Raccolta di atti parlamentari dal 1° al 30 settembre 2021

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ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10127 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 558 del 06/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: TONELLI GIANNI Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER Data firma: 06/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 06/09/2021 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10127 presentato da TONELLI Gianni testo di Lunedì 6 settembre 2021, seduta n. 558   TONELLI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che: la notizia della morte per Covid-19 dell'agente di polizia Candido Avezzù è prima di tutto un dramma umano per i familiari e gli amici che lascia, ma rappresenta anche il tragico epilogo di una situazione da tempo insostenibile in cui versava il centro di accoglienza di Taranto; Avezzù aveva infatti scoperto di essere positivo al virus il 28 luglio 2021, dopo essere stato inviato in missione, per una decina di giorni, nella struttura di accoglienza temporanea pugliese; lì, il 14 luglio era scoppiato un focolaio che aveva interessato 33 persone, tra cui Avezzù stesso e un altro agente; verso i primi di agosto Avezzù veniva quindi ricoverato in ospedale e il 10 agosto entrava in terapia intensiva, dove moriva qualche giorno dopo; con recente atto di sindacato ispettivo (n. 4-10054), l'interrogante sottolineava l'insostenibilità della situazione nel centro di accoglienza temporanea: tra le criticità


riscontrate nell'hotspot di Taranto vi sono da tempo, come denunciato dalle componenti sindacali di Sap e Siulp, le condizioni molto rischiose per la salute che devono affrontare il personale in servizio di ordine pubblico, i mediatori culturali e gli stessi migranti che convivono promiscuamente al suo interno –: se non sia questa l'occasione per ovviare alle gravi carenze del centro di accoglienza di Taranto o, come è richiesto da molte parti, per una sua definitiva chiusura; quali iniziative il Ministro interrogato intenda adottare, con la massima urgenza, per garantire la salute degli operatori di polizia nell'hotspot di Taranto e, più in generale, in tutti i centri di accoglienza del Paese. (4-10127)

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10106 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 558 del 06/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: FERRO WANDA Gruppo: FRATELLI D'ITALIA Data firma: 06/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 06/09/2021 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10106 presentato da FERRO Wanda testo di


Lunedì 6 settembre 2021, seduta n. 558   FERRO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che: preoccupante è la fotografia scattata dal Sindacato italiano unitario dei lavoratori delle polizie (Siulp) della situazione migranti in Calabria, a fronte degli eventi verificatisi nel mese di agosto 2021, con numerosi migranti allontanati che si sono riversati nei vari lidi del lungomare di Roccella Ionica creando turbativa all'ordine e sicurezza; tale situazione è certificata dai numeri: il 14 agosto 2021 è stato registrato l'ennesimo sbarco, il ventesimo negli ultimi due mesi, nella costa della Locride con circa 70 migranti di varie nazionalità arrivati nel pomeriggio al «Porto Delle Grazie» di Roccella Ionica mentre, centotrentasei migranti sono sbarcati nel porto di Reggio Calabria dopo che il barcone sul quale si trovavano è stato intercettato al largo di Bova Marina da unità navali della Guardia di finanza; in particolare, il sindacato di polizia lamenta un'assoluta inadeguatezza delle strutture di accoglienza, un eccessivo carico di lavoro e la carenza di personale impiegato, denunciando come «l'argomento sbarchi, ormai da decenni, non riveste più carattere di eccezionalità, ma di normalità. Si continua però a lavorare in “emergenza” come se si volesse elevarlo a criticità e difficoltà maggiori di quelle che già gli appartengono. Come se si volesse trovare una giustificazione alla condizione di “pressappochismo” nell'uso delle strutture – inidonee sotto tutti i punti di vista – e all'uso impari, sproporzionato e azzardato del personale delle forze dell'ordine rispetto al numero dei migranti»; una situazione del genere, mentre i dati relativi ai contagi da Covid-19 tornano ad essere preoccupanti, rischia, peraltro, di esplodere in un'emergenza sanitaria, vanificando tutti gli sforzi che la Calabria, al pari delle altre regioni italiane, ha compiuto nell'ultimo anno –: di quali informazioni disponga il Governo in merito ai preoccupanti fatti di cui in premessa, con particolare riguardo alla portata del fenomeno lungo le coste calabresi e alla situazione delle strutture di accoglienza regionali; se non ritenga necessario istituire una task force che possa affrontare adeguatamente il fenomeno migratorio, anche dal punto di vista dell'impiego delle risorse umane, e adottare le iniziative di competenza per garantire un adeguamento delle strutture deputate all'accoglienza, con particolare riguardo a quella di Roccella Ionica. (4-10106)

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10106


Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 558 del 06/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: FERRO WANDA Gruppo: FRATELLI D'ITALIA Data firma: 06/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 06/09/2021 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10106 presentato da FERRO Wanda testo di Lunedì 6 settembre 2021, seduta n. 558   FERRO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che: preoccupante è la fotografia scattata dal Sindacato italiano unitario dei lavoratori delle polizie (Siulp) della situazione migranti in Calabria, a fronte degli eventi verificatisi nel mese di agosto 2021, con numerosi migranti allontanati che si sono riversati nei vari lidi del lungomare di Roccella Ionica creando turbativa all'ordine e sicurezza; tale situazione è certificata dai numeri: il 14 agosto 2021 è stato registrato l'ennesimo sbarco, il ventesimo negli ultimi due mesi, nella costa della Locride con circa 70 migranti di varie nazionalità arrivati nel pomeriggio al «Porto Delle Grazie» di Roccella Ionica mentre, centotrentasei migranti sono sbarcati nel porto di Reggio Calabria dopo che il barcone sul quale si trovavano è stato intercettato al largo di Bova Marina da unità navali della Guardia di finanza; in particolare, il sindacato di polizia lamenta un'assoluta inadeguatezza delle strutture di accoglienza, un eccessivo carico di lavoro e la carenza di personale impiegato, denunciando come «l'argomento sbarchi, ormai da decenni, non riveste più carattere di eccezionalità, ma di normalità. Si continua però a lavorare in “emergenza” come se si volesse elevarlo a criticità e difficoltà maggiori di quelle che già gli appartengono. Come se si volesse trovare


una giustificazione alla condizione di “pressappochismo” nell'uso delle strutture – inidonee sotto tutti i punti di vista – e all'uso impari, sproporzionato e azzardato del personale delle forze dell'ordine rispetto al numero dei migranti»; una situazione del genere, mentre i dati relativi ai contagi da Covid-19 tornano ad essere preoccupanti, rischia, peraltro, di esplodere in un'emergenza sanitaria, vanificando tutti gli sforzi che la Calabria, al pari delle altre regioni italiane, ha compiuto nell'ultimo anno –: di quali informazioni disponga il Governo in merito ai preoccupanti fatti di cui in premessa, con particolare riguardo alla portata del fenomeno lungo le coste calabresi e alla situazione delle strutture di accoglienza regionali; se non ritenga necessario istituire una task force che possa affrontare adeguatamente il fenomeno migratorio, anche dal punto di vista dell'impiego delle risorse umane, e adottare le iniziative di competenza per garantire un adeguamento delle strutture deputate all'accoglienza, con particolare riguardo a quella di Roccella Ionica. (4-10106)

ATTO SENATO INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02805 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 357 del 07/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: ROJC TATIANA Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO Data firma: 07/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 07/09/2021 Stato iter:

IN CORSO Atto Senato


Interrogazione a risposta orale 3-02805 presentata da TATIANA ROJC martedì 7 settembre 2021, seduta n.357 ROJC - Al Ministro dell'interno. - Premesso che: è stato diramato un appello del SIULP provinciale di Trieste, di particolare attualità alla luce degli sviluppi internazionali e di recenti rintracci che si sono verificati negli ultimi giorni sul territorio a ridosso del confine italo-sloveno. In linea generale, sono problematiche di cui il Viminale è a conoscenza non solo attraverso le segnalazioni che la stessa interrogante ed altri colleghi parlamentari nel tempo hanno fatto pervenire ma anche avendo il Ministro preso cognizione diretta durante una visita istituzionale nel capoluogo giuliano; la visita del Ministro in indirizzo è avvenuta circa un anno fa, e da allora, toccato il culmine dell'emergenza pandemica, la situazione rischia di subire un'accelerazione preoccupante, dopo che è iniziato l'esodo dall'Afghanistan; sono state ragionevoli e misurate le iniziative poste in essere finora dal Ministero dell'interno, tra cui la collaborazione posta in atto con le forze di polizia della Repubblica di Slovenia, ma potrebbero rivelarsi non più sufficienti ove l'intensificazione dei flussi dalla rotta balcanica assumesse caratteri di impatto più rilevante; è difficile immaginare le conseguenze dell'arrivo di flussi di entità pari o analoga a quelli visti nel biennio 2015-2016, anche in considerazione della situazione sanitaria non ancora stabilizzata; senza dubbio il Ministro in indirizzo condivide le parole del Presidente della Repubblica sulla solidarietà operante che deve ispirare tutti, singoli Stati e Unione europea in quanto organismo, tuttavia, nella situazione prospettata non sono in discussione i massimi principi che ci ispirano nella difesa dei diritti umani, contemperata dal rispetto della legalità; il tema ha dei caratteri squisitamente tecnici, e riguarda la capacità di Trieste, allo stato attuale, di far fronte a un impatto migratorio di dimensioni che potrebbero essere inaspettate con le sue sole forze e la sua organizzazione: da parte dei sindacati di Polizia sono molto forti i dubbi in merito; desta sconcerto la segnalazione che, in occasione dei recenti rintracci, sia stato necessario ospitare nei presidi di polizia i richiedenti asilo dopo le pratiche di identificazione, invece di far trascorrere il periodo di quarantena fiduciaria nelle strutture di accoglienza per mancanza di posti disponibili; afflussi simili, segnalano i sindacati, "mettono in crisi il sistema di accoglienza e portano a condizioni che creano un evidente nervosismo tra i cittadini stranieri che si trovano obbligati a rimanere in spazi molto ristretti per giorni, mettendo anche in seria difficoltà gli agenti che fronteggiano diverse e legittime richieste senza disporre di una logistica adeguata",


si chiede di sapere: se il Ministro in indirizzo valuti l'opportunità di attivare gli organi territoriali al fine di creare le condizioni affinché le strutture di accoglienza preposte si facciano carico della sistemazione e dell'alloggio dei richiedenti asilo sgravando la Polizia di un compito che non le compete se non in un limitatissimo frangente temporale afferente al doveroso fotosegnalamento; se ritenga utile aprire interlocuzioni con gli enti locali al fine di concordare soluzioni adeguate a rimediare all'assenza o alla carenza di opportune strutture logistiche, che andrebbero identificate e adattate alle necessità di possibili futuri rintracci che possono impattare sul territorio; se ritenga importante approntare ogni misura, incluso il potenziamento dell'organico delle forze dell'ordine, al fine di evitare situazioni di difficile gestione, connesse al fenomeno migratorio, nell'ambito di aree particolarmente esposte e sensibili come il Friuli-Venezia Giulia e in specie la fascia confinaria. (3-02805)

ATTO SENATO INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05970 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 358 del 14/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: DE CARLO LUCA Gruppo: FRATELLI D'ITALIA Data firma: 14/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 14/09/2021 Stato iter:

IN CORSO Atto Senato


Interrogazione a risposta scritta 4-05970 presentata da LUCA DE CARLO martedì 14 settembre 2021, seduta n.358 DE CARLO - Al Ministro dell'interno. - Premesso che, come si apprende dai media locali, dai comunicati emessi dal SAP, Sindacato autonomo di Polizia, nella provincia di Treviso la Polizia postale subirà una riduzione di personale considerevole, e da 8 operatori resterà con 5; tenuto conto della preoccupazione espressa anche dal procuratore capo facente funzione, dottor Massimo De Bortoli, che ha pubblicamente manifestato apprensione in riferimento ad una situazione che potrebbe avere ricadute importanti sulla popolazione, visto che l'ufficio che rischia di rimanere sotto organico svolge una specifica attività di polizia giudiziaria di grande importanza per la repressione dei reati informatici, sempre più frequenti, come le frodi a mezzo di internet e la pedopornografia, che senza un tempestivo intervento rischiano di restare per lo più impuniti, si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza della problematica e se non intenda affrontare la questione garantendo alla provincia di Treviso un adeguato numero di unità operative di nella Polizia postale. (4-05970)

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10113 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 558 del 06/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: MANZATO FRANCO Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER Data firma: 06/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO


• MINISTERO DELLA GIUSTIZIA Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 06/09/2021 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10113 presentato da MANZATO Franco testo di Lunedì 6 settembre 2021, seduta n. 558   MANZATO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: la sezione della polizia postale di Treviso versa in una situazione di particolare criticità, risultando di fatto inoperativa, con una prevista riduzione di organico dalle attuali otto a cinque unità; il servizio di polizia postale e delle comunicazioni della polizia di Stato svolge compiti di prevenzione, controllo e repressione degli illeciti penali e amministrativi rientranti nella vasta e complessa materia delle comunicazioni, delle attività criminose aventi ad oggetto la rete Internet ed in generale del crimine informatico; il compito della polizia postale sta diventando con il passare degli anni sempre più difficile, ma nello stesso tempo sempre più necessario ai fini della prevenzione e del contrasto delle frodi fiscali e dei crimini informatici. Secondo i dati del rapporto Clusit 2021, in termini percentuali, nel 2020 l'incremento degli attacchi cyber a livello globale è stato pari al 12 per cento rispetto all'anno precedente; negli ultimi quattro anni il trend di crescita si è mantenuto pressoché costante, facendo segnare un aumento degli attacchi gravi del 66 per cento rispetto al 2017; nonostante il pericoloso aumento di questa tipologia di reati, che richiederebbe un potenziamento e una rivalorizzazione di questa specialità, proprio per l'importanza della materia di cui si occupa, si sta assistendo in questi anni a un vero e proprio depotenziamento degli organici della polizia postale a livello nazionale. In poco più di un decennio, dal 2010 ad oggi, gli agenti sono passati da circa 900 a circa 600. Una delle situazioni maggiormente precarie a livello di organico viene registrata nella sezione di polizia postale di Treviso; nell'ultimo anno sono stati ben diciotto i casi di pedopornografia affrontati dalla questura trevigiana che hanno portato al sequestro di ben due mila gigabyte di materiale pornografico. Sul versante del computer crime gli interventi sono stati ben 54 a seguito di attacchi informatici, 139 frodi su internet e 77 frodi telematiche costate circa un milione di euro alle


vittime. L'ufficio di polizia postale di Treviso è assolutamente strategico per il lavoro svolto a servizio dei cittadini e, perciò, la carenza di organico sta portando e porterà a gravi conseguenze in termini di sicurezza. Il lavoro della sezione postale non si esaurisce nel contrasto ai reati dianzi esposti, bensì è volto anche a far conoscere questa tipologia di delitti e le loro insidie. Infatti, in un momento in cui i reati commessi sulla rete sono in netto aumento ed è sempre più necessaria una sorveglianza, soprattutto per tutelare i minori, i poliziotti portano abitualmente le proprie competenze investigative e tecnologiche in moltissime scuole, attraverso altrettanti incontri con centinaia di studenti, che hanno generato un fatto vero e proprio passa parola su quelle che possono essere le insidie provenienti dalla navigazione del web e del «cyber bullismo»; il Sindacato autonomo di polizia Sap di Treviso svolge un costante lavoro di informazione sulla situazione precaria a livello di organico della sezione trevigiana, la quale è tra le più brillanti sotto un profilo della produttività in termini di attività di indagini e di polizia giudiziaria, e, proprio per questo, andrebbe assolutamente e celermente rafforzata –: quali iniziative di competenza si intendano assumere per il rafforzamento dell'organico della sezione di polizia postale di Treviso, in modo tale da garantire gli standard minimi di sicurezza in un campo dove i reati hanno subito una vertiginosa e costante impennata. (4-10113)

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10212 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 564 del 14/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: BIGNAMI GALEAZZO Gruppo: FRATELLI D'ITALIA Data firma: 13/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 13/09/2021


Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10212 presentato da BIGNAMI Galeazzo testo di Martedì 14 settembre 2021, seduta n. 564   BIGNAMI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che: a causa dell'emergenza sanitaria Covid-19, l'azienda ospedaliero-universitaria di Bologna Policlinico Sant'Orsola-Malpighi, così come la quasi totalità delle strutture sanitarie presenti sul territorio nazionale, è stata oggetto di importanti riorganizzazioni che, in ottemperanza alle Linee guida nazionali, hanno comportato la revisione di molti spazi aziendali; i lavori, iniziati nell'autunno del 2020, hanno interessato anche gli ambienti riservati agli uffici della polizia di Stato, situati all'interno del pronto soccorso generale presso il padiglione 5H che, da allora, sono stati collocati in moduli prefabbricati del tipo comunemente impiegato nei cantieri edili; queste strutture prefabbricate da cantiere, oltre a non garantire i requisiti minimi di sicurezza sul lavoro, non garantiscono la necessaria sicurezza del deposito d'armi in dotazione e delle divise del personale che potrebbero essere facilmente asportate perforando la sottile lamiera del container; a ciò si aggiunge la mancanza di una sala d'attesa per il pubblico che è costretto a sostare all'aperto, esposto alle intemperie e alla visione di chiunque, mentre la privacy dovrebbe essere garantita, nonché l'assenza di altri ambienti dove custodire documenti contenenti dati sensibili e riservati e tutte le dotazioni utili all'esercizio delle mansioni assegnate agli operatori; nell'area del parcheggio dove sono state installate tali strutture si sono già verificati atti vandalici contro la polizia, fra cui l'incendio doloso di una vettura di servizio ad opera di criminali appartenenti all'area anarchica; risulta paradossale che in una struttura così grande come il policlinico Sant'Orsola-Malpighi di Bologna, che ha un'estensione di 1,8 chilometri ed un'organizzazione logistica strutturata in 27 padiglioni, non sia stato possibile individuare locali più idonei ad ospitare gli uffici della polizia di Stato costretti ad operare in una situazione precaria, pericolosa e oltremodo degradante –: se non ritenga sia necessario adottare urgentemente le iniziative di competenza per far sì che la direzione sanitaria del Policlinico Sant'Orsola-Malpighi, di concerto con l'ufficio tecnicologistico della questura di Bologna ed il direttore tecnico capo della polizia di Stato e le rappresentanze sindacali dei lavoratori di polizia, riveda tale soluzione al fine di trovare


quanto prima una sistemazione più sicura, più funzionale e più rispettosa, per un'istituzione così importante come la polizia di Stato ed i suoi operatori. (4-10212)

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10226 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 564 del 14/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: GRIMOLDI PAOLO Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER Data firma: 14/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 14/09/2021 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10226 presentato da GRIMOLDI Paolo testo di Martedì 14 settembre 2021, seduta n. 564   GRIMOLDI. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: la segreteria regionale dell'o.s.a.p.p. (Organizzazione sindacale autonoma polizia penitenziaria), ha comunicato che il 22 agosto 2021, nel carcere di Monza si è verificata l'ennesima rissa, con decine di detenuti con importanti ferite e punti di sutura, tra detenuti di nazionalità italiana ed albanese e detenuti gambiani, marocchini, tunisini ed egiziani, in reparto a «regime aperto»;


il tutto risulta essere stato gestito con armi rudimentali da taglio, realizzate artigianalmente e ben affilate al pari di coltelli, con stoviglie di vario genere, caffettiere, bastoni ricavati sradicando le gambe dei tavoli in legno in dotazione, nelle camere detentive, e tutto quanto potesse servire ad offendere e ferire fortemente; la rissa ha visto coinvolti oltre venticinque detenuti e si è evitato il peggio solo grazie alla grande professionalità dell'intervento della Polizia penitenziaria che ha scongiurato probabilmente conseguenze di gran lunga peggiori visto il tenore della lite; sono almeno due i detenuti che sono andati presso il nosocomio San Gerardo di Monza per problemi non curabili all'interno dell'istituto; anche il comunicato stampa della Uilpa del 26 agosto 2021 cita un ulteriore episodio di violenza nello stesso carcere di Monza, che a soli pochi giorni dal precedente episodio, ha visto due detenuti di origine magrebina sferrarsi una serie di pugni calci e, di nuovo, solo il pronto intervento della Polizia penitenziaria ha evitato il peggio; si aggiunge ancora che nel reparto protetto vige il regime dinamico; l'o.s.a.p.p. riterrebbe utile e necessario invitare il neo garante dei detenuti Gianalberico De Vecchi a diffondere il video sui Tg nazionali e locali, così da evidenziare le difficili e rischiose condizioni in cui il personale di polizia penitenziaria si trova ad operare. Tali situazioni sono purtroppo diffuse in molte parti d'Italia, anche per via di leggi troppo poco severe e per l'alto numero di detenuti stranieri; tutto ciò si aggiunge la mancanza di protocolli chiari e di dotazioni efficaci; il personale è demoralizzato, insufficiente ed impossibilitato ad intervenire con mezzi adeguati e con un protocollo ben preciso e le condizioni di lavoro della Polizia penitenziaria sono difficili specialmente quando si è costretti a dovere gestire detenuti cosiddetti psichiatrici, ma, quando si rischia di subire offese, quando si subiscono aggressioni, quando il personale mette a rischio la propria salute, allora la situazione non è più tollerabile, sostenibile e accettabile e richiede soluzioni efficaci; l'Amministrazione penitenziaria ha il dovere di difendere e tutelare i propri uomini che non possono sicuramente essere offesi, né tantomeno possono essere oggetto di aggressione durante l'espletamento del proprio servizio, ed anche la semplice vigilanza dei detenuti presso una sezione detentiva è a tutti gli effetti un pubblico servizio; inoltre, pur avendo, il Capo del dipartimento in data 23 luglio 2021, emanato una circolare (Circolare n. 3689/6139 del 23 luglio 2020 – linee guida d'intervento – aggressioni nei confronti del personale di polizia penitenziaria), questa circolare sembra che venga difficilmente applicata –: se si intendano adottare immediate iniziative di competenza, ai sensi della circolare del dipartimento dell'amministrazione penitenziaria nei confronti degli autori delle aggressioni e se si intenda comunque procedere ad ogni iniziativa di competenza volta a dare un segnale forte e di vicinanza a tutto il personale di Polizia penitenziaria; se si intendano adottare iniziative per assicurare la dotazione di efficaci equipaggiamenti per


il personale di Polizia penitenziaria che, al momento, fronteggia queste situazioni totalmente a mani nude, e procedere all'assunzione di nuovi operatori e alla riforma dell'attuale, fallimentare, gestione dei penitenziari. (4-10226)

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA IMMEDIATA IN COMMISSIONE 5/06675 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 565 del 15/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: IEZZI IGOR GIANCARLO Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER Data firma: 15/09/2021

Commissione assegnataria

Commissione: I COMMISSIONE (AFFARI COSTITUZIONALI, DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO E INTERNI) Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 15/09/2021 Stato iter:

16/09/2021 Partecipanti allo svolgimento/discussione ILLUSTRAZIONE 16/09/2021 Resoconto IEZZI IGOR GIANCARLO LEGA - SALVINI PREMIER RISPOSTA GOVERNO 16/09/2021 Resoconto MOLTENI NICOLA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (INTERNO) REPLICA 16/09/2021 Resoconto IEZZI IGOR GIANCARLO LEGA - SALVINI PREMIER Fasi iter:

DISCUSSIONE IL 16/09/2021 SVOLTO IL 16/09/2021


CONCLUSO IL 16/09/2021 Atto Camera Interrogazione a risposta immediata in commissione 5-06675 presentato da IEZZI Igor Giancarlo testo di Mercoledì 15 settembre 2021, seduta n. 565   IEZZI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che: un recente servizio della trasmissione televisiva «Le Iene» ha avuto il merito di cercare di far luce su alcuni passaggi del cambio al vertice della polizia locale di Milano che, nel 2017, ha visto la frettolosa sostituzione di Antonio Barbato con l'attuale comandante Marco Ciacci; l'anomalia delle modalità e delle tempistiche nell'avvicendamento sono state di per sé alquanto inusuali, ma è la stessa scelta del candidato che ha lasciato in molti perplessi; Marco Ciacci, infatti, era un soggetto esterno all'organico della polizia locale e proveniva dalla sezione dall'ufficio di polizia giudiziaria della procura della Repubblica di Milano incaricata delle indagini su Expo, di cui era il responsabile; la tesi sostenuta da Barbato nell'intervista rilasciata a «Le Iene» è che la nomina di Ciacci, allora capo della polizia giudiziaria in Procura, sarebbe stato un favore da parte del sindaco Beppe Sala proprio alla procura che in quegli anni stava indagando su di lui sul caso Expo; se questo fosse confermato, costituirebbe un fatto gravissimo e non solo in termini di inopportunità politica; anche da un punto di vista di trasparenza della procedura amministrativa vi sarebbero alcune opacità: l'amministrazione prima di affidare tale incarico aveva l'obbligo, non la facoltà, di effettuare una ricognizione interna per verificare che vi fossero figure interne idonee che potessero ricoprire tale incarico, magari tra quelle segnalate appositamente da Anci; inoltre, sulla delibera di affidamento dell'incarico a Ciacci molti requisiti d'ingresso previsti dal regolamento degli uffici, risultano celati da omissis; il comune di Milano ha inoltre raddoppiato lo stipendio di Marco Ciacci, che avrebbe invece dovuto ricevere solo il trattamento economico di fondamentale dell'assegnazione temporanea; appare, insomma, all'interrogante che la nomina non sia del tutto conforme ai requisiti di trasparenza che la procedura amministrativa impone; nel 2020 l'Anac, come risulta dalla interrogazione n. 4-08060, dopo aver esaminato taluni profili della vicenda, avrebbe trasmesso la documentazione alla procura di Brescia in relazione alla possibilità di eventuali ipotesi di reato anche a carico di alcuni magistrati della


