Kitesoul Magazine N°1 Ago-Set Edizione Italiana

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Il Kite Magazine N째1 in Italia

S E L I P I T R NAL N T E EV ENYU TIO V VITA IN

Trip MAUI "IL" VIAGGIO ITW Kevin Langeree ITW TATIANA HOWARD

Tecnica wave Top Turn Spot Guide Nel Nord estrem0 di Fuerte (Ventura)


T r u e

k i T e b o a r d i n g

Free your ride T he

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r e b e l

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Pic_Darrel Wong


Direttore Responsabile Roberta Pala roberta.pala@kitesoul.com Redattore tecnico wave Mitu Monteiro Redattore tecnico freestyle Alberto Rondina Tecnica Renato Casati Photo & Video Maurizio Cinti Grafica Giuseppe Esposito

AGOSTO - SETTEMBRE 2014 BIMESTRALE

Testi Renato Casati, Francesco Contini, Sensi Graves, Matthias Lancsàr, Riccardo Andrea Leccese, Francesco Maffei, Greta Menardo, Mitu Monteiro, Sergio Murgia, Alberto Rondina, Federico Sugoni, Andrea Vicari, Cristiano Vicari, Brian Wheeler

ROBERTA PALA Direttore responsabile

Immagini Nate Appel, Bianca Asher, Torrin Bright, Toby Bromwich, Gilles Calvet, Simon Crowther, Quincy Dein, Jimmie Hepp, Mike Hitelman, Tatiana Howard, Kanoe Blue Photo, Jason Lombard, Francesco Maffei, Maui Raw Photography, Maui Ultra Fins, Graeme Murray, Gabriele Pisu, Jaanus Ree, Ydwer Van der Heide, Vittorio Vicari, Jason Walcott, Stephen Whitesell Cover: Rider Tom Court - Photo Toby Bromwich Editore e pubblicità VISU Media Via Cavour, 20 24030 Ambivere (BG) Amministratore Unico Federico Sugoni fs@kitesoul.com Registrazione Tribunale di Bergamo n°10/2014 del 15/04/2014. Periodicità bimestrale Copyright Kitesoul Magazine La VISU Media è titolare esclusiva della testata Kitesoul Magazine e di tutti i diritti di pubblicazione e diffusione in Italia. L’utilizzo da parte di terzi di testi, fotografie e disegni, anche parziale, è vietato. L’Editore si dichiara pienamente disponibile a valutare - e se del caso regolare le eventuali spettanze di terzi per la pubblicazione di immagini di cui non sia stato eventualmente possibile reperire la fonte. Informativa e Consenso in materia di trattamento dei dati personali (Codice Privacy d.lgs. 196/03). Nel vigore del D.Lgs 196/03 il Titolare del trattamento dei dati personali, ex art. 28 D.Lgs. 196/03, è VISU Media, con sede legale in Ambivere (BG), via Cavour, 20. La stessa La informa che i Suoi dati, eventualmente da Lei trasmessi alla VISU Media, verranno raccolti, trattati e conservati nel rispetto del decreto legislativo ora enunciato anche per attività connesse all’azienda. La lettura della presente informativa deve intendersi quale presa visione dell’Informativa ex art. 13 D.Lgs. 196/03 e l’invio dei Suoi dati personali alla VISU Media varrà quale consenso espresso al trattamento dei dati personali secondo quanto sopra specificato. L’invio di materiale (testi, fotografie, disegni, etc.) alla VISU Media deve intendersi quale espressa autorizzazione alla loro libera utilizzazione da parte di VISU Media per qualsiasi fine e a titolo gratuito, e comunque, a titolo di esempio, alla pubblicazione gratuita su qualsiasi supporto cartaceo e non, su qualsiasi pubblicazione (anche non della VISU Media), in qualsiasi canale di vendita e Paese del mondo.

RENATO “DR. KITE” CASATI Direttore tecnico

Fotografo sportivo dal 1997. Kitesurfer dal 2001, negli ultimi 15 anni responsabile delle principali testate di kitesurf. Spirito libero, ha mollato tutto per una vita a contatto della Natura e dello sport. Vive a Capo Mannu, in Sardegna, l’onda più bella del Mediterraneo…

Wave team rider RRD. Kitesurfer dal 2000, è stato giudice ed atleta PKRA e KPWT. Ha scritto continuativamente per diverse riviste di settore negli ultimi 12 anni.Vive fra lago di Como e Sardegna, ma sverna fra le onde Capoverdiane.

MAURIZIO CINTI Videomaker Appassionato di cinema e fotografia. Skater, Snowboarder e Wakeboarder, appena ha conosciuto il kitesurf, tutto il resto è diventato un ricordo, inizia con il freestyle,ma ora ama le onde grandi e potenti. La ricerca dello swell perfetto è la sua passione


FEDERICO SUGONI Editore

MITU MONTEIRO Redattore tecninco wave

Manager d’Azienda ed Imprenditore, si appassiona al surf da giovanissimo, ma scopre l’amore per il Kitesurf da grande durante un viaggio alle Hawaii. Il kite è la sua più grande passione dopo sua figlia. Nel 2014 fonda Kitesoul Magazine.

Capoverdiano di Sal, Rider Ufficiale F-One, Manera. Campione Mondiale wave KPWT nel 2008 e tre volte Vice Campione Mondiale. Inizia giovanissimo con il Surf e con il Windsurf, dopo poco scopre il Kitesurf e diventa amore puro.

ALBERTO RONDINA Redattore tecnico freestyle È il miglior esponente del Kite Italiano nel mondo delle competizioni, Rider Ufficiale per Cabrinha Kites, Neil Pryde e GoPro. Quattro volte Campione Italiano, Campione Europeo 2010 e terzo classificato nel Campionato Mondiale PKRA 2012.

GIUSEPPE ESPOSITO Direttore creativo Kiter sin da piccolo, rider per RRD Italia, studia Design della Comunciazione a Milano. Con questo incarico ha potuto finalmente unire le sue due passioni: il kite ed il design.

KITESOUL MAGAZINE fatto da kiters per kiters


Rider: Kai Lenny Foto: Quincy Dein


EDITORIALE “Se puoi sognarlo, puoi farlo” Walt Disney. È così che è nato KiteSoul Magazine, da un sogno di un uomo, il nostro editore Federico Sugoni, che ha voluto unire cultura, passione, anima e kiteboarding, in un progetto editoriale ambizioso. È stato lui a cercarmi per coinvolgermi in questo sogno ad occhi aperti, così insieme, giorno dopo giorno, abbiamo trovato nuovi Soul Riders, persone speciali, che potessero finalmente unire le loro competenze lavorative con la passione per il kitesurf. Non si era mai vista un’intera redazione di kiters, editore, direttore, art director, videomaker, traduttore, responsabile tecnico e soprattutto due tra i più grandi campioni del kite mondiale, Mitu Monteiro ed Aberto Rondina, tutti uniti da un sogno comune, quello di poter condividere ciò che brucia nel profondo della propria anima con gli altri Soul Riders del pianeta… In poco tempo il progetto è cresciuto molto, dopo un numero 0 “Beta version”, Kitesoul Magazine con questo primo numero si spinge fuori dai confini Italiani grazie alla sua edizione in inglese, oltre 100 pagine di pura passione, eventi, viaggi da sogno, spot guides, rubriche tecniche, articoli con consigli pratici, test ed interviste esclusive ai grandi nomi del kite mondiale. Ogni giorno potrete trovare molto altro sul nostro sito www.kitesoul.com, come le prove dei materiali, con tutte le novità del mercato, testate per voi, costantemente aggiornate, una sezione video da urlo e una vasta serie di articoli che andranno ad aggiungersi a quelli presenti nel magazine, sempre aggiornati e nel vivo dell’azione. Il mondo Kitesoul è tutto digitale, un portale web, i nostri attivissimi canali social e l’edizione online sfogliabile del nostro magazine, una rivista dal grande valore che per ora, fino a quando ci sosterrete e ci aiuterete a crescere con il passaparola, resterà gratuita… perché dietro ad ogni sogno c’è anche un pizzico di follia, non credete? Kitesoul, un sogno diventato realtà.

Roberta Pala


SOMMARIO Eventi Wakestyle World Championships: The Venyu Triple-S Invitational

Trip

Portfolio

Maui “IL” Viaggio

Eventi

News

IKA-PKRA FREESTYLE JUNIOR WORLD CHAMPIONSHIP Camping la Ballena Alegre, Spain

ITW Tatiana Howard essere una water woman…

Eventi PKRA Soma Bay Egitto


SOMMARIO Spot Guide

Freestyle Moves

Nell’estremo Nord di Fuerte (Ventura)

Alby Flat 3

Tecnica Wave Top Turn

ITW

Tech

Kevin Langeree

Guida alla scelta della tavola direzionale

ITW Sandro Pisu

Trip

Salute e fitness

NZ Photoshoot

Alimentazione nel kitesurf


10 PORTFOLIO Tom Court

PORTFOLIO RIDER: Tom Court FOTO: Toby Bromwich


“Tom Court si è così divertito durante il Venyu Triple-S Invitational, che ha deciso di rimanere ancora qualche giorno nei dintorni di Cape Hatteras, nel Nord Carolina, per continuare a navigare sul Real Slider Park dopo la chiusura dell’evento”


12 PORTFOLIO Mitu Monteiro

PORTFOLIO RIDER: Mitu Monteiro FOTO: Gilles Calvet



14 NOVITÀ One Hour Classic

ONE HOUR KITEBOARDING King of Garda Lake 2014 Sarà lo scenario magico di Malcesine sul Lago di Garda dal 22 al 24 Agosto, la cornice della terza

di tavola (dai twintip ai foilboards) e categoria di genere e età, rendendo popolare ed alla porta-

edizione di “One Hour Kiteboarding”, l’evento dell’anno dedicato al Kitesurf e tutti i suoi aspetti. Un successo fin dalla prima edizione, grazie ad un open format vincente che porta a gareggiare contemporaneamente ogni tipo

ta di tutti, un evento di livello internazionale. Le regole sono molto semplici: due boe al traverso con una terza di leggera bolina per evitare incroci pericolosi, partenza di gruppo ed un’ora di tempo per completare più volte possibile il

percorso. Chi sarà quindi “The King of Garda Lake 2014”? Ma soprattutto riuscirà a battere il record di 14 giri realizzato lo scorso anno da Alessandro di Benedetto? Ricco montepremi in denaro per i primi classificati e premi tecnici forniti dagli sponsors per tutte le categorie. Il numero dei partecipanti è già raddoppiato dalla prima alla seconda edizione portando più di 70 partecipanti lo scorso anno sulla linea di partenza a dar vita ad un momento semplicemente indimenticabile. Ci piacerebbe essere più di 100 quest’anno! Per info: www.onehourkiteboarding.com

Questi i record da battere: Race King – Di Benedetto Alessandro – Uomini – 14 giri – 1h01’38” – 2013 Twintip King TT – Mascher Manuel – Uomini – 13 giri - 1h04’05” – 2012 Twintip Prince TT – Liviero Nicola – junior – 11 giri – 1h01’21” - 2012 Race Prince – Calbucci Mario – junior – 13 giri – 1h02’20” - 2013 Race – Raschi Chiara – junior – 10 giri – 1h04’20” - 2013 Twintip – Arletti Caterina – donne – 6 giri – 1h03’10” - 2012



Calendario CKI - FIV Freestyle 5/7 Settembre - Porto Botte - ASD Kitesardegna Open Maschile Femminile Juniores Wave Trials wave costa est e costa ovest, termine preiscrizione 4 Settembre. 13 settembre/31 ottobre waiting period. 1 Ottobre/10 Dicembre – Sardegna - Chia Wind Club Campionato Nazionale Wave Race 22/23 Agosto – Malcesine - KSNavene/Fraglia International Speed record One Hour Oper 19/21 Settembre – CN Oristano Formula Race Assoluto 1/2 Novembre - CV Scirocco - Assoluto Slalom

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Here in KiteLoose we strongly believe that evolution is only when it brings a real benefit that everyone can use easily, without technical difficulties. That's why our R&D spend all the energy every day to study innovations consistent, which serve to increase your fun and your action performance. RAW is the result of continuous innovation that we have brought into the kitesurfing world over 10 years. The result is expressed in only three words: RAW FLIES BETTER.

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18 EVENTI Venyu Triple-S Invitational

W O RL D ’ S MO ST PRESTIG I

TH E VENYU T RIPL E

A PINNAC L E O

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Sam Medysky sul “Best Seat in the House” wallride.


foto: Mike Hitelman/Venyu Triple-S Invitational

OU S WA K E S TY L E EVENT:

E -S I NV I TA T I ONA L

OF THE S P O R T

Testo: Sensi Graves e Brian Wheeler Foto: Toby Bromwich, Mike Hitelman, Jason Lombard, Nate Appel


20 EVENTI Venyu Triple-S Invitational

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Dopo aver concluso al terzo posto nella Slider Division, Chad Worrall ha dimostrato tutto il suo stile in una session wakeboard al tramonto.


Il vento soffia a 20 mph e 20 piloti sono in Slick a Capo Hatteras, North Carolina. Siamo in uno spettacolare park, con cinque strutture, abbiamo venti minuti di heat… Sono totalmente concentrata, allineando il kicker di fronte a me, e allo stesso tempo evitando il flusso continuo degli altri kiteboarder che sfrecciano da ogni parte, cercando di fare la stessa cosa…

foto: Mike Hitelman/Venyu Triple-S Invitational

È questo il Venyu Triple S Invitational 2014 e lo scopo del gioco è di


22 EVENTI Venyu Triple-S Invitational

ottenere due punteggi pieni su ciascun blocco, 2 kickers, il famoso slider Jhon Waine, il roof North e il Liquid Force hot dog rail. La parte dedicata agli slider è forse la più emozionante della manifestazione, quella per cui è conosciuto il Triple S Invitational in tutto il mondo. Rider del calibro di Brandon Scheid, Sam Light, Colleen Carroll, Eric Reinstra e Aaron Hadlow, s’incontrano e scontrano per una settima


foto: Mike Hitelman/Venyu Triple-S Invitational

Alex Fox va davvero “grosso� sul Best kicker.

*


24 EVENTI Venyu Triple-S Invitational

*

Eric Rienstra, potente, sul KOA kicker.


foto: Nate Appel/Venyu Triple-S Invitational

na nelle lunghe giornate di gara, dimostrando a tutti il frutto degli allenamenti dell’anno e lottando per il montepremi di 40.000 dollari! Ăˆ un evento come nessun altro con sette giorni di feste, session e un format collaborativo che incoraggia la progressione, il lavoro in team, e la promozione del nostro sport!


foto: Mike Hitelman/Venyu Triple-S Invitational

26 EVENTI Venyu Triple-S Invitational

*

Paula Rosales modella per Sensi Graves nel 4° “Sunset Swim Charity Runway Event”, atlete riunite per il cancro. COMBINATA DONNE: 1. Colleen Carroll 2. Victoria Soloveykina 3. Hope Levin

COMBINATA UOMINI: 1. Sam Light 2. Brandon Scheid 3. Aaron Hadlow

SURF UOMINI: 1. Aaron Hadlow 2. Sam Light 3. Tom Court SLICKS UOMINI: 1. Aaron Hadlow 2. Brandon Scheid 3. Rick Jensen SLIDERS UOMINI: 1. Sam Light 2. Brandon Scheid 3. Chad Worrall


201 4 VENY U TR IPL E- S I NVI TATI O NAL R I S U L TATI

SURF DONNE: 1. Victoria Soloveykina 2. Hope Levin 3. Colleen Carroll SLICKS DONNE: 1. Colleen Carroll 2. Victoria Soloveykina 3. Hope Levin SLIDERS DONNE: 1. Colleen Carroll 2. Claire Lutz 3. Sensi Graves

BEST SESSION: Aaron Hadlow ROOKIE DELL’ANNO: Tobias Holter BEST WIPEOUT: Mary Lacroix Samson SLICKSTYLE ATTITUDE: Brian Smit


28 EVENTI Venyu Triple-S Invitational

*

foto: Toby Bromwich

Dopo aver conquistato la prima posizione nel Venyu Triple-S Slider division, Aaron Hadlow in manovra nella luce di uno splendido tramonto.

