Il mensile del vivere naturale
Confronto a quattro (e il quinto?) Un grillino triestino alla Camera Una nuova (H)era di Acegas-Aps? Habemus pontem! Il buon vino della terra Gli appuntamenti di aprile
distribuzione gratuita
20 anni di controinformazione
N.185 Aprile 2013
2 Da venticinque anni questo giornale è realizzato da un gruppo di esseri umani non infallibili, che cercano di scoprire cosa è successo nel mondo, spesso interrogando altre persone che a volte sono riluttanti a parlare, a volte oppongono un deciso ostruzionismo e in altre occasioni parlano troppo. I costi di KONRAD sono interamente ricoperti dagli annunci e dalle inserzioni esplicitamente pubblicitarie. Ma la sua uscita sarebbe impossibile se tutta la redazione, direttore compreso, non collaborasse gratuitamente. In copertina: un disegno di Giuliano Comelli
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Sommario
3 20 anni di controinformazione 4 Confronto a quattro (e il quinto?) 6 Un grillino triestino alla Camera 8 Una nouva (H)era di Acegas-Aps? 9 Le baracche abusive alla foce dell’Isonzo
KONRAD 185 APRILE 2013
Konrad
Mensile di informazione di Naturalcubo s.n.c. Redatto dall’Associazione Konrad via Corti 2a - 34123 Trieste Fax 1782090961 info@konradnews.it www.konradnews.it Aut. Trib. di Udine n. 485 del 5/9/80 Aut. fil. di Trieste Direttore editoriale: Roberto Valerio Direttore responsabile: Dario Predonzan
devono
essere abbattute
10 Libri: L’avventura di un povero cristiano 11 50 mm 11 Il poeta Umberto Saba è ancora (abbastanza) vivo 12 Viaggio nell’URSS 12 Siamo tutti intelligenti: Targhe 13 Tango e gli altri 14 Per una natura più umana 15 Corruzione e legalità a vent’anni da Tangentopoli 16 Diritti dei popoli e ambiente 17 Habemus pontem! 18 L’inserto perlanima 22 Alimentazione: Vitamina C, addio al raffreddore 22 Pillole di cucina naturale 23 Il filo di paglia: il buon vino della terra 24 Storie di mari e vulcani 25 Insieme per l’Europa 26 Esperienze all’estero 27 L’endometriosi e il corpo delle donne 28 Cinema: Distribuiti a pioggia i premi nella notte degli Oscar 29 Teatri di confine: A proposito della catatrice calva 29 Minsk 2011: A reply to Kathy Acker 30 Educazione siberiana 31 Senza guinzaglio: Docilità e socialità 32 Colonna vertebrale 35 Gli appuntamenti di aprile
Pubblicità: Alex Cibin cell. 340 4000934 advertising@konradnews.it Hanno collaborato: Paola Alessandra Alzetta, Beatrice Achille, Maria Grazia Beinat, Raffaella Bellen, Graziano Benedetti, Anna Biason, Nadia e Giacomo Bo, Maria Bossa, Michele Colucci, Stefano Crisafulli, Giovanna A. de’Manzano, Giorgio Dendi, Giorgia Facis, Sergio Franco, Francesco Gizdic, Miriam Kornfeind, Simonetta Lorigliola, Luisella Pacco, Gianfranco Paliaga, Laura Paris, Claudio Pettirosso, Giuliano Prandini, Riccardo Ravalli, Riccardo Redivo, Lino Santoro, Marco Segina, Claudio Siniscalchi, Gianni Ursini, Francesca Versienti, Massimo Visintin Progetto grafico e impaginazione: Erratacorrige, Trieste www.erratacorrige.org Stampa su carta reciclata acid free: Centro Stampa Friuli – Zoppola Konrad non è responsabile della mancata pubblicazione degli annunci o di eventuali inesattezze. Konrad inoltre non si assume la responsabilità dei contenuti degli annunci e degli spazi pubblicitari. Il rinvenimento del giornale in luoghi non autorizzati non è di responsabilità dell’editore. è vietata la riproduzione e l’utilizzazione esterna del materiale qui pubblicato, salvo espressa autorizzazione scritta dell’Editore. Informativa sulla legge che tutela la privacy. In conformità della legge 675/96 sarà nostra cura inserire nell’archivio informatico della redazione i dati personali forniti, garantendone la massima riservatezza e utilizzandoli unicamente per l’invio del giornale. Ai sensi dell’art. 13 della legge 675/96 i dati potranno essere cancellati dietro semplice richiesta da inviare alla redazione.
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identificano come “madre” la prima cosa che vedono muoversi davanti a loro, sia essa un uomo o un animale. I più assidui lettori della nostra rivista ricorderanno che il primo formato grafico di KONRAD – derivato dal periodico “WWF Friuli Venezia Giulia”, house organ del WWF a livello regionale – riportava in testata il disegno dell’etologo austriaco seguito da una fila di oche. Ma perchè si decise di creare una testata per far conoscere gli argomenti e le azioni delle associazioni dell’area ecologista, ambientalista e alternativa di Trieste (cui si aggiunsero poi anche Monfalcone e il resto della regione)? È presto detto. Visto che raramente gli argomenti seguiti dal nostro variegato mondo venivano ospitati dalla stampa “ufficiale”, c’era bisogno di un amplificatore, di una voce “fuori dal coro”, che facesse conoscere a tutti la miriade di problemi e iniziative che contraddistinguevano l’arcipelago delle associazioni, dei gruppi e dei comitati “alternativi”. E la cosa era fondamentale specie per i numerosi problemi ambientali. Così un gruppo di persone idealiste e lungimiranti (molte ancora al
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sui più gravi e urgenti casi di scempio perpetrato (o progettato) all’ambiente naturale. È il caso, ad esempio, degli elettrodotti, del progetto dell’alta velocità ferroviaria, della produzione elettrica bruciando carbone, dello spreco di territorio a favore del cemento per nuove costruzioni o parcheggi, dei progetti di rigassificazione, del parco del Carso (se ne parla ancora oggi …), ecc. La controinformazione è quindi fondamentale. Tornando alla scelta del nome, va detto che Lorenz – oltre che scienziato di fama e ambientalista della prima ora – è stato anche un importante divulgatore scientifico. Una persona cui interessava far comprendere le tematiche più recondite della natura e dell’ambiente. E visto che da sempre una delle funzioni della rivista è quella di far conoscere prodotti, problemi, territori, uomini dell’ambiente e della cultura, non è azzardato dire che KONRAD è sicuramente un veicolo di divulgazione. Visto poi che la funzione di KONRAD è anche quella – lo è sempre stata – di avvicinare i giovani all’ambiente naturale, è il caso di chiudere queste poche righe per i vent’anni della rivista con una citazione dello stesso Lorenz: “Se si vuole creare nei giovani il senso della protezione della natura, la cosa più importante è il contatto diretto con gli animali.” Buon ventesimo compleanno, “KONRAD”!
Graziano Benedetti (primo direttore di Konrad)
KONRAD
Aprile 1993: sono passati vent’anni dall’inizio dell’avventura del nostro mensile KONRAD. Come ampiamente detto, il nome venne scelto per ricordare e onorare la memoria di un grande uomo – Konrad Lorenz – zoologo austriaco, inventore dell’etologia, premio Nobel per la medicina e la fisiologia 1973 per gli studi compiuti in materia di comportamento animale, ma prima di tutto “ambientalista” (ricordiamo con affetto la sua partecipazione attiva alle varie manifestazioni organizzate in Austria contro le centrali nucleari o nel 1983 contro una centrale idroelettrica sul Danubio, che avrebbe incrementato l’inquinamento del fiume). Il Nobel gli venne assegnato per lo studio dell’imprinting, cioè di quello strano comportamento per il quale un’oca o una taccola, quando escono dall’uovo,
lavoro nel KONRAD odierno) decisero di far nascere una testata specializzata, uno strumento che – particolarmente per i problemi inerenti la natura – potesse in qualche modo sanare le numerose mancanze nel panorama della stampa locale. Una testata che divenisse un valido mezzo di informazioni pratiche, un “suggeritore” di dati e tendenze nuove, uno strumento di utilità sociale. Per questo nacque KONRAD: una specie di strumento di controinformazione. Devo constatare con sconcerto che, passati vent’anni, con i capelli bianchi – o, come dice il giornalista Beppe Severgnini, “metallizzati” – l’informazione alternativa sugli argomenti ambientali è ancora necessaria poiché i media “tradizionali” spesso tralasciano o non prendono in considerazione i continui, circostanziati, interventi degli ambientalisti
APRILE 2013
20 ANNI DI CONTROINFORMAZIONE
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Editoriale
APRILE 2013 KONRAD
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CONFRONTO A QUATTRO (E IL QUINTO?)
Konrad ha intervistato i candidati presidenti della Regione
Il 21 e 22 aprile si voterà per l’elezione del Presidente e del Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia. Konrad ha rivolto ai candidati Presidenti alcune domande, ottenendo risposte da (in ordine rigorosamente alfabetico): Marino Andolina (sostenuto dalla lista “Sinistra”, formata da PRC e PdCI) , Franco Bandelli (sostenuto dalla lista “Un’altra Regione”), Saverio Galluccio (sostenuto dalla lista “Movimento 5 Stelle”), Debora Serracchiani (sostenuta dalle liste: ”Partito democratico”, “Slovenska Škupnost”, “Sinistra Ecologia e Libertà”, “Cittadini per Debora Serracchiani presidente”, “Italia dei Valori”). Malgrado i ripetuti solleciti, nessuna risposta è arrivata invece dal candidato Renzo Tondo, Presidente uscente (sostenuto dalle liste “PDL”, “Lega Nord”, “UDC”, “Autonomia responsabile”, “Pensionati”, “La Destra”). Di seguito le domande e le relative risposte.
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non è solo ambientale, ma anche economico in un periodo di vacche magre, in cui non vengono affrontati i problemi dei pendolari, non si mette mano alle perdite della distribuzione dell´acqua, ecc. Non abbiamo bisogno di grandi opere ma di opere importanti per il territorio. Bandelli: Non sono contrario a priori a nessuna opera di ammodernamento. Ciò non toglie che ogni grande opera deve e essere concordata con il territorio e i sindaci. Galluccio: Decisamente contrario. Si tratta di un progetto per il quale ci sentiamo di applicare il motto del movimento NOTAV. Molto meglio considerare la convenienza di lavorare per ottimizzare la rete esistente, anche con piccole opere di sistemazione immediatamente cantierabili e creare lavoro per le pmi locali. Serracchiani: Nessuno parla più di AV/AC. Credo che la soluzione stia nel quadruplicamento della linea ferroviaria: è una linea con le caratteristiche dell´alta velocità e dell´alta capacità, ma con maggiore attenzione alla sostenibilità ambientale. Specie nei centri abitati, dove la linea non dovrebbe passare ad alta velocità.
Nell´ipotesi che lei venga eletto/a Presidente, esprimerà oppure no l´intesa con il Ministero dello Sviluppo economico, per autorizzare la costruzione del rigassificatore di GasNatural a Trieste? Andolina: No di certo. Mi permetto di ricordare che È favorevole o contrario/a all´abolizione delle Province? all´inizio sono stato uno dei quattro gatti che votarono Andolina: Quello del costo eccessivo delle Province contro l´ipotesi di impiantare questa bomba da un memi pare un falso problema, utile soprattutto a schivare gaton in città. Allora PD e PDL erano strenui difensori l´attenzione da ben altri costi. La soppressione delle Marino Andolina di quest´opera. Province porterà a risparmi risibili. In una provincia Bandelli: Sono assolutamente contrario al rigassificacome quella di Trieste, la diversità culturale dei vari tore di GasNatural a Trieste. Comuni andrebbe salvaguardata proprio da un Ente superiore come Galluccio: No all´intesa con il ministero dello S.E. sul rigassificatore la Provincia di Zaule perché oltre ai gravi problemi di sicurezza, l´impatto sul golfo Bandelli: Sono assolutamente favorevole. Le attuali deleghe della e sull´ambiente sarebbe devastante. È necessario il riferimento ad un provincia possono essere gestite da Comuni e Regione. Va superato piano energetico nazionale e regionale, mancando i quali c´è la posl’attuale assetto delle Province con la creazione, nel caso di Trieste, sibilità di muoversi troppo liberamente nell´ambito della produzione e della Città Metropolitana. distribuzione dell´energia. Galluccio: Convintamente favorevole. Ciò consentirebbe, tra altro, Serracchiani: Sono contraria alla realizzazione del rigassificatore di ricollocare il personale dipendente – che nessuno vuole mandare perché non lo ritengo compatibile con l’idea di sviluppo che ho per a casa! – presso i Comuni o aggregazioni di Comuni - per svolgere Trieste, che passa attraverso il potenziamento delle attività portuali: funzioni ed erogare servizi di competenza delle Province e/o della l’impianto rischierebbe di comprometterle. Regione, con il fine ultimo, nel medio lungo termine, di fare di più con costi minori e con un contatto diretto con il territorio. È favorevole o contrario/a alla nuova linea ferroviaria AV/AC VeneziaSerracchiani: Favorevole. È da tempo che lo ribadisco: le Province Trieste? vanno superate in nome di una nuova organizzazione del territorio, Andolina: Contrario. Nel mio curriculum consiliare c´è un emendamen- più efficiente e meno costosa. La riforma degli enti locali è uno dei to (accolto) ai vincoli del prossimo Piano Regolatore che vieta di portare punti principali del mio programma. Vedo che Tondo recentemente si sull´altopiano opere dall´insostenibile impatto ambientale. Il problema è messo sulla mia scia.
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non veniva dalla nascita ma da un grande amore per l’Ebraismo. Era il Presidente, appunto, dell’apertura. Questa grave perdita, altrettanto grave per la comunità cittadina che per quella ebraica, segue di pochi mesi un altro gravissimo lutto: la perdita del professor Filip Fischer, che potremmo veramente definire una mente illuminata. La prossima volta che leggiamo Nathan il Saggio, grandissima opera di G.E.Lessing nonché capolavoro dell’Illuminismo tedesco, facciamolo con un pensiero a questi due amici. Paola Alessandra Alzetta
ricordo di andrea Mariani
Conoscevo Andrea Mariani (che, come ricorda Mauro Tabor, assessore alla Cultura della Comunità Ebraica, è stato il primo presidente della comunità nato dopo la shoah) già da un certo tempo quando cominciai a fare le visite guidate nella sinagoga di Trieste, perciò permettetemi una nota personale: nel raccontarmi storie poco note sulla sinagoga, mi disse che per lui ero “una di famiglia”: gli sarò sempre grata per questa sua grande apertura, per questo riconoscimento della mia vicinanza all’ebraismo che
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concetto stesso di `comunità´. In particolare, la cura della qualità dell´insegnamento pubblico richiede investimenti e risorse che, ad ogni livello, sono stati finora insufficienti. Anche il Friuli Venezia Giulia deve avere cura, nell´ambito delle sue competenze, di contribuire a mantenere alto il livello delle prestazioni formative, con conseguente allocazione di risorse.
Ritiene che la Regione debba riappropriarsi, oppure no, delle competenze in materia urbanistica e paesaggistica, oggi quasi totalmente delegate ai Comuni? Andolina: Io mi fido più dei Comuni che della Regione. Dal punto di vista urbanistico non avrei dubbi sulla maggior competenza comunale. Dal punto di vista paesaggistico il ruolo della Regione può essere discusso. Bandelli: La Regione le ha e non le ha mai esercitate dagli anni ‘60 in poi. Galluccio: Sono competenze che andranno riviste e redistribuite con attenzione tenendo in considerazione i cambiamenti che potranno interessare l´assetto istituzionale, con particolare riferimento all´ipotesi di abolizione delle Province ed alla costituzione di aggregazioni comunali, nel rispetto di linee guida quali: tutela e valorizzazione del territorio e delle risorse urbanistiche e paesaggistiche, snellimento burocratico, significativo taglio dei costi, miglioramento dell´efficienza complessiva. Serracchiani: La Regione dovrebbe essere regista, non scaricare tutta la responsabilità sulle spalle dei Comuni, come avviene oggi. Purtroppo però manca un piano, perché la giunta Tondo, dopo anni di promesse, non è riuscita ad approvare un nuovo piano paesistico.
Quali provvedimenti adotterà per ridurre le spese di funzionamento della macchina amministrativa regionale e dei gruppi consiliari? Andolina: Per me chi ha l´onore di avere un ruolo nel Consiglio Regionale potrebbe lavorare anche gratis... In ogni caso andrebbero ridotti i compensi dei consiglieri e non il loro numero e quindi la loro rappresentanza democratica. In una crisi come l’attuale andrebbero ripensati anche i compensi dei dirigenti regionali, i gettoni dei componenti delle società partecipate, ecc. Bandelli: Razionalizzazione e centralizzazione dei controlli, per quanto riguarda la macchina amministrativa regionale. Le spese dei gruppi consiliari vanno invece ridotte e regolate. La paga di un consigliere regionale va equiparata a quella dei sindaci di capoluogo. Galluccio: Il taglio dei costi della politica è uno dei nostri punti di programma più importanti, anche per i contenuti etici che esprime. C´è sicuramente la possibilità di fare tagli non lineari, ma mirati con riferimento sia al funzionamento degli organi politici della Regione, sia alla macchina amministrativa. Risparmi si possono ottenere gestendo con maggiore oculatezza i rimborsi introducendo un semplice criterio di rendicontazione (delle spese ed Saverio Galluccio attività effettivamente svolte) oppure scegliendo il personale dipendente del Consiglio all´interno del Comparto unico (teoricamente più qualificato), investendo sulla sua formazione. Altri possibili risparmi: razionalizzazione e taglio del personale dipendente del Consiglio (facilitato dal significativo calo di lavoro dell´Aula rispetto agli anni precedenti); indennità dei consiglieri a 5.000 Euro lordi, abolizione dei vitalizi e delle indennità di fine mandato, sostituendole con strumenti analoghi a quelli dei lavoratori dipendenti. Serracchiani: Semplificazione delle procedure e riduzione dei costi della politica sono priorità. Intendo tagliare i fondi in dotazione ai gruppi e le indennità dei consiglieri regionali, abolire i vitalizi e il fondo riservato ai presidenti di Giunta e Consiglio.
Conserverà o abolirà i contributi regionali a favore delle scuole private (per lo più confessionali)? Andolina: Io sono per la scuola pubblica senza se e senza ma. Bandelli: Noi siamo per la scuola pubblica. Ci sono però delle scuole private confessionali che hanno diritto ad interventi mirati per la loro esistenza e mantenimento. Galluccio: Il tema è molto più complesso di quel che appare. Ci sono molte scuole private, come quelle materne, che stanno sopperendo a gravi mancanze del pubblico. Dovremo pianificare prima l´apertura e le nuove assunzioni per poter in seguito garantire lo stesso servizio al cittadino e tagliare il finanziamento pubblico alle scuoDebora Serracchiani le private. Per noi, la scuola deve essere pubblica, ma soprattutto efficace. Serracchiani: La scuola è il luogo in cui si fonda la comunità e la prevalenza del pubblico sul privato in questo campo appartiene al
Se arriverà secondo/a nella competizione elettorale, rimarrà in Consiglio regionale a guidare l´opposizione, oppure – come Riccardo Illy nel 2008 – si dimetterà per andare a fare altro? Andolina: La vedo dura arrivare secondo. Comunque non mi dimetterei di certo. Bandelli: Si fa una battaglia per arrivare sempre primi: non ci penso nemmeno ad arrivare secondo, ma è ovvio che se così fosse resterò in Consiglio a guidare l’opposizione. Galluccio: Non solo rimarrò in Consiglio ma qualora dovessi anche risultare terzo (e quindi escluso dal Consiglio a causa di una legge elettorale “strana” e da riformare) garantisco comunque il mio impegno politico e sociale in regione. Serracchiani: L’ho già detto senza esitazioni: anche in caso di sconfitta mi impegnerò per il futuro del mio territorio e lavorerò nell’interesse del Friuli Venezia Giulia, in Consiglio regionale. Dopo cinque anni di malgoverno del centrodestra questa regione ne ha bisogno. D.P.
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È favorevole o contrario/a alla “macro-regione del Nord”? Andolina: Contrario. L´unità d´Italia è costata tante vite (anche inutilmente) che mi sembra orribile tornare indietro di 150 anni. Se i cittadini del sud hanno versato il sangue dei loro ragazzi per allargare l´Italia al Nord Est, ora dobbiamo guardare con simpatia anche a chi Franco Bandelli è oggi meno fortunato di noi. Bandelli: Sono assolutamente contrario alla macro-regione, una bufala elettorale. Galluccio: Non sono chiari i contenuti culturali e/o economici di questa trovata geo-politica dall´evidente sapore propagandistico. Per quanto se ne può capire al momento, si rischia di perdere la specificità e l´autonomia del Friuli Venezia Giulia senza avere percezione di possibili benefici. Serracchiani: Contraria: è solo l’ennesima insensata invenzione leghista, una scatola vuota. È grave che il presidente Tondo si sia accodato a un progetto che rischia di fare del Friuli Venezia Giulia una succursale del lombardo-veneto. Investiamo piuttosto sulle macroregioni europee.
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* Al momento di andare in stampa non è noto se Andolina e la lista che lo sostiene saranno ammessi alle elezioni, oppure no
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UN GRILLINO TRIESTINO ALLA CAMERA Intervista all’onorevole Aris Prodani, neo-eletto deputato del Movimento 5 Stelle
Una delle novità più rilevanti delle recenti elezioni politiche, è stato l’arrivo in Parlamento di 109 deputati e 54 senatori del Movimento 5 Stelle, il cui leader è il comico Beppe Grillo. Abbiamo rivolto qualche domanda all’on. Aris Prodani, triestino, eletto alla Camera dei Deputati nella circoscrizione Friuli Venezia Giulia. Innanzitutto qualche cenno biografico: Età: 39 Titolo di studio: Liceo Linguistico “F. Petrarca” Attività lavorativa attuale: Piccolo Imprenditore nel settore turistico Principali esperienze di studio, lavorative ed associative: Non completato il corso di laurea in Storia Contemporanea. Cofondatore del Comitato Genitori Scuole di Banne, eletto (ottobre 2012) per il secondo mandato come rappresentante dei genitori nel Consiglio d’Istituto del I.C. Altipiano, dal 2008 nel Gruppo Beppe Grillo TS, ho seguito la nascita, la formazione e la comunicazione della Lista Civica TRIESTE 5 STELLE, ricoprendo il ruolo di referente e portavoce per Trieste della Lista che si presenterà alle prossime Regionali La Costituzione va modificata oppure no? E se sì, quali modifiche servirebbero? Le prime modifiche che proporrei sarebbero quelle relative agli strumenti di democrazia diretta. Quindi proposte di iniziative popolare obbligatoriamente discusse entro termini brevi e chiari, i referendum propositivi e l’abrogazione dei quorum nei referendum. Chi vede idoneo al ruolo di nuovo Presidente della Repubblica? La figura che mi immagino potrebbe essere quella di una persona di effettiva rappresentanza del Paese, meglio se slegata da una reale esperienza politica pregressa. Il M5S individuerà il proprio candidato attraverso la rete. Noi porteremo la proposta che emergerà da tale strumento. Che tipo di legge elettorale occorrerebbe per l’Italia? L’attuale “porcellum”, un maggioritario a doppio turno come in Francia, un proporzionale con sbarramento al 5% come in Germania, l’uninominale puro come in Gran Bretagna, oppure altro? E perché? Il Porcellum credo abbia dimostrato in maniera lampante il suo fallimento. Sulla tipologia specifica di una nuova legge elettorale potremmo discutere. Certo è che alcuni paletti fondamentali devono essere presenti in qualsiasi dei sistemi che potremmo adottare: la territorialità (per evitare candidature multiple particolarmente dei leader di partito), le preferenze, l’ineleggibilità dei condannati, un limite ai mandati. Senza dimenticare una uniformità di calcolo dei seggi nei due rami del Parlamento e il ruolo centrale che deve essere dato alla scelta dei candidati da parte dei cittadini Come si potrà formare un Governo, visto il risultato delle ultime elezioni politiche?
