Il mensile del vivere naturale
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Un porto sostenibile? Forse anche no Mais OGM in Friuli: contaminazione avvenuta Quanto vuoi? Vajont, basta la parola? Il Konrad dei piccoli: Mamme e papĂ , occhio al vaccino! Gli appuntamenti di dicembre e gennaio
N.192 DICEMBRE 2013/GENNAIO 2014
Cucina Team 7
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arredare con la natura
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assoluto al Festival della Fantascienza
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e benefici
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Konrad
Direttore editoriale: Roberto Valerio
4 Un porto sostenibile? Forse anche no 5 Mais OGM in Friuli: contaminazione avvenuta 6 Quanto vuoi? 8 Unione Europea dei cittadini o delle lobby? 9 Bielorussia: in carcere per aver difeso i diritti umani 10 Libri: Lo stesso mare 10 50 mm 11 Echi da Moresco I e II 12 Francesco Vallerani presente Italia desnuda 12 Federico Tavan 13 Vajont: basta la parola? 14 Arte: Robert Capa, la realtà di fronte 15 Trieste per Pinocchio. Pinocchio per Trieste 16 Pillole di cucina naturale 16 Attività natalizie all’Immaginario scientifico 17-23 Il Konrad dei piccoli 24 Cinema: Europa Express di Sebastiàn Cordero vincitore 24 Siamo tutti intelligenti: Calcoli mentali 25 Teatri di confine: Magico Brook 25 Raw ciclocorrieri 26 Un nodo al fazzoletto 27 Il pianeta MAG visibile da Trieste 28 Alimentazione e salute 30 Colonna vertebrale 32 Il contatto corporeo con il bambino, fra paure 33 Senza guinzaglio: I cinque sensi del cane 33 San Silvesto: basta botti! 35 Gli appuntamenti di dicembre e gennaio
dicembre 2013 gennaio 2014
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Sommario
KONRAD 192
KONRAD
Bogdan Grom si è spento. Il 19 novembre a New York si è spento per illuminare definitivamente tutti noi. Artista piuttosto eclettico è stato anche un cantore del Carso e così vogliamo ricordarlo. Mai ben accettato dalla sua città – nonostante la tardiva attenzione di Regione e Comune, spiegabile forse con la notorietà all’estero, Usa in primis, e la straordinaria età da lui raggiunta – era nato a Devinščina nel 1918. Konrad gli aveva dedicato interviste, articoli e copertine (K163, 168, 182). Con l’amaro in bocca confidiamo che da adesso in poi si cominci almeno a parlarne di più: lo meritava, lo merita e lo meriterà. Ma Trieste, riuscirà ad abbracciarlo senza convenienze e con genuinità? Lui la genuinità la riversava nelle opere, un lascito – quantitativo e qualitativo – enorme. Noi non possiamo che ringraziarlo e sperare che altri grandi come lui calchino la nostra terra, il nostro Carso che adesso, con la morte di Grom, ha una dolina in più.
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Editoriale
UN PORTO SOSTENIBILE? FORSE ANCHE NO Assai carente lo studio ambientale sul Piano Regolatore del Porto di Trieste
Sono ambiziosi i progetti di ampliamento del Porto di Trieste, descritti nel Piano Regolatore Portuale, su cui si è conclusa da poco la consultazione pubblica prevista dalla procedura VIA/VAS (Valutazione di Impatto Ambientale-Valutazione Ambientale Strategica).
Tanti nuovi moli per tante navi e merci in più Il PRP, adottato dal Comitato Portuale nel maggio 2009, solo lo scorso agosto è stato divulgato, insieme allo Studio Ambientale Integrato (SAI) che ne analizza gli impatti sull’ambiente. Prevede tra l’altro, in due fasi, grandi ampliamenti delle superfici per la movimentazione delle merci: prolungamento Molo VI e banchinamento Moli V e VI, prolungamento e poi ampliamento Molo VII, nuovo terminal Ro-Ro alle Noghere, Piattaforma Logistica, nuovo Molo VIII, prolungamento Molo Bersaglieri e altri interventi minori. In totale un incremento delle superfici portuali di 174 ettari, al costo complessivo di 1.921.426.000 euro, cui corrisponderebbe – a regime – un traffico di 5.269 navi all’anno (erano 2.250 nel 2007), per 83.300.000 tonn/anno di merci (46 milioni nel 2007). Grandi scavi e dragaggi Dove saranno reperiti i quasi 2 miliardi di euro necessari per realizzare tutto ciò, non è chiaro, ma è assai incerta anche la sostenibilità del Piano sotto il profilo ambientale. Lo rilevano WWF e Legambiente nelle osservazioni presentate ai ministeri dell’ambiente, dei beni culturali e alla Regione, gli enti decisivi nella procedura VIA/VAS. Grandi perplessità riguardano gli scavi ed i dragaggi previsti. Si tratta infatti di oltre 2.700.000 metri cubi di fanghi che si vorrebbero estrarre soprattutto dai fondali del Vallone di Muggia, per favorire l’accesso delle navi di maggiore pescaggio e per piantare i pali che sorreggeranno i nuovi moli e banchine. Fondali inquinati, però: prima di procedere con scavi e draghe bisognerà bonificarli e prima ancora “caratterizzarli”, cioè analizzarne il contenuto per capire quali siano i procedimenti di bonifica necessari. Tutto appena da cominciare, ma PRP e SAI non se ne occupano, come se la bonifica fosse già attuata… Una volta bonificati i fondali (quanto tempo e quanto denaro servirà? chi pagherà?), i quantitativi di fanghi da movimentare saranno cospicui e gli impatti sull’ambiente rilevanti. Il PRP se la cava prevedendo di collocare tutto il materiale estratto in cinque “casse di colmata” e risolvendo i problemi di torbidità con delle panne galleggianti (!). Servirebbero invece, semmai, sistemi di dragaggio pneumatico - per ridurre al minimo la dispersione dei sedimenti - con trattamento delle acque di risulta (conterranno sostanze inquinanti anche dopo la bonifica) e barriere antitorbidità attorno alla draga, per evitare che gli inquinanti si diffondano nelle acque ed entrino nella catena alimentare degli organismi marini. L’impatto sull’atmosfera 5.269 navi ed i relativi fumaioli, non potranno che peggiorare la qualità dell’aria delle zone urbane intorno al Porto (già ora il Piano Regionale Risanamento Qualità dell’Aria indica nelle navi una rilevante fonte di inquinamento), cui si aggiungerebbero le emissioni dei camion da e per il porto. PRP e SAI danno per scontato che il miglioramento delle
normative sulle emissioni dei veicoli terrestri compenserà l’incremento del numero di camion generato dai traffici portuali ed è reticente sulle emissioni delle navi. Le soluzioni ci sono, osservano WWF e Legambiente: elettrificare le banchine, per alimentare di elettricità le navi tenendo spenti i motori durante lo stazionamento in porto, imporre l’uso di gasolio con lo 0,1% di zolfo (come a Venezia), ecc. Qualcosa non torna Numerose le lacune ed incongruenze nel PRP e nel SAI. Si prevede infatti che gli sbarchi di petrolio greggio rimangano anche in futuro ai livelli attuali (35 milioni di tonn/anno su 389 petroliere), ma a fine 2012 la SIOT segnalava all’Autorità portuale già entro il 2013 un traffico di petroliere in crescita fino a 500 navi, per 40 milioni di tonn. Di ciò non vi è traccia nel PRP, anche se l’incremento di petroliere era stato segnalato dall’Autorità al ministero dell’ambiente, per motivare l’incompatibilità con il previsto rigassificatore di Zaule. Da cui il decreto ministeriale che nell’aprile 2013 ha “sospeso” per sei mesi l’efficacia della VIA del 2009, favorevole al progetto di GasNatural. Rigassificatore che, si dichiara nelle premesse:“non è compreso nel PRP”. Però nell’elenco delle attività da insediare nel “polo industriale portuale energetico”, tra i pontili SIOT e l’area ex Esso (cioè proprio nel sito individuato da GasNatural…) si legge che è prevista “La realizzazione dell’impianto “TERMINALE GNL ZAULE (TS) della GasNatural ad est del Terminale S.I.O.T.…”. Solo una svista? Quale futuro per il Piano del porto? Molte cose da rivedere ed approfondire nel PRP. L’incremento dei volumi di merci movimentate a terra, ad esempio, sarebbe assorbito secondo il Piano dalla linea TAV prevista nel “Corridoio V”. Peccato che l’opera costi, per il solo tratto Venezia-Trieste, 7,8 miliardi di euro (che non ci sono), che RFI immagini di completarla – forse - nel 2040, che gli impatti ambientali – specie sul sottosuolo carsico – siano devastanti, che ad est di Trieste nessun Paese preveda linee ad alta velocità e che nessun treno merci sia MAI transitato sulle linee TAV in Italia (come pure in Francia e Spagna). Il PRP sarà lo strumento per lo sviluppo del porto e per il rilancio dell’economia triestina? Forse. Dipenderà da se e come saranno risolti i problemi ambientali, piuttosto seri come si è visto. Un Piano proiettato al futuro, per essere realizzabile, dovrà essere anche sostenibile dal punto di vista degli impatti sull’ambiente. A giudicare da quanto finora presentato, la sostenibilità non è affatto garantita.
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Osservazioni di WWF e Legambiente per la VIA/VAS sul PRP del Porto di Trieste scaricabili dal sito: www.wwf.it/friuliveneziagiulia” www.wwf.it/friuliveneziagiulia, sezione “documenti”, sottosezione “trasporti e grandi opere”
Dario Predonzan
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Il filo di paglia
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Simonetta Lorigliola filodipaglia.konrad@gmail.com
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La vignetta di colucci
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Ai primi di novembre il Corpo Foper cui non è stato messo in atto alcun restale dello Stato ha reso pubprovvedimento in proposito, risponde blico il risultato dei campionamenti avvenuti “Ci siamo trovati in trincea con le pistole nel territorio circostante il campo seminato ad acqua”. Le metafore belliche sono con mais OGM Mon810 a Vivaro (PN). sempre ed inspiegabilmente piaciute Contaminazione c’è stata. Ma è già partita molto ai politici dell’alveo ex PCI, dalla la gara a miniminizzare l’evento, nel quadro gioiosa macchina da guerra in poi. Mah. di un assoluto immobilismo della Regione. Il Ministro dell’Ambiente già quest’estaA dircelo non è Greenpeace. E nemmeno te aveva scritto una letterina alla SerAIAB o WWF o Legambiente, o altre assoracchiani: “Cara Debora, come è noto ciazioni ambientaliste. Loro lo avevano già il 10 agosto scorso è stato pubblicato detto e lo ripetono da mesi, anzi da anni. sulla Gazzetta Ufficiale della RepubbliInascoltate dalle istituzioni e, spesso, dagli ca Italiana il decreto interministeriale stessi agricoltori. Ora è ufficiale: le colture che vieta la coltivazione sul territorio OGM contaminano l’ambiente. “I risultati nazionale del mais geneticamente modell’attività di campionamento eseguita dal dificato Mon810 – fino all’adozione di Corpo forestale su terreni limitrofi ai campi misure comunitarie – per un periodo di seminati con mais Mon810, in Friuli Venediciotto mesi (…) allo scopo di costruire zia Giulia, allo scopo di verificare eventuali le condizioni per l’adozione di misure contaminazioni ambientali a carico dei regionali di gestione finalizzate alla La lettura del mese terreni coltivati con mais tradizionale, hanno massima tutela dell’agrobiodiversità e Marie-Monique Robin dimostrato in effetti un inquinamento genedell’ambiente (…) chiedo di conoscere Il mondo secondo Monsanto tico del mais transgenico che arriva anche con quali modalità la Regione intenda Ed. Arianna, 2009 fino al 10%”. agire”” E lei a rispondere: “Oltre all’imCosì ha detto il Capo del CFS Cesare possibilità di irrogare una sanzione, Patrone. L’ispezione è stata fatta su delega della Procura della non vi è alcuna base normativa che renda legittimo un qualunque Repubblica di Udine. Poco conta che, probabilmente a causa di provvedimento amministrativo regionale finalizzato a distruggere pressioni lobbistiche, qualche giorno più tardi la Forestale Regiole colture OGM in atto, anche in considerazione del fatto che il nale si sia affrettata a specificare che la contaminazione riguardava decreto interministeriale del 10 agosto, in quanto rivolto alla tutela “solo alcune file di mais dei terreni contermini” e non il 10% del dell’ambiente, è di esclusiva competenza dello Stato”. Dialoghetti mais friulano, come paventato, pare, da alcuni. Una specifica che morali, insomma. Giochi a rimpiattino. Che continuano. Bolzonello, semplicemente conferma il dato. Non è certo una questione di che è Assessore all’Agricoltura, vicepresidente della Regione e quantità. Conta il fatto, incontrovertibile, che contaminazione c’è uomo immagine del nuovo corso serracchianiano, il 12 novembre stata. Che la contaminazione derivante da colture OGM all’amancora sguscia via: “è necessario ribadire che il Parlamento deve biente è un dato reale. Vogliamo irresponsabilmente minimizzare approvare una norma che preveda anche un sistema sanzionatorio, il fattaccio? E potrebbe anche essere molto peggio di così. L’AIAB perché non basta (…) unicamente il divieto di coltivazione”. Ancora infatti ci ricorda che quella segnalata “è solo la contaminazione sul- uno scaricabarile. Intanto la parlamentare Serena Pellegrino di SEL la coltura, nulla si sa su quella avvenuta verso le specie spontanee. poneva un question time al Ministro dell’Ambiente sull’inattività delEd infine c’è il problema del miele, conclamatamente contaminato la Regione Friuli Venezia Giulia in materia di contaminazione OGM. dal polline OGM”. E dunque cosa succederà? Niente, verrebbe Il Ministro risponde il 14 novembre: “Il decreto interministeriale del purtroppo da dire, poiché ci troviamo un quadro vergognosamente luglio scorso che vieta la coltivazione di OGM è un provvedimento stagnante. Le istituzioni si affrettano alle dichiarazioni di principio. di sostanziale sospensione dell’autorizzazione comunitaria del mais Debora Serracchiani dice “Il Friuli Venezia Giulia è assolutamente Mon 810 : quindi la Regione Friuli Venezia Giulia aveva ed ha a dicontrario agli OGM, senza vie di mezzo” e a chi le chiede la ragione sposizione tutti gli strumenti necessari per intervenire nei confronti delle iniziative che violano il divieto sul proprio territorio”. È chiaro o no, cari amministratori del nostro territorio? Questo ce lo diranno i tempi. Ad oggi, 18 novembre, in Regione nessuno si è assunto l’onere – ma sarebbe anche un onore!- di prendere una decisione sugli OGM. Siamo ancora fermi: si accampano scuse, si cercano ripari per non agire. Nel frattempo in Germania si festeggia il 2013 come anno totalmente OGM free sul territorio tedesco. Cittadini, agricoltori, istituzioni e persino soggetti del mercato hanno stretto un patto contro gli OGM. Perché la pressione dell’opinione pubblica ed i forti richiami delle associazioni ambientaliste sono stati ascoltati. E perché una decisione è possibile. Qui invece, per il momento, dilagano sordità ed immobilismo. Fino a quando?
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MAIS OGM IN FRIULI: CONTAMINAZIONE AVVENUTA
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QUANTO VUOI?... Intervista a Carla Corso
Se la derisione è il prezzo che devo pagare per giacere con la mia donna, me ne ricopro con onore.. disse il dio Ares quando fu scoperto nel mentre consumava il suo amore clandestino con Afrodite. “Quanto vuoi?...” è una frase che in Italia i circa cinque milioni di clienti ripetono nove milioni di volte l’anno a quelle settantamila donne che del meretricio ne fanno un mestiere a tempo pieno. “Quanto vuoi” è anche il titolo del libro, edizione Giunti, scritto da Carla Corso, attraente donna ora sessantenne originaria di Pordenone, che negli anni Settanta ha coscientemente iniziato a esercitare l’attività di sex worker, battendosi fin da subito per una tutela e una regolamentazione di quella che è, come dice lei stessa, il secondo e non il primo mestiere più antico del mondo, dopo quello di agricoltore. Carla, quando mi concede questa intervista nel noto caffè storico sito nella piazza principale di Trieste, è in città per lo spettacolo teatrale Sex Machine di Giuliana Musso, spettacolo che è null’altro se non una rielaborazione del libro in cui Carla racconta dei clienti, che sono in ogni caso i nostri mariti, i nostri figli, i nostri padri. Nel tuo libro Quanto vuoi? emerge un quadro alquanto triste della condizione maschile. Pagare è una questione di potere? In base alla mia esperienza, l’identità maschile si rafforza in base al numero di donne che un uomo riesce ad avere; l’uomo, più che la donna, riesce ad esprimere una sessualità totalmente scollegata dai sentimenti. Il rapporto con una prostituta diventa un atto fisico fine a se stesso, che dà agli uomini le conferme di virilità necessarie, senza mettere a repentaglio un’eventuale relazione stabile in cui possono essere impegnati. Per una moglie il fatto di sapere che il proprio marito frequenta prostitute è in ogni caso il male minore rispetto a scoprirlo impegnato in una relazione sessuale fissa con la segretaria o l’amica. Nel gioco sociale dei ruoli, lì dove gli uomini non vogliono mostrare il loro lato più debole innanzi alle loro compagne, una prostituta è una donna che accoglie e non giudica e in quel frangente questi possono mostrare quelle parti di sé, anche fragili, che altrove si sentono di dover nascondere. L’uomo in ogni caso non è monogamo, la donna – se lo è – lo è solo culturalmente; questa forma mentis la si ritrova anche nel diritto, basti pesare al delitto d’onore, realtà giuridica italiana che non è preistoria, che prevedeva una pena inferiore per il marito-assassino, proprio perché “tradito”. La recente raccolta firme per l’abolizione parziale della legge Merlin non ha raggiunto il quorum sufficiente. Come dovrebbe essere regolamentata, a tuo parere, la prostituzione in Italia ? Dallo Stato la prostituzione non è riconosciuta come lavoro, ma come condizione sociale infamante. Oggi le opzioni in Italia per le prostitute sono quelle di esercitare in casa, ma da sole, o in strada. Chi esercita in casa non può esercitare insieme ad altre e ciò per evitare il reato di favoreggiamento ed è quindi più esposta ai pericoli del mestiere rispetto a chi esercita in strada, dove le compagne possono in qualche modo controllare che l’offerta della prestazione non si tramuti in atto di violenza, come a volte accade ed è accaduto anche a me. Paesi come l’Olanda, il Belgio e la Germania hanno regolamentato la questione in modo degno di nota: le donne – o in misura minore gli uomini e i transgender – che si prostituiscono sono dei lavoratori che
pagano le tasse e che possono esercitare tra le mura domestiche, nei locali o in zone apposite della città a basso impatto sociale, come accade, appunto, in Olanda. Sono fermamente contraria alla riapertura dei “bordelli vecchio stile”, gestiti dallo Stato che percepiva il 50% dei proventi del lavoro delle prostitute, che non potevano scegliere né il cliente che veniva loro affidato, né il prezzo delle prestazioni offerte. Le donne devono essere lasciate libere di lavorare e al contempo tutelate. Quale era la condizione delle donne nel momento in cui, negli anni Settanta, hai iniziato la professione e cosa spingeva una donna a scegliere tale vita rispetto alla situazione di oggi? Una donna a quell’epoca non aveva un’identità propria, ma solo in quanto figlia di uomo, moglie di uomo, madre di un qualcuno, meglio se maschio. Chi sceglieva e sceglie questo mestiere lo fa per questioni economiche, per un senso di libertà, per andare controcorrente. Purtroppo non sempre la scelta è veramente libera, nel senso che il fenomeno delle donne immigrate clandestine, ricattate e sfruttate finché non saldano il loro esoso debito con chi le ha introdotte in Italia (in media 50 mila euro), è attualissimo, così come è attuale la condizione di quelle donne che si trovano in improvvisa difficoltà economica perché hanno perso il lavoro o perché l’assegno di mantenimento del marito liquidato per loro stesse o per i figli non è sufficiente. Si pensi che fino agli anni Settanta alle prostitute veniva tolto l’affidamento dei figli solo perché esercenti tali attività, senza bisogno di alcun ulteriore riscontro. Oggi la donna che lavora in strada viene segnalata, poi riceve il foglio di via amministrativo, a cui segue un procedimento penale se non ottempera al provvedimento, per cui è costretta a cambiare zona di lavoro, cioè città, fino al prossimo foglio di via. E tutto ciò nonostante la legge Merlin vieti la schedatura delle prostitute. A Trieste si contano circa 20 donne che esercitano in modo costante l’attività di sex worker; il resto della richiesta viene esaurita dai vicini bordelli in Slovenia e in Austria, piuttosto che dalle prestazioni di donne, studentesse, casalinghe, disoccupate o lavoratrici, che esercitano o part-time o in alcuni periodi dell’anno o della vita. Qual è il tuo impegno sociale oggi? Nel 1982 ho fondato insieme alla mia cara amica Pia Covre e ad altre donne il Comitato per i diritti civili delle Prostitute. Il sodalizio nasce a Pordenone per aiutare le colleghe, sfruttate o meno, in un’ottica sanitaria, legale e di eventuale consapevole uscita da questo tipo di vita. Attualmente sono attiva con il Progetto Stella Polare, progetto regionale a cui partecipa anche la Caritas diocesana e l’associazione Etnoblog, finanziato dal Minsitero delle Pari Opportunità, dall’Azienda Sanitaria e da alcuni Comuni e Province del FVG. A Pordenone sto collaborando con il progetto Stelle Vaganti per aiutare il reinserimento delle donne carcerate o ex carcerate; diamo la possibilità di scontare pene alternative nella nostra struttura per evitare l’ingresso in carcere anche a chi non ha una casa. Comitato per i diritti civili delle Prostitute Onlus: C.F. 91004830930 per il 5 x 1000. Per donazioni: codice IBAN IT 19 00 63 40 12 50 91 00000000 928.