Previsto dal 30 Maggio al 5 Giugno, non potete perdere l’evento 2015 del Venyu Triple-S Invitational. Sarà di sicuro un evento indimenticabile! Il prossimo anno si festeggeranno I dieci anni della manifestazione. Per più informazioni, incluso i dettagli per la modalità di consegna dei video per la Wildcard Video e scoprire gli invitati 2015, visitate www.TripleSinvitational.com.



30 EVENTI IKA - PKRA freestyle junior

IKA-PKRA FREESTYLE JUNIO

Camping la Balle

PKRA Junior in Spagna, una settimana in cui i giovanissimi rider, dagli under 12 fino ai sedicenni, si sono affrontati nelle acque della Costa Brava per un mondiale Juniores al quale hanno partecipato cinque atleti italiani, dall’unica rappresentante femminile, Greta Menardo, arriva il podio per l’Italia con la terza posizione nella classifica 13-16 anni. Per i ragazzi, i fortissi-

mi Vicari Brothers, Cristiano e Andrea, hanno realizzato delle heat meravigliose, fermandosi solo a un passo dal podio, grande rimonta di Cristiano, e Andrea che si arrende solo al fortissimo Bridge. Due i ragazzi che hanno affrontato la loro prima gara importante, l’altoatesino Matthias Lancsàr, e il sardo Francesco Contini. Per tutti una bellissima esperienza, chi ha cap-


OR WORLD CHAMPIONSHIP

ena Alegre, Spain

ito come muoversi nelle gare, chi ha affinato i trick rendendoli più solidi, di sicuro si sono create nuove amicizie e possibilità di confronto per queste giovani promesse del freestyle italiano. Abbiamo chiesto a ciascuno di loro di raccontarci qualcosa della loro esperienza, queste le loro parole… TESTO: Greta Menardo, Andrea e Cristiano Vicari, Francesco Contini, Matthias Lancsàr e Roberta Pala FOTO: Toby Bromwich/PKRA e Vittorio Vicari


32 EVENTI IKA - PKRA freestyle junior

Greta Menardo

È difficile riassumere in poche righe le emozioni di questo evento. Sono arrivata a San Pere sabato mattina, dopo una notte passata in macchina, mi è toccato scendere subito in acqua per la mia heat. Mi sono accorta subito che qualcosa non andava, la mia avversaria si è dimostrata molto brava e ho perso malamente. Immaginate la mia delusione: non avevo fatto neanche in tempo ad arrivare e già ero fuori dai giochi! Fortunatamente, la tristezza è presto sparita, ci hanno pensato i miei amici a distrarmi, la cerimonia di apertura è stata divertente ed emozionante, noi italiani abbiamo sfilato con

la maglietta fornitaci dalla FIV, e devo dire che la cosa mi è piaciuta molto! Il giorno successivo è trascorso senza particolari emozioni, il vento era poco e ne ho approfittato per riposarmi e concentrarmi per le double. Lunedì, finalmente, tutto era pronto, vento teso, campo di regata impegnativo, avversarie agguerrite. La prima heat è andata bene, contro le due ragazze che avevano perso come me la prima single. Ho sentito subito che tutto girava nel modo giusto, e che poteva essere una buona giornata. La seconda heat è stata la migliore, contro una mia buona amica con la


SINGLE ELIMINATION

quale mi ero già scontrata tre anni fa all’Europeo Juniores. Alla fine sono riuscita a spuntarla, ero davvero felice! La terza heat mi vedeva contro l’avversaria che mi aveva battuto il primo giorno, purtroppo la mancanza di allenamento e la stanchezza si sono fatte sentire (tre heat in meno di un’ora sono davvero una faticaccia), ma ho dato tutto quello che avevo e alla fine ho perso per pochissimo. Alla fine però ero davvero soddisfatta per la mia gara, è fantastico come si possa passare dalla tristezza alla gioia in così poco tempo! Gli ultimi giorni sono stati bellissimi,

tra gli stage organizzati dal PKRA, le risate con vecchi e nuovi amici e il tifo per gli atleti italiani ancora in gara. È stata un’esperienza molto bella, è sempre entusiasmante respirare l’atmosfera delle gare internazionali, mi ha colpito la simpatia e la professionalità degli organizzatori, pronti a scherzare con noi ragazzi fuori dalla gara, ma estremamente seri e concentrati durante la competizione e gli stage. L’ultima cosa che vorrei dire a tutti i ragazzi che amano il kite di partecipare a eventi come questo senza paura. In ogni caso sarà un’esperienza indimenticabile!


34 EVENTI IKA - PKRA freestyle junior

ANDREA VICARI

PKRA Junior, che bella esperienza! È stato fantastico gareggiare con atleti juniores che vengono da tutti i paesi del mondo, ma ancora piu fantastico sono stati i miei risultati! A dire il vero non mi aspettavo andasse cosi bene. Avevo battuto atleti fortissimi provenienti da diversi paesi come Russia, Giappone, Spagna, Mauritius, fermandomi solo contro il campione mondiale in carica! A questo punto sapevo che dovevo dare il massimo nelle double… Le condizioni non erano favorevoli per persone che provengono da home

spot con acqua piatta o lago, infatti c’era almeno un metro e mezzo di onda! Fortunatamente io ero avvantaggiato, perché mi alleno anche d’inverno nel mio home spot, dove molto spesso fa onda. Nella prima heat mi trovo contro un atleta Giapponese molto potente, faccio la mia heat e vinco… ma ora arriva il peggio… mi trovo contro un atleta Mauriziano che temevo, ma anche lui aveva paura del mio riding. Parte la heat, sembrava copia ed incolla… io facevo una manovra e lui la copiava, sapevo che dovevo fare


qualcosa di grande… faccio un Blind Judge 3 a tre metri di altezza, chiuso perfetto, subito dopo faccio un KGB anche quest’ultimo atterrato pulitissimo! E passo anche questa heat! Ora mi trovo contro un atleta Spagnolo, che tra l’altro sta anche sulla lycra dell’evento! Con la stessa lucidità mentale, passo anche questa heat! Mi trovo al quinto posto! Non ci posso ancora credere! Ora sto contro il quarto, ovvero Bridge!… il vento era calato e lui pesa molto meno di me, faccio la mia heat, quando suona la tromba, per dire che

la heat è finita, non avevo dubbi che fossi passato, anche perché non ero per niente preoccupato come ero con i primi tre… Poi arriva il verdetto “ Bridge advances”.. sono andato a chiedere ai giudici la lista mia dei trick e guarda un po’… non ne hanno visti alcuni… sono contento comunque del mio risultato, anche perché nelle double bisogna essere forti e resistenti perché le heat sono consecutive se vinci! Torno con un grande bagaglio culturale e ho conosciuto tantissime persone nuove…


36 EVENTI IKA - PKRA freestyle junior

cristiano vicari La mia settimana nel camping La Ballena Alegre è stata fantastica, è stato molto divertente solo a stare insieme agli altri rider di cui molti li conoscevo solo grazie a Youtube o Vimeo. Finchè il vento si alzava, il nostro divertimento quotidiano era essere tirati da una corda lunghissima formata da 7 o 8 leash oppure smanovrare trick in spiaggia. Appena si alzava il vento si sentiva la tromba dei giudici mentre comunicavano che la gara sarebbe iniziata dopo 15 minuti, correndo in fretta e furia per montare i kite, mettersi la muta oppu-

re preparare le tavole. Giunti alla Heat, riesco ad atterrare la maggior parte dei miei trick in tutte le heat. Nelle single ho passato un paio di heat e mi sono fermato contro uno Spagnolo, ma mi sono potuto rifare nelle double fermandomi ad un posto dal podio! Adrenalina al massimo durante le prime heat, ma grazie all’esperienza di ogni singola heat, capisco che è importantissimo restari calmi ed avere sangue freddo. Un’esperienza unica!


classifiche Boys Under 12

1 Mahmud (EG) – 2 Mir (ES) – 3 Peiro (ES)

Boys 12-14

1 Bridge (ES) – 2 Tio (NO) – 3 Mur Peirs (ES)

Boys 14-16

1 Font (ES) – 2 Zurik (PL) – 3 Issel (PL)

Girl Under 13

1 Leon (ES) – 2 Font (ES) –3 Reding (ES)

Girl 13-16

1 Klabbers (NL) – 2 Ademi (FR) – 3 Menardo (IT)


38 EVENTI IKA - PKRA freestyle junior

MATTHIAS LANCSÀR

Ho iniziato a fare kite tre anni fa, anche perché ci sono tre kiters in famiglia, mamma, papà e mio fratello. Essendo di Appiano, in provincia di Bolzano, le mie uscite si sono soprattutto sempre svolte al Garda. Quest’anno ho avuto un’opportunità molto speciale… Il Novembre scorso ho conosciuto a Marsala, i genitori di Noé Font, il campione del mondo juniores, e mi hanno raccontato della tappa PKRA 2014 in Spagna, così mi hanno invitato a casa loro, a San Père Pescador. Ho avuto la possibilità di allenarmi con tutta la squadra spagnola e vivere con loro, prima della gara del PKRA Juniores. Era

un’occasione che non potevo perdere! Avevo promesso ai miei genitori che sarei andato bene a scuola, e così è stato, il giorno dopo la fine della scuola, il 14 Giugno, sono partito da solo da Venezia, diretto a Barcellona, il primo viaggio senza la famiglia, una sfida! Gli spagnoli sono davvero accoglienti, e mi sono subito trovato benissimo. Abitando a soli 400 metri dalla spiaggia, era molto facile raggiungere il campo di allenamento, in due settimane avevo l’opportunità di abituarmi alle condizioni del vento e del mare. Di solito, per fare kite, ci metto un’ora e mezza a raggiungere lo spot al Garda! La vita


di questi ragazzi è totalmente diversa dalla mia, frequentano una scuola via internet e si allenano tutto l’anno nei posti più belli e ventosi del mondo, grazie al supporto degli sponsor. Dopo due settimane di allenamento, tra kite e wakeboard, eravamo pronti per il campionato. Partecipanti di tutto il mondo, ho conosciuto tanti ragazzi e ragazze e ci siamo divertiti! Il vento non è mai stato al top, ma le condizioni erano sufficienti per fare la gara. Ho fatto del mio meglio, un po’ di fortuna e un po’ di sfortuna, ho concluso al 13esimo posto, e sono molto fiero di me, era la mia prima esperienza, ho

fatto bellissime amicizie e ho conosciuto il vero mondo del kite professionale. Spero di poter andare avanti, sempre con l’aiuto dei miei genitori, perché il kite è la mia unica e grande passione. Il mio traguardo è di riuscire ad ottenere, magari, uno sponsor, che veda in me la persona giusta per il suo brand, uno che mi dia la possibilità di allenarmi, con cui anch’io mi possa identificare, trasmettendo il mio entusiasmo ad altri ragazzi. Intanto mi diverto, mi alleno, mi motivo…


40 EVENTI IKA - PKRA freestyle junior

FRANCESCO CONTINI

Quando meno di due anni fa ho fatto il mio primo bordo e la mia prima planata, non avrei mai immaginato di avere la fortuna di fare questa bellissima esperienza al PKRA junior. Da alcuni mesi il mio Padrino, Pietro Sechi, mi diceva che voleva portarmi a questo evento per fare esperienza e capire come funziona un evento di questo tipo. Siamo partiti la mattina del 24 Giugno per imbarcarci da Porto Torres in direzione di Barcellona, sbarcati, ci siamo messi in auto, e dopo quasi due ore siamo arrivati a Sant Pere de Pescador. Dopo

aver visitato il villaggio e lo spot, un po’ di vento per allenarmi e conoscere lo spot e il giorno dopo già iniziava la gara. Inizia l’evento con il mio primo skipper meeting con tutte cose che non conoscevo. Primo giorno e subito gare! La mia prima heat è stata buona, anche se la mia poca esperienza mi ha fatto entrare nel campo di gara alcune heat prima con il richiamo dei giudici. Comunque ho passato bene il turno e sono arrivato agli ottavi. Purtroppo la poca esperienza si paga, e non avendo capito quando fosse il mio turno suc-


DOUBLE ELIMINATION

cessivo, il mio avversario passa la heat senza la mia presenza in acqua. Il giorno seguente non ha fatto vento, e il giorno dopo si svolgevano le doubles. Entro in acqua per la double eseguendo la mia miglior heat con buone manovre, ma purtroppo non è bastato per passare il turno. Sinceramente ho capito che uscire in kite con gli amici non ti fa capire come si svolge una gara, e soprattutto che è importantissimo confrontarsi con i ragazzi della mia età e di tutto il mondo. In Spagna ho visto cosa devo migliorare, la sequen-

za delle heat, dei tricks, i tempi e cosa vogliono i giudici nella difficoltà delle manovre. In quei giorni ho visto il livello mondiale e dove potrei arrivare. Ora il mio obiettivo è quello di allenarmi, per raggiungere un risultato migliore l’anno prossimo. Ringrazio tanto il mio Padrino per tutto l’aiuto e la pazienza, i miei genitori, Arribaribba kiteboarding per il supporto e tutti gli altri sponsor che mi hanno aiutato ad affrontare il viaggio per la questa gara, Play wacht, Maresia, Capomannu production.


42 EVENTI PKRA EGITTO

CLASSIFICA MASCHILE 1-Tack 2-Whaley 3 –Neto 4-Da Silva CLASSIFICA FEMMINILE 1-Winkowska 2-Pulido 3-Lammerts 4-Kajiya TESTO: Courtesy PKRA FOTO: Toby Bromwich/pkra


PKRA SOMA BAY EGITTO Un posto paradisiaco tra Hurgada e Safaga, acqua piatta in un’immensa baia, una struttura di accoglienza a cinque stelle, l’Egitto ha ospitato alla grande la quarta tappa del PKRA. Christophe Tack è solidamente in testa al circuito, avendo collezionato tutte prime posizioni e un solo secondo piazzamento. Per le donne la battaglia sembra essere circoscritta tra due atlete, Karolina Winkowska e la pluricampionessa Gisela Pulido.