La domanda sarebbe da rivolgere a chi, pur avendone le possibilità, nulla ha fatto per modificare l’attuale legge elettorale. Noi proponiamo, comunque, un “governo a 5 Stelle”. Il PD ha, ultimamente, inserito molti temi cari al M5S nel proprio programma. Quindi non dovrebbero esserci problemi da parte loro a condividere quei punti, lasciandoci il compito di garanti della loro effettiva realizzazione. La sensazione, però, è che il PD si sia affidato ad una pura operazione mediatica. Perché quando si parla di rimborsi elettorali, sbattono la porta. È facilmente spiegabile questa “renitenza”: basta guardare le necessità economiche del Partito e da dove provengano le risorse per capire che senza il finanziamento pubblico il carrozzone si sfalderebbe in pochissimo tempo. Pertanto, condividere un percorso con chi non intende affrontare questioni che lo toccano direttamente, appare quantomeno difficile Pensa che possa funzionare una democrazia senza partiti e sindacati, come preconizzato da Beppe Grillo? Dobbiamo pensare ad un Paese diverso da quello che abbiamo visto fino ad oggi. I partiti spariranno, con le loro logiche clientelari e lobbistiche, nel momento in cui le persone si riapproprieranno del loro compito di Cittadini. Non più delegando (in bianco) ad altri le decisioni, le strategie e le pianificazioni, ma facendolo direttamente, mettendosi in gioco in prima persona e svolgendo quel ruolo sociale necessario in una moderna democrazia. Per quanto concerne i sindacati, non posso che condividere la visione proposta da Grillo. Non ha criticato il sindacato quale associazione a difesa dei lavoratori, ma la degenerazione alla quale molti sindacati in Italia sono giunti, diventando in alcuni casi doppioni dei partiti. L’Italia dovrebbe rimanere nell’Unione Europea e nella NATO, oppure no? E perché? Il M5S viene definito antieuropeista per avere inserito all’interno del programma l’idea di effettuare un referendum per la permanenza dell’Italia nell’Euro. Ma ciò non vuol dire che il M5S sia contrario all’Euro, tutt’altro, solo che devono essere gli Italiani, non le banche o la politica, a decidere in maniera consapevole a quale futuro andare incontro. La Nato poteva avere un senso anni fa, in una situazione geopolitica completamente diversa. Al giorno d’oggi, personalmente, andrei verso una progressiva smilitarizzazione del Paese. È favorevole a concedere la cittadinanza italiana ai figli, nati in Italia, degli immigrati? Se sì, o se no, perché? Sì, assolutamente favorevole. Ma questa scelta deve essere accompagnata da politiche di integrazione fondamentali che uno Stato come il nostro, con afflussi notevoli di diverse etnie, non può permettersi di non attivare. Garantendo il rispetto reciproco di usi e consuetudini e non dimenticando che la diversità deve essere vista come una grandissima risorsa di arricchimento culturale e sociale Pensa sia giusto che vengano sovvenzionate con fondi pubblici le scuole private? Se sì, o se no, perché? Dovrebbe esserci una netta separazione tra l’istruzione pubblica e quella privata. È evidente, e a maggior ragione negli ultimi anni, che le risorse disponibili siano insufficienti. Pertanto si dovrebbe sostenere
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E le tre misure più importanti in campo ambientale? In primo luogo la pianificazione della messa in sicurezza del territorio. Questa, oltre ad essere assolutamente urgente e necessaria, rappresenterebbe un notevole risparmio economico assoluto, rispetto a quanto fatto negli ultimi decenni, quando si sono dovute affrontare situazioni emergenziali e spesso drammatiche. In secondo luogo l’elaborazione di un serio piano energetico nazionale e attraverso un’incentivazione corretta e costante delle fonti rinnovabili, giungere
Qual è il principale provvedimento che il Parlamento dovrebbe adottare a favore del Friuli Venezia Giulia? Più che un provvedimento dal Parlamento, in maniera urgente mi aspetto una risposta definitiva da parte del Governo in carica in merito al rigassificatore di Zaule. La Regione ha abdicato in favore di Roma la potestà in merito alle scelte strategiche sul proprio territorio, perdendo per l’ennesima volta l’occasione di affermare con forza il valore di quell’autonomia regionale di cui molte volte ci si riempie la bocca ma che troppo spesso resta sulla carta. Ritornando al rigassificatore, ogni valutazione relativamente sia agli iter procedurali sia alla validità di molti dei documenti presentati farebbe propendere, usando la logica ed il buonsenso, per un esito negativo del processo. Mi aspetto questo tipo di risposta. E deve giungere prima possibile. D.P.
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Qual è esattamente il ruolo di Gianroberto Casaleggio nel Movimento 5 Stelle? Il ruolo di Grillo e Casaleggio è stato principalmente quello di aver dato la possibilità a dei cittadini di prendere parte alla vita politica non dovendo per forza entrare nelle tradizionali logiche partitiche. In particolare Casaleggio credo sia riuscito a cogliere il messaggio dirompente che Grillo diffondeva da anni, coniugandolo con un crescente e diffuso desiderio di cambiamento, traducendoli in un contenuto politico innovativo e cogliendo in anticipo il ruolo della rete.
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Quali pensa siano le tre misure più urgenti per far uscire l’Italia dalla crisi economica? Prioritari sono la riduzione della pressione fiscale, l’accesso al credito in particolare delle PMI e un veloce ammodernamento della macchina burocratica. Dobbiamo agire celermente su questi tre fattori per aspettarci, nell’arco di qualche anno, una ripresa economica che porti frutti costanti nel lungo periodo. Credo sia perseguibile l’esempio della Francia, dove lo Stato in qualche mese ha creato, mettendo sul piatto 20 miliardi di euro, una banca pubblica, e sottolineo pubblica, destinata esclusivamente al sostegno delle piccole e medie imprese. Oltre ad avere un effetto positivo sul tessuto produttivo, credo sia un’azione che dimostra l’esistenza di una strategia e farebbe aumentare, da parte delle imprese e dei lavoratori, la fiducia nelle istituzioni.
in tempi brevi ad una totale dipendenza da queste. Terzo, il superamento degli iter autorizzativi semplificati per opere considerate strategiche che,troppo spesso, impattano fortemente l’ambiente e risultano essere inaccettabili.
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esclusivamente l’istruzione pubblica. Da qualche anno sono rappresentante dei genitori all’interno del Consiglio di Istituto dell’Istituto Comprensivo Altipiano e, dal di dentro, la situazione è molto più critica di quanto possa apparire all’esterno. Continui tagli al personale, riduzione dei finanziamenti, investimenti sull’edilizia insufficienti. Credo che l’istruzione si stia sostenendo esclusivamente grazie alla buona volontà di moltissime persone che credono fortemente nel loro operato.
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Una nuova (H)era di Acegas-Aps? Rifiuti, che casino!
Perché la raccolta differenziata non tira. Un’analisi approfondita e precisa quella di Fabio Gemiti (Comitato Scientifico Regionale del WWF Trieste) sullo stato dell’arte della raccolta differenziata a Trieste. E impietosa. Un tavolo tecnico promosso dalla Provincia di Trieste che, nel 2010, individua un cronoprogramma di progressivo incremento della raccolta, fino ad arrivare al fatidico 65% previsto per la fine del 2012. Ma l’obiettivo è ben lontano da realizzarsi: ad oggi, marzo 2013, forse siamo arrivati al 28%, molto lontani. La progettazione e gli strumenti da attivare, non essendo stati analizzati puntualmente, hanno portato ad una sovrastima delle previsioni e puntare sulla raccolta stradale non ha pagato. I cittadini non sono stati motivati a dare un contributo attivo. Continua a persistere la Tarsu (Tassa ambientale rimozione rifiuti urbani), una delle più care d’Italia, che rende tutti uguali, sia chi differenzia con estrema cura le diverse componenti merceologiche, sia chi se ne Raccolta differenziata spinta frega altamente di contribuire, anzi abbandona anche i rifiuti ingombranti in prossimità dei cassonetti. La componente merceologica che potrebbe permettere di raggiungere il 65% è la frazione organica dei rifiuti urbani. Come dice Gemiti questo tipo di raccolta sarebbe in perdita, grossomodo 3 milioni di euro all’anno, che potrebbero portare addirittura ad un incremento della già eccessiva Tarsu. Perché non esiste in provincia un impianto di trattamento dell’umido, per cui i costi di trasporto altrove inciderebbero pesantemente sulla raccolta. Inceneritore: business per il gestore e diossine per la popolazione. L’altra motivazione per cui i meccanismi messi in atto per diventare un comune riciclone non hanno funzionato, oltre allo scarso impegno messo in atto dalla nostra amministrazione comunale, che fino a ieri era azionista di maggioranza di Acegas-Aps (adesso siamo entrati in una nuova [H]era dove il Comune possiede solo il 5% delle azioni), è, ovviamente, la presenza di un impianto d’incenerimento che distrugge l’indifferenziato (oltre il 70%) e che lavora anche per conto terzi perché AA è un gestore privatizzato che naturalmente ha come obiettivo il massimo profitto-business. Tanto che nel 2011 sono arrivate all’impianto di Trieste 37 mila ton di rifiuti, di cui 7600 da Napoli, 3600 da Salerno e le altre dal Veneto (Belluno e Treviso). Nel 2012 le quantità sono state simili, come ordine di grandezza: gli accordi contrattuali con la Campania prevedono una quantità massima annuale di 25 mila ton. Crediamo che la possibilità di incenerire rifiuti provenienti da altre aree nazionali in situazioni crisi di smaltimento (che sono piuttosto frequenti) siano accettabili come atto di solidarietà nazionale, ma non come business per il gestore dell’impianto. In Italia sono operativi circa 50 impianti. In caso di necessità andrebbe pianificata la distribuzione dei rifiuti da smaltire a turno far i vari inceneritori. Nell’inceneritore, oltre alle 37 mila ton provenienti da altre località del territorio nazionale, vengono smaltite annualmente circa 150 mila t/ anno, che in totale fanno circa 200 mila t/anno. Il fattore di emissione di diossine di un inceneritore è di circa 100 nanogrammi/ton di rifiuti. A 200 mila ton corrispondono circa 0,02 grammi di diossine. La dose
massima annuale per un essere umano è di circa 40 ng, ovvero 40 miliardesimi di grammo. Sui dati riguardanti le quantità di rifiuti provenienti da fuori Provincia, la loro caratterizzazione e le emissioni dell’inceneritore è mancata finora trasparenza da parte del gestore: a cosa serve il sito in rete di Acegas-Aps? Che l’arrivo di Hera modifichi questo andazzo? Biogas: un’idea con le gambe per il futuro prossimo. Il 20 aprile dello scorso anno è stata approvata dal Parlamento Europeo una risoluzione per l’applicazione più attenta del principio di precauzione agli impianti d’incenerimento nel Settimo programma di Azione Ambientale. Entro il 2020 andranno dismessi gli impianti più obsoleti e comunque anche gli impianti più recenti dovranno smaltire solo il residuo della raccolta differenziata (raccolta che dovrà superare il 65%). Cosa cambierà con la nuova Hera di AcegasAps? AA a Padova ha presentato lo studio d’impatto ambientale per un digestore anaerobico per trasformare in biogas (che contiene dal 50 all’80% di biometano) i fanghi di depurazione, alimentando un centrale elettrica di cogenerazione da 1MW elettrico. A Trieste è in progetto un impianto di depurazione biologica che avrà come residuo circa 2500 ton/anno di fanghi organici che a loro volta potrebbero teoricamente produrre 2,5 milioni di metricubi/anno di biogas in un impianto di digestione anaerobica (un impianto in cui vari ceppi batterici, in parte normalmente presenti nei fanghi, in carenza di ossigeno, demoliscono la sostanza organica producendo un miscela di gas con circa il 70% di metano). La raccolta differenziata dell’organico potrebbe teoricamente fornire 4 mila ton/anno, che inserite nel digestore formerebbero grosso modo 2,5 milioni di metri cubi di biogas. Un digestore in cui fossero miscelati i fanghi di depurazione con la frazione organica umida dei rifiuti potrebbero dare circa 5 milioni di metri cubi di biogas all’anno. Il biogas depurato in biometano potrebbe essere immesso in rete o potrebbe alimentare una centrale termoelettrica di media taglia. In media 1 milione di metri cubi/anno sono in grado di alimentare una centrale della potenza di 0,5 Megawatt elettrici. Con 5 milioni la centrale potrebbe raggiungere la potenza di 2,5 MW. Tutti i dimensionamenti sono approssimati ma servono a rendere l’idea. La Fondazione Internazionale Trieste per il Progresso e la Libertà delle Scienze propone qualcosa di analogo ampliando il ciclo: immaginando anche un impianto per la produzione di microalghe che contribuirebbero alla massa organica del digestore, consumando, inoltre, per la fotosintesi, la CO2 prodotta dalla centrale. E non dimentichiamo gli incentivi per produzione di biogas previsti dal dm 06/07/2012, che per 20 anni assicurano attualmente circa 130 euro/ MWh, quando la potenza è compresa fra 1 e 5 MW, e di circa 100 euro quando la potenza supera i 5 MW, oltre alla possibilità di vendere in rete l’energia prodotta a prezzo agevolato. Intanto 14 milioni di euro sono incamerati annualmente dal gruppo Acegas-Aps con il famigerato CIP6, 7 di questi dall’inceneritore di Trieste. Tanto per farsi un’idea: il costo di un digestore è più o meno di 4 milioni di euro per MW di potenza.
Lino Santoro
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Uno dei “casoni” abusivi (foto di Graziano Benedetti)
anni Cinquanta dello stesso secolo. Pertanto, risulta smentita la tesi di fondo degli appellanti in ordine all’essere i “casoni” parte del paesaggio lagunare in quanto testimonianza storica delle antiche attività di pesca, di modo che alcuna carenza od omissione può ascriversi alla condotta dell’Amministrazione preposta al vincolo paesaggistico, la quale ha preso in considerazione i manufatti in discorso come nulla più che dei meri abusi edilizi (ancorché piuttosto risalenti nel tempo).” Nessun valore storico, quindi, ma tutt’al più “vintage”! Così la magistratura ha confermato appieno le tesi sostenute dal WWF e dall’associazione Ambiente 2000 (nel silenzio del mondo politico), che riteneva inaccettabili simili abusi in un’area golenale di elevatissimo pregio ambientale e paesaggistico, tutelata come Riserva regionale, Sito d’Importanza Comunitaria (Direttiva Habitat) e Zona di Protezione Speciale (Direttiva Uccelli), frequentata da turisti provenienti da mezz’Europa. È facile immaginare l’impatto degli insediamenti abusivi sull’ecosistema, in termini di rumore, sversamenti in acqua di olii, combustibili e acque nere non depurate, cementificazione, inquinamento floristico, modifica delle sponde con palancolature. Queste ultime, realizzate in gran parte con travi di legno e lastre in fibrocemento, modificano la sponda del canale e di conseguenza il suo corso, determinando
l’eliminazione di molte barene. Oltre che una questione ambientale è un atto di giustizia: le associazioni di cosiddetti “casoneri” hanno occupato per i loro usi privati spazi pubblici, privando la collettività di un bene comune. Ora gli ordini di demolizione emessi prima dal Genio Civile di Gorizia, poi dal Comune di Staranzano, contro un centinaio di baracche devono essere eseguiti. Tuttavia la vicenda non è ancora chiusa. Il Piano di Conservazione e Sviluppo della Riserva regionale della Foce dell’Isonzo, oltre all’eliminazione delle edificazioni illegali e il ripristino dei siti, lascia aperta la porta alla costruzione di tre pontili - uno in Brancolo Morto, uno in Marinetta e uno in Punta Barene – consentendo la costruzione di alcuni “casoni” ad uso collettivo e parcheggi. Uno di questi progetti, riguardante Punta Barene, ha già avviato il suo iter e si tratta di una vera e propria darsena
Simulazione del progetto di darsena a Punta Barene, all’interno della Riserva naturale della Foce dell’Isonzo (foto di Graziano Benedetti)
da 208 posti barca (eventualmente raddoppiabili con un secondo lotto). La darsena di Punta Barene, pur comportando significativi impatti paesaggistici e naturalistici, potrebbe essere accettabile solo a condizione che si concentrino lì tutte le imbarcazioni attualmente attraccate disordinatamente nelle aree più interne della Riserva, liberando definitivamente i canali della Quarantìa e del Brancolo morto dai natanti e restituendo questi spazi alle funzioni di tutela previste nell’area protetta. I posti barca si facciano in altre zone litoranee già compromesse, quali il canale Est-Ovest di Monfalcone, sul quale già esistono progetti di ampliamento, o Grado. Sui giornali si legge di politici e amministratori (da ultimo il Sindaco di Staranzano), che per inseguire il consenso degli abusivi ora vogliono premiarli, concedendo loro di costruire nuove darsene dentro la Riserva: se questa è la linea, il WWF continuerà ad opporsi con ogni mezzo, e dopo la vittoria ottenuta sull’abbattimento dei “casoni” è pronto a brindare un’altra volta alla “liberazione” della Riserva dal traffico nautico privato. Claudio Siniscalchi Presidente WWF Isontino “Eugenio Rosmann”
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È stata depositata l’11 marzo l’attesissima sentenza del Consiglio di Stato sugli abusi edilizi alla Foce dell’Isonzo (ne parlavamo già sul Konrad del settembre 2010). Un centinaio di baracche – costruite con legno, lamiera e abbondante eternit – in gran parte su suolo demaniale, sono note come “casoni”, ma con i veri casoni lagunari non hanno niente da spartire. Per decenni gli occupanti abusivi, i quali hanno trasformato in proprietà private spazi che dovevano essere di tutti, hanno sostenuto il valore delle loro baracche. Ricevendo però una nettissima smentita dal Consiglio di Stato, che scrive: “dopo aver esaminato ciascuno dei “casoni” (…), in ordine alla loro epoca di realizzazione (…) è stato accertato, senza una seria smentita ex adverso, che la stragrande maggioranza (…) è stata edificata solo negli anni Sessanta e Settanta del secolo scorso, con l’eccezione di una sparuta minoranza che risale a non prima dei tardi anni Quaranta o degli
KONRAD
Il Consiglio di Stato mette fine ad una vertenza che si trascinava dagli anni ’80
APRILE 2013
LE BARACCHE ABUSIVE ALLA FOCE DELL’ISONZO DEVONO ESSERE ABBATTUTE
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KONRAD
Com’era dolce essere bambini, e sulle cose difficili del mondo poter chiedere spiegazioni a qualcuno, grande e affidabile. Papà, perché questo?, e come funziona quest’altro? Sollevare gli occhi, attendere la risposta. Eppure, anche quando siamo adulti e soli, possiamo fare lo stesso. Chiedere ai “grandi”, questa volta intesi in un altro modo. Lo scorso febbraio, le dimissioni del Papa mi avevano fatto venir voglia di comportarmi così, sollevare gli occhi a uno dei massimi autori italiani del Novecento, Ignazio Silone (1900-1978), come per chiedergli un parere. E tu, che ne pensi? Che ne penseresti, oggi? Lo scrittore abruzzese, già notissimo per Fontamara, Pane e vino, Il seme sotto la neve, e altre opere, nel 1968 scrive L’avventura di un povero cristiano trattando con passione e rispetto la vicenda di Celestino V, uno dei pochissimi pontefici dimissionari della storia, colui che fece per viltade il gran rifiuto (anche se non tutti ritengono che Dante con quel verso severo volesse riferirsi proprio a lui). Di difficile collocazione, l’opera si divide in due parti molto diverse tra loro. La prima è narrativo-saggistica. Silone racconta le sue ricerche, il suo peregrinare nell’amata terra d’Abruzzo nei luoghi di Pietro Angelerio, per ritrovare documenti riguardanti la sua figura e la sua storia. La seconda parte è costituita dal testo teatrale. Nonostante la struttura bizzarra, il libro riscuote enorme successo, presso il pubblico, forse perché si inserisce nelle riflessioni e negli entusiasmi postconciliari, e presso la critica che lo giudica il punto più nobile e vibrante di tutta la produzione siloniana. Lo scrittore - che si riteneva “socialista senza partito”, polemico contro il regime partitocratico, e “cristiano senza chiesa”, insofferente al potere delle gerarchie ecclesiastiche - voleva un cristianesimo che tornasse alle origini, alla purezza del messaggio evangelico, all’amore, alla solidarietà, al rifiuto di ogni vanità e potere. La vicenda di Celestino V era quindi terreno ideale per indagare sulla questione a lui più cara come intellettuale e come uomo: quella dell’individuo che non accetta compromessi,che resta nudo davanti alla propria coscienza. Una questione tutt’altro che antica; sempre attuale. Tutt’altro che esclusivamente religiosa; anche politica. Pietro Angelerio, l’eremita di Morrone, nel 1294 viene eletto Papa per necessità, per imbarazzo (il trono di Pietro risultava vacante da lunghissimo tempo, il conclave non trovava un accordo a causa delle lotte tra le due fazioni di elettori), e per opportunismo (chi voleva il controllo, riteneva di poterlo gestire agevolmente con un Papa marionetta al quale muovere i fili, un uomo ingenuo, senza esperienza, non troppo colto, forse non troppo sveglio). La nomina coglie Pietro di sorpresa, lo riempie di dubbi morali. Quando gli offrono un cavallo bianco, tutto bardato di rosso, per il viag-
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gio fino all’Aquila, il nuovo Papa rifiuta, dicendo di preferire l’asino. Se cominciassi a preferire il cavallo all’asino, le belle vesti di seta al panno ruvido, la tavola riccamente imbandita all’umile desco senza tovaglia, finirei col pensare e sentire come quelli che vanno a cavallo, vivono nei salotti e banchettano. Ora, per conto mio, non penso che un’autorità religiosa abbia assolutamente bisogno di lusso per ispirare rispetto. Anche nella mia nuova condizione, non intendo separarmi dal modo di vivere della povera gente a cui appartengo. E confidandosi con un fraticello, spiega le sue ansie. Non è stata una scelta facile, come puoi immaginare. [...] Se accetto, mi dicevo, pecco di presunzione? Io sono un povero cristiano qualsiasi e come posso ardire di diventare il vicario di Nostro Signore tra gli uomini? A questo dubbio ne subentrava però un altro, del tutto opposto. E se, per non peccare di presunzione, peccassi di viltà e di sfiducia nell’aiuto dello Spirito Santo? [...] Appena però propendevo per l’accettazione e riflettevo ai miei doveri imminenti, mi sentivo daccapo cadere le braccia. Mi chiedevo: dove troverò il sapere, la saggezza, l’esperienza che mi mancano? Di chi potrò fidarmi nella curia di Roma? Bastano pochi mesi di pontificato, e il suo disagio diventa penoso. Abissale la differenza tra la sua concezione di Chiesa e tutto ciò che invece lo circonda: intrighi di palazzo, beghe per il potere, malignità. A Celestino piacerebbe amministrare la Chiesa come faceva col suo piccolo gruppo di fraticelli, o come si farebbe in una famiglia, con amore reciproco e totale fiducia. Ma il cinico cardinale Caetani, futuro Bonifacio VIII, gli rimprovera aspramente la sua ingenuità. La Chiesa, gli fa notare, ormai è una potenza, anzi, la più elevata della potenze, e deve regolarsi come tale. Non si governa col Pater Noster. A Celestino, che con sgomento arriva a dire che è difficile essere Papa e rimanere un buon cristiano, non resta che la rinuncia e tutto quel che ne segue (la fuga, la prigionia, la morte, forse ordinata dallo stesso Bonifacio). L’avventura di un povero cristiano è un testo assolutamente moderno, raffinato e profondo, ma allo stesso tempo semplice, che parla quasi sottovoce all’anima e lascia sospese domande importanti - valide per il credente come per l’ateo - sul compromesso, sulla fermezza, sul coraggio dell’umiltà, sulla seduzione del potere. Domande sul senso della nostra piccola vita.
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APRILE 2013
L’AVVENTURA DI UN POVERO CRISTIANO
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Ma noi, che osserviamo la riva come da un altro mondo – noi lo sappiamo. Vi riconosciamo all’istante, e vi deridiamo per l’incauta tenerezza, le umane illusioni, la gaiezza di questo momento, il vostro provvisorio abbraccio. Troppe mani tese sono passate di qui, piene di briciole, nella finzione stolta di pretendersi ancora bambini. Clessidra rovesciata, il tempo ripiegato. Potreste persino farvi domande semplici - Come ti chiami? Che classe fai? - e credere di essere passati di qua con la gita di scuola. Il cuore è vergine, il futuro davanti, sbriciolati anch’essi nella mano. Venite, su su, coraggio.