Giovanna A. de’Manzano
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UNIONE EUROPEA DEI CITTADINI O DELLE LOBBY? A chi giova la governance UE
Nell’Unione Europea la crisi della globalizzazione neoliberista sta manifestando le sue più preoccupanti dinamiche. Commissione europea e Consiglio dell’Unione Europea, nel contesto dei trattati di Maastricht e Lisbona, hanno rovesciato i termini della realtà trasformando la crisi della speculazione finanziaria privata nella crisi dei debiti pubblici. Un’offensiva contro lo stato sociale e la democrazia. Una linea neoliberista e rigorista espressa attraverso il MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) e il Fiscal compact. Un sistema di governance fondato sui meccanismi automatici del monetarismo, con riduzione degli spazi di democrazia e di partecipazione nelle scelte di politica economica. Oggi l’Unione Europea rappresenta l’Europa delle lobby, delle multinazionali, delle banche, della finanza. La governance Da come è strutturata la governance europea è facile comprendere come sia stato possibile questo disastroso esito di marginalizzazione del ruolo dei cittadini. È la Commissione, composta da un delegato per ogni stato dell’Unione, che ha il monopolio dell’iniziativa legislativa proponendo l’adozione degli atti normativi comunitari (direttive e regolamenti). Atti che vanno approvati dal Parlamento Europeo e dal Consiglio dell’Unione Europea, formato dai capi di governo della UE, solo dopo una fase di negoziazione fra le due istituzioni. Dal 2012 i cittadini europei possono chiedere direttamente un nuovo progetto di legge attraverso una petizione firmata da 1 milione di europei provenienti da almeno 7 Paesi. La Commissione è anche responsabile dell’attuazione delle decisioni politiche, della gestione dei programmi e della spesa dei fondi europei. Per realizzare gli obiettivi stabiliti dai trattati l’UE adotta diversi tipi di atti legislativi. I Regolamenti sono vincolanti per tutti i paesi dell’Unione. Le Direttive stabiliscono un obiettivo che tutti i paesi dell’UE devono realizzare, ma con un margine di discrezionalità nella loro interpretazione normativa. Le Decisioni sono atti vincolanti direttamente applicabili per i destinatari (un Paese della UE o un’impresa come la Microsoft). Le Raccomandazioni non sono vincolanti, suggeriscono linee di azione senza obblighi giuridici. I Pareri sono strumenti attraverso cui le istituzioni europee esprimono posizioni senza obblighi giuridici per i destinatari. I maxiprogetti L’UE finanzia programmi e progetti che coinvolgono nelle politiche
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comunitarie parte o tutti i Paesi dell’Unione. Alcuni progetti di dimensione transeuropea rappresentano solo gli interessi delle multinazionali e risultano insensati e deleteri per la comunità dei cittadini. È in atto nel Parlamento Europeo un’ampia e varia resistenza contro le reti transeuropee di trasporto, energetiche, progetti come la Tav e gli impianti di rigassificazione. Progetti cofinanziati dall’UE che vengono fatti passare come European Projects of Common Interest, in realtà imposti in maniera autoritaria alla popolazione locale. Nella maggior parte dei casi non rispondono alle esigenze di uno sviluppo sostenibile in Europa (vedi rigassificatore di Zaule). Piuttosto servono a imporre gli interessi delle grandi aziende energetiche. La Commissione incoraggia le Partnership Pubbliche Private nella costruzione delle infrastrutture energetiche e dei trasporti, attraverso la Connecting Europe Facility (meccanismo di interconnessione europea), fondo con cui vengono messe a disposizione le risorse per i grandi progetti europei. Per il periodo 20142020 sono circa 33 miliardi di euro, suddivisi in 26 per i trasporti, 1 per le telecomunicazioni e circa 6 per il settore energetico. Qualcosa di buono. Nonostante tutti gli aspetti negativi che emergono nelle politiche europee, la legislazione comunitaria è risultata spesso essenziale per impedire ai singoli Stati (vedi Italia) devastanti interventi sul territorio e sull’ambiente. Sono in atto modifiche alla Direttiva 2011/92 sulla VIA, adottate dalla Commissione ambiente del Parlamento Europeo e presentate alla plenaria del PE, al fine di iniziare i negoziati con Consiglio e Commissione europea affinché la nuova direttiva entri in vigore entro il 2016. Queste modifiche potrebbero rappresentare veri e propri strumenti di difesa delle popolazioni contro eventuali abusi delle lobby multinazionali che vogliano imporre i loro progetti col massimo di deregolamentazione legislativa possibile. Le elezioni europee si terranno dal 22 al 25 maggio 2014. E’ necessario attribuire più peso a questa scadenza: democrazia è partecipazione, come cantava Giorgio Gaber. Una presenza più forte delle aggregazioni che si oppongono alle derive neoliberiste dell’Unione Europea è il fattore chiave perché un Parlamento meno soggetto alle lobby monetariste possa arginare o perlomeno contenere la troika: Fondo Monetario Internazionale, Commissione Europea, Banca Centrale Europea.
dott. Majaron
Lino Santoro linosantoro@alice.it
Leonarda
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della sua organizzazione. Viasna non è riconosciuta dal governo, non può avere un proprio conto bancario in Bielorussia e, per impeAles Bialatski da due anni in carcere. A Trieste dirne le attività, Ales è stato la moglie Natallia Pinchuk condannato per “occultaIl “pellegrinaggio” di Natallia Pinchuk è iniziato mento di reddito su larga scala”. il 7 ottobre a Trieste. È arrivata da Minsk, la A Strasburgo, il 30 settembre, l’Ascapitale della Bielorussia, per denunciare le semblea Parlamentare del Consiglio condizioni di detenzione di suo marito, Ales Biad’Europa gli ha assegnato il Premio latski, e degli altri prigionieri politici. Non è sola, Diritti Umani Vaclav Havel. Amnesty negli incontri in tante città italiane l’accompagna International considera Ales Bialatski un Heather McGill, ricercatrice di Amnesty Interprigioniero di coscienza, in carcere per le national per la Bielorussia, nella lista nera delle sue legittime e pacifiche attività in difesa autorità di quel paese che le hanno negato il dei diritti umani e ne chiede l’immediata e visto d’ingresso. incondizionata liberazione. Al liceo Petrarca e poi al bar libreria Knulp, NaHeather McGill nel suo simpatico italiano, tallia racconta che “Ales è stato condannato a denuncia le violazioni al diritto di espresquattro anni e mezzo di reclusione, sottoposto sione, riunione e associazione, i casi di a un regime di limitati contatti con la famiglia, i tortura, l’impunità. I mezzi di comunicaziocolloqui avvengono con un citofono attraverso un ne non sono liberi e solo una piccola parte vetro”. In un anno sono previsti tre incontri lunghi della popolazione ha accesso a internet. e due brevi e si possono consegnare tre pacchi: La Bielorussia è l’unico paese in Europa “Questo è quanto previsto dai regolamenti, in e Asia Centrale a eseguire condanne a realtà si sta esercitando una forte pressione su morte; le confessioni vengono estorte Ales e gli altri prigionieri perché interrompano con maltrattamenti, l’esecuzione avviene l’invio di petizioni sulle loro condizioni al presegretamente, alle famiglie non è comusidente. E quest’anno mi è stato concesso un nicato il luogo di sepoltura, il corpo non solo incontro di due ore”. Il cibo insufficiente, viene restituito: “Al condannato non viene povero di vitamine, fa ammalare in breve tempo Nelle immagini, dall’alto: detto quando verrà eseguita la condanna. i detenuti; Ales da febbraio non riceve pacchi di – Ales Bialatski, da due anni in carcere per aver difeso Un avvocato mi ha spiegato che un suo i diritti umani. www.amnesty.org/en/news/vaclavcibo, la cella è sovraffollata, agli altri detenuti è cliente condannato a morte provava paura havel-human-rights-award-goes-belarusian-prisonerfatto divieto di parlargli. Natallia ricorda una triste conscience-2013-09-30 ogni volta che la porta della cella si apriva Madonna del Bellini: “Mio marito si trova in una – Natallia Pinchuk, moglie di Ales Bialatski e Heather perché pensava che fossero venuti per posizione di isolamento... nella sua cella vi sono McGill, ricercatrice di Amnesty International per la portarlo all’esecuzione; Questa è tortura”. dalle 16 alle 20 persone, quello che fanno le au- Bielorussia La Bielorussia non fa parte del Consiglio torità è di punirle se in qualche modo si mettono d’Europa, le organizzazioni dei diritti in contatto con lui”. umani non hanno la possibilità di incontrare esponenti del governo Ales Bialatski, presidente del Centro Viasna per i Diritti Umani, è e far presente, come negli altri paesi, le loro raccomandazioni, le stato condannato nel 2011 per aver aperto e utilizzato conti bancari richieste di modifiche legislative. in Polonia e Lituania per sostenere le attività in difesa dei diritti umani Il presidente Lukashenko è al potere dal 1994, si regge su misure repressive, incutendo paura alla popolazione: “Ales si è trovato faccia a faccia con la dittatura di questo paese e lui ha pagato un prezzo molto alto per le sue attività in difesa dei diritti umani”. Le manifestazioni in occasione delle elezioni del 2010, il peggioramento della situazione economica che ha spinto molti a emigrare in Russia inducono a qualche speranza, la popolarità del dittatore sta diminuendo. A Natallia vien chiesto se non teme che al ritorno nel suo paese le autorità possano colpire anche lei: “Certamente ho paura, il pericolo esiste ma sento anche il debito nei confronti di mio marito, degli altri detenuti politici, del mio paese”. Quanto ad Ales, nell’isolamento in cui si trova, è necessario che non si senta solo, abbandonato: “Le lettere che gli vengono spedite sono molto importanti perché non può parlare con gli altri detenuti che sono nella cella con lui, perché così sa che c’è qualcuno che si preoccupa per lui, è la sola possibilità che ha ora di comunicare. .. queste lettere di solidarietà lo fanno sentire non dimenticato dal resto del mondo”. Natallia ci chiede di mandare cartoline di solidarietà al marito in carcere: Ales Bialiatsky 213807, Magiliouskaya vobl. g. Babruisk, vul. Sikorskaga 1 I.K No. 2, atrya No. 14 – Bielorussia con simpatia ci trovate da
sail sistiana sistiana 59 Trieste tel 040 291074
Giuliano Prandini
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BIELORUSSIA. IN CARCERE PER AVER DIFESO I DIRITTI UMANI
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LO STESSO MARE
Non lontano dal mare, in via Amirim, vive da solo un certo signor Albert Danon. Adora le olive e i formaggi salati. È un uomo gentile, di mestiere ragioniere. Qualche tempo fa – era mattina – un cancro alle ovaie si è portato via sua moglie Nadia. Ma ne ha lasciato i vestiti, una toeletta, tovagliette finemente ricamate. L’unico loro figlio, Enrico David, è andato a salire la china in Tibet. Inizia così, questo libro (uno dei molti e bellissimi) dello scrittore israeliano Amos Oz, con alcune parole che dicono la semplicità del quotidiano e la semplicità della morte. Non potrebbe essere diversamente: non è fatta forse così, la vita? Di indirizzi, nomi, sapori buoni, malattie, cose che restano, persone che se ne vanno? È un libro datato, pubblicato nel 1999 e tradotto in Italia nel 2000, ma io non smetto mai di parlarne e di consigliarlo, di averlo spesso con me, di farmi accompagnare appesa al suo braccio. Non riesco a sistemarlo definitivamente nello scaffale che gli spetterebbe. Fa parte di quel piccolo gruppo di libri vagabondi, da comodino, da borsetta, da attese, da veglia improvvisa nella notte. Ha ancora molto da dirmi, lo so. Non è un vero e proprio romanzo (e non saprei dire cos’è), privo com’è di una trama forte o uno sviluppo evidenti, intriso di spazi bianchi, curve di tempo, sospensioni, sfumature che non diventano nulla di più, particolari che non appartengono ad alcun generale, dettagli sparsi come semi su una buona terra. Spezzato in capitoletti, tondi chiusi e sonori come conchiglie (ciascuno con un titolo). Ecco il modo per leggerlo: posarseli all’orecchio e restare in ascolto. Una storia c’è, certo, minima ma c’è. Non ve la svelo. Vi dico però che per intuirla ci vorranno fatica, pazienza, compartecipazione al lavoro di Oz. Occorre silenzio, occorre fede. La disponibilità a credere che un altro orizzonte narrativo sia possibile. La voce narrante cambia di momento in momento, non si sa chi stia
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50 MM
parlando e di che cosa; si passa dal presente al passato in un gioco continuo di flashback; la prosa si scioglie in poesia e viceversa; pagine svuotate e pagine fitte rendono sconnesso il cammino; monologhi e dialoghi si somigliano, la realtà è simile al sogno, la corrispondenza viaggiata si mischia a lettere soltanto immaginate... Ce n’è abbastanza per irritare il lettore pigro. Ce n’è abbastanza per far innamorare il lettore vero, che ritroverà un po’ di se stesso, specchiandosi con pudore in una frase, un’immagine. Amos Oz Io ho trovato la mia. Molto tempo Lo stesso mare fa, la tenevo appesa su una parete Traduzione Elena Loewenthal Feltrinelli, 2002 alle mie spalle, perché mi pareva pp. 236, 8,00 € che più di ogni altra potesse svelare chi ero senza bisogno di tante chiacchiere. Il capitolo si intitola Dove sono e dice così: Come mai non ti si vede mai in giro, gli dicono, perché te ne stai sepolto lì in quel buco, dicono, niente amici niente feste niente svaghi niente piaceri, e dai esci, vedi un po’ di gente, rispondi all’appello, manda almeno qualche segno di vita.
E come, dice lui, s’alza alle cinque del mattino, beve una tazza di caffè, cancella e scrive sei o sette righe e il giorno già muore la sera cala a cancellare.
Luisella Pacco luisellapacco.wordpress.com
racconti brevissimi pensati come scatti fotografici, ritratti di un momento rubato...
Ti diranno: il lavoro che fai è umile, dovresti darti una mossa, tirar fuori le palle, l’ambizione, la cattiveria, il coraggio. Ti diranno: una volta eri in gamba, avevi tanti sogni, come hai fatto a dimenticare? Ti diranno: il tuo passo sulla strada non fa rumore, spazzi il marciapiedi senza lasciare traccia, e chi non fa rumore non esiste, e chi non lascia tracce non esiste. Ti diranno: dove sei, chi sei, come ti chiami, non hai più un nome. Ti diranno: sei patetico a ficcare la scopa tra le ruote delle automobili in sosta per tirar su anche l’ultima sporcizia, con quella tua insopportabile attenzione, una dedizione amorevole, come se si trattasse del salotto di casa tua. Ti dirannno: sei buffo a metterci tanto impegno, sei ottuso, immiserito, grottesco, non ti rendi conto come tutto sia inutile? Ti diranno: le foglie che raccogli oggi si ammucchieranno di nuovo domani, e di nuovo verrà la pioggia, e di nuovo verrà la neve, e poi di nuovo il vento, e gli stessi bambini di ieri butteranno domani a terra gli involucri di merendina. Ti diranno: vedi, la tua fatica non è servita a niente, non cambierai le cose, non pulirai il mondo, la tua scrupolosità fa ridere i polli, l’integrità ti rende ridicolo, impara a passare oltre, fai le cose come vengono vengono, ché la negligenza oggi piace, la sciatteria fa tendenza. Ti diranno: smettila di saltellare laborioso con la scopa in mano, smettila di sorridere, di cantare, il viso bello nell’aria frizzante del mattino, smettila di essere felice. Ecco, soprattutto questo ti diranno: smetti di essere felice, ché oggigiorno va di moda lamentarsi, avere il muso, trascinarsi, essere stanchi di niente. Tu sei troppo vivace e troppo grato alla vita, non va bene. E poi, pover’uomo idiota, cos’è che ti rende tanto contento? “Fare il mio dovere. E oggi è una bella giornata.”
elle.pi
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Libri
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ECHI DA MORESCO II 13 novembre 2013, libreria Ubik, il poeta Federico Tavan (vd. dedica in questo numero) è morto da 6 giorni. Alle 18 avviene l’incontro con Antonio Moresco, intervallato da due letture (di Mary Barbara Tolusso e di Moresco stesso). Alessandro Mezzena Lona, il suo presentatore, dice che Lucina è un percorso laterale di Moresco, ed è proprio vero. In coerenza con quanto detto da Moresco a Pordenonelegge, Mezzena Lona ricorda che Carla Benedetti, nell’intervista pubblicata per Scheiwiller, La visione, ha detto che Moresco ha saputo seppellire il Novecento. Per questo lo scrittore subito dopo afferma: Credo che
P.S. Fu il grande Luciano Comida a consigliarmi i Canti del caos (mi disse: È un libro che pretende molto dal lettore, e Moresco gli risponde, anni dopo, davanti a me: Noi dobbiamo andare incontro a delle imboscate per vivere). Ora sono io, meno grande, a consigliarvelo.
Riccardo Redivo
la letteratura debba spostare i limiti della cultura, che sono una piccola prigione, una visione del mondo che rende la vita invivibile. Tutti in qualche modo sentiamo di voler volare alto. E io aggiungo che desideriamo pure “di voler volare altro”. Ma è difficile. E continua: ci sono stati autori [del ‘900] grandi, ma raccontano di un mondo freddo, non mettono in moto granché: con loro si è rassicurati… si sta dentro al nichilismo. Io sono più vicino ai miei nonni (Melville, Dostoevskij...) che ai miei padri padri (Brecht, Bernhard...). Con i nonni, la storia è dentro la realtà: per questo erano rivoluzionari. Io vivo questa anomalia. Si è parlato poi di Stella d’Italia, il suo ultimo libro uscito per Mondadori, e dei viaggi significativi che contiene. Ma si è parlato anche della vita da camminatore – che per Moresco sottintende l’aggettivo sperimentale -, di una Repubblica nomade, dell’origine biologica della sorpresa, della necessità di un gesto di sconfinamento, di… ma purtroppo lo spazio a disposizione è finito: ora tocca a voi guadagnarlo e volare alto. P.S. Moresco, dopo alcune confidenze letterarie su Van Gogh e Dostoevskij, ha concluso così: Lo scrittore può fare tutto. Riccardo Redivo
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22 settembre 2013, XIV Edizione di Pordenonelegge, lo scrittore Álvaro Mutis (vd. Konrad precedente) è appena morto e l’estate non è ancora finita. Alle 11.30 avviene l’incontro con Antonio Moresco. Vincent Raynaud, il suo intervistatore, dice: C’è luce nei libri di Moresco. Io, mentalmente, continuo: nonostante le tenebre che vi hanno fatto il nido. Ecco perché, così la vedo io, lo scrittore dice anche: A volte in zone non troppo sorvegliate […] si possono aprire delle fessure che possono allargarsi, e cioè più sangue, più luce, più sesso, più… Tanti più a formare il tutto. O un tutto. La scrittura di Moresco non è la più bella del mondo, e neanche del Novecento, ma forse del Duemila sì (un Duemila anticipato di qualche anno, visto che ha esordito nel 1993). La sua scrittura – bella, chiara (non a caso dice: Se io voglio fare vedere il fondo, la superficie deve essere limpida), dalle caratteristiche riconoscibili, evidenti, intercettabili – affascina perché vicina al pensiero, quello più elementare, basico (certo, essendo letteratura, è un gioco continuo con il lettore, ma un gioco in questo caso di spontaneo inganno, di spontaneo inconscio). Non è solo una scrittura che avvicina – dopo un po’ si è proprio intrappolati dentro al suo groviglio – ma soprattutto, ripeto, è una scrittura vicina. Ha un che di esistenziale. Ecco, questo sapore esistenziale – che in verità spesso si svolge nell’irreale e nell’amorale – quasi beat (nel sapore e non nello stile), forse è la sua magia migliore. Non è la scrittura italiana più bella del Novecento, ma del Duemila forse sì: qualche ridondanza, qualche compiacimento, ma è un gioco che ha regole infantili, da favola, ancestrali, che conquista e, appunto, affabula. Per questo è poetica, perché è chiara e profonda: all’inizio leggi e non ti stupisci granché – per quanto la cerchia dei più sensibili ne viene subito turbata –, non svieni, non cambia nessun mondo, nessun modo di vedere, non c’è una rivoluzione, però una volta entrati (o una volta finito) alcune immagini, alcune emozioni, continuano, lavorano, subdolamente, mentre tu sei occupato a fare altro (non è questa una piccola rivoluzione interna?). Insomma, emozioni e immagini ti inseguono, ed è proprio la prerogativa dell’arte, quella di rimanere anche quando non c’è, di trasformarsi e rimanere in altra forma, di eternarsi. Sì, immortalità, l’immortalità nel Duemila. Moresco – mi schiero anche se siamo ancora agli inizi del secolo – può essere
tranquillamente lo scrittore del XXI secolo. E se non altro, in questo secolo a dir poco dilaniato, abbiamo la fortuna di leggerlo con lui vivo e avere la possibilità di attendere nuovo materiale. Forse è un nuovo classico. Intanto è già un autore di culto: ha quasi l’intimità di un diario in cui certi possono riconoscersi (tutta la sofferenza che esonda è nostra) e la censura è bandita. Forse la sua scrittura non dà la possibilità di esser capita se non con una veduta panoramica, dall’alto: lo stile un po’ asciutto, un po’ lirico, con tratti d’ingenua retorica, ma Antonio Moresco sempre semplice ed elementare, crea un quadro che l’oro di alcune scritture non possono ne potranno avere. Per questo il suo ultimo libro, Lucina – racconto lungo o romanzo breve –, ha tutte le caratteristiche, ma non ha quel respiro: respira, ma non come il Moresco maratoneta dei Canti del caos: è un allenamento ben riuscito, forse una strategia dell’inconscio per far accedere al grande pubblico il suo mondo, per far conoscere con questa pozione la sensibilità del suo universo. Consiglio Lucina a quelli che hanno meno coraggio di altri ma che almeno hanno la consapevolezza di possederlo (Moresco dice: La scrittura è un combattimento, come la vita. I miei libri sono per combattenti).
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“Alzheimer geografica”. Ma perché la tendenza alla distruzione dei suoli non si arresta? Secondo Vallerani ci vuole coraggio per affrontare queste tematiche, per decodificarle e interpretarne le dinamiche evolutive. “Il problema è la superficialità”, dice schiettamente. La superficialità dei nostri consumi, delle scelte speculative di qualcuno (“indifferenza della maggioranza ed egoismo di pochi a danno di molti”) e della diffusa ignoranza culturale in materia. È così che i Re Mida del cemento con una firma riescono a trasformare in oro quello che toccano, giocando con la plusvalenza del convertire la terra coltivabile in edificabile. Certo, il gioco ha dei rischi imprenditoriali e infatti il mercato dell’edilizia è in crisi e numerose costruzioni sono rimaste cantieri. Ma il pericolo derivante da questi rischi riguarda la comunità intera. Recentemente diversi tristi avvenimenti ci hanno messo davanti a queste problematiche: basta ricordare cos’è successo a Vicenza nel 2010 e in Liguria nel 2011, dimostrazione che le piene sono alterate dall’urbanizzazione e dalla relativa cementificazione che diminuisce inevitabilmente l’assorbimento dei suoli. Non c’è dubbio che notevole responsabilità e raggio d’azione competono a chi ci governa, ma l’agire dovrebbe essere rivolto alla prevenzione e alla tutela, più che alla riparazione di danni inesorabili. A prescindere dalla politica, il vero cambiamento si innesca soltanto grazie alle “buone pratiche private” e all’agire collettivo, riscatto della “geografia del bene comune”, dove la “strategia della cura” è l’unica soluzione per uscire dal pessimismo e migliorare la qualità della vita. La conclusione di questa conferenza è stata affidata all’assessore Marchigiani, alla vigilia dell’avvio del Piano Regolatore, in sintonia con l’autore per quanto riguarda il restituire valore e sostenibilità al paesaggio, possibile soltanto ripristinando la consapevolezza nei cittadini stessi. Con il rimanente tempo a disposizione è stato possibile aprire un dibattito ed ascoltare alcuni interventi del pubblico, dai quali è emersa una coscienza civica e ambientale collettiva attiva e motivata a migliorare il mondo in cui vive anche con piccoli gesti quotidiani. Sperando che la consapevolezza ecologica offra nuove opportunità e, forse, più felicità.
