g u i da ag li
i e p o r eu la g ior nata ti po
G ru p p o A
G ru p p o C
5/09 ore 15: Polonia - Bosnia Erzegovina ore 17.30: Israele - Russia ore 21: Francia - Finlandia
5/09 ore 15: Georgia - Olanda ore 18: Macedonia - Grecia ore 21: Croazia - Slovenia
6/09 ore 15: Russia - Polonia ore 17.30: Finlandia - Israele ore 21: Bosnia Erzegovina - Francia
6/09 ore 15: Olanda - Macedonia ore 18: Slovenia - Georgia ore 21: Grecia - Croazia
7/09 ore 15: Finlandia - Russia ore 17.30: Israele - Bosnia Erzegovina ore 21: Francia - Polonia
8/09 ore 15: Slovenia - Olanda ore 18: Georgia - Grecia ore 21: Croazia - Macedonia
9/09 ore 15: Bosnia Erzegovina - Finlandia ore 17.30: Polonia - Israele ore 21: Francia - Russia
9/09 ore 15: Grecia - Slovenia ore 18: Macedonia - Georgia ore 21: Olanda - Croazia
10/09 ore 15: Finlandia - Polonia ore 17.30: Bosnia Erzegovina - Russia ore 21: Israele - Francia
10/09 ore 15: Slovenia - Macedonia ore 18: Georgia - Croazia ore 21: Grecia - Olanda
G ru p p o B
G ru p p o D
5/09 ore 15: Germania - Islanda ore 18: Spagna - Serbia ore 21: Italia - Turchia
5/09 ore 15.30: Repubblica ceca - Estonia ore 18.30: Belgio - Lettonia ore 21.30: Lituania - Ucraina
6/09 ore 15: Serbia - Germania ore 18: Islanda - Italia ore 21: Turchia - Spagna
6/09 ore 15.30: Estonia - Belgio ore 18.30: Lettonia - Lituania ore 21.30: Ucraina - Repubblica ceca
8/09 ore 14.30: Serbia - Islanda 17.45: Germania - Turchia ore 21.00: Spagna - Italia
7/09 ore 15.30: Lituania - Belgio ore 18.30: Repubblica ceca - Lettonia ore 21.30: Ucraina - Estonia
9/09 14.30: Turchia - Serbia 17.45: Italia - Germania 21.00: Islanda - Spagna
9/09 15.30: Belgio - Repubblica ceca 18.30: Lettonia - Ucraina 21.30: Lituania - Estonia
10/09 ore 14.30: Serbia - Italia ore 17.45: Germania - Spagna ore 21: Turchia - Islanda
10/09 ore 15.30: Ucraina - Belgio ore 18.30: Lettonia - Estonia ore 21.30: Repubblica ceca - Lituania
fas e fi nale A LILLE (FRANCIA)
Ottavi di finale 12/09 B2 - A3 C1 - D4 A1 - B4 D2 - C3 13/09 B1 - A4 C2 - D3 A2 - B3 D1 - C4
QUARTI di finale 15/09 B2/A3 - C1/D4 A1/B4 - D2/C3 16/06 B1/A4 - C2/D3 A2/B3 - D1/C4
PIAZZAMENTI 17/06 Perdente 1° quarto vs. Perdente 2° quarto Vincente 1° quarto vs. Vincente 2° quarto 18/06 Perdente 3° quarto vs. Perdente 4° quarto Vincente 3° quarto vs. Vincente 4° quarto Piazzamenti 7-8 posto
Finali
20/09 Finale 3/4 posto: Perdente 1a semifinale vs. Perdente 2a semifinale Finalissima Vincente 1a semifinale vs. Vincente 2a semifinale
di Raffaele Ferraro Da circa 3 mesi stiamo consumando il video su Youtube
16 anni tra Nantes e Parigi.
“Europei 1999 - Italia campione d’Europa”, guardandolo
16 anni tra Parigi e Lille.
la mattina, di giorno in ufficio, la sera prima di andare a
Stesso intervallo di tempo, stesso paese ospitante. Ab-
letto. Sfido chiunque a non avere la pelle d’oca ogni volta
biamo voglia di vincere, o comunque di ottenere un gran
che Andrea e Dino Meneghin si abbracciano in panchina,
risultato, per rilanciare il nostro movimento che mai come
Picchio Abbio che con la tripla ammazza la partita, Carl-
dalla Nazionale trae linfa vitale. La Nazionale è il mag-
ton Myers abbraccia la palla non lasciandola a nessuno
giore sponsor della pallacanestro italiana. Questa guida,
e Flavio Tranquillo grida a squarciagola ferendo un tifo-
ovviamente, non parla solo dell’Italia. È una guida in cui
so in tribuna con una tonsilla. I più giovani di noi (i più
potete trovare un articolo per ogni città ospitante (per la
anziani se lo ricordano come il loro esame di maturità)
prima volta sarà un Europeo itinerante) Berlino, Montpel-
hanno anche fatto delle ricerche su internet per scoprire
lier, Riga, Zagabria ed infine Lille, per sapere la storia
che anche nel 1983 abbiamo ottenuto un magico trionfo,
delle città, le cose più importanti da vedere, informazioni
Caglieris che limona la palla come fosse la donna più bel-
sulle arene. Ci sono le descrizioni di tutte le squadre, i
la del mondo, la rissa da bar contro la Jugoslavia dopo il
roster, i punti di forza, i punti deboli, i giocatori chiave e
calcio da vigliaccio di Dragan Kicanovic a Renato Villalta,
i loro obiettivi. Ci sono i palinsesti televisivi, la formula
e poi Alberto Tonut, Marco Bonamico, Enrico
della competizione, l’albo d’oro e altre notizie storiche.
Gilardi, Roberto Brunamonti, Ario Costa, Dino
Insomma c’è un po’ di tutto. Tassoni, birra, divano.
Meneghin, Antonello Riva, Renzo Vecchiato,
Prima sfogliamo la guida, poi dal 5 settembre, non ci sia-
Pierluigi Marzorati, Meo Sacchetti, allenato-
mo più per nessuno. FORZA AZZURRI.
re quella leggenda di Sandro Gamba.
fas e fi nale
LILLE di Carlo Pedrielli
Città metropolitana (270.000 abitanti, ma quasi 2 mi-
paesi vicini, Le Portel e Denain, che insieme non fanno
lioni contando l’hinterland), giovanissima (il 36% del-
30.000 abitanti. Nella regione più settentrionale, co-
la popolazione è under25), affamata di pallacanestro:
munque, il movimento è attivissimo: 40.000 tesserati
senza contare Parigi, Lilla è il centro più grande si-
trascinano i loro talenti in più di 260 clubs. Hai capi-
tuato al Nord della Francia, a pochi km dal confine col
to, “Giù al Nord?”. Nantes ‘83, Parigi-Bercy ‘99, Lilla
Belgio. La denominazione deriva dalla sua ubicazione,
2015: sembra che la fase finale dell’Europeo debba di-
essendo stata fondata nel 1066 su un isolotto - l’isle,
sputarsi in Francia ogni 16 anni. Per quelli che, come
appunto - sul fiume Deule: in seguito passò nelle mani
me, solitamente gettano carta igienica e scaramanzia
di Olanda, Austria e Spagna, prima che quel timidone
tirando lo sciacquone del cesso aggiungo pure che la
di Luigi XIV (“Lo Stato sono io!” sì, quello) la riposizio-
spedizione Italiana tornò dai viaggi in transalpe con
nasse all’interno dei suoi confini nel 1713. La rivolu-
l’oro al collo, ambedue le volte. Cosa dire? La storia
zione industriale ne fece un grande centro manifat-
recente non deve, assolutamente, mettere pressione
turiero, specialmente nei rami tessile e meccanico: il
agli azzurri. Di certo, il capoluogo della regione del
loro declino condizionò lo sviluppo cittadino a partire
Nord è da considerarsi l’obiettivo minimo per quella
dagli anni ‘60 del ‘900, e solamente da un ventennio
che tanti hanno definito come la Nazionale più talen-
a questa parte Lilla, grazie al settore terziario, è tor-
tuosa di sempre. Superato lo scoglio berlinese (scon-
nata ad essere al passo delle altre grandi metropoli
tato l’ultimo posto dell’Islanda, per il penultimo sarà
francesi, tanto da essere eletta Capitale Europea della
una vera e propria roulette russa), i nostri dovranno
Cultura nel 2004. Cestisticamente parlando, vale più
provare a dimenticare l’esperienza slovena, dove Gi-
o meno il discorso fatto per Montpellier: città popolata
gione e compagni buttarono nelle ortiche della secon-
ma senza una squadra di vertice, se pensate che il
da fase tutto ciò che di buono era stato fatto durante
Lille Métropole Basket Club veleggia a metà classifica
la prima. Chi andrà fino in fondo? La Spagna potrebbe
nella seconda serie francese al pari di due piccoli
vincere l’Eurolega per 5 anni di fila, nonostante il for-
PERCHÈ ANDARCI?
fait del “piccolo” Gasol. I francesi padroni di casa, i temibili lituani, la Serbia argento mondiale o la Grecia,
”Ils seront tous là” (Saranno tutti là) è lo slogan scelto
da molti sottovalutata, ma con un quintetto Calathes -
per Eurobasket 2015, e riassume bene il concetto. Lilla
Spanoulis - Antetokounmpo - Papanikolau - Koufos. Io
sarà l’ombelico dell’Europa cestistica per una settima-
però ho fiducia. Se sono Lilla, fioriranno.
na intera, e i veri appassionati stanno già ballando. Su, che aspetti?
COSA VEDERE Come si evince dalla posizione geografica, Lilla rap-
ORT
SP IL PALA
presenta un crocevia di culture e risente, in particolar modo, dell’influenza fiamminga: la Vieille Bourse, situata su un lato della centralissima Place Charles deGaulle, ne è un esempio evidente. Dello stesso stile è anche l’Hospice Comtesse, l’Ospizio della Contessa, eretto per volere di Giovanna di Costantinopoli nel 1236 e successivamente modificato; fra gli edifici religiosi, spicca la bellissima Chiesa di S. Maurizio, completata solo nell’800 con l’aggiunta della Torre della Facciata. Infine, se siete appassionati di buona cucina, consigliamo una gita al Mac: i piatti tipici della zona sono les moules-frites, nient’altro che cozze bollite servite con patatine fritte, e les fricadelles, delle vere e proprie salsicce realizzate con scarti di altre carni. Buon appetito, e in bocca al lupo.
Pierre Mauroy Stadium
27.000 261 Boulevard de Tournai, 59650 Villeneuve-d’Asposti que Stesso impianto dove gioca la squadra di calcio di Ligue1 e si trova a Vlleneuve, subito fuori città: trovate tutto quello che vi http://www.stade-pierre-mauroy.com/fr/infos-prserve su atiques
r e i ll e montp
g i ro n e A
franc ia ru s s ia a n i v o g e z r E a i n s bo le e a r s i a i n o l o p fi n lan dia di Carlo Pedrielli Ottava città della Francia per popolazione (257.000
a vincere il primo storico scudetto in Ligue1, ma il vero
abitanti, come la nostra Verona), capitale della regio-
fiore all’occhiello sono i ragazzi della pallamano, che
ne meridionale del Languedoc-Roussillon e famosissi-
hanno fatto incetta di titoli nazionali negli ultimi anni.
ma per l’istruzione, e le strutture scolastiche: quindici
Anche le ragazze, campionesse di Francia la scorsa
licei, due università che raccolgono 70.000 studenti,
primavera, hanno dovuto abbandonare la (grande?)
qui si trova la più antica Facoltà di medicina tuttora in
città per trasferirsi a giocare a Lattes, qualche km più
attività, esattamente dal 1220. Non a caso era profes-
a Sud: la scelta della FIBA ha uno scopo chiaro, porta-
sore di diritto universitario Georges Freche, sindaco
re la gente all’Arena de Montpellier per tornare a farla
dal 1977 al 2004 e, senza dubbio, la personalità più
innamorare della palla a spicchi. Il girone dei padroni
importante di Montpellier negli ultimi 50 anni: a lui
di casa è piuttosto agevole, l’obiettivo è tutt’altro che
va dato il merito di aver notevolmente sviluppato l’a-
impossibile: con un occhio alla freddezza di Koponen
spetto economico e urbanistico, ma nulla ha potuto
e alle bombe di Israele les Bleus, con ogni probabilità,
quando, nel 2002, il Montpellier Paillade Sport Club
si giocheranno il primato contro la Russia. Per quan-
ha dovuto definitivamente chiudere i battenti, dopo
to la rivalità non sia molto sentita, Napoleone aspetta
una ventina d’anni di medio-bassa classifica nell’e-
questo momento dal 1812.
quivalente della nostra serie A1 di basket. Che la pallacanestro in Linguadoca abbia la popolarità di Wanna Marchi è un dato di fatto: nella stagione 2011/2012 i gol di Olivier Giroud hanno portato i locali
COSA VEDERE La Place de la Comédie è la grandiosa piazza centrale, arricchita al suo interno da la Fontaine de trois Graces e che prosegue attraverso la suggestiva Esplanade Charles De Gaulle, una passeggiata particolarmente apprezzata dai locali. Interessanti anche l’Arco di Trionfo e la Cattedrale di S.Pietro, istituita nel 1536 (ricordate: Montpellier è una delle pochissime grandi città francesi che non ha subito l’influenza romana,
ORT
SP IL PALA
ma è stata costruita addirittura dopo l’anno 1000). Per i più giovani è consigliata la tappa al celebre Rockstore, una vecchia chiesa riconvertita - è il caso di dirlo - ad un luogo di concerti.
PERCHÈ ANDARCI? Se gufare i nostri acerrimi cugini francesi non vi sembra una buona motivazione, ci sono almeno 40/50 tardone finlandesi che vi aspettano a denti bianchi e gambe aperte. I sessantenni abbienti con camicia, cappello e mocassino che a inizio Settembre sono ancora in Costa Azzurra sono avvisati. Fate voi.
arena de montpellier Park & Suites Arena
10.700 posti Route de la Foire, 34470 Perols. Per arrivarci in bus, prendere la line 3, alla fermata Parc Exp.
bos n ia
ER Z EGO V INA
di Gerardo Franceschini Per la serie “vali poco se il tuo cognome non finisce con -ac o -ic”, ogni riferimento lituano è tutt’altro che casuale, eccone una nuova puntata: la Bosnia-Herzegovina di Dusko Ivanovic, coach scafato di montenegrine origini, dal 2014 sulla panchina gialloblù. Un girone proibitivo, in cui il passaggio del turno rappresenterebbe un autentico miracolo, non aiuta certo una squadra che quello stesso miracolo non lo realizzò nemmeno due anni fa, nel 2013, nonostante le presenze di Nihad Djedovic e Mirza Teletovic, due giocatori che in linea di massima ne hanno viste e vissute parecchie, tra esperienze europee ed oltreoceano. Non ci sarà nemmeno Jusuf Nurkic, 211cm classe 1994 scelto dai Denver Nuggets al draft 2014, giocatore che avrebbe potuto garantire un impatto positivo nonostante la giovane età. Tolti i “big”, il materiale che rimane è oggettivamente insufficiente per pensare di conquistare il passaggio del girone, anche se, come insegna bene la pallacanestro, nulla è scontato.
giocatore chiave
Elmedin Kikanovic. Nelle partite di preparazione nte è stato l’unico a mantenere un rendimento costa . cifra ia viaggiando sempre oltre la dopp ilineo Uomo chiave se ce n’è uno, pivot dal fisico long . dovic Obra quest’anno sarà all’Alba Berlino alla corte di Sasa , Ha esperienze europee anche a livello di Eurolega tivo tenta non potrà tirarsi indietro nel di conquistare un posto nel girone, tentativo che rimane quantomeno utopistico.
n. nome 4 Muhamed Pasalic 5 Nedim Buza 6 Andrija Stipanovic 7 Marko Sutalo 9 Edin Bavcic 10 Nemanja Gordic 11 Elmedin Kikanovic 13 Dalibor Persic 14 Miroslav Todic 15 Milan Milosevic 20 Alex Renfroe 23 Adin Vrabac coach Dusko Ivanovic
ruolo 1 2 5 2 4-5 1 5 3 4 3 1 3
altezza anno squadra 192 1987 Aris salonicco (Grecia) 202 1995 ostenda (Belgio) 208 1986 Trabzonspor (Turquía) 193 1983 Dinamo Bucarest (Romania) 209 1984 Sigal Pristina (Kosovo) 192 1988 Cedevita (Croazia) 210 1988 Alba Berlino (germania) 197 1985 BC Timisoara (romania) 205 1985 Tofas Bursa (Turchia) 203 1985 AEK Atenas (Grecia) 191 1986 Bayern Monaco (germania) 202 1994 TBB Trier (germania)
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
Un coach esperto che ha vinto su palcoscenici importanti e che potrebbe portare una dose di imprevedibilità ad una squadra tecnicamente non eccellente. Tanti centimetri e prestanza fisica (il più basso è Renfroe con 191cm) che potrebbero rivelarsi un’arma utile quando cala il tasso tecnico delle partite.