procura di Milano con riferimento a presunti scambi di favori che sarebbero emersi nella segnalazione alla stessa Anac –: quali iniziative intenda adottare il Ministro interrogato, per quanto di competenza, in relazione alle anomalie descritte in premessa e se, in particolare, sussistano i presupposti per promuovere, per quanto di competenza, una ulteriore verifica in ordine alle procedure per il conferimento dell'incarico di comandante del Corpo di polizia locale di Milano a Marco Ciacci. (5-06675) Atto Camera Risposta scritta pubblicata Giovedì 16 settembre 2021 nell'allegato al bollettino in Commissione I (Affari costituzionali) 5-06675 Signor Presidente, onorevoli Deputati, il caso in esame è già stato oggetto di un precedente «question time», svolto in questa sede lo scorso 8 aprile. In tale occasione si è già avuto modo di riferire che la vicenda, risalente all'estate del 2017, è nata dalla rinuncia all'incarico dell'allora comandante della polizia municipale di Milano e dalla sua sostituzione. Per la copertura in via temporanea di quell'incarico, l'11 agosto 2017 il comune di Milano ha avanzato alla locale Questura una richiesta di comando di un dirigente della Polizia di Stato. Preso atto del collocamento in posizione di comando concesso al dirigente con decreto del Capo della Polizia, il comune di Milano ne disponeva, con decorrenza dal 1° settembre 2017, l'assegnazione temporanea, per la durata di tre anni, alla cui scadenza vi è stata una proroga per ulteriori 12 mesi, motivata dalle esigenze eccezionali connesse all'emergenza sanitaria da COVID-19 e al termine dell'attuale mandato sindacale. I requisiti dei dirigente erano stati enunciati nel decreto di conferimento dell'incarico, nei quale si faceva, tra l'altro, riferimento alle sue competenze giuridiche, manageriali ed investigative. Il comune di Milano, in merito alle ragioni della scelta del dirigente in questione, ha sottolineato che l'imprevedibilità dei fatti che hanno determinato la vacanza dell'incarico coincideva con una particolare congiuntura connessa al percorso di riorganizzazione strategica e funzionale del comando di polizia locale del capoluogo, volto a renderne l'azione sempre più coerente con il rinnovato quadro ordinamentale e con l'intenso dinamismo della città. In tale contesto, secondo quanto riferito dal comune di Milano, la soluzione adottata è apparsa la più idonea per assicurare la rapida copertura del posto e l'innesto di nuove professionalità. Il comune di Milano ha avuto, altresì, cura di precisare che per la procedura in questione si è avvalso del combinato disposto dell'articolo 56, del decreto del Presidente della Repubblica 10 gennaio 1957, n. 3, e dell'articolo 30, comma 2-sexies, del decreto legislativo n. 165 del 2001. In particolare, per quanto attiene al rinnovo dell'incarico, l'appena citato articolo 30 comma


2-sexies, che costituisce la norma di riferimento per le assegnazioni temporanee, non esclude la possibilità di un rinnovo alla scadenza del termine, anche successivamente al triennio, salva la necessità di effettuare una nuova valutazione del fabbisogno da parte dell'amministrazione di destinazione e delle esigenze organizzative di quella di appartenenza. Infine, risulta che, da ultimo, su richiesta del comune di Milano e previa valutazione dell'interesse del Ministero dell'interno, la posizione di comando del dirigente presso l'ente locale è stata prorogata sino al 31 dicembre 2021 con decreto del Capo della Polizia in data 6 agosto 2021. Tale provvedimento ha superato il riscontro preventivo amministrativocontabile previsto dalla normativa vigente da parte della Ragioneria Generale dello StatoUfficio centrale di Bilancio del Ministero dell'economia e delle finanze presso il Ministero dell'interno.

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10176 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 561 del 09/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: FERRO WANDA Gruppo: FRATELLI D'ITALIA Data firma: 08/09/2021 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma PRISCO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA 08/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 08/09/2021 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10176 presentato da


FERRO Wanda testo di Giovedì 9 settembre 2021, seduta n. 561   FERRO e PRISCO. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che: in una nota congiunta, le organizzazioni sindacali della polizia penitenziaria hanno denunciato la situazione esplosiva all'interno dell'istituto penitenziario di CoriglianoRossano, dove «L'ambiente di lavoro è ormai diventato a rischio per l'incolumità fisica di tutti coloro che vi lavorano»; in particolare, la struttura carceraria è destinataria «di plurime assegnazioni di reclusi con evidenti problematiche di convivenza con la popolazione detenuta ivi ristretta per essere stati aggrediti e malmenati da più consimili in altre sedi penitenziarie della regione e che giacciono in settori del reclusorio al di fuori di ogni opportunità trattamentale, se non con forti ed evidenti problematiche psichiatriche, taluni addirittura, pare, provenienti da articolazioni territoriali per la tutela della salute mentale in carcere ivi assegnati, sembra, molto spesso in barba a ogni regola che questa Amministrazione si è data in materia di trasferimento nel rispetto della normativa anti Covid-19»; il 29 agosto 2021, l'infermeria del penitenziario è stata devastata ad opera di un detenuto affetto da problemi di instabilità mentale, che con violenza incontenibile e incontrollata ha distrutto apparati informatici in uso ai medici, attrezzature diagnostiche e vari suppellettili d'arredo; la furia devastante del detenuto è stata contenuta grazie all'intervento degli agenti di polizia penitenziaria in servizio, in numero talmente esiguo che si sarebbe addirittura fatto ricorso a personale fuori servizio; e ancora, sempre secondo la denuncia dei sindacati, «Nella giornata del 31 agosto 2021, detenuto sempre ivi assegnato, pare, al di là di ogni formalità anti Covid-19, in zona Ingresso Istituto dove si trovava per essersi recato in Matricola, oltraggiava e minacciava non solo il Comandante del Reparto lì presente, ma tutto il Personale di Polizia Penitenziaria sopraggiunto attesa la sua volontà di non voler far rientro nella propria camera di pernottamento [...]. Ci si esenta invece di dire alcunché circa l'assegnazione “per le vie brevi” effettuata nel trascorso mese di agosto, pare mediante vorticoso intreccio telefonico di più dirigenti di altro detenuto manifestamente psichiatrico e, si crede, incompatibile con l'ambiente carcerario il quale, da che risulta ivi assegnato, è alla perenne ricerca di uno scontro fisico con qualunque operatore penitenziario e, quindi, anche col Personale di Polizia Penitenziaria che, fino a ora, si è sempre molto opportunamente scongiurato»; la concentrazione di un numero elevato di detenuti psichiatrici, unitamente ad una cronica carenza di organico e di personale socio-sanitario adeguatamente formato determinano, di fatto, una criticità operativa strutturale della quale il personale di polizia penitenziaria, in primis, è ormai oppresso poiché costretto a carichi di lavoro insostenibili, spesso chiamato a garantire la funzionalità di più posti di servizio;


si legge nella nota, «non solo l'ordine e la sicurezza dell'istituto di Corigliano-Rossano sono altamente a rischio, ma lo è anche quello della vita amministrativa del reclusorio che, sempre più, attese le numerose assenze dal servizio anche in concomitanza all'assegnazione di tali soggetti vede la partecipazione diretta nella gestione degli eventi critici di larga parte del Personale di Polizia Penitenziaria addetta negli Uffici Matricola, NTP, Colloqui Familiari, Servizi, Conticorrenti, Comando e altri che, vuoi poiché impegnati direttamente nel frangente illegittimo, vuoi poiché da questo ne discendono eventi aggressivi nei confronti di questi suscettibili di prognosi medica, vedono la loro attività amministrativa se non nulla, garantita fortemente a rilento se non con grave ritardo» –: quali urgenti provvedimenti di competenza il Governo intenda assumere per sanare la grave situazione in cui versa l'istituto penitenziario di Corigliano-Rossano, compresa la carenza di personale dei diversi ruoli e in particolare di quello direttivo, posto che l'istituto risulta sprovvisto da tempo dell'importante figura del funzionario vice comandante di reparto, come denunciato in diverse occasioni dai sindacati. (4-10176)

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10125 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 558 del 06/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: TONELLI GIANNI Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER Data firma: 06/09/2021 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma GOLINELLI GUGLIELMO LEGA - SALVINI PREMIER 06/09/2021 FIORINI BENEDETTA LEGA - SALVINI PREMIER 06/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 06/09/2021 Stato iter:


IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10125 presentato da TONELLI Gianni testo di Lunedì 6 settembre 2021, seduta n. 558   TONELLI, GOLINELLI e FIORINI. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che: è ormai da tempo conosciuta la carenza di organico delle forze di polizia presso la questura di Modena, che i sindacati di Polizia – in particolare il Sap e il suo segretario provinciale Ottorino Orfello – e la stessa Lega-Salvini Premier hanno più volte denunciato già nella scorsa legislatura anche con atti di sindacato ispettivo (4-15114); si tratta, come appare evidente agli interroganti, delle spiacevoli conseguenze della spending review prodotta dalla cosiddetta riforma Madia del 2015, a cui ha cercato di porre rimedio la politica del Governo cosiddetto gialloverde che nel 2019 aveva investito 9 miliardi di euro nel comparto sicurezza e aveva indetto un concorso straordinario per l'assunzione di agenti; nel mese di maggio 2021 persino il sindaco di Modena ha sollecitato il Ministro dell'interno a riallineare le 350 unità della Polizia di stato previste per la questura di Modena in base a un decreto ministeriale che risale al 1989 alle esigenze attuali; il sindaco in precedenza aveva sostenuto che «in trent'anni il territorio provinciale è profondamente cambiato e quell'organico (...) non può soddisfare le esigenze di un territorio provinciale con oltre 700 mila abitanti»; il quadro dei dati sui reati, fornito dalla prefettura di Modena, seppur rilevando una complessiva diminuzione dei delitti nel 2018, evidenzia che i reati predatori pesano per il 60 per cento; considerando l'anno in corso e focalizzando l'attenzione sui cosiddetti «street crimes» nel territorio comunale, confrontando i 12 mesi luglio 2017-agosto 2018 con l'analogo periodo 2018-2019 emerge che il numero dei furti resta alto (circa 7.500); aumentano di quasi il 5 per cento anche i reati legati agli stupefacenti, del 5 per cento le rapine, del 13 per cento le estorsioni; inoltre, la questura, rispetto alla situazione del 1989, deve far fronte alla mole di procedimenti per i permessi di soggiorno e altri titoli di residenza per stranieri; riportano i giornali locali in data 22 maggio 2021, che il Ministro dell'interno, in visita a Modena, aveva promesso un aumento di organico di 45 unità; per tutta risposta, ai primi di luglio 2021, in tutta la provincia di Modena veniva dislocato un rinforzo di sole 6 unità; numeri molto lontani da quelli promessi dal Ministro; eppure il Ministro avrebbe dovuto ben sapere che non ci sarebbe stato margine per un incremento ulteriore, se è vero che i nuovi agenti di polizia usciti dall'ultimo corso di formazione e che


dovevano coprire l'intero territorio nazionale, erano poco più di 900; su quali basi il Ministro aveva fatto quella dichiarazione non appare ancora chiaro agli interroganti; ancora inascoltati sembrano poi gli appelli all'innalzamento della fascia della questura; un passaggio di fascia avrebbe il grande vantaggio di portare con sé il cambio strutturale della pianta organica e, conseguentemente, un potenziamento della stessa, soprattutto in settori ed in funzioni chiave che oggi soffrono di più, come quello della polizia giudiziaria e dell'ufficio immigrazione: il primo per il grande numero di pensionamenti, il secondo soprattutto per l'aumento dei carichi di lavoro dovuto al grande numero di stranieri richiedenti asilo e permessi di soggiorno –: quali iniziative il Governo intenda assumere al fine di garantire le adeguate risorse di uomini e di mezzi nel modenese, se del caso utilizzando gli uomini impegnati nell'operazione «Strade Sicure»; quali iniziative il Governo intenda adottare per incrementare i posti dei nuovi concorsi di allievi di polizia e, più in generale, quelli del comparto sicurezza-difesa; quali iniziative, anche di carattere normativo, il Ministro interrogato intenda porre in essere al fine di disporre l'elevazione della questura di Modena alla fascia cosiddetta «A» o, in alternativa, il suo inserimento nell'elenco delle sedi di particolare rilevanza. (4-10125)

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10198 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 562 del 10/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: NOVELLI ROBERTO Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE Data firma: 10/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELLA DIFESA • MINISTERO DELL'INTERNO • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA


• MINISTERO DELLA SALUTE Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 10/09/2021 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10198 presentato da NOVELLI Roberto testo di Venerdì 10 settembre 2021, seduta n. 562   NOVELLI. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che: sono decine, ogni anno, i membri delle forze dell'ordine che decidono di suicidarsi; nel 2020 i suicidi sono stati invece cinquantuno: sei nella Guardia di finanza, quindici tra i Carabinieri, nove agenti della Polizia di Stato, cinque della polizia locale, sette della Penitenziaria, tre nella Marina militare, uno nella Capitaneria di porto, uno nell'Aeronautica, uno nell'Esercito e tre guardie giurate; nel 2021, al 7 settembre, l'Osservatorio suicidi in divisa, ne conta già trentotto: sedici Carabinieri, cinque della Penitenziaria, tre guardie giurate, quattro tra i membri della Polizia locale, tre tra quelli della Guardia di Finanza e due tra quelli della Marina militare; la raccolta dei dati relativi al fenomeno non è semplice. Il citato Osservatorio suicidi in divisa annovera solo quelli frutto di segnalazione, mentre amministrazioni pubbliche come i ministeri registrano solo quelli avvenuti all'interno di caserme e comandi; i dati comparati, disponibili fino all'anno 2015, sul tasso di suicidi ogni 100 mila abitanti, resi noti dai sindacati dei Carabinieri, rappresentano un quadro allarmante. Il tasso di suicidi tra la popolazione generale italiana, ogni 100 mila persone, secondo l'Istat, tra il 2010 e il 2015 ha toccato valori tra il 6,5 e il 7,2. Quello tra i carabinieri, invece, oscillerebbe tra il 9,65 del 2015 e il 26,82 del 2012; anche nella Polizia penitenziaria il dato è allarmante, negli ultimi 5 anni i suicidi non stati trentacinque, oltre cento negli ultimi 20; le ipotesi sull'origine dell'alto numero di suicidi tra gli uomini e le donne in divisa sono varie, dal burnout, allo stress correlato, ma anche mancanza di mezzi, strutture inidonee, carichi di lavoro eccessivi, stipendi inadeguati, mobbing. Non risulta però che sia stata condotta da parte delle istituzioni competenti un'approfondita indagine sulle motivazioni di tali gesti; è quanto più necessario indagare le cause che portano al numero impressionante di eventi


suicidari, impegnando anche risorse pubbliche –: se il Governo sia a conoscenza dei fatti descritti e se intenda fornire dati più precisi sul fenomeno dei suicidi in divisa; quali iniziative il Governo abbia adottato o intenda adottare per approfondire le cause dell'alto tasso di suicidi tra le forze dell'ordine e come intenda cercare di rimuoverle. (4-10198)

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10198 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 562 del 10/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: NOVELLI ROBERTO Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE Data firma: 10/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • • • •

MINISTERO DELLA DIFESA MINISTERO DELL'INTERNO MINISTERO DELLA GIUSTIZIA MINISTERO DELLA SALUTE

Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 10/09/2021 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10198 presentato da NOVELLI Roberto testo di Venerdì 10 settembre 2021, seduta n. 562


NOVELLI. — Al Ministro della difesa, al Ministro dell'interno, al Ministro della giustizia, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che: sono decine, ogni anno, i membri delle forze dell'ordine che decidono di suicidarsi; nel 2020 i suicidi sono stati invece cinquantuno: sei nella Guardia di finanza, quindici tra i Carabinieri, nove agenti della Polizia di Stato, cinque della polizia locale, sette della Penitenziaria, tre nella Marina militare, uno nella Capitaneria di porto, uno nell'Aeronautica, uno nell'Esercito e tre guardie giurate; nel 2021, al 7 settembre, l'Osservatorio suicidi in divisa, ne conta già trentotto: sedici Carabinieri, cinque della Penitenziaria, tre guardie giurate, quattro tra i membri della Polizia locale, tre tra quelli della Guardia di Finanza e due tra quelli della Marina militare; la raccolta dei dati relativi al fenomeno non è semplice. Il citato Osservatorio suicidi in divisa annovera solo quelli frutto di segnalazione, mentre amministrazioni pubbliche come i ministeri registrano solo quelli avvenuti all'interno di caserme e comandi; i dati comparati, disponibili fino all'anno 2015, sul tasso di suicidi ogni 100 mila abitanti, resi noti dai sindacati dei Carabinieri, rappresentano un quadro allarmante. Il tasso di suicidi tra la popolazione generale italiana, ogni 100 mila persone, secondo l'Istat, tra il 2010 e il 2015 ha toccato valori tra il 6,5 e il 7,2. Quello tra i carabinieri, invece, oscillerebbe tra il 9,65 del 2015 e il 26,82 del 2012; anche nella Polizia penitenziaria il dato è allarmante, negli ultimi 5 anni i suicidi non stati trentacinque, oltre cento negli ultimi 20; le ipotesi sull'origine dell'alto numero di suicidi tra gli uomini e le donne in divisa sono varie, dal burnout, allo stress correlato, ma anche mancanza di mezzi, strutture inidonee, carichi di lavoro eccessivi, stipendi inadeguati, mobbing. Non risulta però che sia stata condotta da parte delle istituzioni competenti un'approfondita indagine sulle motivazioni di tali gesti; è quanto più necessario indagare le cause che portano al numero impressionante di eventi suicidari, impegnando anche risorse pubbliche –: se il Governo sia a conoscenza dei fatti descritti e se intenda fornire dati più precisi sul fenomeno dei suicidi in divisa; quali iniziative il Governo abbia adottato o intenda adottare per approfondire le cause dell'alto tasso di suicidi tra le forze dell'ordine e come intenda cercare di rimuoverle. (4-10198)

ATTO SENATO


INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/05990 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 358 del 14/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: LANNUTTI ELIO Gruppo: ITALIA DEI VALORI Data firma: 14/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 14/09/2021 Stato iter:

IN CORSO Atto Senato Interrogazione a risposta scritta 4-05990 presentata da ELIO LANNUTTI martedì 14 settembre 2021, seduta n.358 LANNUTTI - Al Ministro dell'interno. - Premesso che: il 7 settembre 2021 è apparso sul quotidiano "La Verità" un articolo dal titolo "I camper del rave party di Viterbo arrivati scortati dalla polizia" a firma di Giacomo Amadori e Paolo Gianlorenzo, che offre una chiave di lettura inedita sul rave party di ferragosto svoltosi sulle sponde del laghetto di Mezzano; nell'articolo, due pagine di inchiesta, sono riportate tutte le trasmissioni di note avvenute tra le forze dell'ordine a cavallo del 13 e 14 agosto e si legge: "C'è una nota della prefettura di Viterbo sul tavolo di Bruno Frattasi, capo di gabinetto del ministro dell'Interno Luciana Lamorgese, che farà molto discutere". Riguarda la genesi dell'ormai tristemente famoso rave party abusivo che si è svolto sulle rive del lago di Mezzano tra il 13 e il 19 agosto, con musica ad alto volume 24 ore su 24, dove nei sei giorni ci sono stati un morto, diversi tentativi di stupro, diversi ragazzi in coma etilico, cani morti sotto il sole e pare anche un parto. "La Procura della città dei Papi, guidata da Paolo Auriemma, è in attesa dell'informativa conclusiva sui fatti stilata dalla Questura", riporta il quotidiano; i due giornalisti spiegano che grazie a fonti ministeriali sono riusciti "a intercettare la nota prefettizia che svela come quel party, a cui parteciparono migliaia di amanti della musica


elettronica e (anche) delle droghe, non sia stato un evento inaspettato e iniziato dal nulla". Gli autori spiegano che era stato monitorato sin da subito e "qualcuno, tra le forze dell'ordine, aveva provato pure a chiedere il blocco dell'afflusso di mezzi che, incolonnati, si stavano dirigendo dalla zona di Orbetello verso il luogo del rave, a cavallo tra Toscana e Lazio". Ma secondo il quotidiano i militari avrebbero ricevuto come risposta che l'indicazione era quella di "monitorare il traffico e non di bloccarlo". Un ordine che sarebbe arrivato da Roma, ovvero "sarebbe partito dalla sala operativa del dipartimento di pubblica sicurezza di Roma, gli uffici centrali della Polizia di Stato", e che prevedeva addirittura di scortare i partecipanti laddove avrebbero occupato una proprietà privata; a complicare la situazione, fanno notare i giornalisti, c'è il fatto che l'emergenza sia scattata nei giorni di ferragosto. Infatti sembra che nelle rispettive sedi non ci fossero "né i questori (i referenti locali per l'ordine e la sicurezza pubblici) di Grosseto (Matteo Ponziani) e Viterbo (Giancarlo Sant'Elia), né il prefetto di Grosseto, la neonominata (il 9 agosto scorso) Paola Berardino, figlia di Francesco Berardino (ex segretario generale del Cesis ed ex capo segreteria del capo della Polizia) e moglie del prefetto di Roma Matteo Piantedosi. A sostituirli i vicari. L'unico che pare non si fosse allontanato per le ferie era il prefetto di Viterbo Giovanni Bruno, ma anche il suo ufficio sarebbe stato informato a cose ormai compiute"; considerato inoltre che: l'evento non autorizzato, in tempi di pandemia, ha chiamato a raccolta migliaia di giovani da tutta Europa sollevando polemiche e preoccupazioni per il rischio di contagi, tanto che l'assessore regionale per la salute del Lazio, Alessio D'Amato, nei giorni del rave party ha parlato di situazione "fuori controllo", invitando a non fare alcuna trattativa, ma anzi ha sollecitato il ripristino di un corretto ordine pubblico, chiedendo di identificare le persone e individuare le responsabilità di un simile assembramento; al sesto giorno di beat forsennati e percussioni a tutto volume, i raver hanno cominciato a lasciare l'area intorno al laghetto di Mezzano. Nel frattempo la Procura ha individuato il reato (art. 633 del codice penale, invasione di terreni o edifici) da contestare ai raver, che andranno identificati, mentre gli inquirenti sono ancora in attesa degli esami tossicologici effettuati dal medico legale su Gianluca Santiago, il 24enne inglese, ma residente a Reggio Emilia, annegato dentro il lago il 15 agosto in circostanze ancora da chiarire; considerato infine che: nei giorni precedenti all'inizio del raduno nel viterbese, la questura di Alessandria aveva sventato il tentativo di organizzare un rave party nel territorio tra Sesia e Po, nei comuni di Morano sul Po, Casale, Frassineto Po e Ticineto. In particolare, già l'11 agosto erano stati fatti allontanare camper di giovani dalla strada per Valenza, successivamente sono stati sgombrati camion e veicoli provenienti da Francia e altre parti d'Europa. Pertanto alla luce di questi movimenti sospetti si sono intensificati i servizi di vigilanza e di monitoraggio dell'area con servizi interforze coordinati dalla Questura di Alessandria e con il contributo altresì della Polizia locale di Casale Monferrato, nonché della Polizia stradale, Polizia


ferroviaria e Polizia postale; oltre alla questione del disturbo alla quiete pubblica si aggiunge il pericolo che questi assembramenti possano generare dei pericolosi focolai di COVID-19, visto che l'Italia vive tuttora lo stato di emergenza a causa della pandemia, purtroppo ancora in atto, si chiede di sapere: se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto riportato; quali provvedimenti intenda adottare nei confronti di coloro che avrebbero dovuto impedire un tale assembramento, e che invece hanno deciso di non intervenire e addirittura "scortare" fino a destinazione le migliaia di raver, diversamente da quanto era già avvenuto in Piemonte nei giorni precedenti; che cosa intenda fare per evitare che episodi del genere si ripetano in futuro. (4-05990)

ATTO SENATO INTERROGAZIONE A RISPOSTA ORALE 3/02805 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 357 del 07/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: ROJC TATIANA Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO Data firma: 07/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 07/09/2021 Stato iter:

IN CORSO Atto Senato Interrogazione a risposta orale 3-02805


presentata da TATIANA ROJC martedì 7 settembre 2021, seduta n.357 ROJC - Al Ministro dell'interno. - Premesso che: è stato diramato un appello del SIULP provinciale di Trieste, di particolare attualità alla luce degli sviluppi internazionali e di recenti rintracci che si sono verificati negli ultimi giorni sul territorio a ridosso del confine italo-sloveno. In linea generale, sono problematiche di cui il Viminale è a conoscenza non solo attraverso le segnalazioni che la stessa interrogante ed altri colleghi parlamentari nel tempo hanno fatto pervenire ma anche avendo il Ministro preso cognizione diretta durante una visita istituzionale nel capoluogo giuliano; la visita del Ministro in indirizzo è avvenuta circa un anno fa, e da allora, toccato il culmine dell'emergenza pandemica, la situazione rischia di subire un'accelerazione preoccupante, dopo che è iniziato l'esodo dall'Afghanistan; sono state ragionevoli e misurate le iniziative poste in essere finora dal Ministero dell'interno, tra cui la collaborazione posta in atto con le forze di polizia della Repubblica di Slovenia, ma potrebbero rivelarsi non più sufficienti ove l'intensificazione dei flussi dalla rotta balcanica assumesse caratteri di impatto più rilevante; è difficile immaginare le conseguenze dell'arrivo di flussi di entità pari o analoga a quelli visti nel biennio 2015-2016, anche in considerazione della situazione sanitaria non ancora stabilizzata; senza dubbio il Ministro in indirizzo condivide le parole del Presidente della Repubblica sulla solidarietà operante che deve ispirare tutti, singoli Stati e Unione europea in quanto organismo, tuttavia, nella situazione prospettata non sono in discussione i massimi principi che ci ispirano nella difesa dei diritti umani, contemperata dal rispetto della legalità; il tema ha dei caratteri squisitamente tecnici, e riguarda la capacità di Trieste, allo stato attuale, di far fronte a un impatto migratorio di dimensioni che potrebbero essere inaspettate con le sue sole forze e la sua organizzazione: da parte dei sindacati di Polizia sono molto forti i dubbi in merito; desta sconcerto la segnalazione che, in occasione dei recenti rintracci, sia stato necessario ospitare nei presidi di polizia i richiedenti asilo dopo le pratiche di identificazione, invece di far trascorrere il periodo di quarantena fiduciaria nelle strutture di accoglienza per mancanza di posti disponibili; afflussi simili, segnalano i sindacati, "mettono in crisi il sistema di accoglienza e portano a condizioni che creano un evidente nervosismo tra i cittadini stranieri che si trovano obbligati a rimanere in spazi molto ristretti per giorni, mettendo anche in seria difficoltà gli agenti che fronteggiano diverse e legittime richieste senza disporre di una logistica adeguata", si chiede di sapere:


se il Ministro in indirizzo valuti l'opportunità di attivare gli organi territoriali al fine di creare le condizioni affinché le strutture di accoglienza preposte si facciano carico della sistemazione e dell'alloggio dei richiedenti asilo sgravando la Polizia di un compito che non le compete se non in un limitatissimo frangente temporale afferente al doveroso fotosegnalamento; se ritenga utile aprire interlocuzioni con gli enti locali al fine di concordare soluzioni adeguate a rimediare all'assenza o alla carenza di opportune strutture logistiche, che andrebbero identificate e adattate alle necessità di possibili futuri rintracci che possono impattare sul territorio; se ritenga importante approntare ogni misura, incluso il potenziamento dell'organico delle forze dell'ordine, al fine di evitare situazioni di difficile gestione, connesse al fenomeno migratorio, nell'ambito di aree particolarmente esposte e sensibili come il Friuli-Venezia Giulia e in specie la fascia confinaria. (3-02805)

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10112 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 558 del 06/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: LUCASELLI YLENJA Gruppo: FRATELLI D'ITALIA Data firma: 06/09/2021 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma PRISCO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA 06/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO • MINISTERO DELLA SALUTE Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 06/09/2021 Stato iter:


IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10112 presentato da LUCASELLI Ylenja testo di Lunedì 6 settembre 2021, seduta n. 558   LUCASELLI e PRISCO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che: è di queste ore la notizia che un agente di polizia del reparto mobile di Padova, Candido Avezzù, è morto per complicanze sopraggiunte in seguito al contagio da Covid-19 che avrebbe contratto mentre, nel luglio 2021, era in servizio temporaneo all'hotspot di Taranto; la struttura, infatti, ospitava diversi migranti risultati positivi, come riferito dai sindacati di categoria che, già da tempo, avevano denunciato la gravità della situazione, chiedendo alle autorità competenti di non sottovalutare quanto avveniva all'interno del centro di accoglienza e oggi, a distanza di pochi mesi, si registrano i primi effetti negativi; numerosi ospiti dell'hotspot sono risultati positivi dopo essere stati a contatto con altri migranti, con volontari e con personale della polizia di Stato e molti di loro hanno avuto anche contatti all'esterno, allontanandosi addirittura dalla struttura; in particolare, in una missiva del 6 agosto 2021, il Sap aveva denunciato le pessime condizioni sanitarie di lavoro in cui erano costretti a operare gli agenti nei vari centri accoglienza dislocati in tutto il territorio nazionale, ricordando come «sono mesi che cerchiamo in tutti i modi di spingere il Ministro a prendere seri provvedimenti su dinamiche molto pericolose. [...] Esprimiamo tutta la nostra rabbia, per dover assistere allibiti, all'immobilismo del ministro Lamorgese. La quale sa bene in quali condizioni lavorano tutti i nostri colleghi nell'opera di vigilanza dei migranti presso i centri di accoglienza. Sa bene il ministro quali sono le criticità e i rischi. Glielo abbiamo scritto in tutte le maniere, da mesi, e l'ultima missiva è proprio di questo mese, quando le abbiamo scritto a chiare lettere che la situazione è al collasso»; dure anche le parole di Fabio Conestà, segretario generale del Movimento sindacale autonomo di polizia, che aveva chiesto una tutela particolare per il personale impegnato nel controllo del centro d'accoglienza, denunciando una scarsa attenzione da parte delle istituzioni: «Chi di dovere non può fare finta di nulla: il concetto di umanità non è solo un argomento da passerella. La vita umana va rispettata sempre, soprattutto quando la salute di tante persone, in questo caso immigrati, poliziotti, volontari e personale sanitario, è messa a serio rischio da politiche infauste sull'immigrazione»; mentre ai cittadini viene imposto l'obbligo del green pass e numerose restrizioni per accedere ai luoghi pubblici, si è assistito, anche in piena emergenza pandemica, e si continua ad


assistere, a una gestione superficiale dei flussi migratori –: di quali informazioni disponga il Governo in merito alla situazione del centro di prima accoglienza di Taranto, con particolare riguardo alle gravi criticità sanitarie denunciate, e, in generale, di tutti i centri distribuiti sul territorio nazionale; se e quali immediate iniziative di competenza intenda assumere per sanare la situazione di cui in premessa e garantire ai nostri agenti di polizia di operare in condizioni di sicurezza. (4-10112)

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10154 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 559 del 07/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: DELMASTRO DELLE VEDOVE ANDREA Gruppo: FRATELLI D'ITALIA Data firma: 07/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELLA GIUSTIZIA Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA GIUSTIZIA delegato in data 07/09/2021 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10154 presentato da DELMASTRO DELLE VEDOVE Andrea testo di Martedì 7 settembre 2021, seduta n. 559   DELMASTRO DELLE VEDOVE. — Al Ministro della giustizia. — Per sapere – premesso che:


in merito al carcere di Augusta, continuano a pervenire segnalazioni in merito a episodi di malagestione della struttura da parte dei suoi vertici; è stato riportato che i detenuti hanno dato recentemente dato vita a una protesta, rifiutando i pasti e per tre volte al giorno hanno battuto le scodelle contro le celle per parecchi minuti; la protesta dei detenuti è avvenuta poche ore dopo la conclusione della manifestazione, davanti all'ingresso del carcere di Augusta, degli agenti di Polizia penitenziaria iscritti ai sindacati dell'Osapp, Sinappe, Uspp, Fns Cisl, Cnpp Fsa, Cgil Fp; da tempo, le sigle sindacali sono in contrasto con la direzione del penitenziario e si sono più volte rivolte al provveditore dell'amministrazione penitenziaria della Sicilia, Cinzia Calandrino, per chiedere un cambio al vertice della struttura; secondo i sindacati, le condizioni del carcere sono precarie. Ci sarebbe una grave carenza d'acqua mai risolta e il mancato adeguamento alla riforma prevista dal regolamento di esecuzione del 2000. Vi sarebbero ancora parecchie sezioni in cui le camere dei detenuti mancano della doccia interna, con conseguente notevole aumento di carico di lavoro. Per finire, mancherebbero servizi igienici in alcuni posti di servizio del personale di Polizia penitenziaria, come il block-house esterno e il reparto semilibertà; altro problema riportato è il sovraffollamento. Stando ai numeri forniti dai sindacati di Polizia penitenziaria, sono 450 i detenuti, una cifra che va oltre la capienza massima di circa 250; come se non bastasse, il personale in servizio è insufficiente, in quanto, in organico ci sono 190 agenti, troppo pochi per una popolazione carceraria numerosissima e infatti, da anni, i sindacati chiedono di aumentare la forza lavoro; nei giorni scorsi, si è anche scoperto che tre detenuti, reclusi in una sezione adesso isolata, hanno contratto il Covid-19; infine, in una nota unitaria del 4 settembre 2021, le sigle hanno riportato di una grave condotta antisindacale posta in essere dal comandante di reparto e dal direttore della struttura, i quali avrebbero dato ordine di non far accedere ai locali del bar gli agenti presenti alla manifestazione che necessitavano di acquistare delle bottiglie d'acqua, consentendo l'accesso solo in caso le delegazioni avessero accettato di partecipare alla riunione di contrattazione convocata dal direttore per la stessa data; quanto sopra segnalato è stato fatto presente anche al provveditore regionale ed è stato comunicato dai sindacati per opportuna conoscenza anche al Ministro e agli alti vertici del Ministero, in assenza di interventi risolutivi da parte degli organi preposti –: quali siano gli intendimenti del Governo in merito alle criticità organizzative e gestionali presso la casa circondariale di Augusta e segnalate dalle sigle sindacali al Ministero con la nota unitaria del 4 settembre 2021. (4-10154)


ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10124 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 558 del 06/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: TONELLI GIANNI Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER Data firma: 06/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO • MINISTERO DELLA DIFESA • MINISTERO DELLA SALUTE Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 06/09/2021 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10124 presentato da TONELLI Gianni testo di Lunedì 6 settembre 2021, seduta n. 558   TONELLI. — Al Ministro dell'interno, al Ministro della difesa, al Ministro della salute. — Per sapere – premesso che: il 14 agosto 2021 una circolare della segreteria del dipartimento della pubblica sicurezza ha disposto, sulla base delle indicazioni fornite dal Ministero della salute, che la consumazione del pasto nelle mense di servizio delle Forze di polizia e dei Corpi militari debba essere consentita solo a coloro che sono in possesso delle certificazioni verdi Covid-19;


la disposizione amministrativa è stata accolta con forti perplessità da parte di tutte le maggiori sigle dei sindacati di Polizia, della Guardia di finanza e dell'Esercito, e anche da grande sorpresa, dal momento che si tratta di un cambio di rotta rispetto all'esenzione che era stata annunciata in precedenza; l'obbligo in questione, in effetti, contiene molti aspetti problematici; al di là delle generali obiezioni su alcuni aspetti di potenziale incostituzionalità e di contrasto con la normativa europea, in particolare quella che regola il trattamento dei dati personali – che pure meritano almeno di essere prese in considerazione – l'irragionevolezza della disposizione in questione emerge soprattutto con riferimento all'incoerenza e alla contraddizione complessiva della normativa; gli agenti, che pur svolgono servizi sugli stessi mezzi, negli stessi uffici, negli stessi penitenziari e talvolta dormono negli stessi alloggi, non possono sedersi allo stesso tavolo; oltre al fumus di contraddizione, l'atto amministrativo appare anche del tutto sproporzionato rispetto all'obiettivo che si intende perseguire: viste le elevatissime percentuali dei vaccinati tra le forze dell'ordine (più del 90 per cento degli agenti), interdire le mense di servizio a una ristretta minoranza, che peraltro rispetta strettamente tutti i protocolli anti-contagio, appare più come un castigo che come una misura realmente efficace per impedire la diffusione del virus; senza contare che i locali delle mense, proprio per il particolare uso a cui sono destinati, sono oggetto di quotidiane e approfondite sanificazioni; oltre a ciò, non vanno trascurati i profili legati anche ad una possibile discriminazione, dal momento che la mensa di servizio riveste natura di diritto per l'agente o il militare che ne può e deve usufruire; scene come quelle riportate da alcune quotidiani, di agenti costretti a mangiare un panino sui muretti del giardino o sulle panchine, perché esclusi dal servizio mensa, sono umilianti non solo per i diritti dei singoli interessati, ma anche per il comparto sicurezza-difesa nel suo complesso –: se, alla luce di quanto esposto, il Governo intenda adottare iniziative per esentare il personale del comparto sicurezza-difesa dall'obbligo di possedere la certificazione verde Covid-19 per accedere alle mense di servizio. (4-10124)

ATTO CAMERA ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/03223-A/081 Dati di presentazione dell'atto


Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 561 del 09/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: DEIDDA SALVATORE Gruppo: FRATELLI D'ITALIA Data firma: 09/09/2021 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma GALANTINO DAVIDE FRATELLI D'ITALIA 09/09/2021 RUSSO GIOVANNI FRATELLI D'ITALIA 09/09/2021 CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 09/09/2021

Stato iter:

09/09/2021 Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 09/09/2021 COSTA ANDREA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE) Fasi iter:

NON ACCOLTO IL 09/09/2021 PARERE GOVERNO IL 09/09/2021 RESPINTO IL 09/09/2021 CONCLUSO IL 09/09/2021 Atto Camera Ordine del Giorno 9/03223-A/081 presentato da DEIDDA Salvatore testo di Giovedì 9 settembre 2021, seduta n. 561   La Camera, premesso che: il provvedimento in esame reca Misure urgenti per fronteggiare l'emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l'esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche; lo stato Maggiore della Difesa ha emanato una circolare in cui nell'articolo 3 della suddetta circolare, l'utilizzo del Green Pass sembrava essere necessario solo per gli utenti degli Organismi di Protezione Sociale relativamente all'accesso ai servizi di ristorazione, per il consumo al tavolo al chiuso e, limitatamente alle attività al chiuso, a piscine, palestre oltre che eventi, cerimonie e manifestazioni, nell'ambito del rispetto di tutte le misure di prevenzione e mitigazione del rischio di contagio; per quanto riguarda invece le mense di servizio sembrava che la deroga prevista all'articolo


27 comma 4 del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 2 marzo 2021, consentisse le attività delle mense e del catering continuativo su base contrattuale, purché venisse garantita la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, rimanendo quindi garantita la fruizione del pasto di servizio senza l'obbligo del possesso della certificazione verde; in data 14 agosto u.s. una circolare del Ministero degli Interni ha stabilito, in seguito alle indicazioni ricevute dal Ministero della Salute, l'obbligatorietà del Green Pass anche per l'accesso alle mense di servizio per il personale delle forze di polizia, obbligo che sembra chiaramente definito nelle FAQ consultabili sul sito istituzionale del Governo: «Per la consumazione al tavolo nelle mense aziendali o in tutti i locali adibiti alla somministrazione di servizi di ristorazione ai dipendenti pubblici e privati è necessario esibire la certificazione verde COVID-19 ? Sì, per la consumazione al tavolo al chiuso i lavoratori possono accedere nella mensa aziendale o nei locali adibiti alla somministrazione di servizi di ristorazione ai dipendenti, solo se muniti di certificazione verde COVID-19, analogamente a quanto avviene nei ristoranti. A tal fine, i gestori dei predetti servizi sono tenuti a verificare le certificazioni verdi COVID-19 con le modalità indicate dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 17 giugno 2021.»; come sottolineato dal COCER e da diverse associazioni sindacali delle Forze di polizia e delle Forze armate le molteplici e diversificate attività operative della Forza Armata rendono ancora più complicata la gestione di operazioni già di per sé difficili e articolate, basti pensare all'operazione «Strade sicure», ai vari presidi Covid sparsi su tutto il territorio nazionale, alle strutture militari situate in località disagiate, per non parlare dei servizi connessi alla sicurezza delle infrastrutture nonché le molteplici difficoltà derivanti da situazioni lavorative particolari quali i siti sensibili (ad esempio le polveriere); per la sua specificità, la Forza Armata si è dotata, sin da subito, di tutti i mezzi e gli strumenti per tutelare la salute delle proprie donne e dei propri uomini, e ha dotato tutte le strutture, comprese le mense, dei dispositivi di protezione atti a garantire il distanziamento e prevenire il rischio di contagi; l'organizzazione del servizio vettovagliamento nelle strutture militari non può conciliarsi nemmeno con la volontarietà del vaccino e il rispetto della privacy, che tutte le Amministrazioni devono garantire, e impone un intervento correttivo da parte del Governo, affinché le strutture militari siano escluse dall'applicazione di tale norma di legge; il servizio vettovagliamento deve essere garantito a tutto il personale senza alcun tipo di discriminazione, impegna il Governo ad ogni opportuna iniziativa volta a riconoscere la specificità delle Forze Armate e delle Forze di polizia al fine di garantire il servizio di vettovagliamento a tutto il personale, nel pieno rispetto delle opportune misure di distanziamento e di prevenzione del contagio, escludendo il comparto Difesa dal suddetto decreto elaborando, invece, misure alternative, come l'erogazione di un buono pasto e/o il permesso di poter fruire il pasto nella propria abitazione.


9/3223-A/81. Deidda, Galantino, Giovanni Russo, Ciaburro.

ATTO CAMERA ODG IN ASSEMBLEA SU P.D.L. 9/03223-A/044 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 561 del 09/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: RIZZO GIANLUCA Gruppo: MOVIMENTO 5 STELLE Data firma: 09/09/2021

Stato iter:

09/09/2021 Partecipanti allo svolgimento/discussione PARERE GOVERNO 09/09/2021 COSTA ANDREA SOTTOSEGRETARIO DI STATO - (SALUTE) Fasi iter:

NON ACCOLTO IL 09/09/2021 PARERE GOVERNO IL 09/09/2021 RITIRATO IL 09/09/2021 CONCLUSO IL 09/09/2021 Atto Camera Ordine del Giorno 9/03223-A/044 presentato da RIZZO Gianluca testo di Giovedì 9 settembre 2021, seduta n. 561   La Camera, premesso che: l'articolo 10, del decreto-legge in esame, considerata l'emergenza epidemiologica da COVID19, esonera fino al 31 marzo 2022 le guardie giurate da impiegare in servizi antipirateria dalla frequentazione dei corsi teorico-pratici individuati dal Ministero dell'interno;


l'articolo 5 del decreto-legge 12 luglio 2011, n. 107, prevede la possibilità di impiegare guardie giurate nelle attività di contrasto della pirateria internazionale, nelle acque soggette al rischio di pirateria, stabilendo altresì che siano individuate preferibilmente tra quelle che abbiano prestato servizio nelle Forze armate, anche come volontari, con esclusione dei militari di leva, e che abbiano superato i corsi teorico-pratici individuati dal Ministero dell'interno; l'articolo 6 del decreto-legge 29 dicembre 2011, n. 215, ha successivamente previsto la possibilità, in via transitoria, di impiegare anche le guardie giurate che non abbiano ancora frequentato i corsi teorico-pratici, a condizione che abbiano partecipato per un periodo di almeno 6 mesi, quali appartenenti alle Forze armate, alle missioni internazionali in incarichi operativi e che tale condizione sia attestata dal Ministero della difesa; il Governo, durante la discussione della risoluzione n. 7-00178 presso le Commissioni riunite I e IV della Camera dei deputati, ha chiarito, con riferimento al possesso del requisito minimo professionale nei confronti dei volontari di truppa dell'Arma dei carabinieri congedati senza demerito che abbiano prestato servizio per almeno un anno, che il riconoscimento di detto requisito risulta già assorbito dall'articolo 138, comma 2, del Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (Tulps), di cui al regio decreto n. 773 del 1931 , che lo riconosce in via generale per i volontari di truppa delle Forze armate che abbiano prestato servizio per almeno un anno senza demerito, e che pertanto, ai fini dell'idoneità a guardia particolare giurata si renderà necessario acquisire il requisito minimo di formazione individuato dal decreto del Ministro dell'interno previsto dal citalo articolo 138, comma 2, ad oggi in corso di elaborazione; nella relazione illustrativa del disegno di legge di conversione si evidenzia che, come già nel 2020, il protrarsi dello stato di emergenza epidemiologica da COVID-19 abbia impedito lo svolgimento dei citati percorsi formativi previste dalla normativa vigente; diversi gli atti di indirizzo approvati in questa legislatura e nella precedente volti al riconoscimento, per i volontari di leva congedatesi senza demerito dopo aver prestato servizio presso l'Arma dei Carabinieri o la Polizia di Stato, del possesso dei requisiti minimi professionali e di formazione necessari per l'idoneità a guardia particolare giurata, impegna il Governo ad adottare celermente le opportune iniziative di carattere normativo, al fine di riconoscere il possesso dei requisiti minimi professionali e di formazione necessari per l'idoneità a guardia particolare giurata al personale militare che abbia prestato servizio senza demerito come Carabinieri ausiliari, nonché a coloro che abbiano prestato servizio di leva obbligatorio per un anno, senza demerito, nelle Forze di polizia. 9/3223-A/44. Rizzo.


ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10106 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 558 del 06/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: FERRO WANDA Gruppo: FRATELLI D'ITALIA Data firma: 06/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 06/09/2021 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10106 presentato da FERRO Wanda testo di Lunedì 6 settembre 2021, seduta n. 558   FERRO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che: preoccupante è la fotografia scattata dal Sindacato italiano unitario dei lavoratori delle polizie (Siulp) della situazione migranti in Calabria, a fronte degli eventi verificatisi nel mese di agosto 2021, con numerosi migranti allontanati che si sono riversati nei vari lidi del lungomare di Roccella Ionica creando turbativa all'ordine e sicurezza; tale situazione è certificata dai numeri: il 14 agosto 2021 è stato registrato l'ennesimo sbarco, il ventesimo negli ultimi due mesi, nella costa della Locride con circa 70 migranti di varie nazionalità arrivati nel pomeriggio al «Porto Delle Grazie» di Roccella Ionica mentre, centotrentasei migranti sono sbarcati nel porto di Reggio Calabria dopo che il barcone sul quale si trovavano è stato intercettato al largo di Bova Marina da unità navali della Guardia di finanza; in particolare, il sindacato di polizia lamenta un'assoluta inadeguatezza delle strutture di accoglienza, un eccessivo carico di lavoro e la carenza di personale impiegato, denunciando


come «l'argomento sbarchi, ormai da decenni, non riveste più carattere di eccezionalità, ma di normalità. Si continua però a lavorare in “emergenza” come se si volesse elevarlo a criticità e difficoltà maggiori di quelle che già gli appartengono. Come se si volesse trovare una giustificazione alla condizione di “pressappochismo” nell'uso delle strutture – inidonee sotto tutti i punti di vista – e all'uso impari, sproporzionato e azzardato del personale delle forze dell'ordine rispetto al numero dei migranti»; una situazione del genere, mentre i dati relativi ai contagi da Covid-19 tornano ad essere preoccupanti, rischia, peraltro, di esplodere in un'emergenza sanitaria, vanificando tutti gli sforzi che la Calabria, al pari delle altre regioni italiane, ha compiuto nell'ultimo anno –: di quali informazioni disponga il Governo in merito ai preoccupanti fatti di cui in premessa, con particolare riguardo alla portata del fenomeno lungo le coste calabresi e alla situazione delle strutture di accoglienza regionali; se non ritenga necessario istituire una task force che possa affrontare adeguatamente il fenomeno migratorio, anche dal punto di vista dell'impiego delle risorse umane, e adottare le iniziative di competenza per garantire un adeguamento delle strutture deputate all'accoglienza, con particolare riguardo a quella di Roccella Ionica. (4-10106)

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10144 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 558 del 06/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: BELLUCCI MARIA TERESA Gruppo: FRATELLI D'ITALIA Data firma: 06/09/2021 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma ROTELLI MAURO FRATELLI D'ITALIA 06/09/2021 FOTI TOMMASO FRATELLI D'ITALIA 06/09/2021 LUCASELLI YLENJA FRATELLI D'ITALIA 06/09/2021 FERRO WANDA FRATELLI D'ITALIA 06/09/2021 ZUCCONI RICCARDO FRATELLI D'ITALIA 06/09/2021 CIABURRO MONICA FRATELLI D'ITALIA 06/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario:


