EDITORIALE
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L’EDITORIALE Per l’imminente manifestazione milanese siamo lieti di avere un riscontro oggettivo sul seguito che il sito e la rivista TeSs hanno da parte dei lettori. Infatti ad oggi (23 febbraio) abbiamo distribuito 500 biglietti cartacei gratuiti per il Made tramite la rivista e 650 codici invito per richieste pervenuteci dal sito web Parlando di un’altra importante manifestazione, siamo onorati e gratificati di essere stati invitati dalla Fiera di Stoccarda all’interno di una delegazione internazionale come unica testata italiana tra le testate europee (3 tedesche, una spagnola e una francese) a R+T Asia. Naturalmente sarà nostra premura informarvi approfonditamente, sia sul sito www.tendeeschermaturesolari.com che sui prossimi numeri della rivista, sulle novità che verranno presentate a Shanghai. Come probabilmente vi sarete accorti abbiamo apportato significative modifiche al layout della pubblicazione e modificato la Testata; auspichiamo che il tutto possa piacervi. (Attendiamo vostre critiche propositive). Diamo anche il benvenuto ad una nuova autrice che da questo numero inizia la collaborazione con la testata: Lucia Carleschi, giornalista professionista che ha lavorato a lungo nella stampa tecnica specializzata e nel settore dell’edilizia. Buona Lettura
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SOMMARIO
4 EDITORIALE
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ARCHITETTURA Contaminazioni Materiali Nelle schermature performanti
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di Katia Gasparini
MARKETING Testimonial Io so’io, e voi nun siete un c
!
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di Maurizio Corradi
CHIUSO PER FIERE
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8
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di Gustavo Capella
L’INTERVISTA Massimo Buccilli Presidente MadeExpo Gianfranco Bellin Presidente Assotende
26 42
REALIZZAZIONI Med Zenith di Gibus protagonista outdoor Pratic a Finale Ligure Resstende al servizio dell’arte KE presenta Screeny Box
30 44 62 80
FIERE & MANIFESTAZIONI MadeExpo 2019 Klimahouse R+T Asia Tensinet Bau
34 48 54 58 66
VETRINA AZIENDE La rete fa la zanzariera?
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SCHEDE TESSUTI
70
SICUREZZA Capita sempre agli altri Siamo sicuri che sia così?
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SCHEDE PRODOTTI
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REPERTORIO FORNITORI
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66
42
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I NOSTRI INSERZIONISTI
6 APPS
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IL PONTE DEL SORRISO
AFM
53
MADEEXPO
ARVIN LAB
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MARKILUX
BIANCHI PAOLO
COVER-15
LEISTER
CORRADI
III DI COP.
NYX
F.LLI MARIANI
7
69 82-88 29 71-79 1
PARÀ
IV DI COP. - 61
GARATTONI
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PRATIC
47
GENIUS
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RESSTENDE
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GIBUS
33
SATTLER
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SEAV
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GIOVANARDI
2-39
HELLA IGUS
20-21
TEKNO’S
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II dI COP.