Trials super affollati per questa tappa egiziana. L’unico italiano a difendere i colori del nostro paese, Vincenzo Bigione, per lui i trials non sono fortunati, ma l’esperienza è stata di sicuro grandiosa. Grandi nomi nelle qualifiche, anche il giovane campione Tom Bridge non riesce ad entrare nell’evento principale. La single elimination inizia con gli uomini con la 11 mq, per poi terminare con le heat maschili che si disputano con la 7 mq, e quelle femminili con la 5mq! Nel tabellone maschile, onore a Liam Whaley, reduce da un infortunio, che affronta con potenza le sue heat. Nel tabellone femminile della single, la sorpresa è la rookie Annelous Lammerts, che tiene testa a mostri sacri come Bruna Kajiya e Karolina Winkowska, dimostrando di essere in grado di stare sullo stesso livello delle migliori! Come ormai ci hanno abituato, la heat finale della single è tra Karolina e Gisela, con la vittoria della prima con un margine di circa quattro punti. Nel tabellone maschile, i rider brasiliani sono scatenati, Carlos Mario guadagna la quarta posizione, Eudazio da Silva la terza piazza e Alexander Neto battaglia con il leader di classifica Christophe Tack. Entrambi i rider, potentissimi, fanno vedere massicci Slim 540, Crow Mobe 540, Front Blind Mobe, difficile il giudizio, ma Tack, con perfetto Backside 315 e KGB 540 che gli frutta un 8.4 dalla giuria, porta a casa la single! Le mattina delle doubles, il suono del vento che fischia tra le palme, fa presagire una grande giornata, alle 9:00 si misurano già 25 nodi di base, che arrivano fino a 43. I primi a testare il campo di gara, sono stati Michael Schitzhofer e Jerrie Van De Kop, le condizioni, fortunatamente, si sono stabilizzate sui 2530 nodi, permettendo agli uomini di gareggiare con i 7 mq, e alle donne con i 5-6 mq. Agguerrita la double femminile, ma ancora una volta è Annelous Lammerts a sorprendere, spodestando Bruna Kajiya dalla terza posizione e andando a lottare con Gisela Pulido per la seconda. Ancora una volta è Pulido-Winkowska la finalissima. Karolina, rider potentissima, mette una seria ipoteca alla vittoria, durante tutta la heat, e la suggella con un bel backmobe negli istanti finali. Terza vittoria per Karolina Winkowska, determinata alla conquista del titolo mondiale. Molto emozionante la double degli uomini, con forti


raffiche di vento a dare ancora più pepe alla competizione, con manovre veramente power, e crash ancora più spettacolari! In super giornata il giovanissimo Liam Whaley, partito dall’ultima posizione che risale tutto il tabellone, con nove heat vinte, fino a trovarsi alla battaglia per la prima posizione, con il leader Tack. Con i suoi Front Mobe Blind tra i più belli visti in gara, siamo sicuri che questo ragazzo abbia un futuro davvero luminoso davanti a sé. Cristophe Tack, ancora una volta, è “in giornata” e, anche se combattuta, si porta a casa la vittoria, con quattro punti di scarto su Whaley. Tre primi posti per lui dall’inizio dell’anno, un solo secondo, il giovane belga sembra avere tutta l’intenzione di sbaragliare gli avversari!


TESTO: Francesco Maffei FOTO:Francesco Maffei e Tatiana Howard 46 TRIP Maui

MAUI IL VIAGGIO

M A

“I L” V I A


Maui è uno di quei posti di cui ho sempre sentito parlare fin da quando iniziai a muovere i primi passi sul windsurf, perché qualsiasi kiter o windsurfista conosce la famosissima Ho’okipa Beach. Tutti gli amici con cui passavo le giornate in mare ne parlavano, in tutte le riviste vedevo le foto dei pro che surfavano Ho’okipa e tutti i video più belli erano girati ad Ho’okipa. Noi ne parlavamo sempre come se fosse solo uno di quei posti irraggiungibili, destinato a rimanere solo una fantasia nelle nostre menti.

AU I

AGGIO


48 TRIP Maui

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ebay

Quando all’inizio dello scorso anno, ho iniziato ad organizzare questo trip, quasi non mi sembrava possibile che da lì a pochi mesi mi sarei ritrovato immerso in quell’ambiente che fino a quel momento conoscevo solo attraverso articoli sulle riviste e video. Insieme al mio amico e mentore Pino Mencarelli, che già era stato a Maui altre volte, abbiamo cercato di organizzare il viaggio nel miglior modo possibile… Ragionando su quale fosse il periodo migliore, e cercando di conciliare il viaggio con l’università, decidemmo che Novembre sarebbe stato perfetto in quanto Autunno e Primavera sono le stagioni migliori per vento ed onde ed anche perché volevo partecipare alla tappa del KSP World Tour che si sarebbe svolta ad Ho’okipa in quel periodo. Una volta trovato il volo con le connes-

#HOOKIPA sioni migliori, prenotata la macchina e una camera in ostello grazie all’aiuto di Pino che già conosceva il posto, non dovevo far altro che preparare un paio di kite, tavole, costumi e partire per quello che si preannunciava come il viaggio di una vita. Dopo due scali e 26 ore complessive di viaggio, finalmente ero a Maui, non mi sembrava vero! Presi bagagli e tavole parto alla ricerca della macchina che il Manaloha Car Rent aveva preparato per me. Dopo una mini caccia al tesoro nel parcheggio dell’aeroporto, finalmente trovo il mio bolide, una vecchia berlina Toyota, ed esausto mi dirigo verso Paia per passare la notte in ostello. La nottata passa in fretta anche perché alle cinque del mattino sono già in piedi per


via del jetleg. Mentre faccio colazione incontro un altro ragazzo ospite dell’ostello che si sta preparando per una session mattutina e decido di aggregarmi, e dopo due minuti di macchina arriviamo ad Ho’okipa. Finalmente ero là, in quel posto magico che per anni avevo sognato di vedere, il cartello Ho’okipa Lookout, il parcheggio sterrato, la spiaggia bianca, le onde perfette e il mare azzurro, tutto era proprio come me l’ero immaginato. Parcheggiamo ed entriamo in acqua per svegliarci un po’. Dopo un paio d’ore passate tra Pavillions e Middles, rientriamo e ci dirigiamo al Mana Foods di Paia per rifocillarci. Purtroppo il pomeriggio il trade wind non si fa vivo e quindi ne approfitto per fare un giro per gli spot della North Shore. Il primo spot dove mi fermo è Lanes, la spiaggia per i kiter sottovento a Ho’okipa, per dare uno sguardo al famigerato reef su cui bisogna camminare per entrare in acqua. Dopo Lanes riparto in direzione Kahului, per andare a vedere Kanaha beach park e Kite Beach, punto di raduno per la maggior parte dei kiter e dei windsurfisti. Qua, infatti, le condizioni sono solitamente meno estreme rispetto ad Ho’okipa e Lanes, l’accesso è più semplice dato l’ampio parcheggio e l’enorme prato e le infrastrutture varie, lo rendono uno spot ideale per chi viaggia con la famiglia o per chi, oltre allo sport, è in cerca anche di un po’ di relax. Dopo un breve giro per Kaului alla ricerca di un supermarket per fare un po’ di rifornimento per i giorni successivi e una breve session pomeridiana a


Ho’okipa, il jet leg inizia a farsi sentire e mi dirigo nuovamente in ostello per una lunga dormita. Il mattino seguente decido di controllare le previsioni e vedo che, purtroppo, per i tre giorni a seguire non ci sarà vento ma solo una piccola swell da nord quindi decido di dedicare i tre giorni successivi alla scoperta dell’isola e al riposo per cercare di abituarmi alle undici ore di fuso orario. Dopo aver chiesto consiglio ai proprietari dell’ostello e dopo un’oretta di surf ad Ho’okipa, decido di andare a vedere le famose Twin Falls a pochi chilometri da Paia. Le Twin Falls sono all’interno di un’area protetta, dove si può ammirare tutta la fantastica varietà della vegetazione hawaiiana, lungo il sentiero che porta alle cascate. Il giorno successivo decido di andare a vedere la famosa Honolua Bay, uno dei miglior surf spot di Maui. Una volta attraversata l’isola e arrivato a Lahaina, si nota subito la grande differenza tra North Shore, più incontaminata e selvaggia, e South Shore, dove si trova la maggior parte degli alberghi e resorts di Maui. Infatti, la South Shore è la zona prediletta dai turisti alla ricerca del relax e del confort. Qua l’oceano è calmo per la maggior parte dell’anno fatta eccezione per le rare south swell invernali e per la stagione estiva, quando le mareggiate sono generalmente da sud. Guidando verso ovest in direzione di Honolua Bay si rimane stupiti dal numero di alberghi e surf school concentrati in questo piccolo tratto di costa. La differenza con la North Shore è veramente molta! Nonostante ciò, avvicinandosi a Honolua Bay, agli alberghi si sostituiscono ville e residence immersi nel verde della foresta e la costa torna a essere piena di piccole baie e spiagge isolate…

Honolua Bay ha un paesaggio incredibile, ma soprattutto delle lunghe destre che rompono sul reef proprio sotto il parcheggio. Dopo meno di un minuto sono già in acqua, le onde non sono perfette, ma comunque molto divertenti. Aspettando tra una serie e l’altra si possono ammirare i coralli sul fondale e tutta la bellezza della costa e del paesaggio. Onda dopo onda passa il pomeriggio e dopo un incontro ravvicinato tra la mia schiena e il reef dell’inside, decido che forse è ora


di tornare verso Paia per un po’ di sano riposo. Finalmente le previsioni iniziano a essere promettenti per i giorni a seguire e non vedo l’ora di entrare in acqua! Il giorno successivo il vento inizia a farsi vivo e decido di andare subito a Lanes. Insieme al vento anche la swell inizia ad arrivare,già le serie più grosse sono oltre i due metri. Purtroppo però il vento è troppo leggero e instabile per Lanes poiché la spiaggia è molto piccola e, nel caso il vento cali, non c’è altro

posto per rientrare sottovento se non sulla scogliera di Mama’s Fish House! Quindi decido che forse è meglio andare Kanaha, dove, di solito, il vento è sempre leggermente più forte e anche nel caso cali drasticamente si può comunque rientrare sulla lunga spiaggia sottovento senza rischi. Appena arrivato, vedo che purtroppo le onde sono più piccole rispetto a Lanes e Hookipa, perchè i reef di Kanaha sono meno esposti rispetto agli altri due spot. Poco male, il vento è forte abbastanza ed io


52 TRIP Maui

#RULES

#HALEAKALA non vedo l’ora di entrare in acqua dopo i tre giorni passati da turista. Il bello di Kanaha è che, essendo uno spot molto facile, e adatto a tutti i kiters, in acqua s’incontra gente di tutti i tipi e di tutte le età, dai beginners ai pensionati che

si surfano le onde dei reef in completo relax. Dopo un paio d’ore, purtroppo il vento cala e felice della mia prima session in kite a Maui, mi dirigo verso Second Wind per iscrivermi alla tappa del KSP e per il party d’apertura dell’evento. Mi sono trovato immerso in quell’am-


biente che fino ad allora mi era sempre sembrato surreale ed irraggiungibile. Incontro Matchu che già avevo conosciuto in Italia e lui mi presenta Airton, Paulino, Mitu, Djo e tutti gli altri. Incontro anche Enrico Giordano e Yuri D’Ottavi, anche loro a Maui per la tappa del KSP, andiamo a iscriverci e dopo di che

si continua con il party. Incontro anche il mitico Top Hat, venuto da Oahu con la sua Harley provvista di rastrelliera per le tavole e, parlando, mi da la conferma che le previsioni promettono molto bene per i prossimi giorni. Il mattino successivo ci ritroviamo tutti in spiaggia per la cerimonia di apertura e il Blessing in puro stile Hawaiiano. Purtroppo le condizioni non sono ancora ottimali per dare il via all’evento e il tutto è rimandato al giorno successivo. Finalmente s’inizia! Il vento non è fortissimo, ma le onde vanno da head high a over head e una volta preparate le ali non vediamo l’ora di entrare in acqua. Solo per l’evento i lifeguard hanno aperto Ho’okipa Beach, rigorosamente riservata ai winsurfisti, anche ai kiter che solitamente possono uscire soltanto da Lanes. Dopo lo skipper meeting usciamo tutti per una session di riscaldamento e non mi sembra vero di essere in acqua ad Ho’okipa con i migliori riders al mondo. Le onde al Point sono stupende, e il vento side-side off è perfetto per surfare! Dopo venti minuti rientriamo in spiaggia per l’inizio delle prime heats delle qualifiche. Riesco ad avanzare fino alle finali delle qualifiche ma purtroppo non riesco a entrare nel main event per pochi punti. Un po’ abbattuto, ma allo stesso tempo felice per aver fatto del mio meglio, mi riposo un po’ guardando le prime heat del tabellone principale e poi entro di nuovo in acqua tra una heat e l’altra per andare a Lanes per un’ultima session prima di tornare a casa. Il mattino successivo ci troviamo davanti ad una tipica giornata di Ho’okipa. Il vento è già forte dalle 10:00 e le serie più grosse arrivano fino a double over head. Il Point è perfetto, sezione


dopo sezione, l’onda rompe regolare e veloce fino al canale davanti alla scogliera. Purtroppo, però, i giudici di gara vogliono iniziare il prima possibile per finire tutto il tabellone in giornata viste le previsioni meno promettenti per i giorni successivi, e quindi nessuno al di fuori dei rider delle heat potrà godersi quel paradiso almeno finché l’evento non sarà finito. Poco male, insieme agli altri riders che sono usciti dal tabellone il giorno precedente, partiamo da Ho’okipa e dopo un mini downwind, ci fermiamo a Lanes. Anche se i due spot sono solo a poche centinaia di metri l’uno dall’altro, la differenza tra i due è impressionante. L’onda a Lanes

è completamente diversa, ci sono più picchi ed è meno regolare, paragonata a Hookipa. Nonostante tutto, è uno spot veramente divertente e a differenza di Ho’okipa non c’è il rischio di finire a scogli se si sbaglia qualcosa durante la surfata. Dopo più di 4 ore filate a Lanes con il 7 e tre metri solidi, rientro ad Ho’okipa per uno snack e per chiedere come procede l’evento. Enrico mi dice che non è riuscito a entrare nelle semifinali e che Kai Lenny e Keai De Aboitiz stanno entrando in acqua per la finale. Guardato lo spettacolo e la premiazione di Keai sulla collina di Hookipa entriamo di nuovo in acqua per un altra session a Lanes. Il vento


è un pò calato ma comunque ancora buono per andare con il 9. Il vento continua a calare e non riuscendo più a bolinare verso Ho’okipa e non essendoci vento nell’inside di Lanes, finiamo con i kite in acqua cercando di nuotare verso la spiaggia. Dopo un assaggio del reef prima della spiaggia, aiutati gli altri rider che come noi sono rimasti senza vento, con il sole che sta scomparendo dietro le montagne, ci incamminiamo verso Ho’okipa e recuperata tutta l’attrezzatura non vedo l’ora di farmi una bella doccia ed infilarmi nel letto. I giorni successivi, essendo finito l’evento, non siamo più autorizzati a uscire in kite da Ho’okipa quindi, dopo le session in surf la mattina, ci ritroviamo tutti nel parcheggio di Lanes ad aspettare che il vento aumenti per poter uscire. Ogni session e ogni giorno che passa, mi rendo conto della bellezza di questo posto, e di quanto sono fortunato a essere qua con tutti i migliori rider al mondo a condividere tutto questo. Il giorno della partenza si avvicina e non mi sembra possibile che già sono passate due settimane! Alle 19:00 ci ritroviamo tutti da Adventure Sports, sede di Cabrinha kites, Neil Pride e JP a Maui, per l’inizio della festa di chiusura dell’evento. La serata prosegue tra birre e racconti di viaggi ed uscite epiche, a un certo punto mi ritrovo a parlare con questa ragazza che già avevo rivisto in spiaggia e che mi ricordavo aveva partecipato all’evento riservato ai locals. Dopo esserci presentati e aver parlato del più e del menom decidiamo di andare insieme a altri riders da Charley’s a Paia per continuare la serata senza però fare troppo tardi perché il mattino succes