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FEDERICO TAVAN
Federico Tavan, è morto. Il poeta di Andreis – cioè del Friuli dopo Pasolini – aveva da poco raggiunto i 64 anni. Entrato in manicomio prima di diventare adolescente e dopo aver perso la madre, cominciò a leggere e a scrivere molto tardi: questo ritardo e la follia che lo perseguitava, gli permisero – a caro prezzo – di mantenere purezza e genuinità (diceva: Solo la poesia mi ha salvato dal suicidio). Su interessamento di intellettuali e letterati ottenne la Bacchelli nel 2008. Da sempre, chi è puro soffre più degli altri: forse per questo gli ultimi tempi l’hanno visto malato, relegato e lontano dalla scrittura.
Eleonora Molea
Dalla sua purezza, una sua poesia, Cina, per ricordarlo: Al é coma zî in Cina preparant prima li valîs al é coma zî in Cina là che mai pì a no te jodarà nissun al é coma zî in Cina prenotant un puost su l’aereu cundió cundió e tu busce duç al é coma zî in Cina no êisse là che t’ere prima murî.
È come andare Cina preparando prima le valigie è come andare in Cina dove nessuno ti vedrà mai più è come andare in Cina prenotando un posto sull’aereo cundió cundió e baci tutti è come andare in Cina non essere dove eri prima morire. Riccardo Redivo
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Lo ammetto: non ero ancora mai stata nella nuova sede del Museo di Storia Naturale di Trieste, che da qualche anno si è rinnovato in una nuova veste accogliente e piena di voglia di aprire le sue porte non soltanto per la ritrovata collezione museale, ma per una notevole occasione di scambio e conoscenza su temi quali ambiente e tutela del paesaggio. Infatti è proprio qui che Francesco Vallerani, professore ordinario di Geografia presso Ca’ Foscari, il 21 ottobre ha presentato il suo ultimo libro, Italia desnuda. Percorsi di resistenza nel Paese del cemento, alla presenza dell’assessore alla Pianificazione Urbana Elena Marchigiani. Introdotto dal Presidente del WWF di Trieste Alessandro Giadrossi, Vallerani intrattiene la platea con la lucidità intellettuale e l’onesto sarcasmo che lo contraddistinguono. La conferenza si rivela più di una mera presentazione di un libro: la condivisione di un impegno sociale e personale che l’autore porta avanti da tutta la vita, non solo come docente ma con gli occhi di un cittadino consapevole che non si rassegna alla rovina dell’ambiente intorno a sè. Vallerani, infatti, trova inscindibile il legame tra la distruzione del paesaggio e il malessere sociale, e ne dà atto un’ampia letteratura e riflessione storica degli ultimi sessant’anni, in cui i “luoghi dell’angoscia” vengono identificati con quelli in cui l’uomo ha stravolto la bellezza, intesa non soltanto in senso estetico ma anche sociale e ambientale. Vallerani ci riporta un caso a lui molto caro e vicino, ovvero il paesaggio palladiano lungo le rive del Brenta: cuore della città diffusa, luogo in cui paesaggi fluviali di Bellezza globale (con la B volutamente maiuscola) sono anche possibilità di fitodepurazione, dove le piene sono contenute, peculiare esempio di vulnerabilità idraulica in una zona del Veneto in cui i capannoni industriali hanno prevaricato le architetture che hanno reso per secoli caratteristici questi luoghi. L’artificialità e la produzione di CO2 sembrano ormai essere diventate, permettetemi il gioco di parole, la “naturalità” del paesaggio italiano contemporaneo, che pare affetto da una forma di
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FRANCESCO VALLERANI PRESENTA ITALIA DESNUDA
la drammatica involuzione del nostro sistemapaese? Considerazioni che fanno riflettere anche a fronte della precedente omertà in diversi ambiti, in quanto tutto il paese e le Non ne sono sicuro, in questo paese senza memoria. sue strutture sono state coinvolte e, se siamo veramente il paese del Perché parlare ancora di questa spinosa e complessa vicenda, dopo diritto, a maggior ragione bisognerebbe entrare nei gangli dell’appa50 anni ed eventi quali l’orazione civile di Paolini? I motivi sono già rato che non ha impedito e che può forse permettere ancora analostati evidenziati, soprattutto dal libro di Tina Merlin “Sulla pelle viva”, ghi eventi. pietra miliare della vicenda, Per fortuna la brace, la coscienza, pubblicato vent’anni dopo la ha covato sotto la cenere e oggi è tragedia, e condensati nella previva e ne è prova l’atteggiamento messa di Gianpaolo Pansa. Nella delle più alte cariche dello Stato che ristampa del 2000 nell’introduziohanno dato un giudizio schietto sulla ne, Paolini lo descrive come un vicenda. “pugno nello stomaco”, un libro Le tragedie ed emergenze di ogni controcorrente in un’Italia volta origine hanno molteplici aspetti in al futuro, che voleva lasciarsi comune. Allora forse si può fare alle spalle problemi passati per qualcosa. Organizzandoci adeguatacostruirsi un legittimo ruolo da mente, ci si può difendere dal caso. potenza mondiale, mentre la meMa ciò non è possibile se qualcuno moria di questo disastro si affiegioca contro, o non fa quello che voliva. Come peraltro è successo dovrebbe e potrebbe. Preferisco laanche per altri tragici eventi, ad sciar trovare alla vostra fantasia ed esempio lo stesso terremoto del esperienza degli esempi. Friuli del ’76 che è ormai relegato Ora nei luoghi della tragedia si è nel millennio scorso. Pansa è tra sviluppato un pellegrinaggio laico ed i pochi che hanno conservato etico o anche solamente turistico. memoria dell’evento. Comincia Cosa ne traggono coloro che si parlando del suo viaggio di giorecano sul posto? E noi tutti? Se vovane cronista da Torino verso gliamo un futuro diverso non basta l’inferno del Vajont. Avvicinandosi piangere i nostri morti o avere una al dramma, all’olocausto, anche quasi giustizia, fuori tempo massimo a piedi, come al fronte di una o accontentarci di denunce televiguerra, descrive le stesse sensive. Dobbiamo evitarne di nuove e sazioni di un altro giornalista che questo nostro Vajont, analogamente da Milano era stato catapultato ad altri monumenti alla sofferenza, in Friuli dopo la scossa. Entrambi quali la miniera di Stava, la zona inattraversano la notte e intuiscono dustriale di Marghera, le discariche man mano la tragedia. Ma sotto abusive di nostri rifiuti in Campania le macerie delle case crollate, Nelle immagini, dall’alto: e le case distrutte dal rogo di GPL il dramma nel dramma: l’arrivo – Panorami dal M. Borgà con la diga, la frana e lontano il Piave a Viareggio, devono diventare labodelle prime vittime e dei feriti agli – I libri di San Daniele ubicati sul M. Borgà proprio di fronte al M.Toc e alla ratori, una scuola a cielo e a cuore ospedali, con un ritmo e in numefamosa frana aperto, certamente non solo per ro tale che vengono parcheggiati scolari e turisti. nei corridoi, proprio come in guerra quando bisognava, in pochi secondi, scegliere o capire chi era sommerso ed ormai perduto e chi In passato, in gite ed escursioni didattiche alla diga, ho individuato piccoli particolari, adatti per parlare ai più piccoli senza calcare la invece avrebbe potuto far parte dei salvati. Lungo il Piave invece è stato come vivere e ricostruire dopo il diluvio. mano sul dramma, pur con moltissimi dubbi su cosa dire ai giovanisPansa ricorda che aveva imparato, a differenza dei grandi giornalisti, simi partecipanti. Non ho mai approfondito la vicenda durante i miei studi. a convivere con i fantasmi delle case e di coloro che erano sopravRecentemente ho scoperto che si può anche visitare la bellissima vissuti. Seguirono poi gli anni del distacco dall’evento e il senso di zona del M. Borgà che si trova proprio di fronte, sull’altro bordo di umiliazione, di fronte all’opera di chi è rimasto fedele a se stesso, al proprio ruolo e alla propria storia, come emerge già dalle prime righe questo catino. Dalla cresta i calcari si immergono verso il fondovalle del libro “resterà un monumento a vergogna perenne della scienza e e danno luogo ai cosiddetti “Libri di S. Daniele”. Da questo stesso Monte, peraltro, alcune decine di migliaia d’anni fa, precipitò un’enordella politica” e che ben riassumono la posizione della giornalista. Ma Tina Merlin, allora, non contava per tre motivi: perché donna, co- me frana che ostruì la valle. Dante stesso parla di fenomeni franosi, relativi però al fiume Adige e causati da un terremoto o dall’erosione munista per giunta, e pure corrispondente di provincia di un giornale delle sponde. È di qualche giorno fa un ennesimo crollo nella zona di partito. Risultato: le sue informazioni passarono come acqua sulle del Civetta! pietre, quasi senza lasciar traccia. Nel giro di due decenni però l’atEnnesima conferma che il nostro ambiente montano è bello e teggiamento è mutato e ancora Pansa ricorda i mali dell’epoca evidenziati dalla tragedia: l’uso distorto del potere e l’arbitrio, degenerati complesso e che rende necessario un approccio, condito di vera poi in tangentopoli, l’assenza di controlli e la ricerca del profitto a tutti conoscenza e buon senso, indispensabile per garantire sicurezza e tutela. C’è? i costi, l’umiliazione dei semplici e la vana richiesta di giustizia. Ne è seguito il crollo della fiducia in una Repubblica dei giusti. Riccardo Ravalli Chi non ne vede ora le conseguenze con il distacco dalla politica e
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VAJONT: BASTA LA PAROLA?
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Robert Capa, la realtà di fronte
mescolandosi alle prime truppe americane giunte ad A Villa Manin una retrospettiva per il centenario della nascita Omaha Beach il 6 giugno 1944. Dei 4 rullini da 36 pose scattati, si salvarono Il 22 ottobre scorso ricorreva il solo 11 fotogrammi, a causa di un errore del centenario della nascita di Endre Friedtecnico di Life Magazine che, sbagliando mann, in arte Robert Capa, considerato i tempi di esposizione in fase di sviluppo, -non a torto- il padre del fotogiornalismo bruciò irrimediabilmente la sola testimonianmoderno. A celebrarne la figura, due giorza fotografica esistente del D-Day. Capa deni prima, l’Azienda Speciale Villa Manin finì le 11 foto superstiti “slightly out of focus” inaugurava una retrospettiva curata in (titolo della sua autobiografia pubblicata modo esemplare da Marco Minuz. nel 1947) e per il danno subito ricevette un L’esposizione, che vanta la prestigiosa risarcimento annuale a vita. collaborazione dell’agenzia Magnum Photos di Parigi e dell’International Cen“Capa sapeva che cosa cercare e che ter of Photography di New York, propone Spagna 1936, morte di un miliziano lealista cosa farne dopo averlo trovato. Sapeva, accanto ad una scelta di 180 fotografie, ad esempio, che non si può ritrarre la guerra, perché è soprattutto una serie di filmati che documentano la meno nota attività di cineasta un’emozione. Ma lui è riuscito a fotografare quell’emozione conodi Robert Capa. scendola da vicino.” L’allestimento è pensato per “mettere a fuoco” la biografia e l’attività John Steinbeck professionale del fotografo ungherese attraverso le vicende storiche che fu chiamato a seguire. Scorrono così dinnanzi ai nostri occhi, Seguono foto scattate in Russia nel secondo dopoguerra e a Tel fotogramma dopo fotogramma, gli esordi in uno studio fotografico Aviv nel 1948. Capa è presente in occasione della fondazione dello di Berlino (una serie di immagini catturate con una Leica alla storica Stato di Israele e vi rimane a documentare conferenza tenuta da Lev Trotzky a Cogli scontri tra Arabi ed Israeliani. penaghen nel 1932), i successivi anni Sarà di ritorno in quelle zone due anni a Parigi (città in cui si rifugia a causa dopo, nel 1950, per realizzare il documendelle sue origini ebraiche) e le prime tario The Journey, racconto delle vicende esperienze come reporter di guerra. degli ebrei sopravvissuti alla Shoah e giunti 1936: in Spagna imperversa il conflitto da ogni parte del mondo per la “costruziocivile e Capa scatta una delle foto più ne” dello Stato ebraico. Il filmato di 26 minote al mondo: Il miliziano colpito a nuti, è integralmente proiettato in mostra, morte, istantanea dall’introvabile negatigrazie alla collaborazione con lo Steven vo che, stando alla tradizione, immortaSpielberg Jewish Film Archive. la l’uccisione di un soldato repubblicano Ad intervallare gli orrori bellici e le sensaad opera dei franchisti, ma su sulla cui 6 giugno 1944, Sbarco in Nomandia. zioni da essi derivanti, contribuisce una veridicità esistono pareri discordanti e sezione dedicata agli amici intimi di Capa, su cui molto è stato scritto. tra cui figurano Picasso, Matisse, Hemingway, Shaw ed Ingrid In terra spagnola morirà anche la ventisetenne Gerda Taro, collega e Berman, sua compagna per due anni e grazie alla quale entrò in compagna di Capa, incontrata a Parigi nel 1934. contatto con il mondo di Hollywood. Al mondo cinematografico è dedicata un’altra sezione dell’espo“Non era necessario nessun trucco per fare delle foto in Spagna. sizione che documenta la presenza di Capa sui set dei film NotoBastava sistemare la macchina fotografica. Le foto erano lì e si rious di Alfred Hitchcock (1946), Arco di trionfo di Lewis Milestones doveva solo scattare. La verità era la migliore immagine, la migliore (1948), Riso amaro di Giuseppe De Santis (1949), La carrozza propaganda.” d’oro di Jean Renoir (girato a Roma con Anna Magnani nel 1952), Robert Capa Moulin rouge dell’amico John Huston (1952), Il tesoro dell’Africa Seguono intensi frammenti della guerra sino-giapponese (1938), do- (1953) e La contessa scalza (1953). Dopo questa parentesi spensierata e patinata, si giunge all’ultima minati dalla toccante copertina sala. La precede una frase di Capa: “Poco per volta mi sembra di di “Life” del 16 Maggio 1838. diventare un avvoltoio. […] Il più caro augurio di un corrispondente di guerra è di essere disoccupato.” “Poteva mostrare l’orrore di un Amaro presagio, di quanto avviene il 25 maggio del 1954 in Inpopolo intero attraverso il viso docina, dove si trova per un mese in sostituzione di un collega di di un bambino.” “Life”. Sta documentando l’avanzare delle truppe vietnamite tra John Steinbeck Namdinh e Thaibinh, e come sempre lo fa in modo ravvicinato, quasi in prima linea, coerente al suo pensiero (“Se le vostre foto La seconda guerra mondiale è non sono abbastanza buone è perché non siete andati abbastanza documentata da alcune immagini colte in Sicilia, nonché dalla vicino al soggetto”), quando una subdola mina, presente sul suo cammino, ne determina la prematura dipartita. riproduzione dei “magnificent L’ultima fotografia esposta, la sola a colori, suggella la sua storia eleven”, cronaca del sanguinonché questa emozionante visita. È stata scattata nello studio noso sbarco in Normandia che della “Magnum Photos” (fondata nel 1947 da Robert Capa, Henri Capa, sfuggendo alle raffiche Cartier-Bresson, David Seymour e George Rodgers) in occasione di proiettili tedeschi, seguì
Laura Paris
TRIESTE PER PINOCCHIO. PINOCCHIO PER TRIESTE Una fontana, memorie di confine Le avventure di Pinocchio. Storia di un burattino. Romanzo di Carlo Collodi/Lorenzini scritto a Firenze nel 1881 e pubblicato nel 1883 dalla Libreria Editrice Felice Paggi con le illustrazioni di Enrico Mazzanti. Testo divenuto poi celeberrimo e tradotto in almeno trecento lingue. Nel settantesimo anniversario dalla sua creazione, il sindaco di Pescia Rolando Anzillotti decide di erigere un monumento a Pinocchio nel borgo di Collodi, luogo in cui era nata la madre dell’autore. Trieste, all’epoca giurisdizione del Governo Militare Alleato, diventa protagonista dell’evento e il burattino, uno strumento di propaganda politica. Nei primi mesi del 1953 Anzillotti firma un contratto con la ditta triestina Biscotti Vidiz che lancia in tutta Italia un concorso a premi basato sulla raccolta di figurine ispirate al famoso libro e presenti nelle confezioni dei suoi prodotti. L’invio dell’album completo dà diritto a ricevere in omaggio un volume illustrato e rilegato della Collezione Mosaico e a partecipare al sorteggio di ricchissimi premi, fra cui tre moto Guzzi 65 e numerose biciclette fornite da Giordano Cottur. A Trieste si costituisce un comitato per il monumento, del quale fanno parte i rappresentanti della stampa locale, mentre la presidenza è assunta dal sindaco democristiano Gianni Bartoli, in seguito definito “sindaco della seconda redenzione”. Da Trieste alla fine di marzo parte una diligenza con Pinocchio, Geppetto, Mangiafuoco e la Fatina dei capelli turchini, che attraversa tutte le principali città italiane, distribuendo ai bambini, assieme ai biscotti e alle figurine, una tesserina che autorizza tutti i possessori a dire una bugia alla settimana, senza pericoli per la lunghezza del loro naso. Giunta a Collodi, la diligenza porta il messaggio e il saluto dei triestini. Le principali testate nazionali sottolineano con enfasi il contributo della “italianissima” Trieste. Il clima è estremamente caldo. Si avvicina il trentacinquesimo anniversario dell’annessione della città all’Italia (1918). Durante l’estate l’esercito italiano invierà truppe lungo il confine con la Jugoslavia, portando l’Europa a un passo dalla guerra; la manifestazione di novembre per l’italianità di Trieste provocherà scontri violenti e vittime. Per il monumento a Pescia vengono stanziati 20 milioni; 160 sono gli scultori che rispondono al bando; 150 i bozzetti presentati nel dicembre del 1953. Vincitore del concorso risulterà Emilio Greco, con un’opera
molto discussa, inaugurata appena nel 1956. A Trieste la propaganda in nome dell’illustre burattino prosegue per tutto il 1954. Si decide di erigere un proprio monumento a Pinocchio che viene inaugurato nel giugno del 1955, un anno prima rispetto a quello di Collodi. L’opera, realizzata nel bronzo da Nino Spagnoli, grazie al considerevole contributo della Cassa di Risparmio, decora una fontana nel campo giochi di Villa Revoltella. All’evento partecipano le autorità civili, militari, religiose e il sindaco di Pescia. Per l’occasione viene coniata un’artistica medaglia-ricordo, che riproduce la scultura e serve come permesso d’accesso al parco della Villa. Nel suo discorso, il sindaco Bartoli, rasserenato dal “clima di libertà nazionale”, sottolinea come la coscienza dell’italianità della cultura triestina si sia sviluppata sulle letture di Pinocchio e di Cuore; e da questo, come il monumento rappresenti un motivo di patriottismo e di fiducia nell’avvenire dei ragazzi triestini, che esorta affinché la loro “bandiera sia sempre quella tricolore”. Ma com’è questo Pinocchio di Spagnoli? Triste, spaventato, colto nel momento più tragico della sua storia, quando specchiandosi scopre di avere orecchie e naso lungo. Seguono molte polemiche all’inaugurazione. Il monumento non piace, ma soprattutto è l’avvenire la vera preoccupazione di Trieste. Il “Lavoratore” pubblica una lettera di un lettore anonimo che denuncia: “Nessuna città merita un monumento a Pinocchio come la nostra. Pinocchio che diceva le bugie; Pinocchio che era un povero grullino, è il simbolo di una città che si è nutrita di bugie, […]. Bugie che parlano dei potenziamenti dei traffici, di sviluppi di zone industriali, di miliardi che sembrano essere o forse lo sono quelli famosi di Bonaventura. Bugie che trovano la smentita nella realtà di una crisi economica sempre più acuta, nei licenziamenti discriminatori, negli arresti per vilipendio alla bandiera che umoristicamente vengono attuati anche nei confronti di individui dimessi dal manicomio, nei costi delle tariffe ferroviarie che limitano l’afflusso di merci di transito, nell’immigrazione di 7000 cittadini, ecc. Di fronte a questo cumulo di realtà vien fatto veramente di rammaricarsi che il naso sia cresciuto veramente soltanto a Pinocchio.” Carissimo Pinocchio. Quanti entusiasmi. Quanta retorica. Quante sofferenze. Quanta memoria, nello specchio della tua fontana.
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DICEMBRE 2013/GENNAIO 2014
Fino al 19 gennaio a Villa Manin di Passariano (Codroipo) Da martedì a venerdì: 10-13 e 15-18 Sabato, domenica e festivi: 10-19 31 dicembre: 10-13 Chiuso il lunedì, il 24 e 25 dicembre e il 1° gennaio Ingresso: Intero 8€, ridotto 5€
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di una delle riunioni che annualmente coinvolgono i più importanti fotoreporter dell’agenzia. Accostata ad una parete vi è una sedia vuota, su di essa poggia una fotografia: ritrae semplicemente Capa, più precisamente lo immortala. “Il corrispondente di guerra ha in mano la posta in gioco, cioè la vita, e la può puntare su questo o su quel cavallo, oppure rimettersela in tasca all’ultimo minuto. Io sono un giocatore d’azzardo.”
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16 Pillole di cucina naturale ettetelo sul fuoco con lo zucchero e 50 ml di acqua. Cucinare il n si stacca dalMIZU-YOKAN fondo della pentola. DI FAGIOLI ROSSI AZUKI
CON SALSA AI CAKI
Yokan è unad tipico dolce Giapponese, venduto di Procedimento 00 ml di acquaIl Mizu e portate ebollizione, aggiungete il composto solito a cubetti, e mangiato a fette. Ci sono due tipi di ura per alcuni minuti. Lavate i fagioli azuki e metteteli a bagno nell’acqua con l’alga per una DICEMBRE 2013/GENNAIO 2014
Ingredienti
KONRAD
– un bicchiere di fagioli Azuki secchi – 80 gr zucchero grezzo pponese, venduto di solitodiacanna cubetti, e bio o miele o melassa y!kan: neri y!kan e mizu y!kan. Mizu – 3/4 gr di Agar Agar arato con più acqua del solito; il mizu – 1 cm alga Kombu mato in estate. Viene in gustato come – mandorle scaglieanche per decorare mettendo l" –agar-agar addensante di 2 caki – succo di mezzo limone – 1 bacca di vaniglia – mandorle a scaglie per decorare
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notte. Scolateli, sciacquateli e ricopriteli di acqua. Cucinateli con l’alga aggiungendo acqua calda un po’ alla volta mantenendoli coperti fino a cottura ultimata. Frullate il composto e rimettetelo sul fuoco con lo zucchero e 50 ml di acqua. Cucinare limone ei il tutto finché il composto non si stacca dal fondo della pentola. Sciogliete l’agar agar in 100 ml di acqua e portate ad ebollizione, aggiungete il composto di fagioli, continuate la cottura per alcuni minuti. Versare negli stampini preferiti e far raffreddare in frigorifero. Per la salsa: togliere la buccia dai caki se non sono bio e frullare con il succo di limone e i semi della bacca di vaniglia. Servire con la salsa e le mandorle a scaglie.