TeSS 1-2019 La rivista del sito www.tendeeschermaturesolari.com Il sito della Protezione Solare Anno VI n°. 1-2019
Redazione Via M.L.King, 20 - 21100 Varese Fax 0332 1800613 tendeeschermature@gmail.com Direttore Responsabile Ramzi Bacchini Cell. 328 4889450 info@tendeeschermaturesolari.com Testata registrata in data 06/02/2019 al N. 2/2019 del Registro Stampa del Tribunale di Varese Hanno collaborato: Katia Gasparini, Marcella Del Signore, Giuseppe Morando, Elena Del Signore, Maurizio Corradi, Claudio Moltani, Alessandro Premier, Daniele Gasparini, Elena Martini, Gustavo Capella, Lucia Carleschi Stampa: Nastro & Nastro srl Via XV Agosto, 7 21016 Luino (VA) info@nastroenastro.it www.nastroenastro.it Impaginazione ARVINLAB
IN COPERTINA Bianchi Paolo s.r.l. Via Lambro 28/E 20090 Opera (MI) Tel. +39 02 5760 5131 Fax +39 02 57606700 E-Mail: info@bianchipaolo.it www.bianchipaolo.it
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LINEA SOLARE LINEA ACCESSORI E COMPONENTI LINEA GUARNIZIONI
Fratelli Mariani S.p.A. Via Cadorna, 34 - 20032 Cormano (MI) - ITALIA Tel. 02.6103441 - Fax. 02.61034499 info@fratellimariani.it - www.fratellimariani.it
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CONTAMINAZIONI MATERIALI nelle schermature performanti di Katia Gasparini
Le recenti innovazioni tecnologiche stanno aprendo allo sviluppo di una nuova generazione di schermature solari reattive al clima nelle diverse latitudini, sviluppando potenzialità di contenimento dei consumi energetici e migliorando al contempo il comfort interno. Per ottenere questo tipo di adattabilità, è possibile utilizzare strutture pieghevoli azionate attraverso sistemi meccanici e dinamici, o strutture che si riconfigurano grazie al materiale innovativo adottato oppure grazie alla geometria del tessuto impiegato. Il processo di apertura/chiusura, variabilità di questo tipo di strutture appare particolarmente interessante, in particolare, per il controllo attivo della radiazione solare e della luce diurna, sia quella interna agli edifici, sia di un qualsiasi spazio aperto schermato da un
sistema orizzontale dinamico. Fino a poco tempo fa, i progettisti e le aziende hanno sperimentato strutture pieghevoli rigide in qualità di dispositivi di protezione solare adattivi al clima. Oggi si è sviluppato e si sta diffondendo l’uso della piegatura a linee curve anche in questo contesto finora poco esplorato. Alcune recenti sperimentazioni e realizzazioni in ambito internazionale consentono una prima interessante panoramica dei principali parametri che determinano la geometria e il comportamento cinematico dei componenti di ombreggiamento adattivo basato sul piegamento a linee curve e il loro effetto sulle prestazioni del sistema schermante. Infatti, è possibile connettere la progettazione parametrica di un sistema
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ARCHITETTURA
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LUMEN by Jenny Sabin Studio for The Museum of Modern Art and MoMA Photo by Pablo Enriquez
schermante adattivo con l’illuminazione diurna e con i software di modellizzazione del flusso energetico/luminoso al fine di valutare e migliorare le prestazioni del sistema schermante in modo interattivo. Si palesa quindi una connessione progettuale fondamentale fra tessuto/materiale, design, tecnologia meccanica e software di modellazione perché la prestazione finale ottimale della schermatura dipende da una serie di fattori fra loro connessi di tipo energetico, chimico, biologico e matematico.
privi di forma propria. La ricerca chimica applicata alla realizzazione di nuovi filati (derivanti dai materiali smart, nanotech, ecc.) ha consentito la progettazione e produzione di soluzioni apparentemente infinite di tessuti con diversi comportamenti e funzionalità, in relazione ai diversi ambienti e superfici di applicazione e interazione. Il tessuto è un materiale facilmente trasportabile e leggero, può essere realizzato con una gamma di filati diversi, attualmente anche con materiali da riciclo e con i cosiddetti “neomateriali” inseriti nell’attuale filone dell’economia La forma della materia circolare, che costituiscono un potenziale verso una scelta sostenibile per l’architettura.Tali Negli ultimi quindici anni, complice