35 56 TRIP Maui

sivo è prevista una bella swell da NE che nessuno vuole perdersi. Il mattino seguente mi sveglio e trovo un messaggio di Tatiana Howard, la ragazza della sera prima, che dice di andare ad Ho’okipa perché le onde sono stupende. Rientrati in spiaggia, Tatiana inizia a parlarmi di quanti posti stupendi ci sono sulla strada per Hana, sulla punta Est di Maui, e che non posso assolutamente partire senza averli visti. Dopo qualche ora partiamo in direzione Hana, passando dalla costa sud, sperando che il mio bolide non ci lasci a piedi. Durante il viaggio è incredibile l’alternanza e la varietà del paesaggio. Si passa da tratti rocciosi, dove non c’è

altro che lava a prati fioriti e foreste a scogliere a picco sull’oceno. Dopo più di due ore arriviamo al Cafè Attitude, una proprietà immersa nel verde dove ogni domenica i proprietari organizzano una cena all’aperto e invitano musicisti vari a suonare dal vivo. Dopo la stupenda serata al Cafè Attitude ci accampiamo per la notte. Il mattino successivo ripartiamo per tornare verso Haiku e Paia questa volta passando dalla costa nord. Foreste di bambù e cascate si susseguono lungo il tragitto e mi rendo conto di quanto abbia da offrire quest’isola. Ci fermiamo in un secret spot lungo la strada per un po’ di surf mattutino che non fa mai


male e poi, dopo un picnic sulla spiaggia, ripartiamo verso casa. Dopo cena decidiamo di accamparci sulla cima dell’Haleakala per vedere l’alba, cha a detta di Tatiana è una cosa stupenda. Ci rimettiamo in marcia e arrivati sulla cima, mi rendo conto che forse costume maglietta e ciabatte non sono proprio l’abbigliamento ideale per dormire sul retro di un pick-up sulla cima del vulcano. I miei dubbi sono confermati quando vedo Tatiana tirare fuori la sua giacca da snowboard e il cappello di lana! Per fortuna avevamo qualche coperta e riesco a sopravvivere fino al mattino successivo. Appena il sole inizia a sorgere la vista stupenda ripaga

tutto il freddo patito durante la notte. Il mio viaggio sta per volgere al termine e dobbiamo tornare a preparare i miei bagagli perché mi aspetta il volo di ritorno. Preparato il tutto, dopo un’ultima surf session e dopo un picnic sulla collina di Ho’okipa davanti allo stupendo sunset di Maui, ci dirigiamo all’aeroporto per il mio volo di ritorno. Il mio viaggio è terminato, con la mente e il cuore pieno di stupendi ricordi ed esperienze, salgo sul volo per l’Italia pensando già a quando poter tornare in questo angolo di paradiso in mezzo al Pacifico…


58 ITW Tatiana Howard

Tatiana Howard, essere una water wo

ITW: Roberta Pala FOTO: Francesco Maffei, Kanoe Blue Photo, Simon Crowther, Maui Raw Photography, Jimmie Hepp, M


oman…

Maui Ultra Fins

Tatiana è nata a Maui, è una ragazza bellissima, bionda, scultorea, una ragazza che, cresciuta nello spirito Aloha, tipico della cultura Hawaiana, ha avuto l’ispirazione di creare un evento che potesse portare un po’ dell’anima hawaiana in giro per il mondo. Il Butterfly Effect è proprio questo, un momento di amore, condivisione, e tanto sport. L’acqua è il suo elemento, kite, windsurf, SUP, Tatiana è una vera water woman, e nel suo corpo, ne siamo certi, scorre acqua dell’Oceano…


60 ITW Tatiana Howard

Tatiana Howard Età: 27 Home Spot: Ho’okipa, Maui Sponsors: Dakine, The Butterfly Effect, Cabrinha, Adventure Sports Maui, Matiko Shoes, Flymount Altri sport: Windsurf, Surf, Tow-in Surf, yoga, and dance


KS_Parlaci un po’ di te, chi sei, da dove vieni… Sono Tatiana Howard e vengo da Maui, Hawaii. Essere nata e cresciuta a Maui mi ha permesso di crescere nelle condizioni ideali per diventare vera waterwoman. Amo tutti gli sport d’acqua e, appena posso, vado a giocare con l’Oceano. Sono il fondatore e creatore di “The Butterfly Effect”. The Butterfly Effect ha come missione quella di ispirare le donne a uscire in acqua e divertirsi. Si tratta di una manifestazione non competitiva in tutto il mondo e coinvolge tutti gli sport acquatici. Windsurf, kitesurf e surf sono la mia passione e poter condividere con altri tutto questo nel mondo, è un sogno che si avvera. KS_Cosa vuol dire essere una waterwoman? È una donna che fa tutti gli sport acquatici, windsurf, stand up paddling e kitesurf, è anche una sorta di stile di vita, si può godere del mare con qualsiasi condizione, sia esso con onde estreme, facendo surf nelle grosse onde, sia a raccogliere conchiglie sulla spiaggia quando è piatto. È un costante e continuo amore e cura per l’Oceano, per l’acqua. KS_Raccontaci meglio del Butterfly Effect. The Butterfly Effect è un evento di Aloha. È nato nella mia casa di vacanza a Maui, la missione è di ispirare e spingere le donne a uscire in acqua e divertirsi non importa l’età, il livello o l’esperienza. L’evento si compone di tutti gli sport acquatici secondo il luogo e un percorso obbligato che tutti i partecipanti completano insieme. Facciamo yoga in spiaggia, yoga sul SUP, danza Hula e qualche altra sorpresa che arriva dalle Hawaii! KS_Quale è il messaggio del Butterfly Effect? Il messaggio della manifestazione è quello di “vivere Aloha”. Vivere Aloha significa essere gentile, condividere la conoscenza, aiutare un altro, restituire, ed essere, nel complesso, più positivi nella vostra vita. Partecipare a The Butterfly Effect è divertente e pieno di sorrisi. Si riempiono i partecipanti con lo spirito Aloha e ciò che sentono durante il Butterfly Effect, lo possono riprendere nella loro vita quotidiana e condividere questo sentimento “Aloha” con altre persone.


KS_Il rapporto con il mare e la tua famiglia, come hanno influito sulla personalità e la scelta di vita di Tatiana? Amo il mare, tanto. Mi ha permesso di viaggiare e vedere il mondo in un modo che non molte persone hanno occasione di fare. Mi ha permesso di incontrare persone di tutto il mondo che hanno il particolare legame degli sport acquatici, facendomi sentire subito come una famiglia. La mia famiglia è molto aperta e solidale. Siamo tutti entusiasti di aiutarci a vicenda per realizzare i nostri sogni. So che sono stata molto fortunata ad avere una famiglia amorevole, la vita può essere difficile a volte, ma avere una famiglia che non giudica e ti da sempre il suo sostegno pieno d’amore, indipendentemente se si riesce o non si riesce nelle proprie cose, è un potente strumento in questo mondo. KS_Quando non sei in acqua, come si svolge la tua vita? La mia vita fuori dall’acqua è sempre super impegnata, lavoro costantemente sui prossimi eventi e sulla pianificazione dei viaggi, mi piace anche dedicarmi agli altri sport che amo, come la danza e lo yoga. KS_Come è stato il Butterfly Effect in Sardegna? Un bilancio dell’evento? È stato un bellissimo Butterfly quello in Sardegna! C’erano donne di tutte le età e livelli al MB Pro Center a Porto pollo. Abbiamo iniziato le giornate con yoga


e un po’ di introduzione all’Hula. Poi ho fatto un po’ di clinics per quelle donne che non avevano mai provato il SUP. Prima abbiamo praticato a terra e poi in acqua i primi tentativi. Dopo pranzo un po’ di windsurf e kitesurf, fino al momento del Be Beach BBQ! È stato perfetto, la Sardegna è il luogo ideale per soddisfare i diversi gradi di esperienza, si possono praticare tutti gli sport acquatici, poi il posto è magnifico, l’acqua calda e abbiamo in programma di fare sicuramente la seconda edizione BE nel 2015! Vi faremo sapere le date! KS_Il nome della rivista KiteSoul, richiama all’anima, allo spirito, come ti senti quando entri in acqua ogni volta, per una tua session? Che emozioni ti danno lo sport e il mare? Essere in grado di entrare in acqua con il kite e giocare con acqua e vento è incredibile. Non c’è nessuna sensazione che si possa paragonare a questa. Amo gli sport acquatici perché ogni giorno, è un giorno speciale e lo sport e il mare portano via tutti gli stress accumulati, e questo è un qualcosa di impagabile. Dopo si ricomincia con la mente chiara, limpida, un po’ come se si schiacciasse un pulsante Reset. Essere un kiter è come avere uno strumento segreto, ci mantiene equilibrati, pieni di vita, amanti della Natura e tutto questo ci può aiutare per affrontare il mondo frenetico in cui viviamo…


64 SPOT GUIDE Nel nord estremo di Fuerteventura

TEXT: Alberto Rondina PHOTO: Gilles Calvet


NEL NORD ESTREMO DI FUERTE (VENTURA)

Sono stato a Fuerteventura ogni anno negli ultimi 8 anni, per la gara PKRA nell’estremo sud dell’isola, a Sotavento. Mi sono fermato un paio di volte al Nord prima di andare a casa, ma è sempre stato per pochi giorni, e Agosto è un periodo piuttosto affollato, quindi non ho avuto mai la migliore impressione su ciò che potesse offrire! Questa primavera ho trascorso più tempo lì… e la mia opinione è completamente cambiata!


66 SPOT GUIDE Nel nord estremo di Fuerteventura

L

e Canarie sono chiamate le Hawaii d’Europa, e ora posso dire di aver davvero capito il perché, sono stato a Maui molte volte e ci sono un sacco di somiglianze! Essendo nell’emisfero Nord, gli Alisei hanno la stessa direzione, sempre giocando attorno alla direzione N-N/E, sono molto consistenti e di solito forti in Estate. In Inverno dipende dalla stagione, potrebbe essere ventosa o essere una stagione di onde. The Swell Season parte un po’ più tardi, intorno a Ottobre/Novembre fino ad Aprile/Maggio. Anche in questo

periodo il vento può oscillare. L’unica cosa che cambia dall’Europa a Maui è che la vita è più economica. Questo è anche il motivo per cui, ultimamente, molti europei, italiani in particolare, si stanno trasferendo a Fuerte, per trovare lavoro e cambiare vita, quando in Europa è più costoso e ed è così difficile trovare un lavoro. La cosa buona di Fuerte, come anche le Hawaii, è che la temperatura rimane più o meno la stessa tutto l’anno. È un po’ più freddo di Maui, e bisogna indossare una muta quasi tutto l’an-


no a Fuerte, ma le temperature esterne rendono il soggiorno piacevole in modo che il turismo possa esserci tutto l’anno. I principali turisti che vanno alle Canarie, in genere sono tedeschi, italiani, inglesi e un po’ di spagnoli e francesi, di tanto in tanto. Ogni isola è un po’ diversa, ed è anche per questo che sono così belle… quindi è possibile trovare magari più inglesi a Lanzarote, più tedeschi a Gran Canaria e un po’ più di confusione con gli italiani a Fuerte e Tenerife. Fuerte è l’unica isola che ha molta

sabbia bianca, volata dal Sahara per tutto il tragitto (eccetto Mas Palomas in Gran Canaria). Le altre isole hanno spiagge con sabbia un po’ più scura, poiché, in generale, sono isole di natura vulcanica. Corralejo è la città che si trova nella parte più a nord di Fuerteventura, verso N/E. Negli ultimi anni i suoi residenti sono aumentati molto ed è particolare vedere le foto di come sia cambiata la città in 25 anni, dove prima c’era solo sabbia e ora magari ci sono hotel e ristoranti. Tutto è cresciuto molto velo


68 SPOT GUIDE Nel nord estremo di Fuerteventura

cemente, forse anche troppo, e alcuni edifici sono davvero brutti a vedersi… La Kite Beach di Fuerte è Flag Beach, che si trova proprio a sud di Corralejo, sulla costa orientale, è il posto più vicino da raggiungere (si può anche andare a piedi) dalla città e probabilmente anche il più sicuro, per la possibilità di avere sempre un mezzo di assistenza presente e una spiaggia prevalentemente sabbiosa delle isole. Giusto di

fronte alla spiaggia, ci sono le isole, e quando il vento soffia da Nord, s’incanala attraverso le isole e Flag Beach è il primo posto dove arriva il vento da quella direzione, e probabilmente anche più intenso. Il vento proviene è side-side/off da sinistra, in modo da uscire con un po’ di chop e rampe per saltare, ma anche acqua molto piatta, secondo la marea… Con la bassa marea prestate attenzione a un gruppo di rocce proprio vicino alla spiaggia, con l’alta marea, invece, non c’è nessun problema.


La costa nord-orientale di solito funziona bene con il vento da N che viene pulito da mare, senza passare sopra Lanzarote o Lobos. Andando a sud di Flag Beach, passando per i due grandi alberghi direttamente sulla spiaggia, si arriva a El Burro, che è l’ultimo posto dove si puàò fare kite sulla costa nord orientale. El Burro è una bella piccola baia, con un punto roccioso in alto a sinistra che crea delle belle onde quando c’è un piccolo swell previsto, e l’interno di solito rimane piuttosto piatto. Rispetto a Flag che è principal-

mente uno spot kite, in El Burro puoi trovare surfisti e windsurfisti, quindi prestate attenzione. In estate la direzione principale del vento è N/E che lavora un po’ meno bene sulla costa orientale, dipende dai gradi di vento da NE, ma sulla costa a N-N/W è spettacolare! C’è solo una strada sterrata che va da Corralejo fino a Cotillo, che è il punto più meridionale dove si può uscire sulla costa occidentale, a meno che non si tagli attraverso l’interno dell’isola e si passi attraverso la cittadina


70 SPOT GUIDE Nel nord estremo di Fuerteventura

di Lajares. Tutto il “North Shore”, è prevalentemente roccioso, eccetto alcune piccole spiagge che permettono di lanciare il kite, ma comunque tutt’altro che facili, se qualcosa andasse storto, la vela finirebbe di sicuro sulle rocce. Le condizioni di onda sono abbastanza impressionanti, e poiché sulla costa orientale il vento arriva da sinistra, chi è goofy si troverà a surfare frontside e chi è regular back side. Majanicho è la mia preferita da questa parte dell’isola, ma ci sono un sacco di posti, nemmeno so i nomi di tutti. Sono tutti spot anche da surf da onda per cui, quando il vento cala, il moto ondoso è ancora presente… Guidando sulla strada per il Cotillo, si trova il famoso spot con il faro bianco e rosso e le sue lagune, gli unici specchi di acqua piatta con vento da N/E. Sono spot che funzionano bene SOLO

con l’alta marea, per cui bisogna sempre calcolare bene il momento migliore per uscire e stare molto attenti, lo spot non è molto grande e sottovento ci sono piccoli sassi ovunque. Sottovento alla cittadina del Cotillo, troverete la spiaggia principale del


Cotillo, una vera e propria splendida e lunga spiaggia, che ha alte scogliere tutt’intorno, un vero e proprio scenario incredibile. La parte superiore è di solito dove vanno i surfisti, poi i kiters, quindi i windsurf. Il posto è grande e c’è posto per tutti. Il vento è di solito

un po’ rafficato, proviene dalla città e le scogliere lo “sporcano” un po’, ma c’è sempre un po’ di onda, se è quella che state cercando... è principalmente un beach break, ma anche qui, in funzione della marea, si possono avere anche grandi onde, pulite e regolari. Ogni volta che la previsione non è abbastanza ventosa per il nord dell’isola, si può guidare fino a Sud, a Sotavento, dove il vento accelera fino a essere due o tre volte più forte che dalle altre parti. Ci vuole circa un’ora, ma stanno costruendo un’autostrada che collegherà più velocemente l’isola, da nord a sud. Questo è quello che potrete trovare per le condizioni, per il resto buon cibo, italiano o tapas spagnole, colori incredibili, acqua chiara come ai Caraibi o alle Hawaii, sabbia bianca e sottile, grandi vulcani neri, per un colpo


72 SPOT GUIDE Nel nord estremo di Fuerteventura


d’occhio davvero impressionante, soprattutto guardandolo dal mare… Di certo non è verde come le Hawaii, un amico mi stava spiegando che l’ultima eruzione di Lanzarote aveva sprigionato tantissimo fumo e il calore e la lava avevano distrutto tutto, ma il terreno è molto fertile e ogni volta che piove, quelle due o tre volte in Inverno, la terra diventa verde in pochissimo tempo. I collegamenti sono un po’ complicati, dall’Italia vola solo Ryanair in modo re-

golare, il che rende le cose più difficili, soprattutto per il bagaglio, ma per il resto sarete abbondantemente ripagati da ciò che troverete. Questa volta ho apprezzato davvero ogni istante sull’isola e non vedo l’ora di tornarci!

