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Riforma del lavoro sportivo: la nuova disciplina

Cosa prevede la riforma nata per garantire parità e tutela ai lavoratori del settore

Negli ultimi anni il settore del lavoro sportivo in Italia ha subito importanti cambiamenti attraverso la riforma del

Lavoro professionistico 91/1981 e la successiva Legge Delega 86/2019. Queste modifiche hanno introdotto nuove regolamentazioni e norme volte a garantire parità di trattamento e di non discriminazione per i lavoratori sportivi, sia nel settore dilettantistico che in quello professionistico.

Vediamo in questo articolo le principali novità e quali implicazioni hanno per i lavoratori sportivi, in attesa del secondo decreto correttivo.

Il contesto in cui nasce la riforma del lavoro sportivo

La situazione precedente alla riforma del lavoro professionistico (Legge 91/1981) prevedeva una distin- zione tra il mondo professionistico - che includeva sport come calcio, basket, golf, ciclismo, boxe e motociclismo - e il mondo dilettantistico, che non definiva in modo chiaro il concetto di lavoro o lavoratore sportivo. La normativa esistente si limitava a regolamentare aspetti fiscali e contributivi. Inoltre, vi erano numerose sentenze della Corte di Cassazione che mettevano in discussione questo quadro giuridico. Con l'entrata in vigore della Legge Delega 86/2019, sono state introdotte nuove disposizioni per garantire una maggiore tutela e definizione del lavoro sportivo in Italia. La legge abroga la L. 91/1981 e l'articolo 67, comma 1, lettera m) del Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR). Inoltre, introduce la figura del lavoratore sportivo, che non dipende dalla natura dilettantistica o professionistica dell'attività svolta, e stabilisce una disciplina specifica in materia assicurativa, previdenziale, fiscale e delle regole di gestione del fondo di previdenza.

Il nuovo lavoratore sportivo si distingue per il fatto di svolgere attività sportiva dietro compenso, non essendo più considerato un volontario. Questa definizione si applica indipendentemente dal settore dilettantistico o professionistico in cui opera. Le figure coinvolte includono atleti, allenatori, istruttori, direttori tecnici, direttori sportivi, preparatori atletici, direttori di gara e ogni altro tesserato che svolge mansioni necessarie per lo svolgimento dell'attività sportiva, conformemente ai regolamenti degli enti affilianti.

È importante sottolineare che le nuove disposizioni escludono coloro che operano in professioni la cui abilitazione non è rilasciata dall'ordinamento sportivo e che richiedono l'iscrizione in appositi albi o elenchi tenuti da ordini professionali.

La riforma introduce anche una disciplina specifica per gli arbitri, definiti come direttori di gara o soggetti preposti a garantire il regolare svolgimento delle competizioni sportive. Non è necessario formaliz- zare un contratto, ma è sufficiente una comunicazione o designazione da parte della federazione sportiva nazionale o dell'ente di promozione sportiva.

Aspetti previdenziali, assicurativi e fiscali del nuovo lavoratore sportivo

La riforma del lavoro sportivo introduce importanti cambiamenti anche dal punto di vista previdenziale, assicurativo e fiscale per i lavoratori autonomi che svolgono attività sportiva.

Per risolvere l’annosa questiona della natura del lavoro sportivo nell'area del dilettantismo, il legislatore introduce una presunzione normativa in base alla quale il lavoro sportivo si può ricondurre ad un contratto di lavoro autonomo, nella forma della collaborazione coordinata e continuativa, in presenza di due requisiti:

 la durata delle prestazioni oggetto del contratto, pur avendo carattere continuativo, non supera le ventiquattro (pare essere questo il nuovo limite previsto dal correttivo, in incremento rispetto alle precedenti diciotto) ore settimanali, escluso il tempo dedicato alla partecipazione a manifestazioni sportive

 le prestazioni oggetto del contratto risultano coordinate sotto il profilo tecnico-sportivo, in osservanza dei regolamenti delle Federazioni sportive nazionali, delle Discipline sportive associate e degli Enti di promozione sportiva.

