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Addio a Paolo Marzotto, l'ultimo dei «Conti correnti»
Siffert, Colin Davis, Jo Schlesser, Silvio Moser, JonathanWilliams e gli italiani Carlo Facetti, Mario Casoni, Ludovico Scarfiotti, Sandro Uberti, Clay Regazzoni, ErnestoBrambilla, Geki Russo, Oddone Sigala, Mario Poltronieri, Andrea De Adamich, OdoardoGovoni, Nanni Galli, tutti a sfidare i “locali” Vincenzo Nember, Sandro Uberti, Domenico Lo Coco, Domenico Ogna, Angelo Caffi, Gianfranco Stanga, Giancarlo Sala, Luciano Dal Ben e “Pam”, l’indimenticato Marsilio Pasotti. Nel 1961, a soli cinquantotto anni, scomparve il conte Aymo Maggi, vincitore delle edizioni del 1925 e 1926 nonché uno dei “Quattro Moschettieri” ideatori della 1000 Miglia, insieme a Franco Mazzotti, Renzo Castagneto e Giovanni Canestrini. Pochi mesi più tardi, morì pure Angelo Maifredi. Fu così che Renzo Castagneto, nel 1962, per celebrare la memoria dei due amici scomparsi, decise di istituire due premi, introducendo nella gara una seconda categoria. La gara delle Formula Junior, già intestata a uno sponsor, divenne “Trofeo Caltex- Aymo Maggi” mentre la novità fu costituita da una gara per vetture Gran Turismo della classe 1000 cc, denominata “Coppa Angelo Maifredi” . Nel 1963, l’esperienza delle due categorie, Formula Junior e GT, fu ripetuta mentre nel 1964 corsero solo le Formula 3. Nel 1965, il Circuito del Garda non fu disputato per le crescenti difficoltà organizzative. L’Automobile Club Brescia riuscì infine a rimettere nel calendario sportivo l’edizione del 1966, nuovamente riservata esclusivamente alle monoposto di Formula 3. Per tutto il ciclo degli anni Sessanta, il percorso rimase invariato, come negli anni dal 1948 al 1950.
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di guard-rail metallico sul lungolago, nei pressi della partenza. L’inasprimento delle norme di sicurezza, dopo che il progetto del XVI Circuito del Garda era stato precedentemente approvato dalla CSAI, fu provocato dall’enorme sensazione sollevata dalla morte del pilota Lorenzo Bandini, caduto tragicamente al volante della sua Ferrari durante il Gran Premio di F1 a Montecarlo, il 10 maggio di quell’anno. Fu questo l’ultimo atto della storia della più importante corsa automobilistica bresciana in circuito; ironia della sorte, la fine derivò dalla tragedia avvenuta sulla pista monegasca, alla quale i bresciani si ispiravano e con la quale, in cuor loro, speravano un giorno di potersi confrontare. Fu una vera sfortuna perché il tracciato salodiano avrebbe potuto ambire a diventare un importante circuito cittadino, che non avrebbe avuto nulla da invidiare - né per qualità tecniche né per cornice paesaggistica - agli altri più celebri circuiti urbani automobilistici.
