ANNO 3 - N 11 - DICEMBRE 2018 | EURO 2,00 | PH A. DI CIO
TREVIGLIO E GERA D’ADDA
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EDITORIALE
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d eccoci giunti a dicembre, il mese che più di ogni altro profuma di festa, di famiglia e di amicizia. Il freddo che accompagna queste giornate viene contrapposto al calore di casa,
ove si trascorre insieme ai propri cari il tempo degli interminabili banchetti, in un’atmosfera conviviale ed unica che regna anche per le strade, addobbate per l’occasione – come la simbolica Via Sangalli a Treviglio – e cornici entro cui trovano luogo eventi a tema, gli immancabili mercatini e concerti natalizi, che conferiscono un sapore diverso alle ore trascorse con gli altri. Un periodo costellato di tradizioni, quello che ci accompagna al saluto di un anno e al benvenuto di quello successivo. La prima che ci accoglie è la notte
Autorizzazione Tribunale di Bergamo n. 6/16 del 19/04/2016 Anno 3° - N 11 - DICEMBRE 2018
EDITORE
Treviglio Network Srl Via Roggia Vignola 9 - Treviglio (BG) info@treviglio.net Tel. 0363 1970120 Amm. Fiorenzo Erri
DIREZIONE
Direttore responsabile Daria Locatelli Caporedattore Ivan Scelsa
ART DIRECTOR
Davide Martoscia
REDAZIONE
Gianluca Buono, Stefano Dati, Maurizio Lorenzi, Rosanna Scardi redazione@treviglio.net
HANNO COLLABORATO
Gaia Bonomelli, Fabio Conti, Fabrizio Orsini, Raul Ricci, Valentina Scelsa, Gian Luca Tirloni
FOTOGRAFO
Alessandro Di Cio
COPERTINA
più lunga e magica, quella di Santa Lucia, che sa di attesa, dolci, battito di cuore e stupore. Il 13 dicembre, per i bambini, assume un valore così speciale che rimane persino da adulti, quando si ripercorrono, per i nuovi piccoli, tutte le tappe che rendono senza pari questo appuntamento. Ed ecco la letterina da scrivere e consegnare, i doni da preparare, il silenzio assoluto da mantenere, il responso della mattina e l’elenco di quanto si è ricevuto, il tutto intervallato dalle frasi che, riascoltate da grandi, fanno scaturire il sorriso dei ricordi: “fai il bravo, altrimenti riceverai il carbone”, “vai a nanna presto e non spiare”, “guarda cosa ti ha portato!”. Già, perché le parole assumono un significato diverso, quasi cristallizzato, quando si utilizzano in certi momenti, talvolta diventando esse stesse una tradizione. A Natale o a Capodanno sono imperativi gli auguri, a volte pronunciati in modo automatico, addirittura con un alone di forzatura. Ma cosa si intende con “auguri”? Il termine indica sia un presagio, esito dall’arte divinatoria, sia il desiderio che una determinata cosa accada. E cosa ci auguriamo che succeda? Sicuramente che il bene vinca sul male, che ci sia maggiore prosperità, più rispetto per gli altri e quello che ci circonda e così via. “Banale”, vittima del “a Natale si è tutti più buoni”, penserete voi, cari lettori. Ma non è forse
Davide Martoscia, ph Alessandro di Cio
quello che si pensa quando si abbraccia un proprio caro
ALTRI CONTRIBUTI
Il potere delle feste sotto l’Albero o intorno al caminetto
Archivio Ronchi, Tino Belloli, Gianluca Buono, Luca Cesni, Stefano Dati, Pixabay.com
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DISTRIBUZIONE
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o conoscente all’atto del rito dello scambio degli auguri? non è forse quello di abbandonare, anche se per poco, la lente d’ingrandimento della realtà e lasciarsi trasportare da un’ondata di positività? Il mio augurio è quello che possiate trascorrere una parentesi fatta da migliori propositi, di “anno nuovo vita nuova” e di una lista completa di desideri, così come si faceva da piccoli per Santa Lucia. Quello che auguro a voi tutti, me compresa, è di non abbandonare mai il sapersi meravigliare di quanto accade, come da bambini. Buone feste. il direttore Daria Locatelli IL MAGAZINE DI TREVIGLIO E GERA D’ADDA
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In questo numero 6 POLITICA / La nuova guida per la Provincia 8 IMPRESE / Inaugurato l’hub di Amazon 10 IMPRESE / Sostegno economico ai commercianti 12 IMPRESE / Museo Same e Archivio Storico 15 ISTITUZIONI / Post emergenza: i Vigili del Fuoco 17 SERVIZI / Il successo di Omnibus 70 18 SERVIZI / Pronto Soccorso al passo coi tempi 19 SERVIZI / Stazione Ovest: prosegue il cantiere 21 FORMAZIONE / Una nuova ala per la sede di Abf 22 AMBIENTE / Treviglio premiata per il Parco del Maglio 25 VIABILITÀ / Lavori della tangenziale ancora in pausa 26 URBANISTICA / La vocazione di Piazza Setti 30 TREVIGLIO / Bando Lumen e orientamento scolastico 32 CASSANO / Pronte le varianti al Pgt 35 CASSANO / Bilancio negativo per il TeCa 36 TERRITORIO / Qui Lombardia 38 SPORT / Le news 40 PERSONAGGI / Gianfelice Facchetti 42 PERSONAGGI / Marco Travali 45 MUSICA / Idalmis Torres 46 INIZIATIVE / Viaggio nella memoria 49 INIZIATIVE / Verso le pietre d’inciampo 50 AMARCORD / La nebbia, tra proverbi e leggende 52 BUONE FESTE / Arriva Santa Lucia 54 BUONE FESTE / Letterine a Babbo Natale 55 BUONE FESTE / Via Sangalli: un cielo di angioletti 56 BUONE FESTE / Natale in fattoria 58 BUONE FESTE / Il cartellone degli eventi 60 BUONE FESTE / Le cartoline natalizie 63 RUBRICA / Chiacchiere e distintivo 64 DAI LETTORI, AI LETTORI / Il libro del mese 65 IL RACCONTO / È passato il Natale! IL MAGAZINE DI TREVIGLIO E GERA D’ADDA
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POLITICA
GAFFORELLI, LA NUOVA GUIDA PER LA PROVINCIA di Ivan Scelsa
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vevamo aperto il numero di novembre con la copertina dedicata al candidato alla presidenza della Provincia, Fabio Ferla. Proprio il titolo dell’articolo (“Entrò Papa…”, ndr) lanciava un emblematico e quanto mai veritiero detto, solito usarsi per l’elezione di un pontefice. I pronostici, infatti, non sempre si avverano e, allo stesso modo, non sempre ciò che sembra rappresenta il vero. Esistono più facce della verità, e chi segue la politica, questo lo sa. Così è stato. Al netto di franchi tiratori, polemiche post elettorali anche velenose, resta un solo dato di fatto: Ferla ha ottenuto ben 1016 voti, contro gli 854 dell’eletto Gafforelli, con un peso percentuale che ribalta questo dato oggettivo con un 50,14 per cento per il Sindaco di Calcinate ed un 49,86 per il Sindaco di Calvenzano. Un risultato, questo, frutto di una legge elettorale messa in discussione già dalla sua approvazione e che suscita un'amarezza dimostrata dalle stesse parole di Ferla affidate ai social network nelle ore immediatamente successive il responso, con un lapidario augurio di buon lavoro al neo Presidente eletto “perché sappia unire una Provincia che vede la maggioranza degli Amministratori scontenta del risultato”. Si apre, ora, quella fase in cui il vincitore dovrà assegnare incarichi, rinnovare posizioni e regolare quegli accordi alla base della politica che, inevitabilmente, lasciano la forma di promessa elettorale e si concretizzano in un mandato. Solo la voce (e l’azione) del neo eletto Presidente saprà dare delle risposte. Ve ne anticipiamo alcune, quelle che tanti cittadini della provincia vorrebbero per la viabilità, i servizi e per migliorare la propria qualità di vita. Dottor Gafforelli, la Sua elezione alla presidenza della Provincia è stata particolarmente complessa. E adesso? Adesso ho voglia di lavorare, sperando che ci sia la collaborazione
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di tutti, nel bene della comunità bergamasca. L’area bergamasca – come molte altre regioni d’Italia – esce particolarmente colpita da un periodo di condizioni meteorologiche avverse. Quali saranno i primi interventi del Suo mandato? In questi giorni mi sono recato nelle valli, cominciando da quelle più colpite, per rendermi conto della situazione e fare in modo di prendere provvedimenti che possano quanto meno risolvere i problemi più urgenti. Eventualmente chiederò la collaborazione agli enti superiori. Sebbene sia trascorso soltanto un mese dalla Sua elezione, ha già avuto modo di valutare criticità manutentive
delle arterie stradali del territorio? Sto procedendo a prendere atto dell’attività degli uffici, di quali sono le situazioni più critiche sotto l’aspetto della manutenzione. Compatibilmente con le risorse finanziarie disponibili, vedremo di risolvere le eventuali emergenze. Che cosa si potrà concretamente fare per migliorare la viabilità dell’asse Bergamo-Treviglio? Da troppi anni se ne parla invano. Invece bisogna immediatamente affrontare il problema: quale soluzione adottare e come minimizzare l’impatto ambientale saranno appositi studi a suggerircelo, studi che intendo promuovere.
LA BASSA TORNA IN VIA TASSO
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a Città torna ad avere un suo rappresentante in via Tasso. Ma non solo, al fianco del Sindaco Juri Imeri – neo eletto nella compagine di Fabio Ferla – a rappresentare la Bassa bergamasca nel Consiglio provinciale saranno anche il Sindaco di Caravaggio, Claudio Bolandrini e Umberto Valois, entrambi eletti nella lista di Gafforelli. Tra i primi a rendere dichiarazione, proprio Imeri: «Sono pronto a far sentire la voce della Pianura sui temi della viabilità, del trasporto pubblico locale, della pianificazione urbanistica, del sistema scolastico, della promozione dei territori e delle identità, del collegamento Bergamo-Treviglio e di tante altre istanze. Con il gruppo della Lega – compatto e con tante competenze – faremo un grande lavoro per incalzare il neo presidente Gianfranco Gafforelli sui temi che interessano amministratori e cittadini. Con Claudio Bolandrini, Umberto Valois ed il supporto degli amministratori del territorio dovremo fare e faremo squadra pur appartenendo a liste diverse: si lavorerà nell’interesse di tutta la provincia, ma non potrà mancare la voce della Pianura quando si definiranno le priorità». (i.s.)
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AMAZON, IL COLOSSO DELL'E-COMMERCE: IN TRE ANNI 400 POSTI DI LAVORO A Casirate, un centinaio i primi assunti provenienti dalle zone limitrofe di Rosanna Scardi
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fine del 2019». La più grande Internet company al mondo, fondata nel 1994 da Jeff Bezos, all’inizio con soli cinque lavoratori, due anni dopo fatturava 15 milioni di dollari con 51 addetti. L’anno scorso ha toccato vendite per 177,9 miliardi, raggiungendo i 540mila dipendenti. A Casirate sono già state effettuate un centinaio di assunzioni, gran parte a tempo indeterminato: l’età media è 33 anni, per il 37 per cento sono donne, tutti residenti nel raggio di 30 chilometri dalla struttura. Ora la macchina è in fase di rodaggio, ma si sa già che i posti di lavoro in tre anni quadruplicheranno, tra ingegneri, tecnici e impiegati: il personale, per la quasi totalità, si occupa dello smistamento dei pacchi. La vicinanza con l’autostrada A35 ha giocato un ruolo fondamentale nella scelta dell’area da parte del colosso americano. Lo stesso
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PH. A. DI CIO
n’avventura partita da un garage di Seattle e arrivata a contare 175 centri di distribuzione nel mondo. Il re dell’e-commerce Amazon ha inaugurato, lo scorso 5 ottobre, il suo nuovo centro di smistamento in Italia, a Casirate, da 34mila metri quadri (31mila di magazzino e tremila di uffici, 123 baie di carico e scarico, 122mila metri quadri di piazzale), dove entro tre anni saranno assunte 400 persone a tempo indeterminato. «Il nuovo sito rappresenta un ulteriore passo in avanti e sarà perfettamente integrato nel nostro network – spiega Tareq Rajjal, responsabile di Amazon Transportation per il Sud Europa –. Abbiamo investito 1,6 miliardi di euro nell’economia italiana in otto anni. Il nostro obiettivo è assumere 1.700 addetti per arrivare a 5.200 entro la
presidente di BreBeMi, Francesco Bettoni, ha sottolineato «l’importanza di questo collegamento strategico per la nostra Regione e il nostro commercio». Presente al taglio del nastro anche l’assessore regionale alle Infrastrutture e Mobilità Claudia Terzi: «Finalmente tocchiamo con mano il progetto, la Lombardia deve continuare a crescere recuperando il gap in termini di infrastrutture; in particolare un collegamento diretto tra Bergamo e la Pianura è necessario per stare al passo con gli altri Paesi europei», ha commentato. Entusiasmo è stato espresso anche da Mauro Faccà, primo cittadino di Casirate: «Amazon si è presentata qui senza imporsi con la forza del proprio marchio, ma inserendosi in una realtà caratterizzata da una sua storia, cultura e da cittadini di cui ha apprezzato serietà e concretezza».