Rotazioni limitate, in cui manca un vero trascinatore capace di prendere in mano la squadra nei momenti chiave. Assenze pesantissime, perchè Djedovic, Teletovic e Nurkic sarebbero stati rispettivamente il 2, il 4 e il 5 titolari della rappresentativa. Girone con squadre nettamente superiori eccezion fatta per la Russia, probabilmente l’unico avversario che può essere tenuto dietro nella classifica finale.
Questa volta nemmeno l’orda di tifosi corse per le strade di Sarajevo ad acclamare i giovani campioni Under 16 sarà sufficiente ad evitare il tanto probabile quanto amaro destino dell’eliminazione. Bisogna distinguere tra obiettivo e pronostico, perché il primo mira sempre un po’ più in alto: è obiettivo passare il turno, è pronostico puntare sull’eliminazione dei bosniaci nella fase a gironi. Ad oggi, la squadra non è abbastanza per poter togliersi delle soddisfazioni più o meno importanti. Le due vittorie sulle dieci partite disputate come preparazione sono un sintomo piuttosto chiaro che manca ancora qualcosa. Con Mirza però sarebbe stato meno amaro e parecchio più esaltante: missili da otto metri e passa la paura.
a i d n a l n i f
di Mario Castelli Diciamo la verità: a tanti tifosi italiani non è andato particolarmente giù vedere la Finlandia giocarsi nella passata estate la Coppa del Mondo in Spagna da wild card, mentre gli azzurri erano a casa in poltrona a vederli in tv con la Tassoni in mano, dopo che la FIP aveva rinunciato a candidarsi per uno dei quattro posti ad invito (che avrebbe comportato il pagamento di oltre 800mila euro). La realtà però è che la Finlandia, oltre ad avere il colosso Nokia alle spalle che gli permette grossi fondi, è un paese in grande ascesa cestistica, sia per qualità che soprattutto per passione. Molti di voi ricorderanno gli 8000 tifosi finlandesi che invasero Bilbao la scorsa estate per supportare la squadra di Dettmann nella sua prima partecipazione iridata, in meno invece ricordano che la Finlandia (dopo un’assenza al torneo continentale di 16 anni, dal 1995 al 2011) ha chiuso al 9° posto entrambe le ultime due edizioni degli ultimi Europei, fuori di un soffio dai quarti di finale. Ai Mondiali ha chiuso -oggettivamente con parecchia sfortuna- all’ultimo posto nel suo girone dopo aver accarezzato fino in fondo il sogno degli ottavi di finale e quest’anno è arrivato il ricambio generazionale: senza più i pilastri Mottola e Rannikko, le nuove leve devono seguire l’esempio dei tanti superstiti della rassegna iridata per confermare la Finlandia una squadra tra le migliori 10 d’Europa.
giocatore chiave
Koponen, Qui ovviamente non si può scappare da Petteri squadra. della vera stella e giocatore faro La Finlandia avrà bisogno di tutta la leadership attaccante e l’apporto offensivo dell’ex virtussino, squisito o ampi sprazzi che in questa stagione ha vinto l’Eurocup mostrand ki. di grandissima qualità individuale con il suo Khim Se riuscirà ad integrarsi con Wilson, ad eseguire il proprio ruolo da primo violino con buone percentuali e a coinvolgere i compagni, allora la Finlandia potrà confermarsi sui suoi livelli recenti.
n. nome 4 Mikko Koivisto 7 Shawn Huff 8 Gerald Lee 9 Sasu Salin 10 Tuukka Kotti 11 Petteri Koponen 12 Matti Nuutinen 21 Ville Kaunisto 24 Joonas Caven 30 Roope Ahonen 31 Jamar Wilson 33 Erik Murphy coach Henrik Dettmann
ruolo 2 3 5 2 4-5 1-2 3-4 4-5 5 1 1 4-5
altezza anno squadra 194 1987 Nilan Bisons (Finlandia) 198 1984 MHP Riesen Ludwigsburg (germania) 208 1987 free agent 192 1991 Herbalife Gran Canaria (spagna) 205 1981 Loimaa Bisons (Finlandia) 194 1988 Khimki (Russia) 200 1990 Kataja (Finlandia) 205 1982 Kouvot Kouvola (Finlandia) 211 1993 free agent 186 1990 Kolossos (Grecia) 185 1984 SPO Rouen (Francia) 208 1990 Besiktas (Turchia)
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
La squadra è tecnicamente valida e abbastanza rodata dagli ultimi tre anni di competizione ad alto livello. Il tiro da tre è sicuramente un’arma che potrà rivelarsi cruciale, soprattutto se i suoi fucilieri riusciranno a trovare ritmo e libertà sul perimetro. Anche il naturalizzato Jamar Wilson, aggiuntosi quest’anno alla nazionale, potrà regalare ulteriore pericolosità in attacco.
La rosa è forse un poco più corta di altre volte e costringerà i primi 7-8 della rotazioni a doversi addossare maggior minuti e maggiori responsabilità. Salvo alcune eccezioni, l’atletismo della squadra non è particolarmente dilagante. Si sa cosa può dare l’attacco, ma l’impatto nella propria metà campo è più un’incognita.
Guardando al roster dei finnici, alle esperienze degli ultimi anni e al girone di riferimento, il passaggio del turno con approdo agli ottavi di finale appare l’obiettivo minimo della squadra guidata da Henrik Dettmann. Le amichevoli di preparazione hanno detto tutto e il contrario di tutto (battuta la Francia ma perso col Belgio), ma considerando l’incrocio proibitivo col girone B è difficile pensare ad una cavalcata fino ai quarti. Probabilmente si giocherà quindi per provare a classificarsi tra le prime 10.
franc ia
di Matteo Soragna È la squadra campione in carica e come tale sarà la compagine che tutti vorranno battere e che starà di più sugli zebedei. Parker è andato cauto nel giudicare il gruppo dichiarando solo che “Questa è la Francia più forte di tutti i tempi” sollevando la comitiva da ogni tipo di pressione. È anche vero che è difficile dar torto al play degli Spurs, visto che nelle ultime due edizioni di Eurobasket sono arrivati i migliori risultati della storia del basket francese: all’oro del 2013 va infatti sommato l’argento del 2011, senza dimenticare il bronzo ai Mondiali dell’estate passata, prima medaglia transalpina nella competizione. Squadra completa, con talento diffuso tra le guardie (sarà interessante capire l’impatto dell’emergente Evan Fournier tra Parker e Batum) e una fisicità mista ad atletismo fuori dal comune nel settore dei lunghi, talmente sconfinato da non sentire particolarmente l’assenza di Joakim Noah (che, in verità, in Nazionale è stato a Eurobasket 2011), Ian Mahinmi e Kevin Seraphin.
giocatore chiave
Che ve lo dico a fare? Monsieur Tony è uno di quei giocatori che fanno i fenomeni sia in Europa che in in NBA. Vero che inizia ad avere qualche annetto con a stori nella più, ma starà pensando di entrare in un clamoroso back-to-back per poi chiudere Rio. a i piad Olim bellezza gustandosi le a Uno contro uno ha pochissimi rivali e la sua virat i lettin fazzo di costringe tanti tifosi a munirsi prima della partita. Campione vero.
n. nome 5 Nicolas Batum 4 Thomas Heurtel 7 Joffrey Lauvergne 8 Charles Kahudi 9 Tony Parker 10 Evan Fournier 11 Florent Pietrus 12 Nando de Colo 13 Boris Diaw 15 Mickael Gelabale 16 Rudy Gobert 19 Mouhammadou Jaiteh coach vincent collet
ruolo 3 1 4-5 3 1 2 4 2 4 3 5 5
altezza anno squadra 201 1988 Charlotte Hornets (NBA) 189 1989 Efes pilsen (Turcha) 211 1991 Denver Nuggets (NBA) 197 1986 Asvel Villeurbanne (Francia) 185 1982 San Antonio Spurs (NBA) 199 1992 Orlando Magic (NBA) 202 1981 SLUC Nancy (Francia) 195 1987 CSKA Mosca (Russia) 203 1982 San Antonio Spurs (NBA) 202 1983 Le Mans (Francia) 213 1992 Utah Jazz (NBA) 211 1994 JSF Nanterre (Francia)
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
Roster profondissimo, con giocatori che sono abituati, nel club di provenienza, ad un minutaggio adatto alle manifestazioni lunghe. De Colo dopo un anno di vodka russa potrebbe aver perso un po’ di supponenza. Ajinca e Gobert sono lunghi, ma veramente lunghi e in Europa nella metà campo difensiva possono essere più di un fattore. Diaw in preparazione si è messo a dieta limitandosi a tre kg di pasta al giorno lasciando quindi cibo al resto dei Bleus. Sono ben allenati e quasi tutti hanno vissuto delle buonissime stagioni a livello individuale, cosa che darà parecchia fiducia e convinzione.
Nel 2013 sembra che gli astri si siano allineati per farli vincere (il livello dello scorso Europeo non era eccelso) e quindi la pressione potrebbe giocare brutti scherzi. Difficile trovare punti deboli evidenti se non il fatto che potrebbero sentirsi un po’ troppo fenomeni, cosa che alla Francia è già capitata in passato, e sottovalutare l’impatto che può avere la loro difesa. A dispetto delle guardie il reparto dei big men sembra non ricchissimo di fosforo, però si sa che oltre i 2.10 l’ossigeno inizia a scarseggiare.
L’abbiamo già detto, vincere. Ma credo che qualificarsi per le Olimpiadi sia il minimo che allenatore, giocatori e Federazione si siano imposti. Come premio pare abbiano già concordato (finalmente) l’introduzione del bidet in tutte le loro case!
ISRAELE
di Raffaele Ferraro Negli ultimi 20 anni Israele si è sempre qualificata alla fase finale degli europei non riuscendo mai ad avere un piazzamento migliore del settimo posto. Diciamo quindi che, storicamente, i ragazzi che da sempre vanno d’accordo coi palestinesi, non fanno una gran paura. La squadra è abbastanza povera di talento, il faro è sicuramente Omar Casspi che avrà assoluta libertà di muoversi in attacco (e in difesa) sia da 3 che da 4. Mekel e quel simpaticone di Ohayon sono una buona coppia di playmaker, Dawson
è un buon
terminale offensivo, D’Or Fischer è un buon intimidatore ed Eliyahu con quel suo snervante tiro ad un uncino, fa spesso canestro. Per il resto, nulla da segnalare. Se non Bar Timor che non ho ancora capito se sta aperto anche dopo cena.
giocatore chiave
più forte Omar Casspi, semplicemente perché è il giocatore no. e se non gira lui non battono neanche San Mari
n° nome ruolo cm Anno squadra 5 Dagan Yivzori 2 193 1985 Maccabi Tel Aviv (Israele) 6 Shawn Dawson 3 193 1993 Maccabi Rishon (Israele) 7 Gal Mekel 1 190 1988 Nizhny Novgorod (Russia) 8 Lior Eliyahu 4 203 1985 Hapoel gerusalemme (Israele) 9 Omri Casspi 4 204 1988 Sacramento Kings (NBA) 10 Raviv Limonad 2 191 1984 Hapoel Tel Aviv (Israele) 11 Elishay Kadir 4 202 1987 Hapoel Eliat (Israele) 12 Yogev Ohayon 1 191 1987 Maccabi Tel Aviv (Israele) 14 Yaniv Green 4-5 204 1980 Hapoel gerusalemme (Israele) 15 D’Or Fischer 5 211 1981 Hapoel gerusalemme (Israele) 16 Robert Rothbart 5 217 1986 Hapoel Tel Aviv (Israele) 23 Bar Timor 2 191 1992 Hapoel gerusalemme (Israele) coach Erez Edelstein
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
Mekel-Casspi è una coppia che può far male a chiunque e la squadra non ha nulla da perdere. Il girone non è troppo complicato e, non avendo pressioni, può giocarsela con Bosnia e Finlandia per il passaggio del turno.
La panchina è più corta della frangia di Claudio Bisio e la carenza di talento sugli esterni è evidente.
Passaggio del turno. Tralasciando la Francia che è di un pianeta differente, la Polonia è superiore ma ha qualche assenza di troppo, la Bosnia è tutto tranne che irresistibile, la Finlandia vista in amichevole contro l’Italia fa spavento (in senso negativo), la Russia si presenta senza mezza squadra. Ecco perché il passaggio del turno potrebbe non essere impossibile.
polon ia
di Valerio D’Angelo Nel 2009 la Polonia ha ospitato gli Europei. Ammessa di diritto alla manifestazione, aveva come obiettivo la qualificazione ai Mondiali in Turchia dell’anno successivo. Classificandosi come nona lo ha fallito miseramente, per poi inanellare un prestigioso diciassettesimo posto all’Eurobasket 2011 migliorato ulteriormente con un ventunesimo piazzamento nell’ultima rassegna continentale in Slovenia. In vista del torneo di quest’anno, come biglietto da visita é promettente quanto un pronostico di Guido Bagatta. In panchina non c’é più Dirk Bauermann, sostituito dall’americano Mike Taylor, strappato a sua volta dal pino dei Main Red Claws (“Chele Rosse”) nella D-League della Nba. “Strappato” perché il nostro, a giudicare dall’imponente stazza abbinata al rassicurante sorriso sfoggiato in ogni sua foto esistente, si trovava piuttosto a suo agio in quel di Portland, dove di aragoste ne fagocitava a volontà. Per non sentirsi solo, e per non sfigurare nella gara alla “naturalizzazione più improbabile” in corso in tutto il continente, porta con sé A.J. Slaughter, la cui fisionomia non può non far immediatamente pensare ai tratti caratteristici della popolazione di Białystok. Le chiavi della squadra ovviamente vanno a ‘The Polish Hammer’, che siamo sicuri saprà farne buon uso.
giocatore chiave
‘The Polish Hammer’: l’unico ed ineguagliabile. Polonia ha votato Paul Pierce L’uomo che alle ultime elezioni presidenziali in della scheda elettorale, e se ne è bullato condividendo sui social la foto al training camp a bordo di colui che si può presentare come se nulla fosse o... un carro armato o portando un maiale al guinzagli cca in questa competizione, Sarà lui, il Martello, a guidare la nazionale pola sua carriera per concludere un’annata delle più prolifiche della (12.2 punti e 8.7 rimbalzi ad allacciata di scarpe). Non ci resta che aspettare impazienti la sua prossima uscita.
n° nome ruolo cm Anno squadra 0 Aleksander Czyz 4 201 1990 PGE Turow Zgorzelec (Polonia) 5 Aaron Cel 4 203 1987 Monaco (Francia) 6 AJ Slaughter 1 191 1987 Banvit (Turchia) 7 Damian Kulig 4-5 205 1987 Trabzonspor (Turchia) 10 Mateusz Ponitka 2 196 1993 Stelmet Zielona Gora (Polonia) 12 Adam Waczynski 3 199 1989 Rio Natura Monbus Obradoiro (spagna) 13 Marcin Gortat 5 213 1984 Washington Wizards (NBA) 15 Lukasz Koszarek 1 187 1984 Stelmet Zielona Gora (Polonia) 17 Przemyslaw Zamojski 2 193 1986 Stelmet Zielona Gora (Polonia) 24 Przemyslaw Karnowski 5 213 1993 free agent 33 Karol Gruszecki 3 193 1989 Stelmet Zielona Gora (Polonia) Robert Skibniewski 1 182 1983 Anwil Wloclawek (Polonia) coach mike taylor
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
Il nucleo è rodato, dato che è praticamente lo stesso del Qualifying Round dello scorso anno. Chissà che il cambio di allenatore, col passaggio da Bauermann a Taylor, non abbia fatto bene alla truppa polacca?