Ciao!Alby


74 ITW Kevin Langeree

ITW: a cura di Federico Sugoni FOTO: Bianca Asher, Quincy Dein, Stephen Whitesell, Jaanus Ree e Ydwer Van der Heide (Red Bull Con


ntent Pool), Jason Walcott

Dopo il demo tour italiano, Kevin Langeree è stato raggiunto dal nostro editore, Federico Sugoni, per un’intervista, proprio prima che riprendesse il volo di rientro in olanda. Disponibile e sorridente come sempre, Kevin ci ha raccontato qualcosa di sĂŠ, del suo futuro, e del suo nuovo modo di interpretare il kiteboarding.


KEVIN LANGEREE DATA DI NASCITA: 21 Luglio 1988 HOME SPOT: Noordwijk Olanda

SPONSORS: Naish, O’Neill, G-Shock, Sinner Eyewear ANNI DI KITE: 14

SPOT PREFERITO: Noordwijk e Sud Africa

MIGLIOR RISULTATO: Campione del Mondo PKRA 2009

KS_Dopo il tuo infortunio al PKRA, un ritorno alla grande, con la vittoria della Red Bull King Of the Air, quali sono i tuoi progetti adesso? La mia carriera sta cambiando, dopo dieci anni di freestyle, ho voglia di fare cose differenti, qualcosa che mi dia più motivazioni, voglio cambiare, sto cercando questo nel wave riding e nel big air. Vincere la Red Bull King Of The Air è stato speciale, anche perché in Sud Africa ho sentito tantissimo il supporto della gente ed in particolare degli miei amici in spiaggia, sono dieci anni che vado ad allenarmi lì ed è come se


Penso che il motivo principale per cui, ad esempio, io vado in acqua, è per quel grande sorriso che mi rimane sul volto ogni volta che sono nell’Oceano.


78 ITW Kevin Langeree

mi sentissi a casa. KS_Ultimamente sei molto attratto dal wave riding e molte persone stanno seguendo questa corrente. Il kite sta cambiando velocemente nel corso degli anni, più tempo passa e più persone sono coinvolte nel wave riding, e lo stile si è avvicinato velocemente sempre più al vero surf, la vela resta lo strumento per raggiungere quelle onde che sarebbero difficili da remare… Come hai visto questo cambiamento dello sport e cosa senti quando fai del puro waveriding? Una delle cose più belle del kitebo-

arding è che è sempre in continuo cambiamento, in continua evoluzione, ogni anno c’è sempre qualcosa di nuovo, cambia lo stile, le attrezzature si evolvono, cambiano le competizioni, è esattamente come per le sessions, non c’è mai un’uscita uguale all’altra, il vento è differente, la condizione anche, è questo che amo del nostro sport. Il kite è molto giovane e può continuare a crescere ancora a lungo, le discipline sono molte e la cosa più interessante in questo senso è che può attrarre chi pratica altri sport come il surf, il bodyboard, lo snowboard e la vela, perché può adattarsi alle loro esigenze, questa è la cosa più “cool”. Fare puro


il kitesurfing è pura felicità, giochiamo con gli elementi della natura...

surf è spettacolare, andare a caccia delle onde… ma fare kite tra le onde è qualcosa di più, una sfida continua, alla ricerca del divertimento puro…

curare la mia immagine di professionista dello sport. È sì il mio boss, ma soprattutto un amico, un team rider, facciamo assieme molti trip, giriamo video e sessioni fotografiche

KS_Sei un rider Naish da tantissmo tempo, cosa vuol dire essere un ri- .KS_Secondo te è importante, per i der Naish, qual è il rapporto con giovani, insistere fino in fondo con Robby e il resto del team? il freestyle, come fanno molti, diRobby è di sicuro una delle persone sciplina che spesso può essere frudalle quali traggo ispirazione ogni strante e anche molto impattante, giorno, è un uomo di 51 anni che costringendoti sempre a essere a esce ogni giorno in Kite, Windsurf, un certo livello, o meglio dedicarsi SUP, un completo waterman. Mi ha a qualcosa di diverso, come potrebinsegnato tanto e non solo dal pun- be essere il wave riding, il freeride o to di vista delle performances spor- anche il race… tive, è un uomo di business, mi ha Penso che per trovare se stessi aiutato a crescere come sportivo, a


nell’oceano, sia necessario scoprire cosa ci fa stampare un grande sorriso sulla faccia. Se rientri da una session sentendoti felice vuol dire che sei sulla strada giusta. Per i ragazzini il freestyle è davvero molto duro, credo che per loro sia importante imparare dai migliori riders. Quando gareggiavo, guardavo molti video e sceglievo un paio di tricks dagli atleti che m’ispiravano maggiormente e li fondevo con il mio stile, che in assoluto, è la cosa più importante da fare, com’è anche indispensabile passare quanto più tempo possibile in acqua, seguendo la propria passione, qualsiasi essa sia. KS_Parliamo un momento della tua famiglia, tua sorella è nel team Naish come te, e la vostra famiglia è stata sempre un grande supporto per voi nel corso di questi anni… I miei genitori ci hanno sempre supportato al 100%, guidando per ore alla ricerca del migliore spot per farci allenare, e sono stati costantemente presenti nella nostra crescita sportiva. Credo siano stati fondamentali per farmi diventare un professionista. Viaggiare con mia sorella ed essere nello stesso team credo che sia qualcosa di fantastico, è un sogno che si realizza, sono molto fortunato e spero che tutto questo continui per molti anni ancora. inui per molti anni ancora. KS_Sei una persona sempre molto gentile, disponibile, non ti tiri mai indietro quando c’è da aiutare a fare



82 ITW Kevin Langeree

qualcosa, ti abbiamo visto piantare i tendoni al demo tour, sempre con il sorriso, sempre disponibile nei confronti di tutti, dispensando sorrisi e consigli. Grazie è un bel complimento… faccio esattamente ciò mi fa stare bene, mi piace essere d’ispirazione per le persone, aiutarle a crescere sportivamente, sono contento che le persone abbiano il sorriso mentre mi guardano navigare. Non mi voglio prendere troppo sul serio, la vita è corta e voglio divertirmi al massimo insieme al maggior numero di persone condividendo con loro questa car-


rica positiva, è questo che cerco di fare ogni giorno. KS_Molti rider, come Ruben Lenten ad esempio, si sono allontanati dalle competizioni diciamo “classiche”, per dedicarsi ad eventi particolari, come ad esempio la Red Bull King Of The Air. Anche tu pensi di seguire questa strada, meno competizioni e più viaggi, freeriding e spingere lo sport in questa direzione? Amo competere e voglio continuare a gareggiare a lungo, è una cosa che ho nel sangue. Sto gareggiando e continuerò a farlo nel mondiale wave, poi voglio difendere il mio titolo alla Red Bull King Of The Air, sto anche esplorando altre cose facendo promozione per Naish, con molti viaggi, molti video con dei contenuti “cool”, mi piace promuovere lo sport e il mio marchio in questo modo. KS_Cosa pensi di eventi così diversi come la Red Bull King Of The Air che sono così diversi dalle manifestazioni di calendario classico come il PKRA ad esempio? KL_ Credo che siano eventi importantissimi, alla Red Bull King Of The Air in Sud Africa, la gente in spiaggia non era solo del mondo del kite, moltissime persone sono venute a vedere un evento così particolare con salti altissimi che lasciavano tutti a bocca aperta, questo è il tipo di evento che ci vuole e Red Bull in questo è sempre un passo avanti. Un evento molto tecnico, come ad esempio il PKRA, con le sue manovre complicate, è difficilmente comprensibile per una persona che non sia un kiter e alla fine

risulta quasi noioso. La Red Bull King Of The Air invece è uno show, è puro intrattenimento e credo che queste manifestazioni abbiano un potenziale immenso per lo sport, adesso e per gli anni a venire. Per questo il mio personale obiettivo è di allenarmi molto per difendere il mio titolo nell’edizione 2015. KS_KiteSoul magazine, questo è il nome del mag, quale è il tuo “soul” quando sei in mare, sia un evento o una session freeride? Il kitesurfing è pura felicità, giocare con gli elementi della Natura, stare nell’oceano circondati dal suono delle onde e dal vento, è qualcosa che cresce negli anni, che provoca dipendenza e che ti fa sentire definitivamente libero. È difficile far capire cosa si prova a chi non l’ha mai fatto. Fin da piccolo il mio sogno era quello di volare, e con il kite questo sogno è diventato realtà, è per questo che amo così tanto il nostro sport…


84 TRIP Nz photoshoot

NZ Photoshoot Appena ho finito la mia stagione di gare a Perth, in Australia, Ozone mi ha chiesto di rimanere per qualche giorno in più per testare l’Edge 2014, sulla costa WA con il rider del Team Ozone Florian Gruber e il capo Tester Ozone, Torrin Bright. Sono tornato in Colombia in attesa di allenarmi duramente per la stagione 2014, affamato di conoscere l’ignoto, cosa avrebbero fatto per i nuovi Edge?


TESTO: Riccardo Andrea Leccese FOTO: Graeme Murray e Torrin Bright


86 TRIP Nz photoshoot

I

ntorno a Febbraio mi è arrivata una mail di Matt Taggart, il capo di Ozone Kites, che m’invitava in Nuova Zelanda, per un photoshoot Edge e Chrono! Ero felicissimo, ho prenotato un volo subito, poi il viaggio è stato rinviato in

quanto i nuovi materiali Ozone avevano subito un ritardo dalla fabbrica. Io e Florian siamo riusciti a organizzare nuove date, ma non è stato facile poiché avevamo già in programma diversi eventi ai quali partecipare. Finalmente siamo partiti, ed ero davvero entusiasta

di questo photoshoot, era da un po’ di tempo sulla lista “cose da fare prima di morire”! Sembra stupido ma vi assicuro che è vero! Il volo dalla Colombia alla Nuova Zelanda è stato lunghissimo, ma sono arrivato al quartier generale Ozone, a Raglan, sulla


West Coast, un posto immerso nella natura, in un ambiente magico, a due minuti dalla spiaggia di kite e surf! Matt e io eravamo davvero entusiasti di poter provare i nuovi materiali, gli ho lasciato scegliere il Chrono, anche perchĂŠ morivo dalla voglia di provare la nuo-

va Edge! La giornata seguente è iniziata piuttosto presto, erano le sei del mattino quando Matt ha bussato alla porta, dovevamo fare un bel po’ di chilometri per andare a prendere Florian Gruber e poi partire subito per la nostra prima session, Flo era

con Torrin e Graeme Murray, leggendario fotografo che lavora sempre con Ozone in NZ (www.graemurray. com). Ho guidato per sette ore verso Nord, Matt lavorava al suo Mac seduto accanto a me, una bella fiducia, calcolando che era la


88 TRIP Nz photoshoot

prima volta che guidavo a sinistra! La previsione era terribile, ma la luce eccellente, Ben Turner, uno dei kiter locali, ci stava aspettando nel suo home spot Northland. Matt, saltando fuori dall’auto ha detto “perfetto per il Chrono”. Infatti, ho preso il Chrono 18 ed è stato davvero un piacere navigare con questa vela, la più efficiente che abbia mai provato in certe condizioni, e il vento era davvero praticamente morto! Non ci potevo credere, le mie pinne fumavano, il mio pensiero era rivolto alla vela che, in gara, avrebbe fatto la differenza! Due giorni nel Nord dell’isola, in alcuni posti che sembrava Polinesia e non Nuova

Zelanda, Parengarenga Harbour è un posto incredibile e ci tornerò di sicuro, uno scenario con dune di sabbia bianca, poi la foresta, abbiamo apprezzato ogni istante di questa giornata in un luogo con un contrasto irreale e spettacolare. Il vento ha cominciato a salire verso mezzogiorno, durando tutto il pomeriggio, e durante le riprese c’era un gruppo enorme di razze che nuotava sotto le pinne! La maggior parte del tempo è stato difficile concentrarsi, tra le razze e gli altri aquiloni e il drone che ci volava in mezzo… La session non poteva finire meglio, con una deliziosa salsiccia al barbecue sulla spiaggia, grazie alla nostra amica Leslie Bore. Avendo bisogno di tro-

vare venti forti per mostrare l’intera gamma dei nuovi kite con mega salti e kiteloops, Matt ha dovuto riprogettare i piani! Le previsioni per il nord erano adatte al Chrono, il Sud si suppone sempre più ventoso, grazie alle correnti in arrivo dal Polo Sud, per non parlare di quanto è bello. Quindi, una veloce prenotazione dei biglietti al telefono, e in macchina per guidare tutta la notte ed essere in aeroporto a Auckland prima delle 6:00! Una grande impresa! Non ricordo nemmeno quante tazze di caffé abbiamo dovuto bere in quella settimana in NZ! Il Sud dell’isola ci ha dato tutto ciò che potevamo sognare, eravamo in estasi ogni giorno, sono così grato alla Natura per aver reso un photoshoot così perfetto, abbiamo potuto fare kite ogni giorno in posti speciali, magari non è il mio preferito, ma devo menzionare il Lago Pukaki, con il Chrono 18, dopo una tempesta di neve durata tutta la notte! Era così maestoso, con i colori dell’autunno sugli alberi e la neve che copriva metà delle montagne! Poi “Windy Point”, sul


lago Wanaka, anche in assenza di vento, a 30 minuti di macchina, si possono trovare 30-35 nodi, incredibile, abbiamo usato la 8 mq Edge, fino al sorgere della luna! Abbiamo avuto anche una session indimenticabile sul lago Wakatipu, quando mi è caduta la 17 mq Edge e, nuotando verso riva, dopo dieci minuti, ho sentito un roboante rumore di motori tutto attorno, e mi sono reso conto di essere finito in mezzo al campionato neozelandese di Powerboat, con 60 e più barche che mi sfrecciavano accanto! Da lontano ho visto le barche avvicinarsi, ho mollato l’aquilone e, sulla mia tavola, ho cominciato a nuotare veloce verso riva, sentivo che stavo nuotando per la vita… ora è divertente,