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BENEFIT E STRAORDINARI PER I DIPENDENTI DEL MAXI HUB Caffè e acqua gratuita, fino a due mesi di paternità pagata e area svago con tavolo da ping pong, computer, calcio balilla e videogiochi
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n centinaio di dipendenti stanno già operando dentro l’immenso capannone del nuovo centro Amazon a Casirate. La funzione non è di stoccaggio e packaging legato ai prodotti acquistati online, ma si limita alla ricezione dei pacchi già imballati ed etichettati, prendendoli in carico. I macchinari e gli operatori li suddividono prima di consegnarli ai corrieri che li faranno, poi, arrivare a destinazione. Gli scatoloni salgono, scendono e poi finiscono in una delle 123 baie di carico. Il picco di lavoro si è avuto, come previsto, in occasione del “Black friday”, venerdì 23 novembre, giornata attesissima dai clienti per i super sconti promossi dal gigante americano. Ma gli straordinari sono previsti anche per il periodo delle festività natalizie. «Il mio primo
“venerdì nero”, nel 2011, è stato da 70mila pacchi, l’anno scorso erano due milioni», afferma Oreste Tagliaferri, direttore dell’hub, facendo presente i volumi di crescita e senza svelare la quantità di lavoro attesa per il nuovo centro bergamasco. La struttura dà grande importanza al benessere dei propri dipendenti. Una grande area “svago” è dedicata alle pause, ci sono frigoriferi e forni a microonde, un tavolo da ping pong, il biliardino, pouf dove accomodarsi per rilassarsi, due postazioni di videogiochi e un angolo computer collegato a Internet. «I nostri dipendenti hanno una retribuzione competitiva e possono usufruire del 10 per cento di sconto sugli acquisti Amazon – aggiunge Tagliaferri –. Consideriamo importanti anche la preparazione e la formazione, per questo a chi vuole specializzarsi in una
determinata mansione garantiamo, attraverso il programma “Career choice”, il pagamento di retta e libri per studi e corsi professionali fino al 95 per cento per quattro anni, sino a un massimo di ottomila euro. Non solo. I nostri lavoratori hanno ticket mensa, caffè e acqua gratuita, arriviamo a pagare perfino fino a due mesi di paternità». Dentro lo stabile c’è una postazione “human resources”, risorse umane, sempre aperta, per fornire qualunque tipo di supporto. Prima di iniziare il turno, l’appuntamento è nell’area briefing, dotata di una lavagna. «Qui diamo i consigli su come lavorare al meglio e in serenità, oltre a motivare ogni giorno i nostri dipendenti, facendoli sentire importanti: devono capire che, qui, a Casirate, stanno contribuendo a compiere qualcosa di eccezionale», conclude il direttore. (r.s.) IL MAGAZINE DI TREVIGLIO E GERA D’ADDA
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SOSTEGNO ECONOMICO A CHI RIAPRE UN’ATTIVITÀ NEL CENTRO DI TREVIGLIO Erogati dal Comune fondi regionali per 82.000 euro a dieci commercianti di Raul Ricci
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Amministrazione di Treviglio ha destinato fondi regionali per 82.000 euro a chi ha riaperto nel centro negozi che erano sfitti. Attraverso il bando #centro25 il Comune ha favorito gli esercenti che, in alcune delle zone del Distretto urbano del commercio considerate a rischio di desertificazione, con una particolare attenzione verso l’area a sud, hanno ricevuto un contributo a fondo perduto del 70 per cento della spesa sostenuta (e comunque fino a un massimo di 10.000 euro) per avviare o potenziare le proprie attività. I beneficiari sono dieci, i settori variano dalla ristorazione, all’abbigliamento e ai libri. «Si tratta di un risultato importante, raggiunto
in ampio anticipo rispetto ai tempi previsti, e che testimonia che in città c'è la volontà di fare impresa – commenta Beppe Pezzoni, assessore al Commercio –. Con il personale del Suap (Sportello unico attività produttive) abbiamo definito una strategia di sostegno vincente, esaurendo molto presto le somme a disposizione che abbiamo liquidato subito ai richiedenti grazie a una procedura allo sportello. Considero l’aiuto economico una boccata d’ossigeno, alla stregua di una pacca sulla spalla, che incoraggia i commercianti a guardare al futuro». I bandi #centro25 e Sto@ 2020 hanno, inoltre, contribuito a finanziare l’abbellimento di piazza XXV Aprile, con l’intervento che ha riqualificato
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INVESTIMENTO PREVISTO
l’accesso al centro di piazza Garibaldi, e già avviato un corso di formazione per i commercianti, erogato dal Cescot in collaborazione con l’Associazione commercianti, professionisti e artigiani trevigliesi. L’obiettivo è formare sull’utilizzo delle nuove tecnologie di promozione sul web. Infine, la mappatura della rete commerciale del Duc, realizzata con la condivisione della Camera di commercio di Bergamo e con la collaborazione di studenti dell’Istituto tecnico commerciale Vittorio Emanuele di Bergamo nell’ambito di un progetto di alternanza scuola lavoro, doterà l’Amministrazione comunale e l’Ascom, partner dell’intervento, di una banca dati digitale sempre aggiornata.
INVESTIMENTO AMMESSO E RENDICONTATO
14.200,00
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5.661,69
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RETROBOTTEGA di CARLETTA FEDERICA
14.640,00
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L.V. BARONE SNC di LUCA e VITTORIO BARONE
36.275,00
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10.000,00
AMBRA MASNARI e MARIKA TRAPATTONI SNC
16.050,00
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10.000,00
BONETALLI GESSICA MARIA
27.765,50
24.485,50
10.000,00
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3.848,60
2.694,02
CORNELLI L. e LOCATELLI C.
21.743,00
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10.000,00
ROVELLI ANDREA
12.987,00
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BERECA SRL
45.000,00
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LIMITED EDITION di LONATI DARIO
LIBRERIA TREVIGLIO di GABRIELA CASOLA e MARCELLA TONIOLO SNC
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IMPRESE
TREVIGLIO, CITTÀ DEI TRATTORI Museo e Archivio Storico: un tuffo nella storia di Same, l’azienda pioniera della motorizzazione agricola di Maurizio Lorenzi
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rancesco Cassani, il padre fondatore della Same insieme al fratello Eugenio, ne sarebbe certamente orgoglioso. Il Museo, inaugurato nel 2008, si dota oggi di una nuova veste in grado di esaltare al meglio la storia della società e della meccanizzazione agricola, attraverso prototipi e macchine in serie in perfetto stato di conservazione, corredate da materiale originale, testuale e iconografico. Una sfilata variegata di mezzi che attraversano un’epoca e fanno da ideale collante tra passato e futuro, saldamente ancorati all’anima di un’azienda che incarna al meglio lo spirito dei suoi padri fondatori e della loro famiglia. La scintilla scattò con la prima creazione, risalente al 1927, ovvero il trattore agricolo denominato “Cassani 40”, azionato da un motore diesel che, seppur non andando mai in produzione, permise
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di acquisire fondamentali competenze in ambito trattoristico e motoristico nell’ambito dei diesel veloci e che sfociò nella fornitura di motori per l’Aeronautica Militare. Fu allora che, di fatto, la famiglia riuscì nell’impresa di intaccare il monopolio tedesco (Bosh) della produzione di pompe per i diesel. Correva il 1942 quando nacque Same (Società accomandita motori endotermici) e iniziò la sua epopea imprenditoriale, testimoniata dai numerosi premi conseguiti dall’azienda, tra cui il “Seminatore d’Oro”, assegnato negli anni ’70 dal Presidente della Repubblica, dedicato ai pionieri e artefici della motorizzazione agricola mondiale. Alla sua morte, avvenuta nel 1973, Francesco Cassani consegnò ai posteri il suo testamento virtuale, nel quale tracciò le linee di continuità aziendali da cui si possono evincere i motivi dell’eccellenza marchiata Same,
capace da sempre di precorrere i tempi. Eccone alcuni significativi estratti: “Raccomando di non ingrandire troppo la fabbrica e di mantenere sempre un sufficiente cuscinetto finanziario di sicurezza onde far fronte ai momenti di crisi che non mancano mai in una azienda”; “Agire sempre con la massima imparzialità con i propri dipendenti e debellare con la massima energia l’insorgere di rivalità fra i collaboratori; essi devono ascendere nella gerarchia per merito e ispirati alla più schietta lealtà e onestà verso tutti”; “Avrei molte altre cose da dire, ma desidero chiudere la presente affidando alle persone che continueranno la mia opera il messaggio per una conduzione sana e onesta dell’azienda confidando nella loro saggezza e rettitudine”. Lungimiranza, meritocrazia, lealtà, onestà e umiltà. Valori senza tempo, merce rara per questo nostro, contraddittorio, Paese.
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n occasione della “XVII Settimana della cultura d’impresa 2018”, promossa da Confindustria e Museimpresa, Sdf group ha inaugurato la nuova versione del Museo Same e del nuovo Archivio Storico, oltre alla mostra dedicata all’house organ aziendale Same “4 Ruote motrici”. Sdf, con sede centrale proprio in Italia, nel cuore di Treviglio, è uno dei principali produttori mondiali di trattori, macchine da raccolta e motori diesel.
Distribuisce i propri prodotti con i marchi Same, Deutz-Fahr, Lamborghini Trattori, Hürlimann e Grégoire. Conta complessivamente 8 siti produttivi, 13 filiali commerciali, 2 joint ventures, 155 importatori e oltre 3.100 concessionari, occupando oltre 4.200 dipendenti nel mondo. Nel nuovo allestimento del museo spiccano i modelli storici di trattori che hanno contribuito alla storia della meccanizzazione agricola italiana, come il “Leone 75” e il “Delfino 35”, oltre alla Trattrice
“Cassani 40 hp” risalente al 1927. Nel contempo, l’Archivio Storico Sdf si è ampliato, sino a raccogliere oltre 40mila documenti, così come quello dei disegni tecnici, dotato di un numero impressionante (la stima è di 260mila) di progetti ed elaborati grafici. Per la ricchezza del patrimonio conservato, il Museo Same e l’Archivio Storico Sdf sono stati dichiarati nel 2010 “di eccezionale interesse storico” dal Ministero dei Beni, delle attività culturali e del turismo. (m.l.)
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DOPO L’EMERGENZA Il forte maltempo e il duro lavoro dei Vigili del Fuoco. In arrivo fondi per migliorare le dotazioni
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utto il nord ovest del Paese è stato recentemente messo a dura prova da eventi climatici quantomeno fuori portata. Dal 29 ottobre in poi – giorno in cui un vero e proprio nubifragio ha colpito anche Treviglio e dintorni – sono aumentati considerevolmente gli interventi dei Vigili del Fuoco Volontari. A parlarcene è lo stesso Ettore Premoli, alla guida del Distaccamento dal 2010 che, orgoglioso dei suoi ragazzi e fiducioso nella voglia di far bene degli aspiranti vigili del fuoco in via di formazione appena giunti nella nostra città, snocciola alcuni numeri dell’emergenza. «Il picco – dice Premoli – è stato registrato nelle ventiquattro ore successive alla tempesta abbattutasi nella Bassa bergamasca, con circa ottanta interventi effettuati dalle sei squadre composte da ventuno operatori scesi in campo per fronteggiare questa vera e propria emergenza e ripristinare sicurezza e viabilità. La maggior parte delle richieste riguardavano tetti e cornicioni caduti, alberi abbattuti dal forte vento, allagamenti, autovetture
bloccate dalla caduta di arbusti e rami». Il Distaccamento cittadino, ad oggi, conta ventisei unità ed otto mezzi specificatamente attrezzati per la risoluzione di molteplici tipologie di intervento: dall’incidente stradale in ausilio alle forze di polizia, allo spegnimento delle fiamme, all’allagamento. A fronte di tali e tanti impegni cui la quotidianità chiama questi volontari, il riconoscimento è sempre poco e, troppo spesso, l’opinione pubblica si accorge di loro solo al momento del bisogno. Da Regione Lombardia arriva la notizia che sono 13.824 gli euro a fondo perduto destinati al nucleo trevigliese: «Serviranno per acquistare dotazioni tecnico-strumentali indispensabili per l’attività degli uomini del Corpo», afferma l’Assessore Giovanni Malanchini, che sottolinea come l’Ente abbia ammesso la domanda presentata dalla locale Associazione di volontariato di Protezione Civile, Amici dei Pompieri. Lo stanziamento rientra nel più ampio provvedimento della Giunta regionale che ha previsto
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di Ivan Scelsa
700mila euro a sostegno delle attività degli oltre 1600 Vigili del Fuoco Volontari operanti in Lombardia (nel 2017 erano pari a 500mila). Ancora poco, ma è un passo avanti.
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SERVIZI
OMNIBUS 70: UN MODELLO DI SUCCESSO Il servizio gratuito di trasporto raggiunge numeri importanti. La soddisfazione dell’Assessore Prandina di Ivan Scelsa
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dati forniti sono quelli di settembre: 1.106 trasferimenti in un solo mese. È la stessa Amministrazione comunale di Imeri a comunicarlo, sottolineando come, in continuità con la precedente guida cittadina, anche quest’anno sia stato riconfermato Omnibus 70, il servizio gratuito che, dal 9 giugno scorso, è stato anche ampliato al sabato mattina grazie al supporto della Fondazione Same. Il trasporto consente agli anziani (accompagnati e non, nonni con i nipotini e anche con animali di piccola taglia) di essere accompagnati senza alcun costo ad effettuare visite mediche, terapie presso la struttura ospedaliera di Treviglio o alla vicina Casa Albergo o, più semplicemente, andare nel
centro storico per una passeggiata, fare la spesa, raggiungere l’ufficio postale, il medico di base, lo Sportello Unico oppure il cimitero. Tutto questo solo con una telefonata al numero di prenotazione della Società Sai – incaricata di fornire il servizio – con cui è possibile prenotare il passaggio del bus (dal lunedì al sabato alle ore 12 e il mercoledì pomeriggio dalle 16 alle 18 all’utenza 3472748878, ndr). Indicando l’orario e luogo, l’Omnibus 70, puntualmente, raggiungerà il domicilio indicato per portare il richiedente a svolgere le proprie necessità, oltre che ritornare presso la sua abitazione al termine delle incombenze. È l’assessore ai Servizi alla persona, Pinuccia Zoccoli Prandina, ad esprimere tutta la sua
soddisfazione per i risultati raggiunti dal servizio messo a disposizione dal Comune per la collettività: «Si è trattato, fin dall’inizio, di un progetto di grande utilità sociale ed è una preziosa ed indispensabile opportunità per tanti nostri concittadini. L’autonomia e l’integrazione delle persone anziane e diversamente abili sono una mission importantissima per la nostra Amministrazione comunale che impegna risorse rilevanti per questo progetto unitamente a Società Sai e Fondazione Same. Raggiungere la quota di 1.106 persone trasportate ci inorgoglisce, nella consapevolezza che il servizio Omnibus 70 facilita i rapporti interpersonali, la partecipazione alla vita sociale e l’autonomia, migliorando così la qualità di vita dell’anziano».
