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003 Editoriale - ENIGMA della scienza 23.qxp_Layout 1 01/08/19 10:08 Pagina 3
EDITORIALE Non è semplice raccontare la scienza con occhi scettici e allo stesso tempo riconoscenti. Il compito de Gli Enigmi della Scienza è sempre stato quello di guardare oltre i confini della nostra mente, senza per questo arenare nel complottismo. Diamo sempre spazio a ricercatori scientifici e spirituali allo stesso modo, con la stessa dignità. Come è giusto che sia. In questo senso mi auguro che possiate leggere con attenzioni il dossier “Le implicazioni scientifiche e spirituali delle abilità psichiche”. Dall’antichità, come riferisce all’interno Umberto di Grazia, gli insegnanti spirituali hanno descritto i percorsi e le pratiche che una persona potrebbe seguire per ottenere la salute, la felicità e la pace della mente. Una parte importante della ricerca recente indica che qualunque genere di pratica spirituale potrebbe migliorare le possibilità che una persona ha per riprendersi da una malattia seria. Molti di questi metodi spirituali coinvolgono I’imparare come tranquillizzare la mente piuttosto che collegarsi ad una credenza religiosa. Queste pratiche meditative sono funzioni inerenti al buddismo, all’induismo, alla cristianità mistica, al giudaismo Cabalistico, alle pratiche dei Sufi o ad altri percorsi mistici. Quello che viene indicato come messaggio di questi insegnamenti è che mentre si impara a tranquillizzare la mente è probabile avere esperienze o percezioni di tipo psichico. Ed ecco che nuovamente la scienza fa a pugni con la spiritualità! Ostinati ad entrare nel merito, tenteremo di comprendere, attraverso sensibilità e culture diverse dalla nostra, quali sono le implicazioni scientifiche delle presunte abilità psichiche. Buona lettura Dario Maria Gulli
Direttore Editoriale
GIULIO FASCETTI Direttore testata e progetto editoriale
DARIO GULLI
La redazione VINCENZO TRAPANI, FILIPPO CAVALLARO, MASSIMO CORBUCCI.
EUGENIO ORTALI
Realizzazione STUDIO DG officeallrightscompany@aol.com
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Editore Zona Franca Edizioni srl - Via V. Veneto, 169 - 00187 Roma
Direttore responsabile
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Anno III - N°23
News I poteri curativi del NEEM Le implicazioni scientifiche e spirituali delle abilità psichiche Notizie dall’Anti-Mondo Gli scienziati convertono cellule epiteliali in cellule cardiache contrattili Gli scienziati riprogrammano il funzionamento delle cellule adulte I movimenti negazionisti criticano l’evoluzione, il cambiamento climatico... Gli Egizi erano a conoscenza del contenuto del liquido seminale gia’ nel 1300 a.c.? Simbologia della Y Recensioni libri L’ormone che aiuta a leggere nel pensiero
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NEWS
Immunità e tumori: scoperta una molecola che previene la formazione delle metastasi È italiana la scoperta della molecola MS4A4A che, grazie al ruolo centrale nel dialogo tra macrofagi e cellule Natural Killer del sistema immunitario, controlla la diffusione metastatica del tumore. I risultati dello studio, sostenuto da Fondazione AIRC, diretto e coordinato da Humanitas e Università Statale di Milano, sono pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica "Nature Immunology" e aprono la strada a nuovi approcci nell’immunoterapia. IMMUNOLOGIA MEDICINA I risultati di uno studio italiano, diretto e coordinato da Humanitas e Università Statale di Milano, sostenuto da AIRC grazie al programma 5x1000 guidato dal professor Alberto Mantovani, sono appena stati pubblicati sulla prestigiosa rivista scientifica "Nature Immunology"*. Al cuore dello studio, la scoperta del ruolo centrale della proteina MS4A4A nell'attivare una risposta immunitaria protettiva contro la diffusione metastatica del tumore. Questa molecola, scoperta in cellule del sistema immunitario, i macrofagi, si associa al recettore Dectina-1, controllandone la funzione. MS4A4A è anche essenziale per attivare un dialogo tra i macrofagi – cellule primitive del sistema immunitario che nei tumori hanno un significato prognostico – e le cellule Natural Killer, che sono in grado di uccidere le cellule tumorali.“ Abbiamo scoperto il gene responsabile di MS4A4A 10 anni fa nei macrofagi associati al tumore, ma il ruolo della proteina da esso codificata si è chiarito da poco – spiega Massimo Locati, docente di immunologia all’Università degli Studi di Milano e responsabile del Laboratorio di Biologia dei Leucociti di Humanitas, coordinatore dello studio e corresponding author dell’articolo insieme a Alberto Mantovani, direttore scientifico di Humanitas e docente di Humanitas University. Nei tumori primitivi che ancora non danno metastasi, i macrofagi – che in questa fase sono come poliziotti che stanno per essere corrotti – riconoscono la cellula tumorale e danno alle cellule Natural Killer il segnale di ucciderla. MS4A4A è essenziale affinché i macrofagi possano attivare questa risposta antitumorale, prevenendo così la formazione delle metastasi. Per questa funzione MS4A4A si candida a essere un biomarcatore di macrofagi all’interno dei tumori, una scoperta estremamente importante considerando che è stato recentemente riconosciuto il significato prognostico della presenza di macrofagi nei tumori. MS4A4A appartiene a una famiglia di proteine, una delle quali CD 20 si è dimostrata bersaglio molecolare adeguato per lo sviluppo di terapie immunomodulanti. Questa scoperta pertanto apre anche nuove possibilità terapeutiche basate sull'utilizzo di MS4A4A come possibile bersaglio per innovativi approcci di immunoterapia, a vantaggio di un sempre maggiore numero di malati di cancro. Lo studio ha coinvolto 12 istituzioni, fra cui il William Harvey Research Institute e la Queen Mary University di Londra, ed è stato condotto anche da Irene Mattiola del Dipartimento di Biotecnologie Mediche e Medicina Traslazionale dell’Università Statale di Milano. A Bologna a fine maggio scorso la dottoressa Mattiola ha ricevuto per questo studio uno Young Innovators Italy 2019 Award, l'edizione italiana del premio internazionale della MIT Technology Review. Istituito nel 2010 dalla MIT Technology Review, la rivista del MIT Massachusetts Institute of Technology dedicata all'innovazione, lo Young Innovators Italy premia giovani innovatrici e innovatori provenienti dal mondo della ricerca accademica e aziendale per progetti nel campo delle tecnologie emergenti e con un forte impatto non solo scientifico ma anche commerciale, politico e sociale.
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SCIENZE E MISTERI a cura di Stefania Veneri
Così i buchi neri forgiano le galassie Analizzando i dati raccolti dal telescopio spaziale Xmm-Newton dell’Esa, un team di scienziati guidato da Roberto Serafinelli dell’Istituto nazionale di astrofisica ha mostrato come i buchi neri supermassicci modellino le loro galassie ospiti con venti potenti che spazzano via la materia interstellare rallentando il ritmo di formazione di nuove stelle di Ufficio stampa INAF Otto anni di osservazioni condotte con Xmm-Newton sul buco nero che si trova nel cuore della galassia attiva Pg 1114+445 hanno consentito di mostrare come i venti ultraveloci – outflows (deflussi) di gas emessi dal disco di accrescimento, nella regione prossima al buco nero stesso – interagiscano con la materia interstellare vicino al centro della galassia. Questi outflows erano già stati individuati in precedenza, ma il nuovo studio identifica chiaramente, per la prima volta, tre fasi della loro interazione con la galassia ospite. «Questi venti potrebbero spiegare alcune sorprendenti correlazioni note da anni ma che gli scienziati ancora non sono riusciti a giustificare», dice il primo autore dello studio pubblicato su Astronomy & Astrophysics, Roberto Serafinellidell’Istituto nazionale di astrofisica di Milano, che ha condotto la maggior parte della ricerca durante il suo dottorato all’Università di Roma Tor Vergata. «Osserviamo, per esempio, una correlazione tra le masse di buchi neri supermassicci e la dispersione di velocità delle stelle presenti nelle regioni interne delle galassie ospiti. Questo però non può essere dovuto all’attrazione gravitazionale del buco nero, a causa dell’elevata distanza del gas dallo stesso. Il nostro studio, per la prima volta, mostra come i venti del buco nero abbiano sulla galassia un impatto su una scala più grande, fornendo probabilmente il collegamento mancante». Già gli astronomi avevano identificato due tipi di outflows negli spettri a raggi X emessi dai nuclei galattici attivi, le dense regioni centrali delle galassie con buchi neri supermassicci al centro. I cosiddetti outflows ultraveloci (Ufo, ultra-fast outflow), fatti di gas altamente ionizzato, viaggiano a velocità che possono raggiungere il 40 per cento di quella della luce, e si osservano in prossimità del buco nero centrale. Gli outflows più lenti, chiamati anche “assorbitori tiepidi” (warm absorbers), viaggiano invece a velocità assai più basse, nell’ordine delle centinaia di km/s, e mostrano caratteristiche fisiche – come la densità delle particelle, o la loro ionizzazione – simili a quelle della materia interstellare circostante. Questi outflows più lenti hanno una probabilità più elevata di essere rilevati a distanze maggiori dal centro della galassia. Nel nuovo studio, gli
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NEWS scienziati descrivono un terzo tipo di outflow che combina le caratteristiche dei due precedenti: la velocità di un Ufo e le proprietà fisiche di un assorbitore tiepido. «Riteniamo che si tratti della zona in cui l’Ufo entra in contatto la materia interstellare e la trascina via come fosse uno spazzaneve», spiega Serafinelli. «È ciò che chiamiamo un outflows ultraveloce “trascinato”, perché l’Ufo, in questa fase, sta penetrando nella materia interstellare. Un po’ come il vento quando sospinge la vela di una barca». Il trascinamento avviene a una distanza dal buco nero che va da decine a centinaia di anni luce. L’Ufo sospinge gradualmente la materia interstellare allontanandola dalle regioni centrali della galassia, liberando queste zone dal gas e rallentando così l’accrescimento della materia attorno al buco nero supermassiccio. Un processo, questo, già previsto dai modelli, ma mai prima d’ora osservato nelle sue tre fasi. «Nei dati di Xmm-Newton possiamo vedere – a grandi distanze dal centro della galassia – materia ancora indisturbata dall’Ufo proveniente dell’interno», osserva Francesco Tombesi, dell’Università di Roma Tor Vergata e del Goddard Space Flight Center della Nasa, secondo autore dello studio. «Possiamo vedere anche nubi di gas a minor distanza
dal buco nero, vicino al nucleo della galassia, dove l’Ufo ha iniziato a interagire con la materia interstellare». Una prima interazione, questa alla quale accenna Tombesi, che avviene a parecchi anni di distanza da quando l’Ufo ha lasciato il buco nero. Ma l’energia dell’Ufo consente al buco nero – un oggetto relativamente piccolo rispetto alla galassia – di estendere la sua influenza su materia che si trova ben oltre la portata della sua forza gravitazionale. Secondo gli scienziati, attraverso gli outflows i buchi neri supermassicci trasferiscono la loro energia nell’ambiente circostante, spazzando via gradualmente il gas dalle regioni centrali della galassia, che potrebbe quindi arrestare la formazione stellare. E, in effetti, oggi le galassie producono stelle a un ritmo assai inferiore rispetto a quanto non facessero nelle prime fasi della loro evoluzione. «Questa è la sesta volta in cui outflows di questo tipo vengono rivelati», ricorda Serafinelli. «Dunque è tutta scienza nuovissima. Le fasi dell’outflows erano state osservate in precedenza, ma separatamente: questa è la prima volta in cui si riesce a chiarire come siano collegate l’un l’altra». Il fattore chiave che ha consentito di distinguere i tre tipi di outflows è la risoluzione energetica senza precedenti di Xmm-Newton. In futuro, con nuovi e più potenti osservatori come Athena, l’Advanced Telescope for High Energy Astrophysics dell’Esa, gli astronomi saranno in grado di osservare centinaia di migliaia di buchi neri supermassicci, rilevando gli outflows con grande facilità. Cento volte più sensibile di Xmm-Newton, Athena dovrebbe essere lanciato nel 2030. «Trovare una sorgente è fantastico, ma la vera svolta sarebbe scoprire che questo fenomeno è comune nell’universo», dice Norbert Schartel, project scientist di Xmm-Newton all’Esa. «Anche con Xmm-Newton, nel prossimo decennio, potremmo essere in grado di trovare altre sorgenti come questa». Ottenere ulteriori dati aiuterà in futuro gli scienziati a comprendere in dettaglio le complesse interazioni tra i buchi neri supermassicci e le loro galassie ospiti, e a capire le ragioni della riduzione – nel corso di miliardi di anni – del tasso di formazione stellare osservata dagli astronomi.
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L’idrogeno perduto, scovato da MeerKat Un team internazionale guidato da Paolo Serra dell’Inaf di Cagliari chiarisce una contraddizione finora irrisolta: la sproporzione tra polveri e idrogeno nel mezzo interstellare della galassia Ngc 1316. Lo strumento utilizzato è MeerKat, uno dei radiotelescopi “precursori” di Ska, lo Square Kilometre Array Riporta l’articolo https://www.media.inaf.it a firma di Paolo Soletta "Fornace (Fornax) è il nome di una costellazione del cielo australe molto piccola, incastonata nella più corposa costellazione di Eridano. Le sparute e deboli stelle presenti in questa costellazione consentono agli astronomi di osservare, molto aldilà della Via Lattea, innumerevoli galassie. Alcune sono lontanissime, altre sono più vicine, come quelle raggruppate nell’ammasso della Fornace, che si trova a “soli” 60 milioni di anni luce da noi. Ngc 1316, la galassia più brillante nella regione occupata dall’ammasso, è stata l’oggetto di uno studio condotto dal team di Paolo Serra, ricercatore all’Inaf – Osservatorio astronomico di Cagliari e principal investigator della MeerKat Fornax Survey, un progetto finanziato dal Consiglio europeo della ricerca che – tramite la rete dei 64 radiotelescopi sudafricani MeerKat, inaugurata nel 2018 – punta ad investigare nel dettaglio tutto l’ammasso. La grande popolarità di Ngc 1316 tra gli astronomi è dovuta principalmente a due fattori. Innanzitutto è una delle galassie più brillanti e belle da osservare alle frequenze radio, e per questo è un esempio da manuale di ciò che chiamiamo ‘radiogalassia’. Inoltre la sua immagine ottica è ricca di deformazioni. Queste deformazioni indicano che Ngc 1316 si è formata dalla collisione di due galassie qualche miliardo di anni fa, seguita dal successivo, ulteriore inglobamento di galassie satellite più piccole. La fusione tra galassie è uno dei tasselli fondamentali delle moderne teorie cosmologiche. Galassie come Ngc 1316 sono importanti perché ci consentono di studiare i meccanismi in azione durante questi processi di fusione, e di capirne gli effetti sulle galassie coinvolte. Da una ventina d’anni Ngc 1316 rappresenta un enigma per gli studiosi, in quanto vi si è osservata una sproporzione tra le componenti del suo mezzo interstellare freddo. Per mezzo interstellare si intende quella materia molto rarefatta che riempie lo spazio tra le stelle di una galassia, e che è composta in massima parte (98 per cento) da gas come l’idrogeno e l’elio, e per la restante parte da polveri più pesanti. I gas e le polveri costituiscono gli elementi di base che, riaggregandosi, formano nel tempo nuove stelle. «Ngc 1316 ha una grande quantità di polvere al suo interno, e negli anni gli astronomi hanno capito che questo», spiega Serra, «è dovuto al fatto che, delle due galassie che si sono fuse insieme, una era gigantesca ma priva di mezzo interstellare freddo mentre l’altra, dieci volte più piccola e simile alla Via Lattea, ne aveva in abbondanza. Il fatto è che la galassia più piccola sarebbe stata perfettamente in grado di portare la grande quantità di polvere attualmente presente all’interno di Ngc 1316, ma, nel contempo, avrebbe dovuto portare una quantità ancora maggiore di idrogeno allo stato gassoso, che non si riusciva a trovare». Dunque, mentre la teoria unanimemente accettata secondo la quale Ngc 1316 sarebbe il risultato di una collisione di due galassie di dimensioni diverse riesce a spiegare la grande quantità di polvere presente in questa galassia, restava il mistero di dove, allora, fosse andato a finire tutto l’idrogeno. Mistero ora risolto grazie a osservazioni compiute con il radiotelescopio MeerKat, costruito dal South African Radio Astronomy Observatory (Sarao) nel deserto sudafricano del Karoo, e di cui Paolo Serra e il suo team hanno utilizzato in questo caso “solo” 40 delle 64 antenne radio. Il suo grande campo di vista, unito all’alta sensibilità a distribuzioni tenui di idrogeno diffuso, ha consentito al gruppo di ricerca di rivelare il gas di idrogeno a grande distanza da Ngc 1316, cosa che non era stata possibile con i telescopi radio usati finora per osservarla. I risultati sono in corso di pubblicazione su Astronomy & Astrophysics. «Nel nostro articolo mostriamo nuovi dati ottenuti con MeerKat», dice Serra, «che svelano dove si nascondeva tutto quell’idrogeno. Abbiamo scoperto che è distribuito in due lunghe code gassose molto tenui, che si estendono fino a una grande distanza da Ngc 1316». Queste lunghissime code sono state osservate in corrispondenza con code di stelle in formazione visibili in immagini ottiche molto sensibili.
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I POTERI CURATIVI DEL
NEEM
Scopriamo gli infiniti usi del neem, che oltre un miliardo di persone tutti i giorni usano, cominciando pulendosi il cavo orale con un suo ramoscello e continuano consumandolo come cibo, come insetticita in agricoltura, per trattare i tumori, per la pelle o per i capelli. MEDICINA
L
’olio di neem (nome popolare dato in India anticamente in onore della dea Neemari) viene estratto dai semi, spremuti a freddo, dell’Azadirachta Indica (Linneo: dal persiano Azad-Darakcht “albero libero”) che cresce nelle zone tropicali e sub-tropicali di Asia, Africa, America (Centro e Sud), Medio Oriente, Australia, Oceania, ed è della famiglia delle Meliacee. E’ conosciuta da almeno il 2.000 a.C. (testi ayurvedici) ed era detta in sanscrito “Arishta”: l’albero che “allevia le malattie” o “liberatore dalle malattie”. Per gli arabi: “Shajar-e-Mubarak” ossia “albero benedetto”. Ha molti altri nomi popolari (come Margosa, Nimba, Lillà d’India) nelle varie località di diffusione nel mondo. E’ una “sempre verde” che può crescere fino a 25 metri, vivere fino a 300 anni, e produce piccoli frutti giallastri contenenti uno o più semi in un nocciolo duro. Anche le altre parti
in collaborazione con www.coscienza.org
dell’albero (foglie, corteccia, legno, radici, polpa dei frutti, fiori) contengono sostanze con effetti medicamentosi, ma nei semi è la maggiore varietà e concentrazione. In circa 60 anni di studi (esiste una cospicua bibliografia) è stato analizzato a fondo l’intero campo d’azione del neem (per singole parti dell’albero o miscele di esse): proprietà analgesiche, antipiretiche, anti-malariche, anti-infiammatorie, anti-staminiche, diuretiche, ipoglicemiche (effetti antidiabetici), anti-acidogastriche, anti-tumorali, antireumatiche, anti-artritiche, equilibranti dei sistema nervoso centrale, spermicide, anti HIV, anti disturbi urinari, anti diarrea/dissenteria, ipotensive (effetti protettivi per il cuore), purificanti, anti tossine, anti radicali liberi, purgative, epatoprotettive, anti malattie del sangue, anti emorroidali, anti lebbra, anti venefiche, anti prurito, anti bruciori interni e superficiali, anti microorganismi Gram positivi e Gram negativi. Grandi capacità nella lotta biologica contro
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L’olio di neem contiene molecole in grado di contrastare virus, batteri, funghi, ed ha proprietà idratanti, rigeneranti e ristrutturanti e quindi è efficace, ad esempio, sulle più comuni affezioni dermatologiche. Inoltre ha rivelato proprietà insettifughe.
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moltissimi parassiti (pesticida naturale). Suoi derivati entrano in fertilizzanti, ammendanti, mangimi, fitofarmaci (per uso veterinario, umano e botanico), prodotti di industria cartaria e plastica, coloranti per tessuti, collanti, combustibili, carburanti (anche in miscela con gasolio), cosmetici, articoli per toilette. Una conferma dalla natura: in India, i passeri aggiungono foglie di neem ai loro nidi, e poiché non le mangiano e l’analisi mostra l’assenza di molti parassiti usualmente presenti nei nidi, sembra evidente un uso indotto dalla constatazione empirica, come avviene spesso fra gli animali. L’olio di neem contiene molecole in grado di contrastare virus, batteri, funghi, ed ha proprietà idratanti, rigeneranti e ristrutturanti e quindi è efficace, ad esempio, sulle più comuni affezioni dermatologiche. Inoltre ha rivelato proprietà insettifughe. Altra applicazione si ha per i problemi delle gengive: grazie all’attività antiinfiammatoria, dovuta alla presenza di agenti inibitori delle prostaglandine, l’olio risolve molte affezioni dei peridontio. Anticamente, rametti di neem venivano masticati (come facciamo noi oggi con la gomma da masticare) ogni giorno da milioni di indiani: oggi l’olio di neem è usato in paste dentifricie che, oltre a quanto sopra, contrastano la formazione della placca e imbiancano notevolmente i denti.
Trattamento topico dell’ACNE Fra i ceppi patogeni inattivati dal neem, vi sono la salmonella tifi e lo stafilococco aureo. Proprio quest’ultimo è responsabile delle tipiche manifestazioni acneiche, caratterizzate da ascessi e pustole dolenti. Lo stafilococco aureo inoltre
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Infiammazioni grazie a limonoidi e catechine, potenti inibitori dei mediatori dell’infiammazione acuta, il neem trova impiego nell’abbattimento dei dolori da strappi muscolari, artriti, reumatismi. L’effetto è uguale a
contamina molti cibi e dà infezioni secondarie in peritoniti, cistiti, meningiti. Molti suoi ceppi sono resistenti alla penicillina e altri antibiotici specializzati, ed è responsabile della diffusione di infezioni negli ospedali. Il neem è un multicomponente complesso e perciò sfugge alla capacità dei batteri di formare ceppi mutanti resistenti.
Attività antifungina Efficace contro 14 tipi di funghi, l’olio di neem, tra gli altri, inibisce il Trichosporon (infezioni al tratto gastro-intestinale) e il Geotrichum (infezioni ai bronchi, polmoni e membrane del muco). Si è constatata la maggior efficacia e sicurezza (nessun effetto collaterale) di impiego contro Candida Albicans (presente nel muco ma dannosa se in eccesso di proliferazione, con lesioni alla bocca – afta, vagina, pelle, mani e polmoni), infezioni causate da Trichophyton (a capelli, pelle/unghie, piede d’atleta), Tigna (causato da Epidermophyton).
