sui reati del

borbonico Menzione passano sopra due amnistie e la

pena scontata, ma il Tribunale di guerra cancella tutto e condanna. I contumaci erano stati risparmiati sotto Francesco Crispi, che non si lasciò smuovere dallo scrupolo insolito pel rispetto alla legge da chi avche sfuggiva alla lontana una grossa preda Cipriani {Don Chisciotte N. 208 del 1898) ma furono inesorabilmente condannati nell'anno di grazia 1898. I pazzi farono ritenuti sempre irresponsabili ma il .Tribunale militare di Milano scrive vertivalo :

;

;

un nuovo capitolo di psichiatrica, regno condanna un Gonfalonieri il di

accusa

il

il

cui solo testimone

carabinieri

dei

lo

e condanna Zoppini per avere griViva il so19 Maggio nel corso Vercelli

dichiara pazzo

dato

maresciallo

e pei fatti di Se-

cialismo

;

:

!

Viva r anarchia

bastava ad assodare chiararono

f

La

sola data del reato lo mentale periti medici

lo squilibrio

irresponsabile

tre

;

;

di-

ma

Zoppini viene condannato, benché sia stato dician-

nove volte

al

manicomio

!


NAPOLEONE COLAJANNÌ

148

può immaginare

Si

se troyarono grazia gli ub-

un De Ambrogi venne coiidaniiato per avere emesso non so quai grido sovversivo dopo essere

briaclii:

stato per sette ore continue all'osteria... e x)er avere

gridato

:

a tutto

il

vorrei avere tanta...

Pietà

mondo ! non si ha

se

carta da

dare fuoco

non per coloro che nei pro-

mezzogiorno risultarono all'evidenza

cessi del

isti-

gatori e promotori dei disordini per gare municipali:

nessuno

di

loro fa

Erano

condannato.

cavalieri,

commendatori, uomini d'ordine^ che a data ora davano la caccia ai sovversivi e meritarono tutti i riguardi. Nessuno sospettò in questa pietà Tinfluenza del pregiudizio o dell'interesse di classe

E

!

condanna Don Alber tarlo, trovano pietà i preti in Firenze, dove vengono assolti tutti quelli del 25 giugno per accuse che se

a

Milano

si

avrebbero procurato anni ed anni di reclusione

ai

socialisti.

Con

processi istruiti nel

Benza difesa, coi

modo che abbiamo

criteri, colla

zialità dei giudici

che

ci

visto,

sapienza e colla impar-

sono noti

i

:

Tribunali di

Milano distribuirono anni 1390, mesi 3 e giorni 2 di reclusione anni 90, mesi 1 e giorni 6 di detenzione anni 307 di sorveglianza e L. 33,952 di multa a 688 imputati dei quali 17 donne e molti mi;

;

norenni. A Napoli vennero condannati 812 individui '— tra i quali molte donne e molti minorenni

a 624 anni, 11 mesi e 21 giorni di reclusione e detenzione

;

80

anni

L. 50,927 di multa.

e

6

mesi

di

sorveglianza

e

Le condanne più gravi furono

quelle del Tribunale di Firenze pei fatti di Figligne:

Un Pampoloni ebbe

27 anni di galera

;

Fabbricanti


LASCIAMO PASSARE LA GIUSTIZIA e Giani 25,

Musuai

149

Borghesi e GaQuesta statistica è

Laperini,

24,

brielli 22, Coloni 20, ecc., ecc. (1)

veramente paurosa e fa temere che i Tribunali di guerra abbiano sparso copiosamente seme di odio ed è un giornale conservatore, cui non sfugge la ;

che

pensare

a

realtà,

condanne degli uomini Milano ha avuto tutto

le

politici e dei giornalisti di il

una vendetta più che

carattere di

un severo

di

Agosto 1898). Se la vendetta e l'odio seminati possano produrre la pace o l'amore non so; auguriamoci che atto di giustizia. {Mattino 19

l'avvenire sia migliore di

quello intravvisto e

te-

muto. Per ora concludiamo col senatore e colonnello Siani coi Tribunali di guerra si sono avute con:

danne

feroci; feroci sino al ridicolo !

Corriere della Sera (N. 127 del 1898) con pro-

(1) Il

fetica incoscienza scriveva,

cessi

prima che inoominoiassero

pre-

:

«

Alessandro

Manzoni,

San Fedele, pareva guardasse mesta

e dicesse:

E

mia morte?

E cambia

il

chi guardava

li

minuto

il

:

«

modo che

i

con aria

Milanesi

hanno

venticinquesimo anniversario della

Manzoni, pensava che

aveva già circostanze

cosa;

perchè

i

descritti nel suo ;

conosciuto dice quello che

Kenzo

piedestallo a

tutto quel tramestìo

»

e più è la stessa

giorni egli

dall'alto del suo

in questo

pensato di commemorare

più

i

il

mondo più

subbugli di

questi

romanzo, sino nelle

perchè di ogni arrestato un po' il

Si sa di sicuro che

mercante bergamasco diceva le lettei'e

son rimaste in

di

mano

della giustirda^ e che c'è descritta tutta la cabala; e si dice

che ri anderà di rìie%%o molta gente

Oh!

se c'è

»

andata di mezzo molta gente!

Benzo Tramaglino impallidiscono

I

tempi

rispetto a quelli nostri.

di


NAPOLEONE COLAJANNI

150

L'illegittimità delle accuse, la

dei giudici --

il

elei

Tribunali militari,

mancanza tutto

basi

le

della difesa, l'ignoranza

coronato da questa ferocia

come e perchè movimento in favore dell'amnistia si accentui e divenga una valanga irresistibile cbe schiaccierà coloro che vogliono arrestarla valanga a cui hanno

sino al ridicolo nelle pene, spiegano il

:

portato

il

loro contributo tutti

classi sociali.

E

si

i

partiti

vuole l'amnistia,

nel

e

tutte

senso

giustizia riparatrice, perchè nei condannati

si

le

di

rico-

né noscono delle vittime, non dei delinquenti Di grazia^, politici, né comuni. di perdono hanno bisogno soltanto i giudici.


X.

LA CONDANNA DELLE IDEE

Avvenne bunali Militari

innanzi ai Tri-

processi svoltisi

dei

ciò eh' era

avvenuto pei tumulti

;

l'attenzione del pubblico concentrossi a Milano.

Quasi tutte

le

udienze del Tribunale di guerra

consacrate ai tumultuanti di Maggio ebbero la loro speciale importanza in quanto che somministrarono gli

elementi migliori

vera dei moti

desume chiara

pel retto giudizio suir indole

la sintesi sui vari elementi, poi, si

;

completa dei due processi dei giornalisti e dei deputati^ come vennero denominati. La qualitĂ degli accusati e la natura dei reati e

che vennero loro imputati spiegano

il

fenomeno

e

danno ragione del vivo interesse col quale gĂŹ' italiani ne seguirono lo svolgimento. Allora venne in discussione esplicitamente

Ăˆ della

chiaro

:

se

si

il

complotto.

fosse provato che le

primavera del 1898 furono

la.

sommosse

conseguenza

della preesistente organizzazione e della decisa de-

terminazione di un partito per provocarli e riuscire


NAPOLEONE COL A JANNI

152

ad una rivoluzione^ la gravità delle prime sarebbe stata enorme ed avrebbe potuto giustificare sino ad un certo punto T allarme delle classi dirigenti e dei conservatori e T azione spiegata dal, governo. Ma la dimostrazione mancò completamente. Nei moti del mezzogiorno non si tentò neppure tanto di accennare alla esistenza di un complotto essi furono improvvisi, disordinati, apolitici. Se ne parla in Toscana. Ma a Firenze dove avrebbe dovuto farsi più palese, il complotto fa escluso quando più la paura spingeva alle esagerazioDi, anche sindair organo massimo dei conservatori dalla cere Nazione. L'importanza e la natura reale dei tumulti, quando più viva era l' impressione dai medesimi può dedursi dai seguenti brani suscitata che « Dopo il giorno 6 Maggio, tolgo da quel giornale « non una mosca venne molestata nessun disordine ,

:

,

,

,

:

;

mura

nemmeno

«

fu segnalato dentro le

«

nel giorno sei nessun disordine sarebbe accaduto...

«se «

« si

non

;

sarebbero certo prodotti

si

e

modo... Questi fatti

operato in altro

si fosse

dolorosi

cittadine

era esagerato Vallarme con

se^

mentre

ingiunzione

di

dopo aver fatto uscire

la

la

«

chiudere

« «

truppa , quando meno ve n' era bisogno y non si fosse abbandonata la Piazza Vittorio Emanuele,,

«

lasciando rinchiusi^ poco lontani^ interi battaglioni

«

di truppa ».

«

calzava

«

avvenuti. Giornali esteri e

botteghe

le

e

Maggio che rinpanico fu superiore ai fatti

Così la Nazione del giorno 7 il

9

:

«

« di certe regioni,

Il

ronza a Firenze^ diffondono

«

è

sopratutto

i

giornali

che hanno interesse a far concor-

«

Ed

,

,

le notizie

obbligo delle autorità

il

più esagerate.

farle smentire ».


LA CONDANNA DELLE IDEE Ci fu tan.to

per

i

153

complotto, che l'avvocato Fiscale^

il

il

mas-

nel processo di Figline, che fu seguito,

come

caporioni arrestati a Firenze, chiese

simo di un anno*.

E

condanne la stessa sappiamo, sentenza ammette V influenza della propaganda dei ma esclude V associazione a departiti sovversivi dalle

più

severe

,

,

linquere ed

complotto.

il

Per Milano

siccome nei tumulti

,

l'azione determinante

potè sorgere

del

escludevasi

disagio economico

spontaneo e sincero

il

,

così

sospetto della

cospirazione e dei motivi politici tanto nella stampa locale quanto in quella del resto

del regno.

Il

so-

spetto divenne certezza per gli organi conservatori

e reazionari.

Corriere della Sera, in

Il

domani « pane

dei fatti del 7 scriveva

prima pagina, «

:

all'in-

La questione del non vi

è passata in seconda linea, anzi qui

«

fu mai. Essa servì di pretesto

per ispingere

agli organizzatori

«

dei disordini

«

operai mal consigliati, donne^ ragazzi ad eccessi

«

che a Milano non

« sibili

».

Meglio

si

giovani

sarebbero

informato

e

incoscienti,

mai creduti pospiù equanime,

il

cronista in seconda

pagina spiega e corregge, ed augurandosi che i rivoltosi dalle misure prese vengano distolti da nuovi pazzi tentativi, soggiunge « Ce lo fa sperare la mancanza di direzione e di :

«

organizzazione nella sommossa. I conflitti avvenuti

« ieri

*

non indicano da parte dei tumultuanti, nessun

Per

renze del

la verità.

Comm.

=***

Appunti

sullo

Stato

di assedio a

Fi-

Firenze - Settembre 1898, pag. 75,


NAPOLEONE COLAJlNNI

164

Le

disegno prestahilito.

«

« visate

senza

harricate furono iniprov-

concetto

ìin

bandonate

«

revolvers,

«

ùi possesso degli assalitori

« « « « 't

e

furono

ah-

senza essere difese. Salvo pochi non si videro armi da fuoco

«

Le

« esplosive.

tattico

(?)

si

videro materie

avvennero alla spiccio-

colluttazioni

Non si nominano capi che dirigono la sommossa. Non si vedono proclami che diano una direttiva al movimento. Non si ode an grido lata ....

che abbia un significato qualunque e che accenni ad una nieta ». (N. 125). Questa la verità che non

teme smentita.

voluto tutto r accecamento partigiano della Perseve-

movimento del 7 ebbe rivoluzionario spiccato. La sommossa

ranza per affermare « «

«

«

un

carattere

« Il

:

scoppiò in vari punti della città simultaneamente.

I fatti si svolsero facendo credere ad un grandioso piano prestabilito di rivoluzione,

di saccheggio, di devastazione ». (Numero del giorno 8 Maggio). E il giorno 9 insiste accusando i repubblicani come autori principali, «

che trascinarono pete

il

giorno

dettagli,

i

12

socialisti.

quando essa

breccia dei

E

la stolta

quando erano

accusa

noti

ri-

tutti

i

stessa sentivasi umiliata della

Cappuccini

!

parlando

dell'

accordo

dei repubblicani cogli anarchici, colFimbeccata che i

rivoltosi ricevevano dalla vicina Svizzera, in cui

risiedeva

la

del partito

mente

(?),

direttrice (?), lo

stato

maggiore

del complotto ordito dai repubblicani

e secondato dai

socialisti

senza entusiasmo

,

della

distribuzione di rivoltelle fatta dai repubblicani, ecc.,

E tutte queste menzogne le dava come notizie precise ricevute da fonte attendibile circa la preecc.


LA CONDANNA DELLE IDEE l?arazione

e

V organizzazione della

155

che tro-

rivolta,

veranno la conferma nelle risultanze del procedimento penale .... (1). In questa criminosa aberrazione, la Perseveranza ebbe complici la Questura e 1' accusa. L' identità assoluta del linguaggio autorizza ad ammettere che gli articoli

del giornale

conservatore

i

,

rapporti

del Questore Minozzi e degli altri delegati, gli atti di accusa

le

Avvocati

requisitorie degli

e

fiscali

il

rapporto Bava Beccaris abbiano la stessa origine.

A

tutti

le

la

flissero

risultanze del procedimento

più

clamorosa smentita,

gnosa umiliazione.

penale

più vergo-

la

Tribunale di guerra,

Il

escluse esplicitamente

il

complotto

in-

infatti,

entrambi

in

i

processi.

E

per quanto

quei giudici

siano

si

mostrati

sempre, ingiustificatamente severi, il complotto non avrebbero potuto ammetterlo senza coprirsi di disonore. Non potevano e non dovevano prestar fede al complotto di casa Ceretti non a quello presso ;

la redazione dell' Italia del il

Popolo

dove sedeva

Comitato pro-repubblica che comprendeva

narchico Val en tini

;

non

all'

il

antico accordo tra

repubblicani, socialisti e anarchici, smentito da serie

interminabile di

avrebbe

(1)

lotte e

il

cui

fatto ritornare anti-socialista

Ya

rilevato

con

particolarità

Perseveraìiza, perchè esso rispecchia

il

del partito conservatore lombardo, che

mo-

il

solo

una

sospetto

Edmondo De linguaggio

pensiero

dfilla

ha in mano

della

frazione il

Muni-

cipio di Milano ed altre importanti istituzioni locali e che, pur troppo! esercitò poderosa influenza sulle dissennate misure del governo centrale. .


NAPOLEONE COLAJANNI

156

Né potevano prendere

Amicis.

anarchico

di carta

dell'

scritto...

Evviva

sul serio la bandiera.

Callegari

quale

sulla

.

era

la repubblica!

Meno ancora

un

contraddizioni di

le

disgraziato

Avvocato fiscale Torre che pei fatti del 6 Maggio, mentre afferma V organizzazione di un vero e proprio moto rivoluzionario negli accusati non trova che ,

,

fannulloni,

i

quali

si

sono messi nella dimostrazione

per fare del chiasso : fannulloni ai quali fa regalare sette anni di reclusione È innegabile il Tribunale di guerra, escludendo il complotto, più che fare atto di giustizia, provvide !

:

alla propria dignità (1),

(1)È bene ohe

si

abbia un'idea dei reati attribuiti dalla

questura nei suoi rapporti e nelle deposizioni dei suoi rap-

prove

presentanti e delle contro

socialisti.

i

addotte

contro

i

repubblicani e

Nel rapporto della Questura

ascrive a

si

colpa del partito repubblicano la chiesta abolizione del dazio sulle farine e la

Czar se capiti tra

diminuzione le

secondo la Questura leratezze

:

fece

delle spese mililati...

unghie del Questore Minozzi il

partito socialista

propaganda,

(Povero

Sempre

commise queste

scel-

ricevette aiuto dallo straniero...

negli scioperi organizzò associazioni... di e

!)

arti

mestieri

e

leghe di resistenza., portò suoi candidati anche nei collegi

nei quali non avevano probabilità di riuscire.... Alla licioff

questa iniqua che

volle

sfuggire

la

Kou-

galera

russa

rim-

reclusione italiana

per assaporare

le delizie della

proverarono

conferenze sul miglioramento igienico ed eco-

nomico

le

delle donne. Tutti questi reati e queste

si

prove furono

trasportati di sana pianta negli atti di accusa e nelle requisitorie dell'avvocato fiscale

che

il

21 Giugno affermava a t'ere

raggiunta la prova di una organizzazione solida bell'atto di accusa contro

i

giornalisti^

il

e

completa.

Bacci^ che non trovò


LA CONDANNA DELLE IDÉE

157

Sfumato questo umoristico complotto clic non ebbe capi, armi, programma, nò bandiera, e mancata completamente la dimostrazione della partecipazione ;,

ai

tumulti dei

giornalisti

e dei deputati

non

_,

si

comprendere per quale titolo vennero condannati. I. motivi della condanna sfuggono ad ogni ricerca ond'è che l' onor. Barzilai afferma essere entrato nell'aula dei Tribunali di guerra il simboriesce assolutamente a essi

;

lismo ibseniano

,

che fa scorgere in Turati

,

in

De

Andreis, negli altri accusati^ dei simboli^ delle personificazioni dei partiti ribelli. Altri rici

i

reati

processi

attribuiti

agli

chiama metafo-

accusati

allegorici

e

i

nei quali, con fantasia ariostesca, ai verbi

;

parlare, dire, scriveì^e, professare... accompagnati ora

da una ed ora da un' altra espressione avverbiale, come palliare con sarcasmo, parlare in modo sospetto,

modo

di far

stata scelta

condannare

come centro

il

Barattieri, affermò che

posiuone geografica poteva più facilmente nente del regno onde impedire l'arrivo

perchè quivi più sollecito sarebbe stato

parato ed organizzato Isvizzera. Disse che

i

Milano era

della rivoluzione poiché per la sua

dei

fuorusciti

tumulti furono

altra

di il

rima-

truppa....

soccorso già ptx-

italiani

fatti

centri allo scopo di attrarvi le truppe,

isolarsi dal

residenti in

sorgere nei piccoli

sguarnire

le

città e

un colpo di mano. Concludeva che kctU i moti d'ItaLa non furono che la conseguenza di una lunga jDreparazione diretta

tentarvi

airunico scopo di mutare temerarie

affermazioni

gli

ordini politico-sociali.... Questo

che fruttarono secoli

di galera,

non

meritano l'onore della discussione. Fanno fede della ignoranza

fenomenale degli avvocati

fiscali.

Oh

!

se

aveva ragione

il

senatore Slacci ad invocare la riforma dei Tribunali militari

Ciò s'impone nell'interesse dello stesso esercito.

I


NAPOLEONE COLA JANNI

158

IJrofessare apertamente delle idee, scrivere articoli sui

giornali

mia

attribuisce

si

criminosa, quasi clie le parole in bombe,

possano tramutare

Si sa, però,

!

che non furono allegoriche o me-

condanne bene aggiungere

taforiche le

!

nel ricorso in la capacità

si

efficienza

discorsi in tumulti, le idee e gli articoli

i

in corpi armati, ecc.

E

speciale

e lo rilevò l'Impallomeni

Cassazione

che per Turati, oltre

— non quella di Chauvet —

a delinquere

tramutata con un giuoco di

riconosciuta in tutti e

come notò

bussolotti in reato commesso,

il

Barzilai,

c'era qualche cosa di più concreto, ehe accennava

ad un in

fatto

egli

:

modo non

il

giorno

sei

raccomandò

giudicato ortodosso

vocato Cavalla in

modo da

;

la

calma

e parlò coir av-

potere essere sentito dai

rivoltosi....

Ben

gli

esporre

la

stia la

vita per

condanna Perchè andare ad raccomandare la calma ? Se !

qualche parola non fu ortodossa però, il Tribunale riconobbe che le intenzioni erano corrette disse :

esplicitamente, infatti, che blicani,

i

Non

tmnulti non

i

capi socialisti e repub-

volevano.

li

insistendo più oltre su queste sentenze del

Tribunale di Milano

,

i

cui

considerando

Barzilai

chiama degni della Papuasia e smettendo ogni ironia, si può riassumere l'opera tutta di questa magistratura eccezionale, non consentita dallo Statuto, in questo giudizio essa non ebbe che uno scopo la persecuzione e la condanna del pensiero, delle idee, della legittima e pacifica propaganda. Che sia stato questo il fermissimo proponimento dei Tribunali Militari appare chiaro, lampante dalla li

,

:

:


LA CONDANKA DELLE IDEE motivazione

sentenza

della

contro

159

giornalisti

i

:

V opera eli Chiesi e di Romiissi repubblicano il primo e radicale il secondo, nella quale sì manten«

,

nero sino alla soppressione tuisce

fatto

il

dei loro giornali

materiale

(?)

costi-

,

diretto a suscitare la

guerra civile, sebbene, ciò non fosse in quel momento da essi desiderato e sia avvenuto per causa indipendente dalla loro volontà ».

(1)

motivi generici e specilìci di responsabilità di Turati e di De Andreis sono identici s'imputano I

:

all'uno gli articoli ecc.

;

del 1898,

V Inno dei lavoratori^

e all'altro le opinioni repubblicane, la costitu-

zione di circoli e

[1]

i

La prova

discorsi repubblicani...

Carlo Romussi, dal cellulare di Milano,

il

22 Agosto

1898 diresse una nobile lettera aìV Associazione fra nalisti lombardi e ponevale questi tre quesiti

gior-

i

:

1.

Se

può chiamare responsabile un giornale ed

si

suo direttore di si

stampa 2.

di di

e

fatti

che

il

cbe accadono nella

dove

il

il

giornale

giornale stesso sconsiglia e biasima.

— Se giuridicamente

una serie un uomo,

città

di articoli

possa prendere

si

rappresentanti

e portarlo contro di lui

dato l'ordinamento nostro per

il

complesso

opera giornalistica

come

quale

il

1'

titolo di accusa,

funziona un

procu-

ratore generale, incaricato di controllare volta per volta ogni

singola pubblicazione. 3.

Se non sia da chiedere

al

Parlamento che

le

ac-

cuse di reati commessi per mezzo della stampa siano in ogni

tempo

sottratte ai tribunali militari e sottoposte al giurì.

L' Associazione

hanno

risposto

giustizia,

lombarda

conformemente

delle leggi e del

ai

e

tutti

i

giornalisti

onesti

dettami dello Statuto e della

ma

buon senso;

stano e lo vittime nei reclusori d'Italia

!

le

Sentenze re-


NAPOLEONE COL A JANNI

160 delle prove,

infine, la ritrovano nelle parole,

inter-

che Turati e De Andreis pronunziarono imprudentemente, quando il loro animo era abbeverato di amarezza, quando l'indignazione avrebbe eccitato gli uomini più miti e

pretate loiolescamente

,

più teneri delle istituzioni ufficiale e di

!

alla

un avvocato Cavalla

,

presenza di un

die

si

fece

un

merito nel denunziarle.

Questa persecuzione e condanna del pensiero delle idee

,

della

intendimenti

propaganda

dei Tribunali

perfettamente colla

,

pacifica eh' era negli

guerra

di

,

corrente psicologica

armonizza degli

av-

vocati fiscali e delle Regie questure. Queste ultime

trovarono un'aggravante nella stessa temperanza del

perchè con questa temperanza, disse un testimonio poliziotto, riusciva meglio a fare breccia

Secolo

;

negli animi

(2)

mentre

il

buona a Don Albertario

Tribunale non può menar

la fine ironia

adoperata nei

suoi articoli....

In una nota precedente e in altre pagine furono dalle que-

rilevate le accuse sbalorditorie scagliate

sture del regno agli

sempre

imputati, nelle quali

di opuscoli^ di discorsi

incriminati per lo passato si

rimprovera

al

De

sovversivi

si

parla

mai

più specificatamente

Cicco in Napoli di ricevere e

leggere riviste e giornali repubblicani e socialisti nei certificati rilasciati dalle autorità la

morale buona,

ma

si

cattiva la condotta politica

l'avvocato fiscale recede dell'accusa contro tari benché

(2) Il stri

;

repubblicano

;

il

;

rileva spesso ;

Zavat-

rapporto della questura

Secolo in dodici anni ebbe in tutto dodici seque-

e furono gli anni della reazione.


LA CONDANNA DELLE IDEE

161

per Valera confessa che non fu possibile aver dati positivi per credere che esso abbia preso p)arte attiva

ma viene condannato lo stesso Ma perchè cercare elementi ed

ai tumulti (pag". 217)

per

le

indizi

sue opinioni.

per assodare questa

persecuzione contro

E

il

determinata e voluta

pensiero?

colonnello Parvopassu, che

sapendo di non avere fatti a disposizione per condannare in uno scatto imprudente, volto a Turati esclama; .

le

il

vostre idee sono criminose!

Tanto criminose,

che non

gli

consente quella

libertà di esporle che il Tribunale Militare di Palermo concesse nel 1894 a De Felice e Barbato... Chi può negare il progresso compiuto in quattro anni ? In Italia non si cammina, si galoppa sulla

via della reazione...

Dichiarare criminose siero

;

ganda.

condannare . .

Ma

!

la

le idee;

pacifica

processare

e legittima

il

pen-

propa-

per impedire tutto ciò che ritenevasi

mostruoso, per acquistare la libertà delle idee, del pensiero, della propaganda^ migliaia di

martiri la-

sciarono la testa sul patibolo o gemettero per anni

ed anni nelle galere del Piemonte, dell'Austria, del Papa, del Borbone: per conquistare tanta libertà,

r Italia

fece cento insurrezioni e

parecchie sangui-

nose rivoluzioni che costarono la vita a migliaia dei suoi figli Il

!

gretto e prosaico materialismo contemporaneo

con una sdegnosa scrollatina di spalle indicante il nessun conto in cui devono tenersi questi ricordi oramai troppo risponde a queste evocazioni liriche

antichi, stantii.

11


NAPOLEONE COLAJANNI

162

Ebbene, questa incoercibilità del pensiero, questa della

legittimità

favore

propaganda

delle

hanno in

idee

porola indiscutibilmente autorevole di

la

un contemporaneo di Giuseppe Zanardelli, in nome del cui Codice Penale si processa e si condanna (1). Se Zanardelli appare un dottrinario liberale, si :

rievochi la

un conservatore autoritario, Spaventa, che non solo la libertà

memoria

quella di Silvio

di

delle idee voleva piena

ma

ed intera,

anche quella

di riunione e di associazione (2).

Ad

ogni

modo

confortiamoci.

razioni di Tribunali^

serma ignorano scienza

il

i

diritto

la

,

la storia, la

correttivo

il

Corte di Cassazione

le

aber-

cui giudici educati nella ca-

diritto,,

sociale, c'è

Contro

di

:

Roma

politica, la

c'è la

suprema

la cittadella del

magistratura istituita per mantenere

esatta osservanza delle leggi

(1) Gli Italiani

la

(3).

immgmori leggano

delli in risposta alla interpellanza

i

discorsi

di

Zanar-

Nicotera in maggio

sul permesso congresso repubblicano riunito

al

1878

Ar-

Teatro

gentina.

Discorso letto la sera del 7 Maggio 1880 nella sala

(2)

dell'

Associazione costituzionale di Bergamo. Sulla interpretazione ed applicazione

(3j

doli'

ordinamento

portate^

giudiziar-io,

cbe contiene

le

parole su

ri-

discusse in occasione delle sentenze dei Tribunali

si

militari

di

Marcora

e

Sicilia e di

Majno

Lunigiana

nel

1894.

Gli

avvocati

ripresero splendidamente la discussione nel

ricorso presentato alla Corte di Cassazione di di Chiesi,

122

dell'art.

Romussi, Valera, Koulicboff,

ecc.

Roma in

La

difesa

ripresero per

dimostrare - e vi riuscirono luminosamente - cbe la Cassazione

aveva

il

lità dello

diritto o

meglio

il

dovere d'interloquire sulla lega-

Stato di assedio e dei Tribunali miUtari; su c^uesta


LA CONDANNA DELLE IDEE è che

Vero

uno strappo

163

supremo magistrato nel 1894 dette articolo dell' ordinamento giudi-

il

allo

ziario^ che assegnavale l'altissima funzione di mantenere la esatta osservanza delle leggi, rinunziando

a conoscere delle illegalità dello Stato di assedio e ma si poteva vivere sicuri che dei Tribunali Militari ;

le

sentenze dei Tribunali militari, che colpirono le

idee, le opinioni, la

propaganda

pacifica sarebbero

avrebbero condotto alla liberazione dei cittadini ingiustamente condannati. Ci si poteva nelle contare, perchè la Cassazione nel 1894 aveva proclamato cocause Fiorenza e Molinari state annullate e

Cassazione I.

competenza,

violazione di

stituire

alla guerra civile

eccitamento

un semplice danneggiamento, un tumulto, II. il qualificare come fatti diretti ad la

guerra

in

:

qualificare

il

sindacabile

civile le

semplici

ecc. eccitare

conferenze, le

lettere,

gli articoli di giornali, ecc.

lità

ritenere in rapporto immediato di causa-

III.

il

con

gli

avvenimenti, che provocarono

di assedio, le essi

)

lo stato

conferenze (tenute anteriormente ad

nelle quali

non

si

usci dal

citamenti a semplici parole ed in

campo cui non

accordi o determinazioni per compiere

i

degli insi

presero

fatti cri-

minosi poi consumati.

questione e sulle altre innumerevoli dizioni delle sentenze di cui qui

con grande

profìtto oltre la

si

mostruosità e contrad-

discute

si

possono leggere

connata memoria a firma Marcerà

e MaJBd, le altre d'Impallomeni, Esoobedo,

Orzi,

Sacchi in

difesa di molti conda^nati dai Tribunali militari del 1898.


NAPOLEONE COL A JANNI

164

Non

è chiaro

massime riconosciute condanna dei giorna-

che colle

dalla Cassazione nel 1894 la

e dei deputati nel 1898 è ingiusta

listi

È

sata ? utile

nel

e sarà cas-

come la luce del sole ma non è momento storico che attraversiamo e la chiaro

'

;

Cassazione mettendosi in armonia coi tempi e cogli

uomini che ci governano, ripudia le massime solennemente promulgate e conferma la sentenza contro la libertà

pensiero

del

e contro la

legittimità

della

propaganda (1). Da questa minima capitis diminutio alla massima che si ebbe nel 1894, la decollazione della giustizia è compiuta (2) !

Commentando quest'ultima sentenza della Suprema Corte di Cassazione di Roma^ un giornale amaramente conclude

(1)

La stampa

:

tempo (Settemare 1898)

liberale a suo

si

scandalizzò della promozione accordata al consigliere Nazzari

che era stato relatore in Cassazione contro Milano.

La stampa ebbe

torto; c'erano

nella brillante carriera del Tondi,

uno

i

condannati

i

di

buoni precedenti

dei giudici che con-

dannarono Lobbia. (2)

U indole

e la

tono di entrare in

mole

di questo scritto

considerazioni

della Cassazione che respinse

Tribunali militari.

Ne

fece

i

una

non mi permet-

giuridiche sulla

ricorsi critica

dei dotta,

sentenza

condannati seria,

dai

elevata

Majno {Rivista popolare, Anno IV, N.7). EileTO qui soltanto che la Cassazione di Koma ha osato comil

Prof. Luigi

pletare in fatto le sentenze del Tribunale di guerra, dicendo

essa ciò che ^\yq

il

Tribunale di guerra ebbe

e cioè che Chiesi,

Eomussi

e gli

la

multi. Il Tribunale disse esplicitamente che I

oommenti su questa enormità sarebbero

onestà

di

non

altri vollero i tu-

non

li

superflui.

vollero

!


165

LA CONDANNA DELLE IDEE

A

«

noi pare che

giudici della Corte abbiano

i

per parte d'ogni buon patriota. Essi hanno conferito valore al con-

opera meritevole di elogio

fatto

cetto unitario ». «

L'unità politica fu conseguita nel 70.

«

L'unità morale è posteriore

mini

di

Crispi

;

è

dovuta a uo-

grande pregio, non ultimi il Depretis, i settentrionali passarono e il Rudinì ;

meridionali

contagio

il

insegnarono a energia {vulgo questa via

si

quelli

delle speculazioni;

modo

il

violenza)

di

ebbe l'unità. Ora

si

questi

con

reprimere

tumulti delle

i

il

ai

folle

per

:

aggiunge, terza^

l'unità della giustizia.