Per i lavoratori sportivi autonomi contrattualizzati nella forma della collaborazione coordinata e continuativa, fino a un compenso annuo di 5.000 € (a partire dal 1° luglio 2023), non sono previsti obblighi contributivi.

Tuttavia, nel caso in cui i compensi superino tale soglia, entrano in gioco gli obblighi contributivi. Per i soggetti non assicurati presso altre gestioni o pensionati, si applica un'aliquota del 25% (IVS) oltre al 2,03%. Per i soggetti assicurati presso altre forme contributive obbligatorie o pensionati, l'aliquota dell'IVS è del 24%. Fino al 2027, le aliquote IVS sono dimezzate al 50%.

Il carico contributivo è suddiviso tra la società o l'ente (2/3) e il lavoratore (1/3). È importante sottolineare che l'obbligo di assicurazione INAIL si applica a tutti i lavoratori sportivi, indipendentemente dal compenso percepito.

Sul fronte fiscale, i compensi per il lavoro sportivo nell'ambito del dilettantismo non costituiscono una base imponibile fino a un importo annuo complessivo di 15.000 €. Tuttavia, se l'ammontare totale dei compensi supera questa soglia, solo la parte eccedente contribuirà a formare il reddito del contribuente. Al momento del pagamento, il lavoratore sportivo deve rilasciare un'autocertificazione che attesti l'ammontare dei compensi percepiti per le prestazioni sportive dilettantistiche svolte nell'anno solare.

Nel 2023, con l'entrata in vigore della riforma a metà anno, il Decreto Milleproroghe stabilisce che la soglia di esenzione per i compensi percepiti durante l'intero anno, compresi quelli corrisposti nel periodo compreso tra il 1° gennaio e il 30 giugno ai sensi dell'articolo 67 del TUIR, sia di 15.000 euro.

Per quanto riguarda gli adempimenti relativi al nuovo lavoratore sportivo, i rapporti di collaborazione con compensi fino a 5.000 € non sono soggetti a nessun obbligo di comunicazione. Tuttavia, per i rapporti di collaborazione con un compenso annuo superiore a 5.000 €, è previsto un obbligo di comunicazione preventiva che può essere effettuata in forma semplificata attraverso il RASI (Registro delle Attività Sportive e dell'Impiego).

Inoltre, i rapporti di collaborazione con un compenso annuo superiore a 15.000 € sono soggetti all'obbligo di consegna della busta paga, mentre quelli con un compenso inferiore possono essere documentati tramite una quietanza in forma libera.

Chi non rientra nella categoria di lavoratore sportivo

Tutte le figure che non svolgono mansioni qualificate come "sportive" secondo la legge o i regolamenti degli organismi affiliati. Queste figure includono, ad esempio, custodi, addetti alle pulizie, manutentori, addetti al bar o al negozio, animatori di centri estivi, ecc. Per loro si applicano le normali regole del mondo del lavoro in termini di diritti e doveri.

Per quanto riguarda i collaboratori amministrativi-gestionali, anche se non sono considerati "lavoratori sportivi", possono adottare lo stesso trattamento fiscale e contributivo previsto per il lavoro sportivo autonomo o contrattualizzato (co.co.co).

Tuttavia, devono essere regolari collaborazioni di tipo co.co.co ai sensi dell'articolo 409 cpc e dell'articolo 2, comma 2, del D.lgs 81/15. Inoltre, non rientrano nella categoria di lavoratori sportivi coloro che operano nell'ambito di una professione per la quale è richiesta un'abilitazione non rilasciata dall'ordinamento sportivo e il cui esercizio è subordinato all'iscrizione in appositi albi o elenchi tenuti da ordini professionali. Per i collaboratori amministrativi-gestionali che non sono considerati lavoratori sportivi, si applicano le normali disposizioni lavoristiche in vigore. Tuttavia, non è richiesta l'obbligo di comunicazione preventiva se sono contrattualizzati come veri co.co.co. e non si applica la presunzione del contratto fino a 18 ore.