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SERVIZI
TREVIGLIO, PRONTO SOCCORSO AL PASSO CON I TEMPI Tutela della privacy, comfort e riorganizzazione per sveltire le prese in carico di Rosanna Scardi
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ntro giugno Treviglio avrà un nuovo pronto soccorso al passo con i tempi. «L’ospedale con un primo nucleo, costruito nel 1971, soffre la sua età, la ristrutturazione è necessaria – afferma Santino Silva, il direttore sanitario dell’Asst Bergamo Ovest –. Da metà gennaio l’accesso al pronto soccorso avverrà in una struttura esterna che abbiamo allestito. L’intervento, sia dal punto di vista strutturale, sia organizzativo, migliorerà di molto il servizio offerto all’utenza». Sono 55mila l’anno le persone che si recano al pronto soccorso, una ogni dieci minuti, con picchi previsti a Natale. Cinque i medici presenti dalle 8 alle 20, due la notte (su un totale di 200 tra Treviglio e Romano). I lavori, finanziati in parte dalla Regione, sono costati complessivamente 2,6 milioni di euro. Sarà resa più agevole
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l’area del triage, ovvero quella dove i pazienti sono smistati dagli infermieri dietro al vetro in base alla gravità del loro quadro clinico e all’urgenza, assegnando un codice bianco, verde, giallo o rosso. «Sarà collocata dove oggi ci sono i distributori automatici di caffè e snack – anticipa Silva –. In questo modo, verrà tutelata la privacy del paziente attraverso una vetrata che separa dalla sala d’attesa. Questa, a sua volta, sarà più grande e confortevole, limitando così possibili rischi epidemiologici». Saranno, inoltre, sostituiti tutti gli arredi, con nuove poltroncine e un impianto tecnologico più adeguato. Gli ambulatori verranno ristrutturati coinvolgendo altre aree: sarà creata una sala gessi e una di diagnostica radiologica tradizionale. «Così si avranno risposte più veloci su eventuali traumi senza doversi recare
in ortopedia», aggiunge il direttore. Un’altra sala permetterà di effettuare angiografie cerebrali in caso di sospetto ictus. «Qualora la terapia farmacologica non sia sufficiente, avremo la diagnosi per procedere al trasferimento del paziente agli Ospedali civili di Brescia o al Papa Giovanni XXIII di Bergamo – afferma Silva –. Contiamo di rinnovare anche il sesto piano di neurologia aggiungendo alla terapia d’urgenza o stroke unit e al reparto di degenza anche quello per la riabilitazione». Una nuova sede, più comoda e funzionale (soprattutto per i pazienti anziani e disabili), anche per il centro prelievi, già spostato al piano terra/-1, dopo il bar. Aree di accettazione e sale d’attesa sono separate, con due ambulatori e sei box prelievi. La vicinanza al laboratorio di analisi consentirà anche di migliorare la logistica per gli operatori.
SERVIZI
TREVIGLIO OVEST: PROSEGUE IL CANTIERE Posizionata la “Temporary Station”, la provvisoria sala d’attesa di Gianluca Buono
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replicato anche sul territorio, con lo scopo di evitare che gli snodi ferroviari diventino luoghi di degrado, isolamento e di emarginazione. Il cantiere ha preso il via il mese di settembre e durante tutto il periodo dei lavori i principali locali della struttura ultracentenaria (aperta il 3 novembre del 1908) rimarranno inagibili. Per ovviare al disagio causato e soddisfare le esigenze dei passeggeri, Rfi ha fatto allestire all’esterno un’area provvisoria adibita a sala d’attesa, la “Temporary Station”: inaugurata lo scorso 31 ottobre, accessibile al pubblico dalle 6 alle 22, è dotata di monitor informativi su arrivi e partenze, oltre a diffusori sonori, di una nuova validatrice per i biglietti e di servizi igienici. Un modo nuovo,
quindi, di trasformare il cantiere in un luogo di opportunità e di interazione sociale. Il restyling proseguirà fino alla prossima estate, con la realizzazione delle opere di consolidamento e le relative verifiche di stabilità, con la manutenzione straordinaria su solai, muri e la sistemazione del primo piano del fabbricato viaggiatori e della copertura. Il primo cittadino di Treviglio ha affermato: «Pur tra tante difficoltà, Rfi sta mantenendo gli impegni presi e il dialogo con l’Assessore Terzi, che ringrazio, è costante. A breve convocheremo nuovamente anche il Comitato Pendolari, per dar seguito ai precedenti incontri e alle proposte concrete di miglioramento del servizio».
PH G. BUONO
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hiusa da molti mesi, la seconda stazione ferroviaria trevigliese è pronta a rifarsi il look. Rete ferroviaria italiana durante lo scorso luglio, in una conferenza stampa organizzata a Treviglio, in presenza dell’assessore regionale alle Infrastrutture, trasporti e mobilità sostenibile Claudia Terzi e del Sindaco, Juri Imeri, aveva annunciato l’inizio dei lavori di riqualificazione della Stazione Ovest. Un investimento da 900mila euro, con la sistemazione del locale, della sua struttura, dei relativi arredi, ed il progetto di destinare parte degli spazi ristrutturati alle associazioni della città, in modo da rivitalizzare ulteriormente la zona. Un progetto che potrebbe essere
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FORMAZIONE
PIÙ SPAZIO PER I TALENTI DELLA CUCINA Nuova ala, super attrezzata, per la sede trevigliese dell’Abf. Open day il 15 dicembre di Raul Ricci
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assunzioni da non riuscire a far fronte alla mole di richieste provenienti da bar e ristoranti». Dopo tre anni si ottiene una qualifica professionale, dopo quattro il diploma di quarto livello europeo: il 70 per cento degli studenti a sei mesi dal termine dei corsi trova lavoro (per i ragazzi di terza media che fossero interessati il 15 dicembre, dalle 14.30 alle 17.30, si terrà il secondo open day). PH L. CESNI
rescita numerica di iscritti e ampliamento per il Cfp (Centro di formazione professionale), sede trevigliese dell’Abf, Azienda bergamasca formazione, ovvero la scuola professionale per la ristorazione della provincia. Il 13 ottobre c’è stato un importante taglio del nastro. Ai locali ristrutturati nell’ex Mozzali, già piccoli per le necessità degli alunni, si è aggiunta una nuova ala: è composta da una pasticceria, una cucina tradizionale molto grande (quella vecchia funzionerà da show cooking con dodici postazioni in stile “Masterchef”), un laboratorio di panificazione, una sala da pranzo e bar, oltre a sei aule moderne e attrezzate. In questo modo, i locali in affitto a Castel Rozzone non saranno più usati, concentrando tutte le attività a Treviglio. «Da 70 alunni, in cinque anni, l’istituto è passato agli attuali 372 divisi in 14 classi – spiega Silvia Spreafico, direttore –. La popolarità tra i ragazzi è altissima, attratti soprattutto da panificazione e pasticceria, mentre per operatore di cucina e di sala bar abbiamo risultati talmente elevati in termini di
Non solo. L’Abf organizza anche corsi serali, sia in ambito alimentare sia in altri settori come sicurezza e logistica, per aziende e adulti, disoccupati alla ricerca di una riqualificazione e semplici appassionati. Già Ettore Pirovano, quando era presidente della Provincia, aveva messo a disposizione 700mila euro per l’ampliamento. Il nuovo intervento, invece, ha richiesto due milioni di euro, finanziati da Fondazione Bergamasca per un milione, dalla Regione per 500mila e dalla Fondazione Istituti educativi per altrettanti. Il 22 ottobre è intervenuto lo chef italoamericano Bruno Serato per una lezione speciale agli studenti dell’Abf e dell’Istituto Zenale Butinone. Serato, figlio di veneti emigrati in Francia e poi a sua volta sbarcato nel 1980 negli Stati Uniti, dove ha iniziato a lavorare come lavapiatti per poi diventare capo cameriere e maitre, ha raccontato come da una cucina possa partire un grande progetto di solidarietà. Nel suo ristorante, dal 2005, prepara piatti di spaghetti al pomodoro per i bambini poveri di Los Angeles e ora ne serve quattromila al giorno. Un esempio virtuoso di come la cucina non sia solo buona, ma faccia anche del bene.
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AMBIENTE
IL VERDE CHE VINCE La diciannovesima edizione di “Città per il Verde” assegna a Treviglio un nuovo riconoscimento. A ritirarlo, il Sindaco Imeri di Ivan Scelsa
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reviglio si è aggiudicata il Premio “Città per il Verde” nella categoria dei Comuni tra i 15 e i 50mila abitanti, un riconoscimento – giunto per il progetto di valorizzazione del Parco del Maglio, in zona Nord – per cui, lo scorso 9 novembre, il primo cittadino Juri Imeri ha partecipato alla cerimonia di consegna nella prestigiosa cornice di Ecomondo-Key EnergyCittà Sostenibile, a Rimini. Il Premio – giunto alla sua diciannovesima edizione – è dedicato ai centri italiani che hanno investito impegno e risorse per migliorare il verde pubblico e la sostenibilità ambientale. Alla base dei criteri di assegnazione, è essenziale che i Comuni si siano distinti per realizzazioni o metodi di gestione innovativi finalizzati all’incremento del verde pubblico, con interventi di nuova costruzione, di riqualificazione o nei quali è stato privilegiato l’aspetto manutentivo ed il miglioramento delle condizioni ambientali del territorio, anche attraverso la valorizzazione dei rifiuti biodegradabili e compostabili. Da quest’anno il Premio accoglie anche le opere di altri enti pubblici e di strutture private a finalità pubblica che abbiano saputo valorizzare gli spazi verdi delle loro strutture, come gli ospedali con aree verdi terapeutiche, gli orti botanici e i giardini storici, o gli spazi naturali ubicati nei campus universitari. Il Comune di Treviglio, nella storia del riconoscimento indetto dalla casa editrice Verde Editoriale di Milano, si è aggiudicato per tre volte l'oro, con due piazzamenti assoluti ed un primo premio sulle iniziative di volontariato nel verde che venne assegnato a parimerito con il Comune di Torino nel 2016. Dopo il recupero dei due gelsi secolari in frazione Battaglie e la realizzazione del parco del Bollone (a cui vanno aggiunte una
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segnalazione per la pista ciclabile di via Canonica e per la realizzazione del comparto quattro in frazione Geromina), il primo gradino sul podio di quest’edizione è stato assegnato per la riqualificazione del Parco del Maglio.
IL PARCO DEL MAGLIO
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lavori di riqualificazione del Parco del Maglio, iniziati durante l’Amministrazione Pezzoni, hanno permesso a questo polmone verde nella zona Nord di cambiare volto. Negli ultimi anni – come sottolinea l’Assessore Mangano – il parco è stato reso fruibile grazie alla creazione di un percorso ciclo-pedonale ben illuminato e l’installazione di panchine. Recentemente è stato realizzato un intervento di riqualificazione della roggia dei Mulini con il consolidamento delle sponde (da via Papa Giovanni XXIII a via Vasco de Gama) e la messa a dimora di cento nuove piante. In primavera il Comune ha realizzato un nuovo accesso al parco con un percorso da via Mons. Bignamini, parallelo a quello già esistente.
CORSO SDA BOCCONI 2019 Il Soroptimist di Treviglio Pianura Bergamasca seleziona candidate per partecipare al Bando Bocconi 2019, emanato a livello nazionale nell’ambito del progetto decennale SI (Soroptimist International) “Educazione e leadership”. Le candidate non dovranno aver compiuto 29 anni al 2 marzo 2019, devono essere in possesso di laurea specialistica o magistrale, residenti o domiciliate nell’ambito territoriale del club e conoscere l’inglese. Le ammesse parteciperanno al corso “Essere leader al femminile. Costruisci la tua leadership con noi”. Il modulo (www.soroptimist.it) è da consegnare entro l’8 gennaio al club. Le domande di partecipazione saranno valutate da una commissione composta dalla presidente e da due socie da lei nominate. La commissione convocherà le candidate per un colloquio e compilerà una graduatoria. Da questa risulteranno la vincitrice e le altre candidate idonee, che in base all’ordine nella lista, potranno subentrare alla giovane selezionata nel caso di rinuncia di quest’ultima. (r.s.)
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VIABILITÀ
TANGENZIALE,
UNA CORSA CONTRO IL TEMPO Ancora in pausa i lavori dell’arteria stradale attesa dagli anni ‘60
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n tour de force per evitare altre complicazioni su quei 2,6 chilometri della tangenziale rimasti in standby in un cantiere abbandonato da più di 2 anni: Città Metropolitana dovrà affidare i lavori con gara pubblica necessariamente entro al fine del 2018 per non incorrere in altri ritardi. “Gli uffici stanno lavorando per giungere al bando entro fine anno, diversamente bisognerebbe attendere l’approvazione del consuntivo”: conferma, così, l’ex Provincia di Milano il rischio di una disfatte sulle tempistiche annunciate. Il Sindaco di Cassano d’Adda è tranquillo, confida pienamente nell’impegno preso da Città Metropolitana: «Per poter impegnare le risorse a disposizione si devono avviare le procedure di gara entro il 31 dicembre – spiega il primo cittadino, Roberto Maviglia –. Nella remota ipotesi in cui non ci si riesca, quelle cifre andranno riaccertate nel bilancio consuntivo. Noi insisteremo affinché l’affidamento
venga fatto entro fine anno, è questo l’impegno preso da Città Metropolitana. Va detto – prosegue – che si sta rispettando quanto stabilito. Si procede, infatti, a definire l’affidamento dei lavori per l’apertura del primo tratto di strada; si attende ora per fine anno il via all’assegnazione del bando di gara per la conclusione delle opere». La vicenda fa nascere qualche malumore: «Nella riunione di fine luglio – chiariscono in maggioranza – il vice sindaco di Città Metropolitana aveva sostenuto che le coperture erano inserite nel bilancio triennale da poco approvato. Non si spiega, dunque, questa novità, ossia che tutto possa finire in avanzo di bilancio». Obiettivo che non può e non deve essere mancato secondo l’opposizione politica: «Sarebbe scandaloso non riuscire a centrare questo traguardo e perdere altro tempo – sostiene Elena Bornaghi della civica "Cassano Obiettivo Comune" –. La politica perderebbe la sua credibilità, ma a rimetterci sarebbero ancora una volta i cittadini, e qualcuno dovrebbe
poi spiegarci i motivi di un eventuale mancato mantenimento degli impegni di cui abbiamo discusso in Città Metropolitana». L’interrogativo che sono in molti a porsi è quello di capire quale possa essere il vero problema per non consentire la ripresa dei lavori, una perplessità che nasce all’indomani delle dichiarazioni del vice sindaco di Città Metropolitana, Arianna Censi: «Le coperture finanziarie ci sono tutte, si tratta solo di dare il via alle gare pubbliche per terminare i due tronconi della tangenziale». Non aiuta di sicuro ad avere fiducia nelle dichiarazioni rese note da Città Metropolitana la mancata convocazione dell’assemblea pubblica annunciata ai capi gruppo del Consiglio di Città Metropolitana e quelli del Consiglio comunale di Cassano. La Censi aveva, infatti, rassicurato i politici metropolitani e quelli del comune cassanese sulla volontà di convocare entro il mese di ottobre un incontro per spiegare ai cittadini la reale situazione della tangenziale cassanese. Un evento caduto nel dimenticatoio, luogo in cui sono oramai in molti a pensare possa finire anche il progetto della nuova arteria stradale, attesa dagli anni ’60.