Psoriasi / eczemi il neem è particolarmente efficace in questo trattamento, durante il quale idrata e protegge la pelle mentre opera per guarire l’irritazione, la desquamazione, le lesioni. Si consiglia inizialmente di lavarsi con sapone al neem (o shampoo se la pelle è molto sensibile) per uccidere i batteri e rimuovere le cellule morte.
quello ottenuto con prodotti come fenilbutazone e cortisone, anche per l’azione anti-inflattiva e di riduzione degli edemi. Potente antisettico, è impiegato in caso di ustioni estese, ferite infette e per stimolare la cicatrizzazione e la ricostruzione dei tessuti. Ottimo su scrofola e ulcerazioni. Come antivirale, il neem ha dato i migliori risultati contro l’Herpes Virus (labiale e corporeo).
Altri impieghi contro i parassiti del cuoio capelluto (come i pidocchi), gli acari della scabbia; puro o in soluzione acquosa frizionato sulla pelle come repellente contro gli insetti (sopratutto zanzare). Eccellente come anti-forfora. Essendo un olio ricco di acidi grassi insaturi, è impiegato in: -saponi -prodotti per i capelli e il cuoio capelluto -creme per le mani -oli da massaggio per il corpo -creme per il viso: anti-acne, anti-arrossamento, ecc. -protettivi per labbra, preventivi e lenitivi per Herpes Si ricordano anche: -dentifrici -soluzioni insettifughe da nebulizzare e/o spalmare
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LE IMPLICAZIONI SCIENTIFICHE E SPIRITUALI DELLE ABILITÀ PSICHICHE Dall'antichitàgli insegnanti spirituali hanno descritto i percorsi e le pratiche che una persona potrebbe seguire per ottenere la salute, la felicitàe la pace della mente. RESEARCH INSTITUTE RUSSELL TARG
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all’antichità gli insegnanti spirituali hanno descritto i percorsi e le pratiche che una persona potrebbe seguire per ottenere la salute, la felicità e la pace della mente. Una parte importante della ricerca recente indica che qualunque genere di pratica spirituale potrebbe migliorare le possibilita che una persona ha per riprendersi da una malattia seria. Molti di questi metodi spirituali coinvolgono I’imparare come tranquillizzare la mente piuttosto che collegarsi ad una credenza religiosa. Queste pratiche meditative sono funzioni inerenti al buddismo, all’induismo, alla cristianità mistica, al giudaismo Cabalistico, alle pratiche dei Sufi o ad altri percorsi mistici. Quello che viene indicato come messaggio di questi insegnamenti è che mentre si impara a tranquillizare la mente è probabile avere esperienze o percezioni di tipo psichico. Per
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esempio, nei Sutra di Patanjali, un maestro indù ci spiega che lungo la strada verso la trascendenza si possono sperimentare molti generi di visioni stupefacenti, come la capacita di vedere a distanza o nel futuro e per diagnosticare le malattie ed anche curarle. Tuttavia siamo avvertiti nell’evitare di rimanere ancorati a queste abilità che sono semplicemente fenomeni che accadono durante il percorso dell’illuminazione. In questo articolo descriviamo le prove di laboratorio per alcuni di questi fenomeni notevoli collegati alla nostra coscienza illimitata e le loro implicazioni per la scienza, la salute mentale e la pace della mente. Che cosa hanno in comune i guaritoti spirituale, i mistici e gli scienzati? La risposta e che tra loro sono tutti collegati a livello mentale e tramite questo collegamento con il mondo. Tramite la ricerca della visione a distanza e di osservazione sui fenomeni psichici condotti all’istituto di ricerca della Stanford University durante gli anni 70,
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abbiamo osservato che I’affluenza delle informazioni sono il marchio di garanzia della percezione psichica. Inoltre abbiamo constatato un’uscita dell’intenzione che ha il ruolo di facilitare la guarigione a distanza. II nostro scopo è di indicare che I’affluenza e I’uscita di informazioni sono in pratica un’aspetto duale della mente calma e che la consapevolezza puo esistere in mezzo a questi due flussi. Inoltre abbiamo notato che rimanendo focalizzati sui fenomeni esotici e sull’apparente omniscienza ottenuta con i fenomeni extrasensoriali rischiamo di cadere in una trappola che ci impedisce di scoprire chi realmente siamo e qual’è il nostro scopo comune in questa dimensione. Tuttavia cosi come descritto nel libro “La mente spirituale” riteniamo che ogni volta che una persona dimostra abilità fuori dal comune questa diventa una fonte di ispirazione per tutti noi n’ispirazione come indicatore del nostro immenso potenziale umano ed ancora in gran parte non sviluppato.Le implicazioni scientifiche e spirituali delle abilità psichiche illuminano la nostra presa di coscienza sui fatto che viviamo in un mondo profondamente intercollegato. La ricerca piu emozionante nell’attuale fisica quantistica è I’investigazione su quello che il fisico
David Bohm denomina intercollegamento quantistico correlazione non locale. E’ stato dimostrato ripetutamente, in laboratori intorno al mondo, che due particelle emesse in direzioni opposte da una stessa fonte alla velocità della luce mantengono il loro collegamento e ogni piccolo fotone è influenzato da ciò che accade al suo gemello anche se si trovano a distanze chilometriche. Questa coerenza sorprendente fra le due entità distanti viene nominata non località. Mettendo per iscritto le implicazioni filosofiche della non localita il fisico Henry Stapp dell’universita Berkeley della California dichiara che questo collegamento quantico potrebbe essere “la scoperta piu profonda di tutta la scienza.” Le abilita psichiche e la visione a distanza sono dimostrazioni della nostra esperienza personale con tali collegamenti non locali della consapevolezza. I collegamenti da mente a mente che trascendono la nostra ordinaria comprensione dello spazio e del tempo, ci concedono I’accesso ad uno stato di consapevolezza espansa, che e interamente costituito dalla vita in un mondo non locale questo collegamento e quello che i fisci esprimono con la non-località. Al guaritore, questo provoca quello che il medico Larry Dossey ha
Nei Sutra di Patanjali, un maestro indù ci spiega che lungo la strada verso la trascendenza si possono sperimentare moltigeneri di visioni stupefacenti, come la capacita di vedere a distanza o nel futuro e per diagnosticare le malattie ed anche curarle.
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Che cosa hanno in comune i guaritoti spirituale, i mistici e gli scienzati? La risposta e che tra loro sono tutti collegati a livello mentale etramite questo collegamento con il mondo.
espresso nel suo libro “Reinventa la medicina”, come la terza era della guarigione a distanza di un paziente tramite I’intenzione di un guaritore. Le nostre conoscenze su queste notevoli abilità ci permettono di risvegliarci ogni mattina meravigliandoci del fatto che la nostra consapevolezza espansa non sia limitata da tempo o da spazio. Ormai dovrebbe diventare chiaro che anche se abbiamo dei corpi materiali siamo molto di più degli attributi fisici. I nostri momenti di autoindagine tranquilla possono rivelare che cos’e quel “in più”.
Visione a distanza L’istituto di ricerca Stanford (SRI) ha condotto le ricerche sulle capacità della mente umana riguardanti la consapevolezza espansa, denominata anche visione a distanza, e nella quale le persone dimostrano la capacità di vedere luoghi lontani ed anche attività ed eventi futuri. Per circa due decenni la ricerca fatta alla SRI e stata finanziata dalla CIA e da altri enti governativi.
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Russell Targ, era il co-fondatore insieme ad Harold Puthoff di questo programma segreto che è iniziato nel 1972. II nostro compito era quello di imparare a capire le abilita psichiche e di usarle per raccogliere informazioni sull’Unione Sovietica durante la guerra fredda. Da allora abbiamo trovato, dopo anni di esperienza, che la gente può imparare rapidamente ad esercitare la visione a distanza e può incorporare nelle propria vita questa conoscenza diretta sia presente che futura. Per quello che riguarda questo fenomeno che per tanti non esiste siamo gia a conscenza di come incrementare o far diminuire I’esattezza e I’affidabilita dei fenomeni extrasensoriali. Tutti quelli che praticano la visione a distanza possono spesso sperimentare e descrivere un oggetto nascosto o un sito distante basandosi sulla presenza e la collaborazione di una persona situata in quel posto; o alternativamente una volta date le coordinate geografiche, o con altre demarcazioni che ci possono indirizzare. La figura, la forma ed il colore sono descritti con molta accuratezza
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rispetto al nome dell’obiettivo, della funzione, o di altre informazioni analitiche. Oltre che il linguaggio figurato visivo, le persone possono certe volte descrivere sensazioni suoni e odori e perfino campi elettrici o magnetici. L’accuratezza della descrizione è stata realizzata occasionalmente in questi esperimenti “doppio-cieco” e I’affidabilita può superare l’80 per cento. Per esempio, gli autori Targ e Katra recentemente hanno fatto 11 esperimenti riusciti su 12 prove. Con la pratica, la gente diventa sempre piu capace di separare il segnale psichico dal rumore mentale della memoria, dell’analisi e dell’immaginazione. Possono essere percepiti obiettivi e particolari più piccoli di un millimetro. Inoltre, abbiamo visto diverse volte che I’esattezza e la risoluzione degli obiettivi non è sensibile alle variazioni nella distanza. Nel 1984 Targ ha organizzato un paio di esperimenti a 10.000 miglia di distanza fra Mosca e San Francisco con la famosa guaritrice russa Djuna Davitashvili. L’operazione di Djuna era di descrivere dove un collega della SRI si stava nascondendo a San Francisco in un momento specifico. Ha dovuto mettere a fuoco la sua attenzione a diecimila miglia ad ovest e a due ore nel futuro, per descrivere correttamente la sua posizione. Questi esperimenti riusciti sono stati effettuati sotto gli auspici ed il controllo dell’Accademia sovietica di scienze. Dieci anni prima nel 1974, Targ e il collega Hal Puthoff hanno effettuato una dimostrazione delle loro abilità psichiche per la CIA nella quale Pat Price, un commissario in pensione ha descritto il contenuto e le attività svolte in un laboratorio segreto per la costruzione di armi che si trovava nella lontana Siberia. Tutto questo avendo soltanto le coordinate geografiche della latitudine e della longitudine del sito. (senza che sul posto ci fosse un’altra persona.) Questo esperimento è stato considerato un successo incredibile tanto che i fisici Targ e Puthoff sono stati costretti a subire una ricerca da parte del congresso USA per determinare se ci fosse stata una frattura nella sicurezza nazionale. Naturalmente, nessuno non è stato trovato niente di particolare e la nostra ricerca sul funzionamento psichico è stata sostenuta dal governo per altri quindici anni. Durante questi esperimenti a SRI, Pat Price ha fatto I’abbozzo indicate nella foto a destra, per illustrare le sue impressioni mentali di una grù gigante a cavalletto che ha visto” rotolare avanti e
indietro sopra una costruzione al luogo dell’obiettivo! dati dalle indagini convenzionali erano altamente significativi dal punto di vista statistico, ( migliaia di volte più alte delle aspettative) per ogni serie di prove e sono stati pubblicati nelle pubblicazioni più prestigiose del mondo: Nature, The Proceedings of The Institute of Electrical and Electronics Engineers (Atti dell’istituto degli ingegneri elettronici ed elettrotecnici), e The Proceedings of the Amarican Academy of Science (Atti dell’Accademia Americana delle Scienze)*7 I venti anni di ricerca sulla visione a distanza condotti per la CIA e I’esperimento Mosca-San Francisco sono descritti nel libro - miracoli della mente8. Durante un esperimento, mentre uno di noi (R. Targ) stava lavorando con Pat Price a SRI, il commissario pensionato altamente psichico di polizia non è arrivato per la prova prevista. Cosi nello spirito “lo spettacolo deve continuare” io ho deciso spontaneamente di subentrare e fare I’esperimento io stesso. Prima di quello ero stato soltanto un intervistatore e un facilitavo tali prove. ln questa serie stavamo provando a descrivere le attivita giornaliere di Hal Puthoff mentre stava attraversando la Colombia, nel Sudamerica. Non
Tramite la ricerca della visione a distanza edi osservazione sui fenomeni psichici condotti all'istituto di ricerca della Stanford University durante gli anni 70, abbiamo osservato che I'affluenza delle informazioni sono il marchio di garanzia della percezione psichica.
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ricevemmo alcuna risposta fino al momento del suo ritorno e quindi non avevamo indizi di cosa stesse facendo. Ho chiuso i miei occhi ed immediatamente ho avuto un’immagine di un aeroporto su un’isola. L’abbozzo che ho disegnato è sorprendentemente esatto. Che cosa abbiamo imparato da questa prova? Che persino uno scienziato può essere psichico, quando la necessità è abbastanza stringente! Ricerca recente in campi alquanto diversi e distanti come la guarigione a distanza e la fisica quantistica correlata con i piu vecchi insegnamenti spirituali dei saggi Indiani insegna che la “separazione è un’illusione”. Questo concetto suggerisce che non esistono distanze per la consapevolezza e che abbiamo una conoscenza interna intuitiva che oltrepassa i limiti di tempo e di spazio. Infatti, ora sappiamo che le informazioni dal futuro filtrano regolarmente nei nostri sogni - si potrebbe ragionevolmente dire che questi sogni precognitivi indicano che il futuro influisce sul passato. Cioe il nostro sogno stasera puo essere causato da un evento che sperimenteremo in un tempo successivo e scuote fortemente la nostra comprensione ordinaria della causalità. Nella ricerca degli autori che sono rispettivamente un fisico e una guaritrice spirituale, hanno esplorato come la capacità della nostra mente oltrepassa i limiti di spazio e di tempo ed è collegata alla nostra capacità ora ben documentata di guarigione a distanza. Ancora non conosciamo i principi fisici
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che stanno alla base delle abilità psichiche. Tuttavia, i ricercatori nel campo della parapsicologia sono d’accordo sull’affermazione innegabile che non è piu difficile descrivere un’immagine o un evento del futuro di quanto lo sia descrivere un obiettivo presente, quando è nascosto alla nostra vista.9 E’ come se i nostri corpi si trovassero in una geometria quadridimensionale familiare, mentre la nostra consapevolezza avesse accesso ad un altro aspetto di questa geometria non locale che ci permette di trovare un percorso mentale a distanza zero tra posizioni apparentemente distanti. Questo è come un fisico esprime una tale idea, mentre i mistici negli ultimi tre millenni ci dicono dalla loro esperienza che “la separazione è un’illusione - e siamo un tutt’uno nello spirito o nella consapevolezza”. Da tali esperimenti in molti laboratori del mondo, è diventato chiaro che fraintendiamo significativamente la natura fisica dello spaziotempo in cui ci troviamo. E’ questa conoscenza, insieme alla nostra esperienza, che ci porta a capire ed imparare di più circa I’universo e le occasioni di trasformarci che ci vengono offerte. Joseph Campbell è famoso per il seguente insegnamento : le nostre vite sono compiute soltanto quando “seguiamo il nostro stato di grazia” - o passione. Per Tommaso D’ Aquino questa passione è stata perseguita attraverso ragionamento cosciente. Egli ha scritto: L’ultima felicità umana viene trovata nel
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funzionamento dell’ intelletto poichè nessun desiderio ci trasporta a tali altezze come il desiderio di capire la verità. Effettivamente tutti i nostri desideri per piacere o per altre cose possono essere soddisfatti, ma il desiderio di capire non si riposa fino a che raggiunge Dio.Tuttavia, coloro che capiscono le verità di Dio ci dicono che Dio non può essere capito soltanto con esperienza. Influenza mentale a distanza sui sistemi viventi(Distant Mental Influence of Living Systems-DMILS). Una ricerca che dura da più di trent’anni dimostra chiaramente che i pensieri di una persona possono influire sulle funzioni psicologiche di un’altra persona che si trova a distanza dalla prima. Non si riesce a capire ancora il meccanismo causale, ma i risultati sono indiscutibili, e hanno ovvie implicazioni per le nostre capacità che facilitano la guarigione di altre persone. Questa guarigione, svolta in laboratorio o in ambiente clinico è considerate come “Non-locale”, perchè I’efficacia della guarigione o dell’influenza mentale non dipende dalla distanza spazio-temporale. E’ ovvio I’effetto calmante che una madre ottiene cullando il proprio figlio disagiato, anche se lei non e effettivamente consapevole degli effetti calmanti contenuti nelle sue intenzioni. Come facciamo a sapere che i nostri pensieri influiscono sulle altre persone? Esiste adesso un significante sostegno da parte della ricerca che dimostra come le intenzioni focalizzate di una persona possono direttamente influire sui processi psicologici di qualcuno che si trova a distanza. “Fai agli altri quello che vorresti fosse fatto a te” prende un nuovo senso quando si realizza che siamo tutti veramente collegati, cosiccome i seguenti studi di ricerca lo dimostrano. Esperimenti interessanti nel campo dell’influenza mentale a distanza sui sistemi viventi” (DMILS) sono stati fatti dallo psicologo William Braud all’lstituto Traspersonale di Psicologia di Palo Alto California, e dall’antropologo Marilyn Schlitz, Direttore della ricerca per I’lstituto di Scienze Noetiche (11). Loro hanno dimostrato ripetutamente come una persona che assiste completamente da lontano (agendo da trasmittente) un altro individuo (la cui attivita psicologica e monitorata) può influire sulle risposte galvaniche autonome dell’epidermide della persona che riceve. In quattro esperimenti separati che comprendono 78 sessioni, una persona seduta davanti ad un monitor tv (con circuito
chiuso) e concentrata sull’immagine di un partecipante lontano, e stata capace di influire in modo significativo sulle risposte elettro-dermiche (GSR) della persona lontana. In questi casi, nessuna tecnica di focalizzazione consapevole e intenzionale o di immaginazione mentale è stata usata dalla persona trasmittente. Lui o lei hanno semplicemente “fissato” l’immagine video sullo schermo durante le prove di 30 secondi, che raramente sono state intervallate da sequenze di controllo. In questi studi, Braud e Schltz hanno scoperto qualcosa ancora piu interessante di questo effetto telepaticamente indotto sui nostro sistema inconscio. Loro hanno scoperto che le immagini mostrate sullo schermo video delle persone più ansiose e introverse hanno avuto la più alta magnitudine di risposta elettro-dermica inconscia. In altre parole, le persone piu introverse e timide hanno reagito con uno “stress” piu significativo (mentre la loro immagine veniva guardata sui video) che le persone socievoli ed estroverse. Gli introversi tranquilli possono avere, o aver sviluppato, una sensitività di consapevolezza, della quale altre persone sono molto meno consapevoli. Questo esperimento da una conferma scientifica ad una semplice esperienza umana: quella di sentirsi “osservati”, girarsi e rendersi conto che qualcuno, effettivamente, ti stà osservando. Siamo tutti familiarizzati con I’idea
L'istituto di ricerca Stanford (SRI) ha condotto le ricerche sulle capacitàdella mente umana riguardanti la consapevolezza espansa, denominata anche visione a distanza, e nella quale le persone dimostrano la capacitàdi vedere luoghi lontani ed anche attivitàed eventi futuri.
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della premonizione, nella quale una persona ha un’apprensione intuitiva di qualcosa che sta per accadere nel futuro, solitamente qualcosa di “Negativo”! Una persona può avere avuto un’esperienza di “presentimento”, laddove questa persona ha una sensazione interiore di sconvolgimento emotivo (che si riflette anche a livello fisico -Ndt) collegata a qualcosa di “strano” che stà per accadere. Un classico esempio sarebbe quello di una persona che si ferma bruscamente nel suo cammino perchè si sente “inquieto”, e questo un attimo prima che un vaso di fiori cadesse da una finestra sopra, e invece di colpirlo alla testa gli cade ai piedi. Questo, sicuramente, sarebbe un presentimento utile. Nel laboratorio, abbiamo
descritto come un’onda avanzata (che precede il tutto Ndt). Negli esperimenti double-blind (doppio cieco) eseguiti con estrema attenzione, Radin ha dimostrato che appena prima di osservare scene di violenza o sessualita, il corpo di una persona reagisce apparentemente per difendersi contro I’insulto o la sorpresa imminente, che dovrebbe arrivare. Tuttavia, tali reazioni anticipate di forte scossa non hanno preceduto solitamente I’osservazione di un’immagine di un cestino o di un giardino in fiore. Naturalmente, il timore è molto più facile da misurare fisiologicamente che lo stato di beatitudine. Qui, sembra, che la percezione fisica diretta dell’immagine scioccante, causi in una persona una reazione unica, che precede di 5 secondi il reale accadimento. II nostro futuro sta effettivamente influendo sul nostro passato. Questi intriganti esperimenti sono descritti nel libro completo di Radin “L’Universo Cosciente”.