A parte Gortat, il reparto lunghi, tradizionale punto di forza biancorosso, date le assenze di Lampe e Ignerski è quantomeno scarno. E vista l’ormai abitudine a deludere in queste rassegne non è un buon viatico.
Qualificazione agli ottavi. Il girone mette la Polonia di fronte a Bosnia, Russia, Francia, Israele e Finlandia. Tra defezioni delle altre compagini (no Mirza no party) e possibili incastri, realisticamente il massimo che i biancorossi possano fare é passare la prima fase, per poi vedersi scaraventare fuori come al loro solito.
ru s s i a
di Marcello Merli Notizia: possiamo parlare della Russia in questa gui-
Dal punto di vista difensivo la Russia è una squadra
da. Non era così scontato qualche settimana fa, dati
osticissima sugli esterni, col mastino del Khimki Egor
i guai che ha passato la federazione. Quanto questa
Vyaltsev lanciato a turno contro i palleggiatori av-
incertezza abbia realmente influito sulla preparazione
versari. La mancanza di centimetri a centro area può
pre-europeo lo sapremo a settembre, per il momento
obiettivamente essere un problema, per cui l’imperati-
sappiamo solo che ci troviamo di fronte alla Russia più
vo sarà: non farsi battere sui tre punti e raddoppiate su
rimaneggiata di sempre dai tempi delle guerre russo-
qualsiasi cosa si aggiri in post basso, fosse anche un
giapponesi del 1905. Hanno dato forfait Sasha Kaun
arbitro. Il girone A non è tra i più proibitivi, il secondo
(non ne aveva troppa voglia), Shved (schiena), Mozgov
posto potrebbe essere alla loro portata, a meno che la
(infortunio), in pratica i 2 pivot e l’esterno di maggior
mancanza di esperienza non faccia perdere qualche
talento. Per ovviare a ciò, coach Pashutin dovrà pun-
partita “facile”, complicando ulteriormente il cammino
tare tutto sull’atipicità dei giocatori a roster, sull’atle-
russo nella competizione. Aspet-
tismo e sull’intercambiabilità, sperando in un europeo
tiamoci diverse partite finire
da superstar di capitan Ponkrashov e di Vorontsevich,
attorno ai 60 punti, con
e che il cannone sul perimetro di Monya sia regolar-
qualche setto nasale de-
mente armato.
viato e diverse arcate sopracciliari sanguinanti.
giocatore chiave
arci. Anton Ponkrashov, senza nemmeno stare a pens e dando il pallone Dovrà essere il vero playmaker, gestendo i ritmi ento della partita, al compagno che sente la fiammata in quel mom o i suoi 200 cm. senza dimenticarsi di attaccare il ferro sfruttand se, Probabilmente il prossimo figlio lo chiamerà Pola i in memoria dell’europeo 2015, ma i risultati russ . ione gest non possono prescindere dalla sua
Lo showtime lasciamolo pure ad altri.
N° nome ruolo cm anno squadra 1 Andrey Zubkov 3-4 205 1991 Lokomotiv Kuban (Russia) 4 Evgeny Baburin 2 190 1987 Nizhny Novgorod (Russia) 5 Ruslan Pateev 5 213 1990 Khimki (Russia) 7 Vitaly Fridzon 2 195 1985 CSKA MoscA (Russia) 9 Egor Vyaltsev 2 193 1985 Khimki (Russia) 11 Semen Antonov 4-5 206 1989 Nizhny Novgorod (Russia) 12 Sergey Monya 3 202 1983 Khimki (Russia) 13 Dmitry Khvostov 1 190 1989 Nizhny Novgorod (Russia) 14 Anton Ponkrashov 1 200 1986 Unics Kazan (Russia) 20 Andrey Vorontsevich 4-5 207 1987 CSKA MoscA (Russia) 32 Andrey Desyatnikov 5 220 1994 Zenit San Pietroburgo (Russia) 41 Nikita Kurbanov 3 202 1986 CSKA Mosca (Russia) Coach Evgeny Pashutin
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
L’esuberanza atletica, la giovane età, l’atipicità ed il poter ruotare 12 giocatori sono sicuramente dei “pro” in una competizione in cui i tempi di recupero sono cortissimi.
Manca una star a cui affidarsi nei momenti chiave, e diversi giocatori saranno chiamati a dover giocare molti più minuti rispetto a quelli che mediamente giocano nei propri club.
Il secondo posto nel girone alle spalle della Francia dev’essere l’obiettivo di questa nazionale ed è tutt’altro che irrealizzabile, per poi scontrarsi con la terza del girone B (impronosticabile ad oggi, son tutte toste, fate voi) e chiudere gloriosamente l’europeo.
g i ro n e B
o n i l r e b
italia tu rch ia i s lan da s pag na a i b r e s a i n a m r e g di Carlo Pedrielli Se nel corso degli ultimi decenni la Germania è diven-
e pochi sanno che, nel 1993, salì sul trono d’Europa
tata la prima potenza Europea, la capitale ne è il suo
nello sport della palla a spicchi, proprio nell’edizio-
manifesto evidente. Sogno di qualsiasi studente che
ne dove Detlef Schrempf & co. giocavano in casa (a
voglia fare l’Erasmus, dalla caduta del muro ad oggi
proposito:
Berlino è, senza dubbio, la grande città più all’avan-
sca-europa/). Unter den Linden non illuda: non sarà
guardia dell’intero continente: partendo dalla Porta di
una passeggiata. Il “Boom” tecnologico ed economico
Brandeburgo ci si perde volentieri nelle strade princi-
tedesco nel nuovo millennio è stato impressionante,
pali, tra negozi, ristoranti e luoghi storici che suscita-
ma grandiosi passi in avanti sono stati fatti anche in
no fra i turisti e i tedeschi grandezza e commozione.
termini cestistici. Assieme al Bamberg, l’Alba Berlino
Ci si creda o meno, però, lo sviluppo della città dell’or-
- vincitrice di 7 campionati consecutivi fra il 1997 e il
so (non perché dall’orso ne derivi il nome, quanto per
2003 - è tornata ad essere la squadra di riferimento
la sua presenza nello stemma cittadino) è piuttosto
di una nazione che si è appassionata per davvero alla
recente: solo nel 1740 Berlino ha superato i 100.000
pallacanestro soprattutto grazie al successo oltreocea-
abitanti, e sono stati Federico il Grande prima, e Napo-
no di Dirk Nowitzki, bandiera dei Dallas Mavericks dal
leone poi, a consacrarla definitivamente con la fonda-
lontano ‘99 e campione NBA nel 2011. Quella fra i Ber-
zione del giornale e dell’Università. Capitale da quasi
linesi e il basket, in realtà, è una passione riscoperta:
150 anni, personalità come Albert Einstein e Marlene
una partita dei favolosi Harlem Globetrotters fece più
Dietrich l’hanno promossa nel primo ‘900 come centro
di 75.000 spettatori nel 1951 e nel 1980 fece tappa
culturale di alto livello. Sportivamente, che aggiun-
per un’amichevole nella capitale il blasonato Real, ol-
gere? Parlando della Germania in generale, a livello
tre al già citato ‘93. Attualmente ci sono più di 7000
calcistico la rivalità è sempre e comunque di attualità,
giocatori tesserati, a spaccare i ferri tirando i mattoni
http://lagiornatatipo.it/cenerentola-tede-
del muro. It’s the wind of change.
COSA VEDERE
PERCHÈ ANDARCI?
Tutto. Dalla già citata Porta di Brandeburgo, costrui-
Per vedere se l’Italia s’è desta, se la Germania è ‘uber
ta alla fine del ‘700 e diventata col tempo il simbolo
alles’, se Preldzic ci mostrerà cose turche o se Djordje-
dell’unità nazionale, passando dal Reichstag, il parla-
vic, dopo i mondiali, avrà ancora qualcosa in serbo.
mento tedesco ridisegnato fra il 1994 e il 1999 dall’ar-
Anche se, come al solito, troveranno tutte pan di Spa-
chitetto inglese Sir Norman Forster; senza contare “L’I-
gna per i loro denti.
sola dei Musei”, un’area vastissima che comprende, fra gli altri, il Neues Museum, dedicato all’arte Egizia e che vede fra i pezzi più pregiati il celebre busto di
ORT
SP IL PALA
Nefertiti, e il Bode-Museum, caratterizzato dalla cupola in rame e dove sono esposte celebri opere romane e bizantine. Consigliatissimo un giretto alla East-Side Gallery, una sezione del vecchio muro lunga 1,3 km e ‘’graffitata’’ da numerosi artisti che hanno usato per i propri writings il tema della pace e della libertà, in seguito alla fine della guerra fredda. Se volete prendere un po’ di tempo per voi, lasciate amici/amiche e morose a Postdamer Platz o al Kudamm fra shopping e aperitivi, e concedetevi un salto al Mauerpark. Palla in mano, qui potete trovare gente di varie nazionalità sfidarsi in match all’ultimo sangue! Ma attenzione al sempre affollatissimo mercatino delle pulci...
mercedes benz arena 13.650 posti Mühlenstraße 12-30, 10243 Berlin. A 15’ di macchina sia dal centro città che dalla stazione principale
a i n a m r e g
di Marco Pagliariccio L’ultimo valzer di Wunder Dirk. Sarà la passerella fi-
di esperienza e gioventù. La prima la portano il tutto-
nale in maglia Germania per Nowitzki, che a 37 anni
fare dell’Alba Alex King e il duo dal Bayern Benzing-
chiuderà un’era cui è mancato il bis del grande acuto
Schaffartzik, ma occhio agli emergenti Niels Giffey
che arrivò a sorpresa nel 1993, quando ancora il lungo
(campione NCAA 2011 e 2014 a UConn), Paul Zipser e
dei Mavericks era uno sbarbatello. I tedeschi, come 22
Maodo Lo, talentuoso esterno di Columbia University.
anni fa, hanno dalla loro parte il fattore campo, alme-
Ci sarà anche Anton Gavel, play-guardia slovacco ma
no nel primo turno. Ma, nonostante un movimento in
naturalizzato tedesco cui è stato concesso di gioca-
generale in grande ascesa, il supporting cast attorno
re con la casacca teutonica pur avendo già indossato
al totem di Wurzburg è al solito poco esaltante.
quella del suo Paese d’origine. Porterà brio e impreve-
Il “Robin” di Batman Nowitzki sarà il play degli Hawks
dibilità alle spalle o insieme a Schroeder.
Dennis Schroeder, l’unico che pare ergersi rispetto al
Un quintetto intrigante e tanti onesti mestieranti alle
livello medio del resto di un team che non avrà nean-
spalle. La Germania vuole fare sul serio.
che Chris Kaman, oltre ai solidi Maik Zirbes, Per Gunther e Lucca Staiger. Sotto canestro a fare coppia con Dirk sarà Tibor Pleiss, che pur andando a corrente alternata a Barcellona è riuscito a strappare un contratto ai Jazz. Il resto della squadra è composto da un mix di
giocatore chiave
mani di Dirk Nowitzki. È ovvio che le fortune della Germania passino dalle discussione, Ma se il talento non è neanche lontanamente in re sarà da vedere come reagirà il suo fisico a parti NBA. ione con ritmi ancor più serrati rispetto alla stag e di poter fare Se poi Schroeder e gli altri sapranno dimostrar letale. anche da soli, allora potrebbe essere un’arma
n° nome ruolo cm Anno squadra 4 Maodo Lo 1 192 1992 Columbia University (NCAA) 5 Niels Giffey 3 200 1991 Alba Berlino (germania) 7 Alex King 3 201 1985 Alba Berlino (germania) 8 Heiko Schaffartzik 1 183 1984 Bayern Monaco (germania) 9 Karsten Tadda 2 190 1988 Brose Baskets Bamberg (germania) 11 Tibor Pleiss 5 218 1989 Utah Jazz (NBA) 12 Robin Benzing 3-4 208 1989 CAI saragozza (spagna) 14 Dirk Nowitzki 4 213 1978 Dallas Mavericks (NBA) 17 Dennis Schroeder 1 189 1993 Atlanta Hawks (NBA) 21 Paul Zipser 2 202 1994 Bayern Monaco (germania) 25 Anton Gavel 1 189 1984 Bayern Monaco (germania) 77 Johannes Voigtmann 5 211 1992 Fraport Skyliners (germania) coach Chris Fleming
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
Nowitzki può bastare? No e lo si è visto negli anni d’oro del lungo dei Mavs. Che comunque a questo livello resta giocatore pressoché immarcabile. Comunque, la squadra ha tonnellaggio e discreto dinamismo sugli esterni per poter far male a chiunque. Senza dimenticare il fattore Berlino, che potrebbe essere cruciale nella prima fase.
Il supporting cast tutto da valutare ai massimi livelli europei. Pleiss e Benzing, i più esperti del lotto, devono rilanciarsi dopo una stagione così così per poter sostenere il duo NowitzkiSchroeder, che peraltro durante la preparazione è stato utilizzato col contagocce.
Col fattore campo dalla propria parte, il “girone della morte” può essere un po’ meno duro per la Germania. Passarlo, poi, aprirebbe qualsiasi possibilità. Il sogno di vedere Nowitzki sul podio è probabilmente destinato a rimanere tale, ma strappare un biglietto per il Preolimpico è l’obiettivo più concreto. La concorrenza è feroce, ma con Wunder Dirk chissà…
i s lan da
di Marco Pagliariccio
e l’interessante prodotto di Furman Kris Acox (in dub-
Non più solo ghiacci, Bjork e pallamano. L’indimen-
bio per Eurobasket perché impegnato in un tour con
ticabile estate 2014, con le due vittorie sulla Gran
il suo college in Costa Rica…) hanno scelto infatti l’A-
Bretagna nel Qualifying Round, ha schiuso le porte
merica per consacrarsi, mentre Haukur Palsson, come
dell’Europeo all’Islanda per la prima volta nella sto-
il fratellino Kristinn, aveva scelto la Stella Azzurra
ria. Una nazione di 400 mila abitanti (meno della città
Roma per la sua formazione. Il resto del team, a par-
di Bologna) che ha espresso il primo giocatore euro-
te Stefansson e l’altro veterano Hordur Vilhjalmsson
peo a calcare un parquet NBA (Petur Gudmundsson
(dalla Bundesliga di Mitteldeutscher), si divide tra il
nel 1981) ma che prima di quest’anno non si era mai
campionato locale e quello svedese.
nemmeno lontanamente avvicinata alla fase finale di
Volevate una squadra di culto? Eccola qua.
Eurobasket. In bacheca, a Reykjavik, c’è solo un trofeo: il titolo 2007 al Giochi dei Piccoli Stati Europei, che quest’anno gli scandinavi hanno ospitato perdendo in finale dal più quotato Montenegro. Tutto sommato, però, la qualificazione è segno di una crescita evidente nel movimento cestistico islandese. Dietro alla generazione del “gran visir” Jon Stefansson, la nuova ondata di biondoni col capello al vento guarda sempre più oltre geyser e vulcani per crescere come si deve. Martin Hermannsson, Elvar Fridriksson
giocatore chiave
a Dallas...) carriera europea (con un micro assaggio di NBA Fin troppo semplice: Jon Stefansson. La lunga basket. Euro a l’Unicaja Malaga e la prima partecipazione si corona con una buona stagione in Eurolega con ma ento ne fanno il leader naturale della squadra, Le sue triple, la sua esperienza ed il suo temperam e. rsari avve e zioni delle già più quotate difes anche colui che sarà bersaglio delle maggiori atten ticato beniamino di Napoli e Roma, Un premio alla carriera in ogni caso per l’indimen li di preparazione. che oltretutto ha saltato gran parte delle amichevo
n° nome ruolo cm Anno squadra 3 Martin Hermannsson 1 190 1994 LIU University (NCAA) 4 Axel Kárason 3 192 1983 Vaerlose (Danimarca) 5 Ragnar Nathanaelsson 5 218 1991 Thor Thorl (Islanda) 6 Jakob Arnor Sigudarson 1 190 1982 Sundsvall Dragons (Svezia) 8 Hlynur Baeringsson 4-5 200 1982 Sundsvall Dragons (Svezia) 9 Jon Arnor Stefansson 2 196 1982 free agent 10 Helgi Mar Magnusson 2-3 187 1982 KR (Islanda) 13 Hördur Axel Vilhjálmsson 1 190 1988 Trikala (Grecia) 14 Logi Gunnarsson 2 190 1981 Njardvik (Islanda) 15 Pavel Ermolinskij 2 202 1987 KR (Islanda) 24 Haukur Helgi Palsson 4-5 198 1992 LF Basket (Svezia) 29 Aegir Thor Steinarsson 1 182 1991 Sundsvall Dragons (Svezia) coach: Craig Pedersen
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
La leggerezza di chi non ha nulla da perdere. Le fiammate di Stefansson e Vilhjalmsson. La possibilità di bestemmiare senza paura di prendere tecnico. Ad essere inguaribili ottimisti.