Claudio Petracco Cuoco professionista Insegnante di Cucina Naturale
ATTIVITÀ NATALIZIE ALL’IMMAGINARIO SCIENTIFICO DI TRIESTE Ogni domenica laboratori per bambini e famiglie
Decorazioni natalizie fatte in casa in modo scientifico, giochi da tavola, allegri strumenti musicali, viaggi alla scoperta del cielo stellato di 2000 anni fa... Tutte attività a tema natalizio, ma sempre con l’accento sull’aspetto scientifico, quelle che propone l’Immaginario Scientifico di Trieste nel periodo dicembre-gennaio 2013. Il Science Centre di Trieste, a Grignano, sarà aperto al pubblico tutte le domeniche, dall’8 dicembre, in più: giovedì 26 dicembre e lunedì 6 gennaio, sempre dalle 10 alle 20. I visitatori potranno così giocare e sperimentare con gli exhibit hands-on, quindi toccare un tornado con le proprie mani, osservare le dinamiche di un deserto in scatola, fotografare la propria ombra e molto altro ancora! Sarà possibile visitare la mostra multimediale Big World Big Science, un’emozionante passeggiata a ritmo di musica tra 13 grandi idee o invenzioni scientifiche dalle quali non si può prescindere per guardare il mondo, studiarlo e capirlo. Infine, nel planetario Cosmo, ogni ora visite guidate alla volta celeste, scoprire le stelle e i pianeti, l’alba e il tramonto del Sole e di tanti altri corpi celesti. Attività ludo-didattiche speciali: Domenica 15 dicembre, alle ore 16, si comincia con un laboratorio per famiglie con bambini di almeno 8 anni, che potranno partecipare tutti assieme a uno scintillante ed elettrizzante laboratorio di costruzione creativa che prevede la costruzione di un circuito elettrico per decorare la casa durante le feste natalizie! I bambini di 5-7 anni, senza i genitori, costruiranno un’ingegnoso Christimas globe, per catturare una bufera di neve natalizia... Domenica 22 dicembre sarà la volta dei giochi da tavola, immancabili compagni di tante giornate di festa: i bambini di 5-7 anni realizzeranno uno Shangai, mentre i più grandi (8-10 anni) si cimenteranno nella costruzione di un curioso Quattrodiquattro.
Giovedì 26 dicembre, ecco una speciale attività stellare per tutti i visitatori: volta celeste anno zero. Si viaggia nel passato all’interno di Cosmo, il planetario dell’Immaginario Scientifico, per scoprire quale fosse il cielo che videro i nostri antenati, quali conoscenze avessero delle stelle e dei pianeti e per capire come sia cambiata in più di 2000 anni la volta celeste… Le visite guidate si svolgeranno ogni ora, dalle 10 alle 20. Per prenotare è sufficiente presentarsi direttamente alla cassa dell’Immaginario Scientifico. Il costo del biglietto è di 3,50 euro (intero) e 2,50 euro (ridotto). Domenica 29 dicembre alle 16 con i laboratori Ecolab costruiremo assieme simpatici strumenti musicali, per un rumoroso Capodanno... ecologico! E per chiudere il periodo delle feste un’Epifania davvero speciale! Domenica 5 gennaio alle 16 le famiglie con bambini di 4-6 anni potranno partecipare all’Officina della befana, dove tagliare, cucire e mescolare, per realizzare un oggetto a tema! In contemporanea, i bambini di 6-8 anni, senza genitori, potranno scoprire i segreti Turbo Befane: tra satelliti, navicelle spaziali e meteoriti... come farà la befana a volare? Lunedì 6 gennaio SCometiamo! un laboratorio sperimentale tutto dedicato alle comete, alle ore 16 l’attività è aperta ai bambini di 5-7 anni, alle 17.30 il laboratorio sarà replicato e per i bambini dagli 8 anni in su. Speciale appuntamento alle ore 16: Microlab per i bambini di 3-4 anni (accompagnati da un genitore) per ascoltare le avventure di Tina, alla conquista dell’Universo! Il costo dei laboratori varia da 5,00 a 7,00 euro. Maggiori informazioni sul sito www.immaginarioscientifico.it È consigliata la prenotazione, da effettuare online sul sito www.immaginarioscientifico.it
Micol Ascoli Marchetti
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a. Servire con la salsa e le
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yōkan: neri yōkan e mizu yōkan. Mizu vuol dire acqua, e indica che è preparato con più acqua del solito; il mizu yōkan è spesso congelato feriti e far raffreddare frigorifero. e consumato in estate.inViene gustato anche come marmellata in varie preparazioni, omettendo l’agar-agar addensante di origine ccia dai vegetale. caki se non sono bio e frullare con il succo di
IL “GIRO PRESEPI” DEL FRIULI VENEZIA GIULIA
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Perché sobbarcarsi ore e ore di code sull’Autostrada del Brennero, di file stressanti davanti agli stand sudtirolesi e non, di ressa collettiva per acquistare una semplice decorazione natalizia “made in Austria” o degustare una calda cioccolata svizzera, quando la nostra Regione, fra dicembre e gennaio, offre numerosissime e varie occasioni per vivere sia la particolare atmosfera delle antiche tradizioni del Natale che il folclore dei mercatini dell’Avvento? A questo proposito il Comitato Regionale del Friuli Venezia Giulia dell’Unione Nazionale Pro Loco d’Italia, ha organizzato anche quest’anno il progetto “Natale in Villa 2013”, contenitore di una serie di iniziative di ampio respiro che coinvolge ogni anno enti, istituzioni, scuole e volontari (www.prolocoregionefvg.it). Punto di partenza Villa Manin di Passariano che ospiterà per il quinto anno consecutivo, dal 7 dicembre 2013 al 12 gennaio 2014, Presepi in Villa – Rassegna dell’Arte Presepiale in Friuli Venezia Giulia, esposizione di un centinaio di splendidi ed originali presepi creati dai numerosi appassionati, privati, enti o associazioni della nostra Regione e non solo. Ai più piccoli è dedicato il Concorso Presepi nelle Scuole Primarie e dell’Infanzia del Friuli Venezia Giulia, organizzato in collaborazione con la Società Filologica Friulana. Il progetto, che negli ultimi nove anni ha coinvolto più di 100 Scuole, con la partecipazione di oltre 2000 bambini, prevede che i lavori vengano realizzati utilizzando i materiali più diversi e le tecniche più disparate, per poi essere valutati da un’apposita Giuria e premiati nel corso di un evento celebrativo allestito nel Palazzo della Regione a Udine. Ad accompagnare l’allestimento della rassegna, la realizzazione della guida Giro Presepi del Friuli Venezia Giulia, giunta al traguardo della decima edizione, che attraverso l’illustrazione di più di 300 opere presepiali, dislocate in oltre 150 località, permette di scegliere tra numerosi itinerari di visita, suddivisi per provincia e segnalati in base alla tipologia delle opere: uno strumento pratico in grado di guidare il turista alla scoperta di luoghi e borghi incantevoli, all’insegna della più radicata tradizione. Tra questi almeno quattro meritano di essere segnalati: a Ravascletto (UD) il Presepe dei Cramârs – i vecchi venditori ambulanti carnici di spezie (dal tedesco Krämer, merciaio) – realizzato in delicato vetro di Murano; a Grado (GO): le calli della suggestiva cittadina lagunare fanno da quinta a decine di grandi presepi realizzati da scuole, associazioni e artisti, che fanno a gara per realizzare le loro fantasiose creazioni (www.presepigrado.it); a Forgaria nel Friuli (UD): magico è il presepio che, la notte del 24 dicembre, dopo la Messa, nel
corso di una suggestiva cerimonia viene fatto emergere da un gruppo di subacquei dalle limpide acque del laghetto di Cornino illuminato da un suggestivo gioco di luci. Il presepio galleggia al centro dello specchio d’acqua fino al 6 gennaio (www.riservacornino.it); a Poffabro e Andreis (PN): presepi di ogni forma e dimensione, vengono allestiti sui davanzali delle case e negli angoli più suggestivi di Poffabro piccolo paese-gioiello, annoverato fra i Borghi Belli d’Italia. Mentre a poca distanza, sono gli alberi di Natale, una sessantina decorati con originalissimi addobbi fatti rigorosamente a mano da piccoli gruppi di gente del posto, i protagonisti di “Ad Andreis nevica la fantasia”, la manifestazione che dal 1 dicembre al 6 gennaio invade gioiosamente di colori, luci, profumi quest’altro piccolo borgo nel cuore del Parco delle Dolomiti Friulane. L’1, 8 ed 15 dicembre inoltre la piazza di Andreis si anima con le bancarelle di un mercatino natalizio fatto di oggetti e prodotti semplici, realmente artigianali e creati con il cuore che, lontani da ogni omologazione, ci riportano indietro nel tempo facendoci gustare il piacere del dono inconsueto ed unico. Buon Natale!!!
Stefano De Franceschi
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KONRAD DICEMBRE 2013 / GENNAIO 2014
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MAMME E PAPÀ, OCCHIO AL VACCINO!
In Regione si sta discutendo sulla possibilità di sospendere l’obbligo vaccinale. Il Tribunale di Trieste ha appena emesso una sentenza che annulla la sanzione per non aver vaccinato il proprio bambino. E noi? Sappiamo veramente tutto sulle vaccinazioni? O semplicemente ci fidiamo di una prassi diffusa senza porci domande? Incontriamo il Coordinamento del Movimento Italiano per la Libertà di Vaccinazione.
Cominciamo da un fatto. Nel 1991 il Presidente del Consiglio è Giulio Andreotti. Ministro della Sanità, Francesco Di Lorenzo, medico e politico del Partito Liberale Italiano. È lui a promuovere la Legge 165/1991 con cui viene istituito l’obbligo vaccinale infantile per l’epatite B. I casi registrati di epatite B in Italia tra il 1989 e il 1990 per la fascia di età 0-14 anni erano 2 su 100.000, 8 per la fascia 1424 e 5 per la fascia di età superiore ai 24 anni. Il virus si trasmette tramite esposizione a sangue infetto o a fluidi corporei, un rischio cui un neonato non è sottoposto, se non in casi eccezionali. Non è un quadro epidemiologico che giustifichi l’istituzione di un vaccino obbligatorio. Invece scatta l’obbligo. Perché? La vera ragione la scopriamo solo molti anni più tardi quando De Lorenzo viene condannato dalla Magistratura per avere ricevuto una tangente di 300.000 euro dalla SmithKline Beecham, casa farmaceutica produttrice del vaccino contro l’epatite B. Condanna definitiva. Ma l’obbligo vaccinale rimase e permane tuttora. Il potere delle lobby legate alle multinazionali farmaceutiche è più potente della Magistratura, evidentemente. Potente e generatore di rischi. Tutte le vaccinazioni obbligatorie (sono 4 al momento) vengono effettuate entro il primo anno di vita del bambino, quando il sistema immunitario del piccolo non è ancora completamente formato e quindi i rischi di reazioni avverse sono effettivi, come dimostrano diversi casi di denunce e sentenze che hanno riconosciuto tali danni. Ne parliamo con Daniela Fiorini del Comilva di Trieste, il Coordinamento del Movimento Italiano per la Libertà di Vaccinazione. Perché questa imposizione nel primo anno di vita? Il Piano Nazionale Vaccini 2012-2014 prevede entro il 15° mese di vita 18 somministrazioni “offerte attivamente” e trascura di sottolineare, anche nelle lettere trasmesse ai genitori, che sono obbligatorie solo quelle per quattro malattie (Difterite, Tetano, Epatite B, Poliomielite). Ne vengono di prassi somministrate di più con l’esavalente. Nel primo trimestre dalla nascita del bambino i genitori sono psicologicamente vulnerabili e insicuri, facile preda di ogni paura, con poco tempo a disposizione per documentarsi approfonditamente e tendono a perpetuare una consuetudine sociale, convinti più dalla paura delle conseguenze paventate (sanzioni, Tribunale dei Minori, etc.) che da un’effettiva scelta consapevole. Ricevono un’informazione parziale. Quali sono i rischi documentati legati alle vaccinazioni? È inimmaginabile pensare che il bombardamento farmacologico cui è sottoposto il sistema immunitario dei neonati non possa avere nel breve, medio o lungo periodo delle conseguenze. I vaccini non contengono soltanto l’antigene, ma
metalli pesanti, formaldeide, mercurio che l’immatura barriera ematoencefalica, l’incompleto sistema digerente, l’impreparato sistema immunitario non riescono a fronteggiare. Il genitore può chiedere che vengano effettuate solo le vaccinazioni obbligatorie? Si, ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare. Esistono i pacchetti preconfezionati e viene sempre presentata come molto difficile l’estrapolazione di alcuni vaccini. Il sistema è programmato per conferire l’intero pacchetto. Una domanda diretta. Il Comilva è contro le vaccinazioni? Non siamo contro.. Noi siamo per l’informazione corretta e completa. Per la libertà di scelta. Per il riconoscimento di un diritto civile, quello di scegliere liberamente. Non crediamo che siano “uno degli interventi più sicuri ed efficaci per la prevenzione primaria delle malattie infettive” perché spesso tali virus sono stati eradicati grazie alle migliorate condizioni igienico-sanitarie, ad una migliore alimentazione, etc. Qual è il vostro obiettivo a lungo termine? L’abolizione delle vaccinazioni? A Trieste l’abrogazione delle sanzioni e in Regione la sospensione dell’obbligo vaccinale per rendere possibile la scelta consapevole. Cosa succede se un genitore, una volta presa coscienza dei rischi, decide di non sottoporre suo figlio alla vaccinazione? Dipende dalla provincia in cui si risiede. Per Gorizia, Pordenone ed Udine il genitore riceve un modulo da compilare, un “dissenso informato” in cui dichiara di farsi carico della scelta e delle sue conseguenze. A Trieste invece riceve una sanzione di circa 200 euro da pagare all’ASS per chiudere il procedimento amministrativo. In poche parole, se si paga tutto va a posto. E dov’era tutta questa necessità della vaccinazione per la salute individuale e pubblica? Pagando una multa scompare la necessità? Non ci sono alternative per manifestare il proprio dissenso? Proprio così: tutta l’urgenza di vaccinare improrogabilmente entro il primo anno di vita e il rischio epidemiologico si dissolvono in una sanzione incassata: ma il Comilva assiste legalmente le famiglie che non vogliono subire quest’ingiustizia e, come me, intendono presentare ricorso all’ASS. È recente la sentenza del Tribunale di Trieste che ha annullato la sanzione, accogliendo la mia richiesta e addebitando all’ASS le relative spese legali. Per questo, secondo noi, è necessario fare obiezione attiva, seguendo i suggerimenti del Comilva. Un genitore può rivolgersi al Comilva anche solo per avere informazioni? Certamente. Le principali attività del Comilva sono informare, condividere e sostenere. Ogni persona verrà accolta. Per noi è molto importante l’incontro e l’ascolto. Inoltre siamo in grado di fornire un reale sostegno medico-legale anche alle famiglie che hanno subito un danno da vaccino. Tengo infine a specificare che tutti gli operatori del Comilva offrono il loro contributo di tempo su base volontaria e cerchiamo sempre nuovi volontari che possano aiutarci nella diffusione del diritto di scelta nelle vaccinazioni. www.comilva.org trieste@comilva.org
Simonetta Lorigliola
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potranno trovare tutte le informazioni sui PL a cura di Un progetto sperimentale del Comune di Trieste volontari esperti e potranno effettuare gratuitamente un Una montagna di pannolini usa e getta che inquinano moltisprestito di 10 pannolini per tre settimane, per provare a casa e simo: questo il dato allarmante provocato dai comportamenti decidere con tutta calma. Oltre al vantaggio rispetto all’impatto sull’ambiente, i PL sembrano avere sensibili effetti positivi sul più diffusi nelle famiglie e nei servizi per la prima infanzia per i piccolissimi. benessere del bambino, provocando meno arrossamenti e ageE questo è il motivo per cui l’Area Educazione, Università e Rivolando un più precoce passaggio al vasino. Senza parlare del cerca del Comune di Trieste, attraverso il Progetto 3 R finanziato risparmio della famiglia nel periodo di utilizzo (circa 500 euro dalla Provincia di Trieste, ha deciso di avviare - tra gli altri - il contro 2000, secondo alcune stime). Per saperne di più su questa iniziativa promossa dall’Area progetto sperimentale della Pannolinoteca al nido per i prossimi due anni scolastici. Con il supporto tecnico di Arpa LAReA, Educazione del Comune di Trieste, è possibile informarsi sul infatti, saranno attivati – in alcuni nidi pilota privati e comunali sito www.scuolaonline.trieste.it o contattare l’Ufficio Progetti – dei punti informativi e di prestito di pannolini lavabili dei più Trasversali (tel. 040 6758731, 040 6758328). recenti modelli. Nella Pannolinoteca, infatti, i genitori interessati D.R.
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L’ESPERIENZA DI UN ASILO A QUINTO VICENTINO
Siamo le educatrici dell’Asilo Nido Integrato Cav. G. Giaretta di Lanzé e siamo liete di raccontarvi la nostra esperienza riguardo l’utilizzo dei pannolini lavabili. Grazie agli incentivi forniti dal Comune e alla tenacia del nostro Presidente, nel sostenere e promuovere il progetto, abbiamo potuto acquistare ed utilizzare i pannolini lavabili, avviando così il progetto in via sperimentale. Nella prima fase i genitori sono stati accompagnati per quasi un anno da incontri fatti con esperti (pediatra, mamme che avevano già utilizzato i pannolini lavabili) per cercare di introdurre l’argomento. Questo nuovo approccio alle cure igieniche del bambino inizialmente ci ha trovato un po’ “impreparate” ed insicure ma poi non abbiamo potuto che apprezzarne le qualità che qui sotto elenchiamo: diminuzione delle irritazioni della pelle, dovuta
alla maggiore traspirazione delle zone genitali, grazie al loro interno creato in cotone; raggiungimento precoce del controllo sfinterico: abbiamo constatato che i bambini tagliano questo importante traguardo in minor tempo rispetto agli anni precedenti, quando venivano utilizzati i pannolini usa e getta; maggiore interazione col bambino dovuta al prolungamento della durata del cambio, quindi prolungamento dell’attenzione dedicata alla cura; evidente risparmio economico per le famiglie nell’acquisto dei pannolini usa e getta da fornire alla scuola; diminuzione delle spese per lo smaltimento dei rifiuti da parte della scuola.
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All’interno del nostro Nido viene garantita la sterilizzazione dei pannolini lavabili grazie all’utilizzo di una lavatrice e di un’asciugatrice, utilizzate ad alte temperature e abbinate a prodotti specifici di detersione. Anche se l’utilizzo dei pannolini lavabili può sembrare cosa complicata e difficoltosa, in realtà è una scelta che andrà a vantaggio del vostro bambino, dell’ambiente e del risparmio.
A. L. B.
KONRAD DICEMBRE 2013 / GENNAIO 2014
PANNOLINI LAVABILI AL NIDO
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ECOGIOCANDO
Primi passi
Girare, infilare e scoprire? questa vettura per i primi passi presenta ai piccoli esploratori molti elementi di stimolo visivo, uditivo e tattile. E, non da ultimo, è di perfetto aiuto per imparare a camminare. Con sei blocchetti geometrici. Misure: lunghezza 46 x larghezza 36 x altezza 49 cm. Con freno regolabile individualmente. HABA selection da Lupus in fabula.
Mobile Home
Mobile home è una casa per bambole in cartone per bambini e bambine. Con 8 stanze, solaio e molte aperture. La prima casa giocattolo da portarsi in viaggio adatta per qualunque spostamento. Da dipingere e decorare. Fatta in cartone riciclato e biodegradabile. Misure : 46 x 23 x 36 cm. www.natdesign.it
Costruzioni orientali
Questi fantastici blocchi di costruzioni aprono sempre nuove possibilità nella realizzazione di diversi scenari e alla creatività, e possono essere combinati con altre costruzioni di legno dalle linee tradizionali. Caratterizzati da uno spessore di 2 cm, richiedono e sviluppano una certa abilità per costruire con successo paesaggi diversi; sono un gioco divertente per bambini sopra i tre anni, per giocare da soli, insieme agli amici o alla propria famiglia. www.benatshop.com
Casa delle bambole in Bamboo
Questa è la prima casa delle bambole prodotta in materiali eco-friendly combinati a un design contemporaneo e una tecnologia moderna, per soddisfare sia i genitori interessati ai prodotti green sia i bambini amanti dei giochi di ruoli. La casa è realizzata in bamboo ed è dotata di pannelli solari funzionanti che permettono di illuminare le stanze della casa. www.benatshop.com
Eco Xmas Tree Kit di costruzione elicottero
Contenuto: set in legno composto da 17 pezzi da incollare, 1 motore da caricare, 1 elica, 1 cordino, 1 parabrezza. Materiale: legno compensato di 3 mm di spessore, plastica, Priplack, nylon. Misura elicottero finito: 26 x 9 x 14,5 cm. Non idoneo al volo. Età: dai 6 anni Haba da Lupus in fabula.