Guarigione a distanza
appurato che mostrando ad una persona, una foto contenete immagini spaventose, le produce un significativo cambiamento psicologico. La sua pressione sanguigna, il ritmo cardiaco e la reazione di resistenza epidermica cambiano. Questa reazione di “combatto-o-volo” è chiamata “risposta orientativa”. II ricercatore Dean Radin dell’lstituto Boundary a Los Altos, California, ha dimostrato con la sua ricerca che questa “risposta orientativa” può essere osservata nella reazione psicologica della persona, essendo gia presente qualche secondo prima che la foto spaventosa venga mostrata. Se le facolta extra sensoriali (ESP) fossero un fenomeno elettromagnetico, questo potrebbe essere
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Dall’alba della storia certi individui sono stati riconosciuti come possessori di speciali doni di guarigione. I Faraoni dell’antico Egitto consideravano i guaritori come consulenti molto importanti e riveriti. E sono stati i guaritori che hanno effettivamente fondato le più grandi religioni del mondo: Gautama Buddha, Gesu di Nazareth, il profeta Maometto, erano tutti guaritori dotati. I primi cristiani erano inizialmente una comunità di guarigione. Anche secoli prima di Gesu, i profeti ebraici Elia, Elisha e Isaia erano guaritori affermati; Mose ha detto di aver guarito tanti Israeliani dai morsi di serpente. Gli “uomini medicina” e gli sciamani guaritori dell’Africa, Asia e anche delle Americhe hanno avuto le posizioni piu elevate a livello sociale nelle loro tribù. In opposizione, la progressione del pensiero occidentale ha ignorato in gran parte la vasta gamma di processi di guarigione da mente a mente che ha funzionato in altre culture antiche. Anche se facciamo sfoggio di tante teorie umanitarie e razionali, abbiamo ancora molto da imparare per quello che riguarda il ruolo della consapevolezza nella guarigione. Solo adesso stiamo realizzando che potere di guarigione ha la mente tramite I’uso di metodi scientifici. Negli ultimi anni, un certo numero di esperimenti di avanguardia hanno esplorato il ruolo che la consapevolezza di una persona può avere sulla
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salute di un ‘altra persona. Nella libro “Ricerca sulla guarigione (Healing research, 1993) lo psicologo Dott. Daniel Benor ha fatto oltre 150 studi controllati in tutto il mondo. Lui ha rivisto gli esperimenti psichici, mentali e di guarigione spirituale fatti su una varieta di organismi viventi: enzimi, colture delle cellule, batteri, lieviti, piante, animali ed esseri umani. Più di metà degli studi dimostrano significativi risultati di guarigione. Uno studio importante che è diventato un punto di riferimento condotto da Fred Sicher, dalla psichiatra Elisabeth Targ ed altri e stato pubblicato nel Dicembre del 1998 nell’edizione del Giornale Medico Occidentale (The Western Medical Journal) e descrive la ricerca di guarigione effettuata al Centro Medico California Pacific (California Pacific Medical Center). Questa ricerca descrive nei minimi particolari gli effetti terapeutici positivi della guarigione a distanza, o delle intenzioni di guarigione sulle persone affette da forme avanzate di AIDS. In questo giornale medico tradizionale, i ricercatori hanno definito la guarigione a distanza o non-locale come un atto di “meditazione protesa ad agevolare a distanza il benessere fisico e/o emozionale di un’altra persona” aggiungendo che questa pratica “è stata trovata in certe forme in quasi ogni cultura fin da tempi preistorici”. La loro ricerca ipotizzava che un intervento intensivo di guarigione a distanza della durata di dieci settimane fatto da guaritori esperti situati negli Stati Uniti potesse avvantaggiare i risultati medici per una popolazione di pazienti affetti da una forma avanzata di AIDS nella zona de San Francisco. I ricercatori hanno effettuato due studi separati, ripartiti in probabilità e doppio cieco (double-blind): uno studio pilota che coinvolge venti soggetti di sesso maschiie stratificati in base al numero delle malattie di appartenenza AIDS e uno studio replica di quaranta uomini abbinati a coppie con attenzione all’eta e al conteggio della cellula T e al numero di malattie di appartenenza AIDS. Le condizioni dei partecipanti sono state valutate da testi psicometrici e del sangue nel momento della loro iscrizione, dopo I’intervento di guarigione a distanza ed anche sei mesi piu tardi, quando i medici hanno rivisto le loro tabelle mediche. Nello studio pilota, quattro dei dieci soggetti di controllo sono morti, mentre tutti gli altri soggetti nei gruppo di trattamento sono sopravvissuti. Ma questo
risultato è stato probabilmente confuso tramite le distribuzioni disuguali di età nei due gruppi. Nello studio replica, uomini affetti da AIDS sono stati reclutati di nuovo dalla zona della baia di San Francisco. E’ stato detto loro che avevano le stesse probabilità di essere inclusi o nel gruppo di trattamento o nel gruppo di controllo. Tutti i soggetti sono stati accoppiati in base all’eta, al conteggio di CD4 ed anche in base alle malattie di appartenenza AIDS. 40 guaritori a distanza da tutte le parti del paese hanno partecipato a questo studio. Ognuno di loro aveva piu di 5 anni di esperienza nel suo preciso campo di guarigione praticata. Erano di appartenenza cristiana, ebrea, buddista,o dei nativi americani o appartenenti alle
tradizioni sciamaniche oltre che dalle scuole “bioenergetiche” secolari. Ogni soggetto nei gruppo destinato ai trattamenti di guarigione a distanza e stato trattato da 10 guaritori diversi in un programma di guarigione a rotazione. Ai guaritori è stato chiesto al loro soggetto per circa un’ora al giorno per sei giorni successivi, con le istruzioni di
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“dirigere un’intenzione di salute e di benessere” verso il soggetto che stavano assistendo. Nessuno del 40 soggetti sotto studio ha mai incontrato i guaritori ne hanno saputo a quale gruppo appartenevano come non lo sapevano neanche i ricercatori, I’assegnazione ai gruppi essendo stata fatta per estrazione a sorte. A metà della ricerca nessun gruppo di soggetti e stato capace di indovinare significativamente se erano o meno nel gruppo di persone trattate con la guarigione a distanza. Comunque, verso la fine della ricerca, c’erano molte meno malattie collegate a quella di base, permettendo che il gruppo di guarigione potesse identificarsi con significative probabilità! Poiche tutti i soggetti sono stati trattati con la terapia del Triplice-Farmaco, non ci sono stati deceduti in alcun gruppo. II gruppo di guarigione ha avuto una qualità di vita significativamente migliore anche a livello medico con probabilità superiori di 100 a 1 su molte misurazioni quantitative, compreso meno chiamate del medico da parte del paziente esterno (185 contro 260); meno giorni di degenza ospedaliera (10 contro 68); malattie meno severe acquisite durante lo studio, come misurato dai segni di gravità della malattia (16 contro 43); e significativamente meno afflizione
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depressive. La Dott.ssa Elisabeth Targ conclude, “meno ricoveri ospedalieri, poche nuove malattie gravi e la salute soggettiva notevolmente migliorata sostiene I’ipotesi degli effetti terapeutici positivi della guarigione a distanza”. II redattore del giornale ha introdotto I’articolo nel seguente modo: “I’articolo pubblicato in seguito ha lo scopo di promuovere I’evoluzione della scienza e il dibattito. E’ stato rivisto, modificato e riesaminato dagli esperti conosciuti a livello nazionale nella biostatistica e nella medicina complementare... Abbiamo scelto di pubblicare questo articolo provocatorio per stimolare altri studi sulla guarigione a distanza ed altre pratiche complementari ed altri operatori. E’ arrivato il momento di fare piu chiarezza, togliere I’oscurita ed anche degli inutili dibattiti incendiari”. Altri due studi sulla guarigione a distanza sono stati pubblicati in riviste mediche prestigiose. Nel 1988 il medico Randolph Byrd ha pubblicato sul The Southern Medical Journal (Giornale Medico del Sud Ndt) una dimostrazione riuscita (in doppio cieco) di guarigione a distanza. Lo studio ha fatto partecipare 393 pazienti cardiaci del San Francisco General Hospital (Ospedale Generate di San Francisco). E nel 1999, il cardiologo William Harris
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dell’universita di Missouri a Kansas City, ha pubblicato uno studio simile, riuscito, che ha coinvolto 990 pazienti cardiaci. II suo articolo e comparso su The Archives of Internal Medicine (Gli Archivi della Medicina Interna). I risultati di tutti e tre gli esperimenti clinici sono partiti dalle aspettative statistiche. Tuttavia, il lavoro di Sicher e di Targ ha richiesto meno di un decimo del numero di pazienti implicati nelle ricerche seguenti per ottenere risultati di questa portata. Attribuiamo come superiore I’effetto di grandezza (effect size) (Z/N1/2) al fatto che Sicher e Targ hanno lavorato con guaritori che avevano ciascuno piu di cinque anni di esperienza nella guarigione a distanza, mentre gli altri hanno lavorato con gente ben intenzionata, ma molto meno esperta. Un’analisi dettagliata di 23 studi clinici sulla intercessione della preghiera e su la guarigione a distanza è stato recentemente pubblicata da John Astin ed altri, negli The Annals of Internal Medicine (Annali di Medicina lnterna). un esame di 16 studi trovati come adeguati (sufficiente controllo in doppio-cieco) hanno mostrato un formato di effetto di grandezza di 0,4, con un’importanza generate di P < 10-4 per 2139 pazienti. Per completare due eccellenti analisi dell’intenzionalità a distanza e di studi di guarigione a distanza sono stati pubblicati in questo giornale aprendo la strada ai ricercatori Marilyn Schlitz, William Braud ed Elisabeth Targ. Prendendo conoscenza della natura non-locale del nostro universo, Braud recentemente ha congetturato che nelle terapie alternative le nostre intenzioni di guarigione possono realizzare il loro obiettivo raggiungendo indietro nel tempo “II momento dell’inseminazione” considerato come punto critico per I’inizio della malattia creando cosi vie alternative che escludono lo sviluppo della malattia. Braud suggerisce che gli stati incipienti della malattia possono essere piu attendibili e quindi intervenire in quel punto si possono trovare le vie alternative piu suscettibili al cambiamento implementato con la guarigione a distanza (20). Questa idea di causalità a rovescio è simile a quella precedentemente descritta nei sogni precognitivi, in cui il nostro sogno notturno e “causato” apparentemente dalla conferma che viviamo nel giorno seguente. La fisica moderna sembra indicare che stiamo vivendo in una rete spazio-temporale, dove sia il futuro che il passato stanno spingendo
sul presente. Gli scienziati non hanno ancora chiaro come i processi mentali sviluppati con I’intenzionalità personale possano provocare effetti a livello fisico come le contrazioni muscolari. Infatti, rimane un mistero, come la mente invisibile riesca ad influire sul corpo fisico. Ma sappiamo ora che la mente e motto più potente di quello che credevamo precedentemente. La scienza del ventesimo secolo ha documentato che i nostri pensieri influiscono suite altre persone che tutti noi siamo collegati tramite la nostra consapevolezza. Non siamo neppure soli nello sperimentare gli effetti del nostri pensieri! Siamo realmente agganciati ad un Internet psichico uguale all’inconscio collettivo” di Jung. Ma gli utenti sono soprattutto coloro che hanno imparato ad arrestare i propri pensieri e fermare la loro attenzione. Questo e valido per tutti quelli che si stanno sintonizzando per accedere ed influire sullo scambio di informazioni.
Perchè uno Scienziato Pregherebbe? Oggi, molti di noi stanno cercando una spiritualità comprensibile, in cui le esperienze hanno il sopravvento sulle credenze religiose. E’ evidente che una persona non deve credere o dare per scontato I’idea circa I’esistenza di uno spirito universale, perchè I’esperienza della divinità è un’ipotesi dimostrabile cosi come si può vedere di seguito. Tuttavia, la dimostrazione e le prove filosofiche non sono il nostro scopo. Piuttosto, siamo diventati consapevoli che questa esperienza è disponibile a chiunque cerca una vita spirituale e che allo stesso tempo vuole rimanere un individuo critico e razionale del ventunesimo secolo. Possiamo includere Dio nelle nostre vite senza rinunciare alla nostra mente, se riusciamo a oltrepassare i nostri pensieri analitici usuali ed imparare come diventare attenti. Uno scienziato potrebbe pregare, o cercare “la pace che oltrepassa il capire” come una via per sperimentare la verita, senza usare il pensiero cosciente. Nel suo saggio del 1939 “la Scienza e la Religione,” Albert Einstein ha suggerito che ciascuno di noi ha il potenziale per ottenere una consapevolezza più grande della verità, potenzialità che è superiore a quello che la sola analisi può offrire: “la conoscenza oggettiva ci
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fornisce strumenti potenti per ottenere determinati obiettivi. Ma l’ultimo obiettivo in se ed anche il desiderio di raggiungerlo devono venire da un’altra fonte.” (21) I saggi hanno dimostrato attraverso la storia che I’esperienza di Dio è possibile senza appartenere ad una chiesa o ad una religione, affinche la motivazione di base di una persona è quella di scoprire la verita. II medico Herbert Benson dell’università di Harvard recentemente ha proposto che i nostri corpi ed i nostri cervelli sono interconnessi con Dio. Con questo lui voleva dire che negli ultimi duemilacinquecento anni a partire da Buddha, Gesu e Baal Shem Tov (il fondatore del giudaismo Hassidic), ad arrivare a poeti come Rumi, Blake ed Emerson, i mistici hanno condiviso un’esperienza comune che è effettivamente a disposizione di tutti noi. In tutti i percorsi mistici, viene esaltata I’esperienza di Dio, piuttosto che la credenza in Dio, o il rituale religioso. Rumi, un poeta Sufi, ha condiviso i suoi pensieri inspirati dopo aver sperimentato a modo suo la divinita: Penso tutto il giorno a questo proposito, e poi alla notte lo dico. Da dove sono venuto e che cosa dovrei fare? Non ne ho idea. La mia anima proviene da altrove, sono sicuro di questo, ed intendo tomare lassù. Ogni volta che ci sediamo pacificamente e tranquillizziamo la nostra mente, abbiamo I’occasione di sperimentare un collegamento oceanico con “un qualcosa” di esterno diverse dal nostro se separate. Per molti quel collegamento è sperimentare uno stato di amore infinito che potrebbe costituire una parte del nostro processo evolutivo come specie. Questo sentimento di amore universale, senza alcun oggetto particolare, è spesso associato alla consapevolezza di far parte di un’unica comunità spirituale che avvolge tutti gli esseri viventi. Tali sentimenti, collegati ad una consapevolezza illimitata, sono stati descritti da molti come I’esperienza di Dio. II dono di una mente calma permette di capire cosa significa essere nell’amore, come sperimentare I’immersione in un mare d’amore, diversamente dall’esperienza dell’innamoramento verso una persona. E’ possibile essere nell’amore (o nella gratitudine) come modo di vivere. Questa esperienza stà alla base dell’espressione spesso sentita che “Dio è amore”; in un contesto ordinario quest’espressione viene usata con facilità, come un semplice cliche, o peggio non viene nemmeno compresa. Queste esperienze di
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amore universale è pacifico, sono esempi dei sentimenti avvolgenti dell’unita che i mistici stanno cercando di sperimentare da millenni. Gesù che amava questa condizione di consapevolezza, la pace che oltrepassa la comprensione sinonimo anche di “un regno che non appartiene a questo mondo”. Gli hindus lo chiamano “stato di grazia” o ananda. Buddha lo ha denominato una condizione “della non-mente,” significando I’assenza dei pensieri che interrompono la consapevolezza della coscienza universale indivisibile.
Percorso dell’autoinvestigazione Agli inizi del ventesimo secolo, due dei piu noti pensatori dei mondo, Ludwig Wittgenstein ed Alfred Ayer hanno tentato di descrivere la fisica e la metafisica di cio che puo essere conosciuto della realta. Questi pensatori logici hanno affermato che niente di espressivo potrebbe dirsi circa Dio, perchè nessun esperimento potrebbe essere fatto sia per confutare o negarne (verificare o falsificare) I’esistenza. Ma, per la fine delle loro vite, sia Wittgenstein che Ayer erano disposti ad esaminare seriamente I’idea che I’esperienza dei mistici potrebbe realmente essere considerata come prova osservabile in un esperimento. Infatti, nell’ultimo libro di Wittgenstein, “Sulla Certezza”, questi ha dato priorità all’esperienza rispetto alla teoria. Questo pensatore logico diceva che, “la soluzione all’enigma della vita spazio- temporale si trovi fuori dallo spazio
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e dal tempo.” (24). Per migliaia di anni, i vari saggi hanno descritto una visione del mondo a tutti quelli che erano disposti ad ascoltare. Per osservare e sperimentare essi hanno dato come indicazione la seguente pratica: “siediti ed osserva in tranquillita”. In seguito invitavano ad esaminare la propria esperienza per vedere se corrispondeva al loro insegnamento. Questo metodo si avvicina ad una visione scientifica ed empirica come approccio alla spiritualità. Trent’anni fa le copertine dei giornali americani proclamavano: “Dio e morto”, oggi diremmo che Dio di sicuro non è ne vivo ne morto, ma piuttosto si manifesta come uno stato di consapevolezza che trascende la consapevolezza ordinaria. Dio è un’ esperienza personale attiva piuttosto che un’entita distante nel cielo. I nostri cinque sensi ci portano dati dal mondo materiale, filtrando e limitando la nostra apertura alla trascendenza, mentre la consapevolezza è disponibile alla mente calma. Focalizzare la nostra attenzione è lo strumento più potente che abbiamo per trasformare le nostre vite. Dopo secoli di bombardamenti con teorie accademiche stiamo finalmente riconoscendo che la cosiddetta verità scientifica prosegue per tentativi sperimentali. In un mondo scientifico costantemente governato dalle leggi della “indeterminazione” (Werner Heisenberg) e della “non localita” (John Bell) nella fisica e “nell’incompletezza” (Kurt Godel) nella matematica, stiamo cominciando a trovare lo spazio per I’esperienza divina. II filosofo Ken Wilber sottolinea
con forza questo punto nel suo libro “Quantum Questions” (Domande Quantiche). Egli asserisce in modo convincente che anche se la fisica non riuscira mai a spiegare la spiritualità i regni spirituali potranno essere esplorati con i metodi scientifici. La presuntuosa affermazione che tutte le esperienze religiose sono di natura personale, non comunicabili e restate completamente chiuse, per fornire soltanto un esempio, la trasmissione dell’illuminazione di Buddha, fino al giorno d’oggi avviene tramite i maestri buddisti (fatto che permette di essere sperimentata e commentata tuttora). Wilber descrive tre strade diverse, ma ugualmente valide, dell’ empirismo scientifico: “L’occhio della carne”, che li informa circa il mondo dei nostri sensi; “l’occhio della mente”, che ci concede I’accesso alla matematica, alle idee e alla logica; e “ I’occhio della contemplazione” , che rappresenta la nostra finestra sul mondo dell’ esperienza spirituale. Nessuno di questi metodi suggerisce che dobbiamo abbracciare un dogma, o che dobbiamo integrare il Babbo Natale in una visione scientifica del mondo moderno, tuttavia ci invitano ad osservare oltre la nostra mente pensante per scoprire chi siamo. Mentre non possiamo controllare sempre gli eventi intorno noi, abbiamo iI potere su come sperimentare questi eventi. In qualsiasi momento, noi possiamo influire individualmente e collettivamente sul corso delle nostre vite scegliendo di dirigere la nostra attenzione verso quell’aspetto di noi stessi che è consapevole e tramite la pratica dell’autoinvestigazione può passare alla consapevolezza vera e propria. Possiamo chiedere, “chi è consapevole?” e poi “chi desidera di conoscere?”. La scelta di come indirizzare la nostra attenzione diventa la più potente e la più grande liberta che abbiamo. La nostra scelta attitudinale di come focalizziamo interessa non soltanto le nostre proprie percezioni ed esperienze, ma anche le esperienze ed i comportamenti altrui. Concludiamo che le implicazioni scientifiche e spirituali delle abilità psichiche sono evidenti nel rilevare il mistero del mondo spazio-temporale in cui viviamo. Ancor di più si può evidenziare il fatto che una mente tranquilla; che avverte i fenomeni psichici, ha anche I’occasione di sperimentare I’amore illimitato nonche I’eterna consapevolezza fuori dal tempo, senza provare la separazione imposta dai nostri corpi.
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NOTIZIE DALL’ANTI-MONDO Un fondamentale teorema della Fisica Teorica stabilisce che se, con un colpo di bacchetta magica (!), si potessero scambiare tutte le cariche elettriche positive con quelle negative (e viceversa : coniugazione di carica C) e insieme scambiare la sinistra con la destra (parità P) e insieme invertire il flusso del tempo ( il passato diventa futuro e viceversa: inversione temporale T), ci troveremmo in un anti-Universo indistinguibile da quello in cui viviamo! di Mario Bruschi
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U
n fondamentale teorema della Fisica Teorica stabilisce che se, con un colpo di bacchetta magica (!), si potessero scambiare tutte le cariche elettriche positive con quelle negative (e viceversa : coniugazione di carica C) e insieme scambiare la sinistra con la destra (parità P) e insieme invertire il flusso del tempo ( il passato diventa futuro e viceversa: inversione temporale T), ci troveremmo in un anti-Universo indistinguibile da quello in cui viviamo! Questo è in parole povere, il Teorema CPT. I fisici erano comunque convinti che in realtà le singole ‘invarianze’ fossero rispettate dalla natura… cioè che il mondo fosse indifferente allo scambio delle cariche elettriche e allo scambio destra-sinistra e allo scambio passato-futuro. I primi dubbi vennero a fisici teorici negli anni ’50 e in
se può sembrare banale per il non scienziato (in effetti chiunque può facilmente avvertire in che direzione scorre il tempo… prima si nasce e poi si muore: non viceversa!), era stato ed è tuttora uno dei problemi aperti della fisica: la fisica fondamentale ha serie difficoltà nel riconoscere la “freccia del tempo” cioè proprio nel distinguere futuro e passato… Tornando alla attualità: i fisici teorici sospettavano che la misteriosa violazione CP potesse essere osservata anche nel decadimento dei mesoni B, mesoni che contengono i quarks ‘bottom’ B che sono ancora più rari dei già rari S (strani). Una prova sperimentale di ciò sembra emergere in un piccolo numero di eventi registrati al FermiLab (USA). Gerry Bauer (bauerg@fnal.fnal.gov, 630-840-8621) analizzando dati sulla asimmetria tra la produzione di mesoni antimesoni B nelle collisoni protone-antiprotone al FermiLab e il loro
seguito fu confermato sperimentalmente che in realtà l’Universo distingue tra positivo e negativo (C) e tra destra e sinistra (P)… restava la possibilità che comunque cambiando le cariche (C) e la parità (P), l’Universo restasse lo stesso… (invarianza CP). Ma alcuni fisici teorici teorizzarono che la stessa CP potesse essere violata a livello microscopico e nel 1964 tale violazione fu confermata sperimentalmente nel decadimento dei mesoni K (che contengono i rari quarks ‘S’ -quarks ‘strani’-). La violazione di CP è estremamente importante perché, se confermata e se il teorema CPT è corretto, implica una violazione della invarianza sotto inversione temporale (T): in altre parole l’Universo è in grado di distinguere (almeno a livello microscopico) tra passato e futuro! Questo, anche
decadimento in mesoni K e Psi, tentativamente conferma che una violazione CP accade nei fenomeni coinvolgenti i quarks B. (Abe et al., Physical Review Letters, tent. 21 -December 1998) Inoltre una prova diretta della violazione della invarianza T è stata ottenuta al CERN nell’esperimento CPLEAR studiando il decadimento di Kaoni e antiKaoni (i dati saranno prossimamente pubblicati su Physics Letters B). La conferma di una direzione privilegiata del tempo potrebbe anche fare luce su uno dei misteri cosmologici finora insoluti: perché nel Big Bang si è formata più materia che antimateria? Perché viviamo in questo mondo, e non nell’antimondo? (o peggio, in un mix dei due… peggio perché la materia normale ha incontri “esplosivi” con la sua controparte!).
