design 7 Le 11 lettere
19 Tipografia urbana
UniversitĂ Iuav di Venezia facoltĂ di design e arti corso di laurea specialistica in comunicazioni visive e multimediali Laboratorio di design dei tipi Leonardo Sonnoli Gabriele Toneguzzi Thomas Bisiani Studente Petar Kufner
27 Wonderland
03
n dei tipi
Le revisioni 26/10/2006 foto: Petar Kufner
Elisa-a
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n dei tipi
Le revisioni 26/10/2006 foto: Petar Kufner
Elisa-a
04
05
G-Gloria
Rete,falegname,gomma
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G-Gloria
Rete,falegname,gomma
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Le 11 lettere
Di cosa sono fatte le lettere? Spiritoso... questa è una bella domanda, infatti non è tua! Ma è una domanda che si è posto Roland Barthes, ed è bellisima perché non ha risposta, e perciò da modo di ricercare senza fine... le lettere generalmente sono considerate come segni bidimensionali, in verità sono dei veri e propri oggetti, oggetti di design, come ha scritto Eric Gill, le lettere sono cose, e perciò come tutti gli oggetti hanno un progettista, un motivo per cui vengono progettate, hanno tre dimensioni, e certe volte anche quattro o più dimensioni perchè variano da pochi micron di inchiostro fino a grandissimi volumi. (famose alcune architetture fasciste aventi la M di mussolini come pianta). Possono avere anche la dimensione del tempo, pensiamo a titoli di testa notevoli di film, e ve ne sono innumerervoli, ma soprattutto hanno la dimensione altra, che è quella del pensiero. Il disegno di una lettera deve rappresentare sopratutto un pensiero.
Di cosa sono fatte le lettere?
Intervista a Leonardo Sonnoli FF3300 Metastyle art group zine issue 2 febbraio/marzo 2006 www.metasyle.it
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Le 11 lettere
Di cosa sono fatte le lettere? Spiritoso... questa è una bella domanda, infatti non è tua! Ma è una domanda che si è posto Roland Barthes, ed è bellisima perché non ha risposta, e perciò da modo di ricercare senza fine... le lettere generalmente sono considerate come segni bidimensionali, in verità sono dei veri e propri oggetti, oggetti di design, come ha scritto Eric Gill, le lettere sono cose, e perciò come tutti gli oggetti hanno un progettista, un motivo per cui vengono progettate, hanno tre dimensioni, e certe volte anche quattro o più dimensioni perchè variano da pochi micron di inchiostro fino a grandissimi volumi. (famose alcune architetture fasciste aventi la M di mussolini come pianta). Possono avere anche la dimensione del tempo, pensiamo a titoli di testa notevoli di film, e ve ne sono innumerervoli, ma soprattutto hanno la dimensione altra, che è quella del pensiero. Il disegno di una lettera deve rappresentare sopratutto un pensiero.
Di cosa sono fatte le lettere?
Intervista a Leonardo Sonnoli FF3300 Metastyle art group zine issue 2 febbraio/marzo 2006 www.metasyle.it
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A, Futura medium materiale: sughero
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A, Futura medium materiale: sughero
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W, f, Futura medium materiale: acetato trasparente
G, Futura medium materiale: carta bianca da 80 g/mq
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W, f, Futura medium materiale: acetato trasparente
G, Futura medium materiale: carta bianca da 80 g/mq
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E, Futura medium materiale: balsa da 1mm
x, Futura medium materiale: tre tipi di carta di diversa gramatura e colore (blu, arancione, bianco)
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E, Futura medium materiale: balsa da 1mm
x, Futura medium materiale: tre tipi di carta di diversa gramatura e colore (blu, arancione, bianco)
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s, Futura medium materiale: cartoncino ondulato
7, Benton sans regular materiale: sacchetino di plastica
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s, Futura medium materiale: cartoncino ondulato
7, Benton sans regular materiale: sacchetino di plastica
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M, Univers 55 materiale: cartoncino grigio da 2mm
2, Foundry Form sans medium materiale: alluminio
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M, Univers 55 materiale: cartoncino grigio da 2mm
2, Foundry Form sans medium materiale: alluminio
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1,1, Din medium materiale: spugna
4, Bodoni Bauer roman materiale: cartonlegno da 2mm
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1,1, Din medium materiale: spugna
4, Bodoni Bauer roman materiale: cartonlegno da 2mm
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Tipografia urbana
Tipografia urbana Uno dei fotogrammi della sequenza panoramica
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Tipografia urbana
Tipografia urbana Uno dei fotogrammi della sequenza panoramica
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Foto 1
Foto 2
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Foto 1
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Foto 3
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Foto 4
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Foto 4
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Wonderland
Capitolo 1 Nella conigliera (...)Proprio così. Ella non era più che d’una ventina di centimetri d’altezza, e il suo grazioso visino s’irradiò tutto pensando che finalmente ella era ridotta alla giusta statura per passar per quell’uscio, ed uscire in giardino. Prima attese qualche minuto per vedere se mai diventasse più piccola ancora. È vero che provò un certo sgomento di quella riduzione: — perchè, chi sa, potrei rimpicciolire tanto da sparire come una candela, — si disse Alice. — E allora a chi somiglierei? — E cercò di farsi un’idea dell’apparenza della fiamma d’una candela spenta, perchè non poteva nemmeno ricordarsi di non aver mai veduto niente di simile! Passò qualche momento, e poi vedendo che non le avveniva nient’altro, si preparò ad uscire in giardino. Ma, povera Alice, quando di fronte alla porticina si accorse di aver dimenticata la chiavetta d’oro, e quando corse al tavolo dove l’aveva lasciata, rilevò che non poteva più giungervi: vedeva chiaramente la chiave attraverso il cristallo, e si sforzò di arrampicarsi ad una delle gambe del tavolo, e di salirvi, ma era troppo sdrucciolevole. Dopo essersi chi sa quanto affaticata per vincere quella difficoltà, la poverina si sedette in terra e pianse. (...) Capitolo 2 Lo stagno di lagrime — Stranissimo, e sempre più stranissimo! esclamò Alice (era tanta la sua meraviglia che non sapeva più parlare correttamente) — mi allungo come un cannocchiale, come il più grande cannocchiale del mondo! Addio piedi! (perchè appena si guardò i piedi le sembrò di perderli di vista, tanto s’allontanavano.) — Oh i miei poveri piedi! chi mai v’infilerà più le calze e vi metterà le scarpe? Io non potrò più farlo! Sarò tanto lontana che non potrò più pensare a voi: bisogna che vi adattiate. Eppure bisognerebbe che io li trattassi bene, — pensò Alice, — se no, non vorranno andare dove voglio andare io! Vediamo un po’... ogni anno a Natale regalerò loro un bel paio di stivaletti! E andava nel cervello mulinando come dovesse fare. “Li manderò per mezzo del procaccia, — ella pensava, — ma sarà curioso mandar a regalar le scarpe ai propri piedi! E che strano indirizzo! (...)