l’innovazi- innovazioni sono amplificate dall’introduzione one delle soluzioni di facciata, la costruzione nell’iter progettuale dei software di modellazidi facciate continue vetrate e trasparenti e le one tridimensionale, supportati dalle potenzialnormative per il contenimento del consumo en- ità della progettazione parametrica di software ergetico, è aumentata la sensibilità e l’interes- quali Grasshopper (associato a Rhinoceros), se per le schermature solari, quindi lo studio Dynamo (associato a Revit), Para3D (associae ricerca di nuovi tessuti performanti, ad alte to a 3Dstudio Max), Xpresso (associato a Cineprestazioni. Infatti, i tessuti nell’architettura ma 4D), CATIA e similari. come nell’interior e nel fashion, nel pensiero Nell’ambito delle schermature solari e nei tessili comune sono sempre stati visti come materiali per installazioni e strutture pneumatiche, ovve Tende e Schermature Solari n.1-2019
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10 ro nell’architettura che usa la trazione al posto della compressione, che potremmo definire “a trazione”, i tessuti sono progettati per seguire una forma prestabilita, sia nell’ipotesi di tessuti naturali sia di quelli che sono il risultato della ricerca dei polimeri, dei materiali nanostrutturati e stratificati. Nell’architettura “a trazione” i tessuti sono progettati per seguire una forma prestabilita, con tessuti tesi fino a che la forma risultante sia praticamente rigida; questo per evitare la deformazione dovuta al carico del vento. Ma cosa succede se permettiamo il movimento nel tessuto? Cosa succede se il vento diventa una variabile di design per decidere l’espressione della forma architettonica tessile? La struttura interna dei tessuti può altresì influenzare il loro comportamento e l’espressione geometrica quando sono in movimento. Attualmente gli strumenti utili per la progettazione di architetture tessili, dinamiche o reattive, spaziano dalle simulazioni digitali di espressività e variabili formali, attraverso la valutazione della proprietà strutturale, fino ai modelli fisici veri e propri. Il design parametrico è un nuovo approccio alla progettazione architettonica che utilizza i parametri per impostare le relazioni tra gli elementi del progetto al fine di definire una gamma di alternative formali. In questo senso, la progettazione parametrica offre grandi opportunità agli architetti di gestire il processo di progettazione in modo più efficiente. Essa quindi, con i software attualmente in uso, consente di indagare la geometria e il comportamento del tessuto, dalla lavorazione a maglia e tessitura dei singoli filati alle strutture di tessuto su larga scala.
Il design parametrico consente di porre enfasi sulla evoluzione progressiva di forma e texture della schermatura tessile. Inoltre, l’utilizzo contestuale di strumenti di progettazione computazionale e software di simulazione acustica e modellazione integrati direttamente nel processo di progettazione, consente di ottenere ottimi risultati anche dal punto di vista della schermatura acustica, non solo solare. L’Hyperbolic Solar Shade è un dispositivo di ombreggiamento unico, progettato in funzione delle coordinate specifiche e dell’orientamento del sito per il quale è stato progettato a Phoenix, in Arizona. Il dispositivo proposto ha analizzato le geometrie solari standard attraverso l’orientamento dei punti cardinali. I dati acquisiti sono stati sviluppati in Grasshopper per rispondere alla rotazione di un piano aggiuntivo di 18 gradi, che ha drasticamente modificato la superficie iniziale. Le superfici iperboliche che ne sono risultate sono state sviluppate in Grasshopper come risoluzione geometrica. Ognuna delle due superfici progettate è sviluppata attorno a un singolo modulo, che è in grado di impilare. Mentre la superficie iperbolica intagliata è specificamente sviluppata per rispondere alla vera geometria ricavata dalla proiezione solare attraverso la rotazione di 18 gradi. Un’ulteriore forma triangolare iperbolica agisce strutturalmente sollevando l’angolo del dispositivo di ombreggiatura e legandolo alla struttura di base. La struttura finale è composta di quattro moduli interpiano su ciascuna facciata per offrire al progetto la necessaria schermatura solare.