È importante notare che, nonostante non siano considerati lavoratori sportivi, i collaboratori amministrativi-gestionali che operano nell'area del dilettantismo possono comunque beneficiare di uno speciale trattamento tributario e fiscale previsto per il lavoro sportivo autonomo o contrattualizzato. Questo trattamento prevede un'esenzione contributiva fino a 5.000 € e un'esenzione fiscale fino a 15.000 €. 

L’aggiornamento del Codice del Consumo e direttiva Omnibus: che cosa cambia dal 1° luglio «Introdurre una misura che riguardi anche l’ecommerce è un aspetto positivo. Ora ci auguriamo che tali normative vengano fatte rispettare, anche per contrastare pratiche commerciali sleali, e che si faccia maggiore chiarezza sulla politica di pricing». Cinzia Ligabue, presidente Lapam Licom, si esprime così sull’aggiornamento del Codice del Consumo che recepisce la direttiva Omnibus (quest’ultima è entrata in vigore dal 1° luglio). Tale direttiva riguarda, in particolare, gli annunci di riduzione dei prezzi e un adeguamento per l’ecommerce. Come specificato, l’obiettivo è limitare le politiche di sconti spesso incontrollate, stabilendo che ogni annuncio di riduzione del prezzo da parte di un venditore deve indicare il prezzo precedente, che è il prezzo più basso attribuito al prodotto nei 30 giorni antecedenti all’applicazione dello sconto. Qualora si dovesse ridurre il prezzo di un articolo all’interno del periodo di 30 giorni prima dell’inizio dei saldi, l’ulteriore sconto dovrà essere calcolato in base all’ultimo prezzo fissato per il prodotto prima del ribasso applicato durante il periodo di sconti. Durante i saldi, quando la riduzione dei prezzi va via via aumentando, il prezzo precedente su cui basarsi per applicare gli sconti è il prezzo del prodotto riferito ai 30 giorni antecedenti l’avvio dei saldi.

La Direttiva Omnibus, inoltre, non obbliga a pubblicare recensioni, ma obbliga a specificare se e in quale modo il professionista garantisce che le recensioni pubblicate provengano da consumatori che hanno effettivamente acquistato o utilizzato il prodotto.

«Si tratta di indicazioni che noi commercianti abbiamo sempre messo in atto – conclude la presidente Licom Cinzia Ligabue –. L’aspetto positivo di questa novità è che, per la prima volta, vengono introdotte definizioni come “mercato online” e “interfaccia online”, “servizi digitali” e “contenuto digitale”. Il sistema avrà un impatto sulle imprese per quanto riguarda gli adeguamenti gestionali e le attività dovranno essere in grado di allinearsi. Per noi commercianti diventerà fondamentale pianificare le politiche di pricing, anche in base alle eventuali esigenze locali».

Dal 6 luglio sono scattati anche i saldi estivi, che termineranno a inizio settembre

