8 febbraio 2012
Stima delle emissioni in atmosfera di ammoniaca derivanti dagli allevamenti zootecnici Bagnolo, Cadelbosco di Sopra, Gualtieri, Novellara
Sezione Provinciale di Reggio Emilia Servizio Sistemi Ambientali
Stima delle emissioni Le attività di allevamento zootecnico danno origine ad emissioni di odori e di gas inquinanti che derivano sia dal metabolismo animale che dai processi di degradazione biologica delle sostanze organiche presenti nelle deiezioni.
L’ammoniaca, considerata in questo studio “sostanza tracciante” è una delle principali sostanze emesse dall’attività zootecnica che produce più di 300 sostanze organiche, tra cui CH4, N2O, COV, H2S.
Le emissioni gassose sono legate alle diverse attività del processo: stabulazione, stoccaggio e gestione residui.
Stima delle emissioni Non essendo possibile una misura diretta delle emissioni di ammoniaca di tutti gli allevamenti presenti sul territorio è stata effettuata una stima basata sul numero di capi presenti nei 107 allevamenti censiti nell’area di studio.
Ton NH3/anno da allevamenti Suini
Ton NH3/anno da allevamenti Bovini
Totale ton NH3/anno
Bagnolo
58.4
52.6
111.0
Cadelbosco Sopra
129.5
121.0
250.5
Gualtieri
35.4
98.1
133.5
Novellara
131.8
257.1
388.9
884 tonnellate di NH3 all’anno
Partendo dalla localizzazione degli allevamenti zootecnici e dalla stima delle loro emissioni si è simulata la diffusione dell’ammoniaca mediante l’uso di un modello1 che, tenendo conto della meteorologia locale di un intero anno, restituiscono le concentrazioni in aria dell’inquinante.
1] ADMS-Urban, modello sviluppato dal CERC e adottato ufficialmente dalla Regione Emilia-Romagna
Stima delle emissioni
Monitoraggio dell’ammoniaca Caso di studio presso la Società Agricola Fontanelle di Cadelbosco di Sopra attraverso 5 campagne di monitoraggio costituite da 4-5 punti ciascuna In ogni indagine si è tenuto conto: dell’area di spandimento del periodo di spandimento dichiarato delle condizioni meteorologiche delle modalità di spandimento (formazione aerosol) dell’influenza delle emissioni dello stabilimento
Monitoraggio dell’ammoniaca Caso di studio presso la Società Agricola Fontanelle di Cadelbosco di Sopra
Risultati
I dati rilevati dall’attività di monitoraggio2 variano dai 20 ai 70 microgrammi/m3
l’aumento delle concentrazioni in atmosfera è associato ai soli giorni di spandimento, mentre tende immediatamente a ridursi nei giorni successivi ( dunque incide poco sulla media annuale).
le concentrazioni rilevate negli spandimenti effettuati con il sistema “ranger” sono risultate inferiori rispetto a quelle misurate con altre tecniche di spandimento.
il contributo in atmosfera degli spandimenti è dello stesso ordine di grandezza di quello generato dagli stabilimenti stessi che contribuiscono sia per la stabulazione degli animali che per lo stoccaggio dei liquami.
2] In uno dei punti di monitoraggio sono stati riscontrati valori di un ordine di grandezza superiore a tutti gli altri dati: tali valori non sono stati considerati nell’elaborazione dei dati. Le ipotesi formulate sono la presenza di una sorgente emissiva non identificata e comunque non rilevata dagli altri punti oggetto d’indagine.
Monitoraggio delle emissioni L’intervallo fra le concentrazioni medie e massime riscontrate è tipico di aree ad elevata emissione di ammoniaca e da condizioni di rimescolamento atmosferico generalmente debole
Da studi effettuati l’ammoniaca presente in atmosfera in Emilia Romagna deriva per l’83% dalla gestione dei reflui zootecnici, per il 14% dall’utilizzo dei fertilizzanti e solo per il 2% dal traffico veicolare
Il
patrimonio suinicolo italiano, pari nel complesso a circa 9 milioni al 2007, risulta particolarmente concentrato in poche Regioni: nella sola Lombardia sono presenti quasi la metà del totale dei capi suini allevati in Italia, in Emilia-Romagna il 15%, in Piemonte l’11% ed in Veneto il 7%
Foto da satellite ESA (Agenzia Spaziale Europea)
Considerazioni conclusive
In generale in tutta Italia, gli impatti generati dagli allevamenti sono diventati significativi in conseguenza della progressiva industrializzazione degli stessi, che ha portato alla nascita dei moderni allevamenti intensivi con diminuzione del numero totale delle aziende zootecniche e un aumento della concentrazione di animali per allevamento. Ne consegue che elevate fonti di pressione si sono concentrate in aree ristrette, sia per i grandi quantitativi di reflui zootecnici da impiegare, che per le emissioni in atmosfera di diversi inquinanti, determinate dalle varie attività zootecniche. Sempre più frequentemente le aree residenziali dei paesi e delle città si estendono verso la campagna determinando l’insorgenza di numerose situazioni conflittuali dovute alla convivenza della popolazione con fonti di fastidio non occasionali che caratterizzano la realtà agricola, come ad esempio gli odori.
I livelli di concentrazione ai quali vengono rilevati i composti odorigeni nelle vicinanze degli allevamenti sono nella maggior parte dei casi decisamente inferiori rispetto ai limiti di esposizione, ma ovviamente superiori alla soglia olfattiva. Valori stimati e riscontrati microgrammi/m3
Soglia olfattiva bassa microgrammi/m3
Soglia olfattiva alta microgrammi/m3
20÷70
26,6
39.600
TLV (Threshold Limit Value) microgrammi/m3 17.000
Concentrazion e d’irritazione microgrammi/m3 72.000
Considerazioni conclusive
Il primo approccio al controllo degli odori anche nel settore zootecnico, è quello preventivo.Gli odori emessi nel corso dello spandimento delle deiezioni dipendono dal contatto più o meno importante che esse hanno con l’atmosfera. Gli interventi possibili di prevenzione, riguardano quindi l’utilizzazione di mezzi di spandimento che non portino alla formazione di aerosol troppo fini; l’applicazione dei liquami non su tutta la superficie di spandimento, ma solo in strisce, l’interramento rapido o immediato dei liquami, l’applicazione di liquami a basso tenore di sostanza secca tali da infiltrarsi più rapidamente nel terreno.