La Città Nuda - Tracce dal Limes - Catalogo mostra

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LA CITTÀ NUDA

TORINO, 1-4 LUGLIO 2015 FESTIVAL ARCHITETTURA IN CITTÀ


TRACCE DAL LIMES. CATALOGO MOSTRA A cura di: Giulia Desogus, Valerio Fogliati e Ambra Seghesio La Città Nuda. Tracce dal Limes - FESTIVAL ARCHITETTURA IN CITTA’ Torino, Sala mostre Chiesa di San Michele Arcangelo, Via Giolitti 44. Dal 1 al 4 Luglio 2015 lacittanuda.it - ISSN 2421-1265 La Città Nuda Torino [online] Testi di: Giulia Desogus, Valerio Fogliati e Ambra Seghesio Allestimento: Valerio Fogliati, Ambra Seghesio Progetto grafico di: La Città Nuda Fotografia di copertina: Silvia Vercelli Un ringraziamento a tutti gli artisti che hanno partecipato al concorso internazionale di fotografia ed alla mostra. Per il prezioso supporto si ringrazia anche lo staff della Fondazione Ordine Architetti di Torino - Festiva Architettura in Città 2015 e tutti coloro che hanno partecipato al progetto. I diritti d’autore e la proprietà intellettuale delle opere e degli scritti inviatti rimangono di proprietà degli autori che se ne assumono la responsabilità del contenuto. Mostra realizzata all’interno di:

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TRACCE DAL LIMES In occasione del Festival Architettura in Città 2015, La Città Nuda ha presentato la mostra Tracce dal Limes curata dagli Architetti Giulia Desogus, Valerio Fogliati e Ambra Seghesio. Come il Limes romano aveva il doppio significato di linea di confine e di strada di conquista e comunicazione, anche la mostra ha voluto raccontare la duplice valenza dei moderni confini architettonici e territoriali ed il loro rapporto con l’Uomo. Gli scatti sono stati il risultato di un concorso internazionale di fotografia terminato il 31 maggio 2015. Sono innumerevoli i confini esistenti, l’esposizione ha raccontato come tali limiti influenzano il rapporto tra l’Uomo e l’Architettura, la Città, il Territorio. Le immagini narrano come i confini con i quali quotidianamente conviviamo, creano degli Interni e degli Esterni, concreti o immateriali; come il limite divenga elemento generatore d’isolamento positivo o negativo, di separazione o più in generale di una compartimentazione di spazi e realtà. Il catalogo raccoglie le fotografie esposte alla mostra frutto della selezione tra i migliori scatti inviati da i più di 160 partecipanti al Concorso internazionale di fotografia Tracce dal Limes svoltosi tra Aprile e Maggio 2015.