PH S. DATI
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di Stefano Dati
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URBANISTICA
TREVIGLIO:
LA VOCAZIONE DI PIAZZA SETTI di Fabrizio Orsini
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a città si accinge a far compiere i primi sei mesi di vita alla sua più contestata opera pubblica: Piazza Setti. Una trasformazione urbanistica che ha visto impiegate forze economiche oltre la misura per una realtà così piccola come Treviglio, che già ha sul libro paga l’edificio dell’ex-Upim, in Piazza Garibaldi e altre iniziative che, comunque, mostrano un terreno vivace e ricco. Uno degli argomenti che di solito non viene mai preso in considerazione quando si progetta la città è quello che genericamente viene chiamata la vocazione di un luogo. Piazza Garibaldi, per esempio, fino a quando non è arrivato
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il ristorante, faticava a trovare un ruolo urbano. La sola gelateria e il bar al primo piano non riuscivano a reggere il peso del grande vuoto che l’edificio non era riuscito a colmare con il Tnt, che si è poi mostrato necessario alla territorio. Il progetto di Giorgio Grassi, figlio di un concorso vinto ai tempi di Giorgio Zordan, metafisico e silenzioso, come e se non peggio della Casa del Fascio di Terragni a Como, capolavoro indiscusso dell’architettura razionalista italiana, soffriva del ruolo esageratamente aulico che si voleva dare all’edificio. Si discusse per anni se quel “Palazzo della ragione” in mezzo al paese fosse giusto corredarlo con negozi o “qualcos’altro” che però
si faticava a individuare, con il solo scopo di riempire quel volume loggiato a tutto tondo che era stato concepito dall’architetto milanese. Anche in quel tempo si pensava su come trasformare il sotterraneo, che era pur grande, e si invocava la possibilità di ottenere un “teatro”, come riscatto dalla distruzione del teatrino che fu demolito per dare spazio all’Upim, cui nessuno ai tempi pare gridasse in difesa. Un’analoga sorte sembra colpire anche piazza Setti, che, pur essendo un parcheggio interrato con un teatro in superficie, praticamente presenta la stessa problematica di Piazza Garibaldi: è letteralmente vuota, in quanto, nonostante i giochi e le sedute
che accolgono molti giovani e bambini, specie d’estate, non è diventata altro che la grande panchina di Treviglio, benché non accada nulla se non per volere di chi fa spettacolo. Colpe all’Amministrazione non mi pare di poterne dare, così come ai trevigliesi, che si trovano innanzi a un grande spazio con il quale non sono abituati a convivere. Il progettista Giampaolo Gritti, dopotutto, ha fatto il suo dovere e forse anche di più. Probabilmente ora serve un gesto dei commercianti, un balzo coraggioso per fare in modo che la piazza possa avere un punto di riferimento al suo interno che la mantenga viva anche durante i mesi più freddi e le ore più tarde. Sarà però necessario cominciare a scandagliare lungo il versante delle associazioni che si occupano di spettacolo per sfruttare lo spazio e favorirne le sue doti. Qualcuno suggeriva che senza un ristorante la piazza rimarrà tristemente come prima del progetto, un grande vuoto per le macchine, ma in questo caso, ben arredato. La politica, però, è anche scintilla per far divampare quello che storicamente a Treviglio si dice che stia “sotto la cenere”.
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I.P.
ZIO NINO TERRA, GUSTO FINO ALL’ULTIMO MORSO Il ristorante nel cuore di Treviglio propone piatti di qualità e dal prezzo ragionevole
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opo il successo consolidato dell’osteria di pesce fresco, lo scorso giugno ha aperto “Zio Nino Terra”. A ispirare i titolari, Paolo Vighi e Natalia Gulyk, è la stessa filosofia: «Desideriamo che i nostri clienti siano soddisfatti per l’ottimo rapporto qualità prezzo», affermano. Il ristorante si trova nel cuore di Treviglio, in uno stabile del 1500, all’interno di una corte, in via Roma 10, dalle pareti impreziosite con gli affreschi di Giulio Romano, allievo di Raffaello. Un locale che si presta bene anche a ospitare eventi come banchetti per cresime e comunioni, oltre a festeggiare il Natale e Capodanno fuori casa. In quest’atmosfera unica, i carnivori sono appagati dai prodotti migliori,
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con il supporto di macellai esperti, che curano i tagli classici come filetti, tagliate, costate di manzo da 500 grammi, fiorentine di scottona, costine di agnello. La carne è cotta su una speciale griglia a pietra lavica che combina il riscaldamento a fiamma con le proprietà di diffusione di calore del materiale vulcanico. Da provare, il filetto di canguro, dal sapore simile a quello della carne di cavallo, ma più deciso, senza grasso, tutto muscolo e sangue. Immancabili, per gli amanti della tradizione, i piatti tipici della cucina lombarda preparati a regola d’arte secondo le antiche ricette. Nella stagione più fredda sono richiestissimi l’ossobuco, il brasato, la trippa, la cassoeula di maiale e verze, ma anche la polenta con funghi chiodini nostrani e taleggio dop. I formaggi sono a chilometro zero, provenienti dal caseificio Invernizzi. Il menù può essere quello del giorno, al prezzo fisso di 10 euro, che comprende un primo e un secondo, più verdure a scelta dal buffet e acqua. Oppure, si può scegliere dalla carta, che propone aggiornamenti quotidiani. Gli antipasti comprendono sempre una vasta scelta tra taglieri di salumi con focaccia rustica, di formaggio con confetture e mostarda, bruschette dello chef, carpaccio di manzo scottato sul letto di radicchio, uova al tegamino con tartufo nero. I primi vanno da piatti semplici, ma gustosi, come tagliatelle fresche al ragù di salsiccia, casoncelli, pasta e fagioli, fino al principe della tavola, il raffinato risotto al tartufo nero. Bontà fino all’ultimo morso per chi sceglie il controfiletto al pepe verde e il brasato al vino rosso accompagnato dalla polenta. I più piccoli gradiranno sicuramente l’hamburger di razza chianina con patatine e ketchup. Altri piatti possono essere preparati a richiesta, come i flan o sformati, a base di verdure e formaggio, arricchiti da salse, a piacere. Ampia scelta anche sulla selezione di vini, a seconda delle pietanze. La carta copre tutto il territorio nazionale anche con alcune proposte alla mescita. I coperti sono una settantina. Chiuso il lunedì. “Zio Nino Terra” è presente con una propria pagina su Facebook e Instagram. Info e prenotazioni allo 0363 273787 o scrivendo a info@osteriadazionino.com.
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EFFICIENZA ENERGETICA Bando Lumen: dalla Regione 36 milioni di euro
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di Gianluca Buono
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aranno cinque i Comuni bergamaschi a beneficiare del bando regionale Lumen: approvata la graduatoria degli ammessi al finanziamento promosso da Regione Lombardia per fornire una risposta all’esigenza d’innovazione degli impianti di illuminazione pubblica, migliorandone l’efficienza e riducendo l’inquinamento luminoso attraverso l’uso di tecnologie volte al risparmio. Canonica d’Adda, Orio al Serio, San Giovanni Bianco, San Pellegrino Terme e Treviglio rientrano tra i 125 Comuni lombardi che usufruiranno del contributo di finanziamento di oltre 36 milioni di euro. L’importo verrà ripartito dalla Regione sulla base dei progetti presentati, tenendo conto di determinati
ORIENTAMENTO SCOLASTICO Presentati ai futuri studenti gli istituti di secondo grado e di formazione professionale di Gaia Bonomelli
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reviglio Orienta”: il 17 e 18 novembre sono state le giornate interamente dedicate ai futuri studenti delle superiori. In occasione dell’evento, il PalaFacchetti ha ospitato circa diciotto istituti del territorio. I ragazzi e i rispettivi genitori sono potuti entrare direttamente a contatto con le scuole parlando sia con i docenti che con alcuni studenti. «Tantissimi giovani non si sono persi questo appuntamento. Per ora possiamo ritenerci soddisfatte. Cerchiamo di promuovere la nostra scuola ma soprattutto di rispondere a qualsiasi domanda che ci venga posta» raccontano due frequentanti del
criteri d’efficienza riguardanti l’abbattimento dei costi di gestione. Massimo Sertori, assessore regionale agli Enti locali, montagna, piccoli comuni e risorse energetiche, ha dichiarato: “A fronte di un importo complessivo dei lavori di oltre 124 milioni di euro, Regione Lombardia finanzia con risorse importanti ben 125 Comuni selezionati. Lo stanziamento messo a disposizione in origine era di 20 milioni, ma abbiamo ritenuto di dover rispondere a tutte le domande ammissibili”. Soddisfatto anche il Consigliere segretario Giovanni Malanchini: “Con questi progetti si potrà migliorare l’efficienza del sistema di illuminazione e risparmiare risorse dai bilanci comunali. I progetti consentiranno, inoltre, di integrare servizi aggiuntivi, quali la videosorveglianza degli edifici pubblici e interventi di miglioria sull’aspetto tecnologico. Complimenti all’Assessore regionale Massimo Sertori – ha concluso Malanchini – per aver permesso questo finanziamento a pochi mesi dall’insediamento, sbloccando il bando fermo per via di un ricorso”.
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secondo anno dell’Istituto Facchetti di Treviglio. All’interno del palazzetto dello sport sono stati disposti gli stand delle varie scuole che, con opuscoli e gadget a disposizione degli ospiti, hanno presentato i propri indirizzi e programmi. Tra i tanti, presenti: il Liceo Statale Galileo Galilei di Caravaggio; gli istituti trevigliesi Collegio degli Angeli, Archimede, Oberdan e il liceo Simone Weil; l’Istituto Superiore G.B. Rubini, l’Enaip e il Centro Studi Teorema di Romano di Lombardia. «Ogni anno riscontriamo molto successo per quanto riguarda l’affluenza a questo incontro. I successivi risultati sono visibili anche nelle iscrizioni che gli istituti a Treviglio e nel territorio circostante riportano» dice Gianfranco Colombo, responsabile dell’ufficio sport. L’iniziativa viene riproposta ogni anno ed è sempre a ingresso libero. Grazie a queste giornate i giovani possono farsi un’idea più chiara e scegliere la scuola alla quale si iscriveranno, ricevendo consigli e informazioni da professionisti e studenti.
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PRONTE LE VARIANTI AL PGT Attenzione alla riqualificazione del centro storico e al recupero delle aree dismesse della città
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di Stefano Dati
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l 19 ottobre scorso il Sindaco di Cassano ha chiamato a raduno la cittadinanza – poca la partecipazione, per la verità – per illustrare le proposte da portare in Consiglio sull’approvazione delle variazioni al Pgt (Piano di governo del territorio). Con il via libera del nuovo elaborato, l’intento dell’Amministrazione comunale è quello di ottenere un documento urbanistico più snello e di facile lettura, che porti a riqualificare il centro storico cittadino e altre zone della città, mettendo mano alle aree dismesse che da tempo fanno da parcheggio a progetti edilizi mai messi in atto. «L’Amministrazione – spiega Simona Merisi, assessore all’Urbanistica e
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edilizia privata – sta semplicemente cercando di sbloccare il recupero del centro storico fermo da troppo tempo, nonostante gli incentivi introdotti nel Pgt del 2013 fortemente richiesti dalla cittadinanza. Intendiamo adottare soluzioni innovative e premiali a disposizione di chiunque ristrutturi aree degradate e nel contempo realizzi interventi d’interesse pubblico; citando alcuni esempi: sistemazione e cessione al Comune di piazze, parcheggi, porzioni degli immobili ristrutturati e così via, che si inseriscano nel più generale progetto di recupero del centro storico». Riflettori, dunque, puntati su vecchi edifici in piazza Cavour e il cantiere fermo in via Mazzini, a pochi passi dalla chiesa di Sant’Antonio.
Le due aree appartengono alla stessa società alla quale l’Amministrazione è pronta a concedere la possibilità di spostare la volumetria edificabile in altre zone cittadine, in cambio della riqualificazione, a spese dell’imprenditore, di quelle centrali in spazi pubblici a beneficio di tutti. La variante al Pgt mette mano anche all’area della caserma dei carabinieri e al rilancio del centro commerciale L’Agorà. Nelle proposta da portare in Consiglio comunale trova ampio spazio la questione dell’ex cinema Giardino. La struttura fatiscente, presente sulla via principale della città, è di proprietà della parrocchia, ma per riqualificare quell’area interviene il Comune che tende una mano alla curia
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affinché si chiuda la pratica edilizia in corso con l’unico imprenditore interessato all’operazione. L’esecutivo politico è disposto a concedere il trasloco della volumetria edificabile, con le stesse modalità spiegate sugli interventi di riqualificazione del centro storico, tuttavia trova qualche ostacolo da superare nella
sua stessa maggioranza politica: per alcuni Consiglieri non è giustificabile tutta l’operazione che considerano a beneficio dell’imprenditore interessato. Novità anche per l’area dell’ex Linificio, classificata come opera archeologica industriale: la sua riqualificazione dovrà passare al vaglio della Soprintendenza, mentre non arrivano né conferme, né
smentite, da parte del Comune e della proprietà di quel terreno, sul possibile interessamento di un’Ati (Associazione temporanea di imprese) a realizzare in quell’angolo cittadino un villaggio per anziani. Un’eventualità, quest’ultima, che porterebbe a rivedere l’intero progetto del recupero dell’area ex Linificio già approvato.