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Ma noi, che abbiamo la saggezza di un unico amore – noi lo sappiamo. Sarete voi a non avere coraggio. Quando metteremo il becco nel vostro palmo aperto, ne avrete timore, e ritirerete il braccio con un urletto scemo. Ci volterete le spalle, allora, raccontandovi scuse. Visti da vicino dopotutto eravamo brutti, sporchi, goffi, dolenti. Testimoni. E guardarci negli occhi, no, proprio non si poteva.
elle.pi
IL POETA UMBERTO SABA è ANCORA (ABBASTANZA) VIVO
9 marzo 2013, ore 11:00 Avrebbe dovuto svolgersi in via San Nicolò davanti alla Libreria Antiquaria Umberto Saba, per far presente alla città e ai pochi turisti che c’è stato e ci sarà sempre un poeta a Trieste cha vale la pena leggere, ma la pioggia deviò l’omaggio a Saba all’interno del Palace Suite. Peccato, ma anche così il poeta triestino ha avuto la sua buona commemorazione. Maurizio Zacchigna ha detto – e non, come ha ribadito lui stesso, “declamato” – i versi di Saba, dandogli quella voce e quel ritmo che le letture declamatorie, appunto, non hanno e che coinvolgono spesso la poesia in generale (a cominciare dal poeta stesso che leggeva, seppur in modo genuino e trasportato, piuttosto enfaticamente, come la “vecchia scuola” prevedeva). A Saba è stata ridata voce perché quest’anno è il suo 130° anniversario dalla nascita (avvenuta il 9 marzo 1883). Chi scrive detesta le date (genetliaci e anniversari vari) ma, se non ci fossero neppure quelle, teme che moltissimo andrebbe perduto e ricordare è già un po’ fare. Comunque sia, la lettura è andata bene, anzi, direi benissimo: la condivisibile volontà di leggere le poesie senza interruzioni di applausi e la volontaria omissione della maggior parte dei titoli delle liriche da parte dell’attore, ha intensificato l’evento, che è stato distratto, e direi reso addirittura più denso, dal rumore violento di un trapano che, da un luogo imprecisato ma non lontano dello stabile, partiva sempre a inizio o metà poesia, togliendo momentaneamente consistenza, o aria, al “flusso” lirico. Alla terza o quarta volta che il trapano bloccava la lettura, il Sindaco partiva per far cessare l’invadente rumore, che alfine si placò. E che gioia, per me, soffrire perché qualcuno disturbava la poesia! Significava che esisteva ancora, che era ancora, magari poco, richiesta (le lamentele erano di tutta la sala). E anche se quel poco è sempre più spesso ascoltato, quindi reso vivo, da persone la cui media d’età è ben al di sopra dei quaranta, era già qualcosa, perché a voler ripetere l’evento com’era nei progetti, e cioè nella via, poteva capitarci un
trentenne, o addirittura un ventenne che, incantato dalla voce o dalle parole o dal semplice capannello di gente avrebbe potuto godere di ciò e magari esser infastidito da un colpo di clacson… La direttrice delle Biblioteche civiche Bianca Cuderi ha presentato l’evento, che è subito passato in mano, anzi alla voce, di Zacchigna e, piacevolmente (non è una considerazione politica), il sindaco non ha parlato ma, come detto sopra, ha solo agito, e bene. Tra le prime file c’era anche il nostro Claudio Magris, che incontreremo questo pomeriggio. 9 marzo 2013, ore 18:00 All’appuntamento del pomeriggio, svoltosi al Ridotto del Teatro Verdi, c’era molta più gente rispetto la mattina - circa il quintuplo -, c’era Magris, c’era Stefano Sacher, c’era la musica, con il violino di Glauco Bertagnin e i brani di Bach, ma c’era meno Saba. Si era più attorno a Saba che dentro, e il ventenne casuale della mattina sarebbe fuggito perché non avrebbe capito il poeta ma veduto un armamentario intellettuale, semintellettuale, per quanto ben confezionato, poco utile - ma forse è nelle corde delle commemorazioni, e non si può chiedere di più. Insomma, la cultura ingessava (colpa dell’età media?). Il sindaco questa volta però ha preso la parola e si è fatto promotore, come poche ore prima, di una buona azione, facendo emergere un dato sottinteso importante, e forse poco inteso: ha ringraziato Mario Cerne, l’attuale proprietario della Libreria Umberto Saba nonché figlio di Carletto, il garzone del poeta libraio, per esser stato lo stimolo di tale manifestazione. Noi che lo conosciamo, sappiamo quanto il suo pungolare sia antico e quanto poco sia ascoltato e, per inciso, conosciamo anche il lavoro di volontariato culturale che questa città gli costringe a fare quando, sospendendogli le vendite, diventa una guida museale non stipendiata… Ma la via della cultura, lastricata di poche gioie e tante sofferenze, è oggi anche questa.
Riccardo Redivo
KONRAD
Noi, che viviamo molto a lungo – noi lo sappiamo. Che continuerete ad esistere, a ripetervi con nomi diversi, ad essere copie credendovi originali, a dire le medesime parole, muovere simili gesti, sognare le stesse speranze. La prima passeggiata vi conduce qui spesso. Che cosa fai, cosa ti piace, oh ma lo sai che anch’io... e nell’immobile frattempo della scoperta, troverete una merendina in tasca per offrircela a pezzetti. Ci direte belli, candidi, eleganti, felici. Ci direte indifferenti. Venite, su su, coraggio.
APRILE 2013
racconti brevissimi pensati come scatti fotografici, ritratti di un momento rubato...
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50 MM
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APRILE 2013 KONRAD
Tre libri: Angeli sulla punta di uno spillo (di Družnikov Jurij, Barbera Editore, 2006, € 18.50), Vita e destino (di Grossman Vasilij, Adelphi 2008, € 34.00) e I racconti di Kolyma (di Šalamov Varlam, Einaudi 2005, € 17,85). Tre libri per un viaggio nell’URSS, un viaggio a ritroso nel tempo, che consiglio, a chi interessato, di fare nell’ordine con cui sono indicati i tomi. Angeli sullapunta di uno spillo si svolge intorno agli anni ’70. È un romanzo scritto con il sarcasmo di chi guarda ad una società ingessata (siamo all’epoca della Stagnazione breznieviana) con gli occhi di piccoli e grandi attori (c’è anche Breznev). Tutto si svolge a Mosca e ogni capitolo è dedicato ad un personaggio singolo, descritto in maniera magistrale. Al centro, con qualche capitolo in più, Igor Makarcev, direttore di un giornale molto ufficiale, appartenente alla nomenklatura, dipinto in maniera quasi tenera per la sua fede in schemi ormai morenti. Ne viene fuori la descrizione di un sistema certamente autoritario, ma non molto dissimile dal nostro: politici dediti all’intrallazzo e gente dedita alla sopravvivenza, polizia manesca e meschinità a palate, con qualche momento onesto, disperso nel marasma. Altro registro per Vita e destino. Vasilij Grossman era un ebreo russo, che durante la Grande Guerra Patriottica, come in Russia tuttora è chiamato il secondo conflitto mondiale, fu al seguito dell’esercito come cronista del giornale dell’Armata Rossa. All’epoca era uno stalinista convinto, ma poi si ricredette e ne è testimonianza questo libro, un capolavoro assoluto della letteratura mondiale, che le autorità, al tempo agli ordini di Kruscev, cercarono in ogni modo di distruggere, fortunatamente non riuscendovi. Il romanzo si svolge nel tempo in cui si combatte la battaglia di Stalingrado. E i suoi personaggi si muovono nei lager nazisti e in quelli staliniani, nelle cantine di Stalingrado, nelle case moscovite, nel Cremlino
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Siamo tutti intelligenti
TARGHE
A qualcuno di noi può capitare di dover guidare per un lungo tratto, e allora la mente spazia su ricordi, progetti, persone. Ma se il viaggio è lungo, non si sa più a cosa pensare. Ecco un giochino che può aiutarci a tenere la mente sveglia durante il nostro viaggio. Osservo la targa della macchina che mi sta davanti: ad esempio oggi, passando per la Via dell’Istria, mi sono trovato il furgone targato CE 166 BE, come si vede dalla foto fatta dopo un piccolo inseguimento fatto in motorino sotto la pioggia. Prima fase: bisogna trovare una parola che contenga, nell’ordine, le quattro lettere presenti nella targa, in questo caso C E B E, e la parola da me trovata è CELEBRE. Seconda fase: bisogna dare una definizione della parola trovata (CELEBRE) usando tre
(Stalin) e a Berlino (Hitler). Certi lettori di questo libro hanno accompagnato la lettura con degli appunti, per non perdersi fra i personaggi con quei lunghi nomi russi per noi ostici. Ed hanno constatato che per mille pagine e attraverso dozzine di personaggi, l’autore mai s’è smarrito, e mai ha smarrito il filo conduttore della sua opera: la compassione. Una compassione talmudica del tipo “Salva un uomo ed avrai salvato un mondo”, come ci dice Isaac Stern in “Schindler list”, comunque unica salvezza per lo smarrimento a cui conduce la constatazione della natura dell’uomo. Terzo libro I racconti di Kolyma (che dovrebbe leggersi con l’accento sulla a, se è giusta la pronuncia della parola nel recente film Educazione siberiana). Con le due letture precedenti siamo passati dagli anni ’70, sarcasmo, ai ’40, compassione. Qui siamo invece all’ombra del ’37, l’anno terribile in cui un sistema cannibale mangiò anche buona parte di sè. Non è più il tempo del humor di Družnikov, scrittore dissidente, colpito da censura ed infine costretto ad emigrare, ma vissuto sempre libero. Non è nemmeno il momento della compassione di Grossman, morto più o meno di crepacuore ma mai imprigionato. Qui c’è Varlam Šalamov, uno zek, un galeotto, imprigionato la prima volta nel ’29, liberato nel ‘31 e poi nuovamente nel ’37 per trotzkismo e graziato nel ’51. E questa seconda volta spedito nella Kolymà, regione eternamente gelata dell’Asia orientale, a sud della Siberia, colonizzata soltanto durante lo stalinismo data la disponibilità di manodopera forzata, dove lo sputo che gela prima di toccar terra segna le temperature sotto i -50°, riferisce Šalamov. Varlam sopravvisse, alla maniera di Primo Levi e Boris Pahor: grazie alla compassione di qualcuno, o al caso, nel ’46 divenne infermiere, quand’era ridotto a meno di 50 chili, a un pelo dalla morte che già aveva travolto tanti suoi compagni. E con lui sopravvisse un sentimento che colpisce il lettore per la sua veemenza: la rabbia. Con questa rabbia scrisse i suoi racconti, non facili da leggere. Ricordano quelli di Edgar Allan Poe, dove si discende nell’orrore sapendo di farlo. Ma lì la fantasia psicotica, qui una realtà vissuta. Tre grandi libri per guardare dallo spioncino quella che fu l’URSS e quella che è ancora la Russia.
Claudio Pettirosso
parole formate da tante lettere quante indicate dalle cifre della targa (in questo caso 1 6 6), e questa frase potrebbe essere “È FAMOSO FAMOSO!”. Altro esempio? Dalla targa AT 218 FC ho ricavato la parola ARTEFICE, con la sua definizione “FA, È CREATORE”.
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VIAGGIO NELL’URSS
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Invece dalla targa AT 917 EX, fotografata sotto casa, ho tratto AUTOVELOX, definita da “FOTOGRAFA I VEICOLI”. Naturalmente questa definizione si può adattare anche a me, ormai intento a fotografare veicoli e targhe per i miei giochini. Spero che qualche automobilista non si arrabbi…. Se trovate altre soluzioni, potete spedirmele, oppure potete raccontarmi come passate voi le lunghe ore alla guida. Grazie. © Giorgio Dendi giorgiodendi@virgilio.it
ELEZIONI
REGIONALI
Gianni Ursini
21-22
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2013
SPECIALMENTE TRIESTE. MARIA MONTELEONE
TAGLI DECISI AI COSTI DELLA POLITICA • Taglio indennità consiglieri • Eliminazione indennità di fine mandato • Eliminazione vitalizio consiglieri Con i risparmi realizzati, potenziamento microcredito, borse studio e acquisto libri di testo.
PER UNO SVILUPPO SOSTENIBILE E UN AMBIENTE DA VIVERE BA RR A IL SIM BO LO E SC RIV I MO NT EL EO NE
NO al rigassificatore di Zaule NO alla centrale termoelettrica alimentata ad olio di palma “africano” ad Opicina
L'IMPEGNO A DIRE NO CONTINUA IN REGIONE. INSIEME!
APRILE 2013
Recentemente è stata diffusa la notizia che il noto cantautore Francesco Guccini, classe 1940, ha deciso di abbandonare il mondo della musica per dedicarsi completamente allo scrivere libri. Se fosse vero, non sarebbe una bella notizia per me che ho passato la mia adolescenza ascoltando le sue canzoni, assieme a quelle di Fabrizio De Andrè, Lucio Dalla ed altri. Sapevo comunque che Guccini aveva il pallino dello scrivere, ma non avevo mai letto niente di suo fino a quando durante gli ultimi mesi passati in ospedale per problemi cardiaci, un’amica non mi ha prestato un libro intitolato Tango e gli altri – romanzo di una raffica, anzi tre. Autori Francesco Guccini e Loriano Macchiavelli. Quest’ultimo come scrittore è molto più famoso di Guccini, perchè ha creato il personaggio del brigadiere di P.S. Antonio Sarti, poi apparso anche in alcuni serial prodotti dalla Televisione Italiana nel 1987 e nel 1988. Per tornare a “Tango”, il romanzo parla della brutta storia di un partigiano della “Garibaldi “ fucilato nel novembre del 1944 per errore dai suoi stessi compagni, e delle indagini effettuate 15 anni dopo dal maresciallo dei carabinieri Benedetto Santovito sull’Appennino tosco-emiliano. Come vedete, un tema abbastanza inusuale ed in carattere con le celebrazioni del 25 aprile. Il maresciallo Benedetto Santovito, antifascista ed ex partigiano originario di un paesino in provincia di Salerno e sbattuto per punizione in un gelido borgo dell’Appennino è un personaggio ricorrente in vari romanzi scritti da Francesco Guccini assieme a Loriano Macchiavelli. Il primo è Macaronì. Romanzo di santi e delinquenti (Mondadori, 1997). Seguirono tra il 1998 e il 2002 altri 4 libri scritti senza un preciso ordine temporale, ma comunque ambientati tra il
1936 ed i primi anni ’70, con dei lunghi flash back ancora più indietro, fino a prima della Grande Guerra. Tutti hanno come protagonista il maresciallo Santovito che deve risolvere dei casi intricati con efferati delitti compiuti in mezzo ai monti. In Guccini la nostalgia per la vita bucolica a contatto con la natura che si riscontra spesso nei romanzi del nostro Mauro Corona, ed anche nei racconti di Mario Rigoni Stern, viene sopraffatta dalla durezza della vita dei montanari, gente silenziosa, che tende a conservare i propri segreti e Francesco Guccini e Loriano le proprie faide Personaggi che alle Macchiavelli. volte covano velenosamente l’odio Tango e gli altri – romanzo di una per anni, fino a scatenarsi in crimini raffica, anzi tre di una violenza inaudita. Con questo Mondadori, 2007 ambiente il maresciallo Benedetto pp. 338, € 10.00 Santovito deve confrontarsi ogni giorno, ma lui è sempre pronto a fare onore alla buona cucina con l’inseparabile sigaro toscano fra i denti, e dopo molti anni è finalmente riuscito a farsi accettare dagli abitanti del luogo. Scritte molto bene, queste opere costituiscono una lettura piacevole che rinverdisce ed allarga le tematiche del “giallo all’italiana”. Buona lettura a tutti.
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TANGO E GLI ALTRI
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“Natura” e “naturale”, due parole che ci portano subito a un mondo ideale e incontaminato. In realtà la maggior parte della natura con la quale veniamo in contatto è una sua versione manipolata, addomesticata, riveduta e corretta da quello strano animale chiamato uomo. Non è difficile, ad esempio, cogliere l’artificiosità dei cosiddetti “giardini all’italiana”, con siepi di forma geometrica, prati inglesi e piante disposte con regolarità. Ma anche i giardini apparentemente più “rustici” non sono ciò che sembrano. Godiamone pure, ma non dimentichiamo quanto queste aree verdi siano il frutto di una sofisticata pianificazione e progettazione. Nei parchi e lungo le strade vengono spesso collocati platani di origine ibrida, al fine di resistere meglio all’inquinamento e agli stress. Gli stessi boschi nascondono in maniera più o meno esplicita lo zampino umano: viali tagliafuoco, abbattimento di alberi, introduzione di essenze non autoctone, eccetera. Se l’intervento umano è inevitabile quando non auspicabile nelle zone verdi dentro e attorno alle città, ciò non toglie che è sempre più difficile vedere una natura davvero “selvaggia”. Un dibattito tuttora accesissimo è quello sugli organismi geneticamente modificati. In questa sede non andremo a impelagarci nella delicata e controversa questione: vorrei solo far notare come, che ci piaccia o no, tutte le piante che coltiviamo e utilizziamo sono state modificate dall’uomo. Prendiamo ad esempio il mais. Il teosinte, una minuscola spiga selvatica, è stato pazientemente incrociato e selezionato dalle antiche popolazioni andine e dagli agricoltori moderni fino a giungere alle enormi pannocchie che ci sono familiari. Vegetali talmente dipendenti dalle nostre cure che se un giorno l’umanità dovesse scomparire a causa di una catastrofe le coltivazioni non sopravviverebbero all’anno successivo. E gli animali? Lasciamo stare quelli da allevamento, frutto di incroci esasperati, mangimi speciali, ormoni e quant’altro. Lì perlomeno lo scopo finale è quello di soddisfare la domanda alimentare. Quello che mi lascia maggiormente perplesso (e lascia perNelle immagini, dall’alto: plesso anche Yi-Fu Tuan, autore del saggio La natura – Il pesce telescopio, o pesce rosso maforzata, Red edizioni, 1993) croftalmo, ibrido di pesce rosso ottenuto dai cinesi attorno al 1500, allevato ancora è il nostro rapporto con gli oggi negli acquari. Va tenuto in vasche il animali domestici. Certo, più possibile libere da ostacoli e prive di le bestie convivono con pesci piccoli e veloci contro cui i suoi bulbi noi da millenni e non sarò oculari andrebbero a sbattere. certo io, l’ultimo arrivato, a – Il Munchkin, o gatto bassotto, è una voler cambiare il mondo. razza felina molto recente, nata nel 1944 da una mutazione casuale. La progenie Ma davvero amiamo l’anidel gatto mutante è stata fatta incrociare male in quanto animale? finché il gene portatore delle zampe corte L’animale in quanto essere non è stato fissato per sempre nel genoma “diverso” e alieno da noi? di questa razza
O non amiamo piuttosto l’animale come eterno cucciolo, come giocattolo, come burattino da comandare a bacchetta, come proiezione di noi stessi e delle nostre nevrosi? Ci piacciono gli animali, diciamo, poi ci circondiamo di veri e propri mostri: cani, gatti ed altri esseri disgraziati ottenuti con pazienti, fantasiose e perverse selezioni affinché appaiano piccoli, carini e teneri, oppure pericolosi e feroci, oppure ancora abbiano una livrea, delle proporzioni e un carattere ben precisi. Viene incoraggiato lo sviluppo di anomalie, come la conformazione del muso e della bocca del bulldog, che quando morde può continuare a respirare senza mollare la presa, una caratteristica fondamentale quando, a suo tempo, questo cane è stato “progettato” per il combattimento contro i tori. Molte di queste razze costruite a tavolino soffrono di problemi di salute inesistenti nelle razze naturali. Come simbolo di questa follia citerei il pesce telescopio, o pesce rosso macroftalmo, ottenuto dalla selezione dei comuni pesci rossi, che possiede due bulbi oculari talmente grossi e sporgenti (e soprattutto inutili) che tende a sbatterli contro gli ostacoli e a ferirsi. Ma non hanno scherzato neanche i creatori del Munchkin, o gatto bassotto, dotato di zampe così corte che non può né arrampicarsi né saltare. Un gatto che difficilmente ci rovinerà le tende e le suppellettili, un perfetto non-gatto da tenere nel salotto buono. E fa pensare il fatto che i cani di piccola taglia, come i chihuahua, vengano conosciuti e commercializzati con l’appellativo di “toy”. Definire “giocattolo” un essere vivente è a mio parere degradante. Allo stesso modo trovo terribile tenere un uccello in gabbia, castrando la sua natura di animale volatore e costringendolo a un ergastolo grigio e privo di stimoli. “Non fare agli altri quel che non vorresti fosse fatto a te”, così predicava quel tale divenuto poi famoso con il musical Jesus Christ Superstar. Ma chi sono questi “altri”? Al riguardo ci può illuminare l’antropologo Desmond Morris, autore del celebre saggio La scimmia nuda. “Gli esseri umani sono animali”: questo, in sintesi, è il succo dei suoi studi. Gli “altri”, quindi, non sono solo gli “altri esseri umani” ma anche gli “altri animali”. Non penso sia troppo azzardato estendere il concetto anche ai vegetali e a tutti i componenti dell’ecosistema. Se proprio ci teniamo possiamo continuare a sentirci al centro del mondo, purché non dimentichiamo che la Terra è sferica, e ogni punto della sua superficie, ogni essere, ogni specie che la popola si trova ugualmente al centro, ugualmente in periferia.
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PER UNA NATURA PIù UMANA
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La Prof.ssa Grazia Mannozzi, il dott. Ruggero Buciol e il cons. Piercamillo Davigo
maMente, dal presidio triestino ELSA e dall’Associazione Rime. L’occasione era un incontro dal titolo “Corruzione e Legalità”, argomento quanto mai d’attualità e assai noto ai relatori, autori nel 2007 del volume edito da Laterza “La corruzione in Italia. Percezione sociale e controllo penale”. Al suo arrivo presso la cittadella universitaria, luogo della conferenza, ad attenderlo vi è un’aula gremita di studenti, i loro volti rivelano la curiosità e la voglia di sapere di più di qualcosa di cui molto hanno letto o sentito dire, ma che, per ovvie ragioni anagrafiche, non hanno vissuto in prima persona. Il dibattito è condotto magistralmente dal dott. Ruggero Buciol, dottorando in Diritto Penale dell’Ateno tergestino, che prende la parola dopo i saluti di rito del Professor Paolo Pittaro. Il primo argomento affrontato è una questione spinosa: il costo effettivo della Corruzione. La Corte dei Conti stima che annualmente in Italia essa pesi per 60 miliardi di euro, cifra stabilita in base a studi di settore che parlano di un generico 3% del PIL. La cifra pare sia ampiamente superiore, nessuno sa dire di quanto “è qualcosa cosi diffici-
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20 anni fa vedeva la luce il primo Konrad ed apriva la sua copertina con un articolo dedicato alle ripercussioni locali di un’inchiesta passata alla storia: Mani pulite, indagine che travolse il mondo politico italiano rivelando una fitta trama di corruzioni e concussioni, una rete di clientelismi ed omertà, un radicato sistema di tangenti, che comunemente chiamiamo Tangentopoli, lo scandalo che portò alla fine della Prima Repubblica. Ad avviare l’inchiesta, fu un pool della Procura della Repubblica di Milano, guidato da Francesco Saverio Borrelli e formato dai magistrati Antonio di Pietro, Francesco Greco, Gherardo Colombo, Tiziana Parenti, Ilda Boccassini e Piercamillo Davigo. Proprio quest’ultimo, assieme alla dottoressa Grazia Mannozzi, ordinario di diritto penale presso l’Università dell’Insubria è stato presente a Trieste, il 12 marzo scorso, invitato dalla Lista Universitaria Autono-
le da quantificare, pertanto nessuno si prende la briga di farlo”… Si passa poi ad un aspetto cruciale, ovvero la percezione che la gente ha del livello di corruzione presente nel proprio Paese. Tale dato viene misurato da Transparency International tramite un indice, il CPI (Corruption Perception Index). In una scala da 0 a 10 in cui il 10 indica una sensazione di assenza di corruzione, l’Italia ha totalizzato un raccapricciante 3 negli anni compresi tra il 1988 e ‘92, ovvero in piena Tangentopoli, e dopo aver migliorato il suo risultato arrivando nel 2001 ad un consolatorio 5.5 è ripiombata, dal 2010 in poi, ad un misero 3.9. Tale dato, posto a confronto con l’ottimo 9.2 della Finlandia, farebbe pensare a situazioni diametralmente opposte, eppure nel 2010 il numero di condanne per corruzione nei due paesi era pressoché identico. Cosa significa tutto ciò? Che il grosso della corruzione in Italia è “sommersa”. La cosa non stupisce, soprattutto in virtù del fatto che la corruzione è un reato bilateralmente illecito in cui corrotto e corruttore hanno un convergente interesse al silenzio; in apparenza, inoltre, tale reato non ha vittime “in carne ed ossa” che possano sporgere denuncia, poiché le vittime sono “diffuse”; o meglio vittima è spesso la Pubblica Amministrazione in seno alla quale, un suo pubblico ufficiale, compie il reato facendosi corrompere. Potremo parlare, mutuando un’immagine dal mondo della medicina, di “una sorta di malattia auto-immune in cui il sistema immunitario, si rivolta contro lo stesso organismo di cui fa parte”. E sulla situazione attuale Davigo non infonde certo fiducia, anzi… della legge anti-corruzione del 2012 dichiara che “se un Ministro della Giustizia che si sa essere giurista di alto livello è riuscito ad ottenere solo questo risultato, significa che era davvero il massimo che potesse essere approvato dal Parlamento, fatto che la dice lunga sulla qualità morale di tale assemblea.” D’altronde si tratta dello stesso sistema di “Giustizia” del tutto privo di corrispondenza tra gravità del reato e pena applicata; un sistema che si scaglia pesantemente contro uno scippatore e lascia pressoché impunito chi deruba, non del contenuto di un portafoglio, me dei risparmi di una vita, un’enorme quantità di persone, come accaduto nel caso Parmalat. Un sistema in cui le condanne sono diminuite non perché sia cessata la delinquenza, ma perché è aumentata la difficoltà nel condurre le indagini. Gli stessi indagati di Davigo, con sua grande sorpresa hanno fatto brillanti carriere politiche “tanto da farmi sospettare di avere il tocco di Re Mida”. Essere stati sottoposti a processi simili, spiega infatti il magistrato, pone nella straordinaria posizione di essere, più che ricattabili, ricattatori di quanti sono rimasti ancora impuniti. La conclusione amara si ritrova quindi in una considerazione di Davigo: “Tangentopoli avrà forse abbattuto il velo di ipocrisia che nascondeva la corruzione in Italia, ma da allora i politici non hanno smesso di rubare, hanno solo smesso di vergognarsi”.