Con un’esperienza internazionale vicina allo zero, finire in un girone di ferro con Spagna, Italia, Serbia, Turchia e Germania affievolisce ulteriormente le già flebili speranze islandesi. Poca fisicità sotto canestro (a parte l’infinito 2,20 Ragnar Nathanaelsson), talento tutt’altro che abbondante sugli esterni, il rischio che il soggiorno berlinese si trasformi in una vacanza-premio è altissimo.
L’obiettivo è stato già centrato: esserci. Coach Pedersen dice che l’Islanda darà filo da torcere a tutte le rivali del girone, ma oggettivamente i nordici sembrano non uno o due gradini sotto le altre: proprio tutta una scalinata. Centrare il primo, storico successo agli Europei è il sogno, fare una figura dignitosa l’idea più realistica.
italia
di Raffaele Ferraro Non possiamo nasconderci. Abbiamo tanto talento e i big questa volta ci sono tutti. Nei ruoli di 2/3/4 abbiamo talento in abbondanza e giocatori che possono giocare in almeno due ruoli (Gentile, Datome e Gallinari i più versatili), sotto canestro difficilmente vedremo coppie di lunghi in campo come ad esempio Bargnani e Cusin, più facilmente assisteremo a Cusin in coppia con Gallinari, oppure in assenza di Cusin quintetti con Bargnani da 5 ad aprire l’area per gli esterni. Dove forse paghiamo in termini di esperienza è nel ruolo del playmaker dove Cinciarini ed Hackett sono sì una coppia ben assortita, ma a livello di talento pagano dazio contro i playmaker dei top team (Parker, Rodriguez, Teodosic per fare alcuni esempi). Siamo in un girone tostissimo e le due partite iniziali contro Turchia e Islanda saranno quelle decisive.
giocatore chiave
Bargnani. Se il talento sugli esterni abbonda, nei
lunghi latita un po’. Il Mago, se sta bene, viene coinvolto in attacco e dà quel qualcosa in più che ci aspettiamo da tempo, in campo Europeo può essere un giocatore imm arcabile. Un dato, l’ultimo Europeo di Bargnani in maglia azzurra (2011): 26.5 punti di media, 8 rimbalzi, 54% da 2, 40% da 3... Forza Mago, facci sta cazzo da magia!
n° nome ruolo cm Anno squadra 00 Amedeo Della Valle 2 194 1993 Grissin Bon Reggio Emilia (Italia) 3 Marco Belinelli 2-3 196 1986 sacramento kings (NBA) 4 Pietro Aradori 2-3 194 1988 Grissin Bon Reggio Emilia (Italia) 5 Alessandro Gentile 2-3 201 1992 EA7 Emporio Armani Milano (Italia) 8 Danilo Gallinari 3-4 205 1988 Denver Nuggets (NBA) 9 Andrea Bargnani 4-5 213 1985 Brooklyn Nets (NBA) 12 Marco Cusin 5 211 1985 Vanoli Cremona (Italia) 13 Luigi Datome 3-4 201 1987 Fenerbahce ulker (Turchia) 17 Nicolò Melli 4-5 205 1991 Brose Baskets Bamberg (germania) 20 Andrea Cinciarini 1 193 1986 EA7 Emporio Armani Milano (Italia) 23 Daniel Hackett 1 197 1987 Olympiakos pireo (Grecia) 33 Achille Polonara 3-4 203 1991 Grissin Bon Reggio Emilia (Italia) coach Simone Pianigiani
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
Le motivazioni. Gallinari ha voglia di essere il leader e a 27 anni è nel pieno della maturità, Bargnani viene da un periodo buio, Datome negli ultimi due anni ha giocato meno di Dan Peterson e Belinelli è finalmente sgravato dall’impegno di portare la croce e può giocare di più sugli scarichi. Diciamo che a Berlino dovremmo vedere tutto tranne i nostri big che giocano in ciabatte.
Molti giocatori hanno poco pedigree europeo. Spagna, Grecia, Serbia (solo per fare degli esempi) hanno giocatori che da anni banchettano al tavolo delle Final Four di Eurolega. Altro aspetto negativo (e positivo allo stesso tempo) è la pressione dei tifosi e di una parte della stampa: “La Nazionale con più talento di sempre”, “Siamo come minimo da finale”, “Possiamo vincere anche le Olimpiadi e il torneo di Scopone Scientifico di Monza”. Forse l’ambiente non è abituato a questo tipo di pressione.
Andare a Rio. Che non significa andare in spiaggia a guardare dei culi sorseggiando caipirinha. Significa Olimpiadi, ossia il massimo per il nostro movimento. Le due finaliste si qualificano direttamente ai Giochi, le altre cinque parteciperanno al torneo a 12 che qualificherà altre tre nazionali. Vabbè sto scherzando, vogliamo almeno la finale.
s e r b ia
di Ivan Belletti Flashback. 7 Settembre 2014, la Serbia si appresta ad affrontare la Grecia negli ottavi di finale dei mondiali in Spagna. Grecia imbattuta, nettamente il miglior basket visto giocare nella prima fase. I serbi invece hanno faticato, litigato, si sono sfanculati pesantemente e Djordjevic non esita di certo a fare la voce grossa. Quella partita viene dominata dai serbi, una pallacanestro che ricorda la Serbia imbattibile della generazione precedente. Nei quarti spazzano via il Brasile (da cui avevano perso nel girone), in semifinale eliminano una Francia data per favorita all’argento dopo l’impresa contro la Spagna. La finale è una passerella, dove Djordjevic preferisce giocarla a viso aperto coi fenomeni americani. La Serbia riparte da qui, da una rinnovata consapevolezza, conscia di essere padrona del proprio destino, seguita dai suoi tifosi e da una nazione intera.
giocatore chiave
Teodosic è il leader indiscusso, Bogdanovic prob abilmente la cosa più vicina a Danilovic mai vista, io dico però che le sorti della Serbia passerano per le mani fatate di Nem anja Bjelica. MVP dell’Eurolega, futuro approdo in NBA, ques ti Europei sono per lui l’occasione giusta per prendere in mano la sua squadra e porta rla quantomeno al preolimpico.
n° nome ruolo cm Anno squadra 4 Milos Teodosic 1 195 1987 CSKA Mosca (russia) 5 Marko Simonovic 3 201 1986 Pau Orthez (Francia) 7 Bogdan Bogdanovic 2 198 1992 Fenerbahce Ulker (Turchia) 8 Nemanja Bjelica 4-5 209 1988 Minnesota Timberwolves (NBA) 9 Stefan Markovic 1 199 1988 Unicaja malaga (spagna) 10 Nikola Kalinic 3 202 1991 Fenerbahce ulker (Turchia) 12 Dragan Milosavljevic 2 198 1989 Alba Berlino (germania) 13 Miroslav Raduljica 5 213 1988 Panathinaikos atene (Grecia) 14 Zoran Erceg 4-5 211 1985 free agent 22 Nemanja Nedovic 1 191 1991 Unicaja malaga (spagna) 24 Ognjen Kuzmic 5 214 1990 Panathinaikos atene (Grecia) 25 Nikola Milutinov 5 212 1994 Olympiacos pireo (Grecia) coach Sasha Djordjevic
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
La squadra è praticamente la stessa, con Teodosic a guidare la truppa nell’unico contesto in cui riesce davvero ad essere clutch. Nedovic è cresciuto notevolmente come consapevolezza in ambito europeo, Kuzmic ed Erceg allungano la rotazione sotto le plance. Coach Djordjevic inoltre ha dato quella compattezza del gruppo che è davvero difficile da scalfire, e ce ne accorgiamo anche in difesa dove la collaborazione è ai massimi livelli.
Marjanovic avrebbe fatto davvero comodo per appoggiare maggiormente la palla sotto in situazioni statiche, aspetto in cui Raduljica è inferiore. Vivono di parziali, se vanno in ritmo non ce n’è per nessuno, ma se le cose cominciano ad andare malino tendono a sfaldarsi. La Serbia arriva inoltre con i favori del pronostico per arrivare almeno in semifinale, vediamo se sapranno reggere un tipo di pressione differente.
Il passaggio al turno successivo mi pare scontato (anche perchè sennò è meglio che non tornino a Belgrado), sarà importantissimo evitare la Francia negli ottavi di finale = evitare quarto posto del girone. Credo che i quarti siano il primo target di Djordjevic & soci, vediamo poi in che condizione mentale ci arrivano.
s pag na
di Marco Pagliariccio Voglia di “revancha”. Dopo aver ciccato il Mondiale casalingo fermandosi ai quarti di finale e aver centrato un bronzo amarognolo a Eurobasket 2013, la Spagna vuole tornare sul gradino più alto del podio. Per farlo, ci si affida ai due vecchi leoni: Sergio e Pau. Scariolo è stato richiamato dopo il biennio terribile di Orenga, Gasol sarà il punto di riferimento in mezzo all’area, a maggior ragione vista l’assenza del fratello Marc (che si è voluto prendere un’estate libera con 100 milioni di dollari di buoni motivi freschi messe nelle tasche) e l’assenza di Juan Carlos Navarro. Al suo fianco, sotto le plance, ci sarà il compagno di squadra Nikola Mirotic, che dopo un finale di stagione in crescendo ai Bulls rimpiazzerà Serge Ibaka come naturalizzato da affiancargli in quintetto. Aggiungiamo a Marc e Re Juan Carlos i forfait di Calderon e Rubio e vediamo che sarà una Spagna a forti tinte blancos. Il trio madridista Rodriguez-Llull-Fernandez sarà padrone di un pacchetto esterni comunque ben rifornito (dietro scalpitano Abrines, Ribas, Vives, San Emeterio…), sotto le plance alle spalle di MiroticGasol c’è la certezza Felipe Reyes senza dimenticare quel Victor Claver che sta cercando di ricostruirsi una carriera europea dopo le delusioni in NBA.
giocatore chiave
”. Si è presentato dicendo di essere “uno dei tanti sua. vita in stato Ma Nikola Mirotic non lo è mai a E non lo sarà neanche nella competizione che segn na Spag lia mag in il suo esordio a livello senior dopo le prodezze a livello giovanile (i 27+10 rifilati all’Italia nella finale dell’Europeo Under 20 del 2011 sono la sua ultima partita con le Furie Rosse). Il talento non si discute, l’impatto quando il pallo ne inizierà a pesare è l’incognita che pende sul montenegrino di Spagna.
n° nome ruolo cm Anno squadra 4 Pau Gasol 4-5 215 1980 Chicago Bulls (NBA) 5 Rudy Fernández 3 196 1985 Real Madrid (spagna) 6 Sergio Rodríguez 1-2 191 1986 Real Madrid (spagna) 7 Willy Hernangómez 5 210 1994 Real Madrid (spagna) 8 Pau Ribas 2 196 1987 FC Barcellona (spagna) 9 Felipe Reyes 4-5 204 1980 Real Madrid (Liga Endesa) 10 Víctor Claver 3-4 207 1988 Lokomotiv Kuban (Russia) 11 Fernando San Emeterio 3 199 1984 Valencia (spagna) 12 Sergio Llull 1-2 190 1987 Real Madrid (spagna) 14 Nikola Mirotic 4 208 1991 Chicago Bulls (NBA) 16 Pablo Aguilar 3-4 202 1989 Herbalife Gran Canaria (spagna) 19 Guillem Vives 1 192 1993 Valencia (spagna) coach Sergio scariolo
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
Un gruppo affiatato, esperto e che raramente stecca da alto livello: dal ’99 ad oggi solo nel 2005 (4° posto) non è arrivata una medaglia agli Europei. Di talento ce n’è in abbondanza in tutti i reparti e con giocatori capaci di giocare in ruoli differenti (basti pensare a Mirotic, Claver e Llull) Scariolo potrà assemblare una squadra camaleontica. La fame di rivalsa dopo le ultime delusioni farà il resto.
Senza Ibaka e Marc mancano chili e stazza in area perché Aguilar non ha la qualità ed Hernangomez la malizia per far male al massimo livello europeo. La panchina, in generale, non è lunghissima a causa delle numerose assenze e il “girone della morte” potrebbe sottrarre energie preziose ad una squadra mediamente in là con l’età nei suoi uomini chiave.
Semplice: l’oro. Le assenze sono pesanti e forse la Francia è un pelino più profonda, ma con questa quantità di talento puntare al bersaglio grosso è d’obbligo. O quantomeno arrivare in finale e staccare il pass per Rio 2016 per la vera “revancha”, quella contro gli USA.
tu rch ia
di Gerardo Franceschini Come seicento anni fa gli ottomani, i turchi alla conquista dell’Europa: a cambiare sono l’epoca e i sultani a capo della spedizione ma non la determinazione. Dall’America il neo-acquisto dei Detroit Pistons Ersan Ilyasova, condottiero della nazionale guidata da Ergin Ataman, non l’ultimo arrivato. “Ma chissene frega di ‘sti mezzi turchi” quando da quest’anno tra i convocati sarà presente, senza nessun dubbio, Ali Muhammed, lo storico pug... anzi no, Ali Muhammed al secolo Bobby Dixon, vecchia conoscenza del campionato italiano, con origini talmente turche che è nato a Chicago. Dogus Balbay sarà l’altro playmaker, proiettile galvanizzato dall’anno all’Efes in terra turca dopo gli anni a Texas. Sotto le plance l’inevitabile trascinatore, oltre al sopracitato Ilyasova sarà Semih Erden, macchina da doppia doppia, responsabilizzato maggiormente dalle assenze di Omer Asik e Enes Kanter: perdite sanguinose per la truppa di Ataman che al completo avrebbe avuto, senza se e senza ma, la batteria di lunghi più dominante e completa della competizione.
giocatore chiave
re altrimenti: Ersan Ilyasova. Scontato vero, ma non può esse per terra, palla la un “quattro” di 207 cm in grado di mettere di tirare piazzato da due e da tre, e non può con importanti esperienze europee e NBA alle spall . che essere il riferimento della propria nazionale in ritmo Molto dipenderà dalla sua capacità di mettersi e di mettere in ritmo i compagni con le letture, ilmente perchè l’assenza di Asik rappresenta indiscutib un pensiero in meno per chi deve difendere. Non ha forse la stoffa del vero leader ma conosce bene la pallacanestro e ha maturato un’esperienza importante per avere soltanto 28 anni. Occhio, potrebbe essere il trascinatore di una delle possibili mine vaganti del torneo.
n° nome ruolo cm Anno squadra 5 Sinan Guler 2-3 192 1983 Galatasaray (Turchia) 6 Cedi Osman 3 201 1995 Anadolu Efes (Turchia) 7 Baris Hersek 4-5 207 1988 Fenerbahce ulker (Turchia) 8 Ersan Ilyasova 4-5 208 1987 Detroit Pistons (NBA) 9 Semih Erden 5 211 1986 Darussafaka Dogus (Turchia) 10 Melih Mahmutoglu 2 193 1990 Fenerbahce ulker (Turchia) 12 Birkan Batuk 2 196 1990 Anadolu Efes (Turchia) 13 Bobby Dixon 1 178 1983 Fenerbahce ulker (Turchia) 15 Furkan Aldemir 4-5 207 1991 Philadelphia 76ers (NBA) 22 Goksenin Koksal 2 195 1991 Galatasaray (Turchia) 32 Kartal Ozmizrak 1 189 1995 Besiktas (Turchia) 34 Furkan Korkmaz 2 197 1997 Efes pilsen (Turchia) coach ergin ataman
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
Balbay e soprattutto Dixon sono due playmaker con punti nelle mani, giocatori di cui la Turchia necessitava per avere delle alternative in più in fase realizzativa. Squadra fisicamente ben fornita, al completo sarebbero stati in assoluto la nazionale più “pesante” del torneo ma, nonostante le assenze di Asik e Kanter, rimangono comunque molto coperti. Nonostante le novità il gruppo sembra molto più solido rispetto alle edizioni precedenti, e in una competizione del genere può essere un fattore decisivo.