Stirling Moss, Cooper 9 motorizzata Jap
nel 1955
A variare furono i numeri dei giri e l’introduzione di due batterie e una finale. Le difficoltà di chiudere Salò e una buona porzione della viabilità gardesana, su un lungo percorso di 16,4 km, compreso un tratto della statale SS45 bis, erano divenute pressoché insormontabili. Tenuto poi conto dei frequenti confronti con il più celebre Circuito di Montecarlo nel Principato di Monaco, il futuro della gara gardesana poteva avere come unico sbocco una riduzione del tracciato, circoscrivendolo a Salò ed evitando il blocco della statale, cosa che comportava l’isolamento di tutta la parte settentrionale del Lago di Garda, non esistendo strade alternative. Fu così che per l’anno successivo fu ideato un nuovo tracciato, in senso orario, che per la prima volta contemplava il lungolago di Salò, dove sarebbe stato collocato il traguardo. Il percorso utilizzava poi le strade interne, transitando da Campoverde e via Panoramica, per raggiungere la sommità delle Zette e scendere nuovamente verso il lungolago. Per misura di sicurezza, lungo i celebri tornanti delle Zette non si sarebbe potuto sorpassare. ACI Brescia annunciò quindi il “Primo Trofeo Esso - Coppa Aymo Maggi”, in calendario per domenica 28 maggio 1967. Pochi giorni prima della gara, l’Automobile Club di Brescia fu costretto a comunicare la sospensione della gara, a causa dell’impossibilità, nel breve tempo antecedente il via, di adempiere alla richiesta dell’autorità sportiva, la CSAI, Commissione Sportiva Automobilistica Italiana, di approntare 1.600 km
Anno Vincitore Vettura Categoria Percorso Distanza tot. Media
1921 Eugenio Silvani Bugatti Type 22 Corsa 12,24 km x 16 giri 195,77 km 70,3 km/h 1922 Guido Meregalli Diatto Tipo 20S Formula Grand Prix 12,36 km x 20 giri 247,20 km 76,3 km/h 1923 Guido Meregalli Diatto Tipo 20S Formula Grand Prix 12,36 km x 20 giri 247,20 km 73,9 km/h 1924 Guido Meregalli Diatto Tipo 20S Formula Grand Prix 12,36 km x 20 giri 247,20 km 80,4 km/h 1925 Aymo Maggi Bugatti Type 35 A Formula Grand Prix 12,36 km x 20 giri 247,20 km 83,6 km/h 1926 Aymo Maggi Bugatti Type 35 A Formula Grand Prix 12,36 km x 20 giri 247,20 km 86,3 km/h 1927 Tazio Nuvolari Bugatti Type 35 C Formula Grand Prix 12,24 km x 25 giri 305,90 km 87,5 km/h 1948 Nino Farina Ferrari 125 F1 Formula Grand Prix 16,40 km x 18 giri 295,20 km 117,4 km/h 1949 Gigi Villoresi Ferrari 166 F2 Formula 2 16,40 km x 8 giri 131,20 km 113,8 km/h 1950 Alberto Ascari Ferrari 166 F2 Formula 2 16,40 km x 18 giri 295,20 km 121,7 km/h
1961 Jo Siffert Lotus Formula Junior 16,40 km * 114,80+131,20 130 km/h
David Hitches
Lola Formula Junior 16,40 km * 114,80+131,20 128,3 km/h Ludovico Scarfiotti Abarth 1000 Gran Turismo 16,40 km x 19 giri 311,60 km 120 km/h
Jo Schlesser Brabham Ford Formula Junior 16,40 km * 98,40+131,20 136,9 km/h “Pam”-B. Guarini Abarth 1000 Gran Turismo 16,400 km x 19 giri 311,600 km 122,4 km/h
1964 Silvio Moser Brabham Ford Formula 3 16,400 km * 114,800 +131,200 130,3 km/h
1966 Jonathan Williams De Sanctis Ford Formula 3 16,400 km * 114,800 +131,200 134,9 km/h
Negli anni Sessanta, la gara fu disputata su due batterie più una finale: 1961: due batterie da 7 giri per 114,800 km e una finale da 8 giri per 131,200 km. 1962 e 1963: furono indette due competizioni diverse. Nel Trofeo Caltex - Aymo Maggi le Formula Junior disputarono due batterie da 7 giri per 114,800 km nel 1962 e da 6 giri per 98,400 km nel 1963, entrambe le volte con una finale da 8 giri per 131,200 km; nella Coppa Angelo Maifredi le Gran Turismo, in tre classi da 700 cc, 800 cc e 1000 cc, corsero un’unica tornata da 19 giri. 1964: due batterie da 7 giri per 114,800 km e una finale da 8 giri per 131,200 km. 1966: due batterie da 7 giri per 114,800 km e una finale da 8 giri per 131,200 km.