Alcuni

«

(i

sobillatori

non mancano mai) andala giustizia militare, una

vano bucinando che, oltre ve ne fosse, detta^ non si sa perchè, civile. Tentavano portare una divisione nel campo della giustizia una specie di lotta di classe con annesso eccita:

mento, «

ecc., ecc.

Ma

i

giudici della

siero altamente

Corte suprema, con pen-

patriottico,

han voluto

significare

con la sentenza d'oggi che la giustizia in Italia è unica ed uniforme. Gli antichi dettar on la massima cedant arma togae ; massima da baggei noi Siam gente moderna, e noi non ci sappiam figurare la giustizia se non armata di spada. « Concludendo, l'Italia ora può dirsi compiuta. Ha l'unità politica, l'unità morale e l'unità giuridico-militare. Non è ancor perfetta l'unità tributaria, troppe essendo le disuguaglianze tra cittadino e cittadino ma per la perequazione della miseria sta provvedendo alacremente l'agente delle tasse ». :

;

:


NAPOLÈOKE COL A JANNI

ir>6

In questa conclusione sull'unità gìuridico-militare ragg-iunta, c'è da fare

una correzione:

essa

non

pur troppo e più antica Le pietre miliari della decadenza della Magidal stratura cosidetta civile sono innumerevoli processo Lobbia al processo Tanlongo dalla impudata dal 1898

!

;

:

;

assicurata

nità

grandi ladri delle ferrovie

ai

quella accordata

agli

di

Frezzi

,

di

Do-

di Siculiana. Questa magistra^

di Castellano,

nati,

assassini

a

che non ebbe viscere per trovare un responsabile della catastrofe della miniera VirdilioMintinella e per assegnare un misero compenso alle desolate famiglie degli ottanta minatori che vi latura

civile^

sciarono la vita

modo

di colpire

;

i

questa magistratura, che non trova ministri delinquenti questa magi;

stratura che delicatamente avverte quisizioni da fare se chici

(1)

;

sua

la

!

presunti

severità

rei....

tutta

per

la

delle per-

sono monar-

magistratura

questa

umana, trova

sopratutto tutta

oh

i

prima

sua

civile

e

,

energia e

processare e punire

i

essa prorubarono per fame eessa e condanna in Torino Margherita Giustetto disgraziati

(1)

Ieri

:

il

sostituto procuratore del re cav. Berteli,

dice d'issruzione avv. Sigliieri e alcuni

sicurezza

si

agenti

di

il

Nessun documento fu sequestrato.

giu-

pubblica

recarono alla sede dell'Associazione liberale

narchica e fecero una perquisizione che durò <

e riproduco

:

Trascrivo dal Messaggero la notizia seguente mandata

da Livorno «

:

Leggo nel Don Ghiseiotte del 5 ottobre

integralmente «

che

,

mo-

pili di Ire ore.


LA COXÌDAXNA DELLE IDEE per

essersi impossessata^

cMlogramma

per trarne

167

profitto^ di

un

frumento del valore di centesimi venti... processa e condanna in Roma un ragazzo a quattro mesi di reclusione per avere rubato quattro di

grappoli di uva

«

/ (1)

Notate bene che da

giorni

tre

Mo^

Consiglio della

il

narchica era stato avvisato dalla autorità che

i

locali delia

società dovevano essere 'perquisiti. «

Per conto mio non aggiungo

nulla^

essa

E

presta a curiose osservazioni.

si

pale di tutte:

E

neppure

Ma

ferma della notizia, che non posso dare.

è certo

prima,

con-

la

che

oosìl

anzi princi-

vero che una perquisizione

si

è

com-

piuta previo avviso di tre giorni?

Questi due

(1)

a

Don

notare

di

stranamente perquisita era

la provincia livornese

nel

meno

Poi non posso a

«

così

fa

quell'associazione

:

fucina del

crispismo

fatti di

cronaca vengono

riferiti

da

Vamba

Chisciotte (189S N. 248). Casi simili e pivi dolorosi sono

mia conoscenza personale.

Della

decadenza e corruzione

mi sono occupato in Corruzione Banche e Parlamento. Milano 1893;

della Magistratura italiana politica. Catania 1888;

:

Oli avvenimenti di Sicilia Palermo 1895.

Ho

numerosi

appartenenti

classi

colini, il

autorevoli di uomini

e giudizi

più

politica.

per

»

elevate e più colte,

I giudizi degli

che

vivono

ex ministri Eala

e

riportato fatti

al difuori

alle

della

Santa Maria Ni-

Daneo e del prof. Mortara eliminarono mio pessimismo possa essere suggerito

gli articoli di

sospetto

che

il

da passione di parte. Se qualche dubbio rimanesse ancora, legga la relazione

dell'ex ministro Costa sul

processo

si

Tan-

ingenue dichiarazioni dell'ex ministro Calenda dei

longo e

le

Tavani

nella

Camera

dei Deputati a proposito

Giolitti: suscitarono tale indignazione,

del processo

che Villa, Presidente

della Camera, gli tolse la parola e sospese la seduta.


NAPOLEONE COLA JANNI

168

Questa magistratura

ha voluto mostrarsi

civile

SiWaltezza della giustizia militare in

un momento

di aberrazione

perciò essa, che

;

aveva assolto in Tri-

bunale Barbato, lo condanna nella Corte di Appello di Palermo. E perchè da un estremo all' altro del

Regno r unità

completa e incrollabile, la Corte di Appello di Milano respinge il ricorso dei contumaci facendo fare un passo tanto gigantesco al sia

giure, da espellerlo dalle aule

affermando

le

possono venire modificate

dicano gl'italiani se non è

zione del deputato Lucchini,

Roma,

sazione di compromessa

zieschi

in

ordine

u-ffici

Non

o

»

membro della Casmagistratura

meno in

polilici

discorso

legge, delle istituzioni e dei

e di autorità.

egli dice,

più

!

santa l'indigna-

che vede la

e che nei giudizi

rovina della

alla giustizia

sentenze essendo state pronun-

esempio non

ziate per

E

che

«

sacre

e

poli-

scorge

la

principi di

Della libertà non parla perchè,

non conta più nulla!

(1)

pel desiderio di chiudere

questa -dolorosa

per amore

narrazione con delle frasi sensazionali,

alla

da cui rifuggo, adunque, ma perchè poeta corrispondono rigorosamente realtà dei fatti, torno a ripetere con Rapisardi

che

«

di rettoricume le

parole

del

passa terribile per la notte

cui sghignazza la turba «

C'ha

Che

al

il

;

la giustizia, di

»

e passa la giustizia

cervel nella borsa e l'anima nelFepa,

boia dice

:

salve

;

ed al povero

:

crepa

Ch'erto sul banco traffica l'opra, le forze,

il

;

sangue,

L'onor d'una cenciosa plebe che stenta e langue,

(1)

Mario Eapisardi:

N. Giannetti

p.

Giustizia.

Versi. Catania 1892

5.

ì


LA CONDANNA DELLE IDEE

E

scannando se stessa

i

suoi tiranni impolpa,

D'un formicaio umano, cui la miseria è La sventura destino, il lamento delitto.

Un

169

colpa.

patibol la vita ove Dio l'ha conflitto,

L'eiTor pane dell'anima,

La speranza una

un

tranello l'inferno

frode, la giustizia

uno

scorno... »

perchè sente imminente l'arrivo di un altra giustizia che vince, passa, impugnando la scure di acciaio, squassando la face Il

poeta

si

rinfranca

«

E

«

Grida con bronzea voce di mille tuoni:

È

dal

sommo d'un monte,

l'ora?

Lo pensa,

lo

dritta in faccia all'aurea

È

spera forse,

l'ora! il

bisogna lasciargli questa illusione.

(1)

Rivista penale, Settembre 3898, p. 300.

(1)

vate

;

e



XI.

LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI

I g^iudici più ]ienevoli i

cittadini

che non

dei governanti italiani,

sono

complici

comunque

o

che nel-

interessati nella repressione, riconoscono

Tnltima, ancor prima che

si

tramutasse in confes-

sata reazione, vi fu eccesso di difesa. Pochi

hanno

for-

mulato questa colpa del governo italiano con tanta precisione quanto Ton. Galimberti, la cui opinione

non è sospetta perchè anche lui come vogliono essere chiamati i Egli, trattando

è

uomo

nostri monarchici.

della vera responsabilità^

riconosce

che essa sta neir eccesso della repressione cialmente a Milano, dove fu adoperato contro gli inermi. « egli

«

Contro gl'inermi

continua. Ecco la colpa

« deboli,

aver adoperato

costituzioni

«

contro gr inermi...

« inglese,

di

:

Chi

si

sa molto bene che

è

le

il il

tutti

francesi e spagnuoli, da che

«

ordine

di

si

spe-

cannone cannone !

i

governi

dettero

armi da

assimilato le

la

le

faoco vita

dimostrazioni

tn


NAPOLEONE OOLAJANNI

172

«

Inghilterra assumono proporzioni maggiori che da

« « « «

rimangono

Si dicono e

« noi.

dimostrazioni

infatti

governo si guarda bene dal provocare la rivoluzione adoperando le armi da fuoco. Esagerare i movimenti popolari, cambiare le dimostrazioni in tumulti, per mezzo di pacifiche solo perchè

il

tumulti in rivoluzioni per

«

agenti provocatori, e

«

mezzo

«

rivelazione d'insipienza politica

i

cannonate contro

di

Così scrive

castelli in aria, è

anche

».

saviamente e onestamente un ex non c'è da aggiungere

sottosegretario di Stato e

commette un eccesso di difesa è colpevole in diritto privato e merita una condanna anche lieve. Non può essere diversamente in politica, dove dal diritto privato, male a che questo corollario

chi

:

proposito,

è

stato trasportato

il

principio della le-

in neiranno 1898 altri tempi le cose procedevano diversamente lo vedremo ai colpevoli anziché pena toccò in sorte l'apoteosi: l'abbiamovisto. Di più: gli strumenti

gittima

difesa

In

(1).

Italia,

:

principali dell'eccesso di difesa,

chiamati a giudicare

(1)

vittime

militari^,

furono

!

Questa giustificazione della legittima difesa fu ac-

campata in Parlamento rista:

le

i

dall' on.

Villa.

pare impossibile

!

da un giu-

Ora Vomnes

'mitticnt vitn vi repellere,

leges omniaque jura pernon può invocarsi che contro la

aggressione presente, per respingere

\&.

violenza attuale, così

com'è detto nella parte generale del Codice penale.

Ma

si

quando giudici

riconosciuto,

militari e ministri

s'intendevano punire

La

ì

hanno

i

che

pretesi colpevoli di violenze passate ?

legittima difesa può sinanco giustificare

giammai

con

può invocarla

qual diritto la scusa della legittima difesa

Tribunali di gueiTa

!

le

cannonate

;


LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI

Era rebbero

possibile^,

stati

era

umano

supporre, che essi sa-

imparziali nella causa propria?

Intanto, per assurda ipotesi, ci sia stata

sione

sproporzione tra

che non

;

173

i

si

conceda che non

tumulti e la repres-

ci sia stato l'eccesso di difesa espli-

citamente ammesso dal Galimberti. Accettata questa ipotesi, sorg-e

gl'italiani si

il

dovere di un'altra disanima: perchè

abbandonarono

alla

sommossa?

In nome del diritto della difesa dello Stato si può ammettere che i rivoltosi, i tumultuanti siano

anche impiccati stizia,

ma

;

più che nel

nome

della

giù

-

in quello della sapienza politica e della vera

ragione di Stato, bisogna ricercare quali furono le cause che spinsero i cittadini al tumulto, o alla rivolta.

Questa indispensabile ricerca causale ha doppio interesse: 1.° assegna la vera responsabilità — mas-

mal governo resero provvede per lo avvenire uomini veramente di Stato, infatti, non si contenteranno del ristabilimento momentaneo dell'ordine materiale, ma penseranno ad eliminare le cause che provocarono i tumulti, affinchè questi non si sime in coloro, che col loro

fatale la ribellione; 2.°

:

riproducano a scadenza più o

come ha riconosciuto un alle istituzioni,

« le

mai negli uomini,

meno

lontana. Poiché,

bubblicista dei più devoti

cause delle ribellioni non sono

ma

nelle cose

;

e

ogni provve-

dimento, giudiziario o di polizia, contro

gli

uomini,

non serve a nulla, finche le cose restino dopO;, quali erano prima degli avvenimenti » (Rastignac). La causa occasionale degli ultimi dolorosi avvenimenti è nota il rincaro fortissimo del prezzo del pane. Questo fenomeno, però, non fu che la :

.


NAPOLEONE COLAJANNI

174

la quale dette fuoco

ficintilla,

alle

mine preparate

e pronte.

La causa

occasionale, del resto, in sé e da per

produrre i più gravi perturbacaro del pane fu davvero straor-

gè era bastevole a

menti; poiché dinario

:

il

arrivò a 54 centesimi

Soresina; da 60

60

a

in

il

cliilogramma

Napoli.

L'efficienza

a di

questo prezzo elevatissimo del principale alimento degli

italiani

alimento

quasi

esclusivo

nelle

potrà valutarsi al giusto masse del mezzogiorno ponendo mente a queste circostanze: 1." salari bassi; 3.° consumo del pane 2.° disoccupazione prevalente scarsissimo, anche prima del suo rincaro. Nel 1895 il consumo giornaliero del grano era in Italia di grammi 330 per abitante^ mentre elevavasi a grammi 533 in Francia (1). Figuriamoci se non si doveva trattare di vera fame nel 1898 quando il prezzo del pane venne raddoppiato Ma se il pane divenne carissimo in Italia, perchè prendersela col governo e coi municipi? Le folle furono guidate dall'intuito, che non le ingannò: le imposte dirette ed indirette di ogni genere che governo e municipi fanno gravare su di ;

!

un

quintale di pane^ rappresentano

suo prezzo

Né ed

alle

si

totale.

il

42,85 0[0 del

(Fioretti).

dica che questo abbandonarsi ai

sommosse per

(1) Giulio Fioeetti:

il

t

amulti

prezzo e per la scarsezza del

Pane^ governo

e

tasse

i?i

Italia.

Napoli, L. PieiTO, 1898. L. 2,50, pag. 67. Il Fioretti è uno dei più colti e battaglieri conservatori del mezzogiorno. riferirò spesso al

l'autore.

Mi

suo pregeyole libro limitandomi ad indicare


LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI pane^ cui

riduce nella sua più semplice e genuina

si

espressione

175

disagio economico, sia

il

ratteristica degli italiani

ca-

famosi anglo-sassoni su-

i

:

propria

biscono la stessa inflaenza ed agiscono alla

stessa

guisa degli italiani quando stanno male economica-

mente. Uno dei protagonisti del cartismo^ lo Stephens, diceva che il movimento non fa solo poli-

ma

tico,

coltello,

una

fa sopratutto

E

più di recente, celebrandosi

versario del regno di

constatava: «

« tici

Vittoria,

John Bull

«

ma

« fari futuri.

60.

altro

svolge

e

il

«

ha poche idee e pietà.

la

"^

anni-

scrittore

più persi-

il

principi

sempre con un occhio volto Ma quando è sazio di carne e

«

»

un

verde è

al

dei malcontenti

stente

quistìoìie di forchetta e

poli-

agli

af-

di birra,

sua soddisfazione

è

com-

(1).

Altri, riferendosi

a questi avvenimenti del 1898

esclusivi dell'Italia, giustamente osserva:

paese è assai sciagurato, è

il

solo in cui

il

nostro

fenomeni

economici comuni a tutta Europa abbiano una percussione così terribile

;

altrove, mali

come

ri-

questi

da noi divengono inprovocano alla disperazione. Una crisi economica genera subito qui una grande miseria e la miseria genera un movimento si

sopportano e

si

tollerano

:

sopportabili e intollerabili e

tumultuario e folle che lungi dal diminuire lo fa

speranza di posare sono il

il

male,

più acuto e lo aggrava di mille doppi; quale nutrire

lavoro,

(1)

i

,

di respirare, di risorgere pos-

regioni intere in cui la vita normale^

commerci sono sospesi?

»

Rose: Rise of democracy. London 1898;

p.

129.


NAPOLEONE COLAJANNI

176

Deputato Oliva nel Corriere della Sera (1898 N. 122). Poteva aggiungere che tumulti per il pane non ce ne farono almeno nelle proporCosì

il

zioni dell'Italia

— nemmeno

nei paesi, nei

quali,

sotto la pressione del forte rincarimento del prezzo i governi rifiutaronsi ad abolire dei cereali anche temporaneamente, il dazio doganale sui me,

,

desimi.

La ragione per cui una crisi economica coa tutta TEuropa produce soltanto in Italia

mune

che non produce altrove, è chiara, evidente e nota da alcuni anni: da noi questa crisi rappresenta la goccia, che fa traboccare il liquido dal effetti

una vera crisi, ma la fortissima riacutizzazione di una grave malattia cronica pree-

vaso

;

non

è

sistente.

Di una condizione economica morbosa della Italia veramente eccezionale si conoscono da tempo grindici diretti ed indiretti linquenza^ contrazione

analfabetismo,

consumi,

di

de-

espropriazioni

per inadempiuto pagamento d'imposte, emigrazione, ecc., ecc.

verno e delle nostre tenuto conto degli bili^

uomini

e fa cecità dei nostri classi dirigenti

ammonimenti

che venivano fuori da

statistiche ufficiali del

tutte

il

go-

di

non avere

severi ed inesora-

pubblicazioni

le

Comm. Bodio

e dei loro illu-

stratori.

Non

c'era bisogno di

Sicilia del 1893-94,

attendere

né quelli del resto

i

tumulti d'Italia,

di

per

prevedere che ogni ulteriore aggravamento del diogni altro accidente sagio economico esistente

che presso popoli in condizioni normali

sarebbe,

passato inosservato, fra noi avrebbe prodotto

con-]


LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI

ìli

seguenze gravi, che all'osservatore snperficìalc sarebbero sembrate sproporzionate alle cause (1). I fatti recenti

romani, ecc.

tumulti di Sicilia,

aprivano

gli occhi

elei

anche

Castelli

ai ciechi

;

figuriamoci a coloro che avevano scienza e coscienza delle vere condizioni

economiche

dell'Italia!

un conservatore liberale vero Marchese De Viti De Marco, nel-

Egli è così che e sincero, quale

il

l'Ottobre 1897 spiegava col generale malessere eco-

nomico quei fenomeni. E l'eminente professore dell'Università di Roma soggiungeva: « La politica « del governo va in cerca dei sobillatori'^ invece è «

dessa che crea

La miseria

i

pericoli. *

(2)

dei lavoratori era trovata eccessiva

da non trovare riscontro in Europa

e tale

in Irlanda, sin da sobillatore

!

agraria.

chiesta

quando Stefano

scriveva

lacini

-se

non

quale

prezioso Proemio alV In-

il

ad oggi

D' allora

la

situazione

specialmente pei contadini, è peggiorata.

Quale

si

era ridotta la situazione giova cono-

scerlo dalla confessione consacrata in

un documento

ufficiale

ancora più prezioso del Proemio di lacini.

Eccolo

«

:

Il

progressivo e

aumento

costante

del-

un decennio ascende all'al2,391,139, come si rileva dal pro-

l'emigrazione che in tissima cifra di

spetto qui unito desunto dall'annuario statistico del

1895, la

permanenza

delle cause che

Feci questa osservazione

(1)

agli studi ed ai dati del Bodio^

Yedi

:

La

difesa nazionale e

Catania, N. Giannotta, (2)

le

sin

dal

ingenerano

1892

le

attenendomi

del Pantaleoni, del Delivet.

economie nelle spese mititari,

1892, p. 10 e 11.

Oiornale degli Economisti, Ottobre 1797.


178

NAPOLEONE COL A JANNI

manifestazioni

eli

questo fenomeno sociale, e cioè

il

malessere profondo che afflig-ge T economia nazionale, la depressione generale dell' agricoltura e dell'industria,

diale e alla

dovuta a ragioni di concorrenza mon-

mancanza

di capitali disponibili a miti

condizioni per rinsufflcienza del risparmio nazionale^

alcune popolazioni agricole,

la miseria dolorosa di la

sovrabbondanza

di

ognor

avventizi

lavoratori

crescente di fronte allo estendersi dei latifondi, alla

soppressione dei grandi lavori pubblici,

l'aumento

stesso troppo rapido della popolazione povera, sono fatti di così

gono

la

grave importanza e icb-sociale, che

esi-

più alta e profonda considerazione da parte

del governo.

»

Chi è dunque quest'altro pericoloso anarchico, meritevole del domicilio coatto, che denigra in faccia al

mondo?

sopra riportato,

comincia,

relazione al

la

infatti,

Comuni imrcdi Comera dei

disegno di legge: Costituzione dei e delle

l'Italia

Di Rudinì! Col brano

L'on.

borgate autonome^ presentato alla

Deeutati nella seduta del 13 Aprile 1897.... Potrei centuplicare le citazioni delle previsioni e dei giudizi analoghi al

messi di annoiare

;

zione di riprodurre

precedente,

ma non

di

un

lungamente l'autunno

te-

discorso ispirato

pronunziato da Giustino Fortunato «

non

so resistere alla tenta-

un brano

religiosa attenzione della

se

Camera: scorso,

in «

mezzo

alla

Io sono stato

diceva

il

rappre-

un angolo remoto

del

«

sentante della Basilicata, in

«

nostro Appennino, ove ho molto guardato intorno,

«

molto osservato, molto ascoltato in tutte le classi sociali; ci sono tornato durante il periodo elet-

«

« torale,

e a

me

corre l'obbligo

di

dirvi

che

noi


LE CALtsÉ ECONOMICHE DEI TUMULTI

17§

«

dormiamo sopra un vulcano

«

terra nell'Italia meridionale, che nulla sanno di

«

repubblica,

essere

« di

lavoratori

I

!

della

né di socialismo non hanno bisogno agitati

propaganda

dalla

dei

partiti

«

estremi perchè

«

sospinti alla disperazione per conto loro ^

«

ratori della terra tacciono laggiù, perchè credono

essi

sono già abbastanza agitati

«

un ordine

«

quella dell'esattore, la cui

« tarla

« « « «

lavo-

i

essere ancora deboli, ancora impotenti contro

« di

«

e

funzione principale è

politico, la cui

rasenta

il

organizzazione tribu-

regime della confisca.

Ma c'è nel-

annunzia e precede gli uragani, qualcosa, non so, come una tempesta sorda di odii e di rancori, che non può, a quanti aborrono, come io ne abborro, dalla violenza e dcdla lotta di classe, non farci paventare Varia qualche cosa di quell'afa che

« e

prevenire

il

pericolo. Il

disagio economico;

«

questa è la vera debolezza d'Italia; questa la sola

«

forza dei suoi nemici.

« è così

sdegnare

«

fìnanco gli avvisi

»

(1).

Discorso suir Ordinamento delVesercito del 4 maggio

1897.

Da

prima

e

parte

mia

ripetute volte,

dopo di Griustino Fortunato

lamento e fuori

;

tumulti predissero

il

alla

noia,

Era tanto

ripetei

nel Par-

le stesse cose

in Die Zeit del 12 Febbraio

del regno d'Italia. Così

Sera

sino

più esplicitamente

Socialiste dell'Aprile 1898. i

non

ma

solo rifiutare gli avvertimenti,

(1)

politica

io credo,

non

oh.e

la scienza

miseramente superba, che debba,

«

farlo

E

ed era facilissimo

i898

e

nella

facile fare

pare impossibile!

almeno telegrafava

Revue

da profeta, i

prefetti

al Corriere della

deputato Torraca nel Grennaio del 18 98.


Ì^APOLEONE COLAJANNÌ

iàÓ

Nelle parole di Giustino Fortunato che furono

materialmente ascoltate con attenzione ed anche ma con emozione, c'è qualche cosa di fatidico ;

le

parole non

si

tradussero in quella forza affettiva,

che conduce all'azione quelle pronunziate da

ed ebbero egual sorte di me il 31 Gennaio 1893 al-

;

l'indomani della strage di Caltavuturo. discorso del Deputato di Melfi è del

Il

Maggio

non era prevedibile la crisi eccezionale del pane, quando non erano scoppiati i moti dei Castelli Romani e meno ancora erano alle viste quelli delle Marche (Ancona^ Sinigaglia. Macerata, ecc.) ma non c'era bisogno di questi ultimi svegliarini per sentire ch'era tempo 1897,

quando non era sopraggiunta

e

;

ed era dovere di cittadino e di politico il dare il grido di allarme, perchè la condizione generale, che andavasi maturando da un pezzo era eviden-

temente disastrosa.

La

non l'avegli studiosi solitari, che hanno agio dettagli e l'insieme ad una volta, ma

visione chiara di tale situazione

vano soltanto di ricercare

i

s'imponeva anche agli uomini di governo ai quali spesso, per voler guardare lontano e nel complesso, sfugge la percezione esatta della realtà e non

si

ac-

corgono delle piccole magagne, che, talora all'imuna caldaia e con essa

provviso, fanno scoppiare tutta la

macchina

dello Stato.

Per citarne pochi ed autorevoli, ricorderò che ebbe questa percezione esatta della realtà Ruggero Bonghi un ex ministro di destra che nel mo« Il perinito famoso dato al principe avvertiva

:

« colo di «

offendere le istituzioni attuali in Italia è

maggiore che in Inghilterra

perchè

l'Italia

è


LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI « « «

«

181

messa insieme appena da un terzo di secolo^ malamente cementata, vanamente inquieta, conquassata da dolori di ogni sorta^ ma tutti pungenti, economicamente disagiata, finanziariamente squi-

« librata^

incerta in tutte le istituzioni sue civili e

« sociali,

incalzata dal disavanzo, ed esitante o di-

«

visa tra

«

scioglierle

«

altre parti.

il

mantenere alleanze che le pesano o con pericolo di essere minacciata da

E

questo forse è peggio

«

altrove è effetto di ricchezza

«

è effetto di miseria

«

"buita.

»

Trial

che ciò che

:

distribuita^

ugualmente

qui

distri-

(1).

Da Bonghi a Saracco, dalla destra alla sinistra, da un temperamento e da una origine tanto diversa nell'uno e nell'altro,

anni di distanza,

il

il

salto è

grande

;

secondo riesce

conferma del giudizio una dimostrazione che

ma alla

a quattro esplicita

primo e vi riesce con si può risparmiare ai lettori-, perchè viene magnificamente riassunta nel titolo dell'articolo Siamo poveri o non siamo ì (2) del

;

:

Lo stesso Saracco, immemore compagno al governo di Francesco sue

follie militari

sesto

finanziario

nazione, in

una

di

essere

stato

Crispi che colle

era stato causa precipua del disdello

critica

Stato

ed economico

mordace

delle

della

illusioni

e

dell'ottimismo di Luigi Luzzatl sul fondo di sgravio^

dopo aver detto che le leggi in Italia si fanno per ingannare il prossimo^ riesciva a questa conclusione

(1) Il (Uritto

Antologia, (2)

del Principe in

uno Stato

libero.

15 Dicembre 1893.

Nuova Antologia, 30 Novembre

1897.

Nuova


NAPOLEONE OOLAJANNI

182

ultra sobillatrice «

:

«

Che dire

della serietà di queste

programma che

promesse, innanzi ad un

le

mette

bravamente a dormire ? Non sarà ancora

« tutte

« protesto^

«

precede

«

ma non

«

nati

»

ma il

meno

sarà per lo

fallimento. Ora

sopportano

i

che

popoli sono pazienti,

lungo

a

la moratoria^

il

di essere

ingan-

(1).

Certamente questo è un linguaggio che se fosse venuto da un repubblicano o da un socialista, sarebbe stato ritenuto un eccitamento, una preparazione alla ribellione; ma, ripeto^ esso corrisponde alle verità. Va notato altresì, che la condizione del bilancio, se direttamente riguarda lo Stato, rimane un indice eloquente della condizione economica della nazione: l'instabilità o

il

deficit

dell'uno rispecchia

la corrispondente situazione dell'altra (2).

Alle illusioni sul bilancio dello Stato fanno ri-

scontro quelle del risparmio nazionale, che dà luogo

a tante volate liriche, basate esclusivamente sull'aumento dei depositi delle Casse di risparmio ordinarie e postali. Su questi aumenti in generale deve osservarsi, che sono un fenomeno naturale derivante dall'aumento parallelo della popolazione e dello spirito di previdenza che comincia a penetrare

da per

tutto e

induce molti a collocare a tenui in-

teressi quel peculietto

nel fondo di

(1)

Nuova

una

che prima tenevano nascosto

cassetta;

Antologia, 15 Gennaio 1898.

brano riportato ce l'ha messo (2)

Questa

lo

corrispondenza

dalle condizioni del bilancio

dell'Inghilterra.

nonché della sfiducia

e

stesso onor.

viene della

Il

corsivo nel

Saracco.

bellamente prosperità

illustrata

economica


LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI

183

crescente in altri istituti ed in altri impieghi. fatti

lire

In-

l'aumento nelle casse di risparmio ordinarie in 277 milioni dal 1886 al 1896 e di lire 205 mi-

lioni in quelle postali dal

dolorosa contro partita

1886

1894 ha la sua

diminuzione di

nella

Banche

514 milioni di altre

al

e

società

di

lire

credito

dall'anno 1886 al 1894 per alcune e 1895 per altre

(1).

uomini di gopiccineria reale o immaginaria della

I calcoli e le previsioni

verno, colla

degli

si possono supporre suggeriti da quel pessimismo che viene dalla nostalgia del potere, quando se ne è lontani. Se così fosse, potremmo contentarcene ma pur troppo ci sono i dati statistici obbiettivi che vengano dal Bodio o

nostra vita politica,

;

dal Mulhall, riescono

alla stessa conclusione

:

alla

miseria nostra assoluta, umiliante, messa al confronto colla ricchezza di altre nazioni. Egli è così

Prof. Federico Flora

socialismo

pitalizzando

un avversario

i

assegna un reddito medio per ogni reddito buono a ladi fayne^ egli soggiunge (2).

famiglia di lire 350 all'anno sciarci fìiorire

(1)

Queste

(2)

La

cifre II

ha finanza le

il

poggiandosi sui dati del Bodio e ca54 miliardi di ricchezza totale della

Italia al 5 0[0

Agosto 1898)

che

deciso del

:

Commercio

tolte dall'ultimo e

italiano

di

Annuario

la questione sociale.

Eoma

(14

statistico.

Torino^

Fratelli

Bocca 1897, p. 93, Nota 1. Pel Delivet il reddito annuo sarebbe maggiore di L. 223,11 per ogni abitante dedotte le spese militari, mentre sarebbe di L.

802 per un inglese.

Calcolando che pel mantenimento normale occorre la del reddito dell'inglese, l'Italiano per avere

normale

si

trova con

un

deficit di L. 97^

metà

un mantenimento

75: deficit swpevato

soltanto da quello dello Spagnuolo e del Russo.


NAPOLEONE COL A JANNI

184

Questa dolorosa condizione economica si conin gran parte sta con essa in nette intimamente col regime triburelazione di causa ed effetto

che pare fatto apposta per assottiscarso reddito^ per impedire la formazione

tario italiano,

gliare lo

di capitale riproduttivo, per

nuove.

strie

Un

iscoraggiare le indu-

rapido sguardo

nostro mecca-

al

nismo finanziario ed alla sua funzione, tradotti in poche cifre, vale più di molti lunghi discorsi e di qualunque elegante dimostrazione (1). Per capo

Riccliezza priyata

Quinquennio 1873-77 Miliardi 42,2 1888-92

L. 1507

54

»

Aumento

28

°,

1626

»

Aumento

di

1x3 9. E

(1)

rapporto

più

tra

la

in Francia di 1[68

sono

dal

tolti

libro

Pane, ecc.;

dall'altro pregievolissimo di C.

La riforma

delle

leggi

sui

tributi

spesa ;

in

30

\

e

la

Italia

una

supponendo

chiaramente:

Cifre e confronti

52

»

%

40

;

L. 40

Milioni 1133

1888-92

ricchezza è di li77

,

Per capo

Quinquennio 1873-77

il

»

17

Spese pubblìclie

In Inghilterra

1768

»

locali.

A.

di

Fioretti:

Conigliani

Modena

1898

:

;

dalla prolusione al corso di Scienza della finanza sul Nostro si-

stem,a

tributario

cembre 1897 centi

letta

nelP Università

e dall'articolo del

sommosse in

degli Economisti.

Italia

De

Cause

Giugno 1898).

Yiti e

Genova De Marco:

di

il

6 Di-

Le

re-

riforme (Nel Giornale


LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI ricchezza di L. 10^000 sulla medesima

185

un

inglese

pagherebbe L. 130, un francese L. 147, un italiano L.