90 TRIP Nz photoshoot

ma al momento, vedere le barche che passavano accanto al kite a più di 50 nodi, non lo è stato affatto! Matt e Florian pensavano che sarebbe stato bello essere su una di quelle barche per vedere la faccia dei piloti che si saranno chiesti che cavolo ci facessimo lì! Alla fine la barca che chiudeva la gara, ha recupera-

to il mio kite e trapezio, anche le linee non erano messe poi così male, una bella parrucca, ci sarebbe voluto solo un po’ più di vento! Sono tornato subito in acqua con l’Edge 17 per qualche ripresa in azione. L’ultimo obiettivo era tornare a Auckland per fare kite nella famosa baia di Auckland Salling,

OZONE, UNA FAMIGLIA… SEE YOU ON THE ROAD… RIKKI


proprio nella “città delle vele”, ancora una volta le previsioni non erano con noi… ma noi avevamo il Chrono! Io e Flo con le nostre tavole Race e il 18 mq, e Matt con il 15 e il suo foilboard. Penso che il Chrono farà sì che molte persone saranno licenziate, con questa vela, impossibile non essere ogni giorno in ac-

qua! È stata un’esperienza incredibile, e non solo per tutte le avventure e per i posti che ho visto, ma anche per aver conosciuto Rob, il progettista di Ozone, per aver condiviso con tutti i pasti, chiacchierando in strada per ore, bevendo ettolitri di caffé, le feste, condividendo l’auto, la musica, il

freddo e il caldo. Abbiamo condiviso lo stress e i sogni di ciascuno in quel viaggio… grazie a tutte le persone coinvolte! Richard Prout e sua figlia, Leslie Bore per l’ottimo cibo, Ben Turner per tutto l’aiuto, Graeme e Torrin per le immagini foto e video e Matt Taggart per la pazienza e per il Chro-


92 TECNICA WAVE Top turn

Mitu Monteiro

TOP TURN Tutti cercano di fare un Top Turn radicale, ma si dimenticano che il fondamento per la sua riuscita è il Bottom Turn. Un buon Bottom Turn ci da la spinta e la giusta propulsione per riuscire poi a chiudere un top turn d’effetto. Nello scorso numero abbiamo visto il Bottom Turn, adesso prepariamoci al Top Turn.


Testo Mitu Monteiro Foto Gabriele Rumbolo


94 TECNICA WAVE Top turn

PESO Dopo il Bottom Turn, bisogna portare leggermente il peso in avanti, e fare lievemente più pressione sul piede anteriore per mantenere una velocità costante mentre si sale verso la cresta.

TIMING È molto importante capire il timing dell’onda in modo da scegliere il momento giusto per cominciare a fare il turn. Non bisogna aspettare che la cresta inizi a rompersi, ma anticiparla così da permettere una surfata più soft e meno critica. Se siete “alle prime onde”, il consiglio è di non avvicinarvi troppo alla cresta ma di iniziare il turn a metà dell’onda.

FRONTSIDE


VELA A questo punto, probabilmente, vi sarete dimenticati della vela! Importantissimo è anche il timing della vela. Ogni movimento della tavola è collegato a un certo spostamento della vela. La vela vi deve seguire in tutta la surfata. Cosa importantissima da non dimenticarsi è richiamare il kite una volta che avete iniziato il turn. È uno degli errori più comuni quando si inizia a surfare. Se non lo fate, sentirete che il kite non vi permette di continuare il top turn, anzi vi porterà fuori dall’onda. Ovviamente, in base alle condizioni del vento, muoveremo più o meno il kite. Off shore: la vela rimane piuttosto ferma e si muove solo dalle ore 3 alle ore 1 On shore: la vela si abbassa molto per avere una spinta verso avanti, dalle ore 2 alle 10. Side shore: la vela si muove dalle ore 3 alle ore 12. In base alle particolari condizioni di ogni spot, dovrete trovare un angolo giusto che farà volare la vostra vela, senza che vada in stallo durante le manovre.


96 TECNICA WAVE Top turn


BAckSIDE POSIZIONI MANI Quando si sta per iniziare il Top Turn, si ha un cambio nella posizione delle mani. Se siete in front side: nel Bottom Turn avete la mano interna vicino all’acqua, mentre state arrivando al punto del Top Turn, iniziate a girare la testa verso l’esterno e ad avvicinare la mano alla barra seguendo il movimento della rotazione del corpo con le spalle. La mano esterna si stacca dalla barra e si porta il più possibile verso l’esterno. Se siete in back-side: si fa più o meno lo stesso procedimento, però risulterà un po’ più difficile.

GAMBE E PIEDI Prima di andare sulle onde, è importante testare lo spostamento dei piedi sul piatto. Spostate i piedi avanti e indietro, osservate cosa succede nelle varie posizioni, questo vi aiuterà moltissimo a entrare in sintonia con la vostra tavola. Durante questi test vi renderete conto di come, per esempio, spostando il piede più avanti, la tavola vada più veloce e diventi meno reattiva, o di come mettendo il piede più indietro, giri velocemente e freni la velocità.

Una volta acquisita questa consapevolezza, siete pronti per provare a surfare. Avvicinandovi al punto del Top Turn, spostate il peso sul piede anteriore. Una volta iniziato il Top Turn, invece, iniziate piano piano a dividere il peso, portandolo verso il piede posteriore. Questo vi permetterà di girare più velocemente. Una volta eseguito il Top Turn, piegate il ginocchio davanti e distendete, facendo pressione, quello posteriore. Questo permetterà alla tavola di continuare il suo percorso e cercate di farla girare più possibile verso i 360°.


98 TECNICA WAVE Top turn

Per info su Clinic con Mitu Monteiro: www.mitumonteiro.com


Quando inizierete a fare Top Turn sempre più radicali, vi renderete conto che, a questo punto, sentirete un po’ di instabilità. Infatti, facendo pressione sulla gamba posteriore, creerete dell’aria sotto le pinne che può dare instabilità, ma piegando il più possibile le ginocchio vi aiuterà a mantenere l’equilibrio. Spiegato così a pezzi sembra che si tratti di passaggi scollegati tra loro e lenti, ma in realtà le mani, le spalle, i piedi e il peso, giocano tutti allo stesso tempo e in una frazione di secondo. Solo l’allenamento vi porterà a eseguire fluidi Top Turn e, conseguentemente, Slash d’effetto!


100 ITW Sandro Pisu

Sandro Pisu Sandro Pisu è un ragazzo davvero speciale, timido e sorridente, un ragazzo nato e cresciuto in un’isola meravigliosa quale è la Sardegna. La passione del fratello Gabriele è diventata ben presto la sua, e stimolato dalle condizioni uniche dell’isola e dall’amicizia fraterna con Airton Cozzolino e Matchu Lopes Almeida, il suo stile si è evoluto e sviluppato velocemente nello spirito strapless, surfate di onde potenti e tricks freestyle con acqua piatta. Dalla recente partecipazione alla Red Bull Unfastened, in mezzo a mostri sacri del riding strapless, ha di sicuro portato a casa un’esperienza indimenticabile alla sua età. Ora avanti con il prossimo sogno, surfare la maestosa Ponta Preta, l’onda di casa dei suoi due “fratelli” acquisiti.


ITW: a cura di Roberta Pala FOTO: Lukas Prudky, Gabriele Pisu e Roberta Pala


102 ITW Sandro Pisu

“Il kite è entrato nella mia vita grazie a mio fratello Gabriele”


Sandro Pisu Data di nascita: 27 aprile 1995 Anni di kite: 4 Home spot: Chia (Pontile/ Pipeline) Sponsor: North kiteboarding, Ion, Garmin, Wipeout Boardshop Altri sport: Surf, Sup, Windsurf, Skate, Skimboard KS_Ciao Sandro, parlaci un tuo stile stare per tante stapochino di te… gioni a stretto contatto di Ciao ragazzi, che dire, ho 19 Airton e Matchu? anni e vivo in un posto bellissimo che è la Sardegna, dove le condizioni non mancano mai, se si ha il tempo di girare un po’ a caccia di onde e vento…

Beh sicuramente allenarmi con loro l’estate è una palestra diversa perché vedo gli errori che faccio da atleti di altissimo livello, quindi posso correggermi, oppure si avvicinano e lo fanno loro stessi! Grazie a KS_Com’è entrato il kite nella loro ho iniziato quasi subito ad tua vita? andare strapless, perché anIl kite è entrato nella mia vita che loro stavano cominciando grazie a mio fratello Gabriele, a fare le prime manovre. che mi ha insegnato alla fine dell’estate del 2009. KS_La vostra è un’amicizia che va oltre lo sport, loro KS_Come ha influenzato il passano qui molti mesi l’anno… e tu? Sei già stato a Capo


104 ITW Sandro Pisu

Sì, il rapporto che abbiamo, va davvero oltre lo sport, ormai siamo come dei fratelli... Io purtroppo non ho ancora avuto l’occasione di andare a trovarli, però ho in mentre di andarci due settimane quest’inverno per allenarmi nel loro home spot! KS_L’importanza della tua famiglia nella tua passione. Che cosa ha rappresentato avere il supporto continuo di Gabriele? Per me la famiglia è la prima cosa, penso che siano felici di vedermi in acqua a divertirmi ma specialmente vedere che m’impegno tanto per quello che faccio. Il supporto di mio fratello Gabriele, ha rappresentato tutto per me, per il semplice motivo che se non fosse stato per lui, non avrei mai iniziato a fare kite, ma specialmente, se magari avessi iniziato, non sarei mai riuscito ad impegnarmi per continuarlo senza il suo appoggio continuo. KS_Ora che hai finito la scuo-

la, quali sono i tuoi progetti? Di incominciare a girare il mondo alla ricerca della condizione perfetta! KS_Trovarsi catapultato in mezzo ai mostri sacri del kite strapless a 18 anni, in occasione della Red Bull Unfastened, un’esperienza che di cer-


to non capita a tutti, come ti sei sentito quando hai avuto la notizia che avresti fatto parte degli otto partecipanti? Quando ho saputo della notizia, ero contentissimo sia di partecipare, al primo evento strapless ma specialmente di conoscere rider che ho sempre visto attraverso lo schermo di un computer.

KS_Un bilancio dell’evento? Cosa ti sei portato a casa da questa esperienza? Un evento fantastico, che spero sia l’inizio di una grande serie. Da questa esperienza ho portato a casa sicuramente un po’ d’inglese, ma specialmente ho iniziato a fare kite con qualsiasi condizione anche quando non c’è vento per allenarmi duramente e migliorare il più


106 ITW Sandro Pisu

in fretta possibile, per magari essere invitato di nuovo, se dovesse ripetersi l’evento l’anno prossimo… KS_Se potessi “rubare” una caratteristica di ciascuno dei partecipanti alla Red Bull Un-

fastened, cosa prenderesti a ognuno di loro? Beh da Airton “ruberei” sicuramente la pazzia di fare certe manovre, da Patrick il modo di affrontare una heat ridendo e scherzando come se stesse facendo kite normalmente,


da Bear lo stile di fare certe manovre. Da Reo la pazzia di entrare nel tubo di Teahupoo, da Patri la voglia di scherzare sempre con tutte le persone che ha intorno, da Matchu il modo di concentrarsi prima di affrontare una heat. E di Francesco ruberei l’impegno ad allenarsi… anzi forse l’ho già fatto ah ah ah . KS_Il rapporto con il tuo sponsor, cosa vuol dire essere un rider North Kiteboarding? Quali sono i materiali e le condizioni che prediligi? Ormai sono due anni che faccio parte del team North Italia e sono molto contento, per me è come una seconda famiglia. I kite che uso sono i Dice e i Neo, tra i due il Dice, ad esempio, lo uso quando magari il vento non è proprio side quindi in surfata ho bisogno di muovere leggermente il kite, mentre il Neo lo uso quando il vento è side/side-off che non ho bisogno di muovere il kite. Mentre per le tavole uso Kontact per onde grosse e veloci e Pro series per onde piccole/medie e per fare Freestyle strapless.

KS_Domani ti svegli con un superpotere, quale? Fare manovre che nessuno al mondo sa e saprà fare ah ah. KS_Sandro tra dieci anni… a parte avere la patente e lasciare finalmente Gabriele a casa, come ti vedi? :-) La patente, spero proprio di prenderla prima di dieci anni mentre, dai, mio fratello mi piacerebbe sempre portarlo con me e essere in acqua con lui. Poi sicuramente spero di essere in mezzo ai top rider e magari anche nel team International North Kiteboarding e Ion. KS_Il magazine ha un nome KiteSoul, quindi il kite e la nostra anima, quali sono le sensazioni che ti trasmette stare in acqua e surfare? Le sensazioni sono quasi indescrivibili, ogni onda che surfi, non è mai uguale all’altra, ce ne sarà sempre, ogni volta, una migliore…


108 FREESTYLE MOVES Flat 3

FREESTYLE MOVES

FLAT3 ALBERTO RONDINA

TEXT: Alberto Rondina PHOTO: Gilles Calvet


L’

acqua piatta è bella, ma quando c’è kicker, è tutta un’altra storia... I just love it! Quello che mi piace dei kicker è che si può atterrare manovre che non si possono fare in acqua extra piatta, e di alcuni trick a volte è decisamente meglio un kicker

piuttosto che il piatto. È anche più difficile, perché non si deve solo cercare di fare bene la manovra, ma anche trovare l’onda giusta e il timing perfetto. Il Flat 3 è il trucco kicker di base, dove si gira frontside o backside piatti, passando la barra dietro

la schiena. In questi trucchi basta usare l’onda come una rampa e l’aquilone deve avere solo la velocità prima di colpire la rampa. Il fattore chiave sta nel colpire la rampa sottovento, seguendo il tiro del kite.


110 FREESTYLE MOVES Flat 3

1

Quando si vede un buon kicker alto, prendere un po’ di velocità e puntarlo decisi. Come ci si sta avvicinando, sganciare e, proprio quando si sta per colpire, andare sottovento. Questo è l’elemento chiave del trucco. Se si prende il kicker controvento diventa davvero difficile afferrare poi la barra, perché sarà lontana dal vostro corpo.

2

Se andate sottovento al kite, la trazione scende quasi a zero, e la barra sarà super morbida, molto più facile da passare dietro la schiena.

3

Portare la tavola in avanti e lasciare la mano davanti. Piegare le gambe, e allo stesso tempo portare indietro la testa, sopra la spalla anteriore, per avviare la rotazione frontside.

ALBY’S


4

Tenere la barra vicino all’anca, e passarla dietro la schiena.

5

Continuare a spingere la testa per mantenere lo slancio che serve per terminare l’intera rotazione.

FLAT3

6

Cercate di afferrare la barra con l’altra mano il più presto possibile. Questo vi aiuterà ad avere un migliore atterraggio con equilibrio e mantenere il kite nello stesso punto! Ora in acqua a divertirsi! Ciao, Alby


112 TECH Guida alla scelta della tavola direzionale

Ogni kiter che si rispetti “deve” ormai avere una tavola direzionale nel bagagliaio... Infatti il “surfino” si presta a molteplici utilizzi fra cui: WAVE È l’utilizzo “originale” ...surfare le onde con il Surfino resta il “vero ed unico” modo per potersi godere l’onda nel modo giusto, con i tempi giusti, con le linee giuste...e poi anche sui laghi “spakkare” il choppino col Surfino fà “very cool”...