«Ci troviamo a dover ribadire un concetto già più volte espresso dalla nostra associazione e anche dagli stessi commercianti, rischiando di risultare ripetitivi: ormai il sistema dei saldi è obsoleto». La presidente Licom Cinzia Ligabue, inoltre, si sofferma a parlare anche della nuova stagione di sconti estivi, rimarcando per l’ennesima volta come sia necessario rivedere il periodo di sconti, sia estivi che invernali, in tutto il sistema. Il meccanismo dei saldi in Italia vige ormai dai primi anni 2000. In più di 20 anni di storia, il mercato ha subito inevitabilmente delle trasformazioni. «È cambiata la stagionalità e, con essa, dovremmo cambiare anche il nostro modo di intendere i saldi – continua Cinzia Ligabue –. Ormai diventa controproducente avere due mesi di sconti per noi commercianti, questo è un modello antico che non funziona più. Purtroppo è radicato nella nostra cultura, ma dovremmo avere il coraggio di iniziare un cambiamento. Per prima cosa, sarebbero sufficienti 30 giorni come lasso di tempo in cui abbassare i prezzi. In più, si potrebbe pensare di posticipare l’avvio del periodo di sconti di almeno un mese, e quindi non fare iniziare i saldi estivi a luglio, bensì ad agosto, limitandoli solo a quel periodo. Meglio ancora, poi, se si avesse il coraggio di eliminare definitivamente il meccanismo: questo non significa che non si dovrebbero fare sconti sui prodotti, ma ogni negoziante, in base alle sue esigenze e alle sue caratteristiche, dovrebbe essere libero di decidere quando mettere i propri articoli in saldo. Nei grandi magazzini del Nord Europa, ad esempio, in ogni negozio viene adibito uno spazio con prodotti perennemente scontati. Come associazione, e pure io personalmente parlando anche a nome di altri colleghi, abbiamo già sottolineato a più riprese come il sistema saldi vada completamente rivisto. Senza dimenticare che, e questo lo auspichiamo da tempo, si inizi a regolamentare anche l’online, che rappresenta sempre un fattore a nostro svantaggio, dato che quotidianamente si trovano prodotti a prezzi ribassati, impedendo di fatto una concorrenza leale. Continueremo a ribadire quanto specificato già a più riprese. Mi auguro che le nostre voci possano arrivare ai decisori, affinché davvero si cambi una mentalità ormai superata e antica, in favore di un passo in avanti che permetterebbe, a noi esercenti e ai clienti stessi, una maggior fruizione dei negozi fisici, rendendoci più competitivi e in grado di affrontare il mercato online». 

Etichettatura ed ecodesign: le principali novità per il settore moda

l’etichettatura e l’ecodesign

L’Unione Europea è sempre più attenta al tema della circolarità, anche per il settore della moda. Proprio per riflettere sul tema e aggiornare le imprese della categoria, è stata organizzata un’iniziativa dal titolo “Dall’etichettatura ambientale al nuovo regolamento ecodesign. Le prospettive della moda”, con lo scopo di informare le imprese sul nuovo regolamento ecodesign che verrà applicato per la prima volta anche alle imprese della moda. Inoltre, durante l’evento, è stata fatta una panoramica sulla normativa dell’etichettatura ambientale. Il nuovo regolamento, infatti, ha un impatto significativo sulla produzione delle imprese del settore. Nello specifico, stabilirà il quadro per l’elaborazione delle specifiche di progettazione ecocompatibile dei prodotti sostenibili. Quest’ultimo prevede l’introduzione di un passaporto digitale che raccolga le informazioni dei prodotti. Abbiamo approfondito l’argomento con Roberto Guaitoli, Presidente nazionale abbigliamento Confartigianato, rivolgendo uno sguardo anche alle prospettive future, quando in autunno si prenderanno le decisioni concrete.

Presidente, questo è un appuntamento importante per informare le imprese

«Credo che questo incontro sia stato molto opportuno. Penso proprio che il nostro comparto possa subire, nei prossimi anni, significativi cambiamenti, sia nelle logiche produttive e commerciali, sia in quelle legate alla organizzazione aziendale. E ciò lungo tutta la filiera, dai committenti ai fornitori di materia prima, dai subfornitori di lavorazioni fino ai nodi della distribuzione. In questi ultimi anni è sotto gli occhi di tutti la crescente attenzione del consumatore e dell’opinione pubblica rispetto ai temi della sostenibilità ambientale, del riuso e del riciclo: di pari passo anche il legislatore europeo sembra andare con decisione verso questa nuova sensibilità».

Quali sono i principali obiettivi?

«Il primo è l’introduzione di requisiti vincolanti di progettazione ecocompatibile dei prodotti tessile. E poi lo stop alla distruzione di prodotti tessili invenduti o resi, le informazioni più chiare relativamente al ciclo produttivo (sostanze, materie,…) e conseguente creazione di un Passaporto Digitale dei prodotti tessili. Senza dimenticare nuove norme armonizzate per la Responsabilità Estesa del Produttore anche per i tessili e il limite al fenomeno del “greenwashing”».

Qual è la situazione verso il 2030?