307. A più

(Flora).

amare

N^

dà luogo

riflessioni

del prodotto delle imposte

la ripartizione

la spesa.

:

bilancio del 1895-96 figuravano:

Spese per debito pubblico Milioni 685

il

443

»

»

160

»

10

^/q

»

318

»

20

^'/q

»

militari

»

di riscossione

»

per servizi

•>

.

civili

.

.

42^5

®/o

27,5 7^

apprende in questa guisa che le spese improduttive rappresentano T 80 mentre per le produttive non resta che il 20 °/q (Flora). Se si pensa che nelle spese dei servizi civili ci sono quelli che rendono ad esempio poste e telegrafi si scorgerà che la quota reale della spesa pei servizi civili è inferiore a quella sopra indicata che era del 33 nel 1862. Evidente dunque il continuo peggioramento sotto questo aspetto la contraSi

%

ì

;

\

:

zione delle spese pei servizi civili nei lavori pubblici

spiega

specialmente

crescente fenomeno

il

della disoccupazione. (ConiglianiJ.

Ma su chi pesano maggiormente le imposte che alimentano le spese pubbliche così malamente ripartite? Ecco il lato più doloroso della questione. Le

cifre

confermano

la

esposta altra volta

sintesi

dall'on. Giolitti, e cioè: che in Italia c'è

una pro-

gressione tributaria

sui

milioni, che

rendono

al i

rovescio. tributi

reni, sui fabbricati, sugli affari,

Infatti

1361

imposte sui ter-

consumi

e lotto

meno

abbienti e sulle classi

lavoratrici (Flora) ond'è che

rimangono completa-

731 milioni pesano sui


NAPOLEONE COLAJANNI

186

mente

giustificati questi giudizii manifestati

da due

eminenti economisti appartenenti a due scuole diverse: « E cominciato un moto di reazione gene«

rale contro

un sistema tributario selvaggio. Tutti antagonistici delle classi dirigenti

« gli interessi «

rimettono di accordo quando

«

sulla

« zelli

« tico

si

tratta di scaricare

si

massa dei consumatori una valanga dibalincivili e per affidare ai pezzenti il patrìotcompito di tenere in pareggio il bilancio ».

(De Viti De Marco). La disonestà, pari soltanto alla impre veggenza delle classi dirigenti, rese addirittura intollerabile la condizione delle classi lavoratrici. «

«

Nei Comuni

si

col beneplacito dell'autorità tutoria, dare ascolto

« alle clientele locali,

alle coalizioni di

aggravando

« interessi

la

(Coxigliani)

« tribuenti, »

mano (1).

vergognosi

sui più deboli con-

L'iniquità tributaria

comincia per conto dei Comuni e

così è completa: si

può, sotto l'egida delle leggi^

completa per conto dello Stato.

Ma

vi sono sofi'erenze e sofferenze

la intensità

da una classe

all'altra,

;

variano per

dall'una

all'al-

tra regione.

Dove sono e che rivestono

industria,

non

non ostante

la

delle

stabilite il

industrie importanti

carattere della

moderna grande

può negare una relativa prosperità

si

intransigenza

e

la

pedanteria del

da un ex ministro fìsco, del Tesoro^ che spesse volte la costringe ad emigrare (2). Ma le miserie incommensurabili si risconstigmatizzata fieramente

Cronaca del Giornale degli (1) De Yiti De Maeco Economisti. Maggio 1898. Contgliani: Op. cit., p. 7 e 72. Le industrie meccaniche italiane al(2) G. Colombo l'Esposizione di Torino. Nuova Antologia; 1.^ Ottobre 1898. :

:


LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI

187

perchè il fìsco italiano abbia che preso di mira pare specialmente T agritrano nelle reg-ioni agricole coltura: con

questa

c'è

questa persecuzione del

sono scandolosi;

ma

;

morte.

la

dettagli

I

Tagricoltura

contro

fìsco

di

qui basta ricordare

termini

i

estremi di questo esoso e pazzesco fìscalismo. Men-

paga il 16 15 in Germania, dal 13 al

tre la terra tra tributi erariali e locali,

per cento in Francia^

il

20 in Inghilterra, in Italia

30

50

al

le

imposte assorbono dal

per cento del reddito prediale (Flora).

In conseguenza di questo brutale vince

record nelle espropriazioni per causa d'im-

il

posta

:

sistema Tltalia

farono sessantaquattromila vendite d'im-

ci

mobili rustici ed urbani dal 1 gennaio 1884 al 31 di-

cembre 1895,

cioè 567 espropriazioni per ogni 100 mila abitanti e per ogni 3000 proprietari. Il 18,90 7o

dei proprietari è stato espropriato

vengono più imponenti quando nel 1895

il

si

!

Queste

cifre di-

considera:

1.°

che

76 per cento dei beni espropriati rimase

perchè non trovò acquirenti 2.° che nel 62,49 per cento dei casi il prezzo di aggiudicazione dello immobile espropriato fu inaggiudicato al demanio, ;

I fasti nefasti del fiscalismo italiano sono

quelli della

rinet

noti

decadenza dell'Impero Romano,

Stampa

avuto conoscenza di molti

di

superano

deputato Fa-

ne ha narrato Torino. Come deputato ho

un. conservatore di quattro cotte

alcuni edifìcauti nella

Il

e

e

altri inauditi,

devo aggiungere

che spesso una correzione totale o parziale di certe enormità la trovai nell'amministrazione centrale,

certa equità.

La

correzione

vento di qualche deputato

;

non

ma

si si

ha,

che s'inspira ad una però,

sa che

i

che più

coli'

inter-

miseri e

i

più sacrificati non sempre riescono ad ottenere l'appoggio di

uu

deputato.


NAPOLEONE COL A JANNI

188

feriore a 60 lire.

esclama

E

il

Sono cose

vergognose^

orribili e

Fioretti (1).

lo stesso Fioretti

saviamente osserva che più

iniqua delFimposta fondiaria riesce l'imposta agraria

mobile sopratutto, perchè nelle campagne e nei piccoli centri nulla sfugge air occhio linceo del Fisco, mentre nelle grandi città si può fortunatamente calcolare che almeno il 50 per cento del reddito tassabile sfugge all'imposta. È questa di ricchezza

una fortuna

singolare, egli soggiunge; se fosse al-

trimenti, la vita

economica deiritalia sarebbe ma-

terialmente strozzata da

Con

un giorno

all'altro (2).

rimane dimostrato che l'antica affermazione del De Laveleye sul collettivismo fiscale non è una immagine rettoriea, ma una rigorosa ciò

che induce

realtà^

noscere che

il

il

Flora e

il

Fioretti

il

ricono-

vero nemico della proprietà privata

non il collettivismo il primo secondo semina idee; il Fisco rappre-

in Italia è lo Stato e fa fatti;

a

;

su queste espropriazioni

(1) I dati

fanno

lagrimare

in

Sardegna. Quelli sopra Fonni, Bolotana, Lei, Orani^ Oniferi, Orotelli, Ottana,

Si leggano

Sarulea (provincia di Sassari) fanno spavento.

nella

Nuova Sardegna

di Sassari del 2

Luglio

Avvenimenti di Sicilia dimostrai che minore il numero delle espropriazioni era

e 17 Agosto. Negli

dove era

mantenuto l'ordine nel 1893.

stato

(2)

Le di

stato

La

ì'ivista

popolare (30 ottobre 1897)

proteste dei contrihttenti a proposito

Piazza Navona in Roma, rilevò pure che

erano

più.

i

piccoli

i

e subiscono le città.

piccoli contri

non contano

conseguenze delle

:

centri

gravati della ricchezza mobile che le grandi città

aggiunse che

grandi

nell' articolo

dei precedenti fatti

follìe dei

;

nella vita politica

politicians

delle


LE CAUSE ECONOMICHE BEI TUMULTI senta

un

pericolo presente;

ricolo futuro e assai

il

remoto

180

un pe-

collettivismo

(1).

Le maggiori sofferenze delF agricoltura e delle classi agricole dicono di primo acchito che il disagio economico dev'essere di gran lunga superiore nel mezzogiorno d'Italia e nelle sue due maggiori isole. Questo disagio maggiore vi è sottolineato l.'' dalla più numerosa emigrazione delle classi agricole; 2.^ dai minori consumi; 3.° dal maggiore numero di espropriazioni; 4.° dalla enorme sproporzione nello accumolo dei risparmi. E mi fermo a :

questi soli quattro indici diretti

economica

(2).

condizione

della

Essi bastano ad assodare irrefraga-

bilmente la miseria squallida del mezzogiorno prevalentemente agricolo e la relativa agiatezza del settentrione prevalentemente industriale; o dove,

almeno Tindustria è tanto prospera che rimargina le ferite

afferma che

(1) Il Fioretti

s'inspira

dell' agricoltura (3).

sanguinanti

alle

sistema tributario italiano

George; e

teorie di

Sella trova molta analogia (2)

il

Le espropriazioni per cause

1884-1895 furono

:

queste e quelle di

tra

anche dal punto d'

48, 47 per 100,000

di vista teorico.

imposta nel periodo abitanti nel

mezzo-

giorno; 11,78 nell'Italia centrale; 6,90 nella settentrionale.

Inversamente e logicamente

al

31 Dicembre 1893 nelF Italia

settentrionale con 13.630,904 abitanti c'era

oYd,

quattrocento novantotto milioni di risparmio

non arrivava che

nale con 11,668,273 abit.

La

Sicilia

62,752,241

con ;

la

3,444,394

abitanti aveva

Lombardia con 4,007,561

;

un miliardo

nella meridio-

a L. 284,172,606

!

risparmi per Lire abitanti

ne aveva

per settecento settantunó milioni. (3)

L'on. Colombo, nel citato articolo, riconosce questa

maggiore prosperità del settentrione. Come non si avvede dunque, oh' è ingiusta la legge sulla perequazione fondiaria,

graverà ancora la

mano

che ag-

sulle provincie del mezzogiorno ?


KAPOLEONE COLA JANNI

190

Queste diversità,

eli

condizioni economiche spiega

tutta la fenomenolog'ia sociale diversa tra

setten-

il

mezzogiorno e dà la ragione dei tumulti più frequenti, che si deplorano nella bassa Italia, sebbene non vi esistano né socialisti almeno organizzati come partito ne propagande socialiste e meno ancora repubblicane (1). È la miseria maggiore, che spinge per fame ai tumulti e la miseria è determinata da un sistema tributario la cui rapacità supera quella deplorata da 'Salviano quella descritta da Vauban nella sua Diyne Royal sotto V Ancien regime. Nessuno si meraviglia più che siffatte cause in Francia abbiano dato come risultato la grande rivoluzione deir89 c'è da meravigliarsi come non lo abbiano dato altrove. Lo daranno in Italia^ se non si muterà strada. Di ciò cominciano ad essere convinti anche trione e

il

;

;

;

i

conservatori.

Un

conservatore dei più convinti quaFè

il

Fio-

retti, nel mezzogiorno riconosce che gli ultimi moti sono stati T espressione della profonda crisi economica che travaglia la patria nostra e la crisi alla ;

sua volta è determinata unicamente dalla enormità

In pochi anni nella sola Basilicata dove

(1)

e

i

repubblicani

si

cinque gravi sommosse con morti e

lazzo '

socialisti

feriti

numerosi, con as-

regola alla Caserma dei Carabinieri e alle caso

salti in

nicipali

i

contano sulla punta delle dita vi furono

:

a

Bernalda nel

nel 1892,

a

Mu-

1888, a Forenza nel 1890, a Pa-

Montescaglioso nel

1897

e

a Picerno

Novembre 1898. Altre sommosse avvennero in giugno e luglio 1898 in alcuni comuni del Napoletano, non ostante la in

recentissima sanguinosa repressione generale.


LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI sistema

del nostro

Di

tributario.

pare che siano anche convinti

191

in

clie,

teoria,

conservatori lom-

i

bardi.

La

giugno 1898, votò un ordine del giorno in cui invocava la sollecita restaurazione degli ordini economici ed amministrativi

Costituzionale di Milano,

paese

del

7

scemare

di

affine

il

disagio che lo

il

affligge.

L'on. Colombo in

altra

riunione della

stessa

associazione (17 maggio) disse disastrosissime

economiche.

stre condizioni

Non

meno

fu

le

no-

severo

l'o-

norevole Prinetti, parlando al Circolo Popolare (20 Maggio), verso il Fisco e verso il nostro sistema tributario

;

ivi e allora

un Socio

dello stesso circolo^

profonda la miseria del paese. Si commossero anche i giovincelli dell'Associazione monarchica fra gli studenti che trovarono non solo soverchiamente fiscale il nostro sistema tributario, ma anche gravante in modo sproporTAlbasini

Scrosati, disse

zionato sulle classi

meno

Mi sono fermato

sui

abbienti

(1)

Una buona impera

principio

:

stocraticlie

grava la

dividi e (le

mano

fiscalità

tassa.

dirette)

concorso

col

:

sono

approvare dei

stati e

L'antico motto

italiana si è

Si fanno

tradotto le tasse

nel ari

democratici; e

-

si

sui poveri (imposte indirette) colla influenza

degli aristocratici. Il Fisco accetta le

essi

osservazione del Fioretti dalla

conservatori

giudizi dei

lombardi con particolarità perchè

dividi ed

(1).

imposte aristocratiche e

le

con uguale compiacimento

democratiche e infin dei conti

socialisti e conservatori

restano ugualmente beffati.... e tas-

sati

Hbro

(op.

menda

cit.

p.

18). Il

requisitoria

contro

il

di Conigliani è tutta

nostro

sistema

punto di vista economico^ politico e morale.

una

tre-

tributario dal


NAPOLÈOìJE COLàJàNìJI

192

più rabbiosi

sono

i

lera

contro

interessati

sovversivi

i

nel

li

erano

eesi^ perciò,

i

più

diminuire l'importanza delle cause

imposta anche costretti a confessioni che suonano

vere dei tumulti. Pure l'evidenza a loro e

faoco e ga-

nell' invocare ferro,

ha

condanna severa dei todi di governo che

si è

governo

loro metodi di

;

me-

riassumono nella esclamaDon Alber tarlo. « Ah canaglie, voi date piombo ai miseri che aveta affamato e poi vi lanciate contro i clericali » (1). Concludo. Ci furono altri e veri responsabili degli ultimi tumulti coloro che li prepararono e li resero fatali: i governanti e le classi dirigenti (2). Chi pensa che quei tumulti potevano essere evitati chi pensa che non si ripeteranno se si continuerà nei vecchi metodi di governo ignora la storia. La grande sobillatrice è stata e sarà la fame é in Italia il padre premuroso delle sobillatrice è il Fisco.

ma

zione bratale,

si

vera di

!

!

;

;

;

Ma

i

tumultuanti,

domanda,, colla violenza

si

migliorarono forse la loro sorte ? si

A

questa

domanda

può rispondere colla esperienza politico-sociale le grande riforme economico-sociali, anche ;

tutte

Osseri^atore Cattolico del 6-7

(1)

(2) Il

Corriere della Sera di

19 Maggio 1898 commentando così

li

riassume

:

«

dirigenti,

discorsi

i

In complesso

xionale hanno riconosciuto che

i

gli

fucili,

numerosi e pronti a sparare,

ne

ne'

Numero

nel e

oratori

partiti

hanno molta responsabilità

in tante parti d'Italia.

Maggio 1898.

Milano

voti

i

della

dominanti,

connati Costiiule classi

disordini avvenuti

cannoni,

per

quanto

potrebbero garantire l'ordine

in avvenire, se quei partiti e quelle classi non coscienza di questa verità

del

avessero la

»

1


LE CAUSE ECONOMICHE DEI TUMULTI

193

nella stessa Inghilterra, furono precedute e provo-

cate da tumulti e da violenze.

tenuto in Sicilia

si

deve

e ai tumulti del 1893

si

è ot-

alla insurrezione del

1866

poco che

il

;

Italia — alleviamento i^rima^

comunale

non dovrebbe

perciò

nuociono

,

si

è ottenuto in

ora abolizione del dazio

sulle farine^ la sospensione del dazio go-

vernativo sui cereali Così

poco che

Il

deve

si

essere

alle

;

ai

ma

vittime

tumulti del 1898

così è

!

I

giovano

;

!

tumulti^ alle

col-

lettività.

A anche

io

biasima e condanna la violenza^ che biasimo e condanno, ritorcendo T. argo-

mento

si

può chiedere

chi

dimostrazioni pacifiche

:

?

ricca ritalia e capace di forse la

furono permesse

poi

le

non dissero sopportare nuove imposte? forse

i

ministri

dimostrata irrefragabile miseria indusse

governo a far senno

E

forse

il

?

sotto gli stimoli della

fame

pretende che gli uomini ragionino Ma ragionarono mai le folle impulsive? e perchè avrebbero dovuto ragionare in Italia, dove in quarant'anni nulla si fece per elevarne la cultura intellettuale e morale? :

si

!

13



XII.

LE CAUSE POLITICHE E MORALI

Ebbi occasione di avvertirlo i tumulti, appena risalgono dal mezzogiorno verso il nord e si ripetono a Milano^ avviene un perturbamento profondo nelr animo e nella mente dei monarchici tutti. Essi non sanno o non vogliono rendersene ragione e mutano linguaggio e dopo essersi confessati rei, perchè autori del malgoverno fatto dall'Italia per quarant' anni, si fanno accusatori degli avversari politici, alla cui propaganda sovversiva attribuiscono in Milano ciò che in tutto il resto della penisola avevano attribuito all'azione della collettività go:

vernante.

Spiegano e giustificano il

mutamento

economiche

di

spesso in

dell' attitudine

colle

buona fede condizioni

Milano: non intendono che Milano

ricca e prospera possa abbondonarsi a quelle som-

mosse,

che altrove

per fame.

scoppiarono

improvvisamente


NAPOLEONE COLA JANNI

196

Questo mutamento, che

non sempre

è suggerito

dalla

è

bene ripeterlo

mala

più che

fede,

ignoranza della storia e della scienza politica^ indica Taccecamento, cui tutti andiamo soggetti di fronte a <^rti avvenimenti che e ci

ci

scuotono profondamente

producono un risveglio doloroso. La paura^

il

dispetto, la sorpresa, allora riescono all'amnesia più

o

meno completa

tuffo nel

pare che subiamo un improvviso fiume Lete e così dimentichiamo ciò che

la storia

di tutti

;

i

tempi e di

tutti

i

paesi, a qua-

lunque grado di civiltà, ci ha insegnato e il suo insegnamento chiaro e costante è questo tumulti, sommosse, insurrezioni, rivoluzioni spesso non traggono origine immediata da cause economiche e ;

:

;

tumulti sommosse e risurrezioni

precedono e preSicché governi dirigenti, che hanno interesse ad impedire

parono quasi sempre e classi

le rivoluzioni.

nei tumulti dovrebbero scorgere degli

le rivoluzioni,

avvertimenti salutari.

Eiguardo

all'etiologia di

politico-sociali,

ma

questi

perturbamenti

senza voler fare dell'ecletismo comodo,

deve tener lontani tanto dalle esagerazioni del Loria, che nei medesimi sempre scorge il substratum economico se per semplice ossequio

alle realtà, ci si

immediata delle cause economiche; quanto delle altre di Lombroso, che soverchiamente riduce Tinfluenza del fattore economico contraddicendo alle teorie del determinismo econo-

non

l'azione diretta ed

mico.

(1)

(1)

Paris

;

Torino.

La

verità è che

i

vari

fattori

sociali

Loria: Les hases economiques de la costitution social,

Lombroso FrateUi

e Laschi

:

Il delitto politico e le rivohixioni.

Bocca 1890. Questi ultimi

considerano

le


LE CAUSE POLITICHE E MORALI economici

politici

,

alternano

morali,

,

intellettuali,

loro azione nella

la

197

ecc.

determinazione dei

grado e che tutti, intimamente connessi, non essendo poi, riesce agevole scinderli ed assegnare a ciascuno di essi l'efficienza precisa ed esclusi^^.

perturbamenti

di vario

politici

;

tra loro

Queste considerazioni si applicano a rigore di i quali inducono a termini ai tumulti di Milano ;

ricercare se nella capitale inorale

man-

d'Italia, in

canza delle cause economiche, non avessero potuto agire le cause politiche e morali.

La

ricerca

sulle condizioni politiche e morali

va preceduta da qualche osservazione che ha speciale importanza tra noi. del regno

L'influenza delle condizioni politiche e morali, alcuni, a torto, vorrebbero

cattiva luce sotto

che

è

verso si

tutti^

nome

il

anche

i

deriderla e metterla in

d'idealismo politico

derisori, s'inchinano

;

certo

riverenti

manifestazioni di questo idealismo^ quando

le

constatano in casa altrui o

remoti. Così tutti leggono

Blanc scrisse

nella

si

riferiscono a tempi

ammirando

ciò

che Louis

sua magnifica Storia dei dieci

anni sulle cause essenzialmente politiche e morali^ che determinarono in Francia le due rivoluzioni del 1830 e del 1848. Giuseppe Zanardelli, con parola elevata ed opportuna, nella Camera dei Deputati,

sommosse, luzione

le rivolte, ecc.:,

sarebbe

come fenomeni

una esplosione

patologici

fisiologica.

Ma

;

la rivo-

siccome

le

prime prepararono sempre

le

rivoluzioni con queste analogie

tra la storia e la b:ologia

si riesce'

clusione

:

fisiologica

le !

condizioni

patologiche

a questa' strana con-

preparono la condizione


NAPOLEONE COLAJANNl

198

onde stigmatizzare le violazioni dello Statuto perpretate da Crispi nel 1895 ricordò, per lodarla, la resistenza del Parlamento e del popolo francese agli

X

arbitri di Carlo

sistenza che

e del suo ministro Polignac, re-

doveva fatalmente condurre

ricate di Luglio.

Ed

alle bar-

caratteristico, che le barri-

è

cate di Febbraio 1848 in Parigi ebbero a pretesto la proibizione dei

banchetti

elettorali, in

risposta

che sdegnosa al arricchitevi ! da Lisieux aveva gridato ai francesi quasi a distorli da ogni preoccupazione di ordine materialismo

volgare di

Guizot,

:

politico e morale. ^

Non

basta.

Quanto più

le rivoluzioni

sottrarsi alla influenza delle cause

disprezzati

impulsi

partiti

dalle

sembrano

economiche, dei contrazioni dello

stomaco^ tanto più esse vennero esaltate e glorificate

da poeti e da

come

da romanzieri

storici,

e

da

politici

la espressione ideale dei più nobili sentimenti

umani. Questa esaltazione per oltre cinquant' anni formò specialmente tutta la educazione politica e intellettuale degli italiani; e ad essa consacrarono le forze i migliori ingegni del paese, che fecero

campagne contro

fiere

coloro che,

immemori

origini e delle vicende dello Stato italiano,

i

delle

prece-

denti rivoluzionari, con tutti gli annessi martiri ed

non tennero abbastanza in onore. Chi lo crederebbe ? Anche oggi alcuni contro i socialisti non sanno scagliare altra accusa se non quella di eroismi,

sacrificare tutto al culto della materia

!

Se una suggestione più vicina ha potuto favorire Tirreparabile esplosione di malcontento, scrive si può e deve cercare altrove che il decotti, lo «

non

nella

propaganda

socialista.


LE CAUSE POLITICHE E MORALI I

«

fasti

rigurgitano

della

di

borghese

rivoluzione

congiure, di rivolte,

continue e violente

:

e

il

199

italiana

di

resistenze

trionfo di quel

movimento

rivoluzionario ha jDortato all'apoteosi di tutti questi episodi.

In ogni

«

numenti

eretti

regicidio

per glorificare quei nella

glorificato

è

trovano lapidi e mo-

città d'Italia si

Lo

fatti.

persona

stesso

Agesilao

di

Milano, e una forma di attentato, che in altri casi destò tanta indignazione, ha avuto anch'esso

nomi

il

bat-

Monti e Tognetti, cantati da poati di grido (Carducci), raccomandati all'ammirazione dei venturi perfino su mura di tesimo della gloria nei

di

pubblici edifici.

cinquantesimo anniversario del 1848 ha ripor-

Il

tato quest'anno, in folla,

noscimento «

la rievocazione e

il

rico-

ufficiale del diritto di rivolta.

Già, parecclii anni addietro,

il

re aveva con-

un monumento a Giuseppe Mazzini, condannato a morte un tempo sotto la motribuito

narchia «

all'erezione di

(1).

Qaest'anno

le

barricate del quarantotto sono

commemorate, festeggiate, ribenedette, in adunanze uffiiiali da senatori e conservcitori di ogni state

calibro.

(1)

memoria

Un

biirsto

è stato

dei fratelli Raffini

inaugurato ;

testé in

Gonova

alla

lapidi e busti ricordano Yoohieri

ed altre vittime delle insnrrezioni contro la dinastia dei Savoia.

È

tutta un' apoteosi della lotta

storia dettagliata e

contro Casa Savoja, la

documentata che Giovanni Faldella, oggi

senatore del EegnO; ha consacrato alla fratclh Ruffìni.

Giovine

Italia e ai


NAPOLEONE COLAJANNI

200

«

Un

senatore, già ministro e vice

presidente

del Consiglio superiore deiristruzione, ha pubblicato con accompagnamento di parole laudative e pietose in una rivista le memorie dell'ex deputato Folti dei Bianchi, che organizzò il jmoto abortito del 6 febbraio 1853 e quella congiura segreta si proponeva di pugnalare all'imcome lo stesso Folti dice :

pensata sulle vie i soldati austriaci, di sterminarli con bombe, di fomentare la diserzione e i tradimenti nella loro

fila »

(1).

Nulla c'è adunque di più illogico in Italia qunto il biasimo inflitto dalle attuali classi dirigenti a coloro che cercano nella violenza la soluzione dei

problemi ai

politico-sociali,

la via per porre

tormenti che subiscono. Si risiDonde

dai

termine rivolu-

zionari antichi, chiamati volgarmente quaì^antottisti,

che bisogna sempre saper distinguere infatti,

che respingendo l'assoluto,

condizioni che giustificarono la

si

ed è giusto esamini se le ;

rivoluzione

contro

regimi sussistano ancora per ispiegare

gli antichi

i

moti contro l'attuale. E l'esame cui si procederà ora. Ci è nota la condizione economica degli italiani odierni

;

la

quale certamente non è peggiore di quella

di cinquant'anni or sono,

ma

è più avvertita e resa

più penosa dai cresciuti bisogni da soddisfare, dai contatti più frequenti tra classi e classi, tra popoli

e popoli che suscitano

(1)

La sommossa

maggior numero

di desideri

dì Milano, pag. 26 e 27. L'apologia

della rivoluzione fatta da Crispi tante volte, fu rifatta in

più solenne

il

modo

12 Gennaio 1898 in Palermo. L'on. Eosano,

ex sottosegretario

agli

riasurrezione del 15

interni,

glorificò

nello

Maggio 1848 in Napoli.

stesso

anno


LE CAUSE POLITICHE E MORALI

T invidia e l'aspirazione

e che accrescono

che sono

le

grandi molle di

201

meglio,

al

og'ni progresso. L'istru-

zione maggiormente diffusa dà più chiara coscienza

che

dei torti

esistenti e lo

subiscono e delle iniquità sociali stesso senso morale più evoluto spinge si

a proteste ed a tentativi per eliminare

più

le

stri-

denti ingiustizie. Il

criterio relativo,

adunque, che s'invoca per

opportune descriminazioni tra rivoluzioni e rivoluzioni, induce a ritenere che psicologicamente oggi le

la

rivoluzione dovrebbe

essere più

più

e

facile

giustificata.

Ciò dal lato

economico.

Il

risultato

non

è di-

verso procedendo alle constatazioni delle condizioni politiche e morali.

un punto

C'è stéssa è litiche.

in cui la condizione

economica

prodotto della vita e delle condizioni popressione tributaria schiacciante ch'è tanta

il

La

parte della miseria

italiana è fìliata dalla pessima

politica e dall'amministrazione ora pazza, ora diso-

nesta.

Le

inchieste, che

rimontano se non

erro,

al

1865, assodarono tale sperpero del pubblico denaro,

che sarebbe stato sufficiente a gettare il discredito e la diffidenza sullo Stato, che lo permise o meglio che ne fu l'autore j)rincipale. Il

carattere generale precipuo della politica ita-

liana nei suoi

rapporti

colla

finanza fu

il

difetto

assoluto di coordinazione della politica all'economia, della spesa alla ricchezza razionale

uopo

insistere perchè

l'economia dai

politici

Carmine

e

;

sul quale

venne lumeggiato dai

non

è

teorici del-

ultimi Pareto Flora e Conigliani

e

non sospetti per idee sovversive da Colombo risalendo al marchese Alfieri


NAPOLEONE COLAJANNI

202

primo tale policombattè come megalomaniaca. Questa politica disastrosa ha i suoi capisaldi

di Sostegno, a Stefano lacini, che tica

:

le pensioni,

le ferrovie,

sioni sono divenute

le

spese militari.

un cancro

tano oltre ottanta milioni

roditore

;

Le pen-

rappresen-

all'anno nel bilancio

crescono dando luogo a scandali grossi e piccini sia

che

si

;

e

pappano accumulino indebi-

riferiscono a cittadini che se la

nel fiore degli anni sia che si tamente su di una stessa persona. Conseguenze più gravi sul bilancio ebbero le costruzioni ferroviarie. I molti miliardi che costarono furono causa d'ira e di sdegno, più che di critica obbiettivamente economica, tra g'ii economisti ;

della scuola ortodossa

Pareto

che

le

e

del

De

Viti

e sopratutto

spesso

;

spese ferroviarie che

si

da parte del

dimenticò,

gTavano

sul

però,

bilancio

dello Stato, furono causa di risveglio e di prosperità

compenso vale la pena di essere evidenza né può dimenticarsi che la confi-

per la nazione.

messo in

Il

;

gurazione geografica dell'Italia è tale che necessaria-

— sempre distributiva —

mente rende poco remunerative alcune linee indispensabili per debito di giustizia le quali

però danno

proficue le altre.

il

Dove

loro contributo per la critica si

appunta bene e

mai abbastanza severa è nella quantità e nei modi per procurarsi i mezzi per

un

rendere

della spesa farla.

Fra

parlamentare dell'on. Rava, dimostrò che coi metodi adoperati dai finanzieri italiani per ferrovie e per altre spese si assunsero prestiti che ci fanno pagare l'interesse su 100 mentre tanti,

discorso

s'incassò poco più di 50

!


LE CÀUSE POLITICHE E MORALI

Come

si

siano

spesi

i

quattrini

203

che

Stato

lo

ottenne a condizioni di minorenne che fa cambiali

a babbo morto ^ si apprenderà da queste poche cifre Novara-Pino da 20 milioni salì il preventivo delia a 44 della succursale dei Giovi dai 21 ai 78 della Cuneo-Ventimiglia da 38 a 91; della Faenza-Firenze :

;

;

da 40 a 77; della Parma Spezia da 46 a 119... La litania potrebbe continuare e i commenti potrebbero alcune di queste Queste cifre dicono complete. ancora sono linee non che le nostre ferrovie avrebbero potuto costare un essere più pepati ricordando che

terzo di

meno

se onestamente

costruite

e che la

;

spesa avrebbe potuto ridursi ulteriormente, se alla

medesima

si

prudenza.

Non

con intelligenza e spesa ferroviaria in se, dunque, perchè se anche sproporzionata

provveduto

fosse la

va condannata produsse e produce del bene

ma

il

modo

dello

spendere.

La spesa ferroviaria

militare sorpassa di gran lungo quella

e con minori

risultati

:

gli

e più

otto

assorbiti dall' esercito e dalla marina dal 1871 al 1897 hanno lasciato indifeso lo Stato e non gli hanno procurato nemmeno il conforto illusorio esercito e marina non possono ricordella gloria tre date, dare che Custoza, Lissa e Abba Carima

miliardi

:

che rendono acutissimo

il

dolore della miseria eco-

dolore nomica prodotta dalla loro preparazione che non può essere lenito in alcun modo dalle ;

vittorie ottenute contro

e di Molinella,

di Molinella o di

Un

i

contadini inermi di Sicilia

contro gli operai

Milano

!

del pari

inermi

(1)

temperato e coltissimo scrittore, il Nitti, (1) alle lodi prodigate air esercito in occasione delle

nando

accenultime


NAPOLEONE COLAJANNI

204

Era

mandava

Ma nuora

Generale La

il

di

respingere

poi

,

consigli

i

che racco-

,

che

coloro

di

credono o fanno credere che all' Italia non deve bastare la sua indipendenza e la sua libertà e vanno predicando ch'essa ha bisogno di gloria militare^ perchè

sono scellerati e più che scellerati

essi

as-

De Marco).