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GLI SCIENZIATI CONVERTONO CELLULE EPITELIALI IN CELLULE
CARDIACHE CONTRATTILI
Gli scienziati dello Scripps Research Institute hanno trasformato cellule epiteliali adulte direttamente in cellule cardiache contrattili in modo efficiente, bypassando il laborioso processo di generazione di cellule staminali embrionali. DALLO SCHWARTZREPORT TRADUZIONE A CURA DI ERICA DELLAGO
Fonte: Scripps Research Institute
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li scienziati dello Scripps Research Institute hanno trasformato cellule epiteliali adulte direttamente in cellule cardiache contrattili in modo efficiente, bypassando il laborioso processo di generazione di cellule staminali embrionali. La potente piattaforma tecnologica generale potrebbe portare a nuove cure per una serie di malattie e di lesioni che riguardano la perdita o il danno di cellule, come le malattie cardiache, il morbo di Parkinson e il morbo di Alzheimer. Lo studio è stato pubblicato il 30 Gennaio 2011, in un numero in anteprima online di Nature Cell Biology. “Questo lavoro rappresenta un nuovo paradigma nella riprogrammazione delle cellule staminali”, ha detto Sheng Ding, Dottorato di Ricerca, Professore Associato dello Scripps Research, che ha condotto lo studio. “Speriamo aiuti a superare gli ostacoli legati alla sicurezza e quelli tecnici attualmente associati ad alcuni tipi di terapie con cellule staminali”.
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Creare cellule staminali
Gli scienziati dello Scripps Research Institute hanno trasformato cellule epiteliali adulte direttamente in cellule cardiache contrattili in modo efficiente, bypassando il laborioso processo di generazione di cellule staminali embrionali.
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Come il corpo umano si sviluppa, le cellule staminali di tipo embrionale si moltiplicano e si trasformano in diversi tipi di cellule mature attraverso un processo noto come differenziazione, producendo tutti i differenti tipi di cellule e tessuti del corpo. Superata la fase embrionale, tuttavia, il corpo umano ha capacità limitate di generare nuove cellule per sostituire quelle perse o danneggiate. Quindi, gli scienziati hanno cercato di sviluppare metodi per “riprogrammare” le cellule umane adulte a tornare indietro a uno stato di tipo embrionale, o pluripotente, dal quale sono in grado di dividersi e poi trasformarsi in qualsiasi tipo di cellula del corpo. Utilizzando queste tecniche, gli scienziati mirano a essere un giorno in grado di prendere le cellule del paziente, ad esempio le cellule epiteliali, trasformarle in cellule cardiache o cerebrali, e poi reinserirle nel paziente per riparare i tessuti danneggiati. Nel 2006, gli scienziati giapponesi hanno riferito di poter riprogrammare le cellule epiteliali dei topi trasformandole in pluripotenti semplicemente inserendo una serie di quattro geni nelle cellule. Anche se la tecnologia per produrre queste cellule – denominate cellule staminali pluripotenti indotte (iPS) – rappresenta un progresso significativo, ci sono alcuni ostacoli da superare prima di poterla adottare per le terapie. “Ci vuole molto tempo per generare cellule iPS e poi differenziarle in tipologie di cellule funzionali tessuto-specifiche”, ha detto
Ding, “ed è un processo complesso. E ciò che viene generato non rappresenta l’ideale”. Nel dettaglio, gli scienziati hanno bisogno da due a quattro settimane per creare cellule iPS da cellule epiteliali e il processo non è ancora efficiente, con una sola cellula tra migliaia che si occupa dell’intera trasformazione. Inoltre, una volta ottenute le cellule iPS, gli scienziati devono passare attraverso la complessa procedura dell’indurre le cellule iPS a differenziarsi nei diversi tipi di cellule desiderate, processo che richiede da due a quattro ulteriori settimane. In aggiunta, il processo di generazione di cellule mature da cellule iPS non è infallibile. Quando, per esempio, gli scienziati inducono cellule iPS a trasformarsi in cellule cardiache, le cellule ottenute sono un mix di cellule cardiache e alcune tenaci cellule iPS. Gli scienziati temono che dare queste nuove cellule cardiache (con le cellule pluripotenti rimanenti) ai pazienti potrebbe essere pericoloso. Quando le cellule pluripotenti vengono iniettate nei topi,
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Come il corpo umano si sviluppa, le cellule staminali di tipo embrionale si moltiplicano e si trasformano in diversi tipi di cellule mature attraverso un processo noto come differenziazione, producendo tutti i differenti tipi di cellule e tessuti del corpo. Superata la fase embrionale, tuttavia, il corpo umano ha capacità limitate di generare nuove cellule per sostituire quelle perse o danneggiate.
causano crescite di tipo cancerogeno. A causa di queste preoccupazioni, Ding e i suoi colleghi hanno deciso di provare a ottimizzare il processo bypassando completamente la fase iPS e passando direttamente da un tipo di cellula matura (cellula epiteliale) ad un’altra (cellula cardiaca).
epiteliali”, ha detto Ding. “E’ stato fenomenale”. Ding fa notare che il protocollo è differente in modo sostanziale da quanto fatto precedentemente da altri scienziati, e osserva che dare alle cellule un
Bypassare la fase delle cellule staminali Il team ha introdotto gli stessi quattro geni inizialmente usati per trasformare le cellule iPS in cellule epiteliali fibroblastiche adulte, ma anziché lasciare i geni costantemente attivi nelle cellule per diverse settimane, hanno disattivato la loro attività dopo pochi giorni, molto prima che le cellule si fossero trasformate in cellule iPS. Una volta disattivati i geni, gli scienziati hanno lanciato un segnale alle cellule per farle diventare cellule cardiache. “In 11 giorni, siamo riusciti a “scodellare” cellule cardiache contrattili partendo da cellule
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tipo di segnale diverso potrebbe trasformarle in cellule cerebrali o pancreatiche. “E’ come lanciare un razzo”, ha detto. “Fino ad oggi, si pensava che prima bisognasse far atterrare il razzo sulla luna e poi da lì si potesse andare su altri pianeti. Ma qui dimostriamo che subito dopo il lancio è possibile riorientare il razzo verso un altro pianeta senza dover passare prima dalla luna. Si tratta di un paradigma totalmente nuovo”. Insieme a una migliore comprensione della biologia di base delle cellule staminali, il passo
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successivo è modificare ulteriormente questa tecnica per eliminare la necessità di inserire i quattro geni che sono stati collegati allo sviluppo del cancro. Di conseguenza, molti scienziati, tra cui Ding, hanno lavorato a nuove tecniche di sviluppo di cellule iPS che escludono l’uso di questi geni. Cosa che si è dimostrata difficile. Ma con il nuovo protocollo, che bypassa la fase delle cellule iPS, questi geni sono necessari per un tempo molto più breve. “Il procedimento per un periodo di tempo così breve è molto più facile da sostituire”, ha
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IL SCRIPPS RESEARCH INSTITUTE (TSRI) È un centro di ricerca nel campo delle scienze biomediche, con sede a La Jolla (California). È uno dei più grandi centri di ricerca privati e non-profit in discipline biomediche al mondo. L'istituto nel suo attuale nome e configurazione è stato costituito nel 1993, quando è diventato indipendente. In precedenza era un centro di ricerca affiliato all'adiacente ospedale Scripps Clinic. Comprende una facoltà di circa 300 professori, tra cui diversi membri della National Academy of Sciences e premi Nobel, e circa 3000 tra ricercatori, tecnici e dottorandi. Nel 2006 una seconda sede è stata aperta in Florida (a Jupiter), grazie anche a notevoli finanziamenti dello stato della Florida. L'istituto ha un dipartimento di chimica particolarmente rinomato, includendo tra gli altri K.C. Nicolaou, Barry Sharpless, Phil Baran e Jin-Quan Yu. Proprio la presenza di un dipartimento di chimica di così altro profilo in un centro di ricerca rivolto soprattutto alla biologia ed alla medicina ne ha rappresentato un elemento distintivo e di grande forza. La stretta collaborazione di chimici e biologi ha portato a numerose scoperte ed alla nascita di nuovi campi di ricerca, come ad esempio quello della biologia chimica. Nell'istituto si pensa ai processi biologici come a processi chimici estremamente complessi e dunque, attraverso nuove scoperte nel campo delle scienze chimiche si può arrivare a comprendere, studiare e influenzare i processi biologici. Dal punto di vista dell'organizzazione, è un istituto che funziona sul cosiddetto "soft money" system. I professori vengono pagati solo in minima parte dall'istituto e ognuno deve ricevere finanziamenti esterni per assicurare risorse per il proprio laboratorio e per il proprio stipendio. Una grande parte di questi finanziamenti proviene dai NIH (National Institutes of Health), un ente governativo che eroga diversi finanziamenti in campo medico, decidendoli in base alla 'peer review'. Altri finanziamenti possono essere di natura privata, per esempio da compagnie farmaceutiche che sono interessate ad avere collaborazioni scientifiche.
Informazioni su The Scripps Research Institute
osservato Ding. Insieme a Ding, gli autori del saggio “Conversione di fibroblasti di topo in cardiomiociti utilizzando una strategia di riprogrammazione diretta” sono Jem A. Efe, Simon Hilcove, Janghwan Kim, e Hongyan Zhou dello Scripps Research, e Kunfu Ouyang, Gang Wang, e Ju Chen dell’Università della California, San Diego. La ricerca è stata finanziata da The Scripps Research Institute, dal California Institute for Regenerative Medicine, dal Fate Therapeutics, e dalla Esther B. O’Keeffe Foundation.
Lo Scripps Research Institute è una delle organizzazioni no profit di ricerca biomedica indipendente più grandi al mondo, all’avanguardia nella scienza biomedica di base che cerca di comprendere i processi fondamentali della vita. Lo Scripps Research è riconosciuto a livello internazionale per le sue scoperte nel campo dell’immunologia, della biologia molecolare e cellulare, della chimica, delle neuroscienze, delle malattie autoimmuni, cardiovascolari e infettive, e dello sviluppo di vaccini sintetici. Istituzione evolutasi dalla Scripps Metabolic Clinic fondata dalla filantropa Ellen Browning Scripps nel 1924, lo Scripps Research impiega attualmente circa 3.000 scienziati, borsisti post-dottorato, tecnici scientifici e altro, dottorati di laurea di studenti universitari, e personale amministrativo e di supporto tecnico. Con sede principale a La Jolla, in California, l’istituto comprende anche lo Scripps Florida, con ricercatori focalizzati sulla scienza biomedica di base, la scoperta di farmaci, e lo sviluppo tecnologico. Scripps Florida si trova a Jupiter, in Florida. Per ulteriori informazioni, vedi www.scripps.edu.
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DIVULGATO DALLO SCHWARTZREPORT
ROB STEIN, Staff Writer – Washington Post
GLI SCIENZIATI
RIPROGRAMMANO
IL FUNZIONAMENTO
DELLE CELLULE ADULTE 32
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Gli scienziati sono riusciti a trasformare una cellula adulta e matura di un animale vivo in un’altra avente funzioni differenti, un notevole passo in avanti che potrebbe portare alla cura di diverse malattie e ad arginare le difficoltà etiche e politiche associate alla ricerca sulle cellule staminali embrionali.
li scienziati sono riusciti a trasformare una cellula adulta e matura di un animale vivo in un’altra avente funzioni differenti, un notevole passo in avanti che potrebbe portare alla cura di diverse malattie e ad arginare le difficoltà etiche e politiche associate alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. Attraverso una serie di esperimenti accurati sui gatti, i biologi di Harvard hanno individuato tre interruttori molecolari che, se stimolati, trasformano una cellula comune del pancreas in quella più preziosa che produce insulina, di cui hanno bisogno i diabetici per sopravvivere. Gli esperimenti, descritti dettagliatamente ieri sul giornale “Nature”, indicano che non solo i pazienti malati di diabete, ma anche quelli affetti da patologie cardiache, attacchi e altri disturbi potrebbero essere in grado di riprogrammare nel tempo alcune delle loro cellule per curarsi senza dover ricorrere a farmaci, trapianti o altre terapie. “È una sorta di trasformazione estrema di una cellula”, ha detto Douglas A. Melton, co-direttore dell’Harvard Stem Cell Institute che ha condotto la ricerca. “L’obbiettivo, molto stimolante, è di riprodurre quelle cellule che, in alcune persone, sono assenti o difettose”. Il lavoro ha incontrato il più ampio consenso perfino tra coloro che hanno sempre criticato la ricerca sulle cellule staminali embrionali, che possono essere adattate per formare qualsiasi tipo di tessuto nel corpo, ma che sono oggetto di continue controversie perché ottenute con la distruzione degli embrioni. “Non vedo alcun problema di tipo morale nella tecnica di base”, ha detto Richard Doerflinger della Conferenza Episcopale Cattolica degli Stati Uniti, uno dei maggiori oppositori alla ricerca sulle cellule staminali embrionali. “Soddisferà sia la medicina sia l’etica”. Anche i ricercatori del settore, che sono ormai avvezzi ai veloci progressi di questa scienza, si sono detti sorpresi dalla scoperta. “Sono sbalordito”, ha detto Robert Lanza, responsabile scientifico dell’Advanced Cell Technology di Worcester, Massachusetts. “Introduce un paradigma tutto nuovo per il trattamento delle malattie”. Secondo Melton e altri ricercatori, ci vorranno ancora molti anni prima di dimostrare se tale scoperta potrà tradursi in una vera e propria cura. “È un’importante prova di concetto”, ha detto Lawrence Goldstein,
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ricercatore di cellule staminali dell’Università della California di San Diego. “Ma queste cose sono sempre più semplici quando se ne discute in via teorica rispetto a quando le devi applicare su pazienti reali”. Sebbene gli esperimenti abbiano avuto come protagonisti i gatti, Melton e altri ricercatori sono ottimisti che l’approccio possa funzionare anche sugli esseri umani. “Non ne siamo certi… i gatti sono diversi dagli esseri umani”, ha affermato George Q. Daley, un ricercatore di cellule staminali dell’Ospedale dei bambini di Boston. “Ma la biologia
del pancreas è molto simile nei gatti e negli umani”. Melton ha già avviato le sperimentazioni di laboratorio con le cellule umane e spera di poter iniziare a progettare entro un anno i primi studi che coinvolgano persone affette da diabete. “Entro cinque anni potremmo essere pronti a iniziare i test sugli uomini”, ha affermato. Altri scienziati hanno cominciato a testare l’approccio su altre cellule, comprese quelle che potrebbero essere usate per trattare le lesioni del midollo spinale e i disordini neurovegetativi come il Morbo di Lou Gehrig. “L’idea di riprogrammare un neurone adulto di un certo tipo per trasformarlo in un altro preposto alla riparazione del sistema nervoso è davvero stimolante”, ha detto Paola Arlotta, che lavora per il Center for Regenerative Medicine, presso il General HospitalHarvard Medical School di Boston, Massachusetts. Questa ricerca è l’ultima frontiera nel campo della medicina rigenerativa, che è in via di espansione e che cerca di creare tessuti e parti del corpo sostitutivi in risposta ai bisogni specifici dei pazienti. Obbiettivo che ha iniziato ad avvicinarsi dopo che gli scienziati hanno scoperto le cellule staminali. Ma la ricerca sulle cellule staminali è stata ostacolata dalle obiezioni del presidente Bush e di altri, secondo i quali le prime fasi della vita umana hanno un valore morale. L’anno scorso, gli scienziati hanno sconvolto
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il loro ambiente annunciando di aver scoperto come manipolare i geni delle cellule adulte per ritrasformarle nell’equivalente delle cellule embrionali – che le entità hanno soprannominato “cellule staminali pluripotenti indotte” o “iPS” – che possono poi essere adattate per qualsiasi tipo di cellula nel corpo. Il nuovo lavoro sfrutta l’abilità sempre crescente che gli scienziati hanno sviluppato nell’utilizzare il funzionamento delle cellule, un tempo misterioso – questa volta per saltare il passo intermedio delle cellule iPS e trasformarle direttamente in cellule adulte. “Questo esperimento ci dimostra che non abbiamo più bisogno di tornare a uno stato embrionale”, ha affermato Daley. “Possiamo usare una cellula affine. Potrebbe essere più semplice e più pratico”. Secondo Doerflinger, la scoperta è la dimostrazione di come la ricerca che coinvolge gli embrioni umani non sia più necessaria. “Questo si va ad aggiungere alla grande e crescente lista di studi che stanno rendendo le cellule staminali embrionali irrilevanti per il progresso medico”, ha scritto Doerflinger in un’email. Ma altri ricercatori contestano ciò, affermando che è ancora difficile capire quale approccio alla fine risulterà più utile. “Le cellule staminali embrionali rappresentano una straordinaria finestra sulle malattie umane e restano una chiave importante del progresso a lungo termine della medicina rigenerativa”, ha affermato Melton. Per il loro lavoro, Melton e i suoi colleghi hanno studiato scrupolosamente le cellule del pancreas dei gatti, pervenendo man mano a una lista di geni necessari a creare una cellula “beta” che produca insulina. Dopo aver ristretto i geni candidati a nove, i ricercatori hanno costruito geneticamente dei virus conosciuti come “adenovirus” per trasportare i geni in altre cellule pancreatiche, conosciute come cellule esocrine, che normalmente secernono gli enzimi che aiutano la digestione dei cibi. Questo ha permesso agli scienziati di identificare finalmente i tre geni principali, necessari a controllare il resto dei geni della cellula e a convertirne una esocrina in una beta. “Il risultato è stato frutto di una combinazione di lavoro, fortuna e supposizioni”, ha detto Melton. “Abbiamo raggiunto una trasformazione completa, o una riprogrammazione, delle cellule da un tipo a un altro, e ne siamo molto contenti”. Quando gli scienziati hanno applicato la tecnica su gatti affetti da diabete, questi sono diventati capaci di
controllare i livelli degli zuccheri nel loro sangue. “I gatti non sono guariti, ma sono riusciti a ridurre il livello di zuccheri nel loro sangue quasi fino alla normalità”, ha affermato Melton. Secondo Melton e altri, resta da vedere se sarà necessario utilizzare dei virus costruiti geneticamente, che consentano di arginare gli ostacoli ottenendo un’approvazione regolatrice in merito alle preoccupazioni di rischi non previsti, o se sia possibile trovare sostanze chimiche per la stessa finalità. Se gli studi preliminari in laboratorio si riveleranno incoraggianti, Melton potrebbe tentare prima di convertire le cellule del fegato in cellule pancreatiche che producano insulina, perché sarebbe più sicuro che ricorrere a quelle del pancreas stesso. Una strategia alternativa sarebbe di utilizzare l’approccio per far crescere le cellule beta in laboratorio e trapiantarle negli stessi pazienti. Lanza si è detto ottimista. “Un giorno, questo permetterà al medico di sostituire il bisturi con una specie di chirurgia genetica”, ha detto Lanza. “Una volta perfezionata, rappresenterebbe uno dei sacri graal della medicina”. (Traduzione a cura di: Paola Mas.)
Sebbene gli esperimenti abbiano avuto come protagonisti i gatti, Melton e altri ricercatori sono ottimisti che l’approccio possa funzionare anche sugli esseri umani.
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I MOVIMENTI NEGAZIONISTI CRITICANO L’EVOLUZIONE, IL CAMBIAMENTO CLIMATICO, E LA COSCIENZA NON LOCALE In questo interessantissimo articolo del nostro caro amico Schwartz si parla, anche, della mente non locale e, se volete, delle geometrie che uniscono gli eventi, già attivi e reali nel Presente Continuo..! Siamo immersi in una infinita rete di geometrie ed in base a quella che percorri vai verso un evento o un altro..! E’ la visionedei saggi e dei mistici, che già “conoscono” gli itinerari del prossimo, ma non possono fare altro che dare segnali minimi, perché sono le persone stesse a dover “osservare” e non ripetere certi “meccanismi ed atteggiamenti” che li hanno portati a non comprendere, a vivere possedendo, ed a soffrire se hanno o non hanno..! Inoltre il lavoro di Schwartz sottolinea la grande ignoranza, imposta e voluta da anni, per non rendere le persone autonome e conscie del vivere e della vita, da rispettare e difendere, in tutte le sue manifestazioni conosciute e da conoscere, visibili e non! Dalle sue parole traspare anche un’incitazione a non sedersi sul paradigma dominante che, come tutto ciò che perde presa, diventa sempre più aggressivo, arrogante, inquisitorio ed ignorante. DALLO SCHWARTZ-REPORT IN COLLABORAZIONE CON WWW.COSCIENZA.ORG Traduzione a cura di Erica Dellago e Clea Nardi
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l momento nella nostra cultura abbiamo numerosi movimenti negazionisti attivamente impegnati nel cercare di ostacolare il libero sviluppo della scienza: i creazionisti, i negazionisti del cambiamento climatico, e i negazionisti della coscienza – coloro che non possono o non vogliono considerare la coscienza qualcosa di diverso da un processo materialistico. Nonostante siano privi di sostanza, questi movimenti sono forze potenti nella cultura, e hanno notevoli effetti dannosi. Il creazionismo, in un primo momento, appare medioevale e assurdo, ma l’organizzazione The Pew Research che ha monitorato la questione creazionista per molti anni, riferisce che il 55% degli americani
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crede che il mondo sia stato creato negli ultimi 10mila anni, con tutte le specie, abbastanza simili a come sono oggi. Per quanto sconvolgente sia, nel contesto di questo articolo desidero evidenziare che la situazione sta peggiorando. I creazionisti stanno conquistando cuori e teste del pubblico americano. Si consideri il sondaggio 2005 dell’organizzazione Harris, mostrato nella tabella 1. (2) Tabella 1 Credete che le scimmie e l’uomo abbiano discendenze comuni oppure no? Sì, le scimmie e l’uomo hanno discendenze comuni Luglio 1996 – 51% Giugno 2005 – 46%
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No, le scimmie e l’uomo non hanno discendenze comuni Luglio 1996 – 43% Giugno 2005 – 47% Non saprei/non risponde Luglio 1996 – 5% Giugno 2005 – 7% Estratto dal The Harris Poll. Base: tutti adulti. La somma delle percentuali può non arrivare esattamente a 100% a causa degli arrotondamenti. I negazionisti del cambiamento climatico hanno gravemente ostacolato lo sviluppo di politiche razionali per far fronte a ciò che la miglior scienza ci dice sta accadendo al nostro clima, una distorsione che potrebbe portare ad avere conseguenze fatali. I negazionisti della coscienza sono materialisti che concepiscono tutti gli aspetti della coscienza come interamente costituiti da processi fisiologici, malgrado centinaia di studi dimostrino che questa conclusione non è motivata. Così, proprio come i creazionisti a dispetto di centinaia di studi chiedono che l’evoluzione sia considerata non più di una teoria non provata, o i negazionisti del clima che vedono le tempeste di neve estreme come una dimostrazione di quanto il cambiamento climatico sia un mito. Come risultato degli sforzi dei negazionisti, la ricerca in tutti e tre i campi è stata resa più difficile, con
implicazioni spiacevoli a livello scientifico e sociale. Gli scompigli che hanno creato nella ricerca dell’evoluzione e del clima sono ben noti. L’impatto dei negazionisti della coscienza è meno conosciuto e compreso. Ma è opportuno fare una considerazione: i progressi nella comprensione della natura della coscienza hanno effetti sociali molto diretti, in particolare di quell’aspetto – il non locale – che non è stato spiegato dalla fisiologia, ma che è guidato dalla non località e dai processi quantici. L’aspetto non locale della coscienza può ben spiegare l’intuito del genio, la manifestazione dei miracoli religiosi, così come le esperienze note come psi. Comprendere come gli individui facciano salti intuitivi che cambiano il gioco non è cosa da poco in un’epoca in cui l’acquisizione e l’analisi delle informazioni, come pure l’incoraggiamento all’innovazione che porta a nuove scoperte saranno i fattori vitali del successo della società umana. Più nel dettaglio, questi studi, prodotto collettivo di diverse discipline, stanno cominciando a descrivere come coscienza e materia interagiscano. Insieme stanno definendo un nuovo paradigma. I tre movimenti negazionisti – creazionisti, cambiamento climatico, e coscienza – condividono alcune similarità. I negazionisti di questi movimenti si autodefiniscono sempre come scettici, per cui dovremmo cominciare con l’osservare che scettico
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I tre movimenti negazionisti – creazionisti, cambiamento climatico, e coscienza – condividono alcune similarità. I negazionisti di questi movimenti si autodefiniscono sempre come scettici, per cui dovremmo cominciare con l’osservare che scettico deriva dalla radice greca skepsis, che significa ricerca e dubbio.