«Entro quella data tutti i prodotti tessili immessi sul mercato ue dovranno essere durevoli, riparabili e riciclabili. Oltre a ciò anche essere in larga misura costituiti da fibre riciclate, privi di sostanze pericolose, prodotti nel rispetto dei diritti sociali e accompagnati da un “passaporto digitale del prodotto” che ne fornisca informazioni sulla sostenibilità ambientale, finalizzato “ad aiutare le imprese e i consumatori a compiere nelle scelte consapevoli al momento dell’acquisto dei prodotti”. In più, si andrà verso una significativa riduzione del Fast Fashion e dovranno essere previsti servizi di riutilizzo e riparazione economicamente vantaggiosi per il consuma- tore finale».

Ma come mai questa attenzione al comparto moda?

«Ormai a livello ufficiale si stima che il settore tessile nella sola Europa incida per oltre il 20% dell’inquinamento globale, con un consumo estremamente significativo idrico ed energetico e con rilascio durante l’attuale ciclo produttivo di microplastiche nell’ambiente. La sfida allora deve diventare quella di fare passi importanti nella direzione della salvaguardia dell’ambiente, ma con gradualità e attenzione affinché tutto il comparto si possa riposizionare, in particolare per le micro e piccole imprese. Come abbiamo fatto in questi mesi di confronto continuo con i decisori dell’Unione Europea, infatti, non mancheremo di fare sentire ancora la voce della piccole e delle micro imprese, andando a ribadire la nostra specificità produttiva in modo che, pur nella salvaguardia degli obiettivi ambientali condivisibili, queste norme non diventino per noi anche un capestro produttivo e organizzativo».

E sicuramente serviranno, deduco, anche sostegni importanti...

«Questa è assolutamente un’altra questione decisiva che abbiamo posto. La Commissione Europea ha accettato il principio che, nell’adottare tale tipo di provvedimenti, fornisca un sostegno specifico alle piccole e medie imprese per l’applicazione dei Passaporti di prodotto. E anche sul tema del divieto diretto di distruzione di prodotti tessili, calzature e abbigliamento, invenduti o resi, sono già state introdotte norme di esenzioni più lunghe e, in alcuni casi, definitive proprio per le imprese di minori dimensioni.

Autunno sarà un mese molto caldo, in cui verranno prese le decisioni più importanti. Guardiamo avanti fiduciosi e consapevoli di poter recitare un ruolo chiave». 

Salpa la “Nave della Bellezza”, il nuova format

TV di Mediaset Infinity e Confartigianato

Salpa (letteralmente è il caso di dirlo), un nuovo format

TV la “Nave della Bellezza” targato Confartigianato

Imprese e Mediaset, dedicato alla valorizzazione delle professioni di acconciatura ed estetica!

Le attività di estetica ed acconciatura della Emilia Romagna “a rapporto sul ponte”, assieme ai colleghi di tutta la nostra penisola, per mostrare in TV la propria arte, il proprio estro creativo e le proprie tecniche e per ribadire ancora una volta il valore del loro essere artigiane.

Il nuovo format “La nave della bellezza” sarà reso possibile dalla partnership tra Confartigianato Imprese e Mediaset. Tale format, sviluppato in collaborazione con The Lookmaker Institute, si pone l’obiettivo di costruire attraverso il piccolo schermo un modello di riferimento per le/i professioniste/i della bellezza.

Caratteristiche del format

Il programma, una volta realizzato, sarà trasmesso su Mediaset Infinity.

Oltre alla diretta, le puntate resteranno visibili per un intero anno. Inoltre:

Le prime 30 puntate del talent saranno registrate a bordo della nave MSC Grandiosa dal 22 al 29 ottobre 2023 in una prima fase e poi durante una seconda fase, altre 30 puntate, nel periodo compreso tra febbraio-marzo del 2024.

Durante la singola puntata, i look-makers si sfideranno tra loro in un tempo di 30 minuti a disposizione, per creare un total-look completo sulle modelle e adatto all’occasione d’uso scelta dalla giuria a inizio puntata. A loro disposizione trucchi, prodotti per capelli e vestiti tra cui scegliere per completare il look perfetto.