QUALE SU

Guida alla scelta dell

FREESTYLE Mitu Monteiro ha disegnato la strada, da anni ormai... avete idea di quanti tricks si possano fare strapless e con la tavola in mano?


URFINO? POCO VENTO È inoltre un’ottima alternativa al bidi per uscire con poco vento, perchè il maggior volume della tavola direzionale rispetto a una bidirezionale, garantisce maggiore galleggiabilità e miglior bolina...

FREERIDE Ma vi siete mai sparati un bel downwind o gare di bolina con gli amici con una tavola direzionale? E poi il relax in andatura, rispetto a un bidirezionale, è un feeling “unico”! Vediamo quindi come orientarsi al meglio per la scelta migliore con un minimo di conoscenza teorica.

Testo Renato Casati Immagini Courtesy RRD

la tavola direzionale


114 TECH Guida alla scelta della tavola direzionale

PRUA LONGHERONE

PIANTA

COPERTA ROCKER DI PRUA

FONDO

LE SINGOLE PARTI DI UN SURFINO LE MISURE: Le tavole direzionali si misurano in PIEDI (Ft): 1’ piede = 30,48 Cm , il quale piede è diviso in 12 POLLICI “ (1” Pollice = 2,54 Cm.), il quale pollice a sua volta è diviso in 8 ottavi (1 ottavo = 0,32 cm). Facciamo un esempio pratico... la tavola wave modello Barracuda 5’8” ha queste misure: 5’8” x 18 e 1/2” x 2-1/4”, ovvero, tradotto, 5 piedi e 8 pollici di lunghezza x 18 pollici e un mezzo di larghezza x 2 pollici e un quarto di spessore”. Nel kite, le attenzioni degli shaper si sono concentrate su range di lun-

ghezze comprese fra 5’0” e 6’4” (tali lunghezze, nel surf da onda, sono standardizzate come “Shortboards”) poichè la trazione garantita dal kite semplifica i molti aspetti critici del surf puro, come il take off (partenza) o il mantenere la velocità durante la surfata. Esistono misure ben maggiori nel surf da onda (Malibù, Longboard...), di 7”-8”-9”-10” piedi, ma nel kite non hanno ragione di esistere, perchè sono troppo grosse e poco maneggevoli, ricordiamoci sempre che noi abbiamo la trazione del kite per “galleggiare”.

Ricordatevi anche che le semplici misure non dicono molto, se non sono combinate alle altre varie parti che compongono la tavola, come larghezza e spessore in primis. Ad esempio, un 5’,7” potrebbe essere decisamente più difficile da far girare di un 6’2”, se la larghezza, lo spessore, lo shape, la coda, avessero determinate caratteristiche. Il modo in cui le singole caratteristiche di ogni tavola sono abbinate fra di loro, determina la resa effettiva della tavola in acqua..


BORDO POPPA PLUGO

LARGHEZZA

SPESSORE

CENTRO LUNGHEZZA ROCKER

KICK

OUTLINE - La “forma”, il perimetro della tavola. L’outline è la curva che unisce la prua alla poppa, passando per il punto di LARGHEZZA massima, solitamente (ma non obbligatoriamente) situato nella parte centrale. La larghezza, come è intuitivo osservando una tavola, NON è uguale su tutto l’outline. Si identificano tre zone di larghezza standard: a 30 cm da prua, in mezzo alla tavola, a 30 cm da poppa. In fase di costruzione si usa “spostare il volume” (ovvero allargare un pò la larghezza) dal centro (in cui si ha una miglio-

PINNE re conduzione d’insieme) verso gli estremi (poppa o prua) per cercare un certo tipo di effetto... verso prua quando si desidera che la tavola galleggi di più e abbia migliore stabilità alle basse velocità. Verso poppa quando si desidera più portanza e maggiore stabilità alle alte velocità. A parità di larghezza la differenza la fà, poi, la lunghezza. Tavole più lunghe saranno più stabili, ma meno manovrabili, quindi saranno tavole più tecniche, non per tutti, più difficili da condurre, con minor volume, molto aggressive, nervose sotto il piede.

SCOOPLINE o ROCKER La curvatura della tavola da prua a poppa. Due tavole di 6’0”, a parità di larghezza, ma con rocker molto diversi fra loro, sono due tavole TOTALMENTE DIFFERENTI fra loro in acqua. Rocker piatto = più carena a contatto con l’acqua = tavola veloce, stabile, planata immediata, partenza immediata sull’onda, più bolina, meno manovrabilità e facilmente propensa “all’ingavonata”. Rocker accentuato = tavola lenta, instabile, planata ritardata, grande manovrabilità, supe


116 TECH Guida alla scelta della tavola direzionale

ra meglio i frangenti in uscita, meno propensa “all’ingavonatura”. Lo scoopline è in relazione, solitamente ma non sempre, alla lunghezza della tavola, infatti tavole corte possono avere scoop più piatti perché la loro lunghezza ridotta le aiuta già in manovra. Un concetto FONDAMENTALE, da comprendere al riguardo, per capire appieno il funzionamento globale di una tavola wave, è la velocità con cui si surfa... che può dipendere da quanta vela ho in confronto all’intensità del vento, oppure da quanto l’onda è ripida e da quanto spinge. È il principio che differenzia maggiormente i vari tipi di modelli di tavole, e viene percepito realmente e praticamente solo correlandolo con l’aumentare effettivo della velocità. Tavole “generose” a livello di shape o dimensioni, tendono a diventare meno controllabili tanto più sale la velocità. Viceversa tavole più aggressive, con più rocker, sembrano difficili

da capire a basse velocità, mentre a partire da una certa velocità in su, sono realmente insostituibili grazie a una precisione estrema. Se la tavola sarà usata su onde potenti, non avrà bisogno di incorporare doti intrinseche di velocità, poiché già le stesse onde gliela forniranno, anzi dovrà quasi rallentare, per cui lo shaper lavorerà maggiormente sulla tenuta e la manovrabilità. Se invece dovrà surfare onde piccole e poco potenti, sarà inutile avere una tavola molto manovrabile, se poi non si avrà la possibilità di sfruttarla per mancanza di velocità, quindi lo shaper penserà a fare una tavola veloce, che accelleri, che scorra via bene anche se l’onda non “tira”... Il Rocker è fondamentale in tutte queste scelte. Il rockerline viene diviso in tre zone che vanno raccordate sapientemente fra di loro per ottenere l’effetto voluto sulla tavola. Lo scoop è la carvatura


della prua, più è curvato più la tavola “rallenta” quindi tiene meglio le alte velocità perchè tende a frenare. Più è curvato e meno la tavola si ingavona. Il rocker, è la curvatura da circa la metà della tavola fino a 15 cm da poppa. Più rocker = più manovrabilità, ma entro certi limiti perchè l’acqua, quando scorre, tende a prediligere le superfici curve, per cui troppa curvatura ritarderebbe lo staccarsi dell’acqua dalla poppa, creando turbolenze in uscita, che rallenterebbero esageratamente la vostra tavola. Per rimediare a questo fenomeno è stato studiato il cosiddetto “kicktail”, cioè un’accentuato scoopline dalla parte finale della tavola, terza zona del rockerline, che dà la possibilità di mantenere un rocker minore fino agli ultimi 15 centimetri = meno turbolenza e più velocità, ma in fase di manovra, quando cioè la tavola verrà inclinata, avere, con il kick accentuato negli ultimi 15 centimetri,

un’ottima manovrabilità. A parità di rocker emergono differenze sul tipo di carena... CARENA (BOTTOM) Il “sotto” della tavola, quella a contatto con l’acqua. La carena ha implicazioni ovvie sulla lunghezza (a parità di rocker, una tavola da 5’2” ha meno carena a contatto dell’acqua di una 6’2”), ma più importante è capire che esistono vari tipi di carene. PIATTE: sono le più versatili, adatte alla maggior parte delle onde e situazioni, veloci anche in condizioni di onda piccola, non danno problemi di manovrabilità, è quella che si adatta meglio ai mari italiani nella loro globalità e non richiede un rider di livello eccelso. “V”: fatte come la lettera “V”, facilitano il passaggio “rail to rail”, permettendo di aumentare la manovrabilità anche di tavole più larghe, facendo perdere loro, tuttavia, un pò di velocità.


118 TECH Guida alla scelta della tavola direzionale

IBRIDE: PIATTE + V. A volte si usa abbinare i due tipi di carene, preferendo quella piatta sulla maggior parte della lunghezza, escluso la zona di poppa dove si usa quella a V, proprio tra le pinne. CONCAVE – BICONCAVE - CHANNELS: hanno bisogno di raggiungere una buona velocità affinchè risultino davvero efficaci. Regalano maggiore accelerazione in uscita, ma se il rider non è di buon livello, il biconcavo non riesce a “sollevarsi” dall’acqua, creando maggior attrito e frenando. Nel concavo possono venire inseriti

“canali – channels”, da 2 a 8, per aumentare a dismisura le doti di tenuta. Adatti a onde realmente estreme e rider di ottimo livello. DECK - Coperta , il sopra della tavola Valgono le considerazioni fatte per l’Outline. NOSE – Punta o Forma della prua. Il nose è la parte della tavola che sta meno a contatto dell’acqua ed è giocoforza correlato al tipo di rocker. Solitamente tavole con rocker accentuato, hanno nose molto aguzzi e vivi, favorendo il

passaggio delle schiume frontali in uscita e migliorando la maneggevolezza della tavola a scapito della stabilità. Tavole con rocker minore (più dritte) hanno nose più generosi, con effetti opposti. TAILS – Coda o Forma della poppa. A differenza del nose , il TAIL è la parte della tavola che sta SEMPRE a contatto con l’acqua, quindi è una parte molto importante dell’attrezzo. Influisce principalmente sulla manovrabilità, ovvero come curva la tavola, e sulla velocità. Semplificando, poppe strette e


aggressive garantiscono un passaggio più rapido fra i due bordi opposti, facendo perdere un po’ di portanza che deve essere equilibrata dall’abilità del kiter, lascando maggiormente o usando l’aquilone o l’onda per non perdere troppa velocità. Al contrario poppe più larghe danno minor manovrabilità teorica ma spesso, ai fini pratici, per la maggior parte dei kiter di basso, medio livello, la manovrabilità effettiva aumenta perchè danno miglior galleggiamento, facendo superare meglio la fase di perdita di velocità del rail to rail. Ci sono


120 TECH Guida alla scelta della tavola direzionale

diversi modi di “chiudere” lo shape di una tavola e ciascuno garantisce risultati diversi. A – SQUARE TAIL Ha due spigoli vivi, permette un’uscita molto pulita del flusso d’acqua, per manovre molto precise. Dà alla tavola ottima stabilità e velocità, per onde ripide e potenti di media grandezza. Radical Style. B – ROUND – PINTAIL Spigoli arrotondati, versatile ed ottima in manovra, indicata per tavole non eccessivamente impegnative. C – DIAMOND TAIL Precisione e stabilità durante i bottom.

A

D – PIN - TAIL Ha la minor superficie fra tutte di contatto con l’acqua, quindi grande velocità pur mantenendo un ottima stabilità, tutte doti indispensabili quando bisogna surfare onde grosse. E – SQUASH TAIL Combina le doti della square e della round-tail, ed è la poppa più usata nei nostri mari, consente infatti di affrontare qualsiasi tipo di onda con un ottimo compromesso.

tail ma con più superficie quindi più adatta su onde piccole e con curve risultanti più morbide e lunghe. H – SWALLOW TAIL (coda di rondine/FISH) Viene utilizzata per ridurre la superficie delle poppe molto larghe, evitando i problemi di controllo che darebbero a forti velocità. Tipica delle tavole fish.

G – ROUND TAIL È simile alla round pin-

RAILS – i bordi della tavola Rail spesso e rotondo = più manovrabilità (per onde meno impegnative), più galleggiamento, evita alla tavola di piantarsi quando non si tiene la giusta velocità. Più adatto per rider di livello basso o medio. Rail fine e affilato = più

C

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F – ROUND – SQUASH -TAIL Simile alla squash ma ancora più dolce in manovra.


penetrazione, più più tenuta sull’onda (per onde più impegnative), ma anche minor gallegiabilità poichè l’acqua sale sulla coperta appena cala la velocità critica di planata e la rallenta. Tecnicamente parlando “limita lo scarrocio”, che è lo slittamento laterale della tavola sulla superficie dell’onda, quindi la tavola sbatte meno, taglia meglio l’acqua è più precisa nella conduzione e nella surfata, ma bolina meno in virtù del fatto che la planata si esaurisce più rapidamente. Solitamente, bordi vivi sono associati a rocker incurvati. Nello stesso shape convivono diversi tipi di rails, in diversi punti, solitamente più tondeggianti verso prua e il centro in

cui le forze sono minori, e più incisivi verso poppa, dove le pressioni sono maggiori. Anche pochi gradi di differenza fra un bordo e l’altro possono determinare sensazioni molto diverse in conduzione e surfata. FLEX - quanto flette la tavola Una tavola che flette molto dà la sensazione sotto il piede di essere “morbida”, meno nervosa, e si adatta meglio alla forma dell’onda. Per contro reagisce con più lentezza all’impulso del piede e può essere limitante per chi ha una surfata aggressiva e precisa. FINS - le pinne Rileggetevi a riguardo

H

l’articolo sul Nr. 0 della nostra mitica rivista... STRAP - (LESS) Le strap, come dimensioni, devono essere abbastanza larghe, ma non troppo, sicuramente non troppo strette, morbide al punto giusto (nè troppo nè poco), in questo modo avrete la sensazione di controllare la tavola meglio. Su quanto a fondo il piede debba entrare nella strap, ci sono teorie contrapposte... personalmente trovo che non vadano strette troppo e che il piede debba arrivare fino al collo (abbondante), trovo che si surfa decisamente meglio, avvicinandosi maggiormente alla sensazione strapless, dando inclinazioni decisamente superiori duran

H


122 TECH Guida alla scelta della tavola direzionale

te il bottom e avendo una distribuzione complessiva del peso decisamente migliore durante la surfata. Attenzione solo a non lasciarci dentro la caviglia se cadete, se il piede non esce quando dovrebbe, sono dolori, e l’onda vi frulla sempre in modo imprevedibile! Per chi surfa strapless, obbligatorio mettere la paraffina nelle zone della tavola non coperte dai pads... STANCE – Il passo Altro argomento importante collegato alle strap è il passo cioè dove vanno messi i piedi e con che distanza fra di loro. Una buona idea per capirlo bene senza dover montare e smontare cento volte le viti, è fare delle prove strapless e cercare di capire in che posizione vi sentite meglio con i vostri piedi per quella specifica tavola. Concetti di tavole diverse hanno posizioni di piedi diverse. Alcune tavole nascono con buchi più avanzati o arretrati, per favorire l’identificazione della zona

ottimale in cui collocare i piedi. Più buchi offrono una flessibilità maggiore di regolazione. Il PIEDE DIETRO se lo appoggiate molto arretrato verso la poppa fa girare la tavola più velocemente, con minore pressione e con un angolo curva più chiuso. Il rovescio della medaglia è che affonda di più la poppa e perde velocità in curva. Inoltre avrete più difficoltà a inserire il piede posteriore perdendo più facilmente la planata. Il PIEDE DAVANTI se lo mettete più verso poppa equivale a spostare il baricentro verso poppa, la tavola “sale” in punta accentuando il rocker, in andatura sbatte di più e rallenta perdendo velocità e bolina. Ad esempio una tavola molto radicale può essere “addolcita” e fatta migliorare di bolina semplicemente spostando il passo un po’ verso prua, viceversa una tavola molto dura da girare può essere migliorata semplicemente spostando lo stance verso poppa.