Le assenze di Asik e Kanter: con il primo mancherà una solidità difensiva ineguagliabile, con il secondo si perderà di talento e di un’arma tattica non facilmente rimpiazzabili. Il girone di ferro: Spagna e Serbia sono sicuramente superiori, la Germania probabilmente è subito dietro ma gioca in casa ed è una squadra solidissima in una netta ascesa e l’Italia non sarà un ostacolo semplice.
Gran parte dei Power Ranking piazzano la Turchia tra le prime sei potenze d’Europa davanti a Germania, Italia, ingenerosamente al dodicesimo posto, e Grecia. Probabilmente fra tutte è quella con più risorse ma il gap potrebbe già essere più ristretto di quel che si pensa. Il girone B farà da bocca della verità: il primo appuntamento contro l’Italia e successivamente contro la Germania saranno i crocevia per capire dove questa squadra può realmente arrivare. Possibile outsider, dovrà giocarsi bene le carte a disposizione. Dai gironi in poi, sulla gara secca, pericolo upset.
g i ro n e C
a i r b a g za olan da g eorg ia c roaz ia g r ec ia n ia e v o l s a i n o d e c a m
di Carlo Pedrielli Capitale della Croazia dal 1995, uno dei maggiori cen-
Musei, attrazioni, parchi naturali e tutti i servizi di cui
tri dell’ex Jugoslavia che divide i suoi 800.000 abi-
può disporre la Donji Grad saranno a disposizione dei
tanti in Donji Grad, la ‘città bassa’, e Gornji Grad, la
tifosi delle varie nazionali, ma le autorità locali do-
‘città alta’, nonché la parte più storica e antica. Ce ne
vranno prestare particolare attenzione agli ultrà ma-
sarebbe anche una terza, la cosiddetta Novi Zagreb,
cedoni: oltre ai ‘Derby’ con Slovenia e Croazia, nazioni
ma altro non è che un’area urbana appena edificata
cattoliche, i rapporti sono molto incrinati anche con
e caratterizzata da centri commerciali e residenziali:
la Grecia, che non ha mai riconosciuto la denomina-
molto più interessante la zona subito fuori dai con-
zione ‘Macedonia’ al paese di Skopje in quanto già il
fini cittadini, con una quantità di manieri, castelli e
nome di una provincia ellenica. Che Antic e compa-
campetti da capogiro. Com’è noto ai più, qui si respi-
gni possano ripetere sul campo quanto fatto nel 2011,
ra pura pallacanestro: La Croazia di Radja, Kukoc e
però, è quantomeno improbabile: c’è tanta curiosità
dell’immortale Drazen Petrovic (a cui è giustamente
per la Georgia, che fra i lunghi ha una batteria da far
dedicato il Palasport cittadino) è stata finalista olim-
invidia al povero John Bonham (Pachulia, Shengelia,
pica nel 1992 contro gli Stati Uniti del Dream Team,
Sanikidze, Shermadini), e se l’Olanda è la Cenerentola
negli ultimi vent’anni il Cibona è stata una presenza
imbucata al ballo delle più blasonate, dopo l’ultimo
costante in Eurolega e si è fatta sfuggire solo quattro
Eurobasket ci aspettiamo decisamente qualcosa di più
volte, dal ‘93 al 2013, la vittoria della Prva hrvatska
anche dalla Grecia. Anche la Merkel, peraltro. Vabbé.
košarkaška liga, la massima serie croata. Che nelle ultime due stagioni lo scettro sia passato al Cedevita (dove ha militato nel 1° anno anche il capitano virtussino, Allan Ray), non fa che consolidare la tradizione vincente della città sul fiume Sava.
COSA VEDERE Nella parte alta, La Chiesa di San Marco è uno degli
rispondono. Rifanno la stessa cosa una, due, tre volte,
edifici simbolo di Zagabria: colorata, con un tetto co-
sempre più forte, fino a cantare assieme ed applaudire
struito nel 1880 con piastrelle policrome, ha sul lato
per un minuto abbondante. Ho avuto la pelle d’oca per
destro l’emblema di Zagabria mentre sul lato opposto
cinque minuti. Se vi piace il tifo caldo, a casa loro po-
presenta gli stemmi di Croazia, Dalmazia e Slovenia. La
trebbe essere divertente...
Cattedrale dell’Assunzione è uno stupendo esempio di neogotico, con due guglie alte 108 metri che sovrastano l’intera capitale: imponente è anche l’ottocentesco
ORT
SP IL PALA
Teatro Nazionale. Se avete avuto l’impavida idea di portarvi dietro la morosa, sicuramente saprà apprezzare i negozi e i locali della città bassa. Anche se, fidatevi, sarà come portarsi la sabbia al mare.
PERCHÈ ANDARCI? Eurobasket 2013, Lubiana, io e un mio amico facciamo il pacchetto giornaliero nel giorno di Slovenia - Italia e la prima partita che vediamo è Croazia - Finlandia. Lasciando stare che il match è durato 20’ scarsi, due cose: 1) la fila davanti a noi di bionde sull’1.80 e una mora, clamorosa, con la maglia di Srna. Sei incompetente, ma una parte di me ti avrebbe perdonato lo stesso. 2) Sul +30 a metà 4° quarto, i ‘ragazzi’ fanno partire un coro incredibile e quelli della curva del lato opposto
zagreb arena 15.200 posti Ulica Vice Vukova 8, 10000 L’aeroporto è 20’ minuti dalla città, il palazzo è facilmente raggiungibile con ogni mezzo.
c roaz ia
di Matteo Soragna Un misto di giocatori pronti ad affermarsi come nuove stelle, non solo in Europa, e veterani che ne hanno già viste di cotte e di crude. Storicamente la Croazia, a parte ovviamente il periodo di Petrovic, Kukoc e Radja (con l’argento olimpico del ’92 e il tris di bronzi tra Europei e Mondiali nel ’93, ’94 e ’95), non è mai riuscita a quagliare con i risultati ma forse il quarto posto degli ultimi Europei può essere un segnale di cambiamento. Il loro girone sembra abbastanza equilibrato e la costanza può dare un piazzamento interessante per la seconda fase. In più lo giocano in casa e il fattore tifo può pesare decisamente. La scintillante marcia di avvicinamento alla manifestazione (con 6 vittorie in fila contro avversarie come Lituania, Germania e Turchia) ha fatto passare in secondo piano pure l’infortunio del neo milanese Oliver Lafayette, che ha lasciato il posto ad un Dontaye Draper già in cabina di regia a Eurobasket 2013.
giocatore chiave
er di altissimo livello e l’ultima stagione Il recente passato ha eletto Bogdanovic come scor no può essere un fattore. in NBA ha dimostrato che anche al di là dell’Ocea Saric su entrambi i lati del campo, Molto passerà anche dall’incredibile energia di propriamente una bellezza tipica. escludendo i servizi fotografici visto che non è
n° nome ruolo cm Anno squadra 4 Ante Tomic 5 217 1987 FC Barcellona (spagna) 5 Damjan Rudez 3 208 1986 Minnesota Timberwolves (NBA) 6 Rok Stipcevic 1 185 1986 Banco di Sardegna Sassari (Italia) 7 Bojan Bogdanovic 2-3 200 1989 Brooklyn Nets (NBA) 8 Dario Saric 4-5 207 1994 Efes pilsen (Turchia) 9 Marko Tomas 2 201 1985 TED Kolejliler (Turchia) 10 Roko Ukic 1 195 1984 free agent 11 Krunoslav Simon 2 197 1985 EA7 Emporio Armani Milano (Italia) 12 Zeljko Sakic 3-4 204 1988 Lukoil Akademic (Bulgaria) 14 Tomislav Zubcic 4 208 1990 Cedevita (Croazia) 15 Miro Bilan 5 213 1989 Cedevita (Croazia) 21 Luka Zoric 5 210 1984 Cedevita (Croazia) coach velimir perasovic
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
Come detto giocano il girone a Zagabria e la carica sarà non indifferente. E’ l’anno buono per gettare le basi per il futuro perché sono un gruppo che può crescere molto nel tempo. I giocatori più giovani sono quelli anche più forti e rappresentativi e avranno la possibilità di stare in campo parecchi minuti. L’atletismo di Hezonja e il talento meraviglioso di Tomic sono valori assoluti.
Non sembrano una squadra profondissima, il talento è concentrato in quattro/cinque giocatori. Potrebbero caricarsi di eccessive aspettative e negli anni non hanno mai dimostrato di essere una Nazionale quadrata e molto solida. Il rischio di dover indossare il pannolino è alto. Della vecchia guardia sono rimasti praticamente solo i trentenni Roko Ukic e Luka Zoric, le ormai ex promesse dovranno dimostrare che è giunto il loro turno.
Se ripetessero il quarto posto dell’Europeo scorso si guadagnerebbero credibilità ai piani alti, molto passerà ovviamente dal piazzamento nel girone e dal successivo accoppiamento. Forse però, e qui ci prendiamo un rischio, il capolinea sarà ai quarti..
g e o rg i a
di Ivan Belletti È impossibile non tifare per la Georgia: tantissimi ex del nostro campionato, il fabbro Pachulia, una squadra che al completo può giocare una bella pallacanestro e probabilmente non si può più tanto nascondere. Gli ottavi di finale devono essere l’obiettivo per la formazione georgiana, inserita in un girone complicato ma non impossibile alle spalle di Croazia e Grecia. Sarà battaglia pura con Slovenia e Macedonia per giocarsi il terzo e quarto a Zagabria e volare in Francia. #inZazawetrust
giocatore chiave
rale Non vorrei insistere, ma Pachulia è leader natu cuss di questa squadra e stella indis a, di fabbrica. facendo dell’intensità e difesa il proprio marchio Se il tiro dalla media ha continuità ci sono pochi lunghi in grado di arginarlo, e a canestro. pur non avendo praticamente un movimento spall Se riesce ad arginare problemi di falli, la Georgia stacca un biglietto per Lilla.
n° nome ruolo cm Anno squadra 0 Jacob Pullen 1 185 1989 Cedevita (Croazia) 4 Nika Metreveli 4-5 211 1991 MIA Academy Tbilisi (Georgia) 7 Zaza Pachulia 5 211 1984 Dallas Mavericks (NBA) 8 George Tsintsadze 1 192 1986 free agent 9 Giorgi Shermadini 5 216 1989 MoraBanc Andorra (spagna) 10 Duda Sanadze 2 196 1992 San Diego (NCAA) 11 Manuchar Markoishvili 2 196 1986 Darussafaka Dogus (Turchia) 12 Levan Patsatsia 3 198 1988 Nizhny Novgorod (Russia) 13 Viktor Sanikidze 3-4 203 1986 TED Kolejliler Ankara (Turchia) 15 Beka Burjanadze 4 203 1994 Leyma Basquet Coruña (spagna) 23 Tornike Shengelia 4 205 1991 Laboral Kutxa Baskonia (spagna) 25 Besik Lezhava 2 192 1986 Dinamo Tbilisi (Georgia) coach Igor Kokoskov
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
È un roster di grande esperienza europea, il quintetto è di tutto rispetto, Pullen da sesto uomo è un bel lusso. Sotto hanno un bel mix tra fisicità e atletismo, finalmente sono al completo e mi aspetto anche un discreto seguito di pubblico.
Tanto talento in attacco, poca attitudine in difesa per i ragazzi di coach Kokoskov. Altro problema può essere la rotazione accorciata sugli esterni, i gregari dovranno dare un apporto minimo sennò gente come Markoshvili e Pullen arrivano col fiato corto.
Si parte nel migliore dei mondi, contro la modesta Olanda per sciogliere la tensione e partire con una W (non prendo nemmeno in considerazione un risultato diverso). Il giorno successivo ecco LA partita che potrebbe dire molto, ovvero la sfida contro la Slovenia. Match assolutamente alla portata, una W vorrebbe dire al 90% il passaggio del turno. Spero vivamente di vederli agli ottavi, occhio poi che se finiscono terzi i quarti di finale potrebbero essere un sogno che diventa realtà.
g r ec ia
di Raffaele Ferraro Vengono da un Europeo molto brutto e da un mondiale ottimo (eliminati solo da una Serbia stellare) e vengono inspiegabilmente sottovalutati da parte di molti. In squadra hanno tutto, talento, fisicità e tanta esperienza e possono partire con un quintetto del genere: Calathes (ti prego rasati), “il Dio Greco metà uomo e metà fenomeno” Spanoulis, il grechissimo purosangue Antetokounmpo, Papanikolaou e Koufos (segui il consiglio di Calathes). Dalla panca la strabordante leadership ed esperienza di Zisis, sugli esterni ci sono i fidi scudieri Sloukas, Mantzaris e l’eleganza di Perperoglou, sotto oltre al totem Bourousis, ci sono quell’iradiddio di Printezis (un pelino glaciale quando conta) e la barba da boscaiolo di Kaimakoglou. Se trovano l’alchimia giusta saranno Katsikaris amaris per tutti.
giocatore chiave
Ovviamente Spanoulis, leader indiscusso. po Ma mai come questa volta Giannis Antetokounm può essere l’ago della bilancia dei greci. peo), Giocatore atipico per il basket ellenico (ed euro con una dimensione sia interna che esterna, delle braccia rubate all’ispettore Gadget esplodendo. e un talento limpido che in Nba sta rapidamente Se l’intesa coi compagni sarà buona, più nobili. la Grecia è una chiara candidata alle posizioni
n° nome ruolo cm Anno squadra 5 Ioannis Bouroussis 5 213 1983 free agent 6 Nikos Zisis 1 196 1983 Brose Baskets Bamberg (germania) 7 Vassilis Spanoulis 1-2 192 1982 Olympiacos pireo (Grecia) 8 Nick Calathes 1 197 1989 Panathinaikos atene (Grecia) 9 Stratos Perperoglou 3 203 1984 FC Barcelona (spagna) 10 Kostas Sloukas 2 198 1990 Fenerbahce ulker (Turcha) 11 Giannis Antetokounmpo 3-4 211 1994 Milwaukee Bucks (NBA) 12 Kostas Kaimakoglou 4-5 205 1983 Unics Kazan (russia) 13 Kosta Koufos 5 213 1989 Sacramento Kings (NBA) 15 Georgios Printezis 4 205 1985 Olympiacos pireo (Grecia) 16 Kostas Papanikolaou 3 203 1990 Denver Nuggets (NBA) 17 Evangelos Mantzaris 1 196 1990 Olympiacos pireo (NBA) coach Fotis Katsikaris
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
Antetokounmpo e Papanikolaou in difesa toccheranno tutte le palle comprese quelle dei tifosi sulle tribune, Koufos in NBA ha trovato una sua dimensione e in Europa può essere determinante. E soprattutto quando conta tra Spanoulis e Printezis in qualche modo la palla finirà dentro.
Spanoulis e altri giocatori dell’Olympiacos sono abituati ad un’impronta di gioco basate su un basket statico, fatto di letture e di azioni ragionate. In squadra però ci sono giocatori come Antetokounmpo, Papanikolaou e Calathes che si esprimono al meglio in un basket da corsa. Non sarà assolutamente facile trovare un giusto compromesso.
Ovviamente Spanoulis, leader indiscusso. Ma mai come questa volta Giannis Antetokounmpo può essere l’ago della bilancia dei greci. Giocatore atipico per il basket ellenico (ed europeo), con una dimensione sia interna che esterna, delle braccia rubate all’ispettore Gadget e un talento limpido che in Nba sta rapidamente esplodendo. Se l’intesa coi compagni sarà buona, la Grecia è una chiara candidata alle posizioni più nobili.
a i n o d e c a m
di Mario Pagliariccio Com’è lontano il 2011. Sono passati solo quattro anni
Per questo coach Srbinovski (nominato capo allenato-
da quando la Macedonia (FYROM, secondo la defini-
re solo a fine luglio…) punterà forte su Richard Hen-
zione ufficiale), sorprese l’Europa in Lituania centran-
drix, reduce da un’ottima annata a Kuban e già go-to-
do un clamoroso 4° posto. Del trio delle meraviglie
guy della squadra nell’estate passata.
che spinse i giallorossi a una delle più clamorose ca-
Alle sue spalle, oltre al fosforo e alle triple di Ilievski,
valcate della storia degli Europei, è rimasto solo il ve-
qualche onesto mestierante (i fratelli Stojanovski e il
terano Vlado Ilievski, che aveva lasciato la Nazionale
gigante Predrag Samardzinski su tutti) e tante giovani
due anni fa salvo tornare sui suoi passi per un ultimo
speranze. Il giusto equilibrio tra i vari ingredienti del
giro in giostra prima di sbarcare a Capo d’Orlando.
cocktail va trovato in fretta.