Alice nel paese delle meraviglie Lewis Carroll
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Wonderland
Capitolo 1 Nella conigliera (...)Proprio così. Ella non era più che d’una ventina di centimetri d’altezza, e il suo grazioso visino s’irradiò tutto pensando che finalmente ella era ridotta alla giusta statura per passar per quell’uscio, ed uscire in giardino. Prima attese qualche minuto per vedere se mai diventasse più piccola ancora. È vero che provò un certo sgomento di quella riduzione: — perchè, chi sa, potrei rimpicciolire tanto da sparire come una candela, — si disse Alice. — E allora a chi somiglierei? — E cercò di farsi un’idea dell’apparenza della fiamma d’una candela spenta, perchè non poteva nemmeno ricordarsi di non aver mai veduto niente di simile! Passò qualche momento, e poi vedendo che non le avveniva nient’altro, si preparò ad uscire in giardino. Ma, povera Alice, quando di fronte alla porticina si accorse di aver dimenticata la chiavetta d’oro, e quando corse al tavolo dove l’aveva lasciata, rilevò che non poteva più giungervi: vedeva chiaramente la chiave attraverso il cristallo, e si sforzò di arrampicarsi ad una delle gambe del tavolo, e di salirvi, ma era troppo sdrucciolevole. Dopo essersi chi sa quanto affaticata per vincere quella difficoltà, la poverina si sedette in terra e pianse. (...) Capitolo 2 Lo stagno di lagrime — Stranissimo, e sempre più stranissimo! esclamò Alice (era tanta la sua meraviglia che non sapeva più parlare correttamente) — mi allungo come un cannocchiale, come il più grande cannocchiale del mondo! Addio piedi! (perchè appena si guardò i piedi le sembrò di perderli di vista, tanto s’allontanavano.) — Oh i miei poveri piedi! chi mai v’infilerà più le calze e vi metterà le scarpe? Io non potrò più farlo! Sarò tanto lontana che non potrò più pensare a voi: bisogna che vi adattiate. Eppure bisognerebbe che io li trattassi bene, — pensò Alice, — se no, non vorranno andare dove voglio andare io! Vediamo un po’... ogni anno a Natale regalerò loro un bel paio di stivaletti! E andava nel cervello mulinando come dovesse fare. “Li manderò per mezzo del procaccia, — ella pensava, — ma sarà curioso mandar a regalar le scarpe ai propri piedi! E che strano indirizzo! (...)
Alice nel paese delle meraviglie Lewis Carroll
28
Riferimento
29
New Alphabet disegnato da Wim Crouwel, 1967.
Walker disegnato da Matthew Carter, 1995. Pagina oposta ccunami disegnato da Luciano Perondi, 2004.
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. ̶ . %% . GA LASS IA˻ ̠̉ ̟ . S 3O / LE % G ' A[[! O /
#OME SI FORMANO LE LETTERE DI #CUNAMI ˵˹Ô˹˶ -FUUFSF TFNQMJDJ
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Riferimento
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New Alphabet disegnato da Wim Crouwel, 1967.
Walker disegnato da Matthew Carter, 1995. Pagina oposta ccunami disegnato da Luciano Perondi, 2004.
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Wonderland
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Wonderland Regular
Wonderland Wide / Half
Wonderland Š 2006 carattere disegnato da: Gloria Zanoti Jelena Arsenic Petar Kufner
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Wonderland Š 2006 carattere disegnato da: Gloria Zanoti Jelena Arsenic Petar Kufner
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Variazioni
Possibili soluzioni di aplicazione del modulo, Varialioni delle lettere D e W
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Variazioni
Possibili soluzioni di aplicazione del modulo, Varialioni delle lettere D e W
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35
Progetto
Frase chiave del progetto
Fotogrammi presi dalle animazioni dele frasi scelte
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Progetto
Frase chiave del progetto
Fotogrammi presi dalle animazioni dele frasi scelte