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ARCHITETTURA
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Interattività e ricerca
Lumen è realizzato con un tessuto che di notte si illumina avvolgendo i visitatori in un baglioLa multisciplinarietà nel progetto e nella ricerca re reattivo di foto-luminescenza. Di giorno Luè d’uopo nell’architettura contemporanea, per- men scherma dalla calura estiva, avvolgendo ché consente di ottimizzare le prestazioni dei le persone in deliziose nuvole rinfrescanti. L’insistemi più avanzati in qualsiasi ambiente. Per stallazione è adattiva e reagisce agli stimoli tale motivo le competenze oggi coinvolte nel ambientali e sociali, infatti cambia colore e inprogetto di sistemi schermanti spaziano dall’in- tensità in funzione alla densità delle persone gegneria elettronica a quella spaziale, dall’in- presenti, del calore della luce solare. gegneria dei materiali all’arte e design per l’in- Il tessuto è costituito da una maglia leggera terazione fra forma e funzione, allo studio della reattiva e da una struttura di componenti celbiologia perché ormai i sistemi ambientali sono lulari realizzati con tessuti riciclati, fili fotolumiassimilabili al corpo umano, come una estensi- nescenti e reattivi alla luce solare che assorone della natura e dei suoi molteplici parametri bono e raccolgono per generare illuminazione. biologici. Citando l’architetto giapponese Toyo Con questo tessuto è stata così realizzata una Ito, si potrebbe sostenere che “dal momento copertura leggera che delimita spazi pubblici che l’architettura è sempre servita come mezzo e privati deputati alla sosta e alle relazioni, in di adattamento all’ambiente naturale, l’architet- cui è possibile regolare il microclima tramite un tura contemporanea deve funzionare come sistema di nebulizzazione che si attiva in funzimezzo di adattamento all’ambiente informatico; one della presenza dei visitatori. l’architettura oggi deve farsi vestito mediale” Lo spazio è arredato con gruppi di sedute otte(noema.org). nute dal riciclo di bobine di tessuto dismesse, In tale contesto, appare interessante il progetto che si trasformano e comunicano con l’intorno di Lumen, un’installazione immersiva e interat- tramite i materiali idrocromici con cui sono retiva di Jenny Sabin Studio, realizzata nel cortile alizzate. del MoMA PS1 durante l’estate 2017. Il progetto è il risultato di una collaborazione Tende e Schermature Solari n.1-2019
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“As If It Were Already Here” in Boston 2015, by Studio Echelman Photo by Melissa Henry
multidisciplinare che applica le teorie e le scoperte della biologia, della scienza dei materiali, della matematica e dell’ingegneria. Jenny Sabin ha sperimentato con questa installazione un nuovo approccio esplorativo ai nuovi materiali attraverso lo studio della loro reazione alla luce del sole e alla partecipazione fisica. I risultati dello studio sono funzionali alla realizzazione di un’architettura adattativa e trasformista. Il modulo è generato da un algoritmo matematico legato allo studio dell’illuminazione naturale (orientamento) del sito, dei materiali e dalla morfologia strutturale dei componenti cellulari lavorati a maglia. Approfondendo gli studi sulla flessibilità e sensibilità del corpo umano, Lumen integra materiali e architetture adattivi in cui il codice, il pattern, l’interazione umana, l’ambiente, la geometria e la materia operano insieme. Il tessuto è il risultato di una rigorosa sperimentazione multidisciplinare che produce un ambiente multisensoriale vivace e interattivo, che gioca sulla variabilità cromatica dei materiali nelle diverse ore del giorno. Anche l’installazione dell’artista Janet Echelman di Studio Echelman sulla Boston Rose Kennedy Greenway comporta un approccio multidisciplinare, fra arte, ingegneria e architet-
tura. Questa è la conferma di quanto precedentemente sostenuto in merito allo stretto rapporto fra progettazione strutturale e parametrica con l’arte, nel momento in cui si approcciano i tessuti, a funzione sia schermante che artistica, in ambito urbano. I fattori implicati nella progettazione, in queste situazioni di spazi aperti, sono connesse tanto ai requisiti e prestazioni dei materiali implicati, quanto nello studio delle forme, strettamente connesse non solo alla parte creativa e artistica, ma soprattutto alle sollecitazioni meccaniche derivanti dalle forme, texture, sollecitazioni ambientali. Infatti, partner del progetto della Echelman è il gruppo Arup, che ha seguito l’ingegnerizzazione e realizzazione di questa scultura in fibra di vetro di circa 2000 mq chiamata “As If It Were Here”. La scultura è stata installata a circa 110 metri sopra la Rose Kennedy Greenway di Boston e si estende fino a 180 metri fra tre grattacieli. Commissionato dalla Rose Kennedy Greenway Conservancy, la scultura di Echelman per Boston ha un design originale ispirato alla trasformazione del lungomare della città in seguito al Big Dig, il progetto del “Grande Scavo” del tunnel sotterraneo della grande autostrada cittadina.