Non ci sarà Pero Antic, che, chiusa la parentesi americana ad Atlanta tra triple e notti in gatta buia, tornerà alle nostre latitudini per vestire la canotta del Fenerbahce ma ha deciso di lasciare a chi si è guadagnato sul campo la qualificazione a Eurobasket 2015. E non ci saraà nemmeno Borche McCalebbovski aka Bo McCalebb, che, dopo essersi consacrato come star proprio in quel glorioso Europeo, viene da un’annata con sole 16 partite giocate al Bayern Monaco. Con il Conte Vlado alla soglia dei 35 anni, Big Pero e Borche a casa, il sole su Skopje sembra in fase calante.
giocatore chiave
ste spalle le Richard Hendrix dovrà caricarsi sulle sue robu all’Hollywood speranze macedoni. A Milano lo ricordano più i che in campo, ma a parte la sfortunata parentes della nord (nel meneghina il pivot natio dell’Alabama Macedonia) si è costruito una solida carriera e europea basata su rimbalzi e buona tecnica spall are a canestro. Da un grande Europeo può pass un ulteriore step nella sua crescita verso lo status di top player.Se l’intesa coi compagni sarà buona, la Grecia è una chiara candidata alle posizioni più nobili.
n° nome ruolo cm Anno squadra 5 Vlado Ilievski 1 187 1980 free agent 6 Darko Sokolov B1 190 1986 Rabotnicki Skopje (Macedonia) 7 Aleksandar Kostoski 1 188 1988 Kumanovo (Macedonia) 8 Vojdan Stojanovski 2 194 1987 MoraBanc Andorra (Liga Endesa) 9 Damjan Stojanovski 2 196 1987 MZT Skopje (Macedonia) 10 Marko Simonovski 2 192 1989 MZT Skopje (Macedonia) 11 Vladimir Brckov 3 197 1989 Kozuv (Macedonia) 12 Bojan Trajkovski 3 197 1986 Sigal Pristina (Kosovo) 13 Stojan Gjuroski 4-5 202 1991 Levski Sofia (Bulgaria) 14 Richard Hendrix 4-5 203 1986 Unicaja malaga (spagna) 15 Predrag Samardziski 5 215 1986 MZT Skopje (Macedonia) Ljubomir Mladenovski 4-5 207 1995 MZT Skopje (Macedonia) coach Marijan Srbinovski
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
Una squadra che si conosce a memoria e fa della durezza mentale la sua forza. La fisicità di Samardzinski ed Hendrix sotto canestro sarà un fattore, anche perché la Macedonia è brava a tenere gli avversari a punteggio basso con difesa ruvida e appiccicosa. E se riescono a portare la partita dalle loro parti, come quattro anni fa…
Sugli esterni c’è sagacia tattica e tiro da fuori con Ilievski e Stojanovski, ma mancano l’esplosività e l’imprevedibilità che poteva portare McCalebb. Sotto canestro, c’è sì tonnellaggio ma la tempra e la capacità di aprire il campo di Antic peseranno eccome. E le nuove leve non sembrano ancora pronte a prendere le redini della Macedonia che verrà
Se Grecia, Croazia e pure la rimaneggiata Slovenia sembrano decisamente superiori e l’Olanda piuttosto inferiore, verosimilmente i macedoni si dovranno giocare l’ultimo posto che vale la fase ad eliminazione diretta con la talentuosa ma incostante Georgia. Approdare agli ottavi con una quarta piazza, però, vorrebbe dire quasi sicuramente finire in bocca alla Lituania. Un nome che evoca il dolce ricordo della tripla della vittoria di Ilievski nel 2011. Realisticamente, per entrare tra le prime otto ci vuole almeno un terzo posto. Molto molto difficile. Ma i sogni son desideri…
olan da
di Mario Castelli Se vi venisse detto di pensare alla nazionale olandese,
e visto il livello delle avversarie, i risultati nelle ami-
il 95% di voi ovviamente volerebbe col pensiero a Van
chevoli di preparazione e il roster a disposizione, sono
Persie, Robben, Sneijder e compagnia, alla finale per-
ben poche le speranze per i Tulipani di evitare il sesto
sa a un soffio dalla fine dei supplementari con la Spa-
ed ultimo posto nel proprio raggruppamento.
gna nel 2010, a quelle perse nel ’74 e nel ’78 dall’Arancia Meccanica, una delle squadre più belle di tutti i tempi, all’Europeo vinto nell’88 grazie a Van Basten. Insomma, praticamente tutti pensereste al calcio, e quei pochi fuori dal coro mediterebbero probabilmente sulla nazionale maschile di volley che ci infranse il cuore al quinto set nella finale di Atlanta ’96, quando Bas Van De Goor e compagni ci restituirono pan per focaccia per le nostre vittorie nella finale dei Mondiali del ’94 e degli Europei del ’95, in uno scontro tra favolose generazioni di fenomeni. Però assolutamente nessuno andrebbe dritto verso la nazionale di basket degli Oranje. Anche perché la pallacanestro non è esattamente lo sport con più tradizione in Olanda, tant’è che la nazionale dei Paesi Bassi torna all’Europeo quest’anno dopo un’assenza di oltre un quarto di secolo (ultima apparizione a Zagabria nel 1989). Nella storia cestistica olandese esiste addirittura un 4° posto all’Europeo del 1983, dove noi conquistammo il nostro primo alloro continentale, ma per il resto c’è ben poco di altro. L’Olanda si presenta come squadra materasso del girone C, quello che si tiene proprio a Zagabria,
giocatore chiave
ulders e da Henk Norel, L’Olanda si aspetta tanto dal tripolide Robin Sme . i due giocatori con più esperienza internazionale Cruciale sarà anche l’apporto di capitan Slagter, cecchino Akerboom. mvp dell’ultimo campionato olandese, e del solito re Charlon Kloof: Ma la vera pedina chiave del roster potrebbe esse e di creare per i compagni, Combo guard di presenza fisica ma capace anch ha disputato Kloof dopo i 4 anni di college a St.Bonaventure ultima annata, un’ottima stagione da rookie professionista nell’ petitiva A2 turca, con quasi 20 punti e 7 rimbalzi di media nella com e A greca). prima di firmare in estate per il Rethymno (seri che L’Olanda cercherà in lui quel go-to-guy offensivo r? pare non avere nelle gerarchie designate del roste
n° nome ruolo cm Anno squadra 1 Yannick Franke 2 194 1996 Groningen (Holanda) 5 Leon Williams 1 189 1991 Groningen (Holanda) 6 Worthy de Jong 2 194 1988 Zorg en Zekerheid Leiden (Holanda) 7 Charlon Kloof 1 190 1990 Rethymno Aegean (Grecia) 9 Mohamed Kherrazi 3 200 1990 Zorg en Zekerheid Leiden (Holanda) 10 Ralf de Pagter 3 200 1989 SPM Shoeters Den Bosch (Holanda) 12 Kees Akerboom 3 200 1983 SPM Shoeters Den Bosch (Holanda) 13 Roeland Schaftenaar 4-5 211 1988 Rethymno Aegean (Grecia) 18 Nicolas de Jong 5 210 1988 Cholet (Francia) 21 Robin Smeulders 4-5 208 1987 EWE Baskets Oldenburg (Alemania) 23 Henk Norel 5 212 1987 CAI Zaragoza (Liga Endesa) 44 Arvin Slagter 2 192 1985 SPM Shoeters Den Bosch (Holanda) coach Toon Van Helfteren
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
Chiaramente l’Olanda non avrà assolutamente nulla da perdere, e questo gli consentirà di giocare a mente sgombra. La squadra è ben rodata dalle qualificazioni dello scorso anno, dove ha avuto modo di crescere e ha eliminato anche una nazionale di valore superiore come il Montenegro, e anche la rosa è anagraficamente esperta, considerando che 10 giocatori su 12 del roster hanno 25 anni o più.
I problemi principali sono ovviamente quelli della qualità necessaria per competere a questo livello: nel roster non è presente pressochè nessun giocatore di talento europeo e l’esperienza internazionale molto scarsa dei singoli. Inoltre i giocatori più esperti e rinomati non sono abituati a fungere da go-to-guy e non hanno le caratteristiche per poter essere delle prime opzioni offensive capaci di creare mettendosi in proprio.
Oggettivamente l’Olanda appare la squadra più debole del girone, e neanche di poco. Dopo la larga sconfitta contro l’Islanda in fase di preparazione, qualcuno afferma sia addirittura la squadra meno quotata tra tutte le 24 presenti all’Europeo. Ai ragazzi di coach Van Helfteren il compito di smentirli: anche solo una vittoria nel girone sarebbe già un risultato di successo.entrare tra le prime otto ci vuole almeno un terzo posto. Molto molto difficile. Ma i sogni son desideri…
s love n ia
di Valerio D’Angelo Se il vostro frigorifero brulica e pullula già di cedrate
Per non sentirsi da meno rispetto alle altre nazionali ben
Tassoni, se quanto andate al campetto trovate motivo
avvezze a questa pratica, la Slovenia ha fatto di tutto per
d’orgoglio nell’indossare a mani basse la canottiera
avere le carte in regola per arruolare Bryant Dunston,
più “ignorante” tra quelle sfoggiate dai vari giocatori
tipico sloveno della provincia a sud di Maribor.
o presunti tali, se considerate le birre di marca troppo mainstream e siete convinti che l’esperienza vera sia solo ed esclusivamente quella con la lattinaccia vissuta del discount, questa é la squadra che fa per voi: come si fa a non amare una nazionale la cui divisa é color verde mela, i cui nomi e numeri hanno lo stesso font del volantino settimanale delle offerte e sul cui petto campeggia fiero lo stemma della Spar? La Slovenia, paese ospitante uscente, é una compagine affermata, che sarebbe sciocco continuare a definire mina vagante: quarto posto agli Europei del 2009, poi settimo nel 2011 e quinto in casa propria due anni fa. Quest’anno però, tra defezioni e contingenze varie (con coach Jure Zdovc che ha dovuto aggiungere altre 8 pedine al roster preliminare, raccattandole dalla banda di giovani che aveva giocato l’Universiade), si presenterà con una rosa meno scintillante di quelle cui ci aveva di recente abituato. Confermata la rinuncia di Goran Dragic, vero ago della bilancia, a causa di un’estate già abbastanza movimentata tra free agency (firma apposta sul suo prossimo contratto: 5 anni in Florida, alla modica cifra di 90 milioni di dollari) ed arrivo del suo secondogenito.
giocatore chiave
in questa sezione Se quando la preparazione della guida è iniziata al posto del nome proprio c’era sì Dragic, ma con un punto interrogativo di Goran alla manifestazione), (dovuto alla probabile mancata partecipazione editare non é costato troppa fatica: lo che è, vuoi per un roster che come detto stavolta è quel un fattore determinante vuoi perché il meno noto della famiglia era già libri) per la squadra (spesso sottovalutato negli equi forti della squadra, ed a conti fatti è in effetti uno dei giocatori più becca Zoran. il titolo di ago della bilancia degli sloveni se lo fondamentali Le sue performances ai Mondiali 2014 erano state per accendere l’interesse della NBA su di lui, ora è tornato in Europa (al Khimkhi) e vorrà sfruttare la manifestazione per far vedere che nel vecchio continente può fare la voce grossa.
n° nome ruolo cm Anno squadra 1 Nebojsa Joksimovic 1 193 1981 Krka Novo Mesto (slovenia) 5 Luka Rupnik 1 185 1993 Olimpia Lubiana (slovenia) 7 Klemen Prepelic 2 191 1992 Olimpia Lubiana (Eslovenia) 9 Jaka Blazic 2 196 1990 stella rossa belgrado (Serbia) 10 Mitja Nikolic 3 200 1991 Olimpia Lubiana (slovenia) 12 Zoran Dragic 3 196 1989 Khimki (Russia) 13 Miha Zupan 4 204 1982 Usak Universitesi Beledyespor (Turchia) 15 Jure Balazic 4 204 1980 Gaziantep (Turchia) 17 Sasa Zagorac 5 206 1984 Olimpia Lubiana (slovenia) 23 Alen Omic 5 217 1992 Herbalife Gran Canaria (spagna) 24 Jaka Klobucar 1 198 1987 free agent 55 Uros Slokar 5 210 1983 siviglia (spagna) coach Jure Zdovc
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
Il “più” di un roster sulla carta più debole è ovviamente la minore pressione rispetto alle ultime uscite. Il sorteggio clemente potrebbe dare una mano ad un roster nel complesso molto giovane. E poi, diciamocela tutta: le coppia di fratelli (Udrih, Lorbek, Dragic) mettevano in soggezione i pochi figli unici
Ovviamente quello più grosso sarà l’assenza della stella della squadra Goran Dragic. Ma sarà in generale una Slovenia largamente rimaneggiata tra infortuni e rinunce varie. L’inarruolabilità del nucleo storico di Nachbar, Lorbek, Udrih e compagnia bella fa ricorrere ad un roster non di primissimo livello.
Ottavo posto: il girone C con Croazia, Georgia, Macedonia, Olanda e Grecia é sulla carta abbordabile. Col passaggio del turno si va a fronteggiare chi esce dal D, ovvero Lettonia, Estonia, Lituania, Belgio, Ucraina e Repubblica Ceca. Oltre quello, a questo giro é molto dura. La tigna, da parte loro, ce la metteranno sempre (come ampiamente dimostrato nell’accesa amichevole contro l’Italia).
g i ro n e D
riga
e ston ia b e lg io ca e c a c i l bb u p e r a lituan i ia n o t t e l a n i a r c u di Carlo Pedrielli 700.000 abitanti, 800 anni di storia alle spalle, im-
Efes, Fenerbahce e Real Madrid. Ha contribuito a col-
portante centro di raccordo stradale fra i paesi dell’est
locare la Lettonia nella cartina geografica del basket
Europa e capitale della cultura europea nel 2014: Riga
Europeo: squalificato due anni per doping, si è sfogato
è la città più popolata delle tre repubbliche baltiche e
intraprendendo una più che onesta carriera da pugile.
si è meritata col tempo l’appellativo di Parigi del Balti-
Eroe totale. Ecco, se decidete di capitare da queste
co, essendo la culla dell’Art Nouveau e disponendo di
parti per motivi prettamente cestistici potete tranquil-
quasi 50 musei. Ma nulla di questo vi deve importare
lamente metterci una Riga sopra. Girone orrendo, con
davvero, quanto il fatto che nel 1510 fu decorato qui il
la sola Lituania ad alzare il livello, i veri puristi del
primo albero di Natale: parlando di celebrità, invece,
gioco troveranno comunque qualche motivo d’interes-
a Riga hanno visto e pianto la luce personaggi storici.
se nei blocchi cechi di Vesely e nelle sentitissime sfide
Arkadij Naiditsch, classe ’85, uno dei migliori scacchi-
fra i paesi Baltici, con l’Ucraina che difficilmente ripe-
sti al mondo che si è guadagnato a soli 15 anni il titolo
terà l’exploit di Eurobasket 2013 (prendete, e ricorda-
di Grande Maestro (il riconoscimento più elevato che
tevene tutti) e il Belgio, pronto a sfondarsi di Leffe e
possa essere attribuito dalla Federazione Internazio-
St. Benoit in tribuna fra un match e l’altro. All’Arena
nale); Sergej Ejzenstejn, celebre regista, rivoluzionario
Riga, comunque, sarà uno spettacolo: se il basket lo-
per aver sviluppato il montaggio ma conosciuto so-
cale nelle grandi competizioni non è mai riuscito ad
prattutto per aver girato nel 1922 La Corazzata Pote-
esplodere (attualmente il team più forte è il VEF Riga,
omkin, una delle opere chiave nella storia del cinema
ma per alcuni anni la città più conosciuta per la palla-
e sfottuta dal ragionier Ugo Fantozzi una cinquantina
canestro è stata Ventspils), è stato proprio qui che si è
d’anni dopo (“è una cagata pazzesca” “novantadue
registrato il record di pubblico per una partita del fem-
minuti di applausi”); Kaspars Kambala, centro del ’78
minile: 8713 spettatori presenti per Lettonia – Russia,
con un passato in grandi squadre da Eurolega come
agli Europei del 2009. Viva la Riga.