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CORRUZIONE E LEGALITà A VENT’ANNI DA TANGENTOPOLI
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DIRITTI DEI POPOLI E AMBIENTE
dignitose, al cibo e all’acqua e a guadagnarsi da vivere attraverso il lavoro”. Ma la mobilitazione locale ha conseguito risultati significativi e a Bodo, Nato nel 1979 come prosecuzione dei Tribunali Russell, il Tribunale Permanente dei Popoli documenta e denuncia le nell’Ogoniland, la terra del poeta ambientalista Ken Saro-Wiwa, dopo le enormi fuoriuscite di petrolio la comunità, sostenuta dall’azione di Amviolazioni dei diritti fondamentali (all’autodeterminazione, alla difesa nesty International, visti gli inutili tentativi di aver giustizia nel proprio dell’ambiente, all’indipendenza economica, alla libertà dallo sfruttamento) di cui sono vittime popoli spesso poco visibili, ignorati. Per poi paese, è riuscita a portare la Shell di fronte a un tribunale britannico. Poche settimane fa in Olanda è iniziato un processo contro la stessa emettere sentenze giuridiche che mobilitino l’opinione pubblica, che compagnia citata da quatto contadini nigeriani, sostenuti dall’ong Friensollecitino gli organismi internazionali, che vengano discusse dalla ds of the Earth, per i danni causati ai loro campi e riserve di pesca. Commissione per i diritti umani dell’ONU a Ginevra. Innovativa poi la sentenza della corte dell’ECOWAS (Economic ComNe ha parlato a Trieste alla fine di gennaio presso il Narodni Dom munity of West African States) che ha ordinato al governo Nigeriano di (Scuola Superiore di Lingue Moderne) Gianni Tognoni, Segretapunire le compagnie petrolifere per i danni causati dall’inquinamento. rio Generale del TPP, durante l’ incontro su “I diritti dei popoli e Oscar Garcia Murga di Legambiente Trieste ha parlato di ”anticoopel’ambiente: l’esperienza del Tribunale Permanente dei Popoli” organizzato da Legambiente Trieste, Amnesty International e Co- razione” delle multinazionali spagnole attive in America Latina nel settore estrattivo, finanziario, alberghiero, agroalimentare, della gestione mitato Pace Convivenza e Solidarietà “Danilo Dolci”. dell’elettricità, acqua, pesca. Le società che distribuiscono l’elettricità Le sentenze sono state emesse a difesa di popoli come i Sahraui impongono tariffe che la popolazione non è in grado di sopportare, del Sahara Occidentale, le Filippine del tempo di Marcos, Timor simili le conseguenze della gestione dell’acqua da parte dei privati; Est, Guatemala, Tibet, Sri Lanka, tutti casi in cui legislazione naziolo sfruttamento eccessivo della pesca ha messo in pericolo le riserve nale e internazionale si sono dimostrate incapaci di dare giustizia. ittiche, e poi il settore alberghiero che con l’invasione del litorale lo ha “Come primo caso il TPP ha preso in considerazione un popolo che reso inaccessibile alla poporimane ancora un simbolo di lazione locale con danni alle questa ambivalenza totale mangrovie, alle palme, all’ hae capacità di imbroglio del bitat delle tartarughe. “Queste diritto internazionale che è il società... sono...destinatarie di popolo Sahraui, popolo di cui un’ampia serie di denunce in tutti riconoscono formalmente relazione ai diritti umani e aml’identità, l’esistenza ma al bientali da parte della società quale nessuno dà una strutcivile che ci porta a mettere in tura perchè si discute se il dubbio il loro ruolo nei territori problema è il referendum per dove svolgono le proprie attivil’autodeterminazione piuttosto tà”. Anche in questo continente che una logica di filiazione a la lotta delle comunità locali è un altro stato”. stata premiata. Dopo vent’anni E poi le sessioni sui “disastri di litigi, in Equador, all’inizio industriali” di Bhopal con le dello scorso anno, la corte vittime che non sono state d’appello della città di Lago risarcite e quella di Chernobyl Agrio ha condannato la Checon l’Agenzia Internazionale vron a pagare una compensaper l’Energia Atomica che ha zione di 9 milioni di dollari per cercato di nascondere i danni Gianni Tognoni, Laura Renzi e Andrea Wehrenfennig di Legambiente disastro ecologico, danni alla reali causati dalle radiazioni. salute e lo spostamento forzato di 30.000 persone. Nel delta del Niger lo sfruttamento incessante delle grandi compagnie petrolifere, anche dell’Eni, i continui sversamenti di petrolio, han- In conclusione Tognoni ha sollecitato le diverse organizzazioni a speno contaminato i campi coltivati, le paludi e i fiumi. Il gas flaring (torce rimentare un approccio comune, a condividere le conoscenze. Non c’è bisogno ogni volta di reiventare i casi, così si sprecano di gas), attivo ventiquattro ore su ventiquattro, crea piogge acide, energie, dobbiamo imparare ad agire in rete. rilascia pulviscolo, minaccia la salute. Laura Renzi di Amnesty International ha denunciato che “gran parte della popolazione ha visto Giuliano Prandini violato il diritto alla salute, a un ambiente sano, a condizioni di vita
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del Borgo Teresiano in un punto non più solcato da velieri o grandi imbarcazioni, come avveniva in passato. La sua estetica lasciava forse a desiderare, trattandosi di una struttura militare e non certo dell’opera di un blasonato studio di architetti, ma la sua funzionalità mi è parsa allora onestamente Tra pochi giorni dalla data in cui il presente articolo andrà in staminnegabile. Tale funzionalità risulta peraltro oggi esaltata dalla pedonapa, o pochi giorni fa rispetto a quando vi appresterete a leggerlo, a lizzazione e riqualificazione di Via Cassa di Risparmio e Piazza della Trieste avverrà/sarà avvenuta una importante e discussa inauguraBorsa operate negli ultimi anni. zione: quella del ponte pedonale (o passerella come dicono in molti) Che questi ed altri interventi stiano gradualmente rendendo il centro sul canal Grande; a congiunzione delle vie Cassa di Risparmio e storico sempre più pedonale e meno “automobilistico”, appare una Trento. scelta saggia e lungimirante in un’ottica di una Trieste più turistica ed Tale (ri)costruzione, facente parte del Programma di riqualificazioecologica. ne urbana 2007 ed approvato con delibera consiliare n. 18 del 26 Mancano tuttavia completamente soluzioni alternative all’inevitabile febbraio 2007, costituisce parte integrante di quello che dovrebbe flusso veicolare e alla necessità, avvertita in primis da commercianti divenire un percorso pedonale e ciclabile che snodandosi attraverso e residenti, di parcheggi (non solo a iper-pagamento!) cui si aggiunge gran parte del centro cittadino, congiungerebbe la Stazione e l’antil’esigenza di posti per i ciclomotori (quasi del tutto aboliti) e stalli per stante Piazza Libertà a Piazza biciclette (oggetti sconosciuti – o quasi Venezia. – in città!) Negli intenti della delibera Tornando al terzo dei quesiti che ogni comunale, che pare opportuno “buon triestino” si è posto in questi rievocare, emerge che: “Con mesi, ho appreso con gioia che il questa opera si prevede di inComune di Trieste abbia preso in consicrementare lo spazio a disposiderazione l’idea di intitolare il ponte ad zione dei pedoni ed allo stesso Angelo Cecchelin, non perché l’appellatempo disincentivare l’uso del tivo di “curto” non mi piaccia (lo trovavo mezzo privato di chi si reca in anzi molto consono allo spirito triestino, centro offrendo un percorso così auto-ironico e pragmatico), ma agevole e sicuro a chi giunge perché trovo che una simile figura, in città con i mezzi pubblici meriti da tempo una civica commemoextraurbani ma anche alle perrazione. sone che lasciano la macchina Per chi – e credo che della mia generanel parcheggio a rotazione del zione siano in molti – non sapesse chi A sinistra, Il collegamento tra piazza Libertà e piazza Venezia agevolato dal Silos…” fu Angelo Cecchelin (1894-1964), sapnuovo ponte sul Canal Grande. A destra, il comico triestino Angelo Cecchelin La realizzazione di simile infrapia che fu il più esilarante attore comico struttura ha generato plurime polemiche; la cittadinanza si è infatti a cui la nostra città diede i natali. interrogata a lungo sulla sua utilità, sul suo impatto visivo su uno Memorabili le sue scenette (una ricerca sul web ve ne darà la prova) e scorcio del centro storico tanto caro e noto ai suoi residenti e, non le sue battute di cui proponiamo qui una selezione: ultimo, sulla titolazione da attribuirgli. El pare xe morto lassando tuto al’Istituto... E cossa el ga lassà? 8 fioi! Per rispondere ai primi due interrogativi, nell’aprile del 2008 è stato In stazion tuti pianzi perché ghe xe un binario morto posato uno sperimentale ponte provvisorio, il ponte Bailey, interaBeati quei che gha sete de giustizia, perché i sarà giustiziai mente allestito dal 2° Reggimento Genio Pontieri di Piacenza. Le donne xe come le vipere, bisogna saverle ciapar Ricordo che allora non ebbi la sensazione di trovarmi di fronte ad In tribunale, il giudice all’imputato. Giudice: “Ancora voi!? Ma non una “nota stonata”, la sua collocazione dialogava infatti con lo spavi vergognate!? Venti anni che lavoro qui e venti anni che vi vedo zio circostante e non faceva altro che completare la trama regolare sempre.” Imputato: “Non gavarò mia colpa mi, se Ela non gha fatto carriera.” “Butime un fior, butime un fior…” la zigava e sicome mia moglie la se ciama Margherita la go butada zo ela! Ghe go dito a mia moglie che co la me vedi rivar che la buti zo la pasta, roba de mati, ma la go ciapada in testa! La sua schietta satira lo rese inviso alla polizia austroungarica (ebbe infatti a dichiararsi “Mazziniano e nazionalista italiano”) e gli fruttò, durante il ventennio fascista, 86 diffide, tre arresti, due processi, tre sospensioni ed una triennale vigilanza speciale. Ebbe a dire di sé stesso “Non sono un coraggioso, sono un incosciente” ed è anche per questo, data un’innegabile affinità di spirito, che plaudirei una simile scelta. Laura Paris
Nuntio Vobis Gaudium Magnum:
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La vignetta di colucci
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HABEMUS PONTEM!
L’inserto perlanima
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A partire da questo numero, la Libreriaperlanima di Udine, curerà questo inserto mettendo a sua discrezione, articoli, recensioni, interviste e quant’altro, dando voce alla loro realtà di libreria esoterica e alla vita di Udine e Provincia.
una Libreria “Perlanima”
Apro la porta e in una sola occhiata registro la disposizione dei libri. È una deformazione professionale credo. Di librerie e biblioteche ne vedo molte, la Libreria Perlanima è una delle tante che ho conosciuto per motivi di lavoro, ne respiro l’energia e penso “Questa è come piace a me! Un luogo dove il silenzio è privilegiato rispetto alle parole, dove i libri sono sistemati con la cura che solo chi li ama davvero può avere.” Poi mi vengono incontro loro: Barbara e Andrea. Me li sarei proprio immaginati così i proprietari. Non voglio descriverli con parole mie, vi invito semplicemente a fare loro visita e, sono certa, rimarrete affascinati dal tutto, come lo sono stata io. Quale avvenimento in particolare vi ha ‘trascinati’ nel mondo della ricerca interiore? Non c’è un avvenimento in particolare che segna un inizio, ma è stata la predisposizione alla curiosità, al porsi delle domande esistenziali con cui tutti, prima o poi, dobbiamo fare i conti. La vita ci “aiuta” mettendoci di fronte a difficoltà, situazioni di sofferenza più o meno inaspettate e spesso violente. Ecco, forse è stata questa la spinta definitiva che ci ha trascinati entrambi verso la via della ricerca interiore: un periodo difficile, un momento buio della vita, da cui dovevamo carpire l’insegnamento che la vita stessa ci stava mostrando. Da cosa e perché nasce questo progetto di Libreria? Più che progetto, ci piace definirlo un percorso che presuppone l’incontro, l’interazione di altri cammini individuali. Ci piace pensare che Libreria Perlanima sia il punto d’incontro fra persone culturalmente e socialmente diverse, così da arricchirci a vicenda seppur accomunati tutti da un unico obbiettivo: la conoscenza.
Cosa deve rappresentare secondo voi una Libreria Esoterica? Dovrebbe rappresentare un’opportunità in più per le persone di approfondire tematiche trattate marginalmente o superficialmente in altre sedi, nonché un luogo di riferimento per la ricerca, insomma, un “angolo magico” in cui si cerca di sentire anziché limitarsi a leggere. Se vi dico ‘Magia’, cosa mi rispondete? Ciò che per molti è Magia, per alcuni è la Vita nei suoi aspetti più profondi.
Qual è per voi la via del Cuore? La via del Cuore è ripercorrere passi già tracciati, camminare nel paesaggio meraviglioso qual è la nostra esistenza dove le stagioni s’intrecciano vorticosamente. Quello che
dovremmo fare è semplicemente osservare, non smettere di stupirci e, anche se a volte è faticoso, cercare di comprendere le cose oltre la loro apparenza. In questo periodo cosa cercano maggiormente i clienti che vi fanno visita? Cercano se stessi, o meglio, cercano di comprendere il vero significato del Sè. Abbiamo molte opere di molti autori, alcuni definiti, non a torto, veri Maestri perciò i nostri clienti vengono qui cercando un luogo dove cultura e ricerca si fondono nel tentativo di dare delle risposte. La Libreria Perlanima cosa vuole far trovare alla gente? Abbiamo cercato di creare un ambiente spazioso e molto luminoso, curando con attenzione le musiche di sottofondo per realizzare nel complesso uana cornice intima in cui sentirsi come a casa propria. La scelta di un libro deve essere un momento piacevole e rilassante. Inoltre ci piace molto vedere le persone intente a sfogliare un libro mentre si trovano comodamente seduti sul nostro divano, così come ci piace quando la libreria si riempie di gente curiosa alle conferenze che sono ormai diventate un appuntamento fisso per moltissimi dei nostri clienti.
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Avete nuovi progetti per quest’anno? La Libreria sta crescendo molto velocemente, il numero dei titoli che proponiamo aumenta continuamente, così come aumentano oggettistica, reparto video e audio. Abbiamo inoltre una ricca agenda con eventi di autori e conferenzieri di fama. Per concludere con una frase a voi cara? “Non c’è un sentiero che porta alla verità, è la verità che deve trovare noi.” Jiddu Krishnamurti
A cura di Anna Biason
Buon giorno a tutti dalla Direttrice della scuola per diventare Istruttori di yoga “Oriente-Occidente”. Come promesso... ce l’abbiamo fatta! La Scuola, certificata UISP, parte nella sua sede di Udine ad aprile 2013 nella sua prima edizione in Friuli. Come avrete intuito non è stato banale organizzare questa iniziativa e la paziente attesa per la quale vi ringrazio spero vi sarà ricompensata. Come immaginate gli inizi sono spesso in salita, non fosse altro perché si è cercato di sincronizzare gli orari di molti: degli insegnanti, degli allievi che mi hanno indicato le loro possibilità di orari e per i quali ho fatto il possibile, della sala in cui si svolgeranno le lezioni. Ma non si è trattato solo di intoppi organizzativi... mi sento di condividere con voi anche un piccolo successo che ha rallentato i lavori, anche se in modo assolutamente proficuo. Sono stata eletta, a marzo, al Consiglio Regionale UISP come rappresentante dello yoga.
I docenti: Le aree di insegnamento e i docenti sono in questa descrizioni parziali in quanto: 1) stiamo facendo dei colloqui con gli insegnanti della zona di Udine 2) essendo in contatto con gli insegnanti Uisp di tutta Italia ad ogni edizione della scuola capita che abbiamo preziosi ospiti. Perciò vi segnalo i nomi dei responsabili di ogni area e di alcuni interventi. Area yoga pratico e teorico: Raffaella Bellen (materie relative a applicazioni dello yoga nel ciclo di vita, psicologia dello yoga, asana, pranayama, rilassamento) Emanuelle Baleotti (parinamaYoga) Guru Shabbad (pranayama) Altri nomi in fase di selezione
Permettetemi di dire che si tratta di momenti importanti per lo yoga, la nostra Regione nella UISP non aveva mai avuto un rappresentante dello yoga e poter essere ora presenti nel Consiglio, a fianco dei Presidenti di altre leghe ben più consolidate (quali il calcio, il tennis, ecc), è a mio avviso segno che lo yoga ha finalmente la possibilità di uscire da un lato dalla nebulosa che ne ha impedito lo sviluppo dell’identità (Sport? Filosofia? Moda? Setta?… unico giudizio condiviso da tutti: “siamo quelli che fanno OM”) e dall’altro di fuggire dalla connotazione di “cosa sospetta, strana, esotica”.
Dunque ora i dettagli pratici con i nostri recapiti: Informazioni, dubbi, di carattere organizzativo: Cristina Talarico 347 6870099 Amministrazione: Eloisa raffaella@metamorfosys.org Dubbi di carattere teorico, indirizzo della scuola, richieste relative ai contenuti del corso Raffaella (347 1312034) raffaella.bellen@gmail.com DATE SEDE: Libreria Perlanima, via del Pordenone 58, Udine Le date: iniziamo il 27 - 28 aprile.18 - 19 maggio, 6 - 7 luglio, 21 - 22 settembre, 5 - 6 ottobre, 9 - 10 novembre, 7 - 8 dicembre più un weekend a Modena 16 - 17 novembre Gli orari: mattina 10-13, pausa 13-14, pomeriggio 14-17
La Direttrice della scuola per istruttori di Yoga “Oriente Occidente” Raffaella Bellen
Area scientifica: Raffaella Bellen (psiconeuroendocrinoimmunologia) Elio Scarpa: fisioterapista, (anatomia e fisiologia) Area filosofia: Martina Peloso: dottoressa il lingue orientali (filosofia e sanscrito) Alessandro Severi: dottore in lettere (anatomia orientale e meditazione) Altri nomi in fase di selezione
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L’apertura allo yoga da parte delle Aziende Sanitarie e delle Scuole ora è possibile al pari di altre discipline, o forse di più visto il forte impegno verso il perseguimento del benessere; come vi dicevo a Trieste è già avvenuto e... faremo in modo, con l’impegno di questo nuovo gruppo nascente, che accada anche nella zona di Udine.
Vi preghiamo, per confermare la vostra adesione, di inviare una email e di passare presso la libreria Perlanima per fare la preiscrizione. (sarò a Udine venerdì 23 nel pomeriggio-sera. Se avete piacere di incontrarmi, per chiedermi dei chiarimenti di persona, chiamatemi al 347 1312034). Felice di vedervi presto vi auguro una buona giornata. Raffaella Bellen
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A SCUOLA DI YOGA
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IL MISTERO DELL’ENERGIA PSICHICA
Parte prima
Sono sempre stata profondamente convinta dell’esistenza e della realtà dei fenomeni paranormali. Questo perché, mio malgrado, me li sono trovati per così dire “in famiglia”: mia nonna era una medium. Era portatrice di una medianità psicocinetica e ad incorporazione, classica espressione paranormale degli inizi del nostro secolo. Da bambina ho assistito più di una volta al fenomeno del tavolino semovente e quando sei abituato fin dall’infanzia a vivere quasi normalmente con il paranormale, il dubbio è qualcosa che non prende mai piede in te. Intendo dire che io so, sono certa che questi fenomeni esistono e che sono “normali” e reali come il fatto che respiro. Ma aver accettato questo non ha significato, per me, di una famiglia di solida cultura scientifica, aver risolto il problema! Direi, invece, che abbia fatto nascere in me un conflitto enorme. Domande sul come sia possibile che tutto questo avvenga, da dove si originino le “forze occulte” che provocano questi fenomeni, ci pongono davvero di fronte al dubbio in senso metafisico. Chi si trova come me con tracce di medianità in sé, ed inoltre con una cultura profondamente scientifica, non può che accettare il fenomeno e cercare di capire, senza nessuna sicurezza di base, “come” questo avvenga. Il perché lo lasciamo ai filosofi! Io sono convinta che oggi abbiamo soltanto una strada: quella della parapsicologia scientifica. E lo affermo perché viviamo in un momento storico che ha fatto della scientificità la sua bandiera. Una scientificità che, dobbiamo dirlo, è degenerata in negazione di tutto quello che non è dimostrabile rigorosamente con il metodo sperimentale. Ma anche una scientificità che, attualmente, sta riconoscendo che qualcosa di sbagliato nella sicurezza ad oltranza c’è stata! Quasi tutto quello che era stato accettato per dimostrato e sicuro, oggi è stato contraddetto. Eppure l’universo continua ad esistere e tutto continua a funzionare, direi quasi miracolosamente! Dal momento in cui si è scoperta l’energia elettrica e della sua induzione di campi magnetici, si è scoperto che le varie energie potevano venire trasformate l’una nell’altra. Il calore poteva essere trasformato in luce e questa poteva essere cambiata in elettricità, che a sua volta poteva diventare magnetismo, e così via di seguito. Si è così giunti ad una conclusione straordinaria: che tutte le energie sono onde elettromagnetiche e che ognuna di esse si irradia con una frequenza diversa, che può essere espressa con diversi diagrammi. In questa rappresentazione grafica trovano posto, quantificate, le gamme in cui si irradiano la luce, il calore, le onde della radio, della televisione, del radar, del sonar, dei raggi X, ecc. ecc. Fa riflettere sapere quanto ridotta sia la gamma di radiazioni che i nostri sensi possono ricevere. In effetti noi possiamo soltanto vedere
ed udire una sezione microscopica delle energie che ci circondano, nelle quali siamo letteralmente immersi e con le quali, anche se non ne abbiamo la percezione, interagiamo, in quanto, ci faccia piacere o meno, dobbiamo ammettere che anche noi siamo poco più di un bell’insieme di campi energetici. Einstein credette di risolvere il problema con la classica formula che tutti conosciamo: E = mc2. A questo punto tutta l’attenzione si rivolge al concetto di energia, che comincia ad essere considerata l’elemento chiave per dare un senso alla “realtà” apparente: la materia. In fondo, attualmente il nostro mondo materiale sta svaporando in radiazioni, vibrazioni, lunghezze d’onda, energie, campi di forze. Una cosa è certa: questa energia/campo di forza è presente dappertutto anche se, a volte, è irraggiungibile da un punto di vista sensibile. Henry Margenau, nel suo libro “Il miracolo dell’esistenza” descrive molto bene il concetto di campo di forza. Molte delle entità non materiali più importanti della fisica moderna sono dette “campi”; per la maggior parte, queste entità, pur non essendo esse stesse materiali, sono strettamente associate alle proprietà della materia e le descrivono... Ma ci sono anche diversi campi che non sono associati alla materia e che non potrebbero mai essere chiamati materiali: mi riferisco ai campi di forza gravitazionale, al campo metrico della relatività generale, ai campi di radiazione ed ai diversi campi che troviamo nella fisica nucleare e che stiamo ancora esplorando. A questo punto si arriva al concetto principale oggetto della mia ricerca. Che cos’è la mente umana? Cosa attiva l’energia psichica? Cosa avviene nel campo energetico della persona affinché si attivino le facoltà paranormali? Ancora Margenau afferma: “gli elettroni e i fotoni sono troppo piccoli per essere visti e perciò non si dovrebbero attribuire loro delle proprietà visualizzabili. La mente è intrinsecamente invisibile e perciò altrettanto inadatta ad essere rappresentata con un modello fisico. Ultimamente si è sempre più convinti che la mente sia un campo, nel senso fisico del termine, ma immateriale. Un campo che, comunque, riesce ad interagire con quel campo di energia materiale che è il cervello. Un campo che, comunque, dovrebbe essere senza limiti ben definiti, spaziali o temporali, caratteristi della materia, ed espressi dalla ben nota formula di Einstein. Le facoltà paranormali hanno di caratteristico proprio il fatto che la mente (o qualcosa di ancora indefinito), attiva in modo particolare l’energia psichica della persona che si rende capace di agire sulla materia in modo “straordinario”, sconvolgendo le normali leggi della fisica e della probabilità.
