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Irene Elena Roliti

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Sara Maglioli

Sara Maglioli

RANDOM

IRENE ELENA ROLITI

“Nulla succede per caso” è un libro che ha dato l’ispirazione a Irene Elena Roliti nell’ideazione del suo marchio di abbigliamento, Random. “A livello artistico e creativo, la casualità non esiste: mi piace pensare che, se posiziono tessuti sul tavolo senza una logica, questi mi diano l’ispirazione per un nuovo progetto”. Irene, terminati gli studi d’arte, si specializza in modellistica presso l’istituto Carlo Secoli di Bologna. Dopo qualche anno di gavetta anche in importanti realtà del settore, decide di trascorrere un anno a Londra dove ha modo di perfezionare l’inglese e di acquisire nozioni pratiche in una delle più rinomate città della moda, collaborando con alcuni stilisti locali. Tornata in Italia, all’età di 30 anni, nel 2015 apre Random e inizia l’attività nella sua “casa-laboratorio”, inizialmente da sola, poi affiancata da alcune stagiste, studentesse della medesima scuola da lei frequentata. Collezioni come quelle realizzate da Irene non passano di certo inosservate, non solo per la stravaganza ma soprattutto per la particolarità e la cura dei dettagli. “In questi anni si è creata una spaccatura tra la moda ufficiale e la moda etica. C’è una data che la segna, il 24 aprile 2013 quando è crollata la fabbrica di Rana Plaza in Bangladesh, India. Da quel momento è aumentata la sensibilizzazione verso il concetto di eticità nella moda. “Il mio modo di dare valore all’eticità è quello di concentrarmi con il riciclo. Ero a Londra” spiega Irene “nella via dello shopping e mi sono resa conto come ci fosse una sovrabbondanza di offerta di abiti, rispetto alla reale necessità e richiesta.” Quello che sta alla base di Random è l’ Upcycling, un termine nuovo, nato dal unione di “up” e “recycling”, ovvero un riciclo dove il risultato è di

www.randommoda.it info@randommoda.it 347 49 96 125 Castelvetro

qualità superiore (up), al prodotto di partenza. Irene agli abiti usati destina un riciclo di qualità, dove stile e colore cambiano, dove emergono metodi sempre più sofisticati e fantasiosi per decontestualizzare e ribaltare la materia prima che è fonte stessa di ispirazione. Il risultato è frutto di fantasia e creatività, ma anche di tanto studio tecnico, ricorrendo pure al servizio su misura per capi unici. “La difficoltà, che in realtà diventa il momento in cui emerge la mia creatività” spiega Irene “è quella di proiettare un ritaglio di un vestito esistente come parte integrante di nuovo capo insieme ad altri ritagli utilizzando tecniche sempre diverse”. “Il mio desiderio”, conclude Irene “è quello di avere il mio laboratorio con una grande vetrina, che permetta ai passanti di vedere e apprezzare come realizzo i miei capi, e quanto accade dietro le quinte dell’Upcycling”.

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