Il format televisivo sarà suddiviso in “slot” da trenta puntate

Non solo il “trucco e parrucco”, potranno raggiungere il grande pubblico. Il concetto del “total-look”, alla base del format, prevede infatti che anche l’abbigliamento, le calzature ed i gioielli prodotti da imprese artigiane, giochino un ruolo di primo piano nel programma.

Tiziana Chiorboli Presidente nazionale e Michele Ziveri Presidente regionale della Federazione Benessere Confartigianato hanno spiegato:

“Solo in regione Emilia Romagna operano circa 12 mila imprese, di cui quasi il 90% artigiane, che occupano oltre 23 mila addetti. Un piccolo esercito a cui è dedicata l’opportunità di partecipare all’iniziativa con la propria professionalità e creatività, comunicando il valore dell’artigianalità, le potenzialità e “il bello” della propria attività attraverso un gioco-gara che ricalcherà il modello già collaudato dei programmi di cucina attualmente in onda. Una importante occasione di crescita di immagine e di affermazione degli operatori da parte dei clienti nonché di aumento dell’appeal nei confronti delle attività da parte dei giovani. La nave della bellezza è un talent show in cui al centro c’è il concetto di bellezza da costruire, suggerire, raccontare, da un punto di vista estetico, dell’immagine, del make up e hair styling.”

Il progetto la Nave della bellezza

Confartigianato Imprese, aderendo con entusiasmo al progetto, si è data l’obiettivo di fornire alle Aziende socie dei settori del beauty, moda e prod. gioielli, una ribalta nazionale capace di raggiungere il grande pubblico comunicando il valore dell’artigianalità e della creatività proprie di questi settori.

I Presidenti Chiorboli e Ziveri, ricordano come le attività del comparto beauty, da tempo e in tutto il territorio nazionale senza distinzioni da est a ovest e da nord a sud, faticano a trovare collaboratori e nuovi imprenditori e non solo a causa dell’inverno demografico in atto.

Confartigianato Imprese si è data l'obiettivo di modificare il pregiudizio che molti giovani hanno verso il settore della bellezza in termini di redditività, formazione, prestigio. L’associazione è inoltre convinta che si prospetti l’occasione di attrarre questi giovani, mostrando loro quanto può essere interessante e originale lavorare nel settore del benessere.

Nei prossimi giorni si svolgeranno incontri e webinar in cui poter ricevere tutte le informazioni necessarie a candidarsi e a partecipare alle selezioni dei concorrenti, che si terranno all’evento: “Weekend del Beauty“, riservato agli operatori del settore, domenica 15 e lunedì 16 ottobre 2023 al Garden Resort di San Vincenzo a Livorno.

Come partecipare al format “La Nave della Bellezza”

Come anticipato, il 15 e il 16 di ottobre 2023, ci sarà un evento dedicato in cui verranno svelate le modalità e condizioni di partecipazione al format TV.

Queste giornate inoltre saranno ricche di eventi, formazione e spettacoli. Nello specifico durante la prima giornata, dopo il pranzo verrà presentato il progetto con tutte le informazioni del caso. Più tardi nel pomeriggio, verranno fatte le prime audizioni e le interviste agli imprenditori che sono interessati a partecipare.

La partecipazione al Weekend del beauty non comporta il vincolo di partecipazione. Ai partecipanti rimarrà soltanto il costo dell’alloggio (190€), il resto è offerto da Mediaset.

Maggiori informazioni sui prezzi nella presentazione in allegato.

Al format TV potranno partecipare soltanto i proprietari dei saloni. Soltanto in particolari casi potranno partecipare più di una figura o il collaboratore del salone.

La partecipazione al Garden Resort di San Vincenzo di Livorno, possono partecipare tutti; collaboratori, familiari o accompagnatori. 

Per saperne di più

Visita il nostro portale lapam.eu e scopri di più sul progetto La Nave della Bellezza scansiona il QrCode con il tuo smartphone

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