PADS & PARAFFINA I pads sono importanti, poichè la “sensazione” che la tavola trasmette sotto i piedi deriva in buona parte dalla “sensazione” che il piede ci trasmette nel momento in cui diamo pressione alla tavola. Personalmente preferisco pads morbidi, antiscivolamento, che coprano una buona porzione della coperta per


sensazione molto diversa da come l’avete sempre sentita sotto il piede! Ultimamente va molto di moda la paraffina al posto dei pads, per avvicinarsi anche in questo aspetto il più possibile al surf “puro”. I “Guru” sostengono che la sensazione sulla surfata sia decisamente migliore e più precisa. È una scelta molto personale, personalmente se sento sotto il piede troppa rigidità mi irrigidisco a mia volta e surfo in modo meno fluido. È comunque obiettivamente più impegnativo il non scivolare, nonostante la paraffina, soprattutto nel kite dove c’è sempre una componente di trazione dell’aquilone.

non far scivolare il piede durante particolari manovre o in strapless. Quelli di serie raramente incorporano tutte queste qualità quindi col tempo valutate di acquistare pads specifici. Cambiare i pads di serie sulla vostra tavola spesso fa una grossa differenza nel modo in cui surfate e vi fa riscoprire la vostra tavola con una

LEASH È il laccio che lega la tavola alla caviglia, i waver “regular” lo legano sulla caviglia destra, i “goofy” su quella sinistra, ma poi dipende se volete surfare in front o in back e se le onde siano destre o sinistre. È consigliabile metterlo in alcune condizioni, ad esempio per non perdere la tavola fra le schiume (spesso viene portata a rocce rompendosi), per non colpire altri kiter o surfisti che stanno nuotando sottovento in caso di cadute, in condi-

zioni di onda off side off, o comunque quando volete rimettervi la tavola in tempi record dopo un wipeout. Il rovescio della medaglia è che restandovi attaccata può venirvi in testa in caso di frullate strane, ma peraltro può sempre venirvi in testa anche se non l’avete attaccata... La lunghezza del leash è di 2, 2,5, 3 piedi. Più e corta e prima vi rimettete la tavola tirandola a voi in minor tempo, ma anche resta più vicina al vostro corpo in caso di cadute...


124 TECH Guida alla scelta della tavola direzionale

“PERFECT Una tavola direzionale è un pò come una scarpa, ciascuno ha la sua che si adatta al meglio in base alle numerose variabili che influenzano la scelta finale. Non esiste LA tavola perfetta o ideale, ma in base alle molte-

guardate solo la lunghezza ma anche la larghezza e come e dove viene distribuito il volume dallo shaper. - Condizioni vento e onda del vostro home spot principale? In linea generale condi-

magari non monterete le straps per muovere al meglio i piedi e non piantarsi. Al contrario se prediligete un KITE STYLE preferirete usare la trazione dell’aquilone per spaccare l’onda e quindi un kite di mi-

plici vabiabili si può fare una scelta ponderata. - Quanto siete alti? Se siete alti 2 mt vi troverete meglio con una tavola più generosa, come una 6’3”, invece che con una 5’5”. - Quanto pesate? Se pesate 100 kg una tavola generosa vi aiuterà a planare prima, a bolinare di più, a superare meglio i buchi di vento, e non

zioni On-Side on richiedono tavole più facili e grosse, mentre off side off più tirate e precise. - Che stile avete? SURF STYLE: Se usate la spinta dell’onda come i surfisti puri invece della trazione del kite preferirete una tavola più grossa 6’ - 6’3”, un’ala più piccola che vi porti sul picco ma che non interferisca troppo con la surfata, e

sura maggiore abbinato ad una tavola più piccola e cattiva tipo 5’6” o 5’8” e strap. Andrebbero poi, comunque, considerate altre IMPORTANTI VARIABILI che determinano la scelta finale. VELOCITA’ a cui viene lanciata la tavola TIPO DI ONDA: onda grossa, media, piccola, ripida o morbida, veloce


T” BOARD? o lenta, con tanta o poca schiuma, che spinge molto o che non spinge, con frangenti impegnativi da superare in uscita, onda di swell o di fetch. INTENSITÀ VENTO: semplificando, intensità maggiori richiedono, in linea

MISURA DELL’ALA USATA (che varia molto in base alla direzione del vento e al tipo di surfata che si vuole ottenere). Semplificando sovrainvelatura in condizioni on e sottinvelatura in quelle off.

o scappare” dall’onda...

di massima e con poche eccezioni, tavole proporzionalmente più aggressive e maneggevoli. DIREZIONE VENTO (da mare ON, laterale da mare SIDE ON, laterale SIDE, laterale da terra SIDE OFF, da terra OFF) è il modo in cui il vento agisce sull’onda. Semplificando, da side a off tavole aggressive, da side a on, tavole più facili.

TIPO DI ALA USATA: velocità dell’ala, grado di bolina garantito dall’ala. CARATTERISTICHE DEL WAVER: altezza, peso, grado di abilità, esperienza. TIPO DI SPOT: conoscenza dello spot e dell’onda. - TIPO DI SURFATA: verticale, aggressiva che spacca il lip e che carva il bottom al limite, o che si accontenta di “scendere

Le TAVOLE WAVE “FACILI” planano subito, bolinano molto, perdonano gli errori, curvano bene ma con raggi di curvatura superiori. Non sono necessariamente le più lunghe, anzi conta molto la larghezza, e come e dove viene distribuito il volume dallo shaper! Sono da usarsi con condizioni di onda piccola, e danno il meglio in con

CONSIGLI PRATICI Il consiglio pratico su quale tavola scegliere dipende dal vostro livello, dal tipo di condizione con cui uscirete maggiormente nel vostro home spot.


dizione on shore e con poco vento. Man mano che la velocità del rider o la grandezza o ripidezza dell’onda aumentano, tendono a sbattere e diventano difficili da controllare. Io uso RRD, ad esempio i modelli Balena, Mini Maxi, Asso Pigliatutto e Chiatta hanno queste caratteristiche. Le TAVOLE WAVE “STANDARD” sono un buon compromesso per un uso quasi sempre azzeccato. Riescono a performare con ottimi risultati in quasi tutte le condizioni di vento e onda. Tavole concettualmente simili al Salerosa, Maqui-

na C.O.T.A.N., raramente deludono, e dovendo fare una scelta di una sola tavola da possedere, spesso sono il compromesso migliore. Le TAVOLE WAVE “TOP” sono state progettate per specifici e particolari usi e non sono per tutti, spesso se non avete il livello e la condizione giusta di vento e un’onda bella tosta, non capirete mai perchè quella tavola sembra proprio “non andare o sbattere tutta a destra e manca” e ne parlerete male per anni, in realtà non l’avrete mai usata nella “sua” condizione, quella pensata dagli shaper al mo-

mento della costruzione. Onda ripida, cattiva, vento side- side off, rider di buon livello che vogliono la massima precisione di surfata a parziale scapito di altri aspetti (bolina, entrata in planata, difficoltà nel superare i buchi di vento, galleggiamento sulle schiume). Tuttavia, sapendole usare al meglio, questi tipi di shape sono quelli che in assoluto danno le maggiori soddisfazioni. In questa categoria Barracuda e Maquina sono quelle di casa RRD. Se infine volete divertirtirvi agguingendo un po’ di freestyle strapless,


avrete buoni vantaggi dagli shape concettualmente simili al nuovissimo Pop e all’ Huevo, poco rocker, tavola corta. CONCLUSIONI Esiste LA condizione in cui dovrete usare la tavola e NON la tavola perfetta. Condizioni differenti, richiedono, giocoforza, tavole diverse se volete sfruttarle davvero al meglio. Non è un caso che nel surf da onda esistano archivi infiniti di shape, tutti giusti e validi in certe condizioni, con certi ri-

der, con certi tipi di onde. Rider diversi possono dare argomentazioni che sembrano contrapposte fra loro, eppure tutte valide se contestualizzate in una certa condizione di onda e vento. Quindi avere tante tavole differenti è la soluzione unica per poter sfruttare sempre al meglio le diverse uscite. Ovviamente, se non potete comprarvi diverse tavole o odiate muovervi con troppe attrezzature al seguito, la scelta sarà inevitabilmente un compromesso

che dipende dal numero maggiore di uscite che farete con la condizione dei vostri spot abituari e, importante, dal vostro livello di abilità in acqua. È più sensato imparare con tavole più semplici e facili che non con surfini più radicali. Poi, quando il vostro livello in acqua sarà salito, sarete sempre in tempo ad aggiungere a ciò che avete, surfini più performanti. MANERA... have fun!

Renato “DrKite” Casati Responsabile tecnico

Wave team rider RRD. Kitesurfer dal 2000, è stato giudice ed atleta PKRA e KPWT. Ha scritto continuativamente per diverse riviste di settore negli ultimi 12 anni. Vive fra lago di Como e Sardegna ma sverna fra le onde Capoverdiane.


128 SALUTE E FITNESS Alimentazione nel kitesurf

ALIMENTAZIONE NEL KITESURF

In ambito sportivo, dove la richiesta energetica è finalizzata al miglioramento della performance, un’alimentazione corretta è di grande ausilio e diventa parte integrante della preparazione atletica. I criteri di scelta della qualità e quantità delle sostanze nutrienti tra gli sportivi, hanno mostrato nel tempo una progressiva evoluzione.

È

Sergio Murgia, 43 anni, kiter da più di 10 anni. Sono laureato in Scienze Motorie presso l’Università Tor Vergata di Roma, personal trainer ISSA, Allenatore nazionale di atletica leggera, specializzato in ginnastica posturale con abilitazione nel metodo Souchard e Axis of life.

fondamentale una valutazione dello stato generale e di composizione corporea dell’atleta, la “storia” nutrizionale, individuando così il modello alimentare più idoneo. Questo deve considerare le esigenze sportive e quindi la determinazione dei bisogni energetici individuali, le preferenze e i gusti personali, gli orari dei pasti, gli impegni lavorativi, distinguendo dal metabolismo basale la quota di calorie specifiche che sono richieste dal tipo e dall’intensità di attività sportiva praticata. A questo proposito fin dal 1943 il Food and Nutrition Board ha reso note le RDA (Ration Dietary Allowed, cioè le cosiddette Razioni Giornaliere Raccomandate che trovano il corrispettivo italiano nei LARNA) che stabiliscono, in base all’età del soggetto, la quantità di calorie, di proteine, di vitamine lipo e idrosolubili e di sali minerali destinati a coprire i bisogni individuali. Le principali regole alimentari sono rappresentate dai seguenti consigli,

variare la qualità dei cibi, modulare la quantità di cibo per mantenere il peso corporeo,


TESTO: Sergio Murgia FOTO: Salvatore Caserta


assumere una dieta povera di grassi saturi e colesterolo, dieta ricca di verdure frutta e prodotti del grano, assumere con moderazione zucchero sale e sodio, vino e alcolici. Il kitesurf è uno sport in cui sono richieste forza, resistenza, elasticità e coordinazione. Queste qualità, durante la session in acqua, devono essere mantenute integre più a lungo possibile, e quindi, oltre ad avere una giusta preparazione atletica, è altrettanto fondamentale seguire un’alimentazione bilanciata e adeguata. La migliore regola è, come già ricordato, sempre quella di mangiare più vario e più sano possibile, oltre a prestare attenzione al giusto bilanciamento dei tre grossi nutrienti (carboidrati, grassi e proteine) mangiare tanta frutta e verdura fresca che garantiscono il fondamentale bilanciamento di sali e vitamine e quello idrico. L’equilibrio idrico, spesso poco considerato, riveste un ruolo altrettanto fondamentale. Considerato, infatti, che nel kitesurf, in certi casi, la prestazione in acqua si prolunga per diverse ore, l’aumento progressivo della disidratazione, fa diminuire anche la prestazione.

La migliore regola sarebbe dunque quella di fare delle piccole pause dove integrare acqua e zuccheri semplici, anche se a volte stando in acqua si perde la cognizione del tempo! Per il periodo, invece, che precede la prestazione, sono indicati alimenti ricchi di amido, fruttosio, e cereali come pane, pasta, riso e frutta. Questi alimenti sono facilmente assimilati dall’organismo, e accrescono le riserve di glicogeno nell’organismo del surfista, creando una riserva cui attingere in seguito.


Vi porto come esempio per la giornata “tipo”, le mie abitudini alimentari. Ho un BMI (body mass index) nella media e una composizione corporea abbastanza magra, inizio subito la giornata verso le 7:00 con una ricca colazione:

Frutta a volontà; Cereali; Pane tostato con miele e/o marmellata; Caffè o the con latte scremato. Metà mattina uscita col kite, se la session va alle lunghe mi concedo 10’ di pausa per bere acqua e mangiare una banana. A metà giornata pranzo:

Un bel piatto di verdure fresche di stagione con olio d’oliva sale e limone; Gr. 150/200 di pasta di semola con condimento leggero; Una porzione non grassa di circa gr.100 a base proteica come bresaola, prosciutto crudo, pesce magro, petto di pollo etc. Dopo circa tre ore se c’è la condizione, riesco in acqua, se invece devo aspettare al tardo pomeriggio faccio una merenda a base di frutta e/o yogurt o anche un buon gelato artigianale Per la sera invece do priorità alle esigenze di fabbisogno che sento quel giorno. Nel senso che se sono uscito in acqua anche nel pomeriggio, avrò una fame esagerata e mangerò anche il primo di pasta o riso. Se invece l’uscita è stata una sola farò circa questo pasto:

Gr.200 di carne (manzo o vitello alla piastra) oppure di pesce Gr.300 di insalata mista a piacere (lattuga+ finocchi+ carote + peperoni + pomodori etc.) Frutta Durante tutta la giornata bevo acqua, specialmente lontano dai pasti.


Una passione senza limite per creare la migliore piattaforma digitale dedicata al Kite

Kitesoul è un universo media fatto da kiters per i kiters, costituito dal nostro sito web, dalla rivista bimestrale digitale sfogliabile online, dalla una forte presenza nei social networks e da un canale video che farà conoscere i protagonisti di questo sport e che farà “toccare” virtualmente le novità di prodotto al grande pubblico. La nostra missione è creare valore, per i lettori e per gli inserzionisti, attraverso una piattaforma media digitale dedicata esclusivamente al kite, raggiungibile con ogni tipo di device ed in grado

di raccogliere tutti gli appassionati del settore per condividere notizie, video, competizioni, eventi, test dei materiali, interviste, viaggi, spot guide, contests, momenti di aggregazione e tutto ciò che rende grande questo sport e chi lo pratica. Abbiamo grandi novità e stiamo lavorando a pieno regime, ma solo insieme a voi ed al vostro supporto saremo finalmente in grado di regalare al movimento kite Italiano la vetrina che merita. La Redazione di Kitesoul Magazine e kitesoul.com

Per informazioni o suggerimenti contattateci all’indirizzo info@kitesoul.com Per la pubblicità sul magazine o sul nostro sito adv@kitesoul.com

non perdete il prossimo numero ott-nov in uscita il 2 ottobre


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