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di Stefano Dati
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conti per la gestione del TeCa (Teatro Cassanese) sono in rosso: nonostante siano stati inseriti nel programma del primo semestre 2018 spettacoli a pagamento, l'auditorium segna un bilancio in negativo. Sfiorano i 100mila euro i denari pubblici utilizzati per sostenere le attività al TeCa, che vanno dalle rappresentazioni teatrali ai concerti e altro ancora. Gli incassi al botteghino per gli eventi a pagamento nel primo semestre dell’anno raggiungono la cifra di poco superiore agli 11mila euro, ingresso gratuito invece per il periodo da settembre a dicembre 2017. Una perdita che non spaventa l’esecutivo politico: pronta la programmazione autunno inverno, ancora con gestione comunale, che difficilmente potrà risanare il buco nero nei conti. Tutto ancora da chiarire, invece, il futuro gestionale del nuovo palazzo pubblico
a partire dal 2019. L’opposizione ha dato battaglia in Consiglio: «Nonostante il Sindaco abbia più volte dichiarato di informare correttamente i consiglieri dell’opposizione – sostiene il Consigliere Elena Bornaghi – constato che ancora una volta apprendiamo dalla stampa locale determinate notizie che riguardano l’interesse di tutta la città. Detto questo, ritengo doverosa una verifica di costi e ricavi, oltre che della fruizione di pubblico, sia per quanto riguarda gli intrattenimenti che per la richiesta di utilizzo da parte di privati e associazioni. Il Consiglio comunale deve esserne messo a conoscenza per poter valutare la sostenibilità economica del TeCa, pensando a quella che dovrà essere la gestione futura. Un’opera pubblica così onerosa deve diventare una risorsa, non solo un costo». Critica anche la posizione di Forza Italia: «La gestione comunale sperimentale del
TeCa si sarebbe dovuta finanziare da sola, utilizzando gli incassi d’esercizio – afferma Andrea Savino, coordinatore locale – ricordando quanto a suo tempo aveva dichiarato il Sindaco, ed invece, mi pare di capire, che ci troveremo davanti ad un bilancio emorragico. Tanti e troppi i denari dei contribuenti spesi in nome del TeCa. Ritengo sia doveroso e necessario procedere immediatamente a predisporre un bando serio, sostenibile e attrattivo, per assegnarne la gestione completa, sollevando così la città da ulteriori costi per questa nuova struttura pubblica che già a partire dalla sua realizzazione è stata fonte di problemi, soprattutto in fatto di sicurezza». Costi a parte, il teatro cassanese, sin dalla sua apertura, è stato al centro di polemiche sulla sicurezza, evidenziate dalle numerose cadute al suolo in quella struttura e della mancata concessione definitiva dell’agibilità.
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TERRITORIO
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LOMBARDIA a cura di Ivan Scelsa
SICUREZZA NUOVI AGENTI SULLE STRADE Il Viminale ha annunciato l’arrivo in Regione di 279 agenti per la Polizia di Stato. Il Governo ha così confermato il piano di rafforzamento della presenza sul territorio con l’obiettivo di migliorare l’organico di tutte le Questure d’Italia. Di questi, saranno 47 gli uomini e le donne del Corpo che raggiungeranno la provincia, con una distribuzione che ne assegnerà 36 alla Questura di Bergamo, 5 alla Polizia Ferroviaria, 5 al posto di Polizia Aeroportuale di Orio al Serio ed uno alla Polizia Postale. I rinforzi dovrebbero raggiungere le sedi nel mese di febbraio 2019, portando così a oltre diecimila le unità di poliziotti presenti in Lombardia, a cui vanno sommati i 9.575 carabinieri ed i 6.073 finanzieri.
LA DELEGAZIONE CINESE A TREVIGLIO Il Vicesindaco Pinuccia Prandina ha ricevuto una delegazione di rappresentanti della Contea di Linshu, nella Repubblica Popolare Cinese, che aveva già fatto tappa nella nostra città per la sottoscrizione di una dichiarazione di intenti finalizzata all’avvio di una relazione cooperativa amichevole favorita dalla presenza – a Treviglio come in Cina – del gruppo Sdf. L’obiettivo è quello di sostenere la collaborazione economica e commerciale fra le imprese di entrambi i centri nel campo del commercio, degli investimenti, della tecnologia e della tutela ambientale. Dopo aver visitato il Municipio, accompagnati da Paolo Ghislandi, direttore Risorse Umane e Comunicazione di Sdf, la delegazione ha visitato anche il Museo Verticale per conoscere la storia di Treviglio.
LOMBARDIA BORSE DI STUDIO E TIROCINI RETRIBUITI La Regione ha stanziato nuovi fondi da destinare a borse di studio e tirocini, continuando così ad avvicinare i giovani più meritevoli alle istituzioni, offrendo loro la possibilità di migliorare la propria formazione. Anche quest’anno l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Lombardia ha approvato la delibera con la quale vengono destinate le risorse necessarie per l’attivazione di tirocini formativi e di orientamento a favore di neolaureati e di borse di studio per tirocini curriculari, riservate a studenti universitari iscritti all’ultimo anno del corso di laurea. Complessivamente si tratta di 660mila euro che finanzieranno le borse di studio già in essere e che si concluderanno nel 2019, così come quelle che verranno attivate negli anni successivi. 36
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MALTEMPO GLI INTERVENTI A causa del tifone che ha investito anche Treviglio e la Bassa bergamasca si sono succeduti diversi sopralluoghi da parte delle autorità locali e regionali, volti a verificare le criticità. Tantissimi gli alberi abbattuti, la cartellonistica divelta, linee elettriche ed autovetture danneggiate, scuole ed aziende rimaste senza coperture. Tra le strutture che hanno subito più danni vi è la Cascina Ganassina, la fattoria dell’Agraria Cantoni. Al tempestivo intervento dell’Amministrazione comunale ha fatto seguito quello della Provincia e della Regione, che hanno messo in campo le proprie forze per affrontare l’emergenza, valutando come ridurre al minimo i disagi provocati dal maltempo. Dal Pirellone, così, arriveranno 89mila euro ai Gruppi di Volontari di Protezione Civile che operano sul territorio, facenti parte di 500mila euro stanziati a favore di Comuni e Comunità Montane colpiti dal maltempo.
L’ACI BERGAMO COMPIE 90 ANNI È il Presidente dell’Automobile Club Bergamo, Valerio Bettoni, a delineare quello che è stato, che rappresenta e che diventerà l’Aci orobica. L’occasione è quella dei festeggiamenti per i 90 anni di attività che, lo scorso 5 novembre al Teatro Creberg del capoluogo, sono stati ricordati in una serata tra musica ed interventi di alcuni testimonial del motorismo bergamasco, tra i quali il campione Giacomo Agostini ed il Presidente nazionale dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani. Nei giorni precedenti, lo stesso Bettoni si era soffermato sulla situazione debitoria dell’Aci bergamasca verso la sede centrale di Roma e dell’attento lavoro in corso per diminuirlo gradualmente. Tornando alla serata – il cui fine è stato anche benefico, a favore delle iniziative promosse dalla locale sezione dell’Associazione Alpini – coinvolgenti le onde sonore degli artisti bergamaschi Gianluigi Troversi, Gianni Bergamelli, Umberto Bernini, Elena Bertocchi, Patrizia Gregis, Emanuel Briccoli e le divertenti parentesi comiche di Carlo Bianchessi, artista della scuola milanese, già protagonista di Colorado Cafè.
“MEZZALUNA”: RIASSETTO MORFOLOGICO ED INFRASTRUTTURALE L’incontro pubblico (il primo in città per il neopresidente della Provincia Gafforelli) è stato promosso dalla lista civica “Con Mangano per Treviglio” e dal circolo “Nuova Italia” lo scorso 10 novembre nello spazio Meno Uno di piazza Garibaldi. Riaperto il dibattito sul Piano territoriale coordinamento provinciale, alla base di quell’area a sud di Treviglio che comunemente viene definita “Mezzaluna” per la sua particolare forma. Al centro del progetto, presentato dagli architetti Roberto Assanelli, Enzo Bottinelli e Mario Camizzi, una zona di interesse strategico comprendente la stazione ferroviaria, la possibilità di creare un grande parco urbano e le tangenziali a sud e ad est, indispensabili per migliorare la viabilità anche per l’ospedale, snellire il traffico sulla SS11 e su viale Piave, oltre a creare un’alternativa viaria esterna che da Caravaggio arrivi a est del quartiere Bollone, verso Bergamo. Un argomento importante, su cui Gafforelli è stato ripetutamente incalzato sia dal Sindaco Juri Imeri che dall’Assessore Basilio Mangano, entrambi convinti del valore del progetto e del territorio in questione. IL MAGAZINE DI TREVIGLIO E GERA D’ADDA
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SPORT
NEWS a cura di Gianluca Buono
DERBY BERGAMASCO PER IL TREVIGLIO RUGBY CLUB Non è ancora giunto il momento per la prima vittoria del Treviglio Rugby Club. Dopo l’esordio contro il Sesto San Giovanni, i seniores guidati dall’allenatore Marco Piccini hanno affrontato il Rugby Lecco – con una buona partita disputata, sprecata per via dei minuti iniziali –, il Rugby Seregno e il Delebio Rugby, incassando tre sconfitte. Non mancano comunque gli aspetti positivi: ottima la tenuta fisica dei giocatori e l’impegno mostrato in campo da parte dei giovani atleti, la base su cui costruire e ripartire. Il campionato ricomincerà domenica 2 dicembre, con l’attesissimo derby contro il Rugby Bergamo.
TREVIGLIESE PRIMA IN SOLITARIA Uno splendido novembre per la Trevigliese: ad inizio mese infatti è arrivata la grande vittoria contro il Senna Gloria, la quinta consecutiva, grazie ad una splendida prestazione, con conseguente conquista del primo posto in classifica. Il mezzo passo falso allo stadio Zanconti nella sfida successiva, pareggio a reti inviolate e molte occasioni mancate contro il Real Melegnano, non ha impensierito troppo i ragazzi di Cristian Redaelli: difatti, dopo solo una settimana, la Trevigliese è tornata nuovamente in testa alla classifica, in solitaria, sconfiggendo l’Union Basso Pavese in trasferta, grazie ad una doppietta di Daniele Rulli, sbagliando anche un rigore con Garbero. A circa un terzo del campionato, le prestazioni e la continuità della squadra hanno dimostrato che i tifosi possono sognare.
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BLU BASKET ANDREA PECCHIA MIGLIOR UNDER 23 SERIE A2 Grandissima prima vittoria in trasferta per la Blu Basket Treviglio che contro la capolista Agrigento ha giocato la miglior partita stagionale dopo il derby al cardiopalmo, vinto nel finale contro la Bergamo Basket. Grande trascinatore capitan Andrea Pecchia (successore di Davide Denegri), insignito all’unanimità del Premio Reverberi (l’Oscar del Basket, assegnato annualmente dal Comune di Quattro Castella – sede fin dalla prima edizione del riconoscimento, istituito nel 1985 per ricordare il grande arbitro Pietro Reverberi –, insieme a Fip e alla Lega Basket, e che copre tutte le categorie coinvolte) come miglior giovane italiano. La cerimonia di premiazione si terrà il prossimo 18 febbraio in presenza dei principali nomi del basket italiano. La Blu Basket durante il mese di novembre ha, inoltre, dovuto sostituire Jamal Olasewere, in attesa di un suo pieno recupero, tesserando l’ala slovena Mitja Nikolic, subito ottimamente inserito nella squadra.
NEW VOLLEY ADDA: FILOTTO DA 3 VITTORIE Vittoria numero tre per la Nva che ha respinto non senza difficoltà l’assalto della Pallavolo Gardonese. Incontro non facile per le cassanesi: dopo aver dominato il primo set nel corso del quale si è ammirato l’ottimo fondamentale del muro, si è fatta sfilare il secondo alle battute decisive. Dopo la falsa partenza nel terzo, coach Santina ha rimescolato le carte, pescando dalla panchina. La formazione rimaneggiata è stata poi in grado di confermarsi andando a prendersi il quarto e la vittoria. Una buona gara sia dal punto di vista agonistico sia da quello tecnico, con buone manovre offensive e l’ottima intesa tra le ragazze.
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PERSONAGGI
GIANFELICE FACCHETTI: LA MIA TREVIGLIO di Maurizio Lorenzi
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oliedrico, tumultuoso e artisticamente sempre in movimento. Gianfelice Facchetti ha un’anima cassanese regalatagli dal padre Giacinto, bandiera storica dell’Inter dei trionfi calcistici a cavallo tra gli anni ’60 e ’70. Lo incontriamo in un bar nel centro di Milano, città dove vive ormai da vent’anni. Drammaturgo, regista teatrale, scrittore: esiste una definizione che ti possa inquadrare, senza limitare il tuo raggio d’azione? In realtà potrei essere tutte queste cose messe insieme, anche se sono solo uno che segue le sue passioni e cerca di dare forma alle emozioni che suscitano in me le storie delle persone in genere. Ad ogni modo, credo che il mio habitat naturale sia il teatro, per cui se proprio devo, scelgo “registra teatrale”.
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Da dove nasce questa tua passione per l’arte, a trecentosessanta gradi? Forse tutto nasce dall’esigenza interiore di comunicare con gli altri e riportare su un palcoscenico teatrale ciò che si visualizza talvolta nella mia mente e che cerco poi di rendere concreto attraverso la recitazione. Cosa ricordi della tua infanzia tra Cassano d’Adda e Treviglio? Sei rimasto legato a questa città? Sono molto legato ai luoghi in cui sono cresciuto. Mio padre adorava la campagna e quegli ambienti modello “L’albero degli zoccoli” dispersi nel verde della Pianura Padana. Nei pomeriggi liberi, mi portava spesso a vederli, sognando un giorno di andarci a vivere. In questi posti ci torno per fare delle lunghe passeggiate, rivivendo a modo mio quegli spaccati d’infanzia.