MARIA BOSSA, di formazione prettamente scientifica ma aperta alla ricerca transpersonale, da sempre studia i vari aspetti dell’animo umano, partendo dalla psicologia classica, fino ad affrontare le varie sfaccettature ed espressioni dei poteri psichici cosiddetti misteriosi, che accompagnano l’uomo nel quotidiano e lo mettono di fronte alle più svariate domande esistenziali. Psicologa e psicoterapeuta, si è laureata a Padova in Psicologia clinica e vive e lavora a Trieste. Dopo un training di psicoterapia ad orientamento psicoanalitico si è orientata verso la psicologia analitica iunghiana. Si è specializzata in tecniche di gruppo presso il Prof. S.Renick e come psicodrammatista presso Algelica
Grotterath e Zerka Moreno. È stata Cultrice di Psicologia Dinamica presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università di Trieste dove ha insegnato tecniche psicodrammatiche. Da molti anni conduce gruppi di Psicodramma e Sociodramma. Inoltre ha approfondito la terapia sistemica per la coppia, la famiglia e le dinamiche aziendali conducendo gruppi di costellazioni strutturali e familiari. Come attività collaterale alla professione tradizionale si è dedicata da sempre allo studio dei fenomeni paranormali, della medianita e delle facoltà extrasensoriali. Relatrice in numerosi convegni ha scritto articoli sull’interpretazione dei sogni, sull’energia psichica, sulle dinamiche sociali e familiari e per hobby anche racconti e poesie.
Maria Bossa
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Lei ha cominciato a pubblicare i suoi saggi mentre ancora stava lavorando per le Edizioni San Paolo? Si, avevo appena consegnato le ultime due traduzioni: il libro di Giosuè e il libro dei Giudici. Mi risulta, anche se non ho verificato recentemente, che non siano più stati pubblicati. È stata una scelta coraggiosa. Già. Lei dice cose forti. Per riepilogare, afferma che dalle sue traduzioni emerge che Yhaweh, il Dio su cui è basata la religione cattolica, in realtà è un uomo in carne ed ossa, al punto che ha intitolato uno dei suoi libri “Il Dio Alieno della Bibbia”. Certo, anche perché se cerchiamo il significato di alieno nei dizionari italiani troveremo che significa diverso ed estraneo e lui aveva proprio l’accezione d’esser diverso ed estraneo rispetto a coloro sui quali governava. Yhaweh Apparteneva ad un gruppo che la Bibbia conosce come gli Elohim. La Bibbia dice qualcosa sull’aspetto di questi Elohim? Descrizioni precise sulla Bibbia non ce ne sono. Sappiamo che erano molto simili a noi, potrei dire quasi uguali, perché per esempio, in uno dei passi biblici, si parla dell’incontro di tre di questi Elohim con il patriarca Abramo. Quest’ultimo si trovava all’interno della sua tenda e vide arrivare questi tre individui, che nella Bibbia sono definiti come anasìm plurale di isch, che significa individuo maschio, quindi, vede arrivare tre maschi in cammino, stanchi e impolverati. Li invita a fermarsi, lavarsi e riposare, prima di ricominciare il cammino. Immediatamente la Bibbia ci dice che uno di queste tre era niente meno che Yhaweh. Un individuo che camminava e che aveva bisogno di lavarsi e riposarsi, insomma, come tutti noi uomini. Yhaweh si ferma a parlare con Abramo mentre gli altri due partono e vanno a Sodoma ad avvertire il nipote di Abramo del fatto che stanno per succedere qualcosa. Per rispondere alla sua domanda, erano individui che a vista venivano immediatamente identificati come appartenenti a quel gruppo, questo è chiarissimo, però erano anche molto simili a noi.
Ma ha caratteristiche molto diverse... Può essere. È anche vero che venivano descritte varie razze. La Bibbia stessa descrive la razza dei Nefilim, conosciuti come i giganti, descrive anche la razza degli Ghibborim ossia gli esseri di sangue blu che sono il prodotto dell’incrocio tra i maschi Elohim e le femmine Adam, quindi non è esclusa la presenza varie razze.
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Allora chi era la figura rappresentata nella statuina di Ninhursag? Era una femmina appartenente agli Annunaki che sono il corrispettivo presso la cultura sumero-accadica degli Elohim della Bibbia.
Se ho capito bene, questi Elohim giungono sulla terra e, nello specifico, lei cita un passo della Genesi I, in cui c’è scritto: fecero l’Adam. Che cosa significa esattamente? Questo è uno dei temi che ho trattato fin dall’inizio, e significa che questi Elohim hanno compiuto degli interventi di ingegneria genetica utilizzando due DNA. Queste affermazioni mi sono state riconosciute e confermate da filologi ebrei che concordano sul fatto che nella Bibbia si parli di ingegneria genetica. In sostanza questi Elohim hanno utilizzato il loro DNA e, unendolo con il DNA degli ominidi, hanno dato vita a questa specie che la Bibbia conosce come Adam, creando prima il maschio e dopo un certo lasso di tempo hanno creato la femmina. Diciamo che da quel che si capisce abbastanza chiaramente dalla Bibbia, Adamo ed Eva non sono i progenitori dell’umanità, bensì i capostipiti di una specie particolare. Mi sta dicendo che questi Elohim erano dei biomedici? Certo, potremmo definirli tranquillamente biomedici o ingegneri molecolari, quel che è certo è che avevano una profonda conoscenza di quelle che sono le tecniche di ingegneria genetica. In quel particolare passo della Bibbia si può trovare ‘questo intervento’? Nella Genesi I e nella Genesi II, dove si parla chiaramente della formazione dell’uomo, non della creazione con il valore che attribuiamo noi a questo termine ed è chiarissimo che si parla sempre di intervenire in una situazione preesistente per modificarla. Lei prima ha fatto vedere il titolo del mio ultimo libro “Non c’è creazione nella Bibbia” perché la Bibbia, non solo non parla mai di creazione in riferimento all’uomo, ma nemmeno in riferimento all’Universo, alla terra o quant’altro. Come sia nato l’Universo ce lo dirà la scienza. A cura di Anna Biason della Libreria Perlanima (Intervista integrale su caffe-letterario.net)
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È un uomo molto curioso che fin da giovanissimo si interessa di storia delle religioni, storia orientale e mediorientale. Ad un certo punto sente il bisogno di approfondire la religione in cui è stato educato: il Cristianesimo. Decide così di andare alle fonti e dopo il latino e il greco, assieme ad un insegnante della comunità ebraica, inizia a studiare, ed infine tradurre, l’ebraico biblico. Il suo lavoro lo conduce ad avviare un rapporto con le Edizioni San Paolo che gli affidano le traduzioni di diciassette libri dell’Antico Testamento. Il rapporto si scioglie quando Biglino comincia a raccontare ciò che emerge dagli antichi testi ebraici del Codice Masoretico per ovvi motivi: la più importante Casa Editrice cattolica non può concordare con le chiavi di lettura offerte da Biglino.
Si può risalire a qualche caratteristica particolare? Non da un pro canonico della Bibbia che abbiamo noi, bensì da un libro canonico per i Cristiani Copti, che è il libro di etiopico di Enoch, nel quale, quando si parla della nascita di Noè, si dice che quegli individui avevano una carnagione molto chiara, occhi molto chiari, con peluria molto chiara.
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INTERVISTA A MAURO BIGLINO
Mauro Biglino sarà presente il 17 maggio alle ore 20,30 a Pordenone - Sala T. Degan - Biblioteca Multimediale e il 18 maggio alle ore 20,30 a Udine alla Libreria Perlanima in via Pordenone 58.
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Alimentazione se in un etto di ribes, infatti, ci sono ben 200 milligrammi di vitamina C (ma è difficile che qualcuno si mangi mezzo chilo di questi frutti di bosco), in un etto di arance se ne trovano “solo” 50 milligrammi. Per conoscere i contenuti in vitamina C dei diversi cibi e sapere se ogni giorno ne introduciamo abbastanza si può consultare la banca dati della composizione degli alimenti dell’ex Istituto Nazionale di Ricerca per gli Alimenti e la Nutrizione (INRAN, oggi accorpato al Consiglio per la Ricerca e la sperimentazione in Agricoltura), oppure più semplicemente su internet esistono moltissimi siti di informazione sull’alimentazione dove è possibile ottenere liste complete di alimenti e di contenuto di vitamina C. Alcune raccomandazioni importanti per non rischiare di danneggiare o distruggere inavvertitamente questa preziosa sostanza: prima di tutto, la vitamina C non regge le alte temperature; in parole semplici nei cibi cotti scompare. Secondo, essa non tollera il contatto con il metallo, per cui lo spremiagrumi in acciaio la distrugge (consigliamo un modello in vetro e non in plastica che si scioglie piano piano a contatto con l’acido dell’agrume). Poi, viene distrutta dall’ossigeno, per cui il cibo va mangiato velocemente e lasciato in meno possibile a contatto con l’aria. Infine, non serve eccedere perché il corpo assimila meglio questa vitamina se presa in dosi moderate più volte al giorno piuttosto che tutta in una volta. Questo rischio si corre soprattutto con gli integratori per i quali occorre limitarsi alle dosi consigliate. Cosa dire ancora sulla vitamina C? Linus Carl Pauling - tra i più celebri scienziati del ventesimo secolo - è stato un chimico, pacifista e scrittore statunitense ed è stato vincitore di due premi Nobel, per la chimica nel 1954 e per la pace nel 1962. Pauling, insieme allo psichiatra canadese Abram Hoffer, ha contribuito allo sviluppo di una medicina alternativa chiamata medicina ortomolecolare. In particolare, sosteneva l’ipotesi di usare dosi massicce di vitamina C nella terapia del cancro e delle malattie cardiocircolatorie, così come nella prevenzione e cura del raffreddore comune. Inizialmente osteggiato dalla comunità scientifica, oggi sta ricevendo sempre più conferme e attestati di stima per questa sua intuizione straordinaria. Nadia e Giacomo Bo www.ricerchedivita.it
VITAMINA C: ADDIO AL RAFFREDDORE
La primavera è in arrivo e con gli sbalzi di temperatura tipici del periodo i raffreddori non mancano. In più, quest’anno l’inverno è stato particolarmente lungo e ha esaurito tutte le principali risorse difensive, lasciandoci più esposti a febbri e infezioni varie. Che fare? Fortunatamente ci viene in aiuto una sostanza della natura straordinaria, la vitamina C o acido ascorbico, che sembra avere un forte potere protettivo nei confronti delle vie respiratorie. Lo confermano sempre più studi scientifici provenienti da numerose parti del mondo. Ultimamente la Cochrane Collaboration (ente di ricerca indipendente per la valutazione della ricerca scientifica) ha voluto verificare i principali studi sulla vitamina C; i ricercatori hanno analizzato i dati di cinque ricerche che hanno coinvolto persone sottoposte a stress fisici considerevoli: maratoneti, soldati canadesi durante le esercitazioni in inverno, bambini che frequentavano un campo-scuola di sci. In tutti questi casi, un po’ estremi e quindi ad alto rischio infezioni, prendere un grammo di vitamina C al giorno ha dimezzato l’incidenza di raffreddori; un altro studio, condotto stavolta su adolescenti nuotatori impegnati nell’agonismo, ha confermato poi che questa dose ne dimezza la durata. Stando a ulteriori ricerche valutate dagli esperti, inoltre, prendere vitamina C con regolarità riduce la durata media dei raffreddori dell’8 per cento negli adulti, del 18 per cento nei bambini. Il modo migliore per approvvigionarci quotidianamente di questa preziosa sostanza è attraverso la dieta; con un’alimentazione varia ed equilibrata si riesce a ottenere una buona quantità di vitamina C che agisce come antiossidante e per questo protegge dalle infezioni virali come il raffreddore. Nella maggior parte dei casi gli integratori non servono: nel dubbio, basta parlare della propria dieta con il medico di base per scoprire se ne introduciamo abbastanza o se serve un aiuto. I supplementi possono talvolta essere opportuni nei bambini, spesso restii a mangiare frutta e verdura ricche di vitamina C e nelle persone malate o deboli: anche in questo caso, tuttavia, è bene consultare il medico. I cibi dove la vitamina C è più abbondante sono verdure come peperoni, pomodori rucola, insalata verde, spinaci, broccoli, cavoli e cavolfiori, ma anche frutta come ribes, kiwi, fragole, papaia, arance e limoni. Necessarie le famose cinque porzioni quotidiane di vegetali, perché altrimenti non si riesce ad arrivare alla dose raccomandata di un grammo al giorno:
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Pillole di cucina naturale
Pesto verde alle mandorle Ingredienti 100 gr. di foglie di ortica 50 gr. di foglie di tarassaco 50 gr. cimette di cavolo broccolo verde 1 o più peperoncini piccanti
1/2 spicchio di aglio 100 gr. di mandorle sbucciate 100 ml. olio di oliva extra vergine succo di un limone sale qb
Procedimento Le foglie delle erbe spontanee e del broccolo vanno lavate e stese su dei canovacci puliti finché hanno perso l’acqua in eccesso. Pestare le mandorle insieme al peperoncino, l’aglio e il sale fino a ridurli ad una pasta e mettere da parte. Pestare le foglie di ortica, di tarassaco e le cimette di cavolo aggiungendo poco alla volta metà dell’olio di oliva. In un contenitore di vetro mescolare con un cucchiaio di legno la pasta di
mandorle, le erbe, il succo di limone e il restante olio di oliva alternandoli un poco alla volta. Consigli Questo pesto è naturalmente ricco di sali minerali e abbondante di vitamina C. Consumate il vostro pesto al più presto, se lo volete conservare, pratico è un vasetto di vetro. Ideale é l’uso di un mortaio di pietra o un mortaio “suribachi” giapponese per pestare la salsa; se usate un frullatore ad immersione aggiungete un cubetto di ghiaccio alla ricetta. L’effetto del metallo e del calore delle lame é ossidante. Potete gustarlo sul pane, magari di segala o integrale durante un picnic. Ottimo sulla pasta, ma senza riscaldarlo. Claudio Petracco Cuoco professionista – Insegnante di Cucina Naturale www.cucinarebio.it
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(Masanobu Fukuoka. La rivoluzione del filo di paglia)
Si chiamano El clap. Il sasso. La loro pietra miliare è multipla: sensibilità, idee, conoscenze e trasparenza. Tutte in una bottiglia di vino. Chapeau! Villanova del Judrio. Lembo estremo della pianura friulana, alle spalle le colline di Cormons e l’inizio del blasonato Collio. Judrio. Torrente ancora selvaggio, a monte. Idrjia, in Slovenia, dove nasce non lontano da Tolmino. Intorno al Judrio (il Judrj, in friulano) aleggia da sempre il mistero delle sue streghe, le storke, lis aganis, quelle un po’ cattive e un po’ buone, con i piedi ritorti (tallone davanti, dita dietro) che spesso aiutano i contadini. Storie di una volta. O sogni di adesso. Come quelli che ti racconta Raffaele Mocchiutti. Classe 1975. Sguardo schivo. Parole nette, chiare, sincere. Raffaele è un vignaiolo, avrebbe detto Gino Veronelli: uno per cui fare il vino significa prima di tutto lavorare la terra. “Lavoriamo insieme, io e due miei fratelli, Daniele e Renzo. La nostra è un’azienda che richiama lo storico modello friulano: le mucche, le viti, i seminativi”. Dagli anni Settanta in poi il Friuli si è padanizzato, abbandonando la biodiversità agricola per lasciare posto ad un modello industriale: via i poderi familiari, via gli alberi ed i fossi per far posto alla meccanizzazione. In seguito, la PAC pianificata a Bruxelles ha depauperato colture e culture, in nome di una quasi religiosa produttività. Che oggi è in crisi. Qui è diverso. Ci siamo venuti per parlare di vino e ci ritroviamo, sotto la pioggia, a camminare tra i campi. Chi del vino (nel bicchiere) fa il centro maniacale di degustazioni arzigogolate, perde significante e significato. Non esiste vino senza la terra. “Fare agricoltura in un modo che non sia bio, non è più sostenibile” dice Raffaele, che, dopo gli studi di perito agrario a Cividale, ha preso il diploma di laurea presso il prestigioso Istituto enologico di San Michele all’Adige. Cosa intendi per sostenibile? “Parliamo dei costi. Di tutti i costi. Sementi, concimi. E poi i costi ambientali. Pesticidi. Veleni. Questi costi alla fine li paghiamo tutti, chi ci lavora e chi no. Non sono conteggiati, ma bisogna tenerne conto. Abbiamo scelto il bio, ma non è una questione di certificazione. È una scelta a monte. Guardando al futuro. Quando abbiamo cominciato a ragionarci, a fine anni Novanta, era un roba da marziani. Perché rischiare? Ci dicevano tutti. Per loro non aveva senso. Ma lo sai che il diserbante, non lo butti lì e bon. Va dappertutto. Ci riguarda tutti!”. Ed ecco i vigneti. Curati perché ogni vite produca il giusto senza forzature. Il terreno del vigneto è inerbito. Vantaggi? Raffaele sorride “Uno dei vantaggi principali è quello di lavorare meno”. Il pensiero va inevitabilmente a Masanobu Fukuoka e all’agricoltura naturale o permacoltura, la rivoluzione del filo di paglia. Continua Raffaele “Il terreno naturale è sempre coperto di vegetali,
Azienda Agricola El Clap Via A.Conchione 7 Villanova del Judrio UD www.elclap.it info@elclap.it tel. 0432 758066 visita su appuntamento
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“Io credo che una rivoluzione possa cominciare da questo filo di paglia. A prima vista può sembrare leggero e insignificante. Nessuno penserebbe che abbia il potere di scatenare una rivoluzione. Ma io ho cominciato a capire il peso di questo filo di paglia. Per me questa rivoluzione è molto concreta”
che lo arricchiscono. In dieci anni un campo diventa bosco. Il terreno migliore, come composizione, è proprio quello del bosco. Ma non è compatibile con la vite. Lasciamo almeno l’erba”. Trattamenti? “Noi trattiamo solo con rame e zolfo, ma dosaggi bassissimi”. In cantina le vinificazioni semplici e pulite. Pigiatura soffice, via le bucce (non fanno macerazioni) e poi un lieve raffreddamento. Solforosa a livelli minimali. I bianchi passano in acciaio e poi in bottiglia. Alcuni rossi fanno un breve passaggio nel legno. Vini buoni. Semplici, diretti. Senza fronzoli. Un vero buon bicchiere. Prezzo attuale in cantina, 4 euro a bottiglia, Iva inclusa. Le lavorazioni dei vini sono simili, indi i prezzi sono uguali. In piena tracciabilità e trasparenza, Raffaele ci racconta tutto. I prezzi corrispondono al suo lavoro, ai suoi costi. Dal prossimo anno forse dovrà ritoccarli, causa aumenti e tasse. Raffaele non ti fa pagare di più il friulano – e potrebbe- solo perché è “tipicamente friulano” e beneficia -chessoio- del marketing della Regione. “Il prezzo che io faccio è quello. A tutti. Nel mercato succede il contrario, al privato lievita il prezzo. A me viene nervoso. Uno che con il vino ci fa magari un business paga di meno, uno che invece, viene fino in cantina, prende qualche bottiglia e se la porta semplicemente a casa per metterla in tavola, deve pagare di più. È assurdo”. Siamo in sintonia completa con Raffaele che è uno dei rarissimi produttori disposti a ragionare sui prezzi. Gli va riconosciuta onestà piena anche in questo. La mancata tracciabilità del prezzo sui vini è scandalosa. La pratica dei listini differenziati è purtroppo una regola, a totale svantaggio del consumatore finale. Ne riparleremo. E intanto pensiamo a un’economia virtuosa in cui l’intermediazione sia ridotta al minimo. O svolta da soggetti di economie alternative che utilizzano il margine per finanziare le loro attività. Oppure pensiamo ad una relazione diretta tra consumatore e produttore. Pensiamo, una volta a stagione, di farci un giro. Fare una bella camminata tra le vigne dei Mocchiutti, ed i campi. E poi acquistare là i vini. Pagando il giusto. Per chi produce e anche per chi consuma. La vera, perfetta filiera corta. I vini di El Clap: pinot grigio, friulano, sauvignon, cabernet franc, refosco, merlot, verduzzo.
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IL BUON VINO DELLA TERRA
Nel prossimo numero parleremo delle altre attività agricole di El Clap, esempio concreto di un’agricoltura sensibile all’ambiente e al futuro. Resoconto completo della visita su http://filodipaglia.wordpress.com/ Simonetta Lorigliola
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La prima immagine che associo ai vulcani ed alle manifestazioni della terra primordiale, non sono le classiche eruzioni notturne. Risalgono alle mitiche vacanze che trascorrevo in un mondo così distante da quello a me abituale. L’ho decifrato a poco a poco come il risultato dei complessi legami tra le rocce calcareomarnose, formatesi in mari di circa 13 milioni d’anni fa, e quelle ignee di vulcani che talvolta sconvolgevano tranquilli lidi. I primi tasselli di questo quadro sono i resti di muretti di vecchie casupole, spesso diroccate, delle campagne dell’entroterra siracusano. Macchie nere che risaltavano su uno sfondo giallo bruno d’erbe e cardi rinsecchiti, mossi da brezze in un mondo liofilizzato. Altre note di colore nel paesaggio erano il verde cupo dei carrubi e dei querceti e quello più pallido degli olivi o dei mandorli. Anticamente erano state il granaio d’Europa, poi il latifondo, la cattiva gestione delle acque e da ultimo la concorrenza del grano tenero americano le hanno progressivamente marginalizzate. Da poco rivivono anche per la nascita di agriturismi e di un turismo più evoluto e all’istituzione di parchi naturali. Nel 2002 la consacrazione definitiva, con l’inserimento nelle aree definite dall’UNESCO “Patrimonio dell’Umanità”. Infatti fanno parte della cosiddetta “Val di Noto”, centro delle magie architettoniche legate al barocco siciliano, la cui genesi è anch’essa correlata a presupposti geologico – ambientali: il mortifero terremoto del 1693 e particolari rocce calcaree, utilizzate per la ricostruzione. Oggi forse è più nota per lo sceneggiato del commissario Montalbano… Di questo mondo antico di collina, risento risuonare, di primo mattino, le strade dei paesi, lastricate di liscio e nero basalto, al passaggio dei muli condotti dagli ultimi contadini/mezzadri, che uscivano per andare in campagna. Ritornavano solo a sera con il buio, portando alla vecchia nonna e ai vari nipoti canestri di peperoni, melanzane o fichi colti al momento giusto tanto da sembrare dipinti a mano, non le fotocopie sbiadite dei nostri mercati. Sulla costa, altre testimonianze, le ancora evidenti e inquietanti colate laviche seicentesche dell’Etna, quasi congelate sul punto di precipitare in mare. Noi abbiamo impiegato quasi due giorni per risalire al cratere, camminando su rocce stridenti come scorie di vetro o scarti di ferriera. Ma i momenti più magici erano legati all’alba o al primo pomeriggio africano quando andavamo ad esplorare la cima più alta dei Monti Iblei il M. Lauro, un vulcano, più antico dell’Etna stesso. La spianata sommitale, di nera terra riarsa, era attraversata da allineamenti ret-
tilinei di pietre laviche: forse i resti di strade e mura di un’antica cittadina fortificata. Là potevo vedere concretamente riemergere la storia che studiavo al liceo: gli antichi greci che qui si opponevano ai punici che occupavo le zone interne dell’isola. La fantasia galoppava, stimolata anche dai racconti degli anziani del paese, che riferivano di oggetti venuti alla luce e distrutti durante le arature meccaniche per le coltivazioni a grano, volute dal regime fascista durante l’autarchia. Ai suoi piedi sgorga l’Anapo, un fiume dal nome paradossale che in greco significa “invisibile”, perché scompare sottoterra, forse per l’usuale scarsità d’acqua. Ma questa riesce comunque ad alimentare una rigogliosa vegetazione lungo un vallone calcareo, ove alcune pareti verticali sono traforate da varie necropoli antichissime. Nel secolo scorso era percorso da una ferrovia a scartamento ridotto che collegava Siracusa con l’entroterra. Dismessa, vi è stato realizzato di recente un interessantissimo itinerario ciclopedonale. Ha pareti di rocce bianche dall’aspetto polveroso, talvolta tenere e simili alla pietra che era stata utilizzata, dopo l’antico e devastante terremoto, come materiale per la ricostruzione delle famose architetture tardo barocche di Noto. Tra questi mondi in bianco e nero, tra acqua e fuoco si ritrovano altri punti di commistione: talvolta la lava eruttata si consolidava velocemente in mare e il repentino raffreddamento determinava forme a “cuscini” o con strutture concentriche a cipolla, che avevo visto prima solo sui libri. Questa convivenza tra mare e vulcani ha dato luogo in Sicilia ad altri fenomeni curiosi. Nel 1831, lo scontro tra le placche africana ed euroasiatica, tra la cause indirette dell’intensa attività vulcanica che ancora permane, ha innescato addirittura la formazione di un isola chiamata “Ferdinandea”, in onore dell’allora re borbonico, e un’accesa lotta per il suo possesso tra le potenze dell’epoca. L’isola non era altro che la sommità di un vulcano sottomarino, sollevatasi di qualche decina di metri sul livello marino. Poi l’azione erosiva marina aveva avuto ben presto la meglio ed ora si trova poco sotto il pelo dell’acqua. In questo mondo fantastico, ho nuotato in un mare ancora sapido di sale greco, letto la storia nelle pietre, cercando di convincere i parenti che uno strano sasso, conservato a casa, era il fossile di riccio di mare, ho raccolto grappoli d’uva dai vigneti abbandonati, tentando poi di produrre del vino. Purtroppo, molto di quel mondo è orami solo memoria mentre il vento continua a smuovere indifferente i cardi del M. Lauro.