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deriva dalla radice greca skepsis, che significa ricerca e dubbio. Eppure, qualsiasi analisi oggettiva di questi movimenti rende chiaro che la loro caratteristica è la mancanza di interesse per ulteriori indagini, e l’assenza di dubbi circa la propria posizione. Quindi, se i negazionisti non sono scettici, cosa sono? Credo che rappresentino esempi di posizioni di difesa classica relativa ad un paradigma amato, che sta lentamente entrando in crisi, così come descritto dal fisico e filosofo della scienza Thomas Kuhn. (3) Per i creazionisti è l’infallibilità della Bibbia e la presentazione della creazione del mondo nella Genesi. Per i negazionisti del clima è la convinzione che l’intervento umano non sia la causa dell’enorme cambiamento climatico. Per i negazionisti della coscienza è la visione materialista. In questo articolo, anche se traccio paragoni tra i movimenti negazionisti, mi focalizzo in special modo su quelli della coscienza, perché gli attacchi e l’attrito dirompente da loro causati hanno un effetto particolarmente deleterio su molti dei progetti di ricerca trattati in queste pagine.
Seguendo il filo della critica dei negazionisti della coscienza nel secolo scorso, si nota che, anche se nei primi anni gli attacchi erano per lo più incentrati sulla metodologia, dopo uno scambio di opinioni tra lo psicologo negazionista Ray Hyman e l’esperta di statistica Jessica Utts quella linea di critica in generale cessò. Cosa accadde? Nel 1995 il Congresso degli Stati Uniti commissionò agli Istituti Americani per la Ricerca (AIR), un gruppo di esperti senza scopi di lucro con sede a Washington DC con una lunga esperienza professionale sui comportamenti umani e con stretti legami governativi, un’indagine per valutare la fondatezza della visione a distanza nelle ricerche che il governo americano aveva precedentemente finanziato. La visione a distanza è un protocollo per acquisire informazioni oggettivamente verificabili, che possono essere ottenute solo tramite l’accesso alla consapevolezza non locale, l’aspetto della coscienza oltre lo spazio/tempo. Per fare la valutazione, l’AIR selezionò l’esperta di statistica riconosciuta a livello nazionale Jessica Utts
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dell’Università della California, Davis, e il noto scettico Ray Hyman, professore di psicologia alla facoltà dell’Università dell’Oregon e membro del Committee for the Scientific Investigation of Claims of the Paranormal [Comitato di Indagine Scientifica delle Affermazioni sul Paranormale] (ora Committee for Skeptical Inquiry – Comitato di Indagine Scettica). Entrambi avevano già scritto sull’argomento ed erano stati notevolmente sofisticati rispetto alla complessa questione. La Utts aveva già affrontato il tema Andrea richiesto dalCesalpino Congresso in un documento pubblicato nel 1991 sulla rivista Statistical Science. L’AIR chiese individualmente sia a Hyman che alla Utts di produrre una relazione indipendente entro una data stabilita. La Utts vi si attenne e presentò la sua relazione entro il termine. Hyman no. Come risultato, lui potè prendere visione della sua relazione prima di scrivere la propria, e l’approccio che scelse di adottare, quando la scrisse, fu in gran parte di commento all’analisi di lei. Per compensare la non equità, l’AIR permise alla Utts di scrivere una risposta che fu
incorporata nel documento finale presentato al Congresso. E’ in questa forma di scambio imprevista che emerge l’essenza delle due posizioni. La dichiarazione iniziale della Utts si distingue per la sua chiarezza. Ha scritto: “Utilizzando gli standard applicati a qualsiasi altro settore della scienza, si è concluso che il funzionamento psichico è stato ben stabilito. I risultati statistici degli studi esaminati sono di gran lunga superiori a ciò che si prevede nella casualità. Contestazioni sul fatto che questi risultati
LA UTTS AVEVA GIÀ AFFRONTATO IL TEMA RICHIESTO DAL CONGRESSO IN UN DOCUMENTO PUBBLICATO NEL 1991 SULLA RIVISTA STATISTICAL SCIENCE. L’AIR CHIESE INDIVIDUALMENTE SIA A HYMAN CHE ALLA UTTS DI PRODURRE UNA RELAZIONE INDIPENDENTE ENTRO UNA DATA STABILITA. N° 23 |
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Rupert Sheldrake ha condotto un’indagine sulle principali riviste pubblicata tra l’ottobre 1996 e l’aprile 1998 (Tabella 2). I documenti editi da questi giornali sono stati suddivisi in tre categorie: non applicabile: i documenti che non comprendevano indagini sperimentali, ad es. articoli su teorie o recensioni; uso di metodologie in cieco o doppio cieco; e non uso di metodologie in cieco o doppio cieco. Il lettore potrebbe trovare i risultati sorprendenti. Come si può vedere nella Tabella 2, la parapsicologia come percentuale di documenti pubblicati utilizza prevalentemente questo protocollo più di ogni altra disciplina.
La grandezza del funzionamento psichico dimostrata sembra rientrare all’interno dei valori che gli studiosi in scienze sociali definiscono piccolo e medio effetto.
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possano essere dovuti a difetti metodologici negli esperimenti sono decisamente respinti. Effetti di simile importanza sono stati replicati in diversi laboratori in tutto il mondo. Tale coerenza non può essere facilmente spiegata con pretese di difetti o frode. La grandezza del funzionamento psichico dimostrata sembra rientrare all’interno dei valori che gli studiosi in scienze sociali definiscono piccolo e medio effetto. Ciò significa che è sufficientemente affidabile da essere replicato in esperimenti da effettuarsi correttamente, con prove sufficienti a ottenere i risultati statistici di lungo termine necessari alla replicabilità.” Hyman, in risposta alla relazione della Utts, ha scritto: “Voglio precisare che siamo d’accordo su molti punti. Siamo entrambi d’accordo che gli esperimenti (in corso di valutazione) sono esenti dai difetti metodologici che affliggevano la prima ricerca. Siamo anche d’accordo che gli esperimenti sembrino essere privi dei più ovvi e noti difetti che possono invalidare i risultati delle ricerche parapsicologiche. Siamo d’accordo che la portata degli effetti sia troppo vasta e consistente per essere catalogata come colpi di fortuna statistici.” Questo è importante perché Hyman sta concedendo che il modo in cui il tipo di esperimenti di laboratorio descritti in questo documento sono condotti e analizzati non è più oggetto di contestazione. La percezione non locale non può essere liquidata come artefatto risultante dal modo di raccogliere o valutare i dati. Questa ricerca non è neppure vulnerabile alle critiche basate sull’essere in cieco e sulla casualità: nessun altro settore della scienza è così rigoroso con questi due importanti standard metodologici. Il biologo inglese
Tabella 2 Metodologie in cieco utilizzate da diverse discipline – Discipline di scienza fisica Numero di documenti : 237 Numero con metodologie in cieco e come % del totale (0,00%) : 0 – Discipline delle scienze biologiche Numero di documenti : 914 Numero con metodologie in cieco e come % del totale (0,00%) : 7 (0,8%) – Discipline di scienza medica Numero di documenti : 227 Numero con metodologie in cieco e come % del totale (0,00%) : 55 (24,2%) – Discipline psicologiche e di comportamento degli
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animali Numero di documenti : 143 Numero con metodologie in cieco e come % del totale (0,00%) : 7 (4,9%) – Parapsicologia Numero di documenti : 27 Numero con metodologie in cieco e come % del totale (0,00%) : 23 (85,2%) Da Sheldrake. Numeri di documenti recensiti e numero che comprende metodologie in cieco o doppio cieco in una gamma di riviste scientifiche. In questa indagine sono stati inclusi solo documenti che riportano risultati sperimentali; sono stati esclusi quelli di teorie o recensioni. Tutte le pubblicazioni sono apparse nel periodo 1996-1998 salvo diversa indicazione. Cinque anni dopo, nel 2004, Caroline Watt e Marleen Nagtegaal, che lavoravano all’Università di Edimburgo, ristudiarono l’utilizzo del protocollo in doppio cieco nelle varie discipline scientifiche e riferirono che negli anni successivi poco era cambiato. Con lo scambio Utts/Hyman, e il lavoro ufficiale di Sheldrake, Watt e Nagtegaal, ai negazionisti è stata negata la tipica linea di attacco che i metodi parapsicologici siano tipicamente difettosi. La loro attenzione ora è centrata sulle percentuali di replica – funziona ma non così bene come noi chiediamo – e sul fatto che non sia emersa una singola teoria che costituisca un
paradigma. Per chiunque abbia familiarità con Kuhn, naturalmente, la ricerca sulla coscienza sta progredendo proprio come dovrebbe, e altrettanto prevedibilmente, i negazionisti stanno sempre più costruendo difese su paradigmi poco plausibili, proprio come predice il modello di Kuhn. I negazionisti non riconoscono che i paradigmi cambiano e che sono le teorie e gli esperimenti per provarle a creare gli stessi. Inoltre non riconoscono che una singola disciplina possa creare un nuovo paradigma, ma che solo molte di esse che raggiungano un consenso possono farlo. Questo è il processo attualmente in corso e, in questo contesto, i ricercatori della coscienza come i parapsicologi hanno semplicemente una funzione di sperimentatori precoci, in quanto la scienza, nelle sue molteplici manifestazioni, si trova infine alle prese seriamente con la coscienza e il non locale – una questione che i negazionisti rifiutano di condividere. Quale ironia allora che Kuhn, la cui mente ha concepito il concetto di paradigma nella scienza – che è l’aspetto centrale di tutte le discussioni dei negazionisti – abbia completamente, seppur a volte un po’ a disagio, riconosciuto la non località. Nel suo classico, “La struttura delle rivoluzioni scientifiche”, ha scritto: “Nessun significato ordinario del termine “interpretazione” si adatta a questi lampi di intuizione attraverso i quali nasce un nuovo paradigma. Sebbene tali intuizioni siano subordinate all’esperienza, anomala e coerente, acquisita con il vecchio paradigma, non sono logicamente o singolarmente legate a tale esperienza come lo sarebbe una interpretazione [evidenziato].”(3; pp 122, 123). Confrontare questo con le dichiarazioni rese da persone alle quali la storia conferisce il titolo di genio, profeta o veggente, rivela che Kuhn fa quasi esattamente eco alle loro parole. Come veniva riportato da Einstein, “mi sento certo di aver ragione pur senza conoscerne il motivo”. L’assistente di Einstein, Banesh Hoffman, lui stesso importante scienziato in fisica, osservava: “’Quando le discussioni animate non riuscivano a superare il punto morto [di un problema], Einstein, nel suo pittoresco inglese, diceva tranquillamente, “avrò un piccolo “tintinnio” ”. Hoffman e Leopold Infeld, l’altro principale assistente di Einstein (anche lui un grande fisico), si sarebbero trovati ad osservare in silenzio Einstein camminare per la stanza, arrotolando e srotolando i suoi tipici capelli intorno a un dito, le caviglie senza calze, strizzando gli occhi mentre i
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“Quando le discussioni animate non riuscivano a superare il punto morto [di un problema], Einstein, nel suo pittoresco inglese, diceva tranquillamente, “avrò un piccolo “tintinnio” “
pantaloni sbattevano. ‘C’era uno sguardo sognante e lontano, eppure interiore sul suo volto’, disse Hoffman, ma ‘Nessun segno di stress. Nessun segno esteriore di concentrazione intensa’. (10) Nessuno dei due assistenti sentiva di poter dire una parola. Dopo pochi minuti, Einstein sarebbe improvvisamente tornato al suo normale stato di coscienza, ‘un sorriso sulla faccia e una risposta al problema sulle sue labbra.’ Hoffman disse “sembrava che le idee uscissero dal lato sinistro, davvero straordinario”. Brahms descrisse i suoi momenti di scoperta creativa in questo modo: “in questo stato di esaltazione vedo chiaramente il lato oscuro nei miei stati d’animo normali; poi mi sento capace di trarre ispirazione dall’alto, proprio come fece Beethoven. Quelle vibrazioni assumono la forma di distinte immagini mentali. Immediatamente le idee confluiscono in me e non solo vedo motivi distinti con l’occhio della mente, ma sono presentati nelle giuste forme, armonie, e orchestrazione. Battuta dopo battuta il prodotto finito si rivela a me quando mi trovo in quei rari momenti d’ispirazione.” Anche Mozart e Copland sembrano aver avuto esperienze simili. Nel caso di Mozart, la connessione era così chiara e forte che le pagine delle sue
composizioni mostrano poche modifiche: hanno l’aspetto di trascrizioni finite. Coloro che praticano la visione a distanza dicono delle loro esperienze: ‘è come se avessi la testa altrove’, o ‘è un po’ come una messa a fuoco della mente a una distanza intermedia’. Descrivono il momento stesso dicendo: ‘è arrivato come un lampo’, o ‘è stato come un ologramma’. Le immagini sono tutte lì, ‘come se un ologramma fosse appeso nella mia mente’. Poincar ha descritto similmente il suo lavoro su un problema matematico: “Un giorno, mentre stavo attraversando la strada, la soluzione della difficoltà che mi aveva portato a un punto morto mi si è d’un tratto palesata.“ Consideriamo anche uno dei ricercatori psichici più celebri della storia, Edgar Cayce, che nel descrivere quello che stava facendo, nel 1923, parlando dal suo stato di trance auto-indotto, in risposta ad una domanda sul processo e sulla fonte della sua capacità non locale: “L’informazione data o ottenuta da questo corpo è raccolta dalle fonti da cui la suggestione può trarre la sua informazione. In questo stato, la mente cosciente diventa sottomessa al subconscio, al superconscio o animamente; e può e riesce a comunicare con menti simili, e il subconscio o forza dell’anima diventa universale.
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L’informazione può essere ottenuta da qualunque mente subconscia, che sia da questo piano o da impressioni lasciate da individui che ci sono andati prima, dato che vediamo uno specchio che riflette direttamente ciò che è stato prima. Attraverso le forze dell’anima, attraverso la mente di altri come descritto, o che ci sono andati prima, attraverso la sottomissione delle forze fisiche in questo modo, il corpo ottiene l’informazione.” Com’è possibile che i grandi geni della storia sia nella scienza sia nelle arti, così come i normali praticanti della visione a distanza, e uno dei più grandi veggenti della storia abbiano riferito esperienze simili nel processo di raggiungimento dell’intuizione, ma ciò nonostante i negazionisti della coscienza ritengano che tutto ciò non sia un’appropriata area di indagine scientifica? Considerando la misura in cui la nostra storia è in gran parte definita dalle scoperte derivanti da queste intuizioni, sicuramente la comprensione dei processi coinvolti dovrebbe essere di primaria importanza. Non essendo basati su dati, tutti e tre i movimenti negazionisti contengono una certa dose di antico in sé. Ognuno parla del settore che cerca di ridicolizzare da un punto di vista ben arretrato rispetto al grado di innovazione della scienza che viene attaccata. Questa arretratezza è un chiaro segno che gli argomenti dei negazionisti si basano sull’atteggiamento, non sui dati. I negazionisti tutti mostrano ciò che può essere solo chiamata ignoranza intenzionale. Nel caso dei creazionisti è facilmente osservabile dal momento che per mantenere la loro posizione devono fondamentalmente escludere la geologia, la paleontologia, l’antropologia, la chimica, l’astrofisica, l’astronomia (tra le altre discipline), e il resto delle scienze moderne – fatta eccezione forse per
la medicina. I negazionisti del cambiamento climatico semplicemente non tengono conto della massa di dati raccolti che mostrano non solo che il cambiamento climatico è reale, ma che l’attività umana – i cicli non naturali – sono la dinamica che lo guidano. Ciò causa gravi problemi politici per le democrazie in cui il dibattito infinito diventa un’arma. L’economista premio Nobel Paul Krugman ha descritto il comportamento dei negazionisti durante il dibattito che ha portato all’approvazione del progetto di legge sul cambiamento climatico Waxman-Markey da parte del Congresso degli Stati Uniti: “Se eravate presenti al dibattito non avrete visto persone che, avendo riflettuto profondamente su un problema cruciale, stanno cercando di fare la cosa giusta. Ciò che avrete visto, invece, sono persone che non mostrano segni di interesse nella verità. Non amano le implicazioni politiche del cambiamento climatico, così hanno deciso di non crederci – e si aggrapperanno a qualsiasi argomento, per quanto disonorevole, che alimenti il loro rifiuto.” In particolare, le imprese che vivono sotto il continuo riflesso di profitti e perdite, a suo modo uno standard più rigoroso anche rispetto al protocollo scientifico, non hanno tempo per tale pregiudizio non materialista. Mentre scrivo questo articolo, nel gennaio 2010, al United Nations Investor Summit sul Rischio Climatico [il Summit degli Investitori delle Nazioni Unite sul Rischio Climatico], 450 dei più grandi investitori al mondo hanno pubblicato una dichiarazione che invita gli Stati Uniti e altri governi ad “agire ora per catalizzare lo sviluppo di un’economia a basse emissioni di carbonio e per attrarre l’enorme quantità di capitale privato necessario a tale trasformazione”. Il gruppo degli investitori americani,
Brahms descrisse i suoi momenti di scoperta creativa in questo modo: “in questo stato di esaltazione vedo chiaramente il lato oscuro nei miei stati d’animo normali; poi mi sento capace di trarre ispirazione dall’alto, proprio come fece Beethoven.
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Paul Kurtz è stato un filosofo statunitense, esponente dello scetticismo scientifico e dell'umanesimo secolare. Definito il padre dell'umanesimo secolare è stato Professore Emerito di Filosofia presso l'Università di Buffalo dopo avere insegnato presso il Vassar College, il Trinity College, l'Union College e alla New School for Social Research.