Albero di Natale ecologico che regalerà molto divertimento a tutta la famiglia ed una piacevole atmosfera natalizia. Realizzato in cartone riciclato e biodegradabile, Xmas Tree include un angelo, una renna, colombe di pace, candele, decorazioni ed una stella sulla punta. 150 pezzi. Età 6+. Misure dell`albero costruito : 60 x 60 x 75 cm di altezza. www.natdesign.it
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sicuro, mentre la volpe una storia, una ricetta, una in silenzio continuava decorazione per un eco natale a nuotare. Ad un Puoi coinvolgere i bambini nel realizzare i biscotti, leggendo certo punto, quando erano prima insieme La storia dell’omino di pan di zenzero. Gli omini quasi arrivati, la volpe disse di pan di zenzero possono essere golosi biscotti o diventare Sono stanca e non riesco personali decorazioni per un albero di Natale” very eco”, di una a stare bene a galla con te speciale bellezza. sulla schiena, se ti bagni ti scioglierai, salta sul mio naso La storia dell’Omino di Pan di Zenzero e starai all’asciutto. L’omino C’era una volta una vecchina che viveva in una casetta in camsaltò sul naso della volpe pagna. Per Natale aveva preparato un bell’omino di pan di zenche gli diede un colpo di zero e lo aveva subito messo nel forno a cuocere: Dopo un po’ naso e lo lanciò per aria; quando ricadde spalancò la bocca e se dal forno uscì una vocina Che caldo! Fammi uscire!. La vecchina lo pappò in un sol boccone. E questa è la fine dell’omino di pan aprì il forno e l’omino di pan di zenzero saltò fuori e scappò. La di zenzero che credeva di essere il più veloce di tutti e fu invece vecchina provò a seguirlo ma l’omino diceva Corri corri tanto mangiato dalla volpe che era più furba di lui. non mi prendi – sono l’omino di pan di zenzero. Un maiale che grufolava in un cortile lo vide passare e prese a rincorrerlo per La ricetta dell’Omino di Pan di Zenzero mangiarselo, ma l’omino di pan di zenzero era velocissimo corre- 360 gr farina bio tipo 00 va rideva dicendo Corri corri tanto non mi prendi – sono l’omino 160 gr di zucchero integrale Mascobado di pan di zenzero e scappò ancora. 140 gr di burro Poco dopo una mucca che pascolava su un prato prese a ri4 cucchiai di miele correrlo perché era molto golosa Corri corri tanto non mi prendi 1 cucchiaino di bicarbonato – sono l’omino di pan di zenzero e scappò anche dalla mucca. 1 cucchiaino di cannella in polvere Dopo qualche minuto l’omino incrociò un cavallo che riposava 1 uovo bio sotto un albero e, stuzzicato dal profumo di quel bel biscottino, e 1 cucchiaino di zenzero in polvere prese a rincorrerlo Corri corri tanto non mi prendi – sono l’omino tagliapasta “omino” di pan di zenzero e scappò anche dal cavallo. Corri corri, giunse Setaccia insieme la farina, il bicarbonato, lo zenzero e la cannella al fiume e vide che la vecchina, il maiale, la mucca ed il cavallo lo e versa tutto nella ciotola di un robot da cucina. Aggiungi il burro stavano ancora rincorrendo e si avvicinavano. Non voglio essere morbido a pezzetti e lo zucchero. Impasta fino a quando la mimangiato! Aiuto, come farò ad attraversare il fiume? Non so nuo- scela si presenta simile a pangrattato. In una ciotola a parte sbattare e nell’acqua mi squaglierei! ti leggermente l’uovo e il miele, aggiungili al resto degli ingredienMentre tremava dalla paura, saltò ti. Mescola fino a che l’impasto sarà omogeneo. Metti l’impasto fuori una volpe che gli si avvicinò in una pellicola trasparente e fai raffreddare in frigorifero per 30 e disse Ti aiuto io omino di pan minuti. Scalda il forno a 180°. Stendi la pasta ad uno spessore di di zenzero, salta mezzo centimetro su una superficie leggermente infarinata. Con sulla mia groppa e un tagliapasta, ritaglia le forme degli omini e mettili sulla placca ti porterò in salvo del forno foderata con carta da forno, lasciando un cm di spazio sull’altra sponda! tra uno e l’altro. Cuoci per 10-12 minuti, o fino a quando i biscotti L’omino saranno leggermente dorati. Mettili a raffreddare su una griglia non aveprima di servirli. va molta Noi consigliamo di tenere gli omini al naturale, ma se lo desideri scelta e puoi utilizzare per decorarli della glassa oppure dei coloranti alidecise di mentari. Se li vuoi utilizzare come decorazioni prima della cottura fidarsi. La dovrai fare un buchino sulla testa dell’omino aiutandoti volpe nuotava e gli con uno grosso stuzzicadenti. Da qui passerai un filo di inseguitori si fermaro- juta o di rafia per appendere le decorazioni. no sulla riva. L’omino si rilassò e si sentì al Simonetta Lorigliola
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L’OMINO DI PAN DI ZENZERO:
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I GIOCHI DELLA ZIA LUCIA
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Cancella tutte le parole dei bigliettini, le lettere rimaste ti riveleranno cosa accade il 6 dicembre!
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LA BAMBINA CHE VOLEVA PIGIARE I TASTI
C’era una volta una bambina appassionata di una cosa davvero singolare: le piaceva schiacciare pulsanti. Le piacevano di tutti i tipi: quelli del citofono (illuminati da dietro, con il cognome delle persone scritto in rilievo su una strisciolina di plastica colorata), i tasti della macchina da scrivere (ma quelli piacciono a tutti), le penne a sfera (quelle con la punta che esce facendo “clic” quando schiacci il bottoncino) e gli interruttori della luce. Le piacevano anche i campanelli del tram, la levetta per far aprire gli ombrelli pieghevoli e il bottone per chiamare l’ascensore: guai a pigiarlo prima che lo potesse fare lei, si arrabbiava tantissimo! Un giorno mentre giocava (con i bottoni del telecomando) vide in televisione che alcuni tasti – bianchi o neri – invece di far arrivare qualcosa, chiamare qualcuno o accendere una luce, potevano produrre dei suoni. Tantissimi tasti per tantissimi suoni! Da quel giorno divenne taciturna e pensierosa perché era molto concentrata nella ricerca di quei tasti particolari, infatti non erano impossibili da trovare per strada o sugli autobus. Alla fine decise di disegnarli su un foglio e andare a chiedere a tutte le persone che incontrava se potevano aiutarla. Questa fu una buona idea, perché subito una signora con gli occhiali azzurri (che fosse una fata?) le disse che sembravano dei tasti di pianoforte, e così la bambina convinse i suoi geni-
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tori a farle prendere lezioni. Le dita della bambina si muovevano ogni giorno più agili e veloci – era davvero brava – , eppure la sua faccia restava seria. Le piaceva quello che le sue orecchie sentivano ed era soddisfatta di saper suonare così bene, ma quei tasti bianchi non divertivano le sue dita come i bottoni, i pulsanti e i pistoncini con cui giocava un tempo. Una maestra molto attenta (un’altra fata?) intuì quello che le passava per la testa e un giorno la portò in un’aula dove non entrava quasi mai nessuno. Quando la bambina vide cosa conteneva, il suo sorriso si allargò da un orecchio all’altro: c’erano tastiere antiche di ogni forma e dimensione, con tasti colorati e scolpiti! Non era il pianoforte: era il clavicembalo lo strumento giusto per lei! Ecco finalmente i tasti perfetti, quelli che aveva cercato per anni! Volete sapere come va avanti la storia? La bambina adesso è cresciuta e non si è mai separata dal clavicembalo. Andatela a sentire il 6 dicembre, nella piccola Basilica di San Silvestro a Trieste: riuscirete sicuramente a vederla in viso mentre suona e vedrete con i vostri occhi un sorriso grandissimo! www.wunderkammer.trieste.it/index.php/programma.html
Annalisa Metus
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Il Nuovo Guscio Via delle Monache 3 Tel. 040 364780, 335 1672151 ilguscio@consorziolarca.it
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le illustrazioni di questo numero di konradeipiccoli sono di Giuliano Comelli
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KONRAD DICEMBRE 2013 / GENNAIO 2014
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L’asilo nido “Il Nuovo Guscio” accoglie bambini in età compresa tra i 3 mesi e i 3 anni, è situato in via delle Monache 3 in una struttura ampia con giardino, da poco completamente ristrutturata. L’orario di servizio va dalle 7.30 alle 17.30 ma valutiamo formule personalizzate per le vostre esigenze, sempre nel rispetto della continuità educativa. La struttura è aperta tutto l’anno tranne per la settimana tra Natale e Capodanno e la settimana di ferragosto. L’educazione emotiva è al centro del progetto educativo: “Il/la bambino/a deve sentirsi libero/a di comunicare ciò che sente, sentimenti ed emozioni, attraverso la comunicazione verbale e non verbale. Sarà poi compito dell’educatore/trice accogliere, contenere, sostenere, promuovere, decodificare e soddisfare le
richieste che arrivano per raggiungere la finalità di favorire il benessere psicofisico dei bambini nel rispetto dell’individualità di ciascuno”. Noleggiamo le stanze dell’asilo per il compleanno dei vostri bimbi e valutiamo la possibilità di noleggiarle anche per incontri, conferenze, presentazioni. Se avete voglia di venire a conoscerci abbiamo in programma i seguenti appuntamenti: 5/12/2013 “GIOCHIAMO INSIEME” dalle 16.30 alle 18: i genitori con i loro bambini sono invitati a giocare assieme in uno spazio sicuro, protetto e divertente! L’incontro è gratuito ma preghiamo chi fosse interessato di telefonare e prenotare. 14/12/2013 e 18/01/2014 “NIDO APERTO” dalle 11 alle 13: siete tutti invitati a venire a visitare l’asilo... i vostri bambini potranno giocare e il personale sarà a vostra disposizione per qualsiasi informazione.
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re dazionale a cura degli inserzionisti
ASILO NIDO “IL NUOVO GUSCIO”
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Cinema
KONRAD
Sono passati 50 anni dal 1° Festival Internazionale del Film di Fantascienza, ma i filmoni hollywoodiani al Festival di Trieste continuano a non arrivare mai. I miliardari produttori e distributori dei film di fantascienza che vanno per la maggiore pensano di squalificarsi presentando le loro opere in una città di provincia come Trieste, perciò dobbiamo accontentarci delle piccole produzioni indipendenti che interessano un nutrito gruppo di irriducibili appassionati, ma non attirano certo folle oceaniche come i film di J.J. Abrams. Peccato, perché spesso si tratta di opere interessanti ed intelligenti che non sfigurano di fronte ai film mostruosi attualmente partoriti da Hollywood. Infatti il film che quest’anno si è portato via il primo premio è stato Europa Report di Sebastiàn Cordero. Vittoria prevedibile, visto il lunghissimo applauso tributato dal pubblico alla fine della proiezione. Regista ecuadoregno, ma produzione indipendente statunitense. Budget ristretto, ma tanta buona volontà per realizzare un film su un viaggio spaziale alla ricerca della vita nei mari sotterranei di Europa, una delle più grandi lune di Giove. La missione è finanziata da diverse nazioni, e l’equipaggio di otto membri comprende sia maschi che femmine, e proviene da tutte le parti del mondo. Effetti speciali all’altezza di 2001 Odissea nello Spazio di Stanley Kubrick. Molto più bello e coinvolgente del tanto celebrato Gravity. Poca computer graphic (costa troppo) e molti modellini spaziali alla vecchia maniera. L’interno dell’astronave è stato realizzato alla perfezione e filmato con ben otto telecamere nascoste. Recitazione meravigliosa con primi piani molto spinti e deformazioni delle immagini a causa delle lenti grandangolari. In certi momenti sembra di assistere alla proiezione di un documentario spaziale. Ma la trama è piena di colpi di scena e non lascia al pubblico il tempo di annoiarsi, specialmente dopo l’atterraggio disastroso su Europa e la scoperta di misteriose luci
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Siamo tutti intelligenti
CALCOLI MENTALI
Nei giorni scorsi si sono svolte le selezioni per il programma “SuperBrain – Le Supermenti”, edizione 2013. Sembra che ci sia anche io fra i partecipanti… be’, è dai tempi del vecchio “Scommettiamo che…?” che non partecipo ad un programma a premi. Non so ancora cosa hanno scelto fra le mie proposte, ma potrei ad esempio estrarre delle radici, anche maggiori delle famigerate radici quadrate che vengono imposte a scuola, oppure fare delle moltiplicazioni a mente, con risultati fino ad 8 cifre. I miei amici sono già tutti al lavoro per interrogarmi e cronometrare le mie risposte, ahimè, non ancora tutte esatte. Io invece sono al lavoro per cercare scorciatoie che mi permettano di fare bella figura con poco stress; in pratica cerco di capire se la matematica scolastica mi può fornire qualche formula utile. Scrivo questo articolo anche perché spero di rispondere agli studenti del liceo che non capiscono l’utilità pratica dei prodotti notevoli. Per fare un semplice esempio, citerò solo il caso nel quale ci tro-
fosforescenti che si muovono sotto il ghiaccio che ricopre l’oceano planetario. Nonostante le numerose scene di azione, il film è ricco di spunti umanistici, con gli astronauti pronti a sacrificare le loro vite per il bene della scienza. La vittoria di un film di fantascienza spaziale mi ha riempito di gioia, anche perché è il degno coronamento dei festeggiamenti per il cinquantennale del Primo Festival Internazionale del Film di Fantascienza di Trieste (Luglio 1963), in occasione del quale fu premiato con l’”Asteroide d’Oro” proprio un film di esplorazioni spaziali, il cecoslovacco Ikaria XB1 di Indrik Polak (ex aequo con La Jetee del francese Chris Marker). Dopo l’orgia di mostri, vampiri, zombie ed altre varie specie di masticatori di cadaveri, finalmente un film della più classica “hard science fiction” come si faceva una volta. Grazia Lipos, una mia cara amica che scrive racconti e romanzi di fantasy e science fiction, ha detto che secondo lei Europa Report è meglio di Alien di Ridley Scott. Veramente a me è sembrata un’esagerazione, gli ultimi dieci minuti ricordano un po’ il capolavoro di Ridley Scott, con gli astronauti sulla superficie di Europa che vanno alla ricerca delle creature misteriose e scompaiono uno dopo l’altro. La scena finale vede l’ultima superstite al posto di pilotaggio che mette in funzione tutte le telecamere in collegamento con la Terra ed apre il portello principale mentre il modulo di atterraggio sta sprofondando nel ghiaccio. Le acque irrompono violentemente e nell’ultima immagine prima del buio si vede apparire una enorme creatura tentacolata e fosforescente. Così, grazie al sacrificio degli astronauti, la Terra riceve finalmente la prova che la vita esiste in un altro mondo del sistema solare. Niente happy ending, ma la vittoria della scienza sull’oscurantismo, contro la logica del capitale e del profitto ad ogni costo che domina in troppi film di fantascienza che ho visto negli ultimi tempi.
Gianni Ursini
viamo a dover moltiplicare due numeri abbastanza vicini (meglio se entrambi pari o entrambi dispari). In tal caso basta fare il quadrato della loro media e sottrarre il quadrato della loro distanza da questa media. In parole povere, se dovessi moltiplicare 97 per 103, siccome la loro media è 100, e loro distano 3 da 100, per sapere quanto fa 97 x 103, basta fare 100 al quadrato e sottrarre 3 al quadrato, cioè 10000 – 9 = 9991. Non sempre i calcoli sono così semplici, ma mi risulta più facile tenere a mente alcuni quadrati, piuttosto che tanti prodotti. Se vi interessa un altro esempio, 49 x 71 può sembrare complicato, ma se notiamo che la media dei due numeri è 60, e entrambi distano 11 da 60, mi pare non troppo macchinoso fare la differenza fra il quadrato di 60 e di 11, e trovare che 49 x 71 = 3600 – 121 = 3479. Combinando questa regoletta con altri trucchetti, si può calcolare di tutto. Ad esempio, per eseguire 96 x 52, mi pare conveniente dimezzare il primo fattore prima di eseguire la moltiplicazione. Avendo ora 48 x 52 (siccome la loro media è 50), allora mi basta calcolare 2500 – 4 = 2496, e poi raddoppiare il risultato ottenuto, e dire che 96 x 52 = 2496 x 2 = 4992. Mi perdonate se non vi svelo gli altri trucchi, no?
© Giorgio Dendi
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EUROPA REPORT DI SEBASTIÀN CORDERO VINCITORE ASSOLUTO AL FESTIVAL DELLA FANTASCIENZA
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RAW CICLOCORRIERI
Rapidi, ecologici ed economici
Cari triestini, dovete recapitare una lettera o un piccolo pacco ma non avete voglia di spostarvi? Stufi di prendere l’auto o aspettare il bus che non arriva per andare a portare qualcosa dall’altra parte della città? Dovreste fare una commissione ma c’è la bora, la pioggia o la neve? Niente paura. Arrivano i RAW CICLOCORRIERI. Dal 2013, tre intraprendenti ragazzi hanno creato un servizio rapido di consegne in bicicletta. Veloci ed affidabili verranno direttamente a casa vostra a ritirare ciò che volete e lo porteranno a destinazione in un lampo. Svicoleranno tra il traffico cittadino, sfrecceranno tra le auto potendo attraversare senza problemi anche le zone a traffico limitato. Abbattimento dei costi ed ecosostenibilità: zero rumore, zero inquinamento. Speciale Natale. Le feste si avvicinano. Roberto, Andrea e Walter vi offriranno un servizio molto speciale. Più veloci di Babbo Natale, invece di usare la slitta sfideranno il freddo inverno in sella ai loro velocipedi per recapitare i vostri pacchi regalo quando e dove volete sollevandovi dal gravoso compito di recapitare i vostri omaggi natalizi. Niente li fermerà, sempre a vostra disposizione, anche per consegne ultraveloci,
Stefano Crisafulli
potrete fare le vostre richieste al telefono o sul sito internet. Nonostante le nostre istituzioni cittadine, pur riconoscendo la grande idea e l’utilità, non gli abbiano dato una mano attivamente, rimboccandosi le maniche, i 3 ragazzi sono riusciti a dare a Raw una sede in centro, via San Francesco 2. Da lì dirigono le operazioni e smistano gli ordini. Biciclette e gambe sempre pronte per tutte le vostre esigenze. Ma Raw non è solo ciclocorrieri. Roberto, Andrea e Walter si stanno preparando ad ampliare i servizi offerti dalla società. Conoscendo bene lo stato di difficoltà di alcuni anziani concittadini si preparano ad aprire un servizio a domicilio di aiuto anziani. Commissioni, ritiro medicinali e ricette, piccoli lavori in casa non saranno più un problema per nessun triestino grazie a loro. Inoltre Raw amplierà l’attività nel settore delle guide turistiche e paesaggistiche. Grazie alla conoscenza del territorio porteranno turisti e non a scoprire le bellezze del circondario. Rigorosamente in bicicletta ovviamente. Con diversi percorsi, sia “cittadini” che “carsici” diversificati in varie difficoltà, tutti, anche i meno sportivi, potranno usufruire di questa nuovo modo di vivere la città. Tanti servizi differenziati con un unico comune denominatore: passione, dinamismo, competenza e disponibilità. Buona Fortuna, ragazzi.
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KONRAD
“A mio avviso, siamo di fronte a una grande sfida: riuscire a sostituire, nelle menti degli artisti e del pubblico, l’idea che l’opera è artificiale con l’idea che essa è naturale”. Questo scriveva il regista Peter Brook nel suo libro Il punto in movimento, 26 anni fa, e oggi si può dire che questa sfida sia stata vinta sul campo. Per averne conferma basta andare a vedere Un flauto magico, il libero adattamento della celebre opera di Mozart che Brook, assieme a Franck Krawczyk e a Marie-Hélène Estienne, ha plasmato con un piccolo gruppo di cantanti lirici e un attore puro (Abdou Ouologuem) presso la sua fabbrica artistica parigina del Bouffes du Nord. Il pubblico triestino ha avuto il privilegio di vedere quest’allestimento mercoledì 30 ottobre, al Politeama Rossetti, per la nuova stagione dello stabile regionale, e lo ha applaudito a lungo alla fine. Applausi meritati, che hanno unito sia i melomani, sia chi di opera lirica non è esperto, come, ad esempio, il sottoscritto. Anzi, a dir la verità, l’opera lirica mi è sempre risultata indigesta, proprio perché viziata da un’artificiosità insostenibile e da una macchina scenografica ingombrante e satura. Ci è voluto Peter Brook per farmi eccezionalmente smuovere da questo giudizio. E in effetti la sua idea di opera è molto vicina alla “profonda leggerezza” che Mozart stesso avrebbe voluto. Ma come si fa ad alleggerire tutto l’apparato
tradizionale? Semplice, ha pensato Brook, basta togliere ciò che non è necessario per giungere all’essenza della messa in scena. Togliere, ad esempio, l’orchestra, che negli anni è diventata sempre più grande, per sintetizzarla nelle abili mani del pianista Vincent Planès e nel suono del pianoforte sistemato a vista sul palco. Togliere, inoltre, scenografie imponenti e utilizzare una serie di canne di bambù per restituire agli spettatori la possibilità di immaginare i luoghi dove si svolge l’azione, in questo caso un un tempio, una foresta, un palazzo. E togliere, infine, un esercito di comparse per lavorare con un gruppo di cantanti, che saranno all’occorrenza anche attori, nel segno della naturalezza e della creatività (uno su tutti: il Papageno terrestre e scanzonato interpretato da Thomas Dolié). Il risultato non è “Il” flauto magico, ma Un flauto magico, uno dei tanti possibili. E non ci stupisca più di tanto che alcune parti di raccordo siano in francese e, ad un certo punto, anche in inglese, perché, per Peter Brook, la differenza è sempre stata un valore. E il suo Flauto magico lo ha dimostrato una volta di più.