1째 Classificato Silvia Vercelli, Battlescapes - Colle del Monginevro


2° Classificato Stas Knop, Architecture in space and time – Saint Petersburg


3° Classificato Daniele Borracino, Grattacielo Regione Piemonte – Torino


Elvira Laura Bandini, Il marmo oltre la sbarra


Valerio Agricola, Sentiero al cielo


Giorgio Cecca, Territori occupati - Andria


Gabriel Jewell Vitale, Backdrop - Marocco


Sumon Yusuf, Climatic calamity - Bangladesh


Davide Onorati, Monte Cucco - Umbria


Tiziana Rocca, Istanbul ortodossa - Istanbul


Rocco DonĂ , La porta di servizio - Venezia


Cinzia Forni, Claustrofobia


Anton Gorbachev, Place for nothing - Russia


Annalisa Stella, Porta - Nizza


Sharmistha Haldar, Home away from home - India


Alessandro Guida, Stare al limite - Corviale, Roma


Antonio La Grotta, Trincerone. La cittĂ nuova - Torino


Sara D’Abate, Provincia di Al Rashidiyya - Marocco


Katia Morichetti, Metro#3 - Milano


Yevgeny Nakonechnyy, Border - Mosca


Lorenzo Manetta, Cemento, luce, ombra


Gaetano Paraggio, Confine urbano, Promenade des Anglais - Nizza


Monettipedone, Progetto umano - Canarie


Marcello Altamura, Cucina


Elena Andreacchio, Pieghe della marginalitĂ


Maria Rosaria Venere, Legami spezzati


Ieva Saudargait, No coast for all men III - Beirut


Franco Sortini, Limes perifericus


Luca Visintini, Ex Aeroporto Militare di Mortegiano - Udine


Piero Antonio Zito, Trasparenze al limite




SILVIA VERCELLI 1° Classificato Battlescapes, Colle del Monginevro Le Alpi, limiti geografici, fisici e culturali permettono di osservare fenomeni che interessano una parte consistente del patrimonio architettonico militare presente sul territorio. La pratica del turismo e la guerra sono due attività apparentemente lontane che nelle zone alpine si ritrovano inevitabilmente intrecciate; come scriveva Marc Augé «Oggi la guerra è finita. Se ne visitano i luoghi famosi. Il turismo è la forma compiuta della guerra». STAS KNOP 2° Classificato Architecture in space and time, Saint Petersburg Involontariamente spinto dalle suggestioni dei film Metropolis e Brazil ho iniziato ad osservare il paesaggio urbano che mi circonda costituito da architetture sovietiche con uno sguardo nuovo. Attraverso questo scatto voglio raccontare l’incontro tra spazio urbano ed architettura, ed il limite impercettibile che divide questi luoghi che seppur funzionalmente connessi sembrano non comunicare affatto tra loro. DANIELE BORRACINO 3° Classificato Grattacielo Regione Piemonte, Torino Le città sono grandi organismi urbani in movimento soggetti a mutazioni che comportano aggiunte di nuove componenti che definiscono la crescita e la trasformazione nel tempo. A volte il limite è rappresentato dal “vec-

chio” che genera situazioni di degrado urbano. E’ un limite che rappresenta un’opportunità: quella di poter donare alla città una nuova dignità architettonica ed urbana, una nuova vitalità sociale. ELVIRA LAURA BANDINI Il marmo che mangia le Apuane, Toscana Bianco e innocente in un giorno di festa, il marmo che mangia le Apuane. Fiero disegna i suoi confini, spostandoli ogni anno “un po’ più in là”. La foto raffigura una delle tantissime cave di marmo di Carrara presenti nelle Alpi Apuane, scattata in un giorno festivo, nel quale le ruspe erano a riposo e la montagna prendeva fiato in attesa di essere violata l’indomani. Un silenzio assordante e penetrante, una richiesta d’aiuto? VALERIO AGRICOLA Sentiero al cielo La foto conduce un’analisi sul senso del limite, inteso non solo come sbarramento, ma allo stesso modo, seguendo le propulsioni umane, può rivelarsi come apertura e passaggio. L’orientamento logico delle foto è stato manipolato ed alterato l’orientamento logico in modo da offrire un senso di ambivalenza del limite restituendone, attraverso la verità estetica della fotografia, varie interpretazioni del tutto soggettive.


GIORGIO CECCA Territori occupati, Andria La mancanza di un PRG sino al 1996 ha prodotto diversi episodi di autocostruzione che si manifestano anche con la penetrazione del tessuto urbano nella campagna circostante. La necessità di permettere future costruzioni in aderenza ai lotti unita ad un’esigenza di sicurezza ha limitato le aperture degli edifici verso l’esterno come in una specie di territorio di frontiera. Risulta un paesaggio che sembra composto da avamposti fortificati in una terra di nessuno: il “limes” della città nella campagna.

terreno costringendo milioni di persone a spostarsi dalle loro case abbandonando le loro terre d’origine.

GABRIEL JEWELL-VITALE Backdrop, Fes, Marocco Alcune anomalie urbane si mostrano quando i confini esistenti compongono una scenografia. Qui, a Fes, in Marocco, un albero si erge fiero e alto pericolosamente vicino alla facciata purpurea di un deifico esistete. Questi sono i momenti in cui i confini della città creano l’opportunità di analizzare gli effetti delle nostre trame e progetti.

TIZIANA ROCCA Istanbul ortodossa, Istanbul In una città così densamente stratificata come Istanbul potrebbero essere identificati limiti, incoerenze, cambiamenti ogni volta che si dirige lo sguardo verso un punto differente. L’immagine vuole mettere in luce un angolo di città lontano dagli stereotipi e dagli scenari comuni, mostrando l’esiguo spazio che la comunità ortodossa ha conquistato nei secoli precedenti sul vasto territorio istanbuliota.

SUMON YUSUF Climatic calamity, Bangladesh Dopo quindici giorni di forti piogge e inondazioni del fiume Padma, la scuola islamica e i villaggi di Dohar vicino a Dhaka sono stati distrutti. Il Bangladesh, paese ricco di fiumi, è colpito da continue alluvioni che erodono il

DAVIDE ONORATI Monte Cucco, Umbria Il Monte Cucco è una montagna dell’Umbria orientale, e ne segna il confina con le Marche. Le faggete non riescono a raggiungerne le creste, che rimangono così esposte ai venti e agli sguardi liberi di chi, percorrendole, può affacciarsi su l’uno o sull’altro territorio.