Siamo ormai prossimi al Natale, cosa ricordi delle sacre festività della tua gioventù? Esiste un parallelo con quelle attuali? Nella nostra casa di Cassano d’Adda avevamo un albero di Natale gigantesco cracconta sorridendo –. Era diventato famoso perché era riconoscibile a chilometri di distanza. Quei Natali erano molto più godibili, ci si ritrovava tutti insieme alla stessa tavola, parenti compresi, e si condivideva una giornata speciale, semplicemente restando uniti. Non c’era come oggi la frenetica corsa ai regali o il dovere di fare la spola da una casa all’altra per portare i bambini a salutare tutti quelli che li reclamano. Ora è tutto diverso e per certi versi la gente spera che arrivi in fretta il 27 dicembre, quando si può tirare il fiato, soprattutto pensando ai bambini.
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Alcune curiosità a raffica. Cosa rappresenta per te l’Inter? L’Inter è, e sarà per sempre, la mia squadra del cuore. Impossibile che sia diversamente. Quanto ti rispecchi nel suo noto e imprevedibile incedere sportivo? Devo smentire questo credere comune: l’Inter è una squadra molto più regolare di altre, che ha distribuito in ogni decennio sportivo le sue vittorie. Certo, con alti e bassi, ma quali squadre non ne hanno avuti? Ammetto che a volte diventi improvvisamente impronosticabile, ma proprio così “pazza” non direi! Per chiudere, cosa farà da grande Gianfelice Facchetti? Veramente sono già grande, eccome – risponde dopo averci pensato un po’ –. Credo che in futuro continuerò a seguire
l’istinto assecondando le mie intuizioni. Quali in particolare? Penso che a breve lo scoprirò anche io... Gianfelice Facchetti si forma presso la scuola di teatro di Quelli di Grock. Collabora con la Casa Circondariale di Monza e l’Istituto dei ciechi di Milano, è fondatore e regista della Compagnia teatrale Facchetti-De Pascalis, insieme all’attore Pietro De Pascalis. Attualmente porta in scena lo spettacolo “Eravamo quasi in cielo”, scritto insieme a Marco Ciriello, un racconto sul Campionato di calcio 1943-44 vinto dai Vigili del Fuoco della Spezia. Ha recitato nelle fiction televisive “Il grande Torino”, “Il Pirata - Marco Pantani”, “I colori della gioventù” e “Anita Garibaldi”, oltre che nel film per il cinema “L’aria del lago”. Collaboratore de Il Corriere della Sera, Sportweek e La Gazzetta dello Sport,
nel 2012 ha vinto il “Premio Bancarella Sport” con il libro “Se no che gente saremmo” edito da Longanesi. È ospite fisso a “La Domenica Sportiva”, sui canali Rai, con la rubrica “Facchetti Football Club”.
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DIVERTISSEMONDE È CAMBIARE I CONFINI GEOGRAFICI Marco Travali ci apre le porte di abitazione e studio, stracolmi di pezzi vintage e mappe di Rosanna Scardi
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nello studio dell’artista c’è una treccia composta con le parti di tante mappe della capitale, altre, azzurre, riguardano mari, oceani e loro isole. Possono essere abbinamenti di porzioni di territorio oppure solo cromatici. Ma c’è anche chi richiede a Travali di comporre una città o regione. Sopra il suo studio c’è la sua abitazione, che farebbe la felicità di qualunque bambino ne varchi la soglia, stracarica di giochini e mostri stipati nelle vetrinette, mobili vintage, come un calcio balilla argentino e locandine di film di fantascienza. Soldatini e pupazzi, spesso, sono alla base dei tanti lavori video che Travali realizza con “Frenetica”, il suo
laboratorio di “chimica creativa” in campo pubblicitario e non solo, che opera nell’ambito di grafica e illustrazione, di video e animazione. L’artista ha, infatti, maturato un’esperienza ultraventennale nel settore audiovisivo in qualità di produttore e direttore creativo.
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on vuole essere chiamato collezionista, piuttosto preferisce essere definito un raccoglitore. Eppure la casa e lo studio di Marco Travali, 48 anni, trevigliese, dalle origini siciliane, in viale Jenner, sono ricchi di oggetti culto o vintage. Tra questi, ci sono le cartine geografiche che cerca nelle soffitte, nei mercatini o che gli sono regalate dagli amici. Il tutto, al servizio della sua creatività. Nasce, così, nel 2015, il progetto “Divertissemonde”: le mappe sono ritagliate e assemblate fino a comporre un’opera d’arte unica. «Ho iniziato con i collage, poi ho avvicinato tra loro due libri esternamente uguali, ma diversi nei contenuti, unendoli con strisce di mappe che si trasformano in connettori» spiega Travali. Dopo è arrivata la “treccia”, formata da tanti lembi che si incontrano, anche se non dovrebbero. I confini non sono più gli stessi, con la conseguenza che i territori degli Stati sono reinventati. Il fine è provocatorio. «Compio un percorso, mai uguale; la costruzione della treccia è un atto personale e simbolico – aggiunge –. È una metafora dell’esperienza dell’uomo e del viaggio, fisico e spirituale, che porta a un luogo. Non solo: intrecciare significa dare nuovi punti di vista, rimescolare rapporti e equilibri geografici, il desiderio è interrogarsi sul mondo, il sogno è dargli armonia, una forma che forse non riesce a trovare». Le geografie mutate possono riguardare una città, come Roma:
La gavetta è cominciata come videoreporter, regista e autore di format per l’emittente “Sei Milano”, all’avanguardia nel puntare sui giovani giornalisti che giravano, in presa diretta, con telecamere 8 mm. A Telereporter ha intrapreso la via delle produzioni pubblicitarie, per poi curare campagne per grandi brand per Mtv Italia. Poi, sempre a Milano, ha avviato la sua casa di produzione, Moogfilm, dove è stato art director. Sette anni fa la nuova avventura, coltivando sempre in parallelo la passione per l’arte. «Un video nasce da un’idea, è un’opera d’arte, quando lo guardi è come se ammirassi un quadro», conclude.
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MUSICA
IDA, LA VOCE E L’ALLEGRIA DI CUBA A TREVIGLIO La cantante, che vive con la famiglia alla Geromina, insieme al Duo for Peace fa risuonare le note latinoamericane di Raul Ricci
trovato il mio primo impiego all’asilo nido Primi Passi, oltre a seguire e crescere poi diversi bambini, oggi diventati grandi». La Isla Grande non è soltanto storia, cultura e folclore, è anche musica che racconta la vita, celebra il ritmo del corpo, senza separare mai il divertimento dall’impegno tanto che, da sola, rappresenta bene l’intero universo musicale latinoamericano: «A Cuba nasci ascoltando la musica, appena venuto al mondo e uscito dall’ospedale, in strada, nei quartieri, all’aperto senti sempre una melodia – sorride la cantante –. La musica è la colonna sonora che accompagna anche i turisti nel loro viaggio». Per questo, nel giorno più bello, la sua voce non può che creare il sottofondo ideale.
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La sua voce calda trasmette tutta l’energia e l’allegria del suo Paese, Cuba. Idalmis Torres, per tutti Ida, trevigliese di adozione, è richiesta per ravvivare serate e creare l’atmosfera giusta nei matrimoni insieme al Duo for Peace, ovvero i chitarristi Vincenzo Di Bisceglie e Marco De Pasquale. I due artisti, pugliesi, ma da anni residenti a Bergamo, suonano tango e flamenco, ma è con la voce di Ida e, a volte, quella maschile di Sandunga, che riescono a spaziare in ogni genere. La Torres canta la bossa nova brasiliana intonando la famosa “Oye como va” di Celia Cruz e “Garota de Ipanema” di Tom Jobim e Vinicius de Moraes, il son, che è anche un ballo di coppia, nato a Santiago de Cuba, considerato il padre della salsa, oltre a merengue, bachata, reggaeton, brani dei Buena Vista Social Club, i successi di Julio Iglesias e tanti altri. La cantante, originaria di Pinar del Rio – famosa per produrre i famosi sigari, vicino a L’Avana –, è arrivata a stabilirsi nella cittadina bergamasca per amore. «Nel 2000, grazie a un progetto di collaborazione tra Cuba e l’Italia, sono volata a Milano, insieme a un gruppo di artisti, per esibirmi in un locale, l’Havana café; sono rimasta per undici mesi, dopodiché sono tornata a casa – racconta Ida –. Nel frattempo, avevo conosciuto il mio futuro marito, Silvano, grande appassionato di ritmi caraibici e latinoamericani». La coppia si è stabilita alla Geromina, nel 2005 è nato il loro figlio, Leonardo, e Ida ha continuato a dividersi tra il canto e la professione di educatrice. «A Cuba ho lavorato per la Casa della Cultura dando lezioni di canto, ma prima avevo studiato pedagogia all’università – prosegue –. In questo modo, ho
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INIZIATIVE
VIAGGIO NELLA MEMORIA Praga, Cracovia, Linz, Auschwitz e Birkenau sono le tappe del percorso nella storia compiuto dagli studenti di Treviglio e Romano di Daria Locatelli
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on ulla laborum, Deus, nova mi facies inopinave surgit!” (Eneide - VI): “Nessuna forma di patimenti, o Dio, sorge per me nuova o inopinata!”. Sono queste le parole incise sulla targa deposta nel cortile del silenzio del campo di concentramento di Oświęcim (nome in polacco della città nota a tutti nella versione tedesca Auschwitz) dagli studenti che lo scorso ottobre hanno preso parte al “Viaggio nella memoria”. Un tour – organizzato dall’Istituto Zenale e Butinone (indirizzo scolastico di provenienza di alcuni partecipanti, insieme all’Archimede di Treviglio e del Don Milani di Romano di Lombardia), dalla Rete S:O.S. (Scuola: Offerta
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Sostenibile) e dal professor Giuseppe Pinto – che ha fatto ripercorrere a tappe ad oltre cento ragazzi, dal vivo e con i propri occhi, una delle pagine più dolorose della storia. «Questa iniziativa – illustra Pinto, da poco andato in pensione dopo ventisei anni di insegnamento di italiano e storia presso lo Zenale – è stata ideata con la finalità di far compiere ai giovani, calati in una contemporaneità in cui tutto è caratterizzato dall’estrema velocità e dal poco tempo lasciato alla riflessione, un tragitto a gradini nel passato e nella memoria. La storia va guardata con gli occhi del viaggiatore, la cultura va vista e vissuta». Ecco che gli sguardi dei ragazzi sono stati riposti sui luoghi ove sono accaduti i fatti
che, fino ad allora, erano stati soltanto letti sui libri di scuola o ascoltati dalle parole di docenti, documentari o film. A parlare, invece, nel loro viaggio nella memoria, sono stati i binari, i vagoni del treno, i blocchi, le cuccette, il filo spinato, i mobili di una stanza in cui venivano svolti finti processi prima di fucilazioni già stabilite e sottratte alla vista delle altre future vittime, le lacrime di commozione, i fiori, le foglie delle betulle (che danno il nome ad un altro campo di sterminio, Birkenau) che con il loro fruscio rendono ancora più assordante il silenzio. Un silenzio che ha accompagnato i ragazzi lungo tutto il tuffo reale nella storia, interrotto dal monologo recitato loro da Andrea Crippa, presidente di Rete S:O.S:
È successo! Dentro questo silenzio risuona ancora l’eco dei passi di centinaia di migliaia di vittime innocenti. Dentro questi recinti sono rimasti imprigionati i loro ultimi sguardi. In maggioranza ebrei, ma anche zingari, omosessuali, disabili, oppositori politici. Colpevoli di pensare in modo diverso, di vivere in modo diverso, di credere in un dio diverso. È successo! Ci chiediamo perché. Ce lo spiegano le voci dei pochi sopravvissuti che da qui sono passati, Primo Levi, Liliana Segre. È stata l’indifferenza di chi vedeva, il silenzio di chi sapeva e non ha fatto nulla.
È successo! Sembra incredibile, ma potrebbe succedere ancora. Anzi no, sta già succedendo. Quando lasciamo annegare un naufrago nei nostri mari. Quando abbiamo paura dello straniero. Quando respingiamo un migrante che fugge dalla guerra e dalla fame. Quando un alunno di pelle scura viene escluso dalle nostre mense scolastiche. Quando copriamo le ingiustizie e le violenze con il nostro silenzio.
Ci sono silenzi e silenzi. Esiste il silenzio che accompagna l’indifferenza che va spezzato dal rumore della memoria, delle testimonianze, dagli oggetti che raccontano storie, per lasciare spazio all’altro silenzio, quello della riflessione, che assorda con l’eco “mai più, in qualsiasi forma e tempo”.
Può succedere ancora! Siamo tutti coinvolti. Sta a ciascuno di noi decidere da che parte stare con i nostri silenzi con le nostre scelte con le nostre azioni
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INIZIATIVE
VERSO LE PIETRE D’INCIAMPO Dieci incontri per ricostruire la storia dei cittadini ebrei deportati da Cassano d’Adda ad Auschwitz di Gaia Bonomelli
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icordi?”: è con questa domanda che si apre e si intitola il laboratorio organizzato dall’attore e regista cassanese Nicolas Ceruti. All’interno di “Habitat Scenari Possibili”, rassegna di arti contemporanee a cielo aperto che coinvolge i territori dell’Adda, Ceruti ha proposto per la prima volta un momento di drammaturgia partecipata in città. «L’obiettivo di questi incontri – racconta Nicolas – è quello di far sapere alla comunità che tra il 1943 e 1944 a Cassano d’Adda sono stati arrestati e deportati ad Auschwitz dieci cittadini ebrei, tra i quali anche un bambino di poco più di un anno. Nessuno di loro ha più fatto ritorno». Avvalendosi dell’approfondimento su queste vicende da parte di un concittadino, Stefano Aresi, e utilizzando altri documenti e testimonianze, il regista vuole creare un percorso itinerante
dentro al paese, giungendo nel luogo in cui si determinerà sia avvenuto l’arresto degli ebrei. «Quello che farò con chi partecipa ai laboratori sarà svolgere una ricerca che riguarda i ricordi delle persone su questa vicenda. Attraverso un passaparola tra i cittadini cercheremo di raccogliere più informazioni possibili» prosegue. Gli incontri, iniziati concretamente l’8 novembre, coinvolgono persone di diversa età, tra cui un ragazzo di diciannove anni, una di ventotto e alcuni adulti. La performance finale avverrà il 27 Gennaio a Cassano, nel Giorno della Memoria. «Successivamente, procederemo con la realizzazione e il posizionamento delle pietre d’inciampo nei luoghi abitativi o in quelli dell’arresto. Le pietre, che sono una forma di commemorazione per le vittime del nazismo, saranno dedicate ad ogni ebreo – continua l’attore –. Lo scopo è quello di ricordare chi era stato ridotto solamente a numero e
fare in modo che la gente, passandovi vicino, si fermi a leggere». Anche il Sindaco cassanese, Roberto Maviglia, si esprime in modo molto favorevole: «Si tratta di una storia che si era persa nella memoria della nostra comunità; vorremmo arrivare a posizionare le pietre di inciampo e ricostruire, per quanto possibile, la storia di queste persone». Ceruti sarebbe interessato a portare un’iniziativa simile nelle scuole, in modo che i giovani sappiano che la Shoah ha riguardato anche il paese in cui loro stessi vivono. «Cercherò di coinvolgere la gente senza riportare troppi numeri e date, ma facendo in modo che possano respirare l’odore e il clima che si viveva a Cassano in quel periodo: un clima in cui la gente uccideva per nulla e in cui anche la minima cosa valeva tantissimo». Il contributo di qualsiasi cittadino e paesi limitrofi è ben accetto. Per chi fosse interessato, i laboratori sono ad accesso libero, ogni giovedì sera.