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europei ed australiani, che insieme rappresentano 13 trilioni di dollari in risorse, hanno richiesto ‘un prezzo per le emissioni di carbonio’ e ‘un mercato del carbonio ben definito’ per fornire ‘un metodo economicamente efficiente per ottenere riduzioni delle emissioni’. Allo stesso modo è possibile osservare l’ignoranza intenzionale nei negazionisti della coscienza. Parlano
più importanti, e meglio finanziati studi di ricerca sulla coscienza e non-località sono stati fatti in discipline diverse dalla parapsicologia – Leibovici e van Lommel sono solo due esempi. Lasciatemi citare qualche altra riga di indagine per darvi l’idea di quanto di fatto la comunità di negazione della coscienza sia parecchio indietro rispetto ai tempi. E lasciatemi sottolineare che
di una parapsicologia che non esiste ormai da decenni, se mai è esistita, e, ancor più significativo, ignorano tutte le altre aree di ricerca in corso, di natura essenzialmente parapsicologica, anche se sotto altro nome. La ricerca di intenzione terapeutica, come lo studio dell’immunologo Leonard Leibovici sulla preghiera di intercessione retroattiva a distanza, o gli studi di esperienza pre-morte del cardiologo Pim Van Lommel et al, sono due esempi. C’è da chiedersi addirittura se sono noti alla comunità dei negazionisti, e questa non è esattamente una domanda retorica. Nel corso di una conferenza a Vancouver, British Columbia, ricordo un noto psicologo e negazionista, Richard Wiseman che, quando gli venne richiesto pubblicamente in diretta se era a conoscenza della letteratura sulla visione a distanza, comprendendo che stavano per fargli una domanda specifica su questa linea di ricerca, confessò di non averla letta, e di non sapere dove trovarla. I commenti negazionisti sembrano non comprendere che alcuni dei più grandi,
tutto questo potrebbe essere scoperto in mezz’ora da uno studente del secondo anno di college facendo ricerche su un archivio gratuito e riconosciuto come PubMed. Primo, questo è tratto da un saggio di tre importanti fisici che hanno esplorato la questione della coscienza nel contesto della fisica. Per la sua inequivocabile chiarezza, riporto l’intero paragrafo: “La ricerca neuropsicologica sulle basi neurali del comportamento generalmente postula che i meccanismi della mente saranno sostanzialmente sufficienti a spiegare tutti i fenomeni descritti psicologicamente. Questa assunzione ha origine dall’idea che la mente sia composta interamente da campi e particelle materiali, e che tutti i meccanismi causali rilevanti per la neuroscienza possano quindi essere formulati unicamente in termini di proprietà di questi elementi. Dunque, termini aventi intrinsechi contenuti percettivi e/o esperienziali (ad esempio “sensazione”, “conoscenza”, e “sforzo”) non sono inclusi come fattori causali primari. Questa restrizione teorica
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è motivata principalmente originariamente dalle idee sul mondo naturale che sono state ritenute essere fondamentalmente scorrette per più di ¾ di secolo [enfasi aggiunta]. La teoria fisica contemporanea di base differisce profondamente dalla fisica classica sull’importante questione di come la coscienza degli agenti umani si inserisca nella struttura dei fenomeni empirici. I nuovi princìpi sono in contraddizione con la vecchia idea che soltanto i processi meccanici locali possano spiegare la struttura di tutti i dati empirici osservati. La teoria fisica contemporanea porta direttamente e irriducibilmente dentro la struttura causale generale di certe scelte definite psicologiche fatte dagli esseri umani a proposito delle azioni che compiranno. Questo sviluppo chiave nella teoria fisica di base è applicabile alla neuroscienza, e fornisce a neuroscienziati e psicologi una struttura concettuale alternativa per descrivere i processi neurali. Infatti, a causa di certe caratteristiche strutturali dei canali ionici critici rispetto alle funzioni sinaptiche, la teoria fisica contemporanea deve essere utilizzata come principio nell’analisi delle dinamiche del cervello umano. La nuova struttura, diversamente dai suoi predecessori basati sulla fisica classica, si basa ed è compatibile direttamente con i princìpi prevalenti della fisica. E’ in grado di rappresentare più adeguatamente, rispetto ai concetti classici, i meccanismi neuroplastici rilevanti per il numero crescente di studi empirici sulla capacità dell’attenzione direzionata e dello sforzo mentale di alterare sistematicamente la funzione cerebrale.” Secondo, lasciatemi citare un rapporto da Frecska e Luna del National Institute for Psychiatry and Neurology di Budapest, in cui presentano una interpretazione neuro-ontologica delle esperienza spirituali: “Il paradigma neuroscientifico prevalente considera il processo delle informazioni all’interno del sistema nervoso centrale come casuale attraverso reti neurali gerarchicamente organizzate e interconnesse. La gerarchia delle reti neurali non finisce a livello neuroassonale; ma incorpora anche meccanismi subcellulari. Quando la dimensione dei componenti gerarchici raggiunge la portata dei nanometri e il numero degli elementi supera quello del sistema neuroassonale, emerge un’interfaccia per una possibile transizione tra gli eventi di fisica quantistica e neurochimici. Il “Segnale di non-località” ottenuto tramite per mezzo di quantici è una caratteristica essenziale del territorio della fisica quantistica. L’interfaccia presentata può comportare che alcune
manifestazioni di stati alterati di coscienza, incoscienza, passaggi di coscienza, abbiano origine quantica con implicazioni psicosomatiche significative.” In nessuno dei commenti negazionisti esiste alcun riconoscimento di questo lavoro. Chiaramente c’è un intero mondo al di là delle discussioni sul fatto che la non-località sia reale o un artefatto statistico o un trucco magico. Ma non lo si verrebbe mai a sapere leggendo le critiche alla
parapsicologia contemporanea, come non si saprebbe nulla della paleontologia moderna dalla lettura di un tratto creazionista, o comprendere appieno l’acidificazione dell’oceano leggendo la letteratura negazionista sul cambiamento climatico. Un altro segno distintivo del criticismo negazionista è che nulla mai si modifica e, a seconda del pubblico, i problemi a lungo consolidati emergeranno dalle loro cripte per distorcere e confondere ancora una volta. Ricordate lo scambio tra Hyman e Utts? Ebbene, ecco un esempio di cosa intendo. Circa cinque anni dopo il suo scambio con Jessica Utts, il Professor Hyman, nel luglio 2002, fu intervistato da un giornalista del Austin AmericanStatesman. Supponendo presumibilmente che un reporter in Texas difficilmente potesse essere a conoscenza dell’esistenza di un documento parlamentare come il rapporto AIR, Hyman disse: “La questione è, che tipo di prove hanno? Non ho visto alcuna scienza, alcuna prova che essi abbiano, nient’altro che pure congetture”. Anche se la visione a
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distanza funzionasse, ha dichiarato Hyman, sarebbe troppo casuale per potervi fare affidamento. “La gente che ci crede ammette che solo il 15% di quello che ciò che coloro che la praticano ti riportano è vero, il che significa che l’85% è sbagliato”, ha sottolineato, pur non citando l’origine di questa statistica, e che essa contraddica direttamente la ricerca pubblicata, su cui, vista la sua partecipazione alla valutazione AIR, non dovrebbero esserci dubbi. Ha concluso dicendo, “Non sai mai cosa è cosa, quindi non è di alcun utilizzo pratico”. Se la visione a distanza potesse essere dimostrata, “sovvertirebbe quasi tutto quello che sappiamo della scienza”. Come si può riconciliare le parole di Hyman del 1995 con la sua intervista del 2002? La risposta, naturalmente, è che non si può. Se solo il 15% di quello che gli operatori di visione a distanza fosse da ritenersi vero, sarebbe completamente fantasioso, e non potrebbe produrre i risultati statistici che sono parte della documentazione AIR pubblicata. Oltretutto, esso contraddice direttamente quello che è stato riportato nella letteratura specializzata [peer-reviewed, revisione paritaria eseguita da specialisti] per quasi quattro decenni. Citerò qui soltanto uno di questi rapporti – preso non da uno dei miei documenti – che mostra cosa produrrà in breve tempo la ricerca più casuale nella letteratura specializzata sulla visione a distanza. Nel loro saggio iniziale sulla ricerca all’SRI International del 1976, i fisici Hal Puthoff e Russell Targ riportarono, “Usando il metodo Edington per combinare le probabilità da esperimenti indipendenti, la probabilità di osservare questi sei risultati sperimentali soltanto per caso è del 7,8 x 10-9, test a una coda”. Quando si vedono commenti come quelli di Hyman, diventa chiaro che per i negazionisti una conclusione preconcetta sia di gran lunga più importante dei dati concreti. Come George Orwell disse nel suo racconto ‘1984’, “E se i fatti dicono il contrario, allora i fatti devono essere alterati. Altrimenti la storia sarebbe continuamente da riscrivere”. Questo porta a una conclusione, molto triste, che solo di rado si manifesta nella comunità degli studiosi, dove l’impegno cosciente e pieno di propositi nei confronti dell’integrità è parte fondamentale della scienza: c’è la propensione nei movimenti negazionisti, tutti quelli i cui membri ostentatamente si attaccano alla scienza per sostenere le loro argomentazioni, a comportarsi in modi che sono dimostrabilmente non-scientifici e,
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all’occasione, anche di dubbia etica. Nel cambiamento climatico, dove ci sono grandi somme a rischio, le frodi sono maggiori e più complesse, filtrate con attenzione attraverso una rete di istituti negazionalisti e gruppi di esperti. Un breve riassunto sarà rappresentativo: Mitchell Andreson, un ricercatore, scrittore nonché ex scienziato nello staff della Sierra Legal Defence Fund con base a Vancouver, descrive le vicende passate dietro al “Manuale dello Scettico”, di carattere negazionista sul clima, creato dall’Heartland Institute, che fu costituito e sovvenzionato da interessi petroliferi, inclusi 676.000$ dalla ExxonMobil. Con una mossa tipicamente negazionista per manipolare media e politica, hanno mandato 150.000 copie del manuale ovunque negli Stati Uniti, inclusi 850 giornalisti, 26.000 scuole, e 19.000 “leader e politici”. Il manuale istruisce gli scettici su come non farsi bloccare dalle prove che dimostrano il cambiamento climatico. Anderson ha notato, “E’ interessante inoltre che quest’ultimo prodotto della macchina negazionista si stia diffondendo per la nazione neanche un mese dopo la pubblicazione da parte del governo americano della brochure Climate Change Literacy – firmata in collaborazione da 13 agenzie federali e 24 partner nel settore scientifico e dell’educazione.” Ora degli alleati della supposta cospirazione sul cambiamento climatico fanno parte anche quelli che i negazionisti chiamano “maniaci dell’ecologia” – che includono quelle agenzie di governo come il Dipartimento della
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Difesa US, il Dipartimento degli Interni US, e il Servizio Forestale US”. Le stesse identiche tecniche di distribuzione di informazioni false o altamente distorte su larga scala sono impiegate dagli altri movimenti negazionisti. I creazionisti, usando il potere politico che esercitano, nel 2006 fecero pressione sull’amministrazione Bush per dirigere il Grand Canyon National Park affinché non fornisse una stima ufficiale dell’età geologica del canyon. “Al fine di evitare di offendere i fondamentalisti religiosi”, disse Jeff Ruch, direttore esecutivo degli Impiegati Pubblici per la Responsabilità Ambientale. “E’ sconcertante che la posizione ufficiale del parco nazionale sull’età geologica del Grand Canyon sia ‘No comment’”. I negazionisti della coscienza mantengono in modo simile un programma attivo di influenza dei media. Trovandolo rappresentativo e rivelatore di uno stato mentale, voglio portare l’attenzione su un esempio in particolare. Per farlo mi affido alle parole pubblicate degli attori principali in questi eventi: un astronomo di fama nazionale, professori di psicologia e sociologia molto stimati, e il professore di filosofia e fondatore del movimento americano negazionista di espressione della coscienza. Questo rapporto esiste in quanto tutti a parte il filosofo furono talmente sconvolti da quello che videro, che non solo diedero le dimissioni, ma misero deliberatamente le loro considerazioni in un rapporto sulla pubblica stampa. Visto che la storia è una parte integrante nella fondazione del Comitato
per l’Investigazione Scientifica sulle Affermazioni sul Paranormale (CSICOP), ora trasformata nel Comitato per l’Inchiesta Scientifica (CSI), e ancora il principale gruppo negazionista della coscienza negli Stati Uniti, è istruttivo prenderlo in considerazione. A mio parere rimane la storia più chiara nel rapporto che illustra la differenza tra negazionisti e genuini scettici. La storia ha quasi una qualità da tragedia greca mitopoetica, in cui un gruppo di scienziati, alcuni abbastanza importanti nei loro campi, si ritrovano ad affrontare la scelta più fondamentale per uno scienziato: devo affidarmi ai dati, o al mio pregiudizio? Alcuni accettarono la sfida, altri no. Si tratta di una storia di ammonimento in cui mi addentrerò solo al fine di illustrare i problemi negazionisti-scettici rilevanti. Ciò nonostante, raccomando fortemente ogni lettore interessato a comprendere meglio la psicologia dei movimenti negazionisti, di andare sui siti elencati nelle mie referenze, dove sono ospitate le carte originali, e di approfondire quello che vi si può trovare. In breve, questa è la trama. Nel numero del settembreottobre 1975 de The Humanist, come pure in un libro pubblicato privatamente del filosofo Paul Kurtz, ‘Prometheus’, fu pubblicata un’affermazione, ‘Obiezione all’Astrologia’. La dichiarazione era firmata da 186 scienziati, un gruppo che includeva 18 premi Nobel. Uno di quelli che prestò il proprio nome fu l’astronomo Dennis Rawlins, già famoso per aver ridicolizzato le dichiarazioni degli esporatori polari Richard Byrd e Robert Peary mentre dimostravano che Ronald Amundsen fu il primo uomo ad aver raggiunto entrambi i poli. Pubblicato inoltre sul giornale fu un articolo dello scrittore scientifico Lawrence Jerome che includeva un attacco allo psicologo e statistico francese Michel Gauquelin, e alla sua partner di ricerca nonché moglie di allora, Francoise. Era un attacco cuorioso; i Gauquelin ebbero i loro problemi con l’astrologia; infatti, avrebbero respinto, sulle basi dei loro dati di ricerca, molte affermazioni dell’astrologia occidentale – una posizione che avrebbero reso esplicita nel giornale di Kurtz The Humanist. Ma, proprio a causa del fatto che stavano cercando di essere dei buoni scienziati, i Gauquelin riportarono anche di aver identificato delle piccole ma significative relazioni tra alcune posizioni planetarie al momento della nascita dell’individuo e una sua performance d’eccellenza più avanti nel tempo, in particolar modo rilevante la posizione di Marte in una carta natale in relazione alla capacità atletica di anni dopo. Non fece
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un grande effetto ma, per il comitato, era intollerabile. Quindi, visto che in più punti furono d’accordo, il comitato – nella persona di Jerome, scelse i Gauquelin come punto di partenza per i suoi attacchi. Divenne presto chiaro che Michel Gauquelin era uno dei migliori statistici e il caso negazionista crollò. Imperterrito, il gruppo avanzò per il secondo round. Quello che accadde dopo Rawlins lo descrive come una commedia di incompetenza, prosopopea, e un impegno così forte
I Gauquelin hanno sollecitato i critici a controllare questi dati.” Le ragioni di Truzzi per le dimissioni espongono chiaramente il problema con i movimenti negazionisti: “In origine fui invitato da Paul Kurtz ad essere un co-presidente del Comitato per l’Investigazione Scientifica sulle Dichiarazioni sul Paranormale. Aiutai a scrivere lo statuto e redassi il loro giornale.
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da parte del negazionismo che ribaltò il buon senso e l’etica, finché i negazionisti furono totalmente impantanati nel loro spregio privo di fondamenta scientifiche per l’evidenza sperimetale e l’integrità. Dopo furiosi scambi pubblici, Rawlins, uno scettico non un negazionista, si dimise pubblicamente o fu espulso dal gruppo, e a breve fece seguire l’intera faccenda di scuse inserendola nel rapporto mediante lo scritto intitolato, “sTARBABY”, una commedia sulle storie dello Zio Remus del tardo 19esimo secolo di Joel Chandler Harris, in cui Fratello Coniglio, il personaggio avventuroso somigliante a Loki, intorno a cui molte delle storie erano costruite, attacca un cucciolo di catrame e, ogni volta che lo colpisce, si trova ad affondare sempre di più in esso. Non sarebbe stato l’unico, e nelle dimissioni di numerosi altri del
comitato, abbiamo definito, a nostro giudizio, la differenza tra scettici e negazionisti. La persona che vide questa distinzione più chiaramente fu il sociologo Marcello Truzzi, che agì in base alle proprie convinzioni rassegnando per primo le dimissioni dal comitato e, in seguito, pubblicando un nuovo giornale, The Zetetic Scholar (zetetic dal greco zetetikos, da zeteo, cercare di procedere per indagine), in cui screditò quello che definì “pseudo-scetticismo”. Truzzi scrisse: “L’evidenza attuale indica fortemente che: (a) fu trovata in modo valido dai Gauquelin una correlazione di Marte, (b) una correlazione fu trovata dai Gauquelin in numerose repliche utilizzando esempi diversi, (c) una correlazione simile fu trovata in repliche condotte da Kurtz-Zelen-Abe (KZA) (membri del comitato – SAS). Relativamente ad (a) e (b) la questione chiave riguarda la validità dei dati dei Gauquelin. E’ stato ripetutamente e scorrettamente dichiarato che non esiste modo di controllare questi dati. I Gauquelin non solo hanno pubblicato tutti i loro dati (cosicché il calcolo potesse essere facilmente controllato), ma hanno conservato tutti i rapporti originali delle registrazioni di nascita, che sono stati resi disponibili ad ogni serio ricercatore. Infatti, i Gauquelin hanno sollecitato i critici a controllare questi dati.” Le ragioni di Truzzi per le dimissioni espongono chiaramente il problema con i movimenti negazionisti: “In origine fui invitato da Paul Kurtz ad essere un co-presidente del Comitato per l’Investigazione Scientifica sulle Dichiarazioni sul Paranormale. Aiutai a scrivere lo statuto e redassi il loro giornale. Mi trovai attaccato dai membri e dal consiglio del Comitato, che mi consideravano troppo leggero nei confronti dei paranormalisti. La mia posizione non era di trattare protoscienziati come avversari, ma di osservare quello che avevano di meglio e di mostrarmi la loro migliore evidenza scientifica. Trovai che il Comitato fosse molto più interessato ad attaccare i concorrenti più in vista pubblicamente come ad esempio il National Enquirer. L’interesse principale del Comitato non era di indagare, ma di servire da corpo d’appoggio, un gruppo di pubbliche relazioni per l’ortodossia scientifica. Il Comitato ha commesso molti errori. La mia obiezione principale ad esso, e la ragione per cui ho scelto di lasciarlo, era che stesse assumendo la posizione pubblica di rappresentante della comunità scientifica, facendo da custodi nelle affermazioni anticonformiste, quando compresi che erano semplicemente non qualificati ad agire come giudici e
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giuria quando erano semplicemente avvocati.” Lo psicologo neozelandese Richard Kammann, la terza persona che rassegnò le dimissioni, avrebbe scritto nel suo saggio esegetico sull’intero affare Gauquelin, “Quando l’intero rapporto viene esaminato per oltre cinque anni, non esiste quasi più alcuna circostanza in cui il merito vinca sulla faziosità a proprio vantaggio.” (33) La chiara eccezione fu fornire a Rawlins uno spazio con carta bianca nel The Skeptical Inquirer, e anche questo fu minato da una moltitudine di affermazioni errate. Kammann scrisse: “La conclusione è che ai Gauquelin siano dovute delle scuse per il maltrattamento dei loro dati, e le diffamazioni gettate sulla loro autenticità. Non voglio dire con questo di essere tra coloro che credono, perché anch’io ho riserve scettiche riguardo all’effetto di Marte. Quello che rende queste affermazioni sospette è la perversione scientifica del proposito di mostrare che la posizione di Marte nel cielo al momento della nascita di una persona possa avere qualche effetto sulla performance atletica della stessa 30 o 40 anni dopo.” Oltre un decennio più tardi, Suitbert Ertel, un ricercatore tedesco della generazione successiva, non coinvolto con l’amaro scontro che aveva avuto luogo in precedenza, ritornò meticolosamente sui passi di questo intero capitolo di negazionismo, includendo un round negazionista successivo a Parigi, e confermò, grazie a una varietà di analisi statistiche indipendenti, le valutazioni di entrambi Kammann e Truzzi. Forse anche più importante fu la sgraziata ammissione di Paul Kurtz che aveva dato inizio a tutto: “E’ tempo di sottomettersi, di muoverci su altri argomenti più produttivi. Questa controversia non è un evento isolato. L’ ‘incidente sTarbaby’ è stato seguito da numerosi altri conseguenti al di là delle presunte falsificazioni e distorsioni tra i negazionisti della coscienza.” La controversia Gauquelin prosegue nonostante continuino ad arrivare conferme. Fuzeau-Braesch riportarono dei dati su gemelli che potrebbero essere interpretati a supporto di quelli dei Gauquelin. (36) Rupert Sheldrake (37), Roger Nelson (38), e Jim Lippard (39), a loro tempo soggetti di attacchi da parte del negazionismo, hanno creato siti internet elencando i documenti rilevanti e le trascrizioni di questi e simili eventi. Il lettore è invitato a visitare questi archivi e raggiungere le sue proprie conclusioni. Facendo forza sullo speciale interesse politico-culturale, i tre movimenti negazionisti stanno considerando una convergenza esercitando strategie comuni. Lo
scrittore scientifico del New York Times Leslie Kauffman ha scritto: ‘Coloro che criticano l’insegnamento dell’evoluzione nelle scuole nazionali stanno guadagnando terreno in alcuni stati collegando il problema del riscaldamento globale, sostenendo che le visioni che dissentono su entrambi i temi scientifici dovrebbero essere insegnate nelle scuole pubbliche’. In Kentucky, una voce introdotta recentemente nella legislatura, incoraggerebbe gli insegnanti a discutere “i vantaggi e svantaggi delle teorie scientifiche” includendo ‘evoluzione, origini della vita, riscaldamento globale e clonazione umana’. Il giornalista ambientale Bryan Nelson, in un pezzo intitolato ‘I creazionisti cercano di fermare l’insegnamento del riscaldamento globale’, spiega il fondamento logico: “… associando il dibattito sul riscaldamento globale con queste altre questioni, (il Creazionismo) rafforza il suo contenzioso legale. Le corti hanno deliberato che mettere in dubbio l’evoluzione a causa del criticismo vìoli la separazione tra chiesa e stato, quindi seguire la strada del riscaldamento globale offre loro un piano più ampio e apre così una scappatoia legale. Secondo, cavalcando le falde del crescente dubbio pubblico sul scienza climatica, i creazionisti sperano di legittimare la loro posizione contro il dominio scientifico in generale.” Dove esattamente i negazionisti della coscienza cadranno in questo schieramento aperto non è ancora chiaro. Quello della negazione della coscienza è il movimento di più scarse vedute, in quanto il suo campo di argomentazione è limitato a una parte della scienza. Non esiste alcun sostenitore facoltoso o infrastruttura teologica a sostegno del negazionismo della coscienza, e la massiccia vendita di libri famosi su temi della coscienza dimostra chiaramente da che parte sta la popolazione. Tutti questi problemi di primo acchito potrebbero sembrare di poco rilievo. Provate a fermarvi e pensare a questo per un momento: la verità sulle nostre specie e sul nostro pianeta, i processi del clima, e la natura della nostra coscienza, sono l’essenza della nostra ricerca per capire chi siamo e cosa significhi l’essere umani. Tutti questi tre movimenti negazionisti, in un modo o nell’altro, impediscono la ricerca per questa conoscenza. Come imbroglioni che montino false indicazioni stradali, essi sprecano risorse e tempo preziosi. Ancor peggio, avvelenano l’atmosfera delle indagini, e non servono alcuna verità se non il pregiudizio.