ROCCO DONÀ La porta di servizio, Venezia Le foto sono state scattate a pellicola, sviluppate in camera oscura per ottenere in stampa la resa ottimale dei toni. Fanno parte di un progetto


inedito che sta maturando durante gli studi di architettura a Venezia. La porta di servizio mette in luce l’evoluzione urbana dell’accesso principale a Venezia. CINZIA FORNI Claustrofobia Come le strutture architettoniche delle città contemporanee possano farsi limite e costrizione claustrofobica al muoversi dell’uomo all’interno di esse. ANTON GORBACHEV Place for nothing, Russia Ogni volta che ci si trova tra la città e la foresta, ci si trova in un luogo dove, a prima vista, non succede niente. La natura qui sembra così ordinaria che l’occhio facilmente può cogliere superfici familiari. Cercando di andare oltre a questo panorama confortevole è possibile scoprire un nuovo paesaggio concettuale. La neve, il suolo, l’aria - tutto cade e comincia a vibrare rivelando il vuoto dietro il velo reale dell’immagine. ANNALISA STELLA Porta, Nizza Il sito si colloca nel quartiere Comte di Falicon, al limite tra città e collina, laddove il tessuto urbano lascia il posto ai rilievi boscosi. In questo territorio di confine, dalla topografia complessa, in un lotto residuale stretto tra le

torri e le stecche di residenze popolari si inserisce la stazione. Richiamando l’architettura dei forti e le immagini della porta, della torre, della strada e dei muri di terrazzamento, l’intervento si appropria del luogo e della condizione di bordo della città, inserendosi nella montagna e aprendosi verso l’orizzonte del mar Mediterraneo. SHARMISTHA HALDAR Home away from home, India Questo progetto racconta la vita degli operai che lavorano nei forni di mattoni. Tuttavia anche in questi luoghi di fatica ed operosità si possono fissare immagini di gioia e gioco che mostrano il limite inteso come confine tra istanti della vita. ALESSANDRO GUIDA Stare al limite, Roma Corviale è il Limite delle politiche abitative, il fallimento di un progetto, l’incapacità gestionale e lacunosa e la mancanza di risposte al diritto primario di una casa dignitosa. E’ l’incompiuto, un’opera senza tempo, mai finita, di cemento sgretolato che le insidie del tempo corrodono. È il Limite oltre cui non si può andare. Ma il Limite diventa confine, frontiera, inteso come elemento generatore di opportunità. È il luogo in cui si instaurano rapporti particolari, inspirati da situazioni singolari.


ANTONIO LA GROTTA Trincerone. La città nuova, Torino Il Trincerone, è la vecchia trincea ferroviaria di Torino, dismessa da anni, lungo le vie Gottardo e Sempione. Questa ferita, ancora aperta, che divide il tessuto della città è oggi oggetto di riqualificazione urbana. Le fotografie tracciano un confine tra il reale e l’immaginario; un limes che disegna una nuova città, intravista, suggerita, dove il prevalere delle forze naturali su quelle spirituali trasforma per Georg Simmel la rovina della città in opera nuova. SARA D’ABATE Provincia di Al Rashidiyya, Marocco Nella dimensione illimitata di un paesaggio desertico, un gruppo di ragazzi impone nuovi confini frammentando lo spazio attraverso una porta da calcio. Al tempo stesso vivono il vuoto della frontiera, diventano il limite ultimo dell’attività dell’uomo di fronte all’area incontenibile dell’inabitato. KATIA MORICHETTI Metro#3, Milano Le linee della metro dividono le città in settori, e dividendo collegano spazi. Anche nelle stazioni della metro accade qualcosa di simile: la gente è vicina, si sfiora, si ammassa ma è divisa, ognuno in se stesso. Si percepiscono gli altri come dietro a sipari: appaiono, fanno la loro scena, la loro

rappresentazione e scompaiono, in un flusso continuo e senza sosta. YEVGENY NAKONECHNYY Border, Mosca Ogni megalopoli ha un territorio abitato e quando si esce da tali aree pare di entrare in una terra di nessuno, periferica dove sembra che la civilizzazione non l’abbia ancora raggiunta. Il confine tra questi luoghi è come un intervallo temporale e questo progetto fotografico vuole indagare proprio tali aree. A Mosca, i luoghi oltre il Mosca Ring Highway (MKAD) sono considerate come terre di nessuno, luoghi di un netto confine tra i territori dell’uomo. LORENZO MANETTA Cemento, luce, ombra. Un limbo utopistico, nel quale le persone hanno modo di relazionarsi e condividere momenti. Spazio eterotopico nel quale, in modo temporaneo il bisogno estetico ed architettonico dell’uomo si confonde con la sua sostanza fisica. GAETANO PARAGGIO Confine urbano, Promenade des Anglais, Nizza Confine urbano che pone la città di fronte al suo limite oltre il quale, nel corso della storia, si sono immaginati altri mondi, sognato grandi imprese,