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IL FASCINO DELLA NEBBIA, TRA PROVERBI E LEGGENDE di Fabio Conti
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nostri nonni la chiamavano “bórda”, uno dei tanti termini dialettali che hanno un significato proprio, intenso, quasi difficile da tradurre. E nelle ultime settimane, anche se ancora “timida”, la bórda, la nebbia quella intensa, è comparsa, seppure raramente. Perché la nebbia – chi è di Treviglio e della Gera d’Adda lo sa bene – compare improvvisa e incanta con il suo fascino, ovattato e magico. Una leggenda – che, come tale, è spesso verosimile – vuole che la nebbia intensa sia una caratteristica peculiare solo della pianura. E che la “Francesca” segni una invisibile – è proprio il caso di dirlo – barriera. A Bergamo arriva raramente, ma la colpa è tutta del clima, umido e in
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passato paludoso, del nostro territorio. Secondo una leggenda (campagnola, non metropolitana) proprio la nebbia intensa consentì a un giovane Ermanno Olmi di trovare, per caso, la location di quello che sarebbe diventato il suo capolavoro: a spasso in auto, da solo, nella sua Bassa, perse l’orientamento nella campagna. Lungo una strada sterrata, venne inghiottito appunto da una nebbia fittissima, dalla quale comparve, un po’ spettrale, un grosso cancello e, alle spalle, un cascinale lombardo. Fu amore a prima vista, grazie alla nebbia: lì avrebbe girato “L’albero degli zoccoli”, il suo capolavoro. Perché nella pianura è la nebbia che scandisce i tempi, quando ovatta tutti i suoni e crea
un silenzio che va ascoltato. Perché in quel silenzio sono nate forme d’arte: la poesia, la pittura, la cucina e, appunto, il cinema. Giuseppe Facchetti, nel suo vocabolario del dialetto trevigliese pubblicato nel 1902, traduce il termine “bórda” anche come “niente, in senso figurato”. Del resto, quando uno è confuso dice: “Gh’ó la bórda denàcc d’i öcc” (“Ho la nebbia davanti agli occhi”). Nei campi è la nebbia a dettare i tempi. Per fare il cavolo buono, è indispensabile la nebbia, dice il proverbio: “Per fa ‘l vérs bù, ga öl la nèbia”. E sulla tavola la nebbia fa da contorno a tante ricette a base di funghi, oche, anatre, fagiani, tordi e viscarde. I momenti migliori per “sgaösà ‘l melgù” (“sgranare le pannocchie”)
erano le serate accompagnate dal vino clinto, prodotto da uve della Bassa. La nebbia impediva la caccia ai passeri con trasèl, la rete, che si inumidiva troppo e, in tempi più antichi, era la nebbia a nascondere Tarantasio, l’antico drago-biscione che infestava le acque dello scomparso lago Gerundo, poi ucciso (secondo una delle leggende) dal capostipite dei Visconti che lo inserì nello stemma nobiliare e divenne il simbolo di Milano, e che ispirò pure il cane a sei zampe dell’Eni. Nel 1978 tale Pietro Diacono propose in tv da Enzo Tortora, a “Portobello”, di spianare il valico appenninico del Turchino, consentendo all’aria di mare di raggiungere la pianura padana e cancellare la nebbia. Una proposta che, per fortuna, morì sul nascere. Perché la nebbia è poesia e il poeta trevigliese Tullio Santagiuliana in “Umbre che pasa” (“Ombre che passano”) paragona la nebbia alla vita: “De sigür pò a nu / an sa ‘mè lur istès: / an ve a la de ‘n mumènt / e sübet an sparés: / ‘n de nèbia, ‘n de la stòria / del munt an ve inàcc / umbre che pasa, e sübet / an sa desmentegàcc”.
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ARRIVA SANTA LUCIA Un evento per condividere la magia della festa più amata da tutti di Daria Locatelli
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el cuore dei bambini c’è una notte che ha un sapore del tutto speciale, un appuntamento così unico, quello del 13 dicembre, che rimane carico di significato anche quando si è diventati adulti, accompagnato da una magia forse più forte di quella natalizia: è la notte di Santa Lucia. Ricordando l’infanzia, ecco venire alla luce l’entusiasmo con cui si scriveva la “letterina”, con la richiesta di giochi e regali dopo la premessa “sono stato buono”, o le frasi che, da tradizione, venivano pronunciate prima di quella che, per i piccini, è la notte più lunga dell’anno: “vai a dormire presto e non spiare”, “se hai fatto il bravo riceverai tanti doni...altrimenti troverai il carbone”, “hai preparato il latte e il cibo per Santa Lucia e l’asinello?”. Dopo ore interminabili, segregati nella camera da letto, con un orecchio all’erta e l’occhio vigile nella serratura per carpire il minimo movimento o sussurro, ecco giungere il mattino. Si correva in salotto o in cucina per il responso: cosa mi avrà
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portato? E via con lo scarto dei regali e della serie di “oohh!” con la bocca colma di quei dolci che non avrebbero raggiunto intatti la sera. La lista del bottino, poi, sarebbe stata l’argomento di confronto con i compagni una volta arrivati a scuola e non importava se tra i tesori ricevuti non c’era proprio tutto quello che si era richiesto o qualcosa di diverso: Santa Lucia, in una sola notte, in sella al suo fedele amico, aveva fatto visita ai bambini di ogni dove, compreso te. Una sapore indimenticabile, quindi, che una volta cresciuti, si trasmette a figli e nipoti, un passaggio di testimone che avviene sia a casa che con iniziative atte a condividere e diffondere tra tutta la comunità la poesia di questa tradizione. A Treviglio questo avverrà l’8 dicembre con “Arriva Santa Lucia”, evento patrocinato dal Comune ed organizzato da Comitato Quartiere Ovest (la cui presidente, Francesca Assanelli, si è dichiarata entusiasta per l’iniziativa che, per il secondo anno, ha come punto di partenza del tragitto questa zona della città), Coro Stecchino d’oro, Associazione Commercianti Trevigliesi, Croce Rossa Italiana, Noi X Treviglio e la Gera d’Adda, rappresentanti ex Comitato Quartiere Nord. Un programma all’insegna di divertimento ed allegria, con ritrovo alle 14.30 all’Oratorio San Francesco e start alle ore 15 del tour che porterà Santa Lucia, in calesse, fino a Piazza Garibaldi, ove Babbo Natale e le sue renne attenderanno l’arrivo dei bambini con un carico di caramelle (offerte dall’Associazione commercianti), di chiacchiere e tanto divertimento. A suggellare la giornata di festa, alle ore 17 al Tnt, lo spettacolo “Anche quest’anno è già Natale”, il concerto dello Stecchino d’Oro (che dal 2017 fa parte della Galassia di cori dell’Antoniano Bologna e che ha inaugurato il 2018 cantando alla presenza di Papa Francesco, ndr) il cui direttore Mimmo Fanelli afferma: «Il coro, composto da 20 bimbi e 9 mamme, eseguirà diverse canzoni della tradizione natalizia. Sono molto orgoglioso del percorso che stiamo facendo: riceviamo un numero sempre più elevato di richieste di esibizioni, anche da fuori sede. Nel periodo natalizio le nostre piccole voci allieteranno il pubblico di Treviglio, Calvenzano, Rivolta d’Adda, Brugherio, dovendo, ahimè, rinunciare a quattro spettacoli dato il calendario di appuntamenti già colmo».
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VIA SANGALLI COME IL PARADISO Il cielo di angioletti è la nuova installazione artistica ideata da Battista Mombrini come augurio di serenità per il Natale di Raul Ricci
Passare sotto i magici angioletti, intagliati uno a uno dal pittore, è dunque un modo per non sentirsi soli, per trovare il coraggio per affrontare i problemi. «Mi piace emozionare, lasciare un segno, coinvolgere i cittadini, perché tutti passano per via Sangalli – aggiunge l’artista –. E se vedo un bambino che alza le mani al cielo per cercare di acchiappare una sagoma, mi dico: “Che bello, ho fatto qualcosa che dà gioia”». Prima di procedere a realizzare la sua opera, Mombrini si è informato sulla presenza della figura celestiale nelle altre religioni per non urtare le sensibilità di altre persone. «La figura celestiale è contemplata in ogni confessione, può essere lo spirito guida, un messaggero di pace, il defunto che ti è caro e ti protegge dal cielo, oppure l’angelo custode che ti è affidato dalla nascita, l’importante è crederci», conclude. Gli angioletti resteranno sospesi in via Sangalli fino a febbraio. Dopo, Mombrini provvederà alla nuova installazione estiva. L’idea c'è già, ma nessuna indiscrezione trapela. La favola continua.
PH A. DI CIO
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asseggiare in via Sangalli, oltre che essere piacevole, è di buon augurio. Un cielo, costellato da 220 angioletti bianchi intenti a suonare il flauto, abbellisce la via Bagutta trevigliese, accompagnandoci al Natale. La sera, con le luminarie, lo spettacolo è ancora più suggestivo con le creature celestiali che sembrano sospese tra le stelle. L’ideatore, come sempre, è Battista Mombrini: il pittore da oltre mezzo secolo lavora nella sua bottega nella via che ama trasformare in un’opera d’arte. Nel 1964 inizia, infatti, la sua attività con una prima mostra di paesaggi trevigliesi a pochi passi da via Sangalli. L’allestimento è il settimo dell’artista, amatissimo dai cittadini e anche da Vittorio Sgarbi che l’ha definito il “Giotto del Duemila”. A stupire, fino a poco tempo fa, sono state le 300 grosse pietre bianche con fiori coloratissimi e di ogni tipo dal messaggio sociale: tutte le anime, anche quelle indurite come pietre dal male, dai rancori e dalla cattiveria, possono essere recuperate e ammorbidite attraverso i fiori che rappresentano i pensieri positivi, le buone azioni, di compassione verso il prossimo. E, prima ancora, ci sono state le file di maggiociondolo composte da 21mila palline gialle infilate una a una con foglie verdi che davano l’effetto della pianta, i 380 pesciolini variopinti, l’arcobaleno di bottiglie in plastica variopinte, i 320 ombrellini colorati e, per le precedenti festività natalizie, altrettanti bianchi. All’inizio della strada, una scritta spiega il messaggio: “Gli angeli sono tra di noi”. «Tutti noi abbiamo una persona che, in un momento di abbattimento o difficoltà, ci conforta passando nelle nostre vite, è chi pensa e si preoccupa per noi, basta saperla riconoscere, può compiere anche solo un gesto, farci visita o sorriderci: in quel preciso momento è il soffio di positività che ci aiuta», spiega Mombrini.
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NATALE IN FATTORIA Alla Cascina Pezzoli si può diventare elfo per un giorno, esplorare l’agrimuseo o conoscere gli animali del suo piccolo zoo di Rosanna Scardi
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er il terzo anno la Cascina Pezzoli, immersa nella campagna trevigliese, offre la possibilità alle famiglie di partecipare, fino al 16 dicembre, il sabato e la domenica, oltre a venerdì 7, al Natale in fattoria (ingressi a gruppi, dalle 10 alle 16, costo 10 euro, gratis fino a due anni, prenotazioni su www. nataleinfattoria.it). I più piccoli saranno coinvolti, trasformandosi negli elfi aiutanti di Babbo Natale in vista della Santa Notte. Il percorso, immerso in un’atmosfera magica e suggestiva anche per gli adulti, dura due ore, al termine del quale, chi vorrà, potrà intrattenersi a coccolare gli animali. Si comincerà con l’accoglienza e una danza scacciapensieri. Seguiranno i laboratori di sartoria per personalizzare il cappellino da elfo, di cucina per preparare una pozione che permetta ai cuccioli di renna di spiccare il volo e si potrà assistere allo spettacolo di magia dell’Elfo David, oltre a partecipare ai giochi nella piscina di mais, su carretto, carrozza e slitta. A termine, Babbo Natale in persona aspetterà tutti nella sua semplice casetta di campagna. Si potrà anche pranzare con i cibi genuini, come polenta con stracotto di manzo e patate al forno, e acquistare i prodotti della cascina, oltre a gustare vin brulé e cioccolate calde. Novità della cascina, un complesso rurale a corte, edificato nel 1873, dove sono stati ritrovati alcuni reperti archeologici del periodo romano, è l’agrimuseo, dedicato alla civiltà contadina della prima metà XX secolo. Una testimonianza del passato che piace ai bambini e ragazzi, ma anche ai nonni che rivivono la loro gioventù. In esposizione ci sono attrezzi da lavoro nei campi, nella stalla, nella falegnameria, oltre ad altri oggetti di uso quotidiano e alle pagelle scolastiche di allora, con tanto di calamai e pennini. Materiali preziosi, ottenuti da donazioni, prestiti o curiosando nelle soffitte.