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MAGICO BROOK
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Teatri di confine
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UN NODO AL FAZZOLETTO
Ci sono tanti modi per ricordare: dal classico nodo nel fazzoletto alle raffinate e contorte mnemotecniche esposte nell’Ars Magna di Raimondo Lullo (Ramon Llull, 1233-1316). Come al solito la natura anche in questo è maestra: dagli anelli annuali degli alberi agli strati geologici, per non parlare di quel raffinatissimo hard disk biologico che è il DNA. Anche il nostro corpo “ricorda” il suo passato, in molti sensi e modi: ad esempio mediante il sistema immunitario, che ricorda le aggressioni subite e le “impronte digitali” dei virus con cui è venuto a contatto. La maggior parte delle malattie dell’organismo rappresenta una sorta di memoria dei maltrattamenti ricevuti dall’ambiente e dall’imperizia del proprietario. L’epidermide invece ricorda la sua storia attraverso segni e cicatrici. Ora siamo pronti per parlare di una cicatrice molto particolare. Ce l’abbiamo tutti e la portiamo sempre con noi. È come una scarnificazione, un segno tribale, il segno che apparteniamo davvero alla popolazione umana. L’ombelico, dice qualcuno? Non alludevo a lui, anche se la risposta è ugualmente corretta. L’ombelico è il ricordo di quando eravamo una sorta di frutto, di propaggine, dipendente in tutto e per tutto da un altro essere. Ma se rivolgiamo la nostra attenzione nelle regioni più a sud del nostro corpo possiamo trovare un segno altrettanto interessante. La location è molto particolare, e non per niente ha da sempre ispirato artisti, registi di film a luci rosse e comuni mortali: i nostri genitali. La cicatrice di cui parliamo ha anche un nome: rafe (dal greco raphé, “cucitura”) anogenitale. No, non siamo stati tenuti all’oscuro di qualche strana operazione chirurgica subita nell’infanzia, e non siamo nemmeno stati oggetto di un inquietante esperimento biologico alieno. Si dà il caso invece che fino alle sei-sette settimane di vita embrionale gli organi sessuali siano uguali per tutti, sia maschi che femmine. Solo nelle settimane successive si avvierà il processo di differenziazione, per cui nel maschio le labbra si chiudono e si saldano assieme, mentre quello che nella femmina resterà come una piccola prominenza, il clitoride, nel maschio si trasforma in pene. Dove si uniscono i lembi di tessuto si forma appunto il rafe. Il rafe si divide in tre zone: rafe perineale, rafe scrotale e rafe penieno. Nella donna è presente solo la prima parte, il rafe perineale, formato dalla parziale saldatura delle pieghe uretrali presenti nel feto: questo ci ricorda che c’è stato un periodo durante la nostra gestazione – anche qui in entrambi i sessi – in cui l’apertura anale e quella uretrale sfociavano in un’unica apertura, come accade nella cloaca degli animali. Nell’uomo si salda anche tutto il solco uro-genitale, quello che nella donna diventa vagina. Tale lunga sutura sarà poi visibile sullo scroto e sull’asta del pene. Accanto a questo ricordiamo il fatto singolare che gli uomini possiedono i capezzoli... che non gli servono assolutamente a nulla! Anche in questo caso ci troviamo davanti all’intelligenza progettuale della natura, che preferisce costruire delle strutture di base uguali per tutti, per poi differenziarle in base al sesso dell’individuo. Interessante, certo, e prodigioso, ma personalmente ritengo queste
nozioni molto di più di semplici curiosità. Pensiamo a tutte le sopraffazioni e alle discriminazioni che hanno subito le donne nei secoli, a tutti gli abusi di potere perpetrati dagli uomini, non da tutti certamente ma da una parte di essi non indifferente. Se questi pochi concetti di cui sopra fossero stati insegnati fin dalla più tenera età, e le immagini di embrioni maschio e femmina assolutamente uguali fossero state sempre davanti agli occhi di tutti, affisse sui muri delle città, graffite sulle caverne, proiettate sugli schermi televisivi, sarebbe stato davvero possibile che la storia si svolgesse come è avvenuto? Sarebbe stato possibile anche solo concepire l’esistenza di un “sesso forte” e di un “sesso debole”? Di esseri umani
Sviluppo dell’apparato genitale nel feto: A e B, fase comune nel maschio e nella femmina (4 e 7 settimane); C, D, E - F, G, H, sviluppo dei due sessi, rispettivamente maschile e femminile (9, 11 e 12 settimane)
“più” e di altri “meno”? Personalmente credo di no. E, sgonfiato il principale punto di forza della supremazia maschile, sono certo che, a ruota, avrebbero perso ragion d’essere tutte le altre forme di prevaricazione rispetto ad ogni tipo di “altro”, di “debole”, di “diverso”. Non so se avete notato, ma stranamente chi tira fuori questi pregiudizi — di razza, sesso, classe e quant’altro — sta sempre dalla parte del più forte. Ascoltate me: non credete a chi vi racconta queste frottole. Ma vi prego, non credete ciecamente neanche alle mie parole: provate su voi stessi, verificate di persona. Potreste scoprire appena oggi, alla vostra età, uno dei segreti più buffi e più seri al tempo stesso che il vostro corpo vi celava. Ora avete anche una scusa in più per giocare al dottore con chi desiderate, con fratelli e sorelle umani così diversi eppure così uguali, accomunati dalle stesse cicatrici e dalle stesse ferite, dalla stessa nascita in questo mondo bizzarro. Magari, chissà, potrebbe capitarvi di fare l’amore... con queste premesse non di certo la guerra!
Francesco Gizdic www.bazardelbizzarro.net bizzarro@bazardelbizzarro.net
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molte della quali legate al biologico. La progressiva espansione dell’attività MAG – che peraltro assume sfumature diverse nelle diverse realtà locali – ha portato nel caso di Reggio Emilia a un gruppo che conta oltre 1300 soci e impiega oggi sette persone a tempo pieno. La struttura operativa ha un peso importante, in quanto il tasso di interesse richiesto al singolo progetto finanziato (pari oggi a circa l’8%, praticato in ugual misura a tutti i soggetti richiedenti, a differenza di quanti accade nel mondo bancario) corrisponde alla percentuale necessaria a ricavare la cifra impiegata per sostenere la struttura stessa. Come si è visto, centrale rimane anche la volontà di non creare reddito dal denaro: fatto salvo un deposito minimo cautelativo, utile nel caso per esempio un socio desideri ritirare la propria quota (cosa possibile in ogni momento), tutti i fondi raccolti vengono continuamente impegnati nel finanziamento di nuovi progetti. A questa attività di base, che viene definita di “finanza critica”2,negli anni si sono affiancate altre idee e progetti. Si parla per esempio di consulenza e formazione sui temi della finanza etica, oppure di altre iniziative come il progetto mutualità3, dell’adesione ad attività come i gruppi di acquisto solidale o la banca del tempo o dell’utilizzo del BUS, un “buono sconto” che circola tra i soci in funzione di valuta parallela, fino a proposte capaci di affrontare il ribaltamento del paradigma dominante, come l’esperimento sul reddito di esistenza4. All’attività di formazione si è collegato il seminario sul denaro tenutosi presso la sede dell’associazione Germinal. Ottima occasione per discutere delle nostre (spesso lacunose) conoscenze su uno degli strumenti cardine del nostro quotidiano, ma anche pressante verifica di un interrogativo centrale: cambiare è possibile, ma lo desideriamo veramente? 1. www.mag6.it; www.mag6.it/. Maggiori informazioni sulle MAG dai siti delle singole organizzazioni, cfr. www.mag2.it; www.mag4.it; www.mag4.it; www.magverona.it; www.magverona.it; www.magvenezia.it; www.magvenezia.it; http://www.microcredito-roma.org; www.microcreditoroma.org/, www.magfirenze.it 2. www.mag6.it/index.php/finanza-critica; www.mag6.it/index.php/finanzacritica 3. www.mag6.it/index.php/progetto-mutualita; www.mag6.it/index.php/ progetto-mutualita 4. www.mag6.it/index.php/il-reddito-di-esistenza; www.mag6.it/index.php/il-reddito-di-esistenza
Paolo Cecchetto
KONRAD
Se c’è un aspetto positivo della crisi economica che stiamo vivendo è il moltiplicarsi degli interrogativi sul ruolo e le responsabilità del mercato finanziario. E mentre alcuni già da tempo cercano una scelta differente da quella del sistema bancario tradizionale, avvicinandosi per esempio a proposte come Banca Etica, altri, stretti magari dalle contingenze, cominciano oggi a portare l’attenzione verso esperienze alternative. Nella speranza di incontrare, più che l’ennesima teoria, risposte pratiche. Pratiche, e molto, sono state le risposte offerte da un incontro con Cinzia Melograno e Luca Iori, due esponenti di MAG6 invitati a Trieste nello scorso mese di ottobre, negli spazi dell’associazione Juliet e del gruppo Germinal, per una due giorni sul tema della finanza critica. Ma cos’è MAG? L’acronimo sta per Mutua Auto Gestione, un esperimento che da anni ormai ha luogo in alcune città del nord Italia (nel nostro caso, il numero 6 fa riferimento al gruppo di Reggio Emilia)1.L’iniziativa nasce da un nucleo di persone accomunate da valori come il pacifismo, la sensibilità ambientale, la lotta all’ineguaglianza, e da idee sull’obiezione monetaria e la possibilità di una finanza etica. Ma anche dalla certezza che l’unica risposta al sistema dominante può essere solo di tipo attivo, nel passaggio cioè a un’azione pratica e diretta con cui verificare l’attuabilità dei propri principi. In che modo? La forma è quella della cooperativa, l’azione centrale è una raccolta di fondi da utilizzare per operazioni di microcredito o credito sociale sul territorio. La filosofia, cardine dell’intera attività, la volontà di stabilire una rete di rapporti fondati sul contatto personale diretto e sulla fiducia reciproca. Si delinea così una piccola serie di figure: il socio finanziatore, che può versare alla MAG una cifra minima di 25 euro e massima di 100.000, impegnandosi a partecipare secondo le proprie possibilità alle attività del gruppo (da quelle assembleari alle vere e proprie attività finanziarie); il socio finanziato, che presenta alla MAG un progetto con relativa richiesta di fondi; la figura del garante, che si impegna direttamente, assieme ad altre persone nella stessa posizione, a sostenere un determinato progetto nelle sue varie fasi, dallo sviluppo alla ricerca di una soluzione se si dovessero verificare problemi nella restituzione del finanziamento. Per quanto riguarda i progetti, un altro principio fondante dell’attività MAG è l’indirizzo non-profit, unito alla preferenza per iniziative caratterizzate dalla volontà di migliorare il contesto sociale in cui prendono avvio. Molte così le proposte a carattere sociale e culturale, anche se non mancano le attività economiche tout court,
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Il pianeta MAG visibile da Trieste
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Alimentazione
ALIMENTAZIONE E SALUTE
Cosa sappiamo, cosa non sappiamo e cosa non vogliamo sapere
20-30 anni fa lo studio dell’alimentazione era quasi completamente assente, e soprattutto non si sospettava minimamente che il cibo potesse in qualche modo essere legato alla salute dell’organismo. Sebbene Ippocrate, il padre della medicina moderna, avesse affermato oltre duemila anni fa che ‘il cibo sia la tua medicina’ questo basilare principio è stato ignorato fino a tempi recenti quando, di fronte ad una vera e propria esplosione di malattie, i ricercatori e i medici cominciarono a cercarne le cause al di fuori della conclamata teoria del geni e dell’ereditarietà, teoria che affermava in sintesi che la causa delle malattie era dovuta ad un mal funzionamento dei geni iscritti nel DNA, e quindi al di là di ogni nostra possibilità di intervento. In queste ultime decadi abbiamo assistito al fiorire di una vera e propria scienza – la scienza dell’alimentazione – che studia il rapporto tra il cibo e il funzionamento dell’organismo, e quindi di riflesso la sua salute e la sua malattia. Sebbene questa scienza sia ancora agli albori, alcuni principi fondamentali sono ormai una certezza ed oggi costituiscono le basi di numerosi studi che grazie anche alla tecnologia ci permettono di vedere e di capire che il nostro organismo funziona in simbiosi con l’ambiente in cui vive, e quindi prima di tutto con il cibo, che rappresenta il rapporto più diretto tra corpo e ambiente. Vediamo quindi di sintetizzare ciò che oggi sappiamo su questo delicato rapporto, ciò che ancora non sappiamo e ciò che sappiamo ma non vorremmo sapere, ossia quelle verità scomode che ci chiedono cambiamenti che non siamo ancora disposti a fare. Cosa sappiamo - sappiamo prima di tutto che il nostro corpo è ciò che mangiamo, sia in termini quantitativi che qualitativi, per cui la nostra salute dipende prima di tutto dal cibo - sappiamo, o stiamo via via scoprendo, che la maggior parte delle malattie è dovuta a squilibri alimentari o a cattiva alimentazione. La teoria dei geni sta passando decisamente in secondo piano di fronte all’evidenza dei fatti che dimostrano che una buona alimentazione può addirittura impedire lo sviluppo di malattie genetiche. Sappiamo infatti che i cibi contengono particolari sostanze in grado di modulare l’espressione dei geni (epigenetica) per cui possono attivarli o disattivarli a piacimento. - sappiamo che la qualità del cibo più ancora che la quantità è fondamentale per un buon funzionamento dell’organismo. I grassi, così
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come le proteine, le vitamine e i sali minerali non sono tutti uguali e il corpo sa riconoscerne la differenza, per cui, ad esempio, se i grassi saturi favoriscono il colesterolo, quelli insaturi lo prevengono. - sappiamo che più il cibo è fresco, naturale, biologico e privo di sostanze chimiche, più il nostro corpo lo gradisce e lo assimila correttamente. Sappiamo, o stiamo scoprendo, che tutte queste sostanze chimiche come additivi, conservanti, coloranti ecc. alterano il normale funzionamento del nostro organismo favorendo così lo sviluppo di determinate patologie. - sappiamo che un’alimentazione basata principalmente su verdura, frutta, cereali e legumi, con un basso consumo di carne, pesce, formaggi e uova, è la miglior alimentazione possibile per la salute del nostro corpo. Cosa non sappiamo - non conosciamo ancora i particolari del complesso funzionamento dell’organismo. A livello cellulare stiamo solo ora scoprendo un mondo incredibile; la singola cellula è veramente la base della vita e della salute dell’organismo, e oggi, grazie anche ad una tecnologia straordinaria, possiamo osservare come funziona e come reagisce alle diverse situazioni. - non conosciamo gli effetti di lungo periodo dell’intervento dell’uomo sull’ambiente. Cominciamo ora a vederne alcuni, come i cambiamenti climatici, ma occorrerà aspettare 20-30 anni per rilevare i risultati di alcune scelte in campo alimentare, come gli OGM ad esempio, l’uso di sostanze chimiche sempre più aggressive, o l’assunzione di particolari medicine o diete alimentari. Cosa non vogliamo sapere - non vogliamo vedere che le malattie cosiddette ‘moderne’ come il cancro, il diabete, l’osteoporosi, le malattie cardiovascolari ecc. dipendono tutte da questo stile di vita scorretto e possono essere guarite solo cambiando le nostre abitudini quotidiane, prima di tutto l’alimentazione. - potenti interessi economici/politici da parte delle industrie alimentari e farmaceutiche ci impediscono di vedere come queste stesse aziende contribuiscano al deterioramento del nostro stile di vita e della nostra salute. - non vogliamo vedere, siamo proprio miopi, che altre medicine, come quella cinese o indiana, e pratiche, come ad esempio lo yoga, da millenni studiano l’alimentazione e hanno oggi un bagaglio di conoscenze prezioso e fondamentale per capire quali sono veramente i fattori che conducono alla salute. Queste discipline orientali possono essere definite a tutti gli effetti una “scienza della salute”. - In linea generale e in conclusione, non vogliamo vedere che lo stile di vita moderno che abbiamo scelto nuoce profondamente alla salute del pianeta e di conseguenza alla nostra personale salute. Dati sempre più evidenti ci dicono che dobbiamo fermarci e tornare indietro perché la strada che abbiamo scelto è un vicolo cieco, ma ciò comporta un grande sacrificio che molti non sono disposti a fare, anche se continuano a pagare un prezzo alto in termini di salute, e fin quando proseguiremo in questa direzione non sarà possibile ripristinare quelle condizioni che garantiscono una vera salute, uno stato di benessere psicofisico che esprime tutte le grandi potenzialità dell’essere umano. Nadia e Giacomo Bo www.ricerchedivita.it
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Dolce. Buona. Bella. Questa è la proposta di Lab22. Stiamo parlando di delicati pasticcini e torte finemente decorate, e anche pizzette, rustici con formaggio e verdure, croissant e bignè salati. O il sontuoso tortano napoletano. Francesco Gagliardi viene da Napoli, patria di grandi dolcezze, è giovane ma vanta studi, specializzazioni ed impegno maniacale nel perfezionare la sua professione. Suo primo indimenticabile maestro è stato Massimo Catalano, grande pasticcere foggiano. Francesco, da ragazzino, lavorava a bottega da un artigiano che realizzava presepi, altra grande tradizione napoletana. La sua passione per il dettaglio e la decorazione nasce là. A consacrare la pasticceria come suprema tecnica fu Anthelme Brillat Savarin che la annoverava tra le grandi arti, preceduta solo da pittura, scultura ed architettura. Altro che trendy-mania per pasta di zucchero ed inflazionati cup cake e dintorni. “La pasticceria esiste da centinaia di anni e può esprimere bellezza, classicismo e contemporaneità soltanto se sposa fine decorazione, scelta di ottime materie prime e lavorazione autentica”, ci dice Francesco. Qui siamo in un laboratorio artigianale in senso stretto: tutto viene pensato (“Odio l’improvvisazione!”) e realizzato a mano. Non si utilizzano preparati di alcun genere e i prodotti sono di eccellenza: latte e panna freschi, uova fresche, puro cioccolato, frutta fresca, farina da molini italiani (senza additivi). Totale assenza di grassi vegetali idrogenati o meno, di cui la margarina è nefasto esempio. Quei grassi sono dannosi per la salute. Francesco preferisce un buonissimo burro. E oramai è noto che il burro, se consumato in quantità moderata, è decisamente racco-
mandabile rispetto ai grassi vegetali industriali. Per le fritture si usa solo olio extravergine di oliva. Non manca una particolare attenzione ad allergie o intolleranze. Lab22 lavora solo su prenotazione. Bastano anche 24 ore di anticipo, per piccole ordinazioni. I prezzi sono giusti, in relazione all’alta qualità delle proposte. Le torte costano 30 euro al chilo. E che torte! Golose per l’occhio e per il palato, leggere e soavi. Lab22 potrà preparare per voi un intero buffet, un brunch, una festa di compleanno, per grandi e/o piccini. Concedetevi anche solo il piacere di scegliere e farvi preparare un bel vassoio di pasticcini o una eccelsa torta decorata armoniosamente. Per le feste è imperdibile il panettone realizzato con lievito madre ed ingredienti freschi. Ci sono anche cadeaux natalizi con prodotti di pasticceria secca e cioccolato. Sonia, che ha fatto studi di psicologia ma ha deciso di seguire Francesco per amore nell’avventura di Lab22, è attenta ed appassionata e vi racconterà con la sua bella gentilezza tutte le proposte di Lab22, svelandovi, se siete curiosi, per filo e per segno le materie prime utilizzate e le lavorazioni. Perché la conoscenza aumenta la golosità ed il piacere. Andate a incontrare questi ragazzi. Sarà una dolce ed intelligente scoperta.
Simonetta Lorigliola
PUBLIREDAZIONALE
LA VERA PASTICCERIA
s.l.
KONRAD
al chilo. Il sapone mani 1,30 al chilo. Tutto questo fa bene alla natura, alle piccole economie e ai portafogli del consumatore. Realtà, non marketing. “Voglio dare la qualità ma a un prezzo ragionevole” dice Davide. Lo spazio ospita anche La Bottega degli antichi sapori in cui Davide propone alcuni prodotti della sua terra, scegliendoli con un’attenzione maniacale alla tracciabilità. “Io conosco tutto di ogni prodotto, chi lo fa, come, perché”. Rapporto diretto con il produttore e conoscenza di ogni dettaglio, che vi potrà trasmettere. Sceglie solo piccole produzioni, attente all’ambiente, e lavorazioni artigianali. “Perché questo aiuta le microeconomie di territorio e aumenta la qualità per il consumatore”. L’olio extravergine è una delle chicche, prodotto dalla sua famiglia sui Monti Iblei (zona del Cassero, patrimonio Unesco) in regime da agricoltura biologica. Monocultivar Tonda Iblea, olive raccolte a mano e frante dopo massimo sei ore dalla raccolta. Un capolavoro. C’è poi il vino di una piccola azienda. E sono in arrivo per Natale capperi sotto sale e cucunci, conserve orticole, cioccolato di Modica, marmellate e composte di frutta. E conserve di pesce (tonno, pesce spada e acciughe) realizzate da una famiglia di pescatori che gestisce la filiera dal proprio peschereccio al vasetto. Piccole meraviglie ancora possibili.
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Questo è un Konrad-consiglio. In via di Roiano 1/d c’è un posto che vale la pena conoscere. Non ti attireranno artifici del marketing sfavillante, qui messo da parte per proporre solo la sostanza. Devi entrare e conoscere Davide Catinella. Chiacchiera con lui e fatti raccontare quello che propone. Si è trasferito dalla Sicilia a Trieste per studiare, restandovi poi per amore. “Trieste mi ha accolto con affetto e io ora voglio restituire quell’affetto”. E così ha progettato ed avviato una piccola produzione del tutto ecocompatibile di detersivi e detergenti per casa e persona che vende sfusi, eliminando l’intollerabile spreco di plastica ed imballaggi. Ekobolle, si chiama. Tutto è realizzato in Calabria da una piccola azienda, con materie prime italiane. Prodotti senza conservanti e senza derivati dal petrolio. Non testati su animali. Con oli vegetali e oli essenziali puri. E poi soda. Questi gli ingredienti principali. Chiedete a Davide di farvi annusare il detersivo per i piatti. Dimenticate ogni profumo artificioso e plasticoso da grande distribuzione. Sentite gli agrumi e immaginatevi la delicatezza su stoviglie e anche sulle mani. Questo detersivo costa 95 centesimi al chilo. Il detersivo per il bucato costa 1,35
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SCOPRI LA BOTTEGA DI DAVIDE CATINELLA A ROIANO
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Colonna vertebrale
COME COMBATTERE LA CERVICALGIA
I consigli in pillole per un collo senza acciacchhi
L’anno scorso, in questo periodo abbiamo proposto il decalogo per prendersi cura della colonna vertebrale, questo numero vuole ripartire da quell’idea per concentrarsi in particolare al collo. Ecco quindi dei semplici consigli per mantenere in salute il proprio collo. – Se non praticate un’attività fisica, incominciare a farla, in particolare esercizi che coinvolgono anche gli arti superiori. Un’attività cui non partecipano le braccia (per esempio jogging o aerobica) non è utile per la muscolatura del collo, infatti se è vero che camminare fa bene alla zona lombare, fare sport che coinvolgano le braccia rinforza la muscolatura del collo. – Non stare a lungo nella stessa posizione con collo in posizione non naturale (piegato in avanti, girato di lato); non solo al lavoro, ma anche a casa, durante il relax o le faccende domestiche. Ricordiamo sempre ai nostri pazienti che stare rilassati o comodi non significa necessariamente stare in una “buona” posizione per le vertebre ed i dischi intervertebrali.
REDAZIONALE A CURA DELL’INSERZIONISTA
– Posizionare lo schermo del PC di fronte e non di lato: Fate in modo di lavorare appoggiando le braccia, ai braccioli della sedia o alla scrivania stessa (altrimenti “peseranno” sulla muscolatura del collo). – Cercare la sedia più adatta, e se necessario, dotarsi degli “aiuti” posturali per stare seduti correttamente, che si trovano nei negozi di articoli ortopedici (sedie, sgabelli, sostegni lombari). Nella maggior parte dei casi è sufficiente un supporto lombare (rotolo lombare o mezzaluna) per risolvere buona parte dei problemi legati alla posizione seduta. Sono utili in certi casi anche i leggii o altri supporti per il lavoro. Ricordarsi però che in ogni caso, l’ausilio deve comunque essere usato bene. – Se si svolge un lavoro sedentario, è bene alzarsi e camminare per qualche minuto almeno ogni mezz’ora. Non tenere per periodi prolungati il telefono tra capo e spalla e quantomeno cercate di alternare i due lati se lo fate abitualmente.