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STORIE DI MARI E VULCANI
Riccardo Ravalli
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Movimenti e Comunità cristiane Insieme per l’Europa… a Trieste
Bam bini, rag azzi… ...t utt i fig li nost ri! giornata seminariale di studio e di comunione fraterna sul tema del disagio e della formazione nella prima infanzia e nella preadolescenza a Trieste
Sabato 13 aprile 2013 dalle ore 11.00 alle ore 17.00
Parrocchia Gesù Divino Operaio
PROGRAMMA
Sala Mons. Bellomi Via Di Vittorio (v. Flavia) - Trieste
due relazioni introduttive tenute da Miriam Korfeind della Comunità di S. Martino al Campo e da Erica Mastrociani Presidente delle Acli triestine.
momento conviviale
laboratori tematici
Hanno aderito: Acli, Agesci, Associazione nazionale famiglie adottive e affidatarie, Azione Cattolica, Cammino Neocatecumenale, Caritas Diocesana, Comunità di S. Egidio, Comunità di S. Martino al Campo, Comunità Vita Cristiana, Fraternità di Foucauld, Guide e Scout d'Europa, Movimento dei Focolari, Rinnovamento nello Spirito, Uciim, Masci (movimento adulti scout cattolici italiani)
I “focolarini”, per chi non li conoscesse, si chiamano così perché la loro fondatrice, Chiara Lubich - una giovane trentina che, nell’immediato e devastato dopoguerra, si sentì chiamata a fare qualcosa a favore della pace e del dialogo tra i popoli - fondò assieme ad alcune amiche, nella sua città, una piccola comunità che accoglieva e aiutava persone che desideravano vivere un’esperienza di ricerca interiore e di condivisione. Questa piccola comunità, per le sue caratteristiche appunto di accoglienza e di calore umano, fondata sull’amicizia, volle chiamarla “focolare”.
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Miriam Kornfeind Comunità di San Martino al Campo
(2012) di Marco Rossitti. Nel 1944 per la alcuni mesi Dal 23 al 30 aprile al Multikultura una quarantina Center di via Valdirivo 30, la nona di comuni friulani edizione della rassegna cinematografica vennero liberati dall’occupazione nazi-fascista. Sono ormai nove anni che il circolo del cinema “Charlie Chaplin”in Vi si costituì una Repubblica collaborazione con il Comitato pace, convivenza e solidarietà “Danilo partigiana comprendente tutte Dolci” propone la rassegna cinematografica “Per non dimenticare”. le forze politiche democratiche La seconda parte, dedicata a “ Cinema e Resistenza” avrà luogo al nella quale si sperimentò un Multikuktura Center di via Valdirivo 30 nella seconda metà del mese eccezionale spazio di libertà e di aprile, in concomitanza con le celebrazioni dell’Anniversario della Liberazione. Con il patrocinio del Comune e della Provincia di Trieste. partecipazione popolare che anticipava alcune delle conquiLe proiezioni avranno inizio alle ore 20.30 con ingresso libero, e ste dell’Italia repubblicana. La questo il programma: manifestazione avrà Martedì 23 aprile: Era notte a Roma (1960) di Roberto Rossellini. luogo alla presenza Sabato 27 aprile: Notti e nebbie (1984) di Marco Tullio Giordana. del regista. Martedì 30 aprile: La ragazza di Bube (1963) di Luigi Comencini.
PER NON DIMENTICARE
Gianni Ursini
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Lunedì 29 aprile invece la proiezione avrà luogo al cinema Ariston dove è in programma il documentario Carnia 1944, un’estate di libertà
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KONRAD
A cinque anni dalla morte della loro fondatrice, i “focolarini” continuano, direi con non poca tenacia, a riproporre con convinzione e fiducia il progetto “INSIEME PER L’EUROPA”. Si tratta di un percorso iniziato poco più di dieci anni fa che coinvolge attualmente un centinaio di città europee e centinaia di gruppi, movimenti e associazioni che si riconoscono nell’obiettivo di contribuire – pur avendo storie, appartenenze, lingue, culture e spesso fedi diverse – alla costruzione di un’Europa unita, capace di riconoscersi in alcuni valori fondamentali quali la centralità della persona, la spiritualità, il dialogo.
Da quel piccolo gruppo poi, per una sorta di contagio, nacquero tante altre piccole comunità, chiamate sempre “focolari”, che diedero vita – nel tempo – a quello che oggi è un movimento ecclesiale (con a capo, per statuto, sempre una donna) poco conosciuto ma piuttosto interessante che conta centinaia di migliaia di “iscritti”, di varie lingue, culture e religioni sparsi in tutto il mondo. Ma perché questa lunga premessa? Per presentare un’iniziativa che si svolgerà nella nostra città sabato 12 aprile, ospitata nella parrocchia di Gesù Divino Operaio (via Flavia), promossa dal Movimento dei Focolari di Trieste nell’ambito del decennale progetto “Insieme per l’Europa” (di cui sopra) in collaborazione con una dozzina di altre associazioni più o meno laiche impegnate in ambito sociale ed educativo. Si tratta di un “seminario” intitolato “Bambini, ragazzi… tutti figli nostri”, incentrato sul tema della relazione educativa A stimolare un po’ la riflessione e i lavori di gruppo sono state invitate la nostra Comunità (notoriamente impegnata in ambito educativo con i cosiddetti “ragazzi difficili”) e le ACLI, realtà che approccia quotidianamente nuclei famigliari in difficoltà e persone provenienti da altri Paesi. Obiettivo dell’incontro che inizierà alle ore 11 e terminerà alle 17 (con pausa pranzo inclusa, offerta dall’organizzazione) è riflettere e confrontarsi, tra persone e gruppi già impegnati in ambito educativo, su come modificare e migliorare le proprie attività e le proprie proposte per rispondere in modo più efficace al crescente bisogno, da parte dei ragazzi e dei giovani, di attenzione, di prossimità e di solidarietà. Il tutto in un’ottica di ascolto reciproco e di rispetto per le difficoltà oggettive che ogni famiglia ed ogni genitore sta vivendo in questo nostro tempo. Ma anche nel rispetto del desiderio, spesso gridato, dei “nostri” ragazzi di essere visti, considerati e accompagnati dal mondo adulto. Dunque, due sfide in una: quella di lavorare per un’Europa unita; quella di mettere al centro dei nostri pensieri e delle nostre energie il benessere e la crescita dei giovani.
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INSIEME PER L’EUROPA
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KONRAD REDAZIONALE A CURA DELL’INSERZIONISTA
dati dell’Associazione, ogni anno partono più di 100 ragazzi tra i 15 e i 17 anni. I progetti attivati proprio in questi giorni riguardano I campi di volontariato estivo tutta l’Europa ma anche gli Stati Uniti e luoghi esotici e lontani come l’India, il Giappone e il Messico anche se i Giovani, ragazzi, teenager, accorrete! Volete passare una campi più lontani sono consigliati alle persone con più di 21 anni. vacanza diversa dal solito? Non avete ancora pianificato per voi e Inoltre l’associazione dà la possibilità sia di partire da soli per vivere per i vostri amici come trascorrerete la prossima estate 2013, lontano dalla scuola, dai libri e dallo studio? Ecco allora un’occasione unica da un’esperienza individuale, che in gruppi. A carico dei giovani partecipanti ci sono solo le spese di viaggio, atnon perdere per andare all’estero e contemporaneamente aiutare chi tenzione quindi prima ad informarvi sui cone ha bisogno. sti di voli e trasporti in alta stagione come Per un giovane d’oggi infatti vivere luglio e agosto, più 100€ che rappresentaall’estero per un periodo di tempo è no la quota per il campo più 35€, la quota fondamentale ma non tutti i lavori sono di iscrizione all’associazione in quanto vituguali, non tutte le occasioni si equivalto, alloggio e parte delle attività ricreative gono. Ci sono esperienze che ti segnasaranno offerte dall’associazione partner no, che ti cambiano la vita, che non si che organizza il campo internazionale. limitano a farti imparare una lingua straPer chi volesse invece restare in ambito niera. I campi di volontariato nazionale locale, l’associazione Libera Terra, ha ed internazionale, sono il metodo miglioattivato progetti di cooperazione per portar re per andare all’estero e vivere un’estaa lavorare giovani sulle terre confiscate te all’insegna dell’aiuto incondizionato. alla mafia, alla camorra e alla ‘ndrangheta. Coltivazione di terre, lavoro manuale, costruzione di nuove strutture o Anche qui i ragazzi potranno partire da soli o in compagnia e lavorariparazione di edifici fatiscenti, aiuto a progetti di cooperazione internazionale, rimettere in sesto strutture per la pesca, fare sentieri o dare re fra la Campania, la Calabria, la Sicilia, ma anche la Lombardia e l’Emilia Romagna. un aiuto alle scuole in difficoltà. Tutte cose che per i giovani d’oggi In più molti di questi campi potranno essere un’utile cura per mamme sono anche l’occasione per scontrarsi con un mondo diverso, fatto di troppo apprensive o figli “bamboccioni” in quanto molti di essi sono sudore, sporco e terra. All’insegna insomma del “vivere naturale”: lonsprovvisti di telefoni raggiungibili a tutte le ore. tano da pc, da facebook, da twittter, dalla vita comoda e agiata. Sul sito www.lunaria.org o sul sito www.libera.it si potranUna delle associazioni che si occupa di questo è la Lunaria, che inno comunque consultare tutti i programmi dettagliati. sieme a Legambiente rappresenta i membri italiani dell’Alleanza delle Che dire cari ragazzi, Buon Viaggio e, come sempre, Associazioni di Volontariato europee. Queste associazioni, aiutate dai Buona Fortuna soldi dell’Unione Europea organizzano progetti di sostegno e volonta Francesca Versienti riato aperti a ragazzi di tutte l’età. Con Lunaria ad esempio, secondo i
IL GRANDE LIBRO DELL’OMEOPATIA
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ESPERIENZE ALL’ESTERO
e di tratti caratterologici e comportamentali. Starà al medico cercare nella storia di quel paziente e nelle sue manifestazioni somatiche e Può non sembrare, ma non è un compito facile definire psichiche il rimedio più simile a lui, proprio quel rimedio e non altri. Il l’omeopatia. Molti di voi che già conoscono la metodica poconcetto è espresso da una frase latina: “similia similibus curentur”. tranno forse sentirsi ripetere concetti e nozioni già appresi in precedenza. Riteniamo tuttavia che sia importante rivolgerci soprattut- Il farmaco che causa determinati sintomi “similia” curerà “curentur” i sintomi simili ai suoi “similibus”, cioè quelli avvertiti to a quanti di voi siano neofiti nella materia, cercando, dal paziente. È questa la legge cardine dell’omeose possibile, di definirla in modo conciso, semplice e patia. Tenete sempre presente che l’omeopatia è chiaro. Il sostantivo “Omeopatia” deriva da due vocaboli una medicina. E come tale, è bene sottolinearlo, greci: “Omoios” che significa simile e “Pathos” che indidovrebbe essere prescrivibile sempre ed esclusica, invece, malattia o sofferenza. Etimologicamente la vamente dai medici. Essa annovera tra i suoi scopi parola omeopatia richiama quindi il concetto di “malattia quelli di alleviare le sofferenze del malato e aiutarlo simile” che richiama una delle leggi più importanti della a guarire dalla sua malattia in modo efficace, rapido metodica stessa, la “legge del simile” che andiamo ora e duraturo. Si tratta certamente di un metodo antico ad enunciare. Secondo questa legge una sostanza (il fondatore, Samuel Hahnemann nacque negli ultichimica che causa a dosi ponderali (cioè molto conmi anni del 1700) che oggi è sempre più impiegato centrate) una serie di sintomi (che chiamiamo malattia) dai medici e pazienti. Se non desse risultati certaè in grado, se diluita, di curare quelli stessi sintomi. mente nel corso di 200 anni avrebbe avuto modo di Se l’Arnica mi causa irritazione della pelle e stravasi spegnersi da solo ed essere abbandonato da tutti e emorragici, Arnica omeopatizzata (cioè molto diluita) mi dimenticato. Chi si rivolge ad un omeopata sa che aiuta a curare questi sintomi. E così per ogni farmaco verrà curato con una medicina “dolce” e cosiddetto “omeopatico”. Il veleno dell’ape provoca sulla con un trattamento quasi del tutto privo di pelle e sulle mucose gonfiore e dolore? Apis è il rimedio Il grande libro dell’omeopatia Xenia Edizioni effetti dannosi per il nostro organismo. adatto per vincere queste manifestazioni. Cosicché ogni 10,50 €, nelle migliori librerie o rimedio ha i suoi sintomi fisici e psicologici. Ogni rimesu internet: www.macrolibrarsi.it Roberto Pagnanelli dio detto omeopatico “è” un insieme di sintomi corporei
Via San Giuliano, 35 - Pordenone tel./fax: 0434 28043 - gaiapn@libero.it
preso. E se le coppie di fatto non hanno diritti e doveri reciproci, ben altra questione concerne chi è convolato a «giuste» nozze... in questa «giustizia» vi è anche l’obbligo di rispetto della sessualità del coniuge, che non può esser abbandonato a se stesso come muffa sul divano. Se da un lato non si può rifiutare immotivatamente uno scambio fisico con il coniuge, dall’altro vi è un obbligo di cura e assistenza nei confronti di questi, se in difficoltà sanitaria. Spiega Sonia Manente, presidente del sodalizio «È incredibile che in molti casi ci sia un ritardo di diagnosi della malattia che vada dai 5 ai 9 anni; spesso arrivano in associazione donne -e in alcuni casi coppie- che non sanno dove andare, nel senso che hanno già peregrinato da un medico all’altro e subito almeno da uno a due interventi anche molti invasivi. Nell’anno 2012 l’associazione è riuscita a fare deliberare la prima legge in Regione, che è anche prima legge in Italia, legge regionale FVG n. 18/2012, intitolata “Tutela delle donne affette da endometriosi” che prevede la costituzione dell’Osservatorio, l’informazione sulla malattia, e la costituzione di un registro dati fino ad ora inesistente. Questa legge è il primo traguardo di un lungo percorso, visto che nel solo FVG sono diciassettemila le donne colpite da questa malattia, che comporta costi considerevoli in termini di sanità e perdita di ore di lavoro. Una donna su cinque in età fertile ne è colpita e il 65% di queste non è in grado di svolgere attività quotidiane. I problemi di infertilità toccano il 35% delle donne affette da endometriosi. L’associazione si sta battendo per il riconoscimento dell’endometriosi come malattia cronica ed invalidante e l’azione pubblicitaria sul territorio è una parte fondamentale del nostro sodalizio, affinché le donne, immerse in sintomatologie le più variegate, non si sentano sole e possano dare un nome al problema.» Info: Ass. Endometriosi FVG Onlus; endometriosifvg@yahoo.it, cell 330 204653, per donazioni: IBAN IT 08 U 05336 63980 000035307805 – per il 5x1000 CF 90015570303
Giovanna A. de’Manzano
KONRAD
«Non lo fo’ per piacer mio, ma per dar figlioli a Dio...» c’era una volta scritto sulle vestaglie dal sapore sessuofobo, ben lontane dalla sensuale lingerie moderna; ciò accadeva in un contesto in cui la donna, figlia di padre, era un bene da vendere che non poteva rifiutare il marito che le veniva imposto, per quanto brutto, violento o puzzolente fosse. Rinchiudersi in convento, centro anti-violenza di un tempo, era l’unica via di fuga per le fortunate. Il corpo delle donne e la loro sessualità sono da millenni oggetto di particolare interesse, non tanto per fini conoscitivi e terapeutici, quanto per una nevrosi maschile di controllo del piacere e della sessualità femminile: burka, infibulazione, reato di adulterio son un minimo esempio di questa differenza di trattamento di genere, ancora ben nota a certe latitudini del globo. In questo contesto le patologie femminili hanno sicuramente avuto nel corso dei secoli poco spazio per essere studiate a fini terapeutici. Probabilmente è per tale motivo che queste, quali l’endometriosi, impiegano ancor oggi svariati anni prima di essere riconosciute, diagnosticate e curate, alla luce appunto degli sforzi secolari a reprimere invece che a comprendere ed accogliere. Corre l’anno 2000 quando un gruppo coraggioso di donne fonda l’associazione «Endometriosi FVG Onlus», il cui scopo è quello di divulgare informazioni su questa patologia di genere anche nelle scuole, promuovere convegni e incontri formativi e offrire un punto di riferimento alle donne e alle loro famiglie. L’endometriosi è un’infiammazione dei tessuti dell’endometrio che colpisce una donna su sette: i sintomi possono andare dal dolore mestruale intenso, ai dolori durante l’ovulazione, dolori pelvici, aderenze, dolori durante o dopo i rapporti, infertilità, sterilità, gonfiore addominale, disturbi urinari, dolori muscolari diffusi, affaticamento, senso di nausea, ecc. Trattasi di complicazioni non da poco, se si considera la compromissione della qualità della vita, la perdita di giornate di lavoro e il rischio di separazioni/divorzi che una malattia del genere comporta, visto che limita non poco anche la vita del partner, desiderio di paternità com-
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L’ENDOMETRIOSI E IL CORPO DELLE DONNE
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Cinema
DISTRIBUITI A PIOGGIA I PREMI NELLA “NOTTE DEGLI OSCAR”
Massimo riconoscimento al patriottico Quest’anno i tizi dell’Academy Award dovevano essere piuttosto indecisi, perché i premi “Oscar” sono stati distribuiti a pioggia, e nessun film ha stravinto, né il gettonatissimo Lincoln di Steven Spielberg, ma nemmeno Argo, che aveva pur mietuto una messe sterminata di premi in tutti gli USA. È vero, Argo è stato premiato quale miglior film, ed ha ricevuto pure gli “Oscar” per il miglior montaggio e la sceneggiatura, ma niente al regista- attore Ben Affleck. Il premio per la miglior regia è andato invece a Vita di Pi di Ang Lee, un vero capolavoro visionario e fantastico. Per Lincoln è stato premiato solo il protagonista Daniel Day Lewis, mentre a sorpresa come miglior attore non protagonista si è preso l’Oscar l’attore austriaco Christoph Waltz per Django Unchained di Quentin Tarantino. Sono tutte opere delle quali ho già parlato molto bene in altre occasioni. E le donne? Beh, hanno premiato Jennifer Lawrence per la commedia brillante Il lato positivo, ed Annie Hathaway per il musical Les Miserables. Miglior film è stato giudicato il senile Amour dell’austriaco Michael Haneke. A bocca asciutta è rimasta invece Katherine Bigelow con suo Zero Dark Thirty, durissimo film sulla guerra in Afghanistan, forse troppo critico nei confronti della politica estera americana Per tornare ad Argo, esso è un film pieno di luci ed ombre. Più ombre che luci a mio giudizio. Per fortuna Ben Affleck è stato abbastanza furbo ed onesto da mostrare gli antefatti di quello che successe nella capitale dell’Iran in quel brutto novembre del 1979, quando alcuni militanti fanatici fecero irruzione nell’ambasciata americana prendendo in ostaggio 52 impiegati del corpo diplomatico. Riuscirono a sfuggire solo 6 persone che si rifugiarono presso l’ambasciata canadese all’insaputa della polizia iraniana. Tutto questo era successo perché nel febbraio 1979 gli USA avevano appoggiato la fuga dello Shah Mohammad Reza Pahlavi già gravemente malato di cancro. Il suo aereo era tanto carico di lingotti d’oro che aveva avuto serie difficoltà a decollare. Almeno così la raccontano nel film. Egli durante il suo lungo regno in un primo momento aveva dichiarato di voler modernizzare l’Iran, ma poi si era trasformato nel peggiore dei tiranni, giustiziando senza pietà tutti gli oppositori del regime, fino a farsi odiare dal popolo. In effetti la maggioranza degli iraniani accolse con gioia il ritorno dell’Ayatollah Khomeini dall’esilio francese. Non sapevano ancora di essere caduti dalla padella nella brace. A questo punto il più grande timore forse diffuso ad arte fra la popolazione, fu
che gli americani stessero tramando per riportare al potere la famiglia Pahlavi. Ciò bastò a scatenare fra la gente un’ondata di Argo di Ben Affleck violenza e di odio antiamericano di una portata mai vista. Codesta situazione viene spiegata in maniera abbastanza dettagliata nella prima parte del film, altrimenti non si capirebbero le motivazioni di quella folla di invasati che gridando come ossessi bruciano a tutto spiano le bandiere americane. Purtroppo dopo le spiegazioni generali il film di Ben Affleck si incarta sulla sorte dei sei fuggitivi, e sull’operazione messa in atto dall’agente speciale Tony Mendez per farli ritornare sani e salvi negli USA. Sinceramente della loro fuga rocambolesca organizzata facendoli passare per una troupe che sta cercando una location per girare un film di fantascienza, non me ne è importato un gran che. Certo, quella parte del film è girata molto bene mettendo in luce al momento giusto gli attimi di sconforto e di tensione che inevitabilmente assalgono i protagonisti. Ma se lo scopo recondito era quello di solleticare il senso patriottico degli americani, l’operazione può dirsi pienamente riuscita. In effetti il pubblico degli USA si deve essere divertito un mondo nel vedere i miliziani iraniani, brutti, sporchi cattivi, barbuti e per di più fanatici integralisti islamici, presi in giro come dei bambini di dieci anni da un singolo agente della CIA. Questo spiega in parte il grande favore che ha accompagnato l’uscita del film negli USA. Da parte mia, devo dire che queste cose mi lasciano molto freddo, e che non mi faccio trascinare facilmente dall’entusiasmo. E poi bisogna vedere se il film racconta in maniera veritiera i fatti realmente accaduti. Resta il fatto che per ragioni di opportunità politica il presidente USA di allora preferì oscurare il ruolo della CIA e lasciare tutto il merito dell’operazione al governo canadese. C’erano ancora 52 ostaggi da salvare. Quello che non sono riuscito a digerire però è stata la degnazione con la quale la science fiction viene trattata durante il film. Alla fine della vicenda, quando tutti sono tornati felicemente in patria, l’agente Tony Mendez conserva per sé un disegno preparatorio del film fasullo con il quale aveva imbrogliato gli iraniani, e lo regala al figlioletto appassionato di fantascienza. Il disegno finisce fra le statuine dei personaggi di Guerre Stellari e quelle della serie TV Star Trek Come a dire che la fantascienza è solo roba da bambini, perché gli adulti hanno cose più serie a cui pensare. Eh no, caro Ben Affleck, così non va.. In ogni caso per me Argo rimane solo un discreto film di azione, e nulla di più
Gianni Ursini
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Teatri di confine
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A proposito della cantatrice calva
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A Udine la compagnia dissidente del Belarus Free Theatre
di polizia. Queste persone sono piene di cicatrici. E Minsk è la città più sexy al mondo”. La prof.ssa Daniela Daniele dell’università di Udine insiste su questo aspetto dello spettacolo: “È molto interessante l’interazione tra questa autrice e loro perché scelgono un registro che punta molto a una rappresentazione della sessualità estrema, molto mirata a illuminare degli aspetti della sessualità cupi..., un’interazione fra la rappresentazione della sessualità e del corpo in riferimento a una situazione di corruzione molto tangibile... Il loro lavoro si intreccia molto bene con la performatività... di gruppi organizzati di donne come le Femen in Ucraina o le Pussy Riot in Russia. C’è sempre questa idea di mettere in scena il corpo, di illuminare degli aspetti molto crudi, di una sessualità di cui non si parla, che ha molto a che vedere con la costituzione, con il traffico del corpo per poi mettere in luce una decadenza del sistema politico, un bisogno di rovesciare questi aspetti”. Non è teatro tradizionale, è teatro attuale, sulle condizioni di vita, sociali, importa non il passato o il futuro, ma ciò che accade adesso. Nicolai chirisce:“Non è teatro politico, ma nella dittatura esprimere qualsiasi opinione libera diventa un atto politico... La dittatura da noi è fare quello che ti dicono di fare, non quello che vuoi fare tu e quando cominci ad agire come vuoi tu, diventa subito politica. Quando nello spettacolo parliamo della sessualità, diventa subito politica”. La recitazione è anche in bielorusso, lingua che il presidente Lukashenko considera espressione dell’opposizione e il cui uso è scoraggiato. Non era forse la lingua dei villaggi, di cui ci si vergognava? Poco importa che il grande Vasiliy Bykov abbia scritto in bielorusso e che oggi l’intelligenzjja cerchi di tutelarlo.