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GLI EGIZI
ERANO A CONOSCENZA DEL CONTENUTO DEL LIQUIDO SEMINALE GIA’ NEL 1300 A.C.? PRIMA PARTE Di Agostino de Santi Abati
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Il traduttore torinese Mauro Biglino riporta in auge un’ipotesi affascinante, gli egizi erano a conoscenza dell’esistenza degli spermatozoi nel liquido seminale maschile. Cosa mai sono i geroglifici? Essi sono segni più forti del testo raffigurato. Scalfiscono in profondità, e non solo in superficie, non solo le epoche e le costellazioni. Descrivono non solo le vesti ma ciò che muta contemporaneamente dentro le vesti. (Ernst Jünger)
M
i ero già occupato di Egitto e dei suoi misteri, parlandovi di Dendera la “città della luce”, svelandone i segreti legati alla conoscenza della corrente elettrica e della piramide di Cheope e dei simboli ieratici, presenti in uno dei canali ispezionati con un robottino. In questo terzo articolo dedicato alla terra dei Faraoni, affronterò un tema che in questi ultimi tempi è stato al centro di molte discussioni sui social e mi
riferisco all’incontro avvenuto il 12 maggio 2019 al Salone del Libro di Torino, l’atteso dibattito «Cose dell’altro mondo», tra Piergiorgio Odifreddi personaggio pubblico, più volte apparso in trasmissioni tv e quindi inutile spendere molte parole; matematico, saggista e accademico italiano, nelle sue pubblicazioni si è occupato non solo di divulgazione scientifica, ma anche di storia della scienza, filosofia, politica, religione, esegesi, filologia e saggistica varia e Mauro Biglino, saggista ed esperto biblista su cui vale spendere più di due parole,
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Parete della Purificazione Tempio di Luxor
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soprattutto per chi per la prima volta ne sente parlare. Così lo presenta la giornalista Pieragostini che ha moderato l’incontro: saggista esperto di religioni antiche e esegeta della bibbia, traduttore dell’ebraico masoretico per molti anni per le Edizioni San Paolo, per le quali ha tradotto in modo interlineare 17 libri del testo masoretico della bibbia. Da questo lavoro di traduttore è partita questa attività di libero pensatore e quindi ha iniziato a scrivere dei saggi in cui ha cercato di introdurre un suo metodo nella lettura della bibbia “la lettura letterale” cioè quello che è scritto nella bibbia è proprio quello che l’autore voleva dire, al di là di interpretazioni metafisiche, metafore, allegorie o di interpretazioni spirituali. Questo lo ha portato a definire la bibbia un testo storico ma con una storia che non ti aspetti. Non traduce alcune parole chiavi del testo come il termine elohim che non indicherebbe un dio ma una serie di individui reali in carne e ossa e ipertecnologici provenienti da un altro pianeta. Questo lo porta ad affermare che nella bibbia non c’è nessun dio e tanto meno nulla di spirituale. Come ovvio, le sue tesi dal mondo accademico non vengono considerate e anzi osteggiate, visto che chi le propone non è un laureato. Tesi che hanno
scatenato una vera e propria caccia alle streghe nei confronti dello scrittore, con feroci critiche non solo verso i suoi scritti, ma subendo dei veri e propri attacchi alla persona e ricevendo addirittura in passato dei bossoli di pistola in una busta inviata via posta. Sui social come Facebook, è stato e lo è ancora oggi, [molti sono i suoi detrattori] più volte oggetto di critica ma soprattutto di insulti e termini come buffone e conta balle si sprecano. Contestato sia dal mondo ebraico, che da quello cattolico, anche da atei scientisti che non condividono la tesi paleo astronautica, a finire a professori che dall’alto della loro cattedra, lo definiscono un “mentecatto”. La cosa imperdonabile è la cattiveria con cui taluni attacchi avvengono, messi in atto oltretutto da persone che nulla hanno a che vedere con il mondo della ricerca, e che in taluni casi dimostrano di avere anche qualche deficit comportamentale. Io stesso ho subito beceri attacchi, per il sol fatto di aver difeso la persona Biglino. Prima di passare all’ipotesi accennata dal saggista torinese al Salone del libro, [che ha scatenato i “detrattori da bar” sui social], riguardanti la presenza su bassorilievi all’interno nel tempio di Luxor, di alcuni geroglifici, in particolare quello classificato nella lista Gardiner
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con la sigla F17, che rappresenterebbe in realtà, uno spermatozoo umano; a supporto verrà esaminato un secondo geroglifico, inserito nel mio libro SARDEGNA LA TERRA DEGLI UOMINI BLU Lux-co edition. Premesso che come Mauro B., sono un povero “mentecatto” anzi forse peggio, visto che sono completamente autodidatta e non ho mai preso nessuna lezione di ebraico e tanto meno sono un egittologo, mi reputo perciò solo un appassionato che si pone dei quesiti ai quali cerca risposte. Rispondete ad alcune domande. Sappiamo tutto, sulla civiltà egizia?... Sappiamo tutto, sulle loro conoscenze?... Sappiamo tutto, sui geroglifici e sui loro significati?... Sappiamo che esistono una serie di geroglifici di cui non conosciamo il significato?... Sappiamo o non sappiamo, che vi sono discordanze interpretative tra egittologi?... A questo punto, passiamo all’analisi del geroglifico che nella lista Gardiner è contrassegnato con la sigla R8, descritto come un vessillo [o bandiera] e caratterizzato dal triconsonantico ntr, per cui gli egittologi sono convinti che il triconsonantico letto Netjer [in realtà una convenzione, poichè non conosciamo come gli antichi egizi fonetizzassero le parole visto che la loro scrittura era priva di vocali] era il nome che gli antichi diedero alle sacre figure alla base della loro religione politeistica, e quindi gli egittologi interpretarono tale geroglifico, come la rappresentazione del termine Dio. Bè in realtà non sembra sembra proprio essere così, in quanto l’origine del termine netjer non avrebbe una etimologia certa ...o meglio ce l’ha ma ovviamente tutto deve essere distorto e nascosto alle masse, e agli stessi studiosi che in molti casi non approfondiscono o meglio si adeguano a quella che è l’idea corrente, vediamo perché. Riassumiamo in breve. - Nel 1872, l’egittologo Heinrich Karl Brugsch o Brugsch-Pascià (Berlino, 18 febbraio 1827 – Charlottenburg, 9 settembre 1894) archeologo ed egittologo tedesco inserì nella sua lista dei caratteri geroglifici il Neter heiroglyph tra gli objets tranchants, armes ossia tra gli oggetti taglienti; armi. - Nel 1888, sempre Brugsch, nel suo Religion and Mythology (pagina 93), definì neter come segue:
“Neter” die thatige Kraft, welche in periodischer Wiederkehr die Dinge erzeugt und erschafFt, ihnen neues Leben verleiht und die Jugendfrische zuriickgiebt. Che Sir Ernest Alfred Thompson Wallis Budge (Bodmin, 27 luglio 1857 – 23 novembre 1934) egittologo, filologo e orientalista inglese, rielaborò successivamente nel 1904 cambiando il significato del tedesco kraft da potenza all’inglese forza. “Neter la forza operativa che ha creato e prodotto le cose ricorrendo periodicamente, e ha dato loro una nuova vita e ha restituito loro la freschezza della giovinezza”. - Nel 1898 infine, Francis Llewellyn Griffith (27 maggio 1862 - 14 marzo 1934) eminente egittologo britannico, nella sua lista di geroglifici descrisse il Neter heiroglyph, come un osso con un rotolo di stoffa gialla avvolto attorno ad esso. - infine, nel suo The Gods of the Egyptians, del 1904 Volume Uno (pagine 63-75), dedica tredici pagine di discussione sul consenso storico del simbolo “Neter”, riportiamo alcuni passi significativi: “Dobbiamo ora considerare quale oggetto dovrebbe essere rappresentato dal “Neter heiroglyph” ‘e cosa significa la parola Neter. Samuel Birch in Egitto’s Place di Christian Bunsen [1848], descrisse il ‘Neter heiroglyph’ come un’accetta; nel 1872, Heinrich
L’incontro Odifreddi Biglino
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Il significato del geroglifico fonetizzato ntr tratto da una delle tante edizioni di: l’Egyptian Grammar: Being an Introduction to the Study of Hieroglyphs di Gardiner. Sotto tre tipologie di geroglifico riscontrate in vari siti e papiri riconducibili al trilittero ntr
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Brugsch invece, inserì ‘Neter heiroglyph’ tra’ gli oggetti taglienti; armi; quindi è chiaro che i due più grandi maestri dell’egittologia considerano il Neter heiroglyph essere un’arma o uno strumento da taglio e in effetti, presupponevo che il geroglifico rappresentasse una testa d’ascia inserita e fissata in un lungo manico di legno, come si evince anche da un oggetto detto pre-dinastico, conservato nel British Museum, che mostra guerrieri egizi con in mano l’ascia, il simbolo del potere, che divenne il geroglifico egiziano per dio o segno di Neter Nel 1971 poi l’eminente egittologo Erik Hornung nel suo libro Concezioni di Dio nell’antico Egitto pone fine alla concezione del monoteismo egizio utilizzando appunto il termine netjer cioè la bandiera per indicare “divinità” in senso generico (teoria poi ribadita da Wilkinson 2003). Ma è solo nel 1997 che si ha la consacrazione del termine come
riferibile alla divinità [a dir la verità come letto sin da prima fu accantonata l’idea dell’arma] grazie ad un ecclettico personaggio un certo Sebay Muata Ashby, sacerdote con dottorati in filosofia in religione un dottorato in scienze delle divinità e in salute olistica, consigliere pastorale, e insegnante di filosofia e discipline yoga nella sua teologia anuniana [???], parlava di neterianesimo [???], basato sulla radice neter, che egli definiva “divinità nascosta”, la più antica religione conosciuta della storia. Ashby, citava come significati d’origine quelli di “tessuto” proposto da Griffith (1898), e di “natura” di Brugsch (1888), definendo quindi il triconsonantico ntr (o neter) come segue: Il termine “Ntr, o Ntjr”, deriva dall’antica lingua geroglifica egiziana che non registrava le sue vocali. Tuttavia, il termine sopravvive nella lingua copta come “Nutar”. Lo stesso significato copto (forza divina o potere di sostegno) si applica nel presente come nei tempi antichi. È un simbolo composto da un bastone di legno che è stato avvolto con strisce di tessuto, come una mummia. Le strisce si alternano a colori con giallo, verde e blu. La mummia nella spiritualità Kamitan cioè intesa come la divinità morta ma risorta. Quindi, il Nutar (Ntr) è in realtà ogni essere umano che non muore davvero, ma va a vivere in una forma diversa. Inoltre, lo spirito risorto di ogni essere umano è quella stessa divinità. Dal punto di vista fonetico, il termine Nutar è correlato ad altri termini aventi lo stesso significato, come il latino “natura”, lo
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spagnolo “naturalesa”, l’inglese “ natura “ e “nutrimento”, ecc. In senso reale, come vedremo, Natur significa che il potere che si manifesta come Neteru e il Neteru sono gli oggetti della creazione, cioè “la natura”. Quindi compreso? Nel 1997 uno pseudo ricercatore in realtà un predicatore di una nuova fantomatica religione il neterianesimo, [qui il link del sito dove pubblicizza il suo neterianesimo http://www.egyptianyoga.com/ ], decide grazie alle sue fantasie religiose che quel simbolo ha a che fare con la natura e con la spiritualità dell’essere umano e l’intera comunità accademica da quel 1997 avvalla [inspiegabilmente verrebbe da dire, la verità ho espressamente parlato di questo personaggio ma bisogna comunque affermare che altri egittologi prima di lui ne avevano parlato in questi termini], tale interpretazione tanto da essere riportata come ufficiale nei libri identificando quindi quel simbolo con la parola Dio. Ma con cosa hanno veramente a che fare il geroglifico e il suo valore fonetico? Hanno ragione gli egittologi di fine ‘800 considerandolo la rappresentazione di un’ascia [ma vedremo che non è propriamente un’ascia] con il significato di forza potenza o ha ragione il santone americano che relazione il termine neter alla spiritualità e quindi alla rappresentazione degli dei del pantheon egizio? Sarà proprio l’analisi di un racconto mitico egizio e di alcuni versetti biblici che permetterà di dare una
risposta a questo quesito. Secondo il mito, Ra, il dio sole, deluso del comportamento del genere umano, mandò Sekhmet, il suo occhio divino, a impartire una punizione agli umani ma la Dea, una volta iniziato, continuò a distruggere gli uomini senza che nessuno potesse fermarla. Ra, mosso a compassione, fece inondare i campi di birra mescolata con una sostanza rossa che le dava la sembianza di sangue, Sekhmet bevve, si addormentò e cessò di distruggere il genere umano. Caratteristica questa dell’ubriachezza che ritroviamo anche nella Bibbia come una delle caratteristiche degli Elohim …ciascuno di quei sacrifici doveva essere accompagnato da una libazione da farsi con una bevanda la cui caratteristica è descritta in Numeri 28,7, dove Yahweh ricorda che gli deve essere preparata la bevanda “inebriante”… insieme all’annusare l’odore di carne bruciata Nei capitoli 28 e 29 del libro dei Numeri per ben otto volte è ripetuta l’affermazione sulla capacità che quel “fumo” aveva di “placare” gli Elohim e Yahweh in particolare”. da maurobiglino.it]
Sotto vediamo Sir Ernest Alfred Wallis Budge
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La tavolozza dei cacciatori o della caccia al leone è un oggetto del 3100 a.C. circa risalente al periodo di Naqada III del tardo Egitto preistorico. Il reperto è rotto ed una parte è detenuta dal British Museum l’altra è di proprietà della collezione del Louvre.
Numeri 28,7 La libazione sarà di un quarto di hin per ciascun agnello; la libazione di vino puro all’Eterno la farai nel luogo santo. 8 E l’altro agnello l’offrirai sull’imbrunire, con un’obla-zione e una libazione simili a quelle della mattina: è un sacrifizio fatto mediante il fuoco, di soave odore all’Eterno. Che questi personaggi conoscessero l’uva per fare il vino e così ubriacarsi, viene confermato o meglio nascosto, negli stessi geroglifici, infatti Il simbolo egizio, che ricordo viene catalogato con la sigla R8 e con il termine Dio in realtà non ha nulla a che fare. Ora vi chiedo, esiste una qualche legge dell’egittologia che mi impedisce di traslitterare in ebraico biblico il triconsonantico ntr con i termini רַטָנnatár e/o רתנNathar? Non mi pare che mi si possa obbiettare un tale procedimento visto che siamo in presenza di due lingue dove l’ebraico è una lingua semitica e quindi parte della stessa famiglia che comprende anche le lingue araba, aramaica, amarica, tigrina, maltese e altre e l’egizio che a sua volta appartiene alla famiglia delle lingue camitosemitiche, imparentata quindi con le lingue berbere e naturalmente quelle semitiche. appartenenti entrambe al ceppo semitico. Quindi procediamo e scopriamo che רַטָנnatár
significa mantenere la guardia, riservare, custodire, un verbo che nella bibbia è principalmente usato per indicare la custodia di vigneti, mentre il trilittero רתנNathar, viene tradotto con: saltare, spostare, allentare, essere violentemente agitati; causalmente, scrollarsi di dosso, sciogliere. Triconsonantici quindi con evidenti significati attinenti ai vocaboli potenza e forza con cui gli egittologi di fine ‘800, identificarono il significato primordiale di Netjer. Se si guarda poi alla sua composizione, cioè i termini che creano il concetto d’origine abbiamo: הָטָנnatah, con il significato di; allungare, distendere, estendere, inclinare, piegare, girare e ַטָנ tor, forma arcaica di רֹּתor, t a sua volta di םיִרֹּת torim: una treccia, girare, infine עתנNatha, con il significato di strappare, avremo così che in realtà Natar significa: CUSTODIRE CIO’ CHE SI ATTORCIGLIA STRAPPATA E PIGIATA A questo punto, credo non ci sia molto da dire sull’origine del significato di Netjer e quindi i Netjeru (plurale di Netjer) altro non erano che I CUSTODI AGITATI DEI VIGNETI COLORO CHE USANO LA FORZA Concetto che conferma quanto detto da Zecharia Sitchin, in Guerre Atomiche al Tempo degli Dèi: “In egiziano, Ptah e gli altri dèi venivano chiamati Ntr, ovvero ‘Guardiano, Vigilante‘.” Conferme ulteriori nel libro dei morti: “Manda lo scriba Nebseni, la cui parola è verità, dai Vigilanti che portano coltelli assassini, che possiedono dita crudeli e che ucciderebbero coloro che sono al seguito di Osiride.” “Che questi Vigilanti non acquisiscano mai il dominio su di me e che io non possa mai cadere sotto i loro coltelli!” “Possano i loro coltelli non acquisire mai il controllo su di me. Possa io non cadere mai sotto i coltelli con cui infliggono torture crudeli.” Tratto da Guerre Atomiche al Tempo degli Dèi. Per quanto riguarda invece, l’origine del simbolo
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grafico, mi permetto di dare agli egittologi moderni un ulteriore suggerimento [in realtà due ipotesi], e cioè che il geroglifico pur derivando da uno strumento usato come arma, altri non è che una “roncoletta a manico lungo” invece che un’ascia [roncola] così come aveva formulato l’egittologo Wallis Budge. Roncoletta, che visti i risultati ottenuti dall’analisi etimologica del triconsonantico ntr, era un attrezzo da lavoro, manegevole con cui si eseguivano lavori di potatura di rami e si recidevano i grappoli d’uva durante la vendemmia. Triconsonantico che possiamo sicuramente considerare origine del vocabolo italiano; nettàre, termine usato in ambito agricolo, che indica l’operazione di liberare gli alberi dal fogliame e rami secchi e liberare frutti o ortaggi da scorie, mondare. Termine che trova la sua origine appunto nei trilitteri ebraici רַטָנnatár e רתנNathar, e cioè in pratica volendo sintetizzare “prendersi cura”. In sardo l’atto del modare cioè del pulire e quindi del nettare si dice annittà (nel Sassarese), innettare [nuorese] I confronti fotografici sia con il simbolo geroglifico ntr, che con la tavoletta di argilla dei cacciatori conservata al British Museum del periodo predinastico c.3200/3500 BC, evidenziano appunto che siamo in presenza di due tipologie di “neter” uno ad uso militare con un profilo più arcuato molto più vicino ad un falcetto e uno come abbiamo visto ad uso agricolo. Gli Egizi erano una civiltà emulativa: crearono strutture e avevano riti che tentavano di imitare, di replicare maldestramente un lontano passato, [la mummificazione ad esempio era probabilmente il labile ricordo di possibili pratiche di clonazione, ma di questo parleremo in un altro articolo]. Il Libro Egizio dei Morti ad esempio ci descrive l’utilizzo di antiche tecnologie? E’possibile quindi che dietro questi Netjeru delle origini, [per cui nella tavoletta di argilla del British Museum potrebbero in realtà non essere rappresentati dei cacciatori egizi] si nascondano figure di esseri umani particolarmente potenti o addirittura di esseri venuti da altri mondi? Perché più tardi, nel Regno Antico e soprattutto nella terza dinastia, l’appellativo di Netjer costituiva parte integrante del nome del sovrano?
Netjeri-chet ad esempio era uno dei nomi di re Djoser, il costruttore della piramide a gradoni di Saqqara, a ricordo delle antiche origini, umane… o aliene? A questo punto affrontiamo l’analisi in particolare del geroglifico F17 e dei contesti in cui è inserito vero motivo di questo articolo, prima però occorre fare un po’ di chiarezza. La paleoastronautica si sviluppò come studi agli inizi degli anni 50 in concomitanza dei primi studi approfonditi degli avvenimenti ufologici nel XX, non è accettata dalla comunità scientifica e rientra sotto quella branca della pseudo scienza chiamata archeologia misteriosa. Gli assertori della paleoastronautica e quindi coloro che pensano che esseri alieni alla terra possano aver esercitato una notevole influenza nello sviluppo della specie umana. Tant’è che viene messa in dubbio la teoria evolutiva darwiniana, proponendo tesi creazioniste. Gli alieni avrebbero così favorito, indotto la nostra evoluzione attraverso una “creazione programmata” (tramite esperimenti genetici) condotta sugli ominidi, accelerando quindi l’evoluzione spontanea della specie (il principale argomento sono i solo 300.000 anni impiegati dall’Homo Sapiens per progredire così nettamente rispetto ai suoi antenati). I contatti con gli alieni sarebbero poi continuati tant’è che le divinità delle civiltà antiche come maya, aztechi, egizi, popoli mesopotamici, gli antichi Sardi vengono tutti descritti con caratteristiche fisiche simili. Gli indizi della presenza degli extraterrestri sulla terra si troverebbe oltre che nei testi religiosi più antichi, quali la Bibbia e la letteratura sumera, anche in opere letterarie come quelle epiche, ma anche cavalleresche e rinascimentali. La teoria degli antichi astronauti avrebbe anche delle prove certe e verificabili, in alcuni elementi di architettura e decorativa antica esistono alcune figure senza dubbio simili ad esseri in alcuni casi con strani abiti simili a tute d’astronauta. Nei miti
Il sacerdote del neterianesimo Sebay Muata Ashby
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Pittura che mostra le varie lavorazioni dell'uva da una tomba a Tebe, Egitto Everett Collection Historical
Sopra il bassorilievo Sumero Enki e Nianmah creano l’Adam
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sumeri risalenti a circa 4500 anni fa tra il 2600 a.C. e il 2500 a.C. si accenna spesso all’origine dell’uomo e sebbene esistano diverse versioni del mito, tutte concordano su un punto fondamentale, l’uomo fu creato per sostituire gli dèi nel duro compito di lavorare la terra. Raccontiamo uno dei tanti passaggi significativi in cui si parla della creazione dell’uomo. La dea Nimah chiede ad Enki che sia lui a preparare l’argilla per il lavoro e quest’ultimo risponde che per ottenere qualcosa che sia per metà “umano” e per metà divino, bisognava utilizzare il sangue e la carne di un dio. Nella versione accadica il termine usato è
Nepisthum che in accadico, così dicono gli esperti, può indicare sia il sangue che il seme della vita. Un’analisi etimologica permette di scoprire il concetto generante del termine Nepisthum. Interessante a tal proposito notare, come la prima parte del vocabolo accadico la troviamo nel proto algonchino una delle lingue facenti parte del gruppo delle lingue algiche, una famiglia di lingue native americane del Nordamerica, in cui il vocabolo nepi, prende il significato di acqua, mentre nell’ittita nepis assuma il significato di cielo, mentre in greco antico il termine potrebbe essersi variato in: néphos, nephél traducibile questa volta con nuvola, nuvoloso sino ad arrivare al latino nebula con il significato di foschia, nebbia; vapore, fumo; nuvola, che ritroviamo nell’italiano nebulizzare cioè ridurre e diffondere in minutissime gocce. Mentre la seconda parte, pisthum troviamo similitudine con il latino verbo neutro pistum dove pistus è il participio passivo perfetto di pīnsō cioè pestato, picchiato, schiacciato, inserito. E ancora nella lingua Lituana troviamo pìstis una forma riflessiva di pisti (tempo presente in terza persona pìsasi, tempo passato in terza persona pìsosi) (volgare, transitivo, con oggetto dativo e/o frase preposizionale) con significato: da battere, da combattere, (volgare, intransitivo), per scopare [l’atto sessuale]. In greco antico è interessante
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notare che con la parola ptisánē πτισάνη si indicavano i semi d’orzo. Mentre nelle lingue proto-slave troviamo il termine pĭšenica con cui si indicava il grano. Nel catalano il vocabolo pinso, (pinos plurale) indica il mangime il cui contenuto è spesso di cereali (cibo dato a animali specialmente erbivori) cioè semi. In latino il vocabolo piso indicava il mortaio, ma anche allo spagnolo peso riferibile al pensum latino con il significato appunto di peso o compito. In relazione alla parola peso è da ricordare che in antichità alcune unità di misura avevano come riferimento il grano o i semi di carruba [il carato] Si evidenzia inoltre che il trilittero Pis oltre a essere presente nel termine pis-ello, legume [usato anche nei mangimi] il cui baccello allungato e arcuato dà il nome ironico all’organo sessuale maschile, è anche inizio di parola del vocabolo inteso come volgare di pis-sciare, cioè buttare fuori, emettere, qualcosa per via urinaria; (per estensione) far fuoriuscire un liquido. Risulta oltremodo interessante riscontrare come il trilittero finale tum sia uno dei modi di chiamare il dio egizio Atum (anche Tem, Temu, Tum e Atem), considerato il primo degli dei, essendosi creato da sé. «...Tu sei colui che mette il seme maschile nella donna, tu sei colui che crea il seme nell’uomo, tu sei colui che risveglia il figlio nel ventre ella madre, accarezzandolo perché non pianga. Anche nell’utero sei la sua balia. Tu dai respiro a tutta la tua creazione, aprendo la bocca del neonato, e dandogli nutrimento...» Tratto dall’inno al Dio Aton «Io sono Atum, il creatore dei primi dei. Io sono Colui che diede alla luce Shu. Io sono il grande LuiLei. Io sono Colui Che fece ciò che Mi parve buono. Io presi posto nello spazio del Mio volere: Mio è lo spazio di coloro che si muovono.» * (Testi dei sarcofagi, I, 161) *Un riferimento al liquido spermatico in cui si muovono gli spermatozoi? Una delle versioni del mito cosmogonico narra che Atum creò il dio Shu (l’aria) e la dea Tefnut (l’umido) dal proprio sperma, emesso masturbandosi. ATUM, termine tra l’altro che ritroviamo nell’italiano ATOMO in fisica, la più piccola particella di un elemento che non subisce alterazioni nelle trasformazioni chimiche, ma che può subire trasformazioni fisiche che subisce anche uno
spermatozoo nel momento in cui feconda un ovulo. La traslitterazione in lettere ebraiche permette di ottenere il concetto d’origine che diede luogo al nome ATUM. םותא ותאato, forma di תֵאet: marchio, segno, impronta. םותforse una forma arcaica di םֹּתtom: completezza, integrità תאeth, Apparentemente contratto da H226 nel senso dimostrativo dell’entità; propriamente (ma generalmente usato per indicare più decisamente l’oggetto di un verbo o preposizione, pari o vale a dire) creato, lui generò, quello che è stato consegnato, abbandonato, pieno, colmo. םוהhum or him, una radice primitiva (confronta hamam ); fare un tumulto, o agitare molto, mescolare. ATUM era quindi COLUI CHE RIEMPIE E MESCOLA E CREA LASCIANDO LA SUA IMPRONTA INTEGRA [vedi inno] Cosa sia l’impronta integra lo comprenderemo in seguito, tale frase vedremo più avanti richiama inequivocabilmente uno dei bassorilievi presenti nel Tempio di Luxor. In conclusione per il trilittero tum, si guardi al verbo sardo TUMARE con il significato di versare, buttare giù, termine che ritroviamo composto anche in altre parole sarde come ispentumare con il significato di precipitare, subissare, spaventare. [zona nuorese e logodurese]. Visti gli etimi, proviamo a consegnare un senso al concetto d’origine che ha reso possibile la nascita del vocabolo Nepisthum che in accadico ricordo indicherebbe il seme della vita: nepi - pis - tum. (Fine prima parte)
Il dio Atum, con bastone, contro il serpente Apopi. Il dio deve impedire che Apopi rovesci la barca solare durante il suo viaggio notturno. Gli atomi ionizzati GESTISCONO l'andamento dell'energia? L'energia di ionizzazione di un atomo o di una molecola è l'energia minima richiesta per allontanare un elettrone e portarlo a distanza infinita, a 0 K e in condizioni di energia cinetica nulla. L'energia di ionizzazione è un esempio di proprietà dell'atomo che presenta un andamento periodico rispetto al numero atomico.