– Il televisore va sistemato a un’altezza adatta, in modo da non dover piegare in avanti collo o estenderlo (in particolare quando si cerca di guardare la tv stando sdraiati, una delle posture più scorrette in assoluto). – Se leggere da sdraiati obbliga il collo a una posizione forzata, innaturale (questo può accadere anche a causa degli occhiali), optare per una posizione più adatta, magari in poltrona, dove si possono appoggiare le braccia. – Verificare con l’aiuto di un’ esperto (Medico o Fisioterapista), se alcune delle posizioni o delle abitudini che vi accompagnano quotidianamente sono dannose per il collo e possono contribuire almeno in parte agli acciacchi di cui soffrite. – Particolarmente faticosi sono i lunghi periodi di guida, durante i quali i muscoli del collo devono continuamente bilanciare i micro spostamenti provocati da scossoni e vibrazioni: evitare di guidare ininterrottamente per periodi prolungati, e fermarsi ogni 2-3 ore, per fare una pausa e sgranchirsi i muscoli. – Alla guida tenere il sedile dritto e sufficientemente avanti in modo da tenere le braccia piegate comodamente appoggiate sul volante. Se si avverte dolore o disagio al mattino quando ci si alza, cercare, con pazienza, un cuscino più adatto, tra quelli con appoggio cervicale, senza però trascurare anche la postura nella quale siete abituati a dormire. Infatti non sempre il mal di collo mattutino è per forza causato dal cuscino ma potrebbe essere la postura che adottate a non essere la migliore.
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Ricordatevi che se un “acciacco” o dolore diventa troppo persistente o si ripresenta più volte all’anno diventando invalidante è certamente giunto il momento di sentire un esperto. Diffidate delle cure “fai da te” e dei consigli “passaparola” in quanto ogni collo ha la sua storia, ogni persona ha la sua postura. Di conseguenza, ciò che (aldilà di questi consigli di base) aiuta una persona non sempre aiuta un’altra.
Dott. Ft. Marco Segina
Anita Bencich GINNASTICA MEDICA CINESE
Tecniche di
QIGONG MEDICO La fragranza del Buddha XIANGONG Lavaggio aureo dei midolli e tendini XI SUI JIN JING
Scuola di Pensiero Taoista
Ginnastica Medica Cinese QIGONG MEDICO La Scuola di Pensiero Taoista ha il piacere di presentare il suo primo DVD di Qigong Medico, le due forme di base per risvegliare tutto il sistema bioelettrico interno ed esterno. Se accettiamo l’energia e sappiamo che la vibrazione tocca ogni parte del nostro essere fisico, abbiamo capito che la vibrazione entra in ogni cellula del nostro corpo, sui vari piani, ci tocca così profondamente e ci trasforma lentamente sul piano emozionale e spirituale.
La nostra civiltà moderna, ci ha portato a notevoli livelli di stress, cattiva alimentazione, scarso movimento fisico, inquinamento sonoro e ambientale, che ci hanno indotti a condurre una vita costantemente contratta. Il Qigong è una delle vie fondamentali da percorrere soprattutto ai giorni nostri, rilassante, nutriente, altamente preventiva contro le malattie ed è in grado di rallentare il processo biologico di invecchiamento. Il Qigong Medico, attraverso il sistema energetico canali-meridiani agisce sul sistema endocrino, circolatorio, linfatico, sistema nervoso centrale e periferico, può correggere gli squilibri di ogni livello funzionale fisiologico, può svolgere un ruolo positivo nel trattamento, con la pratica giornaliera, di qualsiasi patologia medica. Dopo mesi di pratica, l’elasticità e la forma fisica, ben presto si trasformano in elasticità mentale, buonumore, autocontrollo, fiducia in se stessi e gli altri. È preventivo, riabilitativo e curativo e porta al miglioramento delle più svariate patologie.
Il corpo umano è una macchina perfetta, dobbiamo solamente imparare a guidarla correttamente
XIANGONG - la fragranza dell’Buddha
Bencich Anita
Scuola di Pensiero Taoista CORSI
Qi Gong Medico Tao yoga posturale Tao Curativo Yi Pai Yoga bambini
CONSULENZE
Feng Shui INFORMAZIONI
cell. 339.3204963 info@bencichanita.it www.bencichanita.it
È facile da apprendere e praticare, adatta a tutti: bambini, ragazzi, adulti, anziani, considerando che tutte le forme di Qigong richiede concentrazione il Xiangong no, si può praticare guardando la tv, può essere praticato in piedi da seduti o distesi. XI SU JIN JING - il lavaggio dei midolli e tendini L’obbiettivo di questa forma è quello di favorire la circolazione del Qi nei canali principali e secondari attivando le funzioni dei muscoli, dei tendini e delle articolazioni di tutto il corpo e di nutrire i midolli, rinforzando il sistema immunitario.
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IL CONTATTO CORPOREO CON IL BAMBINO, FRA PAURE E BENEFICI
Il contatto fisico appartiene all’esperienza di qualsiasi essere umano e ricopre molteplici funzioni nel corso del suo sviluppo. Eppure nella nostra cultura si è sempre guardato con una certa diffidenza al contatto interpersonale. Da quando, poi, si sono fatte strada nei mass media le denunce di fenomeni quali la pedofilia e le violenze in famiglia, il contatto fra adulti e bambini ha assunto nell’immaginario collettivo caratteristiche ancor più allarmanti. A Trieste, un gruppo di professionisti del Centro di psicologia Funzionale Integrata si propone invece, di far conoscere le modalità più naturali per far provare un contatto buono nella relazione fra genitori e figli. Chiediamo a Maurizia Savron, vice-presidente del C.F.I. e referente per questo gruppo di lavoro, perché si è interessata al massaggio infantile? Si può dire che il contatto corporeo sia il mio pane quotidiano, in quanto di base sono fisioterapista, ma grazie alla mia formazione di counsellor ad orientamento Funzionale, ho appreso quanto il contatto sia fondamentale nella formazione del bambino all’interno della relazione primaria, ovvero nel rapporto con i genitori. Il massaggio diventa strumento di sostegno per gli stessi, non solo per seguire lo stato di salute del neonato, ma assumendo via via, diversi significati a seconda delle fasi di crescita. Attraverso il tocco si va a sostenere, complessivamente, la comunicazione tra genitori e figli, che molto spesso viene invece a perdersi in età adolescenziale. Mi sembra importante quindi riconsegnare questa competenza ai genitori, come ulteriore risorsa, possibilità e, perché no, anche responsabilità, nel mantenere l’apertura della comunicazione. Più un bambino è visto, amato, accettato e soggetto di contatto affettuoso, tanto più sarà un adulto sicuro di sé e aperto agli altri. Dott.ssa Cumani Sponza, lei che, da psicologa, ha seguito la formazione sul massaggio neonatale, ci può spiegare quali sono i benefici di tale pratica? La natura inizia il massaggio sul bambino ben prima della sua nascita. Il tatto è la prima forma di comunicazione di cui il neonato dispone ed è essenziale per il suo sviluppo psicofisico. Il massaggio, inoltre, risponde all’esigenza fondamentale che l’essere umano ha di ricevere stimoli dalle persone che lo circondano e dall’ambiente in cui vive. I benefici che porta con sé si situano sul piano fisico, psichico e di relazione in quanto, sul piano fisico, da sollievo in caso di coliche e stipsi, stimola e fortifica il sistema immunitario, circolatorio, respiratorio e gastrointestinale. Dal punto di vista psicologico rafforza l’attaccamento mamma/bambino e papà/bambino, facilita la conoscenza delle varie parti del corpo influendo sullo sviluppo dell’immagine di sé, inoltre soddisfa i bisogni fondamentali del Sé quali il bisogno di nutrimento, di esser contenuti, di contatto, di amore e di conoscenza. I bambini iniziano, inoltre, a mantenere la capacità di rilassarsi che potranno utilizzare anche negli anni futuri nel momento di bisogno.
Da un punto di vista relazionale, facilitando il rilassamento del bambino e regolarizzando il ritmo sonnoveglia, si vanno a ripristinare i ritmi anche di mamma e papà e a migliorare la relazione mamma – papà - bambino in modo da aumentare la conoscenza reciproca. Fa parte del gruppo anche Liliana Argenziano, specializzanda presso la sede padovana della Scuola Europea in psicoterapia Funzionale dove si è dedicata a ricerche e approfondimenti sulle tecniche di massaggio per l’infanzia. Dottoressa, esistono studi scientifici a sostegno dei benefici del massaggio? Nonostante il massaggio neonatale sia da lungo tempo praticato soprattutto nei paesi non industrializzati (India, Mali, Venezuela, Nigeria ecc.), solo di recente è stato scoperto e studiato anche nel mondo occidentale. Ricordiamo gli studi di Klaus e Kennell che hanno spiegato come il massaggio infantile migliorasse la relazione madre-bambino; Onozawa ha invece mostrato come 1 il massaggio neonatale riesca non solo a migliorare i livelli di depressione materna, ma anche a migliorare l’interazione e la relazione diadica. Kaitz e collaboratori hanno visto come il tocco (semplicemente il tenere in braccio il proprio figlio) favorisse il riconoscimento materno (le madri arrivavano a riconoscere il proprio bambino mentre erano bendate ed utilizzando il tocco delle mani e della fronte). Ad aggiungere ulteriore elementi conoscitivi ci sono gli studi della Field dedicati agli effetti del massaggio con bambini prematuri: si assiste ad una dimissione più rapida e ad una crescita maggiore. Ciò che è stato fin qui osservato dalla ricerca è, dunque, una più grande soddisfazione materna ed un maggiore contatto visivo, un incremento dell’interazione, una diminuzione del pianto nei bam- 2 bini massaggiati, i quali sorridono di più alla propria madre. Quali sono gli obiettivi specifici di una formazione sul massaggio infantile? 6 Innanzitutto questa formazione può essere rivolta non solo a quei professionisti che, a vario titolo, operano nell’ambito della maternità/genitorialità, ma anche ai genitori stessi. Pertanto, formando i genitori e gli operatori, si può agire capillarmente sia nella direzione dell’intervento che in quella della prevenzione. La formazione offre l’apprendimento degli strumenti teorici e pratici che permettono l’acquisizione di tecniche di massaggio e la comprensione delle stesse sulla base di una precisa teoria evolutiva, che vede come imprescindibile per uno sviluppo sano, ed una piena espansione del Sé, l’attraversamento dell’Esperienza del Contatto.
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Da quanto descritto sembra, quindi, ormai chiaro che il tocco nella relazione educativa, pur con le differenze nelle diverse età, sia un canale comunicativo fondamentale da usare senza i timori di chi si è allontanato troppo presto da coccole e apprezzamenti. Marco Iacono Presidente del Centro di psicologia Funzionale Integrata
Centro di psicologia e psicoterapia Funzionale Integrata “Alma” Professionisti per la promozione della salute e del benessere della persona
Via Tor San Piero, 16.a – Trieste funzionale@psicocorporea.it
www.psicocorporea.it
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Senza guinzaglio
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Si brinderà all’inizio del nuovo anno, ma per gli animali la notte di San Silvestro è tra le più nere dell’anno. Per cani, gatti, uccelli ed altre specie il passaggio all’anno nuovo si trasforma in un incubo, se non in una tragedia vera e propria. L’udito degli animali è talmente sviluppato che le detonazioni causano grave disorientamento e terrore, provocando spesso la morte dei soggetti anziani e cardiopatici, sia quelli abitanti in casa che quelli delle numerose colonie feline, ma pure dei più giovani, soprattutto cani, in conseguenza di fughe dalle loro abitazioni. Il cane terrorizzato in fuga perde presto il senso dell’orientamento, rischia di ferirsi, di causare incidenti stradali e se riesce a sopravvivere, difficilmente si farà catturare. Se per gli animali che vivono con noi c’è la possibilità di evitare loro reazioni inconsulte tenendoli a casa, per i selvatici il benvenuto al nuovo anno è ben più drammatico: le
improvvise detonazioni determinano negli uccelli istintive reazioni di fuga che, unite alla mancanza di visibilità, causano la morte di molti di essi. I volatili che vivono nelle aree urbane, causa il disorientamento e il panico, sono spesso vittime di violente collisioni in volo contro alberi, case, lampioni, cavi elettrici. La paura dei botti negli animali è istintiva, fa parte di un meccanismo atavico che in natura serve a salvarli, facendoli allontanare da un potenziale pericolo. Anche la nostra fauna selvatica che vive a ridosso dei centri urbani, rappresentata per lo più da caprioli e cinghiali, risente pesantemente dei botti; questi animali selvatici, scappando, possono anche causare gravi incidenti alle persone. L’Associazione Il Capofonte onlus, che da decenni si prodiga per trovare una buona sistemazione ai cani rinunciati, abbandonati e vaganti nella provincia di Trieste, chiede al Sindaco Roberto Cosolini di aderire all’iniziativa già promossa gli anni scorsi da quasi mille sindaci italiani, che vieta la vendita e l’uso di petardi nei loro comuni. Chiediamo che il divieto sia vigente durante tutto il periodo che va da Natale all’Epifania, certi di interpretare il volere dei numerosi concittadini proprietari di animali domestici e allo stesso tempo contribuenti, che si ritrovano penalizzati assieme alle loro bestiole.
Associazione di Volontariato “Il Capofonte” ONLUS Trieste
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SAN SILVESTRO: BASTA BOTTI!
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Negli articoli precedenti sono state descritte le doti del carattere del cane e si è brevemente accennato al comportamento canino definendolo il modo di agire, corretto o meno, dell’animale, assunto in base al suo carattere, alle esperienze di vita, all’addestramento e alle abitudini apprese dal proprietario. Il cane riceve delle informazioni dall’ambiente che lo circonda e attraverso i canali sensoriali “decifra” degli stimoli. Per interpretare gli stimoli utilizza i cinque sensi a sua disposizione, gli stessi dell’uomo: l’udito, il fiuto, la vista, il tatto e il gusto; elencati in ordine di importanza ai fini addestrativi. Il senso più sviluppato è il fiuto o olfatto, anche se a livello educativo è più importante l’udito. In fase di addestramento, esso permette al cane di percepire i comandi del proprietario anche a notevoli distanze. Inoltre gli permette di identificare il suo stato d’animo, in base alla tonalità e al timbro di voce adoperato. Il linguaggio verbale comprensibile al cane è costituito da comandi (andiamo, vieni, seduto, fermo, terra) pronunciati con tonalità informativa, separati da pause. Il nome del cane è un comando e deve essere detto con una tonalità ferma, sicura, mai punitiva, a differenza del comando “no” che deve essere imperativo e punitivo, ma non isterico o aggressivo. E’ importante enfatizzare con parole di lode e gratifica un comportamento corretto ed educato, utilizzando un tono di voce gioviale. In fase di gioco il cane dovrà percepire un atteggiamento allegro e felice da parte del proprietario, contornato da sorrisi e carezze. Il senso del fiuto è fondamentale per l’addestramento, esso consentirà al cane di gradire l’eventuale ricompensa per una azione corretta
o un comportamento voluto. È utile permettere al cane di odorare le strade, annusare un umano sconosciuto o un cane mai incontrato prima. Attraverso il naso quindi lui interpreta moltissimi odori e rileva lo stato d’animo dell’umano o di un suo conspecifico. Per quel che concerne la vista, dobbiamo evidenziare che il cane è praticamente miope: distingue i colori base (non è vero che vede in bianco e nero), ha difficoltà a realizzare la distanza perchè ha gli occhi posti lateralmente (ha quindi una vista bioculare inferiore all’uomo di circa venti gradi), fa fatica a notare qualcosa di immobile, anche se posto a breve distanza. Di conseguenza non è stimolante per il nostro amico a quattro zampe osservare una cosa statica o il suo colore, ma sarà attratto da un animale o oggetto in movimento. È importante comprendere che il proprietario dovrebbe essere sempre dinamico, offrendo al cane la possibilità di interessarsi ai suoi movimenti. Ad esempio nel corso di una passeggiata il proprietario dovrebbe farsi rincorrere, dare dei comandi facendo degli scatti o gesticolando con le braccia. Per quel che riguarda il tatto, sottolineamo che il cane ha poca sensibilità epidermica in generale, e apprezza di più delle carezze sul fianco e sul petto piuttosto che sopra la testa. Le mani del proprietario non devono essere usate per punire il cane, ma solo per le lodi e le dimostrazioni d’affetto. Colpire il cane con le mani per punirlo significa rovinare un rapporto basato sulla fiducia. Il gusto invece viene usato dal cane in disaccordo con l’uso che ne fa l’uomo, perche è palese che il cane apprezza cibi maleodoranti e provvede ad ingoiare una cosa molto odorosa nella maniera più veloce possibile. Di conseguenza il premio cibo deve essere odoroso ma non gustoso. Massimo Visintin addestratore cinofilo riconosciuto Enci e Siac
DICEMBRE 2013/GENNAIO 2014
I CINQUE SENSI DEL CANE
2-30 ogni lunedì ingresso libero Meditazione di luce per la terra Co-creare la Nuova Terra, facilitare la Transizione in atto e il Salto quantico; meditazione di Luce per la Terra e l’Umanità, in connessione con i regni-Deva della natura, il cuore di Gaia, la Fratellanza di Luce interna e galattica; dopo la meditazione seguono sempre i Messaggi di aggiornamento sull’Ascensione, la situazione attuale del passaggio di frequenza e cambiamento di coscienza della Terra. Ogni lunedì alle 20.30 presso Assoc. Lam-Il Sentiero, in piazza Benco 4. Info 347 2154583, arleensoundlight@gmail.com 3-17 ogni martedì ingresso libero Corso di teatroterapia Ogni martedì proseguono gli incontri di Teatroterapia, a cura dell’attore Alessandro Predonzan e dello psicoterapeuta Emmanuele De Filippo, con la possibilità di un incontro prova gratuito. Presso la sala della Fisioterapia Comin, via Franca 18, alle ore 20. Info e prenotazioni 329 3794329 Alessandro, 349 6470293 Emmanuele. 7 sabato ingresso libero Europa 2014 - la grande guerra Vivere la Grande Guerra: i rapporti con la memoria, in occasione del centenario, a Trieste, alla Scuola Interpreti e Traduttori, inizio alle 8:15. Info e programma 040 3481631, www.smileservice.it, info@smileservice.it 7-8 sabato e domenica Il potere dei mantra - Krishna Das Sabato 7 dicembre ore 15.30-19 e domenica 8 dicembre ore 9.30-13: Curarsi con la musica secondo l’antica filosofia vedica - Il potere dei Mantra. Seminario condotto da Krishna Das. Concerto sabato 7 dicembre ore 21.15 su prenotazione. www.krishnadas.it. Info e prenotazioni 040 347445, info@shanticenterts.it, ass. culturale Shanti Trieste, via Carducci 12. 8 domenica Stage di Qigong medico Nel avanzamento del Qigong Medico e importante conoscere e gestire autonomamente la circolazione dell’energia elettrochimica interna, gestita dal sistema endocrino, è l’energia elettromagnetica esterna, guidata dalla mente. Il programma prevede varie forme complementari: Xi Su Jin Jing –lavaggio aureo dei midolli e tendini, Pa Tuan Chin – le otto pezze di broccato, Wu Xing – i cinque elementi Orario dalle 9:30/12:30 alla Scuola di Pensiero Taoista di via Torre Bianca 43. Info 339 3204963, www.bencichanita.it, info@bencichanita.it 8 domenica Vuoi eliminare lo stress? Se hai la mente aperta, libera dai pregiudizi e pronta a provare delle tecniche fuori dal comune, ma efficaci e collaudate, EFT è per te. Per imparare il metodo è sufficiente seguire il mini-training di 4 ore, condotto da Barbara Žetko, operatrice avanzata di EFT, presso lo Studio Viola, via Carducci 39, dalle 15 alle 19. Info e iscrizioni 347 2787410, www.eft-trieste.it 8 domenica Hara - il fiume della passione Apertura del chakra della pancia. Andare oltre la divisione e l’identificazione egoica per trovare la dimora del sé, la creatività, l’emozionalità e la sessualità profonda. Aprirsi con totalità e passione ad un sentire profondo
che favorisce scelte forti e viscerali verso un progetto evolutivo umano. Seminario con Sauro Tronconi. Ass. Espande. Info 380 7385996, www.trieste.espande.it 11 mercoledì ingresso libero Meditazione e chakra Introduzione teorico-pratica al 3° chakra (Manipura) per dare direzione, forza e fiducia alle scelte della propria vita. Ass. Espande, ore 20.30, v. Coroneo 15. Info 380 7385996, www.trieste.espande.it 13 venerdì ingresso libero La fratellanza galattica non aliena Gli Esseri galattici e le famiglie stellari che ci amano e che ci aiutano nella Transizione planetaria e il salto quantico; discernere e togliere il velo alla disinformazione e alla paura; Gli interventi e collaborazioni extraterrestri negli eventi storici della Terra e nello stato attuale di Ascensione; dove sono, come operano ora, riconoscerli nei segnali di luce e verso il Primo Contatto per un’ era di pace e di libertà. Messaggi di luce sulla Transizione tramite Arleen Sidhe, alle ore 20.15 presso Assoc. Lam-Il Sentiero in piazza Benco 4. Info 347 2154583, arleensoundlight@gmail.com. 14 sabato Il miracolo del Padre Nostro Il Padre Nostro, mantram, canto, preghiera; quando la parola crea, illumina, guarisce...; l’ uso della voce tramite il linguaggio di luce, la potenza delle vibrazioni e gli effetti sulla coscienza; origini e significato, il lato esoterico, la preghiera e il canto nelle diverse lingue. Seminario con Arleen Sidhe, terapeuta essena, dalle 14.30 alle 19.30, presso assoc. Lam in piazza Benco 4. Info 347 2154583, arleensoundlight@gmail.com 14 sabato ingresso libero Educazione alimentare con il gioco “Pappamundi”. Laboratorio gratuito in italiano e sloveno (bambini dai 6 ai 12 anni). Ore 16.30 -17.45 presso la Fondazione ELIC - Scuole Libere di Ricerca Scientifica per bambini, via Mazzini 30 V piano. Info 040 2602395, 333 4784293. 18 mercoledì ingresso libero Il sublime della nascita di Gesù nell’arte. Conferenza di Leonardo Calvo Scuola Superiore d’arte UNINT - Magna Fratenitas Universalis ore 19 Via Mazzini 30 V piano. Info 040 2602395, 333 4236902. 20 venerdì Lavoro interiore “I sei esercizi dati dall’antroposofia” rel. D. Anderle. Organizza la Società Antroposofica Gruppo “F.Pavisi” v.Mazzini, 30 1p. Prenotazione consigliata max 60 posti. Info 040 280533, 339 7809778, s.antroposoficagruppopavisi@gmail.com, www.rudolfsteiner.it 21 sabato Festa del sostizio e la nuova terra Un invito nella gioia e nella bellezza; Celebrazione del Solstizio, cerchio di luce e guarigione per la Transizione quantica e Meditazione per la Nuova Terra; seguono i canti sacri delle culture del mondo e della tradizione celtica. Alle ore 19, presso assoc. Lam-Il Sentiero in piazza Benco 4; conduce Arleen Sidhe. Info 347 2154583, arleensoundlight@gmail.com 21-22 sabato e domenica Celtic Ogham Reiki® 1° livello La magica Simbologia Energetica dell’antico alfabeto Celtico per il benessere e l’evolu-
zione personale.Trainer: Maurizio Battistella PhD. Info 387 592945, segreteria@csro-ts. it, www.reiki-trieste.it 23 lunedì ingresso libero Concerto lirico Selezione dalle Opere “I Pagliacci” di R.Leoncavallo e “La Bohème”di G. Puccini, testi da “L’Opera lirica spiegata al popolo”. Soprano, baritono, tenore 2 attori e un pianista. Teatro Miela alle ore 20.