Giuliano Prandini
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negli anni ‘50 cercava (e cerca ancora oggi) di normalizzare la carica critica e innovativa del teatro tout court. I personaggi sono sei: due coppie dell’alta borghesia inglese, i signori Smith e i signori Martin, la cameriera e il capitano dei pompieri. Sulla visita dei signori Martin ai signori Smith si costruisce la struttura linguistica del testo, che mette in luce il vuoto sotteso all’ipocrisia della quotidianità. Si tratta di frasi di cortesia che non dicono nulla, ma servono a far passare il tempo, scandito inesorabilmente da una pendola. Le due coppie sono costrette a comunicare qualcosa, ma le loro vite sono tragicamente vuote e, dunque, nulla possono dire, se non banalità di circostanza e aneddoti senza senso. Tutto ciò fa ridere, ancora oggi, ma in modo amaro, perché, come affermava lo stesso Ionesco, ‘basta un leggero colpetto, uno scivolamento impercettibile e ci si ritrova nel tragico’.
MINSK 2011: A REPLY TO KATHY ACKER Udine, Sala del Tiepolo di Palazzo Caiselli, Venerdi, 8 marzo. Natalia Kaliada ascolta l’intervento di un rappresentante di Amnesty International sulle violazioni dei diritti umani nel suo paese, la Bielorussia. Restrizioni alla libertà di espressione, associazione e riunione, condanne a morte, detenzione di prigionieri di opinione, tortura, processi non equi. E quando si passa al caso di Ales Bialiatski, ex presidente del centro per i diritti umani Viasna, arrestato nel 2011, Natalia interviene: è un suo amico, uno dei più importanti difensori dei diritti umani e con lui sono detenuti molti altri prigionieri di opinione. Natalia è in sala con il marito Nicolai Khalezin, sono i fondatori nel 2005 del Belarus Free Theatre, compagnia dissidente bielorussa, e il regista Uladzimir Shcherban, invitati dall’università di Udine per presentare Minsk 2011: a reply to Kathy Acker. L’indomani lo spettacolo andrà in scena al Teatro Palamostre, su iniziativa del CSS Teatro Stabile di Innovazione del FVG di Udine. Costretti a rappresentare i loro lavori in appartamenti privati, in cantine, con gli spettatori informati con il passa parola, schedati, in clandestinità, arrestati, la compagnia ha dovuto lasciare la Bielorussia e stabilirsi a Londra. Il lavoro teatrale, che denuncia la brutale violenza contro la domanda di libertà personale e l’espressione sessuale in Bielorussia, si richiama a “N.Y.C 1979” dell’americana Kathie Acker, femminista radicale ed esponente punk, in cui l’autrice scriveva sulla sessualità a New York. In un’intervista Natalia dichiarava: “Kathie Acker rifletteva sui problemi politici e sociali negli Stati Uniti partendo dalla sessualità. Noi abbiamo pensato di risponderle parlando della nostra sessualità. In questo modo pensiamo di comprendere ciò che sta accadendo nel nostro paese ma considerando ora la nostra sessualità. La gente dice che le cicatrici rendono gli uomini sexy, quindi si può immaginare che cosa succeda quando duemila persone sono arrestate dalle forze speciali
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Al numero 23 di Rue de la Huchette, a Parigi, tra un bar alla moda e un take away greco, si trova un piccolo teatrino. Si chiama Theatre de la Huchette e da più di mezzo secolo ha in programma gli stessi due spettacoli: La cantatrice calva e La lezione di Eugène Ionesco. Se passate da quelle parti e se amate il teatro, vi consiglio di non perdere l’occasione. In particolare La cantatrice calva è uno dei testi chiave per capire quel movimento teatrale che va sotto il nome di teatro dell’assurdo e che ha visto, come protagonisti assoluti, lo stesso Ionesco e Samuel Beckett, nel corso della seconda metà del ‘900. Ed è sorprendente osservare come, dopo tanto tempo, la pièce non abbia perso la sua forza originaria, assieme alla sua carica paradossale e dissacratoria. Si entra, dunque, in questo teatrino che, a occhio, non può contenere più di sessanta o settanta persone e lo spettacolo inizia. Ma non aspettatevi una storia vera e propria, perché qui si gioca sullo stereotipo del teatro, ovvero sulla parodia del teatro borghese che
30 ad un altruismo e ad un rispetto per i compagni che trascende le condizioni fisiche e mentali; perfino le persone con Scivola piacevolmente ma senza lasciare un segno deficit mentali (i cosiddetti “voluti da Dio”) vengono difesi a costo della vita Il 28 febbraio è uscito in Italia il film Educazione siberiana di Gabriele dai membri della comunità. Sarà proprio una di loro, Xenja (Eleanor Salvatores in cui il regista si cimenta nuovamente nella trasposizione Tomlinson), a far assaporare un amore impossibile a Kolima che, anche cinematografica di un libro di successo. Dalle fredde e fosche amdopo l’incarcerazione, ne resterà profondamente legato. Quando, uscito bientazioni di Come Dio comanda (ispirato al romanzo di Ammanitidi prigione, scoprirà che la sua amata è stata violentata dall’amico Ga2008) Salvatores ci trascina, ora, in un angolo poco conosciuto del garin, infrangendo così le regole comunitarie e rendendosi un elemento Mondo: la Transnistria (regione dell’attuale Moldavia ad oriente del da punire con la vita, Kolima si arruolerà nel nuovo esercito russo pur fiume Dnestr) nel delicato periodo compreso fra gli ultimi di compiere la sua vendetta. Interessante la scelta anni dell’Unione Sovietica ed il 1990. Il film è stato più di Salvatores di utilizzare un cast di attori locali che volte giudicato negativamente ed accusato di non aver purtroppo si perde nell’anonimato (nonostante una carpito pienamente l’opera dello scrittore russo Nicolai buona prova del protagonista Arnas Fedaravicius) al Lilin (sul quale è ancora aperto un piccolo dibattito confronto con la granitica figura del “nonno” Kuzjaper la definizione esatta del genere… autobigrafia o Malcovich in ottima forma e padrone del personaggio romanzo?) e di averne tralasciato certe parti. Ebbene, il interpretato e di tutte le scene a cui partecipa, tanto da sottoscritto non ha ancora avuto modo di leggere il libro apparirne, perennemente, protagonista. Bella prova quindi mi baserò unicamente sull’opera cinematografica, anche quella di Eleanor Tomlinson in un ruolo tutt’altro senza altre critiche di rito (a mio parere piuttosto sterili). che semplice. Ambientazioni e costumi molto buoni (il Il film si ambienta in un micromondo (la Transnistria apregista ricorda in un’intervista le difficoltà climatiche punto) in cui i criminali, indesiderati e deportati in questa a cui è andato incontro) che riescono a rendere bene regione dal regime sovietico, si sono creati una società l’atmosfera, sempre in sospeso fra la sicurezza della autonoma e guidata da regole di comportamento precicomunità e la violenza della vita di ogni giorno. Al se. Un codice etico profondamente radicato e tramandato che prevede termine del film, però, la sensazione dello spettatore è di “qualcosa di un forte senso di comunità, di rispetto per i compagni, di odio verso non detto”, come se fossero state tagliate delle parti che avrebbero la polizia, i trafficanti di droga ed i banchieri. Un Mondo in cui le armi aiutato a capire meglio la situazione sociale e politica del periodo in cui vanno usate solo se necessario, in cui non si può tenere soldi in casa è ambientato il lungometraggio, nonché la storia stessa. Vista la brevità in quanto reputati impuri (bella la frase “un uomo non può possedere del film (98 minuti) sarebbe stato interessante aggiungere alcune parti più di quanto il suo cuore possa amare”), in cui è normale affiancare come l’addestramento del giovane Kolima nelle file dei corpi speciali immagini sacre a pistole e pugnali e dove gli episodi importanti della dell’esercito russo col relativo assoggettamento forzato a regole diverse propria vita sono vergati sulla pelle a forza di tatuaggi. Il protagonista da quelle della comunità di provenienza (parte importante nel libro da è Kolima (Arnas Fedaravicius) che, assieme all’amico Gagarin (Vilius cui è tratto il film) oppure l’ingresso di Gagarin fra i ribelli con adeguato Tumalavicius) e ad altri ragazzi del quartiere di Fiume basso, cresce stralcio sulla guerra in Cecenia (protagonista del secondo libro imparando dal nonno Kuzja (John Malcovich) le regole etiche e di scritto da Nicolai Lilin). Che sia in previsione un secondo capitocomportamento della comunità e compiendo i primi furti ed i primi inlo? Ne dubito fortemente… contri con la violenza del quartiere. Il forte senso di appartenenza porta Gianfranco Paliaga
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ARRIVA A UDINE IL FAR EAST FILM FESTIVAL
Con lo slogan “Sotto il segno del Serpente” il 19 aprile sarà inaugurata al Teatro Nuovo “Giovanni da Udine”.la 15° edizione del Far East Film Festival. La manifestazione, organizzata dal Centro Espressioni Cinematografiche di Udine e dedicato il cinema dell’estremo oriente, si prolungherà nella città friulana fino al 27 aprile. Le proiezioni avranno luogo la mattina,il pomeriggio e la sera al Teatro Nuovo, ma anche nella sala del cinema Visionario in via Asquini dove ci saranno le rassegne retrospettive. Per accedere alle proiezioni è necessario acquistare i biglietti a pagamento, ma è anche possibile farsi un abbonamento giornaliero oppure settimanale, il che è più conveniente. È garantita la presenza di quanto di meglio propone la cinematografia di paesi lontani ed esotici come Cina, Corea del Sud, Filippine, Giappone, Hong Kong, Indonesia, Malesia, Singapore, Taiwan, Thailandia. La retrospettiva di quest’anno sarà dedicata al cinema coreano. Una buona occasione per conoscere alcuni aspetti poco noti del cinema orientale. Gianni Ursini
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KONRAD
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EDUCAZIONE SIBERIANA
Il manifesto della 15° edizione del Far East Film Festival
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Senza guinzaglio
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KONRAD
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L’insieme delle qualità naturali, o doti, che un cane eredita attraverso i geni (DNA) dai suoi genitori costituisce il carattere del soggetto. A differenza del comportamento, esso non cambierà per tutto il corso della vita. L’esperienze di vita dell’animale e gli istinti naturali influiranno sul suo modo di agire: il cane apprenderà attraverso le memorie e reagirà agli stimoli esibendo schemi motori di comportamento diversificati. Quali sono le doti del carattere che vanno a costituire il profilo individuale di un cane? Come si stabilisce il valore da attribuire ad ogni singola dote? È fondamentale riuscire ad individuare la mappa della personalità dell’animale: con dei semplici test non invasivi si ottengono molte risposte sugli eccessi o difetti delle doti del carattere e sul modo di comportarsi, a volte errato, dell’amico a quattro zampe. Le qualità naturali del carattere sono: docilità e socialità, temperamento (in relazione con la soglia di stimolo) e tempra, vigilanza (in relazione con il tempo di attenzione) e aggressività, possessività e combattività, curiosità. Le prime due qualità naturali del soggetto che prendiamo in esame sono quelle che più riguardano la stretta convivenza tra uomo e cane, la docilità e la socialità: spesso i loro valori, determinati appunto da dei test caratteriali, sono similari: a un buon valore della docilità corrisponde di frequente un sufficiente livello di socialità. La prima delle due riguarda unicamente il rapporto tra il cane e il suo proprietario; in altre parole un cane non può essere più o meno docile nei confronti dell’estraneo o persone conosciute. La docilità si definisce come la naturale predisposizione dell’animale a relazionarsi in modo attivo con il suo proprietario, senza che questi debba ricorrere a coercizione fisica e psicologica per far ubbidire l’animale. Quattro sono i valori che possiamo attribuire alla docilità: marcata, corretta, sufficiente, indocile. Il cane con un livello corretto di docilità cercherà spesso il contatto visivo con il proprietario, si dimostrerà ricettivo agli stimoli comunicativi, apprezzerà il contatto fisico per le normali operazioni di pulizia quotidiana. Questo valore favorisce la creazione di un corretto rapporto tra le parti, fatto di reciproca collaborazione, intesa, divertimento, svago e rispetto. Il cane docile e con valori delle altre doti ben distribuiti
spesso anticipa le richieste del padrone, dimostrando oltre tutto grosse capacità di apprendimento. Un valore marcato può portare a troppa dipendenza dell’animale, con conseguenti problemi comportamentali derivanti dall’ansia da separazione e morbosità. Il valore sufficiente o indocile della dote significa poca propensione al contatto fisico e all’ubbidienza, spesso può portare allo scontro fisico per la ricerca di posizioni all’interno del gruppo misto cane-umano. La socialità è dote attraverso la quale l’animale si relazione con l’uomo. Il suo valore ci permette di stabilire la volontà del cane a interagire con un terzo estraneo in maniera più o meno positiva. Si traduce con un atteggiamento allegro e senza paure nei confronti della persona che si rapporta con l’animale in modo assolutamente indifferente o perlomeno non minaccioso. A differenza della socializzazione, fase di vita delicata dell’animale, questa dote determina una reazione dell’animale nei confronti dello sconosciuto che varierà in base al valore della socialità. Quattro sono i valori che possiamo attribuire alla socialità: marcata, corretta, sufficiente, negativa. Cani molto esuberanti, tanto da risultare maleducati, sono dotati di un valore marcato di socialità; cani timidi, schivi e impauriti, con la coda tra le gambe, hanno socialità negativa. Anche in questo caso il valore corretto risulta essere il livello migliore, se accompagnato da buoni livelli delle altre doti caratteriali. Da non scordare le esperienze vissute dall’animale (e gli istinti) che possono influire, come detto sopra, sul modo di agire dello stesso: soggetti molto docili possono risultare disubbidienti perché privi di rapporto con il proprietario; cani poco docili, con dell’addestramento personalizzato, possono essere assolutamente ubbidienti. Un cane socievole può reagire male nei confronti di persone che fanno riemergere in lui situazioni negative. Un animale poco socievole deve esplorare tutto l’ambiente che lo circonda in fase di vita della socializzazione. La motivazione e la corretta comunicazione uomo-cane rimangono in ogni caso ottimi collaboratori in sede di educazione ed addestramento del migliore amico dell’uomo.
APRILE 2013
DOCILITà E SOCIALITà
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APRILE 2013 KONRAD REDAZIONALE A CURA DELL’INSERZIONISTA
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Colonna vertebrale
Debolezza ed affaticabilità croniche: potrebbe essere la Sarcopenia
Con il termine Sarcopenia si intende la progressiva perdita di massa muscolare che può essere legata all’inattività fisica o all’avanzare dell’età. Già intorno ai 45anni si assiste alla progressiva perdita di massa muscolare, questa può perdere la capacità di consumare e produrre energia, rendendo così l’organismo meno forte. Non ha insorgenza virale o batterica, ma si tratta di una “malattia” che col progredire dei sintomi può portare ad una profonda alterazione della gestione della vita quotidiana. È intorno ai 75 anni che questa condizione colpisce più duramente, costringendo ad immense fatiche per compiere attività semplici come alzarsi dalla sedia o dalla poltrona. Il primo campanello d’allarme è da ricercare nelle difficoltà a compiere azioni abituali come salire le scale o portare i sacchetti della spesa. L’organismo si sente sempre più debole ed è sempre più complesso portare a termine compiti che, fino a qualche tempo prima, si effettuavano senza alcun problema. Naturalmente si tende a liquidare il problema classificandolo come “vecchiaia” e dunque non si ricerca alcuna soluzione. Nulla di più scorretto. È stato infatti dimostrato che i muscoli se adeguatamente stimolati ed allenati sono ancora in grado di produrre energia e forza sufficiente per il loro normale funzionamento, cosi da non costringere il soggetto affetto ad una sostanziale modifica del suo stile di vita. Le motivazioni che inducono tale patologia sono molteplici. La sarcopenia può manifestarsi in soggetti sedentari a seguito di un lungo periodo di inattività fisica (ad esempio come accade dopo un trauma od un intervento) oppure può accentuarsi semplicemente con l’incorrere della terza età. Per quanto riguarda la sarcopenia legata alla terza età, essa è correlata al calo della produzione ormonale dell’organismo, che ha effetti sulla crescita muscolare. Con il trascorrere degli anni di vita di un soggetto standard (considerato in qualità di campione d’esame) la perdita di massa muscolare avanza di pari passo con la perdita di forza muscolare, che può essere delle stesse proporzioni se non addirittura maggiore. A 50 anni di età molte persone hanno già perso circa il 10% della loro massa muscolare e a 70 anni ne avranno perso circa il 70%. Fino a qualche tempo fa si tendeva ad invitare le persone più anziane a limitarsi a camminare molto. Negli ultimi anni invece si consiglia anche agli ultra settantenni di effettuare un’attività fisica da sforzo costante al fine di preservare il fisico dalla progressiva perdita di massa muscolare e forza. Un altro fattore responsabile dell’eventuale perdita di massa muscolare è l’alimentazione, che ricopre un ruolo cruciale. È vero infatti che anche la “dieta” o meglio, il tipo di alimentazione può
favorire così come contrastare la Sarcopenia. È stato dimostrato che le persone anziane, spesso le donne, iniziano percorsi di regime alimentare restrittivo per perdere peso, ma senza un adeguato allenamento, sperando così di migliorare la loro agilità. Così facendo invece non fanno altro che perdere progressivamente massa muscolare più che massa grassa riducendo in realtà più che la loro “zavorra”, la dimensione dei loro muscoli. Il risultato è si una perdita di peso ma tutt’altro che sana ed utile. Per ovviare queste problematiche, noi proponiamo dei percorsi di “ricondizionamento fisico”. Presso il nostro Centro, uomini e donne di tutte le età possono essere introdotti all’attività fisica più congeniale per preservare o recuperare la forza e la resistenza muscolare, ma con un’attenzione adeguata all’aspetto nutrizionale. Il nostro approccio prevede: Valutazione iniziale: durante la quale viene registrata e valutata la storia clinica della persona con particolare attenzione alle attività che il paziente descrive come impossibili o faticose, alla condizione di salute generale ed alle commorbilità (patologie sistemiche). Viene svolta anche una valutazione posturale e dei dolori più significativi in modo da poter impostare il lavoro successivo anche sul riequilibrio posturale e migliorare la sintomatologia dolorosa che spesso si associa in questi pazienti. Medical Fitness assistito: A questo punto è possibile iniziare con delle sedute di ricondizionamento-allenamento assistite. In questa sede il Fisioterapista inizia a creare un programma riabilitativo mirato e corregge il paziente negli errori di esecuzione, educandolo e preparandolo ad una successiva fase di allenamento autonomo. Trattandosi per la maggior parte di pazienti anziani e generalmente sedentari il periodo di affiancamento può avere durata variabile dalle 8 alle 16 sedute circa. Comunque tutte le sedute che il Fisioterapista in accordo col paziente riterrà necessarie al raggiungimento dell’obiettivo.
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Sedute autonome: Infine si passa a questa fase nel momento in cui il paziente dimostra di aver correttamente appreso il programma per lui studiato. È possibile inoltre effettuare dei controlli periodici per verificare i miglioramenti, correggere eventuali dubbi del paziente, modificare il programma in atto e programmare ulteriori traguardi da raggiungere.
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1-29 ogni lunedì ingresso libero Meditazione di luce per la terra Co-creare la Nuova Terra, facilitare la Transizione in atto e il Salto quantico; meditazione di Luce per la Terra e l’Umanità, guidata da Arleen Sidhe, in connessione con i regni della natura, il cuore di Gaia e la Fratellanza di Luce; l’incontro sarà introdotto da una breve spiegazione a titolo informativo, e dopo la meditazione seguirà un aggiornamento sull’Ascensione, la situazione attuale del passaggio di frequenza e cambiamento di coscienza della Terra. Ogni lunedì alle 20.30 presso Assoc. Lam-Il Sentiero, in piazza Benco 4. Info 347 2154583, arleensoundlight@libero.it 2 martedì ingresso libero Meditazione Vipassana Per il ciclo di conferenze La Scelta, Meditazione Vipassana: come può aiutarci a vivere meglio. Incontro con Luca Saetti alle ore 18.30 presso CSV in Galleria Fenice 2. 4 giovedì ingresso libero Rigassificatore Day con Tiziana Cimolino Incontro e confronto alle ore 18, con Tiziana Cimolino, medico, ISDE, sulle iniziative da intraprendere in opposizione al progetto di costruzione dei rigassificatori nel Golfo di Trieste. Recapito sportello ambiente presso Multicultura Center, via XXX Ottobre 8/a,ore 18-20. Si continuano a raccogliere firme e ritirare formulari per la petizione popolare. Info 338 2118453, triestedicenoalrigassificatore@hotmail. it, triestedicenoalrigassificatore.weebly, FB:Trieste dice no al rigassificatore. 4 giovedì ingresso libero Lo Yoga del Sapere Un Sentiero per la società del domani. Conferenza a cura del Centro Studi Generali Dr. David Ferriz Olivares alle ore 17.30 alla Libreria Borsatti in via Ponchielli 3. Info 040 2602395, 333 4236902. 4 giovedì ingresso libero Il piacere di essere se stessi Teresa Sintoni e Antonella Spotti presentano L’Accademia Horus (www. accademiahorus.it), scuola di formazione e ricerca interiore. Un metodo antico e moderno per essere felici. L’incontro si svolgerà giovedì 4 aprile alle ore 19 presso il Palazzo Vivante in Largo Papa Giovanni XXIII, 7. È gradita la prenotazione. Info 340 2768293. 5 venerdì ingresso libero Il canto dell’anima Serata di meditazione, canti kirthan e bhajan con Nirvanananda ed i Bhajan Sisters & Brothers, alle ore 20.30 presso l’Institute of Yogic Culture in via San Francesco 34. Info 040 635718.
6 sabato Chakra: chiavi di consapevolezza Seminario esperienziale con Sauro Tronconi di stimolazione e armonizzazione del sistema dei Chakra. Un viaggio per sperimentare il senso profondo e per attivare il potenziale di questi punti nel nostro organismo. Info 380 7385996, www.trieste.espande.it
11 giovedì ingresso libero Punto vegetariani Incontro mensile dal titolo: “Anima vegetariana, cioè a che punto siamo con la nostra evoluzione spirituale?” Conducono Susanna Beira e Marco Bertali, medici, delegati Associazione Vegetariana Italiana; ore 17.15-18.45 Banca Etica, via Donizetti 5/a.
6-27 ogni sabato ingresso libero Incontri di trasmissione della luce Tutti siamo alla ricerca del benessere fisico, di relazioni armoniose con chi ci sta vicino e di una situazione stabile e sicura. Scoppriamo assieme i meccanismi delle Leggi Universali che permettono di realizzare la vera Felicità, attraverso l’arte della Trasmissione della Luce. Ass. Yokoshi, ogni sabato ore 14, in via Torino 22. Info 349 1897848.
11 giovedì ingresso libero Sos cervello Campagna sociale di psicofarmacovigilanza. Incontro dal titolo: “La nostra struttura psico-emozionale” conduce lo psichiatra Marco Bertali; ore 18.45-20.30, Banca Etica, via Donizetti 5/a.
7-21 ogni domenica La voce, ponte tra corpo e anima I primi due incontri del ciclo di seminari con Cristina Adriani. Dalle 9 alle 13, Institute of Yogic Culture, via San Francesco 34. Info e iscrizioni 040 635718, 040 368375. 8 lunedì ingresso libero Incontri di meditazione Continuano anche in aprile da lunedì 8 dalle ore 19.15 le serate di meditazione gratuite, aperte sia agli esperti che ai neofiti, presso il Centro di Promozione Sociale in Via Filzi 8, V piano. Iscrizioni Segreteria via Filzi 8, lun-ven ore 10-12. Info 040 761040, lifecare07.ml@gmail.com 8-29 ogni lunedì ingresso libero Meditazione sui cuori gemelli Tecnica di meditazione che permette di migliorare il benessere psicofisico sviluppando la calma interiore. È una forma di servizio per la Terra: aiuta a guarire il pianeta benedicendolo con amorevole gentilezza, pace e gioia. Incontri gratuiti, ogni lunedì alle 20,30 presso l’Ass. Alma, via Tor San Pietro n.16. Info Elisa 340 6858339. 9-16 ogni martedì ingresso libero Incontri gratuiti di rilassamento Due incontri pratici in cui sperimentare tecniche di rilassamento - ore 17.30 - 19 presso il Centro di Promozione Sociale di via Filzi, 8 V piano. Condurrà la Dr.ssa Federica Parri, psicologa e psicoterapeuta. Info 366 3534220, federicaparri@yahoo. it - Sono consigliati abiti comodi. Obbligatoria l’iscrizione all’Associazione A.B.C. Trieste - quota associativa € 10,00. 11 giovedì ingresso libero Lunedì mi metto a dieta Trabocchetti e vie di fuga dalla dipendenza dai carboidrati. Conduce il Dr. Giandomenico Bagatin, psicologo psicoterapeuta. Conferenza gratuita - Progetto R.O.S.A. - ore 17.30 in via Filzi 8 V piano. Info 040 761040, 338 8040215.