{De Viti

surdi..,.

,

Questa enorme sproporzione tra la potenzialità economica della Nazione la spesa militare e i risultati suoi fa messa in evidenza centinaia di volte da scrittori ed oratori d'ogni colore ma per ragioni facili ad intendersi mi piace soltanto di far menzione del Jacini del Coloml^o del Carmine autentici ed eminenti conservatori lombardi l'ultimo, con, coerenza che altamente l'onora^ due volte abbandonò il ministero del tesoro perchè si volle ,

;

.

,

,

;

continuare nelle

follie militari

connesse alla triplice

repressioni, esce in questa sanguinosa ed

a proposito della

Rivera assumendo

diramata

circolare

della

portafoglio

il

amara considerazione Afan de

dal Generale

guerra

:

Adottare

«

può essere una necessità che s'imponga a in momenti dolorosi ma non mai causa di alle-

leggi di eccezione

noi tutti

grezza

;

;

ne

provvedimenti

i

In

di genialità.

imparava

borbonico

nell' esercito

italiano

Cialdini,

indomani

Borbone, invitava

ottenuta contro i

defunti

d'

rep?'essioni

una

atti

i

principi che ora esplica

per battaglie

vere

Enrico

,

vittoria contro le truppe del,

ad una messa

solenne

:

non

diceva, poiché la vittoria era stata

italiani

le

dell' oggi.

Giugno 1898).

di

ufficiali

egli

altri

ambo

glorioso

,

gli

già per rallegrarsi,

chiameremo mai

tempi, quando Tonor. Afan de Rivera

altri

un generale all'

di rigore

parti

»

Nella

,

.

ma [Le

commemorare insieme sommosse dell' ieri e le

per

Riforma Sociale

di

Torino.


LE CAUSE POLITICHE E MORALI

205

alleanza^ aggravate dalle follie coloniali. Affinchè

,

non si dica che la grettezza e la micromania del Colombo non possono essere adottate a criteri direttivi d^lla politica di una grande nazione poi^

varie riprese da sinceri

stigmatizzata a

amici del-

ritalia nuova, quali Gladstone^ De-Laceluy, Castelar,

soccorre opportuno di ministero del

compagno

giudizio di chi fa

il

megalomane

tipico

Crispi.

:

Nel connato articolo Siamo poveri o non siamo f Ton. Saracco scriveva « non possiamo « sovra tutto non dobbiamo dimenticare questo « A^ero, che qualunque svolgimento di militare po« tenza che uno Stato intende fare per il manteni-

«

:

mento della sua p)reponderanza politica,

affinchè

non risulti precario ed artificiale, deve essere in « armonia colle forze economiche della nazione ». La citazione non potrebbe essere |)iù opportuna nel momento in cui si parla di 500 milioni da spendere per la marina «

!

Il

popolo italiano

benché incolto

,

,

avvertì le

conseg'uenze economiche delle spese militari d'onde germogliarono sentimeiiti politici eh' è bene a :

,

,

scanso di equivoci e di allarmi del Fisco '

,

esporre

d'un monarchico convinto. « Si pensa monarchia costituzionale da noi o diventa

colle parole «

che

la

modello della inglese

« civile sul «

missione

nella terza

«

sarebbe

«

massa

«

fonde nel

Itcdia

;

la

o

manca

monarchia

unissono con V interesse

all'

dei contribuenti

sentimento

e

del

alice

sua

civile

della gran

porrebbe radici propopolo

monarchia militare

eh' è

sempre

«

monarchico;

«

l'interesse

«

mentari, che hanno eliminato dal governo prima

la

della

nazione.

Due

si

crisi

mette contro

extra parla-


NAPOLEONE COLAJANNI

206

« «

« «

due ministri lombardi favorevoli alla riduzione delle spese militari, hanno pej^sonifìcato e drammatizzato nella fantasia popolare il contrasto tra la Corona e il Popolo. Così il sentimento

uno

e poi

divenuto poco alla volta antixno-

« antimilitare è «

narchico

».

{De Viti De Marco).

Pensioni, spese ferroviarie, spese militari, che

ballano sinistramente sullo sfondo cupo dello sper-

pero abituale e della malversazione generale, hanno g-enerato rapidamente

V enorme debito pubblico

per interessi gran parte del bilancio italiano togliendogli ogni elasticità sino ad impedirgli per molti mesi la sospensione del dazio sul grano ^ reso inevitabile

i

cui quattordici

miliardi assorbono ,

dalla fame, ferro

circoscrivendolo entro

un cerchio

di

che costituisce la corona di spine della na-

,

pompa perennemente

zione, la

aspirante delle sue

economiche generate hanno rigenerato il più profondo e

risorse. Così queste condizioni

dalla

politica

giustificato

malcontento

Meno male

se

vato un correttivo locali

sul gli

;

ma

dello Stato avesse tro-

in quella delle

amministrazioni

primo e ne hanno anche esagerato i errori in tutto e per tutto, aggravando,

Stato

(1)

le disastrose

Con questo

(1).

in più

il

Comuni quanto

si

grande

marcio

e

e nella Provincia

siano aggravati

;

i

i

difetti e

rispetto

condizioni create dallo :

che

Sin dal 1883 nel libro salle

dimostrai

di

V azione

queste hanno creduto bene di modellarsi

ai Contribuenti,

nei

politico.

le

malversazioni

IstituX'ioìii

pericoH che

si

municipali annidarono

da allora ad oggi chi sa dire mali ?


LE CAUSE POLITICHE E MORALI

hanno

più note

locali

mento

che

;

i

passioni locali

maggiore

suscitato

sono resi odiosi

balzelli si

hanno

207

risenti;

che

le

inasprito tutte le ferite antiche

e recenti.

Che cosa fossero nerare

il

morale,

mente

le

in

dei moti

quanto contribuissero a ge-

e

generale malessere economico

politico e

,

amministrazioni locali fu detto ripetuta-

Parlamento

;

e più di recente in occasione

1893-94 e della legge

del

di Sicilia

pel

Regio Commissario straordinario civile per la stessa isola in Luglio 1896 (1). Ma nessuno con sintesi mirabile poteva e con maggiore autorità ne scrisse ]neglio deir attuale ii

ministro dell' Interno. Proprio

Generale Pelloux in una circolare

Settem. 1898, rubando

Ho

«

potuto

nel

il

ai Prefetti dol

mestiere ai sobillatori, dice

mio breve soggiorno

:.

nelle

Puglie nella scorsa primavera

e nei pochi mesi dacché mi trovo alla direzione del ministero delPinterno^ rilevare che in parecchie località , lo stato ,

La

delle coso lascia a desiderare....

disonestà nella

amministrazione va colpita subito, senza misericordia, con tutta la severità delle leggi.... E la disonestà amministrazioni, bisogna pur

nelle

manifestare e riate

manifesta sotto

si

con ogni sorta di abusi

:

,

le

dirlo, si può forme più sva-

a cominciare

volta col colpevole favorire gli amici e

Per

(1)

tarono

i

socialisti

la parte

partiti locali

altro

di Sicilia, ecc., e

che in

— si

Sicilia

i

tal-

congiunti

nel 1893-9-4 rappresen-

apolitici benché masckorantisi da

legga

il

gli scritti del

del Senatore Pasfj^uale Yillari,

mio

libro

:

Gli avvenimenti

Deputato Di San Giuliano e


NAPOLEONE COLAJANNI

208

mediante cessari

creazione per essi d'impieglii non ne-

la

colle

;

abusive di essi a posti-

destinazioni

col fare eseguire lache non potrebbero coprire vori^ e permettere spese non necessarie, a solo scopo ;

andando

partigiano,

comunali

elettorali

d'imposte a danno

fino alle alterazioni delle liste

degli

ruoli

(pur troppo anche

altri

danno dai meno abbienti) al non esipagamenti dovuti alla amministrazione dai

talvolta a

gere

dei

falsificazioni

alle

;

i

;

proprii amici

;

al

creare

così contabilità

artificiali

che diventano presto indecifrabili e permettono poi rasentando o ogni specie d' inganni e di frodi ;

toccando persino talvolta V appropriazione indebita collo storno dei

mezzi destinati

al servizio

pubblico,

impiegandoli invece a scopo ben diverso. Se ciò

non

frena con tutto

si

che è del caso, invano

con tutta Tenergia

rigore,

il

si

può

tentare di sperare di

propagande facili in quanto

fare ardine alle dottrine sovversive alle ostili^

le

quali diventano tanto piìi

che trovano le

un

terreno preparato

ci

far germogliare

loro idee ».

Meglio e più onestamente non in quanto al fare è dire e

il

Ma

fare c'è

il

un altra mare

si

potrebbe dire

cosa. -Si sa che tra

;

il

!

importanza capitale V esplicita confessione del ministro che sta a capo della feroce reazione contro i partiti avanzati che i veri e di-

rimane

d'

:

retti responsabili

colpite.

dei tumulti

Sta pure in fatto che

ambizioni più sfrenate tutto

il

non sono

le

vittime

'

,

i

i

più volgari appetiti,

rancori

mezzogiorno soffiarono

le

più profondi in

e soifiano nel fuoco

per fare divampare incendi dai quali

tutti,

disone-


Le cause politiche e Mouàli

20à

stamente sperano trarre profìtto. E questi sciagurati provocatori di tumulti sono stati quasi sempre i più insistenti nell'invocare misure i

eli

rigore contro

sovversivi, che spesso furono soltanto

imprudenti

ciecM perchè non si avvidero che servirono strumento ai biechi fini altrui (1).

di

e

Intanto talora

i

veri

premiati colla

rimasero impuniti

colpevoli

conquista

del

municipio

;

le

masse incoscienti furono massacrate i repubblicani e i socialisti innocenti condannati alla reclusione per discorsi o scritti di data remota e che non po;

tevano

influenza

esercitare

diretta

sugli

avveni-

menti.

Questa vita comunale e provinciale, che da se stessa

dati gli stretti rapporti col potere centrale

deve reagire sulla vita nazionale, per la grande ignoranza delle masse ha fatto accumulare odi contro poiché tali masse per lo appunto tutte il governo che loro vengono da cause locali le sofferenze ;

,

per la impossibilità in cui

trovano di discernere

si

con esattezza, le hanno addossate allo Stato. Nell'ersono state dolorosamente confermate dalle

rore

repressioni largamente autorità che lo

(1)

Anche

il

da Foggia (189S responsabili sinistri,

rappresentano

Corriere -

N.

nn opuscolo

dello,

121)

fatti

di

;

eseguite

dalle

e in questa guisa,

Sera in una corrispondenza

lascia

dei tumiilti di Bari

anche sulla

gravissimi

ordinate ed

e

intendere di

chi

furono

i

Foggia. Dettagli più

complicità della autorità politica, pei

di

Minervino Marge

A.

Panarelli

Minervino Murge. Canosa

di

:

//

si

possono leggere

primo

in

Maggio 1898 a

Puglia 1898. 14


NAPOLEONE COLA JANNI

210

anomalie più o meno criminose di indole locale sono andate ad accrescere il torrente

anche

tutte le

impetuoso del malcontento politico. A frenarlo, ad inalvearlo per renderlo meno rovinoso^, sarebbero occorsi uomini di Stato di grande levatura al centro ed alla periferia ma certamente se r Italia li avesse avuti, non sarebbe stata ridotta ;

cosi a

mal

come

partito

si

trova oggi.

senza distinzione di partiti

italiani,

ad aggravare di destra

si

la

mano

I

politici

— e sarei disposto

più su quelli di sinistra che

sono chiariti impulsivi, impreveggenti,

preoccupati degli interessi individuali o di un mi-

nuscolo gruppetto

che non diviene

partito

senza alcuna grande direttiva d'interesse nazionale.

Quando hanno

hanno compiuto qualche del resto, assai raro neficio

della

dinastia

;

sacrificato

atto di il

collettivo;,

stessi

se

abnegazione

sacrifizio

giammc^d

ed

caso,

avvenne a be-

della patria.

Gli

interessi veri dello Stato, quelli superiori delle Società

quasi mai ebbero

il

sopravvento nelle

determina-

cui mani rimase il governo per circa quarant' anni e quando gli interessi individuali furono posposti, giova ripeterlo^ non prezioni dei politici nelle

;

valsero che quelli dinastici (1).

corrispondente da Foggia al Corriere delta

(1) Il citato

Sera scriveva

:

a

cosa dolorosa,

«

nuto sta

pili

«

Un tumulto, quando è solo un tumulto, è ma passeggera; la gravità di quanto è avve-

che altro nel contegno delle autorità

«

dimostra qual 'misera cosa sia presso di noi

ci.

%ione governativa »,

l'

:

il

quale

organizza-


LE CAUSE POLITICHE E MORALI

Non tici

211

faccio entrare nel novero dei fattori poli-

del malcontento le violazioni ripetute, sistema-

tiche dello statuto, l'adulterazione sfacciata del re-

g-ime rappresentativo e la riduzione al

pubbliche libertà

:

sono notissimi;, qui

è accennato più volte e basta

rammentare che da fuori

rivoluzioni,

minimo

soli

che

delle

stesso vi si

a proposito

di esse

doterminarono in Italia e lodate ed esaltate.

furono

Giova invece chiudere questa serie di ccmsiderazioni con un cenno fugacissimo sulla politica ecclesiastica.

In quasi tutti g-li Stati c'è un clero e c'è una religione, che servono di cemento e che quasi sempre funzionano come strumenti di conservazione. Ben diversa è la situazione in Italia; ne c'è duopo ram-

mentare per quali cause lo Stato si trovi in conflitto colla Chiesa dominante. Ora è precisamente in questo conflitto,

che

si

è mostrata

tevolissima,

della

tutta

sapiente

— fatta eccezione, legge

delle

è no-

guarentigie

T insipienza e la bestiale indiscrezione della politica italiana, che ha oscillato contidel 1871

nuamente tra principi cari a Zanardelli a quelli sottolineati da Prinetti colla sua visita al cardinale Ferrari; contraddizione impersonata talora ed esplicantesi clamorosamente a piccoli intervalii in

uno

stesso individuo, che ora iuvoca Dio colla formula del più schietto leggitimismo clericale ed ora si affida a Crisostomo per dare consigli al Papato

dopo avere inneggiato

alla

Dea Pagione. Egli

è così

che clero e religione, che altrove sono fattori di stabilità e di conservazione sui quali lo Stato può contare, tra noi sono divenuti massimi elementi ,

di perturbamento.

E meno male

che in Italia

è


NAPOLEONE COL A JANNI

212

fiacco

il

ricali

disagio economico, che arriva

Il

lora

tollerano e

si

miseria

alla

dispo.tismo e l'insipienza dei governanti ta-

il

soffio di

(1)

cle-

i

(1).

!

vera,

sentimento religioso, e sono timidi

un

subiscono in pace quando

si

moralità lambisce gli uomini e

Enrico Panzacclii;

clie ci

le istituzioni

tiene ad essere considerato

conservatore, scrisse sulla politica ecclesiastica queste parole

Dall'ambigua formula cavouriana abbiamo

« il

succo deleterio

un

sonnifero. Davanti al

per

il

stillato tutto

ce ne

poteva contenere e

clie

:

siamo

fatto

problema — così singolarmente grave

nuovo regno che ha Roma capitale

abbiamo

noi

riposta tutta la nostra gloria nell'essere astensionisti, reticenti,

evadenti; ossia nell'essere nulla.

Non uno

«

anche

co'

e

;

avremmo potuto avere amico

volere

cattolico;

e

con

co'

ma ve-

la incuria,

e pacifico

le tirchierie,

1

ingiustizie palesi, ce lo siamo inimicato per

po'

di

buon

basso clero

il

mali garbi e

modo che

il

che possiamo aspettarci da lui è d'averlo neuirale.

glio

storia racconterà poi, le

doveri,

— nel senso

suoi

non uno Stato laico moderno della parola. Con un

suoi diritti

ramente logico

Stato confessionale

a edificazione dei posteri, le incertezze,

incongruenze d'ogni genere,

sioni infelici nelle quali

modus mvendi che

le

meLa

l'alta

le

provocazioni

e le

cademmo, abbozzando gerarchia

remis-

trattative e

non

ecclesiatica

volle

accettare.

Intanto tutte

«

Abolimmo

i

le

l'asse ecclesiastico e lo

come

e

meriti;

ed

esso,

il

nostre

leggi

a vuoto.

vedemmo

sfumare, non

si

sa bene

il

dove, tranne l'arricchimento dei pubblicani bene-

volemmo comprimere con con l'aiuto della

libertà,

la libertà

il

risorse d'ogni

naccia di montarci sul capo, ricco,

sono riuscite

conventi e l'Italia è piena di frati; incamerammo

clericalismo, lato

e

mi-

prospero, provocante ».

Corriere della Sera, 1898, N. 133.


LE CAUSE POLITICHE E MORALI e in qualche guisa

li

vivifica e

li

213

sorregge. Invece

un fermento putrido virulentissimo

tra noi

s^ infiltra

dappertutto e spinge alla dissoluzione.

fermento putrido nulla ha risparmiato

Il

vita privata

è

si

riversato

;

dalla

nella vita pubblica

che per comodità di molti lojolescamente si vollero staccare e quando nella seconda la sua azione viru;

massimo d'intensificazione, è tornata a devastare la compagine sociale. Egli è così che nella delinquenza abbiamo il tristissimo primato che in Europa nessun altro popolo e che questa delinquenza,, ci può contendere (1) sotto forma larvata talora e tal altra più imprudente e sovvertitrice perchè sicura dell'impunità, ha conlenta

ha raggiunto

il

;

quistato tutto

il

municipi,

i

le

provincie, gli uffici pubblici,

complesso organismo dello

delle statistiche

criminalità

;

Stato.

penali documentano

il

Le

cifre

primato della

la storia di ogni giorno dei cassieri

che

degli istituti che falliscono fraudolentescappano mente; dei commendatori tratti in arresto.... la ;

storia della inchiesta sulle ferrovie meridionali nel

1864

— inchiesta misteriosamente scomparsa —

,

delle

inchieste sulla Eegia interessata dei tabacchi e del relativo

processo

Lobbia....

Banca Romana con

relativi

delle

amminicoli

meravigliosa sulla influenza che

(1)

Un

mano

;

la

sulla

storia

può esercitare un

tempo passavano per nemici

che colla cifra in

inchieste

della patria coloro

ciò affermavano. L'indignazione solle-

Europa dall'assassinio dell'Imperatrice d'Europa costrinse anche i jjatrioti a confessare la verità. Si legga,

vata

in

ad esempio, l'articolo di Scarfoglio

Mattino di Napoh, 1898, N. 177.

:

Il

nostro 'primato

\


NAPOLEONE COLA JANNI

214

Costanzo Chauvet; zioni parlamentari

da ministri e

discorsi

i

per citare

i

le rela-

più recenti

di

Saracco, di Prinetti, di Brunicardi sui lavori pubblici, ecc., ecc., costituiscono il più doloroso pejicZa?!^

completano il quadro cupo della pubblica moralità che a larghe pennellate, per quanto in forma solennemente ufficiale, ci fece conoscere la circolare del Generale Pelloux della delinquenza privata

e

sulle amministrazioni locali (1).

Chi vuole avere un quadro rassomigliante al vero, ma sempre più bello del vero, legga sulla

(1)

tutto ciò che riguarda molte manifestazioni della

Per

nostra degenerazione morale

si

leggano

Corruzione poliUca - Catania 1888, II

Parlamento ho

-

i

due

ediz.

miei

-

Milano 1893. - La documentazione

scritto esige

scritti

Banche

e

di ciò

:

e

che

non una breve pagina, ma qualche volume

in folio. Tutte le riviste e tutti

ne hanno dato saggi

giornah negli ultimi tempi

i

edificanti.

fenomeni morbosi

I

sono

stati anche ufficialmente constatati nelle associazioni costitu-

zionali del regno. Tipica la dichiarazione del Senatore Negri.

Questi, nella riunione della Costituzionale di Milano, tra le

cose erronee, dimostrate tali dai processi, disse questa preziosa verità del

I tumulti avvennero perchè in mancò la coscienza

:

governo

Ciò che avvenne si deve al difetto

E

cercano

i

Parlamento

tutta l'anione

e del paese,

sobillatori

!

Un

e nel paese vi

(li

una politica morale.

altro tratto

godeva

di

del dovere....

:

Giulio Prinetti, nel

grandissime antipatie

che per parte mia non divisi mai. Bastò che alquanta energia

non

tutta

quella

verso alcuni grandi ladri, perchè le antipatie in

una corrente

Tanto sentito il

caso di

necessaria

tramutassero

si

di calda simpatia e di sincera

è il

mostrasse

egli

ch'era

ammirazione.

bisogno di moralità, e tanto eccezionale è

un ministro che

se

ne faccia paladino

!


LE CAUSE POLITICHE E MORALI

215

degenerazione politica in Italia ciò che scrisse Ruggero Bonghi per commemorare la breccia di Porta Pia (1). E vorrei possedere tutta l'autorità di cui

godeva Ruggero Bonghi e vorrei che in Italia si godesse quella poca libertà di cui si godeva ancora nel 1893. per esporre altre considerazioni importantissime che egli allora espose, rivolgendosi a chi di

dovere, in quei famosi articoli sulP Ufficio del Principe in

Quitto

uno Stato Ubero

e

sero la punizione per lui più dolorosa dal Palazzo del Quirinale

Ma

se certi tasti oggi

:

e

sul di-

che

gli val-

l'ostracismo

('2).

non

è più lecito toccare

senza riportare gravi scottature,

sarà lecito, però,

ripetere ciò che opportunamente disse teste Giulio Prinetti, togliendolo a prestito da Guizot: nelle mola narcliie moderne^ che non discendono da Dio sovranità risiede nella giustizia (3). Or bene, ciò ,

che manca assolutamente tra noi è la giustizia

!

Questa mancanza cominciò ad essere avvertita più di venti anni or sono da ]\[arco Minghétti in

un

libro,

che rimase classico

;

ora non

alcuno negata o attenuata e se ne del

fenomeno più pericoloso

Sin dal principio della

XIV

e

più da

è

discorre

come

meglio constatato.

legislatura,

il

Re, nel

discorso inaugurale dei lavori parlamentari, promise provvedimenti per ristaurare il regno della giustizia ma ancora non c'è stato il tempo di prenderli. E ;

(1)

XX Settembre - Nuova Antologia.

(2) Sono due articoli pubblicati ad

neUa Nuova Antologia (3)

del 20

del 15

Gennaio

15 Settembre 1895.

un anno

e del

di distanza

15 Dicem. 1893.

Discorso nel Gircolo popolare di Milano nella seduta

Maggio 1898,


NAPOLEONE COLAJANNI

216

senza la giustizia non civile

popolo, che conosce queste condizioni deplo-

revoli, diffida

sempre della

da

ed a modo suo

e crede

giustizia legale

un sacrosanto

spesso di esercitare

È

società

(1).

!

Il

sela

sorregge alcuna

si

:

diritto

facendo-

more barbarico.

questo l'ultimo fattore di ordine politico-mo-

rale del presente perturbamento italiano su cui ho

creduto di dovermi

fermare ed esso solo è tale qualunque movimento violento inteso a provvedere. Ed il popolo da gran tempo avrebbe provveduto, se in esso la coscienza dei mali

da rendere

;

possibile

e del loro esatto

rapporto colle cause vere

hanno generati non crassa e dalla

clie li

fosse ottenebrata dalla ignoranza

defìcentissima

educazione politica

;

avrebbe provveduto, se ogni energia non fosse stata fiaccata dalla lunga servitù ed esaurita da oltre settant'anni di lotta per conquistare l'unità e la indipendenza della nazione. L'insieme di queste condizioni economiche^ poliche, intellettuali e

morali quale è stato riconosciuto

-ed esposto dagli scrittori di

ogni colore politico in

occasione degli ultimi tumulti, (2) spiega esaurien-

(1)

Sulla denegata giustizia abituale in Italia e sulle di-

ha parole roventi la scrittrice inglese Oiiida (An impeachement of modem lialy. Nella Revicio

sastrose conseguenze sue,

of Revieics (2)

giudizi

-

15 Settembre).

Avevo intenzione sintetici

giornali di parto

riprodurre

emessi da uomini

monarchica in

i

più

politici,

occasione

caratteristici

da riviste e da degli ultimi tu-

Vi sono confessioni preziosissime sulle cause vere di tumulti e sulla enorme, se non esclusiva, responsabilità

multi. eletti

di


LE CAUSE POLITICHE E MORALI

217

temente la g-enesi di questi fenomeni, che mi piace segnalare colla parola di tre uomini, dei quali nes-

suno metterà in dubbio

la

devozione

all'Italia, alla

dinastia, alle presenti istituzioni.

degli

uomini succodentisi

classi dirigenti

governo da quarant'anni

al

Ho

italiane.

e sulle

dovuto rinunziare a questa

ri-

produzione perchè sarebbe stato necessario ad essa sola con-

un lunghissimo

sacrare

prendere

sima, badiamo

rispettare né

ordine

1'

ecc.,

Costituzionale

Maggio, e 7

Perseveranza,

Milano coi

di

popolare

Circolo

Giugno 1898

Corriere della Sera^

discorsi dei

26

e

Direzione ;

28 Luglio

27,

La Lombardia

;

(N.

17 e 20

133),

Corrieì'e

;

giorni

dei

articoli

con

articoli del Prof. Ercole

Rivista penale del Giugno colla

8 Maggio

Napoli

di

della

con

Lucchini, Consigliere della Cassazione

4

membri

giorni

dei

Mattino

;

Sera^ con articolo di Panzacchi

dello.

— incompletis-

che enumero senza

cronologico, né quello della loro im-

del

e

lista

di riviste e di giornali

Eccola qua.

portanza.

Lombardia^

dari

Se qualche lettore volesse

vengo sin da ora in aiuto con una

Io gli

25,

capitolo.

lavoro separatamente, farebbe opera utilissima.

il

Torraca e

di

della

Vi-

cronaca del Deputato

Napoli

CoQ-riere di

;

EconoMaggio 1898 in poi Don Chisciotte del 4, 5 e 6 Maggio Don Marzio del 5 Maggio Tribuna con articolo di Rastignae del 7 Maggio Nuova Antologia del

mista

e

di

;

intera collezione del settimanale

Firenze da

;

;

;

;

del 1 Maggio, del 15 Giugno, del 15 Agosto con articolo di

Maggiorino nale

con

degli

Ferraris, di

Economisti

articoli di

forma Sociale

De

Giugno con di è

di

Pisa, di Ercole Yidari

Gior-

;

Maggio, Giugno, Luglio e Agosto

De Marco

;

di

Eacioppi

,

ecc.

;

Ei-

Maggio e Giugno con articoli di Nitti Idea 30 Giugno e del 15 Settembre con ai-ticoli

di

liberale del 15 e di Borelli,

Viti

Ugo

Massuero

;

,

articolo di

Yidari

;

Vita internazionale del 20

Massara; Rivista politica

Luglio con articolo di Beroaldo. Tutto

anghe da leggere per

la parte politica.

il

e letteraria

libro del Fioretti


NAPOLEONE COLAJANNI

218

amano

Coloro che

1.

le istituzioni e

vogliono

conservarle in Italia hanno poca fiducia in se stessi e questa poca fiducia ne turba le menti. La con;

amara è dell' on. Di Rudinì in una circoMaggio 1898 a tutte le Autorità del Regno,

fessione lare del

in cui deplorava

il

malvezzo delle continue richieste

di truppa, nella quale soltanto scorgevasi la salute.

Nel disagio pubblico, nel disordine delle istituzioni liberali e nello aumento della immoralità trovano le propizie condizioni della cresciuta si 2.

brigantaggio e del

forza del

clericalismo e

della

diminuzione del sentimento unitario. Ciò riconobbe Ruggiero Bonghi (1).

Le nostre popolazioni sono malcontente e sentono disgusto di un regime ^ che le condanna ad una vita di privazioni e di stenti, che possono 3.

«

Questo è il giuGiuseppe Saracco, che viene ri-

talvolta apparire incomportabili » dizio del Senatore

.

badito da cento altri pareri, altrettanto espliciti, e tutti di

la

monarchici che constatano con

diminuzione o

infinito dolore

scomparsa della fede nelle

la

istituzioni (2).

(1)

XX

tembre 1895. I aifermai alla

In Nuova Antologia del 15 Set-

Settembre.

bigotti dell' unità e della monarcliia

Camera che

basso urlarono. Ora

il

fatto è

il

cui la passione e l'ignoranza

che vogliono saperne

sentimento

di

riconosciuto da

non faveto

quando

unitario era in ri-

alla

tutti

coloro

mente. Coloro

più leggano: Colajanni e Ciccotti

:

Settentrionali e Meridionali, Biblioteca della Rivista 'popo-

Eoma. Remo Sandron. Palermo - Milano 1898. Siamo poveri o non siamo ? Il Borelli (2) G. Saracco sotto il ]jiu.so del Regio Commissario Bava BeccariS;, noìVldea

lare

:


LE CAUSE POLITICHE E MORALI

219

Per dire come e perchè gli errori e le colpe degli uomini possano far perdere la fede nelle istituzioni buone le nostre sono eccellenti occorrerebbe lungo discorso. Dal quale mi dispensa

il

!

Emmanuele

parere autorevole.... di Vittorio

Fu

il

gran

II.

appunto che in uno dei diCorona saviamente ammonì / popoli

re per lo

scorsi della

apprezzarlo

:

istituzioni

le

in

ragione

dei

risultati

che danno.

Che cosa abbiano dato le istituzioni sinora in Italiaf abbiamo visto: i loro prodotti si assommano nel tumulto e nel delitto anarchico. Questi risultati

devono all' opera costantemente sovvertitrice degli uomini che ebbero in mano la cosa pubblica da quarant'anni in qua (1) e questi uomini meritevoli di gogna o di galera si sono eretti a giustizieri ed hanno punito negli altri le colpe proprie hanno mandato alla reclusione coloro che altro reato non commisero se non quello di denunziare e di stigmatizzare V opera di sovvertimento delle istituzioni da loro compiuta! si

;

:

liberale del

15

GiiigaO;

constatava

che

«

massa che

nella

mormora sottovoce e pare prostrata mentre osserva ed aspetta non e' è quasi più un barlume di fede ove fede è, ;

non rassomiglia^più certamente stra.... (1)

«

Le

istituzioni sono

vertono sono

nistrano

alla no-

»

;

'precisamente coloro che governano

cioè.,

amministrare

sovvertite e coloro che e

le

sov-

ammi-

per dir meglio, che dovrebbero 'governare

».

Ho

raccolto

questa

gemma

Corriere della Sera del 25-26 Luglio 1898.

e

preziosa nel



XIII.

LA CAPITALE MORALE

La

sommaria sinora eseguita sarebbe ba-

ricerca

che in Italia esistono tutte le ondizioni politiche per rendere intelligibile quaanche improvviso, impulsivo e senza -unque moto

stevole per provare

scopo

— preciso —

inteso a modificare

uno

stato

iose dichiarato addirittura intollerabile dagli

3minenti che contribuirono a crearlo. oari,

che se in Italia

e'

è

una

città o

È

di

uomini

chiaro, del

una regione

ihe per le condizioni politiche, morali, intellettuali }A

economiche

n questa

si

differenzia dal resto del regno

città o in

questa regione più vivo e più

ntenso deve sentirsi li

un mutamento

il

desiderio o meglio

radicale.

E

deve

il

bisogno

sentirsi

urgente

questo bisogno, se avvertite le disastrose condizioni Ielle altre

regioni, perchè deve sorgere

spontaneo

il

amore che a lungo andare il male comune intacchi

mche

le parti

sane o

ionstatata e la

meno ammalate. La

differenza

paura del male prossimo danno pure


NAPOLEONE COLAJANNI

222

ragione di una tendenza vaga ed indeterminata al separatismo o

rimpianto di una riunione che

al

si

j

crede verificata a proprio danno.

Questa

che

città,

riflette nelle linee

generali le

\

condizioni di tutta la regione di cui geograficamente e storicamente è

tempo chiamata

il

centro,

e'

è

Milano

:

morale

la capitale

senso di ammirazione e d'invidia

;

Milano, da j

d' Italia,

ironia che nasconde male la poca

ora con

ora con una

sincerità di chi;

la manifesta.