Trieste gennaio 6-27 ogni lunedì ingresso libero Meditazione di luce per la terra Co-creare la Nuova Terra, facilitare la Transizione in atto e il Salto quantico; meditazione di Luce per la Terra e l’Umanità, in connessione con i regni-Deva della natura, il cuore di Gaia, la Fratellanza di Luce interna e galattica; dopo la meditazione seguono sempre i Messaggi di aggiornamento sull’Ascensione, la situazione attuale del passaggio di frequenza e cambiamento di coscienza della Terra. Ogni lunedì alle 20.30 presso Assoc. Lam-Il Sentiero, in piazza Benco 4. Info 347 2154583, arleensoundlight@gmail.com 13 lunedì ingresso libero Tai chi Il Tai Chi propone un diverso modo di muoversi in cui si fondono armonia, equilibrio e concentrazione. Vieni a provare lunedì e giovedì ore 17.45 presso la palestra Bio&Fun. Provare per… stare meglio. Info 347 9574723, www.cieloeterra.weebly.com 17 venerdì ingresso libero Vivere l’ascensione planetaria A che punto siamo ora, facilitarsi il Salto quantico. I grossi cambiamenti a livello individuale, sociale e planetario, segnali del risveglio di coscienza e spirituale, del passaggio di frequenza in atto; questa meravigliosa opportunità di ascensione in 5° dimensione per la Terra e l’Umanità, attesa con gioia in seno alla Fratellanza Galattica di Luce; Messaggi di condivisione per vivere al meglio questi momenti di trasformazione interiore e nel quotidiano. Con Arleen Sidhe alle ore 20.15 presso assoc. Lam-Il Sentiero in piazza Benco 4. Info 347 2154583, arleensoundlight@gmail.com 18 sabato ingresso libero Le diverse tappe della missione del Dr Serge Raynaud de la Ferrière. Conferenza di Sergia Musuruana, Sonja Koren e Sabrina Manzato. Ore 19 presso la Magna Fraternitas Universalis, via Mazzini 30 III piano. Info 040 2602395, 333 4236902. 18 sabato ingresso libero Ambasciatori dell’acqua del pianeta Laboratorio gratuito per bambini dai 6 ai 12 anni. Ore 16.30 -17.45 presso la Fondazione ELIC - Scuole Libere di Ricerca Scientifica per bambini, via Mazzini 30 V piano. Info 040 2602395, 333 4236902. 18 sabato Allinearsi nella nuova transizione Conoscere ed accogliere sè stessi nelle nuove energie che rimodellano quest’ anno; entrare nel proprio tempio di luce di corpo e anima, purificare ed illuminare le emozioni, i pensieri, i chakra e i piani sottili, attivarne i potenziali e le virtù; risoprire la qualità di apertura, armonia, e sostegno nel gruppo, e con l’ aiuto maestro del Suono e della musica. Seminario pratico-esperenziale con Arleen Sidhe, dalle ore 14.30 - 19.30, presso assoc. Lam in piazza Benco 4. Info 347 2154583, arleensoundlight@gmail.com
20 lunedì Il sintagma nelle opere pittoriche del Dr Serge Raynaud de la Ferrière. Conferenza di Leonardo Calvo della Scuola d’arte UNINT Magna Fraternitas Universalis. ore 17.30 presso la Libreria Borsatti, via Ponchielli 3. Info 040 2602395, 333 4236902. 21 martedì ingresso libero Il pensiero dialettico del Dr Serge Raynaud de la Ferrière. Conferenza di Guido Marotta, Presidente della Magna Fraternitas Universalis. Ore 17.30 presso la Libreria Borsatti, via Ponchielli 3. Info 040 2602395, 333 4236902. 25-26 sabato e domenica Qi Ray® - tutto è energia ! Interagire consapevolmente con gli aspetti Energetici che ci animano e ci circondano, migliorare i rapporti con le persone, i luoghi, gli spazi che ci avvolgono. Corso aperto a tutti, di interessante supporto a chi già opera nel campo Energetico.Master Reiki: Sonia Rizzi. Info 338 7592945, info@qi-ray.it, www.qi-ray.it 27 lunedì ingresso libero Comprendere l’arte dal Rinascimento ai contemporanei. (1a parte) Conferenza di Leonardo Calvo, Direttore della Scuola d’Arte UNINT. Ore 17.30 presso la Libreria Borsati , via Ponchielli 3. Info 040 2602395, 333 4236902. 30 giovedì ingresso libero Circolo di lettura Incontro interattivo dove si potrà ascoltare, proporre citazioni e commentarle sul seguente tema: Scienza e Religione. CEGEN Centro di Studi Generali Dr David Ferriz Olivares. Ore 17.30 presso la Libreria Borsatti , via Ponchielli 3. Info 040 2602395, 333 4236902.
Incontri con Legambiente Puoi trovarci ogni mercoledì dalle 18 alle 20 nella sede di via Donizetti, 5/a (presso il punto informativo dei soci di Trieste della Banca Popolare Etica). Circolo Verdeazzurro di Legambiente Trieste. Info 366 3430369, 366 5239111, fax 040 9890553, info@legambientetrieste.it - Segui le nostre iniziative su www.legambientetrieste.it Campane tibetane Il suono delle campane tibetane, del tamburo e del gong “Terredaria”. Proposta del prof. Giancarlo Gasser per singole persone e piccoli gruppi. Info 040 220696, 368 7233752, www.assaquilone.net al lunedì 18-19. Corsi di Restauro Ligneo Il Laboratorio D’Eliso & Tomè organizza, presso la propria sede, corsi amatoriali di restauro del mobile e dei manufatti lignei. Potete visitarci in via Alfieri 10\a, a Trieste. Info 040 763116, www.restaurodelisotome.it Corsi di aromaterapia Sono aperte le iscrizioni a laboratori esperienziali di Aromaterapia organizzati da I Viaggi dell’Anima di Luciana Scuderi. Info 347 4490047 luciana.scuderi@gmail.com Sloveno lingua d’ambiente Approccio graduale allo studio della lingua slovena da sempre parlata nella fascia confinaria della nostra regione. Le lezioni sono
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Trieste dicembre
APPUNTAMENTI DI DICEMBRE 2013/GENNAIO 2014
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Trieste accompagnate da momenti di conoscenza della storia, cultura e tradizioni del popolo della vicina repubblica di slovenia. Info via Valdirivo 30 dalle 17 alle 19, 040 761470, in altri orari 338 2118453, centroitalosloveno@libero.it Rigassificatore e piano regolatore Incontro pubblico, invito alle associazioni ambientaliste e ai singoli cittadini a confrontarsi sulle iniziative da intraprendere in merito a questi due importanti problemi di urgente scadenza che incombono e determineranno la qualità della vita nel futuro nostra città. Sono gradite proposte e suggerimenti in merito. Orario 18.30 presso lo Sportello ambiente del Multiculturacenter in via XXX Ottobre 8/a. Info 338 2118453, triestedicenoalrigassificatore@hotmail.it, multiculturacenter@libero.it, piuverdemenocemento@libero.it Corsi di informatica Incontri una volta per settimana a vari livelli per adulti e ragazzi, per chi usa già il computer oppure per chi fosse a un primo approccio. Segreteria scuola popolare presso multicultura center: via XXX ottobre 8/a dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 20. Info 338 2118453, scuolapopolare.ts@libero.it Danza e salute La scuola popolare di Trieste riapre le iscrizioni ai vari corsi di espressione corporea, ritmi e armonie in sintonia con le esigenze delle varie età. Attività rivolte a ragazze e signore. Segreteria scuola popolare Trieste c/o Multicultura center, aderente ARCI via XXX ottobre 8/a dal lunedì al sabato dalle 10 alle 13.30 e dalle 15.30 alle 20. Info 338 2118453, scuolapopolare.ts@libero.it Corso di Tai Chi Chuan (taijiquan) L’ENDAS ASD Budo - Panta Rei organizza un corso della forma breve di TCC (25 movimenti) per un primo accesso semplificato alla forma completa. Si avrà modo di sperimentare il beneficio fisico e mentale che questa antica pratica salutistica e marziale può donare. Adatta a qualsiasi persona senza limiti di sesso o di età richiede un minimo di capacità motoria e costanza nell’impegno, in cambio si raggiungerà l’armonia del corpo e della mente unita ai fondamenti dell’autodifesa personale. Martedì 28 gennaio 2014 alle ore 20 lezione-dimostrazione gratuita presso la palestra piccola del Liceo Oberdan (accesso via Besenghi). Info 340 5080694, www.budopantarei.com, www. facebook.com/paolo.zemanek Metodo bates, migliora la tua vista Corsi settimanali sul Metodo Bates, la via naturale per il benessere degli occhi, prevenire e migliorare ogni problema della vista per tutti. Iscrizioni entro gennaio. Info 366 2728008. Inizio corsi a febbraio. www. insplendidaforma.it Cure essene l’aura e forme pensiero Il percorso delle terapie essene e la lettura dell’Aura sono una medicina di luce e di guarigione quantistica messe oggi al Servizio per la Transizione nella Nuova Energia, facilitando il passaggio quantico; Un incontro con sè stessi, di guarigione e armonia interiore, fisica e sottile, disturbi del corpo e anima; il legame e origine delle malattie e le Forme Pensiero, come trasmutarle in luce; le modifiche del Dna in corso; il sistema dei chakra e relativi organi, la circolazione pranica e sottile dei nadi, il Suono, gli oli
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essenziali, i campi aurici. Incontri, conferenze e trattamenti individuali con Arleen Sidhe, terapeuta essena certificata alla scuola di formazione di Anne Givaudan e del dott. Antoine Achram. Info 347 2154583, arleensoundlight@gmail.com Canti e danze sacre dal mondo Per i Canti, lezioni individuali o di gruppo sono sempre attive durante tutto l’anno; Si organizzano periodicamente, anche a richiesta di gruppi ed associazioni, corsi e seminari di Canti e Danze sacre in cerchio delle culture dei popoli, di guarigione, di meditazione, ritualità e cicli della Natura, gli Elementi, la Terra e il Cosmo, la celebrazione alla Vita. Con Arleen Sidhe, esperta e insegnante di canti e danze sacre e popolari, tradizioni e spiritualità, musicista, cantante e musicodanzaterapeuta. Info 347 2154583, arleensoundlight@gmail.com Yoga della musica e suoni di luce L’uso del suono e della voce quale mezzo terapeutico, artistico e del benessere psicofisico; Nada e MantraYoga; Rilevamento del proprio Suono fondamentale, note e sinfonia individuale; Effetti e uso consapevole delle scale e intervalli musicali; Risonanza corporea, cellulare e organi interni; Gestualità, voce e corpo, e Canto; Ri-accordartura del Sè,i suoni dei chakra e dei corpi sottili; Il Canto Armonico, toning e Overtones; canalizzazione suoni di luce, per l’ anima, la Terra e l’ ambiente. Sedute terapeutiche, lezioni individuali; corsi, terapie di gruppo, laboratori e seminari collettivi anche a richiesta; con Arleen Sidhe. Info 347 2154583, arleensoundlight@gmail.com Musica e canto celtico Corsi di Canto tradizionale (stile, espressione e lingue delle aree celtiche) dal sacro al popolare, e degli strumenti in uso nella tradizione: feadog (flauto irlandese), bodhran (tamburo celtico), chitarra per accompagnamento. A cura di Arleen Sidhe, cantante, musicista e insegnante formatrice del settore. Info Arleen 347 2154583, arleensoundlight@gmail.com Tecnico ed operatore olistico Professioni del futuro! Massaggio e crescita personale. Operatività immediata. Certificazioni qualificanti e riconosciute. Affiancamento operativo. Frequenza week-end. Info 334 9161209, www.centrolos.it Corsi di movimento intelligente Ritrova l’equilibrio emotivo ed energetico scaricando lo stress e liberando i blocchi psicofisici. Riscopri il tuo corpo e la tua interiorità praticando gyrokinesis pilates e gyrotonic Fisioforma Studio Galleria Fenice 2 Trieste. Info 393 0519405, informa@fisioformastudio.it
Gorizia Associazione Spazio organizza: Corsi di Yoga Hatha-Raja il lunedì dalle ore 9 alle 10.30 ed il martedì dalle ore 17.30 alle ore 19, con inizio lunedì 13 gennaio 2014; - corso di Qi Gong (ginnastica tradizionale cinese) il giovedì dalle ore 17.15 alle ore 18.15, con inizio giovedì 16 gennaio 2014, presso la Palestra SPAZIO via Marega 26 Lucinico. Info 0481 32990. Associazione Corpo Libero Organizza: corsi di Yoga Hatha-Raja ogni lunedì e mercoledì dalle ore 18 alle ore 19.30 e dalle ore 20 alle ore 21.30 ed ogni giovedì mattina dalle ore 9.30 alle ore 11, con inizio lunedì 13 gennaio 2014 a Ronchi
dei Legionari presso la Palestra Corpo Libero via Roma 15. Info 0481 777737, Anna 0481 32990.
Pordenone dicembre 7-8 sabato e domenica Training formazione yoga risata La Prima Scuola di Operatori di Risata Certificati Asi/CONI organizza Training di formazione per operatori di Yoga della Risata certificati e Leader dello Yoga della Risata, con Cinzia Visentin Docente asiConi e Teacher Laughter Yoga Dr.Kataria- Sede del Corso Polcenigo PN. Info 349 2879089, www.guariredalridere.it 13 venerdì ingresso libero Celiachia: guarire si può! Partire da un’esperienza personale per raccontare una storia e come da una difficoltà denominata “malattia” sia possibile cambiare e arrivare alla guarigione. Asso. Cult.CerchiumVIta e Via Boito 2 sala riun. sc.elementari Romano Vigonovo Pn. Info e prenotazioni 349 2879089 per posti limitati.
Pordenone gennaio 18-19 sabato e domenica Il massaggio sulla persona seduta Pratico, efficace e semplice! Corso per imparare a rimuovere le tensioni in 15 minuti. La scoperta del BenEssere per te e per gli altri. Partecipazione aperta a tutti. Info ed iscrizioni 334 9161209, www.centrolos.it.
Udine dicembre 1 domenica ingresso libero Sangha open day Dalle ore 9.30 in poi, un’intera giornata per riprendere contatto con il tuo corpo, meditare, praticare Yoga, ricevere Massaggi, Trattamenti Reiki. Il team Sangha a tua completa disposizione. Contattaci per fissare i tuoi trattamenti prova. E conoscere la programmazione oraria delle varie discipline. Info Gianna 340 2233994, giannashanti@libero.it, www.sanghaudine.com Sul sito potete consultare tutta la programmazione delle varie sessioni. 3 martedì ingresso libero Le soluzioni che cercavi... Le soluzioni che cercavi per risolvere le 5 ferite emozionali. Conferenza con Carla Mariotto, solution trainer®,kinergytrainer® alle ore 20.30 alla Bioteca (stanza piccola), in via Villa Glori 41. 4-18 mercoledì Costellazioni familiari Seminari esperienziali con dott. Cristina Piovesana, counselor professional e diplomata con Bert Hellinger nel 2010, dalle ore 19 alle 22 alla Libreria Perlanima in via Pordenone 58 a Udine Info 0432 1710321, libreriaperlanima@libero.it
6 venerdì ingresso libero Presentazione Scuola Istruttori Yoga Presentazione scuola istruttori yoga “oriente-occidente”, diploma uisp. Alle ore 20, presso la libreria Perlanima in via Pordenone 58. Info 471 312034, www. metamorfosys.org. 6-8 da venerdì a domenica La “palestra” del benessere La Forza della Vita! Un week-end per sviluppare le proprie risorse e imparare a stare meglio con il corpo, le relazioni, la sessualità... Tantra, Meditazione e Sana alimentazione. Venerdì 6: Trance Dance per tutti! Info 334 9161209, www.centrolos.it 8 domenica Costellazioni dr. Silvia Miclavez Giornata esperienziale e formativa con le costellazioni familiari sistemiche e autopoietiche. Prezzo: € 100. Udine, via Monte S. Marco, 60 dalle 9.30-18.30. Info 0432 470551, www.alcicostellazioni.it 13 venerdì ingresso libero Prova le costellazioni familiari Straordinario metodo che porta alla luce in pochi minuti le dinamiche incosce alla base dei problemi di vita. Vieni a provarle in prima persona! Ore 20.30, via S. Rocco 142 - Giacomo Bo: www.ricerchedivita.it 13 venerdì ingresso libero La malattia linguaggio dell’anima La malattia come linguaggio dell’anima. Conferenza con Stefano Clauti medico. Organizzato dalla coop. Aurora alle ore 20.30 presso l’ex scuola elementare di Piazza Dante, ingresso da Via Trieste a Codroipo (Ud). 13 venerdì ingresso libero Ben-essere o mal-essere? Ben-essere o mal-essere? scegliere consapevolmente. Conferenza con Mario Franchi, counselor trainer, alle ore 20.30 alla Bioteca in via Villa Glori 41. 14 sabato Conosci le costellazioni familiari! Incontro esperienziale condotto dal dr Mario Franchi. Si potrà richiedere un lavoro personale. 14/12 e 25/1 in Via Canova 13 a Feletto; ore 15-18.30. Info e costi: 335 5977306, www.ilmutamento.it 14 sabato ingresso libero Sviluppo personale, socialità... Sviluppo personale, socialità e vita economica. Conferenza con Raffaello Zonin, economista antroposofo alle ore 17 alla Bioteca, in via Villa Glori 41. 16 lunedì Costellazioni familiari Incontro Esperenziale ore 20 - 23.30 a cura di Nicoletta Campisi. Info 347 5555802, www.centropharus.it
5 giovedì ingresso libero Decidi chi vuoi essere: Decidi chi vuoi essere: come liberarsi dalle credenze nocive. Conferenza con Albano Zucco, psicologo psicoterapeuta, alle ore 20.30 alla Bioteca (stanza piccola) in via Villa Glori 41.
17 martedì ingresso libero Prova le costellazioni familiari Durante la serata Giacomo Bo darà dimostrazione pratica di come funziona questo particolare metodo che risolve i problemi della vita. Ore 20.30, via S. Rocco 142. Info: www.ricerchedivita.it
6 venerdì ingresso libero Biodanza Biodanza attività motorio ludica per la crescita e l’integrazione umana. Conferenza con il dott. Giovanni Ceschia, ricercatore di ecologia ambientale e umana, alle ore 20.30 alla Bioteca, in via Villa Glori 41.
20 venerdì ingresso libero Incontro di meditazione In occasione del sostizio d’inverno. Partecipazione libera previa prenotazione presso Centro Pharus, ore 18.30. Info 347 5555802, nicoletta_campisi@libero.it
20 venerdì ingresso libero Quando il nostro inconscio parla... Quando il nostro inconscio parla per la nostra famiglia: la matematica applicata alle relazioni familiari. Conferenza con Roberto Di Luch, ricercatore e formatore, alle ore 20.30 alla Bioteca, in via Villa Glori 41. 27-29 da venerdì a domenica Reiki Usui e art seminario master Nel mezzo di grandi cambiamenti proviamo spesso confusione, instabilità, ma possiamo aiutarci ritrovando centratura e chiarezza col livello più alto del Reiki Usui e le tecniche avanzate sviluppate da William Rand. Portate la vostra esperienza Reiki su un gradino superiore! Seminario con Gisella de Liddo, Reiki Master Usui e Karuna, allieva di William Rand, Laurelle Shanti Gaia, Michael Baird, John Livingston e Doreen Virtue. Orario 9.30-18, centro Sangha, viale Tricesimo 102, Udine. Info 334 7369403, mylight27@gmail.com
3-6 da venerdì a lunedì Le costellazioni spirituali Corso approfondito di Costellazioni Familiari dove si lavorerà sulle grandi dinamiche della vita, come il rapporto di coppia, il successo, il lavoro professionale, la salute e la malattia, i figli e molto altro. Info Giacomo Bo, www.ricerchedivita.it 3-6 da venerdì a lunedì Gioco della Trasformazione di Gruppo Gioco della Trasformazione di Gruppo® famoso strumento di crescita interiore nato a Findhorn Scozia, seminario con Cristina Piovesana una delle due facilitatrici italiane autorizzate nella conduzione della versione di gruppo. 25 ore complessive dal venerdì sera al lunedì. Libreria Perlanima Via Pordenone 58 a Udine. Info 0432 1710321, libreriaperlanima@libero.it, www.giocodellatrasformazione.com. Il seminario vale 50 ECP Crediti Formativi. 10 venerdì ingresso libero Presentazione Scuola Istruttori Yoga Presentazione scuola istruttori yoga “orienteoccidente”, diploma uisp. Alle ore 20, presso la libreria Perlanima in via Pordenone 58. Info 471 312034, www.metamorfosys.org. 12 domenica Dinacharya: stile di vita Dinacharya: stile di vita in Ayurveda. Laboratorio pratico-teorico con Gianna Gorza e Stefano Del Degan. Dalle pratiche di purificazione mattutine al riposo notturno. Presso Sangha Udine, dalle ore 9.30 alle 18. Info Gianna 340 2233994, giannashanti@libero.it, www.sanghaudine.com 12 domenica La pratica del perdono Stage teorico- esperienziale per acquisire una pratica effettiva del perdono come strumento di crescita e libertà interiore, seminario con Nicoletta Campisi, counsellor professionista. Info 347 5555802, www.centropharus.it 14 martedì ingresso libero Prova le costellazioni familiari Vieni a provare in prima persona come funziona questo metodo che in pochi minuti fa emergere le vere cause dei problemi della vita. Ore 20.30, via S. Rocco 142 - Giacomo Bo: www.ricerchedivita.it 17 venerdì ingresso libero Approccio biologico di sostegno Approccio biologico di sostegno dell’orga-
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31 venerdì ingresso libero Drenare vuol dire curare Drenare vuol dire curare. I rimedi fitoterapici stagionali. Conferenza con il dr. Franco Fornasaro. Organizzato da coop. Aurora alle ore 20.30 presso la scuola elementare di Piazza Dante, ingresso da via Trieste a Codroipo.
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