creato nuovi legami. FEDERICA MONETI E DANIELE PEDONE Progetto umano, Canarie Con il nostro lavoro cerchiamo di mettere in risalto i diversi contesti nel mondo e il diverso rapporto che corre tra l’uomo, le sue costruzioni, la natura e la qualità di vita, in un periodo storico nel quale quest’ultima viene spesso messa da parte per fare spazio ai guadagni personali di singoli o gruppi di individui. MARCELLO ALTAMURA Interni in Esterno: La Cucina, Bari Cucina. Il Benessere materiale non controllato porterà a svuotare la bellezza del nostro patrimonio. Il progetto vuole raccontare il limes come la pretesa dell’uomo di conquistare arbitrariamente il territorio con atti di abbandono ma al contempo cerca di mostrare la sensibilità attraverso il riutilizzo di tali materiali. ELENA ANDREACCHIO Pieghe della marginalità, Catanzaro Il paesaggio che racconto è quello attraversato dalla SS106 a Guardavalle (CZ) è un territoriomarginale, caratterizzato da un’orografia esatta, scandita dalle fiumare. La strada c’è anche se dimenticata, nascosta dalle case

enormi delle città limite tra mare e deserto. La SS106, chiamata anche ‘strada della morte’, è giovane, mentre i segni del paesaggio rurale rimandano a un passato più lontano. E’ il racconto un luogo arido e duro, fatto di gente dura ma non arida. MARIA ROSARIA VENERE Legami spezzati Ogni uomo è da sempre alla ricerca dei suoi spazi entro confini infiniti dove spera di trovare un benessere interiore, sovente solo temporaneo. Questa ricerca se estremizzata può addirittura portare alla rottura di legami importanti con le persone ma anche con i luoghi fisici. L’immagine non vuole essere l’enfatizzazione della violenta della fine di un rapporto bensì il reportage di un momento di cambiamento. IEVA SAUDARGAIT No coast for all men III, Beirut Dalieh del Raouche è il nome di un vasto terreno che degrada dal lungomare di Beirut verso il Mar Mediterraneo. Per decenni, è stato accessibile al pubblico ed è stata una destinazione popolare per l e persone in cerca di un ambiente naturale lontano dal rumore della città. Tuttavia, più la città tentacolare di Beirut continua a crescere a ritmo incontrollato. Oggi, il terreno è di proprietà di due società, la zona è stata recintata e nel maggio 2015, antiche dimore di pescatori sono state demolite. Questo è l’ultimo


pezzo rimanente di una costa naturale assediata da una città pronta ad invaderla. FRANCO SORTINI Limes perifericus Nel XX secolo, per difendersi dall’invasione della Civiltà, le popolazioni urbane costruirono i Limes Perifericus: alte mura abitate dal Popolo e a volte circondate da strade fortificate e impraticabili dette anche “tangenziali”. LUCA VISINTINI Ex Aeroporto Militare di Mortegiano, Udine Dopo 45 anni di Guerra Fredda, nel 1989 le forze armate abbandonarono più di 400 siti militari e con loro più di 100 kmq di territorio. Molte di queste aree costituiscono oggi degli spazi inaccessibili abbandonati al loro degrado. Di forte interesse sono quelle realtà che, invece, sono inserite o si stanno re-inserendo nella vita attiva della città. Alla conservazione e riconfigurazione a monumento e memoria di chi in quei conflitti ha perso la vita, si affiancano percorsi pedonali e ciclo-turistici che trasformano i luoghi dei passati conflitti in spazi d’incontro e valorizzazione paesaggistica.

PIERO ANTONIO ZITO Trasparenze al limite Il concetto di Limes è ricercato laddove è visibile, per ragioni diverse, il passaggio dell’essere umano. Lembi estremi delle troppo corte lenzuola della terra ferma: spazi urbani o naturali, ambigui e contraddittori, vivibili ma mai davvero vissuti dove l’uomo può sostare, giocare, trascorrere del tempo ma è costretto a ripartire.


Torino, Settembre 2015

lacittanuda.it - ISSN 2421-1265 La CittĂ Nuda Torino [online] www.lacittanuda.it | lacittanuda@gmail.com | @lacittanuda



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