11 giovedì ingresso libero Rigassificatore Day con F. Grim Incontro e confronto alle ore 18, con Federico Grim, Ordine dei Biologi Friuli Venezia Giulia, sulle iniziative da intraprendere in opposizione al progetto di costruzione dei rigassificatori nel Golfo di Trieste. Recapito sportello ambiente presso Multicultura Center, via XXX Ottobre 8/a, ore 18-20. Si continuano a raccogliere firme e ritirare formulari per la petizione popolare. Info 338 2118453, triestedicenoalrigassificatore@hotmail. it, triestedicenoalrigassificatore.weebly, FB: Trieste dice no al rigassificatore. 11 giovedì ingresso libero Ninfa: il giardino degli incanti L’intelligenza e la sensibilità umane al servizio della cooperazione della natura. Conferenza di Sergia e Guido Marotta CEGEN Centro Studi Generali Dr David Ferrriz Olivares. Alle ore 17.30 alla Libreria Borsatti in via Ponchielli 3. Info 040 2602395, 333 4236902. 12 venerdì Alimentazione 100% vegetale La prima volta a Trieste, una serata con la Dott.ssa Michela De Petris, medico chirurgo, autrice di 2 libri, specializzata in Scienza dell’Alimentazione, esperta in alimentazione vegetariana, vegana e nella terapia nutrizionale del paziente oncologico, giá ricercatrice presso l’Istituto Nazionale dei Tumori, dietologa presso l’Ospedale san Raffaele e il Centro Artemedica di Milano, socia della Societá Scentifica di Nutrizione Vegetariana SSNV. Specializzata anche per i bambini e per gli atleti VEGANI. Alimentazione sana, gustosa e rispettosa della propria salute, quella del Pianeta e degli animali. Prenotazione obbligatoria, posti limitati. Alle ore 20 nella Quinta Dimensione, Via Strabone 13 contributo: 20 Euro. Info 347 9382478. 12 venerdì ingresso libero Le relazioni della nuova energia Come le relazioni si stanno trasformando, riconoscerne i sintomi; modelli di vita della nuova Terra e l’umanità galat-
tica con esempi di altre civiltà di luce, dalla terra cava ai fratelli stellari, che ci aiutano nel processo di Ascensione planetaria; la libertà, l’unità e la collaborazione, la coppia, la famiglia, l’amore, l’educazione e le scuole, le funzioni di società, le leggi divine e regole di vita alla frequenza di luce del Cuore. Messaggi di luce per vivere al meglio la Transizione, aiuti te stesso, gli altri, il mondo. Con Arleen Sidhe, alle ore 20.15 presso assoc. LAM-Il Sentiero, in piazza Benco 4. Info 347 2154583, arleensoundlight@libero.it 13-14 sabato e domenica Fluire con il respiro Seminario pratico con Lucia Di Lucca, formata in India con Vinay Kumar, unica insegnante di Prana vashya yoga in Italia. Ass. cult. Shanti Trieste, via Carducci 12, sabato ore 14-18, domenica ore 10-13 e 14-18. Info 040 3478445, www.shanticenterts.it, shanticenter@libero.it 14 domenica Eft: per chi vuole cambiare EFT è una tecnica semplice ed efficace per eliminare le emozioni negative e aiutarvi a cambiare la vostra vita. Mini-training dalle 16 alle 20 presso lo Studio Viola, via Carducci 39. Info e iscrizioni 347 2787410, www.eft-trieste.it, eft@barbarazetko.com 14 domenica V Chakra Seminario pratico “Comunicazione con se stessi e con gli altri” useremo la tecnica sviluppata e creata da Krisztina Nemeth, nella Quinta Dimensione, via Strabone 13, ore 9.30-13.30 Prenotazione obbligatoria, posti limitati. Contributo 40 Euro. Info 347 9382478. 17 mercoledì ingresso libero Spazio donna Ho bisogno di... per migliorare la mia vita. Progetto R.O.S.A. rivolto a donne sole, separate, divorziate con o senza figli. Presso il M.D.T. in via Filzi 8, V p. Info e iscrizioni Segreteria via Filzi 8, lun-ven ore 10-12, 040 761040, lifecare07.ml@gmail.com 17 mercoledì ingresso libero Debolezza/terza età: la sarcopenia Il “Medical Fitness” è la soluzione a molti di questi problemi. Una forma di rinforzo ed allenamento fisioterapico personalizzato che può aiutare in molte condizioni. Questa sera alle 18.15 c/o Fisiosan, in via Genova 21, viene illustrata dagli specialisti del centro questa nuova attività. Consigliata la prenotazione dei posti al 040 3478678. 18 giovedì ingresso libero Camminare verso la libertà Sciogliere le catene dell’anima. L’evoluzione dell’anima tra Spirito e Materia. Conferenza con Mariuccia Lauricella alle ore
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APRILE 2013
Trieste
APPUNTAMENTI DI APRILE
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APPUNTAMENTI DI APRILE
Trieste KONRAD APRILE 2013
20 all’Ass. Leviedelblu in via S. Francesco 15. Info 347 0348629, 328 2845428. 18 giovedì ingresso libero Rigassificatore Day con Daniela Mosetti Incontro e confronto alle ore 18, con Daniela Mosetti, giornalista, sulle iniziative da intraprendere in opposizione al progetto di costruzione dei rigassificatori nel Golfo di Trieste. Recapito sportello ambiente presso Multicultura Center, via XXX Ottobre 8/a,ore 18-20. Si continuano a raccogliere firme e ritirare formulari per la petizione popolare. Info 338 2118453, triestedicenoalrigassificatore@hotmail.it, triestedicenoalrigassificatore.weebly, FB: Trieste dice no al rigassificatore 18 giovedì ingresso libero L’energia rigenerante della natura Conferenza con il Dr. Guido Marotta alle ore 19 al Centro Culturale di Yoga Jñanakanda in via Mazzini 30 III piano. Info 040 2602395, 333 4236902. 19 venerdì ingresso libero Ki espressione della forza vitale Conferenza ad entrata libera a cura di Arie Spruit. Parlerà del KI nella tradizione orientale, delle sue manifestazioni nella nostra vita e dell’importanza che esso acquista nella pratica dello shiatsu. Alle ore 20 all’Associazione Leviedelblu in via S. Francesco 15. 19 venerdì ingresso libero Strana visione della realtà Secondo la cultura vedica e secondo la fisica moderna. Incontro con Luciano Scarazzato alle ore 20.30 presso l’Institute of Yogic Culture, via San Francesco 34. Info 040 635718. 20-21 sabato e domenica Ki e Shiatsu Percezione e tocco del KI nei meridiani energetici. Seminario informativo pratico esplorativo, nello stile del Iokai Shiatsu
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radicato nella tradizione orientale. L’incontro verrà tenuto dall’insegnante Arie Spruit della scuola “Iokai Shiatsu Italia”. Leviedelblu via S.Francesco 15. Info Jan 366 3029789, Ingrid 347 1637692, Terry 320 1431175. 21 domenica Parlami di te Narrazione di episodi di vita per scoprire i territori del sé attraverso i chakra. Seminario esperienziale con Clara Dessenibus e Federica Fratepietro. Dalle ore 14 alle 19 all’Assoc. Shanti Trieste in via Carducci 12, segr. lunven ore 17–19. Info 040 3478445, Clara 339 7541336. 21 domenica Stage di Bioenergetica Taoista Come gestire autonomamente la circolazione bioenergetica, per mantenersi in buona salute, con semplicità nella quotidianità. Programma: Anatomia Energetica, Pulizia ed equilibrio dei Chakra, Pulizia ed equilibratura dei Meridiani, Pulizia ed equilibrio dei sette, livelli dell’Aura Qigong Medico-XI SUI JIN JING, come lavare il midollo osseo e fortificare i tendini. Domenica 21 aprile, orario dalle 9 alle 12, costo 30 euro, alla Scuola di Pensiero Taoista di via Torre Bianca 43. Info 339 3204963, info@bencichanita.it, www.bencichanita.it 24 mercoledì ingresso libero Cure di luce, aura e forme pensiero L’ Aura è la vera identità energetica di un essere, si rivelano la personalità, potenziali, emozioni, forme pensiero, cause di malattie e tanto altro. La lettura e le cure di luce al riguardo, il Suono, trasmutare nell’amore, sono un aiuto e incontro con sè stessi, di guarigione e armonia,nella vita e alle problematiche e disturbi di corpo e anima; cosa si manifesta nell’ aura, come avviene la lettura, come operano le cure; Conferenza di Arleen Sidhe, terapeuta essena certificata alla scuola di formazione di Anne Givaudan e del dott. Antoine Achram, alle ore
20.45 presso assoc. LAM-Il Sentiero, piazza Benco 4. Info 347 2154583, arleensoundlight@libero.it 26 venerdì ingresso libero Vaccinazioni: forse no? Conferenza di Walter Pansini, vice presidente dell’Alister, alle ore 20.30 presso l’Institute of Yogic Culture, via San Francesco 34. Info 040 635718. 26-28 da venerdì a domenica Costellazioni familiari Seminario teorico e pratico di Costellazioni familiari a Trieste, con Leopoldo Buiani (centro Hellinger di Buenos Aires, Argentina) per apprendere il metodo, l’ordine e la filosofia delle Costellazioni familiari. Il seminario è aperto a tutti. È possibile frequentare solo il laboratorio esperienziale di sabato 27 aprile. Info ed iscrizioni 328 0211654 Giorgia Tedeschi gestalt counsellor, formatrice, giorgiatedeschi@libero.it
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Auto
so il punto informativo dei soci di Trieste della Banca Popolare Etica). Circolo Verdeazzurro di Legambiente Trieste. Info 366 3430369, 366 5239111, fax 040 9890553, info@legambientetrieste.it Segui le nostre iniziative su www.legambientetrieste.it Gruppo autoaiuto e consulenze Progetto R.O.S.A. - Progetto rivolto a donne - Gruppo di autoaiuto - Spazio sostegno genitoriale - Consulenza psicologica. Presso il Movimento Donne Trieste in Via Filzi 8, V piano-Info e iscrizioni-segreteria: via Filzi 8, lun-ven ore 10-12, 040 761040, lifecare07.ml@gmail.com Corso massaggio decontratturante Per sciogliere tensioni muscolari ed articolari e per riequilibrare il sistema nervoso. 15/05/2013 Inizio corso base. 6 lezioni serali. Ass. Culturale Shanti, via Carducci 12. Info e prenotazioni Sabrina 334 1559187. Dai una svolta alla tua vita! Tecnico ed Operatore Olistico. Corsi di massaggio e crescita personale. Operatività immediata. Certificazioni qualificanti e riconosciute. Frequenza weekend o individuale. Info 334 9161209, www.centrolos.it Sensitiva Liberati dalle ansie che stai vivendo e scopri le risorse e le potenzialità del tuo futuro. Info 347 7498114. Yoga della musica e canto armonico L’uso del suono e della voce quale mezzo riequilibrante del benessere psicofisico; Nada e MantraYoga; Rilevamento del proprio Suono fondamentale o tonica individuale; Effetti e uso consapevole delle scale e intervalli musicali; Risonanza corporea e organi interni; Gestualità, voce e corpo; Canti delle Tradizioni, stili, espressione; Armonizzazione dei chakra e dei corpi sottili; I Suoni creatori di luce, forme e colori; Il Canto Armonico e Overtones. Lezioni indi-
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Gorizia 6 -27 ogni sabato Colori e personalità Incontri di gruppo o individuali per entrare in contatto con la propria interiorità: tecniche espressive con pastelli colorati, tecniche di rilassamento, visualizzazioni colori. Gorizia. Psicologa Del Buono. Info 338 5411196. 13 sabato ingresso libero Il bambino fino a tre anni La Regolarità e il Ritmo delle attività quotidiane, l’Imitazione come base dell’apprendimento e della formazione della personalità, come affrontare e sopravvivere alle Fasi del No. La Tendenza alla Precocità e le conseguenze sulla salute. Conferenza a cura delle educatrici del Giardino d’Infanzia Tiziana Caponigro e Liliana Giacovani. Nella mattinata alle ore 10 a Cormons frazione Borgnano,
13 sabato ingresso libero Conferenza: Alimentazione e salute Seconda conferenza sul tema: conoscere i principi di uno stile alimentare equilibrato in armonia con l’età e la costituzione ed intervenire sulla dieta nel caso di predisposizione e piccoli problemi come prevenzione verso malattie più gravi. Alle ore 20.30 presso la scuola Waldorf di Cormons frazione Borgnano - Piazza della Repubblica 33. Info 0431 67496, educarewaldorf.fvg@gmail.com 27 sabato ingresso libero Alimentazione: un problema? Terza conferenza sul tema dell’alimentazione. Come educare i bambini e soprattutto i giovani ad orientarsi tra le proposte alimentari del mondo esterno e a scegliere con intelligenza. Alle ore 20.30 presso la scuola Waldorf di Cormons frazione Borgnano - Piazza della Repubblica 33. Info 0431 67496, educarewaldorf.fvg@gmail.com
Associazione Spazio organizza: Corsi di Yoga Hatha-Raja il lunedì dalle ore 9 alle ore 10.30 e il martedì dalle ore 17.30 alle ore 19 con inizio lunedì 8 aprile 2013; - corso di Qi Gong (ginnastica tradizionale cinese) il giovedì dalle ore 17.15 alle ore 18.15, con inizio giovedì 4 aprile 2013, presso la Palestra SPAZIO via Marega 26 Lucinico. Info 0481 32990. Associazione Corpo Libero Organizza corsi di Yoga Hatha-Raja ogni lunedì e mercoledì dalle ore 18 alle ore 19.30 e dalle ore 20 alle ore 21.30 ed ogni giovedì mattina dalle ore 9.30 alle ore 11, con inizio lunedì 8 aprile 2013, a Ronchi dei Legionari presso la Palestra Corpo Libero via Roma 15. Info 0481 777737, Anna 0481 32990. Comportamento e inganno Mark G. Frank tra i massimi esperti mondiali sulla comunicazione non verbale (micro-espressioni) Seminario il 15 e 16 giugno a Gorizia. 16 crediti ECM. Info 040 3481631, www.smileservice.it, info@smileservice.it
APPUNTAMENTI DI APRILE
Crisi? Difficoltà? Dai una svolta! Se vuoi essere un operatore olistico certificato e hai già fatto corsi e seminari, puoi veder riconosciute e qualificate le tue conoscenze diventando subito operativo. Informati al 334 9161209, www.centrolos.it
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Udine 4 giovedì ingresso libero Presentazione libro Presentazione del libro “La mente reattiva” di Silvano Brunelli. Dissolvere gli impedimenti che originano dalla mente reattiva per imparare a guidare la propria vita con libertà di scelta. Con la Dott.ssa Simonetta Nenz, psicoterapeuta, alle ore 20 alla Libreria Perlanima in via Pordenone 58 - Udine. Info 0432 1710321, libreriaperlanima@libero.it, www.libreriaperlanima.it 5 venerdì ingresso libero Conferenza con Paola Giovetti Alla conferenza, la Dott.ssa Paola Giovetti ci presenterà il suo ultimo lavoro “Goethe a Roma”. Alle ore 18,30 presso la Libreria Perlanima in via Pordenone 58 a Udine. Info 0432 1710321, www.libreriaperlanima.it, libreriaperlanima@libero.it 6 sabato Regressione alle vite precedenti Possiamo ritrovare memorie delle nostre vite precedenti esplorando il nostro mondo interiore attraverso la meditazione guidata. Con la Dott.ssa Maria Bossa, psicoterapeuta. Alle ore 16,30 presso la Libreria Perlanima in via Pordenone 58 - Udine. Numero chiuso. Info e prenotazioni 0432 1710321, libreriaperlanima@libero.it, www.libreriaperlanima.it
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6-7 sabato e domenica Autoconoscenza, teoria e pratica All’Ecovillaggio “La Nuova Terra” di Codroipo (Ud). La costituzione sottile dell’uomo, il Corpo Incorruttibile, lo spirito Elementare del corpo fisico non materiale. Corso con Enzo Nastati. Euro 200. Info 0432 905724, segreteria@albios.it 7 domenica Costellazioni con Silvia Miclavez Giornata esperienziale e formativa con le costellazioni familiari sistemiche e autopoietiche. Prezzo: € 100. Udine, via Monte S. Marco, 60 dalle 9.30-18.30. Info 0432 470551, www.alcicostellazioni.it 7 domenica ingresso libero Atma Gita - I canti dell’Anima I Canti dell’Anima con Swami Nrivanananda e i Bhajan Sisters & Brothers, concerto di primavera, attesissimo! I proventi sono destinati al progetto Shanti Puri (Orissa, India). Presso Sangha Udine, alle ore 19. Si raccomandano abiti comodi e puntualità. Info Gianna 340 2233994, giannashanti@libero.it, www.sanghaudine.com 9 martedì ingresso libero Chi sono io? Ritiro di meditazione Straordinaria esperienza di meditazione conosciuta in tutto il mondo per la sua efficacia nel riportare la persona a se stessa. Via S. Rocco 142, ore 20.30. Info Giacomo Bo, www.intensivodiilluminazione.it 10 mercoledì Costellazioni familiari Incontri di Costellazioni Familiari con Cristina Piovesana, costellatrice diplomata www2.hellinger.com. Ore 19/22 alla Libreria Perlanima in via Pordenone 58 a Udine. Info 0432 1710321, www.libreriaperlanima.it, libreriaperlanima@libero.it 10 mercoledì ingresso libero Enegia vincente Conferenza sulla Dinamica del Benessere come metodo per attingere alle proprie risorse interiori. Con Paola Ferraro alle ore 20,30 presso la Libreria Perlanima in via Pordenone 58 a Udine. Info 0432 1710321 www.libreriaperlanima.it, libreriaperlanima@libero.it
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APPUNTAMENTI DI APRILE
KONRAD APRILE 2013
Udine 11 giovedì ingresso libero Prova le Costellazioni Familiari Questo è un metodo pratico che produce risultati immediati. Partecipa a questo incontro per renderti conto in prima persona della sua efficacia. Via S. Rocco 142, ore 20.30. Info Giacomo Bo, www.lecostellazionifamiliari.net 12 venerdì ingresso libero Il riallineamento vertebrale Per la prima volta in Friuli un grande guaritore spirituale. Pjotr Elkunoviz grazie alle sue capacità aiuta e stimola il processo di autoguarigione e di risveglio della coscienza da oltre 22 anni. Il suo lavoro è riconosciuto in diversi paesi del mondo. Scapole non allineate, colonne vertebrali e bacini storti vengono notevolmente migliorati con un trattamento indolore di pochi secondi. Pjotr Elkunoviz con il suo lavoro ha già potuto aiutare oltre 300.000 persone. Alle 20.30 presso la sede dell’Ass. Waira in via S. Rocco 2a. Info Valter 329 2303459. 13-14 sabato e domenica La palestra del benessere! Un week-end per sviluppare le proprie risorse e migliorare la qualità della Vita: dal corpo alle relazioni, alla sessualità! Consapevolezza corporea, Tantra, Meditazione, Sana alimentazione. Info 334 9161209, www.centrolos.it 13-14 sabato e domenica Regressioni con costellazioni Il seminario aiuterà ad entrare in contatto con le memorie di vite precedenti per poi rielaborare e superare interiormente gli eventuali nodi con il metodo delle costellazioni transpersonali. Con la Dott. ssa Bossa, presso Libreria Perlanima in via Pordenone 58 a Udine. Posti limitati. Info e prenotazioni 0432 1710321, www.libreriaperlanima.it, libreriaperlanima@libero.it 17 mercoledì Costellazioni familiari Incontri di Costellazioni Familiari con Cristina Piovesana, costellatrice diplomata www2.hellinger.com. Ore 19/22 alla Libreria Perlanima in via Pordenone 58 a Udine. Info e prenotazioni 0432 1710321, www.libreriaperlanima.it, libreriaperlanima@libero.it
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18 giovedì ingresso libero Presentazione libro Presentazione del libro “La mia vita” di Silvano Brunelli. Un saggio sulle abilità indispensabili per elevare la vita. Conduce la dott.ssa Irene Tessarin. Alle ore 18,30 presso la Libreria Perlanima in via Pordenone 58 a Udine. Info 0432 1710321, www.libreriaperlanima.it, libreriaperlanima@libero.it 19 venerdì ingresso libero Scopri le costellazioni familiari Provandole in prima persona, e vedrai direttamente su di te l’efficacia di questo metodo nel far emergere le dinamiche profonde che sono all’origine dei problemi della vita. Via S. Rocco 142, ore 20.30. Giacomo Bo. 19 venerdì ingresso libero La medicina quantistica Appuntamento imperdibile con il dott. Michelangelo Catalano. Le cellule del corpo umano grazie al DNA, che funziona come un trasmettitore-ricevitore, sono in continua connessione elettrica e modificano sé stesse a seconda dei messaggi. Grazie a tecnologie basate sulla fisica quantistica si possono decodificare le trasmissioni intercellulari ed effettuare diagnosi e terapie corrette che possono essere di tipo omeopatico, agopunturale, fitoterapico, ecc. a seconda dell’indirizzo del medico. Alle 20.30 presso la sede dell’Ass. Waira in via S. Rocco 2a. Info Valter 329 2303459. 19 venerdì ingresso libero Presentazione libro con autore Presentazione del libro “Le 5 leggi biologiche e la Nuova Medicina del Dr.Hamer”. Un cambiamento di quella che viene comunemente chiamata Malattia. Con il Dott. Andrea Taddei alle ore 18,30 presso la Libreria Perlanima in via Pordenone 58 a Udine. Info 0432 1710321, www.libreriaperlanima.it, libreriaperlanima@libero.it 25 giovedì ingresso libero Porte aperte all’ecovillaggio Agricoltura omeodinamica, bioedilizia, possibilità di pranzo biologico su prenotazione all’Ecovillaggio “La Nuova Terra” di Codroipo (Ud). Info 0432 905724, segreteria@albios.it 26 venerdì Costellazioni familiari Incontri di Costellazioni Familiari con
Cristina Piovesana, costellatrice diplomata www2.hellinger.com. Ore 19/22 presso Libreria Perlanima in via Pordenone 58 a Udine. Info e prenotazioni 0432 1710321, www.libreriaperlanima.it, libreriaperlanima@libero.it 26 venerdì ingresso libero Piante maestre nello sciamanesimo Piante maestre nello sciamanesimo Shipibo dell’Amazzonia Peruviana. La relazione tra piante di potere, estasi non ordinari di coscienza. Con Celso Bambi alle ore 20 presso la Libreria Perlanima in via Pordenone 58 a Udine. Info 0432 1710321, www.libreriaperlanima.it, libreriaperlanima@libero.it 26-28 da venerdì a domenica Intensivo di illuminazione Straordinario ritiro di meditazione alla scoperta della propria vera natura, al di là della mente e di tutti i condizionamenti. Un’esperienza unica nel suo genere rivolta a coloro che sentono il bisogno di verità e di valori nella propria vita. Info Giacomo Bo, www.intensivodiilluminazione.it 27 sabato Cane e archetipo canino Io amo il (mio) cane perchè... Gruppo di studio sul cane e sull’archetipo canino con Stefano Cattinelli (veterinario) e Fabrizio Colombo (educatore cinofilo) ore 17.30 presso la sala CSV, viale Venezia 281 aperto a tutti! 27-28 sabato e domenica Massaggio californiano Corso rivolto a professionisti e principianti per apprendere la sequenza completa e esplorare il mondo del Prendersi Cura. Info Aditi Roberta Beghi 349 2828221. 27-28 sabato e domenica Scuola istruttori yoga UISP Aperte le iscrizioni alla scuola per diventare istruttori yoga “OrienteOccidente” certificata UISP presso la libreria Perlanima, via Pordenone 58, UD. Info 347 1312034, dott. Bellen, www.metamorfosys.org 28 domenica Guarire il passato creare il futuro Orientare benevolmente il nostro percorso di vita con le Costellazioni Familiari. Gruppo a numero chiuso. Info 347 5555802, nicoletta_campisi@libero.it
Curarsi con la musica Sono aperte le iscrizioni al Seminario di Nada e Mantra Yoga del 18 e 19 maggio con il Maestro Krishna Das, che si terrà presso Sangha Udine. Info Gianna 340 2233994, giannashanti@ libero.it, www.sanghaudine.com, www.krishnadas.it Massaggio e tecniche olistiche BenEssere per te, per gli altri, per il pianeta. Sessioni individuali e corsi per imparare con operatività immediata. Certificazioni qualificanti e riconosciute. Info 334 9161209, www.centrolos.it La pratica del perdono Stage teorico – esperienziale, un percorso semplice ed accessibile per sperimentare La pratica del perdono come prezioso strumento evolutivo. Domenica 5 maggio presso Centro Pharus a Udine. Info 347 5555802, nicoletta_campisi@libero.it Lezioni di pilates al mattino! Per ritrovare tono, elesticità ed equilibrio posturale. Con Salvatorica D’Anna, istruttore Yoga Pilatness, Postural. Prima lezione di prova gratuita. Presso Libreria Perlanima in via Pordenone 58 a Udine. Info e prenotazioni 0432 1710321, www.libreriaperlanima.it, libreriaperlanima@libero.it
Escursioni 14 domenica Yoga e natura Escursione “consapevole” con semplici pratiche yoga proposta da Franco Salvi dell’Institute of Yogic Culture. Info e adesioni (per motivi organizzativi!) 040 635718.
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