• MINISTERO DELL'INTERNO • POLITICHE GIOVANILI Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 06/09/2021 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10144 presentato da BELLUCCI Maria Teresa testo di Lunedì 6 settembre 2021, seduta n. 558   BELLUCCI, ROTELLI, FOTI, LUCASELLI, FERRO, ZUCCONI e CIABURRO. — Al Ministro dell'interno, al Ministro per le politiche giovanili. — Per sapere – premesso che: all'indomani dello sgombero del «rave party» di Valentano emergono i primi dettagli, rivelati dagli stessi partecipanti al momento del deflusso, che svelerebbero come, dietro al raduno illegale che ha richiamato circa ottomila persone da tutta Europa e tenuto in scacco l'Italia per ben cinque notti, ci fosse la regia francese: «Lì sono puniti, qui no»; secondo quanto si apprende da fonti di stampa, l'antefatto di Valentano si è scritto in Francia: «A maggio scorso, un free party con 5 mila persone a Redon, in Bretagna. Solo che lì la polizia ha caricato quasi subito»; tentativi falliti ci sono stati anche in Germania e Belgio dove le forze dell'ordine hanno avuto mandato di intervenire immediatamente; il 19 giugno 2021 gli organizzatori, dopo essere stati respinti dalla gendarmeria francese a Nizza, avrebbero, quindi, deciso di puntare verso l'Italia: prima il tentativo fallito nel bresciano, poi i party abusivi di Pisa, a inizio luglio, e quello, ormai noto, nel viterbese, chiuso il 19 agosto 2021 con 3.000 identificati dopo 6 giorni di musica assordante e droghe, culminati nel dramma di un 24enne morto nel lago di Mezzano; dopo un morto, due denunce per stupro, decine di ricoverati per coma etilico e altri malori da assunzione di sostanze, un parto, supermercati della zona saccheggiati e racconti di cani lasciati morire di caldo e sete sotto il sole, si chiude una vicenda umiliante per lo Stato italiano; in un momento di restrizioni draconiane, stringenti misure anti Covid e multe per un tavolino mal distanziato, le istituzioni hanno lasciato che migliaia di persone occupassero un fondo privato, danneggiandone le strutture, in un'area di interesse naturalistico, spacciando e consumando ingenti quantità di droga e decidendo di non intervenire; l'organizzazione dedicata allo spaccio e alla gestione degli stupefacenti è stata meticolosa, come riferito da uno dei partecipanti: «Sulle auto erano stati allestiti cartelli con i prezzi


delle sostanze. Chetamina: 5 euro. Lsd: 10 euro. E via così.», mentre la «specialità» dell'evento era la pizza fatta con la farina di canapa; del resto, la decisione di organizzare il rave in Italia è frutto della considerazione, evidentemente diffusa, che sul nostro territorio ci sia una sorveglianza più blanda rispetto a queste manifestazioni e tutto diventi più facile; che siano i confini nazionali assaltati dal traffico di esseri umani o la sicurezza interna poco importa; in entrambe le fattispecie, a parere degli interroganti le nostre istituzioni si rivelano incapaci di garantire l'ordine pubblico e il buon funzionamento delle forze dell'ordine, evidentemente anche con riguardo allo spaccio e all'uso incontrollato di sostanze stupefacenti, come se fosse questione che non ci riguarda –: di quali informazioni disponga il Governo in merito ai gravi fatti esposti in premessa e quali iniziative di competenza intenda assumere per scongiurare il rischio che episodi simili si ripetano sul territorio italiano. (4-10144)

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10209 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 563 del 13/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: RUSSO PAOLO Gruppo: FORZA ITALIA - BERLUSCONI PRESIDENTE Data firma: 13/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELLA DIFESA Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELLA DIFESA delegato in data 13/09/2021 Stato iter:

IN CORSO Atto Camera


Interrogazione a risposta scritta 4-10209 presentato da RUSSO Paolo testo di Lunedì 13 settembre 2021, seduta n. 563   PAOLO RUSSO. — Al Ministro della difesa. — Per sapere – premesso che: la Corte Costituzionale, con sentenza n. 120 del 2018, ha dichiarato l'illegittimità costituzionale dell'articolo 1475, comma 2, del decreto legislativo n. 66 del 2010, nella parte in cui vieta ai militari di costituire associazioni professionali a carattere sindacale; la citata sentenza ha riconosciuto la legittimità di associazioni professionali di personale militare a carattere sindacale; ha rinviato ad un apposito provvedimento legislativo la definizione delle condizioni e dei limiti di tale riconoscimento; ha confermato il divieto per il personale militare di aderire ad altre associazioni sindacali; il 21 settembre 2018, il Ministro della difesa pro tempore ha emanato una circolare volta a consentire, nelle more dell'intervento legislativo, il processo di costituzione delle associazioni sindacali militari, indicando però una serie di condizioni soggettive, oggettive e funzionali; presso la 4a commissione difesa del Senato è attualmente incardinato il disegno di legge «Norme sull'esercizio della libertà sindacale del personale delle Forze armate e delle Forze di polizia, a ordinamento militare, nonché delega al Governo per il coordinamento normativo», già approvato in prima lettura dalla Camera dei deputati il 22 luglio 2020; a seguito di un incontro tra l'autorità politica e i rappresentati di alcune associazioni sindacali militari neo costituite, avvenuto il 17 luglio 2019, venivano evidenziate alcune criticità che, di fatto, limitano il pieno esercizio dell'attività di rappresentanza. La circolare emanata da capo di gabinetto del Ministero della difesa pro tempore il successivo 22 agosto 2019 individuava, fra le problematiche emerse, l'impossibilità di incontrare il personale militare all'interno di strutture militari al fine di illustrare le principali finalità delle associazioni sindacali e raccogliere le eventuali adesioni; la stessa circolare, nelle more della definizione di un nuovo quadro normativo di riferimento, al fine di consentire alle citate associazioni la piena funzionalità delle stesse, precisava che «ai responsabili delle associazioni regolarmente assentite, dovrà essere consentito di incontrare il personale presso i locali di uso comune (sale convegni, spacci, e altro), fuori dall'orario di servizio; non intralciando le normali attività dei reparti; prevedendo una programmazione semestrale delle attività informative»; l'organizzazione sindacale italiana dei militari dell'esercito, Itamil Esercito, riconosciuta dal Ministero della difesa con proprio decreto il 2 novembre 2020, con un comunicato stampa dal titolo «Calpestati i diritti sindacali dei militari», pubblicato sul proprio sito internet (www.itamil.org) il 6 settembre 2021, segnala di aver trasmesso alle preposte autorità militari, il 22 agosto 2021, in ottemperanza alle disposizioni della sopra citata circolare, un calendario di incontri informativi nelle caserme, che avrebbero dovuto cominciare ad inizio settembre


2021, lamentando di non aver ricevuto alcun riscontro, alla stregua di tante altre istanze trasmesse via Pec; nello stesso comunicato, il sindacato denuncia un fatto increscioso del quale è venuto a conoscenza: nel dicembre 2020, in un reparto militare di stanza in Friuli, il comandante avrebbe trasmesso un'informativa alla procura militare di Verona, dopo aver acquisito informazioni dal portale www.itamil.org, allegando alcuni screenshot di dirigenti del sindacato Itamil alle sue dipendenze, lamentando che questi non gli avrebbero segnalato la propria carica sociale; all'epoca dei riportati fatti, contro tali rappresentanti sindacali furono avviati anche provvedimenti disciplinari, successivamente revocati dopo l'intervento del 1° Reparto di Stato Maggiore dell'Esercito, non sussistendo gli estremi delle contestazioni –: se il Ministro interrogato sia a conoscenza degli episodi riportati in premessa che rischiano di configurarsi, da un lato, come una sconfessione delle disposizioni contenute nella citata circolare del 22 agosto 2019 e, dall'altro, come una grave ingerenza nei riguardi dell'organizzazione sindacale e quali iniziative di competenza intenda adottare al fine di rendere effettivi i diritti sindacali del personale militare. (4-10209)

ATTO CAMERA RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00719 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 558 del 06/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: FERRARI ROBERTO PAOLO Gruppo: LEGA - SALVINI PREMIER Data firma: 06/09/2021 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma CRIPPA ANDREA LEGA - SALVINI PREMIER 06/09/2021 BONIARDI FABIO MASSIMO LEGA - SALVINI PREMIER 06/09/2021 GOBBATO CLAUDIA LEGA - SALVINI PREMIER 06/09/2021 PRETTO ERIK UMBERTO LEGA SALVINI PREMIER 06/09/2021 FANTUZ MARICA LEGA - SALVINI PREMIER 06/09/2021 PICCOLO TIZIANA LEGA - SALVINI PREMIER 06/09/2021 FONTANA LORENZO LEGA - SALVINI PREMIER 06/09/2021 CASTIELLO GIUSEPPINA LEGA - SALVINI PREMIER 06/09/2021 ZICCHIERI FRANCESCO LEGA - SALVINI PREMIER 06/09/2021 POTENTI MANFREDI LEGA - SALVINI PREMIER 06/09/2021


Commissione assegnataria

Commissione: IV COMMISSIONE (DIFESA) Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Risoluzione in commissione 7-00719 presentato da FERRARI Roberto Paolo testo di Lunedì 6 settembre 2021, seduta n. 558   La IV Commissione, premesso che: le unita dipendenti dal Comando interforze per le operazioni delle forze speciali, Cofs, – ovvero il 9° Reggimento d'assalto paracadutisti «Col Moschin», il Gruppo operativo incursori del Comsubin, il 17° Stormo incursori dell'Aeronautica militare ed il Gruppo intervento speciale dei carabinieri, componenti il cosiddetto Tier 1 – costituiscono il nucleo della capacità nazionale di risposta alle crisi che coinvolgono i cittadini e gli interessi italiani ovunque vengano posti in pericolo; accanto ai reparti del Tier 1 esistono due ulteriori unità che li affiancano nel supporto al combattimento: il 185° Reggimento ricognizione e acquisizione obiettivi Rrao «Folgore» e il 4° Reggimento alpini paracadutisti Ranger, costituenti il cosiddetto Tier 2; esistono altresì tre unità di Coronamento per operazioni speciali per il cosiddetto supporto operativo: il 3° Reggimento elicotteri per operazioni speciali Reos «Aldebaran»; il 28° reggimento Comunicazioni operative «Pavia» ed il 9° Stormo «Francesco Baracca»; ad un terzo Tier appartengono infine il 183° Reggimento paracadutisti «Nembo»; il 186° Reggimento Paracadutisti «Folgore»; il 187° Reggimento paracadutisti «Folgore»; il Reggimento lagunari «Serenissima»; la Compagnia operazioni speciali del Reggimento «San Marco» e 1° Reggimento Carabinieri paracadutisti «Tuscania»; la crescente instabilità e fluidità della situazione geopolitica nelle aree di maggior importanza per il nostro Paese e le alleanze di cui fa parte inducono a ritenere probabile l'incremento del ricorso da parte italiana alle capacità di queste forze d'élite di cui l'Italia dispone; le modalità con le quali è stato necessario disporre l'evacuazione dei connazionali dall'Afghanistan in seguito all'improvvisa riconquista del potere da parte dei Taliban ha permesso di constatare una volta di più l'importanza di disporre di reparti ad elevatissima prontezza operativa, in grado d'intervenire con preavvisi brevissimi sui teatri più disparati


per condurvi missioni ad elevato rischio; la preparazione, l'addestramento e il mantenimento in condizioni di elevata prontezza operativa delle unità delle forze speciali esigono la predisposizione di aree ed infrastrutture dedicate, nonché la destinazione di cospicue risorse alle attività di formazione; considerazioni analoghe si applicano ai reparti ed alle unità di supporto alle forze speciali, senza i quali le seconde non sono in grado di svolgere le missioni loro assegnate; appare, conseguentemente, strategicamente ineludibile reperire al più presto risorse addizionali da stanziare su base pluriennale all'ammodernamento delle infrastrutture logistiche ed operative di cui si servono le forze speciali e le unità che le supportano, impegna il Governo ad adottare iniziative per reperire e destinare, sin dalla prossima sessione di bilancio pluriennale, le risorse necessarie al potenziamento ed all'ammodernamento delle basi e delle infrastrutture necessarie alla preparazione, all'addestramento ed al mantenimento in condizioni di elevata prontezza operativa dei reparti che costituiscono la punta di lancia delle Forze armate italiane, ovvero le forze per le operazioni speciali e quelle che le supportano. (7-00719) «Ferrari, Andrea Crippa, Boniardi, Gobbato, Pretto, Fantuz, Piccolo, Lorenzo Fontana, Castiello, Zicchieri, Potenti».