Ho

avuto agio di deplorare che Milano sover-

chiamente

si

sia inorgoglita della

sua prosperità e

che abbia misconosciuto quanto essa devo regioni d' Italia, che apportano

per crearla scessi

(1).

Mentirei a

me

il

il

titolo di capitale

Le sue condizioni

non riconofama buona di

la

morale.

forse saranno inferiori a quelle

di parecchie altre grandi città del lo

loro contingente

stesso se

che Milano merita sul serio

cui gode e

alle altre

mondo

civile;

per

insieme sono di gran lunga superiori a quelle

del resto

d' Italia

non esclusa Torino che

in

qualche cosa la supera. Gli elementi

giustificatori

del

buon nome

di

Milano sono numerosi ma prima di esporli sommariamente giova fermarsi sulla condizione economica sua ed esaminare se cause d' indole strettamente economica, quali furono quelle che determi;

(1)

nali.

D. Napoleone Colajanni

:

Settentrionali e meridio^

Agli italiani del mezxogioìmo. Prof- Ettore Ciccotti

Mezzogiorno Prezzo L.

1.

e

settentrione.

Roma-Palermo -Milano,

Presso la Eivista

Popolare

e

presso

:•

1898,

Remo

Sandron.

]


LA CAPITALE MORALE

223

narono i tumulti nel resto cV Italia, potevano commuoverla. La miseria generale ed intensa della penisola ha fatto comparire maggiore la prosperità economica di Milano.

Epperò

di fronte agli ultimi dolorosi av-

venimenti parecchie cose sono da osservare 1. Non è esatto che il benessere nella capi:

tale

lombarda

meno

così

sia

vuole far credere

;

grande

come

diffuso

e

si

la miseria vi è soltanto minore,

estesa che altrove. I salari degli operai della

Ditta Pirelli

esposti dal

innanzi al

cav. Calcagno

Tribunale militare (udienza del 18 Griugno) provano che per la massa essi sono di gran lunga inferiori a quelli delle grandi industrie europee, mentre gli operai della Ditta Pirelli sono tra

pagati

meglio

i

d'Italia (1). 2.

fama

A

Milano, per la minore miseria e per la

di grassa e ricca di cui

gode e per

le

ristret-

tezze delle altre i)arti d'Italia, è supponibile che in

ogni tempo siano accorsi operai e spostati dalle altre parti d'Italia a costituirvi

affamati e dei disoccupati.

Tarmata

Non

si

di riserva degli

dimentichi che

la condizione dei contadini dei dintorni è

sima. Sicché (9

si

miseris-

deve prestar fede alla Perseveranza

Maggio) quando dei tumultuanti scrive;

campagne scalzi,

dettero

un contingente

gli operai dalle

iianno L. 4,20 al giorno;

L. 2 alle 3. Per operai

aspirano ad un elevato tenore di vita schini.

Le

di contadini laceri,

senza cappelli, dalle facce stravolte

(1) I capisala

«

i

...»

garzoni L. 1;

intellettuali

sono

e

abbastanza

che

me-


NAPOLEONE ÒOLAJANNI

Sè4

Che

tra

il massimo conting'ente da elementi senza lavoro e resice lo prova all'evidenza una nota

tumultuanti

i

fornito

sia stato

denza stabile, di cronaca del Corriere della Sera che all'indomani della breccia di Porta Monforte constatò che negli stabilimenti

quasi

industriali

tutti

gli

operai

il

Maggio erano tornati al lavoro (1). Sarebbe stata impossibile questa generale ripresa del giorno 10

lavoro cogli 80 morti, col migliaio di

2000 arresti praticati, se arrestati avessero dato

feriti e coi

ai morti, ai feriti e

agli

loro contingente gli operai

il

che stanno relativamente bene e che lavorano regolarmente. (1)

Vale

la

pena

di

togliendole dal N, 127

Abbiamo stamani

«

riferire

testaalmente

interpellato

suo parole

i

principali stabilimenti

risposte che ne

sulla ripresa del lavoro ed ecco le

avute

le

:

abbiamo

:

Banfi.

amido

:

Quasi

e ciprie.

tutti gli

cune donne dimoranti fuor Bassolini

:

mono

al-

vernici. Tutti.

Branca:

Fratelli

operai^

di Milano.

liquori.

Quasi

tutti.

Binda: bottoni. Su quattrocento operai ne mancano ottanta, per lo più del contado.

Binda

carta.

:

Tutti.

Bertarelli Giov. P. 0.

:

arredi sacri. Tutti.

Besana

:

stabilimento meccanico. Tutti.

Buselli

:

candele. Tutti.

Bertelli

Broda

:

medicinali. Tutti.

ing. Ernesto

mancavano Union des Gaz.

:

stabilimento

200. Tutti.

Fonderia milanese acciaio. Tutti. Carlo Erba: medicinali. Tutti.

meccanico.

Su 1200


LA CAPITALE MORALE 3.

225

dimentica un canone di psicologia indiscutibile oramai, ch'è questo le in-

Infine

popolare,

si

:

perturbamenti economici regressivi si risentono più rapidamente e più intensamente dove fluenze dei

maggiore è il benessere l' ambiente sociale è tale biezione

invece

;

tra

adattamento

1'

miseria e della ignoranza,

della

al-

popoli caduti nelTab-

i

eh' essi

divengono insensibili a qualunque male nuovo e a qualunque peggioramento di quelli esistenti. Inversamente cresce il desiderio di benessere^ di coltura ragione

e di libertà, in

miglioramenti

diretta dei

conseguiti. L'osservazione è di Buckle e fa ripetuta

da Spencer

e

da Lombroso

Blumenthal: conceria.

Brunt: apparecchi a Stabilimento

(1).

Tutti.

Tatti.

gas.

De Angeli

Quasi

:

tutti

mancano alcuni

:

operai del contado.

Manifattura dei tabacchi: Tutti. Stabilimento Pirelli

Camona

e C.

Quasi

Richard-Ginori Tutti gli

:

Tutti. tutti.

4

Tutti.

:

stabilimenti ci

assicurano che regna perfetta

calma nel ceto operaio. Alcuni stabilimenti, quali rimandata l'apertura a domattina. Altri come Stigler,

non aprirono perchè ignoravano

generale. Gli operai però voro,

ma

(1)

si

guiti vedi lo

82).

l'

il

Suffert e lo

ordine del

Comando

presentarono ugualmente

Per l'aumentato desiderio

vato che,

Centenari

al la-

dovettero esser rimandati.

Spencer

:

miglioramenti già conse-

di

Proble77ies de

Guillaumin et C. Paris 1894 De la

80 a

il

impiegano specialmente donne, hanno

e Zinelli e altri che

morale

ìibertè

à

et

de sociologia.

la serintude (pagina

Lombroso scultoriamente sempre « E stato osserperchè un popolo si sollevi, è necessario che si :

lo


NAPOLEONE COLAJANNI

226

mossero la Sicilia nel 1893 e la Puglia nel 1898 e rimasero tranquille la Calabria e la Sardegna. Qui la miseria dura ininterrotta da anni ed anni e le popolazioni che le abitano si sono adattate ad un regime inferiore. Il passaggio rapido da un relativo benessere ad un certo grado di miseria spingea a ribellione le prime. Questi principi di psicologia collettiva, che trovarono la loro applicaPerciò

Uone

si

ripetute volte, poterono agire a Milano

uno

trovi in

perchè

stato relativo di benessere,

di prostrazione,

il

energia per reagire

almeno quanto

sicché

il

alle rivolte,

nell' eccesso

nomo non ha abbastanza

popolo come V ;

come

massimo

della sventura

ha quasi un' influenza

umana,

inibitrice

massimo della felicità. E perciò che nel medio evo scoppiarono sommosse in numero maggiore nelle città rette a comuni che nei paesi dove vigeva il sistema feudale, che non

nei

quali

Quando è

il

men

la

stretta dalla più

plebe era

le forze del

popolo sono

dura miseria

consante dalla fame, esso

disposto ad usare dell'energia che gli rimane in tu-

multi sanguinosi, che d'altronde non farebbero che aggravare il

suo stato, diminuendogli ancora

della sussistenza. Noi ne

il

lavoro e quindi le fonti

abbiamo un esempio

sott'

occhio in

non sommossa neppure in Lombardia, una sostanza putrefatta, che li avvelena.

Italia in cui le condizioni del contadino, miserabilissime,

diedero luogo a nessuna

dove migliaia vivono «

(//

delitto

di

'politico,

ecc.,

p.

84

e 85).

generalizza troppo la rassegnazione sotto

Puviani questi principi al limite di

il

Forse

il

Lombroso

regime feudale.

di psicologia collettiva

li

tolleranza delle imposte {Illusione

ha

Il

applicati

finanziaria

pene delle imposte fra loro e con Nel Giornale degli Economisti Agosto 1898).

lìiediante associazione delle

altre pene.

1


LA CAPITALE MORALE

ili

varie altre contrade

227

Milano, che a.veva tumul-

(1).

pane e per le angherie degli agenti daziari^ non poteva rimanere insensibile quando il prezzo del pane subì nel 1898 un aumento di quasi il 50 ^i^ (2). tuato

A

il

Aprile 1886 per

1

MilanO;, inoltre,

ciazio sul

il

come

dovettero in-

si disse,

tensamente agire altre cause, perchè Milano è la capitale morale. Che lo sia lo dicono le cifre, che bisogna lasciar parlare. Cominciamo da quelle relative alla base biologica, che

con qualche confronto

con quelle della maggiore città del mezzogiorno;, Napoli, serviranno a fare apprezzare più al giusto metropoli del

costituzione bio-sociologica della

la

Nord

e di quella del

Sud

(3).

.

L'aumento della popolazione nella capitale della Lombardia, se non è vertiginoso come quello di alcune grandi città dell'Europa settentrionale o degli Stati Uniti, è assai considerevole.

(1)

Avverto

il

lettore

Contava 351,941

che ko sostenuto

r influenza del passaggio rapido

documentato

e

benessere

dal

al

malessere

economico nella manifestazione individuale nella Sociologia Criminale. Catania, 18S9. Volumi due, L. 13. (2) Il

frumento

nostrano

L. 23.75 dal 29 Aprile al 1 di

34,25 da! 28

del frumento

mente

la

notizie,

Camera

(3)

clie

30 Aprile 1898.

al

risentirono

Comune

del

di

ebbe un

di

Il

clie

e

di

prezzo della farina e

e

il

pregati

viva-

Clerici segretario

Dott.

mi fornirono

tutte le

furono in condizione di darmi.

Qualcbe confronto tra Napoli

e

Milano

nel lugho 1897. Li ampliai in due articoli nici

massimo

meno V aumento. Eingrazio

Commercio

Milano,

prezzo

Maggio 1897, raggiunse quello

sociali

Secolo

nel

feci

— Paralleli

nel Medico delle famiglie

di

naio e Febbraio 1898).

igie-

Boston. (Gen-


NAPOLEONE COLAJANNI

228

abitanti nel 1885 ed

arrivò a 441 nel 1895. L'au-

mento fu più rapido tra

il

1881 e

il

1891

da

314 a 414 mila abitanti mentre Napoli nello stesso tempo da 493 salì a 527 mila. In media a Milano ;

l'aumento fu di circa 10,000 abitanti all'anno, mentre a Napoli non arrivò a 3000.

Questa prima ed enorme differenza acquista un economico sociale interessantissimo quando saprà che la natalità di Milano nel 1895 era

significato si

molto ai disotto di quella media del regno rispettivamente di 28,21 e di 38,67 per mille abitanti. Questa natalità arriva alla cifra dei popoli orien:

tali

meno

avanzati in civiltà in Napoli

di 41^4 nel quartiere

Lorenzo

S.

mantenevasi a 49,8. Questi

1891

dove nel 1881

,

altri dati^ oltre

esercitata dalla diversità delle condizioni

degli abitanti delle due città,

nel

:

Tinfluenza

economiche

danno ragione

in parte

della differente mortalità: a Milano, per l'igiene, la

rinnovamento

spendono Lire 1318,80 per 100 abitanti; a Napoli si arriva a poco

pulizia e

il

edilizio,

si

più della metà, a L. 693.85.

L'aumento della popolazione, dunque, a Milano, come nelle altre città civili, non è determinato da forte natalità, ma dalla sua minore mortalità ridotta a 24,52 nel 1895 colla media del regno di circa

26 e

di

Napoli,

che

mantenevasi

a 30,6

nel 1893. L'aumento dovuto alla

minore mortalità viene accresciuto dalla immigrazione, che fu di 10,511 nel 1885 e discese a 9545 nel 1895;

inver-

samente l'emigrazione tra gli stessi anni salì da 2944 a 3194. Queste ultime cifre sono interessantissime, perchè dimostrano: l'' la quantità considerevole di persone nate fuori di Milano^ che nella ricca


LA CAPITALE MORALE

vanno a prendere dimora

città

;

che

229

il

movimento

ascenzionale delia prosperità, a giudicarne dalla dimi-

immigrazione e

nuita

dall'

aumentata emigrazione,

aveva già cominciato a subire un arresto nel 1895. Occorrerebbe una speciale monografia per illustrare la vita economica industriale di Milano, che non è uguagliata da quella di vermi' altra città italiana vi sarà agio di accennarvi un poco più ;

in

e

là,

qui

basta ricordare che la Cassa di Ri-

sparmio costituisce l'indice migliore della ricchezza della Lombardia. Gli ottocento milioni all'incirca di depositi e risparmi della

due

oltre

terzi

meridionali

Lombardia rappresentano

del totale

come

si

è

spettante alle in

visto

provincia

uno dei

capitoli

precedenti.

La

superiorità di Milano è indiscutibile e con-

siderevole dal punto di vista intellettuale e morale.

Milano spende L. 655^20 per istruzione e L. 1,23 per culto ogni 100 abitanti Napoli invece presenta ;

queste cifre: L. 354 e L. 19,67. Alle due spese cor-

rispondono rigorosamente

i

dati

dell'analfabetismo

e quei della superstizione, dimostrabili colla stica

stati-

per la prima parte e riconoscibili soltanto dalla

cronaca per la seconda. A Milano, infatti, su 100 sposi, un poco più di 16 non sanno sottoscrivere più di 50 a Napoli. Quasi tutti i ragazzi che hanno l'obbligo della scuola - 96 su 100 - la frequentarono in ;

Lombardia negli anni 1894-95 arrivarono a 63 nella Campania. Aggiungasi che mancarono qui tutte, o ;

quasi, le scuole e le istituzioni complementari, che

rendono meno

illusoria

l'

istruzione

obbligatoria.

In perfetta armonia coi dati economici e morali sono quelli morali come si può rilevare da questo


230

NAPOLEONE COLA JANNI

specchietto che

100^000 abitanti

si

riferisce al triennio 1893-95.

Reati d'ogni specie denunziati.

Contro

il

Per

:

buon costume

.

....

Milano

Napoli

1316

3984

10,48

40^54

3,02

28,35

101,61

511,30

352,97

498,25

Omicidi Lesioni violente Reati contro proprietà.

Milano supera tutto

.... il

mezzogiorno nel numero

delle nascite illegittime (10,2 per 100 nascite)

sa che questo è l'indice

meno

;

ma

significante della

si

mo-

che Torino, la quale nell'insieme sta innanzi a Milano per la istruzione e pei reati, la supera nelle quote degli illegittimi, con 14,1. ralità pubblica; tanto

Milano anche in uno degli elementi più dolorosi, si rivela a livello delle regioni piìi colte di Europa: nel 1895 ebbe 90 suicidi; poli,

ncn furono che 53 a Na-

con circa 90 mila abitanti in più.

Se dal lato negativo della statistica morale si passa a quello positivo, in qualche modo rappresentato dallabenefìcenza e dalla previdenza^ riscontriamo

armonizzano coi precedenti e li spiegano. A Napoli si spendono L. 118,72 per 100 abitanti per beneficenza pubblica ed a Milano 185,15. Ma queste cifre non danno che una pallidissima idea dello spidati che

rito

filr

^tropico di Milano, in tutte le sue classi so-

Chi volesse rendersene conto^ legga in Appendice ciò che brevemente ci scrisse persona che conosce ciali.

la capitale tire

il

morale e non potrà fare a meno di sen-

per essa una viva ammirazione. Accanto alla beneficenza sta la previdenza. Oltre

Monte

di Pietà e la Cassa di Risparmio, a Milano


LA CAPITALE MORALE

23Ì

meglio vivevano, prima che

vivono

la raffica rea-

zionaria le devastasse, oltre 160 associazioni di

mutuo

soccorso tra professionisti ed operai di ogni specie. Si può assicurare che i più umili mestieri e i più vari hanno la loro associazione di mutuo soccorso prima fra tutte V Associazione generale, che ha un capitale ;

economica e

di oltre 600,000 lire e che per potenza

numero

di soci gareggia con trambi sono tra le pochissime in Italia che reggono al paragone delle inglesi. Milano, colle sue diverse

quella di Torino; en-

opere di beneficenza e di previdenza, spende la bella

somma

di circa otto milioni

e

duecento mila

lire

all'anno.

Camera municipio aveva accordato un

Floridissima e bene organizzata era la del Lavoro, cui sussidio

annuo

il

di L. 10,000

e

gratuita in

sede

la

via Crocefisso ed a cui facevano capo circa 120 sodalizi

che rappresentavano tutto

lavoro manuale

il

di quello intellettuale — associazioni tra inse-

e parte

gnanti, ecc.

— Serviva come intermediaria tra capi-

tale e lavoro,

tra l'offerta e la

domanda

di lavoro

e patrocinava gli interessi dei lavoratori.

L'opera sua fu sempre efficacissima

compose degli scioperi

o

li

cipio in qualche occasione

si

evitò

;

e

lo stesso

ad

rivolse

spesso

Muni-

essa. L'ul-

tima sua buona opera compiuta lu nello sciopero dei tramvieri, che durò un sol giorno e terminò colla vittoria

dei lavoratori contro

contro la società Edison. L'ira la risparmiò,

il

della

Municipio e reazione non

non ostante che non avesse

carattere

politico.

E

colla

Camera

alle associazioni

del

Lavoro possiamo passare

schiettamente politiche. Quelle di


NAPOLEONE COLAJANNI

23^

mutuo soccorso hanno ciascuna una prevalente

ten-

denza politica; V Associazione generale^ ad esempio, è nelle mani dei monarchici moderati che se ne

avvalgono ed acquistano una influenza superiore

La norma

alla loro forza reale.

monarchiche

associazioni

delle

è la Costituzionale presieduta dal no-

bile G. Visconti

Venosta e dove

raccolgono

si

i

rea-

zionari più feroci, reclutati nell'aristocrazia e nella

grassa borghesia:

le

vengono rappresenPerseveranza. Sono monar-

sue idee

stampa della

tate nella

chiche varie società fra militari ed elettorali

manente nel

tra

un Comitato

quali

i

terzo collegio, che tra

i

alcuni

circoli

elettorale per-

principali capi

enumera quello menzione speciale il Circolo popolare^ che vorrebbe un partito conservatore moderno ben distinto dal readi accusa contro

i

avversari

suoi

di essere appartenenti alla massoneria. Merita

zionario;,

a cui appartengono Prinetti e Ambrosoli,

tra gli altri deputati

;

ma

che sinora non è riuscito

ad avere molta fortuna non ne ha avuto una maggiore V Associazione monarchica fra gli studenti mi;

lanesi.

Un

tempo era potentissimo

schiettamente democratico e

il

Consolato Operaio

che fu

lo

strumento

della vittoria clamorosa della lista democratica e re-

pubblicana alla prima elezione generale a suffragio allargato nel 1882. listi,

Fu

battuto in breccia dai socia-

che gradatamente

gli sottrassero molti

tanti sodalizi e gli era stato sostituito

il

impor-

Tribunato

dei lavoratori, ch'era schiettamente repubblicano (1)

(1) Il

per avere

Consolato operaio il

fu.

;

fondato dai moderati nel 1860

monopolio delle dimostrazioni patriottiche.

A

poco


LA CAPITALE MORALE ed altre

e repubblicani erano molti circoli elettorali

società

compresa una d'irredenti ed

fra

altre

Fascio Carlo Cattaneo. Re-

gli studenti raccolti nel

pubblicani e democratici potevano contare su di

cune società

mutuo

di

al-

soccorso, sulla Socieià demo-

Reduci dalle Patrie battaglie e sulle Società Reduci volontari garibaldini. cratica tra

Erano

i

oltre venticinque le società e trenta

oratorii cattolici, nei quali stava la

nata

partito

del

forza

Alcune

clericale.

gli

discipli-

organizzazioni

avevano scopo esclusivamente elettorale e riuscirono utilissime ai moderati nelle elezioni amministrative.

sembravano

I sodalizi socialisti

ma

mero;

nu-

di

scarsi

erano mirabilmente organizzati e di una

sorprendente

Federazione

attività. Alla

diW Associazione elettorale

socialista^

socialista

Circolo

al

alcuni

utili

istitu-

stvAi sociali facevano capo molti circoli

prevalentemente elettorali

ed altre

,

di

come il Ristorante cooperativo di Ponte Seveso che riusciva efficacissimo per la propaganda. L'or-

zioni,

ganizzazione socialista era la più disciplinata

e

la

più forte: la sola che poteva competere col partito clericale.

sità della

corrente che cominciava a designarsi tra

a poco

si

la disciplina

veniva rotta dalle diver-

trasformò in senso radicale per opera di Romussi,

Prada e Valera. Vi fa un tempo in cui tutto

il

classi lavoratrici. il

suo apogeo.

Le

il

il

centro

elezioni del 1882 e del 1886 segnarono

Penetratavi

la corrente

nel suo seno vivaci discussioni Ottobre 1892

era

por la redenzione politica e soc'ale delle

lav"oro utile

Consolato

ch.e

lo

socialistta,

nacquero

indebolirono.

16 S03ietà contro 11

Il

21

— decretò

la fusione col partito dei lavoratori e accettò la lotta di classe.

Le

altre 11 società

fondarono

il

Tribunato.


l^At>OLEONÈ COLA JANNI

234

moderati guidati da Turati e dalla Koulischoff, che

i

volevano accordi coi partiti affini, e gli intransigenti che di accordi non volevano sapere in alcun

modo. Gli uni

e gli altri

— moderati e intransigenti

erano decisamente avversi a qualunque tentativo rivoluzionario, almeno tra gli elementi direttivi e tra gli oratori delle frequenti e frequentate conferenze.

Con un cenno il

governo

ligio

il

Crispi,

alla

Massoneria

perchè a

Gran Maestro

del

ternazionale per la pace,

mini di

tutti

i

colori

— scissa durante troppo

riteneva

lui si

tempo alla Società indove trovano posto uodal conservatore Albasini-

Scrosati ai repubblicani Maffi

e

Premoli

Circolo per la solidarietà internazionale,

e

eh' è

al

una

emanazione della precedente, con intendimenti più larghi e più pratici,. pò ugo termine alla rapidissima

rassegna delle associazioni di Milano, che possono già dare un adeguato concetto della sua vivace attività politica,

che meglio risalterebbe dalla storia

dei suoi singoli collegi fatta al elettorali.

Le ultime

elezioni,

che nel solo VI collegio, tra gli antidinastici

lume

dei

risultati

ad esempio, insegnano

socialisti e

repubbicani,

sono oltre 3000.

Questi dati politici e intellettuali vengono completati dalle seguenti notizie sulla stampa.

ha

i

giornali più diffusi in Italia, se

non

i

Milano meglio

compilati.

Comincio dsdVItalia del Popolo che non risorgerà più nella capitale morale e che rivivrà a Roma Italia. Benché intransigensotto il semplice titolo e non temente repubblicana talvolta bigotta ben fatta dal lato tecnico e defìcientissima pel servizio telegrafico;, era riuscita ad avere quattromila :


LA CAPITALE MOfeALÈ abbonati. Era grande laboratori

235

valore morale dei suoi col-

il

oggi quasi

tutti in

carcere

ma era

maggiore la diffusione delle idee repubblicane tale da consentirle una tiratura di oltre 15 mila copie, quale non Irebbero vasà L'Unità Italiana^ Il Dovere La Lega della democrazia^ non ostante la direzione di uomini che si chiamavano, Maurizio Quadrio, F. Campanella, Alberto Mario. E V Italia del Popolo^ per le deficienze indicate, non oltrepassava i con;

fini dell'Emilia.

Tra lo tiene

i

quotidiani,

il

primo posto per

a Milano e in tutta Italia II Secolo, la cui

mila copie e che

tiratura oscilla attorno alle 100 esercita

la diffusione

una grande

democratico in tutto

e benefica il

influenza

E

regno.

per

in

senso

questa

sua

azione venne soppresso dal generale Bava Beccaris.

Viene dopo II Corriere della

sera,

che col volteg-

giare accorto del Torelli-Viollier, che sapeva a tempo

debito secondare l'opinione pubblica e colla grande

cura posta nella compilazione, aveva ottenuto una considerevole diffusione. rettore, cui

parvero enormi

i

fasti

stato di assedio, si ò avvicinato

Perseveranza zione,

ma

l'organo

dell'antico

Coll'uscita

più

di-

reazionari dello

politicamente

sfacciato

della

alla

rea-

che per fortuna esercita scarsissima in-

fluenza, per la sua scarsa diffusione.

Non

arrivò a

guadagnare neppure durante lo stato di assedio, quando ridusse democraticamente il prezzo di vendita da 10 a 5 centesimi. La Lombardia era un giornale alquanto democratico, non bene definito, ma che per le sue imparzialità godeva di molte simpatie tra la borghesia che non vuole arrivare al Secolo^ ma che non può ac-


236

NAPOLEONE COL A JANNI

conciarsi agli

organi della reazione

come

ora ha

;

mu-

pure mutato tutto il personale di redazione^ volontariamente dimessosi per atto di solidarietà con il suo direttore, non avendo voluto acconciarsi a fare un gioril direttore Gianderini tato indirizzo,

Invece

nale reazionario.

La

Sera,

è

sempre

almeno sinora

per Torà tarda in cui care per di

Don

Albertario e la Lega

tidiani cattolici

diffusa

ministeriale,

U Osservatore

Cattolico

Lombarda sono i due quo-

seconda fornica coi moderati e

la

:

pubblica e cbe la fa ricer-

si

ultime.

notizie

le

discretamente

è

qualche volta assume intonazione conciliazionista.

La di

Lotta di

Classe

risorta

sotto

titolo

il

:

Lotta con un valoroso direttore — Claudio Treves

— Il Socialista^ L'elettore cattolico viilanese, cattolico^

liberale

il

Popolo

Il lavoratore italiano^ clericale^ e L'

sono settimanali

:

sarebbe fortuna per

Idea tutti

se le idee temperate dell' ultima prevalessero tra

monarchici milanesi. Milano ha inoltre e industriali

quotidiano

tra

i

23 pubblicazioni commerciali

:

quali II Sole e

il

Commercio

22 di medicina; 5 giornali giuridici

;

i

I Tribunali divennero quotidiani durante i processi politici ultimi; 16 agricole; 22 di moda; 14 strettamente religiose 29 letterarie, educative, scola13 per le famiglie ed umoristiche argatiesimo II Guerrino Meschino e assai popolare ;

stiche, ecc.

L'Uomo

;

di

Pietra

\

13

teatrali; 3 di

viaggi; 5 di

pubblicità; 9 di sport, caccia e scherma; 15 di ge-

nere diverso

;

12 scientifiche

siero itcdiano di Pirro Aporti.

E

tra le quali II Pen-

chiudo questa elo-

quentissima enumerazione con un cenno alla

soppressa

Critica Socicde, che

speciale

mercè V opera


LA CAPITALE MORALE

237

assidua, intelligente ed amorevole di Filippo Turati aveva acquistato fama grande e meritata in Italia e fuori e che tutti si augurano di vedere risorgere

presto e rigogliosa e battagliera,

non appena

suo

il

valoroso direttore avrà riacquistata la libertà.

Da

tutto ciò

si

può già concludere che Milano

è città essenzialmente politica e intellettuale

conosce la vivacità delle discussioni nei ritrovi familiari^ nelle piazze

;

la

;

e chi

nei

caffè,

frequenza e varietà

conferenze pubbliche molte delle quali^ naturalmente con diversità d'intenti, organizzate dal delle

florido Circolo Filologico e dalla Società internazio-

nale per la pace

tutte affollate e parecchie tenute

nella stessa ora, potrà ancora più

costruire mentalmente

agevolmente

Tambiente psichico

Questo ambiente, è naturale, non

ri-

di Milano.

formò in un giorno, né in un anno. Degli anni ce ne vollero perchè quello descritto da Parini si mutasse radisi

calmente.

Non

è qui

il

luogo per dimostrare quali fattori

naturali e sociali abbiano contribuito a preparare e

maturare

il

mutamento facendone un centro

vissimo di vita economica e intellettuale l'Austria colla sua cura di forche,

di

galera ne ricostituì sano e vigoroso

il

litico;

ne formò

la tradizione fiera,

;

atti-

certamente

piombo

e di

carattere po-

indipendente,

indomita.

dall'agosto 1848 all'agosto In un solo anno furono eseguite non meno di novecento 1849 di morte sopra individui accusati sentenze sessanta

semplicemente sospettati autori di reati politici, compresi taluni pei quali non esisteva neppure il sospetto, ma che vennero giustiziati sol perchè tratti


NAPOLEONE COLAJANNI

238

accidentalmente in arresto. Alcune esecuzioni acquistarono celebrità per alcuni episodi eccezionali.

È

che

così

milanesi vanno

i

orgogliosi

del

:

Tireinin innanz! di Sciesa (1850).

trattamento dei bruti a cittadini che insul-

« Il « tati

risentono l'insulto, dice

Senatore Piolti de'

il

«

Bianchi^ segnò tra Milano e l'Austria

«

indelebile,

«

straccerà

e

E quest'odio spiega come, perchè umana fra le città italiane, abbia

una pagina

una macchia mai

che nessuno

d'odio,

». 1s\ì\?cclo

pacifica

manifestato

un

entusiasmo come per una vittoria nazionale all'an-

nunzio dell'assassinio del D.^' Vandoni (1851) reo di aver denunziato alla polizia il suo amico Dottor Ciceri (1). Il

moto

del 6 Febbraio 1853

nel quale ebbero

parte Visconti Venosta e Depretis

e tutte le suc-

cessive cospirazioni e impiccagioni consecutive^ sino alla liberazione del 1859,

(1)

non fecero che rinvigorire

Per conoscere meglio

politico di

Milano mi sembra

della relazione

insurrezionale

questo

brano

del Senatore Piolti de' Bianchi sul tentativo

6 Febbraio

del

appunto all'assassinio del

umana

formazione dell'ambiente

la

opportunissimo

1853

Vandoni

Milano che

fra tutte,

che «

:

si

per

riferisce

lo

pacifica

Milano, città

suo poeta sferzava perchè

«

e

«

troppo tollerante e troppo molle, Milano che aveva tenuto

«

per mesi

«

capello,

«

una

fra l'ugno

Milano

città

in

l'aborrito

quel

di cannibali,

Ma

di,

il

Bolza

senza

torcergli

un

ad un ignaro, sarebbe parsa

tanto

bastone e la

gongolava

per

di gioia

verga e la forca

un

avevano

«

assassinio.

«

trovato degna risposta nel pugnale

«

ranno muta la natura dei popoli più miti, quando sentono

«

la dignità di sé stessi ».

il

;

ma

la ferocia

del ti-


LA CAPITALE MORALE

239

adamantino questo carattere politico della Lombardia e della sua «ìapitale. Una nuova vita avrebbe dovuto cominciare colla cacciata de^li Austriaci e lombardi e milanesi vi credettero tanto a questa nuova vita^ che essi, nei primi anni della costituzione del regno, sembrarono

e rendere

;

più devoti alla dinastia sabauda; tanto devoti, che Enrico Cernuschi;, indignato, preferì alla cittaditra

i

nanza italiana la francese. Le elezioni politiche erano T indice migliore dei sentimenti della massa che godeva del diritto di voto. C'erano già dei brontoloni, disgustati

mantenuto tuente;

che Vittorio Emmanuele non avesse impegno di convocare la Costi-

l'antico

ma

i

più erano soddisfatti della liberazione

dal giogo austriaco e preoccupati e distolti da altre aspirazioni, dal desiderio ardente di

compiere l'unità che lo odiato e antico oppressore rimaneva accampato nel Veneto. Qaalche elezione — quelle di Giuseppe Fere l'indipendenza della nazione, sino a tanto

rari,

di G. Mussi, e più tardi di Carlo Cattaneo

più che

alla infliienza

rappresentava] 10 gli

della corrente

eletti

eminenza della persona o

era

politica

un omaggio

l'effetto

di

che alla

condizioni

locali.