COSA VEDERE
PERCHÈ ANDARCI?
Divisa in città vecchia e nuova, la capitale lettone mo-
Questa è un’ottima domanda, e temo tanto che rimarrà
stra tutto il suo splendore culturale a livello architetto-
senza risposta. Però, se pensate di andarci seriamen-
nico: ne sono prova i circa 800 edifici in stile Art Nou-
te, sareste gli unici italiani presenti e potreste bullarvi
veau come la Casa del Gatto, ad esempio, eretta dal
su ogni social network della vostra impresa, scrivendo
padre del regista Ejzenstejn, Michail. Nella centrale
frasi tipo “sfanculare Italia - Germania per Estonia -
piazza del Municipio si erge la Casa delle Teste Nere,
Belgio, solo per poter poggiare i piedi sui seggiolini
distrutta e ricostruita più volte, chiamata così perché
davanti.” Vi porterei in trionfo. Davvero.
nell’800 era il ritrovo dei mercanti celibi cui patrono era S. Maurizio, originario del Nord Africa. Del 1935 è invece il Monumento della Libertà di Karlis Zale: una colonna che sorregge la statua di una donna che rivolge 3 stelle - le regioni in cui la Lettonia è divisa - ver-
ORT
SP IL PALA
so il cielo. Interessante, non foss’altro perché durante il periodo dell’occupazione dell’URSS portare fiori al monumento ti portava diretto ad ibernare in Siberia, senza passare dal via. Sempre simpatici i russi, eh?
riga arena 12.500 posti 21 Skanstes Street, Riga LV 1013
b e lg i o
di Mario Castelli Se dovessimo nominare la nazionale di calcio che più
il livello del campionato nazionale si è alzato e pure
è cresciuta e si è sviluppata negli ultimi 5 anni, proba-
la nazionale dei Diavoli Rossi, grazie anche ai “nuo-
bilmente ci si impegherebbe dai due ai tre secondi per
vi belgi” immigrati o figli di immigrati (proprio come
puntare il dito con fermezza verso il Belgio. Se doves-
successo anche nel calcio), ha ritrovato una sua com-
simo fare un giochino analogo anche per la pallaca-
petitività culminata con il nono posto di due anni fa
nestro, probabilmente le certezze sarebbero inferiori e
in Slovenia. Probabilmente il Belgio non tornerà mai
forse anche il nome della prescelta, ma i Diavoli Rossi
ai livelli dell’immediato dopoguerra, quando arrivò
sarebbero comunque anche in questo caso una delle
addirittura a sfiorare le medaglie con il quarto posto
candidate più consistenti e credibili. Tra le principali
del 1947, ma in un panorama europeo con sempre più
beneficiarie dell’allargamento a 24 squadre, il Belgio
nazionali emergenti e una competitività sempre più
è al suo terzo Europeo consecutivo
diffusa anche la palla a spicchi fiamminga e vallona è
dopo aver interrotto un digiuno di
da tenere in considerazione.
partecipazioni quasi ventennale. Il basket belga ha ripreso slancio,
giocatore chiave
Grecia ralizzato Lojeski ed Hervelle, uno campione di I due giocatori più “di nome” sono forse il natu ex giocatore per parecchi anni del Real Madrid, e finalista in Eurolega con l’Olympiacos e l’altro sarà probabilmente Van Rossom. Reduce da una ma la pedina più importante del roster di Casteels o ro sarà chiamato al doppio compito di creare gioc stagione eccellente col Valencia, il play ex Pesa Europei del 2011 sia nel 2013) e di garantire periper i compagni (sopra i 3 assist di media sia agli in tre (48,8% dall’arco quest’anno in regular season colosità perimetrale con il suo eccellente tiro da e o Se confermerà le ottime cose viste quest’ann ACB, secondo dietro solo alla macchina Toolson). il vero giocatore essenziale del Belgio. metterà in campo la consueta efficacia, sarà lui
n° nome ruolo cm Anno squadra 4 Lionel Bosco 1 173 1981 Belfius Mons-Hainaut (Belgio) 5 Sam Van Rossom 1 188 1988 Valencia (spagna) 7 Axel Hervelle 3-4 205 1983 Dominion Bilbao (spagna) 8 Jean-Marc Mwema 3 195 1989 anversa Giants (Belgio) 9 Jonathan Tabu 1 190 1985 Montakit Fuenlabrada (spagna) 10 Quentin Serron 2 190 1990 Telenet ostenda (Belgio) 12 Wen Mukubu 3 198 1983 Belgacom Spirou (Belgio) 13 Pierre-Antoine Gillet 3-4 201 1991 Telenet ostenda (Belgio) 14 Maxime de Zeeuw 4 205 1987 CEZ Nymburk (Rep. Ceca) 22 Kevin Tumba 5 206 1991 Spirou Charleroi (Belgio) 23 Jean Salumu 3 193 1990 Telenet ostenda (Belgio) 24 Matt Lojeski 3 198 1985 Olympiacos pireo (Grecia) coach Eddy Casteels
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
Il sorteggio è stato molto clemente e li ha catapultati nel girone meno temibile dell’Europeo, in cui possono anche ambire a lottare per il secondo posto, con conseguente accoppiamento abbordabile agli ottavi di finale. Gli esterni hanno fisicità, esplosività e doti difensive, tutti aspetti importanti in manifestazioni brevi con tante partite in pochi giorni. Sebbene manchi un realizzatore di livello, ci sono diverse opzioni offensive che possono alternarsi e contribuire a mettere punti a tabellone.
Il problema più lampante è quello della statura degli interni e della povertà nel ruolo di 5 puro. Il giocatore più alto è Hervelle con i suoi 206 cm e probabilmente lui e l’ex romano De Zeeuw dovranno spartirsi parecchi minuti da centro, ruolo in cui potrebbero patire soprattutto difensivamente. Tra gli esterni, tolto Van Rossom, manca forse un po’ di fosforo, inoltre gli “ultimi 5” del roster non sembrano all’altezza di quintetto e primi due cambi, cosa che darà qualche problema nelle rotazioni.
L’obiettivo è chiaramente la qualificazione agli ottavi di finale, tanto più nel gruppo più facile dell’Europeo. Evitare il quinto o il sesto posto nel girone non dovrebbe essere un’impresa irraggiungibile per i belgi, che se invece dovessero girare al meglio potrebbero anche pensare in grande: come detto prima ci possono essere chance di giocare anche per il secondo posto alle spalle della Lituania, e quello porterebbe ad uno scontro diretto per accedere ai quarti contro una -sulla carta- tra Georgia, Slovenia e Macedonia. Ma qui è già fantabasket…
e ston ia
di Mario Castelli Un’altra delle squadre che mancavano su questo palcoscenico da un po’ è l’Estonia, che ritrova il biglietto per l’Europeo per la prima volta da 14 anni. In una zona dove il basket ha grande tradizione, gli estoni sono sempre rimasti forse il popolo un po’ più freddo
giocatore chiave
al richiamo della pallacanestro. A questa manifestazione però si sono qualificati per la porta principale, ovvero vincendo il primo turno di qualificazione, quello destinato alle nazionali di seconda fascia: i baltici hanno prima vinto il proprio girone contro Portogallo e Olanda (che si è poi comunque qualificata a sorpresa nel secondo turno, quello con anche le big non automaticamente qualificate), poi ha sconfitto la Bielorussia in semifinale e la Bulgaria in finale. La squadra è quella che è, e anche noi ce ne siamo accorti guardandola contro l’Italia al torneo di Tbilisi, ma nel corso delle amichevoli di preparazione ha anche dimostrato di saper giocare buone partite contro avversarie dello stesso livello (vinto il torneo di Tallinn contro Olanda, Islanda e, Dio le benedica sempre, le Filippine).
Kangur Ci sono ben poche discussioni sul fatto che sia Estonia dell’ il giocatore più rappresentativo ettere e chiamato a fare il grosso del lavoro per perm are. figur ben alla sua nazionale di Campione d’Italia con Siena e con Milano (fornendo un apporto da molti sottovalutato), è un giocatore tecnico, intelligente, altruista, li) con un buon tiro da fuori (specialmente dagli ango utili. e l’innata capacità di saper fare spesso le cose ae rienz espe Il suo status tecnico, la sua anche le sue doti umane e di leadership lo pongono senza dubbio due gradini sopra i suoi compagni: starà a lui caricarseli sulle spalle e portarseli appresso.
n° nome ruolo cm Anno squadra 4 Rain Veideman 2 192 1991 Kalev/Cramo (Estonia) 5 Tanel Sokk 1 182 1985 Tartu Rock (Estonia) 6 Gert Dorbek 2 193 1985 Tartu Rock (Estonia) 7 Sten-Timmu Sokk 1 183 1989 Dynamo Mosca (Russia) 8 Janar Talts 4-5 205 1983 Tartu Rock (Estonia) 9 Gregor Arbet 2-3 195 1983 Kalev/Cramo (Estonia) 10 Erik Keedus 3 198 1990 Kalev/Cramo (Estonia) 11 Siim-Sander Vene 3 201 1990 Zalgiris Kaunas (Lituania) 13 Joosep Toome 5 208 1985 Tartu Rock (Estonia) 14 Kristjan Kangur 4 201 1982 Openjobmetis Varese (Italia) 15 Reinar Hallik 5 207 1984 Rakvere Tarvas (Estonia) 20 Tanel Kurbas 2 197 1988 Tartu Rock (Estonia) coach TIIT SOKK
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
Ovviamente è difficile trovare punti a favore per una squadra che è pronosticata come la peggiore del proprio girone e una delle meno forti di tutto il torneo, però anche il fatto di poter giocare senza alcun assillo e con leggerezza potrebbe aiutare ad andare oltre i propri limiti. La squadra è dura, ha grande spirito di sacrificio e non molla mai un centimetro.
A differenza dei “corregionali” lituani, l’Estonia non può contare su troppi centimetri e troppi corpaccioni. La squadra è mediamente piccola e questo si farà sentire non solo sotto i tabelloni ma anche in difesa contro avversari che peraltro sono già anche più forti, oltre che più grossi. I giocatori di qualità necessaria per giocare a questo livello sono pochi e non hanno cambi adeguati, in più c’è pochissima esperienza internazionale (solo Kangur e Vene hanno giocato l’ultima stagione fuori dall’Estonia)
Sebbene il girone D sia quello tecnicamente più povero (ma non per questo meno interessante), sono ben poche le speranze per gli estoni di arrivare almeno quarti e passare il turno. Un eventuale approdo agli ottavi sarebbe visto come la vittoria dell’oro, ma è probabile che anche chiudere l’Europeo senza cinque sconfitte, quindi conquistando almeno un successo nella fase a gironi, potrebbe rendere soddisfatto coach Sokk e i tifosi estoni.
letton ia
di Marcello Merli La Lettonia che vedremo agli Europei è una nazio-
Il faro in attacco è il playmaker Strelnieks, reduce
nale che sta vivendo un periodo di rinnovamento. E
da un ottima stagione in Bundesliga, ottimo nel pick
ci mancherebbe anche altro, penserete giustamente,
and roll e nella gestione dei ritmi, ma verosimilmente
dato che è dal 2001 che non danno notizie di loro in
i palloni importanti passeranno dalle mani di Dairis
un tabellone degli Europei, dove raggiunsero i quarti
Bertans, l’atleta più talentuoso del roster, che però
di finale. Il simbolo nazionale di questo rinnovamento,
versa in complicate condizioni fisiche.
Porzingis, ha rinunciato alla convocazione all’Europeo
Complice il fatto di essere capitati in quella farsa che
e questo ha fatto calare notevolmente l’interesse at-
hanno insistito per chiamare “girone D”, gli ottavi di
torno alla squadra lettone che si presenterà alla mani-
finale sono alla portata di questo gruppo.
festazione con un gruppo affiatato, grazie al bel lavoro svolto durante le qualificazioni da coach Bagatskis, ex stella della nazionale, divenuto monumento nazionale lettone in quell’Europeo 2001 in cui infiammò la retina dei cugini lituani. Tornando a noi, la Lettonia avrà a disposizione atletismo e tiratori perimetrali (Blums e Janicenoks su tutti), ma sono pochi i giocatori in grado di creare dal palleggio e, nonostante i centimetri non manchino di certo, non hanno a roster giocatori in grado di dare profondità interna in attacco.
giocatore chiave
ins Per come la vedo io, le prestazioni di Kaspars Berz ne. letto peo sono l’ago della bilancia dell’Euro È l’unico giocatore “interno” a cui poter in 1 vs 1 appoggiare il pallone, non tanto per le soluzioni le quanto per le letture e gli scarichi sul lato debo ri. tirato dei o per armare la man Difensivamente e a rimbalzo sarà il faro di questa nazionale con i suoi 213 cm. nia. Se gli viene un raffreddore si fa buia per la Letto
n° nome ruolo cm Anno squadra 5 Mareks Mejeris 4-5 207 1991 VEF Riga (Lettonia) 6 Rolands Freimanis 5 208 1988 Kalev/Cramo (Estonia) 7 Janis Blums 2 190 1982 Avellino (Italia) 9 Dairis Bertans 2 193 1989 Dominion Bilbao Basket (spagna) 10 Janis Timma 3 201 1992 Zenit San Pietroburgo (Russia) 12 Kristaps Janicenoks 3 196 1983 free agent 13 Janis Strelnieks 1 191 1989 Brose Baskets Bamberg (germania) 14 Kaspars Berzins 4-5 213 1985 Nizhny Novgorod (Russia) 19 Kaspars Vecvagars 1 193 1993 Zalgiris Kaunas (Lituania) 23 Haralds Karlis 2-3 195 1991 BK Valmiera (Lettonia) 31 Zanis Peiners 2-3 203 1990 BK Ventspils (Lettonia) 33 Martins Meiers 4 208 1991 VEF Riga (Lettonia) coach Ainars Bagatskis
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
Sono pericolosissimi al tiro perimetrale, giocano a ritmi alti e in transizione possono fare male agli avversari. Nel girone D, a meno di suicidi, in alcune partite possono evitare di spremere i propri Big. Mi aspetto camionate di figa in tribuna, e, a meno che il detto non diventi “tira più una bomba di Blums di un carro di buoi”, trovavo giusto parlarne
Dipendono dalle percentuali al tiro da 3 punti, manca un realizzatore in area e gli uomini chiave hanno un età media avanzata o, nel caso di Bertans, sono in uno stato di forma che non fa ben sperare
Gli ottavi di finale sono l’obiettivo sia minimo che, a maggior ragione, massimo per questa formazione. Possono terminare il girone sia primi che quarti (nelle amichevoli pre-Europeo hanno alternato prestazioni ottime a partite da dita negli occhi), se trovano la giusta continuità di gioco possono entrare agilmente nelle prime 16.
lituan ia
di Gerardo Franceschini Se per sbaglio amate il basket e se, sempre per sbaglio, il vostro cognome termina con le coppie di lettere “as”, “es” e “us” allora potreste essere pronti per la convocazione di coach Kazlauskas per difendere i colori gialloverdi, per la verità più verdi che gialli, della Lituania. O forse no, perché data la competitività del roster trovare un posto nei dodici che andranno a giocarsi l’europeo sarebbe quantomeno utopistico. Nel 2013, dopo aver eliminato la nostra Italia ai quarti e la Croazia in semifinale, la cavalcata baltica venne interrotta dal capolavoro francese firmato Tony Parker, con la truppa di Kazluskas che si dovette accontentare di “un’amara” medaglia d’argento. In due anni sono cambiate molte cose, eccetto gli obiettivi: non ci sono più Linas Kleiza, trascinatore indiscusso nel 2013, Donatas Motejunas e Martinas Pocius ma c’è Domantas Sabonis in rampa di lancio. Il nucleo solido è rimasto con Kalnietis a dirigere, Maciulis e Seibutis a pungere e Valanciunas ad amministrare l’area. Non sarà facile ripetersi dal momento che, ad oggi, Francia e Spagna sono decisamente un gradino sopra. In più, occhio alla fame di riscatto della Serbia...
giocatore chiave
ovvi motivi: fisicamente Jonas Valanciunas. Dev’essere il suo europeo per nzialmente dominante, le annate in NBA lo hanno reso un giocatore pote janovic su tutti - il e dati i vari forfait dei giganti d’area - Asik e Mara l’ago della bilancia della 23enne lituano dovrà essere, a maggior ragione, sui tagli, ha movimenti in propria nazionale. Ha un sottovalutato tempismo dai 4-5 post-basso e sta diventando un tiratore affidabile più metri. Ha il potenziale per essere uno dei giocatori : ncio sbila mi determinanti del torneo e se floppa, Lituania fuori dalle prime quattro.
n° nome ruolo cm Anno squadra 5 Mantas Kalnietis 1 198 1986 Zalgiris Kaunas (Lituania) 6 Deividas Gailius 3 200 1988 Lietuvos Rytas (Lituania) 8 Jonas Maciulis 3 198 1985 Real Madrid (spagna) 19 Mindaugas Kuzminskas 3-4 205 1989 Unicaja malaga (spagna) 21 Arturas Milaknis 2 195 1986 Unics Kazan (russia) 10 Renaldas Seibutis 2 196 1985 free agent 11 Domantas Sabonis 4 208 1996 Gonzaga (NCAA) 12 Antanas Kavaliauskas 4-5 208 1984 Lietuvos Rytas (Lituania) 13 Paulius Jankunas 4-5 205 1984 Zalgiris Kaunas (Lituania) 15 Robertas Javtokas 5 211 1980 Zalgiris Kaunas (Lituania) 17 Jonas Valanciunas 5 213 1992 Toronto Raptors (NBA) 43 Lukas Lekavicius 1 180 1994 Zalgiris Kaunas (Lituania) coach Jonas Kazlauskas
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
Il nucleo è ormai solidissimo, il gruppo è rodato e gli uomini di Kazlauskas si conoscono a memoria: un fattore determinante per ovviare alle eventuali difficoltà tecniche durante l’arco di tutto il torneo. Se è vero che non c’è un goto-guy autentico è vero pure che le rotazioni lituane sono tra le più lunghe in assoluto, fondamentale per arrivare nei momenti clou con lucidità. Girone comodo da testa di serie, con Lettonia, Estonia, Repubblica Ceca nettamente inferiori e Belgio e Ucraina più scomode ma probabilmente non ancora abbastanza.