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La catalogazione e l’allestimento sono avvenuti grazie al contributo degli alunni dell’Isis Zenale e Butinone di Treviglio, nell’ambito di un progetto di alternanza scuola lavoro. L’agrimuseo è visitabile su prenotazione tutto l’anno sia per le scuole che per gruppi di famiglie. «Per i bambini delle elementari, quello dei loro nonni e bisnonni, è un modo di vivere talmente inimmaginabile da sembrare fantascienza: lo scaldaletto, ad esempio, è scambiato per un tavolino o una slitta», commenta Vania Bertoletti, moglie di Dario Barbeno, che conduce l’azienda zootecnica da un ventennio, in cui si allevano bovini da latte e da carne, avicoli, equini, ovini, suini per uso familiare e si coltivano cereali. Il piccolo zoo comprende cavalli, pony, asini, lama, un daino, pecore, capre, pavoni, conigli, cavie, piccioni, tartarughe marine e terrestri, anatre, oche e un pappagallo. Otto anni fa la svolta con l’aggiunta della fattoria didattica.
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SPETTACOLI DI NATALE E NON SOLO Il ricco cartellone degli eventi in calendario di Raul Ricci
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n attesa del Natale, il mese di dicembre nella Bassa Pianura si arricchisce di eventi, incontri, mercatini e spettacoli, a tema festivo e non solo.
IL 9 E LA VIGILIA MERCATINI DI NATALE A CARAVAGGIO E TREVIGLIO VENERDÌ 7, ALLE 21 ANDREA PUCCI AL PALAFACCHETTI Battute che si susseguono a ritmo forsennato scatenando fragorose risate. Il comico milanese, lanciato da “Colorado”, sarà per la prima volta a Treviglio con “In…Tolleranza 2.Zero” versione aggiornata, rivista e corretta del suo show. Il tema è la fatica del vivere a 50 anni, stando al passo con i tempi.
Domenica 9, dalle 9 alle 18, e il 24, dalle 18 alle 23, si potrà passeggiare per piazze e vie del centro a Caravaggio alla ricerca di regalini, ghirlande, candele, lucine o personaggi per completare il presepe. Mercatino anche a Treviglio, la vigilia, da mattina a sera.
DA SABATO 8 AL 22 BRIGNANO IN FESTA CONCERTI, VILLAGGIO ELFICO E PRESEPE VIVENTE Sabato 8 e domenica 9 hobbisti e villaggio elfico a Palazzo Visconti, il 15 concerto di Natale del corpo musicale Santa Cecilia nella palestra del centro sportivo comunale. Il 22, alle 21, si torna a Palazzo con “Notte sotto l’albero”. La vigilia, presepe vivente in piazza Donini.
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SABATO 15, ALLE 18 LO SCRITTORE ALESSANDRO BARBERO AL TNT DI TREVIGLIO Lo storico e docente torinese, ospite del festival letterario Presente Prossimo, interverrà sul tema di Caporetto. Nel 1995 esce il suo romanzo storico “Bella vita e guerre altrui di Mr. Pyle, gentiluomo”, con il quale conquista il Premio Strega. Collabora con “La Stampa” e con le reti Rai, introducendo i documentari “a.C.d.C”.
IMPIANTI E LETTRICI C IVILI ED I NDUSTRIALI DOMENICA 16, ALLE 10.30 “NOTE D’AUGURI” A TREVIGLIO E CASSANO Protagonisti al Tnt l’orchestra dell’accademia cittadina e il coro polifonico “Giovane Corale” di Cassano. Eseguiranno brani di ispirazione natalizia, come “In notte placida” o “Gli angeli nelle campagne”, oltre a il “Gloria” di Vivaldi o il corale “Gesù mia Gioia” di Bach. Replica il 23, alle 21, nella chiesa di Cristo Risorto di Cassano.
DOMENICA 16, DALLE 15 ALLE 18 A CASIRATE IL PRESEPE VIVENTE Cinquanta figuranti in costume tipico rinnovano, nel giardino del centro anziani, l’antica tradizione del presepe vivente. I volontari, coordinati dall’oratorio San Marco, ricostruiranno scene di antichi mestieri e altre legate alla civiltà contadina.
VENERDÌ 21, ALLE 21 ARIANNA SCOMMEGNA E MATTIA FABRIS IN SCENA PER “VICOLI” La rassegna Vicoli, organizzata dal Tae Teatro, ospita al Tnt la compagnia Atir Teatro Ringhiera in“Utoya”, narrazione di una tragedia contemporanea, la strage compiuta da Breivik nel 201 nel centro di Oslo e nella vicina isola, un vero paradiso nordico, causando la morte di 77 persone.
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CHIACCHIERE E DISTINTIVO
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icembre è un mese folle. Forse il più pazzo di tutti, all’ennesima potenza. Ci sono le feste comandate (e quindi obbligate) a tutti i costi, a cui sembra impossibile potersi sottrarre, manco fossero una punizione divina (appunto). Ci sono le code infinite sulle strade, al profumo di anidride carbonica, per raggiungere i negozi e poi quelle dentro i supermercati e nei centri commerciali, tanto che chi riesce ad evitarle può davvero sentirsi un miracolato (ci risiamo). Ci sono i regali preparati e quelli scordati, quelli azzeccati e quelli fuori luogo, un vero incubo di mamme e figli, un po’ meno per i papà che si sa, sono un po’ più smemorati e meno ansiosi di “fare centro” con il dono giusto. Ci sono i mega cenoni natalizi e i banchetti successivi che si tramutano in pranzi infiniti, in rigoroso ordine cronologico, seguiti infine dal
gettonatissimo festone dell’ultimo dell’anno. Insomma, dicembre ci riserva un menù molto intenso, a seconda delle latitudini: il ponte dell’Immacolata, Sant’Ambrogio, Santa Lucia (evviva i giocattoli, solo quelli azzeccati però), il Santo Natale, il Santo Stefano e ovviamente la notte di San Silvestro. Insomma, quello che sulla carta dovrebbe essere una goduria di ingordigia e riposo spesso rischia di trasformarsi in un tour de force che dura un mese intero condito da stress, ansie e litigi legati a tematiche superflue (panettone o pandoro? Te lo avevo detto che non gli piaceva! Dopo le feste te lo cambio il regalo!). Ma non finisce qui. A riempire i discorsi delle tavole ci sono anche i bilanci di fine anno, le somme che devono essere tirate in azienda insieme agli interminabili inventari perché alla fine i conti devono sempre tornare, e il personale ripartire con nuove motivazioni verso l’anno che verrà, che
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sarà quello della riscossa aziendale. E poi, ma non in ultimo, ci sono i bilanci personali, quelli che non ci fanno dormire la notte. È stato un anno terribile, oppure stupendo, magari da non ripetere e da dimenticare o ancora da ricordare, unico e irripetibile. Ebbene amici, ho come il presentimento che si preannunci l’arrivo di un mese tosto, di quelli che fiaccano mente e corpo. Io una ricetta per sopravvivere ce l’avrei, magari funziona. Ecco le regole: attendere una notte stellata, sollevare lo sguardo, chiudere gli occhi, allargare le braccia e soffiare fuori tutto ciò che ci appesantisce e poi restare così finché si ha voglia. È probabile che quando li riaprirete, vi sentirete meglio e il calendario abbia già svoltato in avanti di un mese e segnerà “gennaio”. Io ci provo, in fondo è uno di quei meravigliosi giochi in cui non si perde mai. Malo
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DAI LETTORI, AI LETTORI
IL LIBRO DEL MESE di Maurizio Lorenzi
Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare LA TRAMA
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gabbiani sorvolano la foce dell’Elba, nel mare del Nord. “Banco di aringhe a sinistra”, stride il gabbiano di vedetta e Kengah si tuffa. Ma quando riemerge, il mare è una scura ed oleosa distesa di petrolio. A stento spicca il volo, raggiunge la terraferma, ma poi stremata precipita su un balcone di Amburgo. C’è un micio nero di nome Zorba su quel balcone che si affaccia sul porto, un grosso gatto cui la gabbiana morente affida l’uovo che sta per deporre, non prima di aver ottenuto dal gatto tre solenni promesse: che lo coverà amorevolmente, che non si mangerà il piccolo e che, soprattutto, gli insegnerà a volare. E se per mantenere le prime due sarà sufficiente l’amore materno di Zorba, per la terza ci vorrà una grande idea e l’aiuto di tutti.
GIUDIZIO L’autore, maestro della letteratura famoso in tutto il mondo, in questa favola che rievoca il senso della parabola, tocca alcuni dei temi a lui più cari: l’amore per la natura e il regno animale e la contemporanea noncuranza dell’uomo verso questi mondi, ma anche la solidarietà e la generosità disinteressata. Per essere maggiormente incisivo, utilizza come protagonisti animali unici, ovvero capaci di dialogare tra loro e persino con il genere umano, temuto perché capace di apportare continuamente danni sia all’ambiente che agli animali stessi, relegati di sovente negli zoo o in gabbie anguste. Nel racconto è proprio all’uomo che Sepulveda finisce per attribuire 64
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un ruolo decisivo: non solo distruttore e inquinatore, ma anche salvatore del mondo che lo circonda e in fondo, di se stesso, portatore dunque di un messaggio di speranza di elevato valore poetico. Ecco come lo descrive in un passaggio: “Era un umano strano, che a volte rideva dopo aver letto quello che aveva scritto, e a volte appallottolava i fogli senza nemmeno guardarli. La sua terrazza era sempre inondata da una musica dolce e malinconica che faceva assopire Bubulina (una gatta, ndr) e suscitava profondi sospiri nei gatti che passavano di lì”. Perché alla fine “vola solo chi osa farlo...”
VALUTAZIONE Favola divertente ma impegnata, costruita per far riflettere. Decisamente consigliata a grandi e piccini.
DEFINIZIONE Opera incantevole, ideata per cercare di toccare l’animo umano e alla fine, riuscire nell’impresa.
TITOLO: STORIA DI UNA GABBIANELLA E DEL GATTO CHE LE INSEGNÒ A VOLARE AUTORE: LUIS SEPULVEDA EDITORE: SALANI ANNO EDIZIONE: 1996 PAGINE: 127
IL RACCONTO
“È PASSATO NATALE!” di Valentina Scelsa
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l venticinque dicembre è il giorno più bello di tutti, è un po’ il Richard Gere della situazione: possiede fascino e ti dà un tale senso di sicurezza che le altre date non sanno nemmeno cosa sia. Lo aspetti tutto l’anno, lo immagini e speri di non sprecare nemmeno mezzo minuto di quelle ventiquattro ore. Ogni famiglia inizia a prepararsi al Natale con largo anticipo, con stress e gioia allo stesso tempo. Ogni singolo individuo immagina i minuti più felici di questa giornata sperando che i suoi pensieri non siano soltanto illusioni. È magia, fede e anche folklore. Inutile negarlo, per ognuno di noi questo giorno speciale ha qualcosa di ancor più speciale che ci fa brillare il cuore. Ricordi, emozioni, sapori e modi di dire. Nella mia famiglia c’è una cosa che prevale su tutte, una sorta di rito che ci accompagna ogni anno probabilmente da generazioni e generazioni e che pare non voglia abbandonarci: costi quel che costi, l’importante è che qualcuno si ricordi di dire “è passato Natale” e non sto parlando di un signore al quale hanno dato questo nome. Nossignore, il Natale in questione è il 25 dicembre. Lo so, il Natale bussa alle porte di tutti: scatta alla mezzanotte della Vigilia e termina quando s’affaccia Santo Stefano, ma in via Greco 79 le cose vanno diversamente perché Natale arriva con la sua solita puntualità e poi svanisce nel nulla subito dopo pranzo. È così da sempre. Non si è mai trattenuto un pochino, scappa senza neanche prendere il caffè. La gestione dell’atmosfera natalizia è nelle mani di zio Vittorio: luci, addobbi, presepe e albero sono cosa sua e guai a chi osa intervenire in qualche modo
perché lui accetta solo complimenti. Il menù è proprietà privata della nonna: lei decide cosa cucinare e lei si aggira indaffarata tra i fornelli. Anche in questo caso sono ammessi solo complimenti. Consigli, mai. Suggerimenti, mai. Intromissioni non ne parliamo proprio. Il suo non è un menù fisso, è blindato:
sette strati di lasagna fatta a mano si alternano a mortadella, mozzarella, polpettine e sugo; segue l’arrosto con le patate e la carne al sugo accompagnata da altre polpette; formaggi di ogni tipo, salumi e affettati; appare timida la lattuga in una coppa, ma altrettanto timidamente se ne torna, illesa, in cucina. Sfilano con la certezza quasi matematica di restare lontani dalle nostre fauci sedano, finocchi e catalogna. Giungono invece a tavola con la certezza di non sopravvivere tutti i pasticcini apparsi sul pianeta terra, mentre appare un po’ più tranquillo il panettone perché al massimo perderà una fetta quando
verrà offerto a zia Comasia. Ecco, dopo l’ultimo pasticcino e prima che zia Comasia afferri quell’agglomerato di canditi e uvetta, giunge inesorabilmente la frase che accompagna da sempre questo giorno “e anche quest’anno è passato Natale!”. Seguono gli sguardi inizialmente atterriti e successivamente divertiti di noi cugini, vittime di una festività un po’ troppo frettolosa. Non c’è possibilità che questa frase non venga detta perché pare quasi che mio nonno, la nonna, zia Anna e zia Tina facciano a gara per pronunciarla al momento giusto. Mio nonno non dimenticò di dirla nemmeno quell’anno in cui zio Vittorio stava soffocando a causa di una polpetta e zia Tina ne ebbe l’ardire proprio quando la nonna era al telefono con zio Piero che ci stava annunciando la nascita di mio cugino Matteo. Nella mia famiglia non ha alcun valore il famoso spot “Il Natale quando arriva, arriva”, a noi interessa quando passa, quando va via, quando alza i tacchi e sloggia. A casa dei miei nonni, non ci sono altre spiegazioni, il Natale non simboleggia la Nascita, non è la gioia di scambiarsi i regali e tantomeno la felicità di trascorrere una giornata tutti insieme. È il pranzo pantagruelico preparato dalla nonna che inizia con un “auguri a tutti” e termina più o meno intorno alle ore quindici con quella frase a dir poco epica. Una frase che non lascia scampo e che da bambino subisci come una mannaia “è passato Natale”. Ma come? Chi? Dove? E soprattutto, quando è passato? Natale arriva. Natale passa. Stop alle telefonate. Natale non ha tempo da perdere. Non resta nemmeno per un caffè? Ha fretta, non può. E così sia.
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La NativitĂ - Illustrazione di Gian Luca Tirloni 66
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