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SIMBOLOGIA
DELLA Y
La “Y” è la ventiquattresima lettera dell’alfabeto, le cui origini lontane nell’ambito fenicio sono comuni alle lettere: u, v, w e nella lingua italiana compare solo nei latinismi e grecismi non adattati, mentre è usata correntemente in lingue straniere. FILOSOFIA E SCIENZA
L
di Umberto Di Grazia
a “Y” è la ventiquattresima lettera dell’alfabeto, le cui origini lontane nell’ambito fenicio sono comuni alle lettere: u, v, w e nella lingua italiana compare solo nei latinismi e grecismi non adattati, mentre è usata correntemente in lingue straniere. Così cita il vocabolario Devoto-Oli, edizione Selezione dal Reader’s Digest che, tra l’altro, precisa: “L’uso della Y risale agli alfabeti” greci, nei quali ha assunto il valore della u con la dieresi ed è riapparsa in latino nel l° sec. A.C. per indicare la u dei grecismi, suono che era estraneo alla lingua latina. Nel MedioEvo il suo valore è soltanto grafico e, se si vuole, storico: rispetto alla pronuncia non si distingue dalla lettera i. In matematica la y rappresenta un’incognita, una variabile, una coordinata, mentre nell’esoterismo assume un significato di grande importanza, specialmente secondo la Kabbalah scuola di pensiero filosofico e teosofico ebraica e sistema pratico talismatico e rituale. Essa studia il
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significato delle lettere e dei numeri attraverso i suoi tre aspetti detti: gematria notarikon e temurah. La gematria consiste nell’uso delle lettere come numeri e del vasto sistema interpretativo della numerologia che ne deriva; notarikon è la tecnica per creare nuove parole o frasi partendo dalle prime o dalle ultime lettere di un nome o di una frase, mentre temurah è un metodo per nascondere nomi sacri o testi, codificandoli o crittografandoli. Come molte altre lingue, l’ebraico usa le lettere per indicare i numeri. I nomi con cui vengono chiamate le lettere hanno a loro volta un significato preciso, così si stabilisce immediatamente un sistema di corrispondenza tra i numeri e le cose, che vengono indicate con lo stesso termine che designa anche il numero. Per esempio, la lettera ebraica ‘aleph’ indica il numero 1 e la parola di per se stessa va tradotta letteralmente in bue (mucca), ma in senso figurato significa anche ricchezza. E’ importante soprattutto rendersi conto del significato del suono, sia nel giudaismo, sia ,nella
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Kabbalah: l’universo venne creato per mezzo dell’articolazione del suono: “In principio era i Verbo…”. Pertanto le lettere e le parole sono molto più che semplici strumenti utili per la comunicazione; essi sono caricati dalla ‘forza’ elementare che ha fatto vivere l’intero insieme delle cose esistenti. Anche i Celti e i pitagorici credevano molto nell’efficacia della parola espressa e nella potenza della corretta pronuncia. Le corrispondenze lettera-numero dell’alfabeto ebraico, secondo l’approfondito studio di John King, descritto nel suo libro “Kabbalah e Gematria, linguaggio segreto dei numeri”, edizioni Piemme, sono state riassunte in una serie di tabelle e i significati letterali di ciascuna parola sono meno importanti dei significati esoterici. Riportiamo i riferimenti riguardanti la lettera “Y” : Nella Tabella di Gematria inversa dell’alfabeto inglese, sempre secondo il metodo di J.King, i n.12 è uguale alla j e alla y (come in yellow, “giallo”). Il 12, è alla base del sistema di calcolo ancora in uso per misurare il tempo: 12 mesi in un anno; 12 tribù di
Israele nell’ Antico Testamento, 12 Apostoli nel Nuovo Testamento; l’inizio della terna pitagorica 1160-61; il Mago dei Tarocchi; la quercia. Inoltre, a 12 anni dalla pubertà, Gesù iniziò a predicare nel Tempio d Gerusalemme. Secondo il Liber Trigrammaton di Crowley, la Kabbalah inglese abbina alla Y il numero 7, in ebraico corrispondente alla lettera Zayin, scritto anche zain, che significa spada, bastone, più genericamente arma. In senso figurato rappresenta la difesa e ciò che viene difeso. Così come accade con tutti i tipi di mazze e bastoni, significa anche autorità, ivi compresa l’autorità religiosa. 117 è il numero dell’archetipo dell’eroe o del semidio nell’antica mitologia celtica. La traduzione sanscrito-inglese dà alla Y il valore di 1 (nell’ebraico l’l corrisponde invece alla lettera aleph), con il significato di corona, ricchezza; in celtico rappresenta la nascita, mentre nella serie di Fibonacci rappresenta il roveto ardente visto da Mosè, l’uovo della creazione, la pietra filosofale ed ancora: creatività, androginia ed ermafroditismo
La traduzione greco-inglese attribuisce alla Y (psi) il numero 700, creando in questo caso una connessione con la lettera Tau a cui è attribuito il valore di 701. Tau ha una forma fisica simile a quella delle croci usate per le crocefissioni, probabilmente anche quella di Gesù, che ritroviamo come emblema dei Cavalieri del Tau e di San Francesco.
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(unione degli opposti o, per meglio dire, dei complementari), autorità, comando, isolamento. La traduzione greco-inglese attribuisce alla Y (psi) il numero 700, creando in questo caso una connessione con la lettera Tau a cui è attribuito il valore di 701. Tau ha una forma fisica simile a quella delle croci usate per le crocefissioni, probabilmente anche quella di Gesù, che ritroviamo come emblema dei Cavalieri del Tau e di San Francesco. Infine, al n. 10 corrisponde la jota greca e l’ebraico yod (Y), che significa la mano di Dio Esotericamente è il numero della perfezione. Nella sua opera: “Mysterium Coniunctionis- Gli opposti psichici nell’alchimia”, 1971, per l’Italia edito da Boringhieri nel 1990, Cari Gustav Jung attribuisce alla “Y” il significato di Unione degli Opposti: maschile e femminile. Secondo le varie scuole esoteriche, inoltre, La Y rappresenta:
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1°: un grado o livello di iniziazione; 2°: l’uomo che elevandosi verso l’alto, attraverso la conoscenza, deve superare la visione dualistica (il cui simbolo è la Y) e acquisire il giusto distaccò per capire qual’è la strada da seguire; 3°: nel Cristianesimo è il simbolo di resurrezione; l’uomo attraverso la scintilla divina che è in lui supera i limiti della morte fisica Il significato rituale della Y è antichissimo. Lo conferma anche la scoperta di un tempio fatta all’inizio degli anni Settanta a Torre SpadinaCapranica (VT), dal ricercatore Umberto D Grazia. Sulle pareti laterali di una camera, scavata nel banco tufaceo, sono profondamente incise due grandi Y. Purtroppo il sito archeologico aspetta ancora di essere studiato, valorizzato e difeso, così come tutto il territorio intorno, per un perimetro di 3 chilometri, anche se fu tempestivamente denunciato da Di Grazia alla Soprintendenza per l’Etruria Meridionale quando era direttore Mario Moretti. Non si tratta, come sostenuto da qualche frettoloso giudizio, di una serie di tombe riadattate in epoca successiva (nella fossa votiva antistante, con uno scavo ufficiale, emersero reperti dal IV sec. a.C. al II sec. d.C.), ma di un luogo di culto come poterono vedere durante’ i lavori di pulitura della fossa, l’ispettore di Bassano, Moroni e l’archeologa Maddalena Andreussi, testimone per conto dell’allora ispettore di zona per la Soprintendenza, Proietti. Inoltre, nel terreno limitrofo, devastato da scavi clandestini , affioravano frammenti di manufatti molto più antichi (dal X al VII sec. a.C.). Non mancarono le conferme autorevoli: “E’ un tempio atipico di un gruppo venuto, prima della civiltà etrusca, dal mare., Ne ho visto uno simile nell’isola di Ischia, passando attraverso la fenditura del muro ‘costruito in seguito dai romani, che nascondeva lo scavo originario, simile a questo di Torre Spadina.” Questo fu il commento, dopo il sopralluogo effettuato negli anni Settanta alla presenza di moltissimi testimoni, del noto archeologo Tram Than Tim dell’Università del Quebec. Seguirono altri esperti e altri sopralluoghi e passarono in molti a vedere il “Tempio delle Y” (tra questi, gli archeologi Von Hase, Alessandro Morandi ecc.) e tutti evidenziarono la tipicità e l’importanza del sito e del territorio. (1)
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3 BEI LIBRI DA LEGGERE
ASTROARCHEOLOGIA di John Michell
a cura di A. Iacopino
SCHIAVI DI UN SE’ FANTASMA di David Icke
L’astroarcheologia é lo studio di tutte
Ancora lui, David Icke giornalista britannico,
quelle architetture delle civiltà antiche
punto di riferimento della controinforma-
progettate in maniera fortemente col-
zione impegnato da oltre 25 anni a svelare
legata alle credenze astronomiche del
i segreti della realtà e delle forze che ci
tempo e studia i monumenti megalitici
manipolano, è l’artefice di questo nuovo
che sono presenti a migliaia in quasi tutti i nostri continenti.
libro, anch’esso , come i precedenti, legato alla teoria della cospirazione
L'ipotesi fondamentale alla sua base è che i megaliti abbiano una
globale. In cinquecento pagine scopriremo come sta avvenendo il
relazione con la posizione dei corpi celesti e la configurazione
controllo dell’umanità e come i tiranni che comandano ci nascondono
della Terra e quindi siano la testimonianza unica di un sapere
la verità, controllano i media, le scoperte scientifiche, le religioni e
astronomico antichissimo. Lo sviluppo scientifico dell’astroar-
anche l’educazione con lo scopo di modellare le giovani menti per
cheologia all’inizio del ’900 fu ispirato da un eminente astronomo
sostenere il sistema. Il titolo Schiavi di un sé fantasma è riferito agli
e scienziato, sir J. Norman Lockyer. Seguirono poi altri studiosi
uomini che sarebbero schiavi di un “sé fantasma” termine con il
che credettero alla possibilità di un’astronomia antica, uno tra i
quale Icke indica quel “tu” che credi di essere, ma che non sei. È un
più recenti è stato lo studioso britannico John Michell, autore di
falso “tu”, frutto di un processo di manipolazione e di programmazione
questo libro uscito per la prima volta nel 1976, la cui prima
al quale siamo stati sottoposti e che ci imprigiona limitando la
traduzione in lingua italiana risale al 2008. In esso ci accompagna
nostra realtà. Per svincolarci da ciò bisogna connettersi al “sé
in un viaggio che fa intravedere la nascita di una teoria archeologica
infinito” (lo stato dell’essere consapevoli) in modo da vedere il
che mette in relazione la progettazione e l’ubicazione dei siti me-
mondo per ciò che é. Un opera piena di rivelazioni ideata per
galitici con l’osservazione della posizione occupata da stelle e
mascherare la vasta rete dell’inganno globale che mantiene schiava
pianeti al momento in cui questi monumenti vennero realizzati.
l’umanità instillando l’ignoranza nella gente. Secondo questo
Argomento tanto affascinante quanto complesso, che dimostre-
studioso di storia segreta e cospirazione, tutti noi leggendo il libro,
rebbe come i costruttori megalitici applicassero già l’astronomia
possiamo finalmente accorgerci che siamo dei fantocci manipolati
scientifica quattromila anni fa, con una precisione che non ha
e che stiamo vivendo in un “mondo prigione”.
nulla da invidiare ai calcoli moderni.
(Macro Edizioni 2016, pp.504, Euro 23,50)
(Edizioni L’Età dell’Acquario 2017, pp.184, Euro 18)
IL CASO TERRA
di Paolo Saraceno
affrontando in questi anni. Inizia con quello che si conosce sulle origini dell’universo, delle stelle, dei pianeti, e della Terra. Prosegue con la storia della Terra dalle sue origini sino ad oggi. Dedica poi un’ampia parte del libro ai tentativi fatti dall’uomo negli scorsi decenni per
Da sempre l’umanità si è rivolta domande sulle
mettersi in contatto con intelligenze extraterrestri e conclude con una
origini dell’uomo e di tutto quello che vediamo,
discussione di come si cercheranno negli anni a venire pianeti “abitabili”
ma finora la scienza non ha trovato risposte
per la nostra specie. Saraceno, dirigente di ricerca INAF con incarichi
certe. Oggi grazie agli straordinari progressi
di responsabilità e di coordinamento di vari Gruppi di Studio e di
avvenuti negli ultimi decenni, nei diversi campi
Programmi speciali, ha così realizzato un testo interdisciplinare, scritto
della conoscenza, si può tentare di dare alcune risposte al problema
in un linguaggio chiaro e accessibile anche ai non addetti ai lavori.
delle nostre origini. Ed è quello che si propone il fisico Paolo Saraceno, in questo testo in cui espone alcuni temi straordinari che la scienza sta
(Mursia Editore 2007, pp.380, Euro 34)
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L’ORMONE CHE AIUTA
A LEGGERE NEL PENSIERO TRADUZIONE A CURA DI DANIELA MAZZELLA
Introduzione di David Dobbs
Per molto tempo abbiamo accettato l’idea che gli ormoni determinano il nostro stato d’animo. tuttavia recentemente la neuroscienza ha messo in evidenza come l’ossitocina, l’ormone che agisce anche come neuromodulatore, può aumentare una capacità cognitiva: l’abilità di capire il senso di quello che gli altri stanno pensando. nel mind matters di questa settimana, jennifer bartz and eric hollander, due dei più importanti ricercatori di questo settore, mostrano le modalità in cui l’ossitocina sembra influenzare la nostra apertura verso gli altri e la nostra capacità di comprenderli. 64
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er molto tempo abbiamo accettato l’idea che gli ormoni determinano il nostro stato d’animo. Tuttavia recentemente la neuroscienza ha messo in evidenza come l’ossitocina, l’ormone che agisce anche come neuromodulatore, può aumentare una capacità cognitiva: l’abilità di capire il senso di quello che gli altri stanno pensando. Nel Mind Matters di questa settimana, Jennifer Bartz and Eric Hollander, due dei più importanti ricercatori di questo settore, mostrano le modalità in cui l’ossitocina sembra influenzare la nostra apertura verso gli altri e la nostra capacità di comprenderli.
L’ossitocina è la chiave per la comprensione? Per gli esseri umani la capacità di interpretare le motivazioni, i desideri e i sentimenti degli altri rappresenta un’abilità di fondamentale importanza:
abbiamo l’esigenza di capire “da dove vengono gli altri” non solo per perseguire i nostri obiettivi personali ma soprattutto per rendere possibile una generale armonia. In particolare, abbiamo bisogno di sapere che gli altri possono avere pensieri, desideri e sentimenti diversi dai nostri e che tali pensieri possono determinare il loro comportamento. Questa comprensione ci consente di preveder in che modo gli altri si comporteranno. Gli esperti di neuroscienza cognitiva e sociale definiscono questa capacità “teoria della mente” spesso abbreviata con TOM e la considerano una componente fondamentale della nostra specie. In che modo il cervello sviluppa questa capacità vitale di leggere nella mente degli altri? Un recente studio a cura di Gregor Domes e i suoi colleghi dell’Università della Germania ha cercato di far luce su quest’aspetto, realizzando un nesso tra questa importante abilità sociale cognitiva e un ormone oggetto di numerose ricerche, l’ossitocina. Lo studio, “L’ossitocina migliora la lettura della mente negli esseri umani,” mette in
Per gli esseri umani la capacità di interpretare le motivazioni, i desideri e i sentimenti degli altri rappresenta un’abilità di fondamentale importanza: abbiamo l’esigenza di capire “da dove vengono gli altri” non solo per perseguire i nostri obiettivi personali ma soprattutto per rendere possibile una generale armonia. In particolare, abbiamo bisogno di sapere che gli altri possono avere pensieri, desideri e sentimenti diversi dai nostri e che tali pensieri possono determinare il loro comportamento.
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luce aspetti riguardanti sia la normale capacità di comprensione sociale sia i pesanti deficit dell’interazione sociale che sembrano essere condizioni alla base di problemi come l’autismo.
Maternità, Memoria e Lettura della mente L’ossitocina è un ormone del peptide composto di nove amminoacidi, prodotto nel cervello e rilasciato nel flusso sanguigno. L’ossitocina agisce sulle ghiandole mammarie per la secrezione del latte e sull’utero durante le contrazioni del parto. Tale ormone agisce inoltre sul midollo spianale come neuromodulatore, influenzando l’attività di altri neuroni nel cervello. Alcune ricerche sui roditori hanno mostrato che l’ossitocina gioca un ruolo fondamentale nei legami affettivi come accoppiamento, atteggiamento materno, comportamenti sessuali e separazioni. Si è inoltre scoperto che l’ossitocina permette la memoria nei roditori, cioè la capacità di ricordare nel tempo un nuovo roditore. In topi normali questa memoria sociale è resa possibile da basse dosi di ossitocina ma essa può essere compromessa in presenza di agenti che bloccano il ricevitore dell’ossitocina. Inoltre i topi che sono stati geneticamente manipolati (dal cui sistema è stata quindi eliminata l’ossitocina) sono incapaci di riconoscere un topo incontrato in precedenza. Tuttavia, se ad essi viene somministrata l’ossitocina prima di incontrare un nuovo topo, anche i topi geneticamente manipolati acquisiscono tale memoria sociale. Altri studi hanno dimostrato che l’ossitocina può essere responsabile della cognizione e del comportamento sociale umano. Ad esempio, si è scoperto che l’ossitocina sintetica somministrata per via nasale favorisce la fiducia (quando si tratta di prendere decisioni) e regola il modo in cui il cervello risponde agli stimoli di paura. Nello studio di Domes e i suoi colleghi essa sembra facilitare la teoria della mente.
Questo è il mio ormone, o sto leggendo nella tua mente? Nei loro esperimenti Domes e i suoi colleghi hanno somministrato una versione sintetica di ossitocina (Syntocinon) o placebo (ciascun partecipante le ha poi
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ricevute entrambe) per via nasale a 30 adulti di sesso maschile in buona salute (di età compresa tra 21-30 anni). Dopo la somministrazione dovevano svolgere un compito che consisteva nel fare delle deduzioni dagli stati mentali di altre persone. In particolare essi dovettero osservare una serie di immagini che ritraevano attori in diverse espressioni del volto. Queste immagini mostravano solo la regione degli occhi ed ognuna di esse era accompagnata da quattro parole descrittive tra le quali i partecipanti dovevano scegliere quella che meglio descriveva il pensiero o il sentimento del personaggio. I partecipanti svolsero questo compito meglio dopo la somministrazione dell’ossitocina che dopo quella dei placebi. Queste scoperte hanno delle implicazioni non solo sulla comprensione dei processi neurobiologici che stanno alla base della cognizione sociale umana ma anche sulla comprensione di alcuni deficit del funzionamento sociale come l’autismo. Gli individui affetti da questo problema spesso mostrano problemi nell’elaborazione delle informazioni sociali e soprattutto hanno delle difficoltà nell’identificare le emozioni degli altri attraverso le espressioni del volto. Nel corso degli anni i ricercatori hanno mostrato come l’ossitocina può essere coinvolta nell’eziologia dell’autismo e potrebbe perciò essere utilizzata nel trattamento di questa patologia.
Meccanismi L’ossitocina facilita l’elaborazione dell’informazione sociale raccolta attraverso l’udito e la vista. Questo solleva delle questioni su come l’ossitocina effettivamente faciliti la cognizione sociale e la teoria della mente. Le ricerche mostrano che quest’ormone è coinvolto nella regolazione di reazioni come stress e paura: l’ossitocina può facilitare la teoria della mente riducendo l’ansia sociale che subentra in molte occasioni d’incontro; essa inoltre contribuisce a rafforzare l’elaborazione dell’informazione sociale. Tuttavia come l’ossitocina migliora la teoria della mente resta una questione aperta, così come restano senza risposta altre domande: ad esempio come può il sesso influenzare il modo in cui l’ossitocina determina la teoria della mente? Tali domande mostrano come ci sia ancora tanto da imparare su come una persona può leggere nel pensiero di un’altra. Link di riferimento: Scientific American
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III di cop abbonamenti scienza.qxp_Layout 1 01/08/19 10:02 Pagina II
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IV di cop libro corbucci.qxp_Layout 1 01/08/19 10:02 Pagina II
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