ATTO CAMERA INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/10305 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 570 del 23/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: FORNARO FEDERICO Gruppo: LIBERI E UGUALI Data firma: 23/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 23/09/2021


Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Interrogazione a risposta scritta 4-10305 presentato da FORNARO Federico testo di Giovedì 23 settembre 2021, seduta n. 570   FORNARO. — Al Ministro dell'interno. — Per sapere – premesso che: il Sindacato italiano lavoratori di polizia Cgil di Treviso, attraverso la segreteria nazionale, ha inviato al Ministero dell'interno, nel luglio 2021, uno studio, ripreso dagli organi di stampa locali, dove si evidenzia la situazione di difficoltà presente negli uffici della questura di Treviso e nell'intera provincia; la polizia di Stato, oltre a operare per la sicurezza pubblica, si occupa di licenze, autorizzazioni, passaporti, rilascio e rinnovo dei permessi di soggiorno e moltissime altre attività amministrative. Inoltre, provvede ad atti tipici del questore quali le misure di prevenzione, il Daspo, fogli di via Antimafia, ammonimenti per atti persecutori, articolo 75bis del Testo unico sugli stupefacenti. Inoltre è l'unica ad avere, dalla sua nascita, le specialità, quali polizia stradale, polizia postale e delle comunicazioni, polizia di frontiera, polizia ferroviaria e molte altre; la provincia di Treviso è uno dei territori con maggiore sviluppo degli ultimi decenni. La popolazione, in vent'anni, è aumentata di 100 mila abitanti e sono presenti diverse imprese di rilevo nazionale che richiamano sempre di più un rilevante flusso di lavoratori. Inoltre, territorio rientra nell'ambito dei sempre più importanti flussi turistici del Veneto; in questo quadro, il numero di personale nella sola questura è sceso di 97 dipendenti in 10 anni e non sono stati sostituiti, con un danno in termini numerici pari a poco meno di un terzo del personale; nel giro di 6 anni, ulteriori 144 dipendenti della provincia andranno in quiescenza, il 30 per cento dell'intera forza attuale, specialità incluse. Ben 100 saranno solo della questura che, se aggiunti a quelli già persi e non rimpiazzati, porta ad un calo di 197 dipendenti, equivalenti a due terzi della forza del 2011; inoltre l'età media dei poliziotti è di 48 anni. Solo i cinquantenni rappresentano metà dell'organico, i quarantenni il 28 per cento, mentre appena un poliziotto su cinque ha meno di 30 anni, e i piani potenziamento del dipartimento della pubblica sicurezza sono attualmente inadeguati a pensionamenti; preoccupante è la situazione di tutte le specialità sul territorio: la polizia postale è scesa di 5 unità, la polizia stradale è sempre più sguarnita, Polfer è declassata da sezione a posto Polfer pur di poter rimanere operativa. Anche il personale dell'amministrazione civile dell'interno,


negli anni, ha subìto gli effetti dei tagli al personale e del blocco del turn-over; appare grave la situazione all'aeroporto «Antonio Canova» che, dopo lo stop causato dalla pandemia, ha riaperto a giugno 2021 la sua attività, raggiungendo la media giornaliera di 3 mila passeggeri. Ben presto la situazione potrebbe tornare al regime precedente quando si toccavano i livelli di 3,3 milioni di passeggeri all'anno. Oltre al ripristino delle vecchie rotte è prevista anche l'introduzione di quella verso Tel Aviv; lo scalo ha presente un organico di polizia di appena 50 unità, mai cresciuto negli anni nonostante la crescita esponenziale dei voli, 42 unità impegnate nei servizi essenziali per i controlli dei passeggeri, mentre 2 dipendenti sono aggregati alla frontiera terreste di Trieste –: quali iniziative intenda adottare, in tempi brevi, il Governo affinché si possa adottare una programmazione che risolva la grave situazione evidenziata descritta dal documento sindacale citato in premessa. (4-10305)

ATTO SENATO INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/06025 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 361 del 21/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: MARGIOTTA SALVATORE Gruppo: PARTITO DEMOCRATICO Data firma: 21/09/2021

Destinatari

Ministero destinatario: • MINISTERO DELL'INTERNO Attuale delegato a rispondere: MINISTERO DELL'INTERNO delegato in data 21/09/2021 Stato iter:

IN CORSO Atto Senato


Interrogazione a risposta scritta 4-06025 presentata da SALVATORE MARGIOTTA martedì 21 settembre 2021, seduta n.361 MARGIOTTA - Al Ministro dell'interno. - Premesso che: tutte le diramazioni e gli uffici della Questura, nonché gli altri uffici della Polizia di Stato distaccati in città ed in provincia di Potenza, come il commissariato di Melfi, la Polizia stradale, la Polizia postale, la Polizia ferroviaria, il reparto di prevenzione crimine, hanno raggiunto una cronica carenza di poliziotti, con il personale disponibile che continua a diminuire; tale carenza di personale si registrava ancora prima dell'apertura del CPR (centro di permanenza per i rimpatri) di Palazzo San Gervasio, destinato, come previsto dall'articolo 14 del decreto legislativo n. 286 del 1998, al trattenimento del cittadino straniero in attesa di esecuzione dei provvedimenti di espulsione; tuttavia, l'apertura del centro, distante 80 chilometri dal capoluogo e lontano da ospedali e stazioni ferroviarie, ha contribuito a determinare un ulteriore stato di emergenza e criticità, tale da non garantire i servizi minimi di ordine, sicurezza pubblica e amministrativi; per far fronte all'emergenza, l'ufficio ordine pubblico del Viminale ha inizialmente assicurato aggregazioni ministeriali di personale proveniente da altre questure, di funzionari e di ispettori unitamente a 10 tra agenti e sovrintendenti, ma tale aliquota di personale aggregato, oltre a non essere sufficiente, è stata successivamente ridotta e recentemente interrotta in modo definitivo; i trasferimenti definitivi in entrata a Potenza sono stati appena sufficienti ad avvicendare il personale andato in pensione e quello trasferito in uscita, determinando quindi nessun contributo alla grave carenza di personale, come specificato, già in essere prima dell'apertura del CPR; in dettaglio, la Questura di Potenza a gennaio 2018, già sotto di 10 unità, ha dovuto far fronte all'apertura del CPR, garantendo sicurezza, vigilanza e tutti i servizi connessi di accompagnamento per i cittadini stranieri ospitati. Inizialmente la Questura ha ricevuto un ausilio di personale, circa 10 unità del ruolo esecutivo provenienti da altre questure ma, non essendo sufficiente, ha dovuto utilizzarne altri 10 di Potenza. Tuttavia, quest'anno il Dipartimento di pubblica sicurezza ha ritirato le 10 unità di personale di ausilio. Tutto ciò senza tenere conto del peso indiretto che la gestione del centro ha su tutti gli uffici della Questura e, in particolare, sull'ufficio tecnico logistico, la Polizia scientifica, la DIGOS, la squadra mobile e tutto il restante personale della Questura; a ciò si aggiunga che la Questura di Potenza e il commissariato di Melfi sono ancora gestiti con le risorse finanziarie contabili del 2017; un quadro grave che deve anche tenere conto della gestione della sicurezza con la pandemia


ancora in corso, con una delicata stagione politico-sociale con le vertenze di importanti aziende sul territorio e poli industriali come Stellantis, ma anche della stagione calcistica che vede due squadre del territorio in serie C; per segnalare tali criticità, il prefetto ha inviato una lettera al Dipartimento di pubblica sicurezza, Direzione centrale per gli affari generali e le politiche del personale, con prot. 28953 del 16 aprile 2021; appare evidente che la Questura di Potenza non possa destinare tutte le sue risorse al CPR, ma debba essere messa nelle condizioni di gestire in modo più equilibrato le normali e necessarie attività di controllo del territorio e le altre problematiche di ordine pubblico, si chiede di sapere quali misure il Ministro in indirizzo intenda attuare per contrastare le gravi criticità descritte ed alleviare lo stato di tensione e stanchezza del personale degli uffici della Polizia di Stato della provincia di Potenza. (4-06025)

ATTO CAMERA RISOLUZIONE IN COMMISSIONE 7/00729 Dati di presentazione dell'atto

Legislatura: 18 Seduta di annuncio: 569 del 22/09/2021 Firmatari

Primo firmatario: RIZZETTO WALTER Gruppo: FRATELLI D'ITALIA Data firma: 22/09/2021 Elenco dei co-firmatari dell'atto Nominativo co-firmatario Gruppo Data firma PRISCO EMANUELE FRATELLI D'ITALIA 22/09/2021

Commissione assegnataria

Commissione: XI COMMISSIONE (LAVORO PUBBLICO E PRIVATO) Stato iter:

IN CORSO Atto Camera Risoluzione in commissione 7-00729 presentato da RIZZETTO Walter


testo di Mercoledì 22 settembre 2021, seduta n. 569   La XI Commissione, premesso che: il trattamento di quiescenza dei dipendenti civili e militari dello Stato è disciplinato in linea generale dal decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 1973, n. 1092 che prevede specifiche aliquote di calcolo, relative alla quota retributiva della pensione, differenziate tra il personale civile e quello militare, e più favorevoli per quest'ultima categoria di lavoratori; in particolare, l'articolo 44 del decreto del Presidente della Repubblica 29 dicembre 1973, n. 1092, prevede che «La pensione spettante al personale civile con l'anzianità di quindici anni di servizio effettivo è pari al 35 per cento della base pensionabile», mentre l'articolo 54 del medesimo decreto, prevede che «La pensione spettante al militare che abbia maturato almeno quindici anni e non più di venti anni di servizio utile è pari al 44 per cento della base pensionabile»; allo stato, l'Inps, dopo una lunga querelle giudiziaria non ancora sopita, ritiene applicabile la maggiore aliquota prevista dall'articolo 54 esclusivamente al personale militare che si trova nelle condizioni previste dalla norma; tale determinazione, resa nota attraverso la circolare n. 107 del 14 luglio 2021, genera un'evidente disparità di trattamento tra il personale militare e il personale della polizia di Stato, della polizia penitenziaria e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, che, nell'orientamento applicativo dell'Inps, è destinatario delle norme di calcolo previste invece per il personale civile di cui all'articolo 44; l'orientamento applicativo citato, che assimila il personale della Polizia di Stato, della Polizia penitenziaria e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco al personale civile dello Stato, non tiene conto del fatto che i suddetti Corpi, pur essendo incardinati all'interno di Amministrazioni civili, sono disciplinati da ordinamenti speciali e non dalle norme generali applicabili al pubblico impiego in generale; questo in ragione dei particolari compiti d'istituto riguardanti la sicurezza e il soccorso pubblico, le peculiari condizioni d'impiego e le considerevoli limitazioni personali e lavorative cui è soggetto tale categoria di personale; in questo senso si pone la previsione di cui all'articolo 19 della legge n. 183 del 2010, in tema di specificità previdenziale e pensionistica riservata alle forze di polizia, forze armate e vigili del fuoco, che tra l'altro non opera alcun distinguo tra i diversi modelli ordinamentali tra le forze di polizia civili o militari, i vigili del fuoco e le forze armate, e che dispone, testualmente: «Ai fini della definizione degli ordinamenti, delle carriere e dei contenuti del rapporto di impiego e della tutela economica, pensionistica e previdenziale, è riconosciuta la specificità del ruolo delle Forze armate, delle Forte di polizia e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, nonché dello stato giuridico del personale ad essi appartenente, in dipendenza della peculiarità dei compiti, degli obblighi e delle limitazioni personali, previsti da leggi e regolamenti, per le funzioni di tutela delle istituzioni democratiche e di difesa dell'ordine e


della sicurezza interna ed esterna, nonché per i peculiari requisiti di efficienza operativa richiesti e i correlati impieghi in attività usuranti»; invero, l'orientamento applicativo sostenuto dall'Inps sul tema in esame, si pone in contrasto con la specificità lavorativa di cui all'articolo 19, legge n. 183 del 2010, principio espresso dal legislatore per rimarcare la linea di divisione che esiste tra il personale destinatario della norma citata e il personale civile delle altre Amministrazioni statali e del pubblico impiego più in generale, proprio in ragione dei particolari compiti esercitati. Si consideri inoltre la peculiare caratteristica degli Ordinamenti che regolano il rapporto di lavoro del personale della Polizia di Stato, della Polizia penitenziaria e del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco, tutti ricompresi nell'ambito del pubblico impiego non contrattualizzato per la peculiarità delle funzioni pubbliche esercitate nell'ambito di settori fondamentali per lo Stato; si osserva, altresì, che il personale dei corpi in questione, pur se interessato da un percorso di smilitarizzazione, di fatto e formalmente, non ha mai mutato le funzioni istituzionali, che sono rimaste pressoché identiche; è cambiata in sostanza la disciplina del rapporto di lavoro del personale, ma non sono cambiate le ragioni di fondo che richiedono un trattamento pensionistico più favorevole in termini di calcolo dell'assegno di pensione; ci si riferisce, in particolare, alla particolare usura subita durante il servizio, al limite ordinamentale di quiescenza più basso, ai frequenti infortuni e malattie professionali che determinano spesso l'uscita anticipata dal servizio, elementi questi che determinano una contrazione del livello dell'assegno pensionistico, recuperabile solo attraverso una più favorevole modalità di calcolo, nel caso di specie conseguibile attraverso il riconoscimento del diritto alla maggiore aliquota di cui all'articolo 54; tale situazione specifica, relativa all'applicazione dell'articolo 54 ai Corpi dello Stato in questione, dovrebbe assurgere a principio generale rispetto a tutto il personale dei comparti sicurezza difesa e soccorso pubblico, in particolare per tutti quei lavoratori interessati dal calcolo contributivo dell'assegno di pensione; i coefficienti di trasformazione del calcolo contributivo raggiungono, infatti, le soglie più elevate in corrispondenza di livelli di anzianità che non possono essere raggiunti dal personale dei comparti citati, a causa del limite ordinamentale di uscita dal servizio, questo in aggiunta alle uscite anticipate determinate dai casi d'infortunio e malattia professionale, impegna il Governo ad adottare iniziative volte ad estendere, senza margini d'incertezza, l'applicazione della disposizione di cui all'articolo 54 del decreto del Presidente della Repubblica n. 1092 del 1973, al personale della polizia di Stato, della polizia penitenziaria e del Corpo nazionale dei vigili del fuoco, oltre ad una rivalutazione complessiva dei parametri di calcolo dell'assegno pensionistico che tenga conto della specificità lavorativa ex articolo 19, della legge n. 183 del 2010 di tutto il personale del comparto sicurezza difesa e soccorso pubblico. (7-00729) «Rizzetto, Prisco».






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