La reazione contro il sentimento monarchicomoderato andavasi maturando man mano che i governanti

discreditavansi

per errori politici

e

per

immoralità delle quali non potevansi vittoriosamente difendere.

Era divenuta vigorosa all'epoca del Gazzettino Rosa che potè fare di più per la demolizione

delle istituzioni coi duelli de' suoi redattori viventi

en hohemiens

,

che non

gli articoli logici e serrati


NAPOLEONE COLA JANNI

240

dell'

Unità Italiana

processo Lobbia

ed esplose colle infamie del

(1).

Passò inosservata, o quasi, la cospirazione repubblicana del 1869 — per la quale venne arrestato sulla Piazza del

Dnomo

Dott. Pantano, tradito da maggiore interessamento il tentativo insurrezionale della Caserma di Pavia colla

un

ufficiale

ma

;

il

suscitò

conseguente facilazione di Barsanti. miserevoli di Lanza per negare la

I sotterfagi

grazia del povero caporale,

donne

chiesta in

da una Pallavicini

italiane

,

nome

delle

cui consorte

al

grazia non era stata negata dall' Imperatore d'Austria,

produsse la più penosa impressione nella pubblica

E

opinione.

la

Lombardia cominciò a divenire un

semenzaio di deputati schiettamente repubblicani Sonzogno,

Billia,

Ghinosi, Mussi, Cavallotti

molti

dei quali forniti dal Gazzettino Rosa^ divenuto popolare perchè battagliero ed anticesareo.

Moscova

(1)

In

23 Marzo 1879

queste

dimostrazioni

(2)

1

per Lobbia la polizia agì,

come sempre, austriacamente suscitarono indignazione ;

trattamenti

fatti

Via

fatti di

e tanti altri fasti

i

mal-

subire al maggiore garibaldino Liborio Chiesa,

mutilato di una gamba, (2)

In occasione della commemorazione delle ciaque gior-

nate, la polizia, per sequestrare la bandiera della Fratellanza

repubblicana, esegaì una vera feroce agressione conti o la popolazione inerme, che venne paragonata a quella

dell' 8

Set-

tembre 1S47 ed organizzata dal Bolza all'arrivo dell'arcivequello del scovo Romelli. Nel processo, il Generale Fumel

brigantaggio

ebbe parole asprissime contro

litiche e militari, fetto

il

le autorità

che la prepararono ed eseguii ciò. Era pre-

Gravina, questore Amour, comandante dei

Magggìore Ghiaia.

po-

soldati

il


LA CAPITALE MORALE della polizia, che

241

non lasciava passare occasione per

agire austriacamente, accelerarono

l'evoluzione

di

Milano e della Lombardia in senso democratico e repubblicano evoluzione che trovava il suo terreno :

ben preparato nella tradizione storicae nella influenza che dovevano esercitare legittimamente, sopra gli

elementi

intellettuali e

Carlo Cattaneo

Gabriele Rosa

;

,

sani^

tutti

un gigante come

uomini come Giuseppe Ferrari e evoluzione che divenne ufficialmente

palese colle elezioni generali del 1882.

In

modo

andò preparando in Milano e in Lombardia un ambiente non solo repubblicano, ma schiettamente federalista, con questo in più che la tal

si

:

tendenza federalista non era esclusiva dei repubbli-

ma

invadeva più o meno apertamente su tutti gli altri partiti e su tutte le classi soci?di, percorrendo una gamma al cui centro stava V Italia del Popolo coir indimenticabile Dario Papa, e, agli estremi, da un lato Filippo Turati e dall'altro Giuseppe Colombo. cani^

Date

le

condizioni

tristi

la coscienza della superiorità

del resto d'Italia e data

economica, intellettuale

morale di Milano e della Lombardia^ coloro che si sapevano superiori e vedevansi legalmente accoppati da una forte maggioranza avversa, non potevano e

che riconfermarsi nel sentimento e nell'aspirazione federalista nella quale

vedevano una nuova

libera-

zione dai barbari del mezzogiorno. Così formossila leggenda dello Stato di Milano^ in fondo della quale c'era e c'è un assieme di verità, che non dovette rimanere del tutto estranea negli ultimi moti di Maggio (1).

(1)

L'infiuenza della tendenza federalista cjnstatiica dal

Daily Cronicle

e

da

altri

giornali viene esplicitamente ie

am-


NAPOLEONE COLlJANNÌ

242

Milano e la Lombardia si credettero addirittura sottoposti ad un dominio odioso sotto il secondo ministero Crispi il quale ricambiava i lombardi di :

come

cordialissima antipatia e designavali salpini. Antipatia scambievole

Galli ci-

sottolineata dai so-

,

lenni fischi di Milano al Presidente del Consiglio, tanto più significante in quanto che la rottura colla

Francia accentuata da Crispi, più che

economicamente, riusciva profittevole lombarde.

altre,

alle

alle industrie

messa da un conservatore lombardo; il Siliprandi ex deputato. Questi, da avversario leale, fa buona testimonianza delle qualità

della parte repubblicana e scrive «

Una

parte

repubblicana trattandosi

e,

dei

:

notevolissima della

mi

immediati

nostri

borghesia lombarda è

a dirlo, e con piacere

affretto

avversari

lo affermo,

essa è

politici,

tanto moralmente rispettabile, intellettualmente

colta,

e so-

cialmente elevata -f[uanto la borghesia monarchica. Essa vanta tradizioni patriottiche indiscutibili, tenacia di opinioni, atti-

vità costante di propaganda, abilità

menti.

La utopia mazziniana

vincie,

ma

il

positivo pensiero di Carlo Cattaneo vive robusto

e spontaneo tanto che molti lo

magnifica sul

grandissima di procedi-

è quasi spenta nelle nostre Pro-

nutrono inconsciamente. Esso

pianta che facilmente

campo lombardo

».

«

è

obliqua e cresce rigogliosa

Tradizione monarchica razionale

una

mai

;

sede recente di

pubblica rivoluzionaria e guerriera

;

vissuta poi per cinquan-

in queste provincie

non

vi fu

re-

t'anni in ribellione perenne; fornitrici di presocchè intieri

i

repubblicaneggianti eserciti volontari, durante la guerra del

risorgimento italiano,

lo

spirito di resistenza

sima a destarsi in esse

»

Dott. Siliprandi

.

:

è

cosa facilis-

Capitoli Teorico-

Pratici di politica sperimentale. Mantova 1898. p.

224. nota e seg.

Yol.

m,


LA CAPITALE MORALE

Lo

spirito

in Cavallotti

24^

lombardo, in ultimo, parve impersonato clie alla sua tenace e meravigliosa

opposizione dette

il

profumo che veniva dalla que-

morale / sicché le manifestazioni violente Milano e dì Pavia dopo Abba Carima e la successiva caduta di Crispi parvero una vittoria^ una rivincita del bardo glorioso della democrazia e dei stione di

suoi rappresentati.

Questo r ambiente politico-morale di Milano

;

che a buon diritto può essere chiamata la capitale morale d'Italia per lo insieme armonico delle sue condizioni. Torino che l'uguaglia, le sta dappresso

economica^ neir alfabetismo e nella minore delinquenza, non ha la vivacità e r energia politica di Milano. E si spiega la calma di Torino durante gli ultimi moti non solo col desiderio di non nuocere al successo della sua Espoo la supera nella vita

sizione e colla forte organizzazione del suo socialismo

intransigente colla

,

ma

influenza

tanto viva su di nifesta al

un

anche

col suo

ancora De Amicis che ma-

tradizione

della

un Edmondo

temperamento e dinastica

sacro orrore per l'idea repubblicana innanzi

Tribunale militare

che doveva condannare a

,

_

dodici anni di reclusione di fede Filippo Turati

L' ambiente citato già in

funerali di

il

suo amico e compagno

!

politico-morale di Milano

modo

straordinario

Cavallotti e dalla

,

sovrac-

dalla morte e dai

rassegna delle forze

repubblicane e socialiste fatte nella commemorazione solenne del cinquantesimo anniversario delle Cinque Giornate era tale che sarebbe stato miracolo se

moti per la fame del resto d'Italia non vi avessero ottenuto una forte ripercussione. Sarebbe ba-

i


KAPOLEONE COLAJANNl

244

stato

il

contagio psichico

,

tanto più facile

terreno è adatto, a determinarla

Mussi doveva renderla

forse

altri

dirà

realmente sospirata

,

delle

se

il

l'uccisione di

;

L'

inevitabile.

calcolo

il

(1)

dove

imprudenza

la reazione

autorità

era

politiche

e

dovevano necessariamente riuscire agli epidi Maggio 1898. Nei quali, per quante ricerche abbia fatte, non sono riuscito a

militari

sodi

sanguinosi

convincermi che vi abbia avuto parte principale la teppa^, come da qualcuno, che ha voluto erroneamente scagionare Milano dei tumulti avvenuti, è stato asserito (2).

(1) Si sa

che

le

epidemie vengono favorite

dalle

ma, di una popolazione non risparmiano gli organismi sani e

condizioni igieniche e biologiche

una

volta sviluppate,

tristi ;

rigorosi che vivono anche nelle migliori condizioni. Ciò che dice delle malattie trova riscontro

si

nelle

esatto

epidemie

psichiche. (2) I

malviventi nella sommossa di Milano ebbero parto

molto minore di quella

che in casi analoghi sogliono avere

come

risulta dalla lettura degli stessi

reati

comuni

caratteristici

gli

sconvolgimenti

che

le

,

politici.

processi.

Mancarono

che sogliono accompagnare

Con

piii

i

tutti

potrebbe darsi

ragione

dimostrazioni di Napoli furono suscitate dalla

camorra

ivi l'obbiettivo principale dei

dimostranti per

molte ore fu

la liberazione dei delinquenti

comuni rinchiusi

nelle carceri

di S. Francesco.

visto giusto nei

Tra i pochissimi giornali d'Italia che hanno movimenti di Milano, va segnalato il Don

*

Che cosa era quello strano, inaudito fenomeno, non poteva chiamarsi né una rivoluzione ne una sommossa? Adesso si dice: era un movimento

«

teppistico.

Chisciotte. < il

«

quale certo

Ed

è

una sciocchezza

:

perchè

i

teppisti

non


LA CAPITALE MORALE

La manifestazione primitiva essenzialmente politica e Così doveva essere. Se tali

che a giudizio di

per salvare T Italia

le

rimasero

Maggio fa

6

le successive.

condizioni d' Italia sono

Saracco destano

regime

del presente

tali

del

245

e teste gli

disgusto

il

fecero

dovrebbe ricondurre

si

che

dire il

senso

chiaro^ esatto della moralità nella coscienza pubblica,

in basso e in alto (1)

non era evidente^ non era

prorompesse in pubbliche manifestazioni nella capitale morale, dove identiche logico, che questo disgusto

esplosioni, per cause minori, c'erano state altre volte ? Se questa volta si arriva alle barricate che nes,

suno, però,

difende,

rità politiche e militari

far sospettare che

colpa

la ,

tutta delle auto-

è

che agirono

abbiano voluto

le

in

guisa

da

barricate per

arrivare alla reazione.

Per parte mia non le barricate

esito

ad aggiungere che se

rimasero indifese, se

moti non furono

i

deve al fatto che mancò assolutamente ogni preparazione ed ogni direzione e sopratutto al dissidio tra i socialisti e una borghesia colta e repubblicana, che ha un obbiettivo determinato, ma che ebbe tagliati i garretti dal socialismo, che le sottrasse le masse. In queste poi poterono più la tradizione temperamento , che non poteva il essere modificato in pochi anni anziché la propapiù gravi ciò

si

,

,

«

sfi-dano le

«

intera

«

in

nen

uno

facilato

ssnza una ragione qualsiasi e uua città

tollera ohe per colpa loro, ossa sia trasformata

spettacolo sanguinoso ». Così Luigi Lodi nell'arti-

colo sulla Liberazione di (1)

Intervista con

di Torino.

un

Milano (1893

-

N. 244)

redattore della Gazzetta del Popolo


NAPOLEONE COLA JANNI

246

ganda sinceramente naria dei socialisti

La

;

e costantemente antirivoluzioed esplosero (1).

protesta di Milano fu essenzialmente poli-

morale ma credo di avere dimostrato ad esuberanza che non ebbe il menomo carattere di un vero tentativo insurrezionale. Se a Milano, come tica e

;

alcuni, a torto, pretendono,

mancò

l'influenza eco-

nomica nella determinazione della protesta, ciò tornerebbe sempre a suo grandissimo onore. I socialisti non deridono a sangue ogni giorno la quistione soperchè alcuni socialisti la riducono a semplice quistione di stomaco? Ebbene, diano tutta la loro ciale

ammirazione a Milano che si leva in nome delle più sante ed alte idealità In quanto alle sOzze calunnie di chi disse i moti di Milano e del resto d'Italia voluti e preparati dai !

socialisti e

Papa

del

repubblicani agli ordini ed agli stipendi

e della Francia^ esse

più profondo disprezzo

(1)

delia

Il

Ciocotti

fa

non meritano che

il

(2).

eccellenti

considerazioni

siiU'

azione

propaganda antirivoluzionaria socialista, e dimostra, che

non poteva essere completa. Si contraddice, però, manifestando il proprio rammarico per la dimostrata impotenza ed inettitudine del partito repubblicano (pag. 23).

Non

chiaro

è

che

la inettitudine sono dovute per lo appunto alla propaganda socialista? Con leggerezza poi afferma che

Vimpoten'xae efficace i

socialisti

non ebbero parte nei tumulti.

smentiscono.

Ne

Tutti

i

processi lo

questo torna a loro disdoro; anzi!

Quel miserabile Stillman, ex corrispondente del Times, Crispi Gh-e fu sempre agli ordini se non agli stipendi di Erening Boston del direttore così scrisse in una lettera al Transcript del 13 Ottobre 1898. Gli rispose onestamente e (2)

fieramente Fideha Dinsmore, la buona e di

Dario Papa.

gentile

compagna


LA CAPITALE MORALE

247

Quattro mesi di reazione non poterono moditicare l'ambiente politico e morale di Milano.

La

rimane uno scandalo per alcune parti d'Italia ed un pericolo se non si vorrà trarre ammaestramento dagli avvenimenti morale

capitale

per

le istituzioni

si

;

capisce perciò che

qualche

ci sia

nuovo Barbarossa, come venne chiamato

chi ebbe

ventura di spegnere Cavallotti, che la vorrebbe annientata; si capisce ancora che ci sia chi vorrebbe metterla sotto la tutela affettuosa dell'Italia. Oh il momento per togliere di mezzo questa

la triste

!

minaccia permanente alla tranquillità dello Stato ^ di porre sotto tutela.... la capitale morale è veraQuando all' estero, per nostra mente opportuno incancellabile vergogna, si discute sulla convenienza !

perchè

di porre l'Italia sotto la tutela dell'Europa

non

sa guarirsi dalla miseria e dall'analfabetismo,

che generarono

(1)

In risposta

il

pericolo anarchico

alla

giusto

è

,

antiauarcliica

conferenza

dairitaha, la Fi-ankfurter Zeitung

(1)

promossa

fece tale formale

proposta

ch'era venuta già da alcuni giornali della Svizzera.

V Indipendence Belge

nal

nah

francesi, svizzeri e tedeschi furono di accordo colla

e altri

1\

Jour-

autorevoli gioi-

de Qéné've,

furter Zeitung. Sulla produzione anarchica poi,

FrankVEconomist

Londra (22 Ottobre 1898) scrisse a nostra vergogna: a nostro giudizio, « Abbiamo detto che l'anarchico è, ordinariamente un criminale o un pazzo, ma nella produ-

di

zione sia del criminale che del pazzo

non

devesi ignorare la

parte esercitata dallo Stato e dalla società.

dubbio, oggi responsabile di usare mezzi chiavellici,

educando

così

Esso è responsabile, in

i

Lo

Stato

immorali

è,

senza

e

mac-

proprii cittadini in idee immorali.

tutti

i

grandi Stati continentali,

di


NAPOLEONE COLAJANNI

248

che

airinterno chi

ci sìa

voglia spento

di benessere^ di sana energia, di vera

risiede in Milano

focolaio

il

civiltà

che

!

i nuovi Barbarossa esprimessero il sentimento maggioranza degli italiani sarebbe segno che ritalia non potrebbe tollerare che una sua grande città venisse chiamata la capitale morale.,,.

Se

della

impedire quella libertà di

che forma una valvola

e lo prigioni

durli. Il paese,

mani di ... un paese die merita

che

sperpera

il

fa del

suo meglio per pro-

i

fame

e porta

il

dell' anarcliisDio,

ne

sia,

La

peso e

di

.

armamenti

suo danaro in

suoi mezzi, nel mentre lascia

oltre

'i

è

sono piene di

degU anarchici, perchè

di avere

che

di scrivere e di associarsi

parlare;,

sicurezza nel malcontento popolare.

paese, nel quale la politica ò nelle

Il

«

di

suoi poveri morire di

i

una imposta

nessuna misura

schiacciante,

di

polizia,

lo potrà liberare.

società,

la quale corca di far

modo, senza riguardo

alle leggi

moneta in

della moralità,

Non vi è scampo da questa società umana che nessun scampo «

legge,

vi

sia.

«

con

esse

si

Si faccia

tutti

sociale ed

i

bacilli.

Se,

adunque, di

le

abbattere

provvedimento

di

illudono.

energicamente giustizia contro

mezzi, il

i

fgli

ed è bene per la

Potenze continentali pensano che riuscirà loro l'anarchismo e di eliminarlo con qualche

qualsiasi

coltiverà

anarchici così sicuramente, come lo stagno coltiva

polizia,

soffrirà

per perfetta

ma non

dimentichi

si

sistema vizioso

di

spese

i

criminali,

che l'ingiustizia

pubbliche aiutano

a

creare l'anarchismo, e che è di gran lunga meglio prendersi u.n po'

di

pena per colpire

alle

n9stri sforzi nel!' agire contro

i

sue cause, che usare tutti suoi sciagurati effetti ».

i


XIV.

CONFRONTI

Si afferma di ordinario dalle persone

che non

vogliono darsi la pena di comparare per riflettere

ed agire in conformità dei risultati ottenuti dalla comparazione: i confronti sono odiosi. Dovrebbe dirsi invece i confronti sono dolorosi e vergognosi per coloro che sono costretti a constatare la propria :

inferiorità e per quanti furono

e sono

causa della

inferiorità stessa.

il

La comparazione che s' impone quando si bando all'assoluto è di una indiscutibile

nella politica

,

è dato utilità

che vuole essere sperimentale perchè,

trovando termini di confronto con dati avvenimenti, si

acquistano elementi per una specie di giudizio di

ammaestramenti ed indicazioni sulle consegaenze non remote degli avvenimenti comparati a seconda della diversità delle misure adottate di fronte

appello,

medesimi. Non si deve tacere che nella comparazione e nelle induzioni si deve andare guardinghi, perchè la ai


NAPOLEONE COLAJANNI

250

tra popolo

diversità delle condizioni

anche tra periodi diversi nella vita

popolo ed

e

una

di

stessa

nazione, può indurre in errore e far formulare previsioni che non si realizzano generando meraviglia e disillusioni

;

ma, oltrecchè nella fase presente di

evoluzione la diversità delle condizioni è in continua attenuazione tra la

popoli europei, è innegabile che

i

comparazione rimane come

per fare della politica

metodo migliore sperimentale, pur facendo riil

serve sulle indicazioni che somministra e ricorrendo

temperamenti nell'applicazione, che possono essere suggeriti dalla conoscenza delle più salienti

a

tutti

i

diversità di condizioni.

Convinto della eccellenza di questo metodo, mi pare che non si potrebbe conchiudere più opportu.namente questo studio sui tumulti della primavera del 1898 e sulla conseguente reazione

se

non

coi

confronti sul rispetto delle leggi e delle costituzioni^ sulla libertà lasciata ai cittadini, sulle

d'Europa in

tate dai vari Stati

misure adot-

casi analoghi a quelli

italiani.

Se

si

gisti del

dovesse prestar fede ai grotteschi apolovigente regime italiano,

i

quali

non

esitano

ad affermare che in

fatto di libertà e di

della costituzione

nostro paese nulla ha da invi-

il

osservanza

diare agli Stati più liberi del mondo, e che arrivano

ne gode una maggiore si potrebbe stabilire un contrasto della Francia stridente ed umiliante per noi, ponendo il paragone

air

impudenza

di dire che

,

tra

r

Italia e la Svizzera

Uniti d' America

;

ma

,

tra

queste

V Italia vanterie

e

gli si

Stati

devono

prendere per quello che sono per ridicolaggini divulgate con serietà o per ignoranza compassione:


CONFRONTI

251

per insigne e Interessata malafede.

Yole

Perciò

rinunzio a qualunque paragone non solo con detti Stati retti a repubblica,

ma

scandinave, dove da anni

nomiche

anche

tumulti per cause eco-

i

e politiche sono sconosciuti

mitata la libertà e tutto vi organizzazione sociale nazionale

;

monarchie

colle

e

discute:

si

da questa

dove

è

illi-

Re alla compagine

dal

alle

(1).

avrebbero a male il paragone tra ritalia, paese a regime rappresentativo, stati semplicecon la Germania o con 1' Austria mente costituzionali. Invece sono le due nostre alI nostri millantatori si

,

motivo di offendersi del

leate che avrebbero giusto

paragone.

LI

Cancelliere di Ferro, quando volle darsi

nelle braccia della reazione, e poscia contro

i

socialisti,

noi invece vige da anni, ieri soltanto,

(1)

il

prima contro

armò

si

i

cattolici

Tra non da

di leggi.

intendiamoci,

e

cosidetto piccolo stato d'assedio^ senza

Si sa cKe nella Norvegia

propone in parlamento

il

il

partito radicale discute e

distacco della Svezia;

la,-

necessità

di lina separazione completa della Norvegia dalla Svezia venne

affermata teste dal CongTesso dei socialisti norvegesi. Bjornson sulle scene II

ha messo

una

Re, di cui Ferdinando Fontana fece

bellissima traduzione edita dalla Società Editrice

barda

Milano, per dimostrarne

di

il

danno

o rinutihtà.

LomIn uno

dei tanti processi svolti innanzi al Tribunale militare di Fi-

renze,

Presidente

il

difensore,

un

possibile

Colonnello

che ricordò

il

Roggero apostrofò F ufficialo

caso Dreyfus per dimostrare ch'era

errore da parte dei giudici militari, e gli ricordò

con burlesco orgoglio che in Italia il caso Dreyfus non era possibile Ciò che non è possibile in Italia è che si trovi !

una come

Cassazione, che al pari della

francese

nei casi Dreyfus e Picquart, e

faccia

non renda

giustizia, servizi....


NAPOLEONE COLAJANNI

252

che leggi , e nemmeno i famosi decreti-leggi lo abbiano autorizzato. Le leggi talora sono applicate severamente in Germania; ma quando esistono queste

almeno ogni

leggi,

e a quali risohi trio sostituito tutti

si

cittadino sa a che cosa attenersi

espone violandole. Tra noi l'arbi-

sistematicamente alla legge produce in

una incertezza ed un perturbamento, che sono

maggiori della nostra decadenza politica. In quanto a libertà di stampa e di riunione, chi legge il ^yoTwaTU e gli altri giornali e riviste dei socialisti, chi ha conoscenza delle conferenze innumerevoli che si tengono in tutte le birrerie di Berlino e della Germania^, chi ha seguito l'ultimo contra le cause

gresso socialista di Stattgart dottrina collettivista da

un

,

in cui si affermò

lato e dall' altro si

nifestarono voti aperti per la repubblica e

una sfida solenne

ma-

lanciò

Imperatore sulla famosa que-

all'

stione degli scioperi

si

la

si

convincerà

che

il

con-

non regge. Non regge neppure coll'Austria, che siamo abituati a considerare come sinonimo di dispotismo. Ha certi freni la stampa e i sequestri qualche volta

fronto

colpiscono anche le riviste di

Vienna;

sta-bili.

ma

è

e'

Non parliamo

ad esempio, Die

una misura,

Z-óit

vi sono criteri

del diritto di riunione

quando

;

promossero l'agitazloue pel suffragio universale a Vienna^ si fecero dimostrazioni di venti e quarantamila persone, che procedettero i

socialisti austriaci

ordinate per lo più.

Qualche volta gravi,

colla forza

severe

striaco

non pensò

ci ;

conformi di

farono

avvennero alle leggi

sopprimere

anche e condanne governo au-

colluttazioni arresti

ma

;

il

il

,

diritto di riunione.


253

CONFRONTÌ

Gravi tumulti in Austria sono avvenuti negli ultimi anni e qualche volta fu proclamato lo Stato di assedio, consentito dalle leggi. Ma né per la durata, né per gli episodi che lo contrassegnarono in

Boemia per

la questione recentissima delle lingue,

né neiristria alcuni anni or sono, per loga delle tabelle bilingui dal 1894

Italia

in

,

altra ana-

rese odioso

si

Nemmeno

poi.

1'

come

in

più lontano

il

condanne dei tumultuanti, che furono mitissime anche quando andavano a

paragone colpire

come

é possibile

per

le

cittadini rei di manifestazioni anti-nazionali,

i

fu

il

neir Istria. l'Austria

ci

le tabelle bilingui

per

caso nei tumulti

avrebbe potuto immaginare che avrebbe dato lezioni di liberalismo e

Chi

di costituzionalismo ? Il

paragone

prediletto

monarchici

nostri

ai

costituzionali è quello coiringhilterra. Essi ci ten-

meglio

gono^

ci

tenevano

in grazia della lealtà

popolare da

(] )

A

di

(1);

a dire che in Italia^

Casa Savoja e

cui è circondata

possibile

é stato

,

dell' affetto il

questi chiari di liinp, in Italia oggi nessuno ripete

paese ha poco da invidiare all'Inghilterra. Queste sciocchezze, però, si ha il coraggio di affermarle ancora da qualche italiano clie vive al di là della Manica. Un signor

che

il

nostj'O

Dalla Vecchia, rispondendo ad di

Ouida, ha osato

scrivere

che viene immediatamente

un ehe

dopo

articolo onesto e coraggioso 1'

Itaha è ancora

il

paese

dell' Inghilterra in quanto

alla influenza della pubblica opinione,

(7/ is

Italy as a land tvhere liberty ìs banished

Ali adverse criticism notezaifhstandig

where public opinion rules supreme,

,

not

to

describe

and tiranny

Italy coìnea

,

as a

next

rules.

nation only

England). Review of Reviews. Ottobre 1898. pag. 362).

to


NAPOLEONE COLAJANNI

254

godimento della massima libertà e del più perfetto svolgimento .del regime rappresentativo. Nulla, intanto^ di più grottescamente falso.

paragone,

Il

regge ora

;

e

sotto

tutti

non

punti di vista,

i

non reggeva neppure

tempi mi-

pei

gliori della libertà italiana.

Eimontando a sessant^ anni or sono per la libertà stampa ed a più di settant' anni per il diritto di

di

riunione, per

i

per

criteri repressivi,

le condizioni

lavoratori, deisi potrebbe trovare qualche somiglianza

V Inghilterra

tra

V

di allora e

Non

Italia odierna.

più oggi.

Due

parole sulla libertà

stampa

della

che è

,

divenuta la libertà fondamentale essa sola vale quanto gli articoli più larghi di una carta costitu:

zionale, che possono

un

c'è

rimanere lettera morta dove

esercito stanziale

numeroso

e disciplinato (1);

sostituisce efficacemente ogni

essa sola

più severo

controllo sull'opera politica e morale del governo.

misura di questa libertà di stampa in Inghilterra, bisogna leggere la collezione del Per dare

la

Truth, del ReynolcV

(1)

Ferdinando

2jcvmphlets gli

s

Neics paper,

Lassalle,

in

uno

TJber Verfassungzaesena

articoli delle costituzioni liberali

àoìlsi

dei

melo

e vi

un

fico,

ìso

;

e

c'è

agli

e

arguti

che

tutti

ordini del capo

giardino

avete

un

appendete una tavoletta sulla quale scrivete ch'esso per questo

1'

albero è divenuto davvero

quando voi assicurerete a

tutti

che quello

l'albero resterà quello che era e pel prossimo

mele

più

So-

sono una lustra inutile

delio

è

suoi

- a dimostrare

un forte esercito permanente Stato, domandava: se nel vostro

quando

Modem

non

fichi.

è

un fico ? un fico,

anno produrrà


Confronti ciety, dell' Irìsh

255

Weckly Independent

,

Lcibour

del

Leader, di altre riviste o giornali

socialisti, repubIndarno si cerca nella storia dei processi da anni ed anni qualche cosa che rassomigli all'applicazione dell'articolo 247 del

blicani;,

radicali e irlandesi.

Codice penale e di

lords,

nell'anno

isti-

sono discusse e attaccate

con una violenza di linguaggio inaudita dei

Le

altri articoli consimili.

tuzioni politico-sociali vi

;

di grazia 1898, dal

Camera ReynoUVs

la

Newspaper viene considerata come un' assemblea di speculatori, di usurai, di ladri.... E non sono meglio trattati la Regina e tutti i membri della famiglia reale. Su i Re tutti d'Inghilterra, da Guglielmo il conquistatore a Vittoria, circola liberamente il

libro di

I.

— The Neio dei Re — di cui

Morrison Davidson

Book

si sono of King s: Il nuovo libro parecchie edizioni e che riporta tutti gli aneddoti più feroci e più scostumati che possano

fatte

,

discreditare

le

persone reali e

le

istituzioni

mo-

narchiche.

Questa non è

la libertà

che

si

che già appartengono alla storia sono sempre sacre ed inviolabili ;

esercita su coloro

— e che — ma

in Italia

si

esercita

piena, illimitata, sui contemporanei. Nel numero del 17 aprile 1898, Gracchus scrive una lettera al

Reynold'

s

Neivs paper nella quale dimostra

il

nessun

valore politico, intellettuale e morale degli illustri

parenti della Regina e della regina dice

:

«

Vittoria

«

ha schivato Vadulterio. E sta bene l'ammiriamo. E l'ammiriamo in quanto convinti del dogma della ereditarietà, chiunque avrebbe, giurato, che essa avrebbe seguito la grossolana immoralità

«

che caratterizza

« « «

:

,

i

suoi

zii

particolarmente.... ».


^56

Ì^APOLEONE COLA JANNI

Ma

se la

Regina viene risparmiata da Gracchus

nessuno risparmia

Principe di

il

Galles, eh' è

gogna nei Tribunali, nei giornali, non la è da altri. Così V Erish Weekly Independent nel febbraio 1898 pabblicò un articolo Is the Queen màd ì La Regina è ipsizza ? dove si facevano allusioni agli amorazzi antichi della Regina con un suo prediletto e notissimo servitore, che si assicura la confortò dopo la morte del Principe -speso Alberto Nel numero messo

stato

alla

nei meetings

:

.

maggio, lo stesso giornale eh' è illustrato in prima pagina, sotto il titolo A Juhilea Idyll si vedeva la Regina Vittoria, volante come una furia orrida, con la face in mano, portar la guerra dapertutto, mentre intorno e sotto di lei i cannoni che scoppiano producono incendii, rovina e desolazione...; In Italia, un giornale fu sequestrato perchè mise in del

1**

,

,

:

caricatura... gli speroni, del generale Pelloux

Gli emblemi,

in processione,

i

i

motti allegorici, che

discorsi che

si

!

portano pronunziano nei si

sono dello stesso genere; e questo genere

rìieetings

non è escluso dal Parlamento dove, ad esempiO;, il Wakley, direttore del Lancet e deputato di Londra^ domandando l'amnistia pei condannati cartisti di Monmouthshire^ chiama traditori i Re e violento

;

parla di royal miscreants

^

di royal rufpans

ca-

naglie reali, banditi reali...

Questi saggi di massima libertà di linguaggio,

che

potrebbero moltiplicare a piacere, rispondono alla sciocca obbiezione che si sente spesso ripetere si

in Italia

non

:

se ne

in Inghilterra si

abusa.

Ed

a

può concederla perchè

questa obbiezione

rispose

qualche anno fa Pasquale Villari, senatore, conser-


CONFRONTI

257

vatore ed ex ministro del regno, col seguente giu« La stampa più moderata usa in Inghilterra « un linguaggio che a noi parrebbe sovversivo, ma « che colà è giudicato prova di un vero spirito

dizio

:

«

conservatore.