Assenza di un vero go-to-guy a cui affidarsi quando la palla scotta: nel 2013 c’era Linas Kleiza con la sua lucida follia, quest’anno dovrà necessariamente imporsi qualcuno. Con l’assenza di Motejunas manca un “quattro” che faccia la differenza. Molto dipenderà dalla condizione fisica di Darijus Lavrinovic, ma ciononostante potrebbe non bastare.
Vincere è difficile anche se sei la favorita, figuriamoci quando la concorrenza è così spietata. La squadra però c’è ed è collaudata, anche se la voce riguardo ai cattivi rapporti tra Darjus Lavrinovic e il resto della squadra sembra ormai confermata: il giocatore di Reggio Emilia sembra essere diventato il capo espiatorio del gruppo a causa del suffisso del suo cognome, diverso da tutti gli altri componenti del gruppo. Potrebbe comunque fare parte dei 12 convocati salvato dal nome che termina in “us” a differenza del fratello Ksistof, a cui è stata tolta persino la cittadinanza. Scherzi (brutti) a parte, l’obiettivo rimane il podio: più difficile rispetto a due anni fa ma occhio ai lituani, popolo senza timore a cui scorre parecchia pallacanestro nelle vene.
r e p. c eca
di Ivan Belletti Delle squadre “Cenerentola” partecipanti ad Eurobasket, la Repubblica Ceca è quella che decisamente mi intriga di più. Si dice che per essere competitivi in qualsiasi categoria bisogna avere un asse play-pivot di talento. Ecco, con Satoransky e Vesely coach Ginzburg ha una base importante su cui fare affidamento. Ultimo colpo “di mercato” poi è stata la naturalizzazione di Blake Schilb, ala piccola con grande senso del canestro e fisicità. Scende una lacrimuccia vedendo nel roster Ljubos Barton, intramontabile tiratore conoscenza del nostro campionato. Walsch e Benda vanno a completare una panchina d’esperienza anche se di livello atletico da CSI. Sono carichissimo per la Repubblica Ceca!
giocatore chiave
Vesely ha dimostrato che in Europa nessuno può star dietro alla sua verticalità. È decisamente lui la stella di questa squadra, anche se ho una venerazione per quello che è il prototipo del play del futuro, Satoransky. Direi anzi che le stelle sono entrambe, con km di vantaggio sugli altri compagni (Schilb è lo straniero e non lo considero). Se questi due si esaltano e vincono una partita, . occhio che la Top Ten di Eurobasket parla ceco
n° nome ruolo cm Anno squadra 4 Petr Benda 3-4 203 1982 CEZ Nymburk (Repubblica Ceca) 6 Pavel Pumprla 3 200 1986 free agent 7 Vojtech Hruban 3 202 1989 CEZ Nymburk (Repubblica Ceca) 8 Tomas Satoransky 1 200 1991 FC Barcelona (spagna) 9 Jiri Welsch 2 201 1980 CEZ Nymburk (Repubblica Ceca) 10 Jakub Sirina 1 186 1987 BK Opava (Repubblica Ceca) 11 Lubos Barton 4 202 1980 CEZ Nymburk (Repubblica Ceca) 12 David Jelinek 2 196 1990 Anwil Wloclawek (Polonia) 14 Patrik Auda 4-5 207 1989 AZS Koszalin (Polonia) 20 Pavel Houska 5 203 1984 CEZ Nymburk (Repubblica Ceca) 21 Blake Schilb 3 201 1983 Galatasaray (turchia) 24 Jan Vesely 4-5 211 1990 Fenerbahce Ulker (Turchia) coach Ronen Ginzburg
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
Satoransky e Vesely sono tra i top nel ruolo, Schilb è l’inserimento perfetto in una batteria esterni scarna di talento. Il girone è comodo, le altre squadre, eccezion fatta per la Lituania, non hanno lo stesso atletismo ed esperienza. Potrebbe davvero essere la sorpresa di Eurobasket.
Storicamente siam messi malino, è la prima volta dove un minimo pressione i cechi la possono avere. Se la magica coppia ha problemi di falli o non ingrana c’è da piangere, se i ritmi si alzano non c’è una rotazione sufficente per controbattere gli avversari. Se Schilb non segna da fuori, bisogna pregare e affidarsi a Barton...
Primo match contro l’Estonia e deve essere per forza una vittoria, anche se sarà come fuori casa. Le partite contro Ucraina e Lettonia ( 3 match in 3 giorni) diranno tutto del cammino dei cechi. Basta un 2 su 3 per fare il colpaccio e andare a Lilla, obiettivo (non tanto) nascosto di Vesely & Co.
uc rai na
di Ivan Belletti Doveva essere l’Europeo della definitiva affermazione dopo un sorprendente Eurobasket 2013 e un positivo Mondiale. Un Europeo da giocare in casa con tutte le possibilità di arrivare al preolimpico. Ed invece è successo quello che nessuno voleva accadesse, un Paese dilaniato dalla guerra che ha fatto dimenticare qualsiasi risultato sportivo. L’Ucraina si presenta al girone di Riga con prospettive ben diverse, con un roster decimato dalle assenze di Gladyr, Len e Kravtsov e un coach nuovo a sostituire quel Mike Fratello che ha portato una squadra senza pretese tra le prime 6 d’Europa. Nonostante tutto sembra andare contro alla squadra di coach Murzin, i gialloblu possono comunque dire la loro in un girone tutt’altro che difficile, in cui solo la Lituania sembra fuori portata. L’Ucraina è squadra solida, grossa, che non ha dimenticato gli insegnamenti di Mike Fratello e appoggia volentieri la palla sotto a quel colosso di Fesenko. Squadra divertente da guardare, assolutamente imprevedibile (ce ne siamo accorti al torneo di Koper), con Randle in posizione di playmaker a garantire pericolosità offensiva sugli esterni insieme a Mishula. Formazione che ha tutta la mia simpatia e, se il karma esiste, potrebbe stupire nuovamente.
giocatore chiave
a, In un contesto in cui è il gruppo a far la differenz lo Fesenko. ritengo che il vero ago della bilancia sarà Kyry ino Il lungo ucra è maturato, ha movimenti in post e prende sempre posizione profonda, aspetto del gioco sempre troppo sottovalutato. Se riesce ad evitare problemi di falli e garantire tra i 25 e i 30 minuti in campo, l’Ucraina può tornare tra le prime 8.
n° nome ruolo cm Anno squadra 4 Maksym Pustozvonov 3 200 1987 Budivelnyk Kiev (Ucraina) 5 Jerome Randle 1 178 1987 free agent 6 Olexandr Mishula 1 192 1992 Dnipro Dnipropetrovsk (Ucraina) 9 Olexandr Lypovyy 2 200 1991 Budivelnyk Kiev (Ucraina) 10 Kyrylo Fesenko 5 216 1986 Lokomotiv Kuban (Russia) 11 Denis Lukashov 1 189 1989 Avtodor Saratov (Russia) 12 Maksym Korniyenko 4 204 1987 Khimik (Ucraina) 13 Igor Zaytsev 5 210 1989 Petrochimi Bandar Imam Harbour (Iran) 14 Artem Pustovyi 5 217 1992 Rio Natura Monbus Obradoiro (spagna) 20 Pavlo Krutous 3 195 1992 Kalev/Cramo (Estonia) 23 Olexandr Syzov 1-2 197 1988 Cherkasy (Ucraina) 24 Stanislav Tymofeyenko 4 202 1989 Dnipro Dnipropetrovsk (Ucraina) coach Evgeny Murzin
#PLUS
#MINUS
#OBIETTIVO
Il girone non veniva così facile nemmeno se avesse sorteggiato Fesenko in persona. La Lituania sembra prima annunciata, dietro può succedere di tutto e l’Ucraina ha tutte le carte in regola per ambire addirittura al secondo posto. Mi piace il reparto lungo, impazzisco per Zaytsev, un play come Randle ce l’hanno in pochi.
Il roster è cortissimo, l’assenza più pesante è quella di Gladyr, unica guardia a esser pericolosa dal palleggio. Dalle amichevoli si evince una squadra un po’ troppo sclerotica, capace di prendere parziali assurdi (vedi Francia e primo tempo Italia). L’entusiasmo e mentalità che trasmetteva Mike Fratello sono la più grossa perdita, il talento è quello che è e se non si gioca al 100% l’europeo può anche finire a Riga.
Gli ottavi di finale sono obiettivo più che abbordabile, poi bisognerà vedere in che posizione chiuderanno la prima fase. Il secondo posto non è un’utopia e vorrebbe dire un ottavo alla portata, il terzo o quarto posto significherebbe Croazia o Grecia a Lilla. Ciao e tanti saluti.
SABATO 5 SETTEMBRE 14.30 Rep. Ceca vs Estonia Corsolini-Meneghin (Ellisse) 15.00 Germania vs Islanda (da Berlino) Tranquillo-Mamoli 18.00 Spagna vs Serbia (da Berlino) De Rosa-Pessina 21.00 Italia vs Turchia (da Berlino) Tranquillo-Pessina 21.00 Croazia vs Slovenia Bonfardeci-Sconochini (Ellisse)
LUNEDì 7 SETTEMBRE 14.30 Lituania vs Belgio Corsolini-Meneghin (Ellisse) 15.00 Finlandia vs Russia (Live) Bonfardeci-Soragna 17.30 Israele vs Bosnia (Live) Redi-Sconochini 20.30 Ucraina vs Estonia Bonfardeci-Sconochini (Ellisse) 21.00 Francia vs Polonia (Live) Corsolini-Meneghin
DOMENICA 6 SETTEMBRE 15.00 Serbia vs Germania (da Berlino) De Rosa-Pessina 15.00 Russia vs Polonia Corsolini-Sconochini (Ellisse) 18.00 Italia vs Islanda (da Berlino) Tranquillo-Pessina 21.00 Turchia vs Spagna (da Berlino) Mamoli-Tranquillo 21.00 Grecia vs Croazia Bonfardeci-Meneghin (Ellisse)
MARTEDì 8 SETTEMBRE 14.30 Serbia vs Islanda (da Berlino) Mamoli-Tranquillo 17.45 Germania vs Turchia (da Berlino) De Rosa-Pessina 18.00 Georgia vs Grecia Corsolini-Meneghin (Ellisse) 21.00 Spagna vs Italia (da Berlino) Tranquillo-Pessina 21.00 Croazia vs Macedonia Bonfardeci-Sconochini
MERCOLEDì 9 SETTEMBRE 14.30 Turchia vs Serbia (da Berlino) De Rosa Pessina 15.00 Grecia vs Slovenia Corsolini Sconochini (Ellisse) 17.45 Italia vs Germania (da Berlino) Tranquillo Pessina 21.00 Spagna vs Islanda (da Berlino) Mamoli Tranquillo 21.00 Russia vs Francia Bonfardeci-Meneghin (Ellisse)
v t n i i e p o r u e i gl Se l’anno scorso avevate mollato la fidanzata, ignorato gli amici, abbandonato lo studio per gli esami di settembre, dimenticato di uscire di casa e perso la vostra vita sociale lasciandovi ubriacare dalla maratona di 6 partite dei Mondiali al giorno offerta da Sportitalia, quest’anno invece i rapporti sociali vi converrà mantenerli buoni, soprattutto quelli con gli amici abbonati a Sky. E se invece siete voi a possedere l’ambito abbonamento satellitare, è possibile che nei prossimi giorni veniate contattati da quel vecchio amico delle medie che non vedete da 9 anni, improvvisamente desideroso di venirvi a trovare, oppure da un compagno di squadra di quando giocavate nei cadetti che poi aveva smesso per darsi al frisbee acrobatico. Quest’anno infatti gli Europei saranno sulla pay-tv e per poter vedere le partite dell’Italia e delle altre nazionali sarà necessario possedere un abbonamento a Sky Sport, avere un amico che lo possieda oppure avere portafoglio e fegato sufficientemente in salute per stazionare ininterrottamente per 15 giorni nel baretto in centro, preparandosi anche preventivamente a lottare con gli avventori calciofili nei sabati e domeniche di campionato e negli infrasettimanali di coppa. Sky ha già reso noto che trasmetterà cinque partite al giorno nel corso della prima fase (quindi quella dell’Italia più altre quattro, spesso del nostro stesso girone, nei giorni in cui sarà in campo il gruppo B), per poi ampliare successivamente la copertura a tutti match della fase ad eliminazione diretta.
Nonostante alcune voci circolate infondatamente negli ultimi mesi, almeno per il momento NON è previsto che le partite dell’Italia vengano trasmesse in chiaro su Cielo (anche perché altrimenti quasi nessuno avrebbe fatto l’abbonamento). Ovviamente le partite per gli abbonati saranno visibili anche sui propri tablet o smartphone con l’applicazione SkyGo. Se non possedete la parabola ma avete una buona connessione e magari un pc che si può collegare allo schermo della tv, Sky mette a disposizione anche in streaming le medesime partite trasmesse in tv, in un pacchetto acquistabile sul sito www.skyonline.it al costo totale di 15 euro. Se poi qualcuno non si accontentasse delle “sole” tre partite giornaliere offerte da Sky e volesse riprovare i brividi di piacere dell’abbuffata di partite della scorsa estate, la soluzione allora è quella di iscriversi a FIBA TV sul sito www.livebasketball.tv: al costo di 6,99 euro ci si potrà abbonare per un mese e vedere tutte le partite dell’Europeo, oltre a quelle degli omologhi campionati continentali africani, americani e asiatici. Unico neo la qualità non perfetta dello streaming, che spesso si sgrana o perde nitidezza, ma per chi è abituato agli streaming turkmeni con commento in swahili per vedere una semifinale di conference NBA nel cuore della notte questa probabilmente apparirà come una passeggiata di salute. Mario Castelli
Per denunce, minacce di morte o anche per timidi ringraziamenti (semmai ce ne fossero), ecco chi ha pensato, scritto e realizzato questa fantasmagorica guida:
Realizzazione grafica a cura di Davide Giudici.
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