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ARCHITETTURA L’installazione temporanea è rimasta sulla Rose Kennedy Greenway di Boston da maggio a ottobre 2015, scelta all’interno del programma d’arte pubblica di Greenway Conservancy. La forma dell’installazione fa eco alla storia dello spazio urbano su cui si erge. I tre vuoti ricordano la “Tri-Mountain” che fu rasa al suolo nel XVIII secolo. Le bande colorate sono un cenno alle sei corsie che un tempo hanno travolto il quartiere, prima che il Big Dig permettesse di recuperare lo spazio per la vita pedonale urbana. La scultura è composta da corde tessute a mano che formano una rete interconnessa da oltre mezzo milione di nodi. Quando uno qualsiasi dei suoi elementi si muove, ogni altro elemento ne viene influenzato. Appare un drappo monumentale in scala e forza, ma delicato come il pizzo, che reagisce fluidamente al vento e al tempo sempre mutevoli. Le sue fibre sono 15 volte più resistenti dell’acciaio ma incredibilmente leggere, rendendo la scultura in grado di adattarsi direttamente a tre grattacieli come un morbido drappeggio su un’architettura dai contorni netti.
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L’opera d’arte incorpora elementi di luce dinamica interagiscono al variare del vento grazie ad un sistema embededd che secondo il movimento e la tensione delle fibre produce la variabilità cromatica della luce proiettata sulla superficie della scultura. Il tessuto è realizzato con polietilene ad altissimo peso molecolare e fibre di poliestere intrecciato ad alta tenacità con illuminazione a LED colorata. Si è trattato di un lavoro di una squadra multisciplinare in cui Arup ha lavorato a stretto contatto con Studio Echelman, Autodesk e Shawmut Design and Construction per concretizzare la visione dell’artista di ricollegare la città sulla Greenway. Il ruolo principale di Arup è stato di progettare il disegno geometrico e strutturale per la rete di cavi precompressi che supporta e forma parte integrante della scultura. Gli ingegneri di Arup hanno sviluppato un software dedicato che implementa un algoritmo “adaptive form-finding” per ottimizzare la geometria e la struttura della scultura. La ricerca del modulo faceva parte di un flusso di lavoro digitale com
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ARCHITETTURA
“As If It Were Already Here” in Boston 2015, by Studio Echelman Photo by Melissa Henry
plessivo, dal concept alla fabbricazione. L’architettura, in quanto simbolo concreto del proprio tempo, si trova sempre di fronte alla responsabilità di rispondere ai bisogni emergenti, contestualmente a tecnologie e programmi in continua evoluzione. In epoca contemporanea il prepotente sviluppo del digitale all’interno dell’ambito progettuale ci consente di progettare organismi abitabili capaci di sviluppare funzioni e di integrare i processi del mondo naturale che in precedenza si svolgevano a distanza in altri punti del territorio circostante. Ogni nuova produzione urbana o architettonica ha bisogno di evolvere nella sua materialità e reinterpretare le tecniche di costruzione dei secoli passati, fondate sulla trasformazione di materiali disponibili localmente. E’ il momento di sviluppare una maggiore interazione tra discipline e tecnologie, all’interno di una visione che abbraccia diversi campi di ricerca. In questo contesto, appare necessario generare una conoscenza complessa legata a una lettura a più livelli di realtà che sono state tradizionalmente considerate come separate, come l’interazione fra energia, natura, mobilità urbana, abitazioni, sistemi di produzione, svi-
luppo di software, reti di informazione ecc. Ciò apre la possibilità di generare nuovi prototipi, capaci di interagire con ambienti complessi e mutevoli, come quelli anzi descritti.
Katia Gasparini Architetto e Ph.D in tecnologia dell’architettura, è professore a contratto all’Università IUAV di Venezia, Accademia di Belle Arti di Verona, IED, IAAD. Esperta di nuovi materiali e tecnologie per l’architettura e il design; l’attività di ricerca si sviluppa nell’ambito delle superfici adattive e cinetiche, smart materials per la valorizzazione dei beni culturali. Svolge attività professionale in ambito pubblico e privato, nella progettazione, riqualificazione e piani del colore. Vincitrice di borse di ricerca e didattica, ha svolto attività di docenza e ricerca in ambito internazionale. Autrice di oltre 115 pubblicazioni a diffusione nazionale e internazionale.
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