«

eccitare

Da

noi

si

direbbe

che questo è

,

tumulti; colà si crede che un conoscere i propri tempi (1) ».

«

E

parliamo di

quello che

La

tumulti

e di

sommosse

,

un sia

eh' è

maggiormente importa.

storia dell' Inghilterra

proprio per ismen-

anche su questo quei capi ameni

tire

questo

i

i

quali vogliono

stabilire certe differenze

di trattamento

ragione

di

delle

differenze

italiani e gl'inglesi

politico in

temperamento

tra gli

è piena di tumulti e di

som-

mosse assai più gravi di quelli che abbiamo deplorato in Italia nella primavera del 1898. Se ci rifacciamo alla storia del primo quarto di questo secolo, anche al di là della I\[anica riscontriamo un periodo agitatissimo di fame di prepo,

tenze, di tumulti^ di repressioni, di reazione, che

nulla

È

ben poco ha da invidiare il

periodo

al nostro presente.

deli' ultratorismo

contrassegnato dal

sistema iniquo delle imposte, dalla ninna protezione sociale ai lavoratori, dalla prevalenza e militaresca

,

dalla

di giustizia penale. e

scomparve più

mancanza

Fu

la

megalomaniaca

di libertà politica e

vergogna dell'Inghilterra

di settant' anni or sono.

Sorpasso sui tumulti del 1829 e accenno appena a quelli che

,

(1)

si

riferiscono alla

Citato dall' onor. Mirabelli in

prima riforma, per

mi magnifico

parlamentare sulla libertà della stampa. 17

discorso


258

NAPOLEONE COLAJANNI

.

comprendere a coloro che non conoscono gli inglesi quale sia la flemma e il rispetto delle per-

fare

sone e delle leggi di questi famosi anglo-sassoni. Nel 1831, appena Lord Eussell presentò il hill di riforma, vi furono luminarie e dimostrazioni

di

In Italia gli amici delle riforme si sarebbero contentati di manifestare la propria soddisfazione gioia.

con degli evviva! In Inghilterra di

una vigorosa sassaiuola contro

si i

sentì

il

bisogno

nemici del

bill;

degenera in gravi tumulti dopo da parte dei lords (18 ottobre 1831).

e la sassaiuola

rigetto

fanno

le elezioni

forma

generali sulla questione della

riescono favorevoli al

e

e

hill;

il

Si ri-

allora^ in

previsione della opposizione della Seconda Camera,

vengono minacciati e scoppiano dappertutto tumulti sanguinosi. Viene bastonato il duca di schiaffeggiato il marchese di LondonNewcastle derry gettato da cavallo il daca di Cumberland

i

lords

;

;

un membro Si riesce

della famiglia reale

in Italia se casi simili

almeno

!

ad immaginare che cosa avverrebbe si

Un

verificassero?

milione

di cittadini sarebbe gettato in galera; della

costituzione

non rimarrebbe

traccia

meno ancora

;

del disegno di legge. Cedere in Italia alla pressione della piazza

:

vergogna

!

orrore

!

Nulla di tutto ciò

ebbe il suo corso e i lords^ ammoniti a scongiurare bufera più tremenda^ non

in Inghilterra.

Il

bill

scandalo

!

licenziato le

Non

Re

oh favorevole al hill^ annunziò che avrebbe persone di casa reale, che non si ado-

osarono più respingerlo.

solo

:

il

perassero pel suo trionfo.

Ancora un dato interessante. Scoppia un altro tumulto iu Londra il 13 maggio 1833 un policeman ;


CONFRONTI viene

259

Ebbene,

uccisO;, altri feriti.

giarati

i

rono assolto r uccisore per omicidio

In

Italia,

la giaria.

manda-

giustificato....

per Decreto reale, sarebbe stata soppressa

Fermiamoci

a quelli che

si

durato dieci

anni

tumulti più caratteristici:

ai

riferiscono

movimento

al

e più.

dal 1837

cartista

1848. Ci

al

dobbiamo fermare a questi tumulti perchè hanno qualche analogia coi nostri e per questo aneddoto di dolorosa attualità.

Paolo Valcra parecchi anni in

avvenimenti scere

il

movimento

fare cono-

1893-94;, volle

italiani del

Critica

della

— oggi in carcere e ch'era vissuto Inghilterra — impressionato degli una

cartista in

sociale raccolti in

serie di

opuscolo con una

prefazione di Filippo Turati, nella quale

queste parole

«

« e il <<

«

leggono

:

Collo stadio sul

Gottardo,

si

ringiovanisce, diventa quasi del-

Più ancora: diventa forse ad un

l'attualità.

presso, la storia nostra di domctni

fa è

divenuta

sa

la storia di oggi..".,

meglio di

di Pallanza

»

lui,

che

soffre

di-

(1).

Tarati fa profeta. La storia di

Filippo

lo

si

movimento chartista, noi squaderniamo al lettore un brano di storia inglese vecchio di mezzo secolo che varcando la Manica «

«

articoli

"60

anni

peggiorata. Ninno nella

tetra

cella

!

Peggiorata ? Vediamo. In Inghilterra ci farono condanne severissime durante il movimento charlista lohn Frost ed alcuni ;

(1)

Proemio

eli

F.

Turati

Inghilterra di Paolo Yalera.

mancliamo

la lettura a tutti

alV Insun-ezione

Milano 1895, gF Italiani

p.

fiacclii

5,

e

cartista in

Ne

racoo-

smemorati.


NAPOLEONE COLA JANNI

260

condannati a morte

furono

altri

Ma

mutata. legge

;

non

stati di

non processi senza

assedio

stima^, di

di

;

:

scambi

militari

;

di cortesia, di pa-

ringraziamenti

condannati. Cose dell'altro

Non

non Tribunali

difesa e senza garanzia. Si vide

anzi questo caso strano role

pena fa com-

la

:

queste condanne furono conforme alla

solo questo

;

ma

le

giudici e

tra

mondo

!

condanne, dal punto di

vista della legalità, furono meritate e corrispondevano

esattamente

perchè

commessi. abbondano.

ai reati

fatti

i

E

facile dimostrarlo

i tumulti non avvennero imcome in Italia; ma furono voluti e preQuando la carta chiesta dai riformatori

In Inghilterra provvisi parati.

venne seppellita legalmente, cominciarono a prevalere i

cosi detti cartisti

forza fisica^ la cui deno-

della

minazione dice chiaramente, che la violenza era r ingrediente principale del loro programma. Non si trattava di chiacchiere. In quasi tutte lavorava giorno e notte

le officine d'

Inghilterra

a preparare

picche a tre scellini e mezzo per una

per la rivoluzione di

si

domani

;

e

i

volevano

capi

armi e alle armi si addereverendo Stephens invitò le moltitudini ad andare ai meetings con un pugnale nella

che

preparassero

tutti

strassero. Il

una face nella sinistra al meetings in Ashton-Under Lyne, dopo una furiosa requisitoria contro il Ministero Whig, domandò alla folla siete destra

e

;

:

armati

ì

in aria. notte

Parecchi

Ya

gli

risposero con delle scariche

bene^ disse

il

ministro di Dio.

Buona

!

Questi

comizi

notturni e con gli

armati; dovevano allarmare naturalmente

intervenuti il

governo.


CONFRONTI che

li

proibì. In questa proibizione

illuminati

militari

esercizi

insulto al

dalle

I

torce

perciò anche alcuni, che

;

violenze dei cartisti della forza

O'Conuor,

meetings con

eli

vide un

si

oppresso e una violazione della

popolo

costituzione le

261

deplorarono

come Feargus

fìsica,

resero solidali con Stephens.

si

motti sulle insegne e

in questi comizi erano la

i discorsi che si tenevano prova lampante delle in-

tenzioni dei promotori ed organizzatori

:

erano schiet-

tamente rivoluzionari. Stephens si proclamava rivoluzionario fino al coltello ed alla morte ed insegnava che « riprendere le ricchezze male acquistate » «

non

che atto di giustizia

è altro

padroni delle fabbriche, incitò la pece e di

penne lones

(un

fuoco. Insegnò ai presenti

picca sul

« colla

petto

dite ai

prossima volta vi prenderete sua punta

di

appendeva

piombo dorate con questa Dalla preparazione

armate, con un capo

gramma salto a

preciso,

;

luogo nel 1840 giuria, di cui

In Italia

alla

pagnotta colla

la

alle

— un

altro fa-

sue finestre palle

scritta: pillole pei tortesi

passò air azione

lohn Frost

4 Novembre

Newport. Vi fa

e molti feriti

si

il

si

del pane:

prestinai che

farmacista Pott

Il

a coprire di

come prendersi

«

natico cartista

folla

Parlando dei

padrone) ed a dargli

«

»

».

;

— con

e

bande

un pro-

1839 dettero

l'as-

con undici morti Tavvenimento che dette severe condanne emanate dalla conflitto

e fa questo alle si

fece precedente menzione.

non

si

può trovare un

solo fatto, che

possa paragonare a questo assalto di Newport;

eppure, data la diversità dei Codici,

le

condanne

pei tumulti di Sesto Fiorentino furono infinitamente

più severe. Volendo essere generosissimi coi nostri


NAPOLEONE COLA JANNI

262;

governo clie li mise a funmaggiori avrebbero qualche lontana,

giudici militari e col zionare,

i

reati

con quelli attribuiti a Stepliens. Ebbene, mentre i Rondani, i Turati, i DeAndreis, i Chiesi, i Romussi, per articoli o discorsi scritti e pronunziati alcuni anni prima e che erano stentata, artificiosa analogia

meno

infinitamente

eccitanti di quelli del prete in-

glese, ebbero dai sedici ai sei

anni

di

reclusione,

Stephens fu processato a piede libero e non ebbe che diciotto mesi di carcere In Italia^ in mancanza

lo

!

della ]3ena di

massimo

morte, lo avrebbero

condannato

della reclusione o della galera e

i

al

giudici

sarebbero rimasti dolenti di non potergli dare gli

anni di vita di Matusalem per appioppargliene novecento... I

mese

tumulti del periodo cartista non durarono un

un anno^ ma con maggiore

minore intensità si riprodussero per dieci anni: la fame li rese acuti nel 1842, quando si assaltarono e saccheggiarono anche le WorkJiouses. Dettero luogo al o

o

cosidetto processo mostruoso dei 59, durante ci

fu

discorso lunghissimo,

il

commovente

vincente di 0' Connor, che indusse

i

il

quale

e

con-

giudici a di-

chiarazioni pubbliche di stima e di simpatia verso

ebbe la sentenza; spesa l'esecuzione per un errore gli accusati.

Si

ma di

non ha una Cassazione processo non venne ripreso perchè ghilterra

se

ne venne soforma: l'In-

disciplinata

!

Il

governo non Ministri, dice Yalera, avevano » il

ne occupò più. « I r opinione del paese contraria a questi»

« fiutata «.

processi contro le manifestazioni del pensiero

La

».

diversità dei criteri di governo, del rispetto

per la libertà, per

le

leggi e per

la. costituzione

tra


CONFRONTI ringhilterra e

263

dolorosi casi risulta

l'Italia, in questi

air evidenza dalla differenza tra

Conosciamo

alla repressione.

presentò

schiacciare 11

il il

quale

Bava

Beccaris,

Valera, e fece bene,

generale Napier,

che fa mandato a

cartismo in undici contee settentrionali.

generale Napier fece

ma

nostri

i il

gloriosi vincitori all'interno; ci

generali preposti

i

uomo

fosse, si

pensava. Dei tumulti

il

suo

dovere di

soldato;

può scorgere dal modo come riteneva

resx^onsabili

i

go-

vernanti e malediceva coloro ch'erano causa delle

guerre

civili.

Le

insurrezioni, egli diceva,

ma

provocate dai capi del cartismo^ zionale, dalle leggi sui cereali, sulla carità pubblica.

Il

dal debito na-

nuove leggi

dalle

cartismo è

il

non sono

prodotto della

ingiustizia dei Tories e della imbecillità dei whigs.

Sferzava

magistrati

i

i^usillanimi

che divenivano

leoni dietro le baionette dei soldati. Deplorava che

Parlamento avesse votato 12,000 sterline per le scuderie reali, mentre altrove si moriva di fame. Sconsisrliava l'arresto di 0' Connor e voleva che si

il

dasse la Carta.

E

concludeva:

sopprimere la vita per barbarie, lords,

è

E

delle idee.

crudele ed inutile

Non

è giustizia, è

vendetta di partito dominante. Magistrati,

duchi

sono tutti assetati di sangue.

Ecco in bocca ad un generale la frase, che doveva procurare sei anni di reclusione a Gustavo Chiesi...

Tutto questo sfata l'umoristica ed accreditata

leggenda sul carattere inglese e proA^a a luce meridiana che gli inglesi abusano più dei latini della libertà di parola; che gl'inglesi tumultuano tanto frequentemente quanto

ed hanno fame.

gl'italiani

quando soffrono


NAPOLEONE COLAJANNI

264

Se

le

cose procedono diversamente, in ultimo,

in Inghilterra e in Italia, egli è che le

moltitudini

inglesi sanno farsi rispettare e difendono la libertà.

Pare che

essi

abbiano

letti

commentari

i

stone e vi abbiano imparato che diritto di

manifestare la sua

di Black-

ha

popolo

il

primo

volontà

il

colla

petizione, secondo colla rimostranza, terzo colle armi.

Così

Valera.

il

Se

le

moltitudini sono impregnate dallo spirito

di Blackstone,

i

governanti, in generale,

da

oltre

cinquant'anni in qua, sono del pari convinti che loro dovere è quello di rispettare polo.

E

sanno

rispettandoli,

del

diritti

i

un buon

di fare

il

po-

affare

nello interesse sociale e delle classi che rappresentano. Se ne dimenticano qualche volta ed

avvengono

allora perturbamenti gravissimi. Tale quello della domenica sanguinosa (13 Novembre 1887), quando la polizia volle impedire la riunione di un meeting

in Trafalgar-Square e l'uria

su

il

popolo scatenossi come una

Londra, provocando

conflitti

sanguinosi,

sempre,

devastazioni di ogni genere. Così avviene

ogni volta che

interviene

la polizia

una manifestazione

;

il

per impedire

suo intervento in Italia come

in Inghilterra genera la

sommossa. La sua assenza

è la migliore garanzia dell'ordine, sia in Italia

Roma

vide trentamila cittadini pro-

pacificamente

per T assassinio Frezzi con

in Inghilterra. testare

come

tanto ordine e con tanta compostezza, quanta se ne

può riscontrare a Londra durante e pacifiche manifestazioni.

(1)

le

Mancava

La longanimità notissima

ordinate

più la

polizia (1).

della polizia e

il

rarissimo

intervento delle truppe sono la precipua ragione per cui oggi


CONFRONTI

E

265

Parlamento chi trovò eia rimproverare airon. Di Rudinì questo atto politico e questo rici fu in

spetto alla legge e ai diritti dei cittadini!

monarchici — distinzione, onestamente, potrebbe fare fra la destra e la sinistra

I nostri

non

si

muro

messi colle spalle

al

non

vinti e

danno per tempo sulla

si

tanto

dalla eloquenza dei

fatti,

dopo aver blaterato per

solidità delle nostre

sulla popolarità della nostra

istituzioni e

monarchia, confessano

umiliati che ciò che riesce innocuo in Inghilterra,

dove

monarchia ha secolari

la

non

radici,

può

si

consentire in Italia, dove le istituzioni vigono ap-

pena da mszzo

secolo.

L'obbiezione, mentre

molte aureole, altro

mostrerà che è infondata da un Ma prima di venire a que-

si

punto di

umilia^ perchè sfronda

li

vista.

sta dimostrazione, ce n'è un'altra

da

ricorrendo

ftire,

alla storia e alla vita politica del Belgio.

La

dinastia che regna nel Belgio

durata della Sabauda: è nata istituzioni presenti

tradizione

come

le

ieri

non vanta

la

nel

le

1830;

non godono del benefizio della inglesi. Le condizioni, adunque,

vi sono molto rassomiglianti a quelle dell'Italia.

ecco che cosa

apprende

ci

la storia e

la

vita

Ed po-

litica del Belofio.

lo

dimostrazioni

Brettagna,

non terminano più

nemmeno

da vero paese

di

conquista

Manica

!

si

e

sottoposta

in Belfast, in

Gran

un

spesso

alle

leggi

conflitto colla po-

per punire

i

sarebbe proclamato lo stato di assedio

e

polazione, la polizia ebbe 106

mobilizzato

nella

in Irlanda;, che per tanti anni fa trattata

eccezionali. Ultimamente,

rivoltosi armati,

in massacri

un corpo

feriti.

di esercito

;

In

Italia,

niente di tutto ciò oltre la


NAPOLEONE COLAJANNI

266

Non

discutiamo sul diritto di associazione e di

una

riunione;

sola parola lo qualifica: è

per tutto e per

tutti

illimitato

pei socialisti e pei clericali,

pei monarchici e pei repubblicani. Bandiere rosse, nastri rossi,

fiori e

marsigliese ^ carmagnola,

ecc.,

sono ingredienti immancabili d'ogni comizio republicano o socialista e nel quale la polizia brilla per la

sua assenza: perciò vi mancano del

E

sordini.

come

si

grida Viva

pari

di-

i

la repubblica! nei comizi^

grida alla Camera dei Deputati, dopo che

lo si

vi entrarono

i

socialisti.

Altrettanto illimitata è

la

libertà

di

stampa.

Giornali e riviste pubblicano continuamente articoli

contro

il

Re, contro la famiglia reale,

Ve-

contro

sercito, contro tutte le istituzioni e contro tutti gli

individui dichiarati in Italia sacri,

inviolabili^

in-

severamente puniti come sovversivi. Là passano inosservati in tempi ordinari; ed anche all'indomani dei gravissimi tuun sovversivo multi del 1886, il De Fuisseaux potè pubblicare un giornale, il per eccellenza tangibili e che sarebbero tra noi

cui semplice titolo tra noi costi tuirebbo

La

un

reato

:

repubblique belge.

La misura vera

di questa illimitata

stampa viene data da

ciò che

si

scrive

libertà

sulla

di

vita

pubblica e privata del Re e della famiglia reale.

Non

esiste Tipocrito rispetto alla

zognera:

rimontare

il

re regna e

non governa,

le responsabilità tutte

ferisce addossare ai

ministri

formola menRe si fanno

e al

che tra noi

responsabili.

si

pre-

Ci vor-

rebbe un volume, per riassumere soltanto ciò che si è scritto nella forma più violenta contro Leopoldo II a proposito del Congo; a lui si fa colpa


ÒONFRONTI

267

anche eli qualche inezia De Faisseaux lo attaccò vivacemente nel celebre Catscliismo del popolo perchè venne annullata la decisione del Comune di Lacken, che lo sottoponeva all'imposta come qualunque altro cittadino (1). Questi attacchi sono di:

venuti violenti nell'està del 1898 p^r porto militare

progettato

il

combattuto aspramente alla Camera dei Deputati da Anseele come una impresa di Re Leopoldo. Su questo x^orto militare

un giornale

di

Bruges,

di Bruxelles

Un

caratteristico:

titolo

riassumeva

i

altri giornali

pubblica un articolo dal

encomhrant nel quale

roi

pareri assai violenti contro

tra

quali

i

La

Patrie

e

il

Re

di

Le hien

puhlic^ monarchici e clericali.

Meno male se il Re lo si attaccasse soltanto come capo dello Stato ma lo si tratta peggio nella ;

sua vita privata. Così nel Peuple (lo Settembre 98) leggevasi un articolo sul Pericolo congolese nel quale lo si

consigliava di andarsene nel Congo

e

costa-

tava con rammarico che egli preferiva di andare a

Emilia d'Alencon e Cleo de Merode. Il Bertrand aveva già accennato alle relazioni scandolose di Leopoldo II con Madame leffries. Al Re non si rinfacciarono soltanto le debolezze per le cocottes parigine, ma gli si rimproverò di essere associato negli utili di una bisca ad Anderme e che stava fondando ad Ostenda un gran Casino da insieme al suo amico giuoco uso Montecarlo

Parigi per

trovarvi

e protetto Colonnello North.

Ebbene

:

Leopoldo

II

non

richiese la punizione

degli autori di questi scritti pubblicati nel Belgio e

(1)

L,7

Belgiquc cn 18S6, Bruxelles, Voi.

1.


NAPOLEONE COLAJANNI

268

domandandone il sequestro quando vennero riprodotti in Germania dal Proletario' e dall' jEco di Amburge (1). Chi vuol sapere come ven-

vendicossi

gono trattati i suoi cong-iunti, legga l'opuscolo di Bertrand Leopoldo II e la sua famiglia. Vi è detto, ad esempio, che il Conte di Fiandra è un vero tipo di degenerato^ che gode di un appannaggio di :

L. 200,000 per la sola ragione eh 'è fratello del re e ancora ciò

non

cerca della paternità

interdetta.

è

Non mi permetto

di riprodurre ciò che si scrive

nei manifesti e nei giornali del litarista,

;

provato^ perchè nel Belgio la ri-

è

perchè, trattandosi di

movimento antimiuna istituzione che

vive e funziona anche tra noi, al

darebbe occasione Fisco d'infierire potrà aversene un'idea leggendo ;

tutta

Caserne e

la collezione della

Peuple

del

di

Bruxelles.

L'eccitamento all'odio di classe e

il

discredito

delle istituzioni vi sono versati a piene mani. Preferisco arrivare ai tamulti,

ai processi

ed

alle con-

danne, che hanno analogia con quelli ultimi d'Italia.

Non

rievocherò la lotta per

suffragio

il

uni-

governo ed al Parlamento clericale per mezzo di un atto veramente rivoluzionario lo sciopero generale. Gli animi erano eccitati, la versale, strappato al

:

(1)

Le

Vedi in Rivista pojjolarc (Anno

roi s'amuse.

E

bene avvertire che

bertà possono godere stranieri.

i

articolo intitolato

il

scandalosi avvenuti in Londra.

francese e venne espulso.

Il

li-

Le nationcd per un

giornale

Scdigand IL in cui

N. 3)1' articolo:

questa estrema

Si è severi contro gli

cittadini belgi.

Così fa soppresso

3,

di

si

parlava di certi

fatti

giornale

era

direttore del


CONFRONTI situazione molto tesa

269

a Bruxelles e nelle altre città del Belgio migliaia e migliaia di operai in isciopero :

domandavano minacciosamente

il

diritto

al

gridavasi a -perdifiato: Viva la repubblica! di assedio,

non

non processo. Fu

arresti,

voto e

Non

stati

arrestato

uno dei capi ed organizzatori dello sciopero, Emilio Yaudervalde ma per una sola notte Mancarono i tumulti, perchè mancò la provo;

cazione e

!

mancò Tintervento

della polizia. Ci farono

tremendi e dettero occasione a condanne severe: furono quelle delaltra volta

VAnnée

i

tumulti e farono

terrible del Belgio^

In quest' année

danne severe per

ecc.,

per

i

:

fatti

di

farono con-

dei dintorni di Charleroi.

assedio

ostante che nel

1886.

ripeto, ci

a vita, a 15 anni di lavori forzati,

le vie ordinarie,

stato

Tanno

terrible^

e

per mezzo dei senza

momento

Ma

militari

della repressione

poteri fossero stati accentrati nelle

senza

giurati,

tribunali

mani

tutto

,

non

tutti

i

del gene-

rale Vandersniissen.

Non

ostante queste condanne severe, che susci-

tarono la generale indignazione, nessuno

oserebbe

paragonarle a quelle italiane dell'anno 1898^ di fronte alle quali risulterebbero assai più miti e soprattutto ;

giuste. I i

cagionati

tumulti farono

minatori, cominciato

il

sciopero

dallo

tra

25 Marzo a Fleurus.

Si riproducono al vero le scene di

Germinai e

Happe-Chaire e divengono persone vive i tipi dei capolavori di Zola e di Lemonnier. Le bande degli cantando la Viva la repubblica operai gridando marsigliese^ seguendo le bandiere rosse, percorrono eccitatissime il paese pregano, minacciano, impon-

di

!

:

;


270

NAPOX.E(:)NE

COLAJANNI

g-ono lo sciopero e dalle miniere di carbone lo

nicano

Da

comu-

alle vetriere.

governo non interviene; ma il suo intervento diviene una vera necessità di ordine sociale. Sono gli scioperanti armati di revolver, i primi a far fuoco a Gilly sulla gaardia civica il 27 Marzo. A Roux^ poco dopo, la truppa fa fuoco, ma per difendere uno stabilimento, che gli scioperanti si ostinavano a voler prendere per distrarlo. Di clic cosa fossero capaci i tamultuanti, si principio

il

vide in diversi punti.

vero e se

ci si

Vi furono

scene di

orrore

attenesse alle descrizioni che ne det-

monarchici e i clericali, si potrebbe credere alla calunnia suggerita dalla passione di parte intero

i

;

vece sono

gli

scrittori

che

socialisti

confessano

i

grincendi van(1). Ciò che fecero da Baudoux, un industriale odiato per i perfezionamenti introdotti nel T industria vetraria, fa incresaccheggi,

i

ricatti,

le distruzioni,

dalici degli scioperanti di

dibile.

Una banda

Marzo

ubbriacata di saccheggio

e di

distruzione, dicono Vandervelde e Destrèe, incendiò tatto lo stabilimento

e

Baudoux, mentre una

saccheggiò l'abitazione del

folla

immensa

ferente, senza prestare soccorso

assisteva indif-

ed aiuto di sorta.

Al segaito degli scioperanti, aggiungono

gli stessi

sbucarono dalle loro tane oscure i vagabondi, i pregiudicati, malfattori, che si fanno innanzi in 02rni movimento

scrittori socialisti,

tutte le bestie i

immonde,

sociale (pag. 69 e 70).

(1)

La Belgiq;ue en 1886; I Destrèe Le socialisque en Belgique. Paris. Giard

L. Bertrand:

E. Vandervelde

Briere 1S93.

:

et

et


CONFRONTI

271

Scene analoghe non si videro in Italia ma ciò che rende veramente caratteristica la differenza fra ;

i

tumulti del Belgio e quelli italiani

sopratutto

fa

la causa.

fame fu

Si sa che la noi.

Nel Belgio

non

in

modo

grande

la

sobillatrice fra

minatori sofifrivano alquanto

i

;

ma

da spiegare i barbarici eccessi menzionati. Destrèe e Vandervelde confessano questo sciopero sembrava die non avesse alcuna eccezionale

:

rag ione particolare ^ era diretto contro gli speculatori^ contro

il

Governo^ contro la Società^ contro chiunque...

C

Era una solenne protesta sociale era ignoranza profonda nel popolo sollevato, che non sapeva ciò che voleva.... C'era nella sommossa un desiderio !

brutale^ feroce^ incosciente di

Da

particolare a particolare, questo

E meno male minatori ma ;

tori socialisti,

i

vetrai^ continuano

non erano miserabili

sono esagerate

non pertanto

Qio).

se gli scioperanti fossero

alcuna seria ragione per porsi in si

di ricchezza.

Ma

grandi rivoluzioni sociali (pag. 65 e soli

e

si chiama da classe a classe, da nazione a nazione, cambia carattere e costituisce il preludio delle

furto. ciò

godimento

le loro

e

stati

i

due scritnon avevano i

isciopero.

buone condizioni

;

Forse

ma

ciò

maggior parte avevano una casa, dei risparmi;, godevano di

un

esse erano soddisfacenti

certo comfort, erano

una

nelle classi operaie e avrebbero

specie

:

di

la

aristocrazia

dovuto rimanere estranei

allo sciopero (pag. 67).

A

Milano, a Napoli, a Firenze, nessuno dei con-

dannati

si

trovò nelle condizioni dei saccheggiatori

furono inferiori.

ma

condanne non Nel Belgio sembrarono enormi le

e degli incendiari del Belgio

;

le


NAPOLEONE COLAJANNI

272

condanne

di Charleroi, da sei mesi di prigione al per og^getti rubati negli scioperi e ci fa uno disotto, scoppio d'indignazione perchè un Gillet fa condan-

nato ad otto giorni di carcere perchè sessore di

un pugnale

trovato pos-

perchè minacciò un mag-

e

giore dell'esercito. In Italia gli otto giorni sarebbero

divenuti otto anni di reclusione

sarebbe sorpreso

Ma

nessuno se ne

e

;

!

la iniquità delle

spaventevole quando

si

condanne italiane diventa paragonano a quelle inflitte

nel Belgio agli elementi intellettuali, ritenuti inspiratori e promotori

diretti

o

dei tumulti.

indiretti

Alfredo De-Fuisseaux, che col

suo

Catechismo del

Popolo^ vendutosi a molte decine di migliaia di copie,

aveva certo eccitato moltissimo gli animi venne condannato a sei mesi di prigione dalla Corte di Assise di Bruxelles. Il 4 Giugno, innanzi al giurì diGand, comparve E. Anseele sotto l'accusa di avere ,

attaccato la forza delle leggi e di avere oltraggiato il

Re per un

quale

si

articolo

Vooruit nel,

nel

madri di scrivere ai loro perchè non tirassero sugli operai

scongiurarono

figli dell'esercito

pubblicato

un

in isciopero e per

le

discorso

pronunziato

in

un

comizio nel quale, volto agli operai,* consigliando la calma, aveva detto

non domanderebbe

:

governo meglio che massacrare; e in

se voi vi esaltate,

di

il

questo giorno vi sarebbe festa al palazzo delVarcive-

scovo

di

Malines ed al

assassino

I....

castello

Anseele confessò

ziato queste parole a fine di

bene

Leopoldo II

y

di

avere pronun-

e

nel

momento

dell'eccitamento; venne assolto e condannato a

mesi di prigione per la prima accasa

!

sei


CONFRONTI

273

Sei mesi di prig-ione nel Belg-io a

chi afferma capo dello Stato avrebbe fatto festa per il massacro del popolo a chi chiama assassino il Re

che

il

,

li

hai ben meritati

tu^

!

anni di reclusione, Filippo Turati, che non pensasti mai d'insultare

atrocemente

il

i

tuoi dodici

sovrano d'Italia e che profferisti pa-

role di pace, tali riconosciute dai tuoi avversari

!

Non basta. Si assicura già che il governo prenderà Tiniziativa di una legge che dichiarerà nulli i voti dati ai condannati politici.

E nel Belgio ? Anseele, proclamato candidato in Bruxelles neirottobre 1886, viene messo in libertà, affinchè possa sostenere la campagna elettorale Rientra in prigione, perchè non eletto.

Le

origini dello sciopero e dei successivi tumulti

che

accompagnarono, i processi tutto contribuisce a stabilire la maggiore gravità dei fatti del Belgio. Eppure non venne proclamato

e gli episodi

li

non sottratti gli accusati ai giunon proposta alcuna misura restrittiva

lo stato d'assedio,

dici legittimi,

delle libertà di stampa, di associazione, di riunione^

non pensata alcuna diminuzione del diritto elettorale. Appena un mese dopo i tumulti, il 25 e il 26 Aprile,

il

partito socialista belga potè riunirsi libe-

ramente a congresso a Gaud ed una colossale manifestazione in favore dei condannati potè farsi in Agosto a Bruxelles, dove già si era esasperati perchè il borgomastro Buls senza ingerenza del governo

— l'aveva

proibita in

zioni, punite in Italia,

Giugno e solenni manifestacome apologia di reati, si ;

svolsero pacificamente in tutte le città del regQO.

Questo avviene nel Belgio, dove la dinastia dei Coburgo regna da sessant'anni appena ed è straniera


NAPOLEONE OOLAJANNI

274

e

non crede

benemerenze per

di avere speciali

la

liberazione e per F unificazione del paese...

In

in Italia,

Italia...

ricordiamolo, per at-

-^tenuare l'amarezza che suscita la reazione e Tabbio-

zione presente, in altri tempi non si

procede

giorno

al

d' oggi.

rispetto delle leggi, lo Statuto

procedeva come Era maggiore il si

pareva cosa viva, vi

godeva di un minimum di libertà indispensabile in uno stato civile contemporaneo. Le radici delle istituzioni non erano e non potevano essere si

più profonde che oggi non siano e le scosse erano forti; ma la reazione, dopo Aspromonte, dopo il massacro di Torino allora il Ee licenziò il mini-

consumato

stro che l'aveva i

tentativi

riodo

dopo Mentana, dopo

insurrezionali e le cospirazioni

non raggiunse mai

1869-71,

del pe-

l'intensità

e la

sfacciataggine di quella odierna.

Non rievocheremo di miele del

popolo

i

ricordi dei tempi delle lune

collo

Statuto,

quando

Didaco

mentre era in prigione per reato 2 Dicembre 1848 venne convalidato e liberato; ma è bene ricordare questo episodio,, che Pellegrini, eletto politico

si riferisce

al

periodo più burrascoso

storia. Si era nel

della

nostra

1867 ed a Firenze, appena conosciuto

l'arresto di Garibaldi a Sinalunga,

imponente protesta

una dimostrazione

con intendimenti, che non ebbero mai i tumultuanti del 1898 né a Milano,, né altrove; infatti si disarma il picchetto di Guardia nazionale a Palazzo vecchio e si saccheggiono due ;

e protesta

botteghe di armaiuoli

;

un brigadiere

di P. S. viene

ucciso e diciotto agenti feriti. Nulla seguì che possa paragonarsi alla reazione odierna.


CONFRONTI

Ma

guasto

il

odierno

275

immenso

è

e nella

spe-

ranza di suscitare un salutare risveglio, è necessario che si tracanni sino all'ultima stilla il fiele dei confronti storici.

Faremo gotti della

l'ultimo, die riuscirà

monarchia sabauda

amarissimo

ai bi-

che farà rinnovare

e

Taccusa sciocca di leso patriottismo pone: quello col governo borbonico

contro

chi lo

col governo

negazione di Dio.

Nel mezzogiorno, fronto

quando

e

;

opinione esistono,

il

popolo ha posto già

il

con-

movimenti della pubblica dissimularseli non sarebbe che

certi il

una ipocrisia, una menzogna pericolosa. Il popolo ha posto tanto il paragone, che deve riuscire la più degradante condanna della presente reazione, che il

Ferdinando Russo,

poeta dialettale notissimo,

sua canzone per Piedigrotta polare

di

r anima

Napoli;,

la festa nella

Franceschiello

,

quale

seguire

popolo^ la fa

del

la

per la festa più podal

si

espande

ritornello

:

Franceschiè ....

ed approva il sequestro di una canzonetta, che per bocca di un tipo di plebeo sordidamente ignorante si aggira su questo ignobile C'è chi

s'indigna

tema : Si stava meglio sotto il Borbone (1). Questa indignazione è del tutto inopportuna o va riserbata tutta^ intera, contro i governanti, che hanno fatto strazio dell'Italia ed hanno reso possibile il paragone (2). '

(1)

Don

(2)

Lo ha compreso benissimo

Chisciotte. N.

239 del 1898.

Chisciotte, che col suo fine intuito

chi dirige lo stesso politico

Don

ha ricordato in

numeri immediatamente successivi l'umiliazione che dovremmo


NAPOLEONE COLAJAKNl

276

Ma

è proprio possibile questo confronto ?

non

Chi

tiene

conto delle mutate condizioni

psicologiche, dei progressi politici e intellettuali, da-

per tutto compiutisi, nega la possibilità di questi con-

non trova

soprattutto perchè

fronti,

-oggi in Italia

notizia di fucilazioni^ che furono tanto frequenti nel

regno delle due Sicilie. Costoro non hanno senso storico e dimenticano che Ferdinando II, se oggi governasse ancora a Napoli, non sarebbe quello di sessant' anni fa, anche senza essere stato costretto a trasformarsi da alcuna rivoluzione. I Borboni di Francia, rimessi sul trono dalla Santa Alleanza, non si sognarono mai di potere cancellare la storia questa stolta idea non albergò che nella mente del

provare nel vedere

governo

italiano

il

ricordato ed applicato in

da Gladstone sul governo

dato

giudizio

Inghilterra al

borbonico. {Dal tempo di Qladstone. N. 240 Pei condannati

N. 246). Ai bigotti sabaudi che

politici.

questi confronti, Giustino Fortunato

e della

Camera

mente unitari

italiana,

e

di

monarchici

sentimenti

1898 in Potenza una lapide

«:

Abbiamo

tanto patito

confessare alle nuove

si

scandalizzano di

onore del mezzogiorno

purtroppo

,

fanatica-

governo borbo-

:

atteso

,

!

inaugurandoli 20 Settembre

alle vittime del

ha risposto in questi termini

nico,

,

sperato

,

dover poi

e

non Abbiamo tanto magnificata 1' opera nostra, e date assicurazioni al mondo di costanza e di virtù, perchè poi il mondo meravigliasse nell' udire da noi stessi che lo Abbiamo scopo è fallito che le aspettative sono deluse generazioni

,

che

valeva meglio

farne nulla!

,

,

insomma,

offerto

!

per tanti anni tanta decima

solennemente ingannati, perché e la libertà

una menzogna

!

E

la patria

questa

1'

è

una

ci

»

siamo

astrazione

che

Italia

già meritevole della aspettazione della storia?

sangue e

che

a conchiudere,

di danaro, ed essere costretti

di

apparve


CONFRONTI

Ee

Sardegna

di

e

rore bicmco, nei primi

non ostante gli momenti della

non credettero mai più diritti assoluti

277

orrori del terrestaura-^ione,

di potere riprendere quei

XIV

che con Luigi

confusero lo Stato

Dopo Tassassimo del Duca di Berry i reazionari rovesciarono il Decazes chiamandolo complice di Louvel il priìidpe^ dicevano, è stato pugnalato da una idea liberale. Ma fa cosa transitoria e durò meno di quella stessa reazione colla persona del Re. ,

:

;

che in termini identici accusò Zanardelli e Cairoli di avere armato il pugnale di Passanante. La ragione dei tempi s'impose^ sotto la restaurazione, in guisa

che si

più convinti monarchici, che altra volta non scandalizzarono delle Saint Barthelemy e delle i

Dragonnades, per bocca di Demarcay e di Casimir

Più

tardi lo stesso Fortuaato

,

parlando

di Palazzo San G-ervasio, completava

quest'altro periodo,

sabaudi

si

cinquantesimo

l'ora pili tragica,

il

raccomanda

anniversario

sigaifìcato, in sostanza, se

dacché

ai suoi

elettori

proprio pensiero con ai

suddetti

bigotti

:

Il

«

che

il

il

Statuto non ha un immenso latto,

dello

non una cosa

:

maggior pericolo che

l'Italia

abbia corso

è surta a dignità di nazione. L'unità, l'indipendenza,

regime

libero

,

il

passaggio

,

insomma da una semplice

una grande potenza, tutto non ora non un miracolo di un pugno di uomini e della

espressione geografica ad stato se

buona fortuna. La immane opera affannatamente, mente compiuta, poteva aver chiesto un dispendio forse

anche deprimente,

di energie

misura era colma e traboccò.

La

eccessivo,

-economiche. Nel

fatto,

la

scuola del dolore dovrebbe

quindi ammonirci, che un qualsiasi forze sarebbe,

affrettata-

altro

disperdimento di

ormai, criminoso, perchè l'incendio, che cova

sotto le ceneri, potrebbe,

nuovamente, divampare.

E invece...

»


NAPOLEONE COLAJÀNNI

278

Perier

protestarono

fieramente

per

drag'oni caricare la folla inoffensiva

dei tempi indusse

anche

;

avere visto i questa ragione

legittimisti a protestare

i

un giornale e l'arresto del Robert, rese gigante Manuel in Par-

contro la soppressione di

suo direttore

lamento sotto

la restaurazione e

mentre assicura

la

popolarità al mordace Paul Louis Courier, induce

De Remusat^ libertà della

i

i

Thiers a protestare in difesa della

stampa contro

le

ordinanze di Luglio.

Questa stessa ragione dei tempi, che comincia

ad imporsi alla Russia e s' imporrà alla Turchia, non ostante la protezione dell'Imperatore di Germania, avrebbe trasformato Ferdinando II, che si sapeva Re per diritto divino e che nulla credeva dovesse al popolo. C^^e cosa avrebbe fatto Re Bomba se

il

popolo, colle sue battaglie e coi suoi' sacrifizi, lo

avesse creato Re d'Italia

Un

parallelo

del regime

?

tra le condizioni odierne e quelle

borbonico non

si

può porre in

Sicilia,

ne prima del 1848. Non in Sicilia^ per lo stesso motivo per cui delle istituzioni e della educazione politica inglese non se ne può giudicare vedendole alla prova in Irlanda. Non prima del 1848, perchè il reame di Napoli era vissuto al difuori delle correnti innovatrici europee e della ferocia politica era meno responsabile di quella identica che il governo del Regno di Sardegna spiegò sino a quell'epoca verso la Giovine Italia o verso

Non possono fucilazioni

i

liberali del 1821.

sorprendere anche dopo

ch'erano nei codici non solo,

il

1848

ma

le

nella

Sarebbero uno spaventevole anacronismo oggi in Italia pei reati politici^ quando la pena di morte è stata abolita per gli assassini coscienza

comuni

pubblica.

efferati e pei parricidi.


CONFRONTI

Comunque,

279

quale la consentivano

tale

le istituzioni politiche,

l'azione del

nico dopo

continente

il

1848

nel

i

tempi e

governo borbo-

non

napoletano

perde nel paragone con quello del governo italiano nel 1898. Questo insegnano i fatti, che desumo dalle sorgenti più ortodosse per patriottismo o per italianità (1),

Ricordiamo e confrontiamo. L'avvenimento più clamoroso contro i Borboni fu il sangue versato in Napoli il 15 Maggio 1848. Si disse che Ferdinando II per fare sorgere le barricate ed avere pretesto alla repressione,

si

sia servito di agenti provocatori. L'ac-

cusa trova oggi smentita nella Nuova Aìitologia per bocca del Masi^ e la si deve considerare come una calunniosa fandonia.

Più interessanti sono

gli episodi

che

svolsero

si

nella triste giornata e che la seguirono. Il

15 MaggiO;, in Napoli,

si

contavano 79 barri-

non uso Milano con mati, che sparavano ed ammazzavano cate vere

e

difensori ar-

— difensori che

nessuno potè vedere a Milano: la forza non potè acchiapparne uno solo Verso le 11 e mezza i primi colpi erano tirati; !

caduta di un granatiere e di un capitano della guardia, il fuoco si accende ben nutrito. Michelan-

alla

gelo Ruberti fa tirare da Sant'Elmo sulla città;

(1)

sono

Gli atti di accusa e la Gazzetta Ufficiale del

preziosi.

D'Ayala

;

di Nisco;

Si riscontrino

il:

Ferdinando II

di

ma

tempo

Mariano

Gli ultimi trentasei anni del

Reame

di Napoli

insieme la

Storia

critica

e sopratutto

per

lo

del

risorgimento italiano di Carlo Tivaronij opera di lunga lena, di

grande pregio e molto ioiparziale. Editori

Roux

di Torino.


NAPOLEONE COLAJANNI

280

cannoni sparavano a mitraglia nelle strade di Milano. Un maggiore, sei ufficiali e ventuno soldati vennero uccisi; due colonnelli, undici da ufficiali, centottantuno soldati feriti con arma fuoco. Queste sono, del resto, le perdite dei soli a polvere

Svizzeri

\

non

i

vi sono

comprese quelle della guardia A Milano un solo nessuno può assicurare che lo

reale e degli altri corpi militari.

soldato fu ucciso; ^

sia stato dai tumultuanti.

Dalle perdite delle truppe si dovrebbe argomentare elle a Napoli gì' insorti insorti veri abbiano dovuto avere perdite enormi; e Nisco calcola che i morti siano stati 500, tra cui 19 donne; ma r esagerazione è evidente. Più ragionevole pare quindi la cifra che altri dà di 132 morti e 600 feriti tra Tuna e l'altra parte. Di poco quindi,

in

una vera

battaglia, sarebbero stati superati

i

ca-

af-

duti di Milano.

D' Hervey Saint-Denis

ferma che durante

^

un borbonico

nessun cittadino inoffensivo fa colpito se non a caso. A Milano quasi tutti non ne fu trogli uccisi erano cittadini inoffensivi la lotta

:

vato uno solo armato.

Aberdeen che

il

Mac Farlane

Re avesse

detto

scriveva a lord

ad un generale che

chiedeva istruzioni : risparmiate i miei sudditi^ fate prigionieri, non uccidete ! Mettiamo in quarantena questa pietà di Re Bomba, perchè affermata da uno

— uno

— stipendiato dal

governo borbonico'; mettiamola in quarantena, quantunque siano numerose le prove della sincerità della pietà di Ferdinando II, ma c'è un atto che fa onore al tatto politico di Ferdinando II e che da nessuno è messo in dubbio 800 prigionieri furono lasciati liberi alVinstraniero

:

scultore


CONFRONTI

domani

del lo

281

Maggio! Quest'atto non compensa

la

arma alla mano, fatta eseguire dal Conte d'Aquila? (1) Qui manca il termine di paragone per V Italia Allora come

fucilazione dei 27 prigionieri presi

coir

.

.

.

oggi venne proclamato lo stato di assedio

;

ma quanta

differenza, a disdoro dell' Italia una^ libera

Ecco

!

decreto del Maresciallo Labrano

il

il

se si può insultare la Bava Beccaris del tempo memoria di un uomo con questo paragone. L'art. 1 istituiva una Commissione inquirente. L'art. 2 diceva; « La Commissione ha l'inca-

rico d' inquisire su tutti

reati contro la sicurezza

i

interna dello Stato e contro

l'

interesse pubblico che

sono stati commessi dal

P Maggio in poi

tranno commettere

che dura

meterà

fin

Dopo r inquisizione,

Art. 3.

e che

si

po-

lo stato d'assedio.

la

Commissione

ri-

competenti a

gli atti alle autorità ordinarie

norm^a delle leggi di Procedura Penale,

La Commissione avrà

Art. 4.

carcerare

le

persone per misura preventiva e ritenerle

in carcere per

dopo

un

periodo non maggiore di lo giorni^

quali dovrà rimandarli

i

facoltà di fare in-

all'

autorità

compe-

tente per farli giudicare ».

Ho

(1)

fatto,

che corre

Molti lazione

che

dato la

il

;

ti-a i

altri

d' i

il

Conte si

fieri

d'

fucilati in

versione su quel

del governo borbonico.

Aquila ordinasse la fuci-

trovasse soltanto presente. Ciò

Aquila smentì sempre.

6 e che le

tanto 5

il

affermano che

Conte

fucilati e la

nemici più

negano che

assicurano che

giunse

cifra dei

6rli

storici

borbonici

Castelnuovo nel primo furono sol-

fucilazioni

generale Luigi Cosenz.

cessarono

appena soprag-


NAFOLEONE COLAJAXXI

282

Dedichiamo questo decreto a coloro che commemorarono in Napoli il 15 Maggio. In questo decreto, la retroattività era stabilita con data certa e non si aveva, almeno, un processo per reati commessi come in Italia. quattordici anni prima Lo stato di assedio in Napoli non durò un mese: venne tolto il 14 Giugno 18-18. Ma un mese di stato di assedio intensamente applicato in Napoli avrebbe potuto valere ai servizi della reazione quanto i quattro mesi di Milano. Adagio, non calunniamo... .

.

i

.

borboni. Si

potrebbe pensare che durante

lo stato di as-

sedio siano stati arrestati e ]3rocessati tutti

almeno

i

nifestazione sovversiva;

Nulla di tutto

Italia.

capi più noti

punita qualunque ma-

almeno

così

-

A

ciò.

liberali

i

è fatto in

si

Napoli avvennero cose

addirittura sbalorditive.

A

Napoli

di sottoscrizione in favore

cere politico.

pubblicava

la Gazzetta Ufficiale

A

Napoli

generale del Regno

.

.

dei liberati dal car-

.

tenente

il

d' Italia

la lista

De Sauget e

il

morto

-

tenente di ar-

tiglieria Bellelli rifiutarono le onorificenze date loro

per la repessione dei moti rivoluzionari ...

farono molestati (1) Il

nella

Generale

Camera

mente

(1).

A Napoli si trovò un

Pelloux,

dei Deputati in

sul suo onore clie

il

fosse stato punito per aver

rispondendo

Como, che per

la

prima

nell'esercito italiano

De Sanget

rifiutato

dalla

la dette,

non

ci

e BelleUi.

Bìssolati

Dicembre 1898, smentì recisala

di

medaglia

Costigliele al

Benché questa

valore circo-

monarchica Provincia di sono disposto a credere

Generale Pelloux. Sarebloe doloroso, però,

imitato

non

Procuratore

all'on.

Colonnello Cretti

militare per la repressione di Milano.

stanza venga riconfermata

e

siano stati

il

al

constatare che

ufficiali,

che abbiano


CONFRONTI

De

del Ee,

283

Horatiis, che rifìutossi di sottoscrivere

l'ordine di arresto per Silvio Spaventa. fatti

Mancano

analoghi nelF Italia nuova e libera. A Napoli - caso ancora più sbalorditivo

-

i

farono

imputate 321 persone

Maggio

;

continuò

ma

solo

processo. I capi

il

movimento, durante

immediatamente dopo il 15 contro 59 arrestati eli contumaci

assedio

lo stato di

chi ricorda

veri promotori del

i

,

liberali del resto,

non vennero

arrestati

pare impossibile

a

recentissimi casi nostri. Ferdinando II,

i

Todiato e odioso della vittoria

;

cominciarono

Bojnha

i?e

^

non ne abusò le

non voleva abusare quando non ri-

sino a

manifestazioni rivoluzionarie

cospirazioni. Occhio alle date. Il

e

le

primo arresto pel

processo cosidetto àoìV unità italiana, nella persona

avveniva in Novembre del 1848; Silvio Spaventa venne arrestato il 13 Marzo Settembrini il 23 Giugno, Poerio il 19 luglio, Scialoia il 26 Settembre 1849 Un anno e piti mesi dopo le barricate di Maggio Forse il processo non sarebbe continuato se altri gravi avvenimenti non di Nicola Nisco,

,

.

.

.

!

avessero allarmato

il

Ke

:

il

un

16 Settembre 1849

gruppo di liberali volle turbare la benedizione data dal Papa dalla terrazza del Palazzo Reale, gettando delle vipere; e Faucitano veniva arrestato colle vesti abbruciate e le mani annerite per una bomba, che gli

scoppiava in tasca.

E come Durò

otto

condotti

mesi

svolse innanzi

ai

i

processi

processo

il

magistrati

avvocati difesero gl'imputati

(1)

Sotto

il

militare, l'avv.

sotto

cosidetto

ordinari (1).

borboni

i

dei ;

i

42

;

!

si

migliori

Gli storici liberali

Papa^ nel processo innanzi ad un Tribunale

Palomba

difese gli accusati.


284

NAPOLEONE COLAJANNI

deplorano che

si

tempo

dei birri del

fede alle deposizioni

sia prestata

che

e

si

siano istruiti

processi

i

anonime.... Sappiamo ciò eh'

in base a denunzie

avvenuto in Italia (1). tra le quali sette di Le condanne ? Severe processo dei 59. solo nel commutate, morte^ tutte !

:

Croce

Beaedetto

(1)

ha cominciato ad Pareto

«

:

Lasciando

po'

di .cuore e

che

offre ora

quale

Tltalia libera

me

pare

i

Silvio

Spaventa

diare da vicino. berale,

processo

Non ,

iniquo, perchè,

l'ettorici

sul

,

per procla-

dopo

fatto

certo perchè lo

il

:

Spaventa non

in ciò

come non sbagliano

giudicare socialisti

volle tuttavia

punto

il

1848 a

Cito questo che ho avuto occasione di stu-

?

nazionalista, anzi unitario

non sbagliavano

che

processi politici. Perchè

per esempio

,

spettacolo

triste

è suU' indole e sul

irresistibile

cui sono stati condotti

il

sistemi

i

con quello

politici

il

sono spese tante parole e tanti colori

mare iniquo

il

la

prova

di

giudici borbonici

quelli

Tarati e compagni.

mancando

i

Ma il

di

fa

Milano nel

un processo

determinati,

reati

condannare nello Spaventa

fosse li-

si

liberale e l'uni-

ossia le convinzioni e lo opinioni che apparivano certe

tario,

e

confronto fra

il

giudicare a

,

impone

s"

Vilfredo

così scrive a

,

incompetenti che hanno un

agli

sentimento

di

confronto

il

modo con si

lasciando

e

,

opera

condannati

applicati ora ai

ponitenziarii dei Borboni

1'

competenti

ai

Spaventa, di cui

nipote a Silvio

,

illustrare

non

sconfessate.

È

vero

si

potrebbe dire

— che

i

Bor-

boni provvidero a fornire delle prove di reato, stipendiando dei falsi testimoni. si

Ma

ciò

era del tutto smarrito

!

prova che

il

Si riconosceva

senso giuridico non

almeno

la necessità

delle prove di fatto e dei reati di azione. I giudici di

non hanno

La

sentito

Liberté

Mattino

come

di

questo bisogno....

Éconorniqua

pag.

Vilfredo Pareto

99-jOO.

Rastignac

Napoli ha esplicitamente riconosciuto che

sotto i boruoni^

i

processi

si

fanno

Milano

alle

idee.

nel

in Italia,


CONFRONTI

una

C'è ancora delle condanne.

285

eloquente

statistica più.

boni, assicura die dal 1815 al 1856, sotto

negazione di Dio,

ci

soli

governo

il

furono 2067 condanne politiche

in qicaranf uno anni

-

quella

:

Mariano D'Ayola, vittima dei bor-

! (1)

In

in pochi mesi,

Italia. ,

i

Tribunali militari di Napoli, Firenze e Milano

E non si aggiungono ne condannarono circa 2500 le condanne dei Tribunali ordinari in tutto il resto !

!

d'Italia.

Un

ultimo confronto

nuti politici.

come

tandoli

governo borbonico

Il i

trattamento dei dete-

Il

:

detenuti comuni

si

disonorò trat-

questo trattamento

;

r indignazione di Gladstone. Ma che cosa il governo italiano ? Fa qaalche cosa di peggio non concode ai socialisti e ai repubblicani anche deputati quella libertà di stadio 11^ Setconcessa da Ferdinando alle sue vittime tembrini traduceva in carcere le opere di Luciano ed a Spaventa si permettCA^ano libri che per quei suscitò

fa di diverso :

:

tempi erano rivoluzionari

(1)

Gladstone, nelle famose lettere a lord Aberdeen nel

1851, affermò che

napoletane da 15 a

30 mila. una

che nel 1851 gl'imputati

Il

governo borbonico, in giudizio,

memoria

e all'estero.

sonorevole per l'Italia dal governo del

Il !

carcere

e

Giornalisti ha pub-

e

il

trat-

condannati politici

paragone riesce, came sempre, di-

Non parliamo

Granduca

Cecilia ed a Guerrazzi

in

nella quale è esposto

tamento cui sono sottoposti Giornalisti in Italia

ri-

2024.

L' associazione Lombarda dei

blicato un' eloquente

in

statistica dalla quale risulterebbe

politici,

in custodia erano in tutto

provinole

erano nelle

detenuti politici

i

sposta, fece pubblicare

(2)

(2).

di

di

dei

modi

civili

adoperati

Toscana, che permetteva, a La

scrivcrG le

Memorie

e

L' Asino


NAPOLEONE COLAJANNI

286

Tivaroni,

sdegnoso, protesta perchè

raserò

si

barba e capelli ai detenuti politici e fossero stati condannati come rei comuni sotto il borbone; e dice che a quarant'anni di distanza^ certe cose sembrano impossibili. Che diranno i posteri, per lo stesso trattamento

De

fatto

subire a Barbato,

a

De Andreis, a

Felice, a Tarati, a Romussi, a Chiesi?

Non

sappiamo. Sappiamo ciò che pensano i contemporanei tra i popoli civili e liberi. E saplo

piamo che l'associazione dei nelle sue prigioni di Stato. il

dott.

Ma

giornalisti inglesi si è

è caratteristica la lettera

Giuseppe Canella indirizzò

che

al giornale II Secolo sul

trattamente dei detenuti politici in Austria. Eccola

:

non altro che italiano dal 1848 in poi il mia opera furono sempre per l'Italia. Ho pensiero e la mio provato le prigioni politiche dell'Austria, dalla Torre AVanga Italiano e

«

di

Trento a quelle

,

Innsbruck

d'

,

Kufstein

al Castello di

,

a

Rattemberg, Capodistria, Gradisca, Lubiana e Gratz.

Non

«

partito se

appartenni

soffersi molti

di vedere,

,

ne voglio app^artenere

non a quello che tende a

«

niun

a

fare l'Italia ».

altro

Qui

disinganni ed amarezze, e non ultima quella

sotto molti riguardi,

fatti

paragoni

tutt' altro

che

lusinghieri per l'Italia in confronto dell'Austria.

Leggendo ora

«

della

sui giornali

come sono

trattati

i

prigio-

severamente condannati dai tribunali militari, ad onta

nieri,

mia ripugnanza, devo convenire che

avveduta nel reprimere e nel provenire, nevole e più Il

umana

nel castigare ».

si

Austria,

più

è fatta più ragio-

.

podestà di Riva di Trento riassume

mento 28

1'

poscia

il

regola-

ottobre 1849, firmato dal ministro della Giustizia,

Schmerling, che disciplina, anche attualmente,

il

trattamento

i

condannati

dei condannati politici.

Risulta da esso che, per

i

crimini politici,

sono custoditi in un riparto particolare della prigione, e de-


CONFRONTI rivolta al Ee,

287

invocando un trattamento umano e che ;

questo intervento degli stessi giornalisti inglesi, cui

sono associati quelli del Belgio, fa discendere a livello della Tarchia

Mead

ghilterra, il

l'Italia

sappiamo che Guida in In-

;

hanno rievocato maggior

negli Stati Uniti

giudizio di Griadstone e lo proclamano a

ragione meritato

governo

dal

italiano.

Mead

Il

vorrebbe che T ambasciatore. degli Stati Uniti protestasse ufficialmente in nome della lesa umanità. Sappiamo, dunque, che il libero regime italiano viene

anzi,

vesi avere riguardo tanto ed

ed

alla loro età

loro

grado di coltura /guanto

al loro anteriore ^netodo di vita.

Ai condannati

è concesso

l'uso del proprio letto

sono leggere, scrivere e ricevei-e visite

di parenti

,

;

pos-

previo

il

permesso del preposto delio stabilimento.

La

spesa per

il

condannato politico

Ma

zione di pane.

vitto,

è di i

che

lo

28 soldi

detenuti

sopporta

Stato

al giorno,

politici

per ogni

compresa

la ra-

possono però provve-

una maggior quantità di vitto spendendo del proprio sino ad un fiorino al giorno, e quindi complessivamente hanno alimenti giornalieri per una somma corrispondente a circa due lire e mezza italiane. L'onor. Ettore Sacchi, infine, in una importante lettera

dersi

,

allo stesso

Secolo (N. 11643), dimostra che né dal punto di

vista giuridico né da quello militare,

comuni

delinquenti guerra. resto,

Ma

governo

condannati

i

Borboni. Tutte

governo italiano

mino Tanlongo

missione

possono trattare come

come

Tribunali di in

di riabilitare

premure

le

le riserba pei

o Costella.

si

italiani dei

in questo

italiano,

continua nella nobile

l'Austria e il

il

i

,

tutto il

il

Papa,

tutte le gentilezze

delinquenti -comuni,

si

chia-


288

NAPOLEONE COLAJANNI

giudicato alla

pari

boni

del

regime dei Bor-

dispotico

(1).

Tatto questo è grave e pericoloso sia per l'Italia

Credono alcuni, stoltamente, che a garanzia delle medesime stiaTesercito ma anche i Borboni pensavano lo stesso fa proprio Silvio Spaventa a constatare, che tutte le cure del governo nugaziona di Dio erano state rivolte all'esercito e che la reazione che li aveva separati dalla

che per

le

sue istituzioni.

;

:

parte

morale e intelligente

aveva

gettati nelle braccia dei

cito

non

li

borbonico, ricordati trattamenti «

con

« le

tali

modo

fatti

mezzi

il

Ma T eser-

condanne

e

i

la dinastia

».

savoiarda possa finire in ugual

la dinastia ;

-honny

tono dell'impegno per durerà,

:

borbonica scavava con

soit

qui mal y pensef

è innegabile che alcuni suoi consiglieri

reazione

mali

subire ai detenuti politici, osserva

nessuno crede

ma

li

suo studio sul regime

processi^ le

i

sue mani la propria tomba

Che

militari.

,

salvò.

Tivaroni, chiudendo

Il

popolazione

della

rovinarla.

sarà la prima

che essa avrà salvato

una

Dopo

tutto,

metse la

volta nella storia^

una dinastia. non devono essere

istituzione ed

Le lezioni della storia, però, rammentate soltanto ai conservatori ed agli uomini dell'ordine. La storia insegna pure: « che il qua« rantotto italiano, compiuto poi nel sessanta, non (1) Georg Brandes, che ama e conosce l'Italia e che è uno dei più illnstn scrittori scandinavi, visitando nella primavera del 1898 il nostro paese, rimase scandalizzato dalla nostri gocieca e furiosa reazione cui si abbandonavano i

vernanti.


CONFRONTI

«

289

fu neppure politico, fu strettamente nazionale e

me-

«

scliinamente unitario e dinastico. L' Italia attende

«

ancora

«

condizioni essenziali della vita

«

metta di studiare

«

dalle nazioni sorelle ».

suo quarantotto politico

il

il

che

,

moderna

le dia le

e le per-

passo sulla via già percorsa .

Questo insegnamento dovrebbero ricordare 1

democratici italiani

un

;

e

tutti

non dovrebbero dimenticare

solo istante soprattutto

i

socialisti

italiani

,

ehe

ed onesta voluzione economica da loro vagheggiata non sarà possibile senza la preliminare

la pacifica

conquista

della

libertà

politica.

viene a loro da Filippo Turati

;

L'

ma

ammonimento se la

voce elo-

quente del recluso di Pallanza non potesse essere ascoltata, dovrebbe essere inesorabilmente ascoltata quella che vien fuori dagli ultimi tumulti, che somministrarono

il

pretesto alla presente reazione.





DELLO STESSO AUTORE

La

libertà e la quistione sociale.

La

repubblica e

Le

Istituzioni

le

guerre

civili.

Milano 1879 {Esaurivo)»

Firenze 1882 {Esaurito),

Municipali. Catania 1883.

La delinquenza

della Sicilia.

Palermo

.

.

L. 3,00

1885.

{In preparazione la seconda edizione). L'alcoolismo:

sue

conseguenze

morali e sue

cause. Catania 1887

3,00

1,00

13,00

Oscillations thermometriques et delicts contro les

Lyon 1887

personnes.

Corruzione politica. Catania 1888 la

prima

e

seconda edizione).

La Sociologia Criminale. 2 Ire e spropositi di

{Esaurita

grossi voi. Catania

1889

Cesare Lombroso. Catania 1890

1,25

La

politica coloniale.

Palermo 1892

3,50

La

difesa nazionale e le economie militari. Catania

1,00

....,;

2,00

.........

1,00

Seconda

ediz.

Banche e Parlamento. Milano 1893 In

Sicilia.

Roma 1894

Gli avvenimenti di Sicilia e le loro cause.

Consule Crispi. Palermo 1895

Palermo.

2,00

1,25


RIVISTA POPOLARE DI

Politica, lettere

scienze sociali

e

Direttore N.

Cola j anni

Yi hanno collaborato e vi collaborano illustri scrittori stranieri e italiani. Notiamo tra i primi De Greef, Destrée, >

:

Gide,

Hamon, Kropotkine, Magalhaes, Lima, Mesnil,

Noyìcow, Renard, Schmidt,

ecc.

Tra

i

secondi

i

deputati

Alessio, Bovio, Brunialti, Celli, Fratti, Mirabelli, Pan-

D'Ag-uanno, Loria, Mortara, Marino, Pantaleoni, Pareto, Puglia, Pullè, Ratano, Yalli;

i

Conig'liani,

professori

pisardi. Salvigli, Scarabelli, Zertooglio, ecc.

pubblicisti

i

Becchia, Bizzoni, Barrili, Birag-M, Cabrini, Farina, Ferrerò, Ouarnieri, Guerrini {Stecchetti), Guarino, Labriola, Merlino, Morinina, Paresce, Yalera, Yeccài {Jak la Bolina)^ ecc.

E

redatta con larghezza di vedute e mira soprattutto alla

educazione delle masse. Si occupa delle più importanti quistioni del giorno.

premi

I

la

Premio eccezionale

lume

rendono semig-ratuita. ai

nuovi abbonati

Il Socialismo, del l)ott. N. del prezao di L. 4).

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Colajanni (un elegante vo-

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-

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Semestre L. 4

premio.

cartolina-vaglia e richieste di

di saggio alla Direzione della Rivista

Popolare

-

numeri

ROMA.

1






University of

